Come una telenovela

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COME UNA TELENOVELA

tre atti brillantissimi di Luigi Antonio Mazzoni

  personaggi

  PALMIRA, 50 anni, moglie di Firmato

 

  LISA, 35 anni, amica di famiglia

  GIGINA, 35 anni, amica di famiglia

  EVARISTO, 40 anni, operaio di campagna

  GIANNA, 20 anni, fidanzata di Piero

  PIERO, 30 anni, figlio di Palmira  

  PAOLO, 25 anni, cugino di Piero

  MIRNA, 23 anni, studentessa

  FIRMATO, 55 anni, marito di Palmira

  ALVARO, 35 anni, amico di Firmato

  BRUNA, 7 anni, figlia di Gigina

L'azione si svolge in una periferia di una città, o in un piccolo paese, ai giorni nostri.

ATTO PRIMO

Un piccolo condominio di proprietà di Palmira. E' mezzogiorno, Palmira in quella che è una sala-ingresso-portineria sta stirando i panni. E' assieme a Lisa e Gigina.

PALMIRA      (agitata) No, Lisa. No che non mi calmo. Non mi calmo. Non doveva fare quello che ha fatto. Non doveva farlo. Ora, non penserà di lasciarla?

LISA               Ehi, Palmira, Alan no. E' l'Edvige, sua madre che non vuole. E lui, Alan, vive ancora sotto le sue sottane.

GIGINA         E dire che è tanto innamorato di Cristina.

LISA               Già. Era riuscito perfino a portarla in casa facendola passare per una sua compagna d'Università.

GIGINA         E lei era così contenta.

PALMIRA      Questo lo so. Non so cos'è successo dopo.

GIGINA         Cos'è successo. Ha avuto troppa fretta. Invece di aspettare con pazienza il momento buono, lei, la Cristina, si è presentata così, subito: "Mi chiamo Cristina e sono la fidanzata di Alan." (le viene un groppo alla gola)

LISA               E la signora Edvige, l'ha cacciata immediatamente di casa.

PALMIRA      L'ho sempre detto che "quella" è una donna senza cuore.

LISA               "Mio figlio si sposerà con chi dico io e non con la prima venuta." e poi con Alan "Chi ti sei portato in casa? Una opportunista. Ecco chi è la tua Cristina. Ti sei lasciato abbindolare da una opportunista. Da una che benissimo che tu sei ricco e domani sarai erede di tutto il patrimonio di famiglia.”

GIGINA         La signora Edvige vuole che Alan si sposi con Samantha.

LISA               E Samantha invece è innamorata di Leandro, il cugino di Alan.

PALMIRA      La signora Edvige. E' proprio una donna all'antica. Con i paraocchi. Dico io, come si fa ad essere così ciechi. Tuo figlio si è innamorato di questa ragazza? Ma lascia che se la sposi.

LISA               E già. E poi almeno che la Cristina non fosse incinta.

PALMIRA      Incinta? Che vui dire?

GIGINA         Eh sì. Anche per questo la signora Edvige l'ha cacciata subito, perchè lei ha anche aggiunto "...sono la fidanzata di Alan da un anno e mezzo e da due mesi aspetto un figlio, suo." Io mi sono messa a piangere. (si mette a piangere)

PALMIRA      Sei sicura?

LISA               Sicurissima. Ha fatto anche le analisi.

PALMIRA      Ma quando?.

LISA               E dai. L'ha detto con quella sua amica: "Sono stata dal ginecologo" "Una visita di controllo?" "Magari." "Allora...?" "Sì" "Sarai felice, vi amate tanto." Ha detto così, ho sentito bene e lei...

PALMIRA      Lei?.

GIGINA         (piangendo) Si è messa a piangere. A piangere.

PALMIRA      (commossa) Oh. poverina.

LISA               E puoi ben immaginarti perchè piangeva. Se lo sentiva che sarebbe andata a finire così.

PALMIRA      (piangendo) Povera bambina. Povera bambina. (piangono in tre. Si asciugano le lacrime. Poi, dopo una pausa ben calibrata)

GIGINA         Ecco: tutto questo è successo all'ultima puntata.

PALMIRA      Lo sapevo, lo sapevo che mi perdevo la puntata più bella. Ieri pomeriggio Firmato è arrivato improvvisamente...

LISA               Eh, ho sentito tuo marito che urlava.

PALMIRA      Urlava. Parlava a voce alta.

LISA               No no. Ho sentito benissimo. Percaso avevo la porta socchiusa. Urlava: "Dov'è? Dove l'hai nascosto?" Io poi che sono così stressata. Mi sono messa subito in agitazione. (a Gigina) Tu non hai sentito nulla?

GIGINA         No. Io tengo sempre la porta chiusa.

LISA               Non ti avrà mica fatto un'altra scenata di gelosia? A noi lo puoi dire liberamente. Se non ci aiutiamo tra di noi.

PALMIRA      No no, macchè. Firmato non è mica geloso. Sono un po' di giorni che è a casa, il camion è fermo e allora va al caffè con gli amici. Aveva combinato di uscire con loro, aveva fretta, voleva cambiarsi...

LISA               E dove doveva andare?

PALMIRA      A pescare.

LISA               Alle sette di sera?

PALMIRA      Che ne so io. Lui dice che ci doveva andare.

LISA               Ma se non c'è mai andato a pescare.

PALMIRA      Ah. E' per quello che s'è arrabbiato. Non sapeva cosa mettersi e allora diceva ad alta voce: "Dov'è? Dove l'hai nascosto." ... il giubbotto.

LISA               (con finto sollievo) Meno male. Credevo che fosse per... però, eh? Come urlava.

PALMIRA      (tra sè) Ancora. (forte) Insomma mi ha fatto dannare e mi sono persa la puntata.

LISA               Certo che anche tu, con questa croce addosso. Perchè non fai come ho fatto io con il mio primo e ultimo fidanzato: rimandalo dalla sua mamma.

PALMIRA      Cosa vuoi che l’ammazzi?

LISA               Parchè?

PALMIRA      Sua mamma è morta da dieci anni.

GIGINA         E poi anche se è un po' - (occhiataccia delle altre due) se fosse un po' geloso - è più bello. E segno che ti ama. Un po' di gelosia - un po' - molte volte unisce. A me non dispiacerebbe se trovassi un uomo un po' geloso.

LISA               Mio Dio, cosa vuol dire non capire niente. Ehi, Palmira, quando va bene a te....

PALMIRA      Dopo però mi ha chiesto scusa. Abbiamo fatto la pace.

LISA               (colpita) Ah...

GIGINA         (trionfante) Ah, che piacere.

LISA               Piacere di cosa?

GIGINA         Che hanno fatto la pace.

LISA               Ma a te cosa interessa se loro...

PALMIRA      Cosa stavamo dicendo? Ah. e lui, lui, Alan cosa dice che fa?

GIGINA         Lui? Lo sai che lui non decide mai niente. Anche con la Samantha, è tanto che sono assieme solo per fare contenta la signora Edvige.

LISA               E poi, cosa dovrebbe fare?

PALMIRA      Ha trent'anni. La Cristina aspetta un figlio suo. Dovrà sposarla e riconoscere suo figlio.

LISA               Sì, domani. Non vuole sua mamma di lui, sua mamma, sua mamma! E Alan è succubo.

GIGINA         Eh, è succubo.

LISA               Guarda, scommetto quello che vuoi che lui non muove un dito. Scommetto.

PALMIRA      E lei come ci rimane?

GIGINA         Lei dovrà andarsene con il suo bambino.

PALMIRA      E allora non è vero che l'Edvige vuole bene a suo figlio. Non si accorge che facendo così lo rovina. Che lo rende infelice per tutta la vita.

LISA               Però anche lui, Alan, è un bel coniglio. Eh, l'ho sempre detto io, gli uomini sono tutti uguali. Tutti vigliacchi.

GIGINA         Tutti... proprio tutti no.

LISA               Proprio tu puoi dirlo. Tuo marito è uscito una sera per andare al caffè e dopo sei mesi - sei - ti ha scritto che voleva sposarsi con un'altra.

GIGINA         Mio marito è uno, mica: tutti.

LISA               E ti ha abbandonato con una figlia di sei anni.

GIGINA         Io però mi sono rifatta. Non gli ho ancora dato il permesso.

LISA               (canzonandola) Brava. Scommetto che è ancora in attesa della tua risposta.

PALMIRA      (a Lisa) Dimmi. E il vecchio? Joseph, il marito della signora Edvige. E' ancora così geloso?

LISA               E' vero. Me ne scordavo. Pensa: ha pagato uno, un certo Bill, perchè faccia la corte alla moglie, insomma che provi a sedurre l'Edvige.

PALMIRA      Beh? E perchè?

LISA               Parchè lui dice che è sicuro che sua moglie lo tradisce ma non è mai stato capace di scoprirla...

GIGINA         ... in fragrante.

LISA               ... in fragrante. Così stavolta combina un tradimento pilotato e al momento buono... zacchete.... la coglie in fallo. 

GIGINA         Ehi, va bene un po' geloso. Così è un po' troppo..

PALMIRA      Eh, cara mia, la gelosia è una brutta bestia. Però non mi dispiace per la signora Edvige; soffra un po' anche lei, lei che fa soffrire tutti gli altri.

GIGINA         Non è giusto, perchè se c'è una donna fedele....

LISA               Beh? Cosa fai? La difendi? Non abbiamo ancora finito di dire che l'Edvige è una carogna e tu la difendi? Non sei coerente: prima sostieni una ragione poi il suo contrario.

GIGINA         Se è fedele non potrò mica dire che gliele fa. (mostra le corna)

LISA               (a Palmira) Tra un po' c'è la replica, la guardiamo assieme.

PALMIRA      Voi l'avete già vista.

LISA               Io la rivedo volentieri.

GIGINA         (guardando l'orologio) Oh. E' tardi. Devo andare a prendere la Bruna. Andiamo dal dentista.

PALMIRA      A pranzo vieni da me. Nessun ma. E nel pomeriggio mi lasci la Bruna e vai a fare una bella passeggiata.

GIGINA         Una passeggiata? Per far cosa?

PALMIRA      Per vedere come è fatto il mondo fuori. Sei ancora giovane. Tuo marito è un anno che ti ha lasciato. Non ti sembra il caso di ricominciare a guardarti attorno? Non lo vuoi trovare qualcuno da far ingelosire?

GIGINA         Ma dove vado?

PALMIRA      Potresti andare a prendere Paolo dal lavoro.

GIGINA         Perchè è senza macchina oggi?

LISA               (tra sé, compatendola) Oh, mio Dio.

PALMIRA      Ma no. Solo che sono solo due mesi che è in città e magari non sa come passare il tempo prima di cena.

GIGINA         E l'ha detto con te?

PALMIRA      Non conosce nessuno. Con chi vuoi che esca? Piero si sposa fra due mesi, Evaristo è impegnato... (guarda con intenzione Lisa) e se non è impegnato presto lo sarà.

LISA               Io non so di cosa tu ti parli. Evaristo mi stressa. Non lo posso vedere.

EVARISTO    (entra, e ascolta l'ultima battuta) Sbagliato.

PALMIRA      Evaristo! Avanti, avanti.

EVARISTO    Dovreste dire che non mi "volete" vedere. (posa un cesto con frutta e verdura di stagione)

LISA               E che differenza c'è?

EVARISTO    C'è, c'è. Io, per esempio...

PALMIRA      Cosa mi avete portato ancora? Fate sempre dei complimenti.

EVARISTO    Macchè complimenti. Due fagiolini, due caspi d'insalata e alcune pesche.

PALMIRA      (dà una lista a Gigina e poi a parte, mentre Evaristo a modo suo corteggia Lisa che sta stirando) Fammi un favore: dal macellaio prendimi un po' di salsiccia, la carne tritata tre etti...

GIGINA         Va bene. Vado. Vi saluto Evaristo.(esce)

EVARISTO    Ci vediamo Gigina. (continuando il discorso interrotto) Io, per esempio vorrei veder meglio una bella donna. Magari mi piacerebbe di vederla più da vicino, ma non "posso".

PALMIRA      E perchè?

EVARISTO    Parchè lei non si avvicina e quando mi avvicino io lei si allontana. Voi invece la mia Lisa...

LISA               Io non sono vostra.

EVARISTO    Voi invece, Lisa - per potere - potreste vedermi benissimo, il fatto è che non volete - non "volete". Capite dov'è la differenza?

PALMIRA      Ah, ecco, voi vorreste vedere la Lisa ma non potete perchè lei non vuole.

EVARISTO    Fermi tutti. Io parlo così, in generale. Perchè, vedete Palmira, io ci penso tutti i giorni.

PALMIRA      A cosa?

EVARISTO    Penso alla donna e alla morte. Cosa c'è di più bello sulla terra?

PALMIRA      Della morte?.

EVARISTO    No, della donna. Ci pensavo anche venendo qui. Si sono fatte tante invenzioni: la ruota, la polvere da sparo, il telescopio, l'areoplano, il missile. Siamo andati sulla luna. E le comodità? La radio, il frigorifero, la televisione, le moto, le auto. Ma non c'è nulla da fare. La prima invenzione rimane sempre la migliore: (con intenzione verso Lisa) Eva!. Provate a immaginare un mondo senza la donna.

PALMIRA      Voi dite così perchè non siete sposato.

EVARISTO    Questo non c’entra. Perché se non ci fosse stata la donna: finito Adamo, finito tutto. E pensare che fin da allora (indica il cielo) l'Inventore aveva previsto il duemila. Oggi, non ci lamentiamo tutti per l'inquinamento, il buco nell'ozono, il piombo e tutti quegli accidenti che sbucano fuori dagli scarti che facciamo?

PALMIRA      E le donne come entrano in questo discorso?

EVARISTO    La donna è anche ecologica.

PALMIRA      (ride) Ecologica? Questa non l'avevo mai sentita.

EVARISTO    In una donna, per esempio - (guarda con intenzione Lisa) in una bella donna - è buono tutto, non c'è niente da scartare, niente da buttare via - non so se mi spiego - come in un maiale.

LISA               Bell'esempio. Fine.

PALMIRA      Evaristo, propi davanti alla Lisa.

EVARISTO    E perchè? Se qualcuno mi dicesse che sono buono tutto, mi parrebbe un bel complimento. Faccio per spiegarmi. E non so se mi spiego, ci sarebbero tantissime cose da dire sulle qualità della donna. Per esempio: la donna è anche panoramica.

PALMIRA      Panoramica? Avanti, sentiamo anche questa.

EVARISTO    Io vado a raccoglier frutta in collina. Di lassù guardo il panorama. Sì, è bello, si vede la campagna... improvvisamente per la strada passa una bella ragazza, magari in bicicletta, con una maglietta corta corta e con un paio di calzoncini tesi... mmmh… quello sì che è un panorama!

PALMIRA      Va là va là Varisto, voi non dovevate fare l'operaio dovevate fare il poeta.

EVARISTO    Sì, il poeta. Mi misero a spalare letame che non avevo ancora sei anni. (a Lisa che fa la faccia schifata) Beh? Cosa c'è da arricciare il naso. Il letame è ecologicamente pulito. E poi l'uomo non l'hanno fatto con la terra? E vuoi che non ci fosse neanche un po' di letame in mezzo a quella terra?. Magari letame di dinosauro... così grandi dovevano fare certe pizze.

LISA               Che schifo.

PALMIRA      (ridendo) Avete sempre voglia di ridere voi.

EVARISTO    Eh, Palmira, stare al mondo è già difficile così, con tutto quello che bisogna fare per campare: alzarsi presto la mattina, patire il freddo d'inverno con mani e piedi gelati, il caldo d'estate col sudore e pizzicore dappertutto, volete che mi metta anche a piangere? Sarebbe il colmo.

PALMIRA      Ecco, questa è la vostra roba stirata. L'ha stirata la lisa con le sue mani. (Evaristo annusa i panni e guarda la Lisa che gli volta le spalle continuando a stirare) Stasera venite a cena giù?

EVARISTO    Stasera? Volete saperlo così presto? Di qui a staserà può venire la fine del mondo. Vengo, vengo. Ormai e come che sia un vostro pensionato. (guardando la Lisa, che ha fatto cadere dei panni e si è piegata proprio davanti a lui per raccoglierli) Ma va bene così, va proprio bene così.

LISA               Cosa c'è da guardare.

EVARISTO    Ehi, cosa volete farci, gli occhi corrono dove lampeggia.

LISA               (esce sbuffando e portando via l'asse da stiro) Uff!

PALMIRA      L'avete visto ieri sera "Passioni ardenti".

EVARISTO    Io, Palmira, - non so se mi spiego - non ci guardo molto a quelle cose lì. Mi piacciono di più il telegiornale e i documentari di animali.

PALMIRA      Invece fareste bene a guardarlo. Voi che parlate sempre di maiali e di letame, (indicando dove è uscita Lisa) lì, vi insegnano quello che si deve dire a una donna per conquistarla.

EVARISTO    Magari. Ma io credo che mi succeda come per le frittelle. Vi ricordate la settimana scorsa? Ne avevamo parlato tantissimo e voi mi avevate insegnato come si fa: ci vuole la farina. le uova e poi si deve impastare e poi friggere... le chiacchiere sulle frittelle le sapevo tutte. Ma quando ho provato a farle: un disastro: farina ovunque, schizzi d'olio dappertutto... Credo che sia così anche nel nostro caso. Un conto è parlare d'amore e un conto è farlo.

LISA               (rientra) Evaristo?

EVARISTO    Pronto.

LISA               Cosa dice quella dell'ultimo piano?

EVARISTO    Chi?

LISA               Eh, adesso, non ditemi che non l'avete vista. Voi che avete gli occhi lampeggianti. E' una donna e abita di fronte a voi..

EVARISTO    E allora? Non abita mica in casa mia.

LISA               L'avrete vista, uscire di casa, per le scale?

EVARISTO    Forse questa ha le pile scariche. Lampeggia poco.

PALMIRA      (a Lisa) Di chi parli?

LISA               Di quella dell'ultimo piano.

PALMIRA      Chi?

LISA               Non mi dirai che non l'hai vista neanche tu? Le avrai poi dato le chiavi di casa?

PALMIRA      Io no. Sei sicura?

LISA               Oh, volete farmi passare per deficente?

PALMIRA      Ohi, cosa vuoi che ti dica.... Ah. Sì, sì. Ora mi ricordo. Piero mi ha detto che forse dava le chiavi a una ragazza che studia con lui. Gliele avrà date senza avvertirmi. Perchè cos'ha fatto?

LISA               E' un mistero. Due sere fa - poteva essere circa mezzanotte - vado sempre a letto tardi perchè cusa lo stress soffro d'insonnia, percaso avevo la porta socchiusa. Sento un passo leggero e sconosciuto per le scale. Mi affaccio e nello stesso momento sento uno che corre giù per le scale.

PALMIRA      Corre per le scale? E chi era?

LISA               E' questo il mistero. E uno che corre svelto su. Mi porto sul pianerottolo... quello che scendeva è stato svelto e non l'ho visto ma quello che saliva sì.

PALMIRA      E chi era?

LISA               Una donna. Non l'ho vista bene. Per le scale c'è poca luce. (con intenzione a Evaristo) E non possiamo mettere una lampadina più potente. Consuma troppo.

EVARISTO    La mia Lisa...

LISA               Io non sono vostra.

EVARISTO    Il risparmio energetico e una delle fonti di energia del futuro. Voi immaginate se ciascuno, in casa propria usasse lampadine meno potenti che so - venti watt di meno. Quante lampadine ci sono in Italia? Pensate a quanti milioni di watt si risparmierebbero. E quanti miliardi potrebbero essere investiti diversamente.

LISA               Investiti diversamente per far cosa?

EVARISTO    Magari per divertimento.

LISA               Divertirvi voi? Ma se siete tirato a balestra.

EVARISTO    Fermi tutti. Io non sono tirato. E' la busta paga che è magra e - non so se mi spiego- (guarda con intenzione Lisa) devo cercarmi quei divertimenti che non costano niente.

LISA               Volete smetterla di guardarmi così?

PALMIRA      Dai, va avanti. E allora?

LISA               Allora lei ha aperto la porta.

PALMIRA      Se aveva la chiave allora è una sua compagna di università di Piero. L'ha fatto altre volte.

LISA               Una donna, giovane eh, con gli occhiali, una valigia marron, una sottana blu, un gilè di lana blu e una camicetta bianca...

EVARISTO    E le mutandine di che colore erano?

LISA               E a voi cosa interessa?

EVARISTO    A me? Delle sue mutandine niente. Però siccome per le scale c'è poca luce per colpa della lampada piccola, lei andava svelta, voi eravate al piano di sotto; se avevate visto anche il colore delle mutandine vi chiedevo l'indirizzo del vostro oculista.

LISA               Ma guarda che cafone! Prima sembra ti voglia mangiare con gli occhi e poi ti prende in giro.

PALMIRA      Lascia perdere. Evaristo scherza.

LISA               No, che non lascio perdere. Io non sopporto chi ficca il naso negli affari degli altri. Se ognuno badasse agli affari suoi ci sarebbero meno chiacchiere e meno cattiveria in giro.

PALMIRA      Eh, Evaristo. E poi dite che vi piacciono le donne?

EVARISTO    Fermi tutti. Amo la donna. Come categoria, come genere, così, nel plurale. Ma quando si scende nel particolare, nel singolare, c'è sempre qualche scarto da fare.

LISA               E io? Sarei da scartare?

EVARISTO    Scartare? Voi? No, voi mi piacete molto e lo sapete. Ma, non so se mi spiego, avete qualche difettuccio di fabbrica che bisognerebbe togliervi.

LISA               Difettuccio? Che difettuccio.? Avanti.

EVARISTO    No, dicevo per dire...

LISA               Avanti. Allora sto apettando.

EVARISTO    Siete un po', solo un po' eh...

LISA               Cosa sono? Avanti ditela tutta ormai che ci siete.

EVARISTO    Un po' invadente.

PALMIRA      Evaristo.

LISA               Invadente? Io? Voi siete matto? L'hai sentito Palmira?

PALMIRA      (conciliante) Su su...

LISA               Non potrò badare ai miei interessi? Non avrò il diritto di sapere chi è il mio vicino di casa.? E poi, voi, cosa credete di conquistare una donna dandole dell'invadente?

EVARISTO    Ehi, a volte, quando si vuole cogliere una rosa bisogna togliere qualche spina. E, non so se mi sono spiegato, voi siete una rosa molto spinosa.

LISA               Allora non avvicinatevi. Ché più lontano state, meglio sto. E cosa c'è ancora da guardare?

EVARISTO    Io? Niente. Avete già visto tutto voi. Ma vedo che siete arrabbiata. E mi dispiace. Arrivederci. (prima di uscire) Lisa? (le fa una smorfia)

LISA               Ah. (Prende i panni rimasti e glieli tira dietro) Io una volta o l'altra l'ammazzo. L'ammazzo!

PALMIRA      E' mai possibile che litighiate sempre come cane e gatto?

LISA               E' un pagliaccio. Mi stressa il solo vederlo. Io poi che sono così ansiosa.

PALMIRA      Evaristo è un uomo con la testa sulle spalle.

LISA               Mi ha dato dell'invadente.

PALMIRA      Vede che ti riscaldi e si diverte a stuzzicarti. Scherzava.

LISA               No, faceva sul serio.

PALMIRA      Anche tu, però, potresti essere un po' più gentile con lui.

LISA               Gentile? E perché?

PALMIRA      Ohi, da cosa nasce cosa...

LISA               E io sarei rimasta nubile tutto questo tempo per sposarmi con Evaristo? Palmira, tu sei matta.

PALMIRA      Eh, hai ragione. E' un operaio di campagna. Guadagna poco. E' sopra i quaranta. Capisco, ti piacerebbe qualcuno più giovane.

LISA               Io? Cosa ti sei messa in testa. Io gli uomini non li posso... non li voglio vedere!

PALMIRA:     Contenta tu.

LISA               (dopo una breve pausa) Stavamo dicendo?

PALMIRA      La ragazza del piano di sopra: ha aperto la porta, e poi?

LISA               E poi si è chiusa dentro e non l'ho più vista uscire. La sento, però, che passeggia sopra la mia testa.

PALMIRA      Sono curiosa di chiedere a Piero...

GIANNA        (entra con uno zaino da scuola) Buon giorno.

PALMIRA      Gianna, stella, vieni avanti.

GIANNA        Come sta Piero.

PALMIRA      Va pure a vedere se sei capace di farlo alzare. (Gian­na esce verso la camera da letto)

LISA               E ancora a letto? Cos' ha fatto?

PALMIRA      Anche questo è un mistero. Sono due giorni che non stu­dia. Dice che ha rimandato l'esame. Non parla e dorme tutto il giorno.

LISA               E' ammalato?

PALMIRA      No. Te lo dico io cos' ha. E' l'agitazione di doversi sposare. Pierò è fatto così. Una cosina da nulla lo mette in ansia. Figuriamoci sposarsi. Adesso mancano due mesi un'altra volta. Ti ricordi? La prima volta gli venne una febbre da cavallo e volle rimandare tutto di sei mesi. La seconda volta non mangiava più e volle ri­mandare di altri sei mesi. E adesso... (rientra Gianna) Allora?

GIANNA        Non vuole alzarsi.

PALMIRA      E invece deve alzarsi. Bisognerà poi che andiate in giro per i mobili. La camera da letto almeno. Ne avete par­lato?

GIANNA        Parla poco.

PALMIRA      Hai ragione, Gianna, ma è meglio così. In famiglia ci vuole uno che parli e uno che ascolti. Piero l'ho abi­tuato ad ascoltare. Tu cosa studi?

GIANNA        Comunicazione.

PALMIRA      Vedi? Lui parla poco. Tu sei capace di parlare. Sei la moglie adatta per mio figlio. Voglio che vi sposiate presto, che vi facciate una famiglia. La tua povera mamma te lo raccomandò e io te lo dò volentieri. E poi Piero non parla ma è contento, è contento.

GIANNA        Io lo spero perchè lui...

PALMIRA      Lo so. Parla poco.

GIANNA        No. Volevo dire non mi sembra molto entusiasta.

PALMIRA      Stella mia, per sposarsi non vi vuole mica l'entusia­smo. Ci vuole la testa sulle spalle. Per Piero garanti­sco io e vedrai che vi troverete bene. Oh! Non abbiamo ancora fatto le pubblicazioni. Pazienza i mobi­li che si trovano in pochi giorni, ma almeno le pubbli­cazioni. Domattina ci andiamo assieme.

GIANNA        No no, ci andiamo da soli, ci andiamo.

PALMIRA      Beh, adesso è proprio ora che si alzi. (chiama) Piero! Pigrone. Alzati dunque. E' ormai mezzogiorno. (esce)

LISA               Gianna, tu l'hai vista la nuova vicina?

GIANNA        Che vicina?

LISA               Ah, non sai niente?

GIANNA        No, perchè, avete una vicina nuova?

LISA               Sì. L'ha portata Piero. Dicono che sia una sua compagna d'università

GIANNA        Ah.

LISA               Si, ma non ti preoccupare, non è la prima volta che Piero porta in casa delle donne.

GIANNA        Davvero?

LISA               Ah, non lo sapevi? Questa abita nell'appartamento di fronte a quello di Evaristo. Da sola. E se vedessi che bella ragazza.

GIANNA        Ah si?

LISA               Almeno a te avrebbe dovuto dirlo, no?

GIANNA        Cosa?

LISA               Che l'avrebbe portata in casa. Non sei la sua fidanzata? Hai il diritto di sapere tutto.

GIANNA        Piero è libero di fare quello che vuole.

LISA               Eh no. Io non starei mica così tranquilla. Una donna, giovane, bella. Perchè io l'ho vista bene. (rientra Palmira)

PALMIRA      Gianna, vai ad aiutarlo. Voglio che andiate in farmacia.

LISA               Subito. (esce)

PALMIRA      (a Lisa a parte) E' una sua compagna di università, ma è meglio che la Gianna non lo sappia. Lo sai come sono le ragazze, non ci vuol niente a metterle in agitazione.

LISA               Hai ragione. Con la Gianna non diciamo niente.

PIERO                        (entra seccato, in mutande) Alzati, alzati. E non ci sono nemmeno i vestiti.

PALMIRA      Piero.

GIANNA        Dice che non riesce a trovare i pantaloni. (ha in mano le scarpe di Piero)

PALMIRA      Oh, hai ragione, li ho messi da lavare. (prende un paio di pantaloni appena stirati e si rivolge a Piero come fosse un bambino vestendolo con cura amorevole) Vieni qua. E vergognati di presentarti nudo davanti a delle donne.

LISA               Se è per me fate pure con comodo, io non mi scandalizzo.

PIERO                        Lasciami in pace.

PALMIRA      E sta fermo. (gli infila i pantaloni) Guarda, guarda che due occhietti hai fatto. (guardando i pantaloni) Anche qui ci vorrebbero due punti. (a Piero) Non ti vergogni a dormire così tanto?

PIERO                        Vuoi lasciarmi in pace?

PALMIRA      Mo cosa ha fatto la mia stellina. Eh? E' malato? Non glielo dice con la sua mamma quello che ha?

PIERO                        Sto benissimo.

PALMIRA      (bruscamente) Bene. Allora la Gianna vuole che tu l'accompagni a fare due passi.

PIERO                        (a Gianna) Cosa vuoi tu?

GIANNA        Veramente io...

PALMIRA      Vuole andare a passeggio con il suo fidanzato. E anche tu Gianna, fatti valere, altrimenti questo pelandrone fa le radici nel letto.

PIERO                        E dove dobbiamo andare?

PALMIRA      Dove vi pare. In piazza. E intanto che siete per strada passate dal dottore, ti fai segnare queste pasticche e vai a prenderle in farmacia. (gli dà un flacone vuoto per campione e dei soldi).

PIERO                        Dilla tutta. Vuoi che vada in farmacia.

PALMIRA      E' per strada. (dolce) E poi non lo fai un favore alla tua mammina, eh stellina?

PIERO                        (rassegnato guardando il flacone) Che roba è?

PALMIRA      (bruscamente) E' roba da donne.

PIERO                        Non ci può andare Gianna da sola? (siede)

PALMIRA      No. Ha bisogno che tu l'accompagni. Avanti. (con la Gianna) E poi mi porti anche una bottiglia d'olio, un po' di odori, un chilo di pane e un pacchetto di caffè. (dà i soldi a Gianna)

GIANNA        Va bene.(escono)

PALMIRA      Ecco e questi li abbiamo spediti. Che ore sono?

LISA               Le undici. C'è la replica di "Passioni ardenti".

PALMIRA      Allora la guardiamo. (fa per accendere la tv) E' vero. C'è il filo rotto. Non posso vederla neanche oggi.

LISA               Vieni su da me.

PALMIRA      Devo ancora preparare il pranzo. Tra un po' arriva Fir­mato.

LISA               Tuo marito aspetta.

PALMIRA      Volevo apparecchiare in cortile, si sta più freschi.

LISA               Guarda. (scrive un biglietto) "Sono dalla Lisa per una cosa importante. Apparecchiate in cortile che vengo subito." Sono tutti adulti e vaccinati, anche se aspettano un po' non muoiono di fame. O vuoi sempre omportarti da schiava.?

PALMIRA      Mi hai convinto. Non mi levo nemmeno il grembiule.

LISA               "Passioni ardenti", arriviamo… (escono rapide)

ATTO SECONDO

Un momento dopo. Entra di soppiatto Firmato, il marito di Palmira. Legge il biglietto, controlla che in casa non ci sia nessuno poi fa entrare Alvaro.

FIRMATO      Entra, entra. Mia moglie è su dalla Lisa. Adesso l'aspetti. Vedrai che stavolta le metto le mani addosso. Eh!

ALVARO       Ma sei sicuro di volerlo fare?

FIRMATO      Sicuro, che sono sicuro.

ALVARO       Ma dai. Lascia perdere.

FIRMATO      Lascia perdere cosa?

ALVARO       Dai, non siamo più nel caffè. Io l'ho fatto per sostenere la tua parte con i tuoi amici. Credevo tu scherzassi.

FIRMATO      Io scherzare? Allora non mi conosci mica bene. Eh!

ALVARO       Ma dai. Tu sei sicuro che tua moglie abbia un amante.

FIRMATO      Un amante? Più di uno.

ALVARO       E come fai a crederlo? Sono tutte chiacchiere che ti hanno messo in testa. I tuoi amici ti prendono in giro.

FIRMATO      Te ne sei accorto anche tu. Mi prendono in giro. Eh! Mi prendono in giro perchè non l'ho ancora scoperta sul fatto. Ma vedrai che dopo rideranno meno.

ALVARO       Ridono perchè ti montano e ti smontano come una ciotola di panna. Se ti dicono che hanno visto un asino volare tu dici subito che ne hai visti due. Poi ti raccontano una balla su tua moglie e tu ci credi.

FIRMATO      Eh! Una balla. Eh! E come fanno a sapere che il tal e il tal altro giorno c'era uno da mia moglie, ed erano proprio i giorni che io ero via con il camion?

ALVARO       Ti avranno controllato.

FIRMATO      E come fanno a sapere che mia moglie ha un neo nella coscia sinistra? Eh?

ALVARO       Ma va là.

FIRMATO      E come fanno a sapere che vuol fare l'amore solo al buio?

ALVARO       Mio Dio. Il mondo è pieno di donne che hanno nei dovunque e che fanno l'amore al buio.

FIRMATO      Bumba. E come fanno a sapere che è proprio mia moglie.

ALVARO       Glielo avrai detto tu e poi te ne sei dimenticato.

FIRMATO      Io?

ALVARO       E chi? Se non ti conoscessi. Con i tuoi amici fai il gradasso ma loro sanno bene come ti devono prendere.

FIRMATO      Tu non capisci un accidente.

ALVARO       Grazie.

FIRMATO      Faccio apposta per farli parlare, per fargli dire quello che sanno su mia moglie. Quello che gli raccontano i suoi amanti.

ALVARO       E loro fanno parlare te. Non ti arrabbiare. Stai calmo.

FIRMATO      Io sono calmo. Sei tu che mi fai arrabbiare. Eh! Insisti nel dire che mia moglie non ha amanti quando io so che qui in casa ne circola più d'uno.

ALVARO       E io non ci credo. Guarda, io tua moglie non la conosco, non so nemmeno come si chiama, ma conosco te e sono pronto a mettere una mano sul fuoco che quello che dici non è vero.

FIRMATO      Se facessero tutti come te lo stato andrebbe in fallimento solo per pagare la pensione di invalidità a tutti quelli con una mano sola. Eh! E tu saresti il primo a prenderla.

ALVARO       E io non ci credo.

FIRMATO      E io, te lo provo! E se la trovo, li ammazzo tutti e due. Lei e lui. Io per certe cose sono peggio di un siciliano. Sono due siciliani con un mussulmano in cima.

ALVARO       Per me tu sei matto.

FIRMATO      Alora vuoi aiutarmi si o no?

ALVARO       Ma insomma. Mettiamo che io ti dia retta e cominci a corteggiare tua moglie. Come fai a essere sicuro che lei mi darà corda. Lei non mi ha mai visto, io non l'ho mai vista. Non so nemmeno se sono il suo tipo.

FIRMATO      Meglio così. Così non avrà nessuna scusante.

ALVARO       E se appena apro la bocca mi caccia fuori di casa.

FIRMATO      Stai tranquillo. Una donna quando è abituata a far di uomini, non se ne lascia scappare nessuno.

ALVARO       E vuoi proprio che faccia questa figura. Metti il caso che le tue siano tutte fantasie e che dopo, tua moglie, venga a sapere tutto. Cosa faccio? Mi seppellisco dalla vergogna?

FIRMATO      Tu corteggiala e falle la proposta. Oh, ma una proposta fatta bene come quelli della tivù.

ALVARO       E se lei per caso ci sta?

FIRMATO      Ci deve stare.

ALVARO       E se io ne approfitto.?

FIRMATO      Io vi uccido tutti e due.

ALVARO       Ohi, grazie. Dal momento che ti faccio il piacere.

FIRMATO      Sei o non sei un amico.?

ALVARO       Accidenti all'amico.

FIRMATO      Vuoi tirarti indietro adesso? Hai detto davanti a tutti che ci stavi.

ALVARO       Ma è proprio perchè l'ho detto davanti a tutti che tu non dovevi crederci.

FIRMATO      E io, adesso, che figura ci faccio? Eh? Che figura ci faccio.?

ALVARO       Gli amici del caffè.

FIRMATO      Allora?

ALVARO       Gli amici del caffè.

FIRMATO      Allora?.

ALVARO       Ti hanno plagiato bene. Gli amici del caffè.

FIRMATO      E allora?..

ALVARO       E va bene. Ti faccio questo piacere, ma ricordati che è solo per farti vedere che ti sbagli. Che sono tutte fantasie.

FIRMATO      Magari. Il fatto è che sono sicuro. Sicuro. Eh! Ho bisogno d'una prova. Capisci? D'una prova. Guarda. Ieri era con uno dei suoi amanti. Sono giunto di corsa ma... qualcuno li aveva avvisati. Perchè poi, qui, tutti sanno tutto. E stanno zitti. E' tutta una mafia. Lei, stirava come se niente fosse. E si è arrabbiata lei. Eh! Trovava tutte le scuse per mandarmi via subito. E più tardavo è più si arrabbiava. Diceva che ero ubriaco, che era stanca della mia gelosia. Eh! Tu pensa - pensa - se si può trovare una scusa più cretina: diceva che la lasciassi in pace perchè voleva guardare la televisione. La televisione. E allora io, per dispetto le ho strappato il filo. Eh! La televisione.

PALMIRA      (da fuori) Il ragù. Mi sono dimenticata il ragù.

FIRMATO      Arriva. Io me ne vado prima che mi veda. Mi raccomando. Ti aspetto al caffè. (esce rapido)

ALVARO       Ma chi me lo fa fare. Dar retta agli amici.

Siede. Poi si sente la voce di Gigina che entrerà quasi subito.

GIGINA         (fuori scena) Ci penso io. E tu vai di sopra a posare lo zainetto. (entra con la borsa della spesa) Ecco qua che ho preso... la salsiccia, la carne tritata... (leg­ge il biglietto. Annusa)

ALVARO       (tra sè, non visto) Però. Me la immaginavo più anziana.

GIGINA         Oddio, brucia proprio. (corre a spegnere il fornello e non si avvede di Alvaro)

ALVARO       Ed è anche una bella donna. Non ha tutti i torti Firmato ad aver paura. (mostra le corna e ridacchia)

GIGINA         (rientra mettendosi un grembiule) Meno male, che ho fatto in tempo.

ALVARO       Ehm, ehm...

GIGINA         Oh, buongiorno.

ALVARO       Mi scusi se l'ho spaventata.

GIGINA         No no, non mi ha spaventata. Ha bisogno di qualcosa? Cerca qualcuno?

ALVARO       (iniziando la commedia) Cerco. E' un pezzo che cerco. Cerco il coraggio di parlare. Fin'ora ho avuto solo il coraggio di guardare da lontano e sognare.

GIGINA         (alza la voce credendo che non abbia capito) No, perchè - adesso - in casa non c'è nessuno.

ALVARO       Meglio. Sono due mesi che aspetto questo momento.

GIGINA         (alza di più la voce) Ho capito, però, se cerca qualcuno sono tutti fuori.                  

ALVARO       Meglio così. Così finalmente potrò parlare. No. Mi lasci dire. Ho un peso che devo togliermi subito se non voglio morire di passione.

GIGINA         Oh, ma cosa ha fatto?

ALVARO       Oddio, mi gira testa. Non vedo più niente.

GIGINA         (l'aiuta a sedersi) Si metta a sedere. (gli porta un bicchiere d'acqua, prendendola dal flacone dell'acqua distillata) Beva. E' leggera. Le farà bene. E' tutto turbato.

ALVARO       Turbato è poco. Vaneggio ogni notte e di giorno non so dove battere la testa.

GIGINA         Ha avuto qualche disgrazia?

ALVARO       No. Ho avuto una grande fortuna, ma questa fortuna è stata anche la mia più grande disgrazia.

GIGINA         Una fortuna che è una disgrazia? Credo di non aver mica capito, sa?

ALVARO       Ho avuto una gran fortuna perchè finalmente ho trovato la donna della mia vita.

GIGINA         Davvero?

ALVARO       E una disgrazia ancora più grande perchè questa donna è maritata. Maritata. E non ho il coraggio di parlare con lei per paura che mi dica di no.

GIGINA         Certo, che se è sposata fa bene a dire di no.

ALVARO       Vede, lo dice anche lei. Se è sposata fa bene a dire di no.

GIGINA         Ma questa donna cosa dice?

ALVARO       Non le ho ancora parlato.

GIGINA         Ah, non avevo capito. Però anche lei non può mica vivere in questa continua agitazione.

ALVARO       Infatti volevo farla finita. (si punta le dita alle tempie)

GIGINA         No.

ALVARO       Poi ho pensato. Non è giusto che io soffra e che lei non sappia niente. Bisogna che quella donna sappia che è tutta colpa sua.

GIGINA         Bravo. Glielo dica. Glielo dica!

ALVARO       (guardando con intenzione Gigina che non capisce) Ecco, allora glielo dico. E' tutta colpa sua.

GIGINA         Ho capito. Però lei così non sente.

ALVARO       Sente. Sente. (c.s.) E' tutta colpa sua.

GIGINA         (ad alta voce) Lei così non sente.

ALVARO       (puntandole il dito) E tutta colpa sua.

GIGINA         (dopo un po' realizza) Oddio.

ALVARO       Si. La colpa è la vostra.

GIGINA         Mia? E perchè?

ALVARO       (inginocchiandosi) Perchè quella donna siete voi. Io sono innamorato di voi.

GIGINA         (perde completamente il controllo) Ahhhh! Oh, povera me. Ma cosa dice? Quella donna sono io. Oddio povera me.

ALVARO       (tra sè) Credo di averle fatto effetto.

GIGINA         Mi gira la testa. Non vedo più nulla. (urlando, al solo avvicinarsi di Alvaro) Ahhhh.

ALVARO       Per l'amor di Dio. Non urlate così. State calma. Calma.

GIGINA         E sicuro di quello che dice?

ALVARO       Lo so che a dirlo così sembra uno scherzo. Ma io sono innamorato di voi.

GIGINA         Davvero? (quasi sviene) Oddio. Mi viene caldo (cerca di ricomporsi) Ma io non vi ho mai visto.

ALVARO       Perchè non ho mai avuto il coraggio di presentarmi. Vi ho sempre guardato da lontano. Ogni tanto vi passavo vicino senza che voi ve n'accorgeste. E quando giravate il viso fingevo di inciampare per nascondere il mio.

GIGINA         Ma guarda. E io non mi sono mai accorta di niente.

ALVARO       Non so nemmeno il vostro nome.

GIGINA         Luisa.

ALVARO       Però so che avete un marito.

GIGINA         Un marito? (ride) Chissà dov'è a quest'ora.

ALVARO       L'ho visto quando è andato via.

GIGINA         Ha detto che andava al caffè. (ridendo) Sarà ancora là.

ALVARO       (ride e non capisce. Riprendendo con un tono colloquiale) Ecco, adesso vi ho detto tutto. Mettetemi pure alla porta.

GIGINA         E perchè?

ALVARO       Dopo tutto quello che vi ho detto.

GIGINA         E allora?

ALVARO       Vi ho detto che sono innamorato di voi.

GIGINA         Sìììì?

ALVARO       E voi siete sposata.

GIGINA         Cosa c'entra. Io ho piacere se un uomo mi pensa.

ALVARO       Ma prima avete detto che una sposata fa bene a dir di no.

GIGINA         Certo. Una sposata fa bene a dir di no.

ALVARO       E poi se viene a saperlo vostro marito.

GIGINA         (si tira nelle spalle) Beh...

ALVARO       Non è geloso?

GIGINA         Ci mancherebbe altro.

ALVARO       (tra se) Ah, brutta.... (quasi con tono di rimprovero) Allora voi, vostro marito non lo rispettate. Ma è vostro marito.

GIGINA         Oh, ma voi siete venuto qui per parlare con me o per parlare di mio marito? Avevate cominciato così bene. E adesso non fate altro che ricordare: mio marito, mio marito, mio marito. State tranquillo, mio marito non so più nemmeno se sia al mondo.

ALVARO       Ah sì?.

GIGINA         Starei fresca se dovessi ascoltare lui.

ALVARO       (tra se, incredulo) Non ci posso credere.

GIGINA         (prendendo l'iniziativa) Parlatemi di voi adesso. Voi sapete tutto di me e io di voi non so ancora niente.

ALVARO       (tra sè, come inebetito) Aveva ragione Firmato.

GIGINA         Beh, siete rimasto senza parole? Non avete altro da dirmi?

ALVARO       E vi pare poco? Dopo che sono stato così... sfacciato.

GIGINA         A me non siete parso sfacciato per niente. Si sa, l'uomo è cacciatore. Però adesso che mi avete detto tutto, che siete innamorato di me, anch' io ho il diritto di sapere chi siete. Una donna non può mica compromettersi - così - con il primo venuto.

ALVARO       Bisogna prendere delle precauzioni.

GIGINA         E già.

ALVARO       Che non lo sappia nessuno.

GIGINA         Questo non è mica importante. E' più importante conoscere l'uomo. Che non sia uno di quelli che lo fa apposta per...

ALVARO       (inghiottendo) Per cosa?

GIGINA         ... per prenderti in giro.

ALVARO       Ecco, vedete che fate bene a mandarmi via?.

GIGINA         Dovrei proprio. Però... vi voglio credere. Sì sì, vi voglio credere. Basta che parliate. Se non dite più niente, come faccio ad essere sicura. (annusa) Oh, aspettate un momentino. Vado a spegnere il gas. (esce in fretta verso la cucina)

ALVARO       Mamma mia in che pasticcio mi sono messo. Aveva ragione Firmato. Ci stà. Ci stà. Ne parla come se fosse la cosa più naturale del mondo che io e lei... Però, è simpatica... Ha un visino... parla con una naturalezza.... Oh, Alvaro. Alvaro sei qui per fare un piacere ad un amico, non per fargli (mostra le corna).... Sembra svagata, ma non è mica stupida. Ha un visino... Ma perchè mi sono messo in questo pasticcio!

Entra Bruna.

BRUNA          (entra) Ciao.

ALVARO       Ciao.

BRUNA          Io mi chiamo Bruna e tu?

ALVARO       Alvaro

BRUNA          Cosa ci fai qui? Aspetti qualcuno?

ALVARO       Eh? Sì.

BRUNA          Stai aspettando la mia mamma?

ALVARO       No no. Aspetto la signora che abita qui.

BRUNA          Ah, viene subito.

GIGINA         (rientra, si è truccata e si è tolta il grembiale) Ecco sono qua. Bruna, fammi un favore. Vai di sopra dalla Lisa e mi aspetti li?

BRUNA          Vuoi rimanere sola con questo signore?

GIGINA         Sì, dobbiamo parlare. Dopo poi ti spiego. E non dire niente con la Lisa eh? (si strizzano l'occhio)

BRUNA          Va bene mamma. (ad Alvaro) Allora era la mamma che stavi aspettando. Lo sai che non si dicono le bugie. (esce)

GIGINA         E' la mia bambina.

ALVARO       Complimenti.

GIGINA         Allora, dove eravamo rimasti? Ecco. Adesso voi sapete tutto di me e siccome avete perso la parola vi faccio delle domande io. Intanto possiamo darci del tu, non credi?

ALVARO       Diamoci pure del tu.

GIGINA         Come ti chiami?

ALVARO       Alvaro.

GIGINA         Alvaro. Sei sposato?.

ALVARO       No.

GIGINA         Benessimo.

ALVARO       Perchè?

GIGINA         E me lo chiedi? Io non mi metto con gli sposati.

ALVARO       (tra sè) Anche scapoli li vuole.

GIGINA         (si accosta) Allora?

ALVARO       (guarda l'orologio, è imbarazzato. Si alza) Allora è mezzogiorno, è tardi, devo andare via.

GIGINA         Oh, che peccato.

ALVARO       E poi qui, capisci anche tu... Non sta bene.

GIGINA         Hai ragione. Non sta bene. Però domani, se vuoi, puoi tornare a trovarmi.

ALVARO       Domani?

GIGINA         Sì. Ma non qui. Ho un appartamentino al secondo piano.

ALVARO       Un appartamentino al secondo piano?           

GIGINA         Non penserai mica male? Non penserai che ti inviti per comprometterti?

ALVARO       (tra se) Siamo a posto. La proposta me l'ha fatta lei. (a Gigina) No no, macché mai.

GIGINA         Allora domani pomeriggio. Alle sei. Va bene?

ALVARO       Alle sei.

GIGINA         Va bene.

ALVARO       Va bene.(esce)

GIGINA         Ti aspetto. (lo guarda uscire) Alvaro. (sospira e poi comincia a cantare) Pensami, tanto tanto intensamente.... (va in cucina)

Rientrano Piero e Gianna. Hanno la borsa della spesa. Piero dimostra chiaramente di essere a disagio.

GIANNA        Cerca di capirmi. Voglio parlare di noi due, del nostro matrimonio.

PIERO                        No-o. Lascia perdere.

Gigina comincia a preparare la tavola. Fa la spola dalla cu­cina al cortile con il necessario per apparecchiare la tavola.

GIGINA         (dalla cucina continuando a cantare) Amami, voglio tutta la tua pelle.....

PIERO                        Oh, Gigina, mamma non c'è?

GIGINA         E' di sopra dalla Lisa.

PIERO                        E cosa fa?

GIGINA         (con fuoco) Guarda "Passioni ardenti". (esce in cortile cantando) ... il colore delle stelle.

GIANNA        E perchè devo lasciar perdere?

PIERO                        E perchè. Perchè non ne ho voglia. Ne parliamo un'altra volta.

GIANNA        E quando?

PIERO                        Quando sto meglio.

GIANNA        Cos'hai? Se c'è qualche problema sarà meglio che ne parliamo assieme?.

PIERO                        Non ho niente. Va bene?

GIANNA        Non hai niente, però da un paio di giorni non hai pace.

PIERO                        Ma si può sapere cosa volete da me tutti quanti?

GIANNA        Piero, tu non sei più innamorato di me, vero?

PIERO                        Cosa ti inventi adesso. Ti voglio bene, lo sai. Ci dobbiamo sposare fra due mesi.

GIANNA        Sei proprio sicuro di volermi sposare?

PIERO:           Certo, certo...

GIGINA         Pensami.... (dal cortile rientra Gigina)

PIERO                        Gigina, stai preparando per il pranzo?

GIGINA         Sì, in cortile... (canta) tanto tanto intensamente...

PIERO                        Sei molto allegra, cosa hai fatto?

GIGINA         Non sono allegra.

PIERO                        Ah, no?

GIGINA         Sono scimunita.... (canta) Amami.... (torna in cucina)

GIANNA        E alla propria innamorata non si chiede mai nemmeno un bacio?

PIERO                        Uffa. Bada bene che quandi ti ci metti. Cosa c'è ancora?

GIANNA        C'è che in due anni di fidanzamento - sì, forse i primi tempi - ma poi più niente. Niente. E dire che non sei nemmeno tanto religioso...

PIERO                        Cosa c'entra questo adesso? Religioso. La mattina presto.

GIANNA        E' mezzogiorno.

PIERO                        E va bene, è mezzogiorno e io non ho voglia di parlare. Se è per la casa, per i mobili, ne parliamo un'altra volta, abbiamo ancora due mesi. Parlane con mia madre. Quando vanno bene a lei vanno bene anche a me.

GIGINA         (passa rapida e va in cortile) Allora avete fatto una bella passeggiata?

PIERO                        Io stavo meglio a letto.

GIANNA        Non far finta di non capire, non è per i mobili, è per noi due. Io voglio capire se mi ami oppure no. Per me è importante, hai capito, è importante.

PIERO                        Adesso non posso, sono stanco. Sentimi Gianna, io ti voglio bene e.. lo sai che non so parlare.

GIANNA        Allora parlo io. A me questa situazione non va più bene...

PIERO                        (con decisione, arrabbiato) Adesso non è il momento. Vado su dalla Lisa.

Piero esce rapido lasciando Gianna di stucco.

GIGINA         (ripassa verso la cucina) Eh, da due o tre giorni Piero ha la luna storta. Non so cosa gli sia capitato.

GIANNA        Non lo so neanch'io.

GIGINA         Non farci caso e stai allegra. (uscendo canta) Amami....

Paolo entra. I due si guardano attorno e poi si abbraccia­no.

PAOLO          Allora glielo hai detto?

GIANNA        Non me ne ha lasciato il tempo. Adesso l'aspettiamo e poi gli parliamo assieme.

PAOLO          No no, io non gli parlo.

GIGINA         (dalla cucina con posate e bicchieri) E' arrivato qualcuno? Oh Paolo.

PAOLO          (facendo finta di niente) Sei tu oggi la cuoca?

GIGINA         Sì, ma tua zia tarda poco. (esce in cortile)

GIANNA        E allora come facciamo?

PAOLO          Cosa facciamo.? Glielo dici tu.

GIANNA        Come se fossero cose facili da dire. E poi, non è tanto per Piero. Non calcoli la Palmira. Come faccio a dirlo con lei?

PAOLO          Sei tu la dottoressa delle parole.

GIANNA        Paolo!

PAOLO          E io cosa vuoi che le dica? Mia zia mi ammazza anche se mi vuole bene come un figlio. Lei ha già fatto i suoi conti: tu con Piero e io con la Gigina.

GIANNA        La Gigina? (ride)

Bruna entra di corsa.

BRUNA          Mamma, mangiamo qui?

GIGINA         (entra) Sì, mangiamo qui.

BRUNA          Che bello.

GIGINA         Dai, aiutami a preparare la tavola. Vieni con me. (escono in cucina)

GIANNA        E allora cosa facciamo?

PAOLO          Allora tu ti sposi con Piero e noi facciamo gli amanti, così alla Palmira non diciamo niente.

GIANNA        Paolo!

PAOLO          Piero avrà ogni tanto un po' di prurito alla testa, ma dicono che ci si abitua.

GIANNA        Quando fai così mi fai venire una rabbia.

PAOLO          Scusa scusa scusa. Hai ragione. Basta chiacchiere. (le prende le mani e si avvicina) Ci sposiamo di nascosto e glielo diciamo solo a cose fatte.

BRUNA          (rientrando con una caraffa d'acqua, a Paolo) Ehi, non sta mica bene che ci stai così vicino a lei. Lei è la fidanzata di Piero.

PAOLO          Lo so lo so. Glielo stavo dicendo.

BRUNA          Ah, meno male. E voi non vi lavate le mani?

GIANNA        Ci andiamo subito. (Paolo e Gianna escono controllati da Bruna.

BRUNA          Non si va a tavola con le mani sporche. (esce in cortile)

Rientrano Lisa e Palmira.

PALMIRA      Avevi ragione tu, che arroganza la signora Edvige: "Mio figlio?. E cosa sai tu di mio figlio? Io sono la sua mamma. L'ho allevato. L'ho curato quando era ammalato. Tu sei arrivata ieri. Ne vuoi sapere più della sua mamma?. Io ho il diritto di vederlo sposato con una donna che riscuota anche la mia fiducia?" Mi fa una rabbia. Ma come fa a non accorgersi che sono discorsi senza senso. Ci vuole una bella cattiveria.... E poi: "Mio figlio si sposerà con chi dico io e non con la prima venuta." ha detto proprio così: "Mio figlio si sposerà con chi dico io e non con la prima venuta" questo me lo ricordo benissimo, guarda. (entra Gigina)

LISA               E quando Alan ha detto che se ne sarebbe andato ugualmente con Cristina: "E tu avresti il coraggio di abbandonare la tua mamma. La tua mamma, la tua casa, la tua fidanzata. Ah, sei proprio senza cuore. Dopo tutti i miei sacrifici. Dopo a tutto quello che ho fatto per te. Così improvvisamente mi vuoi abbandonare."

PALMIRA      Che commediante. E con Samantha? "Non devi abbatterti alle prime avversità. Devi combattere, lottare per l'amore di Alan." E non si è ancora accorta che lei invece è innamorata di Leandro e non sa come fare a dirglielo.

GIGINA         (intervenendo) E poi pensate quello che direbbe se sa­pesse che Joseph le ha mandato Bill apposta per corteggiarla per poterla scoprire sul fatto.

PALMIRA      E se Joseph e sapesse che Bill ha sbagliato donna?

GIGINA         (divertitissima) Sì sì. E' andato dalla Michela. E' bellissima. E quella scimunita crede che sia proprio innamorato di lei: "La sogno tutte le notti, la seguo per la strada." "Le credo, le credo." Che idiota.

PALMIRA      Sono così curiosa di vedere come va a finire. (ridono as­sieme)

Paolo rientra.

PALMIRA      Oh Paolo, sei arrivato.

PAOLO          La televisione! Mi sono dimenticato. Ho preso la roba, l'aggiusto subito.

PALMIRA      No. Anche dopo pranzo. Adesso fa un po' di compagnia alla Gigina. Andiamo Lisa, andiamo in cucina. (escono entrambe. Lisa a malincuore. I due si guardano muti. Entra Gianna)

GIGINA         Devo finire d'apparecchiare la tavola. (esce in cortile)

PAOLO          E io devo riparare la televisione. (Gianna ride divertita)

PALMIRA      (rientrando) Beh? Dov'e la Gigina.

GIANNA        Doveva finire di apparecchiare la tavola.

PALMIRA      (scuotendo la testa, a Paolo) Ricordati che domani sera siamo invitati dalla Lisa.

LISA               Anche Gianna e Piero.

GIANNA        Grazie. (esce con Palmira)

LISA               (si avvicina a Paolo con intenzione) Che bravo sei anche capace di riparare un televisore.

GIGINA         (entra dal cortile) Quanti siamo?

PALMIRA      Quattro noi, tu e tua figlia, la Lisa. E poi resta anche la Gianna.

GIGINA         Allora otto. (a Bruna) Ci vuole ancora un piatto. (escono in cucina)

GIANNA        (tenta una protesta) Ma veramente, io...

PALMIRA      Gianna, poche storie. Resti qui e chissà che non cominciamo a parlare un po'.

GIANNA        Allora avviso a casa.

PALMIRA      E Piero? E tornato a letto?

GIANNA        Ha detto che veniva su da voi?

LISA               Da noi? Non si è visto. Forse è andato su...

PALMIRA      Da Evaristo. Da Evaristo. Ah beh. Ci metteremo a tavola senza di lui.

Palmira esce in cucina. Gianna esce per andare al telefono.

LISA               (fa sentire la sua presenza a Paolo) Sei proprio bravo. Sai, ho il forno della cucina che non funziona più. Verresti su a darci un'occhiata? Io non ci capisco niente.

PAOLO          Non so se sarò capace di ripararlo.

LISA               Con comodo. Tanto adesso non lo devo usare. Mangiamo qui dalla Palmira. (risata sforzata)

PAOLO          Magari, domani sera. Prima di cena.

LISA               No no, domani sera no. Sei mio ospite.

PAOLO          Non era il caso di fare complimenti.

LISA               Complimenti? Sono due mesi che abiti qui e non sei ancora salito una volta. (altra risata)

Palmira rientra e Bruna porta piatto posate, bicchiere e tovagliolo in cortile.

PAOLO          Ho finito.

LISA               Paolo ha detto che mi ripara il forno della stufa.

PALMIRA      Ah, sì? Paolo ha le mani d'oro. D'oro. Dove le mette ci cava sempre i piedi.

PAOLO          Zia!

PALMIRA      E' vero. Perchè non ci vai subito a vedere il forno.

PAOLO          Adesso?

PALMIRA      Così domani prendi quello che serve per ripararlo.

LISA               Vieni, ci facciamo due chiacchiere.

Paolo, Lisa escono. Firmato entra. E' allegro.

FIRMATO      Salve moglie.

PALMIRA      Oh, sei arrivato? Che si dice al caffè?

FIRMATO      Si dice. Si dice. Si chiacchiera. Se tu sapessi quello che si racconta.

PALMIRA      Ma si fanno pochi fatti? Eh?

FIRMATO      Hai ragione. Loro, fanno pochi fatti. Loro. E qui in casa che si dice?

PALMIRA      Cosa vuoi che si dica? Niente.

FIRMATO      E' vero. Qui si fanno i fatti. Qui. Altro che chiacchiere.

PALMIRA      Sì, i fatti: lavare, stirare e preparare da mangiare.

FIRMATO      Non hai proprio niente di nuovo da raccontare?

PALMIRA      Se vuoi, posso raccontarti l'ultima puntata di "Passio­ni ardenti".

FIRMATO      Scherza pure, moglie mia. Scherza. (ride)

PALMIRA      Sei molto allegro oggi. Bene, l'allegria fa buon sangue.

FIRMATO      (tra se) Che spudorata. Quanto è falsa.

PALMIRA      Vai a lavarti le mani. Ci mettiamo a tavola.

BRUNA          (entra) Ho messo l'ultimo piatto. Sono otto in tutto.

PALMIRA      Bravissima. To', prendi un bel bacio. (Bruna esce in cucina)

FIRMATO      Miseria, quanta gente.

PALMIRA      La morosa di tuo figlio, la Gigina, la Lisa...

FIRMATO      Tutte donne. Eh? (allegro) Hai visto cosa ha comprato tuo marito? (estrae una pistola)

PALMIRA      Sei matto?

FIRMATO      Bella eh?

PALMIRA      Mettila via subito. Che te ne fai?

FIRMATO      E' per difesa personale. Sono sempre via col camion.

PALMIRA      Hai sempre detto che un'arma non giova a niente. Anzi, è un pericolo in più.

FIRMATO      E' vero. Ma ho scoperto che può essere usata anche come sega.

PALMIRA      Come sega? Non capisco.

FIRMATO      (indicando le corna) Per tagliare i rami che crescono sopra la testa.

PALMIRA      Ah! Sei proprio fissato. Mi pareva che tu fossi troppo allegro. Finiscila.

FIRMATO      (cambiando atteggiamentoe la minaccia) Certo. Io la finisco. Ma tu stai attenta. Stai attenta a quello che fai.

PALMIRA      Mettila via. Vuoi farti compatire davanti a tutti? Mettila via.

FIRMATO      (ripone la pistola. Poi, dopo una pausa con noncuranza) E' venuto nessuno stamattina?

PALMIRA      No. Aspettavi qualcuno?

FIRMATO      Sì, un forestiero.

PALMIRA      Non ho visto nessuno. Oh, però sono stata su da Lisa… (chiama) Gigina?

GIGINA         (entra) Cosa c’è?

PALMIRA      E' venuto nessuno qui stamattina?

GIGINA         (si agita) Stamattina?

PALMIRA      Sì, intanto che io ero su.

GIGINA         Qui in casa?

PALMIRA      Sì. E' venuto nessuno che cercasse Firmato?

GIGINA         Firmato?. No.

FIRMATO      E qualcuno che cercasse la Palmira?

PALMIRA      Io?

GIGINA         La Palmira? No.

PALMIRA      Ecco, sei contento? Non è venuto nessuno. (a Gigina) Andiamo che altrimenti brucia tutto. (escono in cucina)

FIRMATO      (tra se) Anche la complice. Ma domani. Alle sette e mezzo. Alle sette e mezzo ha detto Alvaro.

Lisa, Paolo, e Gianna rientrano. Paolo è visibilmente agitato.

LISA               Sono proprio contenta che si possa riparare. (risata forzata) Buon giorno Firmato.

FIRMATO      Buon giorno.

PAOLO          Ciao zio.

BRUNA          (rientra con Palmira e Gigina) E' pronto. Tutti a posto. Uno, due tre, quattro, cinque, sei, sette... Chi manca?

GIANNA        Manca Piero.

PALMIRA      (guarda Gianna che si tira nelle spalle) Cominciamo a mangiare lo stesso.

BRUNA          A tavola. A tavola.

Si sentono le voci concitate di Mirna e Piero. Tutti si fermano perplessi.

MIRNA          No, basta. Hai capito, basta.

PIERO                        Aspetta ancora un giorno.

TUTTI             (a soggetto) Piero?

MIRNA          No, adesso.

PIERO                        Porta pazienza.

MIRNA          Pazienza? L'ho finita. L'ho finita, la pazienza, io.

PIERO                        Mirna. Fermati.

TUTTI             (a soggetto) Mirna?

MIRNA          (entrando con Piero e non avvedendosi di tutti i presenti) Devo stare tutto il giorno tappata in casa. Senza mai uscire e aspettare solo la notte che tu, bontà tua, venga a trovarmi. E questo che tu intendi per amore. Beh, io no. Io non intendo più nascondermi. Non volevo venirci qui a casa tua. Tu hai insistito: c'era l'appartamento vuoto, potevamo vederci quando volevamo e poi, finalmente, avrei conosciuto tua madre e tutti i tuoi amici. Sono due giorni che sono qui e non mi hai ancora presentato nemmeno il gatto. (si accorge della gente) Scusate. Sei rimasto senza parole? Beh, cosa aspetti? Me la presenti adesso tua madre?

PALMIRA      Sono io, la sua mamma.

MIRNA          Mi perdoni signora. Mi chiamo Mirna, sono la fidanzata di Piero.

PALMIRA      Cosa?

MIRNA          Sì, da un anno e mezzo. E da due mesi aspetto un figlio, suo.

PALMIRA      Oddio. (quasi sviene)

TUTTI             Palmira..

ATTO TERZO

Stessa scena. Il giorno dopo nel pomeriggio. Palmira, Lisa Gigina.

PALMIRA      No, Lisa. No che non mi calmo. Non mi calmo. Non doveva fare quello che ha fatto. Non doveva farlo. Adesso deve lasciarla subito.

LISA               Lui? Come fa?

PALMIRA      Me l'ha portata perfino in casa.

LISA               E lei? Pronti. Se ne è subito approfittata.

GIGINA         A me sembrano innamorati davvero? Piero, non l'avevo mai visto, Piero, così... così...

LISA               Tu stai zitta che non sai cosa dici.

GIGINA         Ma poi, in fondo, cos'ha fatto? Ha portato a casa la donna che aspetta un figlio da lui..

PALMIRA      Piano piano. Ha portato a casa la donna che dice di aspettare un figlio da lui. E ha abbandonato la sua fidanzata. E' un comportamento da bambini, da bambini. E lui è ancora un bambino.

GIGINA         Piero ha trent'anni.

PALMIRA      E allora?

GIGINA         Ehi, un bambino.

PALMIRA      Per queste cose è ancora un bambino. E poi Gianna? Gianna! Lei, povera stella, come rimane? Bel comportamento. Si dovevano sposare fra due mesi. E nell' appartamento ci ha messo quella profittatrice.

GIGINA         Palmira.

LISA               Stai zitta tu. Palmira ha ragione. Perchè chi è quella?

PALMIRA      E' una che ha visto quello sciocco di mio figlio in giro per Bologna. Ha visto che può spendere. Le si è messa alle costole. Una così non è una profittatrice?

LISA               Sì. E hai fatto bene ieri a dirgliene quattro.

GIGINA         (tra sè) Però anche lei, presentarsi così senza neanche chiedere "permesso".

PALMIRA      E mi viene a dire: "Sono la fidanzata di Piero." e con che arroganza poi. Guarda, non sono ancora capace di credere che sia vero.

GIGINA         E se fosse innnamorata sul serio? Perchè ci vuole del coraggio a venire in casa così. Magari e una brava ragazza.

LISA               Brava ragazza? Sei scema del tutto? Innamorata. Ma fammi il piacere. Quella è una che ha fatto bene i suoi conti. Ha saputo che Piero domani sarà il padrone di tutto il condominio...

Entra Gianna.

PALMIRA      Gianna. Vieni avanti. Vieni. Come stai?

GIANNA        Bene, grazie.

PALMIRA      Stella mia cosa stai passando anche tu. Tu si che avresti ragione di arrabbiarti dopo che quel disgraziato di mio figlio ti ha trattato come un cane.

GIANNA        Ma no, non dire così.

LISA               Lasciami dire. Lasciami dire. Che so quello che dico. (mostrandola a Lisa e Gigina) Vedete? Vedete come si comporta? Soffre in silenzio, lei. Ma non preoccuparti la mia bambina. Metto a posto tutto io. Ci pensa la Palmira. Piero ha perso la testa? E io gliela faccio ritrovare. A costo di spaccargliela.

GIANNA        Ma veramente non so, se adesso, dopo quello che è successo…

PALMIRA      Non è successo niente. Niente.

GIANNA        Se Piero ha deciso così.

PALMIRA      Non ti preoccupare. Non ti preoccupare. Ci penso io.

LISA               E anche noi siamo qui per aiutarti.

PALMIRA      Ah ma quella... ha preso in giro anche lui, povera stella. Tu lo sai com'è fatto Piero. E' troppo ingenuo. (a Lisa e Gigina) Ha fatto l'amore due anni con la Gianna. Due anni. E non l'ha mai toccata. Vero Gianna? Dillo anche tu.

GIANNA        Palmira!

PALMIRA      Non ti devi mica vergognare. E' un onore se una ragazza come te è ancora come l'ha fatta la sua mamma.

GIANNA        Si, però cerchiamo di ragionare.

GIGINA         E già. E' meglio che ne parliate. Con lui, con lei. Perchè io penso che anche la Gianna - con tutto il dispiacere che può avere...

LISA               Tu stai zitta che apri la bocca solo per dire fesserie.

GIGINA         Io lo dicevo per il suo bene.

PALMIRA      Non vedi come soffre questa povera bambina.

GIANNA        Però, io sono disposta a perdonarlo.

PALMIRA      Come sei buona. Perdonarlo. Brava. Lascia che ti abbracci. Perdonarlo. (decisa) Però prima deve ritornare da te. Sono stata dall'avvocato. L'appartamento è intestato a me e mi ha detto che li posso cacciare quando voglio. Io chiamo i carabinieri.

GIANNA        Forse è meglio aspettare, come diceva la Gigina. Parlare prima con lui. Ormai ha un figlio. Io credo che sia meglio che si sposi con la sua donna. Riconosca il figlio.

PALMIRA      Tu sei troppo buona. Ma sono io che non voglio, hai capito? Non voglio. A lei ci penso io. Se crede di fare la furba ha trovato pane per i suoi denti. Tu fra due mesi ti sposi con Piero. (Gianna scoppia in lacrime) No. Non piangere. Vieni con me. Vieni. Andiamo a tranquillizzare tua padre.

GIANNA        Oh no. (piange)

PALMIRA      Su figlia mia, su che non è niente. Ci pensa tua suocera a sistemare tutto. (Gigina che fa per alzarsi) No no, restate pure qui, noi torniamo presto.

Palmira e Gianna escono.

LISA               Povera Palmira, dopo tutto quello che ha fatto per suo figlio. Trovarsi in casa un'estranea.

GIGINA         Così va il mondo. Hai visto la Gianna? Subito faceva finta di niente, ma poi.

LISA               Ieri sera ha litigato con Piero.

GIGINA         Chi? La Gianna?

LISA               No, la Palmira. Percaso io avevo la porta socchiusa e ho sentito tutto. Gliene ha dette da forca e da galera. E lui, per tutta risposta, cosa credi che abbia fatto? Si è chiuso a chiave - di sopra - con quell'altra. Bella riconoscenza per una mamma che si è sacrificata sempre e solo per lui. Che non lo vede per quanto è grande. Mettete pure al mondo dei figli: questa è la ricompensa.

GIGINA         Ma anche lui, cosa deve fare?

LISA               Deve stare con sua mamma. Bisogna sempre dare ascolto ai genitori. E lui corre da quella..... Dico, ieri non hanno messo il becco fuori dall'appartamento. Lo so bene perchè ho sempre tenuto la porta socchiusa. Stanotte, poi, un via vai sopra la mia testa. E stamattina per le scale e passato solo Evaristo.

GIGINA         Che brutta situazione.

BRUNA          (con quaderno e astuccio) Mamma, posso venire di sotto a fare il compito?

LISA               Ma sicuro, mettiti lì nella tavola.

GIGINA         Hai preso tutto?

BRUNA          Sì.

GIGINA         Allora fa in fretta. Fra un po' dobbiamo andare a musica. (pausa. Poi a Lisa) L'hai visto ieri sera "Passioni ardenti"?         

LISA               Si, ma cosa vuoi. Gira e rigira è sempre la stessa minestra. Sono sempre le stesse situazioni: lei è innamorata di lui, lui faceva già l'amore con un'altra...

GIGINA         Io sono contenta per Alan? Non ci avrei mai creduto. E'andato via con lei. Con la Cristina. Sono proprio contenta.

LISA               Perchè cosa doveva fare?

GIGINA         Pensavo che non ne avesse il coraggio.

LISA               I giovani devono farsi la loro vita. E non dar sempre ascolto ai genitori. Sua mamma, poi, lo trattava ancora come un bambino. Lo vestiva persino.

GIGINA         E l'Edvige? E disperata che suo figlio se n'è andato. Non sa darsi pace.

LISA               Ci pensa adesso? Ci doveva pensare prima e non tenerselo sempre sotto le sottane.

GIGINA         E se avesse solo questo a cui pensare.

LISA               Ah già, è vero. E' come dicevo prima. Gira e rigira sono sempre le stesse situazioni. Era successo anche in "Sentieri Nascosti" in "Pacifico". Suo marito, Joseph, le ha sparato.

GIGINA         E per poco non l'ha uccisa. Io quando ha portato in casa la pistola non pensavo avesse intenzione di usarla. Pensavo l'avesse presa per fare il tiro a segno.

LISA               Il tirasegno. Il tirasegno l'ha fatto sulla signora Edvige (ride)

GIGINA         Però lei non ha nessuna colpa. Non ha fatto niente. E lui che le ha mandato in casa Bill che poi si è sbagliato e ha raccontato una bella bugia...

BRUNA          Come quel signore di ieri, mamma.

LISA               (subito interessata) Quale signore?

GIGINA         (cercando di sorvolare, confusa) Niente niente.

BRUNA          Come? Non ti ricordi?

GIGINA         Io?

LISA               Dillo con me Bruna, chi era quel signore.

BRUNA          Si chiamava Alvaro.

LISA               Ed è venuto qui?

BRUNA          Sì.

LISA               E perchè ha detto una bugia?

BRUNA          Lui ha detto che cercava la zia Palmira, ma poi non era mica vero perchè ha parlato solo con la mamma. Ha detto una bugia.

GIGINA         Ma va là.

BRUNA          E tu mi hai anche mandato via.

GIGINA         Ah sì. Adesso mi ricordo. Era un rappresentante.

LISA               Un rappresentante. Di che?.

GIGINA         (pronta) Surgelati.

BRUNA          Mamma?

GIGINA         Cosa c'è ancora.

BRUNA          Quaderno si scrive con la c o con la q?

GIGINA         Con la q.

LISA               E come mai non ha suonato anche da me?

GIGINA         (sempre sulle spine) Forse aveva fretta.

BRUNA          E acquerello?

GIGINA         Acquerello... non lo so, amore. Con la c, acuerello.

LISA               Ma cosa dici? Aquerello si scrive con q. Aquerello. Lo dice la parola stessa. Aquerello.

GIGINA         Ero convinta che si scrivesse con la c.

BRUNA          Beh, io le metto tutte e due.

LISA               (guarda l'orologio) Sono le cinque. E Paolo non si vede ancora.

GIGINA         Paolo? Adesso è al lavoro.

LISA               Aveva detto che oggi pomeriggio sarebbe tornato prima per ripararmi il forno della cucina.

GIGINA         Bruna sono le cinque. E' ora d'andare a musica.

BRUNA          Non ci voglio andare. Devo fare il compito.

GIGINA         Su su su. Amore non fare storie altrimenti facciamo tardi.

BRUNA          Posso stare a casa?

LISA               (che l'ha aiutata a rifare lo zainetto) Beh? Cosa sono queste storie? Le bambine devono ubbidire alla loro mamma.

BRUNA          Tu non sei la mia mamma.

GIGINA         Bruna! Ecco brava. Andiamo. (a Lisa) L'aspetti tu la Palmira?

LISA               Si si, l'aspetto io.

GIGINA         Vieni Bruna, su. (Escono mentre entra Evaristo) Oh buon giorno signor Evaristo.

LISA               (tra sè) Cosa vuole anche questo.

EVARISTO    Permesso?

LISA               (tra sé) Avanti.

FIRMATO      Buon giorno Lisa, cercavo proprio voi.

LISA               Me? Per cosa?

EVARISTO    Per parlare.

LISA               Dite. Ma spicciatevi non ho tempo da perdere, io.

EVARISTO    Non volevo venire, ma poi mi sono detto: “Forse Lisa, oggi non è così arrabbiata come ieri”.

LISA               E chi vi dice che io non sia più arrabbiata di ieri?

EVARISTO    E poi mi sono detto: “Forse Evaristo hai un po' esagerato ieri”

LISA               Solo un po'?

EVARISTO    Mi avete stuzzicato. E infine mi sono detto: “Stai attento Evaristo che la Lisa punta Paolo...”

LISA               Cosa?.

EVARISTO    Lasciatemi parlare. Ho trovato un buon oculista. “Lo sai che lei punta Paolo. Non ha tutti i torti. Paolo è giovane, è un artigiano, e un bel pezzo di ragazzo.” Peccato che abbia solo un difetto.

LISA               Che difetto?

EVARISTO    E' innamorato di un'altra?

LISA               Chi?

EVARISTO    Si dice il peccato non il peccatore.

LISA               Come fate a saperlo?

EVARISTO    Colpa del nuovo oculista.

LISA               Era questo che avevate da dirmi?

EVARISTO    No. E' un'altra cosa. Ieri sono venute delle persone che mi hanno chiesto un consiglio, un aiuto. Per questo ho deciso di affrontare le vostre ire. Ieri sera, percaso, avevate la porta socchiusa?

LISA               E a voi cosa interessa?

EVARISTO    A me niente, però se aveste avuto la porta socchiusa avreste sentito cosa è successo tra Piero e sua madre.

LISA               Io bado ai miei affari. Non sono mica invadente come voi. Cosa credete? Che sia sempre pronta a raccogliere i fatti della gente?

EVARISTO    Qui non si tratta di essere invadenti. Lo sapete che la Palmira e Piero sono arrabbiati?

LISA               Sì.

EVARISTO    Ecco. Noi che siamo sempre qui per casa e siamo quasi di famiglia, non possiamo far finta di niente. A voi la Palmira da ascolto...

LISA               E allora?

EVARISTO    E allora mettiamoci d'accordo e cerchiamo di rimediare all'accaduto. La Palmira soffre, Piero soffre, quella ragazza soffre.

LISA               Io non mi interesso dei casi degli altri.

EVARISTO    Lo so. Lo so. Ma qui si tratta di cercare di rimediare la situazione. Voi siete una donna intelligente, una donna sensibile, una donna di cuore. Non penso vi faccia piacere che si respiri un'aria così pesante.

LISA               Sentiamo. Voi cosa suggerite di fare?

EVARISTO    Parlare con la Palmira e farle capire che sbaglia a voler a tutti i costi che Piero sposi la Gianna e che ormai è chiaro come il sole e anche giusto che si sposi la Mirna.

LISA               Ma bravo, proprio una bella proposta. Adesso capisco perchè sapete tutto. Certo. Quella là è venuta a piangere da voi e voi vi siete commosso.

EVARISTO    Quella là è una brava ragazza che ha creduto in un uomo. Che si è innamorata.

LISA               Voi uomini, già. Siete tutti uguali. Noi ci innamoriamo e voi ve ne approfittate.

EVARISTO    Piero vuole sposarsi con la Mirna. E' la Palmira che non vuole. Che non capisce.

LISA               La Palmira ha ragione. E fa bene a fare quello che fa. Lei vuole bene a suo figlio.

EVARISTO    Siete una gran testarda. Beh, allora fatemi un favore, smettete di ronzare attorno a Paolo che fa già l'amore con la Gianna. E anche questo è da dire con la Palmira. Siccome però voi non siete invadente spero che non glielo diciate. Per il momento. (esce)

LISA               Uhhh. Quello mi fa venire l'esaurimento nervoso. Giuro. Cosa vuoi che mi interessi di Paolo. Ecco. Ecco. Mi viene l'ansia. (si siede in preda ad una visibile agitazione)

Entra Paolo.

PAOLO          Oh Lisa. Mi dispiace, non ho trovato il pezzo di ricambio.

LISA               Cosa vuoi che me ne freghi a me del pezzo di ricambio.

PAOLO          Ieri sera eravamo d'accordo...

LISA               Ieri era ieri e oggi è oggi. Cosa credi che io possa aspettare i tuoi comodi?

PAOLO          Ehi, piano.

LISA               Piano cosa. Non ti permettere di alzare la voce con me.

PAOLO          Ma cos'avete?

LISA               Ho che il mio forno me l'accomodo da sola (esce arrabbiata, sbattendo la porta)

PAOLO          Cosa le è preso? Ieri era tutte moine, tutto miele... Boh. Sarà l'aria di casa. Siamo tutti un po' agitati. (Entra Firmato) Oh, Firmato. La Palmira viene subito. L'ho incontrata con la Gianna poco fa.

FIRMATO      Bene. Bene. Paolo, vieni qui. Ho bisogno di parlare con te.

PAOLO          Sono qui.

FIRMATO      Ormai sono due mesi che sei in questa casa. Tu sei un ragazzo serio. Non come quell'imbranato di mio figlio.

PAOLO          Perchè poi dite così di Piero?

FIRMATO      Il perchè lo so io. Quello non è mio figlio. Eh!

PAOLO          Ma cosa dite?

FIRMATO      Non vedi che si è fatto prendere in giro da una sottana. Eh! La razza sì è rammollita. Ma non è di questo che ti volevo parlare.

PAOLO          Dite pure.

FIRMATO      Mi scuserai se ti faccio entrare in discorsi che forse non ti interessano.

PAOLO          Dite pure zio. Se posso aiutarvi.

FIRMATO      Come ti trovi quì?

PAOLO          Benissimo.      

FIRMATO      E la Palmira?

PAOLO          Come una mamma. E' premurosa, non mi fa mancare nulla. Mi trovo proprio bene. Solamente... (accennando a un sorriso) Ma niente.

FIRMATO      Solamente?

PAOLO          Mi vergogno quasi a dirlo, con tutti i benefici che ricevo. E poi proprio adesso che la Palmira è così turbata per Piero.

FIRMATO      Quello? Fra due ore è di nuovo sotto le sottane di sua madre. La Palmira? Avanti parla.

PAOLO          No no. Non sta bene. E poi è una cosina da niente.

FIRMATO      Lascia che lo decida io se è una cosina da niente.

PAOLO          Perchè la Palmira ha litigato con Piero, perchè le piace.. (fa un gesto di "rimestio")

FIRMATO      (che capisce male) Le piace trafficare? Eh? Con gli uomini.

PAOLO          Anche con le donne.

FIRMATO      Con le donne?!

PAOLO          Ecco, non lo volevo dire ma è proprio così. A dir la verità a me non dà molto fastidio.

FIRMATO      Sfido. Cosa vuoi che dia fastidio a te? Da fastidio a me.

PAOLO          A voi? Non capisco.

FIRMATO      Ragazzo mio, non ci vuole mica la scala per capirlo. Eh! E... è molto che te ne sei accorto?

PAOLO          Subito. Fin dal giorno del mio arrivo. Ma penso lo faccia da sempre. L'ha nel sangue.

FIRMATO      (tra sé) Vedi che avevo ragione io?

PAOLO          Qui lo sanno tutti, anzi io credevo che anche voi...

FIRMATO      Lo sapevo anch'io. Lo sapevo.

PAOLO          E poi la Palmira non ne fa mica un mistero. Lo fa apertamente.

FIRMATO      Addirittura. (arrabbiandosi) Bene. Così. Davanti a tutti. Non ha nemmeno un po' di pudore.

PAOLO          Perchè vi arrabbiate? Non lo fa già con voi.

FIRMATO      Con me no. Che gusto ci sarebbe con me.

PAOLO          E già. Non c'è motivo.

FIRMATO      Ma con tutti gli altri, sì.

PAOLO          Tutti. Oddio, con quelli a cui pensa di far del bene.

FIRMATO      Far del bene. Come sei delicato, tu. Far del bene.

PAOLO          Anche con Evaristo.

FIRMATO      (crolla a sedere) Evaristo?!

PAOLO          Già. Con Evaristo si dà proprio molto da fare. Lui, poi, ne ha bisogno. E' solo, non è più un ragazzo, bello bello non è mai stato, donne ne ha sempre avute poche. Con lui la Palmira fa proprio una buona azione. E' con me che si è accanita senza motivo.

FIRMATO      Con te?!

PAOLO          Parchè vi meravigliate? Anzi mi meraviglio che non ve ne siate accorrto nemmeno voi. E' da quando sono arrivato che cerca di appiopparmi la Gigina, anche se poi, la Gigina, non ne vuol saper niente nemmeno lei. E poi, è sembrato a un certo momento che pensasse alla Lisa... insomma, vuole accoppiarmi.

FIRMATO      Ma chi?

PAOLO          La Palmira. Non parliamo della zia? E mica solo con me traffica per sposarmi. Perchè è arrabbiata con Piero? Perchè vuole che si sposi ugualmente con la Gianna anche se aspetta un figlio dalla Mirna.

FIRMATO      Ma di che cosa stiamo parlando qui?

PAOLO          Della Palmira e del fatto che cerca di sposare - con chi vuole lei - tutti quelli che le passano per le mani. E adesso con Piero è proprio arrabbiata. Ieri sera Piero non ha dormito in casa, è andato di sopra. Così io pensavo, visto che la Gianna è libera e siccome voi siete venuto in argomento...

FIRMATO      Ma cosa blateri. Cosa blateri. Cosa vuoi che mi interessino tutte queste chiacchiere. Io voglio sapere se lei ha degli uomini.

PAOLO          Chi??

FIRMATO      La Palmira.

PAOLO          La Palmira?? Uomini, uomini?

FIRMATO      No. Uomini-donne. Vah, che hai capito bene.

PAOLO          La Palmira?

FIRMATO      La Palmira, la Palmira.

PAOLO          E' una barzelletta?

FIRMATO      Non sono mai stato così serio.

PAOLO          Zio, per favore. Ah! Voi volevate sapere... E io credevo.... Questa sì che è buona. (ride)

FIRMATO      Cosa c'è da ridere? Ne ha o non ne ha?

PAOLO          Ma zio, credere che Palmira abbia degli uomini sarebbe come credere che la luna sia una pizza alla mozzarella.

FIRMATO      Ah! Sei anche tu un complice. Sei un Giuda anche tu.

PAOLO          Zio, per favore.

FIRMATO      Siete tutti d'accordo. Tutti d'accordo per proteggerla e farmi passare per... (mostra le corna).

PAOLO          Zio basta.

FIRMATO      Basta, lo dico io.

PAOLO          Avete ragione. Siete in casa vostra.               

FIRMATO      Perchè altrimenti?.

PAOLO          Niente zio. Niente.

FIRMATO      Sarà meglio. (uscendo) Giuda. Sono tutti d'accordo. Tutti d'accordo. E' la mafia. La mafia.

Esce Firmato. Paolo ha un moto di stizza. Entra Gianna.

GIANNA        Permesso? Paolo. (i due si abbracciano) Cosa c'è?

PAOLO          Ho litigato con lo zio.

GIANNA        Con Firmato? Perchè?

PAOLO          E' geloso della zia. E non ragiona. Mi ha fatto venire un nervoso.

GIANNA        Vieni. Saliamo da Piero e Mirna. Abbiamo altri problemi noi.

Paolo e Gianna escono. Entrano Gigina, raccoglie la sua ro­ba e entra Alvaro. E' nervoso.

ALVARO       Luisa.

GIGINA         Alvaro. Ecco, salivo proprio ora. Vieni.

ALVARO       No. No. E' meglio che parliamo qui.

GIGINA         Come vuoi. Ma cos'hai fatto?

ALVARO       E' più di un'ora che aspetto qui fuori senza avere il coraggio di entrare.

GIGINA         E perchè?

ALVARO       Luisa.

GIGINA         Sììì.

ALVARO       Ho una cosa da dirvi.

GIGINA         Beh, non ci davamo del tu? Non dovremo mica ricominciare tutto da capo?

ALVARO       Eh, magari. Almeno stanotte dormirei. Non so da che parte farmi.

GIGINA         Di solito ci si fa dal principio.

ALVARO       Se fosse facile.

GIGINA         Allora, da dove siamo rimasti ieri. Oppure da quando mi hai visto per la prima volta.

ALVARO       La prima volta? Ah? Sono un imbecille, ecco quello che sono. Ma voglio rimediare, finchè posso. Una donna, anche fosse la più facile della terra, non merita quello che ti ho fatto io.

GIGINA         Ma cosa mi hai fatto? Sono così contenta da ieri. Mi sento più giovane, più allegra. E anche più scimunita.

ALVARO       Ed è tutta colpa mia.

GIGINA         E tutto merito tuo.

ALVARO       Luisa. C'è una cosa che tu non sai.

GIGINA         Quale?

ALVARO       Che qui, ieri, mi ha mandato tuo marito.

GIGINA         Mio marito? (ride) Davvero? Mio marito?

ALVARO       Proprio lui.

GIGINA         E quando l'hai visto?

ALVARO       Siamo amici da sempre... lo so tu non l'hai mai saputo.

GIGINA         E perchè ti ha mandato qui?

ALVARO       Crede che tu abbia degli amanti.

GIGINA         Davvero?

ALVARO       Davvero.

GIGINA         Ci ho proprio gusto se lo crede.

ALVARO       Ma sei proprio temeraria.

GIGINA         Meglio passare per temeraria che per ingenua. E allora?

ALVARO       Io, per amicizia - per lui - per fargli credere che tutto quello che pensava era frutto della sua fantasia - e poi forse non è - gli ho dato ascolto.

GIGINA         A proposito di cosa?

ALVARO       Lui mi ha detto. Fa gli occhi dolci a mia moglie. Vedrai che ci sta. Lei va con tutti.

GIGINA         Ti ha detto così? Ma come si permette. E tu?

ALVARO       E io? Sono stato un imbecille.

GIGINA         Allora, non è vero che mi seguivi... e tutto il resto?

ALVARO       No.

GIGINA         Hai solo finto?

ALVARO       Dovevo farlo. E mi vergogno per questo. Non mi aspettavo te. Credevo di trovare una donna diversa. Te lo giuro. Me ne sono andato di qui, ieri, che ero talmente scimunito.

GIGINA         Anche tu?

ALVARO       Si.

GIGINA         Ti darei un bacio. (lo bacia)

ALVARO       Come? Dopo tutto quello che ho fatto?

GIGINA         Certo, dovrei arrabbiarmi perché eri venuto per prendermi in giro e poi un po' mi dispiace che non mi seguivi nell'ombra. Era così romantico. Ma l'importante è che siamo scimuniti tutti e due. Non è bello?

ALVARO       E tuo marito?

GIGINA         Io, per fargli dispetto non gli direi niente. Se tu glielo vuoi dire.

ALVARO       Ma non capisci? Non possiamo fargli questo torto. E io sono tornato proprio per dirti che non vi vedrò mai più. Ne tu, ne lui.

GIGINA         Ma sei matto?

ALVARO       Sei tu la matta a darmi confidenza. Ma già, tu la darai a tutti.

GIGINA         Oh! Per chi mi hai preso?.

ALVARO       Perdonami. Perdonami. Non voglio saper niente. Non voglio saper niente. E non aver paura con Firmato non ho detto nulla e non dirò nulla.

GIGINA         Con Firmato?

ALVARO       Si. Firmato.

GIGINA         E cosa c'entra Firmato?

ALVARO       Tuo marito. Firmato.

GIGINA         Guarda che Firmato non è mio marito.

ALVARO       Un momento. (la guarda esterefatto e realizza) Mio Dio. Ho sbagliato donna.. (a Gigina) Ma allora tu chi sei?

GIGINA         Sono io. Luisa.

ALVARO       Va bene. Ma tuo marito.

GIGINA         Non comincerai mica come ieri? Mio marito, mio marito. Mio marito è un anno che se n'è andato e da sei mesi mi ha chiesto il divorzio.

ALVARO       No, non è possibile. Ma questa non è la casa ddi Firmato.

GIGINA         Sicuro.

ALVARO       E tu cosa ci facevi qui, ieri.

GIGINA         Preparavo il pranzo.

ALVARO       In casa di un altro?

GIGINA         Perchè non si può? Facevo un piacere alla Palmira. Che la Palmira poi è la moglie di Firmato. (guardando Alvaro che è rimasto basito e bloccato come una statua di marmo) Stavolta è scimunito sul serio. Alvaro? Alvaro?.

ALVARO       Eh?

GIGINA         Sei a posto? Vuoi un bicchiere d'acqua?

ALVARO       No no.

GIGINA         Vieni, vieni che andiamo a casa mia.

ALVARO       Andiamo via. Andiamo via subito. Se arriva Firmato. La Palmira.? (tra se) Non potevo chiedergli almeno il nome.? Io non ci capisco più niente. datemi una vanga: voglio seppellirmi.

GIGINA         Vieni. Così ti spiego tutto. E poi fra un po' torna la Bruna. Lo sai? Crede che tu venda i surgelati.

ALVARO       I surgelati?. Io? Ma se vendo pneumatici. (escono)

Entrano Piero, Mirna, Gianna e Paolo.

GIANNA        Non c'è ancora nessuno.

PIERO                        Andiamo via. Torniamo dopo.

MIRNA          No. Ci mettiamo qui ed aspettiamo. Io non ho voglia di passare un'altra giornata come ieri. E poi ci sono alcune cosette che devo dire a tua madre.

PIERO                        Mirna per favore. Te l'ho già detto.

GIANNA        Piero ha ragione, è meglio cercare di parlare senza astio - con calma - cercando di farle capire le nostre ragioni.

MIRNA          E le offese che mi ha dato ieri? Per voi non contano? C'eravate anche voi quando quella pazza mi ha messo alla porta.

PIERO                        Mirna basta. Siamo venuti qui col patto che tu non avresti offeso la mamma.

MIRNA          La mamma.? E' un anno e mezzo che sto facendo tutto per la mamma. "Aspettiamo un po'... E' troppo presto... la mamma non so come la prenderà... aspetta che parli alla mamma..." Mi hai ridotto alla disperazione. E io? Non sono un essere umano anch'io? Prima mi lasci un anno e mezzo in parcheggio e poi non alzi nemmeno un dito per difendermi. (piange)

PAOLO          Gianna è meglio che andiamo via. Altrimenti finisce che veniamo alle mani con la Palmira.

GIANNA        Mirna, calmati. Lo so, la Palmira quando è arrabbiata passa di là e non la ferma nessuno. Ti ha offeso e anche tanto, ma sono convinta che era solo uno sfogo intrattenibile. Non c'è malanimo in lei, credimi. E in quanto a Piero - io lo conosco fin da bambino - quello che ha fatto per te non lo ha mai fatto per nessuno.

MIRNA          E va bene. Però alla prima offesa prendo su e me ne vado. Anche da sola.

GIANNA        Ecco, questo è già meglio. Adesso ripassiamo quello che dobbiamo dire.

PAOLO          Si. Però parli tu.

GIANNA        Parlo io, parlo io. Ognuno come previsto. Allora, prima restano qui Piero e Mirna e cercano di spiegare le loro ragioni con le buone. Poi - al momento opportuno - entriamo noi, va bene?

PAOLO          Io credo che la Palmira si accorgerà subito che siamo d'accordo e si arrabbierà ancora di più.(va alla porta)

GIANNA        Sta a noi non farla accorgere che eravamo già d'accordo prima.

PAOLO          Arriva.

GIANNA        (a Paolo) Andiamo in cortile. (escono)

MIRNA          Piero, parla tu, ti prego. Cerca di farle capire...

PIERO                        Non ti preoccupare questa volta dovrà stare a sentirmi e senza interrompermi.

Entra Palmira.

PALMIRA      Ah, siete qua. (a Mirna) Allora, cosa avete deciso?

PIERO                        Mamma...

PALMIRA      Tu sta zitto.

MIRNA          Non è un bel modo per cominciare a parlare.

PALMIRA      E chi vuole parlare?

PIERO                        Mamma.

PALMIRA      Sta zitto.

MIRNA          Posso parlare almeno io?

PALMIRA      Sì. Ma solo per salutare e andartene.

PIERO                        No. Lei non se ne va. (a uno sguardo della madre) Sto zitto. Sto zitto.

PALMIRA      (a Mirna) Allora?

MIRNA          Avevo deciso di non parlare ma vedo che non posso farne a meno. Io capisco che la mia venuta in questa casa sia stata un po' brusca. Che non sia stata preceduta dalle normali presentazioni. Lo so, sono aggressiva e impulsiva. E quindi capisco anche la sua reazione di ieri nei miei confronti. Però questo è successo ieri, la sorpresa è passata. Perchè si ostina ancora a non volere nemmeno parlarne? Non capisce che così fa l'infelicità anche di suo figlio.

PALMIRA      L'infelicità di mio figlio?. E cosa sai tu dell'infelicità di mio figlio? Sei arrivata ieri, vuoi saperne più della sua mamma. Io l'ho allevato. L'ho allevato. Dov'eri tu quando ha avuto la pertosse, il morbillo, la parotite. E quando si è rotto una gamba? E tu vorresti insegnarmi quello che va bene o non va bene per mio figlio? Hai una bella faccia tosta.

MIRNA          Io non voglio insegnare niente a nessuno. Le chie­do solo di non condannarmi senza conoscermi, io voglio sposarmi con suo figlio ma non gli ho mai chiesto di troncare i rapporti con sua madre.

PALMIRA      Mio figlio si sposerà con chi dico io e non con la prima venuta.

PIERO                        Mamma basta. Se non vuoi sentire ragioni noi torniamo solo quando ti sarai calmata.

PALMIRA      Io sono già calma. Sono stata dall'avvocato e sai cosa mi ha detto? Che della mia roba ne posso fare quello che voglio e che se voglio posso cacciarvi - da su - anche domani.

MIRNA          Vieni Piero. Andiamo.

PIERO                        Aspetta. Bene. Bene. Questo è il bene che mi vuoi? Grazie mamma. Lo sapevo che prima o dopo - qui - ci saremmo arrivati e adesso - adesso - non sto zitto.

PALMIRA      Ma Piero...

PIERO                        Stai zitta! Devi smetterla di credere che io sia un bamboccio che faccio tutto quello che mi dici di fare. Stai zitta. Sono tuo figlio e ti voglio bene. Ma voglio bene anche alla Mirna e ho deciso che mi sposerò con lei.

PALMIRA      Piero.

PIERO                        Zitta! E ci sposeremo che tu sia o non sia contenta. E se dovremo andarcene ce ne andremo assieme. Lo so che non ho un soldo e un posto dove andare, ma non importa. Forse troverò qualcuno disposto ad aiutarmi. Ecco, adesso puoi parlare.

PALMIRA      E tu avresti il coraggio di abbandonare la tua mamma. La tua mamma. Ah, sei proprio senza cuore. Dopo tutto quello che ho fatto per te, così improvvisamenmte mi vuoi abbandonare. Abbandonare me, la tua casa, la tua fidanzata.

PIERO                        Mamma, è lei la mia fidanzata. E poi io non voglio abbandonare nessuno. Sei tu che non mi vuoi più.

MIRNA          Perchè non vuole capire. Piero non è più un bambino.

PIERO                        Mamma, sono cresciuto.

PALMIRA      Cresciuto tu? Fammi ridere. Cresciuto. Non sei nemmeno capace di vestirti da solo. Devo sgridarti perchè non vuoi mangiare.

PIERO                        Mamma!

PALMIRA      Andate pure, andate. Ma tornerete presto. Per il mio funerale. Sì, perchè voi mi volete vedere morta. Morta. (piange)

Senza essere visti da Palmira entrano Gianna, Paolo e Evaristo.

EVARISTO    Palmira. Non abbattetevi così. 

PALMIRA      Evaristo. Lo vedete, lo vedete come mi hanno ridotto?

EVARISTO    Sì, però adesso, Palmira, chiudete quella fontana altrimenti quest'estate restiamo senz'acqua. E cerchiamo di mettere le cose al loro posto. (ai ragazzi) Mettetevi a sedere voialtri. (li fa sedere tutti e quattro vicini. Entra Lisa) Bene. Ci siete anche voi. Mettetevi a sedere.

LISA               Io mi siedo solo se mi pare.

EVARISTO    E allora state in piedi. (Lisa siede) Palmira, è da ieri che in questa casa non si fa altro che piangere. Piangete voi, piange la Mirna, piange la Gianna... ecco: voi credete che la Gianna pianga per Piero e siete partita lancia in resta per staccare Piero dalla Mirna. E invece no. Lei non piange per Piero.

PALMIRA      Non piange per Piero? (a Gianna) E per chi? (tutti guardano Paolo) Cosa?

GIANNA        (annuisce)

EVARISTO    Eh sì. La Gianna piange per Paolo.

PALMIRA      Davvero?

GIANNA        Sì.

PALMIRA      E da quando?

GIANNA        Dal giorno dopo che è arrivato qui.

PALMIRA      Ma io non mi ero mai accorta di niente.

LISA               Se ti può consolare non me n'ero accorta neanch'io.

EVARISTO    Che per caso avete sempre la porta socchiusa.

GIANNA        E perchè non mi hai detto niente? Perchè?

EVARISTO    Aveva paura che voi foste contraria. Non voleva darvi un dispiacere. Però dopo tutto questo terremoto, la situazione non è mica messa così male. Alzatevi, alzatevi. (fa alzare le due coppie e le sistema distanti una dall'altra) Allora - non so se mi spiego - da una parte ci sono Piero e Mirna e dall'altra Paolo e Gianna. Guardateli. Occorre solo, Palmira, che ci facciate l'occhio e poi ogni problema svanisce.

LISA               Palmira, io finora sono stata zitta perchè tu lo sai che io non metto mai il naso negli affari degli altri. Ma prima ho parlato con Evaristo e anche lui è stato d'accordo con me.

EVARISTO    (sorpreso) Ohi.

LISA               E se siamo qui è per dirti che non hai nessuna ragione di fare quello che stai facendo. Non devi essere così ostinata con questi ragazzi. Guardali. Non vedi che due belle coppie?

PALMIRA      (non riuscenddo a trattenere le lacrime) Mi volete proprio far crepare oggi. Anche tu Lisa.

LISA               Palmira, non possiamo mica durare a lungo con questa tensione per casa. Io poi che sono così ansiosa.

EVARISTO    Questi ragazzi sono venuti da me ieri sera e mi hanno raccontato tutto. Sono stato io a spingerli a parlare con voi. Dicendo loro che avreste capito. Mi sono sbagliato? Su, su ragazzi, fate la pace con Palmira.

PALMIRA      E perchè io dovrei fare la pace con loro?

EVARISTO    Perchè a voi sta succedendo come a a con le frittelle. Se ci pensate bene chissà quante avrete parlato di quello che si deve fare in casi come questi. E sono sicuro che avete sempre detto bene. Voi siete ancora in tempo per non fare un disastro. Adesso Palmira è il mo­mento di far diventare quelle chiacchiere delle frit­telle.

PIERO                        Per il nostro bene, mamma.

GIANNA        Palmira.

PAOLO          Zia.

MIRNA          Signora.

PALMIRA      E va bene. Va bene. Fate quello che vi pare. (gioia di tutti) Però non provatevi a lamentarvi, poi, che non siete contenti, che non andate d’accordo o che so io. Che la Palmira vi chiude la porta in faccia. Io do le dimissioni!

PIERO                        Sì mamma, sì. (l'abbraccia)

PALMIRA      (risponde all'abbraccio) Alé alè. Rendetevi utili almeno. Preparate la tavola per la cena.

GIANNA        In cortile vero?

PALMIRA      Si capisce. Si è fatto troppo caldo qui dentro.

PIERO                        Vieni Mirna.

Escono per la cucina Piero, Mirna, Paolo, Gianna.

PALMIRA      Lisa, non ti dispiace se stasera, invece di salire da te, mangiamo qui?

LISA               Figurati. Porto giù quello che ho preparato.

PALMIRA      Bene. Evaristo?

EVARISTO    Pronti.

PALMIRA      La Lisa ha bisogno di una mano per portare giù la cena da casa sua.

EVARISTO    Pronti.

LISA               Perchè proprio lui?

PALMIRA      Perchè è l'unico che sia libero, no?

LISA               Devo ancora finire di cuocere.

PALMIRA      Ti fai aiutare. Oh, non crederai mica che ti voglia appioppare Evaristo? Vi arrangiate adesso. La Palmira ha dato le dimissioni.. (esce in cortile)

LISA               (a Evaristo) Andiamo. Ma state zitto e fermo.

EVARISTO    La mia Lisa...

LISA               Io non sono vostra.

Varisto e Lisa escono. Entra Gigina.

GIGINA         Palmira? Devo presentarti una persona?

PALMIRA      Ah sì? E dov'è?

GIGINA         E qui. Alvaro? (Alvaro entra) Ecco, questa è la moglie di Firmato.

ALVARO       Buon giorno sgnora Palmira.

GIGINA         Ti deve dire una cosa. Vero?

ALVARO       Penso proprio di non poterne fare a meno.

PALMIRA      Cos’è tutto questo mistero?.

GIGINA         Te lo dice lui. Te lo dice lui.

PALMIRA      Pronto allora.

ALVARO       Vede, io sono un amico di Firmato... (escono)

Durante questo periodo di tempo in cui si presume che Alvaro racconti tutto a Palmira. Il regista si potrà sbizzarrire facendo passare e ripassare i quattro giovani - naturalmente allegri e con la voglia di scherzare - che dovranno apparecchiare la tavola in cortile. Rientrano Alvaro e Palmira.

ALVARO       … io le chiedo ancora perdono. L'ho fatto solo per cercare di convincere Firmato.

PALMIRA      Non ha mica niente da farsi perdonare.

ALVARO       E invece sono stato un imbecille.

PALMIRA      Macchè macchè. A mio marito ci penso io. Piuttosto. A chiesto perdono alla Luisa?

ALVARO       Lei mi ha già perdonato.

PALMIRA      La Luisa è una donnina d'oro. Quanto è stato sciocco il suo primo marito a lasciarla. Eh?

ALVARO       Lo penso anch'io.

PALMIRA      (guarda Alvaro con interesse) Lei è sposato?

ALVARO       No.

PALMIRA      Perchè non resta a cena qui con noi. Poco ma volentieri.

ALVARO       Non voglio disturbare.

PALMIRA      Nessun disturbo. Facciamo una bella sorpresa a Firmato.

ALVARO       Oh! Gli avevo detto alle sette e mezzo.

PALMIRA      Bene, sta arrivando. Luisa? Luisa? (non risponde) Gigina.

GIGINA         Sono qui.?

PALMIRA      Aggiungi un posto. Alvaro rimane a cena.

GIGINA         Subito. (in estasi, uscendo) Un piatto, un tovagliolo, un bicchiere.

PALMIRA      E anche forchetta e coltello.

ALVARO       Alora a dirò grazie. (Palmira prende Alvaro di braccetto proprio mentre entra Firmato, che già aveva in precedenza visto la scena)

FIRMATO      (entrando di spinta) Fermo lì, faccia di bronzo. Vi ho scoperto. Bell'amico. Alle sette e mezzo. Alle sette e mezzo quando avevate fatto i vostri comodi? (a Palmira) Ma io non sono stupido. Io non mi fido di nessuno. E meno che mai degli amici.

PALMIRA      Firmato, sei impazzito tutto in una volta?

ALVARO       Guarda che ti sbagli.

PALMIRA      Firmato! Finiscila di fare il pagliaccio.

FIRMATO      Taci, moglie fedifraga! Eh! (rientrano a mano a mano gli altri) Avanti, avanti anche voi. Siete tutti complici e quindi dovete assistere all'esecuzione. (estrae la rivoltella)

TUTTI             Ah!

PIERO                        Babbo!

PAOLO          Firmato!

ALVARO       Metti via quell'arma. Sei matto?

FIRMATO      Matto? Sì, sono matto. Te l'avevo detto che sono peggio di due siciliani e un mussulmano..

ALVARO       Lascia almeno che ti spieghi come è andata?

FIRMATO      Hai ragione. Un condannato a morte deve confessarsi prima dell'esecuzione. E voi fermi. Ho la mira buona.

ALVARO       Ieri sono venuto qui come mi avevi detto tu, ma invece di tua moglie c'era la Luisa e io l'ho scambiata con tua moglie...

GIGINA         (da fuori cantando, poi entra con piatto e posate) Pensami, tanto tanto intensamente... (si avvede della pistola) Ahhh! (piatti e posate cascano a terra)

PALMIRA      Smettila e metti via quella pistola. E chiedi scusa a totti.

FIRMATO      Ah! E chi mi assicura che questa è la verità?

GIGINA         (con un filo di voce) E' la verità.

FIRMATO      Zitta tu. Complice. Non sei neanche capace di dire bugie. Siete tutti d'accordo eh? Vi siete passati la pa­rola. Siete bravi a raccontare storie. Meglio della televisione. Peccato che io non ci caschi.

BRUNA          (da fuori) Mamma? Sei dalla zia Palmira.

GIGINA         Bruna.

PALMIRA      Metti via quella pistola. (prende la pistola a Firmato)

BRUNA          (entra) Oh, si è rotto un piatto.

GIGINMA      Non è niente.

BRUNA          Il maestro è andato via prima e così sono venuta a casa da sola. Mangiamo qui?

PALMIRA      Sì, tesoro, mangiamo qui.

BRUNA          Oh, buon giorno signor Alvaro. Sei venuto a parlare con la mia mamma come ieri? (tutti si voltano a guardare Firmato)

ALVARO       Sì.

BRUNA          La mia mamma mi ha detto che tu vendi i gelati. Ne hai portato oggi?

ALVARO       Oggi no.

BRUNA          Non li voglio mica gratis. Io li compro. Ho il mio salvadanaio pieno di soldi.

PALMIRA      Andiamo, andiamo a tavola.

BRUNA          Zio Firmato. Tu non vieni?

FIRMATO      Vengo, vengo.

BRUNA          Però prima ti devi lavare le mani.

Escono tutti e restano solo Palmira e Firmato.

PALMIRA      (ridà la pistola a Firmato) Metti via questo ferro vecchio. Allora, sei convinto? O pensi che anche la Bruna fosse d'accordo.

FIRMATO      Per stavolta l'hai scampata. Per stavolta. (esce)

PALMIRA      Eh. Non s'impatta mai con lui.

LISA               (rientrando con Evaristo e i tegami della cena) Svelto, porta di là. (Evaristo esce in cortile) Palmira. Palmira. Sono le sette.

GIGINA         (rientrando dal cortile) C'è "Passioni Ardenti".

PALMIRA      Gianna! Mirna!

GIANNA        Cosa c'è?

MIRNA          Serve aiuto?

PALMIRA      Mettete a tavola gli ospiti e servite.

GIANNA        E voi?

PALMIRA      Noi adesso abbiamo una cosa più importante da fare. (prende il telecomando, mentre Lisa ha preso i fazzo­lettini da naso)

GIANNA        Andiamo Mirna. (escono mentre le tre siedono sul divano)

LISA               Dai, accendi, accendi.

GIGINA         Il quarto programma.

PALMIRA      Sono proprio curiosa di vedere come va a finire. (schiaccia il bottone del telecomando)