Come se niente fosse

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Non è successo niente

Come se niente fosse

Commedia in tre atti di Santo Rabita

Personaggi:

Carlo Biglia (sindaco) 48 anni

Maria Brolo (madre di Patrizia, Lino e Marco)54 anni

Angelo Brolo (padre di Maria)75anni

Patrizia (figlia di Maria) 25anni

Lino(figlio di Maria) 35 anni

Marco (figlio di Maria) 18 anni

Vanni (cognato di Maria) 44 anni

Vittorio(nipote di Angelo) 29 anni (truccato da anziana nobildonna)

Luca (fotografo) 43 anni

Nancy (suocera di Patrizia) 48 anni

Sala interna, arredata in stile moderno. Manifesti elettorali sparsi sulle sedie,. Telefono da tavolo, calendario recante venerdì 17; Cornetta citofono murale, quadri alle pareti. L’uscita a destra degli attori porta alla camera del nonno, quella a sinistra ad altre camere della casa, comune al centro.

Atto I scena I

(in scena Maria poi Vanni)

Maria                        (entra dalla comune; torna dalla parrucchiera, si guarda allo specchio): Vanno bene così! Il letto non potrà rovinarli del tutto. Pazienza! Domani, dalla parrucchiera, Patrizia an- drà da sola. Il peso della famiglia è tutto sulle mie spalle. Come potrei assentarmi da casa? Stasera sono tutti fuori e ne ho approfittato.(si siede) Sono sfinita! Per fortuna siamo alla fine. Spero di ritrovare le mie forze riposando stanotte. Ho trascorso mesi di dura fatica. Come avrò fatto ad arri- vare fin qui ? Certo, i sacrifici per i figli sono pronta a far- li, sono il bene più caro al mondo, ma ci penserei parecchie volte prima di ripetere una simile esperienza: troppi avve- nimenti, uno dopo l’altro.(come se elencasse)…Il matrimo- nio del sindaco, (copre la bocca con la mano) si vede proprio che non ci sto con la testa, che c’entra il matrimonio del sindaco. E’ inutile continuare ancora, sono stanca, meglio andare a letto, domani mi attende una giornata di fuoco, non posso presentarmi al matrimonio di mia figlia in ques- to stato. Questa campagna elettorale poi, è stata un suppli- zio, in paese siamo tutti stremati. Meno male che stasera finisce. (pausa; imita il sindaco) -Mi raccomando, venerdì sera tutti presenti !- Questo sindaco, appare zucchero e miele ma non fa altro che dettare le sue regole a tutti. Pur di dare un futuro ai miei figli, sono andata di casa in casa, a chiedere voti per lui. (pausa) Quante mortificazioni ha dovuto subire in passato mio figlio Lino pur di ottenere un posto di lavoro. …Alla fine, si è sempre trovato in mano un pugno di mosche! …Stavolta la vittoria appare certa, …e lui è soddisfatto: gli è stato detto che sarà nominato asses- sore. …Eh Già ! Vedi che sforzo ! Dopo tutti i voti che il sindaco avrà a seguito del matrimonio di mia figlia, che lui stesso ha architettato, farà diventare Lino assessore. Ora io dico: signor sindaco, il lavoro devi dare a mio figlio, …il lavoro! E poi, perché non lo dici subito che Lino diventa assessore ? No! Lui è furbo, deve controllare prima i risul- tati! (breve pausa) Mio figlio dice che certe sfumature io non le posso capire, così mi dice lui: mamma tu certe sfu- mature non le puoi capire! …Io l’ho avvertito: stai attento, evita di firmare delle carte pericolose, potrebbe accadere che al posto suo, mandano te in galera.

Vanni                        (Proviene dalla comune. Indossa maldestramente distintivi e gadgetdellalista civica del sindaco Carlo Biglia. Ansimante per la corsa) :Ahh! Aaaah! Ah, ah!

Maria                        (vedendo il cognato conciato a quel modo. A parte.) :Mio co- gnato Vanni, passerebbe la vita a fare campagne elettorali. (a Vanni) Perché arrivi così di corsa ?

Vanni                        :Vannino prende i volantini quelli che si buttano, lo sai le carte quelle che si buttano all’aria quando finisce lui di parlare? Quelli ! Quelli si chiamano volantini ! Però li devi fare volare tu, se no non volano . Eh! Che sono uccellini ? …Quelli volano e cadono e la gente li prende.

Maria                        :Si, si, ho capito come sono. Ma dimmi un po’, allora non è ancora finito il comizio !?

Vanni                        (baldanzoso):Papalla !Papalla ! Papalla !

Maria                        (lo ammonisce):Non si dice così! Eh ! Il sindaco si chiama Biglia. Carlo Biglia ! Se no quello si arrabbia.

Vanni                        :Non s’arrabbia, anzi ride, è più contento !

Maria                        :Senti Vannino, anche se quando glielo dici lui ti sorride, è meglio che tu lo chiami: signor sindaco! Signor sindaco è più bello !(Vanni chiude gli occhi, come dire :questa non ha capito. Maria a parte) Vai a farle capire a Vanni certe cose! …Io ci ho provato !

Vanni                        :E’ contento ti dico ! …Quando lui parla là sopra che dice: cittadini! ..Elittori! …e parla, parla, parla, la gente poi bat- te le mani e dice forte, forte: Papalla, Papalla, Papalla ! Tutti lo dicono, …e lui ride, manda anche i baci !(mima.)

Maria                        (a parte): …E già! Pur di arrivare al potere, altro che i no- mignoli, si è disposti a ingoiare questo e ben altro. (pausa, a Vannino) …E Lino lo hai visto ?

Vanni                        : Siii! Lui dice (mima la prova microfono) 1-2-3, pronto, pro- va, …si sente, si sente! Che poi, quando lui si sviluppa, dice: lavoro, le strade, votate, votate.

Maria                        (commossa): Lino ha parlato col microfono ? …Ha fatto il comizio ?

Vanni                        (annuisce): …Tu perché non ci sei ? Stasera si! Domani basta ! …E’ Bello ! E’ Bello!  Papalla, Papalla, ( ect.)

Maria                        :E dimmi Vanni, la gente, a Lino, gli ha battuto le mani ?

Vanni                        :Siii!

Maria                        (a parte):La gente vuole bene a mio figlio, altro che se non gli vuole bene.

Vanni                        :Però a Lino le mani (mima l’applauso) forte, forte, si. Poi basta ! Papalla, si dice solo a Papalla !

Maria                        (gli fa cenno di aver capito):Senti Vanni, hai fame? E’ tardi! Vuoi mangiare adesso ?

Vanni                        :Si !

Maria                        (Accenna ad andare verso l’uscita a sinistra) : Vieni di là che ti preparo qualcosa.

Vanni                        :Nooo! Tu mi dai il pane! Il pane fuori …e mangio fuori !

Maria                        :Ma che c’entra Vanni !? …Lo sai che si mangia in casa ! …Facciamo così: tu vai a portare subito i volantini e io ti preparo una bella insalata che ti piace tanto, poi torni e vieni a mangiare a casa, va bene ?

Vanni                        (come un bambino) : Un poco di pane, …poco. Pane, pane poco, voglio.

Maria                        (ammonendolo) : Vanni, Vanni !  …Con l’aria di festa che c’è fuori, se ti do qualcosa da mangiare adesso, tu a casa non ci torni più. Anzi, se vedi il nonno, gli dici di tornare a casa perché è tardi.( a parte) Io sono stanca, non c’è la fac- cio proprio più !

Vanni                        : I volantini ! I volantini !

Maria                        :Cercali, saranno qui, tra queste carte.(Vanni e Maria cer- cano tra mucchi di carte diverse, poi Vanni accenna ad uscire verso sinistra) Dove vai? Di là non c’è niente. (Vanni insiste) Non entrare ti dico, di là c’è tutto in ordine per la festa di domani. (suadente) Lo sai che domani Patrizia e Lucio festeggiano il matrimonio vero ? (Vanni annuisce e torna a cercare; Maria a parte) Bisogna prenderlo con le buone, ma ci vuole una pazienza !

Vanni                        :I volantini !

Maria                        :Io non lo so dove li avrà messi Lino! (prova ad aprire cas- setti e ante dei mobili)

Vanni                        :I volantini volano ! Volano !(accenna ad uscire verso destra)

Maria                        :Non andare nella stanza del nonno, lo sai benissimo: non vuole che gli tocchi nulla. (Vanni si ferma, Maria continua le ricerche : sale su una sedia per vedere sopra i mobili)

Vanni                        (a parte, sussurrato): Il pacco! (Maria è di spalle, Vanni esce a destra)

Maria                        (continua a cercare, poi):Adesso telefono a Lino, lui saprà di certo dove li ha messi. (si accinge a chiamarlo al cellulare, digita il numero e lo accosta all’orecchio, poi ci ripensa e stacca) …meglio non disturbare! Forse di là ? …Ma no, li avrei certamente visti. (poco convinta esce a sinistra)

Vanni                        (attimi dopo; regge un pacco con i volantini e ne butta diversi in aria, sghignazza, si adagia smodatamente sul divano, ride convulsamente e lancia ancora volantini)

Maria                        (rientra in scena):No ! Vanni che fai? (evita che ne butti ancora) Questi li devi portare a Lino, poi ti dice lui quando si devono buttare, vedrai che ne darà un po’ anche a te.

Vanni                        (si muove come un forsennato)

Maria                        :Vanni cos’è successo? Che cos’hai ?

Vanni                        (prima supino sul divano, poi in ginocchio, evoca le immagini erotiche viste poco prima di là)

Maria                        (lo osserva con gli occhi sbarrati, poi lo sgrida) : Vanni !

Vanni                        (scuote la testa e le mani per segnalare la birboneria che ha combinato il nonno)…Il Nonno! (fa dei cenni a Maria per indicarle lo ha visto di là e poi continua la sua baldoria)

Maria                        : Il nonno è di là ? L’hai visto ? …Ma se è uscito !?

Vanni                        : Il nonno ! (prende una sedia e la “tratta” come una donna)

Maria                        (sbigottita) :C’è una donna nella stanza col nonno Angelo ?

Vanni                        (continua a fare le cose più impensate, poi si distende su una poltrona e accenna a sbottonarsi.)

Maria                        (urla): Ma che ti succede ! (gli da un ceffone e poi furente si lancia verso l’uscita di destra)

Vanni                        (singhiozza, poi prende il pacco dei volantini e va via per la comune.)

Maria                        (poco dopo l’uscita di Vanni, emette un urlo e rientra subito piangendo):Che vergogna! Che vergogna! Un disastro! De- vo telefonare subito a mio figlio. (digita il numero in fretta; pausa) …Lino devi venire subito a casa! …No ! immediata- mente ! …Il nonno, il nonno ! (riattacca e raccoglie i volanti- ni da terra) Che ho fatto di male per meritare una simile sventura? Che male ho fatto? Chi mi manda questo casti- go? …Proprio adesso ! Non dovrei mai uscire di casa io, mai! Mi aveva detto che sarebbe andato al comizio, …inve- ce, quando ha capito di essere rimasto in casa da solo… (pausa)Io non immaginavo neppure che esistessero simili schifezze!(scuote la testa, non si dà pace) Ma come, in televi- sione danno film di questo genere? A quest’ora? I ragazzi- ni, possono vederli pure. Che mondo ! Che indecenza! Non crederei ai miei occhi se non lo avessi visto!

Atto I scena II (Maria e Lino)

Lino                          (si precipita dalla comune; col fiatone): Mamma ! Cos’è ac- caduto al nonno ?

Maria                        (affranta) :Non si muove, non si muove più !

Lino                          : Ma dov’è ? Io credevo che fosse al comizio.

Maria                        (singhiozzante): …E invece no ! Si è sentito male perché ha voluto vedere un film… (arrossisce) Io, ...io non ho nemme- no il coraggio di parlarne, vai nella sua stanza a vedere. ...Che sventura ! Che sventura !Una cosa inconcepibile ! Mai successe certe cose in casa mia !

Lino                          (esce a destra e Maria guardando nella stessa direzione conti- nua a biasimare l’accaduto; poco dopo, Lino rientra in scena con una video cassetta in mano): Si può sapere come ha fatto il nonno a trovare questa video cassetta ?

Maria                        :Perché è tua ?

Lino                          :No !

Maria                        (seccata): Mia non è ! Questo è sicuro !

Lino                          (spazientito) : Mamma se credi che io stia mentendo ti sba- gli ! Piuttosto, tu hai provato a scuoterlo ? …A chiamarlo? Potrebbe trattarsi di…qualcosa di passeggero.

Maria                        :Perché, tu non hai provato ?

Lino                          :Ho tolto solo la cassetta, …così, ….se dovesse arrivare qualcuno…

Maria                        :Oh Signore ! Certo che deve venire la gente ! …Bisogna fare in fretta. Vuoi che lo lasciamo così ?

Lino                          :Mamma …ho capito ! Ho capito ! …L’ho visto ! (imbaraz- zato) …Non c’è la faccio, …mi, …mi schifo, che ci posso fare ! Non me la sento !

Maria                        :Ma queste sono cose da uomini ! Che disonore ! Che infamia in casa mia!

Lino                          :Mamma, chiedimi quello che vuoi, …io non me la sento. Non sono in grado di fare certe cose !

Maria                        :Quantomeno provaci !

Lino                          :No !

Maria                        :Almeno cerca di ricomporlo alla buona.  Non possiamo vestirlo così, bisogna fare sparire certe tracce. Ti prego, salva il salvabile! Cerchiamo di mantenere un po’ di de- coro nella nostra famiglia.(pausa; Lino si fa pensoso, si por-ta le mani alla fronte) Fra poco arrivano i ragazzi, poi i pa- renti, non possiamo nasconderci,  …vorranno vedere il nonno, …che diciamo ?

Lino                          (va avanti e indietro e pensa, poi): Per favore, vammi a pren- dere un paio di guanti.

Maria                        :Oh finalmente ! Certo, certo, subito, vado subito ! (esce a sinistra)

Lino                          (estrae il cellulare e telefona ): Carlo, sono Lino! …Si ! So- no scappato senza dirti nulla, ti prego, vieni subito a casa mia, …ah ! si, si, ti aspetto. (ripone il cellulare)

Maria                        (ha in mano un paio di guanti per lavare le stoviglie): Ecco i guanti, …ti prego fai quello che puoi, ma in fretta, …io telefono ai parenti.

Lino                          :No ! Niente parenti !

Maria                        :Ma come sarebbe ? Bisognerà avvertirli subito, devo forse aspettare che vadano a letto? …Potranno aiutarmi a fargli indossare…

Lino                          (la interrompe stizzito): Mamma, per ora non chiamare nessuno.

Maria                        :Credi che arrivino subito ? …Ammesso che si precipitino, tu, (Lino è irritato) …tu avrai sicuramente finito, …il tempo c’è l’hai ! Stanne certo !

Lino                          (scuote le mani si mostra spazientito) : Huuuh !

Maria                        :Va bene, va bene, farò come tu dici, aspetterò che… (tentennante, Lino inizia a infilarsi i guanti.)

Maria                        :Di là, dove c’è la lavatrice, troverai ogni cosa: bacinella, …spugne, e tutto l’occorrente. Oh Signore ! Perche questi guai ?(Lino ha quasi finito, poi come fosse un chirurgo stende le braccia, articola le dita, mima l’uscita, poi ci ripensa, infine dopo un lungo sospiro, esce a destra; Maria si accosta alla porta lo accompagna con lo sguardo) …Mi raccomando, anche il pavimento ! …E poi apri, …spalanca ! …Che nottata d’inferno ! Che notte ! E io che non vedevo l’ora di andare a dormire ! (si siede sul divano e pensa) …Senza contare che bisogna andare a comprare giacca e cravatta, …E già ! Lui giacca e cravatta non le ha mai digerite, non ne ha ! Ma come gli sarà venuto in mente, come avrà fatto a procurarsi quella porcheria ? (suonano alla porta) …E chi sarà a quest’ora ? …I ragazzi hanno le chiavi. (suonano di nuovo) O mio Dio che faccio ? …Tanto fra poco bisognerà tenere il portone aperto.(esce dalla comune e va ad aprire)

Atto I scena III

(Carlo e Maria)

Carlo                         (Dalla comune; Maria lo segue singhiozzante) :Ho visto Lino che scappava, non mi ha detto nulla, ho pensato a qualcosa di grave e mi sono precipitato. Ma cos’è accaduto ? Lino dov’è ?

Maria                        (commossa esageratamente) : Una disgrazia, signor sindaco, una vera disgrazia ! …Così all’improvviso !

Carlo                         : Signora si calmi, …mi dica, cos’è successo ?

Maria                        :Ero appena tornata dal comizio. (una crisi di pianto non le consente di continuare)

Carlo                         (la consola): Su, su , signora si calmi, così è peggio, mi dica, chi si sente male ?

Maria                        (seguita a piangere) :…Ero appena tornata, credevo di essere sola in casa, …e invece…

Carlo                         :E invece ?(la “crisi” non consente a Maria di parlare) Signo- ra, se lei non può, mi faccia parlare con Lino. (Maria, aven- do cura che Carlo non se ne accorga, guarda se Lino torna.)

Maria                        : …E invece mio padre, quel sant’ uomo di mio padre, dal comizio era già tornato. ( ancora pianto; Carlo alza gli occhi al cielo e la “consola”) …E quando l’ho visto, …Era già… (pianto a dirotto)

Carlo                         : Oh! No !

Atto I scena IV

(Carlo, Maria e Lino)

Lino                          (in scena da destra; indossa i guanti che vedendo Carlo cerca di fare sparire, è sconsolato; Maria ha come dei tic)

Carlo                         :Lino sono appena arrivato, tua madre mi dato un accen- no, ma cos’è successo, tuo nonno sta male?

Lino                          (sconsolato) :Purtroppo…

Carlo                         :Ma come purtroppo, proviamo a fare qualcosa, chiamate un dottore, l’ambulanza, facciamogli un massaggio cardia- co, ...la respirazione bocca a bocca ! (Maria singhiozza)

Lino                          :Non c’è più niente da fare!

Carlo                         (attimi di silenzio, poi parla a Lino in disparte; poco dopo Ma- ria esce a sinistra ) :Lino, …io, io sono dispiaciuto quanto te per questa, …diciamo, prematura, quanto improvvisa per- dita del tuo affettuosissimo nonno. …Esemplare figura di padre amorevole prima, e nonno affettuoso fino a oggi. Stimatissimo cittadino, meritevole del massimo delle onori- ficenze, maaa…, in questo momento, … non so se tu ci hai pensato, …il rischio sarebbe notevole.

Lino                          (riflette, poi in tono grave) : …siamo ancora in tempo !

Carlo                         (come se avesse evitato il supplizio) :Aaaah! (gli passa un braccio sulla spalla): Vedi, … mi è di conforto e di sostegno sapere di poter contare su collaboratori coscienti come te. Sono certo che insieme amministreremo in modo saggio e costruttivo.

Lino                          :Potremmo parlarne col parroco Ferreri. …E’ dei nostri ! …Mi pare che anche tu con lui ci stai bene .

Carlo                         (riflette e gli fa capire che non gli sembra una buona idea.)

Maria                        (rientra da dove era uscita, indossa camicia e sciarpina nera posta sul capo): Haaah ! Era un segno del destino ! Si è voluto evitare il matrimonio in chiesa e adesso bisognerà andarci ugualmente per il funerale.

(Carlo e Lino si guardano. Carlo gli lascia intendere che a sua madre parlerà lui)

Maria                        (a Lino accostandosi a telefono): Che dici, telefono per primo a zio Nino ?

Carlo                         (risentito) : Mamma ti ho detto di non telefonare!

Maria                        :Ma che ti prende ? …Queste sono cose che non si possono nascondere. Abbiamo già gente in casa, …certo, possiamo considerare il signor sindaco di famiglia, ma i parenti van- no subito avvertiti. (aCarlo) Sa signor sindaco, è successo tutto  …così, all’improvviso, …non eravamo prepararti, a dire il vero, le scarpe gliele avevo comprate, ma occorre su- bito provvedere al resto, comprargli un abito, …organiz- zare il funerale.

Carlo                         (coglie l’ultima parola a volo e parla da oratore “consumato”): Ecco signora ! (pausa) Proprio del funerale le volevo par- lare. Mi stia a sentire!(Maria sgrana gli occhi) Io, io so di parlare ad una persona intelligente, …come del resto in- telligenti sono anche i suoi figli. Veda  cara signora, in questo momento, lei sa quale periodo delicato vive la nos- tra ridente cittadina, siamo alla vigilia di un evento impor- tante che coinvolge tutti indistintamente. …Ecco, proprio di questo stavamo parlando con Lino.(pausa) Se noi diamo l’annuncio adesso, il funerale di quella stimabilissima per- sona che è stata la buonanima di suo padre, passerebbe quasi inosservato: solo pochi fiori, adorni di mesto silenzio! Io lo dico per lei, per l’amico Lino, la gente non gli tribute- rebbe certo gli onori che merita.

Maria                        (frastornata): Questa è buona ! …E che lo teniamo sotto il letto? Signor sindaco, che mi sta cercando di dire ?

Carlo                         :Cara signora, il rimedio ci sarebbe, …il rimedio c’è ! Oc- corre solo dare l’annuncio della scomparsa di suo padre, …che so io, (guarda Lino)…domenica nel tardo pomeriggio, ..tra poco meno di quarantott’ore, (Maria sta per parlare, ma lui ) intanto,…intanto è opportuno quanto indispensabile che lei vada a togliersi di dosso questi indumenti da lutto, se dovesse arrivare qualcuno e la trovasse così abbigliata…

Maria                        :Ma come sarebbe, è morto mio padre e lei pretende che io non mi vesta a lutto ?

Carlo                         :Per carità ! Io non pretendo affatto, le stavo solo facendo notare…

Maria                        :Quando la morte arriva, non chiede permesso. …I morti vanno onorati, i morti chiedono rispetto!

Lino                          (a Maria): Sei tu che non vuoi concedere al nonno onore e rispetto!

Carlo                         (a Maria di rimbalzo): Signora Maria, ma se lo immagina? La cosa cambia da così(segnala con la mano) a così: la gente si sarà tolta il pensiero di votare, io sarò già sindaco e in- sieme alla giunta municipale, daremo l’estremo saluto al nonno del nuovo (indica Lino) assessore.

Lino                          :Non arrechiamo danno a nessuno !

Maria                        (a Lino):Ma tu sei pazzo, mi rimarrebbe il rimorso per tut- ta la vita!

Lino                          :Rimorso di che ? Ormai quel che è successo è successo. Te l’ho già detto: male non ne facciamo a nessuno !. …C’è forse qualcuno che dice ahi ?

Maria                        :Ma perché complicare qualcosa che si è già complicata?

Lino                          :Si tratta solo di fare le cose per bene. Nessuno saprà mai niente !

Carlo                         : Resterà un segreto che custodiremo solo noi tre !

Maria                        : Oooh! Giusto a questo volevo arrivare :…e se poi qualcu- no ci scopre ?(fa il verso a Lino) -Non facciamo male a nes-suno!- Se qualcuno riesce a sapere?…A me non ci pensate? Io non muoio all’istante per la vergogna !

Carlo                         : Dubita forse di me, ….il primo cittadino ? …O di suo fi- glio Lino ? Nessuno di noi ha interesse che questa notizia si diffonda.

Maria                        :Dico, facciamo finta che io accetti questa vostra proposta, me lo volete spiegare tutti e due come si fa a fare sparire (si fa il segno della croce) per due notti (torna a singhiozzare) e due giorni un morto e farlo ricomparire domenica sera? E’ necessario coinvolgere …due, e forse non bastano, bisogna rendere partecipi altre persone.

Carlo                         :Parliamone, una soluzione vedrà che si trova.

Maria                        Noo! Neanche per sogno ! In un simile caso lei si fiderebbe di qualcuno ? …E poi perché correre un simile rischio per una così banale ragione ?

Carlo                         (con flemma):Signora, credo che ami anche lei, certe regole del vivere civile: …si porta rispetto ai morti, manifestan- dolo ai vivi !

Lino                          :Esatto!

Carlo                         :Temo che lei non si renda conto che rimanendo vestita così, e peggio ancora, se dà ai parenti notizia del lutto, mancherà di rispetto ai morti e ai vivi.

Maria                        : Oh Benedetto Iddio ! Lei mi sta confondendo ! (a Lino) Spiegami tu se hai capito! In che modo mancherei di ris- petto ai vivi e al morto? …Chi non potrà partecipare al funerale di mio padre, magari chiedendo scusa, esprimerà le condoglianze dopo, …non porterei certo rancore a nes- suno assentandomi poi ai funerali altrui. Vi prego, lascia- mo che certe cose si svolgano secondo natura. (Lino non risponde perché stizzito)

Carlo                         :Signora cara, Lino si appresta a ricoprire una carica pubblica, lei, in questo modo nega a suo figlio il consenso del popolo tutto. La gente si associa al vostro dolore ma festeggia il nuovo assessore. L’occasione è buona per tutti! Al funerale di cui parlo io, parteciperebbero anche gli sconfitti scontenti, a quest’altro, solo qualche amico… e i parenti. Veda, noi non possiamo sottrarre alla gente una simile circostanza, per manifestare quello che sente.

Maria                        (risentita):Signor Carlo Biglia, mi rendo conto che attorno alla bara del mio povero padre, potranno esserci meno fiori e meno presenze, a me basteranno comunque, quanto- meno saranno sincere! Quanto a mio figlio, saprà conquis- tarli sul campo l’elogio e la stima della gente. E adesso mi permetta di chiamare i parenti! ( Si avvia al telefono; Carlo si porta le mani alla testa; Lino le si pone davanti)

Lino                          (pieno di collera): Mamma, le pugnalate che finora ho ricevuto in politica, stasera me le stai dando tu !

Maria                        :Pugnalate? Lino ma che dici ? …Tu sei mio figlio !

Carlo                         :Senza rendersene conto, lei manda a monte la carriera politica di suo figlio !

Maria                        :Scusi, che c’entro io ? Non sarà lei a decidere se Lino farà l’assessore ? (con ironia) A meno che, c’è una norma che lo vieti a chi perde il nonno la vigilia delle elezioni.

Lino                          :Il guaio è che Carlo rischia di non essere eletto sindaco !

Carlo                         :E che pur essendo eletto, rischio di non poterlo nominare assessore!

Lino                          :…E addio progetti di sistemazione per tutta la famiglia !

Maria                        (seccata) :Ma dico: io ho di là il padre cadavere, che non chiede altro che essere degnamente sepolto e voi vi divertite a giocare con me, sballottandomi come una pallina da ping, pong . Mi volete spiegare con chiarezza cosa c’è sotto ? Di- temi voi, cosa dovrei fare, …come mi dovrei comportare ? Sentiamo !?

Carlo                         :…Niente ! …Niente ! …Come si deve comportare ? …Come se niente fosse ! …Come se niente fosse ! (Maria rimane allibita) Al nonno penseremo io e Lino !

Maria                        (sbigottita, ironizza ): …E magari domenica, potrei andare regolarmente a votare !

Carlo                         :Certo !

Lino                          : E’ chiaro !

Carlo                         : Domenica, prima di morire, voterà anche il nonno, …abbiamo bisogno pure del suo voto !

Maria                        : E già che ci siamo, domani potremmo festeggiare anche il matrimonio di Patrizia, …come se niente fosse !

Lino                          :Vedi che cominci a capire ?

Maria                        (alterata):Ma si può sapere che razza di bestie siete ? (piangendo)Non vi permetterò mai di fare tutto questo. Non riuscirei mai a mentire ! Ma che credete che al posto del cuore io abbia una pietra ?

Lino                          : Zitta mamma per favore, sento dei rumori, saranno  Lucio e Patrizia che rientrano, (Maria piange)presto, andiamo di là, mi raccomando, non deve trapelare nulla . (“spinge” Maria ad uscire a sinistra, lei fa resistenza)

Carlo                         (guarda se dal fondo arriva qualcuno):Signora, lei piange per suo padre, ma affossa i suoi figli ! (Lino “persuade” Maria; escono a sinistra)

Atto I scena V

(Carlo, poi Lino)

Carlo                         (confuso, si muove in scena, controlla se arriva gente): Speriamo che si convinca, …sarebbe un disastro, …sei mesi di lavoro. Tutto programmato, tutto preparato nei minimi dettagli, …e adesso ? Accade l’irreparabile! Quanto m’è costata la campagna elettorale!? …A questo punto, sono io quello che rischia più di tutti.  Mamma mia, non ci voglio neanche pensare.  …Quanta pazienza, c’è voluta per combinare il matrimonio di Lucio e Patrizia. Per non parlare della testardaggine della ex di lui.(pausa) Questa, per me, doveva essere una notte di stasi. Da un mese non faccio altro che correre, correre, riflettere, organizzare, placare gli animi col mio sorriso, dare la carica. Come facevo a calcolare un simile imprevisto ?

Lino                          (rientra in scena, è più disteso)

Carlo                         :…E allora ?

Lino                          : Va meglio! Ci farà un sacco di altre domande ma penso che…si, si può fare. Piuttosto mi chiedevo: come faremo? Tu hai pensato qualcosa?

Carlo                         :Ma non avevi detto di aver sentito rumore di qualcuno che arrivava da fuori ?

Lino                          : Ma va ! …Era solo una scusa per farla muovere da qui e parlarle a quattr’occhi.

Carlo                         :Ma almeno quegli indumenti neri glieli hai fatto togliere di dosso ?

Lino                          :Si, si ! (preoccupato)Ma intanto, dimmi come faremo ? Tu c’è l’hai qualche idea?

Carlo                         :L’idea me l’ha data proprio tua madre!(Lino lo guarda molto stupito) Lei non si fida di nessuno, ed io neppure!

Lino                          :Carlo, fra poco mia madre torna e se non siamo convin- centi, quella spalanca le porte e dà l’annuncio a tutto il quartiere.

Carlo                         :Volevo dire che non sarà qualcuno del luogo ad aiutarci, …mi rivolgerò a un amico da fuori. Io glielo lascio stanotte e lui lo riporta domenica sera vestito di tutto punto.

Lino                          (pausa di riflessione): Ma tu lo conosci bene ?

Carlo                         :Garantisco personalmente ! Abbiamo a che fare con un professionista. Cose di città! …Qua neanche se le sognano! Sai che ti dico, meglio che tu vada di là a dare un occhio a tua madre, io mi metto in contatto.

Lino                          :Senti ma non vorrei che questo poi mi porti un conto…

Carlo                         :Ma se ti dico che è un amico! Va, va, lasciami lavorare! (Lino esce a sinistra; Carlo verifica che non arrivi nessuno, estrae il suo cellulare, pensa un attimo il numero da digitare, inizia, poi si ferma) Da qui è meglio evitare, non si sa mai . (e telefona dal fisso di Lino) …Si ! …Tutto bene ! …Senti, ti devo vedere subito. Una cosa importante ! …Ci dividiamo la strada. (pausa) No, a Cannatello. (pausa) Te lo spiego dopo. …Esatto ! Il pesce va congelato !

Atto primo scena sesta

(Carlo, Patrizia, poi Lino e Maria)

Patrizia                     (fuori scena ): Mamma ? …Sono Patrizia !

Carlo                         (sente la voce di Patrizia; con mossa fulminea  porta il suo cellulare all’orecchio ) :Se tardo aspettami !(abbassa la cor- netta del fisso e finge di parlare al cellulare) si, tutto a posto, tutto procede bene, (pausa) …senz’altro, ci vediamo doma- ni, …OK, a domani.

Patrizia                     (entra dalla comune, mentre Carlo parla al cellulare, poi): Oh ! Che sorpresa, il signor sindaco a casa mia ! Complimenti per il comizio di chiusura!

Carlo                         (con calma conserva il cellulare):Grazie! Complimenti anche a tuo fratello! E allora è tutto pronto per domani ? (Patrizia fa cenno di si) …A proposito mi ha appena chiamato il sot- tosegretario Buttò per assicurarmi la sua presenza al rice- vimento di nozze. Ci sarà anche il senatore Tantillo, l’ono- revole Sirato, il presidente della provincia, tutti con le ris- pettive famiglie ! Ecco, lo dico con tutto il cuore: per me è come se domani si sposasse mia figlia!

Patrizia                     :Ne parliamo sempre con Lucio, non potremo mai ringra- ziarla abbastanza !

Carlo                         (con modestia): Ma che dici? …In fondo, io cosa ho fatto ? …Voi sembrate fatti l’uno per l’altra!

Patrizia                     :Il suo regalo di nozze, rimarrà per noi indimenticabile!

Carlo                         :Vi avevo detto mi pare, che potevate andare in agenzia e scegliere voi stessi un altro itinerario.

Patrizia                     :Il viaggio scelto da lei è una favola ! …Ma non doveva ! (muove la mano come se lo ammonisse) …Chissà quando le sarà costato !

Carlo                         :Sono o non sono il testimone di nozze ?( si sprecano sorri- sini) Ma Lucio dov’è?

Patrizia                     :…E me lo chiede ? Anche stasera ha voluto dare il suo ap- porto: è andato insieme agli altri amici ad affiggere i mani- festi elettorali. Mi ha promesso che non farà tardi !

Carlo                         (guarda l’orologio):A proposito, s’è fatto tardi anche per me! Ero venuto per fissare alcuni dettagli con Lino e poi devo scappare, sapessi come t’invidio, magari potessi an- dare subito a letto anch’io ! Fossi in te andrei subito a ri- posarmi: domani ti attende una giornata pesante.(Lino e Maria non più vestita a lutto, entrano da sinistra) Lino ! Oh Finalmente !

Lino                          (a Patrizia):Ciao Patrizia, Marco non era con te?

Patrizia                     :No ! Non è ancora tornato ?

Carlo                         :…Eh! Ma il ragazzo ormai è maggiorenne ! Starà aiutan- do gli altri ad attaccare i manifesti murali.

Patrizia                     (vede i capelli della madre):Mamma, come stai bene! Fatti guardare ! (Maria si avvicina a Patrizia e singhiozzando l’ab- braccia) Mamma cosa c’è ?

Carlo                         (a Patrizia) :La mamma è troppo sensibile ! Al pensiero che domani ti sposi, piange già adesso! Patrizia ti chiedo una cortesia: forse è meglio che accompagni tua madre a letto, è stanca ! Appare provata ! (a Maria) Vero signora ?(a Pa- trizia) Su, accompagna la mamma a letto, …e lei signora Maria, mi raccomando, non faccia commuovere sua figlia, la lasci dormire tranquilla e dorma serena anche lei.

Patrizia                     :Stia tranquillo ! Buonanotte !

Carlo                         :Buonanotte ! …A domani !( Patrizia e Maria escono a sinistra)

Atto I scena VII

Carlo, Lino, poi Marco

Lino                          (si assicura che nessuno senta): Allora, com’è andata ?

Carlo                         :Tutto a posto ! …Lui mi sta già aspettando. Adesso noi carichiamo tuo nonno sulla machina e io gli faccio fare una bella passeggiata.

Lino                          :…Aspetta, non possiamo. Dobbiamo quantomeno aspetta- re che rientri mio fratello Marco.

Carlo                         :Questa non ci voleva ! (pausa) Ma dimmi un po’ :com’è successo ? Così, all’improvviso ? Aveva qualche malattia ?

Lino                          : Ma quale malattia ? Era una roccia !

Carlo                         :…E allora ?

Lino                          :…Se tu sapessi ?(confuso)…Mia madre l’ha trovato stec- chito(indica verso l’uscita di destra) mentre guardava una cassetta…, una videocassetta porno.

Carlo                         (non riesce a trattenere un risata): Ppffss ! …Perdonami ! …Uno non sa se piangere o ridere . (cerca come può di contenersi) …Beh! Almeno è morto contento !

Lino                          (per poco non scoppia):Haaah! Io vorrei sapere come ha fatto ad avere quella video cassetta ?

Carlo                         : …E chi lo sa?…Forse gli anziani del circolo sono più svegli di quello che sembrano .

Lino                          :Io un sospetto c’è l’ho! …Forse, la frittata l’ha fatta il signorino che stiamo aspettando. Eh già ! E’ Marco che dorme nella stanza accanto a quella del nonno.(fa cenno verso l’uscita di destra) …Chissà che non ne abbia altre nascoste. Se la vedrà con me: lo devo smascherare !

Carlo                         :Non t’azzardare a farlo stasera ! Mi raccomando: aria in- differente! Fra l’altro che colpa ne ha il ragazzo ? …Io la rimetterei nella sua stanza, così lui non ha motivo di allar- marsi.

Lino                          :Ma se ti dico che non so dove li tiene !

Carlo                         : Ok ! Ok! A questo punto meglio lasciare tutto come sta. (breve pausa) Stavo pensando, se non ricordo male, ci deve essere una scaletta che da qui, (fa cenno verso l’uscita di destra)conduce al tuo garage là sotto!?(Lino annuisce) Bene! La tua macchina è dentro il garage ?

Lino                          :No !

Carlo                         :Vai subito a metterla dentro. Quando saremo pronti, scen- deremo dalla scala interna e sistemeremo il nonno con cal- ma, come un normale passeggero. Userò la tua macchina, la mia darebbe troppo nell’occhio. Fai presto ! (Lino esce dalla comune)

Atto I scena VIII

(Carlo, poi Marco e Lino)

Carlo                         (Suona il suo cellulare, lo estrae e parla): Pronto ! …Tesoro credevo di sbrigarmi prima e invece …; Eeee, no, no tutto a posto! (breve pausa) Non ti saprei dire! ...Si, si, meglio che tu va da a letto. ( pausa) A chi lo dici? …Va bene, …va be- ne, ciao, ciao.(ripone il cellulare) Dunque, vediamo a che punto sono i ragazzi.(riprende il cellulare e telefona) ..Tullio? Sono Carlo, come va? (pausa ) Ok, …Ok, …senti, io sono troppo stanco, ci vediamo domani. …Ascolta, c’è …con- trollo in giro ? Avete avuto noie? (pausa) E adesso dove siete ? (pausa) Benissimo ! …Ci vediamo domani, Ok, buo- nanotte. (ripone il telefono e riflette) Dunque, vediamo, ve -diamo, …se vado da via Murotorto, non dovrei avere nes- sun problema.

Marco                       (in scena dalla comune, ha l’aria assonnata): Buona sera signor sindaco !

Carlo                         : Ehi là! Marco ! (stretta di mano) Il piccolo della famiglia che torna alle ore piccole. Ah! Ma io ho preso le tue difese! Poco fa Lino diceva:- come mai mio fratello ancora non torna ?- Dimentichi che Marco tra due giorni è maggioren- ne, ho detto io , domenica andrà a votare per la prima vol- ta. …E poi, questa, per tutti noi in paese, è una sera parti- colare.

Marco                       :La ringrazio !(sbadiglia) Signor sindaco mi scusi, sono stanco, ho bisogno di andare a letto. Buonanotte !(va per l’uscita di destra)

Carlo                         (evita che esca): …Ah senti ! Io stasera ho preso le tue di- fese, in ogni caso i consigli di tuo fratello devi sempre ac- cettarli. (gli mette un braccio sulla spalla e lo allontana dal- l’uscita di destra; Marco è assonnato) …E se talvolta Lino dovesse sgridarti, niente colpi di testa, lo fa per il tuo bene, intesi?

Marco                       :Ma certo, siamo andati sempre d’accordo io e lui. …Io vado eh?

Carlo                         (Marco sta per uscire, Carlo lo rimette sotto  “l’ala”) : Te ne vai a letto senza mangiare qualcosa? …Guarda che poi stanotte, con lo stomaco vuoto è peggio.

Marco                       :Ho già mangiato qualcosa fuori qua e là. (si “divincola”) …Notte !

Carlo                         (proprio mentre Marco è quasi uscito): Ah scusami ! Dimen- ticavo: per la festa del tuo 18esimo compleanno, non man- ca nulla vero?

Marco                       (casca dal sonno) : Nulla !

Carlo                         (lo prende sottobraccio e fa due passi) : Mi raccomando, fa come ti avevo detto: raduna gli amici e le ragazze in piazza, poi tutti insieme vi recate a votare nei vari seggi di appar- tenenza. Devono vedere tutti che siamo una forza ! (Carlo guarda se arriva Lino, Marco “dorme in piedi”)…Dopo le ele- zioni costituiremo un circolo giovanile del nostro partito. Dobbiamo tenere i giovani uniti, …ho intenzione di farlo gestire a te: me ne sono accorto che sei un giovanotto sve- glio ! (guarda verso la comune e nota Lino di ritorno) Oh Li-no ! Stavo dicendo a Marco, non sarebbe meglio se man- giasse qualcosa anzicchè andare a letto a stomaco vuoto ?

Marco                       :Ma io…

Carlo                         :Ho visto che stava andando (indica a Lino l’uscita “vieta- ta” di destra) diritto, diritto nella sua camera, mi sono per- messo…, non so se ho fatto bene.

Lino                          :Ma certo !

Marco                       :Ma io non ho fame, ho già mangiato qualcosa, ho sonno ! (si avvia verso destra)

Lino                          :D’accordo! D’accordo ! Ha detto la mamma(impacciato) …che la tua stanza è impegnata. …E’ impegnata, con la roba di Patrizia, si ! Ha detto così ! Stanotte dormirai di là (verso sinistra) nel divano, pazienza, solo stanotte. (Marco esce verso sinistra)

Lino                          :Non si saluta ?

Marco                       (insonnolito torna): Buona notte !(esce a  sinistra)

Atto I scena IX

(Carlo, Lino, poi Maria e Vanni )

Carlo                         :Ma quanto ci hai messo ? Io non sapevo più cosa inventa- re. A momenti tuo fratello rovinava tutto! (Lino gli fa capire che non ha “giocato”) …Di un po’, che aria c’è fuori ? Cir- cola ancora gente?

Lino                          :Il tempo di metterlo in macchina e in giro non ci sarà più anima viva. Senti, non sarebbe meglio se venissi anch’io ?

Carlo                         :Assolutamente ! Queste sono cose delicate ! …Capiamoci bene, non è stato facile convincere questo amico, che già rischia di suo, se vieni anche tu, c’è il rischio che quello mi fa fare dietro front.

Lino                          :Come vuoi ? Io lo dicevo per non lasciarti solo .

Carlo                         (sussurrato): Fidati !(gli fa cenno di uscire a destra)

Maria                        (da sinistra): Lino !(Carlo alza gli occhi al cielo, Lino si gira)

Lino                          :Mamma che ci fai tu qui ? Marco è già andato a letto.

Maria                        :Voglio sapere dove lo portate!?  E’ mio diritto saperlo! Avanti, ditemi di chi vi fidate? Chi vi ispira tanta fiducia? Ma lo capite che qui è in gioco la dignità di una famiglia? …E poi vorrei sapere, come fa un nonno che muore, a por- tare tutto questo scompiglio nella politica? …Che già ci rovina la vita, ma almeno lasciasse in pace i morti.

Carlo                         :Sapere, è un suo sacrosanto diritto ! …Crede che non stia mettendo in gioco anch’io la mia dignità ? Io rischio ecco- me ! Mi curerò personalmente di portare suo padre fuori sede da un amico. Egli ha i mezzi per risolvere il nostro caso.

Maria                        (seccata) : Risolvere, risolvere, …risolvere che ?

Carlo                         (flemmatico) : …Eh cara signora ! La politica è un’arte ! Non tutti la possono apprezzare, tanti s’illudono di saperla fare,  …in pochi sanno renderla concreta. Veda, noi pos- siamo vincere l’elezione con certezza se otteniamo più del 50% dei voti. Dobbiamo quindi ottenere più voti possibili. La quota maggiore, come lei avrà capito, l’avremo dal ma- trimonio di Lucio e Patrizia, poi ci sono i partiti, le associa- zioni, i simpatizzanti, i miei parenti. Se noi annunciamo la morte del nonno adesso, si scatena una guerra ! Non solo perdiamo voti dai vostri parenti, dovendo evitare anche il ricevimento di nozze, deludiamo le attese degli elettori in- decisi. La data di questo ricevimento di nozze, non è stata scelta a caso. La gente, al pranzo di domani, aspetta il sin- daco al varco: vuole vedere se tra gli invitati, visto che già se ne parla in giro, saranno presenti le alte personalità po-litiche annunciate. Ed io sarò lì, a curare le presentazioni, strappare promesse, raccomandare l’amico che merita. …Lei capirà, è un’occasione che attendono in tanti. I pre- senti ne parleranno agli assenti. L’elettorato si nutre di questi segni, vuole essere certo di poter contare su appoggi sicuri.

Maria                        :Lei ha in mano un grande castello di carta !

Carlo                         :Devo aspettare solo domenica sera e si trasformerà in roc- cia granitica, inespugnabile rifugio di tutti noi. …E non dimentichi il ruolo di Marco, anche suo figlio farà la sua parte. Il suo compleanno casca a pennello: prima si vota e poi si festeggia. (Pausa) …L’altra faccia della medaglia è densa d’insidie: si chiama ballottaggio ! A quel punto, l’avversario riprende fiato, l’elettorato si disorienta, devi fare nuove alleanze: in tanti chiedono, troppi pretendono ! (pausa) In circostanze simili, potrebbero chiederti di rinun- ciare (fa accenno a Lino) ai beni più cari ed essere costretto a dovertene privare. (breve pausa) Credo di essere stato abbastanza esauriente cara signora.

Maria                        (consapevolmente amareggiata, muove la testa per dire che accetta)

Vanni                        (dalla comune, canticchia imitando la banda; Maria non appena ne avverte la presenza rimane di sasso)

Lino                          ( a Vanni): Silenzio, piano, dormono tutti !

Vanni                        (non appena scorge Carlo):Papalla, Papalla, ect.(Carlo lo ab- braccia, contemporaneamente Maria come forsennata parla a Lino)

Maria                        :Siamo rovinati, siamo nei guai ! Non se ne fa più niente ! (Lino la invita alla calma, Vanni continua) Apriamo le porte , fatemi telefonare! Subito !

Lino                          (a Maria che continua ad agitarsi): Si può sapere cosa ti suc- cede ? (anche Carlo si mostra preoccupato ) Non ti preoccu- pare, ( indica l’uscita di sinistra) Vanni andrà a letto di là. (a Vanni) Vannino su, è tardi, è ora di andare a dormire, sta- notte dormi nella mia stanza, nella tua ci sono le cose di Patrizia. Lo sai che domani si sposa Patrizia ?

Vanni                        (ruota la mano, per sottolineare che sarà un gran giorno): Domani !!!

Lino                          :Avanti su, che ti accompagno. (lo spinge a sinistra, Vanni resiste)

Vanni                        :Mangiaaaare !!!

Lino                          : Si, si! …Domani ci sarà da mangiare…

Vanni                        : Mangiaaare !!

Lino                          (a Maria) : Mamma credo che Vanni abbia fame, per favore dagli qualcosa da mangiare.

Maria                        : Oh povera me ! Sono rovinata, come farò ? Come farò? (esce a sinistra con Vanni)

Atto primo scena decima

(Carlo, Lino, poi Maria)

Carlo                         :Pareva convinta, era decisa, …cosa le avrà fatto cambiare idea ?

Lino                          :Non riesco a capire neanch’io . Il rientro di Vanni, non so cosa gli abbia fatto tornare alla mente . …Non lo so, forse vedendo Vanni, le sarà tornato alla mente mio padre. (Lino si commuove)

Carlo                         :Lino su non ci pensare, andiamo. (stanno per uscire a destra)

Maria                        (irrompe da sinistra piangendo) : Fermi ! Non se ne fa più niente ! A quest’ora tutto il paese è stato informato !

Lino                          :Mamma si può sapere cosa ti succede ?

Carlo                         (impaziente):E’ ora di agire !

Maria                        (in lacrime): Siamo rovinati ! A quest’ora tutti sapranno ed io non ho detto niente a nessuno. …Mi ero dimenticata di dirvi che Vannino è stato il primo a vedere il nonno, è stato lui che mi ha segnalato di andare di là.(piange)

Lino                          : E’ la fine ! Siamo rovinati ! (gelido silenzio)

Carlo                         ( riflette) :Un momento ! Se Vanni fosse andato in giro a raccontare la storia del nonno, a quest’ora si sarebbe pre- cipitata qui tanta gente. Ammesso che ne abbia parlato, nessuno ha telefonato per chiedere conferma di tale notizia. I ragazzi sono appena rientrati e non hanno dato alcun se- gno di preoccupazione. (pausa) …No! Non c’è nulla da te- mere! …E poi non vi siete accorti che aveva ancora l’aria di festa che c’era fuori?

Maria                        :Povero Vanni, gli ho pure dato uno schiaffo. …Rideva quando ha visto il nonno, ma lui che colpa ne ha ?

Lino                          :Forse non si è reso conto di quello che è veramente acca- duto.

Carlo                         (a seguire):…O forse, quello dev’essere stato uno schiaffo salutare. Deve avergli fatto dimenticare ogni cosa !

Maria                        :Lei crede ? Io ho paura ! Come si fa a tenerlo sotto con- trollo ? Quando Vanni avvista certe cose è capace di ripe- terle per mesi.

Carlo                         :Signora, tanto qualsiasi cosa dica Vanni, nessuno la pren- de sul serio. …Se poi dovesse proprio darci fastidio, abbia- mo i mezzi per poterlo smentire. Bisogna agire, non c’è più un minuto da perdere! (esce con Lino a destra)

Maria                        (si porta con forza le mani al viso, poi s’accosta all’uscita di destra e con voce strozzata chiama forte): Lino !

Lino                          (rientra in scena esasperato): Cosa c’è!

Maria                        :Nell’armadietto in alto, ci sono le scarpe nuove del nonno, promettimi che gliele metti ai piedi, non possiamo lasciarlo in pantofole.

Lino                          :Va bene promesso! (esce a destra)

Fine primo atto!


secondo atto

(stessa scena del primo atto. Il calendario segna ancora 17 venerdì. Vittorio appare nello specchio della parete di fondo. Egli è un’anima del purgatorio che ha preso le sembianze di una nobildonna. Costei le ha “prestato” il suo corpo perché non è stato possibile recuperare la sua salma. Egli è appena arrivato in “permesso” per esaudire un desiderio del nonno: condurlo “lassù” vicino a lui.)

Atto II scena prima

(in scena Vittorio)

Vittorio                     (seduto, si guarda allo specchio. Il pubblico lo vede riflesso): Ammazza come siete brutta signora Marchesa ! …Siete di animo buono, voi dovreste stare già in paradiso, ma lascia- temelo dire: fate schifo! …Diciamo, che fate un po’ schifo! (sia alza e si mostra al pubblico) Come farò a dire al nonno che sono io, Vittorio, suo nipote Vittorio. Sono tornato sul- la terra in permesso dal purgatorio, mi hanno dato 24ore per condurlo con me. Ho mantenuto la parola! Ho esaudito un suo desiderio!(pausa) Diciotto anni fa, ero uscito come altre volte in deltaplano. Volavo, magnificamente! Eviden-temente, volando, sognavo! Non ricordo più nulla, non vi so dire dove sia andato a finire. Ha deciso il vento ! Ricor- do che il nonno era così addolorato che avrebbe voluto se- guirmi allora. Io gli promisi che quando sarebbe toccato a lui sarei venuto a prenderlo. Era l’unico modo per farmi rivedere! …E invece, eccomi qua! (si guarda addosso e prova disgusto) Infilato nel corpo e nei panni della signora Mar- chesa! E’ successo tutto così, all’improvviso, avevo necessi- tà di ‘prendere la carne’ e la Marchesa s’è prestata sponta- neamente, come facevo a dirle di no? Anzi ora la chiamo per ringraziarla. Le dico che sono arrivato e che tutto è andato bene. (Incrocia i gomiti all’altezza del torace e tiene le palme aperte verso l’esterno, all’altezza del viso, si concentra) Centralone? …Interplanetaria dalla terra! Mi può fare una soffiata? …Si! Una soffiata sull’anima della Marchesa Aglietti Sedanini Verdelli, (pausa)…si grazie! (al pubblico) Dicono che lassù dove stanno i beati, hanno messo i telefoni intergalattici. Non c’è bisogno di aspettare. Si può chiama- re dovunque, direttamente! ..Eh ma lì fanno miracoli! (arri- va il “collegamento”) Signora Marchesa tutto a posto! Sono appena arrivato e volevo ringraziarLa.(pausa) Si ! …Esat- to! ...Ah! Complimenti per il fisico: siete una bella signora! Bella veramente ! (pausa ) Dite che questa bugia quando torno me la faranno scontare? …Ma veramente, io avevo detto che fate un po’ schifo, anzi ora che mi ricordo, non appena vi ho guardato allo specchio mi è venuto spontaneo dire: ammazza come siete brutta ! Fate veramente schifo! (pausa) Ah! Dite che questa è peggio :offesa al creatore! (al- za gli occhi al cielo rammaricato) …Guardate è meglio chiu- dere, ne parliamo, quando torno, …si ! Ne parliamo di per- sona! Ecco ne ho sparato un’altra grossa! Va bene signora marchesa, La saluto! (“libera” gli avambracci) Qui se non sto attento, finisce che in 24 ore, mi becco 24 anni di peni- tenza. …Offesa al creatore ! …Dev’essere grave! Chissà quanto fa offesa al Creatore? (poi indica con la mano il “vi- so” della marchesa) …Comunque, il premio sincerità mi spetta di sicuro !

Atto II scena seconda

(In scena Vittorio e Maria)

Maria                        (da sinistra, sconvolta): Non ho chiuso occhio ! Che trage- dia, che tragedia!

Vittorio                     : Uh! Ecco zia Maria ! E’ rimasta tale e quale! Lei è stata sempre legata al nonno.

Maria                        (si agita lungo il palco):Che succederà ?Come andrà a fini- re ? Io Ho paura ! Ho paura!

Vittorio                     (la segue a fatica): Paura di che ?

Maria                        (continua a muoversi): Se qualcuno lo viene a sapere, sono rovinata, rovinata !

Vittorio                     (fatica più di prima): Ma chi vuoi che venga a saperlo ? Non mi vedrà nessuno. Oggi stesso me lo porto . Vedrai che an- drà tutto bene.

Maria                        (continua): Accadrà qualcosa! Lo sento, lo sento! Povera me! Povera me !

Vittorio                     :…E io cosa dovrei dire ? Mi stai facendo impazzire. La marchesa ha le artrosi, non riesco a starti dietro.

Maria                        :Vedo già l’inferno, l’inferno !

Vittorio                     :Ma quale inferno! Per questo puoi stare tranquilla! Altri- menti avrebbero mandato un diavolo!

Maria                        (si dispera):Come farò a resistere fino a stasera? Riuscirò a passare un’altra notte insonne? Così, come se niente fosse? Per me ci sarà un crollo!

Vittorio                     (s’accorge che Maria non lo vede e non lo tiene in considera- zione):  …Che stupido! Credevo che zia Maria mi sentisse! Meno male che non mi sente e non mi vede. Altro che crol- lo, (si guarda addosso) morirebbe di paura all’istante. (con altro tono) La dipartita del padre è un grande dolore, ma la zia è di tempra forte. C’è la farà, c’è la farà, altro che!

Maria                        (cerca di farsi animo): Fra poco ci saranno i ragazzi, arri- verà gente, devo tirarmi su, devo tentare, devo farcela! Devo !

Vittorio                     (cerca di farsi vedere): Ma allora qualcosa la sente ! Zia sono tuo nipote Vittorio !

Maria                        (lo ignora): Se penso a Vannino mi vengono i brividi !

Vittorio                     (ha il viso tirato, non riesce a capire): Qui l’unica persona con cui posso parlare è il nonno. L’avranno sistemato di là, nella sala grande (esce a sinistra)

Maria                        :Vado a controllare cosa hanno combinato quei due di là. Chissà dove l’avrà portato quel pescecane!? Forse Lino è riuscito a convincerlo e sono andati insieme. Mio figlio sarà tornato a notte fonda, io non ho sentito alcun rumore. (esce a destra)

Atto secondo scena terza

(In scena Patrizia, poi Maria, Vittorio e Marco)

Patrizia                     (dalla comune; ha un’acconciatura accessoriata e complicata; per alcuni secondi si ammira allo specchio): Bella! E’ proprio come la volevo! Sono soddisfatta !(con altro tono) Come mai nessuno è ancora in piedi? Non è tardissimo ma devono ca- pire che oggi è un giorno speciale anche per loro. Bisognerà buttare giù dal letto i dormiglioni. …Strano, non si vede in giro neanche la mamma. Quasi, quasi, chiamo Lucio.(si avvicina al telefono, sta per telefonare poi desiste) No! Non intendo iniziare questo giorno alla maniera di tanti altri: da oggi, il telefono non cullerà più i nostri sogni la notte, ne ci farà più incontrare al risveglio. Questo è un giorno da ricordare per tutta la vita! (pausa) Mi preoccupa invece un solo fastidioso problema, non mi da pace da ieri sera : non sono riuscita a capire, dove può essere andata a finire la videocassetta che Lucio mi ha detto di vedere. (emula Lucio) - Amore, imparerai tante cose!- Alla fine, tra mille ansie, sono riuscita a vederla, ma adesso vorrei capire chi può averla presa? Fino a qualche giorno fa era nella mia stanza, dove l’ho sempre tenuta, ieri sera: sparita! Possibile che ci abbiano fatto una visitina i ladri? (riflette) Macchè! Prima di dormire, ho rovistato armadi e cassetti per cercarla, era tutto in ordine, figurati se i ladri entrano e portano via una videocassetta, e perché proprio quella ? (pausa) Mi sa che il ladro è da ricercare in casa ! (pausa di riflessione) Oh no! Vuoi vedere che l’ho dimenticata inseri- ta? Che figura!

Maria                        (da dove era uscita):Patrizia, sei già tornata?

Patrizia                     :Si mamma ! E tu come stai? Hai riposato bene?

Maria                        (la guarda): Lasciati ammirare, come sei bella ! (l’abbrac- cia e scoppia in lacrime)

Patrizia                     :Mamma, che ti succede? Dimmelo! Abiterò in un’altra casa è vero, ma continueremo a vederci e tu potrai venire a trovarmi, …su, su, così fai piangere anche me. (rimangono abbracciate, anche Patrizia si commuove )

Vittorio                     :Oooh! Finalmente le prime visite e i primi pianti! Era ora! Temevo di avere sbagliato casa! Il guaio è che non trovo il nonno! Di là, a furia di soffiare ho svegliato tutti.

Patrizia                     (a Maria): Su, su, andiamoci a cambiare, …si fa tardi !

Vittorio                     :..E mi pare giusto! Bisogna vestirsi in nero, dalla testa ai piedi. Forse il nonno è di là ? (esce a destra)

Maria                        :Ti auguro tanta felicità figlia mia, tanta felicità ! (lungo sospiro) Haaah! Le mamme sono destinate a fare tutti i sacrifici necessari per il bene dei figli.

Patrizia                     :Mamma, tu non hai nulla da rimproverarti, ne hai già fatti tanti per noi !

Maria                        :E altri ne dovrò fare! Altre pene dovrò patire! (Patrizia, alle parole di Maria, rimane perplessa )

Marco                       (da sinistra; indossa pantaloni e camicia, è in ciabatte, a piedi nudi; a Patrizia ): Perché la mamma piange?

Patrizia                     (sdrammatizza): Piange di gioia ! Oggi mi sposo e lei è con- tenta! Ripensa i sacrifici fatti in passato per tutti noi e si commuove. (Marco commosso consola Maria e fa altrettanto Patrizia)

Vittorio                     (da dove era uscito):Benissimo ! La compagnia si fa più numerosa! Ma il nonno dov’è ? (osserva Marco e Patrizia) Saranno dei cugini che non conosco!

Patrizia                     (a Marco):Ai fiori hai pensato tu?

Marco                       :Sicuro!

Patrizia                     :Mi posso fidare?

Marco                       :Stanne certa !

Patrizia                     :Adesso sei adulto! …E poi Lino ha avuto altro da fare.

Marco                       :Tranquilla ! Fra qualche ora inizieranno l’addobbo flore- ale. Se l’avessero fatto ieri, stamattina, avremmo trovato i fiori già appassiti.

Vittorio                     : Uh! Che sbadato ! Il nonno sarà già in chiesa! Però ! Quanto sono previdenti questi nipoti della nuova genera- zione.

Patrizia                     (a Marco): …E per la musica ?

Marco                       :Tranquilla! Ci sarà anche quella !

Vittorio                     :La banda ! Fiori freschissimi ! Nonno, cosa pretendi di più? Quale trattamento migliore potresti avere ?

(suonano alla porta. Marco risponde al citofono.)

Marco                       :Chi è ?( pausa) Si ! Un momento !(a Patrizia) E’ il postino, ha dei telegrammi.

Patrizia                     :Per favore, ritirali tu. (Marco esce per la comune)

Vittorio                     :Nonno, non manca nulla ! Chissà quei telegrammi da dove arrivano?(riflette) Dunque: io vado un attimo fuori, per ve- dere in quale chiesa saranno celebrati i funerali, così vado subito a trovare il nonno. (esce per la comune)

Maria                        (in ansia):Mandano già i telegrammi! Mi chiedo come avranno fatto a saperlo ?

Patrizia                     :Mamma come sarebbe? Sono i telegrammi degli zii, degli amici, dei parenti lontani, hanno ricevuto le mie partecipa- zioni di nozze e mi mandano le felicitazioni.

Maria                        (si rincuora):Hai ragione, hai ragione! Ho dei brutti ricordi legati ai telegrammi. …E quando risento questa parola…

Vittorio                     (dalla comune):Niente! Di carte funerarie, fuori non c’è traccia. I muri sono zeppi di manifesti elettorali.

Marco                       (dalla comune):Ecco i telegrammi!

Patrizia                     :Leggiamoli subito! (leggono i telegrammi)

Vittorio                     :Io non capisco come mai, davanti la casa del morto, non sono state ancora attaccate le carte della sua morte ? Ades- so come faccio a sapere in quale chiesa si trova il nonno? (si avvicina ai tre e li interroga a turno, parlando ad alta voce e gesticolando, inutilmente.) Dove avete portato il nonno? E’ a S. Nicola o ai Cappuccini? Voglio sapere la chiesa ! E dite- melo, che vi costa? (pausa) Heh! Devo trascinarmi dietro la signora marchesa a passo di lumaca, e fare il giro delle chiese, spero solo di non doverle girare tutte.

Patrizia                     (sfogliando i telegrammi): La gente continua ancora a scri- vere le solite frasi, caspita, non sono più di moda! Basta!

Vittorio                     :Ecco! Sarà un effetto moda! E’ passato tanto tempo da quando sono morto io, le cose sono cambiate: niente più carte da morto ai muri !

Patrizia                     (da un telegramma):Oooh! Senti questa:- Da oggi sarà Pa- radiso ! …E per sempre!-

Vittorio                     :Nonno, incassa ! Alla grande !

Marco                       (altro telegramma) :Originale come sempre zia Mimì:- Finalmente il grande sogno: meglio non svegliarsi mai !-

Vittorio                     Però ! Comincia a piacermi questa nuova mentalità ! Mi sento un po’ disorientato, ma vedo che i giovani, a diffe- renza di zia Maria, sono più disinvolti. Oggi, col progresso, un avvenimento luttuoso viene vissuto in modo spigliato.(si avvicina a Patrizia) Ora capisco perché la mia cuginetta è andata a farsi fare questa pettinatura, (mima con le mani l’acconciatura) …per andare al funerale del nonno! …Lo esigono le usanze attuali ! Fa parte del modo di esprimersi odierno! Ai miei tempi, queste cose …

Patrizia                     :Mamma, è meglio andarcene di là, se arriva qualcuno, non possiamo certo riceverli così.(a Marco) Giovanotto, oggi la tua prima giacca e cravatta. (si avviano ad uscire a sinistra, Vittorio istintivamente…)

Vittorio                     (si avvicina e “tenta” di salutarli):Andate via? …A più tardi, …Ci vediamo ! ciii…(s’accorge che non lo tiene inconsidera- zione nessuno; rimasto solo) …Ecco, ai miei tempi, i capelli così…(mima) non li acconciava nemmeno chi si preparava ad una serata danzante. Oggi sono di moda per i giorni del lutto. Evidentemente, le cose sono cambiate: hanno abolito anche le affissioni funerarie! D'altronde, come facevo a sa- pere certe cose? A noi non è concesso sapere niente! Devo- no redimerci, ci fanno vedere solo un canale in bianco e nero: filmati d’epoca, documentari, …e l’intervallo con le pecore al pascolo. Vedi nonno, se avessi potuto parlare con te, me le avresti spiegato tu queste cose. (suona il telefono, Vittorio istintivamente, sollecita i parenti, a voce alta, in pros- simità dell’uscita sinistra )Il Telefono ! (continua a suonare) Il telefono ! …Qualcuno prenda il telefono !

Atto secondo scena quarta

( in scena Vittorio e Lino)

Lino                          (da destra si precipita al telefono; indossa una elegante giacca da camera, è a piedi nudi. Vittorio è sorpreso) :Pronto !(pausa di ascolto)

Vittorio                     :Finalmente qualcuno mi ascolta !

Lino                          :Si ! …d’accordo ! Io sono quasi pronto! (pausa di ascolto)

Vittorio                     :Nonno, però, quanto rispetto ! Ti accompagnano all’ulti- ma dimora a piedi nudi.

Lino                          :…Ne parliamo di presenza. (pausa di ascolto)

Vittorio                     :La giacca da camera non la capisco! …Ma se è d’obbligo! (guarda Lino attentamente)

Lino                          :Va bene! A più tardi, ti aspetto ! (riattacca e riflette)

Vittorio                     (riferito a Lino):Adesso lo riconosco! E’ mio cugino Pasqua- le!

Lino                          (Si lascia andare a gesti di entusiasmo e gira intorno a Vitto- rio): Carlo, Carlo, Carlo! Alè!

Vittorio                     (disorientato): No! Io sono Vittorio! Tuo cugino! Sono venu- to per il nonno. Oggi andremo via insieme ! Tranquillizza tua madre, non mi vedrà nessuno !

Lino                          :Meno male che ci sei tu ! Meno male che ci sei ! Carlo, Carlo, Alè!

Vittorio                     :Io non sono Carlo ! Cioè …magari tu credi che sia uno scherzo. …Eh già! Tu vedi la signora Marchesa davanti a te.  Non farci caso, dopo ti spiego.

Lino                          (dinamico, gasato) : Niente potrà fermarci !

Vittorio                     :Ecco, se ti fermi un attimo è meglio ! Io sono venuto per rispettare la promessa fatta al nonno. (Lino poco dopo esce a sinistra, ma Vittorio non se ne accorge)Vedo che adesso avete abitudini nuove e per certi versi non mi raccapezzo, però, devo dire che l’idea di riverirlo andando a piedi nudi al suo funerale, vi fa onore e mi commuove tanto. Adesso volevo solo chiederti: lui dov’è? (pausa) Dico, il nonno ades- so dove l’avete portato? (a parte) E’ meglio non dirgli che io posso parlargli dentro la bara, si potrebbe impressionare. (a Lino) In quale (si gira a destra) chie- (poi a sinistra) sa… Te ne sei andato !? (va per l’uscita sinistra e poi destra)S’è ne andato! Io vorrei capire se effettivamente non mi vedono o fanno finta di niente per non guardare la signora Marche- sa. Eppure gliel’ho detto di non fidarsi delle apparenze!

Atto secondo scena quinta

(in scena Vittorio e Vannino poi Maria)

Vannino                    (da sinistra; indossa la camicia, senza giacca e cravatta. Mar- ciando canticchia, imitando la banda, l’inno di Mameli dal ritornello e conclude da fermo sugli attenti.)

Vittorio                     (durante la “parata” di Vannino esprime commenti positivi con la mimica): Nonno, anche l’inno nazionale ! Eeeh! Ma allo- ra sei diventato un personaggio importante !

Vannino                    :Il fucile da caccia no, le medaglie si ! Le medaglie sono tutte di Vannino! (petto in fuori come le avesse già appun- tate)

Vittorio                     :Ma si! E’ Vannino! Il cognato di zia Maria: il fratello del marito. Povera zia, s’è dovuta sorbire anche lui.

Vannino                    :Ora che viene Maria, mi porta le medaglie e anche mi por- ta pure il binotolo. Ora il nonno dorme troooppo (contento) e non li vuole più. …E Vannino diventa elegante ! …Che poi la gente dice: -come sono belle le medaglie!-  -Come (sta per dove) l’hai comprato? -(sorride) Comprato noo! Sono le medaglie che sono del nonno, …che sono di Vannino.

Vittorio                     :Pure Vannino, a suo modo, intende dare il proprio contri- buto: testimoniare gli atti eroici del nonno indossando le sue medaglie.

Maria                        (da sinistra; indossa un abito lungo elegante): Bravo Vannino, ti sei vestito per la festa di oggi !

Vittorio                     :Dunque per loro questa è una festa, un modo diverso di dare l’addio !

Vannino                    (mentre Vittorio parla, ammira l’abito di Maria): Maria Bella!

Maria                        :Ti piace? Anche tu oggi sarai elegante! Hai visto di là, ti ho preparato giacca e cravatta?

Vannino                    :Cravatta noo !

Maria                        :Va bene ! Metterai solo la giacca !

Vannino                    :Giacca noo !

Maria                        (accondiscendente): Come dici tu ! Come dici tu !

Vannino                    :Ora tu prendi il binotolo e le medaglie e il binotolo. …E Vannino elegaaante ! (indica il petto e… sogna)

Maria                        (a parte; pietrificata): O mio Dio siamo rovinati ! Come si fa a cancellare le medaglie dalla mente di Vannino ?

Vittorio                     :C’è da dire che in effetti, le medaglie toccano ai nipoti.

Maria                        (a parte):A onor del vero, mio padre gliele aveva promesse.

Vittorio                     :Quand’è così ! (Vannino continua la sua parata)

Maria                        (a parte):Quindi Vannino ha capito tutto !(si agita)

Vittorio                     (perplesso):Io mi chiedo perché non volete fare partecipare il povero Vannino? Per non rattristarlo o per sottrargli le medaglie? In ogni caso, che c’è aria di festa, lui l’ha capito eccome!

Maria                        Devo subito parlarne con Lino.(sta per uscire a sinistra, ma suonano alla porta, è agitata ) Calma ! Arriva gente, devo stare calma! (Vittorio mostra perplessità) Vannino vai ad aprire ! Anzi no! Vai a chiamare Lino, di là !(accompagna Vannino all’uscita di sinistra, suonano di nuovo; poi va ad aprire uscendo dalla comune)

Atto secondo scena sesta

In scena Vittorio, Carlo, Maria, poi Vannino e Lino)

Vittorio                     :Vuoi vedere che è il prete ? …E magari sarà vestito da Arlecchino !?

Carlo                         (insieme a Maria dalla comune):Complimenti! Elegantissi- ma ! (galante, le bacia al mano) Animo signora, animo ! Ricordi che oggi è giorno di grande festa ! (Vittorio gira intorno a Carlo)

Vittorio                     :E questo chi è ?

Maria                        :Vannino comincia a dare i primi fastidi: vuole le meda- glie !

Carlo                         (tira fuori il libretto degli assegni): Che medaglie sono ? Quanto c’è da spendere!

Maria                        :Sono quelle che mio padre ha avuto per meriti di guerra.

Carlo                         :Bene ! Diamogli le medaglie ! Se è necessario compramo- ne delle altre !

Vittorio                     :Se qualcuno è disposto a spendere, significa che ci sono sotto interessi. …E forse qualcosa di losco !

Vannino                    (da sinistra insieme a Lino che indossa camicia e cravatta ma non le scarpe): Il binotolo! Il binotolo !(mima con le mani il binocolo agli occhi; Carlo chiede lumi a Maria)

Maria                        (col morale a pezzi) …Anche il binocolo! Vannino ha capito tutto !

Atto secondo scena settima

(detti e Lino)

Lino                          (In scena da sinistra; a Carlo): Per fortuna sei arrivato !

Vittorio                     (a Lino): …Ah ! Sei andato a cambiarti !

Carlo                         (a Lino e Maria):Ma perché non gli date quello che vuole?

Vannino                    (a Carlo che gli si mostra benevolo): Medaglie qua! ( indica il petto)medaglie, medaglie, …Ch’è bello Vannino !

Carlo                         (a Maria): E allora che vogliamo fare ? Va accontentato !

Maria                        (a Carlo):Le medaglie al petto, conducono subito al nonno !

Vittorio                     :Prendiamole subito queste medaglie, almeno parlo col nonno. Forza Vannino, insisti !

Carlo                         (a Vannino): Senti Vannino, se tu metti le medaglie qui, (al petto) la gente…

Vannino                    (lo interrompe): Vannino ch’è bello, elegante ch’è bello !

Carlo                         :Però poi te li ruba ! La gente se ti vede le medaglie qui, te li ruba. Per oggi è meglio lasciarle dove stanno.

Lino                          :Te le diamo domani, oggi ci sarà troppa gente!

Vannino                    (Seccato): Noooh! Sono di Vannino ! La gente dice: Vannino ch’è bello !

Maria                        (preoccupata):E adesso che si fa ? (Maria, Carlo e Lino, riflettono)

Vittorio                     : Le medaglie saranno dentro la bara, appuntate al nonno.

Carlo                         : Mi è venuta un’idea ! (a Lino) Vai di là con tua madre e Vannino , poi torna subito.

Lino                          :Mamma vieni un attimo di là. ( invita Vannino ad uscire) Andiamo a mangiare qualcosa! (ma questi si rifiuta)

Carlo                         (a sostegno di Vannino) : Vannino, avrai le tue medaglie! (Vannino e Lino escono a sinistra)

Maria                        (a Carlo) : Ma come faremo ? Io ho paura !

Carlo                         :Niente paura, a tutto c’è un rimedio! (accompagna Maria all’uscita di sinistra) Vada signora, vada. (da solo riflette)

Vittorio                     :Zia Maria ha avuto sempre paura di noi morti!(alla zia fuori scena) Cara zia, visto che t’impressioni, fai recupe- rare le medaglie agli altri. Ti consiglio piuttosto di stare alla larga da (allude a Carlo) questo individuo: Ho la sen- sazione che si tratti di un lestofante !

Lino                          (rientra in scena; a Carlo): Vannino m’impensierisce non poco. …Ma dimmi : com’è andata stanotte?

Carlo                         :E’ andato tutto bene ! Ora dobbiamo occuparci di Van- nino : è lui adesso il nostro nonno! Vieni! (escono a destra)

Atto secondo scena settima

In scena Vittorio, Nancy, poi Carlo e Lino)

Vittorio                     :Lo dicevo io: qui c’è qualcosa sotto! Non mi piace questo tizio ! Meglio andare a vedere cosa combinano. (si accinge ad uscire a destra quando…)

Nancy                       (fuori scena) : E’ permesso ? …E’ permesso ? Maria!

Vittorio                     :Chi sarà mai ?

Nancy                       (dalla comune; E’ abbigliata e truccata in modo “eccessivo”) :C’è Qualcuno?(a parte) Non mi risponde nessuno! Sem- briamo in un cimitero! (Vittorio le si accosta e la guarda con ostilità )Ma tu guarda in che razza di casa dovevo capitare! Con quale famiglia mi devo imparentare !(perplessa attende l’arrivo di qualcuno e ammira gli accessori che indossa)

Vittorio                     (offeso): Ma si può sapere chi sei? …Mamma mia quanto sei brutta ! …E più ti guardo e più mi sembra di rivedermi allo specchio ! Ma non ti vergogni? A tutto c’è un limite !

Nancy                       :Ma chi me lo ha fatto fare stamattina, a presentarmi qui!

Vittorio                     :Esatto! Che ci azzecchi tu col nonno?

Nancy                       :Chi me lo ha fatto fare? Al diavolo le promesse e le buone maniere !

Vittorio                     (A parte):Vuoi vedere che questa è venuta direttamente dall’inferno e mi vuole fregare il nonno? (le si avvicina e soffia lateralmente) No! Non sente il richiamo ! Non è dei nostri ! (seccato) D’accordo per voi è una festa, ma con quale coraggio ti presenti in casa nostra per onorare la memoria del nonno Angelo, conciata in questo modo?    C’è un limite a tutto ! Hai esagerato troppo! Io mi chiedo   a questo punto, in che modo veste oggi la gente …che ne so, … per andare a un matrimonio?

Nancy                       : …E pensare che all’inizio ero tanto entusiasta ! Purtrop- po adesso…

Vittorio                     :Credo di aver capito: questa è una di quelle… che il nonno ogni tanto andava a trovare. Non si spiega diversamente ! …E caro nonno, avrai da fare tanta penitenza! Ti costerà caro! Ti faranno espiare in proporzione a quanto sei anda- to a spendere da lei.

Carlo                         (da destra; parla a Lino che regge in mano un pacchetto): Sicuro ! Dai retta a me, questa è la migliore soluzione ! Meglio metterle in evidenza, passeranno…(s’interrompe vedendo Nancy e le si rivolge galante) Oh Nancy !Adorabile Nancy ! Ben arrivata ! (le bacia la mano)

Nancy                       : Signor sindaco ! (Vittorio mostra stupore; Nancy e Lino si salutano con un bacio sulle guance)

Vittorio                     : …La conoscono tutti ! Sindaco in testa !

Carlo                         :Stavo dicendo a Lino che occorre operare con trasparen- za, non si deve nascondere nulla! Le cose bisogna metterle in evidenza, solo così il sindaco e la giunta passeranno alla storia.

Nancy                       (in tono scherzoso) : Oggi c’è pausa di riflessione: non è consentito parlare di politica !

Carlo                         :Hai ragione, hai ragione !

Lino                          : Vado subito ad avvertire la mamma !

Nancy                       : Con comodo, con comodo ! (Lino esce a sinistra)

Carlo                         (a Nancy) :Permettimi di esprimere i miei complimenti per il vestito che indossi: un’ottima scelta! Ti dona tanto!

Nancy                       :Ti ringrazio! Sei molto gentile !

Vittorio                     :Vi volete sbrigare a fare questo funerale?

Carlo                         (continua ad ammirare Nancy): Ti trovo splendida !

Vittorio                     :Io invece comincio a disgustarmi ! Manca il cordoglio, la compostezza, la decenza, e poi di tutto si parla tranne che del nonno.

Carlo                         :Mi pare che di là arrivi gente, scusami un attimo, tocca a me fare gli onori di casa, li farò accomodare nella saletta di là e torno.(esce dalla comune)

Nancy                       :Il sindaco non perde un attimo per fare politica ! …Che indecenza mi hanno lasciato di nuovo sola !

Vittorio                     (A Nancy): E’ quello che meriti !(a parte) Vediamo chi c’è di là!(esce dalla comune)

Atto secondo scena ottava

(In scena Nancy, Maria, poi Vannino, indi Carlo )

Maria                        :Ciao Nancy, scusami, è da tanto che aspetti ?(si salutano)

Nancy                       :Da pochissimo e poi sono stata in buona compagnia ! Fatti ammirare, come sei elegante ! (a parte) Antiquata! …Da medioevo !

Maria                        :Tu, come sei scintillante ! (a parte) …Dio com’è volgare!

Nancy                       :Ero venuta per ammirare Patrizia !

Maria                        :Arriva subito ! Lucio è già pronto ?

Nancy                       : Si ! L’ho lasciato che fremeva ! Ah se sapessi, sarà stato il nervosismo di stanotte, povero ragazzo, ha fatto un brutto sogno. Ha insistito perché venissi a controllare. (Maria im- pallidisce) Com’è premuroso ! (sorridente) Io gliel’ho detto: non preoccuparti, sono proprio questi i sogni che portano bene ! (divertita) Ha sognato che in casa della sua Patrizia c’era un funerale e lui non si poteva sposare !

Maria                        (Maria maschera a fatica la sua tensione; a parte): Questa vipera avrà saputo. (le sorride; poi a parte) Sarà venuta a spiare.

Vannino                    (da sinistra, veste in giacca e cravatta sulla quale sono appun- tate in verticale le medaglie del nonno. Porta il binocolo a tra- colla. Cammina con passo marziale e in modo da mettere in mostra le medaglie)

Nancy                       (vedendo Vannino gli scappa da ridere; Maria è tesa, sente che tutto può precipitare): Mamma mia come s’è conciato!

Vannino                    (Vannino si avvicina a Nancy e la guarda estasiato): Bella!

Maria                        :Vannino vieni qui, chi ti ha fatto il nodo alla cravatta ?

Vannino                    (a un passo da Nancy allunga la mano destra su di lei che d’instinto gli dice)

Nancy                       : No!

Vannino                    (veloce):nno!(con la mano sinistra, prende la punta della cravatta e la porta alla spalla sinistra, poi la lascia andare)

Maria                        (lo sgrida, preoccupata): Vannino !

Vannino                    (ripete il gesto della cravatta): No- nno!

Carlo                         (dalla comune): Si- si ! Bravo Vannino ! Sì, si !(gli si avvici- na)

Vannino                    (contento si fa ammirare): Vannino porta la bandiera, Papalla la fascia! (mima la fascia da sindaco)

Maria                        (riferendosi alle medaglie): Signor sindaco provi a convin- cerlo! (Nancy se la ride)

Carlo                         :Ma sta benissimo ! Non avete visto le sfilate di alta moda? Oggi anche l’uomo deve osare !

Maria                        :Si ! ma…

Carlo                         Vannino, ha capito che questo è un giorno speciale, ed ha voluto esprimere così la sua eleganza. Vero Vannino ? Oggi si sposano Lucio e Patrizia !

Vannino                    : …E il nonno dorme! (Maria impallidisce)

Carlo                         :…Sicuro ! Stasera faremo tardi !(A Nancy) Il ragazzo ha voluto portare con se il binocolo . (a Vannino) Vannino, og- gi starai tutto il tempo vicino a me, lascia pure il binocolo, le vedrai da vicino le belle signore. Anzi, sai che ti dico: oggi troverai la fidanzata! (Vannino chiude gli occhi e morde le labbra per assaporare l’evento)

Nancy                       :E la sposa?(Visto che Maria appare ancora tramortita)

Carlo                         :Starà di là ! Ma forse è meglio che andiate a intrattenere le persone che sono arrivate poco fa. (indica la comune; poia Maria) Su, su, animo, di là c’è bisogno di voi . (Maria e Nancy escono dalla comune)

Atto secondo, scena nona

(In scena Carlo, Vannino, poi Vittorio

Vannino                    :Papalla ! (lo abbraccia e gli da un grosso bacio )

Carlo                         (in un angolo sistema i vestiti e la cravatta di Vannino con le medaglie): …Fermo, …così, questa la spostiamo, …ooh! Adesso non la toccare più ! Non si toccano !(Vannino conti- nua a pavoneggiarsi; Carlo tira fuori il telefonino e prova a chiamare)

Vittorio                     (dalla comune): Non se ne salva una! Le ho guardate tutte ! Non è solo la valchiria bruttona e presuntuosa, di là ne ho viste altre. Qui per andare a un funerale, fanno a gara a chi si veste peggio. Anzi a chi si sveste di più. Con simili scollature come fai a piangere ? C’è gente che è venuta in sottana! Stavo bene dove stavo! Qui c’è da dannarsi l’ani- ma! Una signorina ha un abito lungo, ma è trasparente, si vede tutto, …ma proprio tutto ! Altro che commozione !

Carlo                         (parla ad una segreteria telefonica dal proprio cellulare): Qui tutto bene, fammi sapere del pesce non appena puoi.

Vittorio                     (ha osservato Carlo al cellulare) : E questo cosa fa? Parla ad una radiolina spenta ? Forse tutti mi ascoltano e mi vedo- no, vogliono solo farmi impazzire. (si gira verso Vannino) Vannino…(vede le medaglie) ma queste sono le medaglie del nonno, le riconosco. (a Vannino) Chi ti ha dato queste medaglie?

Vannino                    ( in piedi, fa ondulare con colpi di reni, la cravatta inavanti e poi allunga il collo per ammirare le medaglie): No!

Vittorio                     :Dimmi dove si trova il nonno, io sono qui per lui !

Vannino                    (continua l’ondulazione come sopra, è tentato di toccare la cra- vatta, ma si auto ammonisce):Non si tocca! Non si tocca più!

Vittorio                     (comprende che tutto è inutile, poi): Un momento: Io ho ap- purato che Il nonno in casa non c’è. Se è stato così facile riavere le medaglie, significa che non le aveva nella bara. Mi chiedo perché la zia Maria diceva di avere paura ?

Carlo                         :Vannino ma tu quanti anni hai ?

Vannino                    (parla mentre muove più volte tutte le dita aperte):Io prima, ne avevo solo cosi !

Carlo                         : Ah !Tanti ! (Vannino si bea)

Vittorio                     :Se le medaglie fossero così preziose, non le darebbero cer- to a Vannino.(pausa)E come mai, un estraneo lo sorveglia ?

Carlo                         :Vannino, domani andremo a votare insieme. Vieni con me, fra poco torniamo a prendere Lino.(Vannino e Carlo escono dalla comune)

Atto secondo, scena decima

(In scena Vittorio, poi Lino, Carlo e Vannino

Vittorio                     :Io credo che dietro le premure di questo truffaldino, (Car- lo) che tutti chiamano sindaco prima ancora di votare, vi siano chissà quali interessi politici. Non sarà certo determi- nante il voto di Vannino. Forse, vogliono comprare il suo silenzio. …E non è facile comprare il silenzio di un innocen te! (pausa) Ora che ricordo, poco fa, lui, il sindaco, disse a Lino: -occupiamoci di Vannino, è lui adesso il nostro non- no!- (inorridito) Possibile che abbiano tolto di mezzo il non- no e adesso ci provano con Vannino ? Cosa avranno saputo sia il nonno che Vannino di tanto compromettente ?(pausa) No! Non è possibile! Zia Maria non lo permetterebbe mai ! Comunque, c’è qualcosa che non mi convince. (da sinistra; in abito elegante, Lino, fa un timido ingresso in scena.) Caro Nonno, questo ci ha ripensato! Vedi, ha le scarpe !

Lino                          :Io non ho il coraggio di uscire: ho la sensazione che certe cose, la gente te le legga in faccia.

Vittorio                     :…E io che credevo si leggessero nei piedi ! Non mi sba- gliavo, qui c’è qualcosa che non mi convince!

Carlo                         (dalla comune insieme a Vannino che mangia un gelato in un bicchiere ): Oh ! Ecco il nostro assessore!

Vittorio                     :Ah! Anche mio cugino è in politica !

Carlo                         (gli si avvicina):Come va ? Dormito bene ?

Lino                          :Ti sembrerà strano ma stavo meglio ieri sera!

Carlo                         (A Vannino seduto in disparte): Mi raccomando non ti mac- chiare!(Lino guarda preoccupato le medaglie di Vannino e Carlosdrammatizza) Peccato, un momento fa tu non eri   presente, c’era Nancy e tua madre: abbiamo tenuto le me- daglie a battesimo!

Vittorio                     :Funerale, battesimo, manca solo un matrimonio !

Carlo                         :Cosa ti dicevo ? Meglio metterle in evidenza, passeranno inosservate! Le medaglie alla cravatta, fanno apparire Vannino come Bertoldo. In questo modo, nessuno potrà ricollegarle al nonno !

Lino                          :Io a dire il vero ho tanta paura! Mi chiedo cosa succederà oggi, se qualcuno si accorgerà che del nonno non c’è trac- cia!

Carlo                         :Cosa vuoi che succeda!? Ci sarà così tanta gente, chi vuoi che se ne accorga ?

Vittorio                     (risentito):E che volete fare il funerale senza il morto ? Questi lo fanno apposta, vogliono farmi impazzire! (urla) Portatemi subito dal nonno !

Vannino                    (Batte il cucchiaino dentro il bicchiere vuoto): Finitooo!( a Lino) Se tu sei bravo come Vannino, Papalla ti tompra pure il gelato a te !

Carlo                         : Ecco fai il bravo, non ti agitare ! (Lino cerca a fatica di rilassarsi)

Vittorio                     :Dopo vent’anni il modo di fare politica non è cambiato: c’è chi si vende per un gelato, c’è chi è stato dimenticato e c’è chi continua a pagare il mutuo per quanto ha avuto.

Carlo                         :Vedi com’è calmo Vannino?

Vittorio                     :L’importante è stare calmi e fare i bravi, come Vannino!

Carlo                         (A Lino in disparte): Dai retta a me, prendi questa pasticca, vedrai che ti scordi tutto e ritrovi la grinta !

Lino                          :Ma io non ho il mal di testa !

Carlo                         :…E chi ti ha detto che serve per il mal di testa! Prendila ti dico, vai di là, (uscita di destra) così non ti vede nessuno.

Vittorio                     (a Lino): Ma che fai? Quella è roba stupefacente! (Lino riceve la pasticca e si avvia verso destra; Vittorio lo segue) Devo impedire ad ogni costo che la prenda! (a Carlo) Criminale! (esce verso destra dopo Lino)

Scena undecima

(in scena Carlo, Vannino, Maria, Nancy, Luca,

Maria                        (dalla comune insieme a Nancy): E’ arrivato il fotografo! (al fotografo) Prego si accomodi !

Luca                          (dalla comune, ha con se la macchina fotografica; saluta Carlo e Vannino): Buongiorno !

Maria                        (in disparte a Nancy): Mai visto questo fotografo !

Nancy                       (in confidenza):A dire il vero neanch’io ! Dev’essere bravo! Viene da fuori! Fa parte di un gruppo che ha aperto un nuovo studio. Tutti professionisti ! Ci ha suggerito di rivol- gerci a loro un amico di mio marito.

Maria                        (al fotografo) : Un attimo solo e la sposa arriva !

Luca                          :Prego ! Sono a loro completa disposizione !

Nancy                       :Grazie ! Molto gentile ! (esce a sinistra con Maria)

Atto secondo scena dodicesima

In scena Carlo, Vannino, Luca)

Luca                          (nota Vannino in piedi e naturalmente la sua cravatta): Com- plimenti! Lei ha estro da vendere ! (Vannino è immobile e Carlo sta a guardare) Una bella trovata! (gli si avvicina e…) Noto che sono autentiche ! (allunga la destra verso le meda- glie)

Vannino                    (reagisce spintonando Luca): Oooh! Non si tocca! Papalla non vuole !

Carlo                         (chiede subito scusa al Luca ): Oh Mi scusi ! Permette? Non ci siamo neanche presentati.

Vannino                    (a Carlo): Mi vuole rubare le medaglie !

Carlo                         (con la mimica fa capire a Luca che Vanni è da compatire): Carlo Biglia, molto lieto!(a Vanni) Stai tranquillo è il nostro fotografo! (al fotografo) Modestamente è stata mia l’idea di fare indossare le medaglie in questo modo a Vanni .

Luca                          :Ho notato che sono autentiche ! Appartenevano un vostro avo che non c’è più !? (sorridente).

Carlo                         :Ecco veda: Quando Vannino si mette in testa una cosa!

Luca                          Non mi dica che sono di un nonno vivente, non darebbe mai il proprio benestare!

Vannino                    (spiega a suo modo): …prima sono di nonno Angelo! (alza la mano per indicare ieri sera ma dice) Stasera lui dorme trop- po, troppo, troppo …e Vannino beeello! (si bea)

Carlo                         (segnala al fotografo che Vanni non ci sta con la testa; poi a parte): Mancava solo il fotografo impiccione. Per fortuna è un forestiero!

Luca                          :Trovo il soggetto molto interessante ! In attesa della sposa, potrei fargli una foto ? …Magari accanto a quella del non- no: la trasposizione del mito patriottico nella cultura glo- bale del terzo millennio !

Carlo                         (in palese imbarazzo): Beh! …Ecco, sa!

Luca                          :Non vorrei disturbare! …Ci vuole un attimo! ( a Vannino) Facciamo una bella foto? (accenna l’inquadratura)

Vannino                    (al fotografo):Vattene! Vattene! (guarda col binocolo dalla parte in cui si vede rimpicciolito)...lontano, lontano, lontano!

Carlo                         (coglie l’occasione): A questo punto è meglio non contra- riarlo ! Venga, prendiamo un po’ d’aria fuori ! (si avviano per la comune; a Vanni) Mi raccomando stai fermo lì e non dare confidenza a nessuno ! A nessuno!(esce col fotografo per la comune)

Atto secondo scena tredicesima

(in scena Vannino, Lino, Vittorio, poi Carlo, Luca, indi Maria, Nancy, Patrizia

e Marco

Lino                          (da destra): Niente ! Il destino ha voluto che non la prendes- si! E’ schizzata non appena stavo per inghiottirla.

Vittorio                     (rientra in scena da destra mentre Lino dice l’ultima frase) :Ho soffiato con tutte le forze della signora marchesa, quel cri- minale gli aveva dato una pastiglia drogata.

Lino                          (a Vannino): Sai dov’è andato Carlo ?

Vannino                    :Poca confidenza ! Papalla non vuole!

Lino                          (ansioso):Come mai non arriva ancora il fotografo ?(esce per la comune)

Vittorio                     (soddisfatto): Oooh! Ci siamo ! Anche questa è una novità sorprendente! Il fotografo ! Finalmente potrò rivedere il nonno! Sono curioso di sapere da dove lo tireranno fuori !? Indubbiamente, queste nuove abitudini, io non sono riusci- to a digerirle tutte, ma una cosa è certa: se ai miei tempi si diceva che gli americani erano più evoluti rispetto a noi di venti anni, oggi, noi li avremo superati di trent’anni ! Una mentalità d’avanguardia !(entrano dalla comune: Lino, Luca, e Carlo;) Oh! Ecco il fotografo !

Carlo                         (da sinistra entrano in scena: Nancy, Maria, Patrizia in abito lungo colore crema senza velo e Marco): Ed ecco la sposa !

Vittorio                     (si gira a guadare): La sposa ? Che c’entra la sposa? (cerca di attrarre l’attenzione dei presenti che iniziano a fare le con- suete foto.) Ehi fermi tutti, un momento! Che scherzo è questo? Volete proprio farmi impazzire? Perché vi accani- te contro di me? (Si accorge che è inutile protestare; pausa) Possibile che lo scherzo me l’abbiano fatto lassù? Ma no ! Lì si fa sul serio! E poi, qui del nonno non c’è traccia! (in un attimo gli è chiara ogni cosa) Ecco perché Lino ha paura: teme che qualcuno notando l’assenza del nonno rovini l’atmosfera del matrimonio che a quanto pare fa comodo a Papalla. Dunque, questo è un matrimonio vero! Program- mato da tempo e celebrato a dispetto del funerale del non- no. Un funerale che celebreranno chissà quando! Sono da qualche ora sulla terra e il mio viaggio è già finito. Ma non è stato del tutto vano. Sono riuscito a comprendere, quel che mi era sfuggito quand’ero in vita. No! Non sono affatto curioso di sapere cosa ci sia sotto questo inganno, né quale interesse spinga costoro a rincorrere nuovi sogni, ma se ci penso, mi vengono i brividi: forse, avrei fatto come loro anch’io !

Fine secondo atto.


Atto terzo

(medesima scena dell’atto precedente)

Atto terzo scena prima

(Marco poi Maria)

Marco                       (in scena da sinistra; effervescente): …Che la festa cominci! La mia festa! A me i regali! (guarda il calendario) Via questo numeraccio! (strappa il 17 venerdì) …E via anche quest’al- tro! (strappa anche il 18, appare il 19) Oggi è domenica 19, ed io festeggio il mio diciottesimo compleanno!

Maria                        (da destra):Alla buon’ora signorino! Non mi pare più il ca- so di dire buon giorno, siamo già nel tardo pomeriggio, te ne sarai reso conto spero!?

Marco                       :Eppure non sono riuscito a recuperare il sonno perduto!

Maria                        :Ma se allora di pranzo dormivi di brutto ! Ho provato ad avvicinarmi, ma non ho avuto il coraggio di fiatare.

Marco                       :Sono andato a letto stamattina alle sei e ti ricordo che mi attende un’altra lunga notte.

Maria                        (scoppia in lacrime e abbraccia Marco): Hai ragione, una brutta notte !

Marco                       (sbigottito):Mamma, cosa ti succede? Da ieri non fai altro che piangere! Festeggio il mio compleanno, sarà una bella serata ed una lunga notte di festa.

Maria                        :Eppure, io ho un …, che ne so, una specie di presentimen- to…, guarda è meglio che festeggi un’altra volta. Non so come dirtelo, …mi sento sola, Patrizia è appena partita, Lino è impegnato con la politica…

Marco                       (disorientato): Mamma è il mio 18esimo compleanno, vuoi scherzare ? Lo aspetto da chissà quanto !

Maria                        :Marco, ti chiedo di farmi questa cortesia, ci tengo partico- larmente.

Marco                       :Mamma, il tuo mi pare un capriccio, non vedo per quale motivo dovrei privarmi della soddisfazione di festeggiare con gli amici. Capisco, sarai stanca, ma adesso avrai modo di riposarti, i preparativi del matrimonio sono ormai un ricordo.

Maria                        :Desidero che tu mi stia vicino!

Marco                       :Vedrai, verrà a trovarti qualcuno! ..Se vuoi, posso accom- pagnarti a casa di zio Nino! Non puoi chiedermi di rimane- re a casa la sera del mio compleanno.

Maria                        :Ti chiedo solo di rinviare! …Festeggerai più in là!

Marco                       :Ma scherzi ? E’ tutto pronto, gli amici mi aspettano. Anzi devo sbrigarmi, intendo essere puntuale, ci siamo dati ap- puntamento in piazza: andremo prima a votare e poi tutti a festeggiare.

Maria                        :Ecco porta gli amici a votare e poi…

Marco                       :…E poi dico: la mamma non mi dà il permesso di uscire proprio oggi che compio 18 anni !

Maria                        (risentita):Io mi chiedo: se per caso fosse successa una dis- grazia!? Ecco, poniamo che succedesse una disgrazia!

Marco                       :Ma cosa ti salta in mente? Cosa dici? In quel caso non an- drei neanche a votare! Nessuno di noi andrebbe a votare!

Maria                        (irritata) :Mi pare chiaro!

Marco                       :Oooh! Benissimo! Visto che stiamo tutti bene, …che non è accaduto niente di spiacevole a nessuno…

Maria                        (a seguire): Lo so, ma potrebbe succedere! Potrebbe succe- dere !

Marco                       :Mamma, io sono venuto qua perché credevo che mi volessi fare gli auguri di compleanno, invece sei irriconoscibile e ti diverti pure a fare l’uccello di malaugurio!

Maria                        :Già ! …Mi diverto!

Marco                       :Ascolta, io oggi ho un compito ben preciso da eseguire: condurre gli amici a votare. Mi sono impegnato col sindaco e con Lino, ti prego di non contagiarmi il tuo malumore, non posso presentarmi all’appuntamento con i nervi tesi, ho una responsabilità, se non torna il conti dei voti…

Maria                        :Credo che tu abbia proprio ragione!

Marco                       :Di certe altre cose ne parleremo con calma, domani.

Maria                        (cerca di tirarsi su e gli sorride):Buon Compleanno Marco! Volevo portarti il regalo all’ora di pranzo, ma tu dormivi.

Marco                       :Grazie mamma! (l’abbraccia) E’ un brutto periodo, ve- drai, passerà! Piuttosto mi chiedevo, quanto pensi che sgancerà il nonno visto che divento maggiorenne? (Maria impallidisce) E’ sempre stato generoso, ma stavolta…

Maria                        (regge a malapena) : Ti ricordi del nonno solo quando devi incassare!

Marco                       :Io ? (si esprime con gesti ed evita contrariare Maria) Sai che ieri con tutta quella gente, non sono riuscito a vederlo.

Maria                        (come punta da un’ape): Ma c’era ! Il nonno era lì! Altro che se non c’era!

Marco                       :Ma perché t’arrabbi ? Certo che c’era ! Ci mancherebbe! Io ho solo detto che non sono riuscito a vederlo. Lo incon- trerò fuori tra poco: questa è l’ora in cui lui va a votare. Bene! Giacca e cravatta pure oggi e poi vado! (esce a sinis- tra)

Atto terzo scena seconda

(Maria, Nancy e Marco)

Maria                        (tesa va avanti e indietro): Mi sa che stasera, di bare ne oc- correranno due: una sarà necessaria per me! Io muoio, io muoio di vergogna, non resisto ! (suona il citofono, va a ris- pondere ) Chi è? (pausa) Si, apro subito! (a parte) Sperando che questa non mi porti notizie da collasso !

Nancy                       (in scena dalla comune ): E’ permesso ?

Maria                        :Accomodati pure! Come stai?

Nancy                       :Benissimo! (la guarda in viso) …Ti trovo un po’…spenta, come mai ?

Maria                        :Sarà la stanchezza! Passerà! Parlami dei ragazzi: sono già partiti? Li ha accompagnati tuo marito ?

Nancy                       :Ma certo ! A quest’ora saranno già in volo!

Maria                        :Si sono ricordati di andare prima a votare ?

Nancy                       :A proposito di votare, prima che me ne dimentichi, il si- gnor Timballi, il mio vicino di casa, si chiedeva come mai tuo padre non sia passato come al solito da casa sua per farlo uscire ?

Maria                        (in palese imbarazzo):Eeehm ! …Ecco, mio padre ha prefe- rito, ...si,( Marco in giacca e cravatta entra in scena da sinistra) …dopo aver pranzato, è andato a letto !

Marco                       ( a Nancy): Buonasera signora !

Nancy                       (a Marco):Ciao Marco ! (a Maria) Come mai tuo padre a letto a quest’ora? Il signor Timballi lo attende, s’era deci- so che sarebbero andati a votare insieme.

Maria                        :Veramente, ...mio padre è già andato a votare stamattina !

Nancy                       :Non possiamo rischiare di perdere il voto del signor Tim- balli, sai benissimo che è invalido, anche se tuo padre ha già votato, visto che legano a meraviglia, occorre che lo accompagni ugualmente, sono amici inseparabili e poi è strano che tuo padre se ne dimentichi.

Maria                        :In effetti è a letto perché ha accusato un malessere.

Marco                       :Mamma, non mi hai detto che il nonno…

Nancy                       :Quand’è così è meglio farlo visitare da un medico! Ha la febbre?

Maria                        : …Così così, non saprei, …mi è sembrato…(Nancy mostra perplessità)

Marco                       (si avvia verso l’uscita di destra): Vado un attimo a trovarlo.

Maria                        (Agitata): No, no! Fermo lì! Adesso sta riposando ! E’ me- glio che tu vada al tuo appuntamento, se non ti sbrighi fa- rai tardi! Il nonno non ha nulla di allarmante, …dev’esse-re stato il pranzo di ieri !

Nancy                       :A proposito: ieri non ricordo assolutamente di averlo vis- to! Non mi viene in mente neanche in quale tavolo ha pran- zato!? Com’era vestito ieri tuo padre?

Marco                       :Dicevo a mia madre la stessa cosa anch’io !

Maria                        :Beh! Ecco! La verità è che mio padre;(addita Marco) …il nonno Angelo lui lo conosce bene, non gradisce tanto la presenza di politici e roba del genere, e quindi…(a Marco ) E’ meglio che tu vada, non appena vedrai Lino, digli che provveda a far si che il signor Timballi si rechi a votare, va, va !

Marco                       (a Nancy): Arrivederla signora Nancy!

Atto terzo scena terza

(Nancy e Maria)

Nancy                       :Ciao Marco ! (Marco esce dalla comune; a Maria) …E ades- so tuo padre rimarrà in casa da solo mentre noi andremo a votare ?

Maria                        :Io sono già andata a votare stamattina.

Nancy                       :S’era detto che saremmo andate insieme, sono venuta ap- positamente ! Te ne sei scordata ?

Maria                        :Scusami, hai ragione ! Ti prego di non volermene, risento ancora della stanchezza accumulata in questi mesi passati.

Nancy                       :Su non importa, usciamo lo stesso, dopo il mio voto, fare- mo una bella passeggiata.

Maria                        :Mi dispiace ma stasera proprio non me la sento.

Nancy                       :Vedrai che ti farà bene! La gente ha piacere di incontrar- ci: sapessi quanti complimenti ho già ricevuto per il matri- monio dei ragazzi !

Maria                        :Ti prego di non insistere, ho bisogno di tranquillità! (a par-te) Perché non te ne vai, sta andando tutto bene ! (a Nancy) Credimi sto meglio così !

Nancy                       :Come vuoi! (a parte) Ci dev’essere stato qualche litigio in famiglia, tornerò più tardi con una scusa. (saluta Maria) Io vado, buona notte, riposati, a domani !

Atto terzo scena Quarta

(Maria, Nancy, Vannino)

Vannino                    (dalla comune; molto contrariato, indossa la divisa da carabi- niere): Non mi marito, Vannino non le vuole le medaglie, No ! Vannino non si vuole maritare !

Maria                        (accorre a consolarlo; Nancy se la ride): Vannino cosa è suc- cesso? Chi ti ha detto queste cose?

Vannino                    (turbato):Ora che il nonno mi lascia le medaglie tutti dico- no: Vannino è bello, Vannino è bello, ora si deve maritare !

Nancy                       (a Vannino): Vannino non ti preoccupare, Il nonno per ora dorme, quando si sveglia…

Vannino                    :Il nonno dorme troooppo ! Non si sveglia !

Maria                        :Io impazzisco non c’è la faccio più! Telefono subito a Lino. (Va a telefonare)

Nancy                       (A Vannino): Vedrai che il nonno più tardi si sveglia e tu glielo dici: non voglio più le tue medaglie, vedrai che tutto si aggiusta!

Vannino                    :Ma ora tutti lo sanno che Vannino è più bello! Mi hanno visto! Mi vogliono! Ieri tutti a fare la foto con Vannino! (va avanti e indietro, scuote il capo e dice continuamente: no)

Nancy                       (a Maria che ha finito di telefonare):Come mai tuo padre ha dato le sue medaglie a Vannino?

Maria                        :Ma no! …Saranno state di Carlo, il sindaco, almeno cre- do, …è stata sua l’idea appuntargliele alla cravatta. Ma non dovevi andare a votare ? Lo dico per te, altrimenti farai tardi !

Nancy                       :Non ti preoccupare, c’è ancora tempo ! Non ho voluto lasciarti sola!

Maria                        :Vai pure, fra poco arriva mio figlio.

Vannino                    (inizia a ripetere come un ossesso): Non mi marito ! Non mi voglio maritare! (indi, estrae da una tasca delle foto di carabi- nieri che bacia ripetutamente)

Nancy                       (a Vanni, con malcelata ironia): In fondo se ti maritassi, non sarebbe poi così brutto! Eh!

Vannino                    (disperato): Mi trasferiscono subito! Dice il brigadiere Lo Turco che se Vannino si marita, lo trasferiscono lontano! (Maria e Nancy si guardano e capiscono il dramma di Van- nino che continua a baciare le foto; Maria lo conforta)

Nancy                       (a parte): Tranquilli, Vannino non è un carabiniere, è solo infatuato dal fascino della divisa degli uomini della bene- merita distaccati nel nostro comune, gli unici a riconoscer- lo appartenente all’arma. Adesso da pluridecorato, è di- ventato talmente bello che teme l’assalto delle donne. Ora io chiedo a voi, sposereste una donna che non amate con- sapevoli che costei vi condurrebbe in esilio, lontani, dal vostro vero amore? Ecco, è questo il vero dramma di Van- nino : gli è stato detto che sposandosi verrebbe trasferito lontano da chi gli vuole bene. Ah! Se gli uomini in amore fossero onesti come lui ! (saluta Maria con un cenno della mano esce dalla comune)

Atto terzo scena quinta

Maria, Vannino, poi Lino)

Vannino                    (mette via le foto):Vannino è bello però non si marita ! No !

Maria                        :A chi ti dice che ti devi sposare, tu rispondi: Vannino non si può sposare, deve ancora fare la cresima !

Vannino                    (contrariato): Ha detto Papalla che la cresima me la fa lui !

Maria                        :Lui ti ha detto che ti vuole fare da padrino?(Vannino an- nuisce; a parte) Questo Papalla entra dapertutto, vuole sistemare tutto lui, mi sa che concerà tutti per le feste.

Vannino                    (continua il suo sermone):Come devo fare ? Non è una sola, sono tante donne !

Lino                          (dalla comune ): Mamma, stiamo andando a meraviglia! Ormai è fatta ! Vinciamo con certezza !

Maria                        (a Lino in disparte): Qui se non mi date una mano andrà tutto a rotoli, io sto vivendo ore d’inferno !

Lino                          :Mamma stai calma ! Vedrai che andrà tutto bene!

Vannino                    (a Lino): Maritati tu ! Vannino non si marita !(continua a scuotere la testa andando avanti e indietro; Lino guarda Maria per avere una spiegazione)

Maria                        (a Lino in disparte): Può scoppiare uno scandalo! In paese, tutti sanno delle medaglie di Vannino e si divertono a pren- derlo in giro dicendogli che adesso le donne faranno a gara per sposarlo.

Lino                          (minimizza): Mamma, quando c’è di mezzo Vannino, nessuno crede a qualcosa di serio. (a parte) Ecco perché il signor Timballi, dopo aver votato, voleva parlare col nonno e continuava a dirmi :- possibile che Angelo abbia permes- so una simile profanazione?-

Maria                        :Dobbiamo fare presto, mettere ogni cosa in regola, io muoio, muoio! …Poco fa era venuta a trovarmi Nancy ed ha assistito allo sfogo di Vannino, per poco non morivo d’infarto.

Lino                          : Mamma dobbiamo aspettare che sia notte.

Maria                        : Cosa ?

Lino                          :Ma certo, adesso sarebbe pericolosissimo, dobbiamo at- tendere quantomeno che chiudano i seggi elettorali.

Maria                        :Lino, per carità non mi abbandonare, io temo di crollare! Se dovesse arrivare qualcuno, da sola potrei trovarmi in difficoltà, insieme potremo controllare meglio Vanni.

Vannino                    (esegue sugli attenti il saluto militare): Signor si! Comandi! (guarda teneramente le foto di prima e le bacia)

Lino                          :Forse hai ragione !

Maria                        :Piuttosto, che notizie ti ha dato il sindaco? Avete concor- dato un’ora ?

Lino                          :Forse è meglio che vada a parlargli.

Maria                        :Come sarebbe ? Non ti ha dato alcuna notizia ? Lo dicevo io, ognuno pensa a fare i propri comodi: lui è diventato sin- daco e adesso lascia a noi le gatte da pelare.

Lino                          :Ma neanche per sogno, Carlo è una persona seria, un uomo dignitoso, se non mi ha detto nulla, significa che va tutto come previsto. Io comunque vado subito da lui.

Maria                        :No! Non uscire ! Chiamalo a telefono e ti fai chiarire ogni cosa. …Anzi digli che venga qui, voglio parlargli, se questo si lascia prendere dall’euforia dei festeggiamenti…

Lino                          :Mamma non complichiamo le cose alla fine. Non lasciarti tradire dal nervosismo. Vuoi che gli punti una pistola e gli chieda di portarmi dal nonno?(suona il citofono)

Vannino                    (si appresta ad andare ad aprire)

Lino                          (blocca Vanni):Aspetta Vanni, vado io.

Maria                        :Chi sarà ? Io non aspetto nessuno !

Lino                          :Chiunque sia, dobbiamo mantenere la calma. (a Maria) In ogni caso è meglio che tu porti Vannino di là.

Maria                        (a Vannino): Vieni Vannino, andiamo di là. (porta Vanni verso l’uscita di sinistra ma questi si rifiuta) Vieni devo dirti una cosa in segreto.

Vannino                    :E’ inutile insistere, tanto non mi marito lo stesso! (esce di scena a sinistra insieme a Maria; nel frattempo suona di nuovo il citofono e Lino va ad aprire)

Atto terzo scena sesta

(Lino, Carlo, poi Marco e Maria)

Carlo                         (dalla Comune, teso in volto): Siamo soli ?

Lino                          :Di là c’è mia madre insieme a Vannino. C’è qualcosa che non va?

Carlo                         (sorriso a denti stretti): No! Va tutto bene! L’elezione è nos- tra! (Lino lo abbraccia) Volevo solo dirti, che non riesco a mettermi in contatto con quel mio amico…, oh! Niente di allarmante, trovo strano che da ieri ci sia sempre la segre- teria telefonica. Comunque ancora c’è tempo. Se fosse ne- cessario, andrò io a prendere contatti. Ho voluto dirtelo, per tranquillizzarvi qualora notereste un ritardo. Daltron- de, la notte è nostra alleata.

Lino                          :Ho appena tranquillizzato mia madre. Le ho chiarito che dovranno passare ancora delle ore. Comunque, io sono sempre disponibile a seguirti…(Carlo fa un cenno negati- vo) …qualora tu lo ritenga necessario.

Marco                       (dalla Comune; molto contrariato, si toglie la giacca furio- samente e slaccia la cravatta)

Lino                          :Marco cosa è successo! (Marco non risponde)

Carlo                         (lo avvicina) : E allora?

Marco                       :E’ intervenuta la polizia, addio festa di compleanno!

Lino                          :Perché ?

Marco                       :Qualcuno avrà fatto la spia! Hanno trovato due bustine di droga addosso a Mauro, e poi hanno perquisito tutti quan- ti: Carola e Valeria avevano delle pasticche.

Lino                          (sconcertato):Una bella comitiva !

Marco                       :Roba da poco, alle feste queste cose ci sono sempre! Han-no fatto la spia i galoppini di Greco. Stronzi !(Lino accenna a prendere Marco a schiaffi ma Carlo con un cenno gli fa capi- re che non è il momento di turbare l’atmosfera.)

Carlo                         (prende Marco sotto la sua “ala”):Eravate già andati a votare?

Marco                       :Certo !

Carlo                         :La festa è solo rinviata ! …E i seguaci di Greco si roderan- no il fegato.

Marco                       (a Lino): Notizie del nonno ?

Lino                          (allarmato, si scambiano occhiate con Carlo): Chi ti ha detto del nonno?

Marco                       :La mamma ! (la tensione fra Lino e Carlo sale a vista d’oc- chio) Perché, cos’è successo? Ci sono complicazioni ?

Lino                          (sulle spine, idem Carlo): Beeh! Diciamo…siamo in attesa… (a Maria che entra in scena da sinistra) Mamma tu hai detto a Marco…

Marco                       (si avvia verso l’uscita di destra): Ma perché non andiamo a vedere, possibile che non si sia ancora svegliato ?

Maria                        (tempestiva): Fermo lì ! …Il nonno…, il nonno si è risve- gliato, (Carlo e Lino si guardano) …sta meglio, ma prefe- risce non essere disturbato da nessuno. ( Maria guarda Carlo e Lino che emettono un grosso sospiro di sollievo; a Marco) Ma tu non dovresti essere alla festa ?

Carlo                         :Purtroppo la festa è stata rinviata: manca la corrente !

Maria                        (a Marco): Per favore potresti andare di là, (uscita sinistra) così fai compagnia a Vannino ?

Marco                       :Mamma ti prego lasciami stare che non è serata!

Carlo                         (Approfitta per svignarsela): Scusate io devo proprio andare!

Maria                        :Signor sindaco, volevo chiederle notizie…

Carlo                         :Tutto bene signora! Procede tutto a meraviglia ! Ne ho parlato con Lino poc’anzi . (A Marco) Coraggio Marco, via quel broncio ! Arrivederci !(esce dalla comune)

Lino                          (a Marco): Quando la mamma ti chiede una cortesia devi ubbidire: sei solo diventato maggiorenne, non maleducato! Adesso vai di là, per punizione! (Marco si avvia per l’uscita a sinistra di malavoglia) …E chiedi scusa !

Marco                       :Scusa ! (esce a sinistra)

Maria                        (si cura che Marco non senta): Dico non sarebbe stato me- glio se ti fossi deciso a fare questa paternale a tuo fratello qualche attimo prima? Avrei parlato io a... Papalla, invece adesso se n’è andato !

Lino                          :Mamma, i panni sporchi si lavano in casa !

Maria                        (seccata) :No! Noi siamo costretti a lavarli fuori! Ormai il sindaco, sa tutto di casa nostra!

Lino                          :Mamma non ti agitare! Tu credevi che lui non si sarebbe occupato del nostro problema, invece ti sei sbagliata: è ve- nuto spontaneamente per dirmi che per motivi di sicurez- za è meglio fare l’operazione sul tardi. Anzi mi ha rassicu- rato che eventuali ritardi non devono metterci in allarme.

Maria                        :Se mi facessero un’analisi in questo momento, altro che sangue: uscirebbe acqua!

Lino                          :A chi lo dici: mi sono preso uno spavento poco fa quando Marco mi ha chiesto notizie del nonno! Per fortuna sei ar- rivata in tempo !(pausa) Oooh! Io direi di andare a prepa- rare una tisana, ne abbiamo bisogno tutti quanti, e poi as- petteremo con calma… (suona il Citofono; Maria e Lino si guardano e ”tremano”) Vai di là, chiunque sia, saprò cavar- mela da solo. (Maria esce a sinistra, Lino esce per la comu- ne)

Atto terzo scena settima

(Lino, Nancy e Maria)

Nancy                       (in scena con fare deciso, seguita da Lino):…E allora ? No- vita? Passavo per chiedere com’è la situazione?

Lino                          :Vinceremo sicuramente! Stiamo andando oltre ogni rosea previsione !

Nancy                       :Ho appena incontrato mio marito e quanto a notizie di politica, mi ha dato ottimi ragguagli. (sorniona) Io invece chiedevo se per il nonno è ancora notte fonda ?

Lino                          (Lino a quelle parola va in bambola): Il nonno? …Beh! …Ecco! …Cioè! Io, io veramente sono appena rientrato, vado un attimo di la ! (esce a sinistra, rientra) Chiamo la mamma !(esce)

Atto terzo scena ottava

(Nany, Maria, poi Patrizia, Luca e Lino)

Nancy                       :I miei dubbi sono fondati: C’è qualcosa che non va! Quan- do si parla del nonno balbettano tutti! Mi sa che ieri al ma- trimonio non s’è visto perché non c’è stato!

Maria                        (da sinistra in vestaglia): Oh! Nancy! Mi ero già messa a letto, mi sentivo stanca e poi non aspettavo nessuno.

Nancy                       :Ti prego di scusarmi, ero venuta per chiedere come sta tuo padre e poi mi sono detta, visto che Maria è in casa da sola vado a tenerle compagnia.

Maria                        :Ti ringrazio, sei molto gentile, ma come vedi adesso è tor- nato a casa Lino, non sono più sola!

Patrizia                     (compare in scena dalla comune; veste in jeans, piangendo corre ad abbracciare Maria): Mamma!

Maria                        (sbalordita): Patrizia ! (dalla comune compare in scena il fotografo)

Nancy                       (di sasso): Il fotografo? …E Lucio?

Luca                          :Lucio è scappato! …Ed io non sono il fotografo!(Nancy si lascia cadere in una poltrona, Patrizia piange ) Sono un com- missario di polizia. (pausa) La fuga di suo figlio ci fa pen- sare ad una insospettabile attività illecita: droga!

Nancy                       (a Luca ) :Ma come si permette, lei infanga il nome di mio figlio!

Luca                          :E’ stata lei a chiedere notizie di Lucio. …E pensare che su   di lui non avevamo alcun sospetto.

Patrizia                     :Prima di partire per il viaggio di nozze, due agenti ci han- no detto di seguirli al posto di polizia, poco dopo Lucio mi ha scippato il Beauty-case ed è scappato. (in lacrime) Io non ne sapevo nulla, lo giuro !

Luca                          :Fuggendo tra la gente, braccato dai colleghi, ha perso il malloppo, ma è riuscito a dileguarsi.

Patrizia                     :Dentro il mio beauty aveva nascosto tanti soldi !

Nancy                       (risentita): regali di nozze !

Luca                          :Rigorosamente in dollari ! Solo biglietti da cento! Eviden- temente il viaggio di nozze era una copertura, il giovanotto stanco di spacciare voleva mettersi in proprio. Credeva di essere stato identificato ed è scappato. Noi volevamo solo comunicare che il loro viaggio era stato sospeso: la sua fuga ha chiarito tutto!

Maria                        (a Patrizia):Ma perché il viaggio di nozze è stato sospeso? Non era stato forse pagato?

Luca                          :Sono stati bloccati i pagamenti con carta di credito effet- tuati da Biglia Carlo.

Nancy                       (a Luca): …E allora? E’ stato testimone di nozze!

Patrizia                     (a Maria): Mamma telefona subito a Lino.

Maria                        :Lo chiamo subito è in casa ! E’ di là !(esce a sinistra)

Nancy                       (si dispera): E’ incredibile! E’ Assurdo !(a Luca) Dunque Carlo Biglia ha offerto il viaggio ma non aveva i fondi.

Luca                          :Questo io non l’ho detto!

Nancy                       :Io proprio non capisco! Inoltre mi può spiegare il motivo della sua burla: perché si è presentato lei invece che il foto- grafo?

Luca                          :Per un matrimonio senza valore, perché sprecare delle foto vere ! (Patrizia si dispera)

Nancy                       (a Luca minacciosa): Lei…

Luca                          :Se ha un briciolo di pazienza, le verrà spiegato tutto! (in scena da sinistra Maria e Lino che abbraccia Patrizia)

Lino                          :Patrizia ! E’ inconcepibile ! (consola Patrizia)

Luca                          (a Lino): Sono il commissario Luca Marino, ho appena ri- portato a casa sua sorella. Abbiamo fatto alla signorina delle domande alle quali non ha saputo dare alcuna ris- posta. Mi auguro che ne sappia qualcosa lei !

Lino                          :Mi dica !

Luca                          :Quarantott’ore fa, venerdi sera, è partita da questa casa una telefonata ad un sorvegliato speciale il cui telefono è sotto controllo. Gli agenti che hanno seguito l’auto di cos- tui, si aspettavano che all’appuntamento ci andasse lei. (Lino e Maria impallidiscono, Nancy cerca di capire) Invece dalla sua auto è sceso Biglia Carlo. Costui ha consegnato a quell’uomo il corpo di un anziano che il sorvegliato ha por- tato con se a bordo della sua auto.

Nancy                       :Oh mio Dio !

Luca                          (a Lino): Le fa venire in mente qualcosa tutto questo?

Lino                          :Mi ritenga a disposizione della giustizia. La prego solo di andare avanti, vorrei sapere com’è andata.

Luca                          :Gli agenti hanno chiamato rinforzi, hanno tallonato l’auto del sorvegliato e giunti a destinazione è scattato un blitz che ha portato alla luce verità sconcertanti.

Maria                        (a Luca): Senta io le volevo chiedere notizie…(Suona il citofono; silenzio assoluto)

Lino                          :Vado a sentire chi è !(alza la cornetta del citofono)Chi è ? …Si! Arrivo subito ! (ai presenti) E’ proprio Carlo Biglia!

Luca                          :E’ meglio nascondersi !(le tre donne escono a sinistra; a Li- no) Vada ad aprire e niente scherzi, starò nella sala all’in- gresso. (Lino e Luca escono dalla comune)

Atto terzo scena nona

(Carlo, Lino, Luca, poi Patrizia, Nancy Maria e Marco)

Carlo                         (agitato, insieme a Lino dalla comune): Devi darmi la tua macchina, voglio accertarmi personalmente, …C’è qual- cosa che non funziona!

Luca                          (dalla comune):Posso chiarirle tutto io !

Carlo                         :Il Fotografo di ieri? (a Lino) Che ci fa in casa tua?

Luca                          :Sono un poliziotto ! Ieri al matrimonio, avevo il compito di tenere lei sotto controllo.

Carlo                         :Esigo accurate spiegazioni !

Patrizia                     (In scena da sinistra guarda in tono malevolo Carlo)

Carlo                         :Patrizia che ci fai tu qui? Dovresti essere in viaggio !

Nancy                       (da sinistra insieme a Maria; a Carlo):Mio figlio è nei guai per colpa tua !

Carlo                         :Che c’entro io ? Tuo figlio è inguaiato da un pezzo !

Luca                          : …E adesso a vario titolo, nei guai ci siete tutti !

Carlo                         :E’ un’indecenza ! Spiare l’operato del sindaco in campa- gna elettorale. Io non ho nulla a che fare con quel giro: sono solo il testimone di nozze!

Marco                       (da sinistra, a Maria): Mamma cosa sta succedendo?

Maria                        (a Marco): Vattene subito di là!

Luca                          :Signora lo lasci pure ! Anche se non ha potuto festeggiare, ormai è maggiorenne! (stupore dei presenti; suona il cellu- lare di Nancy)

Nancy                       :Pronto! (pausa, poi preoccupata) Arrivo subito! (stacca la comunicazione) A casa mia c’è la polizia ! (si avvia per la comune) Che disastro !(esce)

Atto terzo scena decima

(detti meno Nancy, poi Vannino)

Carlo                         (a Luca) :Bene! Credo che sia meglio dare man forte ai col- leghi. Dimostrerò la mia estraneità in tutto questo nelle se- di opportune .

Luca                          :Purtroppo, lei in certi altri fatti c’è dentro fino al collo!(a tutti) Io mi chiedo perché vi siete sbarazzati del nonnino ! (reazioni adeguate dei personaggi in scena)

Lino                          :Le posso assicurare che volevamo solo rinviare il suo funerale. Non ci siamo macchiati di nessun altra colpa!

Luca                          :Questo occorrerà dimostrarlo quando lo ritroveremo, per- ché allo stato attuale, del nonno non c’è più traccia!(dispe- razione dei parenti) Dentro l’auto dove costui (Carlo) lo ave- va sistemato insieme a Renato Bonaldi non c’era più. Abbiamo invece sgominato la gang che teneva in ostaggio la moglie del commissario ad acta nominato dalla regione,  il quale doveva firmare e approvare quello che faceva comodo al candidato Biglia.

Carlo                         (Ha una crisi nervosa): Basta ! Basta !

Luca                          (a Carlo):Per finire, volevo solo dirle che la dichiaro in ar- resto, dovrà seguirmi in commissariato. (a Patrizia) Quan- to a lei signorina, credo che il suo matrimonio verrà invali- dato, come del resto tutti gli atti estorti al commissario, elezioni comprese.

Vannino                    (in scena da sinistra a Carlo): Papalla, la cresima si, ma non mi marito ! Ci puoi scrivere paglia ! Vannino non si deve maritare !

Luca                          (riferendosi a Vannino):Il pluridecorato, oggi è in servizio!

Carlo                         (con amarezza):Ora che ho perduto tutto, non mi rimane altro che la fiducia di Vannino !

Luca                          :Sarebbe andato tutto liscio come l’olio: bastava fare il fu- nerale. (a Carlo) Non ci resta che andare! (Luca e Carlo si avviano per la comune) Buona sera a tutti! (prima di uscire) …Ah ! Una comunicazione importante: fino a nuove dispo- sizioni, ritenetevi tutti agli arresti domiciliari. Vi accorge- rete così quanto sarà prezioso …Vannino, è l’unico libero di muoversi. (esce dalla comune insieme a Carlo)

Atto terzo scena undecima

(Maria, Lino, Patrizia, Marco, Vannino)

Marco                       (Maria rimane attonita, Lino e Patrizia soffrono visibilmente, Marco rompe il gelido silenzio): Dunque il nonno non c’è più !

Patrizia                     :E qualora ci fosse, noi non potremmo andare al suo fune- rale.

Marco                       :Ma perché il sindaco voleva disfarsi del nonno ?(nessuno risponde) Perché non ha voluto fare il suo funerale?

Lino                          :Ma quale sindaco ? Quello è solo un criminale!

Maria                        :…Che ha portato la rovina in casa mia !

Patrizia                     : …E mi ha fatto sposare un delinquente !

Lino                          :Ci ha mandati tutti quanti in galera !

Vannino                    (a Lino): Se ti prendi le medaglie, ti mariti sicuro!(Lino annuisce per toglierselo dai piedi)

Patrizia                     (a Maria): Vieni Mamma, andiamo di là! (invita Maria ad uscire a sinistra e l’accompagna, Lino li segue mestamente)

Marco                       (rimasto solo): Ecco perché mia madre mi sconsigliava di festeggiare il mio compleanno.(esce verso sinistra)

Atto terzo scena dodicesima

(Vannino, Angelo, poi Patrizia, Maria, Lino e Marco)

Vannino                    (vede sotto un mobile una pallina rimbalzante e si accartoccia per prenderla, poi la butta a terra e segue da fermo i rimbalzi, indi conclude sfiduciato) …Sei più testarda di prima!

Angelo                      (Fuori scena, dalla comune) Maria! (in scena, logoro e impol- verato, indossa i calzini ma non le scarpe che porta in mano e li regge attraverso i lacci che ha annodato): Maria dove sei ?

Vannino                    :Nonno, ma quanto sei dormito? …Trooppo!

Nonno                       :Dov’è mia figlia Maria ? Vai a chiamarla !

Vannino                    (si avvia verso l’uscita di sinistra, poi ci ripensa):Le medaglie se le marita tuo nipote Lino !Vannino no ! Non ne voglio sapere più! (esce a sinistra)

Nonno                       (Incurante di quello che ha detto Vannino): Ahi, ahi, ahi ! I miei poveri piedi ! (si siede a fatica) Sono sfinito !

Vannino                    (torna in scena):Tua figlia piange, dice che tu non ci sei più!(continua a cercare la pallina rimbalzante)

Patrizia                     (si precipita): Nonno ! (si avvicina, lo tocca, poi verso l’us- cita urla) Mamma, il nonno è vivo!

Maria                        (in scena da sinistra): Papà ! (gli si accosta, lo abbraccia)

Angelo                      :Io voglio sapere chi mi ci ha portato in quella masseria, dentro una macchina, dove tutti sparavano, mi pareva di essere in guerra! (arrivano Lino e Marco e abbracciano il nonno)…E poi si può sapere chi mi ha messo queste scar- pe?(le mostra) Sono dure, quando sono scappato, non po- tevo correre ! Queste me le dovete mettere quando muoio, sono forse morto io? Datemi subito da mangiare e poi tutti a dormire che domani c’è il matrimonio e poi le votazioni! (i presenti si guardano stupiti, poi notano che il nonno non riesce ad alzarsi e lo accompagnano per l’uscita di sinistra; escono tutti tranne Vannino)

Atto terzo scena tredicesima

(Vannino, poi Patrizia e Lino)

Vannino                    (In cerca della pallina): Se tu sei testarda e pazza, perché vuoi fare impazzire a me ah ! (continua a cercare verso la comune ed esce)

Patrizia                     (in scena insieme a Lino fraternamente abbracciati ): Presto dobbiamo telefonare alla polizia, …ai Carabinieri, dobbia- mo avvertirli che il nonno è vivo !

Lino                          (Con tono scherzoso) : Ascoltami bene signora derubata !

Patrizia                     (col medesimo tono): Ha parlato l’assessore bidonato !

Lino                          :Mi è capitato di trovare per caso la custodia di una video cassetta. (tira fuori da un cassetto la custodia di una video- cassetta) Questa: pellegrinaggio a Monterotondo! (Patrizia sta al gioco ma fa una faccia..) Per caso, tu ne sai qualcosa? (Patrizia non risponde, si sente a disagio) Ti volevo dire, se ti capitasse per le mani qualcosa del genere, che ne so: Il Giu- bileo! Passala a me, non vorrei che facesse la stessa fine di questa !

Fine

Chiusura del sipario