Comm’è bella a’ Svizzera

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COMME BELL A SVIZZERA

commedia in due atti di

Simone Pascale

TRAMA

Comm Bell a Svizzera!, molteplici possono essere i significati legati a questa frase, ma che nel nostro caso possiamo tradurre come un urlo quasi di disperazione, una necessit fisica e mentale di un luogo dove potersi rifugiare nella pace dei sensi.

Siamo nella Napoli degli anni 70, e il Governatore Fausto Poretti, uomo leale dedito al lavoro, amato dal popolo, conduce la sua impervia carica tra mille complicazioni causate dalla cattiva condotta del suo Vice, Salvatore Schettino, dalla scarsa professionalit dei suoi due assessori, Gasparre e Melchiorri, e dalle continue quanto stressanti visite dello scettico Commissario Beretta. Pi volte infatti, il Governator Poretti si ritrover a parlare faccia a faccia con Nicola, suo fidato adepto, fino ad essere costretto ad occultare intercettazioni e prove, procurate dal giovane ragazzo, sufficienti a far arrestare il reo Schettino, impegnato nel frattempo ad importunare la suadente Miranda, segretaria del Governatore.
Ma una difficile situazione lavorativa non lunica cosa a tenere sulle spine Poretti, va infatti aggiunta anche sua moglie, Addolorata, donna costantemente preoccupata della salute del marito fino a compiere azioni inappropriate e alquanto grottesche. Unica luce di speranza per il Governatore, sua figlia Sofia, giovane studentessa, vittima della troppa dedizione al lavoro del padre, la quale per si trover coinvolta in un vero e proprio scandalo, tanto assurdo quanto reale.

Ma la scintilla che far esplodere la delicata situazione nel palazzo a via Santa Lucia, sar larrivo di uno strano quanto pericoloso personaggio nellufficio di Fausto Poretti: Don Emilio Celi, il quale, ingannato dallennesimo imbroglio di Schettino, cercher vendetta facendo capo al Governatore stesso.
Molteplici addendi di ununica addizione, il cui risultato per lascia di sasso lo spettatore, grazie allapparizione di un ennesimo personaggio, che si potrebbe definire la soluzione a tutti i problemi di Fausto Porettio, per come la si voglia interpretare, la sua condanna definitiva.

Personaggi del testo

Fausto Poretti Governatore regionale

Salvatore Schettino Vice di Poretti

Massimo Lojacono Giovane disoccupato

Nicola Adepto di Poretti

Sofia Figlia di Poretti

Addolorata Moglie di Poretti

Don Emilio Celi alias Polifemo Boss criminale

Chesterfield Mercenario a pagamento

Miranda Segretaria

Assessore Melchiorri

Assessore Gasparre

Commissario Beretta Commissario di Polizia

Dott. Della Ragione Psicologo


Quattro poliziotti in divisa

ATTO PRIMO

Napoli, tarda mattinata. Latto si svolge nellufficio del Presidente Regionale (Governatore) Poretti. Affianco alla comune, una libreria con vari volumi, una grande scrivania alla destra del pubblico adornata da fiori riposti in vasi, a sinistra un carrello con bottiglie e bicchieri, al centro un tavolino con delle sedie, due porte a sinistra e una comune sul fondo.

Scena 1

Si apre il sipario con Miranda, donna sulla quarantina circa ancora piacente, che entra dalla prima a sinistra portando con sfascicoli e un vaso di fiori che appogger sulla scrivania del Governatore, subito dopo liberer la stessa dalle scartoffie del giorno prima.

NICOLA: (Distinto giovane di bellaspetto in giacca e cravatta,entra dalla comune con una ventiquattrore in mano.) Buongiorno. C permesso?

MIRANDA: (entrando da sinistra) Ue signur! Prego prego, accomodatevi. Come state?

NICOLA: (sedendosi al tavolino) Non c male, Grazie Sig.ra Miranda.Il Presidente ancora deve arrivare?

MIRANDA: S signur. Questa mattina aveva una conferenza stampa con tanto di foto e riprese per la televisione, ma credo che a questora sia finita e stiano gi tornando.

NICOLA: Stiano eh? Ci significa che anche Schettino andato con lui, o sbaglio?

MIRANDA: (innervosendosi) E che ve lo dico a fare signur, chill sta ncullat come si foss na cozz. Ar va va o governator, cadda sta pur iss. Agg capit ca si o vice president, ma ogni tant statt o post tuoje (ravvedendosi di aver parlato troppo)uh signur perdonatemi, ma ij so fatta accus, cierti vvote nun riesc a ten a vocca chius.

NICOLA: (con fare consolatorio) Tranquilla Miranda cara, con me potete parlare liberamente. Dopotutto ero gi a conoscenza di questa vostra antipatia nei confronti di Schettino, e vi posso assicurare che non siete lunica

MIRANDA: (cambiando subito espressione) Antipatia? No no no, signurij nun o pozz proprj pari chillu prommc. Appena me ver subit fa (imitandolo) Ue sciasciona add te ne vaje? E pecch nun me salut? E pecch nun me raje nu vas? Eh gi, pecch po una comm a mme se mett a vas nu rattus comm a iss. Signur, io non lo poto proprio.

NICOLA: (ridendo) Siete veramente simpatica Sig.ra Miranda. Sapete se ha lasciato qualche dichiarazione anche lui questoggi?

MIRANDA: Chi, Schettino? Ci potete scommettere. Quello non passa giorno in cui non riesca a farsi intervistare

NICOLA: e fotografare.

MIRANDA: Cha quasi una specie di passione per le telecamere

NICOLA: soprattutto per i fotografi

MIRANDA: Ue, se putess fa nu programm televisiv ngopp a Schettino.

NICOLA: (tra s e s)I Disonesti

MIRANDA: Pensate che oggi a questa conferenza cera addirittura la televisione regionale, se non sbaglio Canale 21 o 22non mi ricordo

NICOLA: Eppure sono sicuro che il canale adatto per Schettino sia (scandendo bene) Canale 23!

MIRANDA: (ridendo copiosamente) Uh chest bell signur! Chillu Governator nuost, nu sant a confronto.

NICOLA: E anche su questo non sbagliate di certo.

MIRANDA: Da quando c lui come se tutta la regione avesse ripreso a sorridere di nuovo, e la cosa bella che hanno votato tutti per lui.

NICOLA: Lo credo bene, da quanto posso ricordare dai miei studi, uno dei pochi Governatori regionali ad aver mantenuto le promesse fatte. Tra laltro il soprannome che la stampa gli ha affibbiato, non stato scelto a caso

MIRANDA: Lincorruttibile Fausto Poretti, mamma mia solo a sentirlo fa na cosa. Non credete? E poi, ammettiamolo, un vero galantuomo, ha un certo portamentoche sacc cos deciso, intelligenteinsomma proprj nu bellomm

NICOLA: (sottolineando) e ammogliato, soprattutto. Ma oggi si festeggia qualcosa? (riferendosi alla scrivania di Poretti adornata da fiori)

MIRANDA: Eh certo signur! Oggi si festeggia il giorno della nascitadi quel Santo Governatore nostro (con occhi da sognatrice)

NICOLA: Accidenti, il compleanno del Presidente! Con tutte le faccende da sbrigare, mi sono completamente dimenticato.

MIRANDA: Ah a proposito signur nun vagg ritt che succies stammatin! Chillu turz e Schettino, entrando nel palazzo, essendosi dimenticato anche lui del compleanno del Governatore, sapit che ha fatt? Ha pigliat o primm mazz e sciur ed entrato qua dentro. Quann o Governator lha pigliat, jut a ver o bligliettin e nun putit cap che figurcera scritto con tanto affetto dal vostro caro amico, il Sindaco di Napoli!Ma vuje o facit buon a un e chill?(riferendosi a Schettino)

NICOLA: (ridendo) Come si dice, la madre dei cretini sempre incinta! Ma mi raccomando Sig.ra Miranda, di quanto abbiamo detto finora, non fatevi scappare nulla difronte a lui, voi lo sapete meglio di me come sono tesi gli animi in questo palazzo.

MIRANDA: Per carit! Non dubitate signur, non mi faccio scappare nulla.

Scena 2

In scena Miranda e Nicola. Poi Fausto e Salvatore.

FAUSTO: (da dentro) Salvat, muovt a sagl!

MIRANDA: Eccoli qua, sono tornati. (va verso la comune)

FAUSTO:(dal fondo) E accort o penultim gradino che smezzat! (entrando) Miranda, Buongiorno. (Fausto Poretti un uomo di mezzet, alto con baffi neri e occhiali tondi)

MIRANDA: (prendendo il soprabito di Fausto)Buongiorno buongiorno, Governat, e tanti auguri per altri cento anni di buona salute!

FAUSTO: Grazie, grazie tante. (si accorge dello sguardo da sognatrice di Miranda) Gli impegni di oggi?

MIRANDA: Ho messo tutto sulla vostra scrivania, insieme a degli omaggi floreali da parte dei vostri colleghie a proposito, qui ci sta il Signorino Nicola che vi aspetta.

NICOLA: Presidente, Buongiorno.

FAUSTO: (stringendogli la mano e poi abbracciandolo) Ue! Nicola bello. Come andiamo?

NICOLA: Non ci lamentiamo, Grazie mille. E i miei pi sinceri auguri per il vostro compleanno.

FAUSTO: Ah grazie infinite.Prego siedi, siedi.

Entrambi si siedono al tavolino.

NICOLA: (avvicinandosi a Fausto) Presidente, io ho bisogno di parlarvi urgentemente

MIRANDA: (si pone tra i due seduti, ad alta voce come per interrompere)Governatore avete bisogno di qualcosa?

FAUSTO: (infastidito) Miranda ma non vedi che stiamo parlando, scusa? Puoi andare, se ho bisogno ti chiamo.

MIRANDA: Sissignore.

Miranda via a sinistra

FAUSTO: Dunque, dicevamo?

NICOLA: Si ecco, vedete Presidente si tratta del vostro vice, Salvatore Schettino

FAUSTO: (esasperato) Nata vot?

Si sente un forte rumore dal fondo

SALVATORE: (da dentro, urlando)SantAntuono!

FAUSTO: (spaventato) Che stat?

Fausto si avvicina alla comune. Entra e si ferma sulluscio Salvatore Schettino, uomo anziano con

capelli e folti baffi bianchi.

SALVATORE:(dolorante e acciaccato dal fondo) Uh mamma mia bell, o menisc! Ratem na

man!

FAUSTO: (prendendolo sotto il braccio)Salvat che cumbinat? Miranda!

MIRANDA: (rientrando da sinistra) Che succies?

FAUSTO: Dammi un mano per piacere, Schettino si sente male!

MIRANDA: Uh speramm ca ce ven na cos a chist! Accuss co luamm a nanz!

I due lo fanno sedere lentamente su una sedia.

SALVATORE: (lamentandosi) SantAntuono, San Giorgio, Santi tutti! Aiutatemi!

FAUSTO: Ma se po sap che hai cumbinat?

SALVATORE: Governat, Governat si acchiapp a chillu fetent che ha costruit stu palazz, o

mann o spidal pe nu mesema nun putev fa na scala come comanda Dio?

FAUSTO: E te lagg ritt pur: accort o penultim gradino!

SALVATORE: (dolorante) Ma ij magg stat accort! Lo so io cosa stato che mi ha fatto scapizzare

in avantisono state le malelingueGovernat!

NICOLA: (come per rispondergli) Oppure le preghiere di qualcuno

SALVATORE: (tenendo ancora per mano Miranda) Anema e mamma mij, che dolore! Forse

a questo doloresi pu rimediare con una medicazione lesta lesta, tu che dici Miranda bella?

(cercando di baciarla)

MIRANDA: A medicazion? Comm no! Mo vac a pigli na bella cultella, e ve facc na medicazione

spettacolare!

SALVATORE: A cultella? E ch ff cu sta cultella?

MIRANDA: Comm caggi fa? Vaggia ammuzz sti man fetent ca tenit! E nun sacc comm ve

laggia ric, stateve o post vuost! (liberandosi dalla presa diSalvatore, via prima a sinistra)

SALVATORE: (con unespressione disgustata) Quant acida sta cristiana! (a Fausto) Ma

perch non la licenziate?

FAUSTO: Ma tu pecch nun te staj ferm che mman? Guardate, guardate nomm e chellet, se

crer e ess ancor nu uaglion che va appriess e gonnll!

SALVATORE: (ancora massaggiandosi la gamba, sventolandosi con un fazzoletto)Sapete come

si dice, il lupoperde il pelo ma non la zampa!

FAUSTO: Il vizio, Salvat il vizio!

NICOLA: Certo! Finch non lo chiudono in cella.

SALVATORE: Ue ue, scusate ma qualcuno vi ha interpellato?

FAUSTO:(interropendoli) Facimmc a croc a primma matin! Non iniziamo anche oggi! E tu

Salvat, lascia stareMiranda.

Salvatore con un gesto di esasperazione si alza e si dirige, zoppicando, verso il carrello con

bottiglie e bicchieri, servendosi da bere.

FAUSTO: Dunque Nicola, parla.

NICOLA: Presidente, io credo che la nostra stabilit sia in pericolo.

Salvatore, ascoltando, urter le bottiglie di vetro, per poi rimetterle a posto, come per

interrompere la discussione.

FAUSTO: In che senso, spiegati.

NICOLA: (aprendo la propria ventiquattrore e tirando fuori un fascicolo)Proprio qui ho del materiale, intercettazioni, foto, che potrebbero comportare larresto immediato (alzando la voce) del Vice Presidente Salvatore Schettino!

Salvatore sputa quanto appena bevuto.

SALVATORE: (girandosi verso detti, dopo essersi ricomposto) Tutte calunnie!

NICOLA: Calunnie? Qui ci sonoprove sufficienti per sbattervi in prigione per almeno dodici anni!

SALVATORE: E io devo ancora capire come fate ad averle sempre voi queste proveGovernat, comincio a credere che si annida una serpe nel nostro giardino!

NICOLA: Credo che la serpe in questione, siate proprio voi, signore!

SALVATORE: (alterandosi) Ah, bada a come parli sa!

Nicola e Salvatore inizieranno ad urlare.

FAUSTO: (che nel frattempo ha controllato il fascicolo di Nicola) Statev zitt!

Fausto si alza dirigendosi verso Salvatore.

FAUSTO: E calunnie eh? Ebbiccan o. Ebbiccann! (sventolando una foto in faccia a Salvatore)

Ma come devo fare con te? Questa lennesima volta che Nicola entra nel mio ufficio con foto e intercettazioni, che non solo metterebbero in pericolo te ma anche lintera giunta. Non puoi sempre mettermi in queste scomode situazioni.

SALVATORE: (supplicando)Eh vabbu, Fausto tu lo sai meglio di meij nun o facc appost. In nome della nostra lunga amicizia

FAUSTO: (interrompendolo) Per piacere non cominciare la tiritera. Siamo compagni da tanto tempo, sissignore, ma non ti puoi appellare alla nostra amicizia solo quando si tratta di sfuggire dai guai. Abbi pazienza. E se queste prove fossero andate in mano alla stampa?

NICOLA: (alzandosi) Oh credo proprio che entro oggi ci andranno eccome

FAUSTO: Niente affatto! (si gira severamente verso Salvatore, poi di nuovo a Nicola) Nicola, disfati quanto prima di questo materiale.

SALVATORE: (tirando un sospiro di sollievo)Ah! Santo santo! Vi dovrebbero fare un altarino personale, perch voi siete veramente un santo, Governatore! Al di l di chi dice il contrario, perch c chi freddo e amorfo! (riferendosi a Nicola il quale nel frattempo si risieduto)Mi venuta proprio voglia di gioire, di ballare, di festeggiare! Si, festeggiare ancora una volta la mia liberehmvoglio direla mia totale sottomissione a questo grande e fiero condottiero!(si inginocchia baciandogli una mano) Tutti quanti devono esserne a conoscenza Governat! Tutta Napoli! Tutta Italia! Tutto il Mondo deve sapere che voi, Fausto Poretti, siete la parola divina fatta uomo! (corre verso la comune)La salvezza dellumanit! N ata capit vuje? A salvezz e tutt quant! (via dalla comune)

Scena 3

In scena Fausto e Nicola

FAUSTO: Tu vir o ciel che mha mannat! Mio caro Nicola, rimpiango sempre la tua giovane et, saresti stato un vice perfetto.

NICOLA: Ma perch? Io non riesco a capireperch continuate a difenderlo? Un essere come quello non merita di stare in questo palazzo, al vostro fianco. Meriterebbe la galera, lergastolo! Quello fa il lupo e la pecorella, e mi sorprende che voi, dopo tutto questo tempo non labbiate capito. Riconosco senza dubbio la vostra lunga amicizia, ma questultima predomina sempre sui vostri doveri presidenziali. Voi lo dovreste consegnare nelle mani della giustizia!

FAUSTO: (irritandosi) Io sono il Presidente, Nicola, e non ammetto che qualcuno mi dica cosa fare o non fare. Mi dispiace ma le cose stanno cos. (con tono paterno, alzandosi dalla scrivania e dirigendosi verso Nicola) Ma secondo te veramente continuo a proteggere Salvatore soloperch ci conosciamo da tanto tempo?Nic, non si tratta di salvare solo Salvatore, si tratta di salvare lintera nave e tutto lequipaggio. Sai bene che se malauguratamente Salvatore finisse in prigione, lintera giunta compreso me, andrebbe sotto processo. Mozioni di sfiducia, avvisi di garanzia e cumparielli belli, eh no non posso permetterlo abbi pazienza, capiscimi. Si tratta del pane, Nic, e col pane non si scherza.Tu sei un bravo giovine, onesto, leale, ma purtroppo ci sono cose sulle qualibisogna chiudere un occhio. Non ci possiamo fare niente Nic.

NICOLA: Ho capito perfettamente Governatore, inutile aggiungere altro, e anzi mi scuso per quanto detto finora.Dopotutto quando accettai questo incarico, gi sapevo a cosa andavo in controsappiate che finora non ho denunciato Schettino solo per il rispetto che provo verso di voi.

FAUSTO: Ed io ti ringrazio Nicola mio. Tu per me sei come un figlio.

NICOLA: Ah, Presidente a proposito, ci sarebbe unaltra cosa di cui vorrei parlar

Viene interrotto da Miranda che entra dalla prima a sinistra

MIRANDA: (con tono di voce alto) Governatore, ci sono gli assessori Gasparre e Melchiorri per la riunione sulle proposte di legge .

FAUSTO: Ebbicann anna arrivat i Re Magi, falli entrare Miranda. (Miranda via prima sinistra) Nicola abbi pazienza, se non nulla di importante ne parliamo appena finisco con il Duo Fasano.

NICOLA: (preoccupato) No! (ricomponendosi)voglio dire, non preoccupatevi Presidente, possiamo parlarne dopo.

FAUSTO: Grazie ancora per tutto quello che fai Nicola mio.

NICOLA: (prendendo la sua ventiquattrore)E il minimo, lo sapete, per voi mi butterei anche gi da un ponte se servisse. A pi tardi, e buon lavoro. (via dalla comune)

FAUSTO: (accorgendosi del fascicolo su Salvatore abbandonato sul tavolino)Nic, hai dimenticato questo! Vabbuon ja, me ne occupo io ho capito.

Fausto si avvicina ad una piccola libreria dove vi inserisce il fascicolo.

GASPARRE: (da dentro) Governat, possiamo?

FAUSTO: Non sapete aspettare? Un momento!

Torna seduto alla sua scrivania.

FAUSTO: (distrattamente, iniziando a scrivere su un foglio) Prego, potete entrare!

Scena 4

Si fermano sul fondo scena, Gasparre, uomo di mezzet dallaspetto bizzarro con cappellino di buon compleanno in testa e con un tipico fischietto carnevalesco, e Melchiorri, giovane donna ben vestita ma totalmente ingenua, anchessa con un fischietto simile. Gasparre, senza parlare ma gesticolando solamente, conter fino a tre, dopodich entreranno entrambi saltando nellufficio di Porettie soffiando nei rispettivi fischietti.

FAUSTO: (saltando dalla sedia) Maronna! Che ?

GASPARRE: Governat, tanti auguri!

MELCHIORRI: Per altri cento anni di buona salute, Governatore! Come il vostro cuore desidera!

FAUSTO: (prendendo un libro dalla scrivania e cercando di lanciarlo verso questultimi) Chi v viv! Ma dico io so cos ca se fann chest? E tu lievt chillu cappellin a cap, che stamm o circ?! Ma insomma, un po di contegno, siete due assessori dopotutto , ed io il vostro Presidente!

GASPARRE: (cercando di rimediare) Eh vedete Governat, nuje ve vulevm fa na sorpres, e cos abbiamo fatto, dopotutto (dicendolo a mo di filastrocca con tanto di lazzi)sessantanni arrivano una volta sola nella vita!

FAUSTO: Ah s? (con la stessa intonazione)Ma io in mezzo alla strada ti ci posso mandare unaltra volta se voglio! Pe cientann, come avete detto voi Melchiorri? Come il mio cuore desidera? Eh certo, voi me lo stavate facendo fermare il cuore!

MELCHIORRI: No no impossibile Governat! Io vi ho chiaramente augurato centanni di buona salute.

FAUSTO: E quindi?

MELCHIORRI: E quindi camperete di sicuro centanni, non vi potr MAI venire un infarto!

FAUSTO: (facendo corna)Mannagg a me che vagg fatt addivent assessori. Comunque, veniamo a noi coraggio, queste proposte?

Gasparre e Melchiorri si siedono

GASPARRE: Governat nuje avimm avut nispirazion!

FAUSTO: E sul chell ve mancav

MELCHIORRI: Un lampo di genio Governatore!

FAUSTO: Chist ce vuless a vuje, na bell lamp ca ve folgorass na vot e pe semp!

GASPARRE: Governat, tutto questo per (abbassando di netto la voce)TOP SECRET!

FAUSTO: Che ?

I due inizieranno ad avvicinarsi, con le sedie, alla scrivania, Gasparre continuer a ripetere la stessa frase a Poretti il quale continuer a non capire. Arrivati vicinissimi alla scrivania

FAUSTO: Che stat facenn? Vulit ven sott a scrivania?

I due indietreggiano

MELCHIORRI: Governatore, il mio collega vorrebbe far intendere che tutto ci che vi diciamo strettamente confidenziale.

FAUSTO: E ce vulev tant po dic?

MELCHIORRI: Vedete noi vorremmo proporre di impiegare il vostro potere di canonizzazione per autorizzare, et omnibus in, un dettame disparato risalentea settori e necessit urgenti di diversa natura.

Cala il silenzio. Fausto rimane basito e immobile, mentre Gasparre, dopo aver elaborato quanto detto dalla collega, si girer verso di essa poi di nuovo verso Fausto.

GASPARRE: Voi avete capito?

FAUSTO: Mi sar perso qualcosa nella prima parte

GASPARRE: Ve lo spiego io! In parole povere(girandosi verso Melchiorri)che significa?

MELCHIORRI: A dire il vero non lo so, lho trovato scritto da qualche parte

GASPARRE: Governat, mo ve lo dico terra terra, noi vi vorremmo proporre di farecomm se chiammuna(inizia ad imitare i tipici movimenti di stesura della pizza)

FAUSTO: Che staj facenn loc? Na pizz?

GASPARRE: Ma no! Manngg a capa mij comm se chiamm?

MELCHIORRI: Ah ci sono! Una legge!

GASPARRE: Ecco, una legge!

FAUSTO: E che mata pigliat po President ra Repubblic?

GASPARRE: Eh ma sempre presidente siete

FAUSTO: Fai poc o buffon tu, me capit? Tuttal pi potrei emanare un decreto

MELCHIORRI: Perfettamente, un decreto!

GASPARRE: Bravo! Bravo! Scusateci ma tutte queste cose noi non le sappiamo

FAUSTO: (ironico) Ma figuratevi, mica competenza vostra!

MELCHIORRI: Vedete, il lampo di genio che abbiamo avuto, arriva proprio ora

FAUSTO: Io lo sto aspettando da quando siete entrati da quella porta..

MELCHIORRI: ecco noi vi vorremmo proporre un decreto lesto lesto, e facile facile, che prevedaessenzialmentetagli allistruzione!

FAUSTO: Tagli allistruzione? Ma state scherzando? Dio solo sa quanta fatica ho fatto per rimodernare la maggior parte delle scuole della Campania, mo mi metto a ridurre i fondi scolastici

MELCHIORRI: (rendendosi conto di quanto appena detto) Eh vab, ma tanto siamo in Italia!

FAUSTO: E cosa centra, scusate?

MELCHIORRI: Eh, che siamo in un paese dove queste cose ce li si aspetta!

FAUSTO: (dopo una faccia interdetta) Statemi a sentire, e voi vi sareste mai aspettata un taglio al vostro stipendio? No? Perch appena avvenuto!

GASPARRE: (a Melchiorri) E vist? Io lo dicevo che non era buona come idea. Ma si possono mai tagliare i fondi alle scuole con tutti gli ignoranti che ci stanno in Campania? (indicando Poretti)

FAUSTO: Ue! E che vuless ric che lignorante songij?

GASPARRE: (cercando di rimediare) No assolutamente Governatore! Volevo dire che siete ignorante, nel senso che ignorate certe cose!

FAUSTO: Ah allora tu sei un cretino nel sensono Gasp tu sei un cretino e basta!

GASPARRE: Statemi a sentire meglio la mia idea. Quello che dovremmo fare un decreto che preveda tagli alla sanit!

FAUSTO: Alla sanit?

GASPARRE: Sissignore Governat, ma pensateci bene, vi pare normale che tutte le persone povere, appena accusano un piccolo malessere, debbano essere urgentemente assistite daimedici, senza pagare niente! Allor pur ij no, mi acciacco un callo e vac o spidalsenza pagare niente, me facc ven mal e panz magnann e cozz e vac o spidalsenza pagare niente!

FAUSTO: (di seguito) Te chiav na penna nfacc, e vaj o spidal

GASPARRE: senza pagare niente! Non c proporzione Governat!

MELCHIORRI: Ma scusate allora lo stesso discorso vale per listruzione. Governatore vi pare possibile che dobbiamo investire tutti quei soldi per delle persone, che a prescindere non troveranno lavoro in futuro? No no no, non c proporzione abbiate pazienza.

GASPARRE: E vogliamo parlare del turismo? Io farei dei tagli anche l Governatore mio. Ma vi pare che noi dovremmo mettere a disposizione le nostre opere pi famose, come per esempio a frittur e pesc, allo straniero che tranquillo tranquillo arriva a Naples sottraendo a noi le migliori fritture? Eh no, a me non sembra una cosa normale!

MELCHIORRI: Pensandoci, nemmeno a me

GASPARRE: Governat se fossi in voi, taglierei tutt cos

MELCHIORRI: Io pure Governatore, se fossi in voi taglierei anchio.

FAUSTO: (che nel frattempo ha seguito lintero discorso con una faccia a dir poco basita, alzandosi)Io se fossi in me invece, gli unici tagli che farei in questo momento, sono al personale.

GASPARRE e MELCHIORRI: (insieme)Al personale?

FAUSTO: Ma cos, giusto pe me vuless lu nu sfizio

GASPARRE e MELCHIORRI: (insieme, spaventandosi) Nu sfizio?

FAUSTO: Esatto, o sfizio(arrabbiandosi) e ve tagli a cap a tutt e doje! Ma vata mpazzut? Ma vi pare possibile che dovete occupare il mio tempo prezioso, per venirmi a dire na vagonata e strunzat? Gasparre e Melchiorri, e o terz add lata lasciat? Vata bevut a birra soje stammatin?

I due si alzano

MELCHIORRI: Ma quella era mirra!

FAUSTO: (avvicinandosi ai due)No! Quella invece, ve la siete fumata! Uscite mo mo dal mio ufficio, avete capito? Fuori!

MELCHIORRI: Allora, in questo caso, meglio tagliare la corda! (via dalla comune)

GASPARRE: Governat passo pi tardi per darvi il regalo

FAUSTO:(prendendolo di forza)Ma non dovevi disturbarti! Mi vuoi fare un regalo? Vattenn!

Gasparre via dalla comune dopo calcio di Fausto.

FAUSTO:(avvicinandosi alla scrivania, prende carta e penna)Ma chist so cos e pazz!Ah si? E mo me la vedo io con voi! (chiamando) Miranda!

MIRANDA: (entrando dalla prima a sinistra)Eccomi Governatore

FAUSTO: Mir mi devi fare una cortesia, appena vedi lassessore Gasparre o Melchiorri sul pianerottolo, per favoreprendili a calci nel sedere!

MIRANDA: (perplessa)Governat, ma voi veramente fate? Io finisco per passare un guaio!

FAUSTO: Si faccio over, ti hai la mia autorizzazione scritta, firmata e timbrata!(gliela consegna)

MIRANDA: (ancora perplessa) Va bene Governatore, eseguir.

FAUSTO: Mir, mo dimmi una cosa: ma quant bell a Svizzera? (sprofonda su una delle sedie)

MIRANDA: A Svizzera? Eh Governat io non ci sono mai stata in Svizzera, non lo posso sapere. Ma perch me lo chiedete?

FAUSTO: Perch io me ne devo andare in Svizzera, Mir. Ar ce stann sul pecore e pastur, e tasse nun se pavn, le persone sono corrette, rispettose delle regole, tranquille, ar e pazz stann rind o manicomio

MIRANDA: (provandoci) e magari ar ce stann e bell femmn

FAUSTO: No, no! Ar ce sta la solitudine!

MIRANDA: (arrabbiata)Governat avete bisogno daltro?

FAUSTO: No, puoi andareho bisogno di stare da solo! (Miranda via a sinistra)Comm bell a Svizzera!

Scena 5

In scena Fausto, poi Addolorata, Sofia e Miranda.

ADDOLORATA: (da dentro, urlando) Faustino!

FAUSTO: (sbarrando gli occhi come se fosse in un incubo) Pienz a Svizzer, pienz a Svizzer

ADDOLORATA: (da dentro, urlando pi forte) Ue F!

FAUSTO: (sussultando) A Svizzer e mammt! Avanti, chi ?

ADDOLORATA: (entrando reggendo delle buste della spesa) E chi po ess? Chell che te spusast!

Addolorata, moglie di Fausto, una signora di mezzet, non molto colta, ma altrettanto bizzarra nel vestirsi. E seguita da loro figlia Sofia, giovane ragazza dal viso innocente.

FAUSTO: Chell che mha nguaiat, semmai!

SOFIA: Buongiorno pap!

FAUSTO: Buongiorno a te figlia mia(girandosi e guardando le numerose buste) Ue! Ma che tutt sta robb?

ADDOLORATA: Ma invec e parl, pecch nun daje na man? Stamattina sono andata a fare un po di comperee questa la spesa di oggi!(appoggiando delle buste sul tavolino)Miranda! Ce la fai?

Entra Miranda dalla comune anchessa impegnata a portare delle buste.

MIRANDA: Eccoci qua!

FAUSTO: A spes e ogg? Tu cu tutt sta robb pu sfam nu reggiment! (spazientito) Addolor ma quante volte te lo debbo ripetere? O vu cap o no che cc nun stamm rind a nu mercat? Ma pecch tutt sta robb nun a puort a casa nost?

ADDOLORATA: Uh! Sentite, sentite, chist o ringraziamentata capit? O ringraziament per la mogliera che si prodica per lui! O ringraziament per la mogliera che penzaprima di tutto alla precaria salute del marito!

FAUSTO: (facendo corna) Stammatin me vonn a forz ver muort!

ADDOLORATA: Tu maviss vas e pier e capit? Pecch senz e me, fuss sul pell e ossa!

FAUSTO: (guardandosi)Ah, pecch mo vuliss ric che assomigl a Pavarotti?

ADDOLORATA: Fai poc o spiritoso! Io stamattina, mentre ero in giro in via Mancini, sapendo che non tornavi a casa per pranzo nemmeno oggi, agg pensat e te purt a marenn!

FAUSTO: A marenn?

ADDOLORATA: Eh sissignore. (apre le buste sul tavolino cacciando in sequenza uno sfilatino di pane, affettati, un recipiente casalingo di insalata e un caciocavallo intero, commentando rispettivamente ogni alimento) Che vuoi che sia, nu poc e rrob, just pe spizzic nu poc. Ah, e tagg accattat pure na bella buttegl e Aglianico del Taburno, ti tutta per te.

FAUSTO: (con espressione di sconsolazione) Addolor?

ADDOLORATA: Sto cc

FAUSTO: Addolor tu sei addolorata solo di nomeperch di fatto, lo sono io! Ma ti rendi conto che questo un ufficio governativo? Cu tutt sta robb manc sul na targa for a portRistorante da Fausto. Per favore ata lu sta robb a cc ngopp, ca veramente par e sta rind a Biasella!

ADDOLORATA: Uh mamma mij comm si pesant! Vir e nun te scald tropp che te saiza a pression!

MIRANDA: Signora seguitemi, mettiamo tutto nellaltra sala

ADDOLORATA: Meno male che ci stai tu Mir(rivolgendosi a Fausto) E tu fai lomm, racc na man!

FAUSTO: (mordendosi le mani dalla rabbia)La mia rovina, tu sei la mia rovina! (prende ci che rimane sul tavolo)

I tre si avviano alla seconda porta a sinistra, come da processione: Miranda avanti, seguita da Addolorata, la quale una volta entrata, sbatter inavvertitamente la porta in faccia al marito.

FAUSTO: (dopo aver dato una testata alla porta) AH!

ADDOLORATA: (da dentro) Che fatt?

FAUSTO: A port! Arap sta port! (via a sinistra)

Scena 6

Rimane in scena Sofia, sedendosi con sguardo di preoccupazione comincia a guardarsi attorno. Appare Nicola che si ferma sul fondo.

NICOLA: (chiamando)Sofia!

SOFIA: (alzandosi dalla sedia allegramente, e dirigendosi sul fondo)Nicola!

I due si abbracciano. Nicola guardingo da unocchiata dietro di s, e poi alla stanza.

SOFIA: Non c nessuno, sono tutti nellaltra stanza.

NICOLA: Cara, cara, cara Sofia! Alla fine ce lhai fatta

SOFIA: Non ne parliamo Nicola mio, ho sudato sette camicie per convincere mia madre a portarmi qui, sai che mio padre non sopporta le visite improvvisate mentre lavora

NICOLA: Oh lo so bene

SOFIA: Ma fortunatamente con una scusa lho convinta a venire qui, dopotutto sono settimane che mio padre non torna a casa ad ora di pranzo

NICOLA: Tuo padre fa solo il suo lavoro, Sofia cara. Purtroppo i suoi sono gli impegni di un Governatore, cerca di capirlo

SOFIA: Si ma non ho il tempo nemmeno di parlargli di noi, e questa cosa sta diventando un peso oramai.

Dal fondo, appare Salvatore, il quale vedendo i due, si nasconde origliando tutto

SOFIA: Tu piuttosto, dimmi che sei riuscito a parlargliene almeno oggi!

NICOLA: Ecco, io in realt stavo per entrare nellargomento ma

SOFIA: ma?

NICOLA: ma i suoi impegni me lo hanno impedito.

SOFIA: Lo immaginavo, Nicola mio sono passati gi tre mesi, e sembra che pi il tempo passa peggio sar per noi

Lazzi di Salvatore dal fondo

NICOLA: No Sofia, tu devi solo stare tranquilla. A questa faccenda ci penso io

SOFIA: Grazie amore mio, con te le mie preoccupazioni svaniscono del tutto

NICOLA: Ma dimmi cara, c qualcosa che ti turba, hai una faccia oggi successo qualcosa?

SOFIA: Ecco, c una novit Nicola miouna novit che aspettavo da tempo

I due si scambiano un cenno dintesa

NICOLA: (gioioso)Oh ma non possibile!

SOFIA: Abbassa la voce, vuoi che ci sentano? E possibile invece

Lazzi di Salvatore su dal fondo

NICOLA: Mia cara Sofia, ma che lieta notizia! Tuo padre sar felicissimo di sapere

SOFIA: (allarmata)No! Ti prego Nicola, no! Mio padre non approverebbe mai. Bisogna partire dal principio, e dirgli che sono ormai mesi che stiamo insieme.

NICOLA: Ma perch scusami, se gli diciamo prima la bella notizia non rimarrebbe contento lo stesso?

SOFIA: Ci ucciderebbe! Mio padre ci tiene a certi valori

Salvatore via per il fondo

NICOLA: (riprendendosi)Hai ragione tesoro mio. Io sono un galantuomo e conosco i miei doveri e le mie responsabilit, non preoccuparti, parler con tuo padre e gli racconter tutto.

ADDOLORATA: (da dentro) Ue ma Sofia addo sta?

FAUSTO: (da dentro)E tu add lhai lasciat, Addolor?

SOFIA: Sono loro, non possono vederci insieme!

NICOLA: Ti aspetto fuori al palazzo. Tieni la testa lontana da ogni preoccupazione, mia cara, penser io a tuo padre.

SOFIA: Grazie Nicola mio, ma ora vai, va!

Nicola via per il fondo.

Scena 7

In scena Addolorata, poi Miranda e Fausto

ADDOLORATA: (rientrando da sinistra)Ue Sof, e tu stai cc? Non vuoi mangiare niente?

SOFIA: No grazie mamm, non ho appetito

MIRANDA: (rientrando da sinistra, un po indispettita)Sign, ho preparato come mi avete chiesto la merenda a vostro marito, avete bisogno daltro?

ADDOLORATA: Ah si Mir, vieni qua ti devo fare unimboscata. Dunque, come saprai oggi il compleanno di mio marito, e siccome sia io che Sofia non gli abbiamo fatto ancora gli auguri, vorremmo organizzare una sorpresa con tutti i suoi colleghi.

MIRANDA: Che tipo di sorpresa?

ADDOLORATA: Appena da solo nellufficio entriamo tutti quanti cantando Tanti Auguri a te, ed ognuno gli porge un regalo, e capit?

MIRANDA: Ho capito, ma permettetemi, non penso rimarr molto felice di questa sorpresa.

ADDOLORATA: Ue ma tu nun si pavat pe penz, gli dovr piacere e basta. Noi rimaniamo nei paraggi, e appena resta da solo in ufficio, tu ti affacci alla finestra e ci dai il segnale per salire, e poi avvertiamo tutti gli altri

MIRANDA: Va bene, come volete

ADDOLORATA:Mo puoi andare, e non dire niente a mio marito eh!

MIRANDA:Non dubitate(tra s e s) quant curios chest!

Miranda via prima a sinistra

ADDOLORATA: Quant m antipatic chest! Pare che tene sempr coccos a ric!

FAUSTO: (rientrando da sinistra con uno sfilatino di pane in mano)Addolor tu me spieg pecch hai chiesto a Miranda di prepararmi da mangiare. Che fatt na serva chella uaglion?

ADDOLORATA: A part o fatt che ij nun a chiammass uaglion pe let ca ten, e poi accuss fa coccos. Chell sta na jurnat sana ittat aret a na scrivania senza fa nient

FAUSTO: Ailloc arrivat lassessore al lavoro pubblico! Ma ti pare normale che mo debbo governare con questa palatella di pane in mano?

ADDOLORATA: Ma pecch scus, secondo te Garibaldi mentre facev lUnit dItalia nun magnav?

FAUSTO: (posando lo sfilatino sul tavolino) Famm sta zitt, che meglio.(Guardando Sofia) Bell e pap, meno male che ci sei tu che mi dai un po di sollievo, ma nun sacc comm te vec oggi, hai la febbre per caso? Mal di stomaco? Pressione bassa?

SOFIA: Ma no pap, state tranquillo, sto benissimo. E stata una mattinata impegnativa, sono solo stanca tutto quivorrei tornare a casa ecco.

ADDOLORATA: Ue, e tu mi hai messo in croce tutta la mattinata per venire qui a trovare tuo padre, mo te ne vuoi gi andare? Nata mezzoretta e permanenza, che sar mai

SOFIA E FAUSTO:(insieme) No!

FAUSTO: (dopo uno sguardo perplesso a Sofia)Addolor nel vocabolario tuo mezzora significa meza jurnat, parliamoci chiaramente. E poi questa bambina ha bisogno di riposarsi un po, su accompagnala a casa, e falle mangiare qualcosa. Fai la brava mater!

ADDOLORATA: Eh certo, chell che nun fa o pat, ladda fa a mamm, over ue F? Essin ja agg capit, jammuncenn che tengati cos a fa a cas.

SOFIA: (gioiosa, dopo un cenno di soddisfazione)Mamm allora vi aspetto fuori al palazzo! Pap buon lavoro, a stasera! (via per il fondo correndo)

FAUSTO: E che re n? Sera proprio sfasteriat e aspett. Hai vist Addolor? Si dileguata come unanguilla. (lazzi a soggetto)Se n jutchell che nun fai tu!

ADDOLORATA: Almen ess, a differenza toje, a ten ancor lenergia e se dilegu (stessi lazzi del marito)

FAUSTO:(mordendosi le mani) La mia rovina, tu sei diventata la mia rovina!

ADDOLORATA:Stamm a sent, io sono sicura che nostra figlia ci nasconde qualcosa, e da parecchio tempo pure

FAUSTO:Ecco qua, partut lispettore Derrick!

ADDOLORATA: Tu scherzi, ma quella non me la conta giustae par che a te nun te ne import proprio! Tassitt aret a chella scrivania e addio mondo!

FAUSTO: Lo vedi? Lo vedi Addolor? Parli sempre a sproposito! Come si vede che non hai i pensieri che cho io dalla mattina fino alla seraTu fuss capace e penz che la terra piatta e che Pel megl e Maradona, ma fammi il piacere! Rind a chillu cerviell toje nun sacc quali complicati esperimenti avvengono pe te fa ric sul strunzat! Chell uaglion, che potrebbe mai nasconderci?

ADDOLORATA: Iss ten e penzierma qua penzier e penzier, sta senza penzier ue F! Tu si sicur che ij ric sul strunzat? E nun te preoccupper quando arriva il sacrosanto momento della verit nun te mett rind e rrecchie, pecch ij te lavevo detto!Tolgo il disturbo, vi lascio ai vostri penzieri!Statevi bene Governatore! (prende le buste e via per il fondo)

FAUSTO:(avvicinandosi al fondo)E non urlare! E capit? Chist so nummer.

SALVATORE: (entrando dal fondo, sfregandosi compiaciuto le mani)Governat, governat! Non potete mai immaginare cosa ho sentito poco fa!

FAUSTO: (sedendosi al tavolino, dandogli poca importanza) Che sentut stavot Salvat.

Salvatore prima di sedersifar un giro di circospezione per lufficio, assicurandosi che nessuno stia origliando. Si avviciner poi di soppiatto a Fausto il quale, con una mano in testa come per riposarsi, salter dalla sedia appena il collega gli indicher di fare silenzio con un dito.

FAUSTO: Puozz mur! Ma che stai facenn? Mo vu cunt stu fatt o no?

SALVATORE: (sedendosi anche lui al tavolino) Governat state comodo?

FAUSTO: Certo

SALVATORE: Il cuore forte?

FAUSTO: In che senso Salvat?

SALVATORE: La pressione come va?

FAUSTO: Ma perch?

SALVATORE: Avete avuto mancamenti ultimamente?

FAUSTO: Ma stammatin me vuliss fa na base e ricovero?

SALVATORE: No, per carit! Mi voglio solo accertare delle vostre condizioni fisiche, perch quello che sto per dirvi Governatsar na bomba! (lazzi a soggetto)

FAUSTO: Ma insomma vu parl? Che sentut?

SALVATORE: Governat, vi ricordate del vostro adepto Nicola?

FAUSTO: Certamente, quindi?

SALVATORE: (ridendo)Statemi a sentire, dopo quello che vi avr depto, non lo potrete pi chiamare adepto!

FAUSTO: Salvat per carit parla, parla! Che ha fatto Nicola?

SALVATORE: Si dia il caso, caro Governatore, che il giovane Nicola che voi tanto stimiate abbia commesso una delle cose pi scabrose e scandalose che un giovane possa mai commettere ad un padre!

FAUSTO: (spaventato) E sarebbe?

Scena 8

I due vengono interrotti da Miranda, la quale entrer in scena terrorizzata.

MIRANDA: Governat, Governat!

FAUSTO: Miranda, che stat?

MIRANDA: Governat, mhann chiammat r portineria

FAUSTO: E allora?

MIRANDA: Governatappriparatv !

FAUSTO: (preoccupato) Mamma mij, nata vot? Ma tu si sicur? Porta i volumi Miranda! Salvat, appriparamc, chiamm Gasparre e Melchiorri!

SALVATORE: (spaventato) Ma chist stann semp cc? Appriparamc! (via per il fondo)

Miranda esce dalla prima sinistra, per poi rientrare con una serie di enormi volumi che assembler come una barricata sulla scrivania di Fausto, dietro la quale questultimo si nasconder. Salvatore rientrer in scena seguito dagli assessori Gasparre e Melchiorrii quali siederanno al tavolino facendo finta di essere impegnati scrivere su dei fascicoli.

Prima di sedersi al suo posto, Gasparre si avviciner alla scrivania di Fausto con in mano un pacchetto regalo.

GASPARRE: Governat, chist o regal pe vuje!

FAUSTO: (riemergendo dalla barricata) Nun o vogl o regal tuoje e capit? Assittt e nun te mov!

Gasparre siede al tavolino

MIRANDA: (dal fondo come una vedetta) Ebbiccan stann saglienn e scal!

In scena cade un silenzio di tomba, finch dal fondo non appare la figura del Commissario Beretta, donna alta in divisa, caratterizzata da un espressione di seriet massima.

BERETTA: (fermandosi sul fondo, riferendosi a dei poliziotti al suo seguito) Aspettatemi qui fuori, ci penso io. Signori, buongiorno.

Nessuna risposta. Beretta con un sorrisetto sulla faccia comincia a girare intorno ai presenti.

BERETTA: Ah giusto, siamo tutti impegnati qui. Siamo occupati a mandare avanti la barca, a fare finta che non sia entrata, a fingere di essere indaffarati, non cosi assessori? E lei Schettino? Quali sono le sue mansioni oggi? Rimanere al bar di sotto fino a stasera?

Salvatore, con lazzi a soggetto, cerca di nascondersi da Beretta prendendo la prima cosa che gli capita in mano: il panino lasciato da Fausto sul tavolo. Salvatore rendendosi conto di ci appena fatto con un gesto offrir la merenda al Commissario.

SALVATORE: Volete favorire?

BERETTA: Faccia poco lo spiritoso, ha capito?

Salvatore, ripone il panino e torna ai suoi impegni.

BERETTA: (rivolgendosi a Fausto)Avete scelto proprio dei collaboratori solerti, Governatore! Ma una cosa che manca a tutti qui dentro, a quanto pare, sono le buone maniere. (Dopo aver aspettato una risposta)Cos Governat, mi avete tolto il saluto?

FAUSTO: (restando nascosto) Ma qua saluto e salutovuje cavit luat a salut a cuoll!

BERETTA: Come avete detto?

FAUSTO: No niente, nientema scusate Beretta, questa la sesta volta in una settimana che venite qui, tra laltro senza un motivo concreto, e a questo punto la domanda sorge spontanea: ma voi

SALVATORE: che jat truann a nuje?

FAUSTO: Salvat statt o post tuoje!

SALVATORE: (alzandosi e avvicinandosi a Fausto) Eh no! Adesso parlo io! Ij o sacc pecch vuje stat semp rind a stu palazz, ij sacc pur che jat truann cc dind, ma mi dispiace comunicarvi, cara signora, che qui dentro ci sono solo uominie donneonesti, evi posso assicurare che non troverete proprio nulla di compromettente contro di noi. (Ridendo)Proprio nulla, ata capit? Niente di niente

Salvatore viene interrotto da Fausto il quale gli pester un piede per farlo stare zitto.

SALVATORE: Ahia!

FAUSTO: (sottovoce, prendendoselo da parte) Salvat statt zitt, ca si chest se mett a ispezion lufficio, stamm frisc! Sta o fascicol tuoje e stammatin! (Rivolgendosi a Beretta)Perdonatelo Commissario, avete proprio ragione, servirebbero proprio delle lezioni di buone maniere in questo palazzo, o come si dice in gergo: di bon ton!

Fausto dopo questultima frase, si girer verso Salvatore, il quale gli dar dei suggerimenti su cosa dire alquanto inappropriati.

SALVATORE: E buon Antonij?

FAUSTO: (a Beretta, ripetendo) E buon Antonij?

SALVATORE: Tricchi track e bombe a mmano!

FAUSTO:
(ripetendo) Tricchi track e bombe a mmano! (girandosi verso Salvatore) Te vu sta zitt?!

BERETTA: (sorridendo ironicamente)Sapete Governatore, dopotutto il vostro vice ha ragione.Non ho alcun motivo di essere qui,ma siccome ho saputo che oggi si festeggia il giorno della vostra nascita, ho pensato bene di portarvi i miei personali auguri di buon compleannoinsieme a quelli del vostro caro amico, il sindaco di Napoli. Purtroppo per lui non potuto venire di persona, perch pare che ultimamente sia molto impegnato. Infatti da quando abbiamo scoperto che invischiato in loschi affari con dei pericolosi criminali, non pi libero di fare niente ultimamente. Ea proposito,sapete cos successo al vostro caro amico, il sindaco?

Salvatore cerca di nascondersi spingendo Fausto verso il commissario.

FAUSTO: Credo di essermi perso la notizia al telegiornale

BERETTA: E sotto processo in attesa di giudizio,e vi posso assicurare che non sar un giudizio positivo per lui.Oraio non ho prove su di voi di una possibile collaborazione con dei criminali, diciamo che ho solo sospetti al momentoma sappiate, Governat,che a mme nisciun me fa fess, ce ponn riusc na vot, doje, ma a terza vot sonan e siren. A terza vot, ve schiaff rind a na cell!

Cala il silenzio in scena. Fausto e Salvatore si scambieranno sguardi di terrore a vicenda fino ad iniziare a ridere nervosamente accompagnati dalla risata finta e forzata del Commissario Beretta. Anche Gasparre e Melchiorri si uniranno ai tre, fino ad essere zittiti con un solo sguardo da questultima. Fausto, con lazzi a soggetto, sputer nellocchio del suo vice facendolo smettere di ridere.

FAUSTO: Ti cecherei un occhio! (Rivolgendosi a Beretta)Signora mia, io non ho nulla in contrario al vostro scetticismo, e vi dirse pu allontanare ogni sospetto,siete libera di perquisire da cima a fondo il mio ufficio.

Salvatore preoccupatissimo, lazzi verso Fausto a soggetto.

FAUSTO: (dopo lazzi a Salvatore) Sia chiaro persempre se avete un mandato!

Salvatore si congratula con Fausto con stretta di mano

BERETTA: Certo, si capisce! Ma al momento non ho necessit di perquisire questa sede, ero solo venuta per assicurarmi di parlare ancora a delle persone oneste. Sia chiara una cosa per, con tutto che siete lincorruttibile Fausto Poretti, io non vi sopporto proprio.

FAUSTO:(ironico) E non ci sposiamo, non vi preoccupate.

Ancora lazzi di Salvatore.

BERETTA: Statev accort Governat, perch io vi tengo docchio. Appena farete una mossa falsa io lo verr a sapere e sar l pronta con le manette. E per quanto riguarda voi, Schettino, attento a non giocare troppo con il fuoco perch rischiate di bruciarvi!

SALVATORE: E nun ve preoccupat ca ce facimm na bella sasicc arrostut! (ride)

BERETTA: (indispettita)Bravi ridete, ridete, ma sappiate che lultima a ridere sar io! (girandosi verso Melchiorri e Gasparre)E a vuje bast cu stu teatrinca nun facit fess a nisciun!

MELCHIORRI: (alzandosi e dirigendosi velocemente verso la comune)Governatore, se avete bisogno di me sapete dove trovarmi, buona giornata! (via per il fondo)

Gasparre rimane paralizzato sulla sedia.

BERETTA: (minacciosa) Beh? Tenit coccos a ric vuje?

GASPARRE: (spaventato) Io? Pammor e SantAnn, no!

FAUSTO: Gasp pecch staj ancor ll, se po sap?

GASPARRE: E vuje apprimm avit ritt assittt e nun te mov!

FAUSTO:Gasp stamattina vuoi che ti prenda a calci io o il commissario?

GASPARRE: Se per voi lo stesso, me pigl a cavc sul ij! Arrivederci! (via per il fondo prendendosi a calci da solo)

BERETTA: Poretti, tenete bene a mente quello che vi ho detto. Per me voi politicanti siete fatti tutti della stessa pasta, deboli e prevedibili, e voi non siete certo uneccezione!Io me ne vado, per ora. Statevi bene!(via per il fondo)

SALVATORE: Ce mancav sul Agatha Christiestammatin!

FAUSTO: Oggi c mancato veramente poco, se si metteva a perquisire lufficio a questora eravamo tutti in questura!

SALVATORE: A questora in questura?

FAUSTO: Eh certo!

SALVATORE: E che facevamo a questora in questura?

FAUSTO: Dal questore!

SALVATORE: Ma non ci pensate proprio Governat, dopotutto lo dicevano anche i nostri avi: can che abbaiam non mozzecammus!

FAUSTO: Non mordem, Salvat! (schiaffetto a Salvatore)

SALVATORE: E uguale. Ma piuttosto, torniamo a noi!

FAUSTO: Giusto.

I due si siedono.

FAUSTO: Insomma che ha combinato Nicola, si pu sapere?

SALVATORE: (con voce solenne) Governatore mio, io per voi mi sono prodigato in una missione segreta di spionaggio, mettendo in pericolo la mia stessa vita, al fine di preservare il vostro onore, e il vostro orgoglio!

FAUSTO: Salvat, me par o general Armando Diaz, vu fa a persona seria? Non ho tempo da perdere, che ha fatto Nicola, e cosa centra con questa storia?

SALVATORE: (indeciso) Governat non so come dirveloNicola

FAUSTO: Nicolaamma capitemb?

SALVATORE: il vostro adepto

FAUSTO:Sissignore iss, insomma?

SALVATORE: quello che tanto stimate.

FAUSTO: (alterandosi) mannagg a miseria, cha fatt Salvat?

SALVATORE: ha messo incinta vostra figlia!

FAUSTO: Assa fa Dij! E ce vulev tant pe dic na cosa accuss sempl(rendendosi conto di quanto appena detto, prendendolo per un braccio)Salvat, ma tu overament stai ricenn?

SALVATORE: Sissignore! Ah, che liberazione! Prima mentre voi eravate impegnato con vostra moglie, li ho trovati in mezzo allufficio, mi sono appostato dietro la porta e ho sentito perfettamenteche vostra figlia e il caro Nicola stanno insieme da pi di tre mesi, ovviamente senza dirvi nulla, e addirittura pare che vostra figlia aspetti laprovolada Nicola stesso!

FAUSTO: (non capendo) Che fa mia figlia? Aspetta la provola da Nicola?

SALVATORE: Insomma Governat comm se chiammla provolala prodeo criatur insomma!

FAUSTO: La prole? O nennill?

SALVATORE: Il nascituro!

FAUSTO: Uh mamma mij, ma chist nincubo!

SALVATORE: (sogghignando) Vi piacerebbe, invece la realt Governatore mio! Testuali parole, vostra figlia ha detto che c una novit che aspettava ormai da tanto tempo, e cosa pu essere se non unindesiderata, per voi, gravidanza? E come se non bastasse quel farabutto di Nicola si permesso anche di chiamarmi serpe stamattina! E a voimamm mij Governat!

FAUSTO: E a me cosa?

SALVATORE: Come vi ha chiamato..!

FAUSTO: (meravigliato) Fammi sentire, come mi ha chiamato Nicola?

SALVATORE: Ue, io ve lo dico eh! (dopo una breve pausa) Vi ha chiamato, nasone!

FAUSTO:(come se avesse un mancamento) Nasone? A me? Ma Salvat non lo credo possibile, Nicola capace di fare questoa me? Per giunta senza dirmi nulla. Uh Ges, muglierm tenev arragion!

SALVATORE: Chist s pigliat o rit cu tutt o bracc! Gli serve una bella lezione, Governat! Allora come procediamo? Gli sfasciamo la casa? Diamo fuoco alla sua automobile? Lo radiamo dallufficio?

FAUSTO: Salvat, nun o mument e pazzi, chest na faccenda seria!

SALVATORE: Ma qua pazzi? Io veramente dicevo

FAUSTO: E quella figlia mia cos innocente, pura, studiosano, non ci credo finch non gli avr parlato di persona!

SALVATORE: Governat, ma scusate, pure se gli parlerete di persona secondo voi quelli vi diranno mai la verit? Negheranno tutto a prescindere, e tra sei mesi(lazzi a soggetto) arriva la provola!

FAUSTO: Ma tu sei sicuro di aver capito bene?

SALVATORE: Sicurissimo!

FAUSTO: Eh beh, lo giuri Salvat?

SALVATORE:(con una mano sul cuore)Lo giuro sulla nostra amicizia!Mi devono sparare in testa se dico fesserie!

FAUSTO: Allora non c che dire, Nicola ha fatto linsano gesto. (Alterandosi) E ne pagher le conseguenze!

SALVATORE: Bravo, questo essere uomini!

Scena 9

Fausto e Salvatore, poi Miranda e Don Emilio.

MIRANDA: (entrando da sinistra) Governatore perdonate linterruzione, c un uomo qua fuori che vorrebbe parlare con voi, dice che urgentema si o virit nfacc fa verament impressione!

SALVATORE: E perch? Ti sei forse vista allo specchio? (Ride)

FAUSTO: Chi chist mo? Ha dato un nominativo Miranda?

MIRANDA: Sissignore, dice di chiamarsi Don Emilio Celi!

SALVATORE: (sentendo il nome, salter dalla sedia spaventato)Comm, comm? Ma sei sicura di aver sentito bene?

MIRANDA: Eh certo, mica so rimbambita comm a vuje!

FAUSTO: Ma pecch Salvat? O saj a chist?

SALVATORE: (ancora spaventato)Io? Nossignore, solo di nome, sapete com!

FAUSTO: Miranda fallo entrare, vediamo che mi deve dire.

MIRANDA: Subito (via prima a sinistra)

SALVATORE: (raschiandosi) Governat, io mi assento un momento, teng na cosa ngann che nun se ne scenn, mi vado a rinfrescare un po alla toelette. (si alza dalla sedia e si avvicina alla seconda a sinistra)

FAUSTO: Salvat ma o bagno sta in fondo al corridoio qua fuori.

SALVATORE: (rimanendo immobile per alcuni secondi) No, vi hanno informato male! Tu nha lett! sta scritt tualett! Tante belle cose!

Salvatoreprima di uscire prender il panino riposto in precedenza sul tavolino.

FAUSTO: Ma chi o capisc a chist!(va dietro la sua scrivania)

Entra dal fondo Don Emilio Celi, uomo corpulento con capelli bianchi, ha una benda nera su un occhio, vestito con un soprabito nero appoggiato sulle spalle, abito allapparenza costoso nero e cappello. Fuma un sigaro.

DON EMILIO: (fermandosi sulla soglia e sorridendo vistosamente) Finalmente, il Governator Poretti!

FAUSTO: Buongiorno a lei, signore. Si accomodi prego.

Don Emilio entra in maniera molto flemmatica, ammirando compiaciuto larredamento dellufficio. Dopo aver posato soprabito e cappello su di un attaccapanni, prende una sedia e si siede davantialla scrivania di Fausto. Questultimo fa per tendergli la mano, ma Don Emilio non risponde al saluto.

DON EMILIO: Lincorruttibile Fausto Poretti, la vostra fama vi precede! Vedo che avete bei gusti nellarredamento, complimenti. Ma lasciate che vi dica chea scegliere i vostri collaboratori non siete proprio capace!

FAUSTO:(indispettito) Credo di non aver avuto il piacere di conoscervi, signor

DON EMILIO: Emilio Celi, gli amici mi chiamano semplicemente Don Emilioe i nemici Polifemo. Adesso avete avuto il piacere.

FAUSTO: Benissimo, dunque siccome sarei davvero oberato di lavoro in questo momento Don Emilio, vi chiedo subito: per quale motivo siete venuto fin qui senza appuntamento, tra laltro?

DON EMILIO: Dovete sapete che poche persone nella loro vita hanno avuto il piacere di definirmi amico, e voi mi state simpatico.

FAUSTO: Ah, mi fa piacere!

DON EMILIO: Voi mi avete chiesto il motivo della mia visita, e io vi rispondo semplicemente che sono qui ad informarvi che un vostro amico, recentemente, diventato mio nemico.

FAUSTO: Perdonatemi Don Emilio, ma non capisco.

DON EMILIO: E normale! Voi siete un bravuomo, dedito al lavoro, molto amato dal popolo e dalla stampa, padre amorevole e marito corretto. Sono le persone che vi circondano ad essere semplicemente, gent e munnezz!

FAUSTO:(verso il pubblico) Chest adda ess opera e Salvator

DON EMILIO: In particolar modo, mi riferisco al vostro vice: Salvatore Schettino!

FAUSTO: (di nuovo verso il pubblico) Avit vist? (a Don Emilio) Ditemi Don Emilio, cosha combinato?

DON EMILIO: (alzandosi e camminando per lufficio) Vedete Poretti, io sono un uomo pratico, le chiacchiere mi stancano non fanno per me, vi comunico semplicemente che il vostro caro collega mi ha rotto, per cos dire, le uova nel paniere, e quando qualcuno mi fa una cosa del genere, entra di diritto nella mia lista nera. (dopo una breve pausa)Governat, ij lagg spar ncap!

FAUSTO: (allarmato, alzandosi) Maronn, ma vuje che dicit?

DON EMILIO: (sorridendo)Si vede proprio che siete veramente un bravuomo, amico mio.Questa la differenza tra me e voi, a voi fa impressione solamente a sentirlo dire, a me invece un cadavere in pi non mi cambia la vita.

FAUSTO: Ma Don Emilio, per favore, non posso permettervi una cosa del genere! Sissignore Salvatore quello che , e ve lo dico io che lo conosco da anni oramai, ma ucciderlo addirittura!

DON EMILIO: Scusate, a voi che vi cambia? Non mi venite a dire che in questo palazzo non ci sono altre persone che potrebbero facilmente prendere il suo posto, perch non ci credo.

FAUSTO: Ma no, non questo il punto

DON EMILIO: E invece proprio questo il punto! Schettino tempo fa venne da me per chiedermi un favore, un favore che mi avrebbe esposto parecchio alla luce del sole, perch come potete immaginare le persone come me preferiscono agire nellombra per non attirare troppe attenzioni. Fatto sta che in cambio di questo favore, lui mi promise una cosa che gli apparteneva da parecchio tempo, e che in qualche modo avrebbe fatto di me unintoccabile agli occhi delle autorit. (dopo una breve pausa) Mi promise la sua carica da vice!

FAUSTO: (ironico e ridendo) Ah! E ata fatt merenn!

DON EMILIO: (ponendosi faccia a faccia con Fausto)Por agg fatt o latitante pe tropp tiemp rind a vita mij, agg venut cc pe me pigli chell che me spett e vuje mo me lavit r! (mostrando una rivoltella nel taschino) Chest stat zitt pe tropp tiemp, e mo vuless parl nu poc.

FAUSTO: E vo parl proprio mo? Facimml sta zitt!

DON EMILIO: Ah tutto dipende da voi adesso, ma standomi simpatico vi voglio semplificare la faccenda. Voi mi date quello che mi spetta, e ij nun spar a nisciun. Che dicit?

FAUSTO: Ma Don Emilio, riflettete, io non potrei mai proclamarvi nuovo vice presidente, una cosa assurda vero che avendo limmunit sarete come dite voi intoccabile, ma se lo facessi, si verrebbe subito a sapere, e ci chiuderebbero in galera allistante!

DON EMILIO: (ride) E qua viene il bello amico mio. A me interessa solo limmunit che avete voi politici, per tutti sar sempre Schettino il vice governatore, ma su carta ci sar il mio nome. Diciamo che voi mi state consegnando una specie di precauzione nel caso in cui la polizia decidesse di arrestarmi mentre sto facendo una passeggiata a via Toledo. E credetemi Governat quando vi dico che stare troppo tempo nascosto vi fa dimenticare anche la puzza della strada dove siete cresciuto.(avvicinandosi alla scrivania, prende un foglio di carta e una penna)E gi timbrato, o! Credetemi, sar veloce e indolore, e nessuno sapr mai cosa abbiamo fatto oggi.

Don Emilio con un gesto deciso far sedere Fausto al tavolino mettendogli davanti il foglio di carta con una penna.

FAUSTO:(con tono deciso)Don Em, non posso farlo! E se lo venissero a scoprire che fine faccio io? Io mi rifiuto!

DON EMILIO: Allora forse dovr fare una visita anche alla vostra famiglia quando uscir da qua dentro

FAUSTO: (terrorizzato)No, per carit! Vi supplico! La mia famiglia no! Aspettate. (scrive rapidamente)Ecco qua, mo pigliatv stu fogl!

DON EMILIO: (ride) Avete visto? Rapido e indolore. Questi sono gli affari che preferisco!

FAUSTO: (cercando di essere minaccioso) Se voi vi avvicinate solo alla mia famiglia

DON EMILIO:(rispondendogli a tono)Emb? Che vulit fa? Por, io sono un uomo donore, la parola parola. Non far del male a nessuno; ne alla vostra famigliane a chillu disgraziat e Schettino! Anzi, quando lo vedete, recapitategli i miei saluti.

FAUSTO: (rivolgendosi al pubblico) Sacc ij chell che caggia recapit mo che o vec!

DON EMILIO: Ah, credo sia scontato aggiungere che se proverete a dire tutto alle autorit, la prima botta sar per voi

FAUSTO:(spaventato) Grazie per lavvertimento.

DON EMILIO: E unaltra cosa, domani mander qui uno dei miei uomini pi fidati per tenervi docchio, capite a me. Ma non vi preoccupate, non vi disturber affatto, a meno che non vi facciate venire strane idee!(dandogli una pacca sulla spalla)E su con la vita! Dopotutto non morto nessuno!(ride sguaiatamente, si avvicina allappendiabiti)Adesso, con permesso, tolgo il disturbo!

FAUSTO: (avvicinandosi a Don Emilio) Scusate e io mo che dovrei fare?

DON EMILIO: E che vulit fa? State ballandoe continuate a ballare! (stringendogli forte la mano) Buona giornata Governatore!(via per il fondo)

Fausto rimasto stordito, si avvicina ad una sedia sprofondando su di essa.

FAUSTO: (urlando disperatamente)Comm bell a Svizzera!

Dopo un breve momento di pausa, dal fondo partono delle voci che cantano Tanti auguri a te. Entrano in scena rispettivamente Addolorata, con una piccola torta e delle candeline in mano, poi Sofia, Nicola, Miranda, Melchiorri e Gasparre, i quali continueranno ad intonare la canzoncina e a battere le mani a tempo. Gasparre porger il suo regalo a Fausto. Sofia avanzer verso il padre dandogli un bacio sulla guancia, che Fausto non accetter di buon gusto, girandosi difatti verso la figlia e Nicola con uno sguardo accusatorio. Infine Salvatore, dopo essersi accertato dellassenza di Don Emilio nella sala, entrer gioiosamente dalla seconda a sinistra, con la bottiglia di vino comprata precedentemente da Addolorata per il marito.

SALVATORE: Governat, Tanti Auguri!

Fausto in preda ad un attacco dira salter dalla sedia rincorrendolo per tutta la stanza.Miranda, ricordandosi di quanto ordinatogli in precedenza dal Governatore, e dopo aver mostrato ai due assessori il foglio firmato, incomincer a prendere a calci nel sedere Gasparre e Melchiorri per tutto lufficio.

Cala la tela.

Fine Atto Primo

ATTO SECONDO

Stessa scena del primo atto.

Scena 1

Si apre il sipario con Miranda che entrer in scena, indaffarata come sempre, intenta a mettere in ordine la scrivania del Governatore, come suo solito fare.Si fermer a centro palco girandosi verso il pubblico e notando la loro presenza.

MIRANDA: (continuando a parlare come se il pubblico rispondesse) U! E vuje cc state? Il teatrino di ieri non vi bastato? (ascoltando) Come? Cosa successo, dite? E cavev succer? Sul nu diavulo comm a Schettino putev fa asc pazz nu bravomm comm a chillu sant r Governator mij. (ascoltando) Ah ma voi intendete, cos successo dopo? (controllando che non ci sia nessuno intorno) Dovete sapere che quei due si sono rincorsi non solo per tutto il palazzo, ma addirittura per tutta via S. Lucia, pensate poi che c voluta unabbondate mezzoretta per far calmare il Governatore e riportarlo alla ragione e(ascoltando, poi ironica)vuje facit e simpatici, se solo aveste visto che faccia avevano quei due, non normale per due uomini di quellet correre cos tanto, abbiate pazienza! Comunque, fatto sta che una volta tornati entrambi al palazzo, il Governatore non ha proferito parola con nessuno, ci ha ordinati di sgomberare il suo ufficio e si chiuso dentro fino a sera tardi, e dovevate vedere lespressione della Signora Addolorata, povera donna, a dir poco preoccupatadopotutto nun s ancora capit chillu nzallanuto e Schettino che ha combinato di tanto grave. (Ascoltando) Chi, Schettino? E comm add sta! Chill sta megl e me, s accchiappat semplicemente nu bellu paliatone, ed stato fortunato eh,si ce foss stata ij o post r Governator(dal fondo si sente arrivare Salvatore canticchiando) Oilloc, parli del diavolo
Facitm sta zitt che meglio!

Miranda si gira con le spalle verso la comune, finendo di sistemare la scrivania del Governatore. Entra Salvatore il quale, vedendo questultima distratta, fa toccarla ma riceve un sonoro schiaffo su una guancia.

SALVATORE: (lamentandosi) Allaneme e mammete!

MIRANDA: Nun v bastat o paliaton rajere?

SALVATORE: Io ti faccio licenziare, m capit?

MIRANDA: (ridendo) Vuje? E con quale potere? Che dopo quello che successo ieri siete fortunato se vi chiamano ancora vice governatore. Non siete proprio degno!

SALVATORE: (innervosendosi) Nessuno ha chiesto un tuo parere sulla mia carica, quindi statt o post tuoje, e capit?

MIRANDA: E vuje statev ferm che mman, altrimenti un giorno di questi finisce male!

SALVATORE: (sedendosi) Ma voi vedete se possibile che debbo essere minacciato da una vasciaiola dalle gambe storte come lei, cos e pazz! Piuttosto renditi utile e portami un caff, che stamattina non ho avuto nemmeno il canzo di fare colazione.

MIRANDA: (indispettita) Se lo volete il caff ve lo andate a prendere al bar, che non sono fatta una serva io!

SALVATORE: Ah e si capisce, su una cosa siamo daccordo tutti e due, tu mia cara Mirandanun sierv proprio a nient!

Miranda cambier tono, addolcendosi, con lintenzione di farsi raccontare il perch di quanto successo ieri.

MIRANDA: (ammiccando verso Salvatore) Schettino, piuttosto, perch non mi dite un po cos successo ieri? Come mai avete fatto arrabbiare cos tanto il nostro Governatore?

SALVATORE: (notando limprovviso cambio di tono di Miranda) E chest mo chi ? Io fino a nu minut fa, parev che stev parland cu na vipera!

MIRANDA: Suvvia Schettino, perch volete tenermi sulle spine?

Miranda si avviciner sempre di pi a Salvatoremettendo in risalto le proprie forme.

SALVATORE: (iniziando a sudare nel vedere Miranda avvicinarsi sempre di pi, lazzi a soggetto) No no no! Quali spine? Solo rose per la bella Miranda

MIRANDA: (sedendosi su Salvatore)Saranno rose per voi, ma cos mi tenete proprio sui carboni ardenti!

SALVATORE: Mamm ro Carmn, ate che carbun cc accumminc a fa nu cavr e pazz!

MIRANDA: Allora Schettino, me lo volete dire o no? Di me vi potete fidare, sar un nostro segreto

SALVATORE: Sicuro sciasciona mia! Ti dir tuttonon appena chiuderemo quelle porte e staremo solo io e te, senza che nessuno possa sentircilo sai che voglio dire?

MIRANDA: (intuendo, cambiando di nuovo espressione) Certo che lo so, e voi lo sapete che vuol dire Miranda in latino?

SALVATORE: (ancora infatuato) Che vuol dire, sciaciona mia?

MIRANDA: Meravigliosa , da ammirare!

SALVATORE: Ed quello che sto facendo, ti sto ammirando bellezza mia!

MIRANDA: S? (ritornando acida e restia) E vuje sul chell putit ff, ata capit? Ma per chi mavit pigliat? Stu viecchj rattus!

Miranda si allontana da Salvatore, il quale rimane seduto e confuso.

SALVATORE: (lazzi a soggetto)Teh, teh, teh! Cos e pazz! Chell prima facev tutt a.poi bell e buon. Femmine, beato chi le capisce! (si alza dirigendosi al carrello delle bevande)

Scena 2

In scena Salvatore e Miranda. Fa capolino dalla comune Addolorata con un paio di occhialoni neri, intenta a controllare chi ci sia nellufficio del marito.

MIRANDA: (accortasi di Addolorata) Ue! Signora Addolorata, state qua?

ADDOLORATA: (dalla comune) Sssssh!

Addolorata scompare di nuovo. Miranda e Salvatore si scambiano uno sguardo perplesso.

Entrano Addolorata e Fausto in incognito,questultimo anchegli con un paio di occhialoni neri, un turbante che copre interamente viso e testa e un cappello. Muovendosi velocemente, Fausto sbatter contro una delle tre sedie a centro sala, Addolorata continuer a girarsi attorno per controllare la stanza.

MIRANDA: Buongiorno Governat

FAUSTO: (interrompendola, dolorante appoggiato alla scrivania) Sssssh! Sono in incognito!

ADDOLORATA: (dopo aver controllato la stanza) Tutto apposto, libero! (liberandosi degli occhialoni e avvicinandosi al marito)

FAUSTO: (togliendosi gli occhiali) Eh libero, ci stavo rimettendo un piede!

MIRANDA: (ancora perplessa) Ma scusate signori, come mai questi travestimenti stamattina? Che succies?

ADDOLORATA: Che vuoi che ti dica Mir, stammatin o Governator s scetat ca se crerev Madre Teresa di Calcutta, ed voluto venire cos a lavoro!

FAUSTO: (liberandosi anche del turbante) Poche chiacchiere, per piacere! Non c tempo per le parolese solo sapesteieri Nicola che ha cumbinat cu miae perch poiSalvatore e Don Emi.(mordendosi le mani)mannaggia a me, mannaggia

ADDOLORATA: Ma cosa ue F? Ma pecch nun parl? Staje rajere accuss nervoso, misterioso, comm si foss succies coccos e terribile! Addirittura ti sei messo a rincorrere per tutta Napoli chillu povero collega tuo, senza apparente motivo!

FAUSTO: Addolor questi sono problemi miei, tu pensa a fare la donna di casa e la madre soprattutto, che per il momento non ti sta riuscendo per niente bene!

ADDOLORATA: Ess, mer scurdat ca sit pur Assessore alle politiche familiari! Ma che ne sai tu r famiglia toje, si stai tutt o tiemp aret a na scrivania? (si allontana)

FAUSTO: (con tono ironico) Eh sacc cchi e te sicurament! Piuttosto, Miranda mi devi fare una cortesia.

MIRANDA: Ditemi!

FAUSTO: Mir stamattina, per nessun motivo al mondo, categoricamente, in maniera assoluta, netta, perentoria e nemmeno si scenness o patatern a ciel Salvatore Schettino non deve mettere piede in questa stanza, m capit? Per nessun motivo al mondo!

Salvatore che nel frattempo ha cercato di nascondersi da Fausto, urta nuovamente le bottiglie di vetro, attirando lattenzione dei presenti.

SALVATORE: (cercando di sdrammatizzare) Buongiorno!

FAUSTO: (correndo verso il collega con lintento di strangolarlo) Maronna mij!

ADDOLORATA: (fermando il marito) A pression ue F, a pression!

FAUSTO: A pression e mammeta! (rivolgendosi a Salvatore, una volta calmato) Eh beh sient, quel che fatto, fatto e nun ce putimm fa niente, ma pruov a peggior la situazione Salvat e io

SALVATORE: (con tono supplichevole, quasi per inginocchiarsi) Mai, mai! Non mi permetterei maito giur Fausto! Credimi, nun facc nient cchi, niente! Me stong cionc a na parte e nun me mov si nun mo dic tu, ma pe piacer, te preg, in nome della nostra lunga e prosperosa amicizia, risparmia la mia povera anima dannata!

ADDOLORATA: Che pena!

MIRANDA: Che vuommc!

ADDOLARATA: Insomma ue F, ma perdonall a stu pover Crist! Dopotutto che cosa avr mai fatto Salvatore, di cos grave?

SALVATORE: Infatti! Che cosa avr mai fatto di cos gra

Fausto con uno sguardo interrompe Salvatore, il quale torner ad implorare inginocchiandosi.

FAUSTO: E vabbuon, basta sceneggiate che cc nun stamm o San Carlocoraggio alzati. Ti perdono, per il momento!

SALVATORE: (gioioso)Grazie! Grazie!Io lho sempre detto che siete un Santo, lho sempre detto!

ADDOLORATA: (soddisfatta) Oh ecco qua, tutto bene quel che finisce bene!

MIRANDA: Cc veramente pare e sta mmiez e sciem

ADDOLORATA: E per festeggiare la pace ritrovata, ecco qua, bevetevi un po di cafffatto in casa!

Addolorata, tra le espressioni sbigottite dei presenti, prender dalla borsa una macchinetta del caff e dei bicchierini di carta.

FAUSTO:Addolor, ma te purtat a machinett ro caf r cas?

ADDOLORATA: Emb, che ci sta di male? Tu dici sempre che il caff migliore quello fatto in casa!

FAUSTO: Eh beh hai ragione, lo dico sempre io! Addolor, quello fatto in casa per(alterandosi) non quello che ti porti a passeggio nella borsetta!

SALVATORE: (dopo aver assaggiato il caff di Addolorata) Per buono, Governat!

ADDOLORATA: E vist? Uomo di poca fede!

SALVATORE: Sign scusate, di che marca la vostra borsa?

ADDOLORATA: Lacoste, ma perch?

SALVATORE: Ah ecco! Infatti sentivo un po il retrogusto di coccodrillo!

Fausto sputer quanto bevuto.

ADDOLORATA: Nun ve piac o caf? E nun vo pigliat,ma vuje a chi vulit ammusci! Me ne vac o, altrimenti stammatin finiamo alle candele greche. Arrivederci! (via dalla comune)

FAUSTO: E camma fatt a croce anche oggi(siede al tavolino in centro palco)

MIRANDA: Governatore, ho segnato gli impegni del giorno sulla vostra agenda

FAUSTO: Cancella tutto Mir, appuntamenti, cose da farenun vogl n sent en ver nisciun!(Miranda via prima a sinistra) Chest a vota bon che ce chirn rind a na cella a tutt quant, senza poi dimenticarci del bel regalo che mi ha fatto quel caro Nicolaancora non lo credo possibileeh certo, gi mi ci vedo bene, dietro le sbarre come un criminale e per giunta anche nonno!

SALVATORE: Suvvia Governat, e nun facit accuss! Dobbiamo essere attivi e produttivi oggi, che sta musciaria?

FAUSTO: Cos come lo sei stato tu con Don Emilio Celi, non vero Salvat?

SALVATORE: Governat quello il passato, noi adesso dobbiamo pensare al presente!

FAUSTO: Comm, al presente! Un presente in cui su carta mi ritrovo come vice Presidente Regionale un boss criminale latitante ricercato per tutta la penisola! Ij che bellu presente!

SALVATORE:Avete detto bene, su carta! Ma al giorno doggi, chi le legge pi le cose scritte su carta, Governat! Fidatevi di me, ribadisco adesso dobbiamo essere attivi e produttivi! (Prende lagenda di Fausto dalla scrivania, sfogliandola) Ah ah! Teh, teh! Addirittura! Governatore carissimo, ho trovato limpegno che fa per noi! Prendete carta e penna su, dobbiamo scrivere una lettera!

FAUSTO: (allarmandosi) Ma che si pazz? Una lettera? Se Don Emilio ven a sap che chiediamo aiuto a qualcuno, caccir a tutt e doje, ancora l cap? Da qua dentro non devono uscire lettere!

SALVATORE: Ma nossignore, non una lettera daiuto! Governat, una lettera al Presidente della Repubblica in persona!

FAUSTO: Peggio ancora! Accuss Don Emilio spar pur a iss!

SALVATORE: Oh ma allora non mi volete proprio ascoltare. Una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica per il suo compleanno, una lettera dauguri insomma!

FAUSTO: Ah vero! Quello il suo compleanno viene sempre il giorno dopo il mio! Eh vab Salvat sai che ti dico allora? (arrabbiandosi) Stammatin nun teng proprio genio per gli auguri!

SALVATORE: E non vi preoccupate, ci penso io! (prendendo carta, penna e una busta) Dunque iniziamo, state tranquillo che firmo anche a nome vostro, mica mi scordo di voi(siede affianco a Fausto)

FAUSTO: Ce mancass pur

SALVATORE: (scrivendo) Caro, Giovanni

FAUSTO: Giovanni? Lo chiami per nome?

SALVATORE: Meglio il cognome?

FAUSTO: Meglio che nun a scriv proprj Salvat!Leone!

SALVATORE: (saltando dalla sedia) Maronna mia! Ar sta?

FAUSTO: Ma chi?

SALVATORE: Il leone! Vuje ata ritt leone!

FAUSTO: (prendendo Salvatore per un orecchio) Leone il cognome, Giovanni Leone!

SALVATORE: E ij sacc sti ccos?

FAUSTO: Tu sei un animale!

SALVATORE:Eh no, io so Schettino lui il Leone, abbiate pazienza!(scrivendo) Dunque, Caro, Giovanni Leone.noi non vorremmo in nessun modo distuparladistrubarladisturprala

FAUSTO: Ma che stai ricenn Salvat?

SALVATORE: Eh ma litaliano una lingua maledetta Governat!

FAUSTO:Ma ce jut a scol?

SALVATORE: Sicuro! Dalle suore a Ponticelli.

FAUSTO:Lavranno chiuschella scol aropp che ce jut tu! Comunque, linizio non mi piacetroppo banale!

Mentre Salvatore tenter di scrivere la lettera, provando varie formule, Fausto continuer a scrollare la testa, come segno di negazione.

SALVATORE: Allora scriviamo Caro, Onorevole no anzi, Tanti Auguri, Onorevole! oppure Tanti Auguri caro Onorevole, meglio Buon Compleanno dagli Onorevoli allOnorevole!, ecco ci sono Buon Compleanno Presidente!nun ve piace? O altrimenti Buon Compleanno dagli Onorevoli al Presidente! (spazientendosi e alterandosi) Buon Compleanno, Governat va facit vuje a letter, io me ne lavo le mani! E che maniere, nun va mai buon nient pe vuje!

FAUSTO: Tu sei unanalfabeta! Non sai scrivere, questa la verit! (prendendo la lettera e chiudendola nella busta) Debbo fare sempre tutto io in questo ufficio, a questa ci pensiamo pi tardi (posa la lettera sulla scrivania).Uh Maronna mij, questa giornata peggio di cos non poteva iniziare

Scena 3

In scena Fausto e Salvatore. Dal fondo si sente Miranda sbraitare con unaltra voce maschile, quella di Chesterfield, il quale comparir sulla comune con delle valigie nere a mano, indossando un paio di occhiali neri, camicia hawaiana, pantaloni e scarpe scuri. Sar contraddistinto, oltre che dalla stravagante pettinatura a banana, anche da un forte accento romanesco.

CHESTERFIELD:(sorridendo visibilmente)Signori, Buongiorno a tutti!

MIRANDA: (entrando dalla comune) Governat, ho cercato di fermarlo ma voluto per forza entrare.

CHESTERFIELD: A pupa, non te devi preoccup che Chesterfield non ha bisogno di essere annunciatose annuncia da solo!

FAUSTO:(tra se e se) Ce mancavan sciem rind a stufficio!Miranda, puoi andare, ci penso io adesso.

Miranda via prima a sinistra

FAUSTO: (rivolto a Chesterfield) Scusate chi siete e chi vi ha dato lautorizzazione di scavalcare la mia segretaria?

CHESTERFIELD: A nonno, calmate!Sto cercando un certo Governatore, me manda Polifemo!

FAUSTO: Polifemo? (ricordandosi di Don Emilio) Uh Ges, Polifemo!

SALVATORE: (a Fausto sottovoce) Governat ma chi stu Polifemo? E come si permette stu battilocchio di entrare senza appuntamento nel vostro ufficio? Mo ci vado a parlare io per far vedere chi comanda!

FAUSTO: Salvat, il suddetto Polifemo, foss chillu bravomm che te vulev spara ngap , tarricuord? E chist foss o bracc destro suoje

SALVATORE: (cambiando espressione) Ah! E voi mo me lo dite? E mo risolviamo subito! (a Chesterfield, ad alta voce) E lui il Governatore! Lui, lui!

FAUSTO: (a Salvatore) Sei una carogna!

CHESTERFIELD: (posando a terra le borse) E cos, voi sareste er Governatore?

FAUSTO: (visibilmente preoccupato) Sissignore!

CHESTERFIELD: (stringendogli la mano) Tanto piacere, Chesterfield.

FAUSTO: Piacere mio, Fausto Poretti!

CHESTERFIELD: (scoppiando in una fragorosa risata) Prorette? Ah! Ve stava a prode, e mo non ve prode pi? (continuando a ridere)

FAUSTO:(a Salvatore) Ma allora nun impressione, strunzo over!

SALVATORE: Scusate, vuje ve chiammat comm a nu pacchett e sigarett, e a stu poveromm nun ce pu pror nu poc?

FAUSTO: Salvat ma a me nun me pror niente!

SALVATORE: Come nun ve pror nient? Chill mo ha ditt che ve sta a prode!

FAUSTO: Salvat me mis in difficolt, tra te e iss nun sacc chi cchiu strunz stammatin!

CHESTERFIELD: Ah! Basta scherz mo, la mia era na battutae per quanto riguarda er nome mio, saranno ormai dieci anni che alla capitale me chiamano tutti Chesterfield.

SALVATORE: Ma perch vennit e sigarett?

CHESTERFIELD: Ma ve pare che uno come me vende le sigarette?

SALVATORE: (ponendogli degli spiccioli) Nu pacchett e Merit!

CHESTERFIELD: (innervosendosi) A nonno e svegliate! Io le sigarette le contrabbandavo, ed ero er migliore nel campo.

SALVATORE:Ah, bravo!Sempre meglio che stare in mezzo a una strada!

FAUSTO: E io tra poco ti faccio finire in mezzo a una stradate vott a coppabbasc !

CHESTERFIELD: Comunque, non so venuto a pettin le bambole io, Don Emilio stato chiaro con me, e lo stato ancora di pi con voiprovate a fare qualche stupidaggine, e ve giuro che sar lultima cosa che farete nella vostra miserabile vita. Nun ve preoccupate de me, sar invisibile e non ve dar fastidio, me metto da na parte e non me movo, ma provate solo una volta a farmi fesso e il mio ferro canter per voiprovate a chiedere aiuto a qualcuno, e il mio ferro canter per voiprovate ad alzare la cornetta del telefono pe chiam i piedipiatti

FAUSTO e SALVATORE: e il suo ferro canter per noi!

CHESTERFIELD: Bravi, avete capito! Ora devo pos la roba mia, in sto posto ce sta una stanza per Chesterfield? Magari vicino alla scrivania de quella bella ciumachella!

SALVATORE: (a Fausto) Chist se crer e sta rind o Grand Hotel! Governat, stu miserabile se sta pigliann o rit cu tutt a man, addirittura a chiamare schiumacella la miaehmla vostra segretaria! E inaccettabileche facimm?

FAUSTO:(sottovoce) E camma fa Salvat? Debbo pensare ad una soluzione, per il momento stiamo al suo gioco. (ad alta voce) Salvatore, accompagna il Signor Chesterfield nellaltra sala per favore, e mettilo a suo agio!

SALVATORE: E perch proprio io?

FAUSTO: Perch se non lo fai ti uccido con le mie mani prima che lo fa Winston Blue l! Muovt!

CHESTERFIELD: (a Salvatore una volta avvicinatosi) Un momento, io ho capito chi siete voi. Siete quel pezzente, cane, traditore che Polifemo voleva ammaz!

SALVATORE: Noo! Vi hanno informato male, Signor Pueblo,io mi chiamo Salvatoremica Ulisse! Da questa parte, prego.

Salvatore e Chesterfield via seconda a sinistra.

FAUSTO: Qui andiamo di male in peggio, sul chist ce mancav! Come debbo fare? (avvicinandosi ad un quadretto dove ritratto presidente della Repubblica) Solo voi mi potete salvare, aiutatemi ve pregqua mi servirebbe la mano del Signoremi servirebbe un intervento divino! (cade affranto sulla sedia dietro la sua scrivania).

Scena 4

In scena Fausto, il quale mentre siede affranto dietro la sua scrivania con una mano a sorreggere la testa, dalla comune appare Massimo Lojacono, giovane ragazzo factotum con coppola, vestiti sporchi e una borsa a tracolla. Entrer in maniera molto cauta nellufficio e, dopo aver dato unocchiata alla stanza, si avviciner ad un quadro appeso iniziando a martellare rumorosamente.

FAUSTO: (di soprassalto) Maronn ce sparan! (notando Massimo) Ue! E voi chi siete? Che ci fate nel mio ufficio?

Massimo continuer a martellare ininterrottamente.

FAUSTO: Ma stu palazz foss addiventat nu cantiere bell e buon?(avvicinandosi a Massimo e toccandolo su di una spalla) Ma insomma la volete smettere? Potrei gentilmente sapere chi siete, cosa volete e soprattutto cosa ci fate qui? Non so se ve ne siete accorto, ma siete nellufficio del Presidente Regionale, e nellufficio del Presidente Regionale si entra solo su appuntamento!

MASSIMO: (trafugando nella sua borsa)Lo so.

Massimo riprende a martellare. Fausto indispettito e arrabbiato si avviciner alla sua scrivania.

FAUSTO: Ho capito! Mo chiamiamo lesto lesto i Carabinieri e risolviamo la faccenda!

MASSIMO: (continuando a fissare il quadro) Se potevate farlo, scommetto che a questora lavreste gi fattoma la verit che non potete Presidente. O sbaglio?

FAUSTO: (rimanendo di sasso) E chist comm fa a sapscusate, ma volete dirmi chi siete?

MASSIMO: (girandosi verso Fausto) Io, non sono nessuno Presidente, o perlomeno nessuno di cos importante. Mia madre alla nascita mi chiam Massimo ed il nome che porto ancora oggi. Massimo Lojacono.

FAUSTO: Eh, e invece mio padre mi voleva chiamare Filippo e mia madre Fausto, se facett o sortegg e ascett Fausto. Piacere, Fausto Porettimo ve ne potete andare gentilmente?

MASSIMO: (sorridendo) So bene chi siete voi, e so anche che avete bisogno di qualcuno chepossa semplicemente mettere in ordine.

FAUSTO: E sapete male allora, a me mservess nu miracolo, at che nu factotum comm a vuje! Senza offesa, ma per il momento questo ufficio lunica cosa che non cade a pezzi!

Dopo aver detto ci, il quadretto del Presidente della Repubblica cadr a terra rompendosi. Massimo ancora sorridendo si avviciner ad esso per raccoglierlo.

MASSIMO: Anche ci che sembra essere al proprio posto, in realt non lo . Ma siete fortunato, perch ho unofferta irripetibile per voiio vi offro i miei umili servigi ad un prezzo totalmente nullo, gratuitamente per intenderci, e quando avr finito di sistemare un po di cose in questa sede, toglier il disturbo senza farvi perdere nemmeno un minuto del vostro tempo. Che ne dite? (offrendogli una mano)

FAUSTO: Gratuitamente avete detto? E va beneavete vinto voi. Ma niente fracassi o martellamenti!

MASSIMO: Non preoccupatevi, non vi accorgerete neppure che ci sono. Comincer dal primo piano! (dirigendosi verso la comune)

FAUSTO: Bene, e aspettateadesso chiamo la mia segretaria per avvertirla

MASSIMO: Non ce ne sar bisogno Presidente, ve lho dettonon vi accorgerete neppure che ci sono. A pi tardi e Buon lavoro! (via dalla comune)

FAUSTO: (ancora perplesso) Da due giorni a questa parte io non ci capisco pi niente, gente che va, gente che vienealtro che cantiere, stu palazz addiventat nu bordell!

Dalla seconda a sinistra si sentono le urla di Salvatore e Chesterfield, i quali rientreranno in scena continuando a sbraitare. Chesterfield avr con se una borsa nera di piccole dimensioni.

SALVATORE: (entrando)Nossignore! Come ve lo devo dire che io non sono Ulisse? Avete sbagliato commedia!

CHESTERFIELD: A nonno! Non me pigli per i fondelli che se marrabbio finisce male!

SALVATORE: Bada a come parli! Vi state rivolgendo a un vice-governatore sa!

I due ricominceranno a urlare, Fausto richiamer lattenzione di entrambi.

FAUSTO: Sapete una cosa? Sentirvi urlare tutti e due nellaltra sala mi ha fatto capire il vero significato dellaggettivo affannato mentale!

CHESTERFIELD: Cio non ho capito, dovrebbe essere unoffesa?

SALVATORE: No anzi, mo vi diamo anche una medaglia al valore (si nasconde dietro Fausto)

CHESTERFIELD: A Moretti! Tieni a bada il tuo cagnolino, perch quant vero che me chiamano Chesterfield, stamattina ce scappa er morto!

SALVATORE: Governat, stu battilocchio mi minaccia, Governat! Fate qualcosa!

FAUSTO:(scrollandosi Salvatore di dosso) Non vi preoccupate Lucky Strike, che il cagnolino tra poco lo abbatto io!

Scena 5

In scena Fausto, Salvatore, Chesterfield. Mentre Fausto rimprovera Salvatore, entra Miranda dalla prima a sinistra.

MIRANDA: Governatore, gli assessori Gasparre e Melchiorri chiedono di voi urgentemente!

FAUSTO: E meno male che stamattina non volevo vedere nessuno! Stanno qua fuori?

MIRANDA: Nossignore, mi hanno dato una voce dal fondo scala per paura che li prendessi a calci nel sedere come successo ieriche devo fare?

FAUSTO: (dando unocchiata di preoccupazione a Chesterfield) E che vu ff Mir? Falli salire, togliamoci questo dente al pi presto anche stamattina.

Miranda prima di uscire si girer verso Chesterfield con uno sguardo di disgusto, questultimo le far un occhiolino.

MIRANDA: (come per rispondere allocchiolino) Ma che vulit? (esce)

CHESTERFIELD: Aggressiva, me piace! (ricomponendosi e rivolgendosi a Fausto) Il lavoro chiama eh, Governat? Ricordateve quello che vho detto, e soprattutto arricordateve anche chi pronto a cantare per voi! (va a sedersi sulla sedia pi distante dalla scrivania di Poretti appoggiando la borsa nera sul tavolino)

SALVATORE: Qualcosa mi dice che non si riferisce a Placido Domingo

FAUSTO: (sottovoce) Salvat, unoccasione come questa non ci ricapita pi, dobbiamo cercare di confessare tutto a Melchiorri e Gasparre della nostra prigionia, senza che Camel se ne accorga!

SALVATORE: (con uno sguardo rassegnato) Dobbiamo dire tutto a Gasparre e Melchiorri senza che Dunhill se ne accorge? Governat, rispunnit a mmema pecch vulit mur a forz stamattin? Chilli duje nun sapn manc ar stann e cas, figuratevi se capiscono la situazione in cui siamo.

Fausto sieder alla sua scrivania, Salvatore si posizioner dietro di lui, prendendo uno sgabello da sotto la stessa scrivania. Davanti a loro Chesterfield aprir la sua borsa nera cacciando da essa un coltello che inizier a lucidare continuando a fissare i due.

SALVATORE: (preoccupato) Governat, dite che quello lo vuole usare con noi?

FAUSTO: No Salvat, che domande fai? Chill mo cadda tagli sul nu poc e capo-cuoll! (indicando le parti del corpo)

Dalla comune si affacciano Gasparre e Melchiorri .

GASPARRE: Governat possiamo?

FAUSTO: Eh certo, ormai siete qui

GASPARRE: No dico, possiamo entrare o c il rischio che ci prendete a calci a tutti e due?

FAUSTO: Se non vi muovete, il rischio lo facciamo diventare realt!

GASPARRE: (entrando in scena gioiosamente) Buongiorno Governatore, Schettino buongiorno anche a lei!

MELCHIORRI: Buongiorno Signori!

GASPARRE: Oggi proprio quella che si dice una bella giornata, Governatuna bella giornata per governare e soprattutto per proporre decreti, come li chiamate voi, che facciano bene non solo a voi medesimo, ma soprattutto a noi!

SALVATORE: (a Fausto) Voi siete ancora sicuro?

FAUSTO: Salvat, non lo sono mai stato

I due prendendo le sedie da centro palco e notando Chesterfield si scambieranno uno sguardo perplesso, dopodich si avvicineranno alla scrivania di Fausto sedendosi.

MELCHIORRI: Governatore, scusate, ma chi quellindividuo seduto nel fondo sala?

GASPARRE: Infatti Governattene proprio na brutta faccia, e che s mis ngap? Na banana?

FAUSTO: (trovandosi impreparato) Eh chi chi pu essereSalvat, dillo tu insomma, chi chist?

SALVATORE: (ancora pi impreparato) Chi chi? Ah, battilocchio l? E chi pu esserelui non altro che un affezionatissimo aggregato di un crimi

Chesterfield sentendo la risposta di Salvatore, tirer fuori dalla borsa un altro coltello pi grande del precedente, che nel frattempo avr posato sul tavolino. Inizier a lucidare, come fatto prima, continuando a fissare i due.

SALVATORE: (vedendo la scena) del Governatore! Sissignore, amici dinfanzia sapete! (ridendo nervosamente)

GASPARRE: Amico dinfanzia? E quello potrebbe essere il figlio del Governatore!

FAUSTO: (evitando il discorso) Insomma, non perdiamoci in chiacchiere, la domanda una sola per voiche jat truann stammatin?

MELCHIORRI: Governatore, per farla breve, il mio collega non vorrebbeassolutamente privarla del tempo necessario a compiere i vostri importanti oneri cos come stabilito dallarticolo 121, parte due, titolo cinque, comma 24, che dichiara espressamente la totale(viene fermata da Salvatore, urlando disperatamente, il quale nel frattempo ha cercato di prendere appunti).

FAUSTO: Ue, ue, piano!

SALVATORE: A cumana gi passata, che correte a fare?

MELCHIORRI: Perdonatemi, sono andata troppo veloce forse

GASPARRE: Forse? Parev nu direttissimo! Governat, mo ve lo dico terra terra, dunque stamattina ho avuto un altro lampo di genio

FAUSTO: Ma mai possibile che cu tutt sti lamp, nun ce ne sta uno che vappicciass a tutt e doje?

GASAPARRE: e fatemi spiegare insomma! Dunque, stamattina mentre ero in macchina successa una cosa abbastanza strana, stavo proseguendo come al solito su via Napoli, quando allintrasatto, siccome cera del bagnato a terra, la mia macchina ha iniziato a scivolare sullacqua

FAUSTO: Ah, ho capito! Acquaplaning

GASPARRE: No no, a via Napoli! Comunque, siccome la macchina andava per fatti suoi, ho preso in mano il calendario dei santi e ho iniziato a pregarli tutti, uno ad uno, finch grazie a Dio o grazie a San Bartolomeo, la macchina si fermatae indovinate un po dove si fermata

SALVATORE: Annanz o campusanto?

GASPARRE: Nossignore! Davanti ad uninsegna che diceva, Aumenti, ora si pu! Governat, statemi a sentire stata la provvidenza a portarmi davanti a quel cartello!

FAUSTO: E allora la provvidenza tua o cecata, oppure cchi scem e te Gaspinsomma sarebbe questa la cosa urgente che dovevate assolutamente dirmi stamattina? Di darvi un aumento?

GASPARRE: Sissignore! Urgentissima!

MELCHIORRI: Io stavo cercando di avvertirvi, Governatore, ma non mi avete dato il tempo.

FAUSTO:(a Melchiorri)Uh scusatemi, la prossima volta allora far un biglietto di sola andata per il direttissimo Milano-Napoli! Voi due vorreste un aumento eh?

GASPARRE e MELCHIORRI: Sissignore!

FAUSTO: Benissimo, allora statemi a sentire perch ho un importante compito per entrambi!

GASPARRE e MELCHIORRI: Dite! Dite!

FAUSTO: (sottovoce)Voi due, appena uscirete da questo ufficio, dovete immediatamente recarvi al Commissariato pi vicino

GASPARRE e MELCHIORRI: E perch Governat?

FAUSTO: Perch la situazione qui tragica! Sia io che Salvatore siamo

Salvatore far cenno a Fausto di guardare Chesterfield, che nel frattempo dalla sua borsa ha tratto fuori un altro coltello, ancora pi grande dei precedenti, iniziando a lucidare anche questultimo.

SALVATORE: (cercando di rimediare, ridendo nervosamente)...siamo ottimi colleghi! I migliori sulla piazza!(a Fausto preoccupato)Governat, ha capito tutto!

FAUSTO: Nossignore Salvat, ti pare che Philip Morris dallaltra parte della stanza capisce quello che ci stiamo dicen

Verr interrotto ancora una volta da Chesterfield, il quale brandir dalla sua borsa una mannaia da macellaio, di dimensioni superiori a tutte le lame prese finora, facendo letteralmente spaventare Salvatore e Fausto, i quali inizieranno a confabulare sottovoce con espressioni sbigottite.

MELCHIORRI:Governatore, tutto bene? Vi siete interrotto allimprovviso, cosa ci stavate dicendo?

GASPARRE: Infatti Governat, stavate parlando del commissariato

FAUSTO e SALVATORE: (spaventati) NO!

FAUSTO: (nervoso) Ma insomma cosa dite, io non ho proprio messo in mezzo n il commissario, n la polizia, i carabinieri, le fiamme gialleniente! Anzi io non ho parlato proprio, avete fatto tutto voi! E sapete che vi dico? Voi laumento non lo meritate, se continuate a dire solo fandonie! Adesso uscite immediatamente dal mio ufficio, che ho cose molto pi importanti da fare!

GASPARRE: (a Melchiorri) Altro che aumento, al Governatore gli si aumentata la pressione!

Gasparre e Melchiorri inizieranno a confabulare tra loro alzandosi dalle sedie e, tra espressioni perplesse e titubanti, si gireranno verso Chesterfield, rimanendo di sasso davanti alla quantit di lame presenti sul tavolino l vicino.

GASPARRE: (a Chesterfield, avvicinandosi) Scusate, ma voi che mestiere fate?

CHESTERFIELD: (girandosi verso Gasparre, ironico) Piacere, larrotino!

I due si stringeranno la mano.

Scena 6

In scena Fausto, Salvatore, Chesterfield, Gasparre e Melchiorri.

NICOLA: (entrando dalla comune) Signori, Buongiorno a tutti!

Salvatore e Fausto, vedendo entrare Nicola, inizieranno ad emettere esclamazioni ironiche di meraviglia.

SALVATORE: La serpe tornata allovile!

FAUSTO: Chell era a pecora, Salvat!

NICOLA: (avvicinandosi a Fausto, tendendogli la mano) Presidente, Buongiorno.

Fausto non ricambier al saluto.

FAUSTO: (rivolgendosi ai due assessori, solenne) Signori, adesso se non avete altro da aggiungere, vi prego di lasciarmi solo, quanto scambio due parole in privato con Nicola.

Gasparre e Melchiorri si guarderanno intorno, non capendo che lultima frase di Fausto era rivolta a loro.

FAUSTO: (spazientendosi) Ve nata ij! Via!

Gasparre e Melchiorri, salutando frettolosamente, via dalla comune. Salvatore tenter anchegli di uscire, ma verr bloccato da Fausto.

NICOLA: (dando uno sguardo a Chesterfield, poi di nuovo a Fausto) Insomma, di cosa dovete parlarmi Presidente?

FAUSTO: Devo parlarti, mio caro Nicola, della tua condotta a dir poco riprovevole, del tuo comportamento nei miei confronti del tutto ingannevole e soprattutto della totale mancanza di rispetto verso un padre, tramortito da ci che gli stato detto sul tuo conto! (lazzi di Salvatore, alle spalle di Fausto, di approvazione)

NICOLA: (spaventato) Presidente, io veramente

FAUSTO: Che succede? Sei rimasto avvilito, Nic? Non hai il coraggio di guardarmi in faccia? (ancora lazzi di Salvatore)

NICOLA: Presidente, vi giuro su me stesso che ve ne avrei parlato quanto prima, il fatto che non ho mai trovato il momento giusto

FAUSTO: (alterandosi) Il momento giusto? Tre mesi, tre mesi Nic sono passati! Tu per tre mesi ti sei messo a fare lamore con mia figlia senza dire niente a meche non solo sono il padre di Sofia, ma anche il tuo Governatore, quello che ti ha preso sotto la sua ala quando nessuno credeva in te, per me come essere accoltellato alle spallee non contento di tutto ci, hai addirittura commesso linsano gesto:hai messo incinta mia figlia!

NICOLA: No! Non vero!

FAUSTO: Non negare, Nicola!

NICOLA: Non mi sarei mai permesso!

FAUSTO e SALVATORE: Non negare!

NICOLA: Presidente, sono tutte calunnie!

FAUSTO, SALVATORE e CHESTERFIELD: (in coro) Non negare!

NICOLA:Presidente, vero, io ho sbagliato, vi ho tenuto nascostoil fatto che io e vostra figlia ci amiamo da tanto tempo, ho sempre rinviato il nostro colloquio semplicemente perch non riuscivo a trovare il momento giusto per parlarvi a quattrocchi, ma vi giurovi giuro sullanima di mia madre che non ho messo incita vostra figlia. Chiedete anche a lei, vi dir la verit!

FAUSTO: Ne ho abbastanza delle vostre menzogne! Ci che fatto fatto, e la mia decisione presa!

NICOLA: (supplicando) Vi prego, credetemi, io non farei mai una cosa del genere!

FAUSTO: (disgustato) E invece, Nicola mio, lhai fatta eccome. Adesso ti ordino di prendere quelle poche cose che hai nel tuo studio, e di abbandonare questo palazzo immediatametne. E per quanto riguarda mia figlia, tu non la vedrai mai pi! Prova solamente ad avvicinarti a lei, e ti giuro che sar lultima cosa che farai!

SALVATORE: (avvicinandosi a Nicola, ironico) Arrivederci e tante belle cose!

Nicola sconfitto e avvilito si diriger verso la comune, si fermer sulluscio per dare un ultimo sguardo alla sala, dopodich via dal fondo.

SALVATORE: Bravo, bravo Governat! Siete stato impeccabile, questo quello che avrebbe fatto un vero uomoquella serpe, si approfittato di noi per troppo tempo, non meritava niente!

CHESTERFIELD: (alzandosi) Infatti, devo farvi i miei complimenti Moretti! Davero nun mo aspettavo, da uno come voi, e ammetto di avervi sottovalutato. Dopotutto, tra voi e Polifemo, ora che ci penso, non c molta differenzaa parte le centinaia di persone ammazzate. (ridendo)

Salvatore a questultima battuta rider anche lui forzatamente.

CHESTERFIELD: Adesso signori miei, permettetemi, ma devo and a prendere un po daria fuori, sto a schiatt! E gi che ci sono, se nun ve dispiac Governat, vado a conoscere meglio a columbrina mia. Gi dal nome me fa riboll er sangue nelle vene, Miranda! Anvedi che donna!

Mentre Chesterfield sta per uscire si girer verso Fausto e Salvatore, attirando la loro attenzione, e facendo loro il tipico gesto vi tengo docchio. Chesterfield via dalla prima a sinistra.

SALVATORE: (irritato) Ma tu vir a chist, a colombina sojecome si permette? Mo ce facc ver ij chi cummann cc dind. (a Fausto) Governatore, mi assento soltanto per un minuto, subito torno. Permettere GovernatoreGovernatore, permettete! (via prima a sinistra)

Scena 7

In scena Fausto, abbattuto da quanto appena detto a Nicola, sprofonder su una sedia in centro palco. Dalla comune entrer Massimo Lojacono.Massimo noter lespressione distrutta e abbattuta di Fausto, ma continuer il suo lavoro nellufficio di Fausto, prendendo una sedia, salendoci sopra (dando chiaramente fastidio a Fausto seduto sotto di lui) ed iniziando a sistemare il lampadario nel centro scena.

FAUSTO: Scusate ma proprio qui dovevate venire ad armeggiare l sopra?

Massimo chieder a Fausto di mantenere una chiave inglese, unta e sporca, lasciandola cadere sul Governatore, che la terr in mano indignato.

MASSIMO: Sapete Governat, ho notato una cosa, in questo palazzo pi si sale, e pi si notano i segni del tempo. Crepature, intonachi rovinati, muffa sulle soffittature proprio vero che pi non ci si occupa di una cosa, e pi quel qualcosa marcisce velocemente

FAUSTO: (pensando ad altro) Ma che potevo fare io? Nicola mi ha combinato quel piattinoera il minimo cacciarlo dallufficio. E non parliamo del macello che ha combinato Salvatore con quel Don Emilioha distrutto me e lintero ufficio, anni e anni di lavoro, sacrifici, nottate insonni, tutto per cosa? Per essere arrestato come un comune criminale.(rendendosi conto della risposta) Ah, perdonatemi Lojacono, pensavo ad altrocosa dicevate?

MASSIMO: Nulla di importante. Dopotutto, Governatore, anche al palazzo pi fatiscente si pu trovare unadeguata soluzione

Massimo anzich riparare una lampadina fulminata, spegner lintero lampadario stesso.

FAUSTO: (rimanendo perplesso alle parole di Massimo) Fattosta mio caro Lojacono, sta che anche lincorruttibile Fausto Poretti, si lasciato corrompere alla fine. E lepilogo che merita la mia carriera da Governatorea questo non c unadeguata soluzione. Forse chillu Chesterfield tene arraggion, tra me e Don Emilio dopotutto non cmolta differenza, siamo entrambi criminali in fin dei conti! Ma perch sto parlando di certe cose con voi? Scusatemi, ma in questi giorni ho molti problemi a cui pensare e poche soluzioni tra le mani

MASSIMO:(dopo essere sceso dalla sedia, e pulendosi le mani con uno straccio) Molto spesso pi cerchiamo la soluzione e pi questultima si allontana da noi, ma credetemi quando vi dico che anche ci che sembrava cos scontato alla fine si riveler essere la chiave a tutto, dovete solo avere fede e pazienza. E una cosa naturale, molti la chiamano provvidenza altri colpi di fortuna, sta a voi scegliere a cosa credere.

FAUSTO: Lojacono, ma fussv nu sacrestan per caso?

MASSIMO: (ridendo) No, no, ve lho dettoio sono qui per mettere apposto.

FAUSTO: A tal proposito, permettetemi ma a meno che non abbiate rifatto il palazzo da capo, io non noto miglioramenti, ho capito che state lavorando gratuitamente, ma perlomenostate lavorando o no?

MASSIMO: Per i lavori che faccio io c bisogno di tempo, Governatore. Dovete avere fede, e pazienza, ve lho dettoe tornando al discorso di prima, pensateci, secondo voi finch il restauratore non prenda la decisione, credete che il palazzo si restauri da solo?

FAUSTO: Uh Ges certo che no

MASSIMO: Benissimo, allora siate restauratore Governat(battendo le mani, tutte le lampadine del lampadario si accenderanno) Non voglio disturbarvi mentre lavorate, quindi penso che adesso mi occuper della saletta a destra.(si avviciner alla seconda a sinistra) Buon lavoro Governat, e mi raccomando, scrivete una lettera convincente. (via seconda a sinistra)

FAUSTO: (ancora pi perplesso) E come faceva a sapere che l cera unaltra sala? Stu cristian me sta spaventann. (passando sotto al lampadario, riprover a battere le mani come fatto da Massimo poco fa, senza risultati) E poi ha parlato di una lettera, ma quale lettera? (come se avesse avuto unispirazione) A lettera! Ne devo approfittare, mo che Chesterfield nun ce sta! Me serv Salvatore!

Fausto si affaccer alla comune chiamando Salvatore.

SALVATORE: (entrando dalla comune) Governat mi avete chiamato?

FAUSTO: (lazzi come per dire di abbassare la voce) Salvat ho trovato la soluzione ai nostri guai!

SALVATORE: Uh Maronna mij, avit avut lispirazione?

FAUSTO: Esatto, esatto..chillu uaglion lann benedicer

SALVATORE: (perplesso) Scusate ma, qualuaglion?

FAUSTO: Lascia stare ti spiego dopo. Dunque organizziamoci cos, io adesso mi metto a scrivere una lettera daiuto lesto lesto e tu nel frattempo fai la guardia affacciandoti dalla porta di Miranda. Marraccumann appena Chesterfield sta venendo verso di te, avvisami immediatamente!

SALVATORE: Ah! Bella pensata, bel piano, mi piace! Governat aspettate, prima per ci serve un segnale!

FAUSTO: Un segnale? Eh, ij che ne saccinventalo al momento, muovt!

SALVATORE: Non vi preoccupate, lo sapete, con me navigate in acque sicure Governat! (avvicinandosi alla prima a sinistra, e aprendo leggermente la porta)

Fausto, posizionandosi dietro la scrivania, prender carta e penna pronto per scrivere. Dopo alcuni attimi, Salvatore emetter un verso a dir poco strano e acuto.

FAUSTO: (spaventato e avvicinandosi al collega) Uh Maronna mij, Salvat te sient male, che succies?

SALVATORE: Ma no Governat, questo il segnale che avete capito?

FAUSTO: Chist o segnale? Nun o putiv tru uno migliore? (tornando a scrivere)

Dopo che Salvatore avr annunciato ad alta voce alcuni movimenti di Chesterfield, si avviciner a Fausto posizionandosi accanto a lui come se nulla fosse.

FAUSTO: (allarmandosi) E tu che ci fai qua? Te vu mett abbicin a port o no?

SALVATORE: Governat ma chill nun se mov a l, io mi scoccio di fare il palo!

FAUSTO: Ij o pal to chiavass ngap, Salvat! Miettt abbicin a port, muovt!

Salvatore torner a fare il palo vicino alla porta, subito dopo Chesterfield comparir dalla comune fermandosi sulluscio. Fausto si accorger di lui, mentre Salvatore continuer a fare il palo.

SALVATORE: Governat chist adda ess Hudininun o vec cchi! Come se fosse sparitoo forse no aspettate, si sar messo sotto la scrivania! Quel porco, sotto la scrivania della mia bella MirandaGovernat chillu battilocchio non ha ancora capito che non si scherza con la sciasciona miacome si dicecchi song avt e cchi so fess(dopo questultima frase si girer verso la comune accorgendosi di Chesterfield che nel frattempo ha ascoltato tutto)

CHESTERFIELD: Cos io sarei alto e fesso eh?

SALVATORE: Nono, mica ce lavevo con voiio ce lavevo con il Governatore

CHESTERFIELD: Forse non hai ancora capito con chi stai a parl, a nonno! (girandosi di scatto verso Fausto, e notando la lettera) E tu che hai l! Famme un po ved!

Salvatore tenter di bloccare Chestefield per un braccio, inutilmente. Fausto nel frattempo scambier la lettera appena scritta, con quella di Auguri indirizzata al Presidente della Repubblica.

CHESTERFIELD: (a Salvatore) Aho! Non te permettere mai pi de toccarme, hai capito? Quanto a voi, Governatore dei poveracci, damme un po quella lettera! Vediamo un po che sei andato a scrivere.

FAUSTO: Ma niente, davvero, nulla di importante(consegnandogli la lettera)

CHESTERFIELD: Seh, nulla de importateaddirittura a mettere un rincoglionito come questo a fare il palo.(riferendosi a Salvatore, prendendo poi per le orecchie ad entrambi) Voi fesso non me fate, come ve lo devo far cap? A colpi de rivoltella?

FAUSTO e SALVATORE: No, no, per carit

Chesterfield moller la presa, incominciando a leggere quanto scritto nella lettera.

CHESTERFIELD: (leggendo a bassa voce, senza capire) Ma che c scritto qua sopra?

SALVATORE: Perch scusate, mo non sapete manco leggere?

CHESTERFIELD: (dopo un secondo di pausa) Caro Giovanni LeoneOnorevolePresidenteBuon Compleannodistubarladistuprarla. Ma se pu sapere che cos sta roba?

SALVATORE: (ironico) Licenza poetica!

CHSTERFIELD: Certo che voi siete veramente due rincoglioniti, non siete capaci manco de chiedere aiuto (strappando la lettera)

SALVATORE: (avvicinandosi a Fausto) Governat, ha pigliat a lettera sbagliata!

FAUSTO: (sottovoce) Eh certo lho scambiata io

CHESTERFIELD: Devo dire che avete rischiato grosso eh! Addirittura avete rischiato di farvi sparare mezzora prima dellarrivo de Polifemo!

FAUSTO: (allarmandosi) Come? Don Emilio sta venendo qui?

CHESTERFIELD: Sicuro! Ha detto che non vede lora di portarvi personalmente i suoi omaggi, da omo libero! (si avvicina al carrello delle bevande)

SALVATORE: Governat, siamo perduti...mo che facimm?

FAUSTO: Calma, calma Salvat ho gi tutto in menteadesso mentre tu distrai a Chesterfield, io consegno questa lettera a Miranda, senza farmi vedere, e capit?

SALVATORE: Giusto! Governat, cento ne pensate e una ne facciamo! Me la vedo io cu Pall Mall. (Salvatore si avviciner anche lui al carrello e a Chesterfield, invitandolo a bere) Prego, signor Pueblo, bevete quello che voleteoffro io!

Fausto affacciandosi dalla comune, chiamer Miranda.

FAUSTO: (dopo averle fatto cenno di abbassare la voce) Miranda, ho un importantissimo compito per te(consegnandole la lettera) Prendi questa lettera senza farti vedere e conservala. Non perderla per nessun motivo al mondo, di estrema importanza!

MIRANDA: Va bene Governat, la devo spedire a qualcuno?

FAUSTO: Nossignore,la dovrai semplicemente aprire quando sar il momento giusto!

MIRANDA: Ah! E scusate, quando sar il momento giusto?

FAUSTO: Te ne accorgerai, non ti preoccupare. Adesso ti devo chiedere un altro favore

MIRANDA: Qualsiasi cosa per voi Governatore!

Fausto sussurrer qualcosa allorecchio di Miranda, la quale, dopo un cenno di intesa con Fausto, si avviciner a Chesterfield.

MIRANDA: (mettendosi in posa) Ue ue voi!

Salvatore e Chesterfield si gireranno verso di lei, senza capire a chi era rivolto il saluto.

SALVATORE e CHESTERFIELD: Io?

MIRANDA: Voi! Con la banana in testa!

CHESTERFIELD: (eccitandosi e aggiustandosi i capelli) Aho! Ce lha con me! Ce lha con me!(spingendo Salvatore via)

MIRANDA: (avvicinandosi a Chesterfield, prendendolo per un braccio) Ma ve te lho mai detto che sei proprio un belluomo? Alto, possente, grosso

CHESTERFIELD: (imbambolato)E io invece te ho mai detto che me fai riboll er sangue nelle vene?

MIRANDA: Stavamo cos bene tutte due, seduti alla mia scrivania, a farci compagnia luno con laltro

CHESTERFIELD: (ancora pi imbambolato) Eh si, si, proprio veroma scusa, prima sembrava che te davo fastidioche me schifavi

MIRANDA: Ma no, non lho pensato nemmeno per un minuto, che dici scemottino

CHESTERFIELD: (ridendo, a Salvatore) Mha chiamato scemottino!

SALVATORE: (indignato, nel frattempo tornato a fianco di Fausto) Ij te chiammass proprij stru

Fausto lo interromper mettendogli una mano davanti alla bocca.

MIRANDA: E dai su, vieni di l con me, omaccione! Cos stiamo solo io e te(tirandosi Chesterfield verso la prima a sinistra)

CHESTERFIELD: Si che ce vengo! Ce vengo eccome! Anvedi che donna! (via prima a sinistra)

FAUSTO: Benissimo e camma luat pur chist ananz! Adesso dobbiamo solo aspettare che arrivi Don Emilio, e poi la provvidenza ci dir cosa fareaveva proprio ragione quel Massimo!

SALVATORE: (perplesso) Governat scusate, ma chi stu Massimo?

FAUSTO: Il ragazzo che ti dicevo prima. Un semplice factotum, si presentato stamattina chiedendomi di lavorare nel palazzo, gratuitamente pensa un po, e io glielho concesso

SALVATORE: (sempre pi perplesso) Si presentato a voi, Governat?

FAUSTO: Sissignore Salvat, si presentato a me, e dovevi vedere come si presentato entrato da quella porta senza dire niente, e ha iniziato a martellare proprio quel quadretto lquando poi dopo appena due minuti, caduto quellaltro quadretto dallaltra parte della sala! Lui sapeva, Salvat!

SALVATORE: Governat, ma siete sicuro?

FAUSTO: Certo Salvat!

SALVATORE: No dico, ma voi siete convinto?

FAUSTO: Ma pecch che vuliss ricche agg asciut pazz?

SALVATORE: (con tono ironico) No! Per caritse siete sicuro, sono sicuro anche io

FAUSTO: Ma perch tu mi vuoi dire che per tutta la giornata non hai mai visto nu uaglion e nu metro e vint che girava con degli attrezzi in mano per il palazzo?

SALVATORE: No!

FAUSTO: Ah per, allora teneva ragionenessuno proprio si accorto della sua presenza! (ridendo)

SALVATORE: (spaventandosi e ridendo anche lui forzatamente) E strano eh, Governat? Nessuno lha vistolavete visto solo voi

I due continueranno a ridere fino a guardarsi intensamente negli occhi, per poi smettere entrambi.

SALVATORE: Beh! Mio caro Governatore adesso vi chiedo di scusarmi, ma mi sono appena ricordato di un impegno importante fuori sedeci metter poco, non vi preoccupate, sar di ritorno prima che possiate dire distuparl.distubaprima che possiate dire termostato, meglio!

FAUSTO: E dove devi andare Salvat?

SALVATORE: (con un sorriso ironico)Devo incontrarmi con degli amici di vecchia datasolite visite, sapete come si dicevado e torno! Arrivederci! (via di gran fretta dalla comune)

FAUSTO: Gi agg capit tutt cosse l data a gambe pe nun se fa ver da Don Emilio, o sacc tropp buon a Salvatore ormai!

Scena 8

In scena Fausto. Rientra Massimo dalla seconda a sinistra.

MASSIMO: Governatore ho concluso il mio lavoro

FAUSTO: Come, di gi? Ma non ci avete impiegato nemmeno una giornata intera!

MASSIMO: Ebbene si, non me lo aspettavo nemmeno io, pensavo che ci avrei impiegato molto di pi e inveceammetto che sono stato in posti ben peggiori di questo

FAUSTO: (ironico) Ah, e grazie tante!

MASSIMO: Qui dentro ho respirato unaria diversa rispetto agli altri posti dove sono stato, mista tra ingenuit e preoccupazione, paura e determinazione, onest e slealt come se unendosi mantenessero una sorta di equilibrio, di cui voi siete il fulcro Governat

Fasuto e Massimo si ritroveranno a centro palco entrambi con gli occhi alzati verso lalto.

FAUSTO: Ah agg capit! Siete un filosofo e non me lo volete dire eh? E bravo Lojacono, da voi non me laspettavo proprio! Belle parole, complimenti!

MASSIMO: (ridendo) Credo che lo capirete anche voi, e molto presto anche, dovete solo avere fede

FAUSTO: e pazienza, amma capit! Ma insomma siete sicuro di non voler rimanere? Vi siete rivelato pi utile di quanto pensassi, e una persona cos mi farebbe davvero comodo!

MASSIMO: Mi dispiace Governatore, ma i miei umili servigi sono richiesti altrove, un compito a cui non posso sottrarmi

FAUSTO: Ma scusate voi fate questo lavoro gratuitamente, cosa ci andate a guadagnare? Se rimanete qui io vi metto apposto e con uno stipendio fisso, non vi sta bene?

MASSIMO: Siete un bravuomo Poretti, a differenza di quanto crediate io vi dico che lincorruttibile ancora un soprannome che vi si addice.

FAUSTO: Ma insomma io adesso come far? Nientedimeno Don Emilio verr qui a breve e non so come comportarmi, cosa fare

MASSIMO: (interrompendolo) La soluzione arriva sempre, anche quando sembra tutto perduto, dovete solo avere fede e pazienza.Uscendo porter la spazzatura fuori, c qualcosa di cui vorreste liberarvi?

FAUSTO: (abbattuto e con una mano in fronte) No, nopotete andare. (Massimo si avvicina alla comune. Fausto lo fermer in tempo) Aspettate! (si avviciner alla libreria dove inizialmente ha riposto il fascicolo con le prove su Salvatore, prendendolo) Questoquesto lo potete buttare, darlo alle fiamme, gettarlo a mare, quello che volete, basta che mi promettete di non aprirlo mai!

MASSIMO: (prendendo il fascicolo) Parola mia, dopotutto non sono fatti che riguardano me, ma che riguardano altri E stato un piacere conoscervi, buona fortuna Governatore.

FAUSTO: (con espressione stupita)Buona fortuna anche a voi Lojacono. (si stringono la mano)

Massimo via per la comune.

FAUSTO: Che stranu uaglion, chist come si foss stat a conoscenza e tutt e tarantell channa succies rind a stu ufficiocos e pazz. Chiss se ho fatto bene a dargli quel fascicolo con le prove su Salvatore

Si sentono passi in avvicinamento dal fondo.

FAUSTO: Uh Maronna mij, Don Emiliosta saglienn! E mo che faccio, che pozz fa? Provvid, aiutam tu!

Fausto terrorizzato si nasconder dietro la sua scrivania prendendo un tagliacarte poggiato su di essa. Entrano Addolorata e Sofia dalla comune.

ADDOLORATA: Ue Fa nuje stamm cc

Fausto salter allo scoperto urlando, spaventando Addolorata e Sofia.

FAUSTO: Addolor, e tu che ci fai qua?

ADDOLORATA: Maronna mij ue Fa che paurma t mpazzut? E che fa cu stu taglierin mman?

FAUSTO: Lascia sta, una lunga storia mainsomma, che ci fate tutte e due qui?

ADDOLORATA: Tua figlia, mi ha pregato di venire qui da te, perch deve parlarti urgentemente! E o bell che nun me vo ric nient a mme. (a Sofia) Vai parl cu patt su!

Fausto e Sofia inizieranno a parlare velocemente e con un tono di voce molto basso, cos tanto che Addolorata far fatica a comprendere cosa si stiano dicendo.

ADDOLORATA: (spazientita, intromettendosi tra i due) Ue ma insomma! Potete parlare potabile? Ij song a mamm vogl cap pur ij che sta succerenn!

FAUSTO: Addolor, mi dispiace ammetterlo ma tuavevi ragione, nostra figlia ci nascondeva qualcosa!

ADDOLORATA: (soddisfatta) Ah! E vist? Arricuordt ue Fa che a femmn tene semp arraggion! E a te, se po sap che cumbinat?

SOFIA: (disperata) Ascoltatemi, non come sembra, davvero! Pap, chiunque ti abbia detto quelle cose, sono solo un mucchio di bugie!

ADDOLORATA: Ma se po sap che stat?

FAUSTO: Bugie? Tu sei diventata la vergogna di casa mia, hai disonorato lintera famiglia tua!

ADDOLORATA: Ma pozz sap che succies?

SOFIA: Pap non vero! Non vero niente!

ADDOLORATA: Ue ue ue! Ma insomma, basta mo! Fausto vogl sap mo mo che cancaro succies con nostra figlia! Subito!

FAUSTO: Addolor, Addolor, la nostra prole aspetta altra prole!

ADDOLORATA: Nagg capit, te pror?

FAUSTO: Si proprij comm te vec Addolor, nostra figlia incinta!

ADDOLORATA: (con uno sguardo interdetto) Tu che stai ricenn?

FAUSTO: E non solo, come se non bastasse fidanzata da ben tre mesi segretamente con Nicola, e non ne ha mai parlato con noi!

ADDOLORATA: (tentando di aggredire la figlia, ma bloccata prontamente da Fausto) Uh tu piccola disgraziata, ingrata!

SOFIA: Ma perch non volete ascoltarmi? Io non sono incinta!

Dalla comune appare Nicola con la sua ventiquattrore in mano e cappello, pronto ad andarsene.

NICOLA: Non voglio disturbarvi, ero solamente passato a salutarvi, e a ringraziare voi Presidente per tutti questi anni passati al vostro fianco.

SOFIA: Adesso basta! Adesso parlo io! Pap, non so chi ti abbia dato questa notizia della mia gravidanza, ma ti assicuro che solo una grandissima bugia! E vero, io e Nicola stiamo insieme da tre mesi, e non vi ho mai detto niente perch tu pap eri costantemente impegnato con il tuo lavoro, e tu mamma invece eri in continuo pensiero per pap. Non volevo darvi altre preoccupazioni, tutto qui

NICOLA: Presidente, vi assicuro che vostra figlia non centra nulla in tutto questo, sono stato io a non aver avuto il coraggio di parlarvene

FAUSTO: Silenzio Nicola! (a Sofia) E va bene, diciamo che su questo fidanzamento ti credo figlia mia, ma rimane sempre il guaio che avete combinato!

SOFIA: Nossignore pap, nessun guaio, io non aspetto nessun figlio

FAUSTO: Ma come no? Ma perch tutti e due volete negare levidenza? Mi stato chiaramente detto che proprio ieri eravate qui, nel mio ufficio, a parlare entrambi di una notizia che tu figlia mia aspettavi ormai da tempo, puoi negare questo?

SOFIA: Certo che no pap

FAUSTO e ADDOLORATA: E allora qual questa notizia?

SOFIA: La notizia in questione chemi stata offerta la possibilit di andare a Roma a studiare, alla Sapienza per essere precisi, e tutto questo grazie a Nicola, il quale riuscito a mettere una buona parola per me. Ma ovviamente non ve lavrei mai potuto dire senza prima dirvi che io e lui siamo fidanzati da ormai tanto tempo

NICOLA: (avvicinandosi a Sofia) compito che sarebbe spettato a me, Presidente. Per questo, chiedo umilmente scusa.

Fausto e Addolorata si guarderanno entrambi con degli sguardi sbigottiti, per poi tirare entrambi un sospiro di sollievo.

FAUSTO: Non ho capito, quindi tu figlia mia non aspetti un figlio?

SOFIA: Ma certo che no pap!

FAUSTO: Uh Santo Enrico De Nicola, ti ringrazio!

ADDOLORATA: (abbracciando la figlia) Figlia mia, sono cos contenta per te. Potevate dirlo subito!

SOFIA: Ma non mi stavate ascoltando!

ADDOLORATA: E nun te preoccup, adesso tutto passato. E per quanto riguarda te Nicola, non ti preoccupare, se proprio dobbiamo dirla tutta, mia figlia ha scelto davvero bene! Potete continuare a stare insieme.

FAUSTO: (con tono serioso) Un momento, non corriamo! (avvicinandosi a Nicola) Nic, io ti ho detto chiaramente che tu non potevi n vedere n parlare pi con mia figlia. Ti ricordi?

NICOLA: (sconsolato) Sissignore.

FAUSTO: Ti ho detto anche di prendere le tue cose e di lasciare questo palazzo, vero?

NICOLA: Sissignore.

FAUSTO: E inoltre ti ho detto anche di non farti vedere mai pi, o ci sarebbero state delle conseguenze

NICOLA: Si, Presidente

FAUSTO: Beh, mio caro Nicola, adesso voglio dirti solo una cosa(aprendo le braccia) Abbracciami, genero mio.

I due si abbracciano.

ADDOLORATA: (con le lacrime agli occhi) Maronna mij, che emozione! Ue Fa, allora mo o saje camma fa? Mo lesto lesto, amma organizz pur nu bellu matrimonij!

FAUSTO, SOFIA e NICOLA: NO!

FAUSTO: Con calma Addolor, con calma, c tempo! Per il momento, pensiamo al vicino trasferimento di nostra figlia per Roma. Meno male, la Provvidenza ci stata daiuto, tutto bene quel che finisce

Scena 9

In scena Fausto, Addolorata, Nicola, Sofia. Dalla comune appare Don Emilio Celi.

DON EMILIO: (dalla comune, ridendo) ...bene! Che bel quadretto, la famiglia Poretti al completo, che gran piacere! (entra)

FAUSTO: (sbarrando gli occhi) Don Emilio, ij mer proprj sscurdat e chist!

NICOLA: (allarmato) Presidente, ma questindividuo non altri che

DON EMILIO: (come per continuare la frase) Emilio Celi, detto Polifemo. La mia fama mi precede a quanto pare, addirittura anche tra i giovani, avete visto Por? Questo si chiama rispetto! (porgendo la mano destra a Nicola per far baciare un vistoso anello doro in segno di rispetto)

NICOLA: (rifiutando di baciare lanello) Che rispetto pu mai avere un criminale come voi, Signore?

FAUSTO: (fermando la foga di Nicola) Nicola bacia lanello, Nicola!

NICOLA: Presidente, ma cosa ci fa un farabutto di quel calibro seduto nel vostro ufficio? Dovremmo avvisare immediatamente le autorit!

DON EMILIO: (ridendo, nel frattempo seduto alla scrivania di Poretti) Il ragazzo ha coraggio, ve li scegliete proprio bene i vostri adepti, caro Governatore. Uagli per rispondere alla tua domanda, potrei benissimo sventolare questo, (prende il foglio precedentemente firmato da Fausto)sai che cos? La mia garanzia da uomo libero! Firmata da lunica persona in questa stanza con il potere di nominare vice governatore anche un farabutto come me.

NICOLA: (sorpreso) Presidente, siete stato voi? Avete nominato vice governatore Emilio Celi?

DON EMILIO: Diciamoci la verit, non per scelta sua. Ammetto che non la carica da vice

governatore che mi interessa, ma la cos tanto bramata immunit.Entrambi mi erano state promesse da un verme di nome Salvatore Schettino...il quale per non mantenendo fede alla sua promessa, ha messo a rischio non solo la sua stessa vita, ma successivamente anche la vostra.

ADDOLORATA: (stringendosi Sofia) Uh Maronna mij!

DON EMILIO: (ad Addolorata) Sign vostro marito un vero eroe! Non solo ha salvato la vita della sua famiglia, ma anche quella di un viscido pezzente che non meriterebbe nemmeno di respirare!

NICOLA: Quella serpe(a Fausto) Presidente, sapete che avete stretto un patto con il diavolo?

FAUSTO: Eh certo Nic, mo cc facimm o diavulo e lacqua santa! Si, lo so. Ma stai tranquillo adesso trover io una soluzione a tutto questodobbiamo solo avere fede e pazienza!

Entrano dalla comune in sequenza, il Commissario Beretta seguito da quattro poliziotti, il Dottor Della Ragione, basso, tozzo con occhiali sul naso e valigetta in mano (sar caratterizzato dallessere balbuziente), e Salvatore che cercher di non farsi vedere rimanendo dietro il Commissario.

Posizioni scena:

Emilio Celi Beretta Fausto

Salvatore Nicola

Della Ragione Addolorata

Sofia



BERETTA: (entrando e mostrando il distintivo)Polizia! Nessuno si muova!

FAUSTO: (con un sospiro di sollievo) Ah! E vist? Fede e pazienza! Arriva la cavalleria!

DON EMILIO: (impassibile) Commissario Beretta, da quanto tempo, vero?

BERETTA: S Don Emilio, Porta Nolana due anni fa, per lesattezza. Vi avevo quasi messo le manette ai polsi.

DON EMILIO: (ridendo) Avete detto bene, quasi!(notando Salvatore con lintenzione di nascondersi)Ma vuje guardate nu poc, chi non muore si rivede, non cos?

Salvatore cercher di allontanarsi il pi possibile da Don Emilio indietreggiando, ma si avviciner troppo a Nicola dallaltra parte della stanza, il quale con un semplice sguarda lo allontaner di nuovo.

BERETTA: Vi consiglio di ridere ora che ne avete lopportunit, perch voi Signore state per essere arrestato.

DON EMILIO: E cos voi vorreste arrestare un vice Presidente regionale, Beretta? Che bel coraggio che avete, ma purtroppo devo comunicarvi che non avete il potere di farlo (gli consegna il foglio firmato). C scritto tutto, nero su bianco!

BERETTA: (leggendo vagamente) Si ero a conoscenza di questa novit dellultima orama non sar un semplice foglio di carta firmato a salvarvi! (riferendosi a Fausto) Cos anche lincorruttibile si lasciato corrompere, vero Por?

FAUSTO: (con una risata sarcastica in volto, si gira verso il pubblico iniziando a parlare con questultimo) Ed ecco qua, avete visto? Va a finire sempre cos! Ad un certo punto veniamo trattati tutti quanti alla stessa stregua, sia il delinquente che il bravuomo. Immaginate, un cristiano fa di tutto per diventare un idolo, un esempio da seguire, un personaggio positivo, eppure un certo puntosi ritrova con le manette ai polsi, per colpa di un guaio che non ha causato nemmeno lui. Sembra impossibile vero? A voi sembra finzione, vero? E invece, la realt.(tornando a parlare a Beretta) Che volete che vi dica Commiss?

BERETTA: Niente, appunto. Voi siete solo la punta delliceberg, ma si dia il caso che questoggi sono qui per il Signor Celi.

DON EMILIO: (infastidito) Sono proprio curioso di sapere come farete questa volta ad incriminarmi, Commissario!

BERETTA: Aspettate. Poretti vi presento il Dottor Della Ragione, specializzato in psichiatria. Dottor Della Ragione, il Presidente Regionale Fausto Poretti.

FAUSTO: (stringendo la mano a Della Ragione) Piacere!

DELLA RAGIONE: Pi-pi-pi-piacere!(sputandogli in un occhio)

FAUSTO:(pulendosi)E proprio unabitudine di tutti i medici ad essere balbuzienti eh? Beretta permettete la domanda, come mai avete convocato qui uno psichiatra?

BERETTA: Ci stavo giusto per arrivare Presidente. Dottore prego, potrebbe spiegare, per legge, quando loperato di un politico o di un Presidente Regionale, come nel nostro caso, venga del tutto invalidato?

DELLA RAGIONE: C-c-c-certo, co-co-co-commissario!

DON EMILIO: (ironico) E facimmc a croce!

DELLA RAGIONE: Si-si-si dia il caso, che qu-qu-quando si ri-ri-riscontrano d-d-delle problemati-ti-ti-tiche a livello psi-psi-psi

DON EMILIO: Chist secondo me adda ij rind o bagn!

DELLA RAGIONE: psicologico in un sog-g-g-getto quale un qu-qu-qualsiasi po-po-po-po-politico, tutti i pr-pr-pr

DON EMILIO: Mo penz proprj che adda ij overament rind o bagn!

DELLA RAGIONE: ...provvedimenti presi da que-s-s-stultimo, v-v-verrano immediatamente can-can-can-cancellati! E chi-chi-chiaro?

DON EMILIO: Scusate potete ripetere da si dia il caso?

BERETTA: Faccia poco lo spiritoso lei! Presidente, in parole povere, se ad un qualsiasi politico viene diagnosticata una forma di schizzofrenia, tutto ci che quel politico ha fatto o approvato durante la sua carica, verr del tutto(sventolato il foglio firmato da Fausto davanti a Don Emilio)cancellato.

FAUSTO: Si Commissario, avevo capito bene anche prima. Ma ancora non riesco a capire dove volete arrivarestate forse insinuando che sia impazzito da un giorno allaltro?

DELLA RAGIONE: Pr-pr-pr-presidente, le-le-lei ha avuto co-co-contatti con un certo M.-m-m-massimo Lojacono in questi g-g-g-giorni?

FAUSTO: Massimo Lojacono? Certo che si, un ragazzo che si presentato nel mio ufficio, chiedendomi di lavorare come factotum, al palazzo. Ma perch?

DELLA RAGIONE: Pre-pre-presidente, lei ne ass-ass-assolutamente certo?

FAUSTO: Mass, ne sono certo! Ma perch?

DELLA RAGIONE: S-s-s-sicuro?

FAUSTO: (infuriandosi)Ma insomma Dottore, sta mettendo in discussione la parola di un Presidente Regionale? Si certo che si! Sono sicuro, anzi sicurissimo! Ma che credete che sono pazzo? E voi Commissario, cosa mi siete venuto a dire stamattina? Io tollero tutto, fino ad un certo punto. Lo ammetto, io stesso ho avuto pi di un colloquio con questo Lojacono durante la giornata. Ma ancora non mi chiaro il perch di questo interrogatorio di terzo grado!

BERETTA: (avvicinandosi)Presid, il suddetto Massimo Lojacono morto pi di trentanni, nel 1945. E morto come eroedella nostra citt, come le centinaia di altre persone che hanno perso la vita in quei giorni. (tirando dalla tasca una vecchia fotografia) Un reperto dal nostro archiviolo riconoscete?

Cala un silenzio di tomba in scena.

FAUSTO: (dopo un momento di pausa, sorridendo) A tutto c una soluzione eh? Fede e pazienza. Siate restauratoree tu qua mi volevi portare eh? La soluzioneadesso mi chiaro tutto. Mo ho capito cosa fare. (a Beretta) Certo, che lo riconosco lui.

BERETTA: Ora due sono le ipotesiPoretti, o avete parlato con un fantasma oppure la vostra sanit mentale in grave pericolo, e sinceramente io mi affido di pi alla seconda ipotesi, date le testimonianze che ci sono state riportate a tal proposito.

FAUSTO: Perdonatemi Commissario, posso chiedervi di chi sono queste testimonianze?

BERETTA: Normalmente si dovrebbe dire il peccato e non il peccatore, ma in questo caso, ce lavete proprio davanti agli occhi...si tratta del vostro ex vice presidente.

FAUSTO: (si avviciner a Salvatore, entrambi a centro palco) Amico mio, i bei tempi, te li ricordi? La guerra, i combattimenti, te li ricordi o no?La nostra lunga e prosperosa amicizia, come dicevi sempre. E mia figlia? E incinta Salvat, eh? (dopo un momento di pausa) Salvat, ti auguro di campare per altri centanni.

Fausto si avvicinandosi alla sua famiglia e a Nicola, preoccupati e allarmati.

ADDOLORATA: Fausto, ma che significa tutto questo?

FAUSTO: Non vi preoccupate, state tranquilli. Si risolver tutto, ve lo prometto. (a Nicola) Bada alla mia famiglia durante la mia assenza Nic.

NICOLA: Presidente aspettate, cosa volete dire?

FAUSTO: (avvicinandosi a Beretta) Ebbene si Commissario, io sono pronto a venire con voi per rispondere a tutte le vostre domande, ma devo chiedervi prima di perdonare la mia assenzain quanto dovrei raggiungere un momentola toelette!

BERETTA: (sorpreso) Vada, faccia pure Presidente!

Fausto via per la comune a destra.

DON EMILIO: (alzandosi, sempre con tono ironico) Ah Commissario, con questa le avete provate proprio tutte! Addirittura a far uscire pazzo un Governatore solo per mettermi in cella. (ridendo) Ma ancora non ve ne siete accorto, chequelluomo, Fausto Poretti, sta meglio di me e voi messi insieme? Quelluomo non ha proprio niente che non va, quelluomo sta benequelluomo sano come un pesce!

Rientra, saltando letteralmente,in scena Fausto con camicia sbottonata, un turbante fatto con delle asciugamani in testa, un mantello ricavato sempre grazie a delle asciugamano, scalzo, e con una mazza di scopa in mano, tra le espressioni sbigottite e spaventate dei presenti. Durante la scena, Addolorata, Sofia e Nicola, cercheranno di riportarlo alla ragione, creando cos un clima grottesco e surreale.

FAUSTO: (urlando e salendo sulla sua scrivania) Eccomi qua! Song ij! Il Governatore dei folli! Ammirate la potenza di Fausto Poretti! Inchinatevi dinanzi al suo cospetto e pentitevi della vostra miscredenza!(a Beretta, agitando la mazza come se fosse una spada) E voi

BERETTA: (spaventato) Maronna mij chist asciut pazz overament!Fermo l Por! Calmatevi!

FAUSTO: Voi prima di potermi prendere mio caro Signore, mi dovrete battere a duello! La vedete questa? E una spada! Io ho combattuto con Napoleone e Giulio Cesare, agg fatt a guerr, lagg fatt tutt quantanche quelle Puniche!

Fausto imiter i movimenti di uno spadaccino per poi toccare il Commissario.

BERETTA: (ai due poliziotti) Prendetelo!

Due poliziottiseguiranno Fausto per la comune. Gli altri due rimarranno al fianco di Beretta.

BERETTA: (a Don Emilio) Emilio Celi, nel nome della legge, vi dichiaro in arresto!

DON EMILIO: (alzandosi spaventato) Mai non mi avrete mai!

Entrambi cacceranno la propria pistola, facendo spaventare e accovacciare i presenti.

DON EMILIO: (chiamando) Chesterfield! Chesterfield! Ma ar sta chist? Chesterfield!!

Da dentro si sente Chesterfield urlare per poi entrare in scena dalla prima a sinistra con i pantaloni alle caviglie.

CHESTERFIELD: Eccolo! Sto arriv Polif! (notando lo stallo tra Don Emilio e il Commissario, prender anche lui la sua pistola, la quale per sar una banana) Fermo l piedipi! (accorgendosi della banana) Aho! E che sta roba?

MIRANDA: (entrando alle spalle di Chesterfield con in mano la sua vera pistola) Fermi o sparo!

BERETTA: E finita Don Emilio, mettete le mani in alto!

Don Emilio e Chesterfield alzeranno le mani.

CHESTERFIELD: (girandosi verso Miranda) Anvedi che donna! Me so fatto fa come er pischello!

DON EMILIO: (schiaffeggiando Chesterfield) Tu si na latrin! Chest a verit!

I due poliziotti disarmeranno e ammanetteranno Don Emilio e Chesterfield. Nel frattempo rientrer per la comune Fausto, bloccato daidue poliziotti, seguito da Melchiorri e Gasparre, anche loro increduli per quello che sta succedendo, i quali proveranno ad opporsi allarresto del loro superiore.

FAUSTO: Lasciatemi! Non potete arrestarmi, io sono il Governatore dei folli! Il mio potere troppo grande per voi, miscredenti! (notando Don Emilio ammanettato) Che successo Polif? Abbiamo finito di ballare? E finito il ballo, Polif! E finita la commedia! Complimenti Commisario, lavete preso! Complimenti, complimenti!

BERETTA: Portateli via!

FAUSTO: (prima di essere portato via) E ricordatevi di ci che vi ho scritto! Ricordatevi ci che ha scritto il vostro Governatore! (riferendosi alla lettera consegnata precedentemente a Miranda)

Via per la comune Chesterfield e Fausto. Don Emilio, bloccato da un poliziotto, opporr resistenza sulluscio della comune.

DON EMILIO: Ma non finisce qui, Commiss! Non finisce quiparola di Don Emilio Celi!

BERETTA: Toglietemelo da davanti gli occhi!

Don Emilio via per la comune.

Scena 10

In scena Beretta, Della Ragione, Miranda, Addolorata, Sofia, Nicola, Melchiorri, Gasparre, Salvatore.

ADDOLORATA: (supplicando) Dott, ma add o purtat o marit mij? Chill sta buon, non ha mai dato segni di squilibrio mentoso! Ve lo assicuro!

DELLA RAGIONE: S-s-s-signora d-d-dopo questo p-p-piccolo incidente, d-d-d-dobbiamo accertarc-c-ci d-d-del suo stato, p-p-p-prima di tutto! P-p-per il mo-mo-momento non p-p-posso dirvi nulla. Arri-arri-arriverderci! (via per la comune)

ADDOLORATA: (ancora supplicando) Commiss, vi prego, ascoltate le mie parolemartim sta buon, ve lo assicuro io! Non lo portate in galera come un comune criminale!

BERETTA: Signora Poretti, io ora posso fare nulla, dovr occuparsene il Dottore fatto sta che vostro marito, pazzo o no, ha consegnato un pericoloso criminale nelle mani della giustizia, e questo gli fa davvero onore.(si avvia verso la comune)

Appare Salvatore mettendosi a centro palco, il quale rimasto nascosto per tutto il tempo.

SALVATORE: (con aria trionfante) Beh, a quanto pare alla fine il bene trionfa sempre sul male! E a quanto posso notare qui ci manca un Governatore, che governi! Pertanto, essendo il vice Presidente ad honorem di Fausto Poretti, mi autoproclamo nuovo Presidente Regio

BERETTA: (fermando Salvatore e tenendolo per un braccio) Non cos in fretta Schettinoun uccellino mi ha detto, prima che voi veniste nel mio commissariato, che ci sono parecchie cose a cui dovrete rispondere ufficialmente davanti ad un giudice!

SALVATORE: (spaventato) Ue! Io? Commiss ma voi che state dicendo?

BERETTA: (prendendo delle foto) Che sto dicendo? Vi sono familiari queste foto? (le mostra a Salvatore) Facevano parte di un fascicolo ben pi fornito, che qualcuno ha lasciato sulla mia scrivania poco prima che veniste voi. (Ammanettandolo) Salvatore Schettino vi dichiaro in arresto per corruzione, concussione e turbativa dasta!

SALVATORE: Gi le mani! Ma nun songij chill rind e fot, sono tutte calunnie, mi hanno imbrogliato!

NICOLA: (avvicinandosi a Salvatore, ironico) Che dicevate? Il lupo perde il pelo ma non il vizio? (come per imitarlo) Arrivederci, e tante belle cose!

Beretta e Salvatore via per la comune.

GASPARRE: Cos e pazz! Hann arrestat a tutt quant oggi, Melcchi si nun ce stamm accort, staser carrestan pur a nuje! Scusate, ma che succies o Governator? Chill stammatin stev buon, mo parev asciut a rind a nu manicomio!

MELCHIORRI: Beh senzaltro adesso ci entrer in un manicomio. C da dire che il Governatore da un paio di giorni a questa parte sembrava molto nervoso, dando addirittura segni di squilibrio, credo sia normale che pocanzi si sia comportatocome si diceda pazzo scatenato!

Addolorata scoppier in un rumoroso pianto. Sofia e Nicola la consoleranno.

MIRANDA: Ma tutt e duje nun ve stat mai zitt?

ADDOLORATA: (ancora piangendo) O marito mij, chill stev buon fino mo e dal nulla s mis a ff comm o pazz!

SOFIA: Mamm non ti preoccupare, si risolver tuttopap non pazzo!

NICOLA:Concordo Signora. Piuttosto, il Presidente prima di essere portato via ha parlato di una cosa che ha scritto per noi e di cui noi dovremmo ricordarci, ma a cosa si riferiva?

I presenti si scambieranno degli sguardi perplessi finch Miranda non si ricorder della lettera consegnatagli precedentemente.

MIRANDA: Aspettate! Mo marricord, a teng proprij cc o! (prendendo la lettera da una tasca) Questa una lettera che il Governatore mi ha detto di conservarla e di aprirla solo quando sarebbe arrivato il momento giusto, e penso proprio che il momento giusto adesso! Prego Signur, aprite e leggete! (consegna la lettera a Nicola)

Tutti i presenti si alzeranno, ponendosi a centro palco, intorno a Nicola il quale inizier a leggere ad alta voce.

NICOLA: Miei cari, quando leggerete questo mio messaggio probabilmente sar gi dietro le sbarre di una cella o sar finito anche peggio. Quello di cui avete bisogno ora sono delle risposte, lo so, ma devo confessarvi che al momento anchio ho solo domande. Lunica cosa che so per certo che da quando si presentato Emilio Celi nel mio ufficio, facendomi unofferta che letteralmente non avrei potuto mai rifiutare, non ho mai smesso di pensare ad una possibile soluzione al danno che ho commesso non solo allintero Paese ma anche a voi, miei cari. Parecchie volte oggi mi stato detto di affidarmi alla fede e alla Provvidenza per una soluzione a tutti i miei problemi, quando in realt solo ora ho capito che il vero Miracolo di cui abbiamo tutti bisogno, siamo noi stessi. Ho conosciuto Massimo Lojacono, pi di trentanni fa quando ancora combattevamo per la libert, e a quanto pare oggi tornato a farmi visita, forse per darmi una mano, per ripulire questo ufficio da tutta la corruzione che ormai presente da anni, o forse semplicemente per condannarmi al mio triste destino. Fatto sta, che semmai dovessero darmi del pazzo per aver parlato con il ricordo di un vecchio amico, io sar pronto a rispondere di essermi creato da solo il Miracolo e la soluzione di cui avevo tanto bisogno. Permettetemi ora di aggiungere un ultima cosa a questa mia lettera, un desiderio di pace che spero di raggiungere presto con la mia famiglia, che pu essere riassunto in una semplice frase: comm bell a Svizzera!

I personaggi si scambieranno degli sguardi increduli ma speranzosi, per poi iniziare a correre tutti quanti verso la comune, urlando il nome del Commissario Beretta, incitandolo a fermarsi.

Cala la tenda.

Fine Atto Secondo

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