Cosacisarà

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cosacisarà

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due atti di

Paolo Cappelloni


Personaggi

(5u e 5d)

Attilio

Franca (la moglie)

Federica (la figlia)

Tino (amico di Attilio)

Armida (vicina di casa)

Roberto (studente)

i nonni paterni  | che non

i nonni materni | parlano

La storia è ambientata in un periodo imprecisato fra gli anni sessanta e settanta. La scena rappresenta il tinello di una casa modesta con un'uscita che da all'esterno e due che danno all'interno dell'appartamento: una verso le camere e una verso la cucina.

Sinossi

Attilio, sessantenne appena pensionato, pensa spesso all'aldilà ed fortemente incuriosito da quello che può esserci, così come il suo amico Tino, tant'è che stringono un patto: il primo che andrà "di là" farà di tutto per comunicare con chi è rimasto e riferirgli cosa c'è dall'altra parte.

Purtroppo succede l'imprevisto: Attilio muore ma in questa sua nuova condizione riesce ad aiutare i suoi cari e a fare andare le cose nel verso giusto; riesce anche a comunicare con il suo amico Tino…


Primo atto

(All'aprirsi del sipario Franca è in scena, sta controllando la posta).

Franca -      (Tra sé, mentre controlla la posta) Ecco qua, tanto per cominciare bene la settimana… Il lunedì mattina si vorrebbe partire piano piano, tranquillamente… andare a ritirare la posta sperando che ci sia una cartolina di un amico, qualche arretrato da riscuotere… Invece no! Si trovano due pubblicità e quattro bollette da pagare! Già! Secondo me il postino lo fa apposta! A lui le bollette arrivano il venerdì ma per cattiveria le consegna il lunedì di buon mattino… quando la gente è ancora indifesa e insonnolita e non ha la forza di reagire! Se no… sai gli accidenti che gli arriverebbero… Bè, lui non ne avrà nemmeno colpa ma con qualcuno bisognerà prendersela! (Ad alta voce) E' arrivata la posta compresa di salasso! (Nessuno risponde, ad alta voce) E passato il postino e l’ha lasciata senza nemmeno suonare una volta! (Tra sé) Ecco… Non frega niente a nessuno! Sembra che si mettano d'accordo, tutti quanti! Vuoi mandare un mese la bolletta della luce, dopo un mese quella del gas, quindi quella dell'acqua e poi, con tutta calma, la botta finale di quella del telefono? No! Tutte in una volta come le cavallette! (Sfoglia le bollette) Guarda qui: quattromila, duemila e cinquecento… diecimila lire per il gas… (Apre la bolletta del telefono nello stesso modo in cui si scoprono le carte da poker) Mm!!! Santiddio!! Il colpo di grazia! (Grida) Federica!!!!

Federica -   (Entrando di corsa) Cos' è successo??

Franca -      Il telefono!!

Federica -   (Correndo verso il telefono) Vado a rispondere io!

Franca -      La “bolletta” del telefono! Fringuellina! (Gliela mette sotto gli occhi) Guarda qui! Nemmeno fossimo il centralino della SIP! Ma come è possibile pagare una cifra così?? Se il tuo fidanzato non fa presto a chiedere l'avvicinamento lo vado a prendere io per un orecchio! A lui e al suo direttore! E provo un appartamento per tutti e due qui di fronte! Così vi potrete affacciare e chiacchierare quanto vorrete!

Federica -   Ma il direttore cosa c'entra?

Franca -      Non lo so. Ma almeno non romperà le scatole al tuo fidanzato! Fanciulla…!! Tu studi, io vengo rimediando poco o niente, tuo padre ha avuto la brillante idea di mettersi in pensione anticipata e come se non bastasse gli è venuta la crisi mistica! Qui bisogna risparmiare il più possibile! Hai capito signorina? Perciò fai telefonare al tuo fidanzato! O se gli telefoni tu devi dirgli: buongiorno buonasera ne riparleremo a quattrocchi! Va bene??

Federica -   Farò il possibile.

Franca -      Più del possibile, devi fare! Oltretutto vedi in che condizioni è tuo padre che mi si è rimbecillito del tutto?? Da quando ha passato i sessanta gli è venuta il pallino dell'aldilà…! Cosa devo farci!?

Federica -   Lo lasci perdere!

Franca -      Grazie del consiglio! Ma è lui che mi viene a tormentare!

Federica -   Tormenta anche me ma io non gli do retta!

Franca -      Lo so! A me, invece, tocca trastullarlo tutto il giorno!

Federica -   L’hai scelto tu, mica io!

Franca -      Ma sentite che razza di figlia scriteriata! Voglio vedere la scelta tua… come si comporterà il tuo Viscardo una volta sposati! (Ci ripensa) Ma tu, quando sei con lui, lo chiami Viscardo?

Federica -   Sì, perché?

Franca -      Così… Mi fa un non so che, quel nome!

Federica -   (Avviandosi verso le camere) Chiamami, se telefona.

Franca -      Sì, ehi. Adesso dove vai?

Federica -   A studiare.

Franca -      Ah, bene, brava, vai a studiare. (Federica esce mentre Franca raccoglie le bollette e le sistema sopra un mobile, quindi sfoglia la pubblicità) Ecco, vedi? Qui invece è tutto in offerta… tutto gratis! Non si potrebbe fare la stessa cosa con le bollette??

Attilio -       (Entra, si è appena svegliato. Ha i pantaloni con la cerniera aperta. Gira per la stanza con aria assonnata, guarda la moglie che sistema alcune cose e che ogni tanto guarda Attilio con commiserazione). Hai controllato la buca?

Franca -      Sì. (Indicando con un gesto del capo la cerniera dei pantaloni) Tu l’hai controllata?

Attilio -       (Guardandosi davanti) Porca paletta! (La chiude).

Franca -      A te, Attilio, la pensione t'ha fatto un gran brutto effetto... Imbambolato sei sempre stato ma ultimamente sei proprio fuori misura!

Attilio -       Per via della buca??

Franca -      No, no, hai capito bene quello che voglio dire io…

Attilio -       Ma tu non hai capito, cara Franca, che a una certa età è necessario fermarsi un po’ per riflettere su certe cose alle quali prima, preso dalla vita frenetica, non ti era mai venuto in mente di pensare?

Franca -      Ma smettila, dai… "vita frenetica"!

Attilio -       (Offeso) Io, Franca, ho fatto trent’anni di pendolarismo!

Franca -      Il pendolarismo…! Chiama pendolarismo fare due chilometri in bicicletta per andare in un ufficio che quando sei andato via non si è nemmeno accorto nessuno, perché tutti credevano che fossi già andato in pensione da un pezzo! Pensa te che presenza indispensabile!

Attilio -       Perché anche lì erano tutti presi dalla vita frenetica e non potevano guardarsi intorno!

Franca -      Me lo immagino! Allora comincia a darti una guardata intorno per casa (Prende una scopa e gliela mette in mano) che se fosse per te vivremmo in una discarica! (Va all'attaccapanni da cui prende un soprabito e l'indossa) Cosa vuoi mangiare, oggi?

Attilio -       (Cominciando a spazzare) Fai tu…

Franca -      Ecco, fai tu… ci fosse una volta che mi dessi un'idea per il pranzo o per la cena! Per te è sempre tutto uguale e a me tocca fare i salti mortali per inventare qualcosa tutti i santi giorni! (Esce).

Attilio -       (Spazzando) Mangiare, bere, dormire… Io, più passa il tempo e meno considerazione ho per queste scemenze di tutti i giorni, quando invece ci sarebbero cose molto più serie e importanti… Riflettere per esempio sul grande mistero di quello che ci può essere dopo la morte! (Si ferma a riflettere, appoggiato alla scopa) Me lo sto domandando tutti i giorni: Cosa ci sarà? Come si vivrà? O meglio: come non si vivrà? Ci rivedremo veramente? E quelli che sono morti potranno vedere noi? E ci vedranno normalmente o ci potranno vedere anche attraverso i muri? Questa è una cosa che m'ha sempre incuriosito perché mi farebbe un che essere guardato per esempio da mia nonna mentre magari sono seduto su… (Scarta il pensiero) Tanto non verranno a trovarci proprio in quei momenti! (Riflette ancora) E ci sarà per davvero l'inferno, il purgatorio e il paradiso? Uno in alto, l’altro in basso e uno nel mezzo? O sono uno a destra, uno nel mezzo e l’altro a sinistra…? E come saranno? Uno che è all'inferno potrà parlare con uno del purgatorio o del paradiso? "Come va da te? E' caldo? Da me non si sta! C’è un’afa che spezza le gambe! E’ un inferno!" - "No, da me non è tanto il caldo quanto l'umidità”… No, no… non può essere così! Non credo che si parlerà come si parla da un balcone all’altro! Non so nemmeno se ci si parlerà! Può essere che ci si capirà soltanto guardandosi negli occhi… se avremo gli occhi! Perché può anche essere che saremo puro spirito e si comunicherà solo col pensiero!

Federica -   (Entrando con un libro) Magari! Così la mamma non si arrabbierebbe più per le bollette del telefono!

Attilio -       Eh, cara Federica! Tu sei giovane, ancora, e non hai di questi pensieri, la curiosità di pensare all’altra sponda!

Federica -   (Perplessa) A che sponda ti riferisci??

Attilio -       L’altra, quella che si trova dall’altra parte della vita, mi capisci? E nel mezzo c'è il fiume con la barca del nocchiero Caronte che il divino poeta Dante ha descritto: "da gli occhi di braghe".

Federica -   (Lo corregge)… di "bragia".

Attilio -       … di bragia… (Declama) "… I' vegno per menarvi all'altra riva/ Ne le tenebre eterne, in caldo e 'n gelo…".

Federica -   (Cercando qualcosa di ferro da toccare) Smettila babbo! Non c'è qualcosa di ferro da toccare??

Attilio -       Mi sembra impossibile, Federica, che a te non venga mai da pensare al futuro!

Federica -   Ci penso sì, ma non così lontano! E dovresti pensare anche tu al tuo futuro da pensionato invece che a quello da trapassato! (Si mette in poltrona a leggere il libro)

Attilio -       (Pausa. Tra sé) La vita è breve…

Federica -   Dirindànghete…

Attilio -       (Pausa, poi indicando l'interno della casa) Perché quando andiamo di là…

Federica -   (Guardando verso le camere)… vuol dire che ci scappa di fare qualcosa!

Attilio -       No di là in bagno! Di là dall’altra parte! E là ci sarà un tempo infinito… l'eternità!

Federica -   Amen.

Attilio -       Già. (Pausa) Cosa stai leggendo?

Federica -   (Scocciata) Sto cercando di studiare per il prossimo esame.

Attilio -       E di cosa sarebbe?

Federica -   Storia.

Attilio -       Che storia?

Federica -   La storia!

Attilio -       Sì, ma che tipo? C'è la storia antica, la storia moderna, quella contemporanea…

Federica -   L'Ottocento.

Attilio -       Bello! (Riflette) Pensa, Federica, quanta gente potremmo incontrare una volta che siamo arrivati dall’altra parte!… (Federica legge senza alzare gli occhi) Eh?

Federica -   (Presa dalla lettura, in modo ironico) Eh!

Attilio -       Giulio Cesare! Napoleone Bonaparte! Garibaldi! Ma anche tanta gente comune!

Federica -   (c.s.) Peppino del Trebbio…

Attilio -       Scintilla, il fabbro che aveva la bottega proprio sotto casa nostra, Stoppino l'idraulico… poi tutti i nostri parenti… i tuoi nonni che tu non hai mai conosciuto… Eh? (Guarda Federica che continua a leggere) Federica…

Federica -   Eh…

Attilio -       Non ti piacerebbe conoscere i tuoi nonni?

Federica -   (c.s.) Sì, sì.

Attilio -       Dì la verità. Federica: non ti piacerebbe conoscerli?

Federica -   (c.s.) Sì oh!

Attilio -       Nonno Alfonso (Pausa) Nonna Matilde… eh?

Federica -   (c.s.) Eh!

Attilio -       (Rinuncia) Tu, Federica, sei troppo attaccata alla vita materiale terrena…

Federica -   Sì. E ci vorrei restare per un bel pezzo ancora! (Campanello)

Attilio -       (Andando ad aprire) Ci mancherebbe altro, figlia mia! (Rientra con Tino. Rivolto a lui) Da dove vieni?

Tino -          Sono arrivato fino al Porto.

Attilio -       A far cosa?

Tino -          (Ironico) Così… era un pezzo che non vedevo gli sgombri! A proposito, sai chi m'è parso di vedere in Piazza ieri sera??

Attilio -       Chi?

Tino -          Volturno!

Attilio -       Volturno? Ma Volturno è morto due anni fa!! (Federica chiude il libro ed esce verso le camere).

Tino -          Apposta ho detto "m'è parso" di vederlo! Stava svoltando per l’angolo del Comune ma prima di girare ha guardato l’orologio delle Poste e ha dondolato la testa...

Attilio -       (Incuriosito) Come l’ha dondolata?

Tino -          (Dondolando la testa come chi riflette tra sé su un fatto triste) Così. Ma sicuramente era uno che gli assomigliava!

Attilio -       Sicuramente. O forse, chissà…

Tino -          Cosa vuoi dire?

Attilio -       Voglio dire: chissà, caro Tino… se quelli che non ci sono più continuano a girare su questa terra e ogni tanto, magari in un momento di distrazione, in uno di quegli attimi sospesi nel tempo, si fanno vedere da noi!

Tino -          Dici… Attilio?

Attilio -       Può essere, Tino! E’ possibile! Fai caso che lui, prima di sparire dalla tua vista, ha guardato l’orologio e ha dondolato la testa!

Tino -          Sì, sì, come per dire: "Accidenti come passa il tempo!"

Attilio -       Vedi…? (Pausa) Fammi un po' rivedere come la dondolava…

Tino -          Così. (Agisce).

Attilio -       (Convinto) Ecco: voleva dire proprio così!

Tino -          Allora tu dici che poteva essa davvero Volturno?

Attilio -       (Ispirato) Ah, ci sono più cose in cielo e in terra, mio caro Tino, che in tutta la nostra ignoranza!

Tino -          Che è anche molto grande!

Attilio -       Puoi dirlo forte!

Tino -          (Ad alta voce) Che è anche molto grande!

Attilio -       Già… (Riprende un suo pensiero) Perché se uno sapesse già da quando nasce cosa ci sarà dopo la morte potrebbe comportarsi in modo diverso, darsi una regolata! Magari uno tribola per tutta la vita ma se sa che dopo andrà a star bene… la sopporterebbe meglio!

Tino -          Bè, la Chiesa dice così!

Attilio -       Sì ma dice anche che è un mistero! Non specifica bene!

Tino -          Ah, ma la Chiesa non è mica un'agenzia di viaggi che ti dice quando parti, il nome dell'albergo e tutto il resto!

Attilio -       No, però sarebbe bello! Invece mi fanno i misteriosi…!

Franca -      (Entrando) Ho preso due polpette… Ciao Tino.

Attilio -       Ecco, l'aldilà, secondo me, è come le polpette comprate in negozio: non si sa cosa c'è dentro!

Tino -          Apposta le chiamano anche "i misteri"!

Franca -      (Uscendo verso le camere) Sì, ma a comprarle in negozio è più comodo!

Attilio -       (A Tino) La senti? Dopo si prendono le fregature!

Tino -          Come nella vita!

Attilio -       Bravo!

Tino -          (Ispirato) Allora possiamo dire che la vita è una polpetta!

Attilio -       Già! (Pausa) Come sono curioso di sapere cosa c'è dall’altra parte!

Tino -          A chi lo dici…! A me fa un effetto come… come se stessi affacciato ad una finestra con davanti un gran muro alto alto e lungo lungo e non poter vedere cosa c'è oltre quel muro! Mi fa una rabbia…!

Attilio -       A chi lo dici…! Io invece m'immagino una porta chiusa con la scritta "privato", dove ogni tanto qualcuno entra e non esce più! Mi fa una rabbia…!

Tino -          (Cita) "Fatti non foste a viver come brutti…"

Attilio -       (Indicando Tino) Anche se a volte può succedere…

Tino -          (Continua) …ma per seguir virtute e canoscenza"… Attilio…

Attilio -       Eh.

Tino -          Tu quanti anni hai?

Attilio -       Tu quanti anni hai?

Tino -          L’ho chiesto prima io.

Attilio -       Io parecchi.

Tino -          Io due di più.

Attilio -       Allora siamo lì…

Tino -          (Perso nelle sue considerazioni) Partiremo quasi insieme per il viaggio verso l'ignoto paese!

Attilio -       Già… Chissà chi di noi due guarderà per primo oltre quella porta!

Tino -          Attilio…

Attilio -       (Perso nelle sue considerazioni) Eh.

Tino -          Cosa dici…?

Attilio -       Dicevo: Chissà chi di noi due guarderà per primo oltre quella porta!

Tino -          No, volevo dire: cosa dici, te?

Attilio -       Cosa dico io?

Tino -          No, dico: Cosa dici… se facessimo un patto?

Attilio -       Che patto?

Tino -          Questo: Il primo che va dall’altra parte…

Attilio -       Cioè… al camposanto?

Tino -          Sì. Il primo che va dall’altra parte deve fare di tutto per comunicare con quello che è rimasto di qua…

Attilio -       …Tra i vivi…

Tino -          Sì. E dirgli tutto quello che vede di là!

Attilio -       Potrebbe essere un'idea… Ma tu mi prometti davvero che farai di tutto per comunicare con me?

Tino -          Certo! Anche tu, però, devi prometterlo!

Attilio -       Io te lo prometto ma devi essere più convinto tu! Sei più vecchio di me…!

Tino -          Ah, questo c'entra poco. Quanti incidenti succedono tutti i giorni? Una tegola sulla testa, cadi da una scala, un fungo avvelenato, un colpo apoplettico…

Attilio -       Un accidente che ti spacca…

Tino -          Anche!

Attilio -       Comunque io sono d'accordo. Anche se…

Tino -          Anche se… cosa?

Attilio -       Anche se un patto così chissà quanta gente l'avrà fatto e dopo non è successo niente!

Tino -          Tu cosa ne sai? Non vengono mica a dirlo a te!

Attilio -       Anche questo è vero…

Tino -          Stringiamo?

Attilio -       Cosa vuoi stringere?

Tino -          Il patto!

Attilio -       Sì, sì, stringiamo questo patto… Il primo che va a fare terra da ceci…

Tino -          … riferisce tutto all’altro senza esitazione! (Tendendogli la mano che Attilio stringe)

Attilio -       Ecco fatto!

Tino -          Ecco fatto!

(Pausa. Si fermano come se avessero compiuto un'opera solenne)

Attilio -       Come stai…?

Tino -          Bene, perché?

Attilio -       Niente, così…

Tino -          Che ora è?

Attilio -       Per me è ancora presto… per te?

Tino -          Anche per me. Se ancora non devi mangiare vogliamo fare un salto in Piazza?

Attilio -       A far cosa? Speri di rivedere Volturno?

Tino -          No, ma ci sarà qualcuno con cui parlare un po’…

Attilio -       (Ad alta voce, alla moglie) Francaaaa! Vado in Piazza con Tino!

Tino -          (Ad alta voce, uscendo) Attilio viene in Piazza con meeee!

Attilio -       (Ad alta voce, uscendo) Andiamo tutti e due in Piazzaaaa!

Franca -      (Entrando) E che v’affogaste nella fontana!!! (Tra sé) Non mi bastava un pensionato… ne devo avere due, tra i piedi!

Federica -   (Da fuori) Maaa'!

Franca -      (Ad alta voce) Eh!

Federica -   (Da fuori) Con chi ce l’hai?

Franca -      Con tuo padre!

Federica -   (Da fuori) Maaa'!

Franca -      (Ad alta voce) Eh!

Federica -   (Da fuori) Cosa c'è da mangiare?

Franca -      (Ad alta voce) Se vieni qui a darmi una mano te lo dico in un orecchio! Si potrà parlare così come da un monte all’altro…!

Federica -   (Entrando) Cosa ha fatto il babbo?

Franca -      (Apparecchiando la tavola) Ma cosa ne so… Quando sono entrata ce l’aveva con le polpette… poi è andato in Piazza con Tino.

Federica -   (Aiutando distrattamente la madre) Ma'…

Franca -      Eh.

Federica -   Viscardo oggi non m'ha telefonato per niente.

Franca -      Allora? Si vede che è impegnato.

Federica -   Ma cosa ci vuole a fare una telefonata prima di andare a lavorare?

Franca -      Madonna mia! Vi sentite tutti i giorni, Federica, se una volta salta non sarà la fine del mondo!

Federica -   Potrei telefonargli io!

Franca -      (Subito) No! Se lo chiami gli dai la sensazione che non puoi vivere senza di lui… Passeresti per una fidanzata asfissiante… E' meglio se chiama lui, dai retta a me.

Federica -   Ma se non mi telefona per tutta la giornata?

Franca -      (Pazientemente) Vi sentirete domani.

Federica -   Ma io non ce la faccio ad aspettare fino a domani! (Pausa) Ma'…

Franca -      Eh.

Federica -   Secondo te sono asfissiante?

Franca -      Un po’…

Federica -   Ma io gli voglio bene e vorrei stargli sempre vicino, sentirlo quando è lontano, farmi raccontare quello che fa, quello che non fa…

Franca -      Anche quello che non fa…?

Federica -   Sì, anche.

Franca -      Vedi com’è diverso… Quando tuo padre mi comincia a raccontare quello che fa, già mi girano… Figuriamoci se mi racconta anche quello che non fa!

Federica -   Ma'…

Franca -      Eh.

Federica -   Con Viscardo abbiamo parlato di matrimonio.

Franca -      Ah.

Federica -   Tu cosa dici?

Franca -      Bè, è una decisione che… (Campanello).

Federica -   Suonano…

Franca -      (Smettendo di sistemare la tavola) Lo sento. Vuoi cantarci una canzoncina sopra o preferisci andare ad aprire? (Federica esegue, rientra con Armida ed esce verso le camere con espressione scocciata mostrando di non sopportare la nuova arrivata ). Oooh, Armida… cosa ti occorre, oggi?

Armida -     Scusa, Franca, so che ogni tanto vengo a chiederti qualcosa ma le cose mi finiscono che nemmeno m’accorgo! Non è che avresti par caso un limone? (Franca esce verso la cucina con atteggiamento ormai rassegnato) (Ad alta voce) Voglio fare una fettina impanata per Arturo e mi sono accorta che non ne ho nemmeno uno! Mi scoccia tornare giù in negozio apposta…

Franca -      (Rientrando con un limone) Ti manca nient’altro? Il sale…

Armida -     Ce l'ho.

Franca -      Il pane grattugiato…

Armida -     Ce l'ho.

Franca -      Le uova…

Armida -     Le ho.

Franca -      La farina…

Armida -     Accidenti quella mi manca!

Franca -      (Riuscendo per andare a prendergliela) Vedi: t'è finita che nemmeno ti sei accorta…

Armida -     (Ad alta voce) Abbi pazienza!

Franca -      (Rientrando con un sacchetto di farina) Ecco, adesso hai tutto il necessario per fare le fettine impanate.

Armida -     Grazie, Franca, grazie. Ma tu, nell’uovo sbattuto, metti un po’ di sale?

Franca -      Certo.

Armida -     E nel pane grattugiato la passi prima o dopo?

Franca -      La passo dopo.

Armida -     Poi la metti a friggere…

Franca -      Armida, vuoi che venga a fartela io? Oppure te la faccio direttamente a casa mia e poi te la porto!

Armida -     No, no, Franca. Sarebbe troppo!

Franca -      Meno male.

Armida -     Comunque ancora è presto per me. Dov’è tuo marito?

Franca -      E’ andato in Piazza con Tino, perché?

Armida -     Niente, così… mio marito torna all'una. E Federica, poverina?

Franca -      E’ di là… perché "poverina"?

Armida -     Niente, così…

Franca -      Come, così? Se l’hai chiamata "poverina" ci sarà una ragione!

Armida -     Niente, è che, sai, Franca, la gente non si fa mai gli affari suoi! Marta, quella del negozio di casalinghi, è la zia di Viscardo, lo sapevi?

Franca -      Sì che lo so, allora?

Armida -     Allora ho saputo che ha detto a Cleofe che Viscardo…

Franca -      Sì…?

Armida -     Sai, lavorando a Bologna…

Franca -      Sì…?

Armida -     Insomma… si darebbe un po’ da fare e…

Franca -      e…?

Armida -     Bè, dicono, insomma, che abbia trovato una che l'ha imbambolato per bene… una vedova…  più grande di lui!

Franca -      (Incredula) Ne sei sicura?

Armida -     Eh, l'ha detto Cleofe che è sua zia! Capirai… Franca, una vedova che si trova un buon partito, più giovane… non le ci vuole molto farlo andar via di testa!

Franca -      Oh signore, poveretta me! E durerebbe da un pezzo, questa storia?

Armida -     Da come dice Marta… una settimana. Ecco perché m'è venuto di dire "poverina" a Federica!

Franca -      (Sconcertata) Mi raccomando, Armida… che Federica non sappia niente, eh? Questa è una cosa che, in caso, devono risolvere loro, va bene??

Armida -     Ci mancherebbe altro, Franca! E’ l'ultima cosa che voglio, vedere soffrire quella bambina!… Bene, ti saluto, adesso, vado a fare questa fettina… (Avviandosi e incrociando Attilio che rientra) e stai tranquilla, ti riporterò tutto quanto.

Franca -      (Che sta pensando a Federica) Cosa?

Armida -     Il limone e la farina! (Esce)

Franca -      Ah, sì sì, va bene.

Attilio -       Ma è mai possibile che ad Armida ogni giorno debba mancare qualcosa??

Franca -      (Riferendosi, tra sé, al fatto appena saputo) Ci mancava anche questa.

Attilio -       (Riferendosi ad Armida) Perché? E’ una novità? T’ha mai restituito niente?

Franca -      (Soprappensiero) No.

Attilio -       Ecco. Ci ha preso per il paese di Bengodi! Oh, sai chi ho incontrato in Piazza?

Franca -      Chi hai incontrato in Piazza?

Attilio -       Ferruccio!

Franca -      Ah.

Attilio -       Erano anni che non lo vedevo! Credevo che fosse morto! Ho preso anche un mezzo spaghetto!

Franca -      Perché?

Attilio -       Eh, perché poco prima Tino m'aveva detto… insomma: se lo credevo morto fa un certo effetto vederlo mentre prende il caffè in Piazza!

Franca -      Gli avrai allungato la vita.

Attilio -       Federica dov’é?

Franca -      E di là.

Attilio -       (Massaggiandosi lo stomaco) Oggi non ho fame per niente. Chissà com'è?

Franca -      Sei tutto preso dalla spiritualità… andrai a pensare alle polpette?

Attilio -       (Massaggiandosi ancora lo stomaco) Che sia stato il vino bianco che ho bevuto con Tino?

Franca -      Può essere. (Ad alta voce, riprendendo ad apparecchiare) Federica!!! Vieni, cocca, che fra poco è pronto da mangiare!

Attilio -       Franca… speriamo che Federica abbia dalla vita tutto quello che vuole!

Franca -      Lo spero tanto anche io, Attilio!

Federica -   (Entrando) Armida è andata via?

Franca -      Sì.

Federica -   Io, quella, non la posso vedere nemmeno dipinta!

Franca -      (Guardando Attilio allusivamente) Eppure bisogna imparare a sopportare le persone moleste.

Attilio -       A proposito di pittura… (A Federica) T'ho mai detto che hai preso tutto da nonna Matilde?

Federica -   (Rispondendo per cortesia) Ah, sì?

Attilio -       E' vero, Franca? A parte il naso, la bocca e gli occhi… sono proprio uguali!

Franca -      Sì, sì, uguali.

Attilio -       Perché il naso è più di mio padre… Federica…

Federica -   Eh.

Attilio -       Ti sarebbe piaciuto conoscere nonno Alfonso…eh?

Federica -   (Per tacitarlo) Sì oh... e anche nonna Matilde.

Franca -      Attilio! Smettila di tormentarla con gente che ormai non c'è più!

Attilio -       Io le dico così perché si sarebbe trovata bene con loro! Quanto desideravano avere una nipotina, tutti e due! (Si massaggia lo stomaco) Vado a bere un po' di citrato (Esce verso la cucina).

Franca -      (Guardando verso la cucina) E’ un'ossessione!

Federica -   Ma'…

Franca -      Eh.

Federica -   Se per le due non telefona lui gli telefono io!

Franca -      (Con un sospiro e un atteggiamento diverso) Sì.

Federica -   Allora tu dici che non è sbagliato se gli telefono?

Franca -      Bè, una telefonata si può anche fare.

Federica -   Non penserà che sono asfissiante, vero?

Franca -      Credo di no.

Federica -   Ma'…

Franca -      Eh.

Federica -   Prima stavamo parlando del matrimonio…

Franca -      Sì, e come siete rimasti?

Federica -   Bè: io gli ho detto che mi piacerebbe sposarmi a maggio!

Franca -      E lui…?

Federica -   Viscardo ha detto che sarebbe contento ma che prima vorrebbe sistemarsi un po' meglio col lavoro e che sarebbe più propenso per settembre… tu cosa dici?

Franca -      Cosa vuoi che ti dica, figlia mia… forse ha ragione lui. Se magari aspettate un altro po’… si possono fare le cose con più calma.

Federica -   Sai cosa a ho fatto mamma, con i soldi che m'ha dato il babbo quando ha avuto la liquidazione?

Franca -      Cos’hai fatto?

Federica -   (Entusiasta) Mi sono comprata il vestito da sposa!!

Franca -      Cos’hai fatto???

Federica -   Sì!! Ho visto che nel negozio di Miranda c'era un'occasione e l’ho comprato in quattro e quattr'otto!!

Franca -      Oh, signore!! Ma non è troppo azzardato comprarlo adesso?

Federica -   Perché? Tanto, o maggio o settembre… cosa cambia?

Franca -      (Non sapendo cosa dire) Eh?

Federica -   Voglio dire: non cambia molto. Il vestito non passa mica di moda!

Franca -      No, no… cocca mia.

Federica -   (Entusiasta) L'ho sistemato nell’armadio… è favoloso nella sua semplicità! Qui davanti è scollato appena appena con un… Ma'… lo vuoi vedere???

Franca -      Lo vedrò con calma, adesso dobbiamo mangiare!

Federica -   (Entusiasta) Dai ma'! Faccio in un secondo! (Si precipita verso le camere senza ascoltare le ultime parole di Franca).

Franca -      Lascia perdere, Federica…

Attilio -       (Entra) Deve essere stato il bisolfito che mettono nel vino bianco… m'è rimasta anche la bocca cattiva! (Vede che la tavola è apparecchiata per tre) No, no, Franca, togli pure il piatto mio, oggi non mangio.

Franca -      (Esegue) Meglio così: stasera non dovrò pensare a cosa darti per cena… e con le polpette bevi anche un bicchiere di quello rosso perché hai una faccia slavata, figlio mio!

Attilio -       (Si siede; ad alta voce mentre Franca esce a prendere le bottiglie del vino e dell'acqua) Franca, mi dispiace che Federica non abbia conosciuto i suoi nonni.

Franca -      (Rientrando con le bottiglie) Ho capito! Cosa vuoi farci… noi l’abbiamo avuta tardi e i nostri genitori se ne sono andati presto.

Attilio -       Troppo presto.

Franca -      Già.

Attilio -       (Riflettendo tra sé) E' chiaro che non avendoli conosciuti non abbia nemmeno la curiosità di ritrovarli… di là.

Franca -      Mo cosa stai dicendo, Attilio? Smettila per favore di assillare anche tua figlia con queste tue paranoie metafisiche! Dopo per forza ti lamenti se lei parla poco con te. Anzi, cerca di starle più vicino.

Attilio -       Perché, c'è un qualcosa che non va?

Franca -      (Uscendo verso la cucina) No, no… niente. Va tutto bene.

Attilio -       (Seguendola in cucina) Allora perché mi dici di starle più vicino?

(La scena resta vuota per qualche secondo, poi entra Federica in abito da sposa)

Federica -   (Chiama) Ma'!

Franca -      (Entra e resta a guardarla, colpita e imbarazzata).

Federica -   Che ne dici…?

Franca -      Sei… uno splendore, figlia mia.

Federica -   Però se avessi potuto metterlo a maggio sarebbe stato più bello. A maggio è tutto più fiorito, più odoroso…!

Franca -      Hai ragione, Federica, adesso vai a toglierlo, però, se no ti si può sporcare.

Federica -   No, aspetta, voglio farlo vedere anche al babbo… dov’è?

Franca -      E’ in cucina. (Federica esce verso la cucina, mentre Franca si siede, pensierosa).

Federica -   (Da fuori, grida) Maaaa'!! (Franca si allarma) (Federica rientra precipitosa e fuori di sé, gridando) Ma'!! Il babbo… (Entrambe si precipitano in cucina)

Buio

(Al riaccendersi della luce c'è solo Attilio in scena)

Attilio -       (Perplesso e spaesato ma sereno) Cosa è successo? Ero in cucina e tutto in un… colpo… (Si tocca lo stomaco) non mi fa più male lo stomaco! (Si tocca dappertutto) Mi sento strano… Come se non ci fossi! (Prova a chiamare) Franca… (Nessuno risponde) Federica… (Idem). Ma guarda che cosa strana! Che cosa m'è successo? (Si guarda attorno) Dovrò andare ad informarmi da qualcuno… (Esce tranquillamente verso l'esterno)

Sipario

Fine del primo atto


Secondo atto

(Al riaprirsi del sipario sono passati sei mesi. Franca è in scena, è vestita a lutto. Su un mobile c'è una fotografia di Attilio).

Franca -      (Sta spolverando e quando arriva sul mobile in cui c'è la foto di Attilio si ferma a guardarla tristemente, la prende in mano e la spolvera amorevolmente) Ecco, caro Attilio… polvere siamo e polvere torneremo! (Rimette a posto la foto asciugandosi velocemente gli occhi) Mi hai fatto proprio un bello scherzo! (Si dirige al tavolo e si mette a controllare la posta) Il gas... la luce… la SIP… (Legge la bolletta) Guarda qui: mai avuto bollette del telefono così basse! Era meglio quando arrivavano le salassate…! (Campanello. Va ad aprire e rientra con Armida).

Armida -     Scusami tanto, Franca, non è che avresti per caso da prestarmi un filo d'olio? L’ho finito…

Franca -      … che nemmeno ti sei accorta!

Armida -     Proprio così: ho preso un po’ d'insalata ed ero convinta d'averne ancora mezza bottiglia.

Franca -      (Pazientemente) Aspetta un momento. (Esce verso la cucina mentre Armida, distrattamente curiosa per la stanza. Dopo qualche secondo rientra con una boccetta d'olio, seguita da Attilio che seguirà, da spettatore, ogni loro mossa. Da questo momento tutti gli altri personaggi non vedranno Attilio e non si accorgeranno della sua presenza). Ecco: (Appoggiando la boccetta sul tavolo) n'è andato giù parecchio, penso che basti.

Armida -     Grazie, Franca. E’ extravergine?

Franca -      (Paziente) Sì, è extravergine.

Armida -     Perché a me l'olio normale fa venire l’acidità.

Franca -      A te solo l'olio? A me un sacco di cose fanno venire l’acidità.

Armida -     (Con ipocrita faccia da circostanza) Allora, Franca, come va?

Franca -      Eh, come vuoi che vada, tiriamo avanti. Ormai sono sei mesi che Attilio ci ha lasciati.

Armida -     Già sei mesi?? Mamma mia come passa il tempo!! Ancora non riesco a rendermene conto per quanto improvviso è stato… il tutto!

Franca -      A chi lo dici!

(Nel frattempo Attilio controlla la boccetta dell'olio per vederne la quantità, poi prende un bicchiere in cui versa parte dell'olio della boccetta e lo porta in cucina. Quindi rientra).

Armida -     Niente, Franca, bisogna farsi coraggio e tirare avanti. Don Armando dice sempre: "La nostra vita l’abbiamo avuta solo in prestito! Prima o poi dobbiamo renderla indietro!"

Franca -      Allora tu camperai cent'anni!.

Armida -     Perché?

Franca -      Niente, così… è un augurio.

Armida -     Ti ringrazio. Comunque, detto fra noi… spero tanto che anche mio marito faccia una fine così!

Franca -      Ah, sì?

Armida -     Eh, sì. Nel senso che sarebbe bello se gli venisse, insomma… una botta e via… senza cattiveria, eh?

Franca -      Senza cattiveria, per carità!

Armida -     Per carità! Insomma: senza che soffra lui e che faccia impazzire me.

Franca -      Ho capito, una cosa pulita, insomma!

Armida -     Sì, sì. Senza tante storie! (Federica entra dalle camere senza salutare ed esce subito per la porta della cucina. Armida la osserva poi chiede a Franca). Come sta?

Franca -      (Sottovoce) Come vuoi che stia, poverina. Dopo la disgrazia e dopo la batosta che ha avuto con Viscardo quando l’ha lasciata non ha voluto più vedere né sentire nessuno.

Armida -     (Sottovoce) Poverina! Comunque è stato meglio così, credimi pure! Pensa che ho saputo da Cleofe che Marta le ha detto che Viscardo dopo due mesi aveva già smesso con quella vedova e che s'era messo subito con una studentessa di Bologna ma che con questa è durata appena una settimana e che adesso sta con un'altra ancora ma che anche di questa non è molto convinto!!

Franca -      Ma pensa te! E queste cose te le ha dette tutte Cleofe?

Armida -     Sì, perché con Marta sono pappa e ciccia! Hai capito che razza di farfallino?? Adesso comunque dovrai pensare a Federica! Dovrai smuoverla, un po’! (Rientra Federica facendo il percorso inverso ed esce per le camere. Pausa di Armida e Franca finché Federica non è uscita).

Franca -      Lo so ma, credimi, non è facile per niente! Non fa altro che starsene rinchiusa in camera sua a studiare. (Campanello) Scusa. (Va ad aprire mentre Armida prende la boccetta dell'olio, quindi rientra con Tino).Tino… com'è questa visita?

Tino -          Niente, così… mi sembrava brutto non farmi più vedere. (Vede Armida) Buongiorno, signora.

Armida -     Buongiorno. (A Franca) Io, Franca, vado. Grazie ancora per… (Controlla la boccetta) questo filo d'olio. (Uscendo) Te lo riporterò presto.

(Attilio prende una bottiglia di vino da dentro la credenza e la porta in cucina).

Franca -      Sì, sì.

Tino -          Dicevo: Mi sembrava brutto non farmi più vedere da quando è successo… (Nota la foto di Attilio e le si avvicina per vederla meglio) Quando c'era Attilio ero sempre qui a rompere le scatole!

Franca -      (Si avvicina anche lei alla fotografia) No, no, anzi, mi facevate compagnia con le vostre stupidaggini!

Tino -          Eh! Ne abbiamo dette parecchie, eh? Tutta roba da vecchi rincoglioniti!

Franca -      Poi lui ultimamente s'era anche fissato con la curiosità dell’aldilà! Chissà che non fosse come un presentimento.

Tino -          No, non credo, perché eravamo in due ad avere quelle curiosità! Pensa che poco prima della disgrazia eravamo arrivati perfino a stringere un patto!

Franca -      Che patto?

Tino -          Niente… delle stupidaggini!

Franca -      Sarebbe a dire?

Tino -          Cioè: a dir la verità sono stato io a proporre questo accordo: che il primo che fosse andato di là sarebbe tornato di qua per riferire all’altro cosa c'è dall’altra parte. Tutto qui.

Franca -      Ma pensa te… Eravate peggio dei ragazzini! (Attilio avvicina una sedia sfiorando con essa una gamba di Franca). Oh scusa! Ti sto facendo restare in piedi! Siediti, Tino, cosa ti posso offrire? Non so nemmeno se ho un goccio di vino… io e Federica non lo beviamo quasi mai! Aspetta… (Va in cucina).

Tino -          (Ad alta voce) Lascia perdere, Franca, non è necessario!

Franca -      (Rientra con la bottiglia di vino ed un bicchiere) Ecco, era proprio sul tavolo della cucina. Non pensavo nemmeno di averla! (Tino si serve).

Tino -          Franca, so che tu non vuoi sentire certe cose ma…

Franca -      Ma…?

Tino -          Bè, non so se è perché sono rimasto influenzato dai discorsi che facevamo insieme oppure se è solo a causa dell’età ma giorni fa, al Porto, m'è sembrato di vedere Attilio.

Franca -      Ecco, questa è una delle vostre scemenze!

Tino -          Sì, può essere, ma ti garantisco che m'è sembrato proprio lui: Io ero in cima al molo e lui sull’altro che stava pescando e mi guardava sorridendo.

Franca -      T'avrà fatto una certa impressione!

Tino -          Capirai! Ha tirato su un cefalo grosso così! (Fa il gesto con le mani) Poi è passata una barca… e non l'ho più visto!

Franca -      Sarà stata la tua immaginazione, eravate sempre insieme! Se è per questo anche a me a volte sembra di sentirlo ancora ciabattare per casa! Ma è perché lo pensiamo!

Tino -          Si, può essere, Franca. Allora, dimmi un po' come va…

Franca -      Dicevo prima alla mia vicina di casa: sono giù di morale e Attilio mi manca molto ma si cerca di tirare avanti.

Tino -          Ho saputo anche di tua figlia che è stata lasciata dal fidanzato, è vero?

Franca -      Sì, sì, e sto cercando di farla riprendere un po' ma anche le mie energie si esauriscono!

Tino -          Ma dai che i ragazzi si riprendono presto da soli! Basta un niente e rifioriscono! Pensa a te, piuttosto, a far passare questo brutto momento! Sai cosa dovresti fare? Dovresti trovarti un interesse, qualcosa che ti facesse divagare un po’!

Franca -      A dir la verità qualcosa ho trovato: una mia amica m'ha proposto di andare con lei in un gruppo che fa teatro. Vorrebbero mettere su una commedia e m'ha chiesto se le do una mano. Non per recitare, eh!! Per carità! Io mi vergogno dell'ombra mia! Dovrei fare la suggeritrice.

Tino -          Aspetta un po'… Come si chiama questo gruppo di teatro?

Franca -      E’ la Compagnia "Tavole e chiodi" e fanno tutte commedie in dialetto.

Tino -          Sai che hanno chiamato anche me?? Mi hanno detto che hanno bisogno di uno che dia una mano a far le scene. Io ho fatto il falegname per quarant'anni e un aiuto lo potrei dare!

Franca -      Ah, eri anche bravo! Come ti chiamavano, già…?

Tino -          La pialla di velluto! Perché avevo una mano così delicata che quando piallavo era come se accarezzassi la tavola! Le facevo venire i brividi! Solo che da quella volta che me l’hanno chiesto non ho saputo più niente!

Franca -      E’ perché credo che ancora debbano scegliere la commedia da fare. Appena la mia amica mi telefona te lo farò sapere!

Tino -          Sì, grazie. Perché sarei contento di fare qualcosa invece di stare tutto il giorno come un baccalà!

Franca -      E senza andare al Porto a vedere i fantasmi!

Tino -          Già.

Franca -      Vuoi restare a mangiare qui con noi?

Tino -          (Alzandosi) No, no, ti ringrazio, anzi, devo andare. Sarà per un'altra volta.

Franca -      Va bene. Comunque mi farà davvero piacere se verrai a trovarmi ogni tanto.

Tino -          (Uscendo) Certo, oh, mi raccomando: fammi sapere qualcosa di quella compagnia… così ci vedremo anche là.

Franca -      Non ti preoccupare, appena so qualcosa te lo farò sapere. (Ad alta voce) Federica! Esci da quella camera e vieni qua che cerchiamo di rimediare qualcosa per cena!

Federica -   (Da fuori) Stasera non mangio!

Franca -      (Ad alta voce) Ecco… campa d’aria fresca che ti fa bene!

Buio

(Al riaccendersi della luce è mattina. La scena è vuota, entra Federica;è in pigiama edassonnata. E' seguita da Attilio).

Federica -   (Chiama) Mamma!

Franca -      (Entrando dalla cucina) Ooooh! La principessa ci concede udienza! Ti sei stancata di fare la monaca di clausura? Non potrai mica passare la vita in letargo come gli asini!

Federica -   Ma gli asini non vanno mica in letargo!

Franca -      Non andranno in letargo ma sono degli zucconi come te!

Federica -   Cosa c'è per colazione?

Franca -      (Sfottendola) Oh, per colazione abbiamo: caffè in cuccuma, latte in tazza col manico, biscotti col buco nel mezzo e quattro sganassoni per mandare giù il tutto! Cosa preferisce, la signorina?

Federica -   Il caffè in cuccuma.

Franca -      (C.s.) La principessa sarà servita il più presto possibile. (Esce verso la cucina).(Campanello).

Federica -   (Ad alta voce uscendo verso le camere) Mamma!! Suonano! Io sono in pigiama…!

Franca -      (Entra ed accorre alla porta) Sai che scandalo se ti vedono così! (Rientra con Roberto).

Roberto -    Buongiorno.

(Attilio si mette ad osservare Roberto).

Franca -      (Respingendolo educatamente verso l'uscita credendolo un venditore) Buongiorno è stato un piacere la ringrazio ma ho tutto cioè non ho niente ma non ho bisogno di un accidente.

Roberto -    Signora, non sono un venditore.

Franca -      Ah no? E chi è?

Roberto -    Ho parlato per telefono con sua figlia, con Federica. Io studio nella sua stessa facoltà e mi ha chiesto di preparare insieme l'esame di Letteratura Italiana.

Franca -      (Incredula) E le ha telefonato proprio Federica??

Roberto -    Sì, certo.

Franca -      (C.s.) E… le ha proposto di studiare insieme?

Roberto -    Sì.

Franca -      (Premurosa) Aspetta un momento che la chiamo… (Chiama) Fediiii! C'è un ragazzo che ti vuoleeee! (A Roberto) Adesso viene subito, siediti intanto. Ho il caffè pronto, ne vuoi un goccio?

Roberto -    Sì, grazie, lo prendo volentieri.

Franca -      Aspetta qui eh? Non andare via, sai, torno subito col caffè! (Chiama) Fediiii! Vieni qua, sciag… (Guarda Roberto ed esce canticchiando) Champaaaagne/per brindare a un incontrooo.

(Attilio segue con attenzione ed apprensione il dialogo fra i due).

Federica -   (Entra vestita alla bell'e meglio) Sì?

Roberto -    Ciao Federica. Allora sono venuto.

Federica -   Ma chi sei?

Roberto -    Sono Roberto! Mi hai telefonato tu dicendomi che mi vedi sempre all'università e mi hai chiesto se potevamo studiare insieme!

Federica -   (Allibita) Io ti ho telefonato??

Roberto -    Sì, l’altro ieri. E ci siamo dati appuntamento per oggi qui da te per studiare.

Federica -   Guarda che ci deve essere uno sbaglio. Io non t'ho mai telefonato!

Franca -      (Rientra con un vassoio e due tazzine di caffè ma senza la zuccheriera. Attilio va in cucina e torna subito con la zuccheriera che appoggia sul tavolo, poi torna ad osservare la scena) Ecco qua… così studierete con più vigore!

Roberto -    Come sarebbe a dire? Sei stata proprio tu a telefonarmi! Devi preparare l'esame di Letteratura italiana?

Federica -   Sì.

Roberto -    Lo vedi?

Franca -      E bravi… E quando vi siete conosciuti?

Federica -   (Alla madre) Ci siamo incrociati delle volte all'università ma io non gli ho mai telefonato!

Franca -      Cosa vai a guardare il capello, Fedi! Se dovete preparare lo stesso esame… approfittatene, no?. In due si studia meglio! (A Roberto, sorridendogli) Uno domanda e l’altra  risponde! Dico bene?!

Roberto -    Per me sì.

Franca -      Ecco… Bevete il caffè ragazzi, che si raffredda! (Esce verso la cucina).

Roberto -    (Bevendo il caffè) Se non vuoi posso andar via.

Federica -   (Bevendo il caffè) No, no… ormai sei qui.

Roberto -    Sai come mi chiamo, sì?

Federica -   No.

Roberto -    (Porgendole la mano) Te l’ho detto prima: Roberto.

Federica -   (Stringendogliela) Piacere, Federica.

Roberto -    (Guardandola negli occhi) Lo so.

Franca -      (Si affaccia dalla cucina) Non vorrete mica studiare qui? Portalo in camera tua, Fedi. (Guardando Roberto) Starete più tranquilli. (Esce).

Roberto -    Allora, ti va?

Federica -   Va bene. (Entrambi escono verso le camere).

(Attilio, soddisfatto, si siede comodamente su di una sedia allungando le gambe e scrivendo qualcosa su un foglio ci carta).

Franca -      (Entra per portare via le tazzine)Sarà stato un angelo a far venire questo ragazzo!(Canticchia cercando di farsi sentire dai ragazzi) Balconi adornati di pampini e glicini in fioreeeee! (Campanello. Va verso l'ingresso ad aprire; torna con Armida che ha con sé un borsa per la spesa. Franca le guarda la borsa). Accidenti, sei venuta con la sporta! Questa volta hai bisogno di qualcosa di grosso!

(Attilio osserva compiaciuto la scena).

Armida -     No, no, Franca, anzi… (Appoggia la borsa sul tavolo e ne estrae un limone, un sacchetto di farina, una boccetta con l'olio, delle uova, un rametto di rosmarino, del sale, dello zucchero ecc.) T’ho riportato tutte le cose che mi hai prestato. Non ricordavo sicuramente di tutta questa roba che ti dovevo restituire ma è un paio di giorni che per casa non faccio altro che trovare dei foglietti dappertutto con le scritte: "Ridare l'olio a Franca", "Restituire un limone a Franca", "Riportare la farina a Franca"… li ho trovati in ogni angolo di casa! Ce n'era anche uno in bagno con la scritta: "Riportare un rotolo a Franca". Ecco qua (Estrae un rotolo di carta igienica).

Franca -      Ti ringrazio, Armida, ma non dovevi disturbarti così! E’ tutta roba da poco!

Armida -     Hai ragione ma ero assillata da quei biglietti! E ancora devo capire chi li avrà messi!

(Attilio va alla credenza da cui prende un vasetto di conserva di pomodoro e se la mette in tasca).

Franca -      Sarà stato tuo marito! Comunque sono stati utili.

Armida -     Domani devo andare a fare un po' di scorte perché ho finito tutto!

Franca -      Per forza, hai dato tutto a me! Cosa fai da mangiare, oggi?

Armida -     Vorrei fare gli spaghetti al pomodoro… (Allunga il collo verso le camere) ma… c'è qualcuno di là?

Franca -      (Sottovoce) Sì, c'è Federica che sta studiando con un suo amico di università.

Armida -     (Sottovoce, allusiva) E….?

Franca -      Eh, speriamo bene! Questo è solo il primo giorno che si vedono!

Armida -     Bè, almeno qualcosa s'è sbloccato! Fammi andare, allora… a proposito! Ma guarda te che stupida che sono! Voglio fare gli spaghetti al pomodoro e non ho nemmeno un po’ di conserva! Non è che ne avresti un barattolino, per caso?

Franca -      (Rassegnata) Sì… Aspetta, lo tengo qui nella credenza.

Armida -     Stai tranquilla che dopo te lo riporto.

Franca -      (Apre con difficoltà lo sportello della credenza e fruga senza trovarlo) Eppure sono convinta d'averlo comprato la settimana scorsa… Ma dove l'ho messo?

Armida -     Forse l’hai già usato.

Franca -      Eh, a questo punto… è probabile. (Rinunciando) Mi dispiace, Armida, ma questa volta non ti posso accontentare.

Armida -     Pazienza, Franca… Quando cerchi qualcosa è proprio la volta che non la trovi! Sarà per un'altra volta! Ti saluto. (Esce).

Franca -      (Tra sé) Eppure ero convinta d’averla. (Esce verso la cucina. Attilio ne approfitta per rimettere il barattolo al suo posto, poi prende una bottiglietta di olio lubrificante dal cassetto della credenza e olia i cardini dello sportello. Torna Franca che rimugina tra sé). Ieri la minestra di verdure, l’altro ieri il riso in bianco… (Torna alla credenza, apre lo sportello) Toh, non cigola più! (Guarda dentro) Ma guarda che sbadata che sono!! L’avevo davanti agli occhi e non l'ho visto! Sarà l'età…! (Richiude lo sportello) Guarda come si chiude bene adesso! E’ una vita che mi faceva impazzire! (Entra Federica) Oh, avete già finito di studiare??

Federica -   Abbiamo cominciato adesso!

Franca -      Allora farete tardi! Perché non gli chiedi se vuole restare a pranzo??

Federica -   Non ti sembra un po' troppo presto?

Franca -      (Guardando l'orologio) Adesso sì, sono le dieci, ma all'una andrà benissimo!

Federica -   Intendevo dire per invitarlo! L'ho appena conosciuto!

Franca -      Ma no!! Fra ragazzi è una cosa normale, no?

Federica -   No, lascia stare, mamma, mi vergogno.

Franca -      Allora lascia fare a me, Federica. Tu torna di là con lui.

Federica -   (Uscendo, Attilio la segue) Non mi far fare figuracce…!

Franca -      Stai tranquilla. (Franca lascia passare qualche secondo poi finge che gli sia venuta in mente una cosa e parla ad alta voce per farsi sentire dai ragazzi). Eeeh! che sugo abbondante mi è venuto oggi!! Ho sbagliato le dosi e ho il tegame che tracima! Adesso a chi lo do?? (Si affaccia verso le camere) Fedi, m'è venuta un'idea: Perché non inviti Roberto a mangiare con noi? Ho fatto il sugo per un reggimento! (Ascolta) Eh? Così poi potrete rimettervi a studiare con tutta calma! (Ascolta) No, no! Una cosa così in famiglia! (Ascolta) Sì, d'accordo, allora: quando è pronto vi chiamo io! (Esce verso la cucina canticchiando) …e glicini in fioreeeee! Stanotte schiudetevi ancora ché passa l'amoreeeeeeee!

Buio

(Al riaccendersi della luce c'è Attilio che gira per la stanza. Ad un tratto suona il telefono e Attilio sta per rispondere poi si rende conto della sua situazione e rinuncia. Entra Federica correndo e risponde).

Federica -   Pronto? (Ascolta) Sì… sì, se vuoi… anche ade… cioè: verso le dieci per me va bene. (Ascolta) Sì, sì, va bene ti aspetto.

Franca -      (Entrando dalla cucina) Era lui??

Federica -   Sì. Arriva verso le dieci.

Franca -      Oggi gli faccio trovare un po' di pesce…

Federica -   Ma cerchiamo di non essere asfissianti, eh?

Franca -      Sì, però è grazioso, eh?

Federica -   Sì.

Franca -      Sono proprio contenta!

Federica -   Bè, se son rose fioriranno!

Franca -      Ma tu cerca di dargli un po' di fertilizzante mentre siete sui libri!

Federica -   Ah, mamma… (Estrae da una tasca delle vecchie fotografie. Attilio si avvicina da dietro per sbirciare le foto) Da' un po' un'occhiata a queste fotografie.

Franca -      (Prendendogliele Attilio c.s.) Sono le fotografie dei tuoi nonni, allora? (Compaiono quattro persone anziane: due uomini e due donne, che si fermano, sorridenti, sulle entrate senza essere viste dai "vivi").

Federica -   Niente, è strano perché le ho trovate in mezzo ai libri dell'università!

Franca -      (Guardando le foto) Tuo padre avrebbe tanto voluto che li conoscessi. (Restituendogliele) Cosa vuoi che ti dica… tienile tu per ricordo! (Campanello) Che sia già lui??

Federica -   Ancora è presto. (Va ad aprire e rientra con Tino).

Franca -      Ciao Tino.

Tino -          Ciao Franca. (A Federica) Federica, ti trovo bene! Sei diventata più bella!

Federica -   (Lusingata) Grazie! (A Franca) Io vado a prepararmi per studiare. (Esce).

Franca -      Sì, sì, vai a prepararti! (A Tino) Ci vuole un po’ di preparazione, no?

Federica -   (Si affaccia) Mamma..

Franca -      Eh.

Federica -   Se dovesse arrivare… (Scompare).

Franca -      Sì, sì. (A Tino, sottovoce) Sta’ zitto che forse ha trovato qualcuno!

Tino -          Ah! Ecco perché l'ho vista così rifiorita! Dai che andrà tutto a posto! A proposito: Dimmi un po': allora mi chiameranno??

Franca -      Chi?

Tino -          Quelli del teatro! Mi hai mandato il biglietto!

Franca -      Che biglietto?

Tino -          Quello che m'è arrivato ieri! (Estrae di tasca un biglietto e glielo mostra. Attilio sbircia compiaciuto da dietro) Si tratta sicuramente del teatro!

Franca -      (Leggendolo) Può essere ma io non ho saputo ancora niente.

Tino -          (Glielo riprende) Allora chi me l’ha mandato? (I nonni, sorridenti, si avvicinano lentamente a Tino, quasi circondandolo, insieme ad Attilio. Tino legge il biglietto e comincia lentamente ad affiorargli un dubbio). "Tino, per quella faccenda non ti preoccupare, lo saprai presto anche tu".

Franca -      Allora saranno sicuramente loro! Non sei contento che ti prendono? Scoprirai un mondo nuovo! Pieno di luce! E vedrai che ci resterai volentieri… sempre lì!

Tino -          (Che ha ormai realizzato) Sì… per l'eternità!

La luce sfuma e contemporaneamente si chiude il

sipario

23 marzo 2005

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Arredi di scena per "cosacisarà"

una credenza con sportelli

un telefono a muro o da tavolo

1° atto

varie bollette e depliant pubblicitari

una scopa (che Franca mette in mano ad Attilio)

un attaccapanni con un soprabito di Franca

un libro (che Federica legge nel primo atto)

una tovaglia, tre piatti, tre bicchieri, posate e tovaglioli

un limone e un sacchetto di farina (che Franca consegna ad Armida)

una bottiglia di vino

una bottiglia d'acqua

un abito da sposa

2° atto

uno straccetto per la polvere

una fotografia incorniciata di Attilio (su di un mobile)

una boccetta d'olio (che Franca va a prendere in cucina)

un bicchiere (che Attilio prende nella credenza e in cui versa parte dell'olio)

una bottiglia di vino (che Attilio prende nella credenza e che porta in cucina e che Franca va a prendere e la porta a Tino con un bicchiere)

un vassoio con due tazzine da caffè e due cucchiaini (che Franca va a prendere in cucina e porta a Federica e a Roberto)

una zuccheriera (che Attilio va a prendere in cucina)

una matita e un foglio di carta usati da Attilio

una borsa della spesa (da cui Armida estrae: un limone, un sacchetto di farina, una boccetta con l'olio, delle uova, un rametto di rosmarino, del sale, dello zucchero e un rotolo di carta igienica)

un vasetto di conserva di pomodoro (che Attilio prende dalla credenza)

una boccetta di olio lubrificante (che Attilio prende da un cassetto della credenza)

un orologio (al polso di Franca)

alcune vecchie fotografie (che Federica mostra alla madre)

un biglietto (che Tino estrae dalla tasca)