Com’era bello il Caffè Chantant

Stampa questo copione

MAIGRET E IL PAZZO DI BERGERAC

Com’era bello

 il

CAFE’ CHANTANT

di

GiancarloRipani

 arrangiamenti ed elaborazioni musiche

di

SpartacoBertollini

30 Marzo 2009

            4° VERSIONE                     


Personaggi (in ordine di apparizione)

SILVIA DURANTE                            servodiscena               

MARCELLOBLASI                    maestro                        

JOLANDA PETRUCCI                   camerinista                  

AUGUSTOTOCCACELI            attrezzista                    

DARIODANDINI                                   capocomico                    

IRENE SERRA                                      attrice                           

NANDOBASSI                                attore                            

JEANMARIEFAVA’                          coreografo                     

CASIMIROGATTI                      ballerino                       

RENATAPRATI                                  cantante                        

ETTOREIACOPONI                            cantante                        

VALERIABONANNI                           sciantosa                       

LELLO FABRIZI                                             attore                                  


L’ambientazione: Roma ai nostri giorni

La scenografia: Un teatro spoglio:fondale nero o bianco, quinte  nere, dove stanno per essere effettuate le prove generali per lo spettacolo che andrà in scena la sera seguente.  

Durante alcuni numeri dello spettacolo le prove si trasformano nel debutto, con proiezione dei fondali d’ambientazione e messa in scena a vista di alcuni elementi di arredo e trovarobato.

 

Le scene e gli interpreti:

1.Attesa prove (Silvia, Marcello, Jolanda, Augusto, Dario, Irene, Nando, JeanMarie, Casimiro, Ettore, Renata, Valeria, Lello).

2.Rampampam (Marcello, Renata, Ettore, Dario, Valeria, Silvia, Casimiro).

3.Passerella(JeanMarie, Dario, Renata, Ettore, Valeria, Silvia, Casimiro, Marcello, Augusto).

4.LalimonataRogé (Marcello, Lello, Irene, Nando).

5.PreparazioneZiki-Paki(Dario, Augusto, Ettore, Marcello, Lello, Nando, Irene, JeanMarie).

6.Ziki-Paki-Ziki-Pu (Marcello, Ettore, Silvia, Casimiro, Augusto, Dario, Nando, Renata, Valeria, Jolanda)

7.Lasonnambula (Ettore, Augusto, Irene)

8.PreparazionePupoBiondo (Nando, Jolanda, Dario, Augusto, Renata, Ettore, Marcello).

9.PupoBiondo (Marcello, Silvia, Ettore, Renata, Casimiro, JeanMarie e Nando).

10.Innamoramento (Dario, Renata, Marcello, Ettore, Silvia, Valeria).

11.Poutpourrie(Dario, Valeria)

12.PreparazioneGigolò (Marcello, Silvia, Valeria, Dario, Jolanda, Lello, JeanMarie, Casimiro.

13.Gigolò (Marcello, Casimiro, Valeria, Renata).

14.Preparazione Scuola per corrispondenza (Casimiro, JeanMarie, Marcello, Dario, Lello).

15.Scuola per corrispondenza (Lello, Irene, Jolanda)

16.Preparazione Biagio Adagio (Lello, Jolanda, Marcello, Dario, Augusto, Nando, Renata, Ettore).

17.Biagio Adagio (Renata, Ettore)

18.Preparazione Finale (Renata, Dario, Ettore, Marcello, JeanMarie, Valeria, Jolanda, Silvia, Irene).

19.Finale (Tutti)

Arredo e trovarobato e costumi

Attesa prove(Silvia e Jolanda portano un camice da lavoro, Augusto è in tuta da lavoro. JeanMarie è in pantaloni bianchi, giacca bianca, camicia nera con un vistoso foulard al collo e occhiali da sole specchiati.  Casimiro veste il vestito blu della domenica. Tutti gli altri in abiti moderni e casual. Cinque o sei sedie spaiate, alcuni costumi di scena, una scopa, un raccoglispazzatura, una cassetta degli attrezzi con tenaglie, martello, chiodi e filo di ferro, un cestino da cucito, un divanetto, un tavolino tondo, due poltroncine, un trancio di pizza, una lattina di birra, una tavola e un ferro da stiro). Rampampam(tutti gli uomini sono in frac con cilindro e bastone o in smoking, le donne con abiti appariscenti d’epoca e ciascuna un ombrellino). Passerella (idem) LalimonataRogé(Lello indossa una giacca da camera con gli alamari, Irene ha una vestaglia aperta sul davanti che lascia intravedere una piccante guepierre, Nando è in divisa con berretto e blocco per annotazioni. Il divanetto, il tavolo e le poltroncine sono quelle dell’Attesa prove, un bicchiere con un liquido ambrato, un giornale d’epoca). PreparazioneZiki-Paki(Una tenda di canne e tre tamburi). Ziki-Paki-Ziki-Pu(Gli uomini sono a torso nudo, scalzi, con un gonnellino di paglia e alle caviglie due collane anch’esse di paglia, le donne hanno in più il reggiseno ed un’acconciatura in testa, il solo Casimiro è vestito con sahariana, bermuda e stivali) Lasonnambula(Ettore è elegantemente vestito con un abito da passeggio, paglietta, bastone e cartella da manager, Augusto veste alla paesana con camicia a quadri, panciotto, e pantaloni sformati, Irene e in un provocante abbigliamento da notte. Una camera da pranzo con tavolo, quattro sedie, una credenzina che funge anche da mobile bar. Una cesta con dentro formaggi e salumi). PreparazionePupoBiondo(Nando in jeans e maglione, Jolanda in camice, Augusto in tuta, Dario in maniche di camicia, Marcello da netturbino, Renata ed Ettore sono vestiti da popolani dell’inizio secolo XX). PupoBiondo (Un lampione stradale, una ramazza, un tavolo povero, due sedie impagliate, un cestino da lavoro, un abitino da neonato, una carrozzina, un bambolotto in fasce. Marcello in divisa da netturbino, Silvia da crocerossina,  Renata da popolana romana,  Ettore, prima da popolano, poi divisa militare grigioverde. Casimiro, JeanMarie e Nando in grigioverde). Innamoramento(Dario è in abito da passeggio anni venti, senza giacca, Valeria è anche lei in abito da passeggio d’epoca con un ombrellino da sole, Silvia mette il camice sopra l’abito da popolana, Renata resta in abito da popolana ed Ettore in grigioverde. Un vassoio con sopra una teiera, zuccheriera e due tazze). Poutpourrie(Dario in abito da passeggio con lobbia e bastone, dopo indossa una vestaglia da camera, poi il frac. Valeria, dopo l’abito da passeggio, indossa un abito da donna fatale, poi un vestito da gran sera. Un lungo bocchino con sigaretta). PreparazioneGigolò (Marcello in divisa da cameriere, Dario in maniche di camicia, Valeria resta in abito da sera, Jolanda ha indossato l’abito per Dùra Minga con sopra il camice, JeanMarie è in calzamaglia nera con un asciugamani sul collo, Lello veste l’abito di Dùra Minga, ma senza la giacca, Casimiro è in frac. Due tavolinetti da tabarin con sopra un abatjour acceso e relative poltroncine, un vassoio con una bottiglia di champagne e due coppe, una tracolla da sigaraia, sigarette e un lungo bocchino). Gigolò(Marcello in divisa da cameriere, Silvia  da sigaraia, Casimiro è in frac, Renata e Valeria in abito da sera). Preparazione Scuola per corrispondenza(Marcello e Casimiro restano in frac, JeanMarie è in calzamaglia nera con un asciugamani sul collo, Lello veste la giacca da camera. (due poltroncine, un tavolo basso un lume a stelo). Scuola per corrispondenza (Jolanda camice da portinaia, Lello con la giacca da camera, Irene con un abito da passeggio ). Preparazione Biagio Adagio (Marcello, Jolanda e Lello restano come sono, Dario in maniche di camicia, Renata ed Ettore in costume da bagno d’epoca. Una  sdraio.) Biagio Adagio(Renata con  un pallone da spiaggia,  Ettore con una camera d’aria nera alla vita). Preparazione Finale (Renata ed Ettore con gli stessi abiti, Marcello, Lello, e Dario in smoking, Valeria, Silvia e Irene in abito da finale). Finale(Tutti gli uomini in frac, o in smoking e le donne in abito da finale).

Le Musiche

Brano di apertura (M1) Dammi un bacio e ti dico di sì (solo tastiera). Gigolò (solo tastiera) Ram - pan – pan (M2) Stacco inizio scena Purga (solo tastiera) Stacco fine scena Purga (solo tastiera) Ziki – Paki, Ziki – Pu (M3) Brano fine primo tempo (M4) Brano inizio secondo tempo (M5) Stacco fine scena Sonnambula (solo tastiera) Pupo biondo (M6) Prigioniero di un sogno (M7) Non dimenticar le mie parole (M7) Amapola (M7) Ma se mi toccano (M7) Come una coppa di champagne (M7) Come una sigaretta (M7) Gigolò (M8) Stacco inizio scena Scuola per corrispondenza (solo tastiera) Adagio Biagio (M9) Ram - pan – pan versione per finale (M10) Voglio vivere così (M11)

I fondali proiettati:

Fondale Belle Epoque Salotto primo novecento Villaggio indiano Sala da pranzo primo novecento Strada di Roma dei primi del ‘900 Balcone fiorito di una casa popolare Stazione ferroviaria con un treno di soldati in partenza per la 1° guerra mondiale Cucina di una modesta casaprimo novecento Sequenza donne primo novecento Interno tabarin Salotto dimesso Bagno marino anni venti Fondale Belle Epoque Fondale Belle Epoque con logo Ortica

Le luci

Pz1 Piazzato per simulare le luci di servizio

2.Pz2 Piazzato per passerella “Ram - pam – pam”

3.Pz1 Piazzato per simulare le luci di servizio

4.Pz3 Interno salotto giorno

5.Buio

6.Pz1 Piazzato per simulare le luci di servizio

7.Pz4 Piazzato per Ziki-Paki-Ziki-Pu

8.Pz1 Piazzato per simulare le luci di servizio

Buio Pz5 Piazzato sipario chiuso Pz6 Piazzato stanza da pranzo notte Buio

13.Pz1 Piazzato per simulare le luci di servizio

Pz7 Piazzato strada romana esterno imbrunire Pz8 Piazzato balcone esterno giorno Pz9 Piazzato stazione ferroviaria esterno notte Pz10 Piazzato interno cucina giorno Pz11 Dedicata Marcello-Silvia e interno cucina notte Pz12 Piazzato interno cucina giorno Buio

21.Pz1 Piazzato per simulare le luci di servizio

Pz13 Piazzato parco, esterno giorno Pz14 Piazzato salotto interno notte Pz15 Piazzato tabarin 1° interno notte

25.Pz1 Piazzato per simulare le luci di servizio

Pz16 Piazzato tabarin 2° interno notte

27.Pz1 Piazzato per simulare le luci di servizio

Pz17 Piazzato piazza del Duomo, esterno giorno

29.Pz1 Piazzato per simulare le luci di servizio

Pz18 Piazzato spiaggia, giorno

31.Pz1 Piazzato per simulare le luci di servizio

Pz19 Piazzato per finale

Primo Tempo

Parte M1

Dopo circa 15” Sipario

Stop M1

Il palcoscenico è vuoto, su alcune sedie, poste ai lati, ci sono dei costumi di scena messi alla rinfusa e un copione con dentro una bigliettino. A terra alcuni fogli appallottolati.

Entra, da destra, Silvia, la giovane donna delle pulizie, con scopa e raccoglispazzatura in mano. Inizia a raccattare le carte, poi si guarda attorno per essere sicura di essere sola. Arrivata al centro del palco, fa un profondo inchino ad un immaginario pubblico. Indi simulando che la scopa è il suo partner in un immaginario spettacolo si mette a cantare.

Canta a cappella, a voce spiegata

SIL:

Dammi un bacio e ti dico di sì,

nell’amor si comincia così:

dammi un bacio e ti dico di sì ...

Da fuori le quinte, preoccupato

mar:

(F.C.) Ma che avete cominciato senza de me ?

Silvia si zittisce di colpo.

Entra Marcello da sinistra

Simulando indifferenza, riprende a scopare il palco

SIL:

Bongiorno sor Marcello !

Guardandosi attorno, infastidito

mar:

Chi stava a cantà ?

Con aria colpevole.Lavora di gran lena

SIL:

Io, ma ... ma nun lo faccio più !

Bloccando la scopa di Silvia, curioso

mar:

Come ll’hai imparata ‘sta canzone ?

Cercando di giustificarsi, riprende il lavoro

SIL:

Ll’ho sentita da lla sora Agatina tante de quelle vorte che ...

Colto da un’ispirazione si avvia verso la tastiera che è nel golfo mistico

mar:

Sai che famo: vado a lla tastiera e lla ricanti pe’ me !

Con un attacco di panico, cercando di sottrarsi

SIL:

Ma se venisse quarcheduno, o addirittura er sor Dario ...

Incoraggiante

Alzando la mano destra per l’attacco

mar:

Vorrà di’ che te staranno a sentì puro loro !

Pronta ?

Raccogliendo tutto il coraggio

SIL:

Sss ... si !

Facendo i primi accordi

Scandendo con la mano

mar:

Ar mio quattro allora !

Uno, due, tre, quattro !

Canta rivolta al pubblico, ogni tanto guarda Marcello, preoccupata di sbagliare

SIL:

Caro ...

Tesoro ...

Se il tuo silenzio è d’oro,

muto,

glaciale,

mi sembri un funeral.

Come gli sciocchi,

sospiri e abbassi gli occhi ...

oggi non vale ,

l’amor sentimental ...

Senza interrompere di suonare

Invitando

mar:

Brava !

Adesso famo assieme er finale.

Cantano.

SIL-

mar:

Dammi un bacio e ti dico di si,

nell’amor si comincia così,

con un bacio, senza dir stupide parole,

ogni donna sa capir quel che si vuole.

Nell’amor si fa sempre così,                

dammi un bacio e ti dico di si !

Marcello interrompe la musica.

Coprendosi il volto con le mani per la vergogna, preoccupata.

SIL:

Me vergogno tanto !

Ve devo avé straziato ll’orecchie !

Compiaciuto, mentre risale sul palco

Mitigando l’entusiasmo

mar:

Gnente male !

Certo nun è er massimo, ma, pe’esse una che nun è der mestiere, davero gnente male !

Andando vicino a Marcello con atteggiamento supplice

SIL:

Me riccomanno sor Marcè, nun me sputtanate cor sor Dario, sinnò rischio de perde er posto !

Mettendo, paternamente, una mano sulla spalla di Silvia, come a se stesso

mar:

Sta tranquilla, sarà ‘n segreto fra noi dua !

Però, po’ esse che, ‘n giorno o ll’artro, ce riprovamo !

Grata, invitandolo ad uscire, mentre riprende il suo lavoro

SIL:

Grazie, ma adesso annatevene che devo da fini de pulì er parcoscenico.

Andando verso sinistra, seguito da Silvia

mar:

Senti, si ariveno ll’artri,  dije che so ito ar bare, a pijamme ‘n caffé, torno subbito !

Marcello esce da sinistra, mentre da destra entra Jolanda, la camerinista.

Sulla soglia sinistra.

SIL:

Me riccomanno ancora !

Incuriosita,  mentre si fa avanti

jOL:

Silvié co’chi stavi a parlà ?

Inventando all’impronta una scusa.

Indicando il palcoscenico.

SIL:

Gnente, tiravo du’ moccoli contro quei balordi de lla compagnia.

Guarda che casino hanno lassato !

Scuotendo la testa con disapprovazione

Accorrendo presso le sedie su cui sono sopra i costumi, con disgusto.

jOL:

Nun c’hanno ‘n minimo de rispetto per chi poi deve fasse un mazzo tanto per sistemà tutto!

E ‘sti costumi !

Buttati come stracci !

Preoccupata, indicando i costumi.

SIL:

Si llo viè a sapé il signor Dario, sai che bella lavata de capoccia, co’ quello che je so’ costati !

Alzando le spalle.

jOL:

Si mai lli pagherà !

Interrompe il suo lavoro e va vicino a Jolanda.

sil:

Jolà, tu che so’ tant’anni che bazzichi er teatro, me sai di  che cavolo era ‘sto Café Chantant, che questi cercheno de rifà ?

Con nostalgico rammarico, mentre raduna i costumi.

jOL:

Era ’no spettacolo de gran moda a lli primi der novecento. Ce stava de tutto: canti, balli, comici che faceveno ride, no come quelli de oggi, e poi giocolieri, acrobbati ...

Jolanda esce da destra per portare fuori i costumi, meno uno che lascia

Con un sospiro di rassegnazione, rivolta verso destra

Sil:

Qui ll’acrobbazie lle dovemo fa nojartre pe’ fasse da lla settimana !

Entra, da sinistra, Augusto, l’attrezzista di scena.

Guardandosi attorno, seccato.

Porta fuori le sedie da sinistra.

aug:

Ancora a ‘sto punto stai Silvié ?

Datte ‘na mossa, che mo cominceno lle prove !

Rientra Jolanda, da destra, con un cestino da cucito e si mette seduta a cucire l’abito lasciato.

Sfottente. Mentre va a sedere

     jOL:

E’ arrivato er sor du’ fodere !

Rivolta a dove è uscito Augusto

SIL:

Invece de sprecà er fiato in chiacchiere, dateme  ‘na mano, che accossì faccio prima !

Rientra a prendere le sedie, ne lascia due. Irritato. Silvia nel raccattare un copione fa cadere una busta.

aug:

Pe’ chi m’hai preso ?

Augusto Toccaceli è ‘n attrezzista de scena co’ lli controcazzi e nun c’ha tempo da perde !

Acida, cucendo.

jOL:

Quello lo passi a ll’osteria a imbriacatte !

Sorpresa

Mostrando un bigliettino, poi l’odora

SIL:

Guardate!

Da ‘sto copione è cascato ‘n bijettino profumato !

Interessata, alza gli occhi dal lavoro

jOL:

Daje leggi !

Rimettendo il biglietto nel copione.

Chiudendo il discorso.

SIL:

No, pare brutto !

Potebbe esse ‘na cosa riservata !

Mentre rientra da sinistra portando dentro un piccolo tavolo tondo che mette a destra accanto alle sedie.

aug:

Brava !

Fateve lli cazzi vostra, che sta tutto de guadambiato !

Esortativa, si alza e va vicino a Silvia.

jOL:

Nun je da retta che, da che monno è monno,  a teatro tutti se fanno gli affari de tutti !

Poco convinta legge, con Jolanda che da dietro sbircia anche lei.

SIL:

 “T’aspetto questa notte, dopo le prove.

Lui non ci sarà .

Mi raccomando, entra dalla porticina di servizio, come le altre volte”.

Compiaciuta, mentre Augusto rientra portando un divanetto che sistema a sinistra sul fondo.

jOL:

‘Na storia de corna !

Io ce sguazzo dentro a ‘ste cose !

Incuriosita, rigira il biglietto fra le dita

SIL:

Chi l’avrà scritto ?

Riflettendo, siede e torna a riparare l‘abito.

jOL:

Vedemo, lle donne ne lla compagnia so’ quattro...

Rientra con la cassetta degli attrezzi.

aug:

Cinque, si ce mettemo puro JeanMarie !

Seccata dall’interruzione.

Elencando, mentre cuce.

Jol:

Spiritoso !

Allora dicevo: Agatina, Irene, Renata e Valeria.

Estrae dalla cassetta un martello.

aug:

Lassate fora Agatina, che nun po’ esse stata.

Interessata, alza la testa dal lavoro.

jOL:

Come fai a esse così sicuro ?

Confidenziale, mentre prende una manciata di chiodi.

aug:

Perché ierzera, doppo lle prove, è ita a cena cor dottor Fumagalli, er capostruttura de lla Rai.

Preoccupata.

jOL:

E er marito?

Con commiserazione, si avvia verso la quinta di sinistra e sparisce dietro di essa, poi lo si sente smartellare.

aug:

Quer poro fregno de Ugo è venuto co’ me a ll’osteria e se ariconzolato co ‘n fiasco de Frascati!

Rivolta ad Augusto, con sarcasmo, poi riprende a spazzare.

SIL:

Pe’ esse uno che nun se impiccia, me pare che stai bene informato !

Riprendendo la conta.

jOL:

Allora resteno Irene, Renata e Valeria.

Con sicurezza e ammirazione, si gira verso Jolanda.

SIL:

Renata nun me pare proprio er tipo.

E’ accosì timida e riservata !

Sentenziando, riprende a cucire.

jOL:

Mai fidasse de lle gatte morte !

Precisa, mentre riprende il suo lavoro

sil:

E poi co’ Ettore fanno ‘na coppia così affiatata!

Con pungente ironia, affacciandosi da dietro la quinta

aug:

Io direbbe sfiatata, ma ll’avete sentiti quanno canteno ?

Tornando a ciò che le interessa

JOL:

Che ne dite de Irene ?

Scuote la testa, si avvicina a Jolanda.

SIL:

Difficile, Nando nun lla molla un attimo !

Puntualizzando, idem

AUG:

Quello è geloso fracico !

Rivolta a Silvia con sicurezza

jOL:

Ricordete Sirvié che, quanno ‘na donna vole, er sistema de mette lle corna, llo trova sempre !

Ricordando, esce da dietro la quinta, si avvicina alle donne, per poi andare alla cassetta a prendere un fil di ferro.

AUG:

Mo che ce penzo, ierzera ho sentito Nando che pijava ‘n appuntamento a Fiuggi co’ ‘n produttore e potrebbe essese fermato a dormì fora !

Con ironia, scuotendo la testa

jol:

Gustaré, nun te sfugge ‘n cazzo !

Con una punta di acrimonia

sil:

Per me è quella boriosa Valeria !

Se sente la più bella del reame !

Sarcastico, tornando dietro la quinta

aug:

Pare che lla tiene solo essa !

Con ammirazione, appoggiandosi con le mani e il mento alla scopa

SIL:

Però come canta bene !

E che portamento quanno balla !

Ll’occhi der pubblico so’ tutti su de lei !

Precisando con disgusto, senza alzare la testa dal cucito

jOL:

Specialmente quelli de ll’ommini, che sbaveno a guardalla !

Scuotendo il capo, poco convinta, torna a ramazzare

SIL:

Nun po’ esse !

Lla sora Valeria nun è nimmanco sposata !

Insistendo sulla sua idea, alza la testa dal lavoro

jOL:

Chi te dice che er lui der bijetto a da esse pe’ forza de ‘n marito ?

Intervenendo con sicurezza, mentre va alla cassetta a prendere le tenaglie

aug:

Puro Valeria nun ha passato lla nottata sotto lle pezze der su’ letto !

Interessata, rivolta ad Augusto

jOL:

Me dichi davero ?

Agitando le tenaglie, per poi tornare dietro la quinta

aug:

É sortita, tutta in ghingheri e piattini, cor commendator Santolamazza e ho sentito che iveno a lla su’ tenuta de Genzano !

Disinteressata riprende a cucire

jOL:

E brava a Valeria !

Con un sospiro

SIL:

Come me piacerebbe de sta ar posto suo !

Stupita, alza la testa

jol:

Co’ quer rudere der commendatore ?

Picchiando la scopa per terra

Sognante alza gli occhi al cielo, con un sospiro

sil:

Ma no, qui, sur parcoscenico !

Spero proprio che ‘n giorno er sor Dario s’accorga de me !

Rimettendo filo ed ago nel cestino.

jol:

Allora cocca mia stai fresca !

Quello tiene artro pe’ lla capoccia !

Accorre presso Jolanda, ansiosa

SIL:

C’è ‘na donna che llo fa soffrì ?

Si alza e recupera il cestino e l’abito

Con ferocia.

jOL:

Altro che femmine !

A fallo soffrì so’ lli debiti !

Preoccupata

SIL:

Lla situazione sta così grave ?

Rientrando per andare a riporre gli attrezzi nella cassetta

aug:

De piune !

Si Sant’Antonio benedetto nun fa ‘n miracolo, finisce a zampe pe’ ll’aria lui e tutta lla compagnia !

Andando verso destra

jOL:

Confermo, parola pe’ parola !

Con evidente accoramento

SIL:

Povero Dariuccio sempre a caccia de quadrini per sfamà ‘sto branco di guitti !

Torna su i suoi passi e va vicino a Silvia

jOL:

Guarda, guarda !

Lla signorina c’ha un debbole pe’ er capocomico !

Rapita in estasi, scuote lentamente la testa.

SIL:

E’ così un bell’omo, certo ‘n po’ avanti co’ ll’anni, ma tanto, tanto distinto !

Chiudendo la cassetta

aug:

Fija mia, stai proprio cotta a puntino !

Fuori campo da sinistra

DAR:

(F.C.) Ce semo tutti ?

Laconica

jOL:

Parli der diavolo e spunteno lle corna !

Entrano da sinistra Dario e Marcello

Controlla l’orologio

Guardandosi attorno

DAR:

Perdiana so’ già lle tre !

E ancora qui nun sta tutto a ll’ordine !

Raccogliendo la spazzatura

sil:

Finisco in ‘n attimo, state tranquillo sor Dario !

Rivolto a Jolanda, prende in mano un lembo del costume che ha in mano

DAR:

Jolà, da ‘na rinfrescata a ‘lli costumi che so’ ridotti come pezze da piedi !

Sulla sue, va verso destra

jOL:

C’ho ll’occhi pe’ vedello da sola !

Parlandole dietro

DAR:

Ah, senti, si dovesse arrivà ll’attore novo mannemelo in cammerino.

Perplessa si blocca

Indicando il palcoscenico

jOL:

N’artro ?

Come si nun bastassero lli cani che già ce stanno !

Si gira verso Dario, con devozione, poi raccatta le sue cose e raggiunge Jolanda

sil:

Sor Dario, io vado a buttà lla monnezza, ma si c’avete bisogno de me, nun fate artro che famme ‘na voce !

Mentre si avvia con Silvia verso destra

jOL:

Ammazzate come sei arrendevole !

Ricordete che a ll’ommini, nun je devi fa’ capì che je sbavi dietro !

Rapita, girandosi verso Dario

SIL:

Lui nun è come ll’artri !

Disincantata, Prende Silvia sotto braccio

jOL:

Pora scema !

Jolanda e Silvia escono da destra

Rivolto ad Augusto, con decisione

DAR:

Gustarè, tu va a preparà tutto er fabbisogno che appena se decideno a arrivà lli signori attori, provamo subbito !

Solerte, si avvia a sinistra

aug:

All’ordini capo!

Augusto esce da sinistra

Prendendo sottobraccio Marcello, si avvia verso destra

DAR:

Marcè, tu viè co’ me in cammerino, che c’ho ‘n par de cose da discute co’ te.

Bloccandosi, con preoccupazione, mette le mani avanti

MAR:

Si se tratta de cambià ‘n’artra vorta lle basi, nun contà su de me, che è lla quarta vorta che me lle fai rifà !

Riprendendo a camminare verso destra

DAR:

Si fusse necessario lle rifai pe’ lla quinta, lla sesta e accossì via !

Mentre esce assieme a Dario

MAR:

Mannaggia a me e a quanno me so’ ita a ficcà in mezzo a ‘sta gabbia de matti !

Dario e Marcello escono da destra.

Da sinistra entrano Nando e Irene

Come continuando un discorso va a grandi passi verso destra seguita da Nando

IRE:

Nando, lla pianti de famme perde tempo ?

Già stamo in ritardo e io nun ho ancora provato ll’abbito, pe’ lla scena de lla purga !

Prendendo Irene per un braccio la ferma e la fa girare a se

NAN:

Irè, te llo ripeto pe’ ll’urtima vorta, tu quer costume da mignotta nun te llo metti !

Liberando il braccio

IRE:

Llo sai che me stai a mannà a lli matti co’ ‘sta assurda gelosia tua !

Faccia a faccia con Irene con grande decisione

NAN:

Geloso o no, scosciata e co’ lle tette de fora, nun te metto in pasto a ‘na platea de maschi allupati !

Da le spalle a Nando si riavvia

IRE:

E’ er personaggio che ll’ impone !

Fermandola di nuovo

NAN:

Je llo dico io a Dario: o te fa’ recità vestita come Dio comanna, o quella parte lla da a quarchedun’artra !

Risentita con acrimonia

Puntando l’indice contro Nando

IRE:

Magari a quella zozza de Agatina, che nun aspetta artro !

Io quella parte nun lla mollo, nimmanco si te fai venì ll’infantijole!

Afferrando la mano di Irene

Con sentimento

NAN:

E invece sì, t u me devi da portà rispetto !

So’ o nun so’ ll’omo tuo e tu lla donna mia ?

Liberando la mano

Strafottente, gira di nuovo le spalle e va verso destra

IRE:

Lla donna tua ?

A sor coso, io nun so’ de nissuno e tanto meno de ‘n cazzabbubbolo come te !

Andandole dietro, tragicamente

NAN:

Voi che faccio ‘na botta da matto ?

Gira la testa verso Nando

Feroce

IRE:

Magari !

Così me te levo da torno ‘na vorta pe’ tutte !

Insistendo, con accoramento

NAN:

Guarda che nun scherzo !

Definitivamente gira le spalle ed va decisa verso destra

IRE:

Ammazzate come te pare, io quer costume me llo metto !

Irene e Nando escono da destra, da sinistra entrano JeanMarie e Casimiro

Circondando la spalla di Casimiro

Jea:

E ossì, tu saresti le nouveau dencer ?

Togliendo il braccio

CAS:

Chine ?

Illuminandosi di gioia

Prendendo la mano di Casimiro

Jea:

Il nuovo ballerino !

Com t’appelle petit cher ?

Togliendo bruscamente la mano

CAS:

Che ti si ditto ?

Carezzando la testa di Casimiro

Jea:

Come ti chiami carino ?

Frastornato dal modo di fare di JeanMarie

CAS:

Llu nome de i me medesimo saria Casimiro, ma ll’amichi me so soprannominado  Bumbardone, per via de lla pobboscide de sotto!

Con un brivido di piacere

Lancia un bacio a Casimiro

Jea:

Mmmm !

Tu pour moi sei un petit gadeau, un piccolo regalo !

Fraintendendo

Curioso

CAS:

No piccolo, llu contrario !

E lu nomme tuo quale ch’è d’è ?

Con un piccolo inchino, sensuale

Jea:

JeanMarie !

Colto dal dubbio, squadra  JeanMarie

CAS:

Ma si masculo, oppuramente fimmena ?

Civettuolo, muovendo la mano

Jea:

Depende da le point d’osservation !

Perplesso

Indicando il teatro

CAS:

Chi te se capisce è bravo !

Che ce fai quine ?

Accennando alcuni passi di danza

Jea:

Je suis le coreografò !

Guardandolo senza capire

CAS:

E che vordì ?

Estasiato, non stacca gli occhi da Casimiro

Facendo piroettare Casimiro

Jea:

Ignorante come une chevre, come una capra, ma bello comme un dieu !

Je  insegnerò a toi a dancer, a ballare !

Sconcertato

Indicando l’addome di JeanMarie

CAS:

Tine ?

Co’ isto rotolo de coppa !

Con orgoglio

Esegue una piroetta, perde l’equilibrio e si aggrappa a Casimiro

Jea:

Je suis eté le premier danseur, il primo ballerino, a le Folies Bergere de Paris !

Regard la piruette!

Irridente, mentre sostiene JeanMarie

cas:

Mazzete, pari proprio lla botte de llu vino, quanne llu cumpare Giuacchino lla fa arrutola ne lla candina !

Adagiandosi fra le braccia di Casimiro

Alzando la testa verso Casimiro

jea:

Comme sei forte !

Come mai sei qui chez moi ?

Spingendo lontano JeanMarie

CAS:

Llo sor Dandini me s’è visto ballà e cantà, a lla festa de llu paese e me si ditto de venì quine pe’ fa’ nu pruino.

Compiaciuto

Jea:

Monsieur Dariò il a l’occhio fino !

Curioso

CAS:

Puro tu llu teni ?

Ancheggiando si allontana di qualche passo

Jea:

Modestament, plus fin’occhio de moi est tres difficile da trovais !

Con un gesto d’impazienza

CAS:

Facimme a ll’impressa, che dimà m’aggio da susire de bonora, pe’ ire a lla corta de ll’aulive.

Torna verso Casimiro

Carezzandolo di nuovo

Jea:

Fremant comme un puledro selvaggio !

Ma je ti domerò !

Sottraendosi alla carezza

CAS:

E aridanghete co’ ‘sti mane !

Chiamando a gran voce

Jea:

Marcelò !

Marcelò ?

Si affaccia Marcello da sinistra

Spazientito

MAR:

Che c’hai tanto da strillà, vecchia checcaccia ?

Indicando Casimiro

Jea:

Cette merveilleuse creature est le nouveau dancer et chansoniere !

Perplesso, squadrando Casimiro

mar:

In do’ ll’avemo rimediato ‘sto burino ?

Con impazienza

Jea:

Lo voglio mettere, immediatement, a la prova !

Scuotendo la testa

MAR:

Figuramose si te facevi scappà ‘n fichetto novo!

Impaziente, indicando la tastiera

Jea:

Marcello, te prie, allez con le tangò !

Marcello va alla tastiera

Schernendosi fa per andarsene da sinistra

CAS:

I me nun lo so mai abballato llu tango !

Don Pasquale, llu curato, diche che isso è ll’anticammera de llo inferno !

Raggiunge Casimiro e gli prende entrambe le mani

Jea:

Pour moi e toi serà l’antichambre du paradis !

Marcelò, fagli sentire le refrain !

Dal golfo mistico.

mar:

Appizza lle recchie sor coso, che doppo sarai tu a dovello cantà !

Marcello esegue alcuni accordi.

Accennando i passi del tango.

Jea:

Petit cher, regard moi, est très facile !

Un, deux, troi quatre.

Marcello suona ed intona il refrain di “Gigolò”.

Marcello canta, mentre JeanMarie esegue da solo i passi fondamentali dal tango.

Mar:

Ridi Gigolò,

danza Gigolò, che per questo sei pagato,

oggi non sei più,

quel che un giorno fu,

il bell’ussaro adorato.

Fermandosi

jea:

Stop Marcelò !

Marcello interrompe la musica

Andando a prendere per le mani Casimiro

Jea:

Maintenant, adesso, proviamo ensamble.

Vieni ici, petit cher.

Facendo resistenza

CAS:

Andò duvisse da venì io ?

Tirandolo a se

Con voce sensuale

Jea:

Tra le mes braccia !

Je farò la famme, la donna, e tu l’homme !

Allez Marcelò !

Marcello riprende a suonare “Gigolò”

Balla strettamente avvinto a Casimiro

Jea:

Un, deux, troi quatre.

Cercando di sciogliersi

CAS:

Ma che fai ?

Strigni ?

Stringendolo con più forza riprende a ballare mettendo le mani sui glutei di Casimiro.

Jea:

Le tangò est une dance sensuelle !

Le corps dell’homme e de la famme devono diventare une chosesola !

Un, deux, troi quatre.

Togliendo le mani di JeanMarie dal suo sedere.

CAS:

Si nun lla pianti de tuccamme llu culo, t’ammollo nu carcione in do te senti mejo !

Come in estasi.

Riprende a danzare con Casimiro.

Jea:

Violent !

Mi piacciono l’hommes tres violent !

Un, deux, troi quatre.

Spingendo lontano JeanMarie.

CAS:

E molla !

Me stei a levà llu fiato !

Rivolto a Marcello.

Jea:

Mercì Marcelò !

Marcello interrompe e risale sul palco.

Riassestandosi l’abito.

CAS:

Era ora !

Chiamando Casimiro con l’indice.

Jea:

Maintenant, tu vieni avec moi in camerinò, aussi potremo reprouver, avec plus calma !

Facendo di no con tutte e due le mani

CAS:

Nun me passa nimmanco pe’ ll’anticammera de llu cervello !

Prendendo Casimiro sottobraccio, mentre JeanMarie saltella intorno

mar:

Vengo puro io, accossì provamo lla parte cantata !

Un po’ rassicurato, si lascia portare

CAS:

Allora traso, abbasta che nun se venghe a sapé a llu paese che so’ ballato co’ ‘n omo !

Ironico, battendo una mano sulla spalla di Casimiro

MAR:

Nun te devi da preoccupà, JeanMarie de omo nun c’ha nimmanco er nome !

JeanMarie, Casimiro e Marcello escono da destra, da sinistra entrano Renata ed Ettore, che mangia avidamente un trancio di pizza, nell’altra mano ha una lattina di birra

Con la bocca piena, spazientito

Ett:

Renà, lla pianti de damme er pilotto ?

Me stai a mannà de traverzo puro ‘sto pezzo de pizza !

Aggressiva, girandosi verso Ettore

REN:

Magnà !

La preoccupazzione tua è magnà e beve !

Addentando un altro pezzo di pizza va a sedere al tavolo

Ett:

Embè, avecce fame mica è ‘n delitto !

Infuriata, gli strappa la pizza da le mani

REN:

Si, invece de penzà solo a  riempitte lla panza, te fussi aripassato “Pupo Biondo”, ierzera ce saressimo arisparambiati ‘na figura de cacca davanti a tutta lla compagnia !

Bevendo una sorsata di birra

Sarcastico

Ett:

Senti da che purpito vie’ lla predica !

E’ robba che, ‘gni vorta che attaccavi tu, quer poro Marcello se metteva lle mano ne lli capelli!

Va verso l’uscita sinistra per andare a buttare la cartata fuori scena

REN:

Ma che stai a di’, a ll’assolo mio, Jolanda s’asciugava ll’occhi da lla commozzione !

Con feroce ironia facendo imbuto con le mani verso sinistra

Ett:

Quello era perché j’avevi rintronato lle recchie co’ lli strilli tua !

Rientrando in scena, acida

REN:

Armeno, quanno canto io er pubblico me capisce !

Beve un’altra sorsata di birra

Ett:

Pe’ tu norma e regola er sussurrato mio nun c’ha ll’eguali !

Va a faccia a faccia con Ettore, con disprezzo

REN:

E’ tarmente sussurrato che nun se sente ‘n ciufolo de quello che dichi !

Si alza di scatto e prende per un braccio Renata

Ett:

Vedi de nun arzà tanto lla cresta che, si me fai rode er chiccherone, piantamo baracca e burattini e se n’annamo !

Sciogliendosi dalla presa, gli punta l’indice contro

REN:

Parla pe’ te, che già m’hai fregato, quanno m’hai convinto a abbandonà ‘na luminosa carriera d’artista, pe’ venitte appresso!

Sghignazzando

Additando al pubblico Renata

Ett:

Luminosa un par de palle !

Lla qui presente granne artista cantava a lle feste de paese e a lli matrimoni !

Alza le spalle e poi si va a sedere davanti al tavolo, scalciando le scarpe

REN:

Sempre mejo che esseme ridotta, a fa’ ll’ambulante pe’ lle trattorie de Roma !

Minimizzando, si siede vicino a Renata

Ett:

De che te lamenti, tutto sommato abbuscamo bene e co’ poco sforzo !

Acida

Massaggiandosi i piedi

REN:

Nun te dico !

E robba che lla sera, quanno se ritiramo, c’ho lle scarpe piene de piedi !

Beve ancora un po’ di birra

Con convinzione

Ett:

Doveresti da ringrazziamme cento vorte, perché è proprio dar “Sor Giulio”, che c’ha sentiti  Dario e c’ha scritturato !

Si alza di scatto e si gira verso Ettore, poi si incammina verso destra

REN:

Appunto, questa è lla mia granne occasione e nun te permetto de aruinammella co’ lle solite arzate de testa tua!

Si alza e va dietro a Renata

Ett:

Stamme a sentì ...

Si gira di scatto verso Ettore, poi riprende ad andare verso l’uscita destra

REN:

Ettore, stamme a sentì tu, ‘na vorta pe’ tutte, si te sta bene accossì, occhei, sinnò amichi come prima e ognuno pe’ lla strada sua !

Andandole dietro

Ett:

Nun lla mette su sto piano ...

Bloccandosi, faccia a faccia

REN:

Io lla metto in do me pare e piace !

Da destra entra Jolanda con il costume di Renata

Andando da Renata

jol:

Renà, qui ce sta er costume tuo, j’ho dato ‘na sistemata come m’avevi chiesto.

Prende il costume dalle mani di Jolanda, poi si rivolge ad Ettore

REN:

Grazie Jolà.

Io vado a provammello, intanto che tu penzi sopra a quello che t’ho detto !

Renata gira le spalle a Ettore ed esce da destra

Andando dietro a Renata

Ett:

A sora cosa è inutile che arzi tanta porvere ...

Ettore esce da destra

Dispiaciuta, tra se

jol:

Me sa che me so perza ‘na bella litigata !

Da sinistra entra Valeria

Trafelata

Val:

Accidempoli, temo d’aver fatto tardi !

Recupera la lattina di birra

jol:

Come si fusse ‘na cosa nova !

Estrae dalla borsetta il necessario e prende a rinfrescarsi il trucco

Val:

Jolandina hai sistemato per bene il mio camerino ?

Ieri, per la fretta, ho lasciato tutto fuori posto !

Fa per uscire , poi si ferma, incuriosita

jol:

Dove dovevi d’annà, tanto de prescia ?

Confidenziale

Val:

Avevo un appuntamento molto speciale !

Interessata, torna  vicino a Valeria

jol:

Davero ?

Euforica, mette una mano sul braccio di Jolanda

Val:

Mia cara, presto ti farò assaggiare i miei confetti !

Senza eccessivo entusiasmo

jol:

Sei riuscita a incastrà er sor Dario  ?

Piccata

Ripone il necessaire

val:

No !

Cosa c’entra Dario ?

Con leggero ammiccamento

jol:

Me pareva che ce fusse der tenero fra voi dua !

Precisa con sussiego, mentre Jolanda ne approfitta per portar fuori da destra la lattina di birra

Val:

Il nostro è soltanto un sodalizio artistico !

Beh si,  qualche volta siamo andati a cena assieme, poi, certo, da cosa nasce cosa.

Ma niente di serio, niente di vincolante !

Rientra portando una tavola da stiro

jol:

Allora chi è er fortunato mortale ?

Si avvicina a Jolanda, con fare misterioso

Val:

Non posso dirtelo, perché Ciccino ha detto che deve rimanere un segreto !

Mentre apre la tavola, sorniona

jol:

Ciccino sarebbe er commendator Santolamazza?

Sconcertata

Val:

Ma come fai a saperlo ?

Con orgoglio

jol:

A Jolanda nun je scappa gnente !

Precisa, mentre Jolanda esce per andare a prendere il ferro da stiro e un paio di costumi da stirare

Val:

Abbiamo preso tutte le precauzioni, perchè non si venisse a sapere, dato lui sta aspettando il divorzio da quella megera della moglie !

Rientra da destra, poggia ferro sulla tavola da stiro  e costumi sul tavolo.

jol:

Lla quale c’ha un sacco de sordi e tene ben stretti lli cordoni de lla borza !

Interessata.

val:

Per caso la conosci ?

Mentre simula di attaccare il ferro alla presa di energia.

Jol:

No, ma è ‘na storia che se ripete tale e quale, da quanno esistono lli commendatori e ll’attrici !

Cercando di darsi sicurezza

Val:

Questa volta, di sicuro, non sarà così !

Sentendo con la mano se il ferro da stiro è caldo. Maternamente

jol:

Senti a me cocca, prima de lassà lla sposa er commendatore, Ciccino, come dichi tu, ce penzerà su mille e arte millanta vorte !

Cercando di convincere se stessa.

Mostrando, con orgoglio l’anello.

Val:

Per dimostrarti che sei in errore, guarda cosa mi ha regalato come pegno di fidanzamento !

Guardando l’anello, con ammirazione.

jio:

Proprio ‘n ber brillocco !

Compiaciuta, mentre Jolanda comincia a stirare un abito.

Val:

Vero ?

Stasera ha detto che verrà a prendermi dopo le prove, per andare a festeggiare in uno dei locali più chic di Roma !

Laconica, senza alzare la testa

jio:

Finché dura fa verdura !

Credendo di non aver capito

Val:

Cosa dicevi cara ?

Alza la testa, con scarso entusiasmo

jio:

Che ve faccio lli mia mijori auguri !

Avviandosi verso destra

Con preoccupazione

Val:

Grazie !

Mi raccomando Jolanda, appena arriva, vieni subito a chiamarmi, non voglio farlo aspettare!

Valeria esce da destra

Laconica

jol:

Si arriva !

Entra Lello da sinistra mentre Jolanda prosegue a stirare

Sulla soglia, con alterigia

lel:

Scusate brava donna ...

Tra se, senza alzare la testa

jol:

E mo questo chi è ?

Avvicinandosi a Jolanda

lel:

Cerco il signor Dario Dandini è arrivato ?

Si interrompe e alza la testa vedendo Lello, con sorpresa

jol:

Pe’ esse arrivato è arrivato, sta in ...

Lello !

Correndo ad abbracciarla, con entusiasmo

lel:

Jolanda !

Che piacere rivedette !

Allontanandolo con dolcezza

jol:

Sta attento ar ferro, che te scotti !

Prendendo la mano di Jolanda tra le sue, con foga

lel:

Sapessi quante volte ho cercato de scoprì che fine avevi fatto !

Senza ritirare la mano

jol:

Buciardo !

Si allontana, per guardarla meglio

lel:

Ma llo sai che sei più bella de prima !

Scuotendo la testa.

Con autocommiserazione, riprendendo a stirare

jol:

Buciardo ‘n’artra vorta !

Me so fatta vecchia, invece a te sembra che ll’anni nun siino passati ...

Siede stancamente vicino a Jolanda.

lel:

Lassa perde che  ‘n acciacco tira ll’altro !

Curiosa.

jol:

Che te serve dar sor Dario ?

Con malcelato orgoglio.

lel:

Veramente so’ io che servo a llui.

M’ha offerto ‘na scrittura ne lla su’ compagnia.

Contenta per lui, prosegue a stirare.

jol:

Allora stai ancora su lla breccia !

Con nostalgico rammarico.

lel:

Ma quale breccia !

Nun metto er piede sur parcoscenico da armeno vent’anni.

Con curiosità.

jol:

Si è lecito, come campi ?

Minimizzando

Alzandole spalle

Lel:

‘Gni tanto me capita quarche comparzata ne lle fiction televisive, ma robbetta de poco conto !

Pe’ er resto m’arrangio annanno a venne fregnacce porta a porta !

Con una punta di acrimonia.

jol:

A infinocchià lla gente sei sempre stato bravo, e io ne so quarche cosa !

Guarda Jolanda con malizia.

lel:

Nun ce crederai ma sto’ ancora alla penzioncina de lla sora Amalia, te lla ricordi ?

Correndo dietro a un ricordo, sospende di stirare e guarda Lello.

jol:

E come no !

‘Gni vorta che ce vedeva salì su pe' lle scale assieme, ce faceva  certi occhiacci !

Indicando il palcoscenico

lel:

Invece tu nun hai mollato e de sicuro fai ancora spanzà da lle risate lli spettatori !

Amara, scuotendo la testa

Riprende a stirare

jol:

Ce sta poco da ride Lello mio !

Te ricordi che quanno me so’ sposata, mi marito ha voluto che abbandonassi lle scene ?

Assentendo.

Puntando l’indice contro Jolanda, con rammarico

lel:

E come no ?

Me lassasti come don Farcuccio, pe’ core dietro ar grande amore !

Ricordando con amarezza

Sospende di stirare, poggia il ferro da stiro sul tavolo in posizione di riposo e va a staccare la spina

jol:

Te llo riccomanno er grande amore !

Manco ‘n anno doppo er matrimonio, Adorfo è ito a zampe pe ll’aria co’ lla bottega sua e s’è ridotto a fa er garzone a ‘n forno.

Con sincerità

lel:

Me dispiace !

Prosegue sullo stesso tono, mentre chiude la tavola da stiro

jol:

Come si nun bastasse, pe’ affogà er dispiacere, s’è messo a beve come ‘na spugna, finché lla cirrosi se ll’è portato a ll’artro monno !

Con partecipazione

lel:

E tu ?

Con una sorta di rassegnazione, si avvia verso destra portando la tavola da stiro.

Sulla soglia si ferma e alza le spalle.

jol:

Io ho cercato de rimetteme a lavorà in teatro, ma ll’unica cosa ch’ho rimediato è stato ‘n posto da cammerinista.

E ecchime qua !

Scuotendo la testa, mentre Jolanda porta fuori a destra la tavola.

lel:

Peccato, ‘n granne talento come er tuo, buttato a ll’ortiche !

Rientra e va a sedere vicino a Lello.

jol:

Caro mio, si puro c’era, orammai ll’ortiche ll’hanno soffocato.

Guardando negli occhi Jolanda.

lel:

Chissà se ‘n giorno nun se potesse tornà a fa’ coppia ?

Battendo la mano sulla coscia di Lello.

jol:

Lassa perde che nun è più quer tempo e quell’età !

Prende la mano di Jolanda tra le sue.

lel:

Mo che se semo ritrovati, unimo le forze e ...

Libera la mano, si alza e indica a Lello di andare all’uscita destra.

jol:

Cascamo tutti e dua !

Sbrighete a annà dar sor Dario e lasseme lavorà, sinnò c’è er rischio che me ritrovo in mezzo a lla strada !

Andando verso destra.

lel:

Penzece Jolà !

Lello esce da destra.

Guardando verso destra con un sospiro

Scacciando il pensiero, con decisione

Recupera gli abiti, il ferro da stiro e va verso sinistra portando tutto con se.

jol:

Però Lelluccio è ancora ‘n bell’omo !

Jolà, nun te ficca grilli pe’ lla testa, e sbrighete a annà in tintoria a ritirà er fracche der sor Dario, sinnò arimedi ‘n’artra cazziata!

Jolanda esce da sinistra, da destra rientrano tutti eccetto Augusto e Silvia

Raggiunge il centro del palco

Guardando gli altri che entrano

DAR:

Namo ‘n po’ !

Ce semo tutti ?

Entrando va vicino a Dario

NAN:

Mancheno Agatina e Ugo !

Con risentimento, si va a sedere al tavolo, imitata da Irene

val:

Ci fosse una volta che arrivino puntuali quei due maleducati!

Con feroce ironia

ren:

Senti chi parla !

Si pone in mezzo al gruppo

DAR:

Fate bene attenzione: vojo ‘na generale come si fusse er debutto ...

Interrompe facendosi largo

nan.

Dario, scuseme, ma ce sarebbe ‘n problemino cor costume de Irene ...

Seccato dall’interruzione

DAR:

Quale ?

Mettendo a tacere Nando

IRE:

Ma gnente, nun vale lla pena nimmanco de stallo a sentì ‘sto fissato !

Con autorità, riprendendo il discorso

DAR:

Allora massimo impegno, lla scaletta lla conoscete, zitti e pronti a entrà in battuta !

Gustarè come ar solito tu fai da buttafori ...

Silenzio

Infastidito, guardandosi attorno

DAR:

Gustarè, ma ‘n do cazzo stai ?

Entra Augusto di corsa da destra

Con voce affannata

Riprendendo fiato

aug:

Ecchime sor Dario ...

Stavo ar telefono co’ Ugo e Agatina ...

Con disappunto

DAR:

E che voleveno ?

Con aria drammatica

Aug:

Hanno detto che nun vengheno ppiù !

Scattando in piedi

REN:

Come nun vengheno ppiù ?

Esplicativo, mentre Dario misura a grandi passi il palcoscenico

Aug:

Pare che hanno arimediato ‘na scrittura co' lla Rai !

Con risentimento

NAN:

‘Sti fiji de ‘na mignotta !

Stizzito

Guardando negli occhi Casimiro

Jea:

Regarde vous la miseroi !

Proprio adesso que je avé trouve l’anima gemella !

Con una spinta allontana JeanMarie

cas:

Gemello sarai tine e lu frate tuo si llo teni !

Preoccupato

ett:

E mo come famo !

Facendosi largo nel gruppo

mar:

Ragazzi, forze, ce potemo mette ‘na pezza !

Interessato

Lel:

E come ?

Spiegando con foga

mar:

Beh, ne lla parte cantata, potemo sostituì Agatina co’ Silvia !

Pensando di non aver ben capito

ren:

Co’ chi ?

Dando una giustificazione

mar:

L’ho sentita cantà e v’assicuro che se la cava !

Si ferma di botto

Riflette e man mano si fa convinto

dar:

Tutto sommato nun è ‘n’idea malvagia: Silvia è ‘na bella regazza, c’ha ‘n certo portamento, e poi si sta bene a Marcello ...

Si alza di scatto

Intervenendo con foga

Val:

Al tempo !

Io sono una professionista di chiara fama ...

Ferocemente ironica

REN:

Faressi mejo a di de chiara fame !

Precisando il suo punto di vista

Val:

E non intendo mescolarmi con un’insignificante dilettante !

Irridente

ett:

Ha parlato Ornella Vanoni !

Con decisione pone fine alla discussione. Indicando a destra.

DAR:

Basta, decido io !

Marcè, va a sentì Sirvietta che ne penza e che Dio ce la manni bona !

Mentre si avvia verso destra, rassicurante

Mar:

Vedrete che nun lla farà rimpiagne quella sola de Agatina !

Marcello esce da destra

Preoccupato

nan:

Pe’ llo sketch der sotto finale come se mettemo?

Llo faceveno loro dua !

Intervenendo

lel:

Se permettete io c’avrei ‘na proposta.

Interessato

DAR:

Sentimo !

Con enfasi, indicando dietro le quinte

lel:

Voi nun llo sapete, ma c’avete, qui co’ voi, ‘na grande attrice !

Ironica

val:

E chi sarebbe questa novella Duse ?

Precisando con slancio

lel:

Jolanda !

Sconcertata

REN:

Lla cammerinista ?

Convinto

Cercando di essere convincente, ricorda con un sorriso.

Ostentando sicurezza

lel:

Proprio llei !

Assieme, quarche annetto fa, avemo fatto sbellicà da lle risate lle platee de mezz’Italia !

C’avevamo ‘n cavallo de battaja irresistbbile !

Poco convinto

nan:

Sarebbe a dì ?

Precisando

Tranquillizzante

lel:

“Dùra minga” !

V’assicuro che è ‘na bomba !

Rassegnato

DAR:

Vabbé, fatemelo sentì e poi vedemo !

Interviene con preoccupazione

ett:

C’aresta sempre scoperto er personaggio de Giacinto, ne lla scenetta de lla sonnambula !

Prendendo una decisione

DAR:

Gustarè tocca a te !

Allibito

Sconcertato

aug:

A me ?

Ma che v’ha dato de vorta er cervello ?

Cercando di essere convincente, prende sottobraccio Augusto

DAR:

Nun te fa tirà lla carzetta, che sei l’unico che lla cognosce a memoria!

Rassegnato

Mettendo le mani avanti

aug:

Va bé !

Ma nun ve lla pijate co’ me, se ce tireno lli pommidori !

Rientra Marcello da destra

Rassicurante

mar:

Tutto a posto, Sirvietta ce sta !

Con comando

DAR:

Allora fori tutti che cominciamo co’ lla passerella iniziale !

Marcè la prima strofa lla fai tu, poi a seguì ll’artri come da copione !

Tutti escono da sinistra ad eccezione di Dario e Marcello che va alla tastiera

Assentendo

mar:

D’accordo !

Andando verso sinistra

DAR:

Vai  con la base!

Dario esce da sinistra

Parte M2

Proiez.1 (fondale Belle Epoque)

Luci in Pz2

Entra, fa la passerella

aug:

Sei al Café Chantant,

ogni Café Chantant,

più seducente fa,

a qual si voglia età.

Entra, fa la passerella

ett:

Entra al Café Chantant,

vieni al Café Chantant ,

ognuno prender può

il cuor per uno jo jo !

Entra, fa la passerella

cas:

Noi siamo qui a giocare

E per dimenticar

Che mal si fa, si fa, si fa

Entra, fa la passerella

sil:

Vieni al Cafè Chantant

Entra al Cafè Chantant

Chi vuole si divertirà

Al Cafè Chantant

Entra, fa la passerella

dar:

Al giorno d’oggi

È per tutti un buon affare

Stare al Cafè Chantant

La noia soffocar !

Entra, fa la passerella

mar:

Passare un’ora spensierata

E ognun si svagherà

È tanto bello stare

Qui al Cafè Chantant !

Entra, fa la passerella

Jea:

Entra al Cafè Chantant

Vieni al cafè chantant

Entra, fa la passerella

lel:

Ognuno prender può

Il cuor per un jo – jo !

Entra, fa la passerella

nan:

Vieni al Cafè Chantant

Entra al Cafè Chantant.

Entra, fa la passerella

ire:

Chi vuole si divertirà

al Cafè Chantant

Entra, fa la passerella

ren:

Noi siamo qui a giocare

E per dimenticare

Che mal si fa, si fa, si fa.

Entra, fa la passerella

val:

Dai c’è il Cafè Chantant

Ora al Cafè Chantant

dar:

Chi vuole si divertirà

Al Cafè Chantant

val:

Dai c’è il Cafè Chantant,

dar:

Ora al Cafè Chantant,

tutt:

Chi vuole si divertirà

Al Cafè Chantant

Stop M2

Via Proiez.1

Luci in Pz1

Agitatissimo, si fa largo fra gli altri

Con le mani nei capelli, la compagnia è schierata

jea:

Meno ! Meno !

Est terrible !

Cette non est una passerella, ma una debacle !

Si fa avanti, molto deluso

dar:

C’ha raggione JeanMarie, sembrate ‘n branco de bestie che vanno ar macello !|

Chiosa con risentimento

REN:

Sempre fine e delicato er capocomico !

Passando in rassegna gli altri componenti della compagnia

jea:

La passerella iniziale est un moment magique !

Une promise, un patto avec le pubblic !

Raggiunge JeanMarie

Rincara la dose

dar:

Proprio accossì !

E’ llì che llo dovete catturà, e, de sicuro, ve seguirà inzino a lla fine co’ lla bocca aperta !

Spazientito

jea:

Maintenant ve lo faccio vedere io!

Ironico

NAN:

Tu c’hai poco da fa vede !

Giungendo le mani con gli occhi al cielo

Decidendosi

jea:

Signeur de la France donné moi beacoup de patience !

Bien, allor je farò la famme, la donna ...

Con sarcasmo

 ett:

Tanto e pe’ cambià !

Va a prendere per mano Casimiro

jea:

E tu, mon petit cher, vieni avec moi a faire l’homme !

Rassegnato segue JeanMarie

cas:

Ma sempre a mine vai capanno !

Prendendo posizione al lato sinistro, si tocca un gluteo

Eseguendo uno sculettamento

jea:

Les fammes faison attention a le moviment de mon posterieur, un bon sculettament est fondamental !

Sfottente

mar:

In quello nun te frega nissuno !

Risentito

Prende il braccio di Casimiro e lo porge al pubblico

Invitando con la mano

jea:

Burinò !

Pour l’hommes la position del braccio deve essere comme un invito galant !

Marcelò, allez avec le musique !

Marcello esegue alla tastiera e canta, mentre JeanMarie esegue e guida Casimiro nelle movenze della passerella.

mar:

Un nuovo Café Chantant,

un petit Café Chantant,

più seducente fa,

a qualsivoglia età !

Marcello smette di suonare

Rivolto agli altri componenti

dar:

E’ tutto chiaro ?

Poco convinta

REN:

A me me pare che fusse come ll’avemo fatta nojartri !

Spazientito

Con rassegnazione

Ad Augusto

dar:

Basta !

E’ inutile sprecà fiato, annamo avanti.

Gustarè sistema pe’ lla scena de lla purga !

Andando ad eseguire

aug:

Subbito sor Dario !

Durante le battute seguenti il divanetto è portato avanti sul lato sinistro, il tavolo e le sedie sul centro destra

Rivolto agli altri

dar:

Vojartri dateje ‘na mano che sinnò famo notte !

Mentre esegue

ett:

Puro lli facchini ce tocca da fa’ !

Avviandosi verso destra, si schernisce

lel:

Io c’ho ll’ernia e lli pesi nun lli posso da arzà, sinnò m’arisorte er pallone !

Lello esce, mentre gli altri uomini sistemano l’arredo in scena

Eseguendo

NAN:

Ce mancava santacalla in compagnia !

Risentita va verso l’uscita destra

val:

Non vi aspettate che, una diva della mia levatura, si abbassi a fare lavori manuali !

Con sarcasmo va verso destra

REN:

A lla signora je pesa er culo !

Tutti escono da destra, eccetto Dario e Marcello, da sinistra entra Silvia con il bicchiere di limonata.

Servizievole, posa il bicchiere sul tavolo poi esce da sinistra

sil:

Nun ve preoccupate sor Dario che ce penzo io !

Andando verso destra

dar:

Marcè fa’ ‘no stacchetto introduttivo.

Dario esce da destra

Dalla tastiera

mar:

D’accordo !

Buio

Marcello esegue lo stacco musicale 1

Entrano in scena: Lello, con una giacca da camera, e siede al divano; Valeria, con una vestaglia che lascia intravedere un provocante negligè,e si pone innanzi al tavolo.

Proiez 2 (salotto)

Luci in Pz3

Sostenuta, indicando il bicchiere sul tavolo

IRE:

Una volta tanto comportati da uomo !

Sorbisci la limonata Rogé senza tante storie !

Senza alzare la testa dal giornale

LEL:

Non se ne parla neppure!

Andando vicino a Lello

IRE:

Che gusto ci provi a star male quando con una purghettina ti passa tutto !

Deciso

LEL:

Ho detto no !

Nando si affaccia da destra

Timidamente

nan:

Si può ?

Carezza Lello con sensualità

ire:

Su, almeno per questa volta, fai contenta la tua mogliettina, prendila !

Con disgusto abbassando il giornale

lel:

A me quella tua cosa non va giù !

Fa un piccolo passo in avanti

Nan:

Permesso ?

Stizzita dall’indifferenza di Lello

Si allontana

IRE:

Prima che a te, io l’ho data a tanti e nessuno a fatto le storie che fai tu !

Continuando a leggere

LEL:

Contenti loro, a me non garba !

Schiarendosi la voce

NAN:

Em, em !

Torna davanti al tavolo. Con orgoglio, carezzandosi i fianchi.

Con soddisfazione

IRE:

Quando l’hanno assaggiata è piaciuta, eccome se è piaciuta !

Più di uno mi ha chiesto anche il bis !

Alzando la voce

NAN:

Scusate ...

Abbassa il giornale e guarda Irene

LEL:

Ed io non la voglio !

Alzando l’indice destro

NAN:

Io sto quine ...

Torna vicino a Lello.

IRE:

Ti prego, prendila, fallo per me !

Riprende a leggere

lel:

Mi fa schifo, capito ?

Tra se, sconcertato

NAN:

Addirittura !

Piccata, si allontana da Lello

Va verso il tavolo

IRE:

Sai che ti dico ?

Se tu non la vuoi  la darò al primo che mette un piede in questa casa !

Alza la mano destra

Andando davanti a Irene

NAN:

Primo !

E lli piedi ce ll’ho messi tutti e dua !

Abbassa il giornale e squadra Nando

LEL:

Voi chi siete ?

Cosa volete ?

Con un piccolo inchino

NAN:

So’ venuto pe’ lla lettura der contatore de lla luce ...

Andando vicino a Nando con fare provocante

IRE:

Prima che facciate il vostro lavoro, posso offrirvi una cosina?

Entusiasta

Pregustando il poi

NAN:

Eccome no !

Io pe’ quella ... cosina ce vado matto !

Mettendo la mano sulla spalla di Nando

IRE:

Bravo !

Così si fa !

Umilmente

NAN:

Me dovete da scusà, ma senza volello ho sentito quello ...

Dispiaciuta

Con voce sensuale

IRE:

Allora avrete capito che mio marito non la vuole !

E si che lo rimetterebbbe al mondo !

Alza in alto le mani, stringendo i pugni

NAN:

Mamma, so’ contento di essere arrivato uno !

A faccia a faccia con Nando, provocante. Con voce roca

IRE:

In fondo non è poi così male !

Voi che ne dite ?

Sicuro

NAN:

Pe’ me è lla cosa mejo che ce sta !

Rivolta a Lello, stizzita

IRE:

Prendi esempio dal signore che gli piace !

Deciso

Abbassando il giornale

LEL:

A me no !

Al solo pensarci mi vengono i conati di vomito !

Ammiccando a Irene

NAN:

Ammazza che brutto effetto che je fa !

Rivolta a Nando mentre va verso Lello

Carezzando la testa di Lello

IRE:

Vedete come mi tratta ?

Io, che cerco di essere carina con lui !

Facendo con le mani la figura, sicuro

NAN:

Voi nun sete solo carina ma puro bbona !

Torna verso Nando, rammaricata.

Sottolinea “Nemmeno una volta”.

IRE:

Pensate che, in cinque anni che siamo sposati, non sono riuscita a dargliela nemmeno una volta !

Allibito.

NAN:

In cinqu’anni  ...

Scuotendo la testa.

IRE:

Non l’ha mai voluta !

Perplesso.

NAN:

Mai, mai ?

Prendendo la mano di Nando, con voce lamentosa

IRE:

Non immaginate neppure a quanti e quali espedienti sono ricorsa, invece lui ...

Dubbioso

Fa due passi verso Lello, a brutto muso.

NAN:

Nimmanco ‘n assaggino !

Io me dimanno e dico: che cacchio ve sete sposati a fà ?

Girandosi verso Nando

LEL:

Secondo voi ci si sposa solo per quella cosa ?

Con sicurezza

NAN:

Ar novantanove, virgola nove per cento !

Prendendo la decisione, si tocca il seno

IRE:

Visto che la gradite, è tutta per voi !

Stringendo il pugno

Prende per la mano Irene e la porta verso destra.

NAN:

E vai !

Annamo de llà, che me lla ciuccio tutta de ‘n fiato !

Opponendo resistenza.

Guardandosi attorno.

IRE:

Perché di là ?

Tanto vale che ve la dia qui !

Indicando Lello con la testa

NAN:

Veramente ce sta vostro marito...

Stupita

IRE:

Non mi dite che vi vergognate di lui ?

Giustificandosi

NAN:

Beh, io so’ a ll’antica ...

Con forza

IRE:

E poi è bene che veda, così impara !

Timido, indicando con la testa Lello

NAN:

Magara er signore nun è della stessa idea ...

Intervenendo, tranquillizzante

Con sicurezza

LEL:

Ma no, fate pure !

Anzi sapete cosa vi dico ?

Io mi diverto a vedere !

Non credendo alle sue orecchie

NAN:

Nun ho capito l’urtima frase !

Semplicemente

LEL:

Ho detto che mi diverto !

Tranquillizzato

Tra se

Colto da un dubbio, va verso Lello

NAN:

Adesso me sa che ho capito !

Tutti lli gusti so’ gusti !

Scusate, voi siete armato ?

Con sicurezza

Ribadisce

LEL:

Mai !

Io non mi armo mai !

Tra se

NAN:

C’avrei giurato !

Guardando negli occhi Nando

Con  enfasi, scandendo “diverso”

LEL:

Non sono come gli altri !

Io sono diverso !

Intimorito fa un passo indietro

NAN:

Volevo solo ‘na conferma !

Si mette tra i due e fa girare Nando verso di se

IRE:

Sono sicura che il signore la gusterà sino in fondo !

Mettendosi una mano sul cuore

Alza entrambe le mani

NAN:

Ce potete giurà !

Io nun lasso gnente !

Fa una carezza a Nando

Compiaciuta

Indicando Lello con la testa

IRE:

Bravo !

Così si fa !

Non come altri, che conosco io, che, anche se gliela sbatti in faccia, non ne vogliono sapere !

Interviene con impazienza

LEL:

Qui si sta tergiversando !

Perplesso

NAN:

Tergi che ?

Si protende verso Irene

Indicando Nando

Lel:

Sotto, sotto non la volete nemmeno lui !

Vuoi vedere che è come me ?

Deciso

A faccia a faccia con Lello

Facendo più volte di no con la mano

NAN:

Nooo !

Levatevelo da lla capoccia !

Io c’avrò tanti difetti, ma er vostro proprio no !

Infastidita, va al tavolo, prende il bicchiere e si avvia verso destra

IRE:

Uffa, a furia di chiacchiere, mi si è freddata !

Vado in cucina a riscaldarla ...

Allibito

NAN:

A riscallalla ?

Sulla soglia, provocante

IRE:

Certo, quando è calda c’è più gusto!

Irene esce da destra.

Facendo per andarle dietro

NAN:

Vado a daje ‘na mano !

Si alza e va a fermare Nando per un braccio, minimizzando

IRE:

Non vi disturbate !

Quello è compito della cameriera !

Sconcertato

NAN:

‘A cammeriera ?

Semplicemente

LEL:

La paghiamo per questo !

Scuotendo la testa, allibito

NAN:

Ammazza che famija rovinata !

Guardando intensamente Nando negli occhi, indica con la mano il divano

LEL:

Perché non ci sediamo sul divano tutti e due ?

Così  parliamo meglio !

Fa un passo indietro, allarmato

NAN:

Nun me passa nimmanco pe’ ll’anticammera der cervello !

Prende Nando sottobraccio

LEL:

Tutto sommato potrebbe essere piacevole ...

Svincolandosi, fa di no con l’indice

NAN:

Noo, co’ me nun c’è trippa pe’ gatti !

Riprende Nando sottobraccio

LEL:

Tutto sta provare la prima volta ...

Si svincola di nuovo

Fa un passo indietro

Indicando l’uscita di destra

NAN:

Aridaje !

Io nun so’ diverso !

Io aspetto lla signora, che me lla porta bella calla calla !

Torna al divano, scuotendo la testa

Si siede stancamente, correndo dietro ad un ricordo

Si protende in avanti, deciso

LEL:

Io non l’ho voluta mai !

Pensate che, quando avevo otto, anni anche la maestra me la voleva dare !

Ma io niente !

Sorpresissimo

Ripensandoci

Si avvicina al divano

NAN:

Cacchio !

A otto anni ?

Ma che razza de scola era ?

Alzando le spalle

LEL:

Una scuola normale !

Per nulla convinto

Interessato, sottovoce vicino a Lello

NAN:

Normale ‘n par de minchioni !

Tanto pe’ sapé, lla maestra quant’anni c’aveva?

Minimizzando, alza le spalle

LEL:

Che so io ... circa sessanta.

Rassicurato, fa un passo indietro

Trova una spiegazione

NAN:

Mo se spiega, da qua vorta v’ha fatto impressione, e allora, nisba !

Semplicemente

LEL:

Ecco, appunto !

Comprensivo

Con dispiacere

NAN:

C’avete avuto ‘n trauma psichitologico !

Pora creatura !

Con un sospiro

LEL:

Sono cose che non si dimenticano !

Torna vicino a Lello, confidenziale

NAN:

Dottò, llevateme ‘na curiosità, ma lla cammeriera come je ll’ariscalla a lla signora ?

Minimalista

LEL:

Come volete che la riscaldi: con il gas !

Preoccupato

Preoccupato

NAN:

Cor gasse ?

Ma nun è pericoloso ?

Rassicurante

Semplicemente, facendo il gesto

LEL:

Ma quale pericolo !

Quando l’acqua bolle la mette a bagnomaria !

Terrorizzato corre verso destra

NAN:

Ahia ! Oddio !

Entra Irene, con il bicchiere fumante, e va quasi a scontrarsi con Lello

Va a posare il bicchiere sul tavolo

IRE:

E’ pronta, calda al punto giusto !

Preoccupato, va vicino a Irene

NAN:

Sete sicura de sentivve bene ?

Rassicurante

Invitante con malizia

IRE:

Mai stata meglio !

La gradite al naturale, o con una scorsetta di limone ?

Sconcertato

NAN:

Limone ?

Confermando

Con sensualità

IRE:

Certo !

La rende più digeribile !

Cercando di metterla sullo scherzo

Sottolineando con le mani, pensandoci

NAN:

E che è ‘na fettina panata ?

Er limone no, che me fa ‘n effetto astrigente  !

Lasciando intendere un doppio senso

IRE:

Allora con uno, o due cucchiaini di zucchero ?

Sconcertato

NAN:

Pure er zucchero !

Sempre giocando sull’ambiguità

IRE:

Beh, così al primo assaggio, è più gradevole !

Tagliando corto

NAN:

Nun ve preoccupate, che io me lla pijo come mamma ll’ha fatta !

Interviene a porre fine

LEL:

Allora siete proprio deciso ?

Convinto

NAN:

De ppiù !

Con una punta di ammirazione

LEL:

Sembra quasi che vi piaccia !

Con l’acquolina in bocca

NAN:

Pe’ vostra norma e regola, ar sottoscritto j’è sempre piaciuta !

Apre la vestaglia con fare provocante

IRE:

Allora è tutta vostra !

Intimidito dalla situazione

NAN:

Nun se potrebbe, armeno, spegne lla luce ?

Spazientito, va all’interruttore

LEL:

Quante storie per una limonatina !

Un po’ infantilmente

NAN:

Io ce tengo a lla mia privaci !

Lello va a girare l’interruttore.

Buio

Conclusivo

LEL:

Ecco fatto !

Nando nel buio si cala i pantaloni

Con voce sensuale

IRE:

Adesso da bravo aprite la bocca !

Sconcertato

NAN:

Lla bocca io ?

Come un preludio sessuale

IRE:

Così ve la do con le mie mani !

Dopo alcuni istanti

Disgustato

NAN:

Puah !

Mamma mia, ma che è ‘sto saporaccio ?

Soddisfatta

IRE:

Caro puoi riaccendere la luce !

Andando ad eseguire

LEL:

Subito !

Lello riaccende la luce

Luci in Pz3

Irene e Lello vedono Nando senza pantaloni

Con un urlo di raccapriccio, si copre il volto con le mani

IRE:

Aaaah !

Molto aggressivo si porta vicino a Nando

LEL:

Cosa ci fate con i pantaloni calati davanti a mia moglie ?

Con le braghe in mano, intimidito

NAN:

Pe’ fa certe cose uno ...

Interrompendo seccato

LEL:

Se mai dopo, quando fa effetto !

Con voce piagnucolosa

NAN:

Ma che è d’è che deve da fa’ effetto ?

Conclusivo

LEL:

La limonata Rogé che avete appena bevuto !

Stacco musicale2 eseguito da Marcello

Via Proiz.2

Luci in Pz 1

Entrano da destra Dario, seguito da Augusto e Ettore, già vestiti e truccati per Ziki-Zaki           

Con decisione agli altri

Rivolto a Marcello

DAR:

Forza, sgombrate ‘sta scena e mettete quella de Ziki - Zaki!

Marcè, tu sbrighete a annatte a truccà che ner prossimo nummero ce puro tu !

Salendo sul palco

mar:

Ma tu guarda si un musicista de classe come a me, se deve mette a fa certe puttanate !

Marcello borbottando esce da destra, mentre gli altri portano fuori l’arredo e sistemano una tenda di canne, sulla sinistra a ridosso della quinta, in modo da consentire l’uscita, e tre grandi tamburi sulla destra

Aspettando il consenso

LEL:

Allora come semo annati ?

Mettendo una mano sulla spalla di Lello

DAR:

Tu bene Lello, sembra che lla parte der cornuto ce ll’hai cucita addosso !

Lello soddisfatto esce da destra

Cogliendo la palla al balzo

NAN:

A proposito de cucì, ar costume de Irene nun se potrebbe ...

Non dando peso a Nando si rivolge a Irene consigliandola

DAR:

Tu invece Irene devi esse più accattivante, più ... come dì ... più zoccola, ecco !

Sbotta, molto infastidito

NAN:

Stajelo puro a di’, tanto quello je viè naturale !

Continuando la sua concione a Irene, si spiega meglio

DAR:

Lli spettatori se deveno da crede che tu veramente voi daje quella cosa, e no lla limonata!

Assentendo

Rassicurante

IRE:

C’hai raggione Dario!

Vedrai che ar pubblico, je faccio sortì ll’occhi de fora!

Cercando di intromettersi

nan:

Io volevo di che ...

Aprendo la vestaglia di Irene

DAR:

Fatte aprì de ppiù  lla vestaja e metti in mostra ‘n po’ de grazzia de Ddio !

Con un grido

Con grande forza

NAN:

E no !

Questo proprio no !

Andando a faccia a faccia con Nando

Dandogli una piccola spinta verso destra

DAR:

De che te impiicci tu ?

Piuttosto va a di’ a ll’arti de sta pronti per Ziki -Paki - Ziki - Pu.

Avviandosi

Minaccioso

NAN:

Vado !

Ma nun finisce così !

Nando esce da destra mentre entra JeanMarie, vestito per Ziki-Zaki

Aggressivo a JeanMarie

DAR:

JeanMarie, er balletto sta a posto oppuro dovemio aspettà ll’anno santo ?

Scattante

Con orgoglio, indicando a destra

Lanciando un bacio

jea:

Prontissement !

Vedrai  comme j’ai trasformeé Casimiruccio !

Un sogno !

Stringendosi nelle spalle

Indicando la cabina regia, poi esce da sinistra

DAR:

Speramo bene !

Via co’ lla base !

Parte M3 (base Ziki –Paki, Ziki – Pu)

Proiez. 3 (villaggio indiano)

Luci in Pz4

Entrano: JeanMarie,Lello e Ettore che vanno ai tamburi, Jolanda, Augusto e Silvia si siedono davanti alla tenda

Entra da sinistra, va a prendere per mano Silvia e la porta al centro del palco, poi va al tamburo

mar:

Ziki – Paki era nata fra gli indù,

era figlia del gran capo di laggiù,

bella bajadera, piccola e leggera,

somigliava al padre Ziki – Pu.

Entra, da destra, Renata che porta  Casimiro vicino a Silvia e poi si allontana e balla assieme alle altre donne

REN:

Ma un bel giorno, non so proprio come fù,

Ziki – Paki si è trovata a tu per tu,

con un tipo strano, era un italiano,

Ziki – Paki non ci vide più !

Protendendo il viso verso quello di Casimiro, indicando Augusto

sil:

“Ehi tu, proprio tu,

o mi baci oppure lo dico a Ziki – Pu “!

Canta battendo il tamburo

Casimiro prende le mani di  Silvia

ett:

L’italiano non ci stette a pensar su,

la prese per la mano,

la condusse più lontano,

sotto un albero laggiù !

Avviandosi verso la tenda

cas:

“Dimmi il tuo nome o bella indù” !

Guardando negli occhi Casimiro

sil:

“Ziki – Paki son e non scordarlo più” !

Silvia e Casimiro entrano nella tenda che poi è ritmicamente scossa

mar:

E per meglio ricordar,

tosto lui si mise a far:

Casimiro, non visto esce da sinistra

tutt:

Ziki – Paki, Ziki – Paki, Ziki – Pu !

Danzando, mentre Casimiro rientra da destra aggirandosi alla ricerca di Silvia, mentre Augusto entra nella tenda e va a prendere il bambolotto

val:

L’italiano spesso si recò laggiù,

a trovar la bella figlia dell’indù,

ma l’ardore passa, lei divenne grassa,

Ziki – Paki lui non vide più !

Augusto esce dalla tenda con un bambolotto nero in braccio

REN:

Ma in sua vece un giorno venne,

un grosso indù,

con un bel marmocchio color caucciù:

Mettendo il bambolotto tra le mani di Casimiro

Aug:

Questo signorino essere tuo bambino,

presto, fila e non tornare più !

Battendo il tamburo

mar:

E il caucciù, come fu,

somigliava tutto al nonno Ziki – Pu !

Danzando

tutt:

Ah, Ziki – Paki, Ziki – Paki Ziki – Pu !

Danzando attorno a Casimiro

val:

L’italiano non ci stette a pensar sù,

se lo prese piano piano.

Danzando attorno a Casimiro

Mar:

Lo portò lontan lontano,

al paese suo laggiù !

Cullando il bambolotto

CAS:

Figlio mio a te dico: “Orsù,

dopo tutto è un italiano che c’è in più” !

più non stare a domandar,

tu sei nato perché volli far:

Danzando fanno cerchio attorno a Casimiro

tutt:

Ziki – Paki, Ziki – Paki Ziki – Pu !

Ziki – Paki, Ziki – Paki Ziki – Pu !

Ziki – Paki, Ziki – Paki Ziki – Pu !

Stop M3

Via Proiez.3

Luci in Pz1

Asciugandosi il sudore dalla fronte

jea:

Merde che faticaccia !

Si siede a terra massaggiandosi i piedi

REN:

Me fanno ‘n male lli piedi a furia de zompà !

Massaggiandosi le mani

ett:

E a me le mano pe’ sbatte ‘sto tamburo !

Toccandosi il volto

Val:

Guarda qui, mi è colato tutto il nero !

Si siede anche lui a terra

aug:

Ma indove lla saranno annata a capà ‘sta cazzo de canzone ?

Prendendo le distanze, si siede

mar:

Nun llo di’ a me che nimmanco lla conoscevo !

Sbuffando per la fatica

Cas:

Chine se lo inventasse ‘sto balletto de llo ciufolo?

Andando vicino a Casimiro

Carezzandogli la testa, con rapita ammirazione

jea;

Moi mon cher !

Tu sei stato semplicemant divino, comme june esplorateur !

Si siede anche lei

ren:

Nun se potrebbe da fa ‘na pausa ?

Perplesso

DAR:

Ma si avemo appena cominciato ?

Accattivante

ett:

Solo dieci minuti e poi aripijamo piuù gajardi de prima !

Remissivo

Portando la voce

DAR:

Vabbè dieci minuti de pausa pe’ tutti !

Gustarè chiudi er sipario !

Sipario

Buio

Parte M4

Fine primo tempo


Secondo Tempo


Parte M5

Dopo 15” stop M5

Luci in Pz5

Il sipario resta chiuso. Da destra entra Ettore, con una cartella da manager, da sinistra entra Augusto con in mano una cesta di forme di formaggio. I due si scontrano al centro del palco, a Ettore cade la cartella ad Augusto i formaggi. Marcello è nel golfo mistico

 

 

Raccogliendo la cartella, stizzito

ett:

Ehi, dico, state attento a dove mettete i piedi !

 

 

 

Rimettendo i formaggi nella cesta

aug:

Stisse nu poco attento tine !

 

 

 

In basso a faccia a faccia con Augusto

ett:

Ma ... ma tu sei Giacinto !

 

 

 

Rialzandosi, imbarazzato

aug:

Sine, songo ie medesimo ...

 

 

 

Dando una pacca sulla spalla di Augusto.

ett:

Possibile che non mi riconosci ?

Sono Camillo, il tuo amico Camillo !

 

 

 

Sorpreso e ancora dubbioso.

aug:

Camillo, llu fighio de cumpare Nistasio ?

 

 

 

Confermando, lo abbraccia.

ett:

Proprio io !

 

 

 

Ammirato, osservandolo bene.

Curioso e indagatore.

aug:

Freghetenne che aliganza !

Ma in tutti quest’anni indò hai stato?

 

 

 

Precisando

ett:

Sei !

 

 

 

Scuotendo il capo

Pensandoci su

aug:

None, so deppiune !

A llo meno ‘na decina !

 

 

 

Cerca di intervenire per puntualizzare

ett:

No, dicevo sei perché ...

 

 

 

Con fermezza

Ricordando con rammarico

aug:

Nin inziste za ?

Ti zo detto dieci, che me aricordo bene assai, che era notte che mi si fregheto lla pecura e poi te si dato comme nu lepre !

 

 

 

Minimizzando

Cercando di concludere il discorso

ett:

Acqua passata !

No, io dicevo sei perché tu hai detto ...

 

 

 

Risentito, precisa con astio

aug:

Acqua passata nu paro de caciocavalli, quella pecura era tutto quello che m’aristeva de lla eridità de llu poro nonno !

 

 

 

Spazientito

Come spiegando una lezione, scandendo “dove sei stato”

Scandendo sottolinea “sei”

ett:

Insomma !

Tu hai detto dove hai stato, invece si dice: “dove sei stato” !

Hai capito adesso ?

Dove sei stato ?

 

 

 

Rispondendo, a sua volta interroga

aug:

Io sempre a llu paese a badà a lle bestie e tine ?

 

 

 

Con orgoglio

ett:

Sapessi !

Ho girato il mondo !

 

 

 

Torna al tasto dolente, con astio

aug:

Cu’ lla pecora mea ?

 

 

 

Cercando di rabbonire Augusto

ett:

In un certo senso si, perché la tua pecora è stato il mio capitale iniziale.

Dalla sua vendita è cominciata la mia fortuna !

 

 

 

Precisa con autocommiserazione

aug:

E la miseria de i me isso medesimo!

 

 

 

Cambiando discorso per evitare ulteriori attriti

ett:

Senti facciamo una bella cosa, adesso tu vieni a casa mia e ...

 

 

 

Non  mollando il suo scopo

aug:

E m’aridai la pecura !

 

 

 

Cercando di essere ospitale

ett:

No, davanti ad un  Campari con ghiaccio ...

 

 

 

Capendo fischi per fiaschi

aug:

Ce sta puro llu cumpari Gaetanaccio?

 

 

 

Precisa con pazienza

Continuando il suo discorso

ett:

Il Campari è un aperitivo !

Mentre bevi il Campari, ne approfitto per presentarti la mia dolce metà !

 

 

 

Spiacevolmente sorpreso

Con amara constatazione

aug:

Mazzete !

Si rimasto lu stesso spilorciu, mango indero me llu dessi ll’operitivo, puro a lli mezzi dovissimo da facere !

 

 

 

Facendo ricorso a tutta la sua pazienza

ett:

Volevo dire che ti farò conoscere mia moglie !

 

 

 

Piacevolmente sorpreso dalla notizia

aug:

Per lla coccia de sando Dunato, sii preso mujera, tu che eri ‘nu scapulo impertinente !

 

 

 

Sottolinea la corretta parola

ett:

Impenitente !

 

 

 

Precisa, un po’ risentito

aug:

Io lla penitenza lla faccio sempre, llo poti chiedere a llu curato !

 

 

 

Perdendo le speranza

Avviandosi verso sinistra

ett:

Lasciamo stare !

Allora si va ?

 

 

 

Fermando Ettore per un braccio, timidamente

aug:

Sendi, nun è che doppo llu aperitivo se putesse avé, che so nu poco de pollo, du patate arrosto e ‘n’inzalatina !

 

 

 

Prendendo sottobraccio Augusto

ett:

Sempre faceto il mio amico Giustino !

 

 

 

Mentre vanno a sinistra, precisa

aug:

No, sinz’aceto, che nun llu pozzo suffrì !

 

 

I due escono da sinistra

Si apre il sipario su di un interno con un tavolo, sedie, un mobile bar e un divano

Proiez. N°4 ( camera da pranzo)

Luci in Pz6

Ettore e Augusto entrano da sinistra

 

 

Ettore fa sedere Augusto al tavolo e va al bar a preparare gli aperitivi

ett:

Caro Giustino, prima che tu incontri mia moglie, ti devo mettere sull’avviso ...

 

Interrompendo, preoccupato

Si alza e fa per andarsene

aug:

Ce risemio !

Si puro t’è arrivato ll’avviso, io lli scudi pe’ pagatte lla cambiale, nun lli tengo !

 

Correndo a fermarlo per poi farlo risedere

ett:

Ma quale cambiale, debbo dirti una cosa importante riguardo mia moglie !

 

Sedendosi, perplesso

aug:

Sendimo !

 

 

 

A bassissima voce all’orecchio

ett:

La poverina è malata, soffre di sonnambulismo!

 

 

 

Battendo entrambe le mani sul tavolo

aug:

Madunnella sanda, lli cristiani se magna ?

 

 

 

Rassicurante, mette le mani sulle spalle di Augusto

ett:

Sonnambulismo, no cannibalismo !

Lucrezia dorme camminando !

 

 

 

Scuotendo la testa

Pensandoci su

aug:

Questa nun lla zo capita.

O dorme, o cammina !

 

 

 

Torna al bar per finire di preparare gli aperitivi

ett:

E’ appunto questa la malattia !

La poverina dorme in piedi !

 

 

 

Sconcertato

aug:

Comme lli sumari ?

 

 

 

Girandosi verso Augusto

ett:

Dorme in piedi e cammina nel sonno !

 

 

 

Preoccupato

aug:

E nun isse a infrocià ?

 

 

 

Torna al tavolo con gli aperitivi e offre un bicchiere ad Augusto

ett:

I sonnambuli, mettendo le mani avanti, riescono a percepire gli ostacoli, anche con gli occhi chiusi !

 

 

 

Prendendo il bicchiere

Curioso

aug:

Nu fenomenu da baraccone !

E’ co’ issa che si fatti lli sordi ?

 

 

 

Si siede vicino ad Augusto e beve il suo aperitivo, confidenziale

ett:

I medici raccomandano, che quando sono in quello stato, non bisogna assolutamente svegliarli , altrimenti ne potrebbe andare della loro vita stessa !

 

 

 

Stupito, rimane con il bicchiere levato

aug:

Me cucumberi !

 

 

 

Rincarando la dose

Mette una mano sul braccio di Augusto

ett:

E non ti ho detto tutto !

Mia moglie soffre anche di cleptomania !

 

 

 

Spiacevolmente sorpreso

aug:

Questo nin me llo dovevi dicere !

 

 

 

Non capendo la reazione

ett:

Cosa ?

 

 

 

Addolorato, prende la testa fra le mani

aug:

Che è crepata zia !

 

 

 

Con pazienza cerca di spiegare, di nuovo con la mano sul braccio di Augusto

ett:

La cleptomania è un’altra malattia, che fa si che la persona che ne è affetta. s’impossessi delle cose altrui !

 

 

 

Dubbioso, torna a bere

aug:

Nin zapevo che puro accussì lli chiamassivo lli ladri !

 

 

 

Seccato

Confidenziale

ett:

Ma quale ladra !

Lei ruba incosciamente !

 

 

 

Allibito

Toccandosi la coscia

aug:

Co’ lla coscia ?

E come facisse ?

 

 

 

Seccato

Confidenziale

ett:

La coscia non c’entra nulla !

Lo fa senza volerlo !

 

Con aria complice

aug:

E ti, zitto zitto, mocio mocio, te issi a rivenne lla robba che issa se frega !

 

Offeso

Si alza e va dietro ad Arturo e gli parla all’orecchio

ett:

Nemmeno per sogno !

Quando succede, mi avvicino alla vittima, lo prego di non svegliarla, e gli do appuntamento al giorno seguente, al bar qui sotto, per restituirgli  la refurtiva !

 

Scuotendo la testa con compatimento

aug:

Poro Camillo, in de che casini ti si ito a ficcà !

 

 

Rumore dall’esterno

 

 

Allarmato

A mo di preghiera

ett:

Eccola che viene !

Mi raccomando, se è in una delle sue crisi, non svegliarla e qualunque cosa faccia assecondala !

 

 

Entra Irene con uno spinto abbigliamento da notte, cammina con le mani avanti e gli occhi chiusi.

 

 

Mangiandosi con gli occhi Irene

aug:

Pe’ la coccia de llu sante Dunate, sta bona assaie lla funnambula !

 

 

 

Mettendogli una mano sulla bocca

ett:

Zitto per carità !

 

 

Irene dapprima va verso il pubblico mettendo in mostra le sue grazie, poi da Augusto, lo accarezza in volto, poi gli solletica il collo. Augusto sta per scoppiare a ridere, ma Ettore gli tappa di nuovo la bocca con la mano. Augusto si contorce facendo sforzi immani per trattenersi. Poi Irene prende la cesta e ancheggiando, con le mani protese davanti, esce da destra

 

 

Si alza di scatto

Indicando con l’indice a destra

aug:

Ue !

Lla cannibbala si fottisse lli caciocavalli mei !

 

 

 

Rimettendo Augusto seduto

ett:

Non è niente, non è niente !

 

 

 

Molto contrariato

Con apprensione

aug:

Nu par de ciufoli  !

Lli caci lli duvivo purtà a llu mercato, che so’ llu guadambio meo, pe’ tutto llu mese !

 

 

 

Tranquillizzante, mette una mano sulla spalla di Augusto

ett:

Non ti preoccupare, domattina ci vediamo, alle dieci al bar qui sotto, e te li restituisco.

 

 

 

Preoccupato

aug:

Nun è che facissero la fine de lla pecura ?

 

 

Rientra Irene con le stesse movenze va, va di nuovo verso Augusto lo accarezza, gli si struscia addosso.

Controscena di Augusto che mostra una crescente eccitazione, mentre Ettore lo trattiene. Poi Irene mette le mani nei pantaloni di Augusto e gli prende il portafogli, poi gli toglie  l’orologio dal panciotto e, come volta precedente, esce da destra.

 

 

Allarmatissimo, si alza e fa per andare appresso a Irene

aug:

Lla melacutogna me fregasse llu portafojo e ll’orologio!

 

 

 

Riprende Augusto per un braccio e  fa per farlo tornare a sedere

ett:

Ti ho detto che non ti devi preoccupare, che domattina  ...

 

 

 

Poco convinto

aug:

Si vedimo a llu ...

 

 

 

Allarmato

Costringe Augusto a sedere di nuovo

ett:

Ssss !

Zitto che sta tornando !

 

 

Irene rientra da destra, va spedita verso Augusto, dopo averlo accarezzato comincia sbaciucchiarlo, poi gli fa l’occhiolino, lo prende per un braccio, lo fa alzare e lo trascina verso destra. Augusto dapprima fa resistenza poi capita l’antifona la solleva fra le braccia e esce da destra

 

 

Appena usciti grida verso destra

Preoccupatissimo

ett:

Giacinto !

Giacinto cosa fai ?

Ti porti via mia moglie ?

 

 

 

Si affaccia ancora con Irene in braccio, con evidente ironia

aug:

Nun te proccupesse che, dimaniamadina, a lle dieci in pundo, te lla riporto a llu bare sotto lla casa !

 

Augusto e Irene escono da destra, Ettore da sinistra

 

Marcello esegue uno stacco musicale

Buio

Via Proiez.4

Luci in Pz1

 

 

Marcello esce da sinistra. Entra Nando da destra  come una furia

 

Adiratissimo

Urlando verso sinistra

NAN:

Eh no !

Allora ditelo che llo fate apposta !

Jolanda ! Jolanda !

 

 

Jolanda si affaccia da sinistra, da destra entrano Augusto, Casimiro e JeanMarie per sgomberare la scena

 

 

Indispettita

Jio:

Che te s’è sciorto ?

 

 

 

Indicando verso destra con forza

NAN:

Er piggiama de Irene !

 

 

 

Prendendolo per un complimento

Con falsa modestia

Jio:

Carino eh ?

Me ce so’ volute du’ notti pe’ cucillo !

 

 

 

Aggredendo Jolanda

Su tutte le furie

NAN:

Carino ’n par de palle !

Se po’ di’ che fusse ignuda !

 

 

 

Minimizzando

Jio:

Era quello ll’effetto che doveva da sortì!

 

 

 

Trattenendosi a stento

NAN:

T’avevo riccomannato de faje ‘na camiciona da notte lunga e chiusa sur davanti !

 

 

 

Con marcata ironia

Jio:

Si magari puro co’ ‘na scuffia su lla testa, accossì facevamo ‘na monica de clausura !

 

 

 

Con fare deciso

NAN:

Qull’abbijamento se deve assolutamente da cambià !

 

 

 

Sbrigativa

Jio:

A sor coso, si nun te sta bbene, vedete de cambià voi dua mestiere !

 

 

Entrano Dario e Marcello, già vestito da netturbino romano, da destra

 

 

Infastidito

Indicando con la mano l’uscita destra

Portando la voce

dar:

Che è tutto ‘sto casino ?

Fora da lle balle tutti quanti, che provamo “Pupo Biondo" !

E’ tutto pronto Gustarè ?

 

 

 

Entra da destra

aug:

Tutto a ll’ordine sor Dario !

 

 

Escono da destra Jolanda e Nando,  Renata si affaccia da sinistra

 

 

Rivolta a Marcello con aria complice

REN:

Marcè, te sei ricodato de tirà giù lla base de ‘n’ottava, che sinnò Ettore nun c’arriva !

 

 

 Ettore si affaccia da destra

 

 

Stizzito replica con ferocia, mentre finisce di vestirsi da popolano romano

ett:

Parla pe’ te, che sei tu quella che, quanno vai su, lla voce te strozza in gola !

 

 

 

Con sfacciata  ironia

REN:

Ha parlato Pavarotti !

E’ robba che si nun abbasso er volume a te te senteno cor cacio !

 

 

 

Tagliando corto

Mar:

Si avete finito de litigà io sarebbe pronto !

 

 

 

dar:

Vai co’ lla base !

 

Dario e Marcello escono da destra

 

Parte M6  (Pupo biondo)

Proiez.5 (strada di Roma dei primi del ‘900)

Luci in Pz7 (esterno strada imbrunire)

 

 

Marcello, entra da destra e mentre canta ramazza la strada. Ettore entra da destra, Renata da sinistra s’incontrano e passeggiano strettamente abbracciati.

Ettore e Renata si baciano a lungo, poi escono da sinistra

Mar:

Cianno, forse, tutt’e due l’istessa età

Je fiorisce dentro ar core ‘n’illusione,

e ‘gni vicolo anniscosto ce la sa,

tutta quanta la passione.

Lui je cerca la boccuccia ch’è ‘n biggiù,

e, in un bacio je sussurra a tu per tu:

 

 

Proiez.6 (balcone fiorito di una casa popolare)

Luci in Pz8  (esterno giorno)

 

 

Ettore rientra da sinistra stringendo teneramente a se Renata

ett:

Noi c’avemo ‘na loggetta,

cor geranio e lle panzé:

tu sarai lla regginetta,

io m’impegno a fa’ da re.

Regneremo in tutto er monno,

e a ll’erede penza te:

vojo ‘n pupo ‘n pupo bionno,

a ninnallo ‘n braccio a me.

 

Ettore e Renata escono da sinistra, entra, da destra entrano Silvia vestita da crocerossina, Casimiro, JeanMarie e Nando in grigioverde e lo zaino affardellato

 

Proiez.7 (stazione ferroviaria con un treno di soldati in partenza per la 1° guerra mondiale)

Luci in Pz9 (esterno stazione notte)

 

Mentre canta abbraccia e saluta Casimiro, Jeanmarie e Nando che poi escono da sinistra.

SIL:

Va a lla guerra lla più bella gioventù:

‘gni fanfara s’arisveja e squilla ardita,

e lui puro canta allegro e va lassù.

Lei c’ha in seno ‘n’artra vita,

e si penza ar pupo bello che vierà,

se l’insogna e ce se mette a raggionà:

 

 

 

Durante l’intermezzo musicale Augusto e Dario portano in scena a destra un tavolo da cucina e due sedie

Entra da destra Renata con l’occorrente per cucire

 

 

Proiez.8  (cucina di una modesta casa)

Luci in Pz10  (interno cucina giorno)

 

Renata seduta cuce un abitino da bambino

REN:

Quanno arivi, pupo bello,

mamma tua te fa trovà,

l’abbituccio turchinello,

tutto pieno de volà.

Mentre er passero cinguetta,

er geranio fiorirà

aspettanno a lla loggetta,

er ritorno de papà.

 

 

Marcello e Silvia cantano fuori campo

 

Luci in Pz11 (dedicata – interno)

Renata esce da destra e rientra spingendo una carrozzina da neonati con dentro un bambolotto in fasce

Entra Ettore da sinistra camminando a tentoni e va ad abbracciare Renata

Mar:

sil:

Mar:

Mamma cuce e er pupo compita “papà”,

e guidato da quer trillo viè ‘n sordato,

a tastoni come ‘n cieco ... chi sarà ?

E’ papà ch’è ritornato !

Se confonneno in un bacio tutt’e tre,

poi papà se strigne er pupo e vo’ sapé:

 

 

 

Luci in Pz12  (interno casa giorno)

Ettore prende in braccio il bambolotto, lo culla poi lo stringe a se

ett:

Pupo, c’hai er visetto tonno,

un visetto ch’è ‘un biggiù,

come sei, moretto o bionno,

c’hai ll’occhioni neri o blu ?

Te llo chiedo ‘n’artra vorta,

pupo mio dimmelo tu,

perché mamma nun s’è accorta,

che papà nun vede più !

 

 

Stop M6

Via Proiez.8

Luci in Pz1

 

 

Entrano da destra Dario agitato, già vestito per il primo quadro del poutpurrì, ma senza giacca e Marcello.

 

Va a grandi passi da Ettore e Renata

dar:

Ma che ve possino acciaccavve a tutti e dua !

Possibbile che nun ce sapete mette ‘n briciolo de sentimento, un po’ più de trasporto !

 

Sfottente, gli gira le spalle

REN:

Mo chiamamo er caro funebre !

 

Intervenendo con foga

mar:

Co’ sto pezzo er pubblico llo dovete fa piagne come ‘n vitello sgozzato!

 

Scuotendo la testa

ett:

A voi nun ve sta bene mai ‘n cazzo !

 

 

 

Prendendo il bambolotto dalle braccia di Ettore

dar:

Tu, quanno piji in braccio er regazzino sembra che te stai a abbraccià ‘n fagotto de stracci !

 

 

 

Alzando le spalle

ett:

Io ‘n fijo nu ce ll’ho e nun zo come se fa !

 

 

 

Aggressivo nei confronti di Renata

mar:

E poi, si dovemo dilla tutta, Renà, quanno fai ll’assolo, cerca de nun strillà come ‘n’aquila, sembra che, invece de aspettà un pupo, stai a venne lli carciofi ar mercato !

 

 

 

Rispondendo per le rime

REN:

A sor coso, invece de arzà tanta porvere, vedi de da’ ‘na sistemata a lla base, che nun se senteno ll’attacchi !

 

 

 

Con marcato sarcasmo

mar:

Sei tu che c’hai lle recchie foderate de presciutto !

 

Risentita

Si gira verso Dario, con marcata ironia

REN:

Io ce sento benissimo !

Se quarcheduno, invece de arisparambià e fa’ fa’ lla musica cor computer, pagasse ll’orchestrali in buca, sarebbe tutta ‘n’artra storia !

 

 

Troncando la discussione

Va a sedere al tavolo e si prende la testa fra le mani.

dar:

Basta !

Levate tutti da lli cojoni !

Che si annamo avanti accossì come minimo me viè ‘n infarto !

 

Escono tutti da sinistra

Entra da destra Silvia con vassoio con teiera e due tazze

 

 

Andando verso Dario, preoccupata

Poggia una tazza sul tavolo davanti a Dario

sil:

Nun v’arrabbiate sor Dà !

V’ho fatto ‘na camomilla, che così ve distende lli nervi !

 

 

 

Mescendosi la camomilla

dar:

Grazie , Silvié,  ne tenevo proprio bisogno !

 

 

 

Timidamente

sil:

Me posso fermà ‘n pochetto qui co’ voi ?

 

 

 

Invita Silvia a sedere, poi le mesce la camomilla

dar:

Fa pure, anzi pijetene puro tu ‘n goccetto, che devi da esse emozzionata pe’ er debutto !

 

 

 

Sedendosi, molto preoccupata

Mostrando la mano che trema

sil:

Nun me ne parlate !

So’ tesa come ‘na corda de violino !

 

 

 

Mette una mano sul braccio di Silvia che sorbisce un sorso di camomilla

dar:

Nun te preoccupà che andrà tutto benissimo !

Me llo sento, e io su ‘ste cose nun sbajo mai!

 

 

 

Asciugandosi le labbra con il tovagliolo

Mostrando grande timidezza

sil:

C’avessivo quarche consijo da damme: per esempio sur momento der bacio, che io nun c’ho esperienza pe’ certe cose.

 

 

 

Con solerte disponibilità.

Spiega con calore.

dar:

Sto’ qui pe’ questo !

Innanzi tutto ricordete che fai lla parte de ragazza emancipata, una che sa quello che vole.

Fino a qui ce semo ?

 

 

 

Assentendo

sil:

Eccome !

 

 

 

Continuando la lezione, si alza imitato da Silvia

dar:

A ‘n certo punto tu piji pe’ er bavero Casimiro e lo tiri a te ...

 

 

Silvia prende per il bavero Dario e lo tira a se

 

 

Cercando l’approvazione

sil:

Così ?

 

 

 

Approvando

Immedesimandosi

dar:

Perfetto !

Poi accosti  lentamente lla bocca a lla sua ...

 

 

Eseguendo con trasporto

sil:

Così ?

 

 

 

Sempre più partecipe

dar:

E lo baci !

 

 

Silvia fa per baciare sul serio Dario che invece si ritrae bruscamente

 

 

Come scrollandosi un pensiero, siede

dar:

Basta così, vedo che hai capito benissimo !

 

 

 

Silvia fa un gesto di disappunto, poi si riprende cambiando discorso,

sil:

E de lla voce mia che ne penzate ?

 

 

 

Rasserenato dal cambio di argomento

dar:

Ottima, pare che venghi dar conservatorio !

 

 

 

Lusingata

sil:

Detto da uno come voi, è ‘n gran complimento !

 

 

 

Con ammirazione, guardandola fissamente

dar:

E sei puro ‘n sacco carina !

Chi ll’avesse mai detto che, sotto er zinale, s’annisconneva ‘n bocciolo de rosa !

 

 

 

Mettendo le mani sul volto, si siede

sil:

Adesso me fate diventà rossa !

 

 

 

Cercando di metterla sullo scherzo

dar:

Sai che m’aricordi lla favola de Cenerentola !

 

 

 

Con una punta di amarezza

sil:

Solo che c’amanca er principe azzurro !

 

 

 

Tranquillizzandola

Esprimendo una certezza che lo amareggia

dar:

Arriverà puro quello, sei tanto giovine !

Prima o poi incontrerai ‘n ber ragazzetto, che te farà gira la testa !

 

 

 

Seriamente, guardando negli occhi Dario

sil:

Nun me interesseno lli sbarbatelli, a me me piaceno lli frutti maturi !

 

 

 

Piacevolmente sorpreso

dar:

Ah !

 

 

 

Esprimendo una grande convinzione, mentre continua a fissare Dario

sil:

Me piace ll’omo che sa er fatto suo, che ha dovuto lottà pe’ fasse largo, che me pozza pijà pe’ mano e guidamme attraverso ll’ostacoli de lla vita.

 

 

 

Schernendosi

Come dicesse a se stesso

dar:

Nun è così semplice come te penzi.

Lla differenza d’età, cor passar de ll’anni, fa senti er su’ peso !

 

 

 

Mettendo la sua mano sul braccio di Dario, con convinzione

sil:

Vorrà di’ che, si prima io m’appoggio a llui, poi sarà esso a appoggiasse a me !

 

 

 

Interessato, cominciando a sperare

dar:

Ll’hai deggià trovato ‘sto principe attempato ?

 

 

 

Perplessa

sil:

Pe’ avello trovato, ll’avrei trovato puro ma ...

 

Con apprensione

dar:

Ma ?

 

Con rammarico, abbassa gli occhi

sil:

Lui nun s’è mai accorto de me !

 

Constatando con disapprovazione

dar:

Ber cojone a lasciasse sfuggì ‘n bocconcino come a te !

 

 

 

Con stizza

sil:

E quello che dico puro io !

 

 

 

Molto interessato , si alza di scatto

dar:

E dimme llo conosco ?

 

 

 

Confermando

sil:

Eccome !

 

 

 

Indagatore, si allontana da Silvia

dar:

E’ uno der giro nostro ?

 

 

 

Assentendo con la testa

sil:

Si !

 

 

 

Con disgusto, girandosi verso Silvia

dar:

Nun sarà quell’incartapecorito de Lello ?

 

 

 

Faceta, scuotendo la testa

sil:

Acqua !

 

 

 

Colto da un’illuminazione, torna verso Silvia

dar:

Marcello !

Er maestro de musica che t’ha scoperto !

 

 

 

Faceta, scuotendo la testa

sil:

Acqua !

 

 

 

Sparando un altro nome

Deluso, protendendosi verso Silvia

dar:

Augusto !

Nun me dì che è quer trippone de Gustarello !

 

 

 

Faceta, scuotendo la testa

sil:

Acqua!

 

 

 

Cercando di raccogliere le idee, misura a grandi passi il palcoscenico

Lascia in sospeso

dar:

Levato JeanMarie, che nun conta, ll’artri so’ tutti accoppiati e tu non me sembri er tipo de sfascia famije, nun ce rimane che ...

 

 

 

Si alza e va vicino a Dario

sil:

Foco !

 

 

 

Con un sussurro

dar:

Io !

 

 

 

In un sussurro guardandolo negli occhi

sil:

Fochissimo !

 

 

 

Dalla sorpresa rimane senza parole

dar:

Sivié ... io ... io ...

 

 

 

Lo zittisce, interpretando l’imbarazzo di Dario come una risposta negativa.

Con mesta rassegnazione, lentamente cerca di guadagnare l’uscita destra

sil:

Nun dite gnente !

Lassateme co lla mia illusione !

Ce llo so che uno come a voi, che ha conosciuto lle più belle donne der monno, nun po’ buttà ll’occhio su una pora crista come a me !

 

 

 

Corre a fermare Silvia

Prendendole le mani tra le sue

dar:

E qui che te sbaji !

Dar primo momento c’hai messo piede in ‘sto teatro, nun me te so’ potuta più cancellà da lla mente !

 

 

 

Imbarazzata, cerca di ritirare la mano

sil:

Sor Dario ...

 

 

 

Trattenendo con decisione la mano

Cinge Silvia tra le braccia

Con rimpianto per il tempo perduto

dar:

Ma quale sor, io pe’ te vojo esse solo Dario !

Sapessi quante vorte ho fatto violenza a me stesso e nun t’ho detto der foco che me covava ner petto !

 

 

 

Appoggia la testa sul petto di Dario

sil:

E io che m’appenavo a vedette fa’ er farfallone co’ ll’artre !

 

 

 

Proseguendo il suo discorso, accarezza dolcemente la testa di Silvia

dar:

Me dicevo: “llevetela da lla testa, è ancora ‘na regazzina, chissà quanti pischelli je fanno er filo!

 

 

 

Risponde timidamente alla carezza

sil:

Er pischello mio sei sempre stato tu !

 

 

 

Stringendola a se

dar:

Silvietta !

 

 

 

Facendosi ardita avvicina le labbra a quelle di Dario.

sil:

Dariuccio, che ne penzi de riprovà lla scena der bacio ?

 

 

 Si baciano teneramente , entra Valeria da sinistra, già vestita per il primo quadro del poutpourrì  e li sorprende.

Durante le battute seguenti Augusto e Nando portano fuori da destra tavolo e sedie.

 

 

Indispettita da quello che vede

Con feroce ironia

Val:

Oh !

Scusate, non era mia intenzione disturbare il tubare dei colombi  !

 

 

Silvia fugge via da destra

 

 

Cercando di darsi un contegno

dar:

Valeria nun è come penzi !

 

 

 

Acidamente, andando vicino a Dario

Con atteggiamento di superiorità, sottolinea “pupattola”

Val:

Guarda che non mi devi alcuna spiegazione.

Se vuoi spassartela con quella pupattola insignificante, padronissimo !

 

 

 

Risentito dal tono e dalle parole di Valeria

dar:

Nun te permetto de offenne Silvia, che è ‘na regazza a posto !

 

 

 

Rafforzata nella sua convinzione dall’atteggiamento di Dario

Lapidaria

Val:

Il fatto stesso che te la prendi tanto, sta a significare che ho ragione !

Tra noi due tutto è finito !

 

 

 

Alzando le spalle

dar:

Pe’ lla verità nun è nimmanco cominciato !

 

 

 

Risentita, a faccia a faccia con Dario

Val:

Quello che mi scotta di più in questa faccenda, è che le hai dato il pezzo di Agatina, invece di affidarlo a me !

 

 

Entra Marcello da destra e si ferma sulla soglia, non visto dai due

 

Cercando di giustificarsi

dar:

E’ stata ‘n’idea de Marcello e no lla mia !

 

 

 

Alzando le spalle con disprezzo

Val:

Marcello, Marcello, come se contasse qualcosa !

 

 

 

Facendosi avanti, risentito

mar:

Grazzie de lla considerazione !

 

 

 

Contento dell’interruzione

dar:

Che te s’è sciorto Marcé ?

 

 

 

Con mala grazia, indicando con il mento Valeria

mar:

So’ venuto a di’, a te e a ‘sta stronza, che semo pronti pe’ er duetto  vostro !

 

 

 

Andando verso destra, evasivo

dar:

Annamo va, che er discorso llo ripijamo doppo!

 

 

 

Seguendolo, con determinazione

val:

Ci puoi contare che non finisce qui !

 

 

Dario esce da destra, Valeria da sinistra

 

 

Tra se perplesso

mar:

Ma guarda tu, si qua drentro se po’ avé ‘n attimo de pace !

 

Marcello esce da destra

 

Parte M7

Proiez.9  (sequenza immagini)

Luci in Pz13

“Prigioniero di un sogno”

 

 

Entra Dario da destra in giacca da passeggio. Fuma una sigaretta e con gli occhi segue le volute del fumo

dar:

Son prigioniero di te,

prigioniero di un sogno,

di un magnifico sogno,

che non mi lascia più !

E sento nascere in me

che ho la febbre nel cuore,

una sete d’amore,

che mi incatena a te !

 

 

“Prigioniero di un sogno” incrocia con “Senza la donna” esce Dario.

Entra Valeria da sinistra vestita da passeggio.

 

 

val:

Non dimenticar le mie parole:

caro, tu non sai cos'è l'amore

è una cosa bella più del sole

più del sole dà calor.

Scende lentamente nelle vene

e pian piano arriva fino al cuor

nascono così le prime pene

ed i primi sogni d'or.

 

 

“Senza la donna”incrocia con “Amapola”, esce Valeria.

Entra Dario da destra in giacca da camera

 

dar:

Amapola, lindissima Amapola,

serà siempre mi alma tuya sola.

Yo te quiero amada nina mia,

que ama la fior, la luz del dia.

Amapola, lindissima Amapola,

non seas tan ingrata y  àmame !

 

 

“Amapola”incrocia con “Ma se mi toccano”, esce Dario.

Entra Valeria

 

val:

Ma, se mi toccano dov’è il mio debole,

divento allor la donna più terribile,

tu non mi puoi frenar,

no t’accostar,

lontan da me,

che è peggio per te,

dileguati e se ti preme la vita.

Ma, se non mi toccano dov’è il mio debole,

io son dolcissima, gradita e amabile,

come un marron glacé,

come un bebé,

per te !

 

 

“Ma se mi toccano”incrocia con “Come una coppa di champagne” esce Valeria.

Entra Dario in smoking

Luci in Pz15

 

 

Con una coppa di champagne in mano.

Si ferma sul lato destro.

Alza in alto la coppa come per un brindisi.

Alla fine del refrain abbassa mestamente la testa

dar:

Come una coppa di champagne,

tu mi puoi dar,

la folle ebbrezza che mezz’ora può durar

mentre il mio cuor cerca un amore per la vita

lasciami star, facciamola finita.

Voglio una donna tutta mia anima e cuor,

voglio una donna che mi offra un puro fior,

tu hai del sole lo splendor, ma come il sole

tu sei di tutti, crude parole,

ma è così,

Gennì !

 

 

“Come una coppa di champagne” incrocia con”Come una sigaretta”, esce Dario.

Entra Valeria, in abito da sera, con una sigaretta infilata in un lunghissimo bocchino.

 

 

Entra Dario

val:

Come una sigaretta,

che in fumo se ne va,

la donna più perfetta

soltanto il fumo ti lascerà !

basta una piccola scintilla

perchè s’accenda tutta

di passione per te,

come una sigaretta,

che in fumo se ne va !

 

Cantano assieme spalle contro spalle.

dar-

val:

Come una sigaretta,

che in fumo se ne va,

la donna più perfetta

soltanto il fumo ti lascerà !

 

Stop M7

Via Proiez.9

Luci in Pz1

Augusto, Ettore e Nando entrano da destra e sistemano sul fondo, al centro, un tavolino e due poltroncine accanto

 

 

Entrando da destra

mar:

Tutto sommato po’ annà !

 

 

 

Risentita, puntando l’indice contro Marcello. Con orgoglio

Indicando Dario con la testa

val:

Tutto sommato un cavolo !

Sono stata semplicemente perfetta !

Mentre, chi so’ io, aveva la testa da un’altra parte !

 

 

 

Replicando alle accuse, risponde per le rime, andando verso Valeria

dar:

Io la testa ce lla posso avé puro su lla luna, che a te te do sempre lle mela !

 

 

 

Stizzita

val:

Maleducato e sbruffone !

 

 

 

Alzando le spalle, con noncuranza

Girandosi verso Marcello

dar:

Mettela ‘n po' come te pare !

Marcé, prima de ripijà, c’ho bisogno de ‘na boccata d’aria, che m’accompagni ?

 

 

 

Assentendo

mar:

Me sa che è ‘na bona idea !

 

 

Dario e Marcello escono da sinistra mentre da destra entra Jolanda con in mano la tovaglia per il tavolo

 

 

Vedendo Jolanda la raggiunge

Con fare aggressivo e di rimprovero

val:

Proprio te Jolanda !

Stai un po’ più attenta lì dietro, che, per poco, non mi facevi mancare un uscita !

 

 

 

Non raccoglie il rimprovero risponde con sottinteso. Indicando a sinistra

jol:

A proposito de sortì, c’è ‘na perzona che t’aspetta ar botteghino !

 

 

 

Agitata, girandosi verso sinistra

val:

E’ già arrivato Ciccino ?

 

 

 

Con sarcasmo, mentre sistema la tovaglia sul tavolinetto

jol:

Si, ma ce sta puro Ciccina !

 

 

 

Non capendo

val:

Sarebbe a dire ?

 

 

 

Precisa con soddisfazione, alzando la testa

jol:

Er commendatore è venuto accompagnato da lla moje.

 

 

 

Mascherando la preoccupazione

Sulle sue

val:

Che cosa vuole quella strega  ?

Io non ho niente da spartire con lei !

 

 

 

Con lo stesso atteggiamento irridente

jol:

E invece pare che quarche cosa ce ll’hai !

 

 

 

Con apprensione

val:

Cosa ?

 

 

 

Prendendo  la mano sinistra di Valerié

Non dissimulando la soddisfazione

jol:

‘Sto brillocco che porti ar dito.

Dice che è er suo e llo rivolè !

 

 

 

Recupera la mano

Osservando l’anello, con sicurezza

val:

Nemmeno per sogno !

Questo è il pegno d’amore del mio ciccino !

 

 

 

Spiega con il sorriso sulle labbra, tornando a sistemare la tovaglia

jol:

Dice puro, che nun è lla prima vorta che lui se llo frega,  pe’ fa lla stessa manfrina !

 

 

 

Inviperita, pesta il piede a terra

val:

Quella megera dovrà ringoiarsi queste infamanti accuse !

 

 

 

Laconica, indicando con la testa.

jol:

Ce sarebbe puro da convince quell’arti dua !

 

 

 

Preoccupata

val:

E chi sarebbero gli altri due ?

 

 

 

Precisa con tono improvvisamente serio, andando vicino a Valeria

jol:

Lli carabbinieri, che hanno detto che se nun ariconsegni ll’anello, te ingabbieno pe’ furto!

 

 

 

Colta dal panico, si aggrappa alla speranza

val:

E Ciccino cosa fa ?

Non mi difende ?

 

 

 

Alzando le spalle

Con durezza

jol:

Lui pare ‘na pecora pentita.

Per cui, siconno me, nun tieni scerta !

 

 

 

Si sfila l’anello dal dito e tenta di consegnarlo a Jolanda

val:

E sia !

Jolanda portaglielo tu, che io non li voglio neanche vedere !

 

 

 

Respingendo l’anello

jol:

Me dispiace, ma nun se po’ fa !

 

 

 

Sconcertata

val:

Perché ?

 

 

Con ironia, sottolineando “zoccola”

Giustificandosi

jol:

Madama ha detto che, puro ‘sta vorta, lla zoccola lla vole vedé in faccia !

Scusa, ma so’ parole sue !

Ho portato lle scarpe arisolate pe’ er cardinal Rivarola, ma si

 

 

Prendendosi la testa tra le mani si avvia verso sinistra.

val:

Che umiliazione, che umiliazione per una grande artista come me !

 

 

Valeria esce da sinistra. Da destra entra Lello.

 

 

Ostentando una grande euforia, va verso Jolanda

lel:

Jolà, tra un po’ tocca a noi.

S’aricosttuisce er duo de lla risata, come ce facevamo chiamà !

 

 

 

Preoccupata, si avvia verso destra

jol:

Chissà se funzionamo ancora ?

 

Jolanda esce da destra e va a prendere l’abatjour

 

 

Coglie la palla al balzo per esprimere quello che gli sta più a cuore

lel:

Beh, si  nun annamo più bene come coppia comica, poteressimo mettene sù ‘n’artra de diverzo tipo !

 

 

 

Rientra da destra con l’abatjour

jol:

Lello, che te frullica ne lla capoccia ?

 

 

 

Incoraggiante

lel:

Annamo che hai capito !

 

 

 

Restando sulle sue, sistema l’abatjour

jol:

Po’ esse, ma llo vojo sentì da lla bocca tua !

 

 

 

Prende la mano di Jolanda tra le sue

lel:

Jolà, me voi sposà ?

 

 

 

Non ritirando la mano

jol:

Ah, ecco, me pareva ...

 

 

 

Come se si fosse tolto un peso

Speranzoso, bacia la mano di Jolanda

lel:

Mo te ll’ho detto !

Allora, llo rifamo er nido d’amore ?

 

Ritirando la mano, inquisitrice

jol:

E in do’ sarebbe ‘sto nido ?

 

Per darsi un contegno prende una sigaretta e la porta alle labbra.

lel:

Tu c’hai lla casa che t’ha lasciato er poro Adorfo e indove ce sta una, stanno puro due !

 

Indispettita

jol:

E che se magnamo se è lecito ?

 

 

 

Minimizza, mentre cerca l’accendino

lel:

Beh, tu c’hai llo stipendiuccio tua e io ...

 

 

 

Aggressiva

jol:

E tu ?

 

 

 

Con superficialità

lel:

Quanno me capita quarche particina arrotondamo !

 

 

 

Aggressiva

Gli toglie la sigaretta dalla bocca

jol:

E no !

Sor coso, si te penzì de venì a attaccà er cappello a casa mia e campà sulle spalle mia, te sei sbajato de grosso !

 

 

 

Offeso per essere stato frainteso

Esprimendo grande sincerità e affetto.

lel:

Jolà, hai capito fischi pe’ fiaschi !

Io t’ho sempre voluto bbene, e nun me passa nimmanco pe’ ll’anticammera der cervello d’approfittamme de te !

 

 

 

 Con un sospiro,  a se stessa

Lascia in sospeso, perplessa

jol:

Puro a me, quanno t’ho rivisto, me s’è arisvejato quer foco antico. ma ...

 

 

 

Preoccupato

lel:

Ma ?

 

 

 

Con una punta di amarezza.

jol:

Lla vita m’ha dato troppe fregature, raggion per cui nun me fido ppiù de ll’artri e soprattutto nun me fido de me stessa !

 

 

 

Tornando alla carica

lel:

Cosa voi che faccio pe’ convincete ?

 

 

 

 Con dolcezza

jol:

Intanto, quanno avemo finito co’ ‘sti guitti, e me sa che sarà assai presto, trovete un lavoretto  sicuro pe’ sbarcà er lunario !

 

 

 

Con determinazione

lel:

Aritorno a fa’ er porta a porta e verrò a bussà puro a lla tua !

 

 

 

Allargando le braccia

jol:

E allora io t’oprirò co’ lle braccia aperte !

 

 

 

Si precipita ad abbracciare Jolanda

lel:

Così s’arimettemo in paro der tempo perso !

 

 

 

Respingendolo con dolcezza

jol:

Per momento arimettemise a ripassà lla parte che, doppo er numero de Casimiro, tocca a noi!

 

 

 

Prendendo Jolanda sottobraccio

lel:

Annamo !

 

 

Lello e Jolanda escono da destra, da sinistra entrano JeanMarie e Casimiro che è in frac.

 

 

Dandosi da fare per sistemare il frac di Casimiro

jan:

Mon petit cher le gran moment est arrivé !

Deman, le mond entere saluterà una nouvelle etoile !

 

 

 

Perplesso, cerca di allontanarlo

cas:

Chi devo da salutà ?

 

 

 

Insistendo a sistemare il frac

jan:

Da domani ci sarà una nuova stella ne le fimament du teatrò !

 

 

 

Non afferrando

cas:

E chi saresse ?

 

 

 

Facendo una carezza sul viso di Casimiro con fare lascivo

jan:

Tu mon petit cher !

E je, avrò le merit de averti scoperto !

 

 

 

Togliendo la mano dal viso

cas:

Cumpà, ficchetelo bene ne lla coccia, tu a mine nun scopri er resto de gnende!

 

 

 

Con raccapriccio, fa l’atto di stringere tra le braccia una donna.

jan:

Quando avrai tra le tue braccia, quell’oises, quelle oche, de Valeria e Renata, pens che ci sia io  a loro posto !

 

 

 

Disgustato

cas:

Accussì m’arivè de vumità ‘n’artra vota !

 

 

 

Sicuro. Con trasporto, gli mette una mano sulla spalla

jan:

Menò !

Mon esprit ti guiderà a le succes !

 

 

 

Laconico, svincolandosi.

Preoccupatissimo.

cas:

Me sa’ che c’affinisco davero a lu cesso !

Me la stongo a fa’ sotto da lla paura !

 

 

Entra da sinistra Marcello, in divisa da cameriere.

 

 

Con scarso entusiasmo

Mar:

Allora sta pronto er burino ?

 

 

 

Spingendo avanti Casimiro

Sicuro

jan:

Prontissimo !

Vedrai que surprise !

 

 

 

Pazientemente

Mar:

Casimì, aricordete che, appena ho finito lla prima strofa, devi da attaccà tu !

 

 

 

Frastornato

cas:

Che devio da attaccacere ?

 

 

 

Cercando di restare calmo

Con pazienza

Mar:

Mmmm !

Comincia a cantà !

 

 

 

Con soddisfazione

cas:

Mo so’ capito !

 

 

Casimiro e Marcello escono da sinistra

 

 

Parte M8 (Gigolò)

Proiez,10 (l’interno di un tabarin )

Luci in Pz 16 (interno tabarin )

Durante l’introduzione da destra entrano Renata e Valeria e vanno a sedere al  tavolo. Poi Marcello con in mano un vassoio con una bottiglia di Champagne nel secchiello e due coppe.

 

 

 Marcello, mentre canta va a posare sul tavolo quello che ha sul vassoio. Casimiro con un inchino invita Valeria e balla con lei

mar:

Chi riconosce nel mesto danzatore

l’ufficialetto protetto dallo Zar,

del tabarin fu in quel tempo gran signore,

or per mestiere le dame fa danzar ...

Per la sua terra pugnò da valoroso,

ma quando, ahimé, la rivolta lo straziò,

l’ufficialetto orgoglioso divenne gigolò !

 

 

Casimiro lascia Valeria che torna a sedere al suo tavolo

 

Canta al centro del palco, mentre Marcello versa lo Champagne nelle coppe, Valeria e Renata bevono

cas:

Ridi gigolò,

danza gigolò

che per questo sei pagato,

oggi non sei più

quel che un giorno fu

il bell’ussaro adorato.

Tutto ormai crollò

lo splendor passò,

a che serve ricordare,

taci a tutti il tuo dolor,

che ti spezza in petto il cuor,

sorridi e va a danzare !

 

 

Marcello esce da sinistra, entra da destra Silvia vestita da sigaraia

 

Mentre canta offre la sua merce a Valeria che prende una sigaretta e la infila in un lungo bocchino, Silvia gliela accende. Casimiro va al tavolo con un inchino invita Renata e balla con lei

sil:

Là dalla Russia sconvolta da quel dramma,

sopra una slitta di notte via fuggì,

stringendo al seno la sua povera mamma,

che nell’esilio triste lo seguì,

quale contrasto tra oggi e il passato,

nel tabarin ove prima egli regnò,

la notte or passa svogliato

da umile gigolò !

 

 

Casimiro lascia Renata che torna al suo tavolo, Silvia esce da sinistra

 

 

Canta al centro del palco

cas:

Ridi gigolò,

danza gigolò

che per questo sei pagato,

oggi non sei più

quel che un giorno fu

il bell’ussaro adorato.

Tutto ormai crollò

lo splendor passò,

a che serve ricordare,

taci a tutti il tuo dolor,

che ti spezza in petto il cuor,

sorridi e va a danzare !

 

 

 Valeria e Renata si alzano e vanno vicino a Casimiro

 

 

Ballando con Casimiro

val:

Ridi gigolò,

danza gigolò

che per questo sei pagato,

 

 

 

Ballando con Casimiro

REN:

oggi non sei più

quel che un giorno fu

il bell’ussaro adorato.

 

 

 

Ballando alternativamente con Valerié e Renata

cas:

Ridi gigolò,

danza gigolò,

non si cambia il tuo destino,

se finì il tuo splendor

ti rimane un gran tesor:

l’amor della tua mamma !

 

 

Stop M8

Via Proiez.10

Luci in Pz 1

 

 

Valeria e Renata escono da destra, da sinistra entra JeanMarie applaudendo freneticamente seguito da Dario. Durante il dialogo seguente è sgomberato l’arredo del tabarin e posti sulla scena: due seggiole, un tavolo da bar con sopra una guantiera di savoiardi, una bottiglia e due bicchieri.

 

 

Correndo ad abbracciare e baciare Casimiro

jea:

Bravò, bravò !

Semplicement formidable !

 

 

 

Scuotendo il capo

mar:

A questo j’è ito er cervello in pappa !

 

 

 

Trascina via da destra Casimiro tenendolo strettamente abbracciato

jea:

Vieni, vieni avec moi petit cher  !

Nous douvons festeggiare tete a tete !

 

 

JeanMarie, Casimiro escono da destra

 

 

Poco convinto

dar:

Allora che ne dichi Marcè ?

 

 

 

Stringendosi nelle spalle

mar:

Si questo passa er convento, famo bon viso a cattivo gioco !

 

 

Jolanda e Lello si affacciano da destra

 

 

Fregandosi le mani

lel:

Iolanda e io semo pronti !

 

 

 

Un po’ preoccupato

dar:

A Irene javete detto quello che deve da fa ?

 

 

 

Rasserenante

JOL:

State tranquillo, che lla scena ll’avemo già provata ‘n par de vorte !

 

 

A Marcello

dar:

Marcé, come ar solito, faje ‘no stacchetto introduttivo e uno finale.

 

 

 

tranquillizzante

mar:

Nun te preoccupà che ce penzo io !

 

 

Marcello si avvia alla tastiera

 

Caricata

JOL:

Allora noi partimo !

 

 

 

Con orgoglio

lel:

Preparateve a reggeve lla panza da lle risate !

 

 

Lello e Jolanda escono da destra

 

 

Poco fiducioso

dar:

Speramo che sia come dicheno loro !

 

 

 

Laconico

mar:

A sperà nun costa un tubbo !

 

 

Dario esce da sinistra

 

 

Buio

Marcello esegue lo stacco musicale, entra Irene e va al telefono

Proiez11 (interno salotto )

Luci in Pz17

Stop musica

 

 

Forma il numero. Interrogativa

ire:

Scuola per corrispondenza “Presto e bene” ?

 

 

 

Solerte

ett:

(MICR.) In che cosa possiamo esservi utili ?

 

 

 

Precisa un po’ alterata

ire:

Sono la signora Guidi, vi ricordate di me ?

 

 

 

Con sicurezza

Precisando

ett:

(MICR.) Certamente !

Avete prenotato un corso telegrafico accelerato di storia per vostro marito !

 

 

 

Preoccupata e ansiosa

ire:

Precisamente.

Nicola domani ha un importantissimo esame al ministero, per ottenere la promozione a capo ufficio, che aspetta da vent’anni !

 

Faceto

ett:

(MICR.) In bocca al lupo !

 

Molto seccata

ire:

Ma da voi ancora non è arrivato nulla !

 

Tranquillizzante

ett:

(MICR.) Non vi preoccupate la storia è in viaggio !

 

 

 

Precisando

ire:

Debbo uscire per un’oretta, spero che al mio ritorno sia tutto a posto.

 

 

 

Ostentando sicurezza

ett:

(MICR.) Ci potete contare, la scuola “Presto e bene” non tradisce mai !

 

 

Irene riappende il microtelefono

 

 

Portando la voce

ire:

Nicola ?

 

 

 

Da dietro la quinta destra

lel:

(F.C.) Si ?

 

 

 

Portando la voce, esortativa

ire:

Io vado dalla mamma, tu mi raccomando studia, che domani non devi fare brutte figure !

 

 

 

Da dietro la quinta destra con baldanza

lel:

(F.C.) Tranquilla, che lla commissione d’esame me lla magno !

 

 

Irene esce da sinistra, dopo pochi istanti entra da destra Lello in giacca da camera con un libro in mano

 

 

Lello va a sedere al tavolo

 

 

Sconsolato

Remissivo

Chiudendo il libro

lel:

Ma tu guarda si uno, all’età mia, se deve rimette a studià come ‘n regazzino de ll’elementari !

Caterina ce tiene tanto a ‘sta promozione che me tocca falla contenta !

Ripassamose lla tabellina der nove: nove pe’ uno nove, nove pe’ due diciotto ...

 

 

E1 Campanello

 

 

Si alza e va verso sinistra per andare ad aprire mormorando tra se

Portando la voce

lel:

Arrivo !

Nove pe’ tre ventisette ...

Chi é ?

 

 

 

Da dietro la quinta sinistra

JOL:

(F.C.) So’  lla portiera !

 

 

Jolanda entra da sinistra con un telegramma in mano

 

 

Perplesso

lel:

Sora Tecla che ve s’è sciorto ?

 

 

 

Mostrando il telegramma

JOL:

E’ arrivato ‘sto telegramma pe’ voi !

 

 

 

Preoccupatissimo

Grattandosi la testa

Facendo un passo indietro

lel:

Oddio !

Quanno ariva ‘n telegramma so’ sempre brutte notizie !

Io nun c’ho er core de leggelo, fatelo voi !

 

 

Jolanda apre il telegramma e legge

 

 

Ansioso

lel:

Allora che dice ?

 

 

 

Prendendola alla larga

JOL:

Sor Nicò, per caso c’avete ‘n parente che se chiama Francesco ?

 

 

 

Assentendo

Preoccupato

lel:

Si, zì Francesco, er fratello der padre de mi moje !

Perché ?

 

 

 

Girandoci attorno

JOL:

Sempre per caso, abbita in Toscana ?

 

 

 

Confermando, con crescente ansietà

lel:

Sicuro, s’è trasferito llì, co’ tutta lla famija, ‘na decina d’annetti fa.

Ma perchè ?

 

 

 

Minimizzando

JOL:

Gnente !

Pare che c’avuto ‘n forte raffreddore ...

 

 

 

Perplesso

lel:

E pe’ ‘n raffreddore de zì Francesco me manneno ‘n telegramma ?

 

 

 

Assumendo un tono più serio

JOL:

Beh, pare che er raffreddore se sia trasformato in bronchite ...

 

 

 

Come per tranquillizzare se stesso

lel:

Certo co’ lla bronchite nun se scherza, ma ar giorno d’oggi se cura ...

 

 

 

Ancora più drammatica

JOL:

Poi è passata a pormonite.

 

 

 

Dispiaciuto

Con vivo interesse

lel:

Mannaggia lla pupazza !

E adesso come sta ?

 

 

 

Drammaticamente

JOL:

E’ morto !

 

 

 

Allibito e costernato

lel:

Come è morto !

 

 

 

Indica il telegramma poi lo legge

JOL:

Sta scritto qua: “Francesco Ferruccio muore a Gavinana“ !

 

 

 

Sinceramente afflitto

Perplesso

lel:

Povero zì Francesco, era così ‘na brava perzona !

Ma che cazzo c’era annato a fa’ a Gavinana ?

 

 

 

Cercando un motivo

JOL:

Forze er lavoro ...

 

 

 

Preoccupato

lel:

E mo chi je llo dice a Caterina, c’era tanto affezzionata !

 

 

 

Premurosa

Andando verso sinistra

JOL:

Me riccomanno preparatela con cautela.

Io me ne torno in guardiola.

 

 

Jolanda esce da sinistra

 

 

Scuotendo la testa

Ripensandoci

Perplesso

Con un sospiro di rassegnazione

lel:

Ma guarda tu !

Era ‘n omome pieno de vita !

Me domanno e dico, è possibbile che  lli medici  nun siino riuscito a sarvallo ?

Aritornamo a lle tabbelline: nove pe’ quattro trentas ...

 

 

E1 Campanello

 

 

Infastidito

lel:

E mo chi è ?

 

 

 

Da dietro la quinta sinistra

JOL:

(F.C.) So sempre io Tecla !

 

 

Entra Jolanda, da sinistra, con un telegramma già aperto in mano

 

 

Allibito

Preoccupato

lel:

N’artro telegramma !

E che dice ?

 

 

 

Legge, senza capire

JOL:

“Medici scacciati da Firenze” !

 

 

 

Trovando la spiegazione

Perplesso

lel:

Ecco perchè è morto er poro zì Francesco !

Ma come se fa a manna via tutti lli dottori da Firenze ?

 

 

 

Stringendosi nelle spalle

Avviandosi verso sinistra

JOL:

Se vede che era ‘na protesta sindacale, ne fanno una ar giorno !

Io torno da basso.

 

 

 

Rassegnato

lel:

Lassate lla porta aperta che nun c’ zia mai n’arivassero artri !

 

 

 

Sulla soglia

JOL:

Come volete sor Nicò !

 

 

Jolanda esce da sinistra.

 

 

Rammaricato

lel:

Chissà come sta ridotta quella pora famija !

E soprattutto Cesare, er fijo, che stravedeva pe’er padre !

 

 

Entra Jolanda, da sinistra, con un telegramma già aperto in mano

 

 

Legge direttamente

JOL:

“Cesare impone gioco romano ad Alessandria” !

 

 

 

Allibito

lel:

Ma come, a quello sciagurato, je more er padre e llui se mette a giocà a sottomuro co’ Alessandra ?

 

 

 

Sconsolata

JOL:

Che volete fa’, lli giovani d’oggi nun c’hanno più rispetto pe’ nissuno !

 

 

Jolanda esce da sinistra.

 

 

Dandosi una pacca sulla coscia

Scuotendo la testa

Consolatorio

Ripensandoci

lel:

Che tempi !

De sto passo indove anneremo a finì ?

Meno male che ce resta zì Giovanni !

E quello chi l’ammazza, imbarcato de sordi come sta!

Tutto sommato era mejo che moriva lui armeno ereditavo quarche cosa !

 

 

Entra Jolanda, da sinistra, con un telegramma già aperto in mano

 

 

Legge

JOL:

“Giovanni senza terra ...” !

 

 

 

Interrompendo

lel:

Pure !

 

 

 

Riprende a leggere

Jol:

“Giovanni senza terra costretto magnà carta” !

 

 

 

Sconsolatamente incredulo

lel:

Addirittura ridotto a magnà lla carta !

 

 

 

Sentenziando

JOL:

La fame è fame !

 

 

Jolanda esce da sinistra.

 

 

Riflettendo tra se con rammarico

Con una punta di acredine

lel:

Penza a quella pora zia Antonietta, lla moje, che se sarà dovuta venne tutti lli brillocchi !

Tutto sommato ben je sta, che c’aveva ‘na puzza sotto er naso che levete...

 

 

Entra Jolanda, da sinistra, con un telegramma già aperto in mano

 

 

Legge

JOL:

“Maria Antonietta sposa Luigi icse vi” !

 

 

 

Disgustato

Con rancore

lel:

‘Sta zozza !

Er marito finisce co’ lle pezze ar culo e llei corre a sposasse ‘n artro che penza solo ar Totocarcio !

 

 

 

Scuotendo la testa

JOL:

Da certe donne c’è d’aspettasse questo e artro !

 

 

Jolanda esce da sinistra.

 

 

Rivolto al cielo

lel:

Si c’è ‘na giustizzia, lla deve da pagà cara quell’infame de zì Antonietta !

 

 

Entra Jolanda, da sinistra, con un telegramma già aperto in mano

 

 

Legge

JOL:

“Maria Antonietta va al patibolo ...” !

 

 

 

Soddisfatto

lel:

E ben je sta !

 

 

 

Confermando

Precisa

JOL:

Parole sante !

Però er telegramma nun è finito !

 

 

 

Ansioso

Esortativo

lel:

Che artro sarà successo ?

Forza leggete sora Tuta !

 

 

 

Legge

JOL:

“Maria Antonietta va al patibolo nell’anno mille settecento novantatre” !

 

 

 

Esterrefatto

lel:

Come, ner mille settecento novantatre ?

 

 

 

Stringendosi nelle spalle

Da il telegramma a Lello

JOL:

Così ce sta scritto !

Leggete puro voi !

 

 

 

Legge scandendo

Perplesso

lel:

Mille settecento novantatre !

E che vo’ di’ ?

 

 

Non sapendo che dire

Incamminandosi verso sinistra

JOL:

Boh ?

Io torno in guardiola hai visto mai ne arivassero artri !

 

 

Jolanda esce da sinistra.

 

 

Rigirando i telegrammi fra le mani

lel:

Mille settecento novantatre ... Mille settecento novantatre ...

 

 

Entra Irene da sinistra

 

 

Con sorpresa e soddisfazione

ire:

Ciao caro, vedo che, finalmente, ti sono arrivati i telegrammi !

 

 

 

Sconcertato

lel:

E tu come fai a sapello ?

 

 

 

Facendo una carezza a Lello

ire:

Sono stata io ad iscriverti ad un corso di storia per corrispondenza, per meglio prepararti all’esame !

 

 

 

Mostrando i telegrammi

lel:

Ma allora tutte quelle brutte notizie ...  zio Francesco ... zio Giovanni ...

 

 

 

Prendendo i telegrammi dalle mani di Lello

ire:

Ma quali brutte notizie, quelli erano accadimenti storici in sintesi !

 

 

 

Prendendosi la testa tra le mani

lel:

E io che me so’ dato tanta pena !

 

 

 

Abbracciando Lello

ire:

Povero caro, è tutta colpa mia, avrei dovuto avvisarti, ma volevo farti una sorpresa !

 

 

 

Sconsolato

lel:

A momenti me pijava ‘n infarto !

 

 

Entra Jolanda, da sinistra, con un telegramma già aperto in mano

 

 

Sventolando il telegramma

JOL:

N’è arrivato ‘n artro !

 

 

 

Strappando il telegramma dalle mani di Jolanda

lel:

Da a me, che questo me llo leggo da solo !

 

 

 

Remissiva ed ironica

JOL:

Contento voi !

 

 

 

legge

lel:

“Caterina mette le corna a Nicola con Alessio“

 

 

Jolanda fa ampi segni di assenso

 

 

Preoccupatissima, cerca di sminuire

ire:

Caro non vorrai dar credito ad un infamante telegramma anonimo !

 

 

 

Rassicurante

Spiega

lel:

Ma no !

Questo vo di’ che Caterina de Russia tradisce er marito Nicola cor conte Alessio !

 

 

 

Tirando un sospiro di sollievo, tra se

ire:

Meno male !

 

 

 

Sentenziando

JOL:

Lla pora nonna diceva sempre che, a forza de fa ar lupo ar lupo, er lupo ariva davero!

 

Via Proiez. 11

Luci in Pz1

 

Silenzio

 

 

Chiamando

lel:

Marcello ?

 

 

 

Insistendo

jol:

Marcè ?

 

 

 

Perplesso

mar:

Che ve s’è sciorto ?

 

 

 

Incalzante

lel:

Llo stacco finale !

 

 

 

Colto di sorpresa

mar:

Che avete deggià finito ?

 

 

 

Aspettando l’approvazione, s’avvicina

jol:

Semo stati forti eh ?

 

 

 

Laconico

mar:

Nun ve dico !

 

 

Entra Dario da sinistra.

 

Assentendo con la testa

dar:

C’è solo ‘n probblema !

 

 

 

Preoccupata

jol:

Quale ?

 

 

 

Con durezza

dar:

Nun fate ride !

 

 

 

Cercando di porre riparo, implorante

lel:

Datece ‘n po’ de tempo, che ce rimettemo lle mano, e vedrete che verrà fora ‘na bomba !

 

 

 

Con decisione

dar:

Famo ‘na cosa, domani ll’ariprovamo ‘sta scena, ma si fa schifo come mo, lla segamo!

 

 

 

Rammaricata, si avvia verso destra

jol:

Mannaggia lla pupazza, nun ne va bene una!

 

 

 

La raggiunge e mette una mano sulle spalle di Jolanda, con affetto

lel:

Jolà, nun t’appenà, male che va c’avemo sempre pronto er piano “emme”

 

 

 

Con amarezza, guardandolo in tralice

jol:

Emme come “morti de fame” ?

 

 

 

Mentre la porta verso destra

lel:

Matrimonio, Jolà, matrimonio !

 

 

 

Laconica, scuotendo la testa

jol:

E’ ll’istessa cosa !

 

 

Jolanda e Lello escono da destra

 

 

Ad Augusto

dar:

Gustare ?

 

 

 

Pronto

aug:

Comandate sor Dario.

 

 

 

Frastornato

dar:

Che ce resta de provà, che co’ tutto s’andirivieni, so’ sortito de cervello.

 

 

 

Con scarso entusiasmo

aug:

Ce sarebbero  Ettore e Renata cor duetto de “Biacio adacio”.

 

 

 

Passandosi una mano sulla testa

Rivolto a Marcello cercando un appoggio

dar:

‘N’artra vorta quei dua !

Marcè, nun è che a posto de Renata ce potemo mette Sirvietta ?

 

 

Renata, entra da sinistra in costume da bagno e un pallone. Va verso Dario come una furia. Ettore la segue ,in costume da bagno e  con una camera d’aria nera alla vita.

 

 

Puntando l’indice contro Dario

REN:

T’ho sentito sa, t’ho sentito !

Tu devi solo da provacce che io te cavo ll’occhi!

 

 

 

Cercando di trattenerla per un braccio

ett:

Carmete Renà, che Dario diceva così pe’ di’ !

 

 

 

Rivolta ad Ettore, molto risentita

Indicando Dario con la testa

REN:

Er sor capocomico ha preso ‘na cotta pe’ lla serva e mo lla vorebbe fa’ scontà a me !

 

 

 

Cercando di rabbonirla

ett:

So’ sicuro che te sbaji !

 

 

 

Parlando a nuora perché suocera intenda, rivolta ad Ettore

REN:

Allora com’è che Valeria ll’ha beccato, che se stava a sbaciucchia co’ quella sciacquetta!

 

 

 

Toccato, interviene con decisione

dar:

Aridaje!

Pare che llo sport preferito qui dentro, sia de offenne quella pora fija !

 

 

 

Sempre dando le spalle a Dario, con veemenza

REN:

Llo senti, llo senti come se scalla, e poi viè a riccontà che nun è vero !

 

 

 

Facendo girare Renata verso di se

A brutto muso

dar:

E si puro fusse ?

Nun devo certo da renne conto a te !

 

 

 

A faccia a faccia con Dario

REN:

Artro che si, dar momento che, pe’ falla contenta, lla voi mette in quer posto a me!

 

 

 

Con estrema fermezza

dar:

Famo a capisse: io so er capocomico, er regista e, soprattutto, quello che ce mette lli sordi ...

 

 

 

Cercando di dire la sua

REN:

Noi nun avemio ancora visto ‘n centesimo !

 

 

 

Con determinazione

dar:

‘N’artra parola e ve rimanno andò v’ho pijato !

 

 

 

Preoccupato, cerca di tirarsi fuori

ett:

Scusa ma io che c’entro ?

 

 

 

Piccata. Si gira verso Ettore

Con amarezza

REN:

Ah ! M’ammolli puro tu !

Bella riconoscenza doppo che t’ho dedicato lli più bell’anni de lla vita mia !

 

 

 

Intervenendo, spazientito

Girato verso Dario

mar:

Adesso ce manca che ve mettete a litiga puro fra de voi !

Dario, faje fa’ ‘sto cazzo de nummero e poi se vede !

 

 

 

Andando verso sinistra seguito da Marcello

dar:

Vabbè annamo co’ Biacio !

 

 

Dario e Marcello escono da sinistra Parte M9  (Adagio Biagio)

Proiez.12 (Bagno marino anni venti)

Luci in Pz18 (esterno spiaggia)

 

 

Gioca con il pallone poi lo lancia ad Ettore e va a sedere sulla sdraia

REN:

Un bel dì probabilmente

sarò la vostra fidanzata !

 

 

 

Raccoglie al volo il pallone, lo lancia in aria poi lo riprende

Va vicino a Renata e si inginocchia ai suoi piedi

ett:

Ma la cosa è molto urgente,

ho una voglia travolgente

di far tosto la frittata.

Per l’amore e per l’onore

della vera libertà,

oh mio bene,

ci conviene

di far senza podestà !

 

 

 

Si alza, toglie il pallone dalle mani di Ettore

Lancia  il pallone in aria più volte

REN:

Ah no, ohibò !

Si sbaglia: no ah no !

Ah, no ! No !

 

 

 

Rialzandosi

ett:

Oh che bella voce,

sembri la Trotta Dal Monte !

 

 

 

Si aggancia alla camera d’aria di Ettore ed assieme fanno il trenino

REN:

Biagio ! ... Adagio !

Andiamo adagio Biagio !

Adagio, Biagio, andiam,

se no del mal facciam !

 

 

 

Si gira e si aggancia al pallone di Renata ed assieme fanno il trenino

ett:

Adagio ! ... Biagio !

Biagio ! ... Adagio !

Tanto adagio non può andar,

chi va piano non può arrivar !

 

 

 

Alza in alto il pallone e si mette a faccia a faccia con Renata

ett:

Quando poi sarem sposini,

noi faremo tutto in fretta.

 

 

 

Rimette il pallone tra di loro

REN:

Noi staremo ognor vicini,

ma saremo prudentini

se no sai quel che ci aspetta.

 

 

 

Lancia lontano il pallone

ett:

No, perbacco e per l’onore

della patria podestà

è assai bene,

ci conviene far figlioli in quantità !

 

 

 

Correndo a riprendere il pallone

REN:

Ah ! No ! Ohibò !

Ti sbagli ! Ah no !

Ah, no ! No !

Ah, ah, ah, ah, ah, aaah !

 

 

 

ett:

Aaah ! Meno male che s’è sgonfiata !

 

 

 

Si aggancia alla camera d’aria di Ettore ed assieme fanno il  trenino

REN:

Biagio ! ... Adagio !

Andiamo adagio Biagio !

Adagio, Biagio, andiam,

se no del mal facciam !

 

 

 

Si gira e si aggancia al pallone di Renata ed assieme fanno il trenino

ett:

Adagio ! ... Biagio !

Biagio ! ... Adagio !

Tanto adagio non può andar,

chi va piano non può arrivar !

 

 

 

Si aggancia alla camera d’aria di Ettore ed assieme fanno il  trenino

Si gira e si aggancia al pallone di Renata ed assieme fanno il trenino

reg

ett:

Biagio ! ... Adagio !

Andiamo adagio Biagio !

Adagio, Biagio, andiam,

se no del mal facciam !

Adagio ! ... Biagio !

Biagio ! ... Adagio !

Tutto questo si farà,

ma con gran velocità !

 

 

 

ett:

Prova cara a far più presto !

 

 

 

Idem, ma sempre a maggior velocità

reg

ett:

Biagio ! ... Adagio !

Andiamo adagio Biagio !

Adagio, Biagio, andiam,

se no del mal facciam !

Adagio ! ... Biagio !

Biagio ! ... Adagio !

Tutto questo si farà,

ma con gran velocità !

Ooooh !

 

 

Stop M9

Via Proiez. 12

Luci in Pz1

 

 

Fa il gesto dell’ombrello

Rivolta verso sinistra con soddisfazione

REN:

Tie !

Becchete questa !

 

 

Entrano da sinistra Dario e Marcello

 

 

A Marcello cercando approvazione

ett:

Stavorta nun c’hai gnente da di’, vero Marcè ?

 

 

 

Non molto soddisfatto

mar:

Fatto sarvo che, sur finale, avete attaccato troppo presto, ne ll’inzieme po’ annà !

 

 

 

Aggressiva nei confronti di Ettore

REN:

E’ ‘sto fregno che c’ha lla frelletica, pare che je correno appresso !

 

 

 

Risentito

A Marcello

ett:

Io eh ?

E’ robba che, si nun me sbrigo, me zompa sopra e se sente solo a llei !

 

 

 

Interviene a porre fine alla discussione

dar:

Annate a litigà da ‘n’artra parte e teneteve pronti pe’ er finale !

 

 

 

Rivolta ad Ettore, mentre si avvia verso sinistra

REN:

Sempre co’ ‘sta aria de padreterno !

Possibbile che deve da trattà tutti come lli cani randaggi ?

 

 

 

Prendendo Renata sottobraccio

ett:

Namo va, sinnò me comprometto !

 

 

Renata ed Ettore escono da sinistra

 

 

Impaziente a Marcello

dar:

Semo pronti pe’ ’sto finale si o no ?

 

 

 

Alzando le spalle

mar:

Bisognerebbe sentì JeanMarie !

 

 

Entra JeanMarie da destra

 

Di slancio andando verso Dario

jea:

Prontissement !

 

 

 

Preoccupato

dar:

La coreografia de je ll’hai spiegata bene a quei quattro strapponi ?

 

 

 

Rassicurante

Con orgoglio

Come in estasi accenna un passo

jea:

Ma certament !

Le meilleur est Casimirò !

Dovreste vederlo con quale charme danza !

 

 

 

Con sottinteso

mar:

Ll’vemo capito che orammai c’hai ll’occhi solo pe’ lui !

 

 

 

Convinto

jea:

Est adorable !

 

 

 

Avviandosi a destra, con fare sbrigativo

dar:

Vabbè annamose a preparà puro noi e famola finita a lla sverta, che doppo c’ho ‘n appuntamento a cena  !

 

 

 

Pregustando il poi

jea:

Anche moi esper d’aver una cenetta tete a tete !

 

 

 

Laconico

mar:

Nun ce sta bisogno che dichi co’ chi !

 

 

Dario, Marcello e JeanMarie escono da destra, da sinistra entra Valeria

 

 

Sull’orlo del pianto isterico

val:

Che umiliazione !

Che umiliazione !

 

 

Da destra entra Jolanda, che ha rimesso il grembiule con un abito

 

 

Preoccupata

jol:

Che fate parlate da sola ?

 

 

 

Asciugandosi gli occhi con un fazzolettino di pizzo

Con raccapriccio

val:

Cara Jolanda, ho passato il momento più orribile della mia vita !

Sapessi cosa ha saputo dirmi quell’orrenda donna !

 

 

 

Assentendo con la testa, comprensiva

jol:

Ve capisco, a ‘ste cose nun ce se fa mai er callo !

 

 

 

Esprimendo grande risentimento

val:

Quello che mi ha dato di più ai nervi è che, quella bestia di Ciccino, non ha speso una parola per difendermi !

 

 

 

A mo di consolazione

jol:

Che ce volete fa, lli sordi manneno ll’acqua pe ll’inzù !

 

 

 

Assentendo

Con rammarico

Decisa

val:

E’ proprio vero !

E io, che per quel becero, ho lasciato che Dario facesse i suoi comodi con quella servetta !

Ma adesso ci penso io a rompergli le uova nel paniere !

 

 

 

Cerca di distoglierla dall’intento, preoccupata per Silvia

jol:

Lassate perde, che chi nun ve vole nun ve merita, e poi, bella come sete, nun ve mancherà ll’occasione de incastrà ‘n arto Ciccino !

 

 

 

Rabbonita dall’adulazione di Jolanda

val:

Grazie Jolanda, tu sai sempre trovare le parole giuste !

Il mio costume per il finale è pronto ?

 

 

 

Consegnandole l’abito

jol:

Ecchelo qua, abbasta che ve ll’annate a mette !

 

 

 

Prende l’abito e va verso destra

val:

Vado subito !

 

 

Valeria esce da destra, entra Silvia da sinistra già vestita per il finale

 

 

Correndo ad abbracciare Jolanda

sil:

Jolanda ! Jolanda !

‘Na granne notizzia !

 

 

 

Ricambiando l’abbraccio

jol:

Ce llo so, er sor Dario t’ha dato lla parte de Agatina !

 

 

 

Emozionatissima

sil:

Non zolo !

Ma stasera m’ha invitata a cena, soli noi dua !

 

 

 

Piacevolmente sorpresa

jol:

Ah !

 

 

 

Con grande agitazione

Preoccupata

sil:

Nun sto più ne lla pelle, me sembra de tocca er cielo co’ ‘n dito !

Solo che ce sta ‘n probbema, nun c’ho gnente da metteme !

 

 

 

Rassicurante

jol:

Fa ‘na cosa, va in sartoria e pijete er vestito da sera rosso, che tanto nun serve a nissuna !

 

 

 

Abbracciandola di nuovo

sil:

Jolanda sei ‘n angelo !

 

 

Silvia esce da sinistra da destra, entra Marcello, in smoking

 

 

Con nonchalance

mar:

Jolà, nun è che per caso, tu o Sirvia, rimettenno a posto lli camerini, avete trovato ‘n bijettino rosa?

 

 

 

Tra se, soddisfatta

jol:

Ecchelo er citrullo chi era !

 

 

 

Non afferrando

mar:

Che stai a di ?

 

 

 

Dimostrando sicurezza

Preoccupata

jol:

No, nun avemo trovato er resto de gnente. Perché era ‘na cosa de valore ?

 

 

 

Minimizzando

mar:

No, solo che c’avevo buttato giù ‘n pezzo de musica che me frullava ne lla capoccia !

 

 

 

Con sottinteso malizioso

jol:

Vorrà di’ che ll’arifate da capo, lla sonatina !

 

 

 

Rassicurante, andando a sinistra

mar:

Tanto ce ll’ho ancora in testa !

 

 

Marcello esce da sinistra

 

 

Con una risatina ironica

Con malizia

jol:

Hai capito er maestro !

C’arimane de sapé chi è quella che è stata sonata !

 

 

Entra Irene da destra, vestita per il finale

 

 

Non dando importanza alla cosa

IRE:

Jolà, nun è che sia importante, ma jerzera me dev’esse cascato ‘n bijettino rosa dar copione, nun è che per caso ll’hai trovato ?

 

 

 

Tra se, a bassa voce, soddisfatta

Fingendo dispiacere, a voce alta

jol:

E mo sapemo puro chi è lla citrulla !

No, me dispiace !

 

 

 

Rammaricata

IRE:

Peccato, c’avevo scritto ‘n appunto su come mejo renne lla parte mia !

 

 

 

Con sottile ironia

jol:

Vorrà dì che farete a soggetto, tanto, su certe cose, ll’esperienza nun ve manca !

 

 

 

Andando verso destra

IRE:

Vado a ripassarmi il trucco.

 

 

Irene esce da destra, da sinistra entra Lello in smoking

 

 

Andando da Jolanda

lel:

Allora Jolà llo mettemo in atto er piano “emme”?

 

 

 

Con un lieve cenno d’assenso con la testa, autoironica

jol:

Ma si, tanto ne lla vita mia me so’ fatto tutto l’arfabeto !

 

 

 

Prendendo le mani di Jolanda

lel:

M’hai reso ll’omo più felice de lla tera !

Abbracceme Jolà !

 

 

 

Con soddisfatta remissione

jol:

E famo puro questa !

 

 

Jolanda e Lello si abbracciano e poi escono da sinistra

 

 

Parte M10 (La Cucaracia)

Proiez. 13 (fondale Bella Epoque)

Luci in Pz19

 

 

Entra e va a ringraziare

sil:

Se l’amore ho alfin trovato,

e il successo m’ha baciato,

il Cafè ho ringraziato.

Viva il Cafè Chantant !

 

 

 

Entra e va a ringraziare

mar:

Sia nel bene che nel male,

tutti li ho fatti cantare !

Cara gente perdonate,

chi le note stonerà !

 

 

 

Entra e va a ringraziare

jol:

Con la sagacia, con la sagacia,

so cucire e rammendar !

 

 

 

Entra e va a ringraziare

aug:

Con perspicacia, con perspicacia,

so inchiodare ed avvitar !

 

 

 

Entra e va a ringraziare

dar:

Con la tenacia, con la tenacia,

tutti quanti fò marciare!

 

Entra e va a ringraziare

ire:

Di bello aspetto, con un sorriso,

con procacia io so amar !

 

 

tutt:

Con grande audacia, con  grande audacia,

qui in questo Cafè Chantant,

con grande audacia, con grande audacia,

vi abbiam fatto visitar.

Con grande audacia, con grande audacia,

e la speranza di piacer

Se un bel sorriso vi abbiamo acceso,

l’efficacia allora c’è !

 

Entra e va a ringraziare

nan:

Da geloso o incontinente,

divertir v’ho fatto gente !

 

 

Entra e va a ringraziare

jea:

Ballerino e gran ricchione,

sollazzar fò le persone !

 

 

 

Entra e va a ringraziare

ren:

Se un lacrima è calata,

co’ del pupo la cantata,

ascoltando Biagio Adagio,

di sorrider ho dato agio !

 

 

 

Entra e va a ringraziare

ett:

Con la mendacia, con la mendacia,

ho saputo raggirar.

Con la mendacia con la mendacia,

penso solo al mangiar !

 

 

 

Entra e va a ringraziare

val:

Con pertinacia, con pertinacia,

so l’amore conquistar !

Se non mi piace quel tipo audace,

uno nuovo arriverà !

 

 

 

tutt:

Con grande audacia, con  grande audacia,

qui in questo Cafè Chantant,

con grande audacia, con grande audacia,

vi abbiam fatto visitar.

Con grande audacia, con grande audacia,

e la speranza di piacer

 

 

 

Entra e va a ringraziare

lel:

Se un bel sorriso abbiamo acceso,

l’efficacia allora c’è !

 

 

 

tutt:

Tutti in coro noi facciamo:

viva il cafè chantant!

 

 

Stop M10

Dopo applausi parte M11

Proiez. 14

Luci in Pz

 

 

mar:

Va cuore mio da fiore in fior

Con dolcezza e con amor

Vai tu per me

 

 

 

aug:

Fa che la mia felicità

Viva solo di realtà

Vicino a te

 

 

 

jea:

Voglio vivere così

Col sole in fronte

 

 

 

nan:

e felice canto beatamente

 

 

 

cas:

Voglio vivere e goder

L’aria del monte

 

 

 

JOL:

Perché questo incanto non costa niente

 

 

 

ren:

ah ah oggi amo ardentemente

Quel ruscello impertinente

Menestrello dell’amore

 

 

 

SIL:

ah ha la fiorita delle piante

Tiene in festa questo cuor

Sai perché?

 

 

 

cas:

Voglio vivere così col sole in fronte

E felice canto canto per me.

 

 

 

mar:

Tu non m’inganni sole d’or

M’accarezzi e dai calor

Sei buono tu.

 

 

 

ett:

Tu che respiri il mio respir

Ogni pena sai lenir

Campagna tu.

 

 

 

lel:

Voglio vivere così

Col sole in fronte

 

 

 

ire:

E felice canto beatamente

 

 

 

aug:

Voglio vivere e goder          

L’aria del monte

Perché questo incanto

Non costa niente

 

 

 

ren:

ah ah oggi amo ardentemente

Quel ruscello impertinente

Menestrello dell’amore.

 

 

 

sil:

ah ah la fiorita delle piante

Tiene in festa questo cuor

Sai perché?

 

 

 

dar:

Voglio vivere così

Col sole in fronte

E felice canto beatamente

Voglio vivere e goder

L’aria del monte

Perché questo incanto

Non costa niente

 

 

 

cas:

Voglio vivere così col sole in fronte

E felice canto

Beatamente !

 

 

 

val:

ah ah oggi amo ardentemente

Quel ruscello impertinente

Menestrello dell’amore !

 

 

 

sil:

ah ah la fiorita delle piante

Tiene in festa questo cuor

Sai perché?

 

 

 

tutt:

Voglio vivere così

Col sole in fronte

E felice canto

Canto per te…

CANTO PER TE!

 

 

Stop M11

Via Proiez. 14

Sipario

 

 

FINE