Come orfani

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COME ORFANI

di

Aquilino



GOFFREDO
ERMINIO
DONNA: amica di famiglia, ragazza in fuga, presentatrice, annunciatrice, angelo 

* *

GOFFREDO - Tra noi e voi c’è la finestra del salone, tanto ampia che lo sguardo spazia liberamente sui giardinetti che stanno oltre la strada. Io mi chiamo Goffredo ed Erminio è mio fratello minore
ERMINIO - Che bugiardo!... Siamo gemelli
GOFFREDO - Io sono nato per primo
ERMINIO - Siamo diversi perché siamo gemelli dizigotici, ma tu non sei più grande e io non sono più piccolo
GOFFREDO - Però piangi sempre per niente
ERMINIO - Che bugiardo. Piango quando è necessario. Io non ho inibizioni
GOFFREDO - Io non piango
ERMINIO - C’è chi lo fa di nascosto, perché si vergogna. Chi riesce a spingere le lacrime dentro, anziché fuori. Ma tutti, in modi diversi, piangono
GOFFREDO - E’ pauroso e insicuro
ERMINIO - Lui è autoritario e saccente
GOFFREDO - Non fa mai a botte
ERMINIO - E’ prepotente
GOFFREDO - Stupido e infantile
ERMINIO - Presuntuoso
GOFFREDO - Se non ci fossi io, si troverebbe continuamente nei guai
ERMINIO - Sono sfortunato, ma questo non dipende da me
GOFFREDO - I nostri genitori sono usciti e siamo soli in casa
ERMINIO - Abbiamo saltato la scuola. E’ la prima volta che succede una cosa simile... se escludiamo le assenze a causa del morbillo 
GOFFREDO - Lo avevi avuto tu. E mi avevi contagiato
ERMINIO - Avresti dovuto evitarlo, dato che ti credi immune a tutto
GOFFREDO - E andare a scuola mentre tu stavi a letto a guardare la televisione? Non sono imbecille
ERMINIO - La verità è che non posso fare niente senza che tu ti intrometta. Mi rubi tutto. Perfino il morbillo
GOFFREDO - Questa è una proiezione bella e buona. Sei tu l’impiccione. Devo sopportarti perché sei di famiglia, ma sappi che mi esasperi. Incarni l’ingiustizia della vita, perché il mio destino era di essere figlio unico
ERMINIO - Sai che cosa stai dicendo?... che mi vorresti morto!
GOFFREDO - Ti rendi conto che non capisci niente? 
ERMINIO - Certe verità si colgono al volo
GOFFREDO - Ti si incrina la voce. Sei già sul punto di piangere?
ERMINIO - E’ la prima volta che stiamo soli per un periodo tanto lungo
GOFFREDO - Non c’è niente di cui preoccuparsi
ERMINIO - Infatti, sono tranquillo
GOFFREDO - Hai trangugiato una confezione intera di arachidi
ERMINIO - Mi piacciono
GOFFREDO - Lo fai a causa dell’ansia
ERMINIO - Che cosa?
GOFFREDO - Masticare cose piccole e dure, da sbriciolare tra i denti. Riempi la bocca e trituri trituri trituri...
ERMINIO - Mi spii senza tregua e poi mi critichi senza ragione
GOFFREDO - La ragione c’è
ERMINIO - Il gusto sadico del tormento
GOFFREDO - Sciocco. Mi interessa solo che tu maturi
ERMINIO - Sto bene così, grazie
GOFFREDO - E’ comodo fare il bambino piccolo, vero?
ERMINIO - Niente affatto. Gli altri ne approfittano 
GOFFREDO - Però non assillano con pretese eccessive
ERMINIO - Quello che devo e che posso fare, anch’io faccio
GOFFREDO - Scommetto che, dopo che ti sei pulito il sedere, hai la tentazione di chiamare la mamma, affinché ti rassicuri, perché nemmeno quello sei certo di avere fatto bene
ERMINIO - Se diventare grandi significa specializzarsi in volgarità gratuite... lasciamo perdere. Io non ho ambizioni tanto mediocri
GOFFREDO - Culo... cacca... piscia... carta igienica...
ERMINIO - Smettila!
GOFFREDO - Hai paura che qualcuno ti sgridi?
ERMINIO - Non sta bene
GOFFREDO - A me piace dirlo: culo... cacca... piscia... carta igienica...
ERMINIO - Sei proprio rozzo
GOFFREDO - Piangi?
ERMINIO - No, non piango. Che cosa ti viene in mente?
GOFFREDO - A braccio di ferro vinco sempre io
ERMINIO - Perderesti con qualsiasi idiota più grosso di te
GOFFREDO - Tu, però, non sei idiota e io ti vinco
ERMINIO - Perché mi tormenti?
GOFFREDO - Desidero soltanto conversare amabilmente, per oliare lo scorrere del tempo
ERMINIO - Parli proprio da grande
GOFFREDO - Mi fa piacere che tu lo ammetta

*

ERMINIO - Quanto tempo sarà passato?
GOFFREDO - Poco. Smettila di chiederlo. Mi esasperi
ERMINIO - Poco quanto?
GOFFREDO - Non so e non mi interessa
ERMINIO - Eppure è importante saperlo 
GOFFREDO - Perché?
ERMINIO - Affronti questioni delicate come questa con un’alzata di spalle, ma fai solo finta
GOFFREDO - Non potremmo ritirarci ognuno nel proprio angolino? Ognuno a pensare ai fatti propri?
ERMINIO - A che cosa stai pensando?
GOFFREDO - A niente. Come è possibile pensare con questo tormento? Sei peggio di un moscone nell’afa estiva
ERMINIO - Ti eri fatto pensieroso
GOFFREDO - E’ noia. Pensare in tua compagnia è avvilente. Non sei mai propositivo
ERMINIO - In che senso?
GOFFREDO - Non sei mai competitivo
ERMINIO - Spiega
GOFFREDO - Non sei mai furioso perché tutto continua ad andare per lo stesso verso, mentre si vorrebbe che qualcosa cambiasse, magari per un attimo soltanto
ERMINIO - Quando parli così... ti saluto e vado a leggere un libro di fiabe
GOFFREDO - Non adesso. Dobbiamo controllare il maniaco
ERMINIO - Chiudiamo quella storia. Non mi piace
GOFFREDO - Dopo che abbiamo telefonato? Ormai è fatta
ERMINIO - Tu hai telefonato
GOFFREDO - Con il tuo consenso
ERMINIO - Mi avevi minacciato
GOFFREDO - Qualche volta potresti opporti
ERMINIO - Ti arrabbieresti
GOFFREDO - Mi arrabbio comunque, tanto vale che faccia come ti pare
ERMINIO - O sono io che non capisco o sei tu che non ti fai capire. Se ti assecondo, mi metto nei pasticci e mi disapprovi. Se mi oppongo, mi metto nei pasticci e mi disapprovi comunque. Per i gemelli nati secondi non esiste via d’uscita
GOFFREDO - Nei giardinetti qui sotto si aggira spesso un esibizionista. Non si distingue se sia un uomo giovane o anziano, perché si camuffa con cappello e occhiali da sole. La mia impressione è che sia giovane, poiché il corpo è asciutto e i movimenti sono agili
ERMINIO - Potrebbe trattarsi di un vecchio magro e nervoso
GOFFREDO - Sta’ zitto. Si denuda parzialmente davanti a donne e bambine e, in loro assenza, anche davanti a ragazzi, pensionati e suore. Noi lo abbiamo sempre spiato con il binocolo
ERMINIO - Sii corretto. Tu spiavi. Io avevo vergogna
GOFFREDO - Avevi paura
ERMINIO - Bisogna essere coerenti con la propria morale
GOFFREDO - Per fortuna noi bambini non abbiamo ancora una morale
ERMINIO - Se continui in questo modo...
GOFFREDO - ... prima o poi mi capiterà qualcosa di brutto
ERMINIO - E’ così che funziona
GOFFREDO - E’ così che infinocchiano i gonzi come te
ERMINIO - Hai un animo perverso
GOFFREDO - E tu rasenti il calvinismo. Posso continuare o il fratellino predicatore non ha finito di tuonare dal pulpito?
ERMINIO - Questi atteggiamenti non ti fanno bene. Prima o poi...
GOFFREDO - Tipico episodio di esasperazione. Lo ignoro e riprendo il filo. Visto che si divertiva tanto a fare scherzi agli altri, abbiamo progettato uno scherzo a suo danno
ERMINIO - Tu hai progettato
GOFFREDO - Abbiamo telefonato...
ERMINIO - Tu hai telefonato
GOFFREDO - Ho telefonato alla polizia e ho spiegato che cosa succede nei giardinetti sotto casa nostra
ERMINIO - Potevi almeno evitare di dire che ce l’ha grosso
GOFFREDO - I dettagli aggiungono realismo e credibilità
ERMINIO - Passeremo dei guai
GOFFREDO - Ed eccoci qui, in attesa dell’arrivo della polizia. Sarà divertente
ERMINIO - Io non ho intenzione di guardare
GOFFREDO - Io sì
ERMINIO - E’ ancora là?
GOFFREDO - Si prepara ad aprire il sipario sulle nudità... ma ecco l’auto della polizia... ehi! addirittura sette pattuglie!... e c’è anche l’elicottero!
ERMINIO - Davvero? Fammi posto
GOFFREDO - I poliziotti hanno circondato i giardinetti
ERMINIO - Sono armati
GOFFREDO - Corrono piegati in avanti, come nei film di guerra
ERMINIO - La gente scappa
GOFFREDO - Guarda... l’hanno preso
ERMINIO - Erano quattordici contro uno
GOFFREDO - Lo buttano a terra... gli tirano calci sulla testa e sul ventre...
ERMINIO - Sono impazziti? Perché lo picchiano così?
GOFFREDO - Lo sbattono sul cofano di un’automobile... lo bastonano...
ERMINIO - Gli fanno male sul serio! 
GOFFREDO - Tenta di difendersi... si scaglia contro i poliziotti... uno di loro spara...
ERMINIO - Quella ragazza è caduta!
GOFFREDO - Lo picchiano tutti insieme...
ERMINIO - Ma quando smettono?
GOFFREDO - Lo ammanettano... lo spingono sul sedile posteriore... lo portano via...
ERMINIO - Anche l’elicottero si allontana
GOFFREDO - Le gomme stridono... le sirene strillano... la gente urla...
ERMINIO - Lo porteranno in ospedale? Secondo te, lo porteranno in ospedale?
GOFFREDO - Si sono allontanati tutti... la zona è deserta
ERMINIO - Perché quella ragazza non si rialza?
GOFFREDO - L’elicottero faceva sventolare le chiome degli alberi come bandiere durante la battaglia... molte foglie erano cadute a terra e altre continuano a staccarsi... il polverone si sta diradando...
ERMINIO - Perché nessuno aiuta quella ragazza a rialzarsi?
GOFFREDO - Si trattava di uno scherzo e lui non faceva del male a nessuno
ERMINIO - Non sta bene mettersi nudi di fronte a sconosciuti... ma quella ragazza... 
GOFFREDO - Non smettevano di picchiarlo, perché ci prendevano gusto
ERMINIO - C’era sangue, vero? Mi era sembrato di vederlo. Vero che c’era sangue?
GOFFREDO - Fingi che sia stato un film. Più tardi, rivedremo la scena al telegiornale e ci sembrerà proprio che si tratti soltanto di un film
ERMINIO - Ma noi siamo stati testimoni
GOFFREDO - I bambini non hanno responsabilità in queste cose
ERMINIO - Invece, la colpa è nostra, vero? Se tu non avessi telefonato...
GOFFREDO - Pensavo che gli avrebbero dato soltanto una multa
ERMINIO - Ti sei sbagliato. Non è andata come avevi progettato
GOFFREDO - Hai ragione. Abbiamo sbagliato
ERMINIO - Non avresti dovuto telefonare alla polizia
GOFFREDO - Ma lo abbiamo fatto
ERMINIO - Tu lo hai fatto
GOFFREDO - Non ti sei opposto. Sei complice
ERMINIO - Oppormi a te non serve mai a niente

*

ERMINIO - Quanto tempo è passato?
GOFFREDO - Poco. Tanto. Che importanza ha?
ERMINIO - E’ meglio saperlo, per farsi un’idea
GOFFREDO - Un’idea di che cosa?
ERMINIO - Trascorso un certo periodo, la normalità si deteriora
GOFFREDO - Torneranno. Sono sempre tornati. Chi ha mai sentito di genitori che abbandonano i figli senza motivo?
ERMINIO - Intendi dire... se avessero avuto un motivo... avrebbero potuto abbandonarci?
GOFFREDO - No
ERMINIO - Potrebbero non tornare più?
GOFFREDO - Smettila
ERMINIO - Magari sono morti
GOFFREDO - Sciocco, qualcuno ci avrebbe informati 
ERMINIO - Magari sono morti e nessuno lo sa
GOFFREDO - La polizia lo saprebbe
ERMINIO - Perché la polizia? Stai ipotizzando... che abbiano fatto qualcosa di brutto? Ricordi quando papà non voleva pagare la multa e aveva litigato con il poliziotto? Secondo te, i poliziotti possono picchiare anche le donne, come hanno picchiato quel signore esibizionista?
GOFFREDO - La mamma si è sempre esibita soltanto per il papà
ERMINIO - Se ti sentisse... Non sono cose da pensare. Potrebbe avere indossato un abito troppo scollato. Tu l’hai vista prima che uscisse? Quale vestito aveva? Non quello aderente che lascia nuda la schiena, vero? Forse li hanno arrestati per questo
GOFFREDO - Non li ho più visti da ieri sera
ERMINIO - Per quale ragione se ne sono andati mentre dormivamo?
GOFFREDO - Per non disturbarci
ERMINIO - Non avrebbero dovuto lasciare un biglietto?
GOFFREDO - Non ne avranno avuto il tempo
ERMINIO - Perché dovevano scappare
GOFFREDO - Non ne vedo il motivo
ERMINIO - Hanno fatto qualcosa di brutto e qualcuno li ha denunciati telefonando alla polizia, proprio come hai fatto tu
GOFFREDO - In casa non sono venuti poliziotti e nemmeno elicotteri
ERMINIO - Ci credo che gli elicotteri non sono venuti in casa!
GOFFREDO - Sta’ tranquillo. Prima o poi ci faranno sapere qualcosa. Finora, mi sembra che si siano sempre preoccupati di noi
ERMINIO – Stai ipotizzando... nel caso che non abbiano fatto cose brutte... che sono scappati da noi? Che cosa abbiamo fatto di male, noi, in questo ultimo periodo? Non riesco a ricordare
GOFFREDO - Il principe delle idee balzane non lascia la ribalta. Basta, Erminio! Mi stai soffocando
ERMINIO - Non avverti un tormento interiore?
GOFFREDO - Beato come un angioletto
ERMINIO - Scordavo che la tua coscienza è imbavagliata dall’opportunismo
GOFFREDO - Mi prende l’estro di rispondere con una citazione pretenziosa, ma rifiuto di avallare una strategia dialettica che ha l’unico scopo di mascherare l’impotenza infantile nella quale ambiresti impantanarmi
ERMINIO - Un applauso all'istrione
GOFFREDO - E’ il vantaggio di non leggere libri
ERMINIO - Infatti, la tua cultura è fumo e fa acqua, come un pentolino in ribollitura dalla cui agitazione togli la miseria di una patata
GOFFREDO - Taci o ti piego un dito fino a farti lacrimare

*

ERMINIO - Quanto tempo è passato?
GOFFREDO - Smettila di chiederlo
ERMINIO - Sei preoccupato, vero?
GOFFREDO - Per niente
ERMINIO - Mi sembri tanto pensieroso
GOFFREDO - Mi sono stancato di parlare con te. Mi esasperi e mi annoi
ERMINIO - Tutte e due le cose insieme?
GOFFREDO - Ti ho risparmiato il resto
ERMINIO - Preferisci che stia zitto?
GOFFREDO - Il più silenzioso possibile
ERMINIO - Starò zitto. Pensi che non sia capace? E’ molto più semplice tacere che parlare
GOFFREDO - Invece è il silenzio che la gente non impara mai abbastanza

*

ERMINIO - Vuoi che continui a stare zitto?
GOFFREDO - Voglio che mi lasci in pace
ERMINIO - Ti do fastidio, vero?
GOFFREDO - Molto fastidio
ERMINIO – Scusa

*

ERMINIO - Se parlo con te mi sento più tranquillo
GOFFREDO - Non devi avere paura. Qualunque cosa succedesse, potremmo telefonare alla Croce Rossa, al Telefono Azzurro, ai Vigili del Fuoco... Perché non guardi la televisione?
ERMINIO - Non mi va
GOFFREDO - Sei proprio un bambino
ERMINIO - Ricorda che siamo gemelli
GOFFREDO - Si può essere bambini coraggiosi, e non soltanto bambini
ERMINIO – Stai ipotizzando... per quale ragione dovremmo essere coraggiosi?... che dovremmo temere qualcosa?
GOFFREDO - Dicevo così... in generale
ERMINIO - Ma... tu hai paura?
GOFFREDO - Quanto mi avrebbe rilassato la condizione di figlio unico!
ERMINIO - Ti do proprio fastidio. Ti piacerebbe se me ne andassi via anch’io?
GOFFREDO - E dove vorresti andare?
ERMINIO - Esco... prendo la metropolitana... vado via lontano
GOFFREDO - Sulla metropolitana ti perderesti 
ERMINIO - Meglio. Non tornerei più e tu saresti contento
GOFFREDO - Non sarei contento
ERMINIO - Lo dici tanto per dire
GOFFREDO - Sei consapevole di quanto mi tormenti?
ERMINIO - Sto zitto... lo giuro

*

ERMINIO - Strano, però, il modo in cui se ne sono andati. La mamma non ha preso la borsa, il papà non ha preso il portafogli
GOFFREDO - Questo dimostra che avevano intenzione di rientrare subito
ERMINIO – Stai ipotizzando... che è successo qualcosa?
GOFFREDO – Io non ipotizzo mai! Analizzo! Un contrattempo. Un banale contrattempo li fa ritardare
ERMINIO - Chissà se la parola mai deriva dalla parola ritardo

*

ERMINIO - Quanto tempo è passato?
GOFFREDO - Giochiamo a qualcosa
ERMINIO - Non so se ne ho voglia
GOFFREDO - Basta cominciare e la voglia viene. Che cosa preferisci?
ERMINIO - Crogiolarmi nel tepore della malinconia
GOFFREDO - Potremmo piazzare la pista delle automobiline
ERMINIO - Se torna, la mamma ci fa smontare tutto
GOFFREDO - E’ arrivato un bastimento carico carico di... animali... ha le corna e fa la mozzarella... che animale è?
ERMINIO - Non lo so
GOFFREDO - E’ facile
ERMINIO - Non ho voglia di pensarci
GOFFREDO - Fa’ uno sforzo
ERMINIO - La mucca
GOFFREDO - Bravo
ERMINIO - Era facile
GOFFREDO - Tocca a te
ERMINIO - Non mi va di giocare
GOFFREDO - Non è un gioco impegnativo e non c’è alcuna competizione. Serve solo per distrarre la mente. Questo puoi farlo
ERMINIO - Dopo quello che è successo?
GOFFREDO - C’è un arco di tempo indefinito da riempire con una occupazione che non generi ansia e che non richieda coinvolgimento eccessivo. Allora, vuoi giocare?
ERMINIO - Non me la sento
GOFFREDO - Troppo comodo. Come dire: ho un problema, risolvetelo. Eh, no. Vuoi che stiamo incollati alla finestra a spiare la strada deserta? Vuoi che ci facciamo prendere dallo smarrimento?

*

GOFFREDO - Troppo comodo piangere. Come dire: ho paura, confortatemi. Tu devi giocare, capisci? Gioca, oppure...
ERMINIO - Mi picchi? Fai anche tu come i poliziotti?
GOFFREDO - Quando mai ti ho picchiato?
ERMINIO - Goffredo, ho paura
GOFFREDO - Quanto sei stupido! Un bambino piccolo e stupido, che si perde ogni volta che viene lasciato solo!
ERMINIO - Che cosa posso farci?
GOFFREDO - Ah... non puoi farci niente? E io? E gli altri? Se tu non puoi, nemmeno gli altri possono. Mi fai venire un nervosismo... Se tu non fossi il più piccolo...
ERMINIO - Io non sono il più piccolo. Siamo gemelli
GOFFREDO - Piango, io? Mi senti piangere? Rispondi. Piango, io?
ERMINIO - No, tu non piangi
GOFFREDO - Se siamo uguali, nemmeno tu devi piangere
ERMINIO - Come si fa a fermare le lacrime? Non c’è un rubinetto sopra il naso
GOFFREDO - Che rabbia mi fai!
ERMINIO - Insegnami come si fa
GOFFREDO - A me le lacrime non vengono
ERMINIO - E perché a me sì?
GOFFREDO - Che rabbia! 
ERMINIO - Non fai alcuno sforzo per capirmi
GOFFREDO - Siamo soli, è vero. Ma è una situazione transitoria. Ci sono bambini che devono affrontare problemi molto più gravi
ERMINIO - Proprio come me

*

ERMINIO - Quanto tempo è passato?
GOFFREDO - Non lo so e non mi interessa. Il tempo in sé non esiste. Siamo noi che gli diamo realtà, vivendolo. Dobbiamo aspettare? Facciamo qualcosa. Il tempo scivolerà sul piacere del gioco come un pattinatore sul ghiaccio
ERMINIO - Io mi romperei una gamba
GOFFREDO - Non abbiamo la responsabilità di quanto accade
ERMINIO - Sarebbe già un sollievo
GOFFREDO - Si tratta solo di attendere che questa bizzarria di tempo esaurisca la voglia di fare dispetti. Poi, il respiro tornerà quieto
ERMINIO - Davvero sarà così?
GOFFREDO - Non potrebbe essere altrimenti
ERMINIO - Ho sempre il timore che tu mi prenda in giro o che mi nasconda la verità. Davvero tutto tornerà come prima?
GOFFREDO - Sarebbe assurdo che il mondo non fosse come deve essere
ERMINIO - Mamma e papà torneranno?
GOFFREDO - Torneranno
ERMINIO - Magari con un regalo
GOFFREDO - Tu che cosa vorresti?
ERMINIO - Un regalo importante, dato che sono stati via per tanto tempo
GOFFREDO - Che cosa?
ERMINIO - Non è facile decidere che cosa si desidera veramente
GOFFREDO - Stendiamo un elenco di quello che ci viene in mente. Poi sceglieremo
ERMINIO - Videogiochi... dolci... libri... vestiti...
GOFFREDO - Bicicletta... pallone... aeromodello...
ERMINIO - Se non tornassero più, diventeremmo i padroni di casa?
GOFFREDO - Torneranno
ERMINIO - L’appartamento, con quello che contiene, diventerebbe nostro?
GOFFREDO - E con questo?
ERMINIO - Arriverebbero le bollette da pagare e dovremmo provvedere alle pulizie e alle piccole riparazioni. Il papà non aveva ancora fatto revisionare l’impianto di riscaldamento. Rimarremo al freddo. Verrebbe gente in visita e non sapremmo che cosa dire. Mi prenderà l’ansia
GOFFREDO - Torneranno
ERMINIO - Ma se...
GOFFREDO - E’ da quando sei nato che mi tormenti con ipotesi strampalate. Vuoi che racconti bugie come facevano la mamma e il papà per farci stare tranquilli? Qualunque cosa dovesse succedere, cercheremo di provvedere
ERMINIO - Noi? Due bambini? Che cosa possono fare, due bambini soli, abbandonati dai genitori?
GOFFREDO - Io me la so cavare
ERMINIO - Moriremo di freddo, di fame e di preoccupazioni
GOFFREDO - Io morirò di esaurimento nervoso
ERMINIO - Ti credi il fratello maggiore, ma non sei in grado di risolvere la situazione
GOFFREDO - Non c’è una situazione. Tutto procede nella normalità, poiché l’assenza ingiustificata dei genitori è, per il momento, un fatto non definitivo
ERMINIO - Intanto, si fa sera. Il sole scompare oltre le fronde spoglie degli ippocastani e la luce viene frantumata dai rami che stridono sulla levigatezza metallica del cielo
GOFFREDO - Tutto questo per intendere il tramonto
ERMINIO - Dove sono gli impiegati che si affrettano verso casa? Dov’è il traffico convulso dell’ora di punta? Scorgi bambini attardarsi nei giardinetti? Senti richiami, strepiti, clacson, rombi? Vedi colori? Non sta tramontando il sole, ma la città
GOFFREDO - Allontanati dalla finestra
ERMINIO - Quello che non vedo è spaventoso
GOFFREDO - E va bene, piangi. Dopo, ti sentirai meglio
ERMINIO - Non piango. Sarà opportuno, però, calare la tapparella e accendere la luce

*

GOFFREDO - Ascolta... Nell’appartamento contiguo stanno discutendo
ERMINIO - Che cosa dicono?
GOFFREDO - Riconosco la voce di quel signore anziano che ci offriva le caramelle al rabarbaro
ERMINIO - Disgustose
GOFFREDO - Ha un tono strano, strascicato e lamentoso
ERMINIO - Non riesco a capire
GOFFREDO - Un’altra voce... dura e ostile
ERMINIO - Tu capisci?
GOFFREDO - Dice che avrebbe dovuto pensarci prima e che ora è tardi
ERMINIO - E lui?
GOFFREDO - Sembra che stia singhiozzando 
ERMINIO - Anche lui piange? Forse è stato sgridato
GOFFREDO - Ricordi che ogni tanto veniva a trovarlo una nipote?
ERMINIO - Si volevano bene
GOFFREDO - Avranno litigato
ERMINIO - Fanno come noi
GOFFREDO - La donna sta ridendo
ERMINIO - Hanno fatto pace
GOFFREDO - Non era una risata di gioia
ERMINIO - Ascolta... stanno rompendo qualcosa
GOFFREDO - Sembra che stiano fracassando i mobili
ERMINIO - Potrebbe trattarsi di una trasmissione televisiva
GOFFREDO - La donna ha gridato: Bastardo, non tornerai al tuo paese
ERMINIO - Gli ha detto bastardo? 
GOFFREDO - Proprio
ERMINIO - Allora è un telefilm. Ma perché tiene il volume tanto alto?
GOFFREDO - Starà diventando sordo, come tutti gli anziani
ERMINIO - Non senti più niente?
GOFFREDO - Hanno spento il televisore
ERMINIO - Che voce buffa ha questo silenzio improvviso. Sorge l’impulso di urlare per destarlo e constatare che non sia morto
GOFFREDO - Ma chi?
ERMINIO - Il silenzio
GOFFREDO - Che voce irritante ha la tua immaginazione! Come può il silenzio parlare e morire?
ERMINIO - Non ti dà l’idea della morte?
GOFFREDO - Mi suggerisce che il signor Rabarbaro ha spento il televisore ed è uscito per una passeggiata
ERMINIO - Sentiremmo un silenzio diverso
GOFFREDO - Il silenzio ha una faccia sola ed è anche priva di lineamenti
ERMINIO - E’ una maschera. Ma, sotto...
GOFFREDO - Prima, esasperi. Poi, commuovi. Ora sconcerti con la filosofia?
ERMINIO - Ascolta...
GOFFREDO - Non riuscirai a preoccuparmi con fantasie paranoiche
ERMINIO - Vieni qui e ascolta!
GOFFREDO - Mi metterò a leggere
ERMINIO - Anche dietro questa parete è in corso una discussione. Le voci sono tre, quattro... forse di più. Alcune hanno un tono implorante, altre sono cariche di odio. Quelle sono fragili come le prime parole di un bambino, queste sono ostili come cani addestrati a difendere una proprietà
GOFFREDO - Un altro televisore acceso
ERMINIO - Ora percepisco un respiro unico in cui si fondono ansiti e rantoli
GOFFREDO - Dietro quella parete c’è la camera della mamma e del papà
ERMINIO - Suoni gutturali... un grido... e colpi sordi e violenti
GOFFREDO - Non mi farò trascinare nelle tue fantasie
ERMINIO - Qualcuno chiama aiuto. Ehi, voi, dall’altra parte! Qualcuno sta male?
GOFFREDO - Perché non risolvi da solo i tuoi problemi? E’ sufficiente che tu apra la porta e sbirci nella camera
ERMINIO - Stammi vicino. Non posso farlo da solo
GOFFREDO - Come potrebbero esserci degli estranei? Siamo in casa nostra, siamo al sicuro. Seguimi, ti mostrerò la stanza vuota
ERMINIO - Ho cambiato idea. Non aprire
GOFFREDO - Guarda, stupido bambino. Vedi qualcuno? Senti qualcosa? 
ERMINIO - Ora no, ma prima c’era un concerto di spettri
GOFFREDO - Ombre di paure infantili
ERMINIO - Non ti fidi mai della mia parte immatura

*

ERMINIO - Il campanello! Sono loro! Goffredo, il campanello!
GOFFREDO - Che cosa fai?
ERMINIO - Corro ad aprire alla mamma e al papà
GOFFREDO - Per quale motivo non hanno aperto con la loro chiave?
ERMINIO - L’avranno persa. Capita a tutti, non solo a me
GOFFREDO - Ci penso io
ERMINIO - Giusto, tu sei il maggiore
GOFFREDO - Chi è?
VOCE DONNA - Goffredo?
GOFFREDO - Chi sei?
VOCE DONNA - Un’amica della mamma e del papà
GOFFREDO - Come ti chiami?
VOCE DONNA - Non mi conosci. Erminio è con te?
ERMINIO - Sono qui! Dove sono i nostri genitori?
VOCE DONNA - Se mi fate entrare, vi spiegherò tutto
GOFFREDO - Non dobbiamo aprire agli estranei
VOCE DONNA - Sapevamo che avreste risposto in questo modo. Bravi. Vostra madre ha scritto un biglietto per rassicurarvi. Lo spingo sotto la porta
GOFFREDO - Perché non ha telefonato?
ERMINIO - E’ proprio la scrittura della mamma. Questa signora è nostra amica. Arrivederci a presto 
GOFFREDO - Perché non ha telefonato?
ERMINIO - Si è dimenticata di aggiungere bacioni , come fa sempre 
GOFFREDO - Signora, sei ancora lì?
VOCE DONNA - Sono qui
GOFFREDO - Perché non ha telefonato?
VOCE DONNA - La linea telefonica è interrotta per un guasto
GOFFREDO - Va a controllare
ERMINIO - Si sente solo un brusio confuso
GOFFREDO - Perché non è venuta lei?
VOCE DONNA - Non posso spiegarvi da dietro la porta. Fatemi entrare
ERMINIO - Sì, facciamola entrare
GOFFREDO - Se sei veramente amica dei nostri genitori, perché non ti abbiamo mai vista a casa nostra?
VOCE DONNA - Perché eravate a scuola o ai giardinetti, oppure eravate già a dormire
ERMINIO - Sarei io quello che si preoccupa in modo eccessivo? Falla entrare e sentiamo che cosa racconta

*

DONNA - Con tanti bacioni da parte della mamma
ERMINIO - I regali! Hanno ascoltato i nostri desideri!
GOFFREDO - Dove sono i nostri genitori?
DONNA - Si sono dovuti mettere in viaggio, ma prima di notte saranno qui
ERMINIO - Che cosa contengono i pacchi?
DONNA - Giocattoli
ERMINIO - Possiamo aprirli?
DONNA - Certo
GOFFREDO - In viaggio per dove?
DONNA - Mi fermerei volentieri a rispondere alle domande, ma ho fretta. Devo portare loro alcuni documenti
ERMINIO - I videogiochi nuovi!
DONNA - Do un’occhiata in giro per assicurarmi che sia tutto a posto
GOFFREDO - Non è necessario
DONNA - Me lo hanno chiesto i tuoi genitori
GOFFREDO - Che cosa cerchi?
DONNA - Siete rimasti sempre soli? Non è venuto qualcuno a trovarvi?
GOFFREDO - No
DONNA - Non dovete fare entrare nessuno, così i vostri genitori saranno tranquilli. Possiamo fidarci?
GOFFREDO - Non facciamo mai entrare chi non conosciamo
DONNA - Bravi bambini
GOFFREDO - Che cosa cerchi nello studio di papà?
DONNA - Devo portargli i documenti
GOFFREDO - Come fai a conoscere la combinazione della cassaforte?
DONNA - L’ho avuta da lui. Te l’ho detto che siamo amici
GOFFREDO - Ancora non capisco perché non sia venuto di persona
ERMINIO - Goffredo, posso aprire anche i tuoi regali?
DONNA - Oltre ai giocattoli, ci sono cose buone da mangiare. I vostri genitori hanno pensato a tutto
ERMINIO - Ero sicuro che la mamma non ci avrebbe abbandonati. Guarda, Goffredo, ha comprato perfino la musica che piace a noi
DONNA - Addio, bambini. State tranquilli e non fate entrare nessuno. In giro c’è gente cattiva. Quelli che rubano i bambini
ERMINIO – Si dice rapiscono, non rubano

*

GOFFREDO - Ti spiace abbassare il volume?
ERMINIO - Mi hai insegnato tu ad ascoltarla così
GOFFREDO - Questa musica è irritante
ERMINIO - Goffredo, è la tua preferita
GOFFREDO - In questo momento non mi va
ERMINIO - Va bene, spengo. Vuoi fare una sfida al videogioco?
GOFFREDO - Comincia da solo
ERMINIO - Sai che divertimento. Prima mi esortavi a giocare... adesso rifiuti il mio invito. Io non capisco
GOFFREDO - Nemmeno io
ERMINIO - Che cosa facciamo?
GOFFREDO - Vorrei tanto saperlo

*

GOFFREDO - Piangi ancora? Hai avuto notizie della mamma e tanti giochi. Non sei contento?
ERMINIO - Mi viene voglia di buttarli dalla finestra
GOFFREDO - D’accordo, vengo a giocare con te
ERMINIO - Quella donna non mi piaceva
GOFFREDO - Mi hai convinto tu a farla entrare
ERMINIO - Non dovevi darmi retta
GOFFREDO - Per quale ragione non ti piace?
ERMINIO - Sembrava la padrona di casa. Nessuno aveva mai aperto la cassaforte, oltre al papà
GOFFREDO - Siamo solo bambini. Che cosa avremmo dovuto fare?
ERMINIO - Non era sincera

*

RAGAZZA - Per favore, non mettetevi a gridare... è tutto a posto... non spaventatevi
ERMINIO - Goffredo, hai lasciato la porta aperta? C’è una signorina che mi sembra di conoscere, ma forse vuole vendere enciclopedie
GOFFREDO - La porta è chiusa. Chi sei? Che cosa vuoi?
RAGAZZA - Soltanto riprendere fiato
ERMINIO - Sei amica della donna che è venuta prima?
GOFFREDO - Come hai fatto a entrare? Sei una ladra?
ERMINIO – Forse anche lei conosce i nostri genitori
GOFFREDO – Che hai? Ti sei fatta male?
ERMINIO - Goffredo... è sangue!
GOFFREDO - Devi andare all’ospedale.Non puoi stare qui
ERMINIO - Ti fa male?
RAGAZZA - Un poco. Niente di grave. Non avreste delle bende?
ERMINIO - Ci vuole anche il disinfettante che non brucia
GOFFREDO - Prima deve dirci chi è e che cosa vuole
RAGAZZA - Sono caduta per strada... vado sempre di fretta, con la testa fra le nuvole... che sciocca!... mi sono anche spaventata... ma ora l’affanno sta dileguando... lasciatemi fare quest’ultimo sospiro... ecco, va meglio
ERMINIO - Mi è venuto in mente! Sei la signorina che abita al piano di sopra!
RAGAZZA - Proprio io
ERMINIO - Un giorno ti ho spiata. Andavi di corsa, come se scappassi
RAGAZZA - E poi inciampo... e mi riduco in questo modo
ERMINIO - Tu suoni la musica
RAGAZZA - Ti piace?
ERMINIO - Noi abbiamo altri gusti
GOFFREDO - Perché non hai chiesto aiuto al portiere?
RAGAZZA - Nell’atrio non c’è nessuno
GOFFREDO - Avresti potuto fermare un passante
RAGAZZA - Anche per strada non c’è nessuno
ERMINIO - Aiutami a fasciare la ferita... non perché mi faccia impressione, ma ho paura di combinare pasticci
RAGAZZA - Dove sono i vostri genitori?
ERMINIO - In viaggio... ma torneranno presto
RAGAZZA - Mi dispiace. Siate coraggiosi. Tutto questo finirà, abbiate fede
GOFFREDO – Di che cosa sei dispiaciuta?
RAGAZZA - Poveri bambini, è crudele quello che vi stanno facendo
ERMINIO - Noi non abbiamo paura
RAGAZZA - Altri bambini si sarebbero fatti prendere dallo sconforto
ERMINIO - Ho pianto un pochino... ma poco... vero, Goffredo?
GOFFREDO - Non più del solito
RAGAZZA - A volte non se ne può fare a meno
ERMINIO - E’ quello che asserisco anch’io, ma lui non è sensibile come noi
GOFFREDO - Che cosa fai?... piangi?
ERMINIO - Perché non dovrebbe? E’ ferita. Io te lo dicevo che tutti piangono
RAGAZZA - E’ il bruciore. Fa lacrimare gli occhi
GOFFREDO - Tu stai proprio piangendo
RAGAZZA - No... perché dovrei?... va tutto bene... questa è una ferita che guarisce in fretta, ce ne sono altre che si estendono all’anima
ERMINIO - Stai anche singhiozzando
RAGAZZA - E’ lo spavento
ERMINIO - Si vede che è stato grosso come quando sono caduto dalla bicicletta
RAGAZZA - Devo andare. Mi addolora lasciarvi, ma devo andare
ERMINIO – Aspetta. Hai fame? Abbiamo tante cose buone
RAGAZZA - Grazie. Sei molto gentile. Devo andare, si fanno scelte che non consentono più di scegliere
ERMINIO – Aspetta. Gli spaventi fanno venire sete. Vuoi bere?
RAGAZZA - Devo andare. Se potessi... ma siete così piccoli... eppure in momenti come questo anche i bambini potrebbero fare la loro parte. Ascoltate, forse tornerò, forse vi porterò via da qui
GOFFREDO – Dai nostri genitori?
RAGAZZA – Li cercheremo insieme, ma non posso promettervi niente. Quando si potrà, vi inviterò a prendere un gelato. Faremo una passeggiata e ci divertiremo
ERMINIO – E’ bello immaginarlo
RAGAZZA – Se non verrò io, vi manderò un messaggero. Vi porterà via lui
GOFFREDO - Dove?
RAGAZZA – In un luogo di verità e serenità
ERMINIO - Noi saremo qui ad aspettare

*

ERMINIO - Se ne vanno tutti
GOFFREDO - Quando la mamma sarà tornata, la inviteremo a cena 
ERMINIO - Quando?
GOFFREDO - Domani
ERMINIO - Prima di domani c’è una notte lunga lunga

*

ERMINIO - Quanto tempo è passato?
GOFFREDO - Poco più di prima

*
ERMINIO - E’ una ragazza simpatica
GOFFREDO - Sei sicuro che il telefono non funzioni?
ERMINIO - E’ anche coraggiosa
GOFFREDO - Ormai, fuori sarà buio
ERMINIO - Spero di rivederla, ma chi se ne va sembra che non torni più
GOFFREDO - Controllo che la porta sia chiusa
ERMINIO - Quanto tempo sarà passato?
GOFFREDO - Se continui a domandarlo, non passerà mai
ERMINIO - Allora accendo il televisore

*

VOCE PRESENTATRICE - I programmi sono sospesi a causa dello sciopero. Per questo motivo, i programmi sospesi oggi andranno in onda domani e saranno sostituiti da quelli di ieri. Confidando di fare cosa gradita ai telespettatori, le reti si uniformeranno trasmettendo un programma unico in replica continuata. Successivamente, il programma verrà riproposto in tutte le fasce orarie, per ottemperare all’esito del sondaggio che ha rivelato un indice di gradimento altissimo per la programmazione univoca e invariata della sigla della trasmissione

*

GOFFREDO - Spegni
ERMINIO - Aspetta, magari dopo fanno qualcosa di bello
GOFFREDO - Spegni
ERMINIO - Va bene
VOCE PRESENTATRICE - Fermo!... che cosa fai?
ERMINIO - Ti spengo
VOCE PRESENTATRICE - Vuoi lasciarmi chiusa qui dentro a ripetere bugie e sciocchezze?
GOFFREDO - Che cosa succede?... con chi stai parlando?
ERMINIO - C’era una... la presentatrice... mi ha chiesto di non spegnerla
GOFFREDO - Le tue solite fantasie
ERMINIO - Ha detto di non lasciarla chiusa lì dentro... lo ha detto proprio a me
GOFFREDO - E’ uno scherzo infantile e stupido
ERMINIO - Che cosa faccio?
GOFFREDO - Spegni!
ERMINIO - Ma quella signora...
GOFFREDO - Lo spengo io

*

PRESENTATRICE - Non spaventatevi. Non ho intenzione di coinvolgervi. Indicatemi la porta e me ne andrò immediatamente
ERMINIO - Da quella parte
GOFFREDO - E’ uscita dal televisore. Mi sono avvicinato per spegnerlo e... è uscita dal televisore. Hai visto anche tu, Erminio?
ERMINIO - Proprio un bel trucco
PRESENTATRICE - Non dite a nessuno che sono passata per di qua
ERMINIO - Forse è un gioco a premi di tipo nuovo
PRESENTATRICE - Dove sono i vostri genitori?
GOFFREDO - Sono in viaggio... ma presto saranno di ritorno
PRESENTATRICE - Mi dispiace, poveri bambini
ERMINIO - Possiamo vincere dei premi?
PRESENTATRICE - Mi addolora abbandonarvi, ma non posso fare altrimenti
ERMINIO - Ci siamo abituati
GOFFREDO - Anche tu stai scappando?
ERMINIO - Sei ferita? No, non vedo sangue
GOFFREDO - Chi sei? 
ERMINIO - Hai fame? Abbiamo tante cose buone
GOFFREDO - Conosci i nostri genitori?
ERMINIO - Anche tu non tornerai mai più?
PRESENTATRICE - Non posso fermarmi. Devo andare. Voi state qui tranquilli
ERMINIO - Ce lo dicono tutti
GOFFREDO - Non potete comparire dal nulla, dire cose senza senso e scomparire. E noi? Come possiamo stare tranquilli, se ci abbandonate?
PRESENTATRICE - Quando si potrà, tornerò a trovarvi. Ora devo andare. Addio

*

GOFFREDO - Signora!
ERMINIO - E’ uscito un lampo dal televisore ed è caduta per terra. Non si muove più. Succedono cose impossibili e spaventose. Dovremmo andare via, ma chi se ne va non torna più
GOFFREDO - Signora!... Che cosa le è successo?
ERMINIO - Non credo che faccia finta di essere morta
GOFFREDO - Lascia che guardi io
ERMINIO - Non avevo alcuna intenzione di avvicinarmi
GOFFREDO - Signora, mi sente?
ERMINIO - E’ morta morta?
GOFFREDO - Sì
ERMINIO - E’ morta anche lei, come gli altri
GOFFREDO - Quali altri?
ERMINIO - Il signore esibizionista è morto per le botte. La signora ai giardinetti è morta sparata. Il signor Rabarbaro è morto perché le sue caramelle fanno vomitare. La ragazza del piano di sopra morirà di ferita. Questa signora è morta di televisione... Goffredo, di che cosa saranno morti mamma e papà?
GOFFREDO - Non dire cose assurde! Non dirle, oppure ti picchio!
ERMINIO - Così anch’io morirò di botte
GOFFREDO - Hai letto il biglietto della mamma. Se l’ha scritto, è viva
ERMINIO - Lo ha scritto e poi è morta
GOFFREDO - Non è morta!
ERMINIO - Allora morirà
GOFFREDO - Ti picchio?
ERMINIO - E morirà il papà e morirai tu e morirò io, prima di te
GOFFREDO - Non piangere
ERMINIO - Moriremo anche noi... vero, Goffredo?
GOFFREDO - Non piangere
ERMINIO - Moriremo di freddo, di fame e di preoccupazioni
GOFFREDO - Non piangere
ERMINIO - Moriremo anche noi, come tutti


*

GOFFREDO - Il telefono! Rispondo io
ERMINIO - Non rispondere, ho paura. Anzi, rispondi. Ci diranno che la mamma è morta? Non rispondere
GOFFREDO - Pronto?... Mamma!
ERMINIO - E’ lei?... la nostra mamma?... mamma, sono Erminio!
GOFFREDO - Stiamo bene, sì... dove siete?... quando tornate?
ERMINIO - Mamma, c’è una signora morta!... la ragazza perdeva sangue... di’ a papà che la donna ha aperto la cassaforte... e c’era l’elicottero... però la ragazza non si è rialzata 
GOFFREDO - Sta’ zitto, Erminio. Tutta la notte da soli?
ERMINIO - Non possiamo stare qui da soli! Diglielo!
GOFFREDO - Sì, farò il possibile... ma Erminio è spaventato
ERMINIO - Anche Goffredo, ma lui ha le inibizioni 
GOFFREDO - Chi si prenderà cura di noi?
ERMINIO - Voglio parlare con il papà. E’ lui che prende le decisioni
GOFFREDO - Mamma?... ti passo Erminio
ERMINIO - Perché ci avete abbandonati?... papà, sei tu?... mamma!... papà!... Hanno riattaccato
GOFFREDO - La linea si è interrotta di nuovo
ERMINIO - Io volevo parlare con loro e hanno riattaccato
GOFFREDO - E’ caduta la linea
ERMINIO - Come se non volessero parlare con me
GOFFREDO - Non essere sciocco
ERMINIO - Ti hanno detto dove sono?
GOFFREDO - No
ERMINIO - E quando torneranno?
GOFFREDO - Forse domani
ERMINIO - Non erano loro. Non hanno voluto farsi sentire da me, perché lo avrei capito
GOFFREDO - Erano loro e domani saranno qui
ERMINIO - Non erano loro. Sono morti. Non torneranno più
GOFFREDO - Sono sicuro di avere parlato con la mamma
ERMINIO - Era una voce, non era lei
GOFFREDO - Stupido bamboccio... vuoi che ti prenda a sberle?
ERMINIO - Era una voce bugiarda
GOFFREDO - Credi che non conosca la voce di nostra madre?
ERMINIO - Ti ha forse detto di darmi un bacione per conto suo? 
GOFFREDO - Sei uno stupido bamboccio
ERMINIO - Puoi dire quello che vuoi, ma loro non torneranno
GOFFREDO - Ti spaccherei la testa
ERMINIO - Puoi fare quello che vuoi, tanto anch’io sono già morto

*

GOFFREDO - Sembrava tanto vicina... che ho immaginato che telefonasse dalla cabina qui sotto... e mi sono detto: non ha tempo per salire... deve partire... Perché riavvolgi la tapparella?
ERMINIO - La cabina telefonica non c’è più. Guarda in fondo alla strada... stanno portando via anche l’altra. Il mondo è in dissoluzione
GOFFREDO - Sono sicuro che le sostituiranno con altre più moderne
ERMINIO - Quelle con le voci false e bugiarde
GOFFREDO - Io non ne posso più di te
ERMINIO - Hai paura anche tu, ma ti vergogni di ammetterlo
GOFFREDO - Sono il più grande e devo pensare per tutti e due
ERMINIO - Comincia a pensare a quella signora morta
GOFFREDO - Bisogna spostarla nell’altra stanza
ERMINIO - Io non la tocco. Fallo tu, che sei il più grande

*

ERMINIO - Goffredo, andiamo via
GOFFREDO - Perché?
ERMINIO - Se arrivassero altri morti... Come si fa a stare in una casa piena di morti?
GOFFREDO - Non possiamo allontanarci. Se la mamma e il papà...
ERMINIO - Lasciamo un biglietto. Lo scrivo io, che ho la grafia più chiara
GOFFREDO - Dove vorresti andare?
ERMINIO - In un’altra casa qualunque
GOFFREDO - Ma questa è casa nostra
ERMINIO - Non ci appartiene più
GOFFREDO - Abbiamo il diritto di stare qui. E anche il dovere
ERMINIO - Se arrivassero altri morti... noi come faremmo a sentirci ancora vivi?

*

ANNUNCIATRICE - Per la gioia di tutti i neonati, trasmettiamo un programma di cartoni animati
GOFFREDO - Io lo avevo spento
ERMINIO - Tu chiudi le porte..... che poi sono aperte... spegni il televisore... che poi è acceso... ma voi fratelli più grandi siete tutti così?
GOFFREDO - Lo avevo spento, ti dico
ERMINIO - Spegnilo ancora. Quella strega ha la faccia da rospa
GOFFREDO - Che cosa spengo? E’ già spento
ERMINIO - Stacca la spina
GOFFREDO - Ecco fatto
ERMINIO - Non è servito a niente
ANNUNCIATRICE - Sciocchi bambini! Io sono il programma e, meglio di una mamma, sono onnipresente, anche se manca la corrente. Oh oh oh, bambini sciocchi! Mettetevi seduti, state fermi e muti. Comincia la trasmissione per la vostra educazione
ERMINIO - Io giro la testa e non ti guardo
ANNUNCIATRICE - Tu devi guardare! Tu devi imparare! Tu devi votare! Tu devi sparare! Ucci ucci, sento odor di bambinucci! Ori ori, sento odor di spettatori! Che cosa si fa? La pubblicità!
ERMINIO - Goffredo, mandala via! 
GOFFREDO - Ci sto pensando
ANNUNCIATRICE - Da bravi, cocchi, datemi gli occhi! Volete vedere le cose non vere? Bambini sciocchi, datemi gli...

*

ERMINIO - Bravo! Centro perfetto. L’hai fatta secca
GOFFREDO – Il papà ci punirà. Non crederà mai che lo abbiamo fatto per difenderci
ERMINIO - Vuoi renderti conto che il papà...
GOFFREDO - Riprendi a piangere?
ERMINIO - Io non piango più, però non siamo mai stati senza televisione. La casa sembra ancora più triste
GOFFREDO - Sei stato tu a chiedermi di farlo
ERMINIO - Non ho rimpianti. Dico solo che siamo senza genitori e ora anche senza televisione e non ho mai provato un senso di abbandono così totale
GOFFREDO - Vuoi la televisione? La faccio io. Mettiti seduto. Immagina che le luci si spengano e che le parole si mutino in brusio e poi in altre parole... il sipario si apre... applauso, prego... Signore e signori, presentiamo un programma speciale per il bambino Erminio. Ecco a voi il famoso cane parlante Birignao... Bau bau... Sei pronto per una avventura fantastica?... bau bau... il mio canile si trasforma in astronave... accendete i motori!...
ERMINIO - Quanto sei buffo!
GOFFREDO - Il principe delle stelle!... di pianeta in pianeta alla velocità della luce... il cane Birignao alla ricerca della Ciotola Magica!...

*

ERMINIO - Non interromperti! Per favore!
GOFFREDO - Non hai sentito?
ERMINIO - Che cosa?
GOFFREDO - Un grido, oltre quella parete
ERMINIO - Tenti di spaventarmi, ma so che è soltanto uno spettacolo
GOFFREDO - Ascolta... altre grida
ERMINIO - Oltre quella parete c’è la camera della mamma e del papà e sappiamo che è vuota
GOFFREDO - Sta’ zitto... ascolta...
ERMINIO - Sì, anch’io sento... stanno di nuovo spaccando tutto
GOFFREDO - Chi siete?
ERMINIO - Non fargli sapere che siamo qui, ti prego!
GOFFREDO - Perché state gridando?
ERMINIO - Non fargli sapere che esistiamo!
GOFFREDO - Che cosa state facendo?
ERMINIO - Ti prego, facciamo finta di niente e riprendi lo spettacolo!
GOFFREDO - Appoggia l’orecchio al pavimento.... Senti che fracasso? Anche di sotto stanno rompendo ogni cosa
ERMINIO - Dal soffitto giunge un tramestio confuso... tonfi... cocci taglienti di parole, la cui forma arrotondata si è frantumata in dolore e paura
GOFFREDO - Ovunque... dietro ogni parete...
ERMINIO - Giungeranno anche qui
GOFFREDO - Forse non sanno che ci siamo
ERMINIO - Anche se tappo gli orecchi, sento il fragore della violenza. Sono dietro le pareti e sono dentro la testa. Vogliono spaccare anche i pensieri 
GOFFREDO - Non lasciarti spaventare. Stiamo calmi e pensiamo
ERMINIO - Ho tanta paura che se esistesse un modo per arrendersi alzerei subito le braccia con gli occhi bene chiusi
GOFFREDO - E’ comodo fare il bambino piccolo
ERMINIO - Non è affatto comodo. L’unico vantaggio che presenta l’infanzia è che non si è ancora cresciuti per fare parte dello stuolo di aguzzini, ma questo ha un valore morale, mentre la paura e il dolore sono saldamente conficcati sotto la pelle, dentro le parti tenere dell’esistenza
GOFFREDO - Prima, esasperi. Poi, commuovi. Ora sconcerti con la filosofia?
ERMINIO - Non fai che ripeterti, mentre io vorrei risposte originali, che si adattino alle situazioni nuove
GOFFREDO - Non ci sono situazioni diverse. Eravamo soli, lo siamo ancora
ERMINIO - Ma prima... tanto tempo fa?
GOFFREDO - Quanto tempo è passato?
ERMINIO - Tanto, se cominciamo già a dimenticare

*

GOFFREDO - Ascolta...
ERMINIO - Sono diventato sordo
GOFFREDO - No, no... non grida... non trambusto... questa è musica
ERMINIO - La sentivo, ma pensavo che fosse un’invenzione della paura
GOFFREDO - Concentriamoci sulla musica e ignoriamo il resto
ERMINIO - La riconosco
GOFFREDO - L’avevi già ascoltata?
ERMINIO - E’ la melodia che suonava la ragazza ferita, quando era soltanto la ragazza del piano di sopra e suonava il pianoforte
GOFFREDO - E’ viva! Che cosa ti dicevo? E’ viva!
ERMINIO - Non si direbbe una musica falsa e bugiarda
GOFFREDO - E’ viva e sta suonando
ERMINIO - Tutti gridano e distruggono, ma lei suona. E’ matta?
GOFFREDO - Vuole farsi sentire da qualcuno
ERMINIO - Da chi?
GOFFREDO - Dal suo fidanzato
ERMINIO - E’ morto
GOFFREDO - Perché dovrebbe essere morto?
ERMINIO - Sono morti tutti, non ricordi?
GOFFREDO - Lei è viva
ERMINIO - Forse è morta, ma la sua anima continua a suonare
GOFFREDO - Le anime non suonano
ERMINIO - In momenti particolari di raccoglimento...
GOFFREDO - Ti dico che è viva
ERMINIO .- Se lo fosse, mi piacerebbe stare al suo fianco mentre suona
GOFFREDO - E’ viva e dobbiamo cercarla
ERMINIO - Là fuori? Nel mondo di streghe e orchi? Sei matto come lei
GOFFREDO - Non eri tu che imploravi di andarcene?
ERMINIO - Quando la paura non aveva ancora assunto questi connotati mostruosi
GOFFREDO - Dicevi che potrebbero scoprirci... entrare... rompere tutto... farci del male...
ERMINIO - Umiliamo le voci. Non facciamoci sentire
GOFFREDO - Sei d’accordo? Andiamo?
ERMINIO - Soltanto se tu hai meno paura di me
GOFFREDO - Io non ho paura
ERMINIO - Apprezzo la tua faccia tosta. Stammi vicinissimo... dammi la mano... rincuorando te, sostengo me stesso
GOFFREDO – Andiamo

*

VOCE DONNA - Volete uscire proprio adesso che stanno per tornare i vostri genitori? La loro delusione sarebbe enorme. Non vedono l’ora di riabbracciarvi e voi non vi fate trovare? Avete dovuto aspettare per tanto tempo, ma vi porto buone notizie. La mamma vi manda bacioni e il papà vi ha comprato giochi bellissimi. Non preoccupatevi. Domani arriverà anche il televisore nuovo

*

ERMINIO - E’ una voce dolce come il sibilo della serpe che stritola il topolino
GOFFREDO - La porta è sprangata dall’esterno
ERMINIO - Sono contento che non sia entrata. Fra tante disgrazie, non ci hanno ancora picchiati
GOFFREDO - Troppo tardi! 
ERMINIO - Moriremo anche noi, vero?
GOFFREDO - Stupido bamboccio... vuoi che ti prenda a calci?
ERMINIO - Picchiami, così il mio calvario sarà completo
GOFFREDO - Non capisco mai se tu esprima emozioni o faccia soltanto letteratura
ERMINIO - C’e differenza?
GOFFREDO - In un caso o nell’altro, viene voglia di picchiarti
ERMINIO - Morire può essere facile, soprattutto quando l’angoscia è tutta sulla pagina. Ma essere picchiati e non avere speranza... questo è difficile
GOFFREDO - Nessuno ti picchierà e nessuno ci ucciderà
ERMINIO - Sai perché aspettano? Vogliono ucciderci quando saremo tanto esausti di paura da supplicarli come se fossero i padroni delle nostre vite
GOFFREDO - Se tu smettessi di delirare e cercassi di pensare, come faccio io...
ERMINIO - Riesco a pensare solo a questa girandola di luce nera: dovremo stare qui per sempre... ma sicuramente moriremo prima... dopo che ci avranno picchiati... poi staremo qui per sempre.. vivi o morti... ma ci picchieranno...
GOFFREDO - Quella ragazza ferita... la porta era chiusa... da dove era entrata?
ERMINIO - Non è spiacevole lasciarsi portare dalla corrente di un fiume che sfocia nel nulla
GOFFREDO - Se può suonare, è viva... ma anche libera
ERMINIO - Questa musica mi fa piangere
GOFFREDO - Piangi. Dopo, ti sentirai meglio
ERMINIO - E’ una reazione alla musica. Non piango per viltà
GOFFREDO - Se potessimo raggiungerla!
ERMINIO - Siamo solo bambini
GOFFREDO - Appunto. Abbiamo tanto tempo davanti e in questa distesa di tempo prima o poi troveremo il modo per raggiungere la musica
ERMINIO - Quanto tempo ci vorrà?
GOFFREDO - Non ha importanza
ERMINIO - Tanto tempo è passato, tanto tempo dovrà passare. Noi saremo qui. I giochi hanno perso le attrattive. Il televisore è un rottame. Pensare è pericoloso... si finisce nella girandola di luce nera... nel fiume che porta al nulla...
GOFFREDO - Troveremo che cosa fare
ERMINIO - Ascoltare musica non sarà sufficiente
GOFFREDO - Potremmo...
ERMINIO -... suonarla...
GOFFREDO - ... con i nostri...
ERMINIO - ... flauti...
GOFFREDO - ... e la ragazza...
ERMINIO - ... ci sentirà...
GOFFREDO - ... le musiche...
ERMINIO - ... si incontreranno...
GOFFREDO - Quanto tempo ci vorrà?
ERMINIO - Il tempo non è importante per la musica
GOFFREDO - Comincia tu
ERMINIO - Mi asciugo le lacrime
GOFFREDO - Questa melodia non è difficile
ERMINIO - Se altri ci sentiranno, pensi che anche loro si metteranno a suonare?
GOFFREDO - Ne sono sicuro
ERMINIO - La musica uscirà dal palazzo e invaderà le strade
GOFFREDO - La sentiranno per tutta la città
ERMINIO - Tracimerà sulla campagna e farà fiumi in tutte le direzioni
GOFFREDO - La sentiranno i nostri genitori
ERMINIO - La seguiranno... troveranno la strada per casa...
GOFFREDO - Torneranno da noi
ERMINIO - E’ bello immaginarlo. E’ bello immaginare che non saremo più soli

*
ANGELO – Io sono la verità e sono qui per dirvi che sono la verità. E anche la serenità
GOFFREDO – Sei qui per aiutarci?
ANGELO – Ho sentito la musica, ho fatto l’apparizione
GOFFREDO – Chi sei?
ANGELO – Sono l’angelo messaggero
GOFFREDO – Hai sentito, Erminio? Ha un messaggio. E’ un messaggio dei nostri genitori?
ANGELO – Indubbiamente
GOFFREDO – Che dice?
ANGELO – Di fare i bravi bambini obbedienti, di stare tranquilli, di fare quello che vi dice l’angelo
GOFFREDO – Niente altro?
ANGELO - Per il momento no, ma altri messaggi arriveranno a intervalli regolari. E’ tutto programmato, finalmente non ci sarà più spazio per emozioni devianti. Siete pronti? E’ ora di andare
ERMINIO – Prima voglio farti vedere una cosa. Vieni di là con me, per favore

*
GOFFREDO – Che cos’è stato quel rumore? Dov’è l’angelo? Non lo avrai lasciato andare via
ERMINIO – Goffredo, ho fatto una cosa terribile
GOFFREDO – L’hai lasciato andare via? Sei un imbecille!
ERMINIO – Goffredo, sapessi che cosa ho fatto...
GOFFREDO – Piangi? Combini disastri e poi lavi ogni responsabilità con le lacrime
ERMINIO – E’ un disastro spaventoso. Niente sarà più come prima
GOFFREDO – Ci avrebbe accompagnato da loro, avremmo avuto una guida fidata
ERMINIO – Perché sei tanto ingenuo, tu che hai sempre preteso di spiegarmi il mondo?
GOFFREDO – Vuoi dirmi dov’è andato?
ERMINIO – L’ho ucciso
GOFFREDO – Basta con le fantasie stupide. Dimmi che cosa è successo
ERMINIO – Ho preso la pistola del papà e gli ho sparato

*

GOFFREDO – C’è un angelo morto nella camera dei genitori, il sangue sta impregnando le lenzuola
ERMINIO – Sta impregnando anche me. Guardami, Goffredo. Mi trovi cambiato? Io non mi riconosco più. Ho paura a toccare una mano con l’altra, temo di ritrarla rossa di sangue
GOFFREDO – Non capisco. Ti guardo, sembri quello di prima e di sempre, ma sempre è una parola intrusa, bisognerebbe cacciarla dal dizionario. Hai ucciso un angelo
ERMINIO – Non era un angelo. Nemmeno un diavolo, altrimenti sarebbe tutto semplice
GOFFREDO – Chiunque fosse, lo hai ucciso
ERMINIO – Dovevo, per salvare te e me!
GOFFREDO – Non capisco. Ti guardo e non capisco. Cominci a non sembrare più quello di prima
ERMINIO – Sono cambiato. Succede
GOFFREDO – Perché lo hai fatto?
ERMINIO – L’angelo, quelle della televisione, la donna e la ragazza della musica, anche lei, anche lei, Goffredo, belle parole, ma anche lei veniva da fuori e tutto quello che viene da fuori non ha niente a che fare con noi, l’ho capito mentre suonavamo, là fuori è tutto in decomposizione, Goffredo, fuori di noi c’è solo il male
GOFFREDO – No, no, no. Non capisco. Tu stai delirando. Eravamo giunti a un punto significativo, la fine dell’angoscia, la musica ci avrebbe salvati, era tutto finito... ma tu hai ucciso l’angelo e ora dici cose senza senso. Hai rovinato tutto
ERMINIO – Non c’era alternativa. Non ce l’hanno offerta 
GOFFREDO – Sei mio fratello e sei Caino. Non so più che cosa pensare di te
ERMINIO – Tu hai paura
GOFFREDO – Sì, perché non capisco!
ERMINIO – Ricordi che cosa diceva la ragazza della musica? Abbiate fede... anche i bambini potrebbero fare la loro parte... Io non voglio essere coinvolto in quello che succede là fuori
GOFFREDO – Lo sei già, hai ucciso
ERMINIO – Ho tagliato i fili a una marionetta, quello era un teatro falso e bugiardo
GOFFREDO – Ma era credibile!
ERMINIO – Siamo gemelli, io sono te, tu sei me. In chi credi? Non avere paura. Se mi ascolti, ascolti te stesso 

*
GOFFREDO – Sarebbe che... finalmente tu hai avuto ragione e io torto. La ragazza ci aveva dato un ideale, era un faro nella tempesta, ne avremmo seguito la luce, saremmo approdati al passato che abbiamo perso... così sembrava. Anche la donna uccisa dalla televisione ci ha dato l’idea di non essere soli, qualcuno lottava per rimettere a posto le cose. Così sembrava. Però tutti ci hanno abbandonati. Anche l’angelo. Per forza, non c’è più

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GOFFREDO- Ti avverto, però, gemello. Qualche dubbio mi rimarrà

GOFFREDO – Tu sai che cosa ci resta da fare
ERMINIO – Preparo lo zainetto
GOFFREDO – Preparane due. Tu sei più bravo, sai che cosa mettere, io lo riempirei di cose inutili
ERMINIO – Ci metterò l’essenziale. L’essenziale è tanto simile al niente. Dovremo abbandonare tutte le nostre cose. Dici che verranno e ci ruberanno tutto?
GOFFREDO – Sono cose da bambini, che vuoi che se ne facciano?
ERMINIO – Ci ruberanno tutto. Non avrò più le mie collezioni. Non avrò i giochi. Sarebbe irrazionale mettere giochi nello zainetto. La priorità spetta alle provviste e al pronto soccorso. Dobbiamo imparare ad addomesticare la fantasia, se vogliamo sopravvivere
GOFFREDO – Ascolta
ERMINIO – E’ l’inferno
GOFFREDO – Che cosa faremo là fuori?
ERMINIO – Non potremo soltanto scappare
GOFFREDO – Io non voglio sparare come hai fatto tu
ERMINIO – Spero che non voglia tormentarmi per tutta la vita con un’ accusa di omicidio in un caso di legittima difesa, sarebbe ingiusto 
GOFFREDO - Me ne sto facendo un’idea, per evitare che tu mi faccia paura
ERMINIO – Lasceremo qui la pistola
GOFFREDO – E se dovremo difenderci?
ERMINIO – Il secondo round spetta a te, che sei il maggiore
GOFFREDO – Quando ti fa comodo
ERMINIO – Andiamo?
GOFFREDO – Hai preso la torcia elettrica?
ERMINIO – L’ ho presa, ma se l’accenderemo spegneranno noi
GOFFREDO – Dovremo abituarci al buio
ERMINIO – Facciamo finta che sia un gioco
GOFFREDO – Non avevi detto che avresti abbandonato tutti i giochi?
ERMINIO – Me ne sto facendo un’idea, per evitare di non sentirmi più vivo
GOFFREDO – Vado avanti io, che sono il maggiore
ERMINIO – Vengo avanti anch’io, che non voglio sentirmi il minore
GOFFREDO – Hai paura?
ERMINIO – Sì
GOFFREDO – Dovremo abituarci
ERMINIO – Ti prometto che non piangerò. Se vogliamo avere una fede, è dentro di noi che dobbiamo cercare. Ci ho dato un’occhiata. Sai quante cose ci sono?
GOFFREDO – Trovane una che sia utile quando saremo là fuori. Dove andremo?
ERMINIO – Percorreremo il margine dell’ombra e osserveremo il cerchio dell’inferno, poi cercheremo altre geometrie. Sarà perfino divertente, non pensi?
GOFFREDO – Io non penso più, altrimenti mi accorgo di non capire
ERMINIO – Sarà come un sogno in cui potremo immaginare di lasciare il margine 
GOFFREDO – E andare per le strade deserte e farci picchiare e mettere in prigione?
ERMINIO – Non siamo stupidi come loro. Noi andremo più lontano


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