Commissario di notturna

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un atto

di Ernesto GRASSI

da IL DRAMMA n. 202 – 1° aprile 1954

LE PERSONE

IL DOTTOR SPASIANO

IDA

IL COMMENDATORE

DE CELI FILIPPO

LILLI

" BAIONETTA "

L'UBRIACO

IL BRIGADIERE ZITAROSA

L'AGENTE PATIERNO

Col tempi che corrono.  In una città dell'Alta Italia.

Ernesto Grassi è oltre che commediografo, critico drammatico del quotidiano « Il Roma » di Napoli. Osservatore acuto ed ironico, possiede in sommo grado quel senso umano che trasfonde e ritroviamo nei suoi personaggi. Questo atto unico, ormai celebre per l'acutezza dell'indagine e la stringente con­clusione, lo pone in primissimo piano nella valutazione dell'opera teatrale senza la convenzione della divisione per atti. Il lavoro di Grassi avrebbe potuto averne anche tre, potrebbe essere realizzato a quadri, ma la sua essenza è nel limite indicato. Così e non altrimenti, accertato che un'opera di teatro non si misura col sistema metrico e la convenzione degli atti non ha che valore pratico, che esclude ogni proposito di valutazione estetica.

(La scena rappresenta l'ufficio del commissario in servizio notturno, in Questura. Un vecchio armadio, una vecchia « etagère » con dei fascicoli sulle scan­sie, due tavoli, un sofà. Ad uno dei tavoli, è seduto il commissario Spasiano che parla al telefono. Il brigadiere Zitarosa russa sul divano).

Spasiano       Pronto... Pronto... Maurié, aspetta un momento... Zitarò! Zitarosa...

(Fischietta, come si usa con quelli che russano per farli smettere. Per poco, Zitarosa smette di russare) 

Pronto? Centralino? Maurié, trentadue-quattro-sette-tre.

(Vocio fuori dell'ufficio) 

Chi è? Che diavolo succede? Patierno! (Riattacca).

Patierno(entrando, mentre fuori continua il chias­so)   Dottò, qua sono cose da pazzi! Un individuo non bene identificato si è fissato in mente che vuole sposarsi una passeggiatrice notturna a nome Lillì non bene identificata.

Spasiano       Il solito ubriacone schifoso. Mannaggia l'anima vostra! E dicono che il vino va caro!

L'Ubriaco      (di fuori alla donna)   Io sono un gentiluomo e voglio riparare!

Lillì           (da fuori)   Impicciati delle corna tue!

Spasiano(a Patierno)   Falli entrare! Ma guar­date, guardate che gente!...

Patierno       Avanti!

(I due entrano).

Spasiano       Che cosa volete? Questo è schiamazzo notturno! Io vi metto dentro!

(Zitarosa russa)  Zitarosa!  

(Zitarosa si volta dall'altra parte.  Ai due) 

Avanti, che c'è?

Lillì           Mi dà fastidio e non mi lascia in pace.

L'Ubriaco      (sogghignando)   Sì, sì...

Spasiano       Come, sì sì? Perche non la lasciate in pace?

L'Ubriaco     Perché sono un gentiluomo e la voglio sposare. (Piagnucolando)  È lei, vedete, si­gnor commissario, che non si vuole deridere... derimere... Redimere...

Spasiano       E bravo! T'intendi pure di redimere, tu?

L'Ubriaco     Naturale! Io ho letto Giordano Bruno e Campanella.

Lillì           Campanella, Campanella!... Sarà un altro bel nobile!... Prima si ubriacano...

Patierno       In camera di sicurezza, avanti!

(Squilla il telefono).

Spasiano       Un momento. (Stacca il ricevitore).

Patierno       Dottò, ubriachezza molesta e prostitudine clandestina...

Spasiano       Un momento, ti ho detto. (Al micro­fono)  Pronto... Maurié... Sì, son io. Spasiano. Che? Non risponde? Si vede che dorme. Richiama. Trentadue-quattro-sette-tre. (Riattacca e si rivolge all'u­briaco)  Dunque, Campanè; che cosa dicevi tu? La vuoi redimere?

L'Ubriaco     Naturale! Voglio la redenzione di questa donna pessima!

Spasiano       E come ti viene in mente?

L'Ubriaco     Che domanda idiota! Io sono filosofo. Filosofo e gentiluomo. Ho commesso il fallo e vo­glio pagare.

Lillì          Non è vero! Ha già pagato!

Spasiano       Silenzio! Tu non capisci niente! Lui parla di pagare in senso morale! È chiaro che si trova in stato di avanzata ubriachezza e non sa quello che dice, ma la sua idea è questa! Vuol riparare!

(Patierno leva gli occhi al soffitto con una certa impazienza).

Lillì          Riparare, riparare... Guardate un po' che cosa c'è da riparare!... Ma finiamola!

L'Ubriaco     Si capisce! Sono filosofo e gentiluomo!

Spasiano       Lo senti? Quello è un barile, e va bene. Ma intanto nel subcosciente, capisci, in fondo alla coscienza, sotto il vino, la sua idea ce l'ha! E chi ti garantisce che non voglia veramente toglierti dalla vita che conduci? Ah?

L'Ubriaco     Sono gentiluomo e filosofo!

Lillì          Avanti!  Finitela!  Non so che coraggio, avete, di fare lo spirito su certe cose!

(Entra il reporter « Baionetta » con pipa in bocca, e guarda la scena, incuriosito).

Spasiano       No, no, io non scherzo! Ciao, Baionè. Queste, naturalmente, sono fesserie e si dice per dire.  Ma supponi che quello veramente vuol to­glierti dal marciapiede. Ha fatto un voto: ecco qua. Neh, tu perché dici di no?

(Baionetta comincia a ridere, divertito) 

No, Baionè, non cominciare a ri­dere! Non si sa mai! E poi, sai, certe volte si pro­fila il caso di coscienza! (A Lillì)  Avanti! Perché?

L'Ubriaco     Perché, ah? (Baionetta siede).

Lillì           Perché non voglio.  

(Patierno alza gli occhi al soffitto sempre più impazientito).

Spasiano       Così? Per partito preso? Per capriccio?

Lillì          Perché sto bene come sto.

(Baionetta ride).

Spasiano       Stai bene come stai?

Lillì          Si capisce.

Baionetta     (gongolante)   Ah, ah, ah! Che spasso, stanotte! Che fatterello di cronaca! Ah, ah, ah!

L'Ubriaco      (curvandosi sul tavolo ed avvicinando il volto a quello di Spasiano, come se gli dicesse una cosa in gran segreto)   Sono filosofo e gentiluomo e voglio deri...redi...

Spasiano       Là! Là! Allontanatevi! Puzzate di vino come una botte fuori uso!

Patierno       Dottó, non perdiamo tempo...

Spasiano Un momento, un momento... Voglio stabilire bene le cose... M'interessa... (A Lillì)  Dun­que, tu sei contenta del tuo stato, è così? E che ci trovi di bello? Qui si dice per dire. Voglio saperlo. Parla. Che cosa ci trovi di bello?

Lillì          Ah, di bello proprio niente! Ma ormai è fatta!

Spasiano       E allora?

Lillì          E allora, e allora!... Dottore, noi ci cono­sciamo...

Baionetta    Ah! Ah! Si scoprono gli altarini! Ec­colo là, lo scapolone...

Spasiano       Un momento, un momento, Lillì! Dove ci siamo conosciuti? Quando? Io vi vedo in questo momento per la prima volta! Mettiamo le cose a posto! Qui c'è la stampa, avete capito? E ba­date a quello che dite!

(L'ubriaco siede presso il tavolo e segue la scena, imbambolato). Lillì  Sì... sì...

Spasiano       Come, sì sì?

Lillì          Voglio dire che ci conosciamo come genere di persona... Voi rappresentate la legge, e io rap­presento... quello che rappresento. E che cosa vo­lete? Volete fare di me una donna « onesta »! (Ride a gola spiegata)  Lasciatemi ridere... Le donne oneste! No, no, voi dovete lasciarmi ridere...

Baionetta    Bene! Benissimo! Ha ragione Lillì!

(Patierno esce sbuffando).

Spasiano       E perché ridete? Che cosa avete da dire, voi, sul conto delle donne oneste?

Lillì          Io? Niente! Per carità! Le care signore... le povere signore... Tutto sommato, che cosa fanno di male? Un paio di amanti che se le dividono col marito, e basta...

Spasiano       Non è vero! E se qualche volta è vero - qualche volta! - non è detto che debba essere sempre così. E poi... ci sono dei casi speciali... Giusto! Dei casi speciali! Supponete che una donna giovane abbia un marito vecchio, un marito indifferente, un marito che non la comprende...

Baionetta     (ridendo)   Tre mariti?

Spasiano       Non dire stupidaggini... Ebbene, in quel caso, è anche giustificato che quella donna ab­bia un amante!

Lillì          ...che la mantiene... E se non la mantiene, si fa mantenere...

Spasiano       Non è vero! Non cominciamo ad attaccare il consorzio civile! Anarchici, siete! Nichi­listi! Ebbene, io sono qui per difendere la società! E non vi permetto di parlare a quel modo!

Baionetta    Bravo, Spasiano. Promosso vice-que­store!

Spasiano       Spirito di patate... Già, la colpa è vostra! La colpa è della stampa! Siete voi che cor­rompete la gente!...

Baionetta    Esagerato!

Lillì          Ma state zitto! Lo sapete, che cosa fanno quelle che voi chiamate donne oneste? Lo sapete? Ci fanno la concorrenza sleale!

Spasiano(battendo la mano sul tavolo)   Ah, no! Questo no! Questo non lo permetto!

(Squilla il telefono. Al telefono) 

Non risponde? Deve rispon­dere! Insisti, e non sbagliare numero! (A Lillì)  Non lo permetto!

Lillì           (ridendo)   E già, voi non lo permettete...

Spasiano       Non lo permetto! E se no qua dove andiamo a parare? Sarebbe comodo, sarebbe! Mora­lizzare la crapula! Elevare a sistema la malavita! In camera di sicurezza, avanti! Patierno! E anche lui! Anche questa damigiana di vino! Ubriachezza mo­lesta! Patierno!

Lillì           Mandatelo via,  lui... Mandatelo via... Non ha fatto nulla di male...

Spasiano        Niente! Tutti dentro!  

(Entra  Patierno) 

In camera di sicurezza!

Patierno(soddisfatto)   Oh! (Afferra Lillì per il braccio)  Cammina!

Lillì          E piano! piano! Che ce l'hai, con tua so­rella?

Patierno       Cammina! (Agguanta l'ubriaco)  E an­che tu! Avanti!

L'Ubriaco     Ci vado da me, ci vado... Io son filo...

Patierno       Avanti! Cammina!

(Li porta via. Lillì tenta di svincolarsi protestando. Zitarosa, sempre dormendo, si volta dall'altra parte).

Spasiano(a Baionetta)   Tu te ne rendi conto? (Guardando verso la porta)  Ma che sfrontatezza! E che arroganza! Mai visto, sai? Mai visto! Domani, al carcere!

Baionetta    Come sei bello, nel furore!

Spasiano  Non dire imbecillità.  Nel  furore... Uno si sente rispondere con quella scostumatezza...

 Baionetta    Perché, la volevi pudica, Lillì?

Spasiano       Baionè, scusa, abbi pazienza...  Qui Dio lo sa... (Stacca il ricevitore dal telefono)  Pronto? Centralino? Mauriello? Maurié, fammi un favore, prova un'altra volta trentadue-quattro-sette-tre. (Riat­tacca)  Tra le altre cose, il servizio di notturna debbo farlo sempre io! Soltanto io!...

(Zitarosa russa).

Baionetta     (traendo il taccuino)   È un servizio de­licato e hanno scelto il cannone della Questura.

Spasiano       Bontà tua.

Baionetta    Beh, che hai di nuovo?

Spasiano       Niente.

Baionetta    Come, niente?

Spasiano       Non c'è niente. C'è il fatto di Lillì. L'hai sentito.

Baionetta    È poco! Io che ci metto, stamattina, nel giornale?

Spasiano       Adesso sparo al brigadiere Zitarosa e ti dò il fatto di cronaca per il giornale! Va bene?

Baionetta    Eccola qua, la Polizia! Poi vi lamen­tate che vi attacchiamo!... Sigaretta. Ma ti pare de­cente?

(Spasiano gli dà la sigaretta) 

Una città di due milioni di abitanti senza un delitto? Cerino.

Spasiano       Qui c'è l'accendisigari. Io non capisco voi altri come li volete fare, i giornali. Non avete un briciolo di fantasia! E inventa qualche cosa, che diavolo! Inventa, non so, che Dejana e Lucidi sono a Milano...

Baionetta    No, questo già...

Spasiano       Già l'avete inventato, è vero? E allora, che vuoi da me? Scusa un momento! (Stacca il ri­cevitore)  Pronto, Maurié, hai chiamato? Sì, va bene, non risponde... Non è possibile! Non è pos­sibile! Aspetta qualche minuto e chiama un'altra volta... Trentadue-quattro-sette-tre... (Riattacca).

Baionetta     (tossendo, nauseato)   Ma che porche­ria di sigarette, fumate qui? (Osserva la sigaretta) 

Ecco qua, vedi: una « Tre stelle » ... Ma ti pare de­cente?

Spasiano       Un'altra volta ti faccio trovare una scatola di « Barba del Sultano ».

Baionetta    Fai la metà del tuo dovere. Spasià, dimmi una cosa:  che c'è di nuovo? Sorprese di adulterio? Mariti esulcerati?

Spasiano       Niente. Stanotte non ci sono mariti esulcerati.

Baionetta     (alzandosi)   E allora, io me ne vado.

Spasiano       Ecco. Questa è un'idea.

Baionetta    Arrivederci.

Spasiano       Felice notte.

Baionetta    E... dimmi un'altra cosa, Spasià: in camera di sicurezza?

Spasiano L'hai visto. Le solite donnine allegre.

Baionetta    Ecco qua. Sempre donnine allegre!

Spasiano       Un'altra volta ti faccio trovare una monaca francese.

Baionetta    E... allora, io me ne vado.

Spasiano       Bravo. Arrivederci. Tante cose.

Baionetta    E... sai perché me ne vado?

Spasiano       Perché m'hai tolto l'umido.

Baionetta    No! Perché tu devi telefonare al « frutto proibito ».

Spasiano       Niente frutto proibito!  Non comin­ciamo! Io sono celibe e parlo con chi voglio.

Baionetta    Va bene, va bene! Non prendere cappello! Non t'eccitare! Tanto dicevo per dire. Tu sei scapolo, lo so...

Spasiano       Vedi? E allora è inutile fare insinua­zioni.

Baionetta    Già... Ma è lei, che non è libera!

Spasiano       Lei chi? Avanti! Chi? Finiamola coi pettegolezzi! Eh, scusa! Se cominciamo così, dove andiamo a parare?

Baionetta    Lo vedi? Lo vedi? Zitto, zitto!... Non montare sul cavallo di Orlando!...

Spasiano       Baionè, scusa, lasciami in pace!

Baionetta    Beh? Che Baionetta e Baionetta? Non ammetto nomignoli, ha capito? Io mi chiamo De Sanctis! E stia zitto, altrimenti ne parlo al Questore! (Ridendo)  Che faccia, che fa... Nossignore, non glie­ne parlo!... Me ne vado... (Leziosamente, a sfottò)  Addio, passione! (Via ridendo).

Spasiano       Passione un comò! Passione! Qui Dio lo sa... Ma che diavolo sarà successo? (Stacca il ri­cevitore)  Pronto? Neh, Maurié... come? Nemmeno risponde? Ma... sei sicuro di non avere sbagliato numero?

(Zitarosa russa) 

Trentadue-quattro-sette-tre! E come va? Senti, Maurié, fa' così.

(Zitarosa russa più forte) 

Zitarosa! Zitarò... (Al telefono)  Fa' così...

(Zitarosa continua, Spasiano fischietta per indurlo a smettere) 

Maurié, aspetta un momento, aspetta, che qui il brigadiere Zitarosa ha comin­ciato il concerto... Neh, Zitarosa, Zitarò!

(Zitarosa continua a russare. Spasiano fischietta di nuovo. Zitarosa russa più forte. Spasiano urla) 

Zitarosa!

Zitarosa       Cumannasse, dottuore, cumannasse!

Spasiano       Zitarò, accorda mezzo tono sotto, abbi pazienza... Il tempo di dire uno straccio di parola al telefono, hai capito? E poi attacchi l'intermezzo...

Zitarosa       Vossia s'accomodasse.

Spasiano       Ah, meno male! (Al telefono)  Maurié, fa' così: chiama la centrale... Come? Lo so, che siamo noi! Maurié, ma stai dormendo anche tu? Io dico la centrale del telefono, non la Questura! Chiama, e domanda se quel numero risulta guasto! E così deve essere!... Come, « perché? ». Perché la persona con la quale voglio parlare io la notte sta in casa, e non esce, e non va girando! Maurié, ti prego di non fare obiezioni stupide!... Avanti... sen­tiamo... Che dici? « È successo qualche cosa ». E che cosa vuoi che succeda? Al centro della città? A cin­quecento metri dalla Questura? Beh, va bene, Maurié. Chiama la Centrale e domanda se il trentadue-quattro-sette-tre è guasto. Va bene? Grazie.

(Riattacca con violenza. Zitarosa continua a russare) 

Zitarosa! Zitarosa! Zitarosa!

Zitarosa(svegliandosi di soprassalto)   Dottuore! E che succede, eh?

Spasiano       Zitarosa, alzati da quel sofà.

Zitarosa       E pecchìa?

Spasiano       Perché sì! Se no, dove andiamo a pa­rare? Avanti! Alzati e vieni qua!

Zitarosa       Dottuore! Cattiveria, è!

Spasiano       Cattiveria! Quello che vuoi! Siedi qua. Adesso basta! Ma che fai, di giorno?

Zitarosa(sbadigliando)   Duormo, dottuore!

Spasiano       Dormi?!

Zitarosa       Sì, dottuore!

Spasiano       E allora ti devi curare! Questa è ence­falite letargica! Beh, adesso mi farai la cortesia di stare sveglio! Zitarò, tu mi senti? Devi stare sveglio! Voglio parlare con te, va bene? Voglio parlare col mio brigadiere! Ne ho il diritto, no? Io mi scoccio, di notte, hai capito? Non ti addormentare che ti ar­riva una... E doveva capitare proprio a me... che avrei tanto da fare... Commissario di notturna! Ah, mannaggia, mannaggia! Se non fosse per la mis­sione... per la difesa della società... io potrei anche infischiarmene, sai! Ho una situazione personale... Un paio di palazzi a Napoli, dei terreni a San Se­bastiano al Vesuvio... E intanto, devo subire la so­praffazione del servizio notturno rifilato sempre a me...

Zitarosa       Pecché vossia è scapolo!

Spasiano       Prima di tutto non è vero!

Zitarosa       Como? Non è vero? Accasato, è?

Spasiano       Accasato? Volesse Iddio! Uno che ha una moglie, almeno sta tranquillo! Invece, vedi? Bi­sogna stare attenti! Bisogna guardarci da tutte le parti! Il trentadue-quattro-sette-tre non risponde, e non c'è niente da fare... perché... non c'è niente da fare! È il ruolo, che è antipatico, caro Zitarosa! Il ruolo clandestino!

Zitarosa Ruolo clandestino? E cu è?

Spasiano Cu è! Cu è! Beato te che non capisci niente. (Quasi fra sé)  L'ombra del marito! Eh, il marito! Fra le altre cose, non sai nemmeno se sei tu che la fai a lui o se è lui che la fa a te!... E il più delle volte non lo conosci nemmeno.

(Zitarosa si è riaddormentato) 

Non sai nemmeno da che parte a guardarti! Il marito fantasma, hai capito? Perché c'è pure il marito fantasma! Caro Zitarosa, l'uomo a quarant'anni dovrebbe ammogliarsi! 

(Si volge e vede Zitarosa addormentato; sottovoce) 

Zitarò... Zitarò... Dorme meno male! Vedete un po' che cosa delicata gli sarei andato a dire, al brigadiere... (Più forte)  Zitarò, Zitarò... Zitarooosa!

Zitarosa       Eeeeh! Comandi!

Spasiano       Zitarò, dimmi una cosa... Ma ti pare possibile che qui, a cinquecento metri dalla Que­stura, una giovane signora sola...

Zitarosa       Giovane signuora suola? Mbè?

Spasiano       ...chiamata dieci volte al telefono, non risponda? Ti pare possibile?

Zitarosa       Possibile? A me pare possibile tuotto, caro dottuore! Uoggi tuotto puote succedere! O non vuole rispondere, o non puote rispondere!

Spasiano(colto da un pensiero improvviso)   Ra­pinatori notturni?

Zitarosa       Eh! Rapinatuori, banditi, forfanti, farabuotti!...

Spasiano       Ma no, no... Sarà un guasto al telefono!...

Zitarosa       Ma scusasse, dottuore... Come stanno, i fatti?

Spasiano       Stanno, caro Zitarosa, che l'uomo a quarant'anni... (Squilla il telefono)  Pronto... Maurié... Come? Non è guasto? Trentadue-quattro-sette-tre? Maurié, tu che diavolo dici?... Come?... Ma scusa, se quella persona ha il telefono sul comodi­no?.... Pronto... Come, non c'è! Pronto! Cosa dici? Il fatto puzza e non si spiega? Infatti... No, che jeep... (Fra sé)  Già, privata... Fino a un certo punto! E se... (Prendendo la sua risoluzione)  Va bene, Maurié, va bene. Ci vado. Zitarò! Zitarosa! (Batte le mani).

Zitarosa       Eh! Eh!

Spasiano       Zitarò, chiama Benvenuto, avanti Serve la jeep! Il cappello...

Zitarosa(avviandosi alla porta di destra)   Benvenuoto!

Spasiano       ...il bastone... La pistola, dov'è? Ah, è qui...

(Discussione animata fuori dall'ufficio)

                  Che è? Che c'è, là fuori?

Patierno(entrando con un biglietto da visita su cui legge) Commendatore... Commendatore...

Spasiano       Ho capito. Il nome è inutile. La solita denuncia...  Il solito marito esulcerato...   Ma che vuole, da me?

Patierno       Vuole parlarle.

Spasiano       Niente! Adesso debbo uscire! Debbo uscire per servizio.

(Entra il commendatore) 

Un momento, sa! Un momento! Se le dico che debbo uscire!

Il Commendatore  No, caro dottore, no! Io sono un cittadino e pago le tasse! C'è poco da scherzare! Pago le tasse, mi spiego sì o no, ed ho diritto a tutti i servizi pubblici, compreso quello della Polizia!

Spasiano       Avanti, dica, su! E si sbrighi che ho da fare! Anzi è inutile che parli. Ho capito. Fuori la querela!

Il Commendatore  E come lo sa?

Spasiano       La Polizia sa tutto! E poi... ah! ah! ah!... Lei crede di essere il solo, a capitare qui alle tre del mattino con una querela in tasca? Sono, in media, venticinque o ventisei al mese!

Il Commendatore  Venticinque o ventisei?

Spasiano       Ah, no? Avanti, dia la querela! Ma niente sopraluogo, sa!  Niente sorpresa!  Prima di tutto, io sono il commissario di notturna e non posso uscire. E poi... debbo uscire. Lei mi dirà: ma deve uscire, o non deve uscire? A questa domanda io risponderò non dovrei uscire perché sono il com­missario di notturna, devo uscire perché ho il fon­dato sospetto di un delitto!

Il Commendatore  Ma io...

(Spasiano si avvia verso la porta).

Spasiano       Lei, naturalmente obietterà:  « Ma io devo presentare una denuncia », al che io ribatterò che c'è qualche cosa di più grave! Lei vorrà sapere che cosa c'è di più grave, è vero? Ebbene io sono costretto a dirle che non lo so! E se lei vorrà entrare per forza nell'ingranaggio della Pubblica Si­curezza, e mi domanderà perché non lo so, io le risponderò che se lo sapessi, se tutto fosse chiaro, non avrei bisogno di me... Cioè no, del commissario di notturna... Cioè no: della Polizia! Se tutto fosse chiaro! Ma non è chiaro! Non è chiaro. Senta, stia bene. Ritorni stamane verso le nove e parli con un funzionario della « Mobile ». (Facendo per uscire) 

Zitarosa, sei armato? Patierno! Benvenuto! Andia­mo! (Si avvia).

Il Commendatore  Dottore, un momento! An­ch'io sono venuto a denunciare un delitto!

(Entrano Zitarosa e Patierno armati fino ai denti).

Spasiano       Un delitto? Quale delitto?

Il Commendatore  Il delitto di cui all'art. 559 del Codice Penale!

Spasiano(recitando a memoria)   « La moglie adul­tera è punita con la reclusione fino a un anno, e con la stessa pena è punito il correo eccetera, eccetera ». E così? Ecco, vede, ci siamo! La solita canzone! Lei, poi, questo famoso delitto non lo poteva denunciare ieri sera?

Il Commendatore  Non potevo denunciarlo! Vede?

Spasiano       E perché?

Il Commendatore  Perché? Intelligente, lei. Per­ché sono tornato un'ora fa da Palermo ed ho trovato la lettera!

Spasiano       Quale lettera?

Il Commendatore  La lettera con la quale quella sciagurata mi comunicava di aver abbandonato il domicilio coniugale!

Spasiano       Beh, e che cosa vuol farci? Accade, sa!

Il Commendatore  Accade? Accade? Ma lo sa, che è di un cinismo ributtante, lei?

Zitarosa       Piano, piano...

Spasiano       La prego di misurare le parole, eh? Dalla parola avventata all'oltraggio, il passo è breve!

Zitarosa       Breve, è!

Il Commendatore  Cinismo! Cinismo! Un po­vero galantuomo affronta mesi di viaggio, notti di treno, consigli di amministrazione che non finiscono mai, per assicurare l'agiatezza alla propria famiglia...

Spasiano(battendo il piede)   Beh, va bene. E poi?

Il Commendatore  La quale famiglia, tra paren­tesi, consiste soltanto in una giovane moglie...

Spasiano       Ah! Ah! Giovane, eh?

Il Commendatore  Non faccia commenti salaci!... Dopo tutto la differenza di età è di un tredici - vent'anni, non più di questo... Un pover'uomo, dico, si ammazza di fatica per la propria moglie che è tutto il suo bene, che è tutta la sua speranza, che è tutta la sua gioia, mi spiego sì o no, ritorna a casa di notte, apre la porta col cuore che gli balla, e che cosa trova?

Spasiano       Che cosa voleva trovare? Un'orgia! Un baccanale!

Il Commendatore  Niente baccanale! Trova una lettera di due righe!

Spasiano       E sì! È la solita storia... Senta, io devo uscire, ma voglio esortarla a calmarsi... E si calmi, che diavolo! Lei veramente dà importanza a queste cose? Queste son quisquilie... Sono stupi­daggini, senza nessun peso... Creda a me, mi lasci andare, che ho cose serie per la testa (gesto di di­niego del commendatore)  e poi senta: lei con la sua precipitazione, sa dove va a parate? Lo sa? Va diritto allo scandalo! Ecco qua: supponiamo che vada sul posto con un sottufficiale e due agenti. Va bene? Che cosa crede? Che io mi lasci commuo­vere dalle lacrime della signora? Io l'arresto, sa!

Il Commendatore (truce, con intenzione)   Si ca­pisce! Ma arresta anche l'altro!

Spasiano       Non si discute... Sennonché, poi, lo sa, che cosa accader Accade che io, quella giovane si­gnora, l'impacchetto e la mando a San Vittore!

Il Commendatore  Anche l'altro!

Spasiano       Naturalmente... Però, una volta pro­ceduto all'arresto, non ci sarà nulla da fare! Noi non siamo qui per divertirci!

Il Commendatore  D'accordo! D'accordo! Ma non ci sarà nulla da fare nemmeno per l'altro!

Spasiano       L'altro! Sempre l'altro! Commendatore, ma se lei non sa nemmeno quell'altro chi è?

Il Commendatore (più truce che mai)   Lo so! Lo so!

Spasiano(vagamente impressionato)   Beh... E se lo sa?... Ma si plachi... e si rassetti... Queste sono fes­serie... Lei è eccitatissimo, è fuori di sé... Domani il risentimento sarà sbollito, e lei si pentirà di aver presentato la querela... E sarà tardi! Sarà tardi, per­ché noi avremo agito!

Il Commendatore  Sarà tardi, tutto quello che vuole, ma io esercito un mio diritto! Il cittadino che paga le tasse, mi spiego sì o no. è sempre a cavallo, al suo diritto! Ecco la querela. Gliela metto qui, sotto il suo fermacarte. Vede se sono deciso? La legge deve avere il suo corso! (Truce)  Ci capiti chi ci ca­piti!

Spasiano       Oh, Santo Iddio, ma io devo uscire! Io sono sui carboni ardenti, egregio signore!... Forse c'è qualcuno in pericolo... E sia gentile!...

Il  Commendatore  Niente da fare!

Spasiano       Oh, ma insomma?...

Il Commendatore  Niente, ho detto! Sveglio il Questore, sa?

Spasiano Ma che Questore! Che Questore!... Pensi che dopo tutto noi viviamo in un tempo di nevrosi!... Che c'è stata la guerra!... Che queste povere figliuole sono sbandate dal cattivo esempio e dalle pessime letture! Creda a me: lei stamani fa così: si va a riprendere la sua mogliettina, le fa la paternale, le dimostra che con quel bellimbusto finirebbe per rimetterci tutto, e vedrà che l'affare s'accomoda! Arrivederla, scusi! Io non posso tratte­nermi di più! Zitarosa, la jeep!

Zitarosa       Pronta da un'ora, è!

Il Commendatore  Dottore, lei non si rende con­to della situazione. Io ho bisogno di scaricarmi, ha capito? Ho bisogno di reagire! E siccome non sono ti­po da sparare, come galantuomo e cittadino incensu­rato, io mi rivolgo alla Pubblica Sicurezza! Ah, ah! Lei vorrebbe sottrarsi al suo dovere? Mi dispiace, ma non può! Io ricorro all'Esecutivo, sa! Al Presi­dente del Consiglio dei Ministri, primo Ministro Segretario di Stato! Ricorro al Presidente della Re­pubblica! Non si ammette che un funzionario si sdilinquisca di fronte ad un'adultera e trovi niente po' po' di meno che sia una « povera figliuola sban­data dal dopo guerra! ». Io, poi, secondo lei, dovrei disarmare e dire a quella scellerata:  « Ida, figliuola mia... ».

Spasiano       Ida?

Il Commendatore  Ida, sì!

Spasiano       Beh, Ida! (Fra sé)  Ci sono tante donne che si chiamano Ida. Dicevo: con un po' di com­prensione, con un po' di buona volontà... Scusi: ha detto Ida?

Il Commendatore  Ida! Ida!

Spasiano       Beh, insomma... Sarà a casa!... Si sarà nascosta! Avrà fatto uno scherzo!...

Il  Commendatore    Uno scherzo?  Altro che scherzo! Non c'è! Se le dico che non c'è? Beh, lei ha il telefono: telefoni lei stesso: trentadue-quattro-sette-tre.

Spasiano       Ah! (Con un filo di voce)  Corso di Porta Venezia venticinque?

Il Commendatore  Corso di Porta Venezia venti­cinque! E come lo sa?

Spasiano       La Polizia sa tutto! Che cosa viene a raccontarmi, lei? Si è lasciata montare da una ca­lunnia, da una lettera anonima! Sa quante se ne scrivono, di lettere anonime? Contro di noi, per esempio, ne scrivono a diecine! Non c'è giorno che non arrivi una lettera anonima contro un funzionario!

(Il commendatore mette la mano nella tasca posteriore dei pantaloni) 

Stia fermo che l'arresto! Cosa vuol fare? Non si muova! Zitarosa, perquisite quest'uomo!

Zitarosa       Fermo! Non se muovesse!

Il Commendatore  Il fazzoletto! Prendevo il fazzoletto! (Trae di tasca il fazzoletto e si asciuga il sudore)  Ma cos'ha? Che lettera anonima! La lettera me l'ha scritta lei, Ida! Eccola qui! (Trae la lettera di tasca e legge)  « Sono stanca:  seguo il mio amore. Vado da lui. Sono certa che a quest'ora non c'è, ma lo aspetto lo stesso... ».

Spasiano       Non c'è.

Il  Commendatore  Chi?

Spasiano       Lui.

Il Commendatore  E se c'è?

Spasiano       Non c'è!

Il Commendatore  Ma come fa a dirlo?

Spasiano       Lo dico perché lo so!

Il Commendatore  E come lo sa?

Spasiano       La Polizia sa tutto! E, caro signore! Se il correo non è in casa, la querela cade in tronco! C'è bisogno della flagranza, caro lei! Devono essere sorpresi insieme! Intanto, per cominciare, lei non sa nemmeno questa signora... Come si chiama? Come si chiama?

Il Commendatore  Ida!

Spasiano       Lei non sa nemmeno questa Ida dove sia!

Il Commendatore (truce)   Lo so! Lo so!

Spasiano       Lo sa?

Il Commendatore  Si capisce! Ho fatto cantare il portinaio! Mille lire, e...

Spasiano       E che cosa le ha detto, il portinaio?

Il Commendatore  Mi ha confermato ciò che sospettavo. Poi ho perquisito la casa...

Spasiano       Ebbene?

Il Commendatore  E ho trovato il corpo del reato! Una fotografia con dedica!

Spasiano       Una foto?

Il Commendatore  Una foto! Una foto! Eccola! La guardi. (Gli porge una fotografia).

Spasiano        (letteralmente  guadagnato dal  panico, prendendo la fotografia, senza guardarla)   Beh, caro commendatore... Lo so... Sono cose spiacevoli... Faccia quello che vuole: che cosa vuole che le dica? Ma tenga presente che quando uno è scapolo... deve pure arrangiarsi in qualche modo...

Il Commendatore  Arrangiarsi con mia moglie? Oh, ma dico! È pazzo, lei?

Spasiano       Non dico questo, non dico questo, ma... Senta, lei ha il diritto di regolarsi come crede! Faccia un guaio, faccia un disastro, faccia quello che vuole! Ma creda a me, non ci dia importanza!... Sono stu­pidaggini... No, no... Non mi guardi così... Si calmi, si calmi... Il più delle volte si tratta di cose assoluta­mente platoniche... Il fatto stesso della fotografia glielo dimostra... Un uomo intelligente, un uomo di quarant'anni, per rimbecillirsi al punto di mettere la propria firma su una fotografia come questa... (Guarda la foto per la prima volta. Dà un urlo)  E chi è?

Il Commendatore  Ha visto? Che quarant'anni e quarant'anni! È un idiota! Sa, uno di questi giovin­celli col golf verde e con la cravatta gialla! Un vero pappagallo, le dico! L'avevamo incontrato ad un tè! Ida ci rideva! Lo prendeva in giro!

Spasiano       E lei si sentiva sicuro del fatto suo, vero? Bravo! Zitarosa!

Zitarosa(entrando)   Eh?

Spasiano       Non ci sono delitti! La jeep non serve più!

Zitarosa       Va bene! (Allontanandosi)  Benvenuoto! Benvenuoto!

Spasiano       Brava la signora Ida! Brava! Guardia­mola, questa famosa querela!

(Prende il foglio, legge)

« Il sottoscritto eccetera eccetera... ritornato a Milano inopinatamente dopo un viaggio eccetera eccetera... ». Parole inutili!... « Aveva l'amara sorpresa di non tro­vare a casa la moglie, Ida... ». E brava la signora! « Con la morte nel cuore eccetera eccetera... ». Parole inutili... « Scopriva che la consorte infedele si era ri­fugiata presso l'amante De Celi Filippo, via Bro­letto quindici... ». Ma bene! Ma molto bene! E quello c'è, caro commendatore! Quello c'è! Lo sa, lei, a quest'ora che cosa le stanno combinando? Lus­surie sfrenate, caro signore! Brava la signora Ida! Brava! Brava la signora!

Il Commendatore  Che bella creatura, dottore! Occhi neri e capelli azzurri!

Spasiano       Occhi azzurri e capelli neri!

Il Commendatore  E come lo sa?

Spasiano       La Polizia sa tutto! (Breve pausa)  Io poi domando e dico: lei con una moglie simile si permette di allontanarsi di casa per due mesi? E non la fa sorvegliare? E non si assicura che cammini diritto?  Ma faccia il santo piacere!  E  quell'altra, poi! Segue il suo amore! E chi sarebbe il suo amore? Questo buffone! Questa marionetta! Guardate qua, guardate! Tradire un uomo intelligente...

Il Commendatore  Grazie!

Spasiano       No, che grazie! Tradire un uomo in­telligente per un individuo simile!

Il Commendatore  Vede? Vede?

Spasiano       No! Lei ha ragione! Ha ragione! Io non avrei mai potuto supporre tanta iniquità! No, no! Bisogna arrestarli! Lei scherza? E se no, dove andiamo a parare? Le donne! È una parola. E se a queste sciagurate si tolgono le briglie, qui avremo di che vedere! E stanca, la signora!

Il Commendatore  Segue il suo amore, segue!

Spasiano       Abbandona il tetto coniugale!

Il Commendatore  Lascia al marito una letteraccia di quel genere!

Spasiano       No! No! Lei ha perfettamente ragione! E che scherziamo? La legge deve seguire il suo corso! Io credevo che si trattasse di un caso come se ne verificano tanti! Perciò, cercavo di calmarla, di rabbonirla... Ma lei, poi, lei... Faccia il piacere!... Lei si mette a partire... Me la lascia in balìa di se stessa, me la lascia...

Il Commendatore  Lo vede, che bisogna agire?

Spasiano       Assolutamente! Zitarosa! Zitarosa!

Zitarosa       Comandi, dottuore?

Spasiano       Chiama Benvenuto! Serve la jeep!

Zitarosa(allontanandosi)   Benvenuoto! Benve­nuoto!

Spasiano       E adesso questa sorpresa dovrei farla io, è vero? E già! Ma... io non posso farla! Lei mi domanda perché, è vero? Perché sono il commissario di notturna e non  posso allontanarmi dalla Questura! 

(Entra il dottor Malincore in smoking) 

Oh, ecco Malincore! Capiti a proposito, capiti!

Malincore    Che c'è? Mi sono trovato a passare e...

Spasiano       Malincò, fammi un favore... Qui c'è questo signore... Tu capisci... Si tratta di un...

Malincore     ...sopraluogo, ho capito. Spasiano, abbi pazienza... Alle otto debbo trovarmi in ufficio...

Spasiano       E già! Si capisce! Il signor dottore s'è messo in smoking! Il signor dottore viene dal ballo! E gli altri sono al loro posto di lavoro! Come le pare eh? E il dottor Malincore rifiuta di uscire per servizio!

Malincore     Un momento! Io non sono in servizio! Io sono libero!

Spasiano       E va bene, va bene...   Un favore ad un amico tutti possono farlo...

Malincore    ...Scusa, ma a te che te ne importa?

Spasiano       M'importa, vedi? M'importa! E'  una questione di principio!

Malincore    (rassegnato)   Insomma: che c'è da fare? Una sorpresa? E facciamo la sorpresa...

Spasiano       Vuoi andare? Vuoi andare? Benissimo! Ci « devi » andare! (Gli porge la querela)  Ecco la querela dalla quale risulta il domicilio del correo. (Nel porgere il foglio a  Malincore non è più così deciso: un po' glielo tende, un po' lo tira a sé).

Malincore    E da' qua! (Dà uno sguardo all'espo­sto)  Sta bene. Chi mi porto?

Spasiano       Come?

Malincore    Dico: chi mi porto?

Spasiano       Ah, chi ti porti? Giusto! Hai ragione! Ti porti i soliti! Zitarosa, Patierno e Benvenuto con la jeep.

Il Commendatore (interloquendo, serio)   Scusi, dottore... volevo dire una cosa... Sa, mi sorge un dubbio...

Spasiano       Che cosa vuole?

Il Commendatore  La jeep è aperta... C'è un'aria frizzante...

Spasiano(scattando)   L'aria frizzante? Lei parla di aria frizzante? Ma sentite! Sentite! Ha paura che la signora prenda il raffreddore! Cose da pazzi! Pri­ma di tutto, questa aria frizzante se l'è sognata lei! Io non la sento! Malincò, fa fresco, fuori?

Malincore    Sì, infatti, fa freschetto... Ma a noi che ce ne importa?

Spasiano       E no... se fa freddo!... Malincò, fa' così:  chiama un taxi, va... Non ci pigliamo respon­sabilità....

Malincore    E va bene... Chiameremo il taxi...

Spasiano       Zitarosa! Zitarosa!

Zitarosa       Eh?

Spasiano       La jeep non serve più!

Zitarosa(allontanandosi)   Manicomio, è! Benvenuoto! Benvenuoto!

Malincore     Il domicilio risulta dalla querela. (Osserva il foglio). Sta bene. Cinque minuti e torno.

Spasiano       Malincò...

Malincore    Eh?

Il Commendatore  Ci va, insomma. È deciso?

Malincore    Io? E che me ne importa, a me? Ma insomma, mettetevi d'accordo!

Spasiano       No, no, no! Ci deve andare! E se no, qui, dove andiamo a parare? Va, Va!

(Malincore esce dalla porta di destra).

Malincore     (uscendo)   Zitarosa! Patierno! (Via).

Spasiano        (avvicinandosi rapidamente alla porta)  Malincò, falla vestire! Falle mettere la pelliccia! (Ritornando)  Perché quella... chissà in quale stato... sarà!

Il Commendatore È andato, eh?

Spasiano       E come, non è andato? Senta, però non si faccia venire pentimenti! Le raccomando! Adesso è fatta! E che diavolo? Qui dobbiamo darci forza l'uno con l'altro! Io a trovare l'energia per far rispettare la legge... e lei la dignità che s'impone in circostanze di questo genere! Il dado è tratto, e non c'è più nulla da fare! Nulla! Arrestati, saranno! Con le manette qua e qua!

Il Commendatore  Le manette?

Spasiano       Eh, no? Se per caso lui, quel buffone, dovesse opporre resistenza Malincore gli farebbe ap­plicare le manette! (Pausa)  Però, guardi lei è imperdonabile! Eh, glielo debbo dire! E lo sapeva! L'ha detto or ora, che lo sapeva! Dice: ma quello è un cretino! Seh, seh, cretino! Dice: ma quella Ida ci rideva... Seh, seh, ci rideva! Quando la donna ride, tremate! Lo so io, lo so! Sono celibe! È un modo come un altro che hanno di nascondere i loro pen­sieri più segreti e più colpevoli! Ah no, no! E' im­perdonabile lei, caro commendatore! Ma lo sa... lo sa, che la legge potrebbe chiedergliene conto?

Il Commendatore  A me? Ma dice sul serio? Adesso sta a vedere che...

Spasiano       Chiedergliene conto! Si capisce! Perché lei con la sua cieca fiducia, con la sua tronfia suffi­cienza, con la sua balorda sicurezza, ha reso possi­bile un reato! E, dal momento che la Polizia sa tutto, le dirò di più! Le dirò che, quella sciagurata, lei, l'ha lasciata anche senza una lira!

Il Commendatore  Ah, no! Sbaglia, adesso! Qui c'è il taccuino! Carta canta! (Trae il taccuino di ta­sca, lo apre)  Sono un uomo organizzato, io! Guardi qua, guardi. Come dice? Cinque agosto: « Ida, lire cinquantamila! ». Nove agosto: « Ida, lire trentami­la ». Mi telegrafò e io immediatamente... Guardi qua, guardi: quattordici agosto: « Ida, lire quaranta­mila... ». Altro telegramma, altro versamento tele­grafico!

Spasiano Ben fatto! Cinque e quattro nove e tre dodici! Centoventimila lire in nove giorni! E lei si vede chiedere centoventimila lire in nove giorni e non si allarma? E non pensa: questa donna che diavolo deve farne, di tanto danaro? Dove se lo gio­ca? A chi lo dà? E non pensa: se ne chiede cento­ventimila, vuol dire che in nove giorni ne spende duecentomila! E le altre ottantamila lire, chi è quel pezzo di fesso che le mette fuori? Chi è, quell'imbe­cille che crede di essere un uomo intelligente e si lascia portare per il naso? Ah? Chi è?

Il Commendatore  Un momento! Un momento! Non mi ci raccapezzo più!

Spasiano       Non ci si raccapezza, eh! Nemmeno io! Dico per dire! Immagino! Ottantamila lire! Ot­tantamila lire! Anche le ottantamila lire!

Il Commendatore  Ma allora... Allora lei sa più di quanto non voglia dire!

Spasiano       La Polizia non sa nulla! La Polizia suppone, arguisce, formula delle ipotesi!

(Vocio di fuori).

Il Commendatore (agitatissimo)   Dottore, senta, Io preferisco andar via...

Spasiano       Via? Vuole andar via? Prima m'ha montato, e adesso? Ah, no! Sarebbe comodo, sa-rebbe! Lei, deve restare qui! Forza, eh? Coraggio! Non cominciamo! Adesso l'ingranaggio è in moto! E se no, dove andiamo a parare? Ah! Eccoli qua! (Parlando verso la porta)  Avanti! Avanti! Vengano avanti! Guarda là, guarda! (Scattando in piedi e bat­tendo il pugno sul tavolo)  Guarda là! Avanti! Avanti, perdio!

(Entrano Zitarosa, Patierno, Ida e Pippotto. Ida piange).

Zitarosa(spingendo Pippotto)   Avanti! Cammenasse!

Pippotto  Un po' di maniera, eh.

Il  Commendatore  Ah, farabutto!

(Fa per slan­ciarsi. Zitarosa lo trattiene).

Zitarosa Fermo! Fermo!

(Il commendatore tenta di svincolarsi).

Spasiano       Buongiorno, signora, buongiorno! C'è poco da piangere! Doveva pensarci prima, doveva pensarci! (Al commendatore)  Stia fermo, lei! Calma, ci vuole! Calma! Ha messo in moto l'ingranaggio? E adesso silenzio! Malincore, tu, naturalmente hai bussato con la formula sacramentale.

Malincore    « In nome della legge ».

Spasiano       E allora?

Malincore    Allora che cosa? Il solito tramestio...

Pippotto  Parlavamo di gioco!

Spasiano       Di gioco, eh? Baccarat? Chemin de fer?

Pippotto  Chemin de fer! Chemin de fer!

Spasiano       State zitto, se no vi rovino! Vi stermino! Si permette anche di interloquire! Un'altra parola e vi ammanetto! Parlavate di gioco, eh? Non importa. Per il codice penale, basta che siate stati sorpresi nello stesso domicilio! Grazie, Malincò! Arrivederci!

Malincore    Ciao, Spasiano! Buongiorno... (Via).

Spasiano       E sta bene! Sta bene! Patierno, scrivi.

(Patierno siede al tavolo) 

Venite avanti, voi! Voi, voi! Come vi chiamate?

Pippotto  Pippotto De Celi di Augusto, di anni ventotto, benestante.

Spasiano(scattando in piedi)   Pippotto? E vi permettete di chiamarvi Pippotto? Che cosa avete sotto il naso? Una coda di gatto?

Pippotto  Son baffi, signor commissario.

Spasiano       E li chiamate baffi, quelli?

Pippotto  Precisamente! Il cittadino è libero di portare i baffi che crede!

Spasiano       Niente affatto! Quei baffi sono proi­biti per motivi di ordine pubblico! Sedete là, guar­date, in quell'angolo, e non fiatate per nessuna ra­gione al mondo, se no vi metto i ferri.

(Pippotto va a sedere in un angolo) 

E adesso, la signora. Tanti riguardi, signora! Tanti riguardi!

Il Commendatore  Scellerata!

Spasiano       Silenzio!

Patierno       Generalità.

Ida            (singhiozzando)   Faraone Ida, maritata...

Il Commendatore  Maritata!... Maritata!...

Spasiano       Non c'è bisogno! Le generalità risul­tano dalla querela! Perché contro di lei c'è una que­rela, cara signora! Quelle lacrime sono assolutamen­te inutili! Piange! Guardate là, piange!

Pippotto  E si capisce! Voi la brutalizzate, po­vera creatura!

Spasiano       Silenzio. Con voi faremo i conti, Don Giovanni da strapazzo!

Pippotto  Ho detto che mi chiamo Pippotto!

Spasiano       E siete un cretino! Silenzio! Silenzio, se no...

Zitarosa(a Pippotto)   'U mitra, pigghiu!

Il Commendatore  Piange, spudorata! Ma ricor­dati che è venuta l'ultima ora della tua vita! In gale­ra, andrai! Piange. Adesso piange! Non piangevi, quando tradivi il tuo povero Paolo? No? Non pian­gevi?  (Si commuove).

Spasiano       Neh, commendató? A che gioco gio­chiamo? Ha messo in moto l'ingranaggio? E non se ne scenda, adesso!

Il Commendatore  No! No! Che scendere! Io sono deciso a tutto! Ma sa... è amaro!

Spasiano       Lo so, che è amaro! Lo dice a me? Ne vedo tante, io, di queste cose! No, signora, faccia la cortesia! Non pianga più se no la mando in camera di sicurezza! Dov'è Lillì, la mando!

Ida           Sì, sì... In camera di sicurezza... Una martire, sono... Una martire! (Rompe in singhiozzi).

Pippotto   (scattando in piedi)   Idarella!

Spasiano       Idarella! E avete il coraggio di chia­marla Idarella, qui, alla nostra presenza?  Zitarò, quel buffone non deve fiatare! Appena parla, i ferri!

Zitarosa       Silenzio!

Spasiano       Ha sentito, signora? La chiamano Ida­rella! Bella cosa! E adesso sarà lei, a pagarne le con­seguenze! Lei!

Ida           Già! Ma bisogna anche considerarle, le cose, signor commissario!

Spasiano(imbestialito)   Non c'è niente da con­siderare! Lei ha commesso una gravissima colpa, cara signora! Lei ha tradito suo marito! E... non sol­tanto suo marito!... Anche... la Società! In due, sia­mo! Dico bene: in due! Suo marito ed io, che in questo momento rappresento la Società!

Ida           Bella società! Lasciar sola una donna in balìa di se stessa!

Spasiano(al commendatore)   Sente? Sente? Questo vale per lei!

Ida           Non solo per lui, signor commissario! Non solo per lui! Anche...

Spasiano       Per chi? Non cominciamo a dire be­stialità!

Pippotto  Ah, per me no certo!

Spasiano       Fate silenzio, voi, seduttore dei miei stivali!

Il Commendatore  Ma che sfrontatezza!

Ida           Vale anche per tanti altri uomini! La donna è donna! Quando si tiene a una donna la si cura, la si accarezza, la si coccola! Questo, so io!

Spasiano       E sapete delle insulsaggini! Una donna onesta è « sempre » onesta!

Ida           Appunto « sempre » onesta! Ma quando ci sono dei vecchi scapoli corruttori di professione...

Il Commendatore (a Pippotto)   Mascalzone!

Pippotto Un momento, un momento, Ida! Io non sono né vecchio né corruttore di professione!

Zitarosa        (rimettendolo a sedere)   Selenzio!  I ferri, pigghiu!

Spasiano(a Ida)   Beh, beh, avanti, avanti!... Continuate!

Ida           ...che dànno la spinta...

Il Commendatore (a Pippotto)   Delinquente!

Spasiano       La spinta, eh? Voi avevate bisogno della spinta! Voi! Abbiate almeno il pudore di ta­cere!

Il Commendatore  Incredibile! Inimmaginabile! (A Spasiano)  Ha visto, che sbandamento? L'ha sen­tito, a che cosa ci ha portato il dopoguerra?

Spasiano(che misura la camera in su e giù, sem­pre più eccitato)   Che sbandamento! Che dopo­guerra! Non facciamo retorica! Non cominciamo!

Il Commendatore  Ma scusi! Se l'ha detto lei stesso!

Spasiano       La Polizia dice quello che vuole! Ma bisogna vedere « perché » lo dice! Lei si ferma alla prima taverna! Lei si formalizza sulle prime parole! Qui la questione è molto più grave, egregio signore! Una donna onesta! Seh! È una parola!

Ida           « Sempre » onesta, signor commissario!

Spasiano       Che cosa volete dire? C'è un'onestà relativa! E non tentate di diminuire la vostra colpa! Ma che sfacciataggine! La vostra sfrontatezza giu­stifica ciò che dice Lillì!

Ida           Chi è questa Lillì? Un amoretto, è vero? Una relazioncella?

Spasiano       Niente amoretto! Niente relazioncella! Io sono puro, capite? Puro! Come mi fece mammà! Vergognatevi! Una donna che si rispetti, non si la­scia sorprendere di notte fuori casa! E dove, poi? Da Pippotto!  (Indica Pippotto)  Guardate là, guardate! Guardatelo, quell'idiota! Cosa da pazzi! Uno si chia­ma Filippo, ha l'onore di portare il nome di Filippo Secondo, e si fa chiamare Pippotto! E se vi foste chiamato Ezechiele come me e come il profeta, che cosa avreste fatto? Quale sarebbe stato, il vezzeg­giativo?

Pippotto  Kikino!

Spasiano       Silenzio! Basta! Ve lo dò io, Kikino! Voi vi siete trovato di fronte ad una donna di inau­dita leggerezza! Altrimenti... altrimenti... Non la avreste fatta, quest'impresa! Ma voi andrete in ga­lera, eh? Voi e lei! Com'è vero che mi chiamo Eze­chiele Spasiano fu Pulcherio!

Il Commendatore (a Ida)   L'hai visto, adesso, in che situazione ti sei messa? Il signor commissario è sdegnato, e ne ha ben donde! In tanta sciagura, il mio solo conforto di cittadino che paga le tasse è la solidarietà della legge! Solidarietà gratuita! Solidarie­tà disinteressata! Quello, vedi, quello è al di sopra della mischia! Ma io ti domando:  perché, perché l'hai  fatto? Non eri abbastanza amata?

Spasiano       Non abbastanza, è vero? (Senza parere, le fa segno: « Tre ». Ida china pudicamente il capo).

Pippotto  No! Non abbastanza!

Spasiano       E allora siete intervenuto voi! Voi! (A Ida)  È intervenuto lui! Chinate la testa, adesso, è vero? Nascondete il volto? Pudore tardivo!

Il Commendatore  Senza coscienza! Senza cuore!

(Gli trema la voce).

Spasiano       Commendatore! Commendató! E qui dove andiamo a parare?

Ida           No, Paolo, no! Tu non mi hai voluto mai veramente bene! Né tu, né altri...

Pippotto  Io sì, Ida, ti giuro!...

Ida           Non alludo a voi... Alludo a... alla mia fa­miglia paterna, che m'ha fatta crescere così capric­ciosa ed impressionabile... No! Non mi hanno mai veramente amata!...

Spasiano       E avete il coraggio di dirlo?

Il Commendatore  Ida, ti giuro...

Spasiano       Commendató!

Ida           No! No! Quando si ama una donna non la si lascia sola le notti intere, con la scusa del servizio!

Il Commendatore  Ma io non viaggio per servi­zio!

Spasiano       E come fa, un povero diavolo, se que­sto è il suo destino?

Il Commendatore  Ecco! Appunto! Come fa?

Ida           Si dà ammalato! Ecco come fa!

Il Commendatore  Ma io sto bene!

Spasiano       Darsi ammalato? Mai!... quando uno sta bene!

Ida           Una poveretta che non sa con chi parlare... Non sa con chi prendersela... E resta sola, sola in balìa dei sogni cattivi e delle tentazioni scivolose... Le volete vedere, le tentazioni? Domani sera, per esempio, quel giovanotto sarà puntualmente alla « Scala », alla prima della « Salomè! ». È vero? È vero, che ci sarete?

Pippotto  Ci sarò! Ci sarò! A costo di tutto! (Scatta in piedi).

Zitarosa(rimettendolo a sedere)   Selenzio! I ferri!

Pippotto  Stia fermo, stia!

Spasiano       Voi domani sera non sarete alla « Sca­la». Sarete all'ergastolo! Sarete a Portolongone tutti e due!

Il Commendatore  Ida! A Portolongone!

Spasiano       In galera!

Ida           Sì... Adesso mi chiami per nome, eh? Prima mi fai arrestare e poi mi chiami per nome? E anche il signor commissario... È tremendo, il signor com­missario! Ha fatto la sorpresa! Bravo! Bella prodezza! Ha la coscienza pulita, lei?

Spasiano       Pulitissima! Di bucato! Sono celibe!

Ida           E non l'ha mai lasciata sola, una donna, no? Si ricordi bene... Adesso urlate tutti e due, fate la faccia feroce, mandate la gente all'ergastolo! E non avete capito niente! La donna sapete com'è? E come voi la volete; come voi la fabbricate! Tenetevelo per detto, tutti e due! Pagate di persona, non fate i buffoni, fatevi rispettare, usate la sferza e il gian­duiotto, e vedrete!

Pippotto  Io sono per il gianduiotto!

Spasiano       Zitto che vi sparo!

Zitarosa       Ce spara, il commessario!

Ida            (che brucia l'ultima cartuccia)   E adesso per colpa vostra, sì, per colpa vostra, io che non ho più marito, io che non ho più nessuno, io che sono or­fana e non posso nemmeno rifugiarmi tra le braccia dei miei genitori, vado a finire in una cella, a tre­mare di freddo e di paura! (Rompe in singhiozzi da commuovere le pietre).

Il Commendatore  Ida!

Pippotto  Idarella, non piangere! Divorzierai! Ce ne andremo a San Marino!

Spasiano       Basta, per Dio! Silenzio! Zitarosa, porta fuori quel cretino! (Al commendatore)  Commendató, attento, Commendató, non vi lasciate commuovere! Quella vi frega!

Zitarosa       Venisse cu' mia! 'Amuninni, ah! (Via entrambi).

Ida           Non ho nessuno! Nemmeno un bambino! Nemmeno un figlio! Niente! Niente! (Singhiozza disperatamente).

Il Commendatore  Ida! Ida!

Spasiano       Commendatore! Commendatore!

Ida           Oh Dio! Oh Dio! Che male al cuore!

Il Commendatore (che capitola definitivamente Ida... E lo fai più?

Spasiano       Commendató! Mo' vi arresto, mo'!

Ida           Non lo faccio più, Paolo! Non lo faccio più! Quando partirai un'altra volta vedrai, sì? Perdona a Ida tua... Anche il signor commissario, mi per­dona, è vero? Perdonatemi.. Perdonatemi!...

Spasiano       Ah no! Dovrei perdonarvi Pippotto, eh? Volete fregare anche me? Niente! Ezechiele non si frega! Io vi mando al carcere!

Ida           Dio! Sono perduta!

Spasiano       Patierno! La jeep! Al carcere, avanti. Portatela via!

(Patierno si muove).

Ida           Paolo! Paolo!

Il Commendatore  Un momento! Un momento, dottore! Non precipitiamo le cose! Qui c'è una legge scritta! Io sono un cittadino e pago le tasse! Pago le tasse, mi spiego sì o no, e sono a cavallo al mio diritto! Ciò che è accaduto è increscioso, non lo nego, ma dopo tutto è accaduto a me, non a voi!

Spasiano       Accaduto a voi fino a un certo punto! E... la morale pubblica?

Il Commendatore  La morale pubblica, d'accor­do! Ma prima di arrivare a risoluzioni estreme, bi­sogna sperimentare tutte le altre, compreso il per­dono!

(Ida lo accarezza).

Spasiano       Il perdono, eh? E perdonate? Perdo­nate! Vi troverete bene!

Il Commendatore  Mi troverò bene o male, è cosa che riguarda me! In sostanza, ciò che si contesta a mia moglie è forse un reato di azione pubblica?

Spasiano       Che c'entra!

Il Commendatore  Rispondete: è un reato di azione pubblica?

Spasiano       No!

Il Commendatore  E' perseguibile, o non perse­guibile su querela di parte?

Spasiano       Su querela di parte.

Il Commendatole  E ioritiro la querela!

Spasiamo      E siete un imbecille! E avete le corna! E ve le meritate!

Ida            (come se nulla fosse accaduto)   Cattivo. Cat­tivo Kikino!

Il Commendatore  Sì! sì! Va bene! Vedremo! Ida, andiamo! Lo sistemerò io, questo signore!

Ida           Andiamo, Paolo, andiamo...

(Escono a braccetto).

Spasiano(gridando verso la porta)   E sistema­temi. Intanto siete sistemato voi! Becco! Bisonte! Sec­chio di lumache! Ma guardate che cosa mi capita! Ah! Quella donna! Quella donna! Ma che canaglia! (Pensa un attimo)  Lillì! Dov'è, Lillì?

Patierno       In camera di sicurezza!

Spasiano       In libertà! Mettetela in libertà!

Patierno       Dottore! La legge sul buon costume!

 Spasiano      Il buon costume, eh? Il buon costume? Fuori! Mettetela fuori! Anzi, dàlle queste... (Trae il portafogli e ne toglie mille lire)  Niente! Mille sono poche! Duemila lire! La devo rimborsare di tutto ciò che ha perduto per restar chiusa là dentro!

(Patierno prende i due fogli da mille).

Patierno       E l'altro? L'ubriaco?

Spasiano       L'ubriaco, eh? Quello ragiona più di  tutti! In libertà anche lui! Tutti in libertà! Avanti! Toglietevi dai piedi! Quello che capita a me! A me!

(Patierno esce. Entra Zitarosa).

Zitarosa(entrando)   Dottuore!

Spasiano(urlando)   Eh!

Zitarosa       'E ssu babbeo, che ne fazzu?

Spasiano       Quale babbeo? Chi?

Zitarosa       Pippuotto!

Spasiano(con un ruggito)   Aaaah! Dov'è? Dov'è?

Zitarosa(chiamando dalla porta di destra)   De Celi Pippuotto!

Pippotto  Presente! (Entra)  E Ida dov'è? Che cosa ne ha fatto, di Ida?

(Spasiano che si è seduto al suo tavolo e guarda Pippotto come una belva, manda una specie di urlo soffocato) 

Ah, no! Stia  fermo, signor commissario! Non mi guardi così! Non mi guardi così.

(Spasiano si alza e lo agguanta alla gola) 

Stia fermo, sa! Stia fermo! Badi che ho zio Tito Consigliere di Corte d'Appello! Io lo dico a zio Tito!

Spasiano       Marionetta! Buffone! Pezzo di cretino! Al commendatore, va bene! Ma a me?! Voi siete un tipo da farla a me?

Pippotto  Signor commissario, mi lasci! Fra gen­tiluomini non s'usa così!

Spasiano       Vi lascio! Vi lascio! Sì! Altrimenti vado anche a finire in galera per abuso di autorità! Buf­fone! Imbecille! Via! Via! E non vi fate incontrare mai più da me con quei baffi se no vi mando in galera per tutta la vita! Via! Via!

(Dalla finestra balugina la luce del giorno).

Pippotto  Me ne vado, me ne vado, ma avrà mie notizie! (Via).

Spasiano(urlando)   Via!

(Dalla destra entra Lillì agitando i due biglietti da mille. L'ubriaco segue la scena).

Lillì           (passando)   Addio, bello! Grazie!

L'Ubriaco     Io sono filosofo e gentiluomo.

Spasiano       Forza, Lillì! Hai capito? Forza.

(Via entrambi dalla comune)   

Patierno!   Patierno!   Patierno!

Patierno(entrando)   Eh! Comandi!

Spasiano       La jeep! È giorno, non lo vedi? Credi di aver anche il diritto di andare a dormire?

Patierno       Va bene! (Uscendo)  Benvenuto! Ben­venuto!

(Spasiano prende cappello e bastone, ecci­tatissimo).

Zitarosa(entrando in fretta)   Dottuore! dottuore! Il signor Questore! Uora, uora, venne! Per il nano di Porta Ticinese! Bisogna arrestarlo in giornata!

Spasiano       Beh? E che c'entro io col nano? Che cosa vogliono, da me? Che cosa vogliono, perdio? Che cosa?

Zitarosa       E me sentisse! Appena entrò, il signor Questore se fermò un momento, pensò un poco e me disse: « Mi ci vuole un funzionario in gamba! Zitarosa, fammi venire il dottor Spasiano ».

Spasiano       Ah, sì? Questo, ti ha detto? Il funzio­nario in gamba sarei io, è vero? Io! E dovrei arrestare il nano di Porta Ticinese! Dovrei rischiare di prendermi una pallottola nello stomaco! E perché, poi? Per difendere « questa » società! Per difendere Ida, il commendatore e Pippotto! No! Non ci vado!

Zitarosa       Dottuore!

Spasiano       Non ci vado, dal Questore! Digli così: « Non ha voluto venire! ». Hai capito? E digli che stamattina avrà le mie dimissioni! Hai capito bene? Me ne vado dalla Pubblica Sicurezza. (Butta tutte le carte in aria)  Me ne vado! Me ne vado! Patierno! Patierno! Patierno.

Patierno(entrando)   Comandi!

Spasiano       La jeep non serve più!

(Esce come una furia, Zitarosa resta sbalordito, a bocca aperta).

F I N E

Questa commedia In un atto è stata rappresentata la prima volta al Teatro Mercadante di Napoli dalla Compagnia Ita­liana di Peppino De Filippo. I ruoli principali erano così di­stribuiti: Spasiano (Peppino De Filippo); Ida (Lidia Martora); Il commendatore (Emilio Petacci); De Celi Filippo (Pietro Privitera); Lillì (Giana Pacetti); L'ubriaco (Cesare Bettarini); Il brigadiere Zitarosa (Aldo Alori).

Copyrigth  1954  by  Ernesto Grassi.