Confessioni di un manager

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Confessioni di un manager

di

Paolo Avanzi

Personaggi

Un manager in carriera: Daniel

Ex collega: Antonio


Daniel, è un manager rampante di madrelingua inglese, da molti anni residente in Italia. Entra nel salotto di casa sua tenendo in mano una foto della moglie. E’ visibilmente amareggiato. Ha saputo che sua moglie lo ha lasciato in modo inaspettato. Ha chiamato un suo vecchio amico, Antonio, ex-collega, per ricevere un po’ di conforto, ma soprattutto per sfogarsi. Daniel entra nella stanza e siede nella sua poltrona.

Poco dopo entra anche Antonio e si mette a sedere. Si toglie una sciarpa e la appoggia accanto alla poltrona dove siede.

Daniel non lo nota, tanto è assorto nei suoi pensieri. Non appena vede l'ex-collega, ha un soprassalto.

Daniel (parlando con uno spiccato accento inglese): "Antonio, che ci fai qui? (Dopo che ha realizzato). "Ah. già ti ho invitato io… La vuoi sapere l'ultima?Mia moglie, la mia cara mogliettina,mi ha lasciato!"

Antonio (sorpreso ma non troppo): "Ma no!"

Daniel: "Non te l'aspettavi, eh? Figurati io! Dopo vent'anni anni di matrimonio. Mai un litigio, sempre d’accordo, ti giuro. Non dico che il mio matrimonio era perfetto, ma così da un giorno all’altro… Però se devo essere sincero ho avuto sempre il sospetto che Livia avesse qualche problemino. E’ sempre stata una donna così timida, introversa, insicura, complessata… L’esatto opposto di me. Io sono esattamente il contrario: forte, assertivo, una persona vincente, insomma. D'altra parte le avrà fatto comodo un partner con queste qualità. (con tono di compatimento)Mentre, sai, una donna come Livia ha nociuto non poco alla mia carriera... Io avrei voluto una donna, non dico al mio livello, ma almeno in grado di sostenere un dialogo con persone di un certo status (manager, imprenditori, avvocati…). Invece lei più che spiccicare due parole con i suoi amici e parenti…
Antonio: ”Ma forse avresti dovuto…”

Daniel (senza dargli il tempo di finire la frase): "Per evitare che facesse la figura della mummia davanti a tutti, dovevo inventarmi quello che le girava in testa e dire frasi tipo: ”Livia voleva dire questo, pensava di dire quello, voleva fare quest’altro… (Mimando un burattino) Mancava solo che io le muovessi gambe e braccia, per farle da burattinaio.E credi che mi abbia ringraziato? Macché “thank you”. Un “fuck you”, fuck you to me”!

Lo sai che mi ha detto l’ultima volta che ci siamo visti? "

Antonio: "No."

Daniel: “E’ entrata nel mio studio e mi ha detto: "Ciao, ci possiamo sentire?"
Io ero occupato con dei miei clienti importanti. Una delle solite riunioni urgenti e molto molto importanti. Le avrò risposto “Adesso ho da fare, un'altra volta…” o qualcosa del genere… Ma che dovevo dirle? Dovevo piantare lì dei top manager… per quattro chiacchiere? Si sarà offesa perché non le ho risposto? Ci sentiamo tutti i giorni dell’anno! No, no... Ci ho riflettuto centinaia di volte, e sono giunto ad una conclusione (gridando): Una moglie che ti pianta, così da un giorno all’altro, dopo tutti questi anni, senza una motivazione è completamente pazza!

Ma ti vedo un po’ nervoso. Anche a te questa brutta storia ti ha impressionato, vero?

Antonio: ”E in effetti come storia... Forse tu secondo me sei stato...”

Daniel (senza dargli il tempo di finire la frase):"Eh, mio caro, ti ringrazio per l’empatia.E mi scuso se ti ripeto tutto quello che ti ho già detto al telefono. Ma sfogarmi mi fa bene. Per me comunicare è come respirare. Se non comunico, muoio. L’esatto contrario di Livia. Una fatica per capire quello che le gira in testa… E sai la cosa più assurda? Che mi ha accusato di non ascoltarla. (Gli mostra il cellulare). Guarda qui. Un SMS. Me l’ha inviato ieri, così come se niente fosse. “Caro Daniel, scusa, ma ho deciso di lasciarti. Non mi lasci mai parlare. Addio", Livia”.  (urlando) Io ti sembro una persona che non lascio parlare le persone?!"

Antonio: ”Mah, non è che non lasci parlare, è che tu le persone...”

Daniel (senza dargli il tempo di finire la frase):"Non hai idea di quante volte le ho chiesto: “Ti va, se vado al bar? Ti va, se esco con i miei amici? Posso andare a sentire il tal concerto?”

Mi avesse detto chiaramente di No,  mi saprei saputo regolare. Ma di fronte ad un vago silenzio, che devo pensare? Non sei contraria, e allora posso fare come mi pare e piace. Dico bene!? (Si alza dalla poltrona, gira con un espressione quasi contrita). Ma forse ho sbagliato. Sì, ho sbagliato. Anche io sono una persona umana… Forse sono stato troppo, troppo …

(Ritorna con un espressione di ira e disappunto) Ecco, sì, sono stato troppo indulgente, troppo permissivo con lei. Avrei dovuto metterla con le spalle al muro, pretendere delle risposte certe: SI , NO, SI, NO... Così almeno per non darle giustificazioni."

Antonio: ”Però forse potevi darle un po' più tempo, magari...”

Daniel (senza ascoltare Antonio econ tono di compatimento):"Poveretta. Mi fa quasi pena, sai. Che farà adesso? Una donna così insicura, indifesa, repressa, sola… Si metterà a parlare di fronte ad uno specchio? (Scoppia a ridere). Si invierà da sola degli SMS?  Si parlerà con i sue due cellulari? (Mimando la sua voce per deriderla come se lei parlasse a se stessa): Come stai? Io, bene. E tu? Io, non c’è male. E tu? Ah, ah, ah."

(Tornando improvvisamente serio rivolgendosi ad Antonio) Quella non mi meritava. Non meritava un uomo strong come me. Si meritava un tipo mediocre e insignificante… come lei. (Si rivolge al suo interlocutore con paternalismo). E tu caro Antonio, che ne pensi?"

Antonio (spazientito): ”Mah, io penso che effettivamente ogni tanto occorrerebbe un po' di... ”

Daniel (senza dargli il tempo di finire la frase):"Eh, ti capisco, questa brutta storia ha impressionato anche te. Ma no, non occorre che aggiungi niente. Ti conosco troppo bene, per non sapere che condividi ogni mia parola. Da quanto ci frequentiamo? Da più di 20 anni ormai. Ti ricordi? Mi pare ieri. Assunti insieme alla WW International. Anche se io, modestamente, ho fatto una certa carriera… mentre tu, poverino… " (E gli dà una pacca sulla spalla come gesto di compatimento).

Antonio(si alza dalla sedia con aria imbarazzata e seccata al tempo stesso):“Devi scusarmi, Daniel. Mi sono ricordato che ho un impegno urgente. Devo proprio scappare".

Daniel: "Ma come? Così presto? Non ti posso offrire neanche un caffè?"

Antonio:“Sarà per un'altra volta. Ciao”. (E se ne va, dimenticando sulla poltrona la sciarpa che prima aveva appoggiato ).

(Daniel lo saluta a sua volta. Appena il suo amico se ne è andato, lui si mostra interdetto. )

Daniel: "Che tipo strano... Capisco l’urgenza… Però poteva dirmi qualche parola di incoraggiamento... Una pacca sulla spalla almeno (ah no, quella gliel’ho data io). Anche lui, una persona così chiusa, introversa...proprio come Livia.

E se non si apre con uno come me che sono il suo migliore amico. Mah, con un esperto di comunicazione come me, chiunque dovrebbe sentirsi a proprio agio nel fare quattro chiacchiere. Purtroppo con certe “teste”… hai ben poco da cavarci."

(Si accorge che il suo amico ha lasciato la sciarpa sulla poltrona) "Guarda qui, ha lasciato la sua sciarpa, svampito com’è."

(Qualche secondo dopo sente sul cellularela suoneria di un sms e dice). "Ecco sicuramente sarà lui con un sms che mi chiede della sua sciarpa".

(Danielprende il cellulare e legge il messaggio con aria furba). "Infatti… è lui come pensavo…"(Poi cambia espressione, diventa sbigottito mentre continua a leggere). “Perdonami Daniel, volevo dirtelo, ma non mi hai lasciato parlare. Io e Livia abbiamo deciso di metterci insieme… (Sbigottito) Insieme? Cosa? Ma non è possibile… quelle due nullità, quei due cretini insieme!? Dopo tutta quella comunicazione che io ho dato a loro? E’ questo il ringraziamento? Lui peggio di Giuda e mia moglie...! (Ci ripensa un secondo) Ma sì, meglio così. Che se ne vadano pure. Vuol dire che ho preso… anzi ho perso due coglioni con una fava… Meglio così. Adesso ho più tempo per la mia carriera."

(Esce dalla sala.)

FINE