Condotta non degna

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Un "dramma giudiziario" della migliore tradizione inglese

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Un "dramma giudiziario" della migliore tradizione inglese:

Condotta non degna

Dramma in tre atti

di Barry England

L'interesse e la forza del dramma di Barry England, più che nel modo sapiente in cui si articolano le azioni o nel continuo suspense che so­stiene lo sviluppo drammatico, consistono nel movimento progressivo di demolizione dei miti del mondo militare e nella capacità di svelare lu­cidamente i rituali infantili e mostruosi di un mondo chiuso che si dà da solo delle regole rigide ma anche il diritto di trasgredirle.

PERSONAGGI
Drake

Millington

Pradah Singh

Fotherrgill

Signora Hasseltine

Signora Strang

Colonnello

Roach / Scarlett

Wimborne

Dottore

Harper

Hart

Boulton

Truly

Winters

Servitore

Lai

Hutton

Signora Bandanai


ATTO PRIMO

Scena prima

(Il Circolo ufficiali. Pomeriggio. Entra Drake, seguito da Mil­lington. Drake si ferma, si guarda intorno come uno che abbia finalmente trovato quel che cercava. Millington ha l'aria malinconica.Unsilenzio).

Drake                            -Esattamente come l'avevo immaginato.

Millington                     -Un vero sollievo per te.

Drake                            -Puoi dirlo. Ma non mi aspetto che tu capisca.

Millington                     -Lo so benissimo, vecchio mio;ma non di­menticarechequestopostohaossessionatoanche lamia infanzia.

Drake                            -Non mi sembra che tu abbia imparato a rispettarlo.

Millington                     -L'ho sempre rispettato, invece. Bisogna sem­pre aver paura dei fantasmi. (Drake osserva in giro i ricordi del Reggimento)

Drake                            - (con sentimento) È come... essere a casa.

Millington                     -Ma non lo è...? (Osserva, si accosta a uno dei ritratti) Per Dio! Il vecchio in persona!

Drake                            - (si volta, si avvicina) Tuo padre?

Millington                     - (ironico) Non è splendido?

Drake                            - (legge la targhetta sotto il ritratto) V. C. Medaglia d'Oro. Generale Sir William Millington, Colonnello del Reg­gimento dal 1875 al 1881.

Millington                     - (guardando nel vuoto) Per non dire Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Bagno. (Facendo risaltare l'as­surdità delle parole che dice) Sceriffo della Contea, Giudice di Pace.

Drake                            -Quitroveraisoloonorificenzemilitari.Sonoi ritratti dei passati Colonnelli e delle Medaglie d'Oro.

Millington                     -Ah.

Drake                            -Come figlio di un generale qui si aspetteranno che tu le sappia certe cose.

Millington                     - (con un sorrisetto) Potrò sempre rivolgermi a te per informazioni. (Breve pausa)

Drake                            -Non ci troverai ritratti di mio padre. Era soltanto maggiore.

Millington                     -Ma vecchio mio! era l'anima del Reggimento. Quante volte ho sentito mio padre ripetere...

Drake                            - (interrompendolo bruscamente) Dovremmo presen­tarci all'aiutante diCampo.

Millington                     -Se lo troviamo. Non si vede nessuno.

Drake                            -Già, io non riesco a capire dove siano tutti.

Millington                     -Che ci sia stata un'altra grande rivolta india­na? (Ammutolimento. Pausa)

Drake                            -Senti Millington, ti avverto: anche se io durante la nostra permanenza qui, costretto dalle circostanze, potrò anche tollerare le tue imbecillità, ti accorgerai che non sa­ranno molto apprezzate dagli altri.

Millington                     -Ma vecchio mio, ufficialmente non facciamo ancora parte del Reggimento. Concedimi di assaporare qual­che altro istante della mia innata gioia di vivere.

Drake                            - Ti renderai conto, vero, che il tuo comportamento si rifletterà su di me.

Millington                     -Spero di no.

Drake                            -Ma non c'è dubbio, saremo giudicati alla stessa stregua.

Millington                     -Oh Dio...

Drake                            -Tengo quindi a farti presente che è mia ferma in­tenzione di far bene nei tre mesi di prova in questo Reggi­mento e di entrare a farne parte con tutte le carte in regola.

Millington                     -Ti ringrazio dell'avvertimento, Arthur. C'è però un piccolo particolare che forse dovrei renderti noto.

Drake                            -Cioè?

Millington                     -Non ho nessuna intenzione di superare que­sti tre mesi di prova: c'è una nave, la "Castello Doriche", che salpa per l'Inghilterra esattamente fra tre mesi e io sarò a bordo di quella nave.

(Prima che Drake possa reagire entra Pradah Singh. Imponente, dignitoso, sulla sessantina. Si in­china)

Pradah                           -Buona sera signori, in che posso servire?

Drake                            -Pradah Singh?

Pradah                           -E lei è il signor Drake, sahib. Mi sia permesso dire che somiglia moltissimo a suo padre, che ho avuto l'onore di servire.

Drake                            -Grazie.

Pradah                           -Ho avuto l'onore di servire anche suo padre, Mil­lington, sahib. Certo... allora ero molto più giovane, un ragazzo.

Millington                     -Sì, quando nacqui lui era già anziano.

Pradah                          - (presoallasprovvista)  -Ungrandegentiluomo, sahib.

Millington                     -Cosi mi dicono tutti.

Drake                            - (in soccorso di Pradah Singh) Anche tuo padre ha servito nel Reggimento, Pradah Singh. E anche tuo nonno.

Pradah                           -E anche il mio bisnonno, sahib. (Osservando Mil­lington) Nella mia famiglia è una tradizione.

Drake                            -Il tuo nome è tanto in alta considerazione.

Pradah                           - (inchinandosi) Molto gentile, sahib.

Millington                    -PradahSingh,rendereivolentieriomaggio a un bel bicchiere di whisky con soda. Non potresti essere cosi gentile...

Drake                            -È proibitissimo, Millington.

Millington                     -In nome del cielo! Perché?

Drake                            -Non possiamo né ordinarenéaccettare da bere finché non siamo stati formalmente ammessi al Mess.

Millington                     -Accidenti! Questo particolare, il mio caro pa­pà aveva tralasciato di menzionarlo.

Pradah                           -Sono spiacente, sahib. Mi perdoni, ma è...

Millington                     -La tradizione, lo so. Appunto. Ebbene, vo­glia il cielo che si sbrighino ad ammetterci presto.

Drake                            -Già.PradahSingh,finoranonsiamoriuscitia trovare l'Aiutante di Campo e nemmeno...

Pradah                           -È per via del polo, Sahib. L'incontro finale della stagione contro il Settimo Lancieri.

Drake                            -Accidenti, è vero! avrei dovuto ricordarmelo! Uno dei grandi avvenimenti mondani dell'anno.

Pradah                           -Il primo di tre, sahib. Tra poco arriverà il Colon­nello con le signore.

Drake                            -Forse facciamo a tempo a fare atto di presenza-li consigliabile tentare.

Pradah                           -Se mi consente -con tutto il rispetto -Sahib, è più semplice farsi presentare ai signori ufficiali quando rien­trano dal polo.

Drake                            - (come dando la colpa a Millington) Avrei dovuto ricordarmelo io.

Millington                     - (serafico) Avresti dovuto, Arthur. Come figlio di un maggiore qui si aspetteranno che tu le sappia queste cose! Hai detto che ci saranno delle signore, Pradah Singh?

Pradah                           -Sì, sahib.

Millington                     -Belle?

Drake                            -Millington, per favore!

(Il sottotenente di picchetto arriva di corsa)

Fotherrgill                     -Ah, siete qui! Pradah Singh, presto, un whi­sky. Abbondante. Abbiamo solo due minuti!

Pradah                           -Sahib.

Fothergill                      -Cosa volete bere, ragazzi.

Millington                     -Oh, qualsiasi cosa, vecchio mio. Qualsiasi cosa. Sto morendo.

Drake                           -Ilmiocompagnoscherza,naturalmente.Cono­sciamo benissimo le regole del Reggimento.

Fothergill                      -Bene. Bene... Ottimo, grazie, Pradah Singh. (Pradah Singh si ritira). Maledettamente stupide queste pro­ve, ma sono necessarie.

Millington                     -Oh, non...

Fothergill                      - (porge la mano a Drake) Lei dev'essere Mil­lington.

Drake                            -Ehm, no... no...

Millington                     -Sono io ad avere questo dubbio onore, caro amico.

Fothergill                      -Oh, mi scusi. (Stretta di mano) Sottotenente Fothergill. Lei allora è Drake.

Drake                            -Sì. (Si stringono la mano)

Fothergill                      -Bene. Sedetevi. Molte cose da dirvi. Pochissi­ mo tempo per dirvele. (Si siede sul bracciolo di una poltrona)

Millington                     -È permesso sedersi?

Fothergill                      -Certamente.Perché no?

Millington                     -Temevo che fosse un'altra stupida prova. Non ci faccia caso, la prego. (Si sprofonda in poltrona)

Drake                            -Il tenente Millington ha uno spirito tutto suo.

Fothergill                      -Già. Vedo. Lei è seduto nella poltrona del Colonnello, giovanotto.

(Passa un attimo prima che Millington si renda conto di essere in fallo. Balza in piedi)

Millington                     -Santi numi! Non dovevo aggiungere il sacrile­gio agli altri miei crimini!

Fothergill                      -No, appunto. Dunque, io sono Fothergill, co­me ho detto. Ed è mio... (Millington retrocede verso un'altra poltrona e la scruta prima di sedersi) C'è qualcosa che non va, giovanotto?

Millington                     -Questa... non è...

Fothergill                      -No. No, non è.

Millington                     -No? Meno male! (Si siede, sorride a Drake) Si è cosi ansiosi di non sbagliare.

Fothergill                      -Esatto. Torniamo a noi. È mio compito, se­guirvi in tutto durante i prossimi dieci o quindici giorni, assicurarmi che abbiate capito la routine e via discorrendo. Perciò vorrei ricordarvi subito due o tre delle nostre prin­cipali norme di vita qui. Non rivolgerete mai la parola a nessuno, naturalmente. E nessuno la rivolgerà a voi, tranne io. Parlarvi fa parte dei miei compiti. E voi potrete parlare a me. Mai ad un ufficiale superiore, a meno che non sia lui a rivolgervi la parola, nel qual caso risponderete "sissignore". A meno che non si tratti del Colonnello nel qual caso rispon­derete "Colonnello". Il Colonnello, in questo Reggimento, lo chiamiamo semplicemente "Colonnello".

Drake                            -Inteso.

Fothergill                      -Inteso.

Millington                     -Misembraunottimoprovvedimento.

Fothergill                      -Dunque:quando, fra qualche istante, il Co­lonnello arriverà con le signore e gli altri ufficiali...

Millington                     -Mi perdoni, caro amico, una domanda.

Fothergill                      -Dica.

Millington                     -Se non dobbiamo parlare come faremo a ren­der manifeste le nostre intenzioni?

Folthergill                     -I giovaniufficialinon hanno intenzioni.

Millington                     -Suppongache unoabbia bisogno diuscire di sala...

Fothergill                      -Proverei a usare la porta, giovanotto: noi troviamo questo sistema del tutto soddisfacente. Mai prima del Colonnello.

Millington                     -Spero proprio che la sua vescica sia meno resistente della mia.

Fothergill                      -Credo che troverà l'operazione molto più facile se starà zitto.

Millington                     -Dovrei aggiungere che il silenzio è una dote moltoapprezzatanegliufficialisubalterni.

Millington                     -Dio mi guardi dal profferire un'altra parola, vecchio mio.

Fothergill                      -Bene. Dunque, quando arriverà il Colonnello noi ci ritireremo in quell'angolo. A un certo momento suo­neròilgong eannunceròlapresenzadi Estraneinel Cir­colo ufficiali. Vi presenterò coi vostri nomi. Nessuno presterà la minima attenzione, tranne il Colonnello che dirà:"Grazie, tenente Fothergill". Voi non direte niente. Aspetteremo che I Aiutante di Campo si avvicini e allora vi presenterete, dopo di che torneremo nei vostri alloggi. Nel frattempo il Colon­nello e i suoi ospiti saranno usciti sulla veranda.

Drake                            -Per assistere alla sfilata dei cavalieri.

Fothergill                      -Esatto, tenente Drake. Vedo che lei è al cor­rente delle nostre tradizioni.

Drake                            -Sì, certo.

Fothergill                      -Bene. (Un'occhiata a Millington) Bene. Sta­sera c'è il Ballo al Circolo dei Lancieri. Voi non vi parteci­perete. Domani c'è una delle serate qui al Circolo e sabato il Ballo del Reggimento. Siete arrivati in un momento di grande attività mondana.

Drake                            -Plassey Week:la settimana dei festeggiamenti per l'anniversario della conquista delBengala.

Fothergill                      -Proprio così, Tenente Drake. Ed ora parlia­mo delle signore. Se una di loro dovesse rivolgervi la parola, ilche è moltoimprobabile, voidovrete rispondereconla massimadeferenzausandosempre ilterminedi "Signora". Tra gli ospiti del Colonnello, quest'oggi, ci sarà, credo, soltan­to la signora Strang, la moglie del Colonnello... e la signora Hassetine.

(Fothergill è visibilmente imbarazzato)

Drake                            -La vedova del maggiore Hesseltine?

Fothergill                      -Sì. Sì. Io, ehm, forse dovrei dirvi due o tre parolesullasignoraHasseltine. (Silenzio.Riflette)Èuna signora...moltoammiratadatuttiquialCircolo.È molto popolare. Fa parte quasi          -direi -della nostra vitaqui. Comunque non disdegna un po' di corte, specie da parte dei  giovani ufficiali, ma non mi fraintendete: è una vera signora, ma...

Drake                            -Sì. Certo. Peccato! (Millington è ora molto at­tento)

Fothergill                      -Già. Esatto. Quello che voglio dire è che ai giovani ufficiali si consiglia di rimanere... freddi e distanti. È una donna molto bella. Comunque, degli ufficiali superiori la considerano un po' cosa loro. Non so se capite...

Drake                            - (scandalizzato, disapprovando) Oh. Sì, capisco.

Fothergill                      -Sono cose che dovete assolutamente ignorare pur essendone pienamente al corrente.

Drake                            -Assolutamente.

Fothergill                      -Pertanto... siate molto cortesi, ma...

Millington                     -Distaccati?

Fothergill                      -Appunto.

Drake                            -È chiaro.

Fothergill                      -Bene.

Millington                     -Più che chiaro.

Fothergill                      - (più sollevato, più vivace) Bene i vostri al­loggi...?

Drake                            -Grazie, sì. (Fothergill si alza e si sporge per ve­dere se arrivano Colonnello, ufficiali e ospiti)

Fothergill                      -Installati a dovere? Drake             -Si, grazie.

Fothergill                      -Allora non credo che mi resti altro da dire...

Drake                            -No... (Alzandosi) Non credo che...

Millington                     -Questa signora... Hasseltine, la vedremo qui, oggi?

Fothergill                      -Per poco, sì. Come vi ho detto, noi ci riti­reremo nei vostri alloggi.

Drake                            - (deciso) Bene.

Wellington                    - (si alza) Oh, bene. (Un silenzio imbarazzato)

Fothergill                      -I Lancieri non verranno qui per il tè. Andremo noi da loro questa sera.

Drake                            -Ah, a proposito, chi ha vinto?

Fothergill                      -Noi. Quattro a tre. Drake -Questa è una buona notizia.

Fothergill                      -Sì.IlmaggioreWimbornehasegnato due goalformidabilinell'ultima ripresa.

Drmce                           -Il maggiore Wimborne. V. C. Medaglia d'Oro. (Millington gira per la stanza osservando i tesori del reggi­mento)

Fothergill                      -La terza Medaglia d'Oro del Reggimento.

Drake                            -Un record stupendo.

Fothergill                      -Mai eguagliato.

Drake                            -Sarà un grande onore incontrarlo.

Fothergill                      -Fossi lei, non mi aspetterei di averci molto a che fare, per un mese o due.

Drake                            -No, no, certo.

Fothergill                      -È un uomo straordinario, ma...

Drake                            -Deve esserlo. (Fothergill è sconcertato dalla man­canza di interesse da parte di Millington)

Fothergill                      -Suo padre, il generale Millington, è stato, na­turalmente, la prima Medaglia d'Oro del Reggimento.

Millington                     - (sta guardando la giubba scarlatta -sporca e lacera -suunmanichino,inunavetrina.Senza voltarsi neppure, mormora) Sì. (Silenzio)

Fothergill - Drake         - (insieme) Ebbene... Certamente...

Fothergill                      - Altre domande?

Millington                     -Per la verità, vecchio mio...

Fothergill                      -Sì...?

Millington                     -Mi stavo chiedendo che ci fa, qui, questa vec­chia giubba sporca. (Reazione immedita da parte degli altri due. È una provocazione calcolata)

Fothergill-Drake           - (insieme) Tenente Millington... Lo sai benissimo, Millington...

Fothergill                      -Quella è la giubba del Capitano Scarlett! La indossava alla battaglia di Ratjahpur!

Millington                     -Deve essere stato un disgustoso macello.

Fothergill                      - (venendo avanti) La guerra non è una cosa gradevole, tenente Millington, e non lo è nemmeno il futuro degli ufficiali subalterni che ignorano la storia e le tradizioni di questo Reggimento! Mi sente? Lei imparerà a memoria, e mi ripeterà, poi, tutti i particolari sulla morte del capitano Scarlett che è uno degli eroi di questo Reggimento e come tale sarà da lei onorato.

Millington                     -Fra l'altro, a pensarci bene, deve puzzare ma­ledettamente.

Fothergill                      -Tenente Millington! (Fothergill alza il baston­cino quasi a voler colpire Millington. Entra Pradah Singh seguito dai servitori del Circolo)

Pradah                           -Il Colonnello sta arrivando con le signore, Sahib.

Fothergill                      -Grazie, Pradah Singh. (Voltandosi verso il fondo, fa segno ai due) Da questa parte.

(Fothergill va a un angolo, al fondo. Nel seguirlo Drake ringhia a Millington)

Drake                            -Un po' di contegno, disgraziato...

Millington                     -Ma vecchio mio...

Drake                            -Perché sono anch'io sotto esame!

(Entra il Colon­nello con la signora Hasseltine, la signora Strang, il maggiore Wimborne in tenuta da polo ,ma si è messo un foulard intor­no al collo, il dottore, il maggiore Roach in tenuta da polo e il capitano Harper, idem, in tenuta da polo, il tenente Dart e i sottotenenti Winters, Boulton e Hutton)

Signora Hasseltine        -Le assicuro che si sbaglia, Colon­nello. Scommettiamo che sono sette e non sei? Lei cosa ne dice, Mem? (Mem è come chiamano la signora Strang, mo­glie del Colonnello)

Signora Strang              -Cara! Me ne intendo così poco di queste cose... Dovrei seguire di più la loro classifica.

Colonnello                    -Roach certamente lo sa.Lionel, quanti in­contri abbiamo vinto più dei Lancieri?

Roach                            -Sette, con quello di oggi.

Signora Hasseltine        -Che cosa le avevo detto!

Wimborne                     - (sorridendo con sarcastico affetto) Finiremo col dover abolire questa manifestazione, Colonello.

Colonnello                    -La tradizione ha sempre i suoi lati positivi, vero Alistair?

Wimborne                     - (sorride)    -Forsesì.

Dottore                         -Fra l'altro lei gliele dà sempre di santa ragione, Alistair. E sa benissimo che gliene darà sempre.

Wimborne                     -è proprio così, dottore.

Hasseltine                     -Bravo, non trova, Colonnello, a segnare due goal cosi stupendi?

Wimborne                     -Tutto il suo onore, Mage.

Colonnello                    -Però si è deciso tardi. Cosa voleva, Alistair, tenerci col cuore in sospeso fino all'ultimo?

Wimborne                     -Volevo solo rendere il gioco più interessante per gli avversari, Colonnello.

Colonnello                    - (ride con gli altri) Io però non ne parlerei, stasera, se fossi in lei. Andiamo direttamente sulla veranda, Pradah Singh.

Pradah                           -Ai suoi comandi, Colonnello.

Colonnello                    - (alla signora Hasseltine) Cara Marjorie...

(Pra­dah Singh batte le mani, i camerieri si affrettano sulla veranda; il Colonnello cede il passo alla signora Hasseltine. Fothergill coglie l'occasione per suonare il gong. Tutti si arrestano)

Fothergill                      - (sull'attenti) Colonnello. Ci sono Estranei nel Circolo Ufficiali. Posso presentare il sottotenente Millington e il sottotenente Drake, Colonnello. (// Colonnello lo guarda per un momento)

Colonnello                    -Grazie, tenente Fothergill.

(Il Colonnello si volta per uscire coi suoi ospiti. La signora Hasseltine sta guardando Millington)

Colonnello                    - (alla signora Hasseltine) Vogliamo, mia cara...

Hasseltine                     -Non può essere il figlio di William Millington... (Voltandosi per guardarlo meglio) Ha l'aria troppo giovane!

(Il Colonnello, imbarazzato, sta per rispondere, quando in­terviene lo stesso Millington)

Millington                     -Con tutto il rispetto, signora. Non è possibile che lei abbia conosciuto mio padre. Anche lei ha l'aria troppo giovane. (Un profondo, glaciale silenzio. Interviene la moglie del Colonnello)

Signora Strang              - (alla signora Hasseltine) Cara possiamo avviarci...

Hasseltine                     - (divertita) Con permesso, tenente Millington.

Signora Strang              -E come va la nuova ragazza -come si chiama -dimentico sempre i nomi... (Sono uscite. Pausa. Il Colonnello si avvia. Gli altri dietro di lui)

Colonnello                    -Come sta il giovane Truly, dottore?

Dottore                         -Non c'è male, Colonnello: tra un paio di giorni sarà in piedi e guarito.

Wimborne                     -Ha preso un brutto colpo, ma ha giocato da Dio.

Colonnello                    -Anche Harper ha giocato bene, mi è sembrato.

Wimborne                     -Stupendamente, Colonnello. Mi ha fatto un passaggio decisivo proprio negli ultimi minuti dell'incontro.

(Sono usciti. Roach guarda Millington e Harper, aggrotta le ciglia ed esce. Rimangono soltanto Harper, livido di rabbia, Fothergill, Drake e Millington. Un silenzio)

Harper                            -Allora, tenente Fothergill?

Fothergill                        -Sono spiacente, signor Capit...

Harper                            -Non ho sentito bene, tenente Fothergill.

Fothergill                        -Evidentemente non sonoriuscito a rendere chiare le mie istruzioni.

Harper                            -Lei è stato scelto perché l'abbiamo ritenuto all'al­tezza di questo compito.

Fothergill                        -Sissignore. (Un silenzio)

Harper                            -Sto aspettando, tenente Fothergill.

Fothergill                        - (sibila a Drake) Si presenti!

Drake                             - (unpiccolo passo avanti battendo i tacchi) Ho l'onoredi presentarmi, signor Capitano. Tenente Drake, si­gnor Capitano.

Harper                            - (lo squadra dalla testa ai piedi) Grazie, tenente Drake.

Millington                      - (idemcomesopra) -Anch'iohol'onoredi presentarmi, signor Capitano.

Harper                            -Non ha un nomo?

Millington                      -Millington, signor Capitano. (Un silenzio)

Harper                            -Si avvicini, tenente Millington.

Millington                      -Sissignore. (In silenzio Millington, soggiogato da quest'uomo freddo, calmo, di poche parole, si mette sul­l'attenti. Pausa)

Harper                           -Se sento ancora la sua voce, tenente Millington, sarà per l'ultima volta. Mi ha capito?

Millington                     -Mi è permesso dire...

Harper                           -Silenzio!(Un colpo secco, in aria, col frustino. Una pausa) Allora:sono riuscitoa spiegarmi bene?

Millington                     -Sissignore.

Harper                           -Torni al suo posto. (Millington esegue. Silenzio) Se ritiene il suo compito troppo difficile, tenente Fothergill, ne potrà essere esonerato.

Fothergill                      -Nossignore,

Harper                           -È tutto. (Esce. Fothergill va verso Millington)

Fothergill                      -Maledetto cretino! Ma che diavolo di gioco sta giocando?

Millington                     -Mi scusi, caro amico...

Fothergill                      -Silenzio! Le avevo detto di tacere in presenza di ufficiali superiori.

Millington                     -Le assicuro che non era mia intenzione...

Fothergill                      -Vuol far silenzio? Non so che diavolo lei abbia in testa, tenente Millington, ma le dico una cosa! Se me ne combina un'altra le assicuro che provvedere a farla cacciare dal Reggimento prima ancora che sia finito il periodo di prova! Sono io che faccio rapporto al Colonnello. Mi ha sentito?

Millington                     -Sì, Fothergill.

Fothergill                      -Tenente Fothergill.

Millington                     -Sì, tenente Fothergill.

Fothergill                      -Bene. Ora ai vostri alloggi e vediamo se rie­sco a inculcarvi il modo corretto di comportarvi. Marsch! (Escono.

  Fothergill per ultimo. Rumore di cavalli al galoppo. Le luci cambiano, è sera. Entra Pradah Singh, imponente nella tenuta da Mess; dirige i servitori, anch'essi in tenuta da Mess, nelle operazioni di apparecchiatura. Fuori scena: rela­tivamente distanti, voci e grida di una partita di caccia)

Scena seconda

(La sera del pranzo. Pradah Singh batte le mani e da destra escono i servitori. Uno di essi rimane in vista, da un lato. Entrano il maggiore Roach e Fothergill in Duty dress con sciabola.)

Roach                            -Allora, Richard, un cognac?

Fothergill                      -Grazie, signor maggiore.

Roach                            -Due cognac, per favore, Pradah Singh.

Pradah                           -Sahib. (Fa un cenno al cameriere che glieli por­terà su un vassoio)

Roach                            -Si sieda, caro, si sieda.

Fothergill                      -Grazie, signor Maggiore. (Si siedono. Fuori scena, risa, grida di caccia che si avvicinano. Sorride) La caccia sembra essere al suo culmine.

Roach                            -Sì. (Sorride) Uno degli svantaggi di essere ufficiale di picchetto il giorno del pranzo del Circolo.

Fothergill                      -Beh, sempre meglioche essere l'ufficialedi settimana, signor maggiore. Almeno sarò libero per il ballo di sabato.

Roach                            -Beh, non ne farò una malattia, mi creda. (Pradah Singh porta i cognac)

Pradah                           -Il suo cognac, Sahib.

Roach                            -Grazie, Pradah Singh.

Pradah                           -Sahib.

Fothergill                      -Grazie.

Roach                            -Alla sua salute, Richard.

Fothergill                      -Alla sua, signor maggiore. (Bevono.

Fuori sce­na: un improvviso scoppio di risa, molto vicino. Quindi en­tra correndo il tenente Hart, da destra,trascinandosi dietro un cinghiale di stoppa, montato su rotelle e attaccato a una specie di manico di scopa metallico dal quale lo tira. Attra­versa la scena ed esce da sinistra gridando)

Hart                               -Alla caaaaaaaarica!Ohiii!

(Quasi subito il gruppo degli inseguitori irrompe dietro di lui.Wimborne e Harper in testa, seguiti da presso dal Colonnello, da Winters, Boulton e dal dottore. Questi è affranto, non ce la fa più. Sono tutti in Duty dress:Wimborne, Harper e Hart si sono tolti la giubba. Sciabole sguainate degli ufficiali superiori o lance. Caricano attraversando la scena ed escono da sinistra)

Wimborne                     -La!! La!! (Esce)

Harper                           -Inseguitelo, maledetto! (Esce)

Boulton                         -Alla caaaarica!! (Esce)

Colonnello                    -Viva il Reggimento! (Esce)

Dottore                         - (ansimando) Oh Dio, Colonnello... la prossima volta troviamone uno meno veloce... (Esce, È l'ultimo ad uscire. Fothergill ride)

Fothergill                      -Mi sembra che il dottore non abbia più l'età per queste cose, signor maggiore.

Roach                            -Già, il suo compito è di tenere allenati noi, non se stesso...

(A questo punto il tenente Truly arriva zoppican­do da destra, proprio l'ultimo, con una gamba fasciata, strin­gendo una lancia, e senza fiato)

Truly                             -Da che parte sono andati?

Fothergill                      -In giù, da quella parte... verso la bandiera, vecchio mio.

Truly                             -Ah... caaaarica! (Zoppica a sinistra agitando la lancia)

Roach                            -Truly!... Non finisca di rovinarsi quella gamba!

Truly                             -Nossignore, niente paura! Caaaaaaarica! (Esce zop­picando)

Fothergill                      -È un fanatico, signor maggiore.

Roach                            -Sembra anche a me. Volevo chiederle di quei due nuovi arrivati che le hanno affidato... Fanno progressi?

Fothergill                      -Nossignore, pochi. Ieri sera uno di loro si è lasciato scappare tutti i nuovi ponies del Colonnello.

Roach                            -Millington?

Fothergill                      -Sissignore. Li abbiamo ripresi solo al tramon­to.

Roach                            - (scuotendo la testa) Non va, non va, non va.

Fothergill                      -Non potremmo... liberarcene, signor maggiore?

Roach                            -Certo che potremmo. (Si alza) Ma non farebbe buona impressione:figlio di un generale che è stato colon­nello al reggimento...

Forthergill                     -Sissignore, ma non è facile abituarlo alla nostra disciplina, se lui non...

Roach                            -Nonsipreoccupi, ilColonnello lobutteràfuori presto, se sarà il caso, ma se si può evitare tanto meglio.

Fothergill                      - (poco convinto) Sissignore. (Fuori scena ru­mori di "caccia" piùvicini)

Roach                            -Sembra impossibile. (Guarda il ritratto) Suo pa­dre era cosi diverso.

Fothergill                      -Ha conosciuto il generale Millington, signor Maggiore?

Roach                            -Appena. A quei tempi non si aveva alcun contat­to con il proprio Colonnello e poi il Colonnello Millington era rigorosissimo per la disciplina.

Fothergill                      -Ma le serate al Circolo? E la caccia al cin­ghiale?

Roach                            -Ladisciplina,a quei tempinon veniva rilassata in certe occasioni come avviene ora... Un processo secondo me.

(Fuori scena improvvisa esplosione di evviva e di grida, molto più vicine)

Fothergill                      -Qualcuno ha segnato un punto. Scommetto che è stato il Maggiore Wimborne.

Roach                            -Sicuramente. Richard, si è accorto di quanto ha bevuto Millington a tavola?

Forthergill                     -Sissignore, ma a stretto rigore non c'è re­gola che lo proibisca, sempre che l'individuo sappia reggere...

Roach                            -Secondo me sarebbe prudente allontanarlo dal Mess per stasera, al più presto e senza chiasso.

Fothergill                      - (si alza) Sissignore.

(Entra di nuovo Hart, caricando, trascinando il cinghiale, seguito da presso da Har­per, da Wimborne e da Winters)

Wimborne                     -Quasi lo prendo!

Hart                               -Accidenti...! (Hart scivola e cade. Gli altri imme­diatamente si stringono intorno al cinghiale, colpendo le sue terga con le lance e gli spadini)

Wimborne                     -Ahhhhhh, lì! (Affonda lo spadino) Punto!

Harper                           - (colpisce) Punto!

Wimborne                     - (colpisce di nuovo) Punto!

Winters                        - (colpisce)   -Irrah!!! (Ilgiucoconsiste evidente­mente nel colpire il cinghiale solo sulle terga essendo que­sta l'area offerta in corsa; Drake e Millington appaiono ora sulla veranda seguendo il giuoco.Hart si solleva con diffi­coltà mentre gli altri colpiscono ripetutamente)

Hart                               -Ehi, fermi!!

Wimborne                     -Punto!

Harper                           -Punto!

Hart                               -È un imbroglio!

Winters                         -Punto!

Wimborne                     -Come sarebbe a dire "imbroglio"?

(Boulton, il dottore e il Colonnello entrano ansimando)

Hart                               -Sono scivolato! sono caduto!

Harper                           -Si alzi!

Hart                               -Al diavolo, tutti! (Hart afferra il manico e corre via col cinghiale)

Wimborne                     -Ahhhhhh!È scappato di nuovo!

Harper                           -Caaaaaaarica!(Cominciano a inseguirlo)

Colonnello                    -No, signori miei, vi prego! Il vostro Colonnel­lo è vecchio, troppo vecchio...!

Wimborne                     -Che dice. Colonnello!

Harper                           -Non lo dica nemmeno, Colonnello!

Winters                         -Sarebbe una bestemmia, Colonnello!

Boulton                         -Una bestemmia!!

Colonnello                    - (ride, ansimando) Vi ringrazio tutti, per i complimenti, ma il dottore ed io per stasera abbiamo fatto abbastanza. (Ripone la spada e si siede) Vero, dottore?

Dottore                         -Aderisco alla mozione, Colonnello. (Si lascia an­dare su una poltrona) E prescrivo da bere per tutti.

Colonnello                    -Ottima cura. Pradah Singh.

(Pradah Singh fa cenno ai servitori che cominciano a servire. Pradah Sin­gh si occuperà soltanto del Colonnello e di Wimborne e offri­rà al Colonnello e agli ufficiali superiori sigari. Hart "par­cheggia" il cinghiale in fondo alla scena e gli altri "parcheg­giano" le lance)

Colonnello                    -Lionel... Alastair... qual è il punteggio finale?

Hart                               - (rapido) Parità Colonnello!

Wimborne                     -Parità? Che diavolo sarebbe: parità, Tenente Hart?

Harper                           -È stato uno scherzo da bambini, Colonnello, al­meno sei punti buoni!

Wimborne                     -Sei!? Più di una dozzina!

Hart                               -Ma io sono caduto!

Wimborne                     -Doveva bere meno a tavola. (Risate. La di­scussione di svolge con estrema cortesia)

Hart                               -Mi appello a lei, Colonnello! Non dovrebbe conta­requandol'inseguitocade,Colonnello.

Wimborne                     -Invece conta.

Harper                           -Perché non dovrebbe contare?

Wimborne                     -E non apra più bocca per dire sciocchezze, giovanotto.

Hart                               -Decida lei, Colonnello.

Colonnello                    -Non possiedo la saggezza di Salomone, si­gnori miei. (Gridano "non è vero, non è vero") Roach, qui occorrono regole nuove.

Roach                            -Ebbene, Colonnello, iosuggerirei che nel caso di incapacità dell'inseguito solo un punto venga contato sinché sussistano quelle condizioni.

Hart                               -D'accordo, d'accordo!

Wimborne                     -Vergognoso!...

Harper                           -Ingiusto!...

Harper                           - (e gli altri) Ingiusto!

Hart                               -Approvatoall'unanimità, Colonnello!

Colonnello                    - (divertito) Sta bene, Tenente Hart. Dichiaro parità.

Wimborne                     -Beh, ci siamo divertiti.

(Truly zoppica in avantiquandoHartdice"approvatoall'unanimità")

Truly                             -Lo avete preso? (Tutti ridono)

Wimborne                     - (ridendo) Dovediavoloè stato sinora?

Harper                           -Afare un girodiispezione?

Truly                             -Sono handicappato, accidenti.

Colonnello                    -Si fermi, Truly, si sieda, o finirà per rovinarsi davvero quella gamba.

Truly                             -Sto benissimo, Colonnello. Glielo assicuro.

Wimborne                     -Non discuta col Colonnello, ragazzo. Venga con me.

(Wimborne, robusto, solleva Truly come se non pe­sasse niente e lo depone, con cautela, su una sedia tra le ri­sate e gli urrah. C'è molto calore ed affetto in tutto questo chiasso. È il loro mondo. Drake e Millington, ora in primo piano a sinistra, non ne fanno parte sebbene Drake cerchi di farlo apparire)

Truly                             - (respirando a fatica) Grazie, signor Maggiore!

Millington                     - (afferrando con la mano il braccio di Drake, sot­tovoce) Chespettacolo,vecchiomio!

Drake                            - (staccando, con la mano, la mano di Millington) Zitto!!

Millington                     - (che ha bevuto mollo) Non togliermi il brac­cio... (Ha bevuto molto, ma non si vede)

Colonnello                    -Ed ora, Capitano Harper, è giunto il momen­to per gli ufficiali subalterni di intrattenere noi anziani...

Wimborne                     - (lasciandosi andare sulla poltrona) D'accordo!

Dottore                         -Ottima idea, Colonnello!

Harper                           -Sono certo che il Tenente Boulton acconsentirà a esibirsi in un recital, Colonnello

Wimborne                     - (battendolemani) -Recital,recital,Boulton, recital! (Tutti applaudono, ridendo. Il Maggiore Roach si av­vicina a Fothergill che non perde d'occhio Millington)

Boulton                         -Ehi, è già toccato a me, anche l'ultima volta. Perché non Truly?

Truly                             - (applaudendo)-Conquestagamba?

Wimborne                     - (ridendo) Avanti, Boulton, coraggio!

Boulton                        - (disperato) -Perchénoniduenuoviarrivati?

(Fothergill, che si è avvicinato a Millington, lancia un'occhia­ta a Roach. Breve pausa)

Wimborne                     -È un'idea!(Si alza) Colonnello. Col suo per­messo. Posso invitare i due nuovi arrivati? (Breve pausa)

Roach                            - (mormora) Forse è un po' prematuro Colonnello...

Colonnello                    -Non vedo perché, Lionel. Dopotutto è una settimana speciale. Sì, li inviti pure, Alastair.

Wimborne                     -Colonnello... Lei, ehm, venga qui. (Indica al centro della scena) Qui. (Naturalmente allude a Millington che tuttavia non afferra subito l'invito)

Fothergill                      - (glisibila)  -Vada!Simuova!(Glidàuna spinta leggerissima. Millington barcolla appena e avanza con con la rigida compostezza dell'ubriaco)

Wimborne                     -Acceleri!

Millington                     -Sissignore. (Si ferma davanti a Wimborne)

Wimborne                     -Si volga al Colonnello.

Millington                     -Sissignore. (Millington va a porsi davanti al Colonnello. I suoi occhi hanno la classica espressione fissa e lucida dell'ubriaco. Le sue reazioni sono solo un po' ritardate. Gli altri hanno bevuto abbastanza da non notarlo) Colon­nello.Sissignore.

Colonnello                    -Come si chiama?

Millington                     -Millington.

Colonnello                    -Millington, ah, già. Il figlio del generale Mil­lington.

Millington                     -Sissignor... Colonnello.

Colonnello                    -Vogliamo che lei ci intrattenga, Tenente Mil­lington. Che cosa sa fare? (Silenzio) Eh? Parli forte.

Millington                     - (solenne) Una canzone, Colonnello.

Colonnello                    -Unacanzone.Benissimo.Proceda,Tenente Millington.

(Wimborne si siede.Millington si raddrizza, im­pettito, respira a fondo,chiude gli occhi e canta)

Millington                     -"Plaisir d'amour..."

Wimborne                     -È una canzonaccia francese. (Risate)

Millington                     -"Ne dure qu'un moment".

Harper                           -Più forte, Tenente Millington! (Anche gli altri in citano)

Millington                     -"Chagrin d'amour dure toute..."

Hart                               -Più forte!

Boulton                         -Canti più forte!

Millington                     -"...la vie"

Winters                         -Voce, Millington! Roach   -Shhhhhhht!

Colonnello                    - (sottovoce) Un po' di silenzio, signori.

(Per tutta la durata di questi schiamazzi d'uso Millington canta dimentico, con un tono di voce chiara, piacevole, perfetta)

Millington                     -"J'ai tout quitte pour l'ingrate Sylvie / Elle me quitte et prend un autre amant" - (Ascoltano ora, in assoluta immobilità e silenzio la piacevole voce di Millington) "Plai­sir d'amour Ne dure qu'un moment;Chagrin d'amour dure toute la vie".

(Millington dissolve le note finali nel nulla. Silenzio. Immobilità. Leggero movimento d'imbarazzo. Poi il Colonnello, in segno di moderato applauso, batte la mano sul br ucci oh della sedia. Gli altri fanno lo stesso tranne Win-borne che applaude regolarmente con due mani, come pure i sottotenenti)

Colonnello                    -Bravo,TenenteMillington.

Dottore                         -Cantato molto bene.

Wimborne                     -Veramente bene, giovanotto.

Roach                            - Molto bene.

(Palese sollievo da parte di Roach, Drake e Fothergill)

Millington                     -Colonnello.

Colonnello                    -Sì, tenente Millington?

Millington                    -Chiedoilpermessodisvenire,Colonnello. (Sull'attenti.Cade dipesoai piedi del Colonnello,ubriaco fradicio. Silenzio imbarazzante escandalizzato)

Colonnello                    - (si alza, guarda altrove) Inaudito!

Roach                            - (alzandosi) Capitano Harper!

Harper                           -Tenente Fothergill!

Fothergill                      -Signor Capitano.

Harper                           -Trasporti quest'ufficiale nel suo alloggio, Tenen­te Fothergill.

Fothergill                      -Sissignore.

Harper                           -E lei, domattina, si presenti da me, Tenente Fo­thergill.

Fothergill                      -Sissignore.

(Drake e Fothergill si chinano, sol­levano Millington e lo porteranno fuori. Solo ora il Colonnello guarda, arrabbiato, pieno di disprezzo)

Colonnello                    -Le dispiace seguirmi sulla veranda, Lionel?

Roach                            -Comandi Colonnello.

Dottore                         - (disgustato) Chi non sa reggere l'alcool farebbe meglio a non bere.

Wimborne                     - (divertito) La sua canzone l'ha portata a termi­ne, questodeve ammetterlo, dottore!

Colonnello                    -Non lo trovo allatto spiritoso, Alastair.

Wimborne                     -Chiedo scusa, Colonnello.

Hart                               - (facendosi coraggio, un passo avanti) Colonnello...

Colonnello                    -Sì, Tenente Hart?

Hart                               -Posso avere l'onore di sfidarla a una partita di bi­liardo, Colonnello? (Silenzio. Tutti attendono la reazione del Colonnello)

Colonnello                    -Non so se lo ha notato, Lionel... Questi ra­gazzi mi sfidano sempre quando ho bevuto un dito di troppo. (L'atmosfera generale si distende)

Roach                            -Non era sfuggito alla mia attenzione, Colonnello.

Hart                               -Per noi, Colonnello, è l'unica possibilità che abbia­mo di vincere.

Colonnello                    -Accetto giovanotto. (Fa per uscire, a destra) Se vuole buscarle, di nuovo...

Wimborne                     -Dieci sterline sul Colonnello! Nessuno ci sta?

Colonnello                    -Alastair sa benissimo che qui non è ammesso il giuoco d'azzardo.

Wimborne                     -Sì, Colonnello.

Colonnello                    -In ogni caso mai sotto il naso del Colonnello.

Truly                             -Colonnello...

Colonnello                    -Sì, Tenente Truly?

Truly                             -Posso ritirarmi, Colonnello?

Colonnello                    -La gamba le fa male?

Truly                             -Un po', Colonnello.

Colonnello                    -Vada e si metta a letto.

Truly                             -Grazie, Colonnello.

Colonnello                    -Dottore, le sarò grato se vorrà dare un'oc­ chiata alla... (Truly manda un urlo e cade)

Dottore                         -Sì, Colonnello. (Va verso Truly)

Truly                             -Chiedo scusa, Colonnello. (È evidente che soffre, Breve pausa. Wimborne va a grandi passi verso di lui)

Wimborne                     -Coraggio, ragazzo! (Lo solleva di peso tra le braccia)

Truly                             -Non c'è bisogno, glielo assicuro.

Wimborne                     -Zitto. Dove vuole che glielo porti, dottore?

Dottore                         -Nel suo alloggio, direi.

Wimborne                     -Benissimo. Con permesso, Colonnello.

Colonnello                    -Grazie, Alastair. (Esce a grandi passi, por­tando via Truly) Ed ora, Tenente Hart, vediamo se ha fatto progressi

Hart                               -Sì, Colonnello.

(In procinto di uscire, da destra, il Colonnellosivoltaindietro fermandoil dottore, a sinistra, parlandogli attraverso la scena)

Colonnello                    -Dottore...

Dottore                         -Sì, Colonnello.

Colonnello                    -Credo che converrebbe dare un'occhiata an­che a quell'altro.

Dottore                         -Sta bene, Colonnello.

(Escono. Le luci si dissol­vono e la scena si illumina sul mattino)

Scena terza

(Il mattino seguente. Millington arriva male in arnese ancora con gli strascichi della sbornia. Pallido in volto e teso, va, incerto sulle gambe sino alla sedia, vi si lascia cadere e rac­coglie le sue forze per chiamare, con un fìl di voce) Pradah Singh... (Prova di nuovo, con voce rauca) Pradah Singh!(Entra Pradah Singh)

Millington                     - (con un fil di vece) Pradah Singh... (Prova di nuovo, con voce ranca) Pradah Singh! (Entra Pradah Singh)

Pradah                           -Buongiorno, Sahib.

Millington                     -Un whisky, Pradah Singh. Abbondante.

Pradah                           -Se mi è permesso... È forse un po' presto, Sahib.

Millington                     -Non ho voglia di discutere:bravo, obbedisci.

Pradah                           -Sahib. (Millington è troppo calmo.Preoccupato, Pradah gli va a prendere da bere) Il suo whisky, sahib.

(Con la mano che gli trema Millington afferra il bicchiere, lo vuota tutto d'un sorso, e lo rimette giù.Un silenzio)

Millington                     -Ne avevo bisogno.

Pradah                           - (triste) ... Sì, Sahib.

Millington                     - (tagliando corto) Grazie, Pradah Singh.

(Pra­dah Singh si ritira mentre entra Drake, fuori di sé, verde di rabbia. Millington riprende il suo fare spavaldo)

Drake                            -Dove t'eri cacciato, Millington? Ti ho cercato dap­pertutto.

Millinton                       -Buongiorno, vecchio mio, buongiorno.

Drake                            -Ti rendi conto che alle otto dobbiamo essere qui per Fothergill?

Millington                     -Non ci sono forse?

Drake                            -E non fare lo spavaldo con me, ti prego.

Millington                     - (sussulta) Non mi urlare, vecchio mio. (Silen­zio)

Drake                            -Te lo ripeto: il solo, vero, grande sogno della mia vita è stato sempre quello di far parte di questo Reggimento. Non intendo che questo mio sogno venga distrutto da te. Ri­correrò alla violenza, se necessario, perché non succeda. Mi senti?

Millington                     - (stupito) Vecchio mio, non vorrai mica fare a pugni, vero?

Drake                            -A che cosa, se no. tenente Millington? O forse cre­di che il figlio di un generale sia protetto da leggi speciali?

Millington                     -Ma no!

Drake                            -Ah no, signor Tenente Millington?

Millington                     -No certamente, Arthur.

Drake                            -Non ti è mai passato per la mente che se tu non fossi il figlio di un generale a quest'ora ti avrebbero già ri­spedito a casa?

Millington                     -Non è vero.

Drake                            - (si volta disgustato) Certo che è vero. (Una pausa. Millington ci pensa) Millington      -Povero me!

Drake                            - (crudele, divertito) Ma è anche divertente; non trovi, Tenente Millington? I tuoi piani di lasciare questo Reggimento possono rivelarsi più difficili di quanto tu immagini.

Millington                     - (intontito dal colpo) Ma che altro devo fare?

(Fothergill irrompe come un uragano. Mentre Drake è stato pungente e gelido egli è fuori di sé dalla rabbia. Millington è intontito)

Forthergill                     -Millington! Venga qui! Venga qui!

Millington                     -Sì, Tenente Fothergill.

Fothergill                      -Presto: si muova! (Fothergill è tremante di rabbia. Quando Millington è sull'attenti davanti a lui, alza il bastoncino quasi sfiorando il suo volto. Potrebbe colpirlo da un momento all'altro) Sono stato richiamato all'ordine dal Capitano per causa sua! Se succede di nuovo, Millington, anche un'altra volta sola, io le darò una tale lezione a forza di nerbate da farlo restare in vita per miracolo.

Millington                     - (soggiogato) Sì, Tenente Fothergill.

Fothergill                      - (afferra Millington per la giubba) Venga qui! (Lo trascina) Venga qui, Millington! Voglio mostrarle una cosa! (Lo strappa quasi alla sua rigidità fin sulla veranda, do­ve lo costringe ad affacciarsi e standogli dietro gli afferra la testa per i capelli costringendolo a guardare dove vuole lui, a destra) Lo vede?! L'ha visto? Lo vede quell'arnese?

Millington                     -Si, signor Tenente.

Fothergill                      - (mollandolo) È per le fustigazioni, Tenente Millington! È là che hanno fustigato i ribelli indiani, i sep-toys, nel 1857! E lei finirà là, Millington. Mi sente? Mi ha capito? Là fuori: legato là!

(Tutto ciò turba Drake. È trop­po. Millington si copre il volto con le mani, si accinge a rien­trare dalla veranda. Fothergill gli sbarra il passo)

Mi ha sen­tito? Eh?!

(Millington viene avanti. Si toglie le mani dal vol­to e rivela, in luogo di paura, un sorriso terribilmente serafico)

Millington                     -Vecchio mio, la frusta non mi fa paura. Pro­prio nessuna paura.

(Un silenzio glaciale. Fothergill, più cal­mo ora, più freddo, viene avanti. Drake si sente a disagio)

Fothergill                      -Lo vedremo, tenente Millington, lo vedremo.

Drake                            - (turbato) Il tenente Forthergill parlava in senso fi­gurato, naturalmente.

Fothergill                      -Il tenente Fothergill non parlava in senso fi­gurato, tenente Drake. La fustigazione è stata inflitta di re­cente a un subalterno ribelle. Senza dubbio sarà inflitta di nuovo.

Drake                            -Capisco.

Millington                     -Chi è statoilfelice mortale? Fothergill     -Questo non lariguarda.Ed ora, fate atten­zione:perché il Capitano mi ha incaricato di informarvi, uffi­cialmente, che se riceve un altro rapporto sfavorevole nei vo­stri riguardi il colpevole verrà sospeso dal servizio immedia­tamente. Lei, Millington, si modererà nel bere. Il Colonnello ha concesso, a malincuore, che al ballo di stasera, indossiate l'uniforme lunga. Dovrete dimostrarvi degni di tanto onore. Eadessovimetteretelavostramiglioreuniforme di ser­vizio e vi nresenterete al sergente maggiore Lan^. Le scude­rie hanno bisogno di una buona pulizia. Aaa-vanti Drake        -Signor ten...

Fothergill                      - Marsch!

Millington                     - (muovendosi già) Sissigno... (Esce. Drake lo segue fuori. Fothergill li osserva per un momento, poi esce dalla veranda. Le luci si dissolvono in luce serale. I servitori agli ordini di Pradh S. spostano al fondo le sedie per far po­sto al centro)

Scena quarta

(La sera del Ballo. Musica, fuori scena, a sinistra. Il ballo è al suo culmine. Le danze si svolgono sulla spianata, fuori scena, a sinistra. L'impressione deve essere quella di movi­mento: gli invitati che, di tanto in tanto, escono e rientrano in sala. I servitori vanno in giro con vassoi di champagne. Ogni tanto si vedono passare altri invitati. Tutti gli ufficiali, compresi Millington e Drake, sono in uniforme lunga, eccet­to Wimborne. ufficiale di settimana, e Hart, ufliciale di pic­chetto. Hart e gli ufficiali superiori portano la sciabola, i sottolenenti no. Le signore sono in abito da sera. Il sipario si alza su una scena vuota. Eco di risate e un gruppo -Wimborne, Truly, Boulton e Winters, il cui polo di atten­zione è lasignoraHasseltine - entradalla veranda)

Wimborne                     -Lei è una donna terribile, Marge!

Winters                        -Una storiella divertentissima, devo ammetterlo, signor Maggiore.

Wimborne                     - (divertito) Lei è troppo giovane, vada via!

Hasseltine                     -Vi prego, lasciatemi riprender fiato, signori miei.

Boulton                         -Non è giusto!

Boulton                         -Non è giusto!

Winters                         -Signora, posso avere l'onore della prima danza, dopo che si è risposata?

Wimborne                     -Questo si chiama insubordinazione, giovanotto.

Hasseltine                     -Lei è troppo, lo dice anche il suo mag­giore.

Wimborne                     -È la verità, Marge.

Boulton                         -Si può essere troppo giovani per apprezzare in­telligenza e bellezza, signora Hasseltine?

Wimborne                     -Piccolo demonio!

Hassaltine                     -Ci penserò su.

Wimborne                     - (sguaina la spada) Via tutti! Bambini! (Scher­zando agita la spada sopra la sua testa. Fothergill si fa in­dietro e il Colonnello entra dalla veranda)

Colonnello                    -Alastair! Non avrà mica intenzione di deca­pitare i nostri ufficiali subalterni!

Wimborne                     - (rimettendo la spada nel fodero) Difendo l'o­nore di una dama, Colonnello.

Hasseltine                     -Una perdonabile esagerazione, non le pare?

Colonnello                    -Lei è una donna diabolica, Marge, ma stase­ra è bellissima.

Hasseltine                     -Spero di durare, Colonnello, ma i suoi uffi­ciali non mi lasciano in pace.

Colonnello                    -Non vorrà andarsene così presto? HasseltineNo di certo, Colonnello. Quando mai ho la­sciato una mesta a metà?

(Wimborne e gli ufficiali subalterni ridono. La musica cessa, applausi fuori scena. Il Colonnello, divertito, si volta con finta severità ai subalterni)

Colonnello                    -Cosa state facendo ancora qui? Col maggior Wimborneabbiamoperlustratotuttalazonapertrovarvi delle ballerine! Le signorine più belle e più ricercate della re­gione sono là ad attendervi.

Boulton                         -Ma lei si scorda delle "oche" Colonnello!

(La signora Hasseltine e Wimborne ridono, divertiti)

Colonnello                    -Al lavoro, ragazzi, su, al lavoro, marsch!

Boulton                         -Quella coi capelli rossi è mia! (Si precipita fuori)

Winters                         -Ehi, un momento, quella è mia. (Si lancia dietro Boulton, Truly zoppicando li segue. La musica riprende, più in sordina)

Wimborne                     -Poveracci, come li capisco!

Colonnello                    -Anche noi, ai nostri tempi, abbiamo dovuto far ballare molte di queste cosidette "oche".

Wimborne                     -Colpa di Marge, Colonnello; offusca tutte con la sua bellezza.

Signora Strang              -Colonnello...

Wimborne                     - (inchinandosi) Signora, buona sera. (La signo­ra Strang va verso il Colonnello sulla veranda)

Signora Strang              -Buona sera. Colonnello mio caro, gli ospiti...

Colonnello                    -Sì, sì. Il dovere mi chiama. Dobbiamo an­dare a far ballare le signore, Alastair. Con permesso, m'a cara.

Hasseltine                     -Prego, Colonnello.

Wimborne                     -Con permesso, Marge...

Hasseltine                     -Non dica sciocchezze! Tutte vogliono ballare con la nostra famosa Medaglia d'Oro.

Wimborne                     -Venga anche lei.

Hasseltine                     -Grazie, ma preferisco star qui e da qui guar­darla mentre fa il suo dovere con le "oche".

Wimborne                     -Mi guadagnerò un'altra Medaglia d'Oro.

Hasseltine                     -Vada, vada...

Wimborne                     -Torno presto...

(Wimborne segue il Colonnello e gli altri, fuori, a sinistra. Contemporaneamente entra un servitore da destra, con un altro vassoio di champagne e Millington entra da sinistra. Non si accorge della signora Hassel­tine che invece lo osserva)

Millington                     -Ehi, amico, un momento.

Servitore                       -Sahib.

(Millington prende un bicchiere. Il ser­vitore fa per proseguire. Millington afferra il bordo del vasso­io. Manda giù il primo bicchiere e lo posa di nuovo nel vas­soio. Ne prende un secondo, beve d'un fiato il contenuto e lo posa. Ne prende un terzo e un quarto con le due mani e  si inchina. Il servitore si inchina)

Sahib...

(Millington va a mettere al sicuro il quarto bicchiere mentre il servitore nel-l'uscire passa davanti alla signora Hasseltine e le offre da bere)

Signora, sahib?

(Lei scuote la testa in diniego. Il servi­tore esce. Millington si volta. Il suo atteggiamento di corteg­giatore è troppo calcolato in questa scena, troppo evidente­mente studiato. L'atteggiamento di lei è ambiguo quando non è imperioso)

Millington                     -No!! La signora Hasseltine!!

Hasseltine                     -Il tenente Millington, se non mi sbaglio?

Millington                     -Servo suo, signora.

Hasseltine                     - (guardando fuori) Dovrebbe essere là; a balla­re, tenente Millington. Molte di quelle signorine sarebbero lusingate della sua compagnia.

Millington                     -Mi spieghi, signora. So che in India le vac­che sono sacre. Sono forse sacre anche le oche?

Hasseltine                     - (divertita) Alcune sono molto graziose.

Millington                     -Fa piacere sentire la bellezza rendere omaggio alla mediocrità.

Hasseltine                     -Non le sembra di avermi già fatto troppi com­plimentiin pubblico,tenenteMillington?

Millington                     -Per questo, d'ora in poi, voglio stare attento a farglieli solo in privato, signora.

Hasseltine                     -Lei non mi farà più nessun complimento, te­nente Millington. O,diciamo, nessuncomplimento che non potrebbe fare anche a sua madre.

Millington                     -Beh, povera mamma, è morta.

Hasseltine                     -Mi scusi.

Millington                     -Non è il caso, signora. (Guarda il ritratto del generale M.) Tra i due mali le è forse toccato il minore. (Fa un breve cenno al ritratto. Lei segue il suo sguardo. Lui fi­nisce il terzo bicchiere e prende il quarto)

Hasseltine                     -Tenente Millington. Non dovrebbe bere tanto.

Millington                     -No signora, non dovrei.

Hasseltine                     -Specialmentedopoquel ch'è successo.

Millington                     -Ah! La fama mi ha preceduto!

Hasseltine                     -È di pubblico dominio quello che è successo.

Millington                     - (sorride) Mi piacerebbe pensare che abbiamo qualcosa in comune, signora. (La signora H. lo guarda)

Hasseltine                     -èunosbaglio,tenenteMillington,lasciarsi trarre in inganno dalla nomea che uno si è fatto.

Millington                     -Ma accade molto spesso, signora. (Guarda di nuovo il ritratto)De-plo-re-vol-mentespesso.

Hasseltine                     -Questa è la seconda volta che lei critica suo padre

Millington                     -Critiche pienamente meritate, glielo assicuro. Era un emerito ruffiano.

Hasseltine                     -Non credo che questo suo atteggiamento sarà molto apprezzato. Il generale Millington è tenuto in grande considerazione nel Reggimento.

Millington                     -Le mie non sono pubbliche dichiarazioni, signora, ma confidenze a lei, in privato.

Hasseltine                     -Persuaso, naturalmente, che saranno ascolta­te conpienacomprensione.

Millington                     -Persuaso di una sola cosa, signora: della sua femminilità.

Hasseltine                     -Non sia insolente, tenente Millington.

Millington                     -Mi perdoni. Non ritenevo la osservazione in­solente, signora. (Sospira) Povero Millington che voleva tan­to far buona impressione!È chiaro che mio padre l'aveva conquistata.

Hasseltine                     -L'ho conosciuto appena, suo padre. Era un uomo molto rigido e molto severo e mai senza motivo.

Millington                     - (sorride) È ingiusta verso mio padre, signora. Non ricordo di essere mai stato frustato personalmente da lui. Avevamo un amministratore, Radlett, addetto a questa parti­colare funzione. Una funzione fine, rapida, ritmica, rituale.

Hasseltine                     - (guardando da un'altra parte) Forse meno di quanto lei non meritava!

Millington                     -Non mi permetterei mai di contraddirla, si­gnora. (Ride a sussulti) Ma la cosa divertente è che hanno intenzione di rinnovarmi la dose, qui. Non lo sa? La fuori, legato a quell'arnese,, spogliato e frustato.

Hasseltine                     -Non vedo cosa ci trova di tanto divertente, tenente Millington. Lo faranno se vi saranno costretti.

Millington                     -Oh! le credo, signora...

Hasseltine                     -Seguiteranno a fare quel che han sempre fat­to, fanno e faranno sempre.

Millington                     -Quello che mi sfugge è l'identità dell'ultima vittima.

Hasseltine                     -Non dovrebbe riguardarla.

Millington                     -Beh, pensi come sarebbe piacevole scoprire di avere qualcosa in comune con qualcuno, nel Reggimento! (Breve pausa) Si può dire che è la mia idea fissa, signora: avere qualcosa in comune con qualcuno, qui. (Posa il bic­chiere)

Hasseltine                     -Il tenente Truly.

Millington                     -Ahh!quello con la gamba... L'ultima vitti­ma! Per questo è il grande esempio di tutti!

Hasseltine                     -Miauguro che sia diesempio anche a lei, tenente Millington.

Millington                     -Me lo auguro. Deve avere commesso qual­cosa di molto grave perché gli abbiano accordato un simi­le privilegio.

Hasseltine                     -Si è comportato da sciocco con me.

Millington                     - (tranquillo, come tra sé) Lo avevo immagi­nato. (Alza gli occhi, sorride) Povero me. Vedo che dovrò controllarmi, dovrò imparare a controllarmi e a frenarmi.

Hasseltine                     - (seccata) Sì, tenente Millington, sarà meglio.

Millington                     -Non mi riuscirà facile, signora.

Hasseltine                     -Dovrà imparare, tenente Millington. (Si volta per andarsene)

Millington                     - (brusco) No! (Subito sorride) No... non se ne vada! La prego... (Fuori scena la musica smette. Applausi. Millington si muove per la scena) Lo sa che quando due pic­cioni si accoppiano si accoppiano per sempre?

Hasseltine                     -Ah.

Millington                     -L'ho letto.

Hasseltine                     -Commovente.

Millington                     -Io lo trovo triste.

Hasseltine                     -Perché?

Millington                     -Ma pensi se uno muore prima dell'altro!

Hasseltine                     -Ah, ecco perché lei beve! Per non pensare al piccione superstite!

Millington                     -No, signora.

Hasseltine                     -Perché,allora?

Millington                     - (con un bel sorriso) Perché non so moderarmi.

(L'orchestra intona "Plaisir d'Amour" molto in sordina, nel buio. Pausa)

Hasseltine                     -È la verità?

Millington                     -Oh, non si preoccupi, la prego. Hasseltine           -Quanti anni ha?

Millington                     -Diciannove. Ho la vita davanti a me, come si suol dire.

Hasseltine                     -Beh, lei è arrivato qui molto avvantaggiato rispetto agli altri, no?

Millington                     -Non con lei, non mi pare. (Le si avvicina di nuovo) Sono proprio cosìantipatico?

Hasseltine                     - (fa di nuovo per uscire in veranda) Buona­notte, tenente Millington.

Millington                     - (alzando il braccio come per fermarla) La prego, signora!

Hasseltine                     -Non quadagnerà niente a fare così.

Millington                     - (sorride lievemente) Quanto a questo, potrem­mo anche non essere dello stesso parere.

(Voci del Colon­nello e di Wimborne che si avvicinano dalla veranda)

Wimborne                     - (fuori) Cosa ne pensa, lei Colonnello? Ha ra­gione lui secondo lei? Ci saranno scontri alla frontiera?

Colonnello                    - (fuori) È inevitabile prima o poi, Alastair.

Hasseltine                     - (calma, senza scomporsi) Mi lasci tranquilla.

(La signora Hasseltine si avvia per andare rapida sulla veran­da quando entrano il Colonnello e Wimborne)

Colonnello                    - (entrando) Ah, è qui, Marjorie!

Hasseltine                     - (con esagerata cordialità) Fatto bene il suo dovere, Colonnello?

Colonnello                    -Per il momento si, mia cara. Si porti via Ala­stair e balli con lui...

Hasseltine                     -Con gioia, Colonnello.

Colonnello                    -Ora tocca a me riposare.

(La signora Hassel­tine e Wimborne escono dalla veranda a sinistra. Fuori sce-,na l'eco lontana di grida di caccia. Il Colonnello avanza di qualche passo.Vede Millington. Si ferma)

Millington                     -Buonasera, Colonnello.

Colonnello                    -...Tenente Millington.

Millington                     -...Buona sera.

(Il Colonnello si guarda intorno  come a cercare aiuto, ma non c'è nessuno. Millington gode del disagio del Colonnello. Un lungo silenzio)

Colonnello                    -Si sta... divertendo, tenente Millington?

Millington                     -Grazie, Colonnello. Sì.

Colonnello                    -Bene. Bene.

(Silenzio. Disperato il Colonnello tira fuori la scatola dei sigari, ne sceglie uno. Poi, sentendosi in obbligo, porge la scatola a Millington)

Colonnello                    -Lei forse...

Millingtonn                   -No grazie, Colonnello.

Colonnello                    -Molto saggio. (Silenzio. Il Colonnello si prepa­ra il sigaro)

Millington                     -Permette che glielo accenda, Colonnello? (Gli va vicino con un fiammifero)

Colonnello                    -Oh, ehm, grazie     - (Il Colonnello accende col fiammifero che gli ha acceso Millington) Grazie, Millington. (Silenzio)

Millington                     -Dicono che l'ufficiale perfetto quando si re­ca a un ballo, porta sempre con sé una scatola di fiammiferi e un fazzoletto di ricambio.

Colonnello                    -Proprio così. Proprio così.

Millington                     -Me lo ha detto mio padre.

Colonnello                    -Già. Già. (Silenzio) Ci ha molto addolorato la notizia della sua morte. Era un uomo di primissimo ordine.

Millington                     -La verità, Colonnello. Una grande perdita per quasi tutta la nazione.

Colonnello                    -Proprio così. Proprio così. (Guarda il ritratto) Rimpianto da tutti quelli che lo hanno conosciuto.

Millington                     -Sì, rimpianto, Colonnello.

(Silenzio. Il Colon­nellosivoltaverso Millington)

Colonnello                    -Beh, lei porta un nome illustre, tenente Mil­lington.

Millington                     -Lo so, Colonnello, lo so.

(Il Colonnello lo guarda, si sta per commuovere, si volta da un'altra parte)

Colonnello                    -Proprio così. (Fuori scena l'eco più vicino di grida di caccia e una risata femminile. Drake entrando si fer­ma di colpo)

Drake                            -Oh. (Saluta sull'attenti) Buonasera, Colonnello.

Colonnello                    -Drake. (Un silenzio) Bene, bene, continuate, divertitevi. (Si dirige sollevato verso la veranda)

Drake                            -Grazie, Colonnello.

Millinton                       -È stato un vero piacere parlare con lei, Colon­nello.

Colonnello                    - (si ferma, si volta) Anche per me, tenente Millington. (Esce sollevato)

Drake                            -A che diavolo di gioco stavi giocando?

Millington                     -Vecchio mio! Due chiacchiere col Colonnello, nulladipiù.

Drake                            -Sei ubriaco?

Millington                     -Arthur, ti sembra gentile...

Drake                            -Lo sei?

Millington                     -Forse due o tre bicchie... (Si avvicina alla u-scita da sinistra)

Drake                            -Credo che sia ora di ritirarci.

Millington                     - (voltandosi) Prima del Colonnello??

Drake                            -Gli chiedo il permesso io.

Millington                     -Benissimo. Dormi bene. Io vado a ballare!

(Esce prima che Drake riesca a fermarlo)

Drake                            -Aspetta, Millington! Aspetta!

(Rincorre Millington mentre fuori scena si sentono grida di caccia e la ragazza in rosso entra di corsa ridendo con finte lacrime sulla veran­da, da destra e dopo avere attraversato la scena esce da sini­stra,inseguitadaWinterschecavalcaBoultonemettendo grida di caccia. Volendo si può aggiungere anche un'altra ra­gazza con Truly. Quasi investono il maggiore Roach che en­tra da sinistra. Da destra entra Hart con una lanterna)

Roach                            -Ragazzi!

Boulton                         -Scusi, signor Maggiore Hart.È l'ora dell'ispezione, signor Maggiore?

Roach                            -Sì, Frank, noi due dobbiamo tornare al lavoro. Mi dispiace privarla...

Hart                               -Più che regolare, signor maggiore. Quest'anno è toc­cato a me.

Roach                            -Eh...?

Hart                               -Beh, l'anno venturo toccherà a un altro.

Roach                            -Già. Andiamo. Cominceremo da quella parte e fa­remo tutto il giro... delle sentinelle... (Escono dalla veranda. La musica aumenta di volume. Le luci della notte si trasformano nelle luci dell'alba. La musica si va smorzando con dif­ferenti melodie e tempi più lenti a indicare il trascorrere del tempo)

Scena quinta

(Il ballo. Le prime ore del mattino.Un servitore attraversa la scena, raccoglie bicchieri, sbadiglia, esce. Il ballo è sul fi­nire. Entra il Colonnello, affranto. Ora dimostra tutti i suoi anni. Va per sedersi quando appare Pradah Singh)

 

Pradah                           -PossoportarlequalcosaColonnello, Sahib?

Colonnello                    -No, grazie, Pradah Singh. Mi servirebbe un paio di gambe nuove! (Si lascia andare sulla sedia)

Pradah                           -Farò in modo che nessuno la disturbi, Colonnello, Sahib.

Colonnello                    -Grazie, Pradah Singh.

(Pradah Singh va sul­la veranda come a far da vedetta e il Colonnello chiude gli occhi. Silenzio. La signora Strang viene sulla veranda, da si­nistra, parla sottovoce a Pradah, che indica il Colonnello. Lei sorride, lui si inchina ed esce, a sinistra. Lei viene avan­ti, e sorridendo al marito gli siede accanto)

Signora Strang              -Lo immaginavo che ti saresti stancato, Colonnello mio caro.

Colonnello                    -Oh, Mem...! (Fa sforzo e gesto di alzarsi)

Signora Strang              -No, non ti muovere!

Colonnello                    - (ripiomba a sedere) Mi perdoni, mia cara?

Signora Strang              -Ti perdono qualsiasi cosa. (Si siedono, lei con la mano su quella di lui)

Colonnello                    -Che ora è?

Signora Strang              -Quasi le tre.

Colonnello                    -Se ne sono andati quasi tutti. Potremmo an­che ritirarci, credo di avere salutato tutti. Signora StrangSono rimasti i soliti nottambuli... Marjorie, na­turalmente,idueHopwood...quelmaggioredeiLancieri... Colonnello            -Peregrine Foster...

Signora Strang              - E la moglie. (Pausa) È stata una festa riuscita.

Colonnello                    -Trovi davvero, Mem?

Signora Strang              - (lo guarda) Sì.

Colonnello                    -È qualcosa che uno sente di dovere al pas­sato...

Signora Strang              -Lo so. (Pausa) Colonnello, mio caro.

Colonnello                    -U-um?

Signora Strang              -Vorrei chiederti una cosa.                        

Colonnello                    -Cosa?

Signora Strang              - Tutta la sera ho ballato con giovani focosi o vecchi noiosi. (Si alza) Mi piacerebbe fare un giro con mio marito.

Colonnello                    -Le mie povere gambe! devo proprio?

Signora Strang              -È un ordine.

Molonnello                    -Se è così... (Si alza sorridendo, le offre il brac­cio) Prego, signora! (Ballano. Fuori scena un suono curioso, come di un grido soffocato)

Colonnello                    -Cosa diavolo succede?

Signora Strang              -Cosa, mio caro?

Colonnello                    -Strano. (Riprendono a ballare) Avrei giurato di aver sentito... (Fuori scena un acuto grido di dolore e di paura)

Signora Strang              -È Marjorie!...

Hasseltine                     - (fuori) Aiuto!...Aiuto!Aiuto!

Signora Strang              - (accorrendo) Marjorie!

Winters                         - (fuori) Che diavolo è stato?

Colonnello                    - (insieme) Pradah Singh!

(La signora Strang non è ancora sulla veranda, che da destra appare la signora Hasseltine, annaspando a carponi. È terrorizzata, ha i capelli scomposti e il vestito è stracciato)

Hasseltine                     -Ah! Ahahhhhh!

(Pradah Singh accorre ver­so di lei da sinistra, in aiuto, e cerca di rialzarla. La signora Strang ora le è accanto. Winters e Boulton entrano precipito­samente da sinistra. Anche Drake. La musica si interrompe, uno strumento alla volta)

Signora Strang              - Mia cara!! Cos'è accaduto!! (La signora Has­seltine si aggrappa a lei. Consolandola) Non è niente, non è niente, non è niente...

(La signora Hasseltine è semplicemente terrorizzata; gli altri borbottano le solite frasi inutili come "Cos'è successo?", ecc.)

Colonnello                    -Pradah Singh, un cognac. Presto.

Pradah                           -Sì, Colonnello. (Wimborne arriva di corsa dalla veranda da sinistra)

Wimborne                     -Ma che diavolo succede!? (Hart arriva dietro Wimborne, e Fothergill da sinistra. Il dottore arriva dietro a Hart)

Boulton                         -La signora Hasseltine! È stata...

SignoraStrang             -Alastair,midiaunamano, alziamola.

Colonnello                    -Una sedia.

Winters                         -È stata aggredita...

(Sulla veranda arriva Roach. Da sinistra, avanti, arriva Harper)

Colonnello                    -Mettetela qua...

(Sulla veranda appare Truly. Wimborne solleva la signora Hasseltine che si aggrappa a lui. La depone sulla sedia vicino alla veranda. La Signora Strang le è accanto)

Hasseltine                     -Alastair! Roach      -Cos'è successo?

Wimborne                     - (insieme)Nonèstatoniente,Marge. (Gli altri fanno circolo, il dottore cerca di farsi largo. I servitori resta­noimmobili,impauriti) Dottore        -Lasciatemi passare, per favore.

Colonnello                    -Fate passare il dottore... (Pradah Singh por­ge il cognac alla signora Strang)

Pradah                          -Signora,Sahib...

Signora Strang              -Grazie. (Con un braccio attorno a lei) Beva questo, cara...

Dottore                         - (chinandosi) Che diavolo è successo, signora Strang?

Signora Strang              -Credo che sia stata aggredita, dottore... (Mil­lington appare sulla veranda vuota, toccandosi la nuca e fre­gandosela con aria sorpresa come chi non capisce quel che sta accadendo.È leggermente ebbro)

Dottore                         -Vediamo un po', mia cara... Vediamo un po'...

Wimborne                     - (si alza) Da chi? Chi è stato? Hasseltine   - (Si guarda intorno, furibonda, e di colpo indica Millington) È stato lui! È stato lui!

Millington                     - (come assente, vago) Cosa...? (Wimborne va per aggredirlo)

Wimborne                     -Disgraziato, delin...

Colonnello                    -Alastair! (Questo comando gela tutti. Il Co­lonnello si volta verso Roach) Maggiore Roach. Quest'uffi­ciale è agli arresti.

Roach                            -Incaricate due ufficiali. Capitano Harper.

Harper                           -Sissignore. Tenente Fothergill, tenente Hart. (Hart e Fothergill avanzano verso Millington, che sorride)


ATTO SECONDO

Scena prima

(Ilpomerigioseguente.Fothergill,Hart,Winters,Boulton, Truly e, in disparte, Drake attendono in silenzio. Silenzio ge­nerale. Dopo un istante Boulton va verso Winters)

Boulton                         - (mormora) Cosa credi che gli faranno?

Winters                         - (alzando le spalle) Corte Marziale, immagino.

Boulton                         - (guardando altrove)Se lamerita.

Fothergill                      -C'è un'altra possibilità.

Winters                         -Quale?

Fthergill                        -Che il Capitano riunisca una Corte Reggimen­talecompostadiufficialisubalterni.

Truly                             -Cos'è?

Fothergill                      - (si alza) Be', non ce n'è stata una da moltissi­mo tempo.- (Vede avvicinarsi Harper) Signori ufficiali, attenti. (Si alzano. Entra Harper. Pausa)

Harper                           -Buona sera.

Tutti                              -Buona sera, signor Capitano.

Harper                           -Potete sedere. (Va al fondo. È di schiena. Si siedo­no. Attende che il silenzio sia completo. Quindi si volta) Il casosaràgiudicalodaunaCorteReggimentalecomposta da ufficiali subalterni. Tra un momento vi illustrerò la pro­cedurachecomporta, esattamente. Bastiper ora dirvi che -fortunatamente pernoi-la signoraHasseltine accetta che la cosa nonoltrepassi iconfini di questo Reggimento, purché si assumiamo l'impegno di emettere un giudizio. Il che sarà fatto. Fothergill.

Fothergill                      - (alzandosi) SignorCapitano.

Harper                           -Faccia entrare l'ufficiale imputato.

Fothergill                      -Sissignore. (Fothergill esce. Silenzio. Rientra con Millington che entra per primo)

Millington                     -Grazie, vecchio mio.

Fothergill                      -L'ufficiale imputato, signor Capitano.

Harper                           -Si accomodi, tenente Millington. (Millington sie­de, Fothergill torna al suo posto) Lei sarà giudicato da una Corte Reggimentale composta di ufficiali inferiori tenente Mil­lington, Mi spiego. (Va in fondo, e si volta) La Corte si com­pone di cinque ufficiali: un Presidente e quattro membri. Ci sarà anche un ufficiale che sosterrà l'accusa e un ufficiale che si assumerà la difesa. La sentenza sarà votata dai cinque. (Una pausa) Una Corte Reggimentale non esiste, ufficialmente. Esula dalla normale struttura disciplinare e di comando. E, qualora un ufficiale superiore dovesse venire a conoscenza della cosa, avrebbe l'obbligo di far sospendere tutto. Comun­que, sia chiaro: i poteri di questa Corte sono illimitati ed as­soluti perché non c'è possibilità di appello a una autorità supcriore. Sono stato chiaro? (Mormorio generale: "Sissigno­re", ecc.) In quanto ai testimoni. La tradizione concede il di­ritto di chiamare a testimone qualsiasi ufficiale, di qualsiasi rango. E potranno essere convocati anche dei civili. Ma se verrà deciso di chiamare un ufficiale superiore ricordiamoci signori, che la sua presenza dinanzi a questa Corte non cambierà la sua convenuta ignoranza nei riguardi di un processo che non deve, ufficialmente, esistere. Mi sono spiegato? (Mor­morio di assenso. Millington scuote la testa, divertito da que­sti discorsi) Non credo che si divertirà ancora per molto, te­nente Millington! La Corte si riunirà qui, questa notte, a mezzanotte. E tutte le notti successive fino a che non sarà e-messa la sentenza. Pradah Singh sarà di servizio. Ma nessu­no dovrà rivolgergli la parola e tutti dovranno ignorare la sua presenza. La Corte sarà composta da un Presidente, che sarò io, e da quattro Membri: i tenenti Boulton, Hart, Winters e Truly. L'ufficiale che sosterrà l'accusa: il tenente Fothergill. L'ufficiale che si assumerà la difesa, soggetto alla approvazio­ne dell'accusato: il tenente Drake. Nessuna domanda? (Millington guarda Drake, divertito. Drake resta di sasso)

Millington                     -Devo intendere che ho facoltà di scelta?

Harper                           -In piedi, tenente Millington. (Un momento, poi Millington si alza) Se lo desidera Lei è autorizzato a sceglie­re, come suo difensore, un altro ufficiale.

Millington                     - (sorride) Immagino che non potrei scegliere il Colonnello? (Silenzio) Allora sono contento che sia il te­nente Drake. (Si siede) È un uomo d'onore.

Harper                           -Altre domande?

Drake                            -Sono... sono obbligato a accettare questo incarico?

Harper                           -La scelta l'ha fatta il tenente Millington, Tenente Drake.

Drake                            -Sissignore. (Si siede di nuovo)

Harper                           -Ed ora potete andare, signori.Lei, tenente Drake, rimanga. Il tenente Millington attenda fuori, sotto scorta. Il tenente Hutton...

(Tutti si congedano, facendo il saluto, uscen­do e dicendo, a turno, "Signor Capitano". Millington, diverti­to da Drake, esce anche lui. lina pausa)

Harper                           -Mi rendo perfettamente conto che fin dal primo giorno lei si è trovato in una posizione difficile, tenente Dra­ke. Ma è necessario che il tenente Millington sia difeso. Le formalità tradizionali devono essere rispettate.

Drake                            -Son ansioso soltanto di far bene, signor Capitano.

Harpe                            -Certo! Ma si può servire il Reggimento in molti modi, tenente Drake. Non deve avere paura di essere ritenu­to colpevole di correità.

Drake                            -Ho fatto male a sollevare la questione, signor Ca­pitano.

Harper                           -Chiunque, nei suoi panni, avrebbe la stessa per­plessità. È una cosa scontata, no?; per quanto io ritenga che in questo caso particolare lei non debba averne.

Drake                            -Ma il mio dovere è di difendere il tenente Millin­gton nel modo migliore. Me ne sto rendendo conto, signor Capitano.

Harper                           -Ma certo... Lei tirerà fuori tutti gli argomenti in favore dell'imputato.

Drake                            -È una questione d'onore, signor Capitano. L'onore del Reggimento esige che il tenente Millington sia difeso sul serio.

Harper                           -Ma certo. Come dicevo, bisogna adempire a tutte le formalità. Ma via, lei non è uno sciocco, tenente Drake.  Lei sa benissimo cosa ci si attende da lei.

Drake                            -Che io agisca lealmente, signor Capitano.

Harper                           -Appunto:lealmente, verso il Reggimento. Benis­simo. Perfetto. Proceda, tenente Drake. (Esce. Drake aggrotta la fronte. E un momento di disagio. L'arrivo di Millington lo scuote)

Millington                     -Adesso posso entrare, vecchio mio...? (Secco. Divertito) Spero di averti convinto ad accettare di difendermi, Arthur.

Drake                            -Hai proprio deciso di rendermi la vita impossibile qua dentro.

Millington                     -A me, non a te, vecchio mio.

Drake                            -Dio voglia che tu ci sia finalmente riuscito.

Millington                     -Amen! (Pausa)

Drake                            -Non so proprio come tu possa aspettarti che io ti difenda. Lo sai benissimo che non mi fai compassione.

Millington                     -Questa non è indispensabile, da quanto ho capito.

Drake                            -Il processo sarà regolare, Millington. Molto più regolare di quanto ti meriti.

Millington                     -Mio caro Arthur! Con te alla difesa come po­trebbe andarmi male!

Drake                            - (Pausa) Faresti meglio a dirmi cosa è veramente accaduto.

Millington                     -Non vorrei scandalizzarti. Arthur.

Drake                            -Finiscila!

Millington                     -Io, beh, ho cercato di prenderle un braccio.

Drake                            -Dove?

Millington                     - (sorride con una piccola smorfia) Nel chiosco.

Drake                            - (furibondo) Finiscila…!

Millington                     -Ma vecchio mio...

Drake                            - (Controllandosi) Dimmi solo quello che è accaduto.

Millington                     -C'è ben poco da dire, Arthur. Lo sai benis­simo che sono ansioso di tagliare la corda. Quando ho visto la signora Hasseltine entrare nel chiosco mi è sembrata l'oc­casione propizia per, beh, perdona l'espressione, per unire l'utile al dilettevole. E cosi ho cercato di abbracciarla. Sen­za notevole successo, devo ammetterlo.

Drake                            -Millington, dimentichi che ho visto la signora Has­seltine quando è rientrata.

Millington                     -Vecchio mio! Io l'ho vista prima che rien­trasse:non un capello fuori posto, te lo assicuro.

Drake                            -Il vestito era stracciato. Era in stato di shock.

Millington                     -Forse se l'è stracciato tra gli arbusti. Ha tan­ta importanza?

Drake                            -Dimmi esattamente cosa riesci a ricordare di que­sta aggressione.

Millington                     -Mio caro Arthur! Aggressione solo in senso tecnico, te lo assicuro.

Drake                            -Ubriaco, immagino.

Millington                     -Non completamente.

Drake                            -Tanto da non aver un chiaro ricordo dell'accaduto.

Millington                     -Ma vecchio mio, non sono mai ubriaco fino a questo punto. Lo hai visto cosa mi succede quando bevo troppo: casco come una pera cotta. Per me non c'è via di mezzo tra la perfetta chiarezza e il completo oblio.

Drake                            -Vorrei crederti.

Millington                     -Ma che importanza ha! Sono colpevole, Ar­thur,eloammetto!

Drake                            -Dubito che tu potrai ammetterlo di fronte alla Corte.

Millington                     -Perché no?

Drake                            -Devi negare la tua colpevolezza. Questa è l'usanza per assicurarsi un processo perfettamente regolare.

Millington                    -Evabene:dichiariamoci pureinnocenti, ma cerchiamo di sbrigarci. (Pausa.Drake o guarda con di­sprezzo)

Drake                            -Sei molto soddisfatto di te, Millington.

Millington                     -È stato necessario.

Drake                            -Necessario! Aggredire una donna più anziana di te solo per poter...

Millington                     -Ma che diavolo! A momenti si crederà che l'abbia addirittura violentata quella femmina!

Drake                            -Non l'hai fatto?

Millington                     -Mio caro Arthur, te l'ho detto: le ho preso un braccio, lei si èdivincolata, iogliel'ho preso di nuovoe bang!!... guarda qua:sono stato io ad averne la peggio.

Drake                            -Come?

Millington                     -Puoi guardare. (Piega verso Drake il lobulo della orecchia destra) Un taglio di almeno cinque centimetri.

Drake                            -Opera della signora Hasseltine?

Millington                     -Opera mia no di certo.

Drake                            -Come ha fatto?

Millington                     -Mi ha colpito, Arthur.

Drake                            -Con che cosa?

Millington                     -Non ne ho la più pallida idea. Al momento mi era sembrato il cannone di Cawnpore! Mi ha lasciato stecchito.

Drake                            -Ah. E tutto per averle preso un braccio?

Millington                     -Mio caro Arthur...

Drake                            - (disgustato) Tu menti, Millington.

Millington                     -Beh, se preferisci credermi colpevole di aver­la violentata su per la collina, fa come vuoi...

Drake                            -E questi sono gli elementi sui quali dovrei basare la mia difesa? Che in sostanza, tu non hai fatto nulla?

Millington                     - (sorride) Sei certo di avere capito bene le istruzionidelCapitano?Èa quellechedeviattenerti per non riuscire a farmi assolvere.

Drake                            -È questo che vuoi, lo so.

Millington                     -Mi contento di poco...

Drake                            -Avrai un processo equo e regolare, Millington! Ci penserò io; e, per quanto avrei preferito il ruolo di accusatore, ti difenderò con tutte le mie forze. Perché io, per lo meno so qual è il mio dovere... (Si volta) Per quanto ripugnante questo possa essere.

Millington                     -Beh, non vorrai mica eccedere in zelo, Ar­thur... tu, qua, potrai fare una brillantissima carriera...

Drake                            -Vattene. Mi disgusti.

Millington                     -Beh, fa lo stesso. Ti accorgerai che que­sta causa è già perduta e che potrai fare ben poco. Au revoir, vecchio mio. Ci vediamo a mezzanotte. (Millington esce. Dra­ke, rimane solo, irritato e incerto. Esce. Le luci si dissolvono e si fa notte. A un segno di Pradah Singh i servitori porta­no le lampade. Dispongono l'arredamento per la Corte. Al fondo una lunga tavola, cinque sedie. A destra: un tavolino per l'accusa. A sinistra il tavolino della difesa con due sedie. Al centro la sedia dei testimoni)

Scena seconda

(Mezzanotte. Il processo. Pradah Singh batte le mani e i ser­vitori spariscono da destra.Drake entra condelle carte di appunti, guarda il cambiamento della sala. Entra Millington. Pradah Singh si inchina, fa per uscire)

Millington                     -Buona sera, Pradah Singh. Drake             -Pradah Singh. (Pradah Singh si volta) Em, so che non devo rivolgerti la parola, ma... puoi dirmi, per favore, dove dobbiamo sederci? (È molto nervoso)

Pradah                           - (indica) La difesa siede qui, sahib.

Drake                            -Grazie.

Pradah                           - (indicando, man mano) La Corte, sahib. L'accusa, sahib. I testimoni, sahib.

Drake                            -Grazie, Pradah Singh.

Pradah                           -Sahib... (Esce. Millington si siede con aria diverti­ta. Drake posa le carte sul tavolino, gira per la sala. Evi­dentemente è nervoso)

Millington                     - (divertito) Mi sembri nervoso, Arthur. (Nes­suna risposta) Beh, sei sotto processo anche tu, sai. (Drake lo ignora, si siede al tavolino, prende un foglio e ci scrive su qualcosa) Che cosa fai, vecchio mio.

Drake                            -Sto cercando di trovare qualche argomento a tuo favore.

Millington                     -Fammi vedere. (Si sporge, legge) Uno: "ubria­chezza" Due: "Corporatura". Tre: "Precedenti della signora Hasseltine" punto interrogativo. Se fossi in te lo lascerei per­dere il numero tre. Quattro: Oh Dio, nel quattro non c'è niente! Tutte qui le mie attenuanti? (Arriva Hutton)

Hutton                          -In piedi.

(Si alzano. Millington si alza lentamen­te. I membri della Corte arrivano in fda, Truly primo, Har-per ultimo. Millington si diverte a tanta solennità. Si dispon­gono in piedi, dietro le loro sedie, al tavolo: Harper al cen­sotro, in fondo; Hart e poi Winters alla sua destra; Boulton, poi Truly alla sua sinistra. Fothergill va al tavolino dell'ac­cusa. Silenzio)

Harper                           -Signori potete sedere. (Si siede per ultimo) Si apre il procedimento. Tenente Millington, in piedi. (Con un'oc­chiata a Drake, Millington obbedisce) Tenente Winters.

Winters                         - (si alza) Signor Presidente. I capi di accusa so­no i seguenti. (Leggendo un foglio) "Il diciassette del mese in corso l'ufficiale accusato, sottotenente R. Millington, in ser­vizio presso questo Reggimento, ha aggredito e ferito la si­gnora Marjorie Hasseltine, vedova del Maggiore Robert Has­seltine, anch'egli appartenente a questo Reggimento, di cui è ospite. Con tale azione come con quelle precedenti il te­nente Millington ha arrecato un grave insulto ai suoi colle­ghi ufficiali, ha tradito la fiducia in lui risposta dal Colon­nello e dagli altri ufficiali, ha disonorato e insultato e vili­peso il nome di questo Reggimento, e si è comportato in modo non degno di un ufficiale e di un gentiluomo". Questi sono i capi di accusa, signor Presidente. (Siede)

Harper                           -Cosa si dichiara, tenente Millington: colpevole o non colpevole?

Millington                     -Indifferente, signor Presidente.

Drake                            - (si alza rapidamente) L'ufficiale accusato si dichiara non colpevole, signor Presidente.

Harper                           -Non colpevole, signor Drake?

Drake                            -Beh, sì, signor Presidente.

Harper                           -Molto bene. Lei, tenente Millington, dovrà man­tenere il silenzio altrimenti il processo continuerà in sua as­senza. È chiaro?

Millington                     -Sì, signor Presidente.

Harper                           -Sieda. (Millington siede) Anche lei. (Drake siede) Tenente Fothergill.

Fothergill                      -Sono pronto a chiamare il mio primo teste, signor Presidente.

Harper                           -Proceda.

Fothergill                      -Il dottore. Si chiami il dottore.

Harper                           -Tenente Hutton. (Hutton si alza; esce a sinistra, rientra accompagnando il dottore)

Hutton                         -Daquestaparte,signordottore.

Dottore                         - (entrando) Signor Presidente.

Harper                           -Prego, si segga, dottore.

Dottore                         -Grazie. (Siede sulla sedia dei testimoni)

Harper                           - (sorride) Devo ricordarle, dottore, che lei si im­pegna sul suo onore a dire la verità.

Dottore                         -Comandi, signor Presidente.

Harper                           -Grazie, dottore. TenenteFothergill. (Viene avan­ti) Signor Dottore, la sera del diciassette ha avuto luogo un ballo interrotto da... da un increscioso e spiacevole incidente. Successivamenteleihaesaminato,all'ospedale,lasignora Hasseltine, dottore?

Dottore                         -È esatto.

Fothergill                      -Era stata aggredita?

Dottore                         -Senza il minimo dubbio.

Fothergill                      -In modo grave, dottore?

Dottore                         -A mioavviso un assalto volgare e vigliacco.

Fothergill                      -Capisco. E la signora Hasseltine non ha for­nitoalcunaindicazione, in sua presenza, sullaidentità del responsabile?

Dottore                         -Eccome. Ha fatto un'accusa precisa.

Fothergill                      -Contro chi?

Dottore                         -Contro quell'ufficiale.

Fothergill                      - (breve pausa) E le lesioni riportate dalla si­gnora Hasseltine erano tali da convalidare tale accusa, dot­tore?

Dottore                         -Beh, le lesioni diper se stesse non costituiscono una prova sulla identità dell'aggressore. Tuttavia le signora Hasseltine ha ripetuto la sua accusa dietro mia specifica ri­chiesta, in presenza del maggiore Wimborne, questa mattina.

Fothergill                      -Una seconda volta, dottore?

Dottore                         -Volevo essere sicuro che non avesse parlato in stato di shock. E le ho anche fatto presente che era un'ac­cusa estremamente grave contro il giovane ufficiale.

Fothergill                      -E ha ribadito l'accusa!

Dottore                         -Molto energicamente.

Fothergill                      -Grazie, dottore. Per finire vorrei chiederle se, quando lei ha esaminato il tenente Millington         - (mi pare che lo abbia fatto stamattina), ha scoperto nulla che potesse far­lo ritenere responsabile della aggressione.

Dottore                         -Si riferisce alla ferita dietro l'orecchio?

Fothergill                     -Sissignore.

Dottore                         -Beh, il tenente Millington stesso mi ha dichia­rato che a colpirlo era stata la signora Hesseltinc.

Fothergill                      -Quando, dottore?

Dottore                         -Se ho capito bene, nel corso della colluttazione.

Fothergill                      -Vuol dire che il tenente Millington ha am­messo di avere aggredito le signora Hasseltine?

Dottore                         -A quanto mi risulta, egli lo ha spontaneamente dichiarato a chiunque o voleva sentire. (Millington annuisce compiaciuto)

Fothergill                      -Vedo. Grazie, dottore. (Torna a suo posto)

Harper                           -Signor Drake. (Drake si alza. È nervoso. È ansio­so di far quel che ritiene ci si debba attendere da lui. Esita) Signor Presidente... signori della Corte... Dottore...

Dottore                         -Signor Drake...

Drake                            -Lei, ehm, ha accennato alle... lesioni riportate dal­la signora Hasseltine.

Dottore                         -Sì. Precisamente.

Drake                            -Non mi è esattamente chiara la loro gravità.

Dottore                         -Beh... contusioni ai polsi e alle braccia. Escorsio-ni ai palmidelle mani.Eanchedellegambe.Contusioni alle ginocchia e oltretutto lacerazioni a tutto il corpo. E l'a­bito quasi a pezzi.

Drake                            -Sarebbe legittimo assumere che la causa possa ri­trovarsi nella fuga tra gli alberi e i cespugli che circondano il chiosco?

Dottore                         -Sì. Ritengo disì. Pur dovendo aggiungere che la signora correva perché era stata aggredita. Harper          -Proprio così, signor Drake.

Drake                            -Sì, signor Presidente. Ed è... stata aggredita anche... in qualche altro senso... dottore...?

Dottore                         -Intende dire sessualmente?

Harper                           -Signor Drake, il tenente Millington non é accusa­to di violenza carnale, ma di aggressione.

Drake                            -Sì, signor Presidente.

Harper                           -Sta bene. La Corte non richiede che si risponda a questadomanda,dottore.

Drake                            - (imbarazzato) Bene. Allora sarebbe legittimo de­durre, signori, che sotto un certo aspetto si tratti di una ag­gressione fallita.

Harper                           -Non interessa a questa Corte appurare, signor Drake, se il tenente Millington sia o non sia riuscito nel suo intento. L'accusa rigurda il tentativo del suo intento. Si li­miti a quello di cui è accusato.

Drake                            -Volevo solo avanzare il suggerimento, signor Pre­sidente, di una qualche eventuale attenuante nel fatto che l'intento ha fallito.

Dottore                         -Ma non ha fallito, signor Drake. Non si può mi­surare l'effetto di un'aggressione come questa in termini e-sclusivamente fisici.

Harper                           -Sono d'accordo, dottore.

Dottore                         -Lo shock inferito al sistema nervoso, alla emotivi­tà della vittima, è gravissimo. L'ha constatato lei stesso, si­gnor Drake. La signora Hasseltine era in uno stato di terro­re che rasentava, secondo me, l'isterismo.

Harper                           -La Corte non trova alcuna attenuante nella circostanza da lei evocata, signor Drake.

Drake                            -Sì, signor Presidente. (Pausa) Ma non mi è del tutto chiaro, dottore... perché... la signora Hasseltine fosse così terrorizzata.

Dottore                         -Non posso credere che lei parli sul serio, signor Drake.

Drake                            -Quello che intendo dire è che il tenente Milling­ton è un uomo di esile corporatura, dottore. Il giorno in cui lei ci passò visita proprio lei dichiarò, testualmente, che Mil­lington avrebbe dovuto "metter su un po' di ciccia".

Harper                           -Mi sembra che stiamo, di nuovo, uscendo dal se­minato, signor Drake.

Drake                            -Beh no, signor Presidente, perché bisognatener conto che il tenente Millington avrebbe difficilmente potuto perpetrare una aggressione vera e propria contro la signorina Hasseltine, specialmentetrovandosiinquelparticolare mo­mento in stato di ubriachezza. (Millington si fa attento)

Dottore                         -È noto che un uomo, sotto l'influenza dell'alcool, può notevolmente aumentare la sua forza.

Drake                            -Ma dottore...

Harper                           -Signor Drake. Questa Corte non accoglierà lo stato  di ubriachezza come attenuante di una qualsiasi azione da parte del tenente Millington.

Drake                            -Ma non riduce, sino a un certo punto, la sua re-sposabilità, signorPresidente?

Harper                           -La responsabilità per aver bevuto eccessivamen­te rimane esclusivamente sua.

Dottore                         -Comunque, signor Drake, sarebbe... decisamente impossibile... pervenire ad una conclusione basata su una prova cosi debole.

Harper                           -Esattamente, dottore.

(Messo al muro Drake va a prendere i suoi appunti. Gli resta un ultimo argomento. Millington si rilassa. Drake esita, incerto. Con maggiore acidità) Nessun'altra domanda a questo teste, signor Drake? (Pausa) Signor Drake?

Millington                     - (gli mormora) Io lascerei perdere, vecchio mio. Tutto è contro di te.

Harper                           -Tenente Millington, la richiamo all'ordine per l'ultima volta. (Pausa. Drake fìssa Millington) Allora, signor Drake?

Drake                            - (fìssa Millington, si volta) Lei certo Dottore si meraviglierebbc se una donna come la signora Hasseltine non fosse capace di respingere proposte moleste! (Millington si mette una mano sugli occhi)

Harper                           -Signor Drake! Non siamo qui per discutere il carattere della signora Hasseltine, ma per giudicare le a-zioni del tenente Millington.

Drake                            -Ma è certamente rilevante, signor Pre...

Harper                           -No, signor Drake!Non è rilevante!Non torni più su quest'argomento.

Drake                            -Ma signor Presidente. Il primo giorno del nostro arrivo qui il tenente Fothergill ci avverti in termini espliciti...

Harper                           -Quello che il tenente Fothergill può avere deci­so di dirvi in una circostanza privata non riguarda la Cor­te. Per noi la signora Hasseltine è una donna di ottimi pre­cedenti e di grande probità. Mi ha capito, signor Drake?

Drake                            - (in un penoso dilemma) Non so come potrò di­fendere l'accusato se non mi è concessa una certa "elasticità" al riguardo de...

Harper                           -Lei ha diritto solo a quell'elasticità che io, quale Presidente della Corte, decido di concederle, nulla più. Mi sono spiegato chiaramente, signor Drake?

Drake                            - (si volta, calmo) Sì, signor Presidente. Molto chia­ramente.

Harper                           -Sta bene. Si limiti allora alle domande pertinenti a questo caso.

Millington                     -Per favore, siediti. Stai mettendo tutti nei guai.

Harper                           -Tenente Millington, lei ha interrotto per l'ultima volta.

Drake                            -Dottore. Quella sera, quando il tenente Millington svenne, lei non ebbe a dire che chi non sa reggere l'alcool non dovrebbe bere?

Harper                           -Signor Drake le ripeto di non... Drake      -Ma è una prova evidente che il tenente Milling­ton, quando beve, perde energia.

Dottore                         -Visto che lei insiste su questo argomento, signor Drake, sono costretto a dirle che secondo me il tenente Mil­lington è sul punto di diventare un alcolizzato. Ed è certo, pertanto, che ci sono periodi in cui egli non riesce a con­trollare le proprie azioni

Drake                            - (a Millington. di stucco) Ma è vero?

Millington                     -Non fare quella faccia, per l'amor di Dio. (A questo punto Millington è preso da un misto di diverti­mento,didisprezzo,allimitedell'autocontrollo)

Harper                           -Lei non può porre domande dirette all'imputato, signor Drake.

Millington                     -Non ha la minima idea di quel che deve fare, signor Presidente. Avrebbe dovuto spiegargli meglio. Sei un cretino, Arthur! Tu devi attenerti alle formalità e non far sfoggio della abilità legalistica.

Harper                           -Se lei continua, tenente Millington, dovrò farla uscire dall'aula.

Millington                     - (si alza) Lo preferirei, signor Presidente.

Harper                           -Condivido in pieno il suo punto di vista. Ha pie­na facoltà di ritirarsi se lo desidera.

Millington                     -Grazie. (Si volta) Piccolo stupido borghesuccio che sei, Arthur! (Esce da sinistra. Pausa. Con rabbia Har-per si rivolge a Drake)

Harper                           -Signor Drake.

(Drake si alza. È sbalordito dall'at­teggiamento di Harper e del dottore. La situazione sembra capovolta fino al punto da sembrare lui il colpevole. Rimane in piedi. Silenzio)

Drake                            - (borbotta) Non ho altro da chiedere a questo teste. (Siede)

Harper                           -Grazie, signor Drake. (Al dottore) Mi dispiace che questo interrogatorio non sia stato piacevole per lei, dot­tore. E grazie per averlo accettato.

Dottore                         - (si alza) Signor Presidente, signori... (Il dottore esce. Pausa)

Harper                           -Tenente Fothergill.

Fothergill                      - (si alza) Signor Presidente. Dovremmo ora chiamare la signora Hasseltine. Voglio sperare che la dife­sa non lo ritenga necessario e che accetti invece una sua deposizione scritta.

Harper                           -D'accordo, tenente Fothergill. Signor Drake? (Pau­sa) Signor Drake! (Prende la deposizione, che gli viene pas­sata lungo la linea)

Drake                            - (non la prende) Non posso rispondere signor Pre­sidente. Ho bisogno... ho bisogno di riflettere.

Harper                           -Sta bene. La seduta è tolta, signori. La Corte si riunirà di nuovo domani a mezzanotte. (Si alza) I presenti dovranno lasciare il Mess subito e in silenzio. Il signor Dra­ke rimarrà qui.

(Escono salutando sull'attenti: "Signor Pre­sidente" via via che escono. Una serva indiana e un servito­re compaiono furtivamente sulla veranda ma si ritirano nel vedere Harper e Drake. Harper e Drake restano soli... Dra­ke sembra più sbalordito)

Harper                           - (viene avanti) Dunque, mi vuole dire un po' cosa sta combinando, Drake?

Drake                            -Sto cercando diadempire al dovere assegnatomi da lei:difendere il tenente Millington, signor Presidente.

Harper                           -Difenderlo, certo! Ma non di sollevare dubbi sul­le persone e sulle istituzioni di questo Reggimento!

Drake                            -Ma avrà pur diritto a un processo imparziale?

Harper                           -Vuole insinuare che questo non lo sia?

Drake                            -Non lo so che cosa si pretende da me.

Harper                           -Lo sa benissimo, signor Drake, e non cerchi di cambiare le carte in tavola.

Drake                            -Ho capito: devo attenermi alle formalità; non di­fenderlo seriamente.

Harper                           -Ha ancora qualche dubbio sulla sua colpevolezza?

Drake                            -No nessuno. (Sembra quasi divertito)

Harper                           -Sta bene allora. Domani lei ammetterà senza riser­ve la colpevolezza del tenente Millington, come del resto desidera lui stesso. Quanto a lei, vedremo come si comporte­rà nelle prossime settimane. Lei ha cominciato molto bene, qui al Reggimento. Mi dispiacerebbe dover ammettere che ci siamo sbagliati anche sul suo conto, signor Drake.

Drake                            -Nossignore.

Harper                           -Sta bene. (Mostra i fogli sul tavolo) Ecco la de­posizione della signora Hasseltine. Ne avrà bisogno visto che non la chiamerà come teste. È tutto, signor Drake. (Fa per andare)

Drake                            -Capitano Harper...

Harper                           -Sì?

Drake                            -Immagino che il tenente Millington abbia il diritto di essere posto a confronto con la sua accusatrice. (Una pau­sa)

Harper                           -Ha proprio deciso di fare dell'ostruzionismo, si­gnor Drake?

Drake                            -Nossignore, ma...

Harper                           -Lei non si rende conto di quanto noi dobbiamo essere grati alla signora Hasseltine? Non si rende conto che, se avesse sporto denuncia ufficiale contro il tenente Millin­gton, questi si troverebbe di fronte a una Corte Marziale aperta al pubblico, e non composta di ufficiali di questo Reg­gimento? Millington sarebbe svergognato pubblicamente! E il Reggimento con lui.

Drake                            -Ma il suo disonore non è inevitabile in ogni caso?

Harper                           -Perché, signor Drake?

Drake                           -Perchésaretecostrettiacacciarlovia.

Harper                           -Non credo. E il tenente Millington si accorgerà  che quac'è ancora lavoroper lui:lavoro pocogradevole, forse, ma adatto alla sua situazione.

Drake                            -Si intende farlo restare qui?

Harper                           -Per un anno o due certamente. O anche cinque. O addirittura dieci. Sta a noi deciderlo, signor Drake. Secon­do il tempo che gli ci vorrà per integrarsi o per imparare una lezione molto semplice:che questo Reggimento non si lasciaprendere in giro.

Drake                            -Capisco.

Harper                           -Lei non può far nulla per il tenente Millington, ma solo del male a se stesso. Mi sono spiegato?

Drake                            - (pausa. Sull'attenti) Chiedo di essere esonerato da questo compito, Capitano Harper.

Harper                           -No, signor Drake. La sua è una meravigliosa oc­casione di servire il Reggimento. La seguirò col maggiore interesse. Buona notte, signor Drake. (Harper esce. Drake ri­mane immobile, in un gravissimo dilemma. Subito il servito­re indiano e Lai riappaiono agitati sulla veranda, timorosi di esserevisti)

Servitore                      -È quello là:fai presto. Lai.Sahib...!baiub...!

Drake                            - (voltandosi) Sì?

Lai                                 -Glidomandi del sangue, sahib...!

Drake                            -...Cosa!?

Lai                                 -Della emorragia, Sahib! E della signora Bandanai...! (Arriva Pradati Singh, furioso, Lai fugge via)

Pradah                           -Che fai qui! Fuori!

Drake                            -No! Un momento! (Ma Lai è già andata via)

Pradah                           -Mi scusi, Sahib. Non succederà più, sahib.

Drake                            -Chi era?

Pradah                           -La domestica della signora Hasseltine, Sahib.

Drake                            -Della signora Hasseltine? Pradah -Sì, sahib. Prenderò misure più severe...

Drake                            -No! (Pausa)ChièlasignoraBandanai,Pradah Singh?

Pradah                           -È la vedova di Jedamar Bandanai, Sahib.

Drake                            -Fammi parlare con lei.

Pradah                           - (imbarazzato) Non è regolare, sahib...

Drake                            -È importante, Pradah Singh. Sarà di aiuto al te­nente Millington.

Pradah                           -Millington, sahib...?

Drake                            -So che ammiravi suo padre.

Pradah                           -Vedròcosapossofare,Sahib.

Drake                            -Grazie...

Pradah                           -Sahib.

(Pradah Singh batte le mani. Arrivano i servitori. Drake si avvia fuori, fissando la deposizione scritta guardando poi nel vuoto, confuso, preoccupato, impaurito. Le luci si abbassano e poi aumentano di nuovo sulla Corte. Pausa)

Scena terza

(Il Processo. Mezzanotte della notte seguente. Millington arri­va, irritato e sarcastico. Dopo una pausa entra Drake, ma non si accorge subito di Mllington. Ha deciso di essere più ener­gico. È più incline ad arrabbiarsi e perder la pazienza. C'è qualcosa che non riesce a capire. Ha una carta da giocare: il Maggiore Roach)

Millington                     - (irritato e sarcastico) Chi si vede! il mio san Giorgio! Il mio difensore senza macchia e senza paura! Sono tornato perché ho decisodi ritrattare la mia dichiarazione. Voglio dichiararmi colpevole.

Drake                            -Capisco.

Millington                     -Bene. (Pausa) Allora? (Sorriso acido) Nessu­na obiezione sull'onore del Reggimento? (Siede) Nessuna in­sistenza su com'è che lo chiami un processo regolare?

Drake                            -Sei molto fiducioso, vero, Millington?

Millington                     -Fiducioso per quello che voglio raggiungere. E se anche tu ti lasciassi guidare dal buon senso sarebbe una fortuna insperata.

Drake                            - (lieve pausa) Tu di qui non te ne vai, caro Millin­gton! Oh, tra un anno o due, forse, o tra cinque o addirit­tura dieci!Finoad allora avremo il piacere della tua ono­rata presenza.

Millington                     -Ma che diavolo mai stai dicendo?

Drake                            -StocitandoilcapitanoHarper"vecchiomio"! Hannointenzione ditenerti qui, Millington. E di affidarti lavori non troppo gradevoli.

Millington                     - (salta in piedi) Non ci credo!

Drake                            -Perché non glielo chiedi! (Amaramente) Sono si­curo che il Capitano Harper sarà felice di predirti l'esito di questo processo. (L'amarezza di Drakeconvince Millington. Si siede di nuovo lentamente) Sono loro che decidono.

Millington                     -Ma perché... Perché?

Drake                            -Perché vogliono che tu impari che questo Reggi­mento non si lascia prendere in giro.

Millington                     -Per Dio! Non ci avevo pensato...

Drake                            -Nemmeno io. (Amaramente)

Hutton                          - (entrando) In piedi!

(Millington è ora molto scos­so. La Corte entra come nella scena precedente. Appare su­bito chiaro che Fothergill e Harper ce l'hanno con Drake.)

Harper                           -Seduti, signori, prego. (Tutti siedono) La seduta è aperta.

Millington                     - (si alza) Signor Presidente.

Harper                           -Silenzio,TenenteMillington!

Millington                     -Ma...

Harper                           -Se apre bocca devo mandarla fuori. E ora segga. (Millington siede. Il suo è stato un gesto automatico di pro­testa) Tenente Fothergill.

Fothergill                      - (si alza) Signor Presidente. Come lei sa, e ne informo ora questa Corte, il tenente Drake ha insistito, que­st'oggi, perché la signora Hasseltine si presenti personalmen­te. Egli non accetta la sua deposizione scritta.

Harper                           - (guarda Drake) Ne sono al corrente, tenente Fothergill.

Fothergill                      -Propongo di chiamarla adesso, signor Presi­dente.

Harper                           -Tenente Hutton.

Drake                            - (allarmato) Ma... (Questa mossa premeditata è un colpo per Drake)

Harper                           -Lei vuole interrogare la signora Hasseltine, signor Drake. Eccola accontentato.

Drake                            - (preoccupato) Preferivo aspettare, signor Presidente.

Harper                           -Mi dispiace, signor Drake, ma questa Corte non è stata convocata per soddisfare le sue preferenze.

Hutton                          -Da questa parte, signora, prego...

Harper                           -In piedi, signori.

Hasseltine                     -Grazie, tenente Hutton. (Si alzano al suo en­trare; apparentemente è affabile e calma)

Hutton                          - (inchinandosi) Signora...

Hasseltine                     -Signor Presidente.

Harper                           -Mi dispiace doverla disturbare, signora. Apprezze­rà che non dipende da noi.

Hasseltine                     -Capiscobenissimo,signorPresidente.Non ho nulla in contrario a comparire davanti a questa Corte.

Harper                           -Grazie.signora. Si accomodi, prego...

Hasseltine                     -Grazie. (Nell'andareverso la sedia dei te­stimoni guarda in viso Drake.Un moto di antipatia. Siede. Siedono tutti)

Harper                           -TenenteFothergill...

Fothergill                      - (viene avanti, si inchina) Signora.

Hasseltine                     -Tenente Fothergill...

Fothergill                      -Vorrei farle solo tre domande, signora. Lei è stata aggredita il diciassette di questo mese?

Hasseltine                     -Sì.

Harper                           -Da chi?

Hasseltine                     -Dal tenente Millington.

Harper                           -Ne è assolutamente certa?

Hasseltine                     -Certissima. Il tenente Millington mi ha di­chiarato le sua identità e le sue intenzioni.

Fothergill                      -Grazie, signora. (Torna al suo posto)

Harper                           -Signor Drake.

(Drake si alza. Riavutosi dalla sor­presa si accinge a controbattere le manovra. Sta imparando \e astuzie e scoprendo in sé doti di durezza e di ostinazione)

Drake                            -Signor Presidente. Ho il più vivo desiderio di com­portarmi in conformità alle esigenze da lei espostemi riguar­do a questo processo. Tuttavia mi sarebbe di grande assisten­za, nel presentare un coerente esposto a questa Corte, se mi fosse permesso di chiamare un altro testimone prima di in­terrogare la signora Hasseltine.

Harper                           -No, signor Drake. La signora Hasseltine è già stata molto scomodata a causa sua. Lei le porrà ora le sue domande.

Drake                            -Con tutto il rispetto dovuto, signor Presidente, è mio vivo desiderio non scomodare ulteriormente la signo­ra Hasseltine. Ma ancora non ho presentato la mia tesi difensiva e vorrei semplicemente chiederle di richiamarla più tardi. Quest'altro interrogatorio mi prenderà solo po­chi minuti, glielo assicuro, signora, e assicuro anche lei, signor...

Harper                           -Non le sarà concesso di richiamare ulteriormente la signora Hasseltine. signor Drake!

Drake                           -Sempre con il rispetto dovuto, signor Presidente, è mio diritto, come specificato da lei dinanzi a tutti i mem­bri diquesta corte,Chiamarequalsiasitestimone diqual­siasiordineorango, seloriterròopportuno. (Una pausa. Harper è preso in trappola)

Harper                           -Chi desidera interrogare?

Drake                            -Il maggiore Roach, signor Presidente.

Harper                           - (scandalizzato) Il maggiore Roach!?

Drake                            -Sì, signor Presidente.

Harper                           -Ne è stato informato?

Drake                            -Sta aspettando nella sala da gioco, signor Pre­sidente.

Harper                           -Ah. (È fuori di sé. Si alza) Mi dispiace, signora. A quanto pare il signor Drake ha deciso di arrecarle il mas­simo disturbo possbile. Posso pregarla di...

Hasseltine                     - (si alza) Sì, certo, signor Presidente.Sono desiderosa di aiutare per quanto possibile.

Harper                           -Grazie, signora.

Hasseltine                     -Signori. (Palesemente seccata, esce. Harper è fuori di sé)

Harper                           -Sono molto seccato, signor Drake.

Drake                            -Mi dispiace, signor Presidente.

Harper                           -Tenente Boulton. Si chiami il maggiore Roach. (Boulton esce in altra direzione. Silenzio. Tensione)

Millington                     - (mormora a Drake) Ma perché?

Harper                           -Silenzio! (Pausa. Siedono. Harper rimane in piedi. Boulton torna con il maggiore Roach. Fredda disapprovazione da parte di Roach)

Boulton                         -Signor Maggiore...

Roach                            -Grazie.

Harper                           - (si inchina) Signor maggiore...

Roach                            -Capitano Harper.

Harper                           -Si sieda signor Maggiore, la prego.

Roach                            -Grazie. (Siede.La sua disapprovazione è palese)

Harper                           - (siede) Signor Drake...

Drake                            - (si alza) Signor Maggiore. Sta di fatto che quando lei mi ha mandato a chiamare, nella sua qualità di ufficiale per la difesa lei mi ha dichiarato di essere stato testimone della aggressione alla signora Hasseltine da parte del tenente Millington?

Roach                            -Si. (Shock della Corte)

Drake                            -In quali circostanze, signor Maggiore?

Roach                            -Ero l'ufficiale di settimana. Il tenente Hart era l'uf­ficialedipicchetto.Alledue circa stavamoappuntotermi­nando il nostro ultimo giro di ispezione. Avevo mandato il tenente Hart a dare un'occhiata agli indigeni, mentre io mi avviavo a ispezionare ilperimetro delle sentinelle passando dal chiosco.

Drake                            -Chiaro.

Roach                            -Mi aggiravo da quelle parti, quando sentii dei ru­mori che davano l'impressione di un alterco proprio tra gli alberi e i cespigli. Mi sono fermato. Ho riconosciuto la voce del tenente Millington. Non sono certo di ouello che ha detto, ma sono certo che stava implorando qualcuno. Ma in quel momento ho sentito la voce della signorina Hasseltine scandi­re queste parole: "Glielo ripeto, Millington! le sue proposte non sono soltanto offensive, ma inutili", o qualcosa di analogo.

Drake                            -II tono dev'essere stato molto arrabbiato.

Roach                            -Estremamente.

Drake                            -E spaventato?

Roach                            -No. Dal tono della voce avrei detto che era padro­ na della situazione, non impaurita.

Drake                            -Vedo. E poi, signor Maggiore?

Roach                            -Beh, io mi sono subito fatto strada fra gli alberi per porrefineaquellaridicolasituazione, maeramolto buio, signor Drake...

Drake                            -Capisco.

Roach                            -Riuscii a individuarli solo dalle voci e dalle loro ombre.

Drake                            -Notò una colluttazione?

Roach                            -Il tenente Millington aveva afferrato la signora Hasseltine per un braccio. Ma prima che potessi intervenire lei si era liberata, gli aveva ordinato di lasciarla in pace e, irritatissima, si era avviata attraverso il bosco in questa di­rezione.

Darke                            -Avviata, signorMaggiore?

Roach                            -Sì.

Drake                            -Non correva?

Roach                            -No, no. Potevo vederla benissimo. Le luci di qui arrivavano a illuminarla da dietro. Circa trenta o quaranta metri da qui.

Drake                            -Le deve essere apparsa estremamentesconvolta.

Roach                            -Arrabbiata, direi, più che sconvolta.

Drake                            -Vedo. E poi?

Roach                            -Beh, lei lo sa cos'è accaduto dopo, signor Drake: una scena di panico. Tutti sono accorsi, me compreso. Quan­do sono entrato qui, con mio enorme stupore, la signora Has­seltine era scivolata. Estremamente sconvolta. Più di quanto avrei potuto immaginare.

Drake                            -Perché, signor Maggiore?

Roach                            -Beh, non ci sono scuse per il comportamento del tenente Millington. Molto reprensibile. Tuttavia non mi era sembrato un atto cosi terribile, così eccessivo, da giustifìc...

Drake                            -Sarebbe legittimo affermare, signor Maggiore, che secondo lei si è trattato di un... debole e mancato tentativo da parte di un giovane per richiamare su di sé l'attenzione di una donna più matura?

Roach                            -Sì:questa è stata la mia impressione. Ma...

Harper                           - - Devo intervenire, maggiore Roach. Che cosa esat­tamente sta cercando di fare dire, al teste, signor Drake?

Drake                            -Voglio che laCorte abbia la visione più chiara possibile diquanto è accaduto, signorPresidente.

Harper                           -Vedo. Ma il maggiore Roach non ha appunto for­nito un ampio, dettagliato resoconto proprio del reato di cui iltenenteMillingtonèaccusato?- (ARoach)Nonècosì, maggiore Roach?

Roach                            -Sì. Certo. E per questo dovrebbe essere punito. (Con ira) Ma non con questi sistemi. Lei conosce il mio punto di vista al riguardo, Capitano Harper. Manifestazioni di que­sto genere nuocciono al Reggimento.

Harper                           -Ma non crede che nuocerebbe di più l'altra al­ternativa?

Roach                            -Puòdarsi.Maalmenoavrebbelasensazionedi una legittima autorità.

Harper                           -Sissignore.

Roach                            -Mi spiegherò più tardi con maggiore chiarezza, si­gnori.

Harper                           -Sta bene. Signor Drake.

Drake                            -Un'ultima domanda, signor Maggiore. In quel fran­gente, che cosa ne era successo del tenente Millington?

Roach                            -Arguisco, da quel che mi ha dichiarato lei, che sia stato buttato a terra dalla signora Hasseltine. Il che è per­fettamente possibile. Io non ho visto bene. La signora si era svincolata con una certa violenza. A me è sembrato che lui fosse sparito nel bosco. Avevo intenzione di chiarire la cosa personalmente, parlando con la signora Hasseltine appena rientrato qui.

Drake                            -Ma è stato preceduto dagli eventi?

Roach                            -Sfortunatamente, sì.

Drake                            -Grazie, signor Maggiore. (Siede)

Harper                           -Vorrei chiarire esattamente quanto lei ha detto, maggioreRoach. Leiafferma di avere visto iltenente Mil­lington aggredire la signora Hasseltine?

Roach                            -In sostanza, sì. Per quanto, ripeto, fosse buio.

Harper                           -Lei, maggiore Roach, non ha dubbi circa l'iden­tità del tenente Millington?

Roach                            -Nessun dubbio.

Harper                           -Ah. Bene, non credo che occorra trattenerla più a lungo, maggiore Roach. (Guarda Fothergill, che scuote la testa. Si alza) Grazie per avere testimoniato. Roach       - (si alza, guarda tutti corrucciato) Signori... (Esce)

Harper                           - (siede) Forse dovrei ricordarle, signor Drake, che lei è qui per difendere quest'ufficiale, non per accusarlo. (Di­vertimento generale)

Drake                            -Grazie, signor Presidente.

Per completare la battuta controllare alla fine della prima colonna di pag. 54 del testo originale che nella scansione è tagliato..

stanze di questo procedimento tanto vale che ci vengano ri­cordate le ragioni della nostra presenza.

Harper                           -Desidera sempre interrogare la signora Hasseltine?

Drake                            -Sì, signor Presidente.

Harper                           -Tenente Hutton. (Hutlon esce)

Harper                           -La prego, signor Drake, di mostrarsi cortese ver­so la testimone. (È in piedi) In piedi, signori.

(Tutti si alzano. Hutton introduce la signora Hasseltine che appare compren­sibilmente seccata e fredda)

Hutton                          -Signora...

Harper                           -Mi scusi, signora. Non credo che sarà necessario trattenerla per più di due o tre minuti.

Hasseltine                     -Sta bene.

Harper                           -Prego... (Indica la sedia)

Hasseltine                    -Grazie... (Siede.Tuttisiedono.L'antipatia tra lei e Drake è palese. Drake rimane in piedi)

Drake                            -Signora Hasseltine...

Harper                           -Prima che il signor Drake inizi il suo interrogato­rio, signora, devo informarla che il maggiore Roach è stato testimone della aggressione del tenente Millington nei suoi riguardi. (Uno sguardo a Drake) Non avremo perciò biso­gno di disturbarla a lungo.

Hasseltine                     -Grazie, signor Presidente.

Harper                           -Signora. Signor Drake...

Drake                            -Signora Hasseltine, il maggiore Roach ha reso per­fettamente chiaro che il comportamento del tenente Milling­ton è stato assolutamente sconveniente.

Hasseltine                     -Lo è stato.

Drake                            -Terrorizzante per lei, signora Hasseltine.

Hasseltine                     -Non è piacevole essere aggrediti nell'oscurità, signor Drake.

Harper                           -Esattamente.

Drake                            -Specialmente in un luogo cosi isolato.

Hasseltine                     -Precisamente.

Drake                            -Come mai lei si trovava là?

Hasseltine                     - (sorride) Non è un mistero, signor Drake. Nel chiosco c'è una panchina di pietra. Forse lei, nuovo del posto, non l'ha ancora scoperta.

Drake                            - (sorride) L'ho scoperta oggi, signora. Mi ci sono anche seduto su. Lei non può averla trovata più comoda di queste sedie, ma forse più conveniente?

Hasseltine                     -Se lei fosse una donna, signor Drake, capi­rebbe che anche nelle più divertenti delle feste, quando gli uomini sono in soprannumero, viene il momento in cui una donna desidera stare sola.

Drake                            -Lo capisco,signora Hasseltine. Ed è stato lì, su quella panchina, che il tenente Millington l'ha importunata?

Hasseltine                     -Sì.

Drake                            -Le... le è saltato addosso?

Hasseltine                     -Non proprio, signor Drake.

Drake                            -Le ha rivolto la parola?

Hasseltlne                     -Sì.

Drake                            -Mi scusi... in modo sconveniente?

Hasseltlne                     -Sì.

Drake                            -E lei si è subito alzata per andarsene? Ha gridato?

Hasseltine                     -No, non subito.

Drake                            -Non lo ha ritenuto necessario?

Hasseltine                     -Non mi ero resa conto di quanto fosse ubriacoe...deciso.

Drake                            -Vedo. Non voleva metterlo nei guai?

Hasseltine                     -Da principio no. Avevo pensato che facesse semplicemente lo sciocco.

Drake                            -Ma lui ha insistito.

Hasseltine                     -Eccome. Spiegandomi chiaramente perché si comportava cosi

Drake                            -Mi perdoni, signora, ma lei è una donna molto attraente... non era certo la prima volta che si trovava in una situazionedelgenere...

Hasseltine                     - (per un attimo sconcertata) Ecco...

Harper                           -II passato non riguarda questa Corte, signor Drake.

Drake                            -Era inteso solo come una osservazione di carattere generale,signorPresidente.

Hasseltine                     -Non sono abituata ad avere a che fare con dei giovanotti che si ubriacano apposta e per fini disonesti, signor Drake.

Drake                            -Apposta? 

Hasseltine                     - Sì, aveva deciso di servirsi di me per farsi espellere dal Reggi­mento.

Drake                            -Ah. Così lei fu costretta a reagire.

Hasseltine                     -Sì.

Drake                            -E a colpirlo?

Hasseltine                     -Sì.

Drape                            -Con che cosa, signora?

Hasseltine                     -Con i pugni. Con le braccia. Con quel che avevo a portata di mano.

Drake                            -E che cosa aveva a portata di mano, signora?

Hasseltine                     -Non la capisco, signor Drake.

Drake                            -L'ha colpito forse col ventaglio?

Hasseltine                     -È probabile.

Drake                            -O con la borsetta?

Hasseltine                     -Suppongo di sì.

Drake                            -Non aveva con sé nient'altro?

Hasseltine                     -No. Perché?

Drake                            -Un sasso?

Hasseltine                     -Non mi sembra, no.

Drake                            -O un ramo caduto?

Harper                           -Signora, credo che il signor Drake voglia riferir­si a...

Drake                            -Mi riferisco alla ferita riportata dal tenente Millington, signora. Un taglio molto brutto, lungo circa cinque cen­timetri, dietro l'orecchio.

Hasseltine                     -È esatto. Sì, mi ricordo di averlo colpito col braccio. Così. (Accenna a un colpo basso)

Drake                            -Col braccio destro?

Hasseltine                     -Si, credo di sì.

Drake                            -Lei non è mancina, signora Hasseltine?

Hasseltine                     -No.

Drake                            - (secco, convinto adesso che la signora mente) Lei si trovava dietro al tenente Millington in quel momento, signora?

Hasseltine                     -Non...

Drake                            -Perché la ferita è a destra. Dietro il lobulo destro.

Hasseltine                     -Ma via, signor Drake! È stata una lotta al buio. Come si può pretendere che io...

Harper                           -Proprio cosi, signor Drake. Lei sta chiedendo al­la teste di ricordare avvenimenti accaduti in un momento estremamente critico per lei.

Hasseltine                     -Proprio così, signor Presidente.

Drake                            - (rapido) Mi dispiace, signora. Mi perdoni. È irra­gionevole da parte mia pretendere che lei si ricordi di certi particolari.

Harper                           -Sta bene, signor Drake.

Drake                            -Comunque è accertato che lei lo ha colpito.

Harper                           -Questo punto è superato, signor Drake.

Hasseltine                     -Si, l'ho colpito.

Drake                            - (scandendo le parole)-Con-che-cosa, signora. Hasseltine         -Forseconunsasso,comeaccennavalei prima...

Drake                            -Non credo, signora...

Harper                           -Signor Drake!

Drake                            -Oggi ho perlustrato tutto quel tratto, per tre ore, signora. Non ho trovato sassi nel raggio di cento metri.

Hasseltine                     -Allora sarà stato un ramo...

Drake                            -Non ho trovato niente, signora Hasseltine. Niente con cui lei avrebbe potuto colpire il tenente Millington. (Mil­lington alza gli occhi) Niente che potesse essere sollevato da meno di una dozzina di uomini, figuriamoci da una donna!

Hasseltine                     -È assurdo...!

Harper                           -Certamente è troppo per la sua fantasia immagi­nare che il tenente Millington possa avere battuto la testa contro un albero o contro un muretto quando la signora si è svincolata da lui?

Hasseltine                     -Proprio cosi, signor Presidente...

Millington                     -Sono stato colpito, signor Presidente...

Harper                           -Silenzio,lei!

Millington                     -Mi ha colpito! (Completamente fuori di sé)

Drake                            -Sfa zitto!

Harper                           - (insieme)   -Vuoltacere,tenenteMillington?

Hasseltine                     -Certo!Seleipreferisceaccettare laparola dell'ufficialeimputato,controlamiaparola...

Harper                           -Questoèfuoridiscussione.SignorDrake,lei eccede.

Drake                            - (pronto) Chiedo scusa, signor Presidente...

Harper                           -Voglia, la prego, chiudere l'interrogatorio.

Drake                            -Devo porre ancora due o tre domande, signor Presi­dente: e sono pronto ad ammettere che è stato un errore da parte mia. Ora mi rendo conto che il tenente Millington de­ve avere battuto contro un albero o un muro e che la si­gnora ha potuto cosi fuggire, correre e gridare, a circa qua­ranta metri da qui.

Harper                           -Signor Drake. Abbiamo già la testimonianza del maggiore Roach.

Drake                            -Certo, signor Presidente. Mi scusi. È risultato che leisieraallontanatacamminando,signora,noncorrendo. (Breve pausa) Ma forse si è messa a correre dopo? Forse ha temuto che lui potesse aggredirla di nuovo?

Hasseltine                     -L'ho pensato.

Drake                            -Non l'ha fatto, naturalmente?

Hasseltine                     -No, signor Drake, non l'ha fatto.

Drake                            -Allora, deve averla aggredita con estrema violenza la prima volta. Cosa le ha fatto, esattamente?

Hasseltine                     -Beh, mi ha...

Drake                            -L'ha afferrata per un braccio?

Hasseltine                     -Sì.

Drake                            -L'ha afferrata con violenza?

Hasseltine                     -Sì. Drake    -E poi, signora?

Hasseltine                     -Beh, mi ha...

Drake                            -Sì, signora...

Hasseltine                     -Come si può pretendere che ricordi...

Drake                            -Forse ha cercato di toccarle i seni? il suo abito strappato...

Harper                           -Signor Drake!

Hasseltine                     -Forse lo ha fatto.

Drake                            -Lo ha fatto o non lo ha fatto, signora Hasseltine?

Hasseltine                     -Non me ne ricordo, signor Drake!

Drake                           -Ma...èstataun'esperienzaterrificanteperlei, signora Hasseltine. Lei ha fatto, di corsa, e urlando, tutto il tratto di strada fino qui!!

Hasseltine                     - (sì alza. Fuori di sé) Che cosa vorrebbe insi­nuare?

Harper                           - (salta in piedi) Basta, signor Drake. Si sieda!

Drake                            -Ho ancora una domanda...

Harper                           -No, signor Drake! Si sieda! (Pausa)

Drake                            -Perché non dice la verità signora Hasseltine?

Harper                           -Signor Drake!

Hasseltine                     -Come osa! Come osa, signor Drake!

Harper                           -Signora, sono desolato. Questo...

Hasseltine                     - (avviandosi fuori come una furia) Non posso tollerare oltre, signor Presidente! D'ora in avanti farete que­sti giochetti senza di me! (È uscita. Un silenzio imbarazzante. Millington è sbalordito e avvilito. In silenzio Harper viene avanti, da Drake)

Harper                           -Lei, qui, è finito, tenente Drake. Mi capisce? Fi­nito!

Drake                            - (disgustato) Se quel che ho visto è tipico dell'ono­re di questo Reggimento, beh, non vedo l'ora di andarmene.

Harper                           -E noi saremo lieti di accontentarla, tenente Dra­ke! (Voltandosi) Signori, attenzione!

Drake                            -Quella donna mente, capitano Harper!

Harper                           -Faccia silenzio, tenente Drake. (Pausa) Questa Corte si riunirà domani a mezzanotte per l'ultima volta e il caso dovrà essere chiuso. Mi ha sentito? Chiuso, tenen­te Drake!

Drake                            - (annuisce con movimento lento) Sì, Capitano Har­per.

Harper                           -Sta bene. Non c'è altro. (Esce a grandi passi.

Una pausa. Anche gli altri escono. Drake e Millington riman­gono soli. Drake è vicino alle lacrime, ma non sa piangere. Millington non sa come esprimere la sua comprensione per Drake. Una pausa)

Drake                            -Credevoche fosse un Reggimento d'onore. Millington   - (imbarazzato) Lo è vecchio mio. Un Reggi­mento dialtissimoonore.Cometustessome lo hai fatto capire.

Drake                            -Devo chiederti scusa, tenente Millington. (Una pausa)

Millington                     -Ma che sta succedendo, Arthur?

Drake                            -Non lo so.

Millington                     -Perché dovrebbe mentire?

Drake                            -Forse non mente.

Millington                     -Ma un bel taglio me lo ha fatto.

Drake                            -In che modo?

Millington                     -Nonloso.

Drake                            -Non ha molta importanza. Perché non te ne vai a dormire?

Millington                     -Perché no. (Fa per avviarsi, si volta. A modo suo, con aria spavalda ma goffa, cerca di aiutarlo) Vedi Ar­thur, se tu... ci tieni tanto a restar qua, devi... abbandonare questa... impresa. Sei ancora in tempo.

Drake                            -Posso sopravvivere anche senza la tua commise­razione, Millington. Specialmente senza la tua.

Millington                     -Mi deludi, Arthur. È solo orgoglio, allora? Orgoglio ferito?

Drake                            -Chiamalo "principio". Perché no? Un principio "borghese". Una cosa che tu, naturalmente non potrai mai capire. (Guarda altrove)

Millington                     -Unacosainvincibile,mihannodetto.

Drake                            - (si volta, con grande sforzo) Allora... eccoti qua, un uomo invincibile!

Millington                     -Buonanotte. (Esce rapidamente.Pausa. Dra­ke si copre addolorato il volto. Emette un lamento)

Drake                            -Dio... (Arriva precipitosamente Pradah Singh) Pradah   -Sahib...!. Sahib!

Drake                            -Sì?

Pradah                           -La signora Bandanai, Sahib... è qua.

Drake                           - (assorto,conindifferenza)-Ah,grazie,Pradah Singh.

Pradah                           -È stata aggredita anche lei, Sahib.

Drake                            - (si fa attento) Aggredita? Pradah -Si, sahib.

Drake                            -Quando?

Pradah                           -Non lo so, Sahib, ma...

Drake                            -Dov'è?

Pradah                           -Fuori.

Drake                            - (rapido, voltandosi da un'altra parte) Falla entrare.

Pradah                           -È irregolare, Sahib.

Drake                            -Falla entrare, Pradah Singh! È un ordine!

Pradah                           -...Sahib. (Suo malgrado Pradah Singh esce. Drake si muove per la scena con impazienza. Pradah Singh rientra spingendo la signora Bandanai da un gomito. La donna è ti­mida, ritrosa, si copre il viso con la mano. Pradah Singh, benché disapprovando, collabora in quel che segue)

Pradah                           -La signora Bandanai, Sahib.

Drake                            -Si accomodi, signora, prego. (Pradah Singh le dice in indiano di sedersi e la fa sedere, poi le mormora altre parole)

Drake                            -Non parla inglese?

Pradah                           -No, sahib. (Pausa) E preferirebbe non parlare af­fatto,Sahib.

Drake                            -Spiegale che non voglio farle del male. (Pradah Sin­gh traduce, disapprovando) Dille che un giovane ufficiale si trova... nei guai, e che io voglio aiutarlo. E che senza di lei non posso. (Pradah Singh traduce. Signora Bandanai parla in indiano. Pradah le risponde in tono secco) Drake           -Che cos'ha detto?

Pradah                           - Che non ne può più, Sahib. (Riprende a parlarle in indiano)

Drake                            -Dimmi cosa ti ha detto.

Pradah                           -Va bene. Ha detto "Perché dovrei aiutare quello sporco inglese? Per me può anche crepare"         - (Riprende a parlare indiano. Una pausa. In Drake si acuisce il senso di una ossessionante ribellione)

Drake                            -Chiedile se è vero che è stata aggredita. (Pradah riluttante,traduce.Bandanai,fredda:breverisposta.)

Pradah                           -È vero, Sahib.

Drake                            -Quando?

Pradah                           -Sahib, io...

Drake                            -Domandalequando. (Pradahtraduce.Bandanai risponde brevemente)

Drake                            -Cos'ha detto, Pradah Singh?

Pradah                           -Ha detto:circa sei mesi fa, Sahib.

Drake                            -Sei mesi fa! Chiedile chi è stato, Pradah Singh.

Pradah                           - (agitatissimo) Sahib...io...

Drake                            -Chiedile chi è stato! (Drake è ora esigente, incalzan­te, ma è anche sgarbato. Pradah riluttante pone la domanda. La signora Bandanai rifiuta di rispondere)

Pradah                           -Non vuole dirlo, Sahib.

Drake                            -Allora chiedile che cosa è accaduto.

Pradah                           -Sahib, non posso...

Drake                            -Chiediglielo!

(Pradah è infelice. Mormorio di paro­le. La signora Bandanai comincia il racconto spesso inter­rotto. Pradah Singh tradurrà, ma dapprima rimane ammuto­lito)

Pradah                           -La signora Bandanai si trovava nella camera di un ufficiale. Era stata con lui, Sahib. A letto con lui. (Pausa) Era sola. Lui aveva appena lasciato il bungalow. Era nuda. Sul letto. (Pausa) In quel momento è entrato un uomo... (Con­fuso) ...in rosso e oro; mi pare che abbia detto... (Drake è tur­bato) Ha detto... (La signora Bandanai è molto più esitante ora: in Pradah Singh cresce il disgusto e la ribellione) ...L'ha... L'ha costretta a scendere dal letto... a correre... a carponi per la stanza e a fare il verso del... L'uomo aveva una sciabola.

(La signora Bandanai tace di colpo. Drake ha lo sguardo fisso nel vuoto; sta finalmente cominciando a capire. È inor­ridito, incredulo)

Drake                            -Non...?

Pradah                           -È quel giuoco, Sahib. Come lo giuocano al Mess. Infilzare il cinghiale. Con la sciabola. Sul di dietro. Mentre il cinghialescappa...

Drake                            -Dio mio...!Non...Drake èturbato,disgustato. Sembra debba crollare. Pradah Singh calma la signora Ban­danai che mormora brevemente qualcosa) Pradah            -È quel giuoco, Sahib. Ne sono sicuro.

Drake                            -Ma chi... chi può averle fatto una cosa simile? (Pra­dah Singh le parla in indiano. La signora Bandanai risponde con una parola)

Pradah                           -Un inglese, Sahib.

Drake                            -Chi! Chiedile chi, Pradah Singh! Dille che devo saperlo! (Avvicinandosi di più) Dille che lo cercherò, quel­l'uomo, che lo farò smettere! Che non nasconderò la verità! (Scambio di parole tra Pradah Singh e la signora Bandanai, in indiano)

Pradah                           -Non può dirglielo, Sahib. La signora riceve una pensione dal Reggimento. Non può accusare un...

Drake                            -Pensione? Ma qui è in ballo la mia vita! (Afferra la signora Bandanai) La mia vita!! (Lei alza gli occhi sembra avere capito)

Signora Bandanai         -Scarlett. (Pradah Singh, in indiano le dice "Cosa?". Drake è allibito) Scarlett. (Pradah Singh prote­sta qualcosa in indiano)

Signora Bandanai         - (si alza, e urla) Scarlett!... (Si precipita fuori. Pradah Singh la chiama, ma è già sparita. Silenzio stupefatto)

Drake                            -Il capitano Scarlett...?

Pradah                           -Sì, Sahib. (Drake va lentamente verso la vetrina che contiene la tunica e le decorazioni di Scarlett)

Drake                            -Ma...

Pradah                           -Fu ucciso durante la grande Rivolta indiana Sahib.

Drake                            -È morto! (Breve pausa)

Pradah                           -Sì, Il Capitano Scarlett... è morto.

Drake                            - (conpaura e stupore) Che... cosa... ma che cosa sta succedendo?


ATTO TERZO

Scena prima

(IlProcesso.L'indomani.Mezzanotte.Millingtonaspetta, chiaramente preoccupato. Drake entra con un pacco avvolto in una carta che depone sul tavolino della Difesa. I due, ognuno a suo modo, sono in imbarazzo e a disagio)

Millington                     -Arthur, devo... devo parlarti...

Drake                            -Anch'io.

Millington                     -Ho riflettuto, vecchio mio, e... ehm...

Drake                            -Adesso so che hai detto la verità, Millington.

Millington                     -Come?

Drake                            -Sarai stato indisponente, ma non sei stato disonesto.

Millington                     -No. E poi, devo ammettere che quella donna non mi dispiace.

Drake                            -Millington. Voglio che tu abbia fiducia in me, per­ché questasedutasaràtutt'altro che piacevole, ma tu non dovrai aprir bocca, qualsiasi cosa accada... Millington        - (imbarazzato) È di questo che volevo parlarti...

Drake                            -Cioè?

Millington                     -Ascoltami, Arthur:stamattinaho montato a cavallo. Avevo fatto chiedere al Colonnello di poter ripro­vare a far muovere i suoi ponies...

Drake                            -Temo di non capire...

Millington                     -Lasciami finire. Il Colonnello mi ha fatto a-vere una risposta cosi concepita: "Il Colonnello invia i suoi saluti al tenente Millington e gli sarà grato se vorrà occupar­si delle sue bestie. Basta che stia attento a non perderle d'oc­chio". (Drake fa per parlare) Io voglio bene ai cavalli, Arthur... (Pausa) Non si dovrebbe mai frustare un cavallo. (Pausa) Mio padre non amava i cavalli.

Drake                            -Millington...

Millington                     -Vedi, Arthur, sono cose che esistono dentro di noi. E non possiamo sfuggire al nostro destino. Me ne so­no reso conto. Ciascuno di noi è destinato a un ruolo par­ticolare... (Drake ha lo sguardo altrove) Vedi, Arthur... Tu ti stai... Ti stai rovinando qui... Senza ragione... Io...

Drake                            -Tu non devi preoccuparti per me.

Millington                     -Mi preoccupò perché so cosa vuol dire per te restare qui.

Drake                            -No. No. Non credo che rimarrò...

(Entra Winters)

Winters                         -Aaaa-ttenti!

(Entra la Corte, Harper ultimo. Si dispongono tutti ai loro posti. Harper guarda furibondo Drake)

Harper                           -Prima di aprire l'udienza debbo dirle che ho sa­puto, signor Drake che lei ha convocato di nuovo il dottore.

Drake                            -Sì, signor Presidente.

Harper                           -È avvertita che il caso deve essere concluso sta­notte!

Drake                            -Lo sarà, signor Presidente. Glielo garantisco.

Harper                           - (Pausa) Sta bene.Potete sedere.

(Tuttiobbedi­scono)

L'udienza è aperta. Tenente Fothergill?

Fothergill                      - (si alza) Non ho altri testimoni da chiamare, signor Presidente. Ho qui le deposizioni scritte del Colon­nello, del maggiore Wimborne, del Maggiore Foster dei Lan­cieri e della signora Foster. (Sorriso acide) Presumo che il signor Drake vorrà accettarle.

Harper                           -Le accetta, signor Drake?

Drake                            - (si alza) Con pieno gradimento, signor Presidente.

Harper                           - (fa, un cenno del capo a Fothergill) Sta bene.

(Fo­thergill va verso Harper e gli porge una dichiarazione)

Fothergill                      -Signor Presidente. (Attraversa e porge a Dra­ke le altre deposizioni)

Drake                            -Grazie. (Con noncuranza le mette da un lato)

Fothergill                      -Per quanto riguarda l'accusa, il caso è chiu­so, signor Presidente.

Harper                           -Grazie, tenente Fothergill. (Fothergill siede) Si­gnor Drake.

Drake                            - (pausa) Chiamo il dottore, signor Presidente.

Harper                           -Tenente Hutton. (Hutton va alla porta e fa entra­re il dottore)

Hutton                          -Signor Dottore...

Dottore                         - (nervoso) Grazie, grazie. (Si inchina a Harper) Signor Presidente.

Harper                           -Mi duole di essere stato costretto a chiamarla di nuovo, dottore.

Dottore                         -Anche a me, signor Presidente, anche a me. Ma non importa.

Harper                           - (indica la sedia) Dottore, prego. (// dottore siede) Signor Drake...

Drake                            - (si alza) Signor Dottore... due notti fa le ho posto delle domande circa le lesioni riportate dalla signora Has­seltine.

Dottore                         -Ricordo.

Drake                            -Perché non ci ha detto, dottore che la signora era stataaggreditaconunasciabola?

Dottore                         -Con una sciabola?

Millington                     -Una sciabola?

Harper                           -Silenzio, tenente Millington. Che ha detto, signor Drake?

Drake                            -Signor Presidente. Sono pronto a comprovare coi fatti ogni dichiarazione, per quanto spiacevole, che farò du­rante l'udienza. Sono sicuro che lei, signor Presidente, non vorrà negare la evidenza dei fatti.

Dottore                         - (sbalordito) Non vedo come lei potrà riuscire a dimostrare che la signora Hasseltine sia stata aggredita con una sciabola, signor Drake...

Drake                            -Allora, lei non si oppone a questo mio tentativo?

Dottore                         -No certo!

Millington                     - (alzandosi) Ma io non avevo nessuna sciabola.

Harper                           -Silenzio, tenente Millington!

Drake                            -Fidati, ti ho detto. (Pausa) Signor Presidente...?

Harper                           -Continui pure.

Drake                            -Dottore. Il nome Bandanai non le dice nulla? La signora Bandanai?

Dottore                         -Sì, certo.

Drake                            -Ha avuto occasione di esaminarla?

Dottore                         -Sì.

Drake                            -Come mai, dottore? Forse era stata aggredita?

Dottore                         -Sì, ma...

Drake                            -In che modo dottore?

Dottore                         -Non posso rispondere a questa domanda. Com­porterebbeunainfrazionealsegretoprofessionale.

Drake                            -Allora mi permetta di facilitarle il compito, dot­tore. È stata aggredita con una sciabola, vero?

Dottore                         -È possibile.

Drake                            -È possibile? Grazie. Permetta che formuli meglio la mia domanda. È stata aggredita con la punta di una scia­bola?

Dottore                         -Sì... sì..., ma come le ho detto...

Drake                            -Le è famigliare l'espressione "segnare punto", dot­tore?

Dottore                         -Naturalmente.

Drake                            -Cosa vuol dire?

Dottore                         -Si riferisce al giuoco praticato qui al.Reggimento.

Drake                            -In che consiste?

Dottore                         -Sibraccauncinghiale distoppa.

Drake                            -A che scopo?

Dottore                         -Per infilzarlo con la punta della sciabola.

Drake                            -Infilzarlo dove, dottore?

Dottore                         -Non importa dove: è per colpire e segnare punto.

Drake                            -Ma lo scopo del giuoco non è quello di infilzare la bestia nella parte posteriore del corpo? Quella che pre­senta fuggendo?

Dottore                         -Ma si tratta di un cinghiale finto, signor Drake.

Drake                            -Ma il gioco non ha origine da uno sport praticato in campo aperto?

Dottore                         -Immagino di sì.

Drake                            -Con animali fìnti o con animali veri?

Dottore                         -Ma è... uno sport molto conosciuto, signor Drake. Si giuoca dappertutto.

Drake                            -Lochiamasport, leidottore? Infilzarel'ano di un animale vivo con una sciabola?

Dottore                         -È una insinuazione disgustosa!

Drake                           -Èungiuocodisgustoso,maèquellopraticato dal Reggimento, no?

Harper                           -No, signor Drake! Lei non...

Drake                           -SignorPresidente!Ledispiacerebbechiedereal dottore inqualepunto delcorpo èstata ferita lasignora Bandanai?

Dottore                         -Lei... Non vorrà mica...

Drake                            -Non affermo nulla, dottore, di cui non sia al corren­te e che non possa provare coi fatti.

Harper                           -Signor Drake...

Drake                            -Dico, signor Presidente, che qualcuno ha praticato il giuoco del Reggimento, con la signora Bandanai al posto del cinghiale.

Dottore                         -È atroce...!

Drake                            -Atroce. Ma le ferite erano esattamente consistenti conquesta forma diaggressione?

Dottore                         - (inorridito) Io...

Harper                           -La Corte esige una risposta alla domanda, dottore.

Dottore                         -Forse sì.

Drake                            -Grazie, dottore.

Dottore                         -Non mi è mai passato per la mente che...

Drake                            -Tre giorni fa lei ha esaminato la signora Hasseltine.

Dottore                         -Non c'è nessun rapporto tra i due casi.

Drake                            -Nessuno, dottore?

Dottore                         -Nessuno.

Drake                            -E questo?

Dottore                         -L'abito della signora Hasseltine.

Drake                            -Appunto, dottore. È l'abito che indossava quando fuaggredita.L'hoottenutodall'ospedale.L'inservientein­diana cui era stato dato ordine di bruciarlo ha ritenuto l'a­bito troppo bello e non lo ha fatto. Può constatare che la gonna è intrisa di sangue.

Dottore                         -Beh, la signora è stata ferita...

Drake                            -Dove, Dottore?

Dottore                         -Alla coscia.

Drake                            -Molto in alto?

Dottore                         -Alla coscia, signor Drake.

Drake                            -Non alla natica?

Dottore                         -Ho già detto...

Drake                            - (mostrando la gonna) Più o meno a questo punto?

Dottore                         -Beh, sì.

Drake                            -E questo, come lo definirebbe, dottore?

Dottore                         -Sembra uno strappo.

Drake                            -Uno strappo? Non le sembra un taglio netto, un taglio praticato dalla punta di una lama penetrata nel tessuto?

Dottore                         -Sinceramente, non saprei...

Drake                            -Dottore...

Harper                           -Esaminiamo il vestito.

Drake                            -Sì, signor Presidente... (Va al fondo)

Millington                     - (si alza)     -Maionon l'hoaggredita conla sciabola!

Drake                            -Nessuno lo suggerisce. (Harper guarda Drake, poi Millington)

Harper                           - (con voce bassa, decisa) Si sieda. (Millington siede. Harper esamina per qualche istante il taglio nel vestito; è un momento grave per Harper e Drake se ne rende per­fettamente conto) Non c'è dubbio, dottore, il taglio è stato causatodalla punta di unasciabola.

Dottore                         -Io ho esaminato la signora non il vestito. (A di­sagio) Non avevo motivo di supporre...

Drake                            -Bene, ora che motivo esiste, mi consenta di chie­derle se le ferite, in entrambi i casi, fanno pensare a tentati­vi della stessa forma di aggressione, da parte della stessa persona? (Pausa)

Dottore                         -Ma a signora Hasscltine ha identificato il suo aggressore!

Drake                            -E la signora Bandanai invece no?

Dottore                         -No. La signora Bandanai invece no.

Drake                            -Lo ha fatto ora, dottore. (Un silenzio) Crede an­corachesitrattididuecasidiaggressioneisolati, senza rapportotraloro?

Dottore                         -No. Ora penso che è possibile che i due casi...

Drake                            -Grazie, dottore. (Pausa)

Dottore                         -Ma non ci avevo mai pensato, signor Drake. Non avevo motivo di dubitare della parola della signora Hasseltine.

Drake                            -Quand'è che ha esaminato lasignoraBandanai?

Dottore                         -Circa sei mesi fa.

Drake                            -Sei mesi?

Dottore                         -Sì.

Drake                            -Si rende conto, vero, dottore che il tenente Mil­lington non era qui sei mesi fa? Dottore          -Certo.

Drake                            -Per cui, se le due aggressioni sono state perpetrate dallastessapersona,dobbiamoescluderechesitrattidel tenente Millington?

Dottore                         -Ora mi rendo conto.

Drake                           -Grazie,dottore.

Harper                           -Signor Drake...

Drake                            -Signor Presidente. È mia convinzione che la notte del diciassette la signora Hasseltine sia stata aggredita non una volta, ma due. Una prima volta dal tenente Millington, se quel patetico tentativo può considerarsi aggressione, e una seconda volta da un altro individuo dopo aver colpito e fat­to perdere i sensi al tenente Millington con l'elsa della stessa sciabola.

Harper                           -Chi era?

Drake                            -Forse il dottore può aiutarci. Come arrivò all'ospe­dalelasignoraBandanai,dottore?Accompagnata?

Dottore                         -Sì.

Drake                            -Da un ufficiale del Reggimento?

Dottore                         -Non credo di essere obbligato a rispondere.

Harper                           -La Corte glielo ordina, dottore.

Dottore                         -Ebbene. Sì.

Drake                            -Da un ufficiale di questo reggimento.

Dottore                         -Sì.

Drake                            -È disposto a dirci chi? Dottore     - (si alza) No.  

Harper                           - (si alza) Dottore...

Dottore                         -Capitano Harper. Sono stati oltrepassati di gran lunga i limiti della vostra inchiesta. Mi rifiuto di rispondere a ulteriori domande.

(Il dottore esce adirato. Harper rimane in piedi, profondamente scosso. Osserva il vestito. Lentamen­te si siede)

Harper                           -Il dottore ha ragione, signor Drake.

Drake                            -Signor Presidente, prima che lei informi il Colon­nello, e mi rendo conto che dovrà farlo, mi autorizzi a chia­mare di nuovo il maggiore Roach che è pronto a testimoniare.

Harper                           -Il maggiore Roach è... al corrente?

Drake                            -È stata l'ultima persona che ha visto lasignora Hasseltine primadell'aggressione.

Harper                           - (una pausa. Annuisce) Proceda pure.

Drake                            -Grazie, signor Presidente. (Siede di nuovo)

Harper                           -Tenente Hulton. (Harper fa un cenno a Hutton. Huttonesce.L'espressione di tulli oraè cambiala:soggio­gata,incerta)

Drake                            - (si alza) Signor Presidente. Dovrò iniziare l'interro­gatorio del maggiore Roach con un argomento che a questa Corte potrà apparire irrilevante. Le sarò grato se vorrà per­mettermelo. (Harper annuisce, di nuovo. Hutton introduce Roach)

Hutton                          -Signor Capitano.

Roach                            -Grazie, tenente Hutton.

Harper                           -Maggiore Roach... si sieda, prego.

Roach                            -Grazie. (Siede)

Harper                           -Signor Drake.

Drake                            -Maggiore Roach. Vorrei farle qualche domanda sul Capitano Scarlett.

Roach                            - (indicando conla testa) JohnScarlett?

Drake                            -Sì, l'ufficiale la cui giubba è in quella vetrina.

Roach                            -Cosa desidera sapere, signor Drake?

Drake                            -Come è morto.

Roach                            -L'episodio della sua morte fa parte della storia del Reggimento.

Drake                            -Temo di non ricordarne esattamente i particolari, signor Maggiore.

Roach                            -Dovrebbe, signor Drake, dovrebbe.

Drake                            -Sissignore.

Roach                            -Mmmm, ecco:John Scarlett, il maggiore Wimbor­ne ed io eravamo giovani sottotenenti, insieme. Alla battaglia di Ratjapuhr, Scarlett ed io fummo fatti prigionieri. Il mag­giore Wimborne, appena lo seppe riunì un gruppo di volon­tari per venire a liberarci, ma non sapeva che Scarlett ed io eravamo stati separati, di circa 300 metri l'uno dall'altro. Il caso volle che io venissi liberato per primo. Successivamente raggiungemmo la località dove era stato prigioniero Scarlett, ma troppo tardi. Scarlett era già morto. Drake          -Morto come,esattamente, signor maggiore?

Roach                            -Scorticato, signor Drake. Scorticato vivo.

Drake                            -Ma... era... riconoscibile, signor Maggiore?

Roach                            -Beh, il volto era orrendamente deturpato, natural­mente, e ilsuocorpo... era stato mutilato.Gliocchi e la lingua erano stati strappati... il sesso asportato...

Drake                            -Ma era proprio il capitano Scarlett?

Roach                            -Senzailminimodubbio.

Harper                           -Signor Drake.

Drake                            -Sì, signor Presidente. (A Roach) Mi voglia scusa­re, maggiore Roach.

Roach                            -Di che?

Drake                            -Edoravorreitornareallanottedeldiciassette, signor maggiore. (Prende i fogli)Lei ha dichiarato di aver visto la signora Hasseltine con il tenente Millington nel chio­sco e di averla vista svincolarsi da lui e avviarsi tra gli alberi in questa direzione.

Roach                            -Esatto.

Drake                            -E dopo, cosa successe?

Roach                            -Beh, lo sa anche lei, signor Drake.

Drake                            -Voglio dire:tra il momento in cui la signora si allontanò e il momento in cui si mise a gridare.

Roach                            - (confuso) Non credo che sia accaduto nulla, signor Drake.

Drake                            -Lei cosa fece?

Roach                            -Oh. Beh, avevo fretta di compiere il mio ultimo giro di ispezione, come le ho già detto. Nel primo giro ave­vo trovato le sentinelle poco all'erta. Succede, quando ci so­no queste feste.

Drake                            -E cosi lei ha continuato il suo giro?

 Roach                           -Sì. Stavo per raggiungere il perimetro, se mi ricor­do bene... No, no... lo avevo già raggiunto quando ho sen­tito gridare...

Drak                              -Lei, in quel momento, non poteva vedere la signora Hasseltine, vero, maggiore Roach?

Roach                            -No, come le ho già detto non avevo ritenuto l'in­cidente tanto grave da dover intervenire.

Drake                            -Alloracosahafatto, maggioreRoach?

Roach                            -Sono corso qui.

Drake                            -Mentre correva non ha visto nessuno tra gli al­beri, o uscire dal bosco?

Roach                            -Non credo... Ah, sì:il maggiore Wimbornc mi ha sorpassato. Correva.

Drake                            -Il maggiore Wimborne?

Roach                            -Sì. E il tenente Boulton e il tenente Winters...

Drake                            -Non le sembrò che qualcuno di essi venisse dalla direzione del chiosco? Nondalla parte dove siballava, ma dalla sua destra?

Roach                            -Non credo, signor Drake, no... Eppure, per quan­to strano possa sembrare...

Drake                            -Dica, dica.

Roach                            -No, no. È troppo assurdo...

Drake                            -Dica, dica. Può essere importante.

Roach                            -Ne dubito. È solo che... Quando mi inoltrai per la prima volta tra gli alberi e li sentii parlare - loro due - eb­bi la strana impressione di non essere solo, e di essere sor­vegliato da qualcuno.

Drake                            -Da un'altra persona, vuol dire.

Roach                            - (alza gli occhi,sorride)     -Èridicolo,inverosimile, lo so. Ma succede spesso di notte. Non ha idea dei colpi che vengon sparati contro le ombre.

Drake                            -Lo immagino, ma... lei comunque ha avuto questa impressione?

Roach                            -Per un attimo, sì. Una impressione nettissima.

Drake                            - (attento) E non ha idea... di chi... fosse?

Roach                            - (sorride)    -Nonc'eranessuno,signorDrake.Era un'ombra, le dico. Non vi avrei nemmeno accennato, ma lei mi ha posto la domanda...

Drake                            -Vede, signor maggiore: è stato accertato che quel­la notte la signora Hasseltine è stata aggredita una seconda volta.

Roach                            -Due volte!?

Drake                            -Sì, e con violenza. Roach -Dal tenente Millington, vuol dire?

Drake                            -Nossignore, da qualcun altro.

Roach                            -Da qualcun altro...? (Veramente in angoscia)

Drake                            -Sissignore.

Roach                            - (veramente angosciato per il suo amatissimo Reggimen­to, si alza) È proprio sicuro di questo?

Drake                            -Sissignore:posso provarlo.

Roach                            -Ma da chi?

Drake                            -Questo deve essere ancora accertato.

Roach                            - (sì volta) Il Colonnello è stato informato, capitano Harper?

Harper                           - (si alza) Sto per farlo, maggiore Roach.

Roach                            - (energico) Deve farlo immediatamente.

(Il Colon­nello entra in sala. Emozione generale)

Harper                           -Colonnello!

(Tutti si alzano. Pausa. Il Colonnello viene avanti e si guarda attorno lentamente. Rabbia imperio­sa e disappunto)

Colonnello                    -Signori. Arrivo e cosa scopro? Un processo in corso che implica i miei ufficiali più giovani: un processo che ha oltrepassato di tanto i limiti di una ragionevole auto­rità in una situazione come questa da colpire addirittura nel cuore la nostra compagine. Non ho bisogno di esprimervi il mio disappunto. Disappunto, e profondo rammarico. Se c'è una qualità sopra tutte le altre che contraddistingue un ufficiale e un gentiluomo è l'assoluta lealtà. Mi avete capito? Lealtà. (Mormorio di assenso: "Colonnello", "Colonnello") Sia bene. Ora voi tornate pure ai vostri alloggi. Immediata­mente e in silenzio. Lei, capitano Harper, rimanga qui.

Harper                           -Colonnello.

Colonnello                    -Anche lei, tenente Drake.

Drake                            -Colonnello.

Colonnello                    -Gli altri si presentino qui domattina alle otto. Questo è tutto.

(Escono salutando sull'attenti: "Colonnello", ecc. La Corte scompare)

Colonnello                    -Vuol essere così gentile da attendermi nel mioufficio,Lionel.Dovròparlarle.

Roach                            -Comandi, Colonnello. (Esce. Pausa)

Colonnello                   -Dileicioccuperemodomattina,capitano Harper.

Harper                           -Comandi, Colonnello.

Colonnello                    -Mi è stato riferito che lei, questa notte, te­nente Drake, ha formulato qua dentro una accusa talmente grave, cosioffensiva nelle sue implicazioni, che non posso credere che il dottore abbia capito bene.

Drake                            -Colonnello...

Colonnello                    -Non replichi, tenente Drake. Le è stato con­cesso il privilegio di entrare a far parte di questo Reggimento che vanta il massimo onore e la massima integrità. Un Reggi­mento la cui storia e le cui tradizioni traggono origine nel lontano passato, molto al di là della vita di un uomo... E lei ha scelto di ripagare questo privilegio che le è stato con­cesso più che altro in memoria di suo padre, un uomo per il quale io nutrivo il più alto rispetto, con un insulto cosi... intollerabile... così... offensivo...

Drake                            -Chiedo la parola, Colonnello.

Colonnello                    -Nossignore! Lei non ha nulla da dirmi. Riesco a malapena a rivolgerle la parola. Mi è persino diffìcile con­cepire che lei sia figlio di suo padre.

Drake                            -Colonnello, nessuno è mai arrivato qui con uno zelo maggiore del mio. Nessuno ha mai avuto per lei il ri­spetto che ha avuto mio padre, che spesso si esprimeva nei suoi confronti in termini difficilmente da lui usati per altre persone. Ma ciò che io ho allegato, Colonnello, riguarda fatti di cui posso provare la verità.

Colonnello                    -Lei non può provare una cosa impossibile.

Drake                            -Mi dispiace Colonnello, ma...

Colonnello                    -Nessun ufficiale, in questo Reggimento, sareb­be stato capace di... (Il Colonnello lotta per respingere qual­cosa che colpisce alla base le premesse di tutta la sua vita) Che fine ha fatto il suo onore, tenente Drake? Il suo senso di dignità?

Drake                            -Non posso... accettare... che il mio onore serva da schermo al disonore altrui, Colonnello.

Colonnello                    -Non c'è stato nessun disonore, tenente Drake.

Harper                           -Colonnello... Colonnello   -Nossignore.

Drake                            -La prego di chiedere al Capitano Harper, Colon­nello...

Colonnello                    -Disapprovo il comportamento del Capitano Harper, in questa faccenda, quanto il suo, tenente Drake.

Harper                           -Permette, Colonnello.

Colonnello                    -Dica pure.

Harper                           -So di essere giustamente rimproverato.

Colonnello                    -Lo è capitano Harper.

Harper                           -Ma sul mio onore, posso dire solo di essere fer­mamente convinto che il tenente Drake ha ragione.

(Pausa. Il Colonnello è scosso)

Colonnello                    -Come ha detto?

Harper                           -Vi sono fatti, Colonnello, che non possono essere negati.

Colonnello                    -Fatti?

Harper                           -Sì, Colonnello.

Colonnello                    -Lei mi parla di fatti?

Harper                           -Sono convinto, Colonnello, che l'abito della signo­ra Hasseltine è stato lacerato dalla punta di una sciabola.

Colonnello                    -Non sto parlando di vestiti...

Harper                           -E il dottore stesso ha confermato che anche la signora Bandanai era stata aggredita.

(Pausa. Il Colonnello sa che è la verità; sa anche che la cosa gli era stata tenuta nascosta)

Colonnello                    -È una storia in cui dovrò vederci chiaro.

Drake                            -Colsuo permesso, Colonnello, quando è che lei ha sentito parlare per la prima volta dell'aggressione della signoraBandanai?

Colonnello                    -è cosa che non la riguarda.

Drake                            - (lo fa con ripuganza) Ma se le hanno nascosto la verità una volta Colonnello...

Colonnello                    -Nessuno mi ha mentito. Nessuno mente tra noi. E un gentiluomo non lo mette in dubbio l'onore di un altro gentiluomo,tenente Drake!

Drake                            -Aggredirà di nuovo, Colonnello.

Colonnello                    - (pausa) Come ha detto?

Drake                            -Un uomo che ha aggredito due volte aggredirà una terza, Colonnello. Vi sono delle signore fra noi e hanno bisogno della sua protezione.

Colonnello                    -Lei non mi ha convinto... Non può essere stata l'opera di un uomo solo... tanto meno di un ufficiale del mio Reggimento.

Drake                            -Credo di poterglielo provare, col suo permesso, Colonnello.

Colonnello                    -Come?

Drake                            -Chiamando di nuovo la signora Hasseltine. Colon­nello.

Colonnello                    -Vuol forse suggerire che io permetta che questo processo continui?

Drake                            -Suggerisco semplicemente, e con tutto il rispetto, Colonnello, che il modo migliore di servire lei e il Reggi­mento è di concludere il caso in questa sede dove solo io, se avrò sbagliato, dovrò' subirne le conseguenze, piuttosto che affrontare un procedimento pubblico che lei sarebbe obbli­gato a ordinare, Colonnello. (Il Colonnello lo guarda.

Una pausa)

Colonnello                    -Lei, per questo, è disposto a mettere in gioco ilsuoonore?

Drake                            -Non ho altro mezzo per riabilitarmi ai suoi occhi eaquellidelReggimento.

Colonnello                    -Vedo. (Pausa) E lei, Capitano Harper? È disposto a giocarsi dodici anni di servizio sull'esito di que­sto processo?

Harper                           - (pausa) Debbo mantenere quello che ho già detto, Colonnello.

Colonnello                    -Bene, signori. Non mi resta altra alternativa. Vi concedo ventiquattr'ore di tempo per provare che la vo­stra teoria è esatta. Se non ci riuscirete non vi aspettate di rimanere nel Reggimento. Naturalmente anch'io presenzierò. A domani notte.

Harper                           -Sì, Colonnello.

Colonnello                    - (breve pausa) Buona notte. (Esce)

Harper                          -Buonanotte,Colonnello. (Unapausa.Harper raccoglie le sue carte) Abbiamo ferito un uomo che ammi­ro moltissimo.

Drake                            -Non c'era altra alternativa.

Harper                           -Spero che lei sia convinto che io non ne sapevo nulla.

Drake                            -Sì, certo. Grazie per avermi appoggiato. Capitano Harper.

Harper                           -L'onore del Reggimento va difeso a qualsiasi co­sto.

Drake                            -Sì.

Harper                           -Bene, buonanotte. Drake -Buonanotte, signor Capitano.

Harper                           -Buonanotte. (Esce.

Drake teso, stanco, dopo un istante va ad osservare da vicino la vetrina che contiene la tunica del capitano Scarlett. Gli balena un'idea. Si volta len­tamente, guarda il vestito abbandonato sul tavolino della difesa, si avvicina, prende il vestito vede le deposizioni; le accartoccia ed esce. Le luci si abbassano e si riaccendono)

Scena seconda

(La notte successiva, le ventitré e trenta, circa. Pradah Singh e un servitore stanno disponendo tre sedie in più sulla scena. Wimborne, ufficiale di Settimana, armato di sciabola, entra accigliato, irritato, preoccupato. Il servitore esce)

Wimborne                     -Un whisky, Pradah Singh...

Pradah                           -Mi dispiace ma non è permesso, Sahib.

Wimborne                     -Ma che storie!

Pradah                           -Il Colonnello ha ordinato che il bar resti chiuso dopoilpranzo,Sahib.

Wimborne                     - (guardando da un'altra parte) Accidenti...

Pradah                           -Sarà presente anche il Colonnello, stanotte, Sahib.

Wimborne                     -Lo so, grazie, Pradah Singh.

Pradah                          - (pausa)      -Sahib... (SullaverandaarrivaMarjorie Hasseltine)

Hasseltine                    -Alastair...Alastair...

Wimborne                     - (risalendo la scena) Che cosa fa qui?

Hasseltine                     -Devo parlarle.

Wimborne                     - (a Pradah Singh) Fai in modo che nessuno ci disturbi, PradahSingh.

Pradah                           -Sahib. (Va all'ingresso. Wimborne attende che Pradah Singh sia uscito. Tutta la scena è impostata sulla ne­cessità di far presto e in segreto)

Wimborne                     -Ma che diavolo è successo? Lei non dovreb­be essere qui.

Hasseltine                     -Mi hanno convocato, di nuovo.

Wimborne                     -Anche me.

Hasseltine                     -Anche lei!?

Wimborne                     -Sì.

Hasseltine                     -Vuoldire che losanno.

Wimborne                    - (guardandoaltrove) -Per l'amor del cielo...!

Hasseltine                     -Ne sono sicura, Alastair.

Wimborne                     -Abbassi la voce. Marge, gliel'ho detto, non de­ve perdere la testa se no... Hasseltine    -Ci sarà anche il Colonnello!

Wimborne                     -Lo so. (Preoccupato) Si tratta della solita pro­cedura,nientedipiù.

Hasseltine                     - (guardando altrove) Oh, Alastair, non sia così ingenuo!

Wimborne                     -Mi vuole ascoltare? Nessuno sa niente. E nessuno scoprirà niente, purché lei non parli. (Si allontana da lei. Pausa)

Hasseltine                     -Non credo che ce la farò ancora per molto.

Wimborne                     -Che diavolo intende dire?

Hasseltine                     -Sono già stata umiliata una volta, per causa sua, Alastair. Non intendo essere umiliata di nuovo!

Wimborne                     -Non dimentichi, Marge, che lei è l'ultima per­sona che può permettersi di dire la verità. Non lo dimentichi!

Hasseltine                     -Non capisco.

Wimborne                     -Lei a noi deve tutto, Marge. Casa, servitori, tutto quello che ha. Senza il Reggimento lei cosa è? Niente.

Hasseltine                     -Ah. Grazie. Grazie per ricordarmi qual è il mio posto, in questa comunità...

Wimborne                     -Marge... mi dispiace...

Hasseltine                     -...E nella stima.

Colonnello                    - (fuori) Sta bene. Signori, sono pronto.

Wimborne                     -Si allontani... presto.

(Wimborne esce dalla sala da gioco, la signora Hasseltine dalla veranda. Il Colonnello entra con il Maggiore Roach e il dottore e raggiungono le se­die supplementari. Drake e Millington entrano. Drake ha di nuovo un pacco)

Drake                            - (sull'attenti) Colonnello.

(Drake e Millington van­no ai loro posti. La Corte entra in fda e si dispone come nelle altre sedute;Harper arrivaultimo.Un silenzio)

Harper                          -Seduti,prego,signori. (Siedono)Lasedutaè aperta.SignorDrake.

Drake                            - (si alza) Chiamo la signora Hasseltine, signor Pre­sidente.

Harper                           -Tenente Hutton. (Hutton esce.Un silenzio pro­fondo.Attesaleggermente prolungata.QuindiHutton rien­tra con la signora Hasseltine. Solo Harper si alza. La signo­ra Hasseltine guarda in giro gli ufficiali)

Hutton                          -Signora...

Harper                           -Signora, prego, si sieda.

Hasseltine                     -Grazie. (Siede)

Harper                           -Signor Drake.

Drake                            - (si alza) Signora Hasseltine. Durante il primo in­terrogatorioleihadichiaratodiesserestataaggredita dal tenente Millington... di averlo colpito con... qualcosa... e di essere corsa via per paura di essere aggredita di nuovo. Hasseltine       -Si.

Drake                            -Desideraaggiungere qualcosaalla sua deposizio­ne, signora?

Hasseltine                     -No.

Drake                            -Desidera ritrattare qualcosa?

Hasseltine                     -No.

Drake                            -Ne è ben certa?

Hasseltine                     -Sì.

Drake                            -Mmm. (Drake si china dietro la sedia di Millington e raccoglie il pacco che aveva posato per terra entrando. Lo apre e si alza solo dopo avere preso il vestito dalle spalle e averlo sollevato) Lo riconosce, signora Hasseltine? (È un colpo terribile per la signora Hasseltine. Lo fissa, muta) Mmm? (Pausa) La inserviente indiana lo ha ritenuto troppo bello per bruciarlo. (Spiegando la gonna) La prego: osservi la gonna, signora. (La signora Hasseltine fissa il vestito, e la parte della gonna. Guarda intorno, la Corte)

Drake                            -Hogiàspiegato aquestaCorte il significato di  questi tagli causati dalla punta di una sciabola, signora Hasseltine.

Hasseltine                     -Non capisco.

Drake                            -Va bene. (Posa il vestito sul tavolino, le va vicino) Le dispiace guardare dietro di lei, signora Hasseltine...

Hasseltine                     -Come!?

Drake                            -Si volti. Guardi dietro di lei.

Hasseltine                     -Perché?

Drake                            -Ha paura? (La signora Hasseltine lentamente si volta. C'è qualcosa di agghiacciante in tutto questo)

Drake                            -Che cosa vede?

Hasseltine                     -...La spianata.

Drake                            -E più a sinistra?

Hasseltine                     -...QuestaCorte.

Drake                            -E più a sinistra ancora?

Hasseltine                     -...Una parete.

Drake                            -Non vede altro, signora Hasseltine? (Pausa) Eb­bene...?

Hasseltine                     -...Una vetrina.

Drake                            -E nella vetrina?

Hasseltine                     -...Una giubba militare.

Drake                            -Appartenente...? (La signora Hasseltine fa il ge­sto, quasi con stanchezza, di portarsi la mano al capo; ab­bassa la mano, si volta lentamente verso Drake)

Hasseltine                     -...Lei sa?

Drake                            - (con tatto) Sì. So chi era là, quella sera... (La si­gnora Hasseltine abbassa il capo) Non voglio tormentarla, signora Hasseltine, voglio solo che lei dica la verità. Vorrà farlo?

Hasseltine                     - (annuisce) ... Sì.

Drake                            -Lei è stata aggredita dal Capitano Scarlett?

Hasseltine                     -Sì.

Drake                            -Miscusi...signora.

Colonnello                    -Tenente Drake...

Drake                            -Col rispetto dovuto, Colonnello, credo che fra un momento tutto sarà chiaro, purché lei ci permetta di con­tinuare.

Colonnello                    -Sta bene.

Drake                            -...Devo chiederle, anzitutto, signora, se il tenen­teMillingtonl'harealmenteaggredita.

Hasseltine                     - (quasi divertita) No!Quello non è iltipo che aggredisce, signor Drake.

Drake                            -Non le è saltato addosso o...

Hasseltine                     -È stato lui che mi ha supplicato di gridare. È stato lui che mi ha chiesto di accusarlo. È un uomo in­capace di fare del male.

Drake                            -...Haancoraintenzionediaccusarlo?

Hasseltine                     -Di cosa? Di avere una innata gentilezza d'a­nimo?

Drake                            -Lagentilezzad'animonon èun delitto.

Hasseltine                     -Se lei la pensa così, signor Drake, si troverà male in questo reggimento. Il tenente Millington è l'unica personadianimogentilechehoconosciutointantianni trascorsi qui.

Drake                            -Allora ritira l'accusa?

Hasseltine                     -La ritiro.

Drake                            -Nessun'altralagnanza,signoraHasseltine?

Hasseltine                     -Nessuna.

Drake                            -Grazie, signora Hasseltine. E ora mi dica qual­cosa sulla notte del diciassette...

Hasseltine                     - (parla, come a scatti) Apparve... cosi all'im­provviso ...dalla oscurità. Mi chiama per nome... Non aveva volto. Le luci... dalla spianata... non... non aveva volto... (As­solutamente calma)

Drake                            -Aveva una spada?

Hasseltine                     -Cercai di fuggire... Ma caddi. Lui... mi ferì. E poi... midisse...

Drake                            -...Cosa le disse, cosa le disse...?

Hasseltine                     -Si mise a ridere e disse: "Segnato punto, Margel Un punto buono...” (Si copre il volto con la mano, ma senza piangere;il Colonnello abbassa il capo)

Drake                            -Mi dispiace dover insistere, signora, ma lei deve dirci chi era.

Hasseltine                     -Non lo so chi era.

Drake                            -Ma lei deve saperlo se...

Hasseltine                     -Non lo so, signor Drake.

Drake                            -Allora... perché ha accusato il tenente Millington?

Hasseltine                     -Dovevo accusarequalcuno.

Drake                            -Perché? A meno che lei abbia riconosciuto il suo aggressore e non le sia convenuto rilevarne il nome.

Hasseltine                     -Sapevosoltantoquelloche...

Drake                            -...quello che il maggiore Wimborne credette bene di farle dire.

Hasseltine                     -Non ho più niente da dire. Niente!

Drake                           -Ma...lavoce,signoraHasseltine.Devepur aver riconosciuto la voce.

Hasseltine                     -Era la voce di John Scarlett...

Drake                            -Ma...

Hasseltine                     - (con tono ironicamente rilassalo) Chi è sta­to non ha importanza. Non l'ha ancora capito, signor Dra­ke? Sono tutti uguali:stupidi e crudeli:trattano donne e animali come...comeoggetti... cose...

Drake                            - (imbarazzato) Signora...

Colonnello                    - (si alza) Signora Hasseltine,' lei è fuori di sé.

Hasseltine                     - (si alza) Colonnello. Lei ancora non cono­sce i suoi ufficiali. Sono tutti dei John Scarlett. Tutti, sen­za eccezione.

Colonnello                    -Basta così, signora Hasseltine.

Hasseltine                     -Sì. (Annuisce)Oh, sì!(Fa per uscire)Ci ho messo anche troppo ad ammettere quello che ho sem­presaputo:che sietetuttifeccia. (Esce.Silenzio)

Colonnello                    -Tenente Drake. Ci spieghi.

Drake                            -Colonnello. In questo Reggimento, c'è un ufficiale che aggredisce le donne indossando la divisa usata finoa pocodopolagranderivoltaindiana.

Colonnello                    -Non è possibile, tenente Drake.

Drake                            -È così, Colonnello. Ce lo ha confermato la signora Hasseltine.

Colonnello                   -Nessunoindossavaquelladivisalanotte deldiciassette...

Drake                            -No, Colonnello.

Colonnello                    -E allora?

Drake                            -A quanto pare non è sempre necessario.

Colonnello                    -Necessario per cosa?

Drake                            -Per impersonificare John Scarlett.

Colonnello                    -Impersonificare John Scarlett per cosa?

Drake                            -Col suo permesso, Colonnello, vorrei interrogare il maggiore Wimborne.

Colonnello                    - (pausa) -Procedapure. (Sisiede)

Harper                           -Tenente Boulton.

(Silenzio. Boulton esce, rientra col maggiore Wimborne che pur mostrandosi arrogante, non è sicuro di quanto può aver detto la signora Hasseltine)

Boulton                         -Da questa parte, signor maggiore.

Wimborne                     -Cristo, era ora! (Si avvicina)

Harper                           -Sisieda,signor maggioreWimborne.

Wimborne                     -Grazie. (Siede) Dunque?

Harper                           -Signor Drake. (Drake non è intimorito dalla arro­ganza di Wimborne perché anche lui è disposto alla lotta; è molto controllato)

Drak                              -Maggiore Wimborne. Cosa è successo alla signora Bandanai?

Wimborne                     -Come vuole che lo sappia, io?

Drake                            -Sei mesi fa la signora Bandanai fu aggredita in una maniera molto strana, e fu lei a portarla all'ospedale.

Wimborne                     -Davvero?

Drake                            -È stato veduto maggiore Wimborne.

Wimborne                     -Da chi?

Drake                            -Dai picchetti.

Wimborne                     -Ah... indigeni...

Drake                            -Edaldottore.

Wimborne                     -...Lo ha dichiarato lui?

Drake                            -Nega?

Wimborne                     -Perché dovrei negare?

Drake                            -Allora fu lei a portarla all'ospedale.

Wimborne                     -Va bene, va bene, l'ho fatto.

Drake                            -Cosa era accaduto?

Wimborne                     -L'avevo trovata...

Drake                            -Dove?

Wimborne                     -Che importanza ha dove?

Drake                            -Nelsuo bungalow,maggiore Wimborne? - (Breve pausa) È là che lei l'ha trovata?

Wimborne                     -E anche se fosse?

Drake                            -Cosa ci faceva da lei la signora Bandanai?

Wimborne                     -Non ne ho la più pallida idea.

Drake                            -Non le aveva chiesto di passare la serata da lei?

Wimborne                     -...Non è un delitto.

Drake                            -Non ho detto che lo sia, maggiore Wimborne.

Wimborne                     -Sì. Sì, glielo avevo chiesto.

(Il Colonnello reagi­sce con una mossa)

Drake                            -Allora lei non l'aveva "trovata". O era forse uscito a fare due passi?

Wimborne                     -Ero andato a fare il giro dei picchetti.

Drake                            -Dei picchetti?

Wimborne                     -Ero l'ufficiale di Settimana.

Drake                            -Vedo. E rientrando trovò che la signora Bandanai era stata aggredita.

Wimborne                     -Esatto.

Drake                            -Aggredita in che modo?

Wimborne                     -Non lo... Non ero presente.

Drake                            -Perdeva sangue?

Wimborne                     -C'era del sangue sul pavimento.

Drake                            -Da dove proveniva?

Wimborne                     -Non lo so. Non la esaminai, la portai subito all'ospedale. (Breve pausa)

Drake                           -FecerapportoalColonnellodell'aggressione,si­gnor maggiore?

Wimborne                     -...No.

Drake                            -Perché non lo fece?

Wimborne                     -Non lo ritenni necessario. Non mi sembrò il caso di... di sollevare una questione per... per una...

Drake                            -...donna indigena?

Wimborne                     -Appunto.

Drake                            -E così, per evitare un guaio allora, ne ha procurato unaltroadesso.

Wimborne                     -Come sarebbe a dire?

Drake                            -Lei sa che la signora Hasseltine è stata aggredita.

Wimborne                     -È stata una cosa del tutto diversa.

Drake                            -Non credo, signor maggiore. E neppure il dottore lo crede. E neppure la stessa signora Hasseltine.

Wimborne                     -Non ci credo.

Drake                            -Entrambi hanno testimoniato dinanzi a questa Cor­te, maggiore Wimborne. La signoraHasseltine è andata più oltre. Ha identificato il suo aggressore.

Wimborne                     -...Il tenente Millington.

Drake                            -Nossignore. Il Capitano John Scarlett.

Wimborne                     -Ma è ridicolo! Scarlett è morto!

Drake                            -Non è morto, maggiore Wimborne.

Wimborne                     -Beh, dovrei saperlo, no! Ne ho portato indietro le spoglie!

Drake                            -Precisamente.

Wimborne                     -...E allora!

Drake                            -Io stesso mi sono chiesto che tipo di uomo poteva essere il responsabile di simili aggressioni. Secondo me sono opera di un appassionato di un certo genere di sport. Lei non crede?

Wimborne                     -Lo domanda a me?

Drake                            -Chi è qui il campione di "segnar punto", maggiore Wimborne?

Wimborne                     -Non vi sono campioni.

Drake                            -Diciamo, allora:chi è il caposquadra? Chi è il migliore? Quello che ha maggiormente contribuito alla vitto­ria finale contro il Reggimento dei Lancieri?

Wimborne                     -Io.

Drake                            -Per l'appunto, maggiore Wimborne. Si potrebbe quasi dire che lei epitomizza tutto quanto c'è di più ammi­rato in questo Reggimento. Lei è intrepido, audace, aggressivo. Wimborne         - (con divertito stupore) Non penserà mica che sia stato io?

Drake                            -Perché no, maggiore Wimborne?

Wimborne                     -Io!?

Drake                            -Vorrei sapere come la pensa al riguardo, maggiore Wimborne. (Ma Wimborne butta indietro la testa e comincia a ridere a gola spiegata) Mi fa piacere che lei trovi la cosa divertente, signor Maggiore.

Wimborne                     - (ridendo)   -Perchénonsirileggeledichiara­zionideitestimoni,giovanotto? Drake    -Cioè?

Wimborne                     - (divertendosi) Quando Marjorie fu aggredita io stavo ballando, bello bello, con la signora Forster, allapre­senza ditutti.

Drake                            -Non le credo.

Wimborne                     -Beh, lo domandi a lui, al tenente Fothergill, giovanotto. È lui che ha raccolto le testimonianze. È tutto nerosubianco.

Drake                            -Non può essere vero.

Wimborne                     - (si volta) Capitano Harper:glielo chieda.

Harper                           -Tenente Fothergill?

Fothergill                      - (si alza) È vero, signor Capitano. L'ho visto io stesso, il maggiore Wimborne, e anche la signora Forster e il dottore l'hanno confermato nelle loro testimonianze...

Wimborne                     - (ridendo) Ebbene, giovanotto? Altre idee bril­lanti? (Un silenzio. Drake è sopraffatto)

Drake                            -Ma... se non è stato lei...

Wimborne                     -Chi è stato allora? Il maggiore Roach forse?

Drake                            -No. Perché era andato a fare il giro dei picchetti L'ho oltrepassato quando ci si avviava.

Wimborne                     -È esatto. Forse il dottore?

Drake                            -No, era col maggiore Forster...

Wimborne                     -E io ero con la signora Forster. Lo vede si­gnor Drake che lei si ritrova al punto di partenza!

Drake                            -Nonriescoa capire... (Pausa) Harper       -Signor Drake...

Drake                            - (calmo, a Wimborne) Lei sa tutto maggiore Wim­borne.

Wimborne                     -Tutto cosa? Drake             -Lei sa chi è il Capitano Scarlett.

Wimborne                     -È morto.

Drake                            -Quell'uomo colpirà di nuovo.

Wimborne                     - (impercettibileesitazione)-Beh,alloradovrò stare sempre con le spalle contro il muro!!!

Drake                            -Signor maggiore!

Wimborne                     - (si alza, si volta da un'altra parte) Non pos­so aiutarla, signor Drake.

Drake                            - (a Haarper) Signor Presidente. Desidero interrogare di nuovo il maggiore Roach.

Harper                           -Perché?

Drake                            -Perché è stata l'ultima persona che ha visto la signora Hasseltine prima della aggressione... qualcosa che ha detto deve essermi sfuggita... l'uomo che Roach ha intravi­sto...

Roach                            -È stata solo una mia impressione, signor Drake.

Drake                            -Ma è tutto quel che abbiamo, maggiore Roach.

Harper                           -Colonnello...

Colonnello                    - (impietrito) Lo lasci procedere.

Roach                            - (si alza) Colonnello.

Harper                           -Grazie, maggioreRoach.

Wimborne                     -Mi scuso, Colonnello. Non ho altro da dire. Possoandare?

Colonnello                    -Non si allontani, Alastair.

Wimborne                     -No, Colonnello. (Esce)

Harper                           - (a Roach) La prego...       

(Roach va alla sedia dei testimoni e siede)

Roach                            -Vorrei aiutare, ma... so cosi poco, signor Drake, di quanto è accaduto...

Drake                            -Vorrei tornare indietro:al momento in cui lei en­trò nel chiosco.

Roach                            - (annuisce) Sì.

Drake                            -Dunque: è buio... Lei ha appena mandato il te­nente Hart a ispezionare il quartiere degli indigeni... L'or­chestra sta suonando sulla spianata... lei sente delle voci... la voce del tenente Millington che supplica... la voce della signora Hasseltine che si arrabbia... lei si nasconde tra gli alberi...

Roach                            -Sì...

Drake                            -Non vede distintamente... ma c'è qualcuno... molto vicino a lei... lei lo avverte... si sente sorvegliato...

Roach                            - (annuisce) Sì...

Drake                            -Dov'è l'uomo?Dov'è?

Roach                            -È... è dietro di me...

Drake                            -Allora lei si volta... (Roach si volta a metà. Pausa)

Roach                            -...È inutile, signor Drake... Non vedo nessuno.

Drake                            -Ci pensi bene, maggiore Roach, ci pensi bene!

Roach                            -È stata solo un'impressione...

Drake                            -No, signor maggiore. Era una persona in carne ed ossa... era il capitano Scarlett...

Roach                            -...Mi dispiace, signor Drake...

Drake                            -Misegua.Lei procede aispezionarei picchetti. Intanto il capitano Scarlett si inoltra tra gli alberi per aggre­dire la signora Hasseltine equandosi mette a gridare lei accorre in quella direzione...

Roach                            -Sì...

Drake                            -È sempre buio... l'orchestra ha smesso di suonare...  il maggiore Wimborne le passa accanto correndo... il capita­no Scarlett è ancora tra gli alberi... ma per venir fuori de­ve passare dietro di lei, signor maggiore... Può farsi stra­da solo così... Non lo sente correre tra gli alberi...

Roach                            - (pausa. Scuole il capo) No, signor Drake, non lo sento.

Drake                            -Riesce a sentire qualcos'altro?

Roach                            -Solo il chiasso del Circolo e degli ufficiali che ac­corrono... (Drake, sconfitto, china il capo e si volta da un'al­tra parìe)

Drake                            -Grazie, signor maggiore.

Roach                            -Midispiace, signor Drake. Solo adesso mi rendo conto come io sia stato lì lì per individuarlo.

Drake                            -Anch'io,signorMaggiore Harper…Altre domande?

Drake                            -No, signor Presidente. Colonnello. Mi scuso. Ho mancato verso di lei.

Colonnello                    - (si alza. Con tragica dignità) Signor Drake. Lei non ha mancato né verso di me, né verso se stesso. Si segga, la prego.

Drake                            -Colonnello... (Siede. D'ora in poi la figura colpi­ta del Colonnellodominerà la scena)

Colonnello                    -Lionel, per favore, vuole aver la cortesia di chiamare il maggiore Wimborne?

Roach                            -Colonnello. (Roach esce. Drake siede, sconfìtto. Immobile)

Colonnello                    -Capitano Harper. Questa Corte deve decidere sulla colpevolezza o meno del tenente Millington. Visto che alla luce dei fatti la imputazione contro di lui è stata ritirata non occorre insistere oltre.Proceda pure.

Harper                           -Non mi resta, signori, che dirvi:Votate "Non colpevole". Tenente Truly?

Truly                             -Non colpevole.

Harper                           -Tenente Winters?

Winters                         -Non colpevole.

Harper                           -Tenente Hart?

Hart                               -Non colpevole.

Harper                           -Tenente Boulton?

Boulton                         -Non colpevole.

Harper                           -Il Presidente vota anch'egli non colpevole. In pie­di, la prego, tenente Millington. (Millington si alza) Lei è stato giudicato non colpevole da questa Corte. Il suo onore e la sua correttezza ne escono perfettamente integri. Lei può riprendere servizio. Questo è tutto. La Corte è sciolta.

Colonnello                    -Tenente Millington. Lei è stato accusato ingiu­stamente da questo reggimento. Ma si è anche comportato con leggerezza. Conto in un nuovo inizio della sua carriera in questo reggimento.

Millington                     -Sì, Colonnello.

Colonnello                    - (annuisce) Sta bene. Le do il benvenuto al nostro Circolo.

Millington                     -Grazie, Colonnello. (Una pausa. Il Colonnello si volta da un'altra parte)

Harper                           - (si alza) Rallegramenti, tenente Millington. (Con­gratulazioni generali)

Colonnello                    -Signoripotete andare. Lei rimanga, tenente Drake.

(Tutti:"Colonnello"."BuonanotteColonnello",ecc. nell'uscirecircondanoMillington,glistringonolamano, si congratulano con lui)

Hart                               -Vi invito da me, per festeggiare.

Harper                           -Senza chiasso, signori ufficiali. (Escono. Milling­ton si volta a guardare Drake) Mi dispiace, Colonnello...

Colonnello                    -No, Capitano Harper. Ha fatto il suo dovere, come mi aspettavo da lei. Con imparzialità e fermezza esem­plari. Bravo. Ha fatto bene.

Harper                           -...Avrei preferito far meno bene. Buonanotte, Co­lonnello.

Colonnello                    -Buonanotte... (Il Capitano Harper esce)

Drake                            -Anche per me, Colonnello, la soddisfazione non è molta.

Colonnello                    -Lei ha fatto quel che doveva essere fatto. (Bre­vissima pausa) Stamattina ho avuto le sua lettera di dimis­sioni. Debbo accettarle o non tenerne conto?

Drake                            -La prego di accettarle, Colonnello. Mi duole, ma non mi sento di subordinare il mio onore personale a quello di un reggimento o all'onore altrui. Il mio onore consiste in... in quello che io sono... in quello che io faccio.

Colonnello                    -In un reggimento bisogna saper rinunciare al­l'onore personale.

Drake                            -Me ne rendo conto, Colonnello.

Colonnello                    -Va bene. Accetto le sue dimissioni, tenente Drake… (Sulla soglia della veranda) ...Con rammarico.

(Drake esita, imbarazzato. Millington entra, non vede il Colonnello)

Millington                     -Arthur, sono tornato per ringraziarti... (Drake guarda il Colonnello) Oh, mi scusi, Colonnello.

Colonnello                    -No, no. Faccia pure.

(Il Colonnello esce sulla veranda. Si ferma dando le spalle a Millington e a Drake)

Millington                     -...Beh, volevo...

Drake                            -Non hai niente da ringraziare.

Millington                     -Oh, sì, Arthur!

Drake                            -Cosa farai adesso?

Millineon                       -Alla fine, tutto sommato... È il mio destino, vecchio mio... Ti ho detto, no, che non lo posso sfuggire...

Drake                            -Credo che tu farai bene, qui. Se ti modererai nel bere.

Millinton                       -Beh, ci penserà il Reggimento. Del resto, un pizzico di eccentricità può essere una nota di colore.

Drake                            -Ti auguro buona fortuna.

Millington                     -E io a te... (Uscendo, a passi indietro) Stia­mo... festeggiando... nell'alloggio di Hart... Se vuoi raggiun­gerci...

Drake                            -Forse.

Millinton                       -Beh, ti dò la buonanotte...

Drake                            -Buonanotte, Arthur. (Esce, rapido. Drake fa per par­lare al Colonnello. Entra Wimborne)

Drake                            -Buonanotte, Colonnello.

(Il Colonnello si volta. Ve­de Wimborne)

Colonnello                    -  Buonanotte, tenente Drake. Grazie.

Drake                            - (saluta) Colonnello. (Drake esce)

Colonnello                    -Avresti dovuto dirmelo, Alastair.

Wimborne                     -Non potevo, Ben. Saresti stato obbligato ad agireufficialmente.IlReggimentononavrebbe potutoso­pravvivere allo scandalo.La cosa era statatenutanascosta troppo a lungo.

Colonnello                    -...Intendo che ora sia finita.

Wimborne                     -Va bene. Lascia fare a me. È una questione di onore. Verrà risolta secondo la tradizione. (Pausa)

Colonnello                    -...Una questione di onore.

Wimborne                     -Non nel senso che credi tu, Ben.

Colonnello                    -Oh, sì. Perché io sono il Reggimento. Perché io sono responsabile per quanto ho permesso che accadesse. (Pausa) Per fortuna il mio servizio qua volge al suo termine. Non parlarmi più di onore.

(Il Colonnello esce. Wimborne resta in piedi. Si avvicina alla vetrina e ne fissa il contenuto. Ad un tratto si irrigidisce. Un pensiero gli attraversa la men­te.A passi furtivi, quasi come un felino, va sullaveranda. Smorza la lampada.La stanza si oscura.Lentamente volge lo sguardo nella notte. Pausa. Grida di cacciatori, risate, ma strane, distanti, non reali, come portate dal ricordo... Wim­borne rientra dalla veranda come spinto da una fretta im­pellente)

Wimborne                     - (chiama) Pradah Singh! (Wimborne va deciso alla parete opposta, sceglie una rivoltella e incomincia a ca­ricarla; entra Pradah Singh)

Pradah                           -Sahib?

Wimborne                     -Spegni le lampade. Presto. Meno quella.

(Pra­dah fa il giro delle lampade, spegnendole una a una. La stan­za si va oscurando sempre più. Resta accesa solo la lampada sul tavolo)

Pradah                           -Nient'altro, Sahib?

Wimborne                     -Non ritornare...

Pradah                           -No, Sahib. (Esce. Wimborne posa la rivoltella ca­rica sul tavolo illuminato, va a scegliere un'altra rivoltella e carica anche quella. Avanti, nell'ombra, appare Drake)

Drake                            -...Che vuole fare! (Wimborne alza gli occhi. Pausa)

Wimborne                     -Lei era ansioso di conoscere il Capitano Scar­lett, tenente Drake. Ora lo conoscerà.

Drake                            -...Come??

Wimborne                     -È là fuori. Appena smorzerò questa lampada lui sarà qui.

Drake                            - (fissando la rivoltella) ...Ma perché?

Wimborne                     -Perché lo fa sempre. Per parlare. Parla con me. Ha bisogno di parlare con qualcuno, tenente Drake.

Drake                            -...Ma lei non può...!!

Wimborne                     -Lei vuole sempre insegnarci ciò che possiamo o non possiamo fare, vero, tenente Drake? E lei non sa nulla. Nulla! (Abbassa al massimo la lampada. Un intenso chiarore lunare, che si proietta nella stanza, illumina la veranda) Lei la ritiene una questione di onore?

Drake                            -...E non lo è?

Wimborne                     - (avvicinandosi a Drake) No. Si tratta di came­ratismo, tenente Drake. Di amicizia. Aspetti là. Può assitere, se vuole. Ma senza intervenire. Mi ha capito?

Drake                            -Signor Maggiore...!

Wimborne                     -Zitto. Facciacomele hodetto...

(Unavoce giunge da oltre il chiarore lunare; una voce mai udita prima. È la voce del Capitano Scarlett)

Scarlett                          -Alastair!Sei lì, vecchiobastardo?!

Wimborne                     - (a Drake) Di là, presto!

Drake                            -Ma...!

Wimborne                     - (spingendolo via) Di là, ho detto!

(Drake vie­ne a forza spinto nella sala da gioco. Wimborne va a sedersi al tavolo ove si trovano le rivoltelle. Un silenzio. Intenso chia­rore lunare. Qualcuno si sta avvicinando. Rumore di stivali. Sulla veranda appare una figura autoritaria e prepotente di cui non si scorge il volto a causa dell'intenso chiarore. La sua voce è aspra, beffarda.)

Scarlett                          - (entrando) Alastair, sei li?

Wimborne                     -Sono qua, John.

Scarlett                          -Allora, un po' più di luce, fottuto imbecille! (Wimborne alza la luce della lampada. Scarlett ha il volto -ma solo il volto - di Lionel Roach.) Ora ci si vede! (Si avvi­cina alla vetrina, l'apre, tira fuori la giubba e se la mette)

Wimborne                     -Non hai bisogno di quella giacca stanotte, John. Stanotte non andrai da nessuna parte.

Scarlett                          - (beffardo) Perché no? Per colpa di quel porco di Roach, forse? C'è stato un brutto momento, quandoRoach ha cominciato a raccontare di avere quasi visto qualcun al­tro! Mi aveva intravisto davvero! Quell'ignobile verme non si era mai avvicinato tanto. È stato sul punto di scoprirmi.

Wimborne                     -Ma quel "verme", come lo chiami tu, non ha mai sentito la necessità di aggredire le donne.

Scarlett                          -Andiamo, Alastair. Dopotutto è solo uno sport,  il tuo sport prediletto!

Wimborne                     -No, John, no.

Scarlett                          - (violento) Non importa!! Il mio potere aumenta, Alastair. L'ho quasi dominato, quel verme.

Wimborne                     -Per questo tu devi sparire. Adesso.

Scarlett                          -Cosa...!?

(Wimborne spara. La vetrina va in fran­tumi. Il manichino cade fuori. Scarlett ha uno scatto, come col­pito da una scossa elettrica, e, sbalordito, si porta la mano sulla testa. Torna ad essere di nuovo Roach. Guarda Wim­borne, lo riconosce)

Roach                            - (confuso) Alastair? Alastair...?

Wimborne                     -Lionel... guarda... (Punta alla vetrina. Roach si volta lentamente, guarda il manichino in terra e lo fissa co­me se vedesse il proprio cadavere)

Roach                            -No! No! (Si strappa di dosso la giubba di Scar­lett, la getta via, si copre gli occhi con le mani) Dio!! L'ho visto! (Fissa Wimborne) Alastair, l'ho visto, là steso a terra... (Wimborne gli va vicino)

Wimborne                     -Lo so, Lionel.

Roach                            -Sono pazzo?

Wimborne                     -Non so.

Roach                            -Aiutami!Aiutami!

Wimborne                     -Siediti.

Roach                            -Alastair... Che mi succede? Chi sono?

Wimborne                     -Non lo so. (Roach siede)

Roach                            -...Allora... ero io.

Wimborne                     -Era Scarlett.

Roach                            -Dio! Ero io!

Wimborne                     -Lionel, perdonami, ma non posso più aiutarti.

Roach                            -Il mio Reggimento, e io l'ho...!

Wimborne                     -Lo so, ma non potevi farci niente, Lionel. Co­me adesso io non posso far niente per te.

(Wimborne pone la rivoltella sul tavolo accanto a Roach. Lunga pausa. Roach fìssa la rivoltella)

Roach                            -Sì, ho capito. (Pausa)

Wimborne                     -Addio, Lionel. Informerò il Colonnello che... che il Capitano Scarlett è morto. (Wimborne smorza la lam­pada ed esce. Nel buio si ode uno sparo)