Comari e comarelle

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CUMMARI E CUMMAREDDI

Comari e comarelle     

(Commedia brillante in tre atti)

(di Calogero Maurici e Rosanna Maurici)

Titolo originale in dilaetto siciliano

CUMMARI E CUMMAREDDI

Personaggi

Nino                    (il marito

Concetta              (la moglie)

Sara                    (la figlia)

Teresa                 (la comare)

Francesca            (la comare)

Mario                  (il figlio di Ciccina)

Peppino               (il marito di Teresa)

Agostino              (il figlio di Teresa)

Paolo                            (il marito di Francesca)

Pietro                   (Il padre di Nino)

                                                     (tel. Autore  ab. 090/ 638009)

                                                                      Cell. 339/3359882

 

La scena si svolge nel primo atto di Nino Miceli, il secondo e il terzo casa di Peppino Calarco.

          Cosa può succedere quanto le mogli di un piccolo paese si riuniscono spesso in casa di una delle vicine?

          In questa commedia ci troviamo di fronte a tre mogli che, con la scusa di leggere il Vangelo si riuniscono oggi da una, domani da un’altra per sparlare e raccontarsi ogni cosa che ciascuna di esse sentono: il cosidetto “ Pettegolezzo”

          Tre  mariti vittime di queste mogli “pettegole” che non riescono e non sanno come fare per farle smettere.

          Il figlio balbuziente di un delle comare (Francesca) innamorato della figlia di un’altra comare; Sara, l’unico nome che riesce a pronunciare senza alcuna difficoltà.

          Il figlio di un’altra comare innamorato della stessa Sara, senza mai esplicitamente detto, scoprendo poi che anch’essa da tempo era ed è innamorata,

scoprendolo entrambi per caso.

          Una storia che si svolge in un piccolo paesino della Sicilia dove ancora oggi purtroppo è di moda fra vicine riunirsi per pettegolare.

          

 Riusciranno in qualche modo i tre mariti a farle smettere?

A T T O  I°

(Concetta, Sara, Francesca)

(Una giornata qualunque in casa Miceli)

Con.  Sara spicciati perchè a momenti perdi l’autobus.

Sar.   (risponde dall’altra stanza) Pronta sono quasi, poi ancora ci vogliono venti  minuti prima che passa. (entra Sara) Mamma, la signora Zanghi  litiga ccon suo marito. 

Con.   Vero? Quanto vado a sentire pure io (si sta per avviare)

Sar.   Hanno finito ormai, suo maritu è uscito seccato sbattendo la porta…ci stava

          Alzando le mani…

Con.  Ma perchè non mi chiamavi…sempre che litigano tutti i  mumenti,  io e tuo  

           padre  dalla stanza da letto li sentiamo sempre.

Sar.    Tu e papà in confronto a loro siete Romeo e Giulietta. Me ne vado alla fermata, e se dovesse venir Mario digli che sono fuori paese, altrimenti viene a cercarmi.

         Ogni volta che mi vede, mi guarda fissa fissa e mi dice: Sara che belli capelli che hai!...

Con.  E’ innamorato, me lo dice sempre, però è meglio che la finisca.

Sar.   La deve finire veramente mi fa vergognare tutte le volte che mi vede…(guarda l’orologio) quanto vado…ciao (esce)

Con.  Vorrei spolverare, ma non mi sento, vorrei lavare ma non mi sento, ma se mettessi tutto in lavatrice, si ma non mi sentp neppure, domani se ne parla.

Fra.   (bussano, entra  Francesca fa scena) Concettina…quello che ho sentitooo! (ha un vangelo nelle mani)

Con.  Che hai sentto racconta…racconta…

Fra.   Notizie fresche, non c’è de credere, apri le orecchie e ascoltami bene…

         (si sentono dei rumori da fuori) aspetta, aspetta non penso che è mio marito

         (si affaccia alla porta o finestra) se era lui cambiavamo discorso, quando sa che sono qu si incazza, ci pare che pettegloliamo...Casomai, ‘il Vangelo

         è pronto…(lo mette sul tavolo)                          

Con.  Pure mio marito, peggio di peggio…ma raccontami il fatto!

Fra.   La figlia di Anna, Anna la pettegola si è fatta fidanzata.

Cun.  Fidanzata? Ma quanti anni ha, è troppo piccola ancora…

Fra.   Sedici anni ha concetta…sedici anni, fatti tre giorni fa…

Con.  E chi questo ragazzo lo conosco io?

Fra.   Ti ricordi che diceva sempre sua madre? (la imita) Se mia figlia non finisce

           la suola fidanzata non si fa…

Con.  Vero è, sempre cosi diceva, ma pure suo marito, i suo nonni, i sui zii…

Fra.   E’ forestiero, ha il posto in banca ed ha venti quattranni…queste sono notizie fresche di stamattina…lo dicevano in bottega, io però mi sono fatta gli affari miei.

Con.  Venti quattranni? Ma non è grande per lei?

Fra.   Che vuoi ha il posto e sua madre non se lo fa scappare…in una settimana hanno fatto tutte cose, e c’è chi l’ha visto entrare dentro mentre non c’eranessuno!..

         Vergogna! Io a mia figlia gli e lo dico sempre, prima si devono conoscere i caratteri e poi deve ancora studiare…(bussano, entra Teresa, l’altra comare)

S C E N A  II°

(Concetta, Teresa, Francesca)

Ter.   (facendo scena) Mamma mia!…Mamma mia!…(anch’essa con un Vangelo)

Con.  Cic. (assieme) Ccosa c’è  teresa…

Ter.   Vi devo raccontare una cosa, che di sicuro vi viene il freddo.

Con.   Fra. Pure noi, che di sicuro ti viene il caldo, Racconta prima la tua. Notizie fresche! La figlia di Anna, la pettegola si è fidanzata con un ragazzo foresterio, ha  venticinque anni e lavora alla posta…

Con.  Fra  Lo sappiamo…. Lo sappiamo!

Ter.   (sorpresa) Come, lo sapete e non mi  avete detto niente? Belle comare che siete!

Con.  Ora ora un minuto prima di entrare tu, Francesca me l’ha detto, stai sicura che

            Ti avvisavamo subito.

Fra.   Ma dove l’hai sentito tu!

Ter.   Al panificio, però (innocente) ho fatto finta di niente io, se no poi dicono che le pettegole siamo sempre noi in questo paese…

Con.  Vero è! In questo paese ci sono malelingue, poi in questo vicinato nostro…ogni volta che siamo assieme, sa quanto sparlano…

Fra.   Quante volte vedo la signora Trovato pancia grossa dietro la finestra, tutte le volte che vengo quà fa finta che spolera e guarda dove entro, ma io dico sempre che c’è Dio e lui vede tutto!

Ter.   Ritorniamo al discorso di prima, la ragazza è troppo piccola, io a mia figlia: prima deve studiare e poi si devono conoscere i caratteri…

Fra.   Però  non hai sentito bene, ha vintiquattranni e lavora in banca.

Ter.   Vinticinque e lavora alla posta.(ripeterlo anche più volte per avere una ragione dell’altra)

Con.  Basta, venti quattro, vinticinque vintisei, il fatto è che si è fidanzata e tutti sapevamo che era quella che doveva filare dritta dritta! Pittosto la signora Cristina..suo marito botte ma botte.…

Fra.   Manco due mesi dimatrimonio!

Ter.   O lei ha ha lingua troppo lunga…

Fra.   O lui se ne fotte di lei e di tutti…

Con.  A quanto pare la sera…niente!

Fra.   Io i primi anni di matrimonio mi divertivo sempre …ogni sera..

Ter.   E non sapete che la sorella di quella… (le due comari rispondono: Lo sappiamo!)

          biancheria intima non gli e ne vuole lavare a suo maritu, e lui la porta dalla sua madre.  

Ter.   Concè alla fermata dell’autobus ho visto tua figlia con  Mario…

Fra.   Con mio figlio?

Ter.   Si tuo figlio, e la  prima cosa che le ha detto è stata : Che belli capelli che hai!

Fra.   Concè mio figlio è troppo preso per tua figlia Sara, la vuole bene come una

          sorella…

Ter.   Si come una sorella! Ma seè innamorato cotto, purtroppo stu matrimonio non si puo fare mai…

Fra.   Che vuoi dire per ora, hai cominciato? Se la natura l’ha fatto nascere cosi non ci posso fare niente, spero che il Signore l’aiuta…Concè me ne vado (offesa)

S C E N A  III°

(Nino, Concetta, Teresa)

Ter.   Si è offesa…

Con.  Chi Francesca?

Ter.   Si, lei …lei, e che ho detto! Appena nominano suo figlio, diventa nervosa…

Con.  Tra noi non dobbiamo offenderci  mai, se no poi sparlano di noi…

Ter.   Vero è!…

Con. Mia figlia Sara è troppo seccata, non puo’ andare in nessun posto che Mario ci va appresso…

Ter.   Questo fatto che ha cominciato a balbettare non ci voleva…

Con.  E che possiamo farci, la natura l’ha fatto cosi, però ci sono momenti che capisce tutte cose…mancu pare un po scemo..

Ter.   Sara gli piace, l’occhi buoni ce l’ha però, bene sceglie, ci vede bene…

         (in quel momento entra Nino, sentendo le ultime parole)

S C E N A  IV°

(Nino, Cuncetta, Francesca, Teresa)

Nin.   Troppo bene ci vede…(guarda male la moglie) tu non finisci mai, parlavate di Mario e Sara…

Ter.   No…compà!

Nin.   (seccato) Non mi chiamate compà… già quando chiamate comare a mia moglie

           è  a s s a i…poi ancora non l’ho capito, senza essere compari vi

          chiamate comari…ah! Queste comare e comarelle!..

Con.  Nino basata…

Nin.   Zitta…e l’altra comare dov’è? é influenzata? Qualche volta io e gli altri mariti vi facciamo vedere come si marcia…

Ter.   Me ne vado comare Concetta…

Nin.   Sono allergico a questa parola…(Teresa saluta ed esce)

S C E N A  V°

(Nino, Concetta)

Con.  Vuoi mangiare che preparo!

Nin.   Ma perchè, niente hai preparato?

Con.  E’ da stamattina che lavoro, sono andata a fare spesa, ho fatto pulizie generali…

Nin.   Di cosa di pettegolezzo? Pulizie generali!.. Ma se mangiamo sempre polvere quà dentro…

Con.  Vero, vai a trovarla uan moglie come me.

Nin.   Hai ragione, sei unica e sola, anzi siete quattro,  pure tua figlia ha preso il tuo carattere.

Con.  Sei stato fortunato che hai trovato una tutta casa, famiglia, chiesa e di poche parole…

Nin.   A casa… ci stai per pettegolare…famiglia… per sapere tutto delle altre famiglie in chiesa… ci vai per guardare i vestiti…di poche parole… già in tre minuti hai detto diecimila parole, e chissà quante ne hai detto con le tua comarellle …Ora basta che sono troppo stanco…quando arrivo dentro, vorrei truvare un po’ di pace, invece trovo a te dentro…

Con.  Perchè a chi vorresti trovare…

Nin.   A una senza lingua…

Con.  Predica ancora, che se viene tua figlia si secca, sai che è sensibile…

Nin.   E’ sensibili, ma se precisa a te, precisa una stampa e una malafigura…

              (bussano, entra Mario)

S C E N A  VI°

(Concetta, Nino, Mario, Sara)

Mar.  (balbettando ed un po' scemo) E’ permesso.

Nin.   Entra mario (al pubblico) lui fa pena, ma sua madre non la posso digerire.

Mar.   Bon…gio..rno…Cun…ce…tta…Bon…bon…bon…

Nin.   Non ti sforzare assai Mario, tanto salutndo alla comare di tua madre, hai salutato tuttti.

Con.  Mario siediti, vuoi un bicchierino di liquore?

Mar.  No..no…se no mi da nella testa, gia sono partito…(sempre balbettando)

Nin.   Partito? Ma perchè?

Mar.  Per vostra figlia Sara…quando dico questo nome, non balbetto mai mai…Sara…Sara…Sara…

Con.  Fallo finire Nino, se no fino a domani continua.

Nin.   Ma dimmi Mario, la vuoi bena assai a Sara?

Mar.   Quanto l’acqua de mare…(ride)

Con.   Mamma mia! Come facciamo con questo, la cosa è troppo seria.

Nin.   (imita la moglie) Mamma mia! Questa è a parola che ripetete sempre tu e le tue comare…cretina non ci fare capire niente, non solo che è cosi…(pausa) Ma dimmi Mario, che ti piace di più di Sara.

Mar.  (ride) I capelli, sono troppo belli…

Con.  Lo sapevo che diceva i capelli. Nino non ci dire niente più!

Nin.   Ti vuoi stare zitta!…

Mar.   Nino  posso fare una domanda a te?

Nin.   Certo Mario, parla...meglio sentire te che mia moglie!

Mar.   Qua…qua...quando hai conosciuto tua moglie cosa ti è piciuto di più.

Nin.   (si alza dalla sedia come se avesse preso una scossa) Di quante domande che

           potevi farmi, giusto questa mi dovevi fare?

Con.  Perché  non gli rispondi…(Nino imbarazzato)

Nin.   Ma ve…ve…ra…ra…mente…

Con.  Pure tu hai cominciato a balbettare?

Nin.   ALLORA mi sono piaciute tutte cose: era bella… la faccia, gli occhi, i capelli (Mario ride) tutto bene ho visto… solo una cosa non ho potuto vedere bene, era nascosta…

Con   Le gambe, allora i vestiti si usavano lunghi.

Nin.   Ma quale gambe e gambe, era la lingua…la lingua, la nascondeva apposta.

S C E N A  VII°

(Sara, Mario, Concetta, Nino, Francesca)

Sar.   (entra) Ciao papà, ciao mamma…(indifferente verso Mario)

Mar.  Ci… ci…ci…ciao  Sara.

Con.  Mi, vero è,quando dice Sara lo dice bello liscio liscio, non balbetta…

Sar.   Mamma per favore, cosi le dai corda.

Nin    E’ da mezzora che ti aspetta…(Mario si alza e si mette vicino a Sara)

           (Mario si avvicina di più a Sara facendo scena)

Sar.   Mamma mia! (si allontana ma Mario si riavvicina)

Mar.  Che fai ti emozioni quando vedi a me? Che beli capelli che hai!.. (Sara si arrabbia)

Nin.   E non fare cosi che ci resta male, facci un piccolo sorriso.

Sar.   Papà pure tu? (arrabbiata e piagnucalando se ne và nella sua stanza)

Mar.   (a Nino) Forse si emoziona, quando vede me ci batterà il cuore forte…forte.

          LA vado a confortare e gli accarezzo i capelli…(sta per avviarsi e Conc. lo ferma)

Con.  No…lasciala stare Mario lei quando è cosi vuole stare sola…

Mar.   Forse mi vuole pensare sola…va beni, l’aspetto e poi ci parlo.

Con.  Ora telefuno a mia comare e le doico che viene a prenderselo…

Nin.   Mario senti, io ti rispetto assai, perché sei un ragazzo educato, conosco i tò nonni, conosco a tuo zio, a tuo padre conosco a tua madre (con ironia) e come se la

          conosco!.. Però ora vai a casa e ti riposi, Sara deve studiare.e

Mar.  Ma io voglio aspettare a Sara, lei si è emozionata, lei mi vuole bene, lei è dolce, lei hai i capelli belli….

Nin.   (al pubblico) E’ partito…Concetta vai a chiamare sua madre…(Con. esce)

Mar.   Pa…pa…papà..

Nin.   Pure  papà mi chiama. (entra Francesca)                          

Fra.   Mario andiamo che devi mangiare…

 

Mar.  Nino ogni tanto posso venire?

Nin.   Certo, ogni tanto ma non spesso. (si salutano,escono mentre Mario ripete Sara...Sara)

S C E N A  VIII°

(Nino, Teresa, Sara, Concetta,)

         (Nino innervosito per la moglie che ancora non ritorna, gira per la stanza, si siede, si alza.)

Nin.   Sta disgraziata si ferma ovunque, staranno facendo una riunione tra comari? Poi dice che devo stare calmo, esce per chiamare a sua comare Francesca…(la imita) vado a a chiamare a mia comare…e si resta dall’altra comare…quando esco mi cade la faccia a terra, tutti che mi guardano so anche cosa pensano: ‘il marito di quella grande pettegola di Concetta! (in quel momento entra Teresa, cerca Concetta)

Ter.   Buongiorno compare… scusate, voi compare non lo volete detto…

Nin.   Vi siete risparmiata una cazziata!

Ter.   Dov’è comare mia comare Concetta.

Nin.   Avete qualche vestito da cucire?

Ter.   Dobbiamo parlare di cose della nostra chiesa…

Nin.   Sarà da comare  Francesc.

Ter.   Da Francesca? Mamma mia qualche novità ci sarà… scappo. (esce)

Nin.   Si scappa…scappa…di sicuro di tutte e quattro la lingua più lunga è quella di mia moglie…qualche volta glie lo dico a  P. Serafino, dato che vanno sempre in  chiesa…ma che ci vanno a fare Pure il  Signore si offende…(entra Sara)

Sar.   (seccata) Papà è un tormento Mario.

Nin.   (La guarda) Sara, che belli capelli che hai!

Sar.   Papà…

Nin.   E scherzo, che vuoi fare, devi avere un po’di pazienza co Mario, sai che non è preciso.

Sar.   Già  va dicendo a tutti che sono la sua fidanzata e qualcuno ci crede e sparlano…

Nin.   Non parlare di sparlare che tua madre è la prima.

Sar.   Papà tu a mamma non la conosci bene…(entra Councetta)

Con.  Preparo per mangiare?

Nin.   Prima ti sei abbuffata con le tue comari e ora vuoi mangiare quà?

Con.  Abbiamo tante cose da fare in chiesa e con Francesca, abbiamo parlato il da farsi a te sembra che parliamo di chissà cosa.

Nin.   Esci per un minuto e ritorni dopo una  vita, oggi mi stai trovando confessato, non voglio litigare…quanto vado a prendere mio padre e lo porto quà. (esce)

Con.   Sara mi ha detto Francesca, che la figlia della signora Trovato fu bocciata e sua madre va dicendo che i professori sono disgraziati.

Sar.   Vero? Sua madre si sente tutta…(entra Teresa e Francesca)

Ter.   Concetti, Padre Serafino in questi giorni passa a benedire le case…

Con.  Poi gli diciamo noi l’orario ed il giorno lui senza di noi non decide niente.

Fra.   Mentre venivo quà, ho visto la signora Trovato, mi ha salutato per forza.

Sar.   Perciò sua figlia è stata bocciata?

Ter.   Io in bottega l’ho sentito dirr e ho fatto finta di niente, poi subito l’ho raccontato

           A tua madre.

Sar.   Certo ora la signorina una calmata se la dà, con tutte quelle arie che aveva! Chissà se l’amica sua, l’altra bella ariosa si ha dato la materia, ieri aveva l’esame.

Ter.   Non ci vuole niente a saperlo basta fare una telefonata con qualche scusa e lo sappiamo subito.

Con.  Si facciamola, subitu prima che viene mio marito.

Ter.   Lo faccio io, parlo con sua madre con la scusa di P.Serafino che deve benedire le case…Domenica non c’era a messa, c’erano tutti i suoi parenti, i sui vicini di casa, quelli sempre  impellicciati, sua cognata Biagina sempre con lo stesso vestito, mancavano solo loro…e che impellicciata quando viene a messa. (la imita e tutti ridono)

                      

Con.  Certo hanno i soldi!..

Sar.   Dai prima che arrivi papà. (cerca il numero sull’elenco, mentra Teresa  si dirige verso il telefono)

Con.  Francesca, tu stai attenta se arriva mio marito.

Ter.   Pronto casa Ferrantelli? Ah! Signora mi scusi, sono la signora Teresa, quella che prepara sempre i doni a messa, quella chi si piglia ogni domenica la comunione…si è ricordata? Bene… Sua figlia è una ragazza sistemata…Senta le volevo dire dato che domenica a messa non c’eravate...cosa strana!..Che

           P.Serafino in questi giorni passa per benedire le case, fatevi trovare dentro perchè poverino è solo e non puo’ passare due volte…io mi sono sentita in dovere di avvisare, picchi P.Serafino l’ha detto, avvisati a tutti gli assenti…grazie…grazie…lo sò fossero tutti come me!..il mondo sarebbe bello e pulito…Ma ho visto sua figlia seccata ma si sente male, qualsiasi problema, basta che non è di salute…Menomale, l’importante che non c’è niente di salute, le dica che se no se le presa adesso la materia se la prende dopo…(posa il telefono con un gesto di gioia, altrettanto gli altri) Vedete quanto ci vuole a sapere le cose!

Sar.   Per questo domenica non erano in chiesa.

Fra.   Manco sua cugina c’era, ma cosa gli è potuto capitare! Ora m’informo io…

Ter.   Anzi troppo in  ritardo l’abbiamo saputo!

Fra.    Quanto vado a casa è da stamattina che sono fuori.

Ter.    Pure io, più tardi ci vediamo.

 

S C E N A  IX°

(Concetta, Sara, Pietro, Nino, Mario)

      

Con.  Cambiamo discorso perchè a momenti viene papà col nonno.

Sar.   Ora usciamo pazzi, per capirlo ci vuole un girono, sempre più sordo diventa.

Con.  Ma è da un po’ che non sento la signora Zanghi non litigare con suo marito, niente hai sentito tu, come mai!...(entrano Nino con il padre Pietro- personaggio anche femminile)

Piet.  Ciao Concetta, ciao Sara.

Nin.   Fate accomodare il nonno.

Con.  Papà accomodatevi…

Piet.  Perché c’è puzza?

Sar.   Quale puzza…

Piet.  Avete detto vomitatevi

Con.  (lo sorregge e vicino all’orecchio gli grida:) Assittativi…(Pietro si siede)

Nin.   Papà fra un po mangiamo

Piet.  Cantiamo? Che c’è festa? Per questo mi hai portato quà? Accumpagnami dentro, le feste mi seccano. (si alza di scatto e Sar. e Cunc. lo fanno sedere)

Con.  Lei ha  fame?

Piet.  Salame? Troppo piccante è per me…haiu lo stomaco guasto…

Nin.   Ah! papà certe volte fai stancare

Piet.  Allora vero dobbiamo cantare…(si alza per andarsene e Sar. Conc. la fanno sedere)

Con.  Ogni volta prima facciamo tre ore di discussioni… 

Piet.  A quest’ ora colazioni? Ma che siete sfasati…

Nin.   (alla moglie) Quando c’è mio padre hai una faccia da funerale!

Piet.  Chi deve  volare!

Sar.   Papà preparp la tavola

Piet.  Quale favola e favola, che sono bambino?

Nin.   (alla moglie) Vi dare quattro colpi in testa!

Piet.  Allora c’è vero la festa!

Con.  Facciamo un po’ di minestrone?

Piet.  No Peperone, che poi ho aria e scorreggio sempre…

Con.  Ci facciamo un po’ di pasta scaldata?

Piet.   Che sei bagnata, asciugati…  (entra Mario)

Mar.  E’ permESSO, don.  Pietro Buongiorno…(balbettando)

Piet.  A Livornu! Lontano è…

Cun.  Proprio ora!

Piet.  Chi vola!..(Sara fa cenno alla madre con una scusa di fare andare Mario)

Nin.   Mario hai mangiato?

Mar.   Ho digerito già, e subitu avevevo il pensiero veniri quà…(poi si avvicina a Sar.)

         Ciao, Sara ti vedo megliu di poco fa…che belli capelli che hai!…(ride)

Con.  Mario ora ti accompagno a casa e poi più tardi vieni.

Nin.   Tu non accompagni a nessuno, se no ritorni domani…

Sar.   L’accompagno io, pazienza!

Piet.  La semenza? Ma che mangiate quà…

Mar.  (mentre stanno uscendo) Che sono contento, sto uscendo con la mia fidanzata…

Con.  Hai visto di quanto è assillante.

Piet.  Chi è birbante…

Nin.   E’ figlio di tua comare

Piet.  Vi mettete a camminare?

Con.  Lui parla sempre, mai si sta muto

Piet.  (si alza do scatto) A me mi dici cornuto? Me ne vado…me ne vado…

Nin.   Quanto l’accompagno …sei contenta ora vero…(escono)

S C E N A  X°

(Ciccina, Teresa, Concetta, Nino)

Con.  Finalmente un po’ di pace… (entrano Teresa e Francesca)

Ter.   Comare  Concè, ho visto passare tuo marito e sono venuta…è da molto che non ci riuniamo tutti e tre.

Con.  Domani mio marito fa straordinario, domani tutti quà dentro…ci leggiamo un po di vangelo e ogni tanto parliamo…tanto per svagarci. Ora andate che se arriva e vi trova quà, chi lo vuole sentire! (entra Nino)                                                                                        

Nin.   Oh! Era da molto che non vi vedevo.

Fra.   Compare Nino…

Ter.   Non lo chiamare compare…

Fra.   Siamo venuti perché eravamo in pensiero per Mario.

Fra.   Va beni togliamo il disturbo…

Nin.   No, pare che disturbate…(le comari si stanno rallegrando)

Ter.   Menomale…

Nin.   Non disturbate ma scassate!…(le comari escono)

Con.  Li hai trattati come estranei…

Nin.   Perché sono parenti, a momenti manco sò che mi vieni tu… Sara come mai non è tornata.

Con.  Podarsi che ha incontrato una compagna e si è messa a parlare di scuola.

Nin.   Qui dentro, esce la madre per due minuti e non ritorna…esce la figlia e non si ritorna…sono stampati, precisi di tutto, qualche volta esco io e non ritorno più per davvero…(guarda la moglie per un po’)

Con.  Perché mi guardi con questi occhi spalancati che mi fai spaventare.

Nin.   (arrabbiato) Non devi fare entrare a queste comari se no cambio casa…

Con.  Sempre te sentono i vicini, stiamo diventando peggio de nostri vicini di casa…(comincia a petttegolare) tua figlia mi diceva che lei piangeva, forse il  marito non vuole che viene la madre di le a casa…che voci che faceva, poverina fa pena, io e le mie comari volevamo andare per confortarl, ma che sappiamo s facciamo danno…

Nin.   Tutte cose tu senti…(si sentono voci dalla casa vicino)

Con.  Mamma mia quanto vado a sentire se la bastona…(corre verso l'altra stanza)

Nin.   Ma questa bocca non gli potrebbe diventare secca…(esce disperato)

A T T O  II°

(S C E N A XI°)

(Teresa, Agostino, Sara, Mario)

                                             (La scena svolge da Peppino Calarco)

 

Ago.  (legge un libro di poesie, in quel momento entrano Teresa con Sara, di cui Agostino è profondamente innamorato)

Ter.   Ciao belle mio…

Ago.  Ciao mamma, ciao Sara.

Sar.   Ciao Agostino, che fai studi?

Ago.  Sto leggendo un libro di poesie d’amore.

Ter.   Qiuesto figlio è diverso di carettere, diverso da tutti, è troppo sentimentale.

Sar.   Bello è quando uno è pieno è pieno di sentimenti veri, ce ne sono tanti lavativi, io quando sarà se non trovo a uno come dico io non mi farò mai fidanzata…

Ter.   Agostino pure, sempre cosi dice…e poi mi piacerebbe se fosse del paese, magari a una che conosco bene pure io…

Sar.   Magari che si conoscono i genitori anche bene.

Ter.   Brava, certo sarebbe bellissimo…

Ago.  In questo paese sono quasi tutti fidanzati…

Sar.   Proprio tutti no…e poi se tu sei cosi romantico, anche la fidanzata deve essere romantica…        

Ago.  Uscire da se stessi per andare a far parte di un altro essere umano è meraviglioso!

Ter.   Mamma che bella frase, mi arricciano le carni…che romantico questo (lo bacia) ma da dove ci escono queste belle parole…(poi a Sar.) mio marito una parola dolce o una baciata quando viene dal lavoro non me lo da mai…

Sar.   A me le poesie d’amore mi piacciono assai.

Ago.  Io so che tu sei romantica, mi ricordo che da piccolina leggevi sempre poesie d’amore.

Sar.   Da piccolina mi piacevano, ora sono pazza. (Terera capisce che vogliono stare soli)

Ter.   Mamma mia, mi sono scordata il pane lo vado a prendere. Sara poi stare quà, tanto lo sanno tutti che siamo amici di famiglia, nessuno puo’ pensare male, e poi guai…guai a quelli che sparlanano noi, perché se ce li mettiamo in bocca io, tua madre e comare Francesca!…Non vi preoccupate, che io vengo subito, siediti Sara, parlati di poesie, di romanzi, perchè giusto come dice mio figlio, quando uno esce di fuori e và a far parte dell’umanità è una bella cesa.

Ago.  Mamma non è proprio cosi la frase.

Ter.   Si è capito quello che volevo dire io…Sara ancora in piedi sei, siediti gioia…oggi manco ho forza di parlare mi sento cosi stanca. (Sar. Sta per sedersi un po’ distante da Agostino) Sara ma che fai, siediti più vicino se no manco bene vi sentite quando parlate, non ti preoccupare cha Agostino non ti mangia, vero Agostino che non te la mangi?

Ago.  (timidamente) No mamma.

Ter.   (Al pubblico) Ero più contenta se diceva si!

Sar.   Ma veramente a momenti devo andare.

Ago.  Cinque minuti, ti faccio leggere qualche poesia.

Ter.   (al pubblico) Pare che si stanno sbloccando…fra un po’ vengo (esce)

Ago.  (si guardano un poco, poi Agostino…) Sara…

Sar.   Agostino…

Ago.  Sara…

Sar.   Agostino…

Ago.  Sara… (anche più volte)

Sar.   Agostino non ci chiamiamo più, se no a momenti arriva tua madre e noi ancora ci chiamiamo.

Ago.  Sara ma perchè non te l’ho detto mai, io sento troppe cose per te.

Sar.   Manco io Agostino,  lo pensiamo sempre, parliamo sempre, ci guardiamo sempre e mai ci siamo detti quello che il nostro cuore sentiva.

Ago.  (incredulo) Vuol dire…vuol dire che anche tu, anche tu senti quello che sento io… mamma mia…(si mette le mani in faccia)

Sar.   Neppure io pensavo che tu eri interessato a me.

Ago.  Mamma mia, (di nuovo le mani in faccia) sono senza parole, il mio cuore sta battendo a ritmi elevatissimi e non lo sto sentento, sento solo te che che sei interessata a me.

Sar.   Che giorno meraviglioso (si prendono per le mani) oggi i nostri cuori si uniscono…è una bellissima giornata…

Ago.  Veramente  stava piovendo!...Ma è sempre una bellissima giornata, Sara sembra che è da una vita che siamo fidanzati, lo eravamo ma ognuno per fatti propri e non sapevamo niente…

Sar.   Agostino tu sei stato sempre nel mio cuore…

Ago.  E io che pensavo che tu e Mario…

Sar.   Chi Mario? Ma non mi dire che pensavi vero questo, e sei geloso di Mario!

Ago.  A me fa pena, però quando ti vedo con lui mi fai ingelosire.

Sar.   Tu sei e sarai sempre dentro di me.

Ago.  (mani in faccia) Mamma mia…aspettami e appena mi laureo ci sposiamo.

Sar.   (mani in faccia) Mamma mia…Agostino non puoi immaginare come mi sto sentendo, mi viene da morire, ho il sangue che mi sale in testa, la pelle liscia liscia…

Ago.  Pure a me il sangue mi scende fino ai piedi, solo la pelle al posto di essere liscia, ce l’ho ruvida.

Sar.   Ora a me mi passa la fame, non mangio più, perchè l’amore fa passare tutto.

Ago.  Cerca di mangiare se no poi quando ci sposiamo ti ritrovo una sarda secca e veramente  io voglio toccare carne.

Sar.   Hai superato subito la timidezza che avevi…birbantello…

Ago.  Con te vicino supererò anche le montagne più alte…

Sar.   (mani in faccia) Mamma mia, dammi un pizzicotto, fammi capire che non sto ssognando, pare che non ci sto credendo…

Ago.  Credicci, spicciamoci prima che arriva tua madre…(da il pizzicotto)

Sar.   Mamma mia…mamma mia…Agosti vero è, mi hai pizzicato…tutto vero è…

Ago.  Sara prima che arrivi tua madre, ti prego dammi un bacio anche in fronte, prima che me lo dai, dimmi se me lo dai…

Sar.   Si…si, te lo do con tutto il cuore.

Ago.  (le mani in viso) Mamma mia…chiudo gli occhi che è più bello.

Sar.   (lo bacia in fronte) Agostino fatto.

Ago.  Ora mi sento troppo felice , pure a me mi si chiude la fame, pare che sono senza stomaco, mi sento leggero come una piuma che sale e che scende, che scende e che sale!

Sar.   E poi questa piuma si posa su di me per sempre!

Ago.  Basta ti prego, se no non sono più io…non faciamo capire a nessuno i nostri sentimenti, perché se no non ci lasciano in pace. (in quel momento Sara si sente chiamare da Mario, il quale subito dopo entra in casa)

Mar.  Sara…Sara…(Agostino e Sara si ricompongono) da tempo ti cerca tuo padre,  ha telefonato anche a me, io ero in pensiero e sono venuto a cercarti.

Sar.   (imbarazzata) Gli ho portato un libro ad Agostino, c’era pure sua madre dentro quando sono arrivata, e uscita adesso per comprare il pane.

Mar.  (sospettoso) Io a nessuno sto vedendo quà, da quanto tempo siete soli. (balbettando)

Ago.  Siediti Mario, una volta ogni tanto che ci vediamo.

Mar.   Meno ci vediamo noi, meglio è! Io quà dentro non mi siedo, Sara andiamo che ti  porto a casa, mi sento responsabile verso tuo padre…

         (si avvicina ad Agostino) Senti, vedi che lei è la mia fidanzata , e a me non mi piace che stai ssolo con lei? Se vuoi fare il professore di filossoffia fallo con qualche altra e non con lei, stai attento! Sara queste poesie d’amore non mi piacciono, questo libro non lo voglio più vedere, e tu Agostinello non ti permettere più di guardarci i capelli, perché quelli sono belli solo per me!

Ago.  Ho capito che è la tua fidanzata, speriamo che mi invitate quando vi sposate…

Mar.   Non fare lo spiritoso.

Sar.   Mario finiscila ora, non gli interessano a lui queste cose.

Mar.  Meglio che c’interessano…uomo avvisato è mezzo salvato e mezzo cacato.

         La colpa è tua perché una  ragazza che è fidanzata non sta sola con un altro, cammina a casa che tuo padre è in pensiero e io mi sento responsabile.

Sar.   Mamma mia no posso fare manco un passo con questo! ( entra Teresa)

Ter.   Sara che c’è!

 

Sar.   Che ci puo essere con Mario quà!

Ter.   Ah! Ho capito tutto…(cambia discorso) Agostino vuoi mangiare?

Ago.  Non ho fame, mi si è chiusa (guarda Sara romantico)

Sar.   Sig. Teresa io me ne vado.

Mar.  Giusto siamo stati assai quaà.

Sar.   Vedi che non mi mangiano sola.

Sar.   (seccata) Arrivederci, ciao Agostino ( si mette di fronte rimanendo un attimo a guardarsi negli occhi, dopo qualche attimo Mario si và a mettere al centro)

        

Mar.  Non guardare troppo la mia ragazza, e tu Sara appena arriviamo a casa ci facciamo i conti…(mentre escono)

Ago.  Ciao Mario.

Mar.  Non voglio essere salutato da te…(poi escono)

S C E N A  XIII°

(Agostino, Teresa, Peppino)

Ter.   Agostino, bello di mamma,  me lo puoi dire, Sara ti piace vero! E’ bella…Con Concetta diventeremmo vero comari, cosi  Nino la finisce di dire: (imitandolo) ma si comparato non ce n’è perché vi chiamte comari?

Ago.  Si, è una bella ragazza, però c’è Mario che non la lascia in pace!

Ter.   Quel scemo!

Ago.  Mamma non mi piace che dice cosi! Se nascevo io scemo e gli altri lo dicevano a te piaceva?

Ter.   La lingua a tutti gli facevo cadere, comunque se ti vuoi fare fidanzato con lei, io faccio  tutto, tu non devi muovere un dito, organizzo tutto io.

Ago.  Mamma lasciamo stare le cose, prima che roviniamo tutto.

Ter.   Ma come si vede che non mi conosci bene…

Ago.  Poi se ne parla, per ora fammi laureare…

Ter.   E poi se non la trovi più…no..no, io ti devo organizzare questo fidanzamento, lascia fare a me…  

Ago.  Poi me la vedo io.

Ter.   Tu solo non ce la fai, ci voglio io…(in quel momento entra Pippinu)

Pip.   Ciao Agostino…ciao Terè…che stanchezza che mi sento…(si siede)

Ter.   Ciao Terè, solo ciao mi sa dire, dopo una giroanta che non ci vediamo…

Pip.   Agostino ma tua madre che vuole…per caso volevi un bacio?

Ter.   Sarebbe il momento giusto che cominciassi a salutarmi col bacio.

Pip.   Ti è venuto adesso questo prurito?

Ago.  Mamma finitila.

Ter.   Pare che viene di zappare.

Pip.   Quando zappo mi riposo, ma quando arrivo a casa e vedo te comincio a sudare…

Ter.    Volevi trovare ad un’altra, ad una nullafacente, che era sempre fuori e con una  lingua, poi capivi com’era la vita matrimoniale.

Pip.   (si alza di scatto) la senti…la senti,  ma che faccia ha…

Ter.   Che faccia ho…la faccia mia è è lavata!

Pip.   LA faccia tua è cacata!

Ago.  Papà finitila, sempre discussioni fate, meglio rimanere scapoli.

Ter.   Ah no a mamma! A te ci penso io, ti organizzo tutte cosi io!

Pip.   Cosi ti rovina del tutto.

Ter.   Sei arrivato con l’uovo storto…

Pip.   Agostino devi dire a tua madre di finirla…ma tu che sai, che sai, che mentre cammino, tutti mi guardano strano e so anche il perchè  e cosa dicono: Peppino c’è il marito di quella grande pettegola!…

Ter.   Esagerato! Sono sicura Grande non lo dicono, forse solo pettegola…

Pip.   La stessa cosa dicono dicono per la moglie di Paolo e di Nino…mi cade la faccia

          In terra e certe volte pi non alzare gli occhi, per non guardare nessuno quante volte sbatto Agosti.

Ter.   Io mai ti ho visto con qualche bernoccolo! Quanto fantastichi con questa mente!..

Pip.   Quanto fantastichi tu e le tue comari e comarelle con questa lingua…

Ago.  Si è fatto tardi, io vado a studiare da Franco, poi ci vediamo…(esce)

S C E N A  XIV°

(Teresa, Peppinu, Francesca, Concetta)

Ter.   Non vedi quanto è sensibile tuo figlio, è uscito per non sentire te…

Pip.   Teresa ora voglio silenzio assoluto.

Ter.   Tutti cose tu fai e dici…voglio sentire ora chi la dice l’ultima parola…(alcuni secondi di silenzio) dobbiamo stare muti come le mummie? Dillo parla…

Pip.   Hai visto che l’ultima parola l’hai detto tu! Piuttosto dimmi cosa aveva Agostino, l’ho visto strano…

Ter.   Che ne so io, è cosi tacitonno!

Pip.   Parla pe rcome ti ha fato tua mamma.

Ter.   Appena ti dico una parola in italiano ti metto in difficoltà…ta ci to nno, mai l’hai sentito…

Pip.   Ta  ci  to  nno, è un pesce che non parla…

 Ter.  Pi scippargli una parola ci vuole la tenaglia a tuo figlio…

Pip.   Menomale che non ne ha preso di te, se no quà dentro non si poteva stare e menomale che non siamo compari con nessuno altrimenti…

Ter.   E tu che sai, podarsi che lo diventeremo in seguito.

Pip.   Levatelo dalla testa…(arrabbiato)

Ter.   E non gridare che ti possono sentire. (in quel momento entra Francesca)

Fra.   Comare  Terè…ah! buonasera compare non l’avevo visto…vi posso chiamare compare vero?

Pip.   Se non mi chiamate è meglio, levatevi questo vizio…qualche volta io e gli altri mariti vi facciamo vedere…(arrabbiato)

Fra.   Mamma mia un cane arrabbiato pare, avete lo stesso carattere di mio marito…

Pip.   E voi avete lo stesso carattere di mia moglie, e dell’altra…

Fra.   Tere, vieni un po’ da me, cosi ti faccio vedere il vestito che ho comprato per

           il matrimonio di mia cugina.

Ter.   Aspetta due minuti che gli preparo la tavola a mio marito.

Fra.   Allora nel frattempo la faccio vedere a comare concetta prima.

Ter.   No…no, falla vedere a me prima, ormai sei venuta qua da me…Peppino a momenti vengo, comincia a preparare la tavola, conta fino a quinnici che arrivo.

          ( gli butta la tovaglia in testa, escono di corsa)

Pip.   (le mani nei capelli disperato) Ma uno prima di sposarsi minimo dovrebbe stare dieci anni fidanzato di fuori, altri dieci anni di dentro fino a che i caratteri non venissero all’aperto…mi ricordo la buon’anima di mia suocera mi diceva sempre: mia figlia è timida, è tutta casa e famiglia, non ha bocca per parlare poverina non sapeva che poteva fare la professoressa di lingue, soprattutto quella di porco!…Però devo dire che il Vangelo secondo Matteo, Giovanni, Luca, Marco e Matteo lo sà a memoria…per non parlare del Vangelo secudo Francesca,  Teresa e Concetta!...Ma come devo fare non lo so più… (entra Concetta)

Con.  Compare Peppi. Dov’è mia comare…(lo chiama diverse volte ma non risponde) Ah! vero non volete essere chiamato compàre, dov’è mia comare.

Pip.   Da vostra comare Francesca…

Con.  Quanto vado subito, se dovesse venire mio marito ditegli che siamo tutti là non ve lo scordate diteglielo… diteglielo! (esce)

Pip.   (accenna la canzone ognuno nel suo dialetto) DICITICCILLU A STA CUMMARI VOSTRA, CA SUGNU PERSU E NON SACCIU COMU A FARI, A POZZU SULU AFFUCARI…. Manco co botte a quantità queste si mettessero la testa a posto…(riflette) ci vorrebbe qualche cosa di forte per levargli questo vizio di pettegolare……

Pip.   Niente io cambio paese…ma pensandoci bene, che cambio, dovrei cambiare moglie…e chi ci sta dieci anni fidanzato!Questo schifo deve finire, ora mi stanno girando veramemte..(si guarda li) veramente è da tempo che mi girano senza fermarsi un secondo…fin’ora ho sopportato per mio figlio, ma ora basta! Solo un miracolo ci vorrebbe per farla finire...e manco sicuro sarebbe che il miracolo farebbe effetto..(bussano, entra Nino e Paolo)

Nin.   Peppino ciao…

Pip.   Ciao Nino, ciao Paolo, come mai a  quest’ora che c’è!

Nin.   Mi sembrava di trovare quella digraziata di mia moglie invece non è quà…

 

Pao.   Sono a casa mia che discutono… che discutono..

Pip.   Nino, mi ha detto apparecchia la tavola che a momenti vengo… conta fino a quindici…ancora conterei….Nino credimi non ne posso più…

Nin.   A te ha detto apperecchia…a me mi ha lasciato la pentola sopra con gli spaghetti, un bighettino scritto: “appena arrivi poi calare la pasta che sto arrivando” Peppino ho calato la pasta e l’ho appiccicata al muro…

Pao.    E io che devo direi…che direeeeeeeeeeeeee.

Nin.   Peppino questa storia deve finire… al più presto facciamo una riunione perchè nessuno di noi ce la fa più.

Pip.    A momenti ci conoscono in tutta a Sicilia.

Nin.   Va bene peppino,  faccciamo una passeggiaat e vi dico che ho un’ idea magnifica,  speriamo che non c’è bisogno di andarcene in alt Italia…(si stringono la mano e si chiude il sipario)

A T T O  III°

S C E N A  XV°

(Nino, Cuncetta, Francesca, Mario)

(La scena si svolge di nuovo in casa di Peppino Calarco )

Con.  Menomale che oggi siamo un po’ Più tranquilli, mio marito prima di stasera non puo’ venire…aspettiamo a comare Francesca e preghiamo un po’…

Ter.   Mio marito pure, prima di stasera non pò veniri (bussano, entra Mario con una borsa)

Mar.   Bongiorno (sempre balbettando)

Ter.   Manco pregare possiamo ora…

Mar.   Si , assai pregate  voi…

Con.  Certe volta da delle battute!

Ter.   Non parlare forte se no ci resta male…

Con.  Mario siediti, sei venuto a cercare Sara pure in casa di  Teresa?

Mar.  Secondo voi dove la posso cercare in una delle comari! (si siede)

Con.  Sara è a studiare.

Mar.  (si alza di scatto) Dove da Agostino?

Con.  No, a casa di Luisa…

Mar.  (si siede tranquillo) Menomale…

Mar.   MAMMA…

Ter.   Pure mamà la chiama…(al pubblico)

Con.  Dimmi Mario, mi devi dire qualcosa?

Mar.  ho scritto una bella poesia per Sara e la voglio leggere!

Con.  (sospirando) Sentiamola…pure poeta sei diventato?

Mar.  Per  Sara tutto divento, se devo ammazzare una persona io l’ammazzo, (esce una pistola sparando alle comari che si prendono un forte spavento)  speriamo che Agostino non fa  lo scaltro con Sara…

Con.  Sentiamo la poesia.

Mar.  Sono emozionato (esce un foglietto dalla tasca) Il tiotlo è: “SEI IL MIO TUTTO”

Ter.   Mamma mia mi si arriccia la pelle…

Mar.  A me mi si arriccia..(ride) comincio a leggere, perché devo concentrami…

          Sara sei la mia macchina, quella che guido io…(fa il verso e fa guidare anche loro) Sara sei la mia televisione, quella che guardo io…Sara sei il mio pane,(esce un filone dalla borsa) quello che mangio io…Sara sei la mia sedia, dove mi siedo io… Sara sei il mio bicchiere, dove bevo io…(ad un tratto si ferma e piange)

Ter.   Perché piangi!

Con.  Dai non fare cosi…è troppo bella sta poesia…

Mar.  Piango perché c’è l’ultima frase che è la più bella, ci ho messo tre giorni a pensarla, mi faceva male la testa!

Con.  Sentiamo, forza dilla!

Mar.  La dico ah!…Sara, sei la me vita…(piange di nuovo)

Con.  Basta …basta non piangere…(anche Teresa lo conforta)

Ter.   Speriamo che comare Francesca arriva subito (in quel momento bussano, entra Francesca)

Fra.   Parlavate di me? Che c’è, che hai Mario.

Con.  Ci ha lettto una poesia e si è emozionato.

Ter.   Francè accompagnalo a casa, se no manco pregare possiamo oggi.

Fra.     Mario andiamo che la pastina è pronta..(Mario contento si alza di scatto)

Mar.    La pastina che bello, che bello…appena fa il compleanno ci porto il regalo a 

            Sara, perché lei ha i belli capelli… belli capelli…Sara…Sara.

Fra.   Va bene andiamo ora…a momenti arrivo, lo porto da mio padrei, non cominciate senza di mia a pregari. (escono mentre Mario ripete Sara…Sara)

S C E N A  XVI°

(Francesca, Concetta, Teresa,)

Ter.   Mamma mia, è troppo ma troppo preso…

Con.  Certo che questa storia prima o poi deve finire, mi dispiace per comare Francesca.

Ter.   E’ innamorato dei capelli…

Con.  Fosse solo per i capelli! Non sentivi che diceva: ca è la sua vita, la sua macchina, la sua sedia…(entra  Francesca)

Ter.   Siamo tutti assieme, finalmente possiamo leggere il di Vangelo, e se ci resta tempo vi devo raccontare una cosa..

Fra.   Mio marito torna stasera mi ha detto.

Ter.   Pure mio marito mi ha detto che torna tardi..

Fra.   Tutti e tre i mariti ritornano tardi.

Con.  Ci credete che questo fatto che tornano tutti tardi mi fa pensare…

Ter.   Che cosa…

Con.  Ma  che ne so….è strano.

Ter.   L’altro giorno li ho visti tutti e tre assieme…

Fra.   Veru è… Si, sono rimasti più di un’ora a discutere…

Ter.   Forse pettegolavano? (ridono)

 

Con.  Io non potrei stare se sapessi che mio marito fosse un pettegolo…

Fra.   A me cadrebbe la faccia in terra, meglio che non ci penso.

Ter.   Fino a che siamo noi donne non ci fa niente..

Con.  Comunque,  non perdiamo tempo…(si siedono tutte e tre aprendo il Vangelo, Conc. inizia a leggere qualche passo e dopo pochissimi secondi si ferma) prima che lo scordo, ieri sera i vicini di casa hanno fatto un’altra scenata…voci, ma voci…e forse lei ha preso pure bastonate!

Ter.   Ma vero!? a proposito prima che lo scordo, la figlia di Anna quella che si è fidanzata, non vuole andare la paese de fidanzato, vuole stare in mezzo alle cosce di sua madre…(ridono… poi Francesca inizia a leggere, dopo pochissimi secondi:)

Fra.   Prima che me lo scordo, me l’hanno raccontato sola a me e mi hanno detto di non dire niente a nessuno…(tutte rispondono: Dai…dai) Dice che la signorina Rosalba la vedono uscire spesso dalla casa di P. Serafino…

Con.  Mamma mia!

Ter.   Che malilingue!...

Fra.   Meglio non praticare a nessuno, non ci si puo fidare di nessuno!

Con.  Ma queste notizie grosse sono…

Fra.   Io veramente a quella che me l’ha detto gli ho risposto di non fare pensieri strani, perché  pure io e voi siamo sempre buttati in  chiesa…

          (tutte dicono: MA Chi te l’ha detto…) Quella di…(lo fa capire con l’espressione)     (le altre comari eslamano: PROPRIO LEI!..)

Con.  E poi che  TI HA RISPOSTO.

Fra.   Mi ha detto che noi siamo sposate, la signorina è zitella..

Ter.   Questa podarsi che riempie tutto il paese…

Fra.   Noi facciamoci gli affari nostri che è meglio. (in quel momento si sentono dei rumori, arrivano i tre mariti già d’accordo per sorprenderle insieme)

S C E N A  XVII°

(LE MOGLI CON  MARITI)

Con.  Mamma mia, loro sono…(entrano, mentre le comari fanno finta di leggere)

Nin.   Guardate che sono belle le nostri mogli, sedute, sistemate, pulite, raccolte.

Pao.  Francesca da quanto tempo sei quà…

Fra.   Manco due minuti…

Nin.   Concetta da quanto tempo sei quà…

Con.  Manco tre minuti…sono venuta l'ultima di tutte.

Pao.  Francesca Mario dov’è…

Fra.   Da mio padre…

Pep.   Teresa ti da quanto tempo sei qua...ah!vero siamo in casa nostra!

Nin.   Avete il Vangelo…stavate leggendo il nuovo o l’antico testamento?

(si confondono, due dicono il nuovo, due il vecchio) ah! Perché nel Vangelo c’è pure l’antico testamento….e quale passo stavate leggendo…

Con.  Stavamo cominciando  quello dei mariti e delle mogli!…

Nin.   Ah! proprio quello!

Pao.  Francesca, fino a ora tanto assai non ci credevo, però ora ho capito tutto!

Nin.   (si avvicina a Paolo) Ma la lingua mai gli e l’avevi controllato?

Pep.  Teresa che vuoi le gambe rotte o le braccia prima.

Nin.   Senza gambe e braccia pettegolano sempre…(grida) la lingua è, la lingua quella

           Deve saltare.

 

Pao.  Francesca da oggi in poi, prima che butti un passo fuori, mi devi fare la domanda in carta bollata specificando: perchè stai uscendo, dove vai, quanto stai, poi io la controllo e se va bene ci metto la firma…

Nin.   Ma sa scrivere tua moglie?

Pao.  Si arrangia, a modo suo…certo se scrivesse per come parla!

Nin.   Di tutti e tre non sappiamo chi è la più pettegola…(tutti i mariti rispondono: Mia Moglie!... mia moglie …a turno) 

Pao.  Francesca…(toccandosi la cintura) andiamo a’ casa…forza! (escono)

Nin.   (Facendole vedere la cintura) E tu chi resti seduta…

Con.   No…pronta sono… (escono)

S C E N A  XVIII°

(Nino, Teresa, Sara)

Ter.   Non c’era bisogno di fare stu teatrino…

Pep.  Quando ci sono le attrici di cui tu sei una delle interpreti principali, è giusto fare  teatro…

Ter.   E tu sei  il regista…

Pep.  Zitta, (gridando) tu la devi finire se no ti pigli tutto e te ne vai…

Pep.  (Peppino nervoso fa avanti e indietro) Il Vangelo, belle organizzate…(imitando) Comare Terè…(ride imitando qualche comare) Comare Fracè…(ride) Non ne posso piùùùùùùù….(gridando, in quel momento entra Agostino)

Ago.  (vede e sente il padre gridare lo guarda per un attimo stupita) Mamma, ma che c’è, ci pigliau un ictus? (poi si avvicina al padre) Papà ma che sono queste voci tutti ti sentono.  (Peppino smette)

Pep.  Sempre a tua madre devono sentire? Se sentono un po’ me non ci fa niente.

Ter.   (piangendo) Agostino è venuto con l’uovo storto…(Agostino la conforta)

Pep.  Si… non mi voleva uscire bene dal buco, (con movimenti spettacolari) mi sforzava a destra, a sinistra, ed è uscito storto…piange pure…e tu la conforti   (piangendo, fa scena) a  me chi mi conforta, manco il Signore mi senti più!

Ago.  Papà noi andiamo dalla signora Francesca, quando ti calmi veniamo…(mentre escono)

Pep.   (rimane stupito) Ma quale conforto, se ne stanno fottendo! (prima di uscire peppino li chiama) Dalla signora Francesca c’è Paolo pronto con la cintura per sua moglie…

Ago.  Allora andiamo dalla signora Concetta…

Pep.   C’è Nino che gli sta scippando i peli di sotto le ascelle a sua moglie…Esco io vado un po’ da mia madre ,Agostino vieni con me. Anzi a momenti viene Nino ditegli di aspettarmi.( Escono)

S C E N A  XIX°

( Nino, Pietro, Mario )

Ter.   Mamma mia è un tormento questo marito.        (entrano Concetta, Sara )

 Sar.   Signora Teresa, mamma e vero che padre  Serafino…

                          

Con.  Malilingue saranno….(entrano Nino e Pietro) Nonno Buon Giorno

Pie.    Al forno? Che state facendo la pizza?

Sar.    Io vado vengo più tardi. (esce)

Nin.   Scusate, ma a casa non c’era nessuno e ho immaginato che eravate quà Papà siediti e stai tranquillo.

Pie.    Cardillo? Ma quale Cardillo…ma sempre animali comprate.

Nin.   Buonou!…buonuo…buono

Pie.    Il fono? Ti devi asciugare i capelli. (in quel momento entra Mario)

Mar.  I belli capelli ce l’ha Sara.

Nin.   Pure Mario ci voleva in questo momento.

Pie.    Ma quale vento! Non si muove una foglia.

Con.     Solo al cimitero avrò un po' di pace!

 

Pie.      Che c’è un rapace?

S C E N A  XX°

(Pietro, Nino, Mario, Sara, Agostino)

Mar.  Dov’è Sara

Piet.  Che devi fare la bara? Sei giovani ancora…non ci penso io ancora.

Mar.  Oggi è  il suo onomastico

Piet.  Che sei fantastico?

Nin.   Sara viene più tardi.

Piet.  Dove guardi...

Nin.   Papà zitto un pochino.

Piet.  Ti stai facendo porcino?!…

Nin.   Oh! Non si sta muto…

Pie.    A to padre gli dici cornuto?…e sono due volte (si sta per alzare)

Nin.   (forte) Zitto…(poi a Mario) Tuo padre dentro era…

Mar.  Dentro era, faceva gridi con mia madre , aveva la cintura nelle mani, io sono scappato per quà.

Nin.   Bene hai fatto, cosi la bastona meglio…(in quel momento entra Sara)

Sar.   (indifferente con il padre, saluta a stento Mario) Ciao nonno…

Mar.  (gli si avvicina) Auguri Sara…

Sar.   Grazie Mario, mi…ti sei ricordato!

Mar.  Come me lo potevo scordare! Ti  ho portato un regalo…tieni.

Sar.   Grazie, Chè regalo è.

Mar.  Shampo è, cosi i capelli ti vengono ancora più belli…(Sara si secca)

Mar.  La prossima volta te ne porto due.

Nin.   Tua madre dov’è Sara..

Sar.   Stava venedo, si è fermata un po’ dalla signora Francesc.

Nin.   Cominciamo…

Piet.  Che, mangiamo? Non ho fame.

Nin.   Era rimasto senza parlare.

Piet.  (alzandosi) ma che scherzare e scherzare…(entra Agostino)

Ago.  Buongiorno a tutti…(Sara contenta sorride) Auguri Sara per il tuo onomastico…

Piet.  Quà c’è un’altro fantastico…

Mar.  (minaccioso) Che lo fai apposta?

Piet.  Chi si deve mettere la supposta…

Nin.   Ora succede una tempesta!

Piet.  Ogni volta c’è sempre una festa!

Ago.  (dolcemente) Ti ho portato un pensierino

Sar.   Grazie…grazie Agosti…

Mar.  Chi ti ha dato il permesso…quella è la mia fidanzata…

Nin.   Sara piglia a tuo nonno, e lo porti a casa…Tu Agosti, sei venuto nel momento sbagliato…

Mar.  Lui viene sempre nel momento sbagliato…per venire ne momento giusto, non dovrebbe venire mai…

Nin.   Dai andate che con M;ario me la vedo io…(escono)

Ago.  Pure io vado a studiare…(esce)

Nin.   Mario calmati , ora vai a casa e domani vieni, digli a tua padre che non si scorda scorda l’appuntamento da Peppino…

Mar.  Mi spiccio, cosi gli dò un’ occhiata a Sara, e vedo se Agostino se ne va a studiare davvero… aspetta che vengo con te (escono ed sta per entrare peppino)

Nin.  Peppino sto arrivando …

S C E N A  XXI°

(I tre mariti)

(Peppino aspetta gli altri mariti per la riunione concordata)

Pep.  Finalmente solo, a momenti vengono gli amici e ci organizziamo…oggi una buona volta e per sempre a queste petteolone gli la facciamo finire…

         Gli e la dobbiamo combinare…(bussano, entra Nino)

Pip.   Ciao Nino.

Nin.   Entra Nino, presto hai fatto e che ci voleva stiamo porta a porta…

Pep.  Ancora non c'è Paolo.

Nin.   A momenti sarà quà…(in quel momento arriva)

Pao.  Per un poco siamo indisturbati, le tre comari, sono a casa mia…

         Mia moglie una calmata se le data…

Pip.   Secondo me dura poco,dobbiamo trovare un sistema per colpirle per sempre.

Nin.   Ora lo troviamo il sistema..non vi preoccupate che lo troviamo…

         Per forza lo dobbbiamo trovare se no siamo costretti a cambiare paese…

Pao.  Cosi dopo qualche giorno ci conoscono anche al paese nuovo!

Nin.   E poi magari cambiamo di nuovo paese…invece oggi si deve definire assolutamente questa situazione.

Pip.   Al posto di cambiare paese, gli facciamo cambiare la testa a loro.

 

Nin.   Sediamoci e cominciamo a dire ognuno la nostra idea…(si siedono)

Pao.  Io gia le ho dato dei schiaffi e non disse manco ai…ai!..

Nin.   Paolo, vuole dire che non si è fatta male…Dobiamo inventare qualcosa per colpirle nel profondo, ci vuole un piano d’astuzia…

Pip.   Che proponi Nino…

Nin.   Aspettate, ancora c’e qualche altra cosa: Peppino prendi quello che ti avevo detto doi preparare (prende tre vangeli e gli e li dà) per un poco di tempo ci facciamo vedere sempre assieme, l’importante che ci vedono assieme mentre pettegoliamo (i due rispondono: PETTEGOLIAMO!)

Nin.   Si, mentre pettegoliamo senza calcolarli, e dai oggi e dai domani, il vizio se lo tolgono e se ve lo io io che mia moglie è la peggiore di tutte…

         (ognuno appresso all’altro risponde: No, mia moglie è la peggio)

         Va bene tutte e tre sono peggio…

Pao.  Ma sappiamo pettegolare?

Pip.   Ma tua moglie non ti ha insegnato niente?

Nin.   Non ci ha i preso da tua moglie…(ridono) Non è vero che a loro gli cadrebbe la faccia in terra se sentono il prorpio marito pettegolare?

Pip.   Vero è, ogni tanto a mia moglie gli e lo sento dire: Dio ci liberi de figli mammoni e dei mariti pettegoli!

Pao.  Organizziamoci  che le comari, mentre noi abbiamo questa riunione, loro sono dall’altra parte e di sicuro appena vedono che non ritorniamo, si mangiano il fegato e cominciano a pensare dove possiamo essere.

Nin.   Io penso che a momenti verranno, dai cominciamo a sparlare di tutto quello che ci viene in mente…

Pao.  Nino ma dobbiamo sparare cazzate…

Nin.   Che vuoi sparare proiettili? Inventiamo cavolate, cavolfiori, spinaci…(ridono)

S C E N A  XXII°

(I Mariti, e le mogli)

Nin.   Dai, cominciamo a pettegolare che a momenti arrivano…

Pep.   (imitando le mogli) Compare Paolo, la moglie del dottore si seni troppo aristocratica…( magari si possono mettere anche gli scialli)

Pao.  Che volete compà, è la moglie del dotore!

Pep.  Mamma mia…mamma mia…che devo dirvi…(si sentono rumori)

Nin.   Qua sono, forza mi raccomando…

Pip.   Compare Paolo…da quanto facciamo queste riunioni e sparliamo di tutti mi sento meglio…

Pao.  Dicono che la moglie di Peppe Semenza, figli non ne puo’ avere.

         (entrano le tre mogli, incredule, stupite, si fermano ad ascoltare)

Pep.  Ho sentito dire una cosa di Padre Serafino!…Notizie fresche!

Nin.   Per favore compare Peppino, Padre Serafino sempre uomo è!

Pao.  C’è una signorina tutta truccata alla messa ogni domenica che gli occhi di sopra non gli e li toglie mai (le mogli chiamano i mariti, ma questi non rispondono e con indifferenza continuano il pettegolezzo)…

Nin.   Sentite…la vedete alla signora Carmelina a sessantanni come si veste?

Pep.  Ma so marito niente le dice…

Pao.  Ma quello è un pezzo di salame!

Fra.   (incredula) Paolo, andiamo che è tardi…

Pep.  (con indifferenza) La figlia di Anna l’hanno vista mentre si baciava alla villa col fidanzato, e lui gli metteva pure la mano in mezzo alle co…(tutti esclamano: Mamma mia!)

Nin.   E quanto tempo sono rimasti alla villa?

Pao.   Il tempo necessario per…

Pep.  Dominica tutti a messa, dobbiamo visionare a tutti dalla testa ai piedi!

         (mentre le mogli continuano a fare scena, mettendosi le mani in testa, in faccia)

Nin.   Voglio vedere a P. Serafino se gli occhi di sopra alla signorina non gli li leva mai…(ridono)

Fra.   (alle comari) Ma che gli ha preso a tutti e tre…(chiamano i mariti)

Nin.   Si, si domenica tutti in chiesa, vediamo chi è più elegante…

Pip.   Notizie fresche…non sapete che Giovanni ‘il macellaio ha litigato con la moglie, perché lei voleva pure la pelliccia… l’ho sentito dire al panificio, ma io mi sono fatto gli affari miei, ho fatto finta di niente…

Pao.  Perché no le dà la pelliccia di vacca…(ridono)

Pep.  La pelliccia! Io non gli darei manco la salsiccia… (ridono)

Con.  La faccia mi sta cadendo, non esco più da casa!

Pao.  Non sapete quello che ho sentito alla posta…(tutti assieme: dicci …dicci)

         Dice che in questo paese ci sono donne che sembrano angioletti e sotto sotto i curnuti non si contano…

Fra.   (alle comari) Questo pure noi lo sapevamo però non eravamo tanto sicure…

         (le altre comari rispondono assieme: ALLORA VERO è! )

Nin.   Dice che la signora…mi avete capito chi voglio dire vero?

Tutti. Abbiamo capito… capito!…

Nin.   Dice che lo vuole fare sempre e suo marito gli dice una volta la settimana (ridono) perché gli fa male la schiena!

Con.  (alle comari) Questo fatto non lo sapevamo, ma chi sarà…

Ter.   Mamma mia che brutto avere un maritu pettegoloooooooooooooo!

Fra.   Io cambio casa.

Pep.  E’ da molto che no vedo la suocera della signmora Anna…

Pao.  E’ Anna che non vuole venire, perché quando ci và, dice che mangia e poi non ci lava manco un piatto…

Con.  Basta…basta…Nino, ti prego domani cambio…io mi taglio la lingua…

Ter.   Signore ti prometto che no apro più bocca, basta che mi marito diventa come prima…(i compari continuano a ridere)

Fra.   Quando sono gli uomini a pettegolare è bruttissimo specie per le mogli, io ci faccio un viaggio alla Madonna di Tindari…

Con.  Io da Padre Pio…(abbraccia il marito) Non ti lamenterai mai Più di me…

         (stessa cosa fanno le altre moglie)

Nin.   Compari alzatevi tutti! (rivolgendosi ad un marito del pubblico) Lei…si, lei proprio lei, se avessi una moglie cosi che avrebbe fatto! (qualsiasi cosa risponda:) Bravo è una buona idea…(poi alla moglie) Ci devo credere che la finisci?

Con.  (baciandolo ed abbracciandolo) Si…si…

Nin.   Perchè quasi quasi ci avevo preso gusto a pettegolare. (stessa domanda fanno gli altri mariti, le mogli rispondono si e li abbracciano)

         Silenzio un attimo che devo dire una cosa a questo pubblico: A tutti i mariti dentro questa sala (o piazza) sei ci date alle mogli sempre il dolce, prima  o poi buttano voci…ogni tanto dategli pure l’amaro, altrimenti prima o poi vi costa troppo caro!…                    

Chi vuole puo’ farla finira nel seguente modo. Dopo che Nino ha parlato, escono, le mogli si siedono tristi, aprono il vangelo, cominciano a leggere in poco, sempre tristi, poi piasn piano cominciano a cambiare atteggiamento in viso, chiudono il vangelo e cominciano a pettegolare accompagnati da una musica.

(elaborata da Pietro Maurici e dagli stessi autori)

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