Core ‘mpazzuto!

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CORE ‘MPAZZUTO!

Commedia in tre atti di Nicola Sergianni

L’opera è tutelata dalla S.I.A.E. in base alle leggi vigenti sui diritti d’autore.

Numero di Posizione SIAE  232320

Luisa Capone

Rosalia, figlia di Luisa

Ciro Esposito, suo marito

Andrea,

Anna,

Valeria, figli di Rosalia e Ciro

Vittorio Caputo

Federico Amato, amico di Andrea

Monica, “conoscente” di Andrea

Carmela, amica di Luisa

Francesca,

Sarah,

Susy,

Veronica,

Eva, amiche di Anna

Gennarino, fioraio

Indirizzo e-mail: nicola.sergianni@libero.it

COREMPAZZUTO!

Commedia in tre atti di Nicola Sergianni

Note d'autore

Il primo lavoro determina spesso una vera e propria carta d'identità dello stile, del pensiero e degli orientamenti di un autore. È per questo che nell'attimo successivo all'intrigante decisione di scrivere per la prima volta una commedia, ci si confronta con se stessi in una profonda riflessione mirata a decidere lo stile da adottare, i temi da affrontare, magari le posizioni da assumere.

 “Core 'mpazzuto!” tende a fare da ponte tra la tradizione e l'innovazione. La commedia si pone, quindi, in un primo momento come tributo verso chi teatralmente ci ha formato, ed in un secondo momento crea le basi per la direzione verso cui ci si vuol dirigere in futuro.

Riferimenti a commediografi partenopei sono a tratti evidenti (e non li si nega): gli intrecci Scarpettiani, la drammaticità Eduardiana, gli stessi nomi di alcuni personaggi che richiamano commedie di Eduardo rappresentano non un plagio ma un rendimento di grazie verso chi nella tradizione partenopea ha esaltato il teatro rendendolo maestro di vita, oltre che necessario strumento didattico per attori, registi e drammaturghi novelli.

Il tema di “Core 'mpazzuto!” è la crisi, non quella economica, bensì la vera crisi del XXI secolo, la crisi sociale, che spesso e volentieri viene ignorata ma i cui effetti sono all'ordine del giorno. La crisi economica tuttavia non è affatto ignorata, anzi è vista come una delle cause più incidenti. Protagonisti sono i valori e la loro sempre più evidente assenza nella gioventù odierna, e protagonisti sono gli adulti, specie gli anziani, soprattutto quelli che dall'alto di un piedistallo puntano il dito anziché scendere e tendere la mano e riparare le negatività che loro stessi hanno generato non educando al rispetto e ai valori umani le nuove generazioni. Un'aspra critica è rivolta proprio a questi ultimi. Sono elogiati invece coloro che, come nonna Luisa, studiano nel silenzio tutti i modi possibili per riparare, per educare, anche coloro che si trovano in un'età in cui sembra che oramai “quel che è fatto, è fatto”:

“È ancora responsabilità mia ‘e ve fa addiventà uommene e femmene! Sulo accussì se po’ ascì d’a ‘sta crisi, dannece ‘a mano tutti quanti, viecchie e giuvene.”

Nonna Luisa studia un percorso a due tappe: la prima tappa consiste nell'educare i giovani al rispetto, la seconda consiste nell'infondere in essi i valori umani. “Giovani”, in questo caso, è usato come termine di convenzione e comprende non solo coloro i quali sono anagraficamente giovani, ma tutti coloro che, anche in età adulta, necessitano della suddetta rieducazione.

La commedia tende inoltre ad evidenziare gli aspetti negativi della tecnologia e delle numerse innovazioni scientifiche dell'ultimo secolo:

“Io ‘e tutta ‘sta tecnologia non ce capisco niente, ma forse una sola cosa l’aggia capita: tre quarti ‘e chello c’hanno saputo ‘nventà sti scenziati è stato ‘nventato proprio pe’ fa si che a gente se putesse liberà d’e responsabilità! ‘E responsabilità so’ brutte, ma sulo all’inizio, quanno pare che tutto ‘o munno te cade ‘ncuollo, ma na vota che l’hai superate te siente n’ata persona, te siente n’ommo!”

Lo scopo ultimo di “Core 'mpazzuto!”, in sintesi, è educare il suo pubblico a non giudicare la superficie, ma scendere, scavare, arrivare al nucleo degli eventi e non per giudicarli ma per sanarli alla radice, sulo accussì se po’ ascì d’a ‘sta crisi!

Nicola Sergianni

PRIMO ATTO

2011. Open Space in casa Esposito. A destra in prima quinta, specchio e parete attrezzata con Televisore, lettore DVD e Xbox; di fianco porta che va alle camere. Sul fondo, nell’angolo a destra, albero di Natale. A sinistra porta che va in cucina, di fianco vi è un mobile. Sul fondo vi è la porta d’ingresso, e, a fianco, un appendi abiti. Al centro, a destra nel lato salotto, un divano, a sinistra, nel lato sala da pranzo, un tavolo con 6 sedie e un bouquet di rose rosse nel mezzo. E’ Dicembre inoltrato.

Luisa: (ha settantadue anni ma nonostante gli acciacchi e i classici dolori della terza età, è molto attiva e porta avanti da sola la casa, a causa dell’impossibilità della figlia la quale per via del lavoro non è quasi mai presente; capelli bianchi, gonna e maglioncino di lana rigorosamente neri indicano i vari dolori che questa donna ha vissuto nel corso della sua vita, dolori che iniziano nella sua infanzia trascorsa tra gli spari e i bombardamenti della seconda guerra mondiale, e che trovano il loro culmine nella morte del marito. All’apertura del sipario entra dalla cucina con una caffettiera in mano, la posa al centro del tavolo, esce e rientra con un vassoio contenente 4 tazzine da caffè e poggia anch’esso sul tavolo; prende una tazzina, versa al suo interno del caffè dalla caffettiera e beve, dopodiché posa la tazzina nel vassoio, e si reca nell’angolo della scena a sinistra dove prende un cestino pieno di broccoli, si siede e comincia a staccarne le cime riponendole in un altro cestino che nel frattempo ha riposto ai suoi piedi).

Rosalia: (è una bella donna sulla quarantina, figlia di Luisa. Entra dalla porta a destra. Indossa un tailleur. Saluta la madre senza rivolgergli lo sguardo, frettolosa va allo specchio ad ultimare il trucco) Buongiorno mammà!

Luisa: Buongiorno Rosalì!

Rosalia: (ultimata l’operazione) il caffè?

Luisa: Sta qua, l’aggia fatto mo proprio!

Rosalia versa il caffè nella tazzina e beve dopodiché la riposa nel vassoio.

Luisa: E Ciro?

Rosalia: (Che intanto si è alzata per guardarsi allo specchio a destra) Si sta finendo di vestire!

Luisa: (osserva la figlia perplessa) Rosalì ma tenisse na sfilata ‘e moda stammatina?

Rosalia: In che senso?

Luisa: Te si vestita manco si oggi se spusasse figlieto.

Rosalia: (ancora avanti allo specchio) Ah mammà, non lo vuoi proprio capire che i tempi so cambiati… a lavoro non si vede più la bravura di un dipendente, ma la presenza!

Luisa: Sarà! Ma me pare che questa è un esagerazione… e che diamine, uno pe’ j a faticà adda spennere mezzo stipendio sul p’a “divisa”!

Rosalia apre un cassetto, tira fuori una borsetta, apre un altro cassetto e ne tira fuori chiavi, cellulare, sigarette e accendino e li ripone nella borsa.

Luisa: Rosalì stanotte le tue figle sono tornate una alle 4 meno 20 e un'altra alle 4:05, e tuo figlio alle 4e 24!

Rosalia: Nun ve scurdate ‘e 4 minuti!

Luisa: Si, si, cuffeame tu! Questa è mancanza di educazione! L’avissa sta nu poco cchiù dietro ‘e figli tuoi!

Rosalia: (infastidita) Come mammà, come? Me lo dite? Non vado a lavorare più? E mi spiegate poi come mandiamo avanti la baracca? Già così Dio ‘o ssape e ‘a madonna ‘o vede che ce vo’! Siamo in crisi! Nun ‘a sentite ‘a televisione? (torna allo specchio; comprensiva) Andrea poi è giustificato, lui lavora di notte… e menomale che lavora, almeno riesce a guadagnare quel poco per autogestirsi! Le altre due da quando è finita la scuola sono in cerca di lavoro, ma purtroppo oggi non si trova niente… almeno si divertono!

Luisa: E nun se possono divertì ‘e giorno? E po’ io ancora nun aggio capito qual è stu lavoro notturno ‘e Andrea!

Rosalia: dice che lavora in un bar come cameriere…

Ciro: (è un uomo quasi sessantenne, marito di Rosalia. entra dalla porta a destra; indossa  un completo grigio, camicia e cravatta, della quale sta ultimando il nodo) Buongiorno mammà! (versa del caffè in una tazzina e beve, poi ripone la tazzina nel vassoio)

Luisa: Buongiorno! (ha la consapevolezza di fare una domanda di cui sa già la risposta) Vi aspettiamo oggi a pranzo?

Ciro: A me no! Resto fuori a pranzo con degli imprenditori… sto cercando di combinare un buon affare…

Rosalia: Nemmeno a me! Arrivano degli acquirenti cinesi e il titolare mi ha chiesto accompagnarli a fare un giro turistico per Napoli.

Luisa: (con tono deluso) …buon lavoro!

Ciro si avvicina al divano, prende la sua borsa “24 ORE”, tira fuori il suo Iphone, controlla se vi siano chiamate perse e lo ripone in tasca.

Rosalia: Ce vedimme mammà! (esce in prima a destra)

Ciro: Arrivederci! (segue la moglie)

Luisa: Arrivederci, arrivederci…. A proposito! (urlando) Rosalia… Rosalì!!

Rosalia: (rientra) Ch’è stato mammà?

Luisa: stamattina presto è passato Gennarino, o guaglione che fa ‘e consegne p’o fioraio ed ha lasciato chistu mazzo ‘e rose (indica il fascio di rose posto sul tavolo poi prende il bigliettino e, con difficoltà, legge)… è firmato… cuore… palpitante!

Rosalia: (viso visibilmente spaventato) eh… che saccio… sarà per Anna o per Valeria… mo devo scappà, ce vedimmo! (esce)

Luisa: Arrivederci! (guardando il gran numero di rose) ‘A faccia d’à crisi! (torna al suo lavoro)

Monica: (è una giovane ragazza, molto attraente. indossa un vestitino molto corto e porta con se una borsetta. Non è di casa, è solo una delle occasionali ragazze di Andrea con la quale ha passato la notte. Entra dalla porta a destra con il viso visibilmente assonnato) Buongiorno!

Luisa: (spaventata) E vuie chi site?

Monica: (fa come se fosse a casa sua: si siede, si versa del caffè, beve e si accende una sigaretta presa dalla borsetta) Non mi conosci! Sono Monica!

Luisa: Nun me pare signurì! Siete di un nuovo ordine?

Monica: Ma quale ordine, ma che state dicendo?

Luisa: Scusate, voi l’avite ditto: sono Monaca!

Monica: Ma quale monaca!! Sono Mo-ni-ca! E’ il mio nome!

Luisa: Ah… e che vulite?

Monica: Ho passato la notte qui! Giuseppe… Antonio… Romolo…. insomma il ragazzo che presumo abita qui…

Luisa: Andrea!

Monica: Si, giusto, Andrea, mi ha invitato a passare la notte con lui… sa, ci siamo conosciuti ieri sera alla discoteca dove lavora… lo trovavo così attraente, e così…

Luisa: Vi siete conosciuti meglio!

Monica: Ecco!

Luisa: Scusate ma vostra madre non è in pensiero del fatto che non siete proprio tornata a casa?

Monica: (scoppia in una risata che dura una decina di secondi) Mia mamma… (ricomincia a ridere)

Luisa: (tra se) Mo le chiavo ‘o cestino ‘nfaccia ‘a chesta!

Monica: Signora io ho 20 anni! Vivo da sola!!

Luisa: Ah, ho capito!

Monica: Sei proprio una signora simpatica!

Luisa: (con amaro sarcasmo) Si, eh? A me piace scherzare!

Monica: ma tu che ci fai qui? Sei la governante?

Luisa: No, sono la sguattera!

Monica: E beh, come ti capisco… con questa crisi ognuno cerca di lavorare come può…  io, per esempio, cerco di arrangiarmi facendo, di tanto in tanto, la escort…

Luisa: Che cosa?

Monica: la escort!

Luisa: Ah, ho capito… ma è strano! Nun era nu lavoro maschile?

Monica: No signora, anzi, i maggiori impiegati in questo settore sono donne!

Luisa: Guardate, guardate nu poco comme s’è cagnato ‘o munno! Prima ci stavano chill’uommene, certi bestiuni tanto gruossi a proteggere ‘e politici, ‘e cantante, ‘a genta famosa… mo è diventato addirittura un lavoro femminile!

Monica: Signora ma che hai capito?

Luisa: Scusate, l’avete detto voi che facite ‘a scorta!

Monica: No signora, non la scorta, la escort, l’accompagnatrice!

Luisa: Ah!! Mo se dice escòrt… (con tono di domanda retorica) E dove li accompagnate i vostri clienti?

Monica: Beh signora…

Luisa: Vabbuò lasciate stare, aggio capito! Facite ‘a rota ‘e scorta!

Monica: (spegne la sigaretta) Passerei ancora altro tempo a parlare con te ma purtroppo devo scappare, devo accompagnare mio figlio a scuola! (si alza)

Luisa: E visto che sapevate di fare tardi, non potevate mandare il padre?

Monica: Uh guarda! Non me ne parlare! Il “padre”, come gli dissi che ero rimasta incinta, mi disse “scendo un attimo, vado a comprare le sigarette”! E da allora non si è più visto!

Luisa: Era di sera?

Monica: Si, perché?

Luisa: Avrà perso tiempo a truvà nu tabacchino apierto!

Monica: No, signora, quello è proprio scomparso! Ho provato a cercarlo dappertutto, ma niente! Sparito nel nulla! Pensa che quando stavamo insieme faceva tutto il tipo innamorato, mi mandava sempre le rose con un bigliettino con su scritto “cuore cinguettante”! Che schifo di persona!

Luisa: (Luisa prende il bigliettino che è vicino alle rose e rilegge tra se) Ho capito! Un po’ di pazienza signorì! Vedete che un giorno lo trovate un fesso che si mette a fare il padre! Ce ne sono mai tanti in giro, soprattutto al giorno d’oggi… ‘o primmo ‘e proprio Andrea!

Monica: Sai che hai proprio ragione… come si vede che sei una donna con molta esperienza…

Luisa: Sarò una donna con molte esperienze ma sicuramente sono stata più fortunata di voi… si, si… Sapete, io il padre dei figli miei l’aggia sempre truvato!

Monica: Beata te signora, beata te! Non mi dire niente ma ora devo scappare!

Luisa. Andate, andate signurì!

Monica: Arrivederci! (esce dalla prima a destra)

Luisa: Arrivederci! (Si alza e prende i due cestini ed esce nella prima a sinistra, ripone fuori i cestini e rientra)

Andrea: (entra dalla porta a destra in pigiama. Ha un deciso sorriso stampato sul viso segno della soddisfacente notte appena trascorsa. Rimane qualche secondo fermo sull’uscio, sbadiglia e poi va a sedersi)

Luisa: Ci siamo svegliati sorridenti stamattina?

Andrea: Ho dormito bene!

Luisa: Secondo me nun haje durmito proprio!

Andrea: Tengo ‘a nonna veggente!

Luisa: Eh, ‘a nonna veggente… Chi è mo sta Monaca?

Andrea: Monaca? Quale Monaca?

Luisa: Se se, jammo bbuono! Guagliò io me so sfasteriata ‘e me truvà gente estranea int’a casa di prima mattina… qualche volta di questa pure me facite murì ‘e infarto!

Andrea: Ah, la ragazza di prima? Non ti preoccupare, non è una monaca!

 Luisa: E chesto s’era capito!

Squilla il cellulare di Andrea, posto sulla parete a destra.

Andrea: ‘A no’, sai che vuò fa? Mietteme ‘a fa nu poco ‘e latte!

Luisa: Pronto Brigadiè! (esce per la cucina)

Andrea: (va a rispondere) Pronto!Si? Un attimo… (di scatto va a controllare tutte le porte per controllare se qualcuno sente, poi si ferma al centro della scena e parla a bassa voce) si, ho venduto tutto…. come?... Si si, i soldi li ho qui con me… vieni tra un quarto d’ora! Va bene, ciao… ciao! (stacca; si reca a destra ed apre un cassetto tirandone fuori un borsello pieno di soldi; si guarda intorno, poi lo apre) Tutt’apposto, stanno qua! (posa il borsello nel cassetto e lo chiude)

Luisa: (entra con una tazza di latte, una tovaglietta ed un cucchiaio; ripone tutto sul tavolo, sistema la tovaglietta ed appoggia sopra la tazza ed il cucchiaio) Il latte è pronto! Desiderasseve qualche altra cosa marescià?

Andrea: Che d’è? So’ passato è grado?! (si siede e comincia a bere) ‘A no’, ‘e biscotti!

Luisa: (Apre il mobile a sinistra e prende un pacco di biscotti già aperto e lo posa sul tavolo) Ecco qua! Andrè che ve vulite mangià oggi?

Andrea: Non ‘o ssaccio se rimango a mangià ccà oggi, tenesse n’impegno! Chiedi a Anna e Valeria!

Luisa: Si aspetto a loro che se sossene pe’ j a fa ‘a spesa, nun mangiammo manco p’e tre! Mo me vaco a mettere ‘o cappotto e scendo… decido per la strada c’aggia accattà! (esce per la cucina)

Valeria: (entra in pigiama dalla porta a destra; sta parlando al cellulare col suo ragazzo con voce molto dolce; si siede sul divano) Pisciolino mio! Ti ho svegliato?...  Ah sei a lavoro?.... Io invece mi sono appena alzata, sono entrata in salotto ed ora sono stesa sul divano… ah dimenticavo: prima di arrivare in salotto sono andata in bagno… si si… ti ho pensato….. e tu? Cosa hai fatto da quando ti sei svegliato?.... ah… e poi?... e mi hai pensato?

Entra Luisa con addosso un cappotto nero. Si ferma ad osservare la nipote.

Valeria: e poi te lo sei preso il caffè?

Andrea: (alla nonna, ironicamente come a giustificare la sorella) è il pesciolino suo!

Valeria: Va bene ti lascio lavorare patatino mio…

Andrea: Sa che vuò fa ‘a no’? Pesce al forno con patate! Me fermo a mangià pure io!

Luisa: e pure tiene ragione! Ma ‘e fernuto ‘e mangià che aggia livà a miezo ccà?

Andrea: Si, ho finito (posa il cucchiaio nella tazza) Me vaco a vestì! (esce per la seconda a sinistra)

Luisa ripiega la tovaglietta, prende la tazza e il cucchiaio e li porta fuori uscendo nella prima a sinistra.

Valeria: e attacca tu….. no attacca tu…. no attacca tu…. no attacca tu….

Luisa: (entra e rimane allibita dalla conversazione della nipote) Gesù mio aiutame tu!! Che generazione sbagliata! (prende la tovaglietta precedentemente ripiegata ed esce)

Andrea si alza e fa per recarsi in camera.

Valeria: Va bene allora al mio tre! Uno… due…

Andrea: (che nel frattempo si trova dietro al divano, prende il telefono di Valeria e stacca la chiamata) … e c’e acciso! (uscendo) Ogni matina ‘a stessa storia, mamma mia…

Luisa: buongiorno Valè… vide si stu mazzo ‘e rose è per te! L’ha portato il fioraio stamattina! (porta il cestino coi broccoli fuori)

Valeria: (legge il bigliettino, poi tra se) Cuore palpitante?? Strano! Sui fiori che mi mandava a scuola c’era sempre scritto “Cuore galoppante”! (dolce) Forse cambiata la destinazione, ha cambiato il bigliettino! (dubbiosa) Ma, pensandoci non gli ho mai detto dove abito…(dolce) forse mi avrà seguita!Che carino il pesciolino mio!

Luisa: (rientrando)  Valè va buono pe’ tte pesce ‘o forno cu ‘e patane a miezejuorno? 

Valeria: Fai quello che ti pare, per me va bene tutto! Io mi vado a vestire!

Anna: (entra dalla porta a destra in pigiama; ha il viso visibilmente stanco di chi ha dormito poco) Buongiorno!

Luisa: Buongiorno!

Valeria: (ad Anna) è libero il bagno?

Anna: mo proprio è entrato Andrea!

Valeria: Vabbuò ja…. comincio a vedè che mi devo mettere… (esce)

Anna: Madò che sonno…

Luisa: e ci credo… ‘e 4 d’a matina ancora pe’ mmiez’a via!

Anna: (infastidita) mo ve site messa a fa ‘a guardaporta?

Luisa: (c.s.) Ma facite quello che vulite… a me che me ne ‘mporta! Io scendo a fa a spesa, ce vedimmo cchiù tarde! (esce dalla prima a destra)

Valeria: (rientra) Anna ti volevo chiedere na cosa!

Anna: (seduta al tavolo si versa del caffè) Che c’è?

Valeria: Siccome la nonna è scesa a fare la spesa e torna fra qualche ora sicuramente, e siccome Andrea mo scende e non torna proprio, volevo sapere se tu restavi qui o te ne andavi.

Anna: Penso che fra poco scendo… ma perché?

Valeria: Perché forse più tardi passa Vittorio per qua e… vorrei la casa libera… capisce ‘a me!

Anna: Valè io me ne vado, ma tu vediti i fatti tuoi… capisce ‘a me!

Valeria: Che vuoi dire?

Anna: lo sai troppo bene! Valè Vittorio ti può benissimo essere padre!

Valeria: Ancora con sta storia? Anna, Vittorio è una persona matura, a confronto di tutti i ragazzi della nostra età che hanno una scimmia che suona i piatti al posto del cervello!

Anna: contenta tu… ma per me uno che a 40 anni va corteggiando le ragazze di 19 nemmeno tanto maturo deve essere! E poi, se lo viene a sapere mammà o papà?

Valeria: infatti ho deciso di presentarglielo… forse proprio a Natale! Lo invito qua al cenone del 24!

Anna: Vabbuò fai come vuoi tu… io ti ho avvertita!

Valeria: allo’ che fai, scendi o no?
Anna: Si si, scendo!

Valeria: (fa per uscire, poi si ferma) A proposito! E tu come mai hai fatto tardi stanotte?

Anna: Sono andata a ballare!

Valeria: Si? E con chi, se le tue amiche sono tutte a Londra?

Anna: Francesca non sta a Londra!

Valeria: E siete andate solo tu e lei?

Anna: Valè ma tu non ti stavi andando a vestire? E vai và!!

Valeria: Si vado, vado… Mi raccomando, scendi! (esce)

Anna: (Prende il cellulare dalla parete e compone un numero; siede sul divano) Francy?... We ti devo parlare…. no da vicino!... Ho fatto un guaio!!.... Si, passa da me prima che puoi… ok ok, a dopo! (Stacca e ripone il cellulare dove l’aveva preso)

Campanello. Anna si alza, apre la porta in prima a destra. È Federico.

Federico: We Anna, tutt’apposto?

Anna: Si si, a te?

Federico: Tutt’apposto! Andrea sta cca?

Anna: Si, è di la, si sta vestendo.

Andrea: (fuori campo) Federi’ vieni, vieni!

Federico: Vado di la!

Anna: vengo pure io che m’aggia vestì!

Federico: (malizioso) Se vuoi, ti do una mano!

Anna: Vide addò te n’a i’! (escono)

Luisa: (entra dalla prima a destra) Madonna, ‘a capa nun m’aiuta proprio più, m’aggia scurdato ‘e solde! (apre il cassetto dove Andrea aveva riposto il borsello coi soldi e lo prende) Questi saranno i soldi che mi ha lasciato Rosalia mo che è  andata a ritirà ‘a pensione mia. Madò che ore si so fatte? (guarda l’orologio al polso) S’è fatto tardi, me n’aggia fuì! (ripone il borsello nella sua borsa, chiude il cassetto e esce dalla prima a destra)

Entrano Andrea e Federico. Andrea è vestito con jeans e felpa. Parlano a bassa voce.

Federico: Allora come è andata ieri sera?

Andrea: ho venduto tutto, te l’ho detto prima!

Federico: Ma dove sei andato tu stanotte?

Andrea: alla “Disco Pride” quella a via De Pretis.

Federico: Io invece sono andato alla “Atlantic city” , ma ho venduto poco. Infatti mi è rimasta altra roba che devo cercare di vendere entro capodanno!

Andrea: vabbuò la notte del 31 hai voglia ‘e vendere!

Federico: si, infatti, la notte di capodanno finisce sempre tutto!

Andrea: io mo più tardi vado pure a portare i soldi a don Riccardo… nun sia mai e l’avessa perdere, non se può mai sapè!

Federico: fai bene, e io per questo ti ho chiamato prima… ti accompagno dopo, così gli porto anche i soldi miei, me levo ‘o pensiero pure io!

Da qui non parlano più a bassa voce.

Federico: Ma dimmi un’altra cosa: chi era chillu patanone che è uscito prima da qua?

Andrea: Una che ho incontrato ieri sera! Dopo che avevo finito tutto mi misi a ballare pure io, e vedo questa mezza ‘mbriaca… m’a caricaie int’a machina e l’aggia purtata qua!

Federico: E abbiamo arrangiato ‘e spese pure stanotte!

Andrea: Ma che arrangiato, l’avisse dovuta vedè… nun m’ha fatto chiudere l’uocchie!

Federico: e ce credo!

Valeria: (entra dalla seconda a sinistra. È vestita con jeans, camicetta e maglioncino) Buongiorno Federì!

Federico: We ciao Valè, tutt’apposto?

Valeria: tutto bene! A te?

Federico: Non c’è male, si va avanti!

Valeria: (ad Andrea) We Andrè io scendo un attimo, vado a fa’ un servizio. Tu mo scendi?

Andrea: si, devo scendere…. perché?

Valeria: No così, per sapere… vabbuò ci vediamo più tardi! Ciao Federico!

Federico: Ci vediamo! (Si salutano)

Valeria esce

Federico: Siente Andrè, io aggia i’ ‘a fa un attimo un altro servizio qua, giù al palazzo, mi vuoi fa compagnia? Ci mettiamo giusto 5 minuti. Dopo andiamo da don Riccardo.

Andrea: Vabbuò! (prende il cappotto dall’appendi abiti e lo indossa)

Federico: (si gira verso il televisore) A proposito: quando m’o fai pruvà nu poco “Fifa 12”?

Andrea: quanno vuò tu! Jammo!

Campanello

Andrea: e chi è a chest’ora? (va ad aprire) We Francè buon giorno!

Francesca: We Andre’ Anna sta qua?

Andrea: si, sta nella stanzetta. Noi stiamo scendendo, ci vediamo più tardi?

Francesca: Va bene, a più tardi! (bacio sulle guance)

Andrea: Jammo Federì o senò se fa tarde!  

Federico: (a Francesca) Arrivederci!

Francesca: Ciao!

Andrea e Federico escono.

Anna: (entra. È vestita con felpa e jeans) We Checca!

Francesca: Ma che è succieso?

Anna: (dopo una piccola pausa, guarda Francesca, l’abbraccia e scoppia in lacrime)

Francesca: E jaa, nun fa accussì! Assettamece! (siedono sul divano)

Anna: (asciuga le lacrime) Ieri sera ho incontrato Vittorio!

Francesca: Questo dopo quello che combinò 6 mesi fa tiene il coraggio di farsi vedere ancora in giro! Embè? L’hai mandato a quel paese?

Anna: Si… gli ho detto che mi doveva lasciare in pace, e che non lo volevo vedere più!

Francesca: E lui?

Anna: E lui… lo sai come fa quando si mette attorno… e….

Francesca: e?

Anna: e…. e!

Francesca:  Che schifo di persona!!

Anna: E la cosa peggiore è un’altra!

Francesca: e cioè?

Anna: ora si sta frequentando con mia sorella!

Francesca: Veramente?? Vuole entrare proprio in casa! Ma Valeria lo sa che siete stati insieme in passato?

Anna: non sa nemmeno che lo conosco… io ho cercato di parlarle, di dirle che gli uomini troppo adulti non so’ buoni, che vogliono solamente una cosa…

Francesca: e lei?

Anna: Ha preso tanto in considerazione le mie parole che mo vuole portarlo a conoscere a mamma e papà!

Francesca: Madò che situazione…

Anna: Mi sento uno schifo! (abbraccia Francesca)

Francesca: Dai non fare così, oramai è successo e non ci puoi fare niente… e poi che fa? Tua sorella mica lo deve venire a sapere per forza? Quando te lo presenta fai finta di niente…

Anna: e se lui ci prova di nuovo anche quando scopre che Valeria e mia sorella?

Francesca: Lo mandi a quel paese e lo dici a tua sorella!

Anna: si, così lei non mi guarderà nemmeno più in faccia!

Francesca: Anna la peggio la avrà sempre lui. Tu e Valeria siete sorelle. Potete stare in contrasto per una settimana, un mese, due mesi, ma poi fate pace. Lui invece perde 2 piccioni con una fava!

Anna: Forse hai ragione!

Francesca: Dai andiamo di la, le ragazze hanno postato su Facebook le foto di Londra! Te le faccio vedere! Su, alzati…

Anna: A proposito di Facebook: Chi è questo Giulio che ti lascia ogni giorno una dedica sulla bacheca?

Francesca: Quel tipo che ti dissi che ho conosciuto in estate in Calabria. Dopo mesi che non ci vedevamo più, mi ha aggiunto.

Anna: Ma è proprio nu friscone! Ho visto qualche foto sua!

Francesca: Te lo dissi! Lui è di Caserta, sta all’università a Psicologia.

Anna: Ah, Psicologo!!

Francesca: Forse in questi giorni ci andiamo a prendere un caffè insieme!

Anna: poi mi fai sapere!

Francesca: E certo! Spero solo che non sia come Vittorio!

Anna: Beh, in quel caso vengo io e gli do un calcio proprio in quel punto! Mo andiamo a vedè ste foto, fammi vedè quelle pazze che stanno combinando a Londra!

Le ragazze si alzano e fanno per uscire a destra.

Ciro: (entra frettoloso; chiama la figlia) Anna! Anna!!

Anna: (entra seguita da Francesca) Che c’è papà?

Ciro: Mi servirebbero 2 CD vuoti.

Anna: Li tengo sulla scrivania, te li prendo un attimo (esce)

Ciro: Muoviti che devo scappare! (a Francesca) Ciao Francesca, che ci fai qui? Non sei andata a Londra?

Francesca: Purtroppo no! La nonna non poteva permettersi una spesa tanto grande. Voi lo sapete, da quando mamma e papà si sono separati sono andati a lavorare uno a Milano e l’altra a Genova. Purtroppo li sono stati licenziati tutti e due da qualche mese e non avendo lavoro non mi possono mantenere e quindi è la nonna che mi sta pagando gli studi e mi da la paghetta ogni settimana, ma non può darmi più di questo con quel poco di pensione che si ritrova.

Ciro: Purtroppo è un periodaccio. Mi ha detto Anna che stai studiando…in che facoltà sei iscritta?

Francesca: Lettere Moderne. Anche se con questa crisi non è che dia chi sa quali sbocchi lavorativi.

Anna: (entrando con dei CD in mano) ecco papà! Te ne ho portati qualcuno in più casomai ti servissero. (li da al padre)

Ciro: Grazie. Ci vediamo! (fa per andare)

Anna: Papà!

Ciro: Che c’è?

Anna: (timorosa ma persuasiva) Senti papà io dovrei andare a fare delle compere perché non ho nulla da mettermi per Natale!

Ciro: E quanto tieni intenzione di spendere?

Anna: (risposta secca e convincente) Poco!! Fai una cosa, io non so preciso quanto mi serve, mi presti direttamente la carta di credito!

Ciro: Un mutuo, questo siete! (prende una carta di credito dal portafogli) Non spendere più di 100€ altrimenti, come non sei andata a Londra, te faccio scurdà pure tutte l’asciute d’o sabato, d’a dummenica, festini e discoteche! (Le da la carta)

Anna: (ostentando dolcezza) Grazie!!

Ciro: Si si… la rivoglio entro stasera! Arrivederci!

Francesca: Arrivederci!

Anna: Ciao Papino mio!!

Ciro esce

Anna: Mi fai compagnia? ho visto un cappottino da Fashion More troppo bello!

Francesca: quello che tiene in vetrina?

Anna: Si!

Francesca: Madò è stupendo, lo vidi ieri passando!

Anna: E andiamo! O tieni qualcosa da fare?

Francesca: No, ho la mattinata libera, ti posso accompagnà!

Anna: E andiamo, così mi svago pure un po’! Non ci voglio proprio pensare più al fatto di stanotte! Anna prende il cappotto sull’appendi abiti e lo indossa.

Francesca: Fai bene! Un po’ di shopping è proprio quello che ci vuole!

Anna: Poi dopo vediamo con calma le foto delle ragazze!

Campanello. Anna apre, sono Andrea e Federico.

Anna: We già siete tornati?

Andrea: Si! Siamo scesi un attimo a fare un servizio giù! Sono tornato a prendere una cosa!

Anna: Vabbuò! Noi andiamo a fare shopping! Ci vediamo più tardi!

Andrea: Ok! Ciao!

Francesca: Ciao!

Federico: Arrivederci!

Anna e Francesca escono

Federico: Andre’ nun me fai conoscere mai qualche amica di tua sorella!

Andrea: Ja  nun fa ‘o scemo! Pensiamo a quest’altro fatto mo! (va verso il cassetto, lo apre. Accortosi che non ci sono i soldi, rovista frettolosamente nel cassetto, poi con la stessa fretta apre gli altri e rovista al loro interno)

Federico: Andre’ ma che d’è?

Andrea: (ansioso) Nun è trovo! Madonna, e addò stanno?

Federico: ja nun fa ‘o scemo, nun è ‘o mumento mo ‘e pazzià!

Andrea: (c. s.) Ma te pare che me metto a pazzià cu sti ccose?

 Federico: Ma sicuro che l’hai messi qua? Può darsi che l’hai lasciati da qualche altra parte!

Andrea: (c. s.) No! Io mezz’ora fa ho controllato! Stevano cca, int’o burzello mio!

Federico: Può darsi che quanno hai controllato l’hai cagnato ‘e posto!

Andrea: (colto dalla probabile causa, scatta) A nonna!

Federico: A nonna?

Andrea: può darsi che l’ha pigliati essa!

Federico: E che se ne faceva ‘a nonna?

Andrea: (pensa poi scatta) A spesa!

Federico: E c’adda fa ‘a spesa pe’ preparà ‘o cenone e Natale ‘a nu reggimento ‘e suldate cu tutti chilli solde?

Andrea: No, mo ho capito! Cca mammà mette sempre ‘a pensione d’a nonna dopo che l’è andata a ritirà, perché poi passa ‘a nonna, s’e piglia e ‘e porta giù a casa soia!

Federico: Aggia capito!

Andrea: Hai capito?

Federico: Si, aggio capito che tua nonna è l’unica anziana in tutta Italia che chist’anno ha pigliato tredicesima e quattordicesima int’a una botta! E mo comme ‘e pigliammo?

Andrea: ‘a signora Carmela! Essa tene ‘e chiave d’a casa d’a nonna! Federì avimm’a sperà sulo che nun s’a purtata a fa ‘a spesa cu essa!

Federico: Addò sta ‘e casa sta signora?

Andrea: Giù al primo piano, sullo stesso pianerottolo d’a nonna!

Federico: E jammo ja!

Andrea e Federico escono. Dopo poco entra Valeria con una busta.

Valeria: (controlla la stanza e le vari porte per controllare che non ci sia nessuno in casa) Nonna!!... Anna!!.... Andrea è sceso mo proprio… Non ce nessuno! Io c’aggia spiegato la via, c’aggia dato l’indirizzo, penso che c’avessa sapè arrivà (guarda i fiori) Ah, io po’ me scurdavo! Quello il cucciolotto mio lo sa troppo bene dove abito! Mi ha mandato anche i fiori!! Mo mi devo solo preparare! (caccia dalla busta un babydoll estremamente sexy) Chissà se al pesciolino mio gli piace?! Penso proprio di si! Ora lo vado a provare, mi scatto una foto e gliela mando!! Così corre!! (esce correndo a destra)

Luisa: (entra seguita da Carmela con buste piene in ambo le mani entrambe) Trase Carmè, trase!

Carmela: (donna di sessantacinque anni vestita anch’ella  in nero per il lutto dovuta alla perdita del marito 6 mesi prima. Ha i capelli sommariamente raccolti e un viso pallido, marcato da qualche ruga e segnato nell’espressione dal forte dolore ancora decisamente vivo, dovuto a tale perdita) Permesso!

Luisa: Trase, trase! (chiude la porta) Poggia qua sopra. (indicando il tavolo)

Carmela: (esegue) Ecco qua!

Luisa: Grazie tante Carmè!

Carmela: Nun l‘hai dicere proprio Lui’! Grazie tante a te che ogni tanto me fai cumpagnia, jammo a fa ‘a spesa ‘nzieme! Si nu fosse pe’ te io sola rimmanesse!

Luisa: Assettete! (seggono entrambe) Te faccio nu poco e cafè?

Carmela: No, grazie  Luì… Me l’hanno sempe detto, e tenevano ragione! Una volta morto il marito, si perde tutto il rispetto! Prima, t’arricuorde Lui’, a casa mia era sempe piena ‘e gente! Mo sto sola, comme ‘a na cana!

Luisa:  E’ overo, è overo! Pure quando è morto maritemo Nicola, m’è succieso a stessa cosa, e si nun fosse stato pe’ chella bon’anima, ha da sta buono addò sta mo, che se mettette a fa casino cu figliema che s’aveva accattà a casa vicino ‘a nostra, io all’ora ‘e mo avessa fatto ‘a stessa fine toia!

Carmela: Si stata furtunata, t’aggia sempe detto! ‘E figli miei s’hanno scurdato proprio d’a mamma! ‘E nipute miei nun ‘e vedo a duie mise!

Luisa: Ma manco gliene puoi fa na colpa! Che te cride che io int’a na giornata quanto tempo sto cu mia figlia? Io nun ‘a vedo maie! Sulo ‘a primma mattina e qualche volta ‘a sera! Purtroppo ogge ‘e tiempe so’ cagnate, e pe’ guadagnà nu muorzo ‘e pane hai gettà ‘o sango d’a matina fino ‘a sera! E quanno tornano ‘a casa l’unica cosa che vanno trovando è ‘o lietto!

Carmela: Tiene ragione, tiene ragione! Lui’ te serve na mano a sistimà ‘a spesa?

Luisa: (si alza) No, nun te preoccupà, io mo me metto, subbete faccio!

Campanello. Luisa va ad aprire. E’ Monica.

Monica: Scusate, ho appena accompagnato il piccolo a scuola e mi sono accorta di aver scordato qui il cellulare. Posso andarlo a riprendere?

Luisa: Prego!

Monica: (si avvia verso destra)

Carmela: Buongiorno

Monica: (incurante del saluto di Carmela, esce a destra)

Carmela: E che educazione! Ma chi è?

Luisa: Uh Carmè, e che t’o dico a fa! Avimmo fatto l’albergo cca ‘ngoppo!

Carmela: Come sarebbe?

Luisa: Cose ‘e pazze! Cose dell’altro mondo! Questa è ‘na figliola che Andrea nepoteme ha conosciuto stanotte! S’a purtata ‘cca e a fatto ‘e fatti suoi!

Carmela: Cu chesta?

Luisa: Eh, cu chesta! Io nun ce capisco niente più! E nepute miei tornano ‘nda matenata, portano gente che manco loro conoscono, fanno e fatto lloro… sono incoscienti!! Dico io: e si so’ malintenzionati!

Carmela: Cu sti chiari ‘e luna poi… ogni giorno siete ‘o giurnale orario “Trovati morti accoltellati famiglia intera”, oppure “derubata intera famiglia. Trovato il figlio piccolo morto”

Luisa: Accussì se passano ‘e guai! Ma po’ s’è perzo tuttu cose! S’è perso ‘o scuorno! Chesta cca, per esempio: ogni notte cu n’ommo diverso, dice che tene nu figlio e nun sape manco chi è ‘o pate e manco se ne mette scuorno! Va avanti così! Si parle cu qualche d’uno, te risponne: “Viata essa, se diverte!”

Carmela: E che è divertimento chisto?

Luisa: Che generazione sbagliata!

Carmela: Ma ‘a colpa nun è a ‘lloro Luì!

Luisa: Si, si, tiene ragione! A colpa ‘e d’e genitori che nun l’hanno ‘mparato l’educazione! Sapisse quanto me innervosisco ogni vota che sento ‘na persona grossa che dice che ‘e giovani e oggi nun s’o buoni! Io ce vulesse disponnere: “E sicondo te, ‘e chi è a colpa, ‘a lloro o d’a vosta che nun ata saputo fa ‘e genitori?”

Monica: (entra) Signora vi vorrei chiedere un’altra cosa!

Luisa: Prego!

Monica: Me putisseve da’ nu bicchiere d’acqua? Mi sono svegliata con la gola secca! Poi ho fatto una corsa per accompagnare il piccolo a scuola e mi è venuta una sete pazzesca!

Luisa: Subito! (esce dalla cucina per rientrare dopo poco con un bicchiere d’acqua)

Monica: (a Carmela) Buongiorno Signora! Lei è forse un’amica della sguattera? (indicando Luisa)

Carmela: We e come vi permettete?

Monica: (confusa; a Carmela, poi si gira verso Luisa) Come, scusi?

Luisa: No no niente, lasciate stare! Ecco qua l’acqua!

Monica: (beve)

Carmela: (come a ricordarle qualcosa che ha omesso) Grazie!

Monica: Prego… ma… di cosa?!

Luisa: (tronca la situazione) Arrivederci signorì!

Monica: Arrivederci! (esce)

Luisa: Hai visto nu poco Carmè? E questo è quasi tutti i giorni! Ogni giorno na guagliona!

Carmela: Che scuorno, che scuorno! (si alza) Luì io scendo abbascio, aggia fa nu poco ‘e pulizie e po’ me preparo qualche cosa. A proposito m’a detto ‘on Gennaro, mo che stavo salendo con la spesa, che tuo nipote Andrea me jeva cercando proprio un minuto fa! Sapisse che vuleva?

Luisa: Nun te saccio proprio ‘a dicere!

Carmela: (si avvia alla porta in prima a destra) Vabbuò io scendo! Ce vedimmo cchiù tarde Luì!

Luisa: (la accompagna) Statte bbona! E comunque si nun s’avessa fa sentì nisciuno d’e figli tuoi p’a vigilia, te ne viene a mangia’ ccà! (le apre la porta)

Carmela: Grazie tante Luì, ve faccio sapè! Arrivederci! (esce)

Luisa: Arrivederci! (chiude la porta. Esce per la cucina portando con se le buste della spesa.)

Rosalia: (entra lasciando la porta aperta. E’ visibilmente nervosa; va alla seconda a sinistra, controlla che non vi sia nessuno poi si ferma al centro della scena)

Vittorio: E’ permesso?

Rosalia: (a bassa voce ma accecata dall’ira) Tu si nu pazzo! Chesto si!! Mi vuoi rovinare a me!! Ti sei messo pure a seguirmi ora? E se qualcuno ci vede insieme sotto casa mia? Che fine mi vuoi far fare? Che fine vuoi far fare alla mia famiglia?

Vittorio: Mi dispiace Rosalì, ma… ci dovevi pensare prima! Prima che mi innamorassi di te!

Rosalia: Basta basta! Lo vuoi capire che c’è mia madre di la? E mo ti sei messo a mandare i fiori pure a casa, (indica le rose sul tavolo) e non contento, proprio perché lo devono sapere tutti che sei tu, lo firmi allo stesso modo da 20 anni! Ma che ti credi che so’ tutte scieme qua dentro? 

Vittorio: Ti amo!

Rosalia: Finiscila!

Vittorio: dimmi che non provi niente per me e esco immediatamente dalla tua vita!

Rosalia: (guardando a terra e con non poca indecisione) Non provo niente per te!

Vittorio: (si avvicina, le alza il volto sollevando il mento. Le labbra a questo punto sono vicinissime) Me l’hai dicere guardanneme int’a l’uocchie e convita e chello che dici!

Rosalia: (pausa poi gira il volto dalla parte opposta) Lo sai che non è così…

Vittorio: Lo sapevo, perciò ti ho provocato! Scappa con me!

Rosalia: Tu si nu pazzo!

Vittorio: Scappa con me!

Rosalia: E come scappo? Io sono sposata! Ho un marito, dei figli!

Vittorio: Saprò essere un buon marito!

Rosalia: Ma fennelle!!

Vittorio: Non mi credi capace?

Rosalia: Non è questo… è che…

Vittorio: è cosa? (pausa) Non lasciare che io soffra ancora. Non lasciare che tu soffra ancora solo per un uomo che non ami nemmeno più… o che forse non hai mai amato!

Rosalia: Non ti permettere di dire una cosa simile!

Vittorio: Non mentire! Se vuoi mentirmi, almeno non farlo a te stessa! Lo sappiamo entrambi che fu solo un matrimonio di convenienza! Tu non lo amavi allora come non lo ami adesso!

Rosalia: Ma oramai ci siamo sposati. E penso che 20 anni ti siamo bastati per fartene una ragione!

Vittorio: Lo sai che non è così!

Rosalia: E poi come pretenderesti di fare il padre? Come stavi 20 anni fa stai pure mo! Fai ancora la vita di un 18enne, senza lavoro, senza aspettative!

Vittorio: Mi troverò un lavoro! Già sto cercando!

Rosalia: Ma vattenne!

Dopo qualche secondo entra Valeria. E’ in accappatoio. I due sentendo la porta aprirsi si allontanano. Vittorio, nel vedere Valeria, si gela!

Valeria: Mamma che ci fai qui?

Rosalia: Sono tornata a prendere una cosa che avevo scordato!

Valeria: e hai aperto tu il signore? (indica Vittorio)

Rosalia: (sguardo basso) Si l’ho aperto io!

Valeria: Beh, volevo aspettare un altro momento per dirtelo, ma visto che siamo qui…. mamma, ti presento Vittorio, il mio fidanzato! (indica Vittorio)

Rosalia: (si gira di scatto verso Vittorio) Che cosa?????

FINE PRIMO ATTO

SECONDO ATTO

La medesima scena del primo atto. È il 24 dicembre, di pomeriggio. In casa Esposito si sta preparando il classico cenone di Natale. All’apertura del sipario Rosalia è intenta a preparare la tavola, preventivamente allungata per contenere 8 coperti.

Luisa: (fuori campo) Rosalì muovete, che me serve ‘na mano cu stu capitone!

Rosalia: (a bassa voce) Ma chi m’ha fatto fa’ a me ‘e me piglià ‘a giornata ‘e festa!

Campanello. Rosalia va ad aprire. È Carmela con delle buste piene in ambo le mani.

Carmela: Buongiorno Rosalì, qua sta il resto della spesa!

Rosalia: Trasite… date a me! (prende le buste e le poggia nei pressi della porta della cucina)

Carmela: (che intanto si è avvicinata alla tavola e continua il lavoro di Rosalia) Grazie ancora Rosalì per l’invito!

Rosalia: (continuano ad apparecchiare insieme) Nun l’avita dicere proprio! Queste giornate si passano in compagnia, altrimenti che Natale è?

Carmela: Tiene ragione figlia mia! E chi siamo stasera?

Rosalia: Noi cinque, mammà, vuie….

Carmela: (avendo già notato gli otto posti) e siamo a sette…

Rosalia: e un compagnio di Valeria mia figlia.

Carmela: Ah che bellezza!

Rosalia: Me lo ha chiesto con insistenza e… c’aveva fa?!

Carmela: Certo, certo. Eh, te capisco…. C’aggia passato pure io, è sempe nu dispiacere quando ‘na figlia se mette ‘a fa l‘ammore… tanno t’accuorge che so’ gruosse e che prima o poi ‘e pierde!

Rosalia: No, ma non durerà molto!

Carmela: e perché? Si ‘e dduie guagliune se vogliono bene assaie, è meglio che se ‘nzurano quanto prima!

Rosalia: (infastidita da queste parole) Signora Carmè sapite che vulite fa? Serve ‘na mano a mammà int’a cucina, putisseve ‘i vuie mentre io finisco qua?

Carmela: Va bene, vaco int’a cucina allora! (esce per la cucina)

Rosalia: andate anda’!

Campanello. Rosalia va ad aprire. È Vittorio con un mazzo di rose rosse e una “24 ore” in mano.

Rosalia: (si gira e va verso la tavola senza dire una parola)

Vittorio: Buongiorno!

Rosalia non risponde

Vittorio: Ho portato questi fiori…

Rosalia: (dopo un attimo di pausa, si gira con un sorriso isterico) Ah? E come sono firmati?

Vittorio: In che senso?

Rosalia: Ho detto: come sono firmati?

Vittorio: Come li ho sempre firmato!

Rosalia: eh no!

Vittorio: Come no?

Rosalia: Come è firmato? Cuore palpitante o cuore galoppante?

Vittorio: (dopo una breve pausa, cercando di aggiustare la faccenda) Core ‘mpazzuto! ‘Mpazzuto pe’ te!

Rosalia: Ma vallo ‘a cuntà a chi nun te sape!! E sappi che se tu stasera stai qua è solo perché è Natale e non mi voglio intossicare con mia figlia. (notando la borsa) Guarda lla guarda: mo è diventato tutto ‘a una botta imprenditore! Con la cravatta e c’a borsa! Ma sappi che puoi prendere in giro a mio marito ma non a me! Ti do di tempo una settimana! Anno nuovo, vita nuova… e se per Capodanno stai ancora appresso a mia figlia giuro che…

Vittorio: Che fai? (getta la borsa sul divano e si avvicina sempre più a Rosalia) Cunfiesse tutte cose? E come lo spieghi a tuo marito? Come lo spieghi alle tue figlie?

Rosalia: (in preda all’ira) Ma stu piezzo ‘e… (afferra i fiori e fa per picchiarlo con questi, ma si blocca alle parole di Carmela)

Carmela: (fuori campo) Rosalia! (entra) Rosalì… (nota Vittorio) Buongiorno! (a Rosalia) Il signore è un tuo collega?

Rosalia: (imbarazzata) No, è il compagno di mia figlia Valeria!

Carmela: (rimane un attimo perplessa) Ah è lui?... Piacere Carmela, una vicina di casa!

Vittorio: Piacere, Vittorio Caputo! (bacia la mano alla signora)

Carmela: (ancora perplessa) Che giovanotto… cioè… che uomo simpatico! (sdrammatizzando) E questi fiori?

Vittorio: Sono per la splendida madre!

Rosalia: Vittorio stava per andar via, deve sbrigare prima delle commissioni urgenti e poi torna!

Carmela: e proprio di queste giornate?

Vittorio: è quello che mi chiedo pure io… (fulminato dallo sguardo di Rosalia) Ma quando il dovere chiama…

Carmela: Certo, certo!

Vittorio: Allora a più tardi! (consegna i fiori nelle mani di Rosalia.

Carmela: Arrivederci, arrivederci!

Vittorio esce lasciando la porta aperta.

Anna: (entra da destra) Buongiorno signora Carmela!

Carmela: We Anna, buongiorno! (si salutano col bacio sulla guancia)

Rosalia: Anna nun te ne fui’ che dobbiamo parlare!

Anna: Che è succieso?

Rosalia: Ti rendi conto che ore sono? Ed ora ti alzi?

Carmela: Rosalì è Natale, nun ve ‘ntussecate proprio oggi!

Anna: Guardatela, non s’è mai interessata, se ‘nteressa mo!

Rosalia: Io non me so’ mai interessata? Lasciammo sta và! A parlare con te è come lavare la testa a un asino: se perde l’acqua e ‘o sapone! (Esce per la cucina)

Carmela: Figlia mia arricuordete: chi nun sta ‘a sentere a mamma e padre, va a cade’ addò nun sape! Io ‘o dico pe’ te! Vado di la a da ‘na mano a cucina’! (esce per la cucina)

Anna siede sul divano e controlla il cellulare. Entrano silenziosamente Sarah, Susy, Veronica ed Eva, si avvicinano al divano.

Le ragazze: (gridano) Sorpresa!!!

Anna: (sobbalza dal divano. Sorpresa, ma nel contempo felicissima) E che ci fate qua? Non dovevate tornare dopo domani?

Sarah: Appunto: Sorpresa!!

Susy: Vi abbiamo detto una bugia, per farvi una sorpresa oggi!

Veronica: E ti abbiamo portato un pensierino!!! (mostra la busta)

Anna: Grazie!!!! (fa per prendere la busta)

Eva: (prende la busta) E no!! I regali si aprono a mezzanotte! (ripone la busta sotto l’albero)

Anna: Uffa ma io sono curiosa!!!!!

Eva: Mi dispiace!! Questa è la tradizione!!

Anna: Dai sediamoci, voglio sapere tutto!!

Si siedono sul divano

Eva: Che te si persa!!! Abbiamo visto il big bang, il castello della Regina Elisabetta…

Sarah: Ma Checca?

Anna: la chiamo subito! (si alza)

Eva: Nun te preoccupa’, ‘a chiammo io!! Ho i minuti gratis!

Veronica: No, così rovini la sorpresa! Chiamala tu Anna, e inventati una scusa, dille che deve correre subito qui!

Anna: Ok! (Prende il telefono riposto sulla parete. Si siede, compone il numero e porta il cellulare all’orecchio. Aspetta qualche secondo, poi con voce triste e ansiosa) Francè! Francesca corri a casa mia, ti devo dire una cosa urgente!! (intanto le ragazze ascoltano e ridacchiano sottovoce. Intanto Anna con voce ancora più triste e più ansiosa, quasi piangendo) Fai prima che puoi!... Ti aspetto!! Corri! (attacca, poi ride)

Le ragazze ridono

Susy: Sei un’attrice nata!!

Sarah: Ma che ha detto?

Anna: dieci minuti e sta qui!

Sarah: Allora abbiamo un po’ di tempo… Tu che ci racconti di bello?

Anna: Di bello proprio niente!

Veronica: è successo qualcosa?

Anna: …è ritornato!

Eva: è ritornato?

Anna: Si!

Eva: l’uomo di merda?

Anna: proprio lui!

Sarah: E l’hai mandato a quel paese?

Anna: (la guarda e non risponde)

Susy: (capendo con quello sguardo quanto è successo) E nun ‘a vedite? ‘o porta scritto ‘nfaccia che c’ è ricascata…

Sarah: Ma in uno degli sms che mi mandasti, dicesti che si stava frequentando con tua sorella!

Anna: e questa è la cosa peggiore…. Cinque minuti fa stava qui, perché la settimana scorsa mia sorella volle presentarlo a mamma, e oggi l’hanno invitato a cena qui!

Veronica: Che situazione, mamma mia!!

Eva: Che uomo di merda!!

Veronica: Dai, mo non ci pensare! Sta per arrivare Francesca, organizziamo qualcosa velocemente per farle una sorpresa!!

Susy: (ad Anna) Tu le hai detto che era successo una cosa e che le dovevi parlare… facciamo una cosa: quando bussa ci nascondiamo dietro al divano e tu vai ad aprire…

Sarah: Giusto!! Va ad aprirla con una faccia tristissima, quasi in lacrime!!

Veronica: Ma tanto sei un’attrice nata, le lacrime te le sai far uscire senz’altro!!!

Susy: Lei entra e ti chiederà cosa è successo…. Tu la abbracci e dopo usciamo tutte e gridiamo “Sorpresa”!!

Sarah: Si, si! Mi piace, mi piace!!!

Eva: Vabbuò… stavo dicendo: siamo andate sulla ruota panoramica, chella che gira, e questa (indica Veronica) per vedere i fresconi Inglesi, se steva buttando abbascio!!

Le ragazze ridono. Campanello.

Sarah: Wa, già sta qua?

Anna: Conoscendola, può essere… nascondetevi!!

Le ragazze si nascondono. Anna apre la porta, è Vittorio! Anna rimane pietrificata!

Le ragazze: (saltano da dietro il divano) Sorpresa!!!

Tutti cadono nell’imbarazzo e la scena di cela dietro un silenzio gelido.

Vittorio: Ho dimenticato la mia borsa qui. (prende la borsa dal divano) A più tardi. (esce)

Francesca: (entrando incrocia Vittorio.) Anna!... Non mi dire che…. È successo di nuovo?

Le ragazze: (prive di entusiasmo)  sorpresa…

Francesca: ragazze!! Che ci fate qui?

Sarah: Siamo tornate stamattina e siamo passate a farvi una sorpresa!

Campanello. Anna va ad aprire, è Federico.

Federico: Ciao Anna. (notando le ragazze) Salve signorine! Piacere Federico, amico di Andrea!

Eva: (incurante di Federico) Anna andiamo in camera tua, ti facciamo vedere le foto!

Anna: Ok! (a Federico) Ti chiamo Andrea?

Federico: Si, grazie!

Le ragazze escono insieme ad Anna a destra.

Luisa: (entra dalla cucina) We ‘guagliò!

Federico: Salve signora!

Luisa: (Apre il mobile) Federì agge pacienza, damme ‘na mano!

Federico: Subito Signò! (si avvicina)

Luisa: (prende dal mobile due zuppiere, una dentro l’altra e le da a Federico) Portale dentro!

Federico esegue. Luisa prende una serie di piatti, uno dentro l’altro ed esce.

Federico: (entra) Signò devo prendere qualche altra cosa?

Luisa: (Fuori campo) No, niente più, chiudi ‘a credenza, grazie!

Federico esegue.

Andrea: (entra da destra) We Federì!

Federico: Andre’, allora?

Andrea: Niente, non ci sono riuscito!

Federico: Ma come? Una settimana intera non sei riuscito ad entrare in casa di tua nonna?

Andrea: Federi’ che vuoi da me? Che ci posso fare?

Federico: Io non voglio proprio niente… il guaio è il tuo! Don Riccardo parlò chiaro: Se entro la vigilia non consegni i soldi ti faccio ricordare le feste a te e alla tua famiglia!

Andrea: ma non specificò quale vigilia… può essere che intendeva il 31!

Federico: Andre’ tiene genio ‘e pazzià? Io lo dico per te perché io i soldi glieli portai!

Andrea: Madonna e mo che mi invento?? (siede sul divano) E se gli chiedo una proroga?

Federico: Puoi tentare, ma… è difficile, già te ne ha concessa una, è difficile che chiude un occhio pure mo! Ma io non riesco ancora a spiegarmi una cosa: Come è possibile che in una settimana non sei riuscito ad entrare in casa di tua nonna? Non potevi chiederle un attimo le chiavi, con una scusa qualsiasi?

Andrea: No.

Federico: E perché?

Andrea: Mia nonna non mi fa entrare solo a me in casa sua!

Federico: E perché?

Andrea: (si alza)Quella è stata sempre sospettosa! Se pensava che io facevo ‘o mariuolo! L’anno scorso capitò che si ruppe la sveglia mia, e la mattina mi dovevo svegliare presto. Non sapendo come fare, presi le chiavi e scesi giù dalla nonna e mi presi la sua sveglia! Quando il giorno dopo scoprì che me l’ero presa io si mise a fa come la pazza dicendo che io me l’ero rubata perché me la volevo vendere!

Federico: Wa, pe’ na sveglia!

Andrea: Vabbè non è una sveglia qualsiasi, è antica, chilli mausolei ‘e ‘na vota. E poi è un regalo affettivo, gliela regalò il nonno i primi anni che stavano insieme!

Federico: E sapevi tutti questi fatti, non potevi cercare un’altra soluzione?  Che saccio, mettive a sveglia ‘ngoppo ‘o telefono!

Andrea: Manco a farlo apposta, quella sera era scarico! E mo non mi fa più entrare solo a me in casa sua!

Federico: Ho capito! Certo che tua nonna pure è nu personaggio!

Andrea: E che ne parlammo ‘a fa!

Federico: Dobbiamo cercare un modo per entrare! Chi trase liberamente da tua nonna?

Andrea: Praticamente tutti tranne io! Pure gli estranei fa entrare da soli! Pensa che la ragazza delle pulizie entra da sola dal primo giorno!

Federico: E se chiamiamo questa ragazza?

Andrea: ‘A vigilia ‘e Natale vene pe’ te!

Federico: (pensieroso) E altrimenti…. Comme putesseme fa?... (scatta per aver trovato una soluzione) Aggia truvato! (frettoloso) Chiama tua nonna, chiama tua nonna!

Andrea: Che vuò fa?

Federico: Chiama tua nonna!

Andrea: Federì tu si pericoloso!

Federico: T’aggia ditto chiama tua nonna!

Andrea: Federì m’avissa mettere int’e casini?

Federico: Io? Perché, t’aggia mia mise ‘nt’e casini?

Andrea: Federi’, Aggia perso ‘o cunto!

Federico: Ja nun dicere scimità, nun perdere tiempo, chiama tua nonna!

Andrea: (Sospira) Vabbuò… (va alla porta della cucina, a voce alta) ‘A no’ viene n’attimo ‘a ccà! (a Federico abbassando la voce) Si sicuro tu?

Federico: Si, nun te preoccupà, lascia fa a me!

Luisa: (entra con uno straccio con cui si asciuga le mani; ai ragazzi) Che vulite?

Andrea: Federico v’adda chiedere ‘na cosa!

Luisa: ( a Federico) Dimme…

Federico: Signora, avete per caso bisogno di una lavata generale?

Luisa: Veramente m’aggia fatto ‘na doccia stammatina!

Federico: No, dico, una lavata, una pulita generale alla vostra casa?

Luisa: (sospettosa; risposta secca) Pecchè?

Federico: No, perché oggi pomeriggio doveva venire la ragazza delle pulizie a casa mia, ma visto che mia mamma deve cucinare le ha detto di non venire, però è un peccato perché mia madre l’ha già pagata, quella la paga in anticipo ogni mese, e visto che voi state qua e giù da voi non c’è nessuno, ho pensato: magari la faccio venire qua, (marcatamente guardando Andrea) almeno i soldi non vanno persi!

Luisa: In verità me servesse proprio! Tengo ‘a casa sotte ‘e ‘ngoppa! E quanto me facesse ‘nteresse?

Federico: Ninte signò, consideratelo un regalo di Natale!

Luisa: Grazie tante!! Ma è una ragazza fidata? Perché io non mi posso muovere da qua!

Federico: State in mani sicure! Pensate che mia mamma c’ha dato ‘e chiave d’a casa!

Luisa: Va bene allora! E tra quanto viene?

Federico: Penso ‘na mezz’oretta! ‘O tiempo d’a chiammà e d’a fa venì ‘cca!

Luisa: Va bene! Io vado dentro, continuo ‘a cucenà! Come viene mi chiami!

Federico: Certamente! Andate andate!

Luisa.

Andrea: Sei un genio!!

Federico: Lo vedi? Che ti dicevo?

Andrea: Jamme, chiamiamo a questa!

Federico: A chi?

Andrea: ‘A guagliona che fa ‘e pulizie ‘a casa toia!

Federico: Addò??? A casa mia nun tenimme manco l’uocchie pe’ chiagnere, teneveme ‘a guagliona delle pulizie…

Andrea: Ma tu veramente faie?

Federico: Andrèèè! Ma c’aggia fa tutte cose io? ‘o guaio è ‘o tuoie! Io ti ho trovato la soluzione, aggia parlato con tua nonna e mo te putisse impegnà tu a truvà na guagliona!

Andrea: (arrabbiato) Tu non sei un genio, tu si nu scemo! Addò ‘a trovo io ‘na guagliona ‘a vigilia ‘e Natale che vene ‘a fa ‘e servizi tra mezz’ora! (imitando Federico) ‘O tiempo d’a chiammà e d’a fa venì ‘cca! (furioso) e ‘o tiempo d’a truvà t’a scurdato?

Federico: E mica potevo dire avanti a tua nonna “’o tiempo d’a truva” ? Non aveva senso! (gonfiandosi) Saltava tutta la mia scusa spettacolare!

Andrea: Federì, ccà una cosa ce sta ‘e spettacolare, ed è la spettacolare stronzata che hai fatto!

Federico: Andrè troppi ringraziamenti! Me staie facenno emoziona’!

Andrea: (camminando nervosamente) E io mo dove la trovo?? Dove la trovo?

Federico: Che saccio… tu ogni sera stai cu ‘na guagliona diversa, chiamme a una ‘e lloro!

Andrea: (si ferma. Ha trovato una probabile soluzione) Quella della settimana scorsa!

Federico: Ah si! Quella di lunedi scorso! Bravo bravo!!

Andrea:(prende il portafogli dalla tasca) Mi lasciò il suo numero sul comodino! (dopo aver cercato, trae un fogliettino dal portafogli) Eccolo qua! Passami il cellulare!

Federico: Ho finito il credito!

Andrea: Il mio, pezzente!! Sta llà! (indica la parete attrezzata)

Federico: (esegue) Tiè!

Andrea: (compone il numero scritto sul fogliettino. Attende) Pronto! Ciao sono Andrea, ti ricordi di me?.... No!.. Abbiamo passato la notte insieme la settimana scorsa!... Quale giorno? (a Federico a voce bassa) Che giorno era?

Federico: (a voce bassa) La notte tra domenica e lunedi!

Andrea: Lunedi!... No, non il pomeriggio, la notte!

Federico: Due nello stesso giorno?All’anema d’a zo…

Andrea: (da un calcio a Federico e gli fa cenno col dito di zittire) Si, sono io! Senti potresti venire da me, ti dovrei chiedere un favore… no no, magari un’altra volta, ti devo chiedere un altro favore!... potresti passare ora?... Si è urgente…. Grazie, a dopo allora!... Ciao! (stacca)

Federico: Allora?

Andrea: Viene tra poco!

Federico: Hai visto che il piano era geniale?

Andrea: Federì statte zitto ‘o se no te do n’atu cauce!

Campanello. Andrea va ad Aprire. È Ciro.

Ciro: Buongiorno!

Federico: Buongiorno Ciro! Tutto bene?

Ciro: (posando la borsa sul divano) Non c’è male… sto ucciso, vengo da una giornata di lavoro pesantissima! Tu invece? Fai compagnia a mio figlio nella nullafacenza?

Federico: Non per nostra volontà! Lo sapete che i tempi sono quelli che sono!

Ciro: (ad Andrea) Ma a che punto stanno dentro?

Andrea: Penso che hanno un’altra ora di tempo!

Ciro: Federi’ resti con noi?

Federico: No, grazie, mi aspetta la mia famiglia a casa!

Ciro: E a quest’ora stai ancora qua?

Federico: E me lo chiedo pure io…

Andrea: (interviene per zittire Federico) Dobbiamo fare un attimo un servizio insieme!

Ciro: Vabbuò allora vado un attimo di la, me vado a levà sta cravatta! Permettete!

Federico: Prego prego!

Entrano Anna e le amiche.

Anna: Ciao papà!

Le ragazze: Buongiorno!

Ciro: We we, bentornate! Come è andato il viaggio a Londra?

Susy: Benissimo!

Sarah: Ci siamo proprio divertite!

Veronica: Potevate far venire anche Anna!

Ciro: Sentite, non ricominciamo eh! Vado un attimo in camera mia! Permettete!

Anna: Papà noi scendiamo un po’, andiamo giù al bar, quando siete pronti mi fate uno squillo!

Ciro: Va bene, non vi allontanate però!

Anna: Non ti preoccupa’! A dopo!

Le ragazze: Arrivederci!

Ciro: Arrivederci, arrivederci! (esce a destra)

Anna: Scendiamo altrimenti si fa tardi!

Anna apre la porta ed esce seguita dalle ragazze.

Federico: Arrivederci Ragazze!! (le ragazze non si curano per niente di lui e gli chiudono la porta in faccia) Mamma mia, certo che so’ proprio simpatiche ‘e cumpagne ‘e soreta!

Andrea: Si si, ‘o fatto ‘e chesto, so’ di una simpatia incredibile! Facciamo ‘na cosa: scendiamo giù, l’aspettiamo giù a questa!

Federico: M come si chiamava?

Andrea: (aprendo la porta) E che ne saccio!

Escono. Entrano Rosalia e Luisa.

Luisa: (apre il mobile e prende dal basso 2 padelle) Piglia tu chell’altra pentola grossa, che ‘a accuminciammo a purtà ‘a lla! (esce)

Campanello

Rosalia: (esegue, poi entra ed apre la porta d’ingresso. È Vittorio) Già stai ccà?

Vittorio: E penso che s’è fatta ora!

Ciro: (entra da destra) Buongiorno!

Rosalia: Tu stai qua?

Ciro: Sono arrivato da poco! (a Vittorio) Buongiorno! Tutto bene? (gli stringe la mano)

Vittorio: Benissimo! A voi?

Ciro: Bene, bene! Un po’ stanco! Vengo da una giornata di lavoro bruttissima!

Vittorio: Vi capisco!

Rosalia: Io vado di la! Permettete!

Vittorio: Prego, prego!

Rosalia esce per la cucina.

Ciro: Sediamoci che di la tengono tempo! (siedono sul divano)

Vittorio: Ma Valeria ancora deve tornare? Non riesco a sentirla da stamattina!

Ciro: È tutto normale! La vigilia di Natale parte la mattina e torna direttamente per mangiare la sera! Si mette c’a capa e c’o pensiero per consumarmi un mensile intero tra regali e altre spese!

Vittorio: Però tiene il pensiero!

Ciro: Macchè! La maggior parte dei regali sono per lei! Compra tanti di quei panni, tanti di quei paia di scarpe che se vedi in camera sua, ‘e mobbili non se chiudono più! E almeno s’e mettesse! La maggior parte delle cose che compra nun s’e mette mai!

Vittorio: (sorridendo) Ho capito, ho capito!

Ciro: Tu che fai, lavori?

Vittorio: Fino a qualche tempo fa avevo un bel posto in una azienda di Caserta, ero nel reparto amministrativo. Poi però fallì e mi ritrovai in mezzo ad una strada. Ora mi arrangio facendo il rappresentante, guadagno quel poco per poter vivere discretamente! Anche se con questi aumenti su tutto avvolte veramente si riesce a stento a arrivare a fine mese!

Ciro: Eh che vuoi fa! I tempi sono neri! E più si va avanti più si peggiora!

Vittorio: Voi invece dove lavorate?

Ciro: Io? Lavoro in un’azienda che si occupa di prestiti. Oggi è stata veramente una giornata stressante perché sono molte le aziende, ma anche privati, operai che hanno bisogno di prestiti e quindi c’è stato un via vai di gente!

Vittorio: L’azienda dove lavoravo fallì anche per questo. I debiti accumulati erano parecchi, ricorsero ad una di queste aziende ma ugualmente poi non riuscirono a restituire la somma e andarono, come si dice, ‘a panza all’aria!

Ciro: I tempi so’ brutti, come si deve fa!

Vittorio: Uno chiede aiuto con la speranza che dopo qualche mese si aggiustano le cose, ma cade nella rovina più di prima!

Ciro: Vabbè ma mo non ci pensiamo altrimenti c’è solo da intossicarsi le feste!

Vittorio: Avete ragione! Sentite, visto che qua ci vuole tempo, vi posso offrire un aperitivo, o qualche altra cosa giù al bar?

Si alzano

Ciro: Volentieri! Così ammazziamo un po’ il tempo mentre non finiscono di preparare! (va alla porta della cucina) Noi scendiamo giù al bar, voi che tempo tenete?

Luisa: (da dentro) tre quarti d’ora!

Ciro: Vabbè noi il tempo di prendere qualcosa e saliamo! (A Vittorio) Prendo una attimo il cappotto! (esce a destra)

Vittorio: Prego, prego!

Campanello. Vittorio va ad aprire. È Valeria con molte buste in mano.

Valeria: Amore!! (si baciano) Già sei qui!

Vittorio: Si mi sono anticipato! Ti serve una mano?

Valeria: No no non ti preoccupare! (posa le buste sotto l’albero)

Vittorio: C’è qualcosa per me li?

Valeria: Non te lo dico!!

Vittorio: (la abbraccia) Ma io so’ curioso!

Ciro: (entra) We Vale’ tu sei tornata?

Valeria: Si si papà! Ecco la carta! (gli da la carta di credito)

Ciro: E che m’a piglio ‘a fa! Ora ci sarà fame e carestia qua sopra! (prende la carta e la ripone nel portafogli)

Vittorio: Noi scendiamo al bar, saliamo tra un po’!

Valeria: Va bene! A dopo! (bacia Vittorio)

Vittorio: A dopo!

Ciro e Vittorio escono. Valeria siede sul divano e prende il cellulare dalla tasca. Entra dall’ingresso Anna.

Anna: We Valè!

Valeria: Ciao! Ho visto stamattina sul corso le ragazze! Da quando sono tornate?

Anna: Stamattina presto! (siede sul divano) Io invece ho appena visto Vittorio con papà!

Valeria: Si, andavano a prendere qualcosa giù al bar! Stanno entrando già in confidenza, mi fa molto piacere!

Anna: Contenta tu…

Valeria: Per favore non ricominciare, so quello che faccio! Se era uno dei tipi che dici tu subito me ne accorgevo e non ci pensavo proprio a presentarlo a mamma e papà! (cambia discorso) Vieni qua! (le indica il cellulare) Vieni a vedere le scarpe che mi sono comprata, sono stupende!

Anna: Wa bellissime! Dove le hai prese?

Valeria: Sul rettifilo! Qualche volta ti ci devo portare!

Anna: Vieni a vedere invece il cappottino che mi sono comprata per domani! Lo tengo nella stanzetta!

Escono a destra. Entrano Andrea, Federico e Monica.

Andrea: (a Monica) Allora ti è tutto chiaro?

Monica: Chiarissimo! Però non abbiamo parlato di una cosa!

Andrea: e cioè?

Monica: e cioè? Ti pare che io la vigilia di Natale vengo a fare le pulizie a casa di tua nonna e me ne vado così, cu ‘na mano annanze e n’ata areto?

Federico: Abbassa la voce! Hai visto che non hai capito niente? Tu non devi fare le pulizie, devi far finta! Aggiusti un poco di qua e un poco di la!

Monica: A me non interessa! Se non vi sta bene, me ne vado!

Andrea: Addò vaie! Non ti preoccupare, dopo ci mettiamo d’accordo! Mo vado a chiamare mia nonna, tu ti ricordi tutto?

Monica: Si, non ti preoccupare!

Federico: Sicuro sicuro?

Monica: Si! Sono la ragazza che fa i servizi a casa tua (indica Andrea)…

Andrea: Noo, non a casa mia, la nonna è mia, la casa è sua! (indica Federico)

Monica: Ah ho capito! Ma che c’azzecca tua nonna?

Andrea: Come che c’azzecca?

Monica: Ah ho capito! Siete cugini, è la nonna di entrambi!

Federico: Ma c’hai capito??

Monica: E allora scusate che c’entra tua nonna se la casa è sua?

Andrea: Fai una cosa, stai zitta, parliamo noi! Non dire nemmeno una parola!

Federico: Fai finta di essere straniera!

Andrea: Noo!! Aspetta Federì!! Avimma fatto na scimità!

Federico: Perché?

Andrea: (a Monica) Tu vedesti mia nonna la mattina che te ne andasti?

Monica: No no! Parlai con una signora, ma non era tua nonna!

Andrea: E con chi parlasti?

Monica: Non lo so! Lei mi disse di essere la sguattera!

Andrea: La sguattera? Si essa è!

Monica: Tua nonna è una sguattera?

Andrea: No, essa ogni volta che ci chiedo una cosa, dice: “e che so’ ‘a sgattera toia? Pigliatello tu!”. Insomma, è nu termine che tiene sempre in bocca!

Federico: E mo come facciamo?

Andrea: E che ne saccio? (a Monica) Tu non hai un’amica, una collega che può farci questo favore?

Monica: La vigilia di Natale? Oh ma scusate, e pure che mi conosce, che fa? Le dico che lavoro come donna delle pulizie!

Federico: No, non è possibile!

Monica: e perché?

Federico: Perché abbiamo appena deciso che tu non devi parlare!

Monica: E perché?

Federico: Combini qualche altro guaio!

Andrea: Federì, cchiù guaio ‘e chello che hai combinato tu? Rimaniamo così! Diciamo che manco a farlo apposta la ragazza che lavora a casa tua è la stessa che dormì qua una settimana fa!

Federico: E si, ja! Vai a chiamare tua nonna!

Andrea: (a Monica) Però parliamo noi! Tu parla solo in caso di estrema necessità! Altrimenti, taci!

Monica: Certo che siete curiosi! Se quella mi saluta io non posso nemmeno salutarla?

Andrea: Questo è uno dei casi di estrema necessità che dicevo! Per il resto, lascia fare a noi!

Monica: Va bene! Però na cosa ‘e pressa perché io tengo da fa’!

Andrea: (si avvicina alla porta della cucina) ‘A nooo’!! Nonna!!

Luisa: (entra) We che d’è?

Andrea: A no’ t’a arricuorde sta guagliona?

Luisa: Come! Stava qua ‘a settimana scorsa! Buongiorno!

Monica: (guarda Andrea come per dire “Posso parlare?”)

Andrea: (cerca di farle cenno di “si” ma lei non capisce) è diventata timida tutto in una volta! (si avvicina a Monica. Tra i denti) Rispunne!

Monica: (esuberante si avvicina a Luisa) Buongiornooo signora!! Tutto bene??

Luisa: (perplessa) Si si tutto bene! E il bambino come sta?

Monica: (guarda di nuovo Andrea non sapendo se può rispondere)

Federico: (per tagliar corto) Si si, sta bene! Signora questa è la ragazza che vi dicevo!

Luisa: Ah site vuie? Ma non faciveve… comme se dice… l’accompagnatrice?

Federico: (ad Andrea sottovoce) Ma chella matina s’avessene scagnato pure ‘o 7 e 30?

Andrea: Si ‘a no’, fa anche quello, però principalmente fa le pulizie!

Luisa: Ho capito!Allora aspè che ti prendo le chiavi! (si avvicina al divano, sposta un cuscino ed estrae da sotto una chiave) Ecco qua! Questa è la chiave di casa mia, ti fai accompagnare da loro, io sono impegnata a cucinare! Tutto chello che te serve, scope, pezze, detersivo, trovi tutto nel bagno in fondo al corridoio! (le da la chiave. Monica fa per andare ma Luisa la ferma) Aspetta, prima di scendere ti devo dire un’altra cosa: una volta entrata, chiuditi dentro e non far entrare mio nipote! (a bassa voce al suo orecchio) È nu mariuolo! M’arrobba fino a dinto ‘a casa mia! Io vado di la! Ci vediamo dopo! (esce per la cucina)

Monica: A dopo!!

Federico: (fissa per qualche secondo Andrea)

Andrea: Che vuo’?

Federico: Avimmo fatto nu burdello pe’ ‘na chiave che stava sotto ‘o divano? Non sapevi prima guardare un poco in giro??

Andrea: Federì ma che vuò tu a me? Che ne putevo sapè?

I tre escono. Entrano da destra Anna e Valeria.

Valeria: È proprio bello… infatti voglio passarci pure io, però aspetto i saldi!

Anna: Secondo me sto fatto dei saldi è una grande scimità! Ti ricordi quel cappotto che presi prima di Natale l’anno scorso?

Valeria: Si, quello glicine!

Anna: Lo pagai 120€… passai a Gennaio lo trovai scontato del 50% e stava 110€!

Valeria: Madò certi so proprio ladri, nun ce sta niente a fa!

Rosalia: (entra dalla cucina) Vedete che un’altra mezz’oretta ed è pronto!

Anna: Vabbuò allora vadò di la, devo masterizzare un CD che mi aveva chiesto Francesca. (esce a destra)

Rosalia: Valè dobbiamo parlare un poco!

Valeria: Che c’è?

Rosalia: Assittete! (siedono vicino al tavolo) Io purtroppo con il lavoro che faccio non sto mai a casa e non abbiamo mai l’occasione di parlare un poco, però questo non vuol dire che se hai un problema non me lo puoi venire a dire. Io volevo un poco parlare di questo Vittorio, ma non è un po’ troppo grande per te?

Valeria: Mamma mo ti ci metti pure tu?

Rosalia: No, voglio dire solo che ci sono tanti bei ragazzi giovani dell’età tua! Pensa un domani, vi sposate, tu giovane con un figlio e lui invece anziano che può essere nonno di quel bambino!

Valeria: Mamma i ragazzi di oggi pensano solo a una cosa, sono immaturi!

Rosalia: Un uomo di 40 anni che va appresso alle ragazzine pensi che sia meglio?

Valeria: Perché tu e papà non avete 18 anni di differenza?...Lui mi vuole bene veramente! E poi io non sono una ragazzina, so guardarmeli i fatti miei, riesco a capire se uno mi prende in giro o mi vuole bene! Ho dovuto imparare da sola vista la vostra assenza!

Rosalia: È inutile che mi rinfacci sempre tutto! Ti ho sempre detto che se io e papà non ci siamo mai è per voi, per permettervi di fare la vita che fate. Altrimenti voglio vedere come te ne andavi in giro la vigilia di Natale a fare shopping!

Valeria: È inutile pure che mo vuoi fare la mamma dopo 20 anni! (si alza) Come me la sono vista da sola fino ad ora posso continuarmela a vedere da sola! (esce a destra sbattendo la porta)

Rosalia rimane per qualche secondo immobile sulla sedia con lo sguardo perso nel vuoto di chi si sente di aver fallito in tutta la sua vita.

Luisa: (da dentro) Rosalì... Rosalia!!

Rosalia, al colmo dell'ira, si alza ed esce di casa.

Luisa: (entra) Rosalì… Rosalia!! Addo è juta chesta? Ccà quanno se tratta ‘e faticà se ne fuiene tutti quanti! (esce)

Rientrano Federico ed Andrea.

Andrea: (Rientra col borsello pieno di soldi) Finalmente c’amma fatta!

Federico: E mo lo dobbiamo avvisà, ci deve dare un appuntamento.

Andrea: e chiamiamolo, così ci leviamo il pensiero.

Federico: Tu sei pazzo!! Quelli ci interpellano!

Andrea: Chi ci interpella?

Federico: (all’orecchio di Andrea guardandosi attorno) e guardie!

Andrea: Ci intercettano, Federì, intercettano no interpellano!

Federico: Eh, chello che vuò tu!

Andrea: e scusa, tu come fai a parlare con don Riccardo?

Federico: Ci scriviamo con le e-mail! Ci hanno imparato tutto un linguaggio elaborato che è difficilissimo da decifrare!

Andrea: E allora gli mandiamo una mail, sei sicuro?

Federico: Si ja, piglia ‘o computer! Muovete che me n’aggia ‘i!

Andrea: E jamme! (prende il pc e si siede vicino alla tavola. Aspetta qualche istante l’accensione) Allora, qual è l’indirizzo?

Federico: (che rimane in piedi dietro Andrea) Allora… tutto attaccato: sbrillo smacchiatore…

Andrea: sbrillo smacchiatore? Questo è il grande linguaggio elaborato?

Federico: Statte zitto e scrivi: sbrillo smacchiatore… at…

Andrea: Che cosa?

Federico: at, at, chiocciola ‘gnurante!

Andrea: M’aveva scurdato, ca tengo ‘o professore, tengo!

Federico: Jammo avanti!

Andrea: chiocciola…

Federico: at…

Amdrea: chiocciola…

Federico: at…

Andrea: e te muove ‘o no?

Federico: casanostra.it!

Andrea: (ripete tra se mentre scrive) casanostra.it

Federico: Allora, scrivi: Egregio rappresentante di detersivi…

Andrea: (inizia a scrivere, poi si interrompe) Ma lieveme ‘na curiosità: ma questo linguaggio, diciamo, in codice, l’ha elaborato uno, o hanno fatto proprio ‘na consulta?

Federico: Mamma mia, tiene sempe ‘a dicere, scrivi che vaco ‘e pressa!

Andrea: Ma che scrivo? Così si inizia una lettera? “Egregio rappresentante di detersivi”?

Federico: Ma se questo è il linguaggio…

Andrea: ma chi t’o vo’ tuccà stu linguaggio? Semplicemente io dico che una lettera di inzia scrivendo: “Egregio signor capa ‘e ‘mbrello, virgola, rappresentate di detergenti…

Federico: Detersivi, Andrè, (scandisce) detersivi!

Andrea: Si, chello che è, è!

Federico: E no, non è la stessa cosa… dobbiamo seguire un filo preciso!

Andrea: Federì si tenesse nu filo t’o arravugliasse ‘nganno! Jammo avanti! Come dici tu: “Egregio rappresentante di detersivi”…

Federico: Ecco! Anche perché che scrivi? “Capa ‘e ‘mbrello”? Don Riccardo poi si indispone!

Andrea: Federì certo che a te l’ignoranza se piglia a paccheri c’a deficienza proprio!

Federico: (lo fissa per un attimo) Pure io ti voglio bene!

Andrea: Andiamo avanti…

Federico: Allora: vi scrivo questa letterina…

Andrea: perché vuesse pe’ Natale ‘nu pare ‘e cazettine… che stammo scrivenno a Babbo Natale?

Federico: (scandendo, a dettare) Vi scrivo questa letterina per informarla dell’avvenuta vendita di tutto lo stock…

Andrea: …e aggio fernuto pure ‘o baccalà…

Federico: di tutto lo stock di smacchiatori in polvere… punto… A capo…

Andrea: (scrivendo) …a capo…

Federico: (dettando) Vi prego con questa di fissarmi un appuntamento per poter saldare il debito con vostra illustrissima persona! Mi scuso altresì per il ritardo del pagamento, vi prometto che non succederà più! Hai scritto?

Andrea: Si si, ho scritto!

Federico: (rilegge tra se) penso che può andare…

Andrea: Sei sicuro?

Federico: Si si, va bene, va bene…

Andrea: invio?

Federico: No aspè, scrivi sotto: In fede, Andrea Esposito.

Andrea: nato il 4-9-87 a Pompei…

Federico: no, non è necessario!

Andrea: Cioè, tustai a mezz’ora tu e stu linguaggio elaborato e me fai firmà co’ nome e cognome ‘o vero?

Federico: E come vuò che capisce chi scrive?

Andrea: Federì tu pure nu guaio me fai passà! Hamm’a vedè comme m’aggia fa diece anne ‘o frisce!

Federico: Ma nun te preoccupà! Invia! Muovete che me n’aggia ‘i!

Andrea: (clicca per invia, poi sospira) Inviato… speriamo che va tutte cose apposto!

Federico: Mo devi aspettare solo la risposta!

Andrea: (spegne il computer) Mo scennimmo ‘o bar, m’aggia piglià nu cafè!

Federico: Eh così vediamo pure quella abbascio che sta cumbinanno!

I due escono.

Luisa: (da dentro) Rosalììì viene n’attimo!!(entra dalla cucina) Rosalìì…. Rosaliaa!! Addò è juta chesta? Rosalìì!! Anna hai visto ‘a mammeta??

Anna: (entra) Mo stava qua!

Luisa: E addò è juta mo?

Carmela: (entra dalla prima a sinistra) Che è succieso?

Anna: Nun se trova mammà!

Campanello. Anna va ad aprire. Sono Vittorio e Ciro.

Anna: (guarda per un attimo Vittorio, poi a Ciro) Papà avete visto mamma?

Lasciano la porta d’ingresso aperta.

Ciro: No, perché non stava qua?

Anna: Fino a 5 minuti fa qua stava. Può darsi che sia scesa a prendere qualcosa.

Luisa: Carmè ti ricordi se per caso gli ho chiesto di andare a prendere qualcosa giù?

Carmela: No Lui’, nun c’hai chiesto niente!

Monica: (entrando dalla porta d’ingresso; a Luisa) Scusate signora volevo chiedervi… (si blocca nel vedere Vittorio) Brutto farabutto tu stai qua?

Vittorio: (pietrificato non risponde)

Monica: Ma io t’aggia accidere… (lo rincorre) Brutto schifoso… mi hai lasciato sola con un figlio…

Vittorio, correndo esce per la porta d’ingresso inseguito da Monica.

Si sentono urla in lontananza e sirene di carabinieri.

Ciro: Ma che sta succedendo?

Valeria: (entra da destra)  Papà, papà curre abbascio!

Ciro: Ma che è stato?

Valeria: ‘e carabinieri, e carabinieri!

Ciro: ‘e carabinieri?

Valeria: eh! Hanno arrestato a Andrea e Federico! Currite!

Ciro: Ma tu che dice? (Corre fuori seguito dalle anziane e da Anna e Valeria)

FINE SECONDO ATTO

TERZO ATTO

Medesima scena degli altri atti. È Gennaio inoltrato. L’albero di Natale è già stato tolto. Valeria è sul divano a piangere. Entra Luisa dalla cucina.

Luisa: Vale’, ja, bella d’a nonna! Calmate!

Valeria: (è seduta sul divano. Singhiozzando comincia a parlare senza però mai rivolgere lo sguardo alla nonna, rimanendo nella sua posizione) Due settimane d’inferno ho passato! Tutto in una volta devo scoprire che il mio ragazzo è un farabutto e che ho un fratello spacciatore! Un Natale, un capodanno e una befana d’inferno!! Ma la colpa, la colpa è di mammà e di papà! Solo la loro! Se avessero fatto il loro dovere  fin dall’inizio, Andrea ed io non ci saremmo trovati in questa situazione!

Luisa: E mo basta! In due settimana li hai fatti martiri a mammete e pateto!

Valeria: è quello che si meritano!

Luisa: Ma te pare a te che oltre a sbattere avanti e indietro tra carcere e avvocato, t’hann’a sentere pure a te che ‘e fai ‘na schifezza ogni volta che tornano a casa?

Valeria: Prima di metterci al mondo sapevano a cosa andavano in contro! Ci hanno fatto crescere da soli, senza insegnarci ciò che era giusto o sbagliato, e mo ‘a colpa fosse ‘e Andrea che fa ‘o spacciatore o la mia che vado col primo che mi fa gli occhi dolci?  Eh no! La gente, “gli adulti” sanno dire solo “i giovani di oggi non so’ buoni!” ma non vanno a vedere la colpa di chi è! Sai perché non la trovavate a mamma la vigilia di Natale? Poco prima avevamo avuto una discussione… lei pretendeva di fare la mamma e io non gliel’ho permesso. Ci è rimasta male e è scesa… e sono contenta, se lo merita!

Luisa: tu dice questo… e allora se loro non t’hanno ‘mparato niente, permietteme a me e te ‘mparà na cosa, ma è una cosa che non t’haie scurdà mai: loro te so sempe mamma e pate, so sempe chilli che t’hanno dato ‘a vita. Senza ‘e lloro oggi tu nun stive cca. Se hanno fatto bene o hanno fatto male non sono cose che ti riguardano, il compito tuo è di portare rispetto! Il rispetto, forse questa è ‘a primma cosa che ve manca! E si nun purtate rispetto a mamma e papà come vulite sapè campà?

Valeria: E io dovrei portare rispetto a chi ci ha abbandonato per vent’anni?

Luisa: No! Tu hai ‘a purtà rispetto a chi t’a fatto vedè ‘a luce!

Valeria: La luce?? A chi mi ha fatto vedere l’inferno!

Luisa: L’inferno?? Figlia mia tu nun sai che d’è l’inferno! L’inferno è correre co’ duie creature ‘mbraccio sotto ‘e bombe, è nun sapè che l’haie ‘a da’ pe’ mangià! È nun durmì a notte pe’ paura d’e spare, pe’ paura ‘e perdere ‘a vita, ma non ‘a vita toia, chella d’e creature! ‘A paura quando tra allucche e strille, gente che fuie, nun ‘e truove e accumince a correre contro a gente p’e truvà! Questo è l’inferno! Questo è l’inferno che ha passato mammà mia. E nonostante tutto ‘a sera truvava sempe ‘o tiempe pe’ se dicere nu Rusario e pe’ vasà ‘ncielo p’o bene ricevuto! Tu me parli d’inferno? Figlia mia, ‘o prublema vuosto è stato tutt’o bene c’avita avuto tutto ‘nzieme, senza tiempo d’o assapurà! O vero sbaglio ‘e mammeta e pateto è stato darvi sempre tutto e subito, pure quando nun s’o putevano permettere!

Valeria: (dopo una piccola pausa) Era il minimo che potevano fare…

Luisa: No, Valè, è stato l’unico sbaglio!

Valeria: Perché? Perché? Perché tu sei cresciuta nella povertà? Ai tempi tuoi ce steva ‘a guerra!

Luisa: Perché oggi ‘a guerra non ce sta?… Nun è combattuta, ma ce sta! E bombe ‘e ogge so’ ‘e vizi, ‘o bbene!

Dopo breve pausa, campanello. Valeria va ad aprire ed è Vittorio. I due si fissano per un attimo, poi Valeria si gira e corre in camera sua.

Vittorio: Buongiorno signora. (Luisa non risponde) Non mi levate pure il saluto.

Luisa: Non ve lo meritate il mio saluto. Siete stato la rovina di questa famiglia!

Vittorio: E cosa ho fatto? Non ho detto che avevo un figlio con un’altra ragazza? Io quella ragazza non la vedo più da anni!

Luisa: Voi avete sbagliato con quella ragazza, ma a me più ‘e me dispiace’ non ci posso fare niente!

Vittorio: E allora perché ce l’avete tanto con me?

Luisa: Ma vuie pensate veramente che so scema? Io mi sono fatta vecchia, si, ma non scema! Che vi credete che io non so quello che c’era tra voi… e mia figlia? Quello che c’è stato per 20 anni con mia figlia! Voi a Valeria mia nipote l’avete vista nascere, e non dite che non è vero perché quando successe, sull’ospedale arrivavano mazzi di fiori ogni giorno… io lo sapevo che erano da parte vostra. E nonostante questo, avete fatto i fatti vostri con quella guagliona allo scopo di entrare in questa casa e rovinarla, farla crollare! E come avete visto nascere Valeria, avete visto nascere Anna e con lei lo stesso avete fatto i fatti vostri, ma non riusciste nel vostro intento, e perciò ve buttaste addosso a Valeria. Questo me lo sono tenuto sempre dentro, non ho detto una parola, faccio ‘a scema, quella che non capisce… non per coprire voi, sia chiaro, ma per mantenere intera questa famiglia. Come vedete io scema non sono e se non avete altro da dire, vi prego di uscire da qua dentro e di non farvi vedere mai più dai miei occhi!

Vittorio: è tutto vero. Non nego niente. Ma vi siete chiesta mai il perché? Si, i modi sono stati sbagliati, indubbiamente, ma io ero innamorato di Rosalia… Sono innamorato di Rosalia.

Luisa: Io non so che concezione avete voi dell’amore, ma certamente una persona innamorata non si prende gioco delle figlie della persona amata! Al massimo cerca di trattarle come figlie, rispettandole, proteggendole! E poi se voi eravate veramente innamorato di Rosalia, non la facevate sbagliare. Dovevate capire la situazione e scomparire dalla sua vita!

Vittorio: E come campavo?

Luisa: Questi sono fatti vostri! E comunque campavate sapendo che Rosalia era felice.

Vittorio: Rosalia non è felice! Ciro se l’è sposato solo per convenienza, perché allora io non ero nessuno e Ciro già lavorava e guadagnava parecchio, data anche la differenza di età di quasi 20 anni tra loro due! Vulette accuncià ‘e fatte suoie!

Luisa: Questo non vi deve interessare! Il motivo per cui se lo sposò sono fatti suoi! Lei la scelta l’ha fatta 20 anni fa, e già li vi dovevate rassegnare! E se non l’avete fatto è per egoismo, non per amore!

Vittorio: Mi dispiace che è questo quello che pensate di me. E mi dispiace perché penso che se le cose fossero andate diversamente oggi non mi volevate così male, ma magari mi trattavate come un figlio come ora fate con Ciro.

Luisa: Io non vi voglio male, me facite sulamente pietà!

Vittorio: Statevi bene signora, fate buone cose! Io vi prometto che non mi farò vedere più in giro sperando che le cose si possano aggiustare per la vostra famiglia! Buona fortuna, soprattutto per Andrea!

Luisa: Addio! (tra se) Speriamo!

Vittorio esce lasciando la porta aperta. Dopo una breve pausa entra Carmela.

Carmela: Chisto sta n’ata vota ccà?? Nun se mette scuorno dopo quello c’ha fatto? Certa gente nun tene proprio cuscienza!

Luisa: (si accascia sfinita sulla sedia) Una famiglia rovinata… una famiglia distrutta!

Carmela: Uno dopo tanti sacrifici, dopo una vita stentata s’ha da pure ‘ntussecà a vicchiaia! Pe’ quattro fetiente ‘e mmiezo ‘a via che comme vedono nu bravo giovane subbeto stureano tutte ‘e mode p’o sfruttà! Chillu povero Andrea nun tene nisciuna colpa! È ‘a gente che fa schifo! Uno ogge pe’ nun se truvà int’e guaie s’ha da sulo chiudere int’a casa e nun ascì maie!

Luisa: (dopo una breve pausa) Carmè qua la colpa è solo di mia figlia e del marito!

Carmela: e che ce veneno chilli duie? Che colpa ne ponno tenè?

Luisa: Prima ‘e fa ‘e figlie, ‘o sapevano a cosa andavano incontro! Hanno fatto crescere chelli creature sule a lloro, senza e ce insegna’ chello che era giusto e chello che era sbagliato! Mo vanno sbatteno tra puoggeriale e l’avvocato… ma nun fa niete, ‘e chello che se meritano. Me dispiace sule che c’è gliuto pe’ sotto chillu guaglione!

Carmela: Ma comme aveven’a fa?  Facevano chello che putevene pe’ nun fa mancà niente ‘e figli!

Luisa: E accussì c’hanno fatto mancà ‘a cosa cchiù importate! Si avessene fatto ‘o duvere lloro ‘a l’inizio Andrea nun se truava ‘nt’a sta situazione!

Carmela: Purtroppo ogge ‘e tiempe so’ cagnate… uno c’ha da fa? Fa chello che pò… Cu sta crisi po’ nun ne parlammo… ogge nu muorzo ‘e pane t’ha sudà! Nun dicere accussì, chilli duie veramente s’hanno accise p’e figli lloro! E nun se meritano chello che mo stanno passanno!

Luisa: Carmè quanno ero piccirella io, c’a guerra, avimma campato juorne sane senza nu muorzo ‘e pane, c’avimma vista nera! Ma avimma campato! Ce bastava na carezza, nu vaso ‘e papà pe’ campà! E nonostante ‘a situazione c’hanno saputo ‘mparà ‘o rispetto! ‘O Rispetto! Chello che ‘e giuvene nun cunoscono, e non pe’ colpa lloro ma perché nisciuno c’ha mai ‘mparato!

Carmela: Tiene ragione Lui’, tiene ragione. Ma nun te preoccupà, te faccio vede’ come ‘e cose s’acconciano, ‘o Signore c’ha da sulo fa sta bbone!

Luisa: (al cielo) Anema ‘e chillu bello marito mio, miettece ‘a mana toia!

Campanello. Luisa fa per alzarsi.

Carmela: Stai, stai, vado ‘a arapri’ io! (apre la porta. È Anna) Buongiorno piccerè!

Anna: Buongiorno signora Carmè! ‘A no’, mammà e papà ancora hann’a turnà?

Luisa: Niente ancora!

Anna: Ma avete saputo qualcosa?

Luisa: Niente! Saccio sulamente che l’avvocato l’ha mandati a chiamà perché ce vuleva parlà! Ma mo vide che ‘a mumente stanno ‘cca! M’ha chiamato n’ora fa mammeta e m’ha ditto che stevano fore ‘o studio.

Anna: E sono andati da Andrea? Come stava?

Luisa: Si, si, sono andati… isso steva sempe uguale… chiagneva, diceva che vo’ turnà a casa, che s’e pentuto ‘e chello c’ha fatto…

Carmela: Povero criaturo!

Anna: Eppure chillu cumpagne, Federico, ‘o vedevo tanto nu buonu guaglione, tanto nu scemo…

Carmela: Figlia mia, ‘o vide? Cheste so’ ‘e cumpagnie sbagliate! V’avit’e sta accorte, avita tenè sempe nu pare d’uocchie tante apierte, perché chi meno ve pare, figlia mia, chi meno ve pare!

Anna: (abbassando lo sguardo e alludendo segretamente a Vittorio) Avete ragione, avete proprio ragione! (alza il viso) V’ho pigliate nu sunzo ‘e cafè? ‘o vaco a fa!

Luisa: Si, miettele già a fa che mo ‘e vide ‘e turnà!

Anna: Permettete! (esce per la cucina)

Carmela: Lui’ mo scendo, aggi’a mettere ‘a fa’ ‘na lavatrice! Chiù tarde vaco a fa’ nu poco ‘e spesa, te vengo ‘a bussà? Jammo ‘nzieme.

Luisa: Nun te preoccupà Carmè, mo vene figliema c’o marito e sicuramente se vonno mangià qualche cosa. Nun te preoccupà!

Carmela: Vabbuò allora passo chiù tarde, passo a vedè comme stanno ‘e cose. Ce vedimmo Lui’!

Luisa: Eh, ce vedimmo chiù tarde! Ciao Carmè!

Carmela esce. Dopo una breve pausa, Campanello. Luisa va ad aprire.

Luisa: We Gennarì!

Gennarino: (è un ragazzo sulla ventina, semplice, umile, ingenuo, il classico bravo ragazzo. Ha una voce sottile, quasi fanciullesca, quasi da far tenerezza. Lavora arrangiandosi come può; attualmente fa il fioraio. È un po’ affannato e porta un mazzo di rose con se) Buongiorno signora Luisa! Questo mi hanno detto di consegnarlo qua, però è senza bigliettino.

Luisa: (prende le rose e le pone sul tavolo in un vaso di vetro) Sempe ‘o stesso, Gennarì?

Gennarino: (affannato) Signora io non ve lo potrei dire… però… si, sempre lui! Pensate che mo mi ha lasciato 10 euro di mancia e ha detto “tiè! Ti do un poco in più perché questa è l’ultimo!”

Luisa: Che d’è, stai affannato?

Gennarino: Eh si, oggi abbiamo avuto parecchie consegne! E sto andando avanti e indietro da stamattina!

Luisa: Assittete! Mia nipote ha messo a fare il caffè.

Gennarino: Grazie signora, ma non posso accettare, sto lavorando! Magari un’altra volta!

Luisa: Nun te preoccupà, se è qualcosa ci parlo io cu Rafele, ‘o masto tuoio! Assittete!

Gennarino: però giusto 5 minuti, eh! (siede al tavolo) Non volesse mai il cielo e si arrabbia e mi licenzia, io come faccio?

Luisa: Nun te preoccupà Gennarì! E addò ‘o trova n’atu bravo guaglione comme a te?

Gennarino: Signora io sono ancora in debito con voi! Se non era per voi io stavo ancora disoccupato!

Luisa: Ma che in debito? Si nu bravu guaglione, t’o mierete! (apre la porta in prima a sinistra) Anna è pronto ‘o cafè?

Anna: (da fuori) Si si, ecco qua! (entra con un vassoio sul quale vi è una caffettiera e qualche tazzina) Buongiorno Gennarì! (posa sul tavolo il vassoio)

Gennarino: (si alza) Buongiorno Anna!

Anna: (sorridendo del gesto di Gennarino) Stai, stai… (a Luisa) Io vado di la, quando viene mamma mi fai chiamare!

Luisa: Nun te preoccupà!

Anna esce a destra. Luisa versa il caffè a Gennarino e a lei, poi si siede.

Gennarino: Grazie tante signora, sempre generosa voi!

Luisa: (sorridendo) Ma quanto si scemo… Stai ancora con quella ragazza?

Gennarino: Con Rosa, si… sapete, non l’abbiamo detto ancora a nessuno, ma a voi lo voglio dire! Le ho chiesto di sposarmi!

Luisa: Veramente?? E essa?

Gennarino: Ha accettato! E perciò sto lavorando sempre, pure la domenica… sapete, ci servono i soldi! I nostri genitori tengono a stento le forze per campare giorno per giorno e quel poco che bisogna fare, lo dobbiamo fare con le nostre forze! Ma a me non m’interessa, basta che m’a sposo!

Luisa: Gennarì quando ce sta ‘a salute e ce sta l’ammore ce sta tutte cose!

Gennarino: Avete ragione signo’, non potete immaginare come sono felice! E io non smetterò mai di ringraziarvi, se non era per voi io non glielo potevo chiedere proprio!

Luisa: E allora aspetto ‘a partecipazione!

Gennarino: Signora, a proposito, io vi volevo chiedere un’altra cosa!

Luisa: Dice!

Gennarino: io e Rosa abbiamo anche parlato di un’altra cosa, ve lo volevamo dire insieme, ma visto che sto qua, ve lo dico mo: lei ha un fratello, io invece non ho a nessuno, e mi farebbe piacere che, insieme a suo fratello, ce purtasseve ‘a spusà vuie!

Luisa: Veramente?Nun sai che piacere che me daie!

Gennarino: Accettate?

Luisa: E certo Gennari’! Accetto!

Gennarino: Grazie, grazie!

Luisa: V’aggi’a fa nu bellu regalo!

Gennarino: Nun ve preoccupate signò! Basta e avanza tutto chello che avite fatto pe’ me!

Luisa: E la data?? Già l’avete scelta?

Gennarino: Il 26 Luglio!

Luisa: Giorno ‘e Sant’Anna!

Gennarino: Si, ‘o giorno d’o nomme ‘e mammà! Solo che ancora dobbiamo andare a parlare ‘a Chiesa, pe’ vedè se c’è la disponibilità! Prima dobbiamo fare l’annuncio in famiglia!

Luisa: Ah, e quando lo fate?

Gennarino: Domenica! Con la scusa che è il nome di papà, sant’Antonio, abbiamo invitato la famiglia di Rosa a pranzo a casa mia! Prima di metterci a tavola, facciamo l’annuncio!

Luisa: Sarà sicuramente una grande gioia! Site duie bravi guagliuni, ve auguro ogni bbene!

Gennarino: Grazie signora, grazie mille! (si alzano e si avviano alla porta) Io mo scendo, vado ‘o negozio… Lunedì passo e vi faccio sapere come è andata!

Luisa: Va bene! Allora ti aspetto! (apre la porta)

Gennarino: Arrivederci signora! E grazie ancora! (esce)

Luisa: Arrivederci! (chiude la porta)

Valeria: (entra da destra) Nonna io scendo.

Luisa: Addò vaie?

Valeria: Tengo un appuntamento ad una pizzeria. Cercano camerieri, vado a vedere se mi prendono a lavorare li! (nota i fiori) Nun s’arrende, eh?

Luisa: Ha detto che è l’ultimo!

Valeria: Speriamo!

Luisa: Viene ccà bella d’a nonna! (l’abbraccia e le da un bacio) Nun te preoccupà, te faccio vedè comme s’acconcia tutto!

Campanello. Valeria va ad aprire. Sono Ciro e Rosalia visibilmente stanchi.

Rosalia: (a Valeria) Buongiorno.

Valeria: Io scendo, ce vedimme cchiù tarde! (esce)

Rosalia: (a Luisa) Addò va?

Luisa: ha da ‘i a parlà pe’ nu posto ‘e fatica. Comme stanno ‘e cose cu Andrea?

Rosalia e Ciro intanto si siedono al tavolo

Ciro: Ha detto l’avvocato che forse s’a riesce a cavà cu ‘e domiciliari. Ma mo s’ha da aspettà, è ambresse!

Luisa: Speriamo! Pigliateve nu surzo ‘e cafè! Anna mo ha fatto! O ve vulite mangià qualche cosa? Ve metto a fa nu poche ‘e pasta?

Ciro: No, tengo ‘o stomaco chiuso, me piglio nu suzo ‘e cafè! (si versa il caffè)

Luisa: Rosalì tu vuò mangià?

Rosalia: No mammà, vado a’ lla che tengo nu sacco ‘e panne ‘a stirà!

Luisa: Ah vide che Anna t’ha da dicere ‘na cosa!

Ciro: Io me vado a stendere nu poco ngoppo ‘o lietto. (esce a destra)

Rosalia: E che vuleva?

Luisa: Nun me l’ha detto!

Anna: Ciao ma’!

Rosalia: Anna, m’ha ditto ‘a nonna che m’andavi truvanno.

Anna: Si… ti devo parlare!

Luisa: Io vado a levà ‘o riesto d’e panne ‘a fore.

Anna: No nonna, resta qua!

Rosalia: (preoccupata) Ma ch’ è succieso Anna?

Anna: (dopo una breve pausa, si fa coraggio) Lo so che non è il momento più opportuno, già state passando dei giorni tremendi appresso ad Andrea e non voglio darvi altri problemi e altre preoccupazioni… ma purtroppo non posso aspettare… so che la cosa vi scuoterà ancora di più ma non vi dovete preoccupare, risolverò subito il problema!

Rosalia: (impaziente) Anna parla, ch’ è succieso?

Anna: (abbassa lo sguardo) Sono incinta.

Rosalia: (si alza) Che cosa??

Anna: Ma non ti devi preoccupare, ho già preso l’appuntamento con il ginecologo per lunedì!

Rosalia: E chi è il padre?

Anna: Ma che importanza ha? Lunedì risolviamo….

Rosalia: (la blocca, scandendo parola per parola) Chi è il padre?

Anna: (dopo un attimo di esitazione) Vittorio!

Rosalia: Chi Vittorio?

Anna: (sguardo basso) Vittorio, l’ex di Valeria…

Rosalia: (accasciandosi sulla sedia, tra se) Nun ce credo! (rinsavendo, si alza decisa) Hai già preso l’appuntamento col ginecologo?

Anna: Si, per lunedì!

Rosalia: Vabbuò, ti accompagno io!

Luisa: D’o ginecologo a fa’ che?

Rosalia: A eliminare il problema, mammà!

Luisa: Anna vaie n’attimo ‘a lla, aggi’a parlà cu mammeta!

Anna esce di corsa a destra.

Luisa: che significa che eliminate ‘o prublema?

Rosalia: Mammà ‘a guagliona ha da aborti’!

Luisa: E tu accussì vuò ‘mparà ‘a figlieta?

Rosalia: mammà ma ve rendite conto? È na guagliuncella! Comme vulite che porta annanze ‘na responsabilità ‘e chesta?

Luisa: E che colpa ne tene ‘o criaturo che porta ‘nt’a panza? Essa ha fatto ‘e fatte suoie? E mo si assume le conseguenze! Io, è vero, sono di un’altra epoca… ‘e tiempe miei non ce stavano tutte chesti tecnologie, tutti ‘sti machinari, e forse nun ce pensavamo manco a risolvere ‘e prubleme comme se ponno risolvere oggi, pecchè a nuie c’hanno ‘mparato a ce caricà d’e conseguenze ‘e tutto quello che faceveme. Io ‘e tutta ‘sta tecnologia non ce capisco niente, ma forse una sola cosa l’aggia capita: tre quarti ‘e chello c’hanno saputo ‘nventà sti scenziati è stato ‘nventato proprio pe’ fa si che a gente se putesse liberà d’e responsabilità! ‘E responsabilità so’ brutte, ma sulo all’inizio, quanno pare che tutto ‘o munno te cade ‘ncuollo, ma na vota che l’hai superate te siente n’ata persona, te siente n’ommo! So ‘e responsabilità che fanno diventà na persona “uomo”! Ma purtroppo uommene oggi nun ce ne stanno quasi cchiù! Chesta è ‘a vera crisi ‘e ogge, ‘a crisi d’e pensone, no d’e solde! Si vuò bene a tua figlia, si vuò che addiventa ‘na femmena, una donna, c’hai’a ‘mparà che ‘e prubleme nun se risolvono cancellannele, ma affruntannele! ‘O saccio che sarà difficile, ma io sto ccà! È ancora responsabilità mia ‘e ve fa addiventà uommene e femmene! Sulo accussì se po’ ascì d’a ‘sta crisi, dannece ‘a mano tutti quanti, viecchie e giuvene. E l’amm’a fa! Per forza! Pe’ chillu criaturo che porta tua figlia sotto ‘o core che se trova a nascere int’a stu schifo ‘e munno e nun se l’è meritato, ma ce se trova pe’ colpa nostra! ‘Nzieme, sulo n’zieme c’ha putimma fa, ‘e io sto cca, sto cca fino ‘a quanno ‘o Signore vo’!

FINE