Così è la vita

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COSI’  E’  LA VITA

di Fiammetta Veneziano

(posizione SIAE  180135, depositato il 2/11/16)

PERSONAGGI

GERMANA      (madre di Giovanni)

SAVERIA          (madre di Susanna)

ELIO                (padre di Susanna)

GIOVANNI        (sposo)

SUSANNA          (sposa)

NICO               (amico di Giovanni)

1  La casa degli sposi

GERMANA                Uhm, uhm, uhm.  Sarebbe questa.

SAVERIA                   Sì, niente male eh? Guarda di qua c’è er bagno, er   balconcino, la finestra   proprio sulla strada, questa è a cammera da letto…

GERMANA                  Sì, sì, però…

SAVERIA                      Però che?

GERMANA                  So’ du’ stanze sole.

SAVERIA                      ‘Mbé’ Per  adesso va più che bene. Che cianno da fa’?

GERMANA                  Certo, che cianno da fa’…

SAVERIA                                  Poi quanno tu fijo porterà più sordi a casa, s’allargheranno.

GERMANA                  Pure tu fija se deve trovà n’occupazione eh! So’ finiti i tempi dee signore…

SAVERIA                      ‘Ntanto deve finì de studià.

GERMANA                  Ecco, apposta. Che se sposeno a fa’ se Susanna deve finì de studià? Potevano     aspettà ‘npo’.

SAVERIA                                  So diecianni che fanno l’amore. Che volemo fa’ direttamente e nozze d’argento?

GERMANA                  Ma io dico: Giovanni sta a  fa’ er galoppino dall’avvocato, je ce vo ‘npo’ pe sistemasse mejo, no? E Susanna ner frattempo poteva            lauriasse.

SAVERIA                                  ‘Ntanto mi fija nun s’è ancora lauriata pe’ fa’ studià tu fijo che s’era ‘ncantato. Nun faceva più ‘nesame e lei je sentiva la lezzione.

GERMANA                  Chi te l’ha raccontata ‘sta favola? Guarda che  mi’ fijo s’è fermato solo su procedura civile. Quello è ‘nesamone, e tu fija,           capirai, co’ scienza dee telecomunicazioni che voi sapè de procedura. Che poi che so ste telecomunicazzioni, boh!

SAVERIA                                  E che c’entra, pe fallo ripete ero bbona pure io. Lasciamo perde va. E’ mejo che se sposeno mo’.

GERMANA                  Perché è mejo, c’è quarcosa che non so? Eh?

SAVERIA                                  Macché, che te viene in testa . Dico che è mejo mo che so’ ancora giovani. Mo che me sé libberata la casa, che se ce penzavo ‘nartro po’ me la riaffittavo e ciccia…Poi se             faranno.

GERMANA                  Mi fijo se farà sicuramente.

SAVERIA                                  Certo che  cominciano dar basso…Quanno penzo che Susanna se poteva sistemà bene.

GERMANA                  ‘Mbè? E mo’ se sistema no?!

SAVERIA                                  Eggià.  Penza che la cognata de Betta m’aveva detto che Lucia, a sorella daa cognata der pizzettaro che è amica de Marcella, quella che lavora nella farmacia, javeva detto che er fijo daa farmacista, Ughetto, jannava dietro a Susanna mia…

GERMANA                  Ma quanno? E così Susanna stava co’ due?

SAVERIA                                  Ma noo, prima de mettese co tu’ fijo! Ughetto jannava dietro. Se se metteva co’ quello, sai i sordi. Perché ‘a madre a chi a lascia a farmacia, eh a chi?

GERMANA                  Guarda che va a penzà,!! Ma se Ughetto ‘nha più studiato e mo’ fa er venditore de cellulari.

SAVERIA                      Quello perché je piace, ma a farmacia è sempre sua no?

GERMANA                  Che voresti di? Ch’era mejo Ughetto de Giovanni mio? Tu l’hai visto bene quello? Pare ‘ncitrullo.

SAVERIA                                  ‘Ncitrullo coi sordi. Così da subbito Susanna ciaveva a casa grande.

GERMANA                  Aho, se dovemo finilla, finimola subbito. Io je dico a Giovanni che tu fija fa a scema co’ Ughetto.

SAVERIA                                  Che dici, piantala! Era ‘npenziero così. Pe mo’ io je posso dà ‘sta casa. Visto che voi nun ciavete messo mano.

GERMANA                  Io ciò solo a bottega der barbiere. E che se mettevano a dormì dietro a saracinesca?

SAVERIA                      Se poteva pure venne…

GERMANA                  Primo, voleva dì caccià fori Umberto, che quello nun ce l’ha i sordi pe comprassela, due  chissaa compra co’ tutti i lavori che ce stanno da fa’ pe mettese ‘nregola co ‘e regole?  Troppo tempo ce voleva. Pure che fosse, co quei quattro sordi certo ‘na casa da ste parti nun ce la    potevamo permette.

SAVERIA                      Allora che te lamenti?

Squilla il telefono

GERMANA                  Hai fatto allaccià er telefono?

SAVERIA                                 Avemo fatto a vortura. (va al telefono) Pronto…no ve sbajate, er signor Fabbozzi nun abbita più qua. Nu o so. No. Prego.

Entra Susanna piena di pacchetti.

SUSANNA                    Eccomi qua.

GERMANA                  Ciao Susà.

SUSANNA                    Ti piace la casa?

 GERMANA                 Certo pe’ comincià… Ch’hai svaliggiato  i negozzi?

SAVERIA                                  Bella de mamma, che hai comprato? L’aspirina me l’hai presa?

SUSANNA                    Oddio me so’ scordata…

GERMANA                  Annamo bene. E Giovanni?

SUSANNA                    Sta di sotto. Ha incontrato Nico e stanno                                                                                        chiacchierando.

GERMANA                  Nico? Quel lazzarone?(si alza di scatto e va alla finestra) Giovà, Giovanni? Vieni su.

VoceFuoriSc.               Mo’ vengo ma’…

GERMANA                  Non me va che perde tempo co quello, (a Susanna)dije  da venì su. 

SUSANNA                                Ma non stanno facendo  niente . Giovanni gli racconta del            matrimonio.

SAVERIA                      Mica ‘o vorrà ‘nvità?

SUSANNA                    Non lo so veramente, non ne abbiamo parlato.

SAVERIA                      No, perché co’ quello che costa, Nico che c’entra?

GERMANA                  Nico è amico de mi fijo e se lui o vole invità…

SAVERIA                      Come, stavi a dì ch’è ‘n delinquente?

GERMANA                  Dicevo ch’era ‘n lazzarone, così affettuosamente(va a alla finestra)        A Giovaaà!

SAVERIA                                  Scenni, Germà, scenni. Vattelo a pijà tu fijo. Namo Susanna,         tornamo a casa.

SUSANNA                    Aspetta che poso questa roba. Scendete intanto.

SAVERIA                      Sì sbrighete che devo preparà a cena a tu padre.

GERMANA                  Io no o so che je dice er cervello, mo jene dico quattro a Giovanni!

Escono, Susanna allegramente sistema qualche monile, poi esce

2  La bomboniera

SAVERIA                                  Aho, nun te sta bene mai gnente. Te dico che a bombognera, quella co’ l’iniziali, è l’unica che se po’ fa. Costa tutto ‘n botto.

GERMANA                  Hai provato da Rachele, quella all’angolo che venne l’argento?

SAVERIA                                  Ce so annata l’artro giorno. Quarche cosetta ce l’ha, quelle che costano poco so tutte minuzzaglie. Ma è argento che se fa subbito           nero. I pezzi mejo so’ cari.

GERMANA                  Ho capito, ma ‘a bombognera de porcellana nun me piace, sembra         quella de mi nonna. ‘A preferisco d’argento.

SAVERIA                      Allora provamo annà a Piazza Vittorio.

GERMANA                  E poi sai che famo? Contamo quanti so l’invitati e famo quelle mejo solo a quarcuno.

SAVERIA                                  Sai che cafonata? S’ aprono le scatole lì, dopo er pranzo, metti che uno vede che n’artro ce l’ha più grossa….

GERMANA                  Allora a quelli che ce ‘nteressano jele damo prima, a parte. A casa.

SAVERIA                                  Ma se ‘nvece dee bombognere , che mo’ manco vanno più de moda, famo ‘nber sacchetto coi confetti,  de ‘na bella stoffa, magari ‘nfazzoletto de pizzo e je le mettemo lì sur tavolo, come segnaposto.

GERMANA                  A parte che a bombognera cor fazzoletto era robba de la mia bisnonna, artro che de  mi nonna e poi scusa ma i segnaposto già li famo, no? Li faccio fa io, già so d’accordo co’ Pinuccia.

SAVERIA                      E quanno me lo dici, eh? Allora basta cosi.

GERMANA                  Ammazza quanto sei pidocchia. Io ciò solo Giovanni e tu solo Susanna, visto che er granne tuo s’è sposato anni fa.

SAVERIA                                  Allora, visto che sei tanto  generosa comprale tu e bombognere.

GERMANA                  So cose che ce penzano i genitori daa sposa.

SAVERIA                                  Ah sì? Allora sai che te dico che  daa e parti mie l’usanza vole che è la socera che fa er vestito da sposa alla nuora. Datte da fa allora e caccia i sordi.

GERMANA                  ‘ dove ‘ndove? all’epoca de Checco e Nina. Sarei  io poi a sceje er vestito no?  Nu ‘o so se a Susanna jannerebbe bene.

SAVERIA                      Poi dici che a pidocchia sarei io eh?

GERMANA                  Vabbè daje, vedemo ste bombognere de porcellana, Limogge hai detto?

SAVERIA                                  Tipo Limogge, però so’ belle. Arzete viè a casa mia che te le faccio vedé…(escono)

Squilla il telefono. Nessuno risponde.

3  La lista degli invitati

GIOVANNI                   Ti pare che  chiedo a mia madre di prestarti la collana di perle?

SUSANNA                                Embè ? Mia madre già mi presta gli orecchini, le perle  ci vogliono proprio.

GIOVANNI                   Perché poi? Io so che le spose devono essere tutte semplici, senza niente.

SUSANNA                                Guarda, il filo di tua madre è così semplice, che neanche si vede.   Senza pretese.

GIOVANNI                   Senza pretese? Lei ci tiene tanto. E poi se è tanto semplice che non si vede, allora che te lo metti a fa’?(guarda in alto)Ecco lo sapevo io,   guarda che pecionata ‘sto soffitto. Ti pare che l’hanno scartavetrato bene eh?

SUSANNA                    Perché che cià?

GIOVANNI                   Non vedi le righe? Pare che hanno passato l’aratro, pare…

SUSANNA                    Guarda che esagerato, la gente mica entra e guarda per aria no?

GIOVANNI                   E ci guardo io per aria, ci guardo. Ma come, l’amico di tuo padre            tanto bravo…

SUSANNA                                Lui è bravo , ma ormai dirige solo e l’operai, sai com’è…

GIOVANNI                   Li deve comandare  bene, se no che ci sta fare?

SUSANNA                    E quelli vengono tutti da fuori, neanche lo capiscono…

GIOVANNI                   Si , però se lui li  paga il giusto, voglio vedere se non capiscono….

SUSANNA                                Dai, va che va bene così. E poi comunque tua madre ha chiamato un altro, perché mamma non ha voluto mettere in mezzo Lorenzo. A me non sembra vero che abbiamo finalmente la casa, chi se ne                                    importa del soffitto. Non vedo l’ora di essere chiamata signora Persichetti. (lo abbraccia) Hai fatto la lista poi?

GIOVANNI                   Eh?(mentre continua a borbottare guardando in aria)

SUSANNA                    La lista degli invitati no?

GIOVANNI                   Io sì, Il resto l’ha scritto mia madre.(tira fuori dalla tasca una lista lunghissima)

SUSANNA                    Richi va bene, Luisa, Gioia…uhm. Ah pure Nico                                                                              poi…eh?

GIOVANNI                   Lo sai che gli si può chiedere sempre un favore. E’ un amico vero.

SUSANNA                    Tu quello te lo devi dimenticare.

GIOVANNI                   Parli come mia madre…

SUSANNA                    Adesso fai l’avvocato…

GIOVANNI                   Vacci piano, devo ancora fare l’esame…

SUSANNA                                Va bene, ma ci manca poco…Sei un professionista e io sarò tua moglie. Nico e i suoi amici  li devi scaricare! Già gliel’hai detto dell’invito?

GIOVANNI                   Veramente no.

SUSANNA                                Allora pensaci. (leggendo) Roberto e Luisa,  il dott. Catalfamo e la moglie, Rita….Chi è sta Rita?

GIOVANNI                   La sorella di un mio amico.

SUSANNA                    Chi?

GIOVANNI                   Uno di fuori, non lo conosci…

SUSANNA                    (guardando la lista) Come si chiama?

GIOVANNI                   E’ inutile che guardi, non ci sta scritto perché non puo’ venire.

SUSANNA                    La sorella invece può?

GIOVANNI                   Può.

SUSANNA                    E gli altri la conoscono?

GIOVANNI                   Mi sembra di no.

SUSANNA                    Quindi conosce solo te.

GIOVANNI                   Mbè, sì.

SUSANNA                                Non sapremo neanche dove metterla a sedere. Sai che impiccio, che ci viene a fare?

GIOVANNI                   Viene perché è amica mia e io l’ho invitata.

SUSANNA                                Ah, sarebbe amica tua e non la sorella di un amico che poi non si sa chi è?!

GIOVANNI                   Ma sì,  quanto la fai lunga…

SUSANNA                                Sì che la faccio lunga, io non ho invitato tutte le mie  amiche per cercare di risparmiare e tu mi presenti questa che chi sarà mai?!

GIOVANNI                   Tra mia madre che deve decidere chi deve venire e te che mi controlli  la lista, sta a vedere che al mio matrimonio io non  posso invitare chi mi pare e piace eh?(alza la voce)

SUSANNA                                Stai calmo sai, è inutile che alzi la voce. Chi sarebbe questa Rita, avanti parla, sputa il rospo.

GIOVANNI                   Ma ti senti come parli? Tu ti vedi troppi film : CSI, Law e Order, Ris…

SUSANNA                                Mbè? Mi piacciono e allora? Io non ti nascondo niente. Sai tutto di me, sei tu che non mi vuoi dire chi è Rita….Una che ti piace, parla, dillo che ti sei fatto l’amante prima di sposarti, dillo e   devo pagarle pure il pranzo del matrimonio…

GIOVANNI                   Glielo pago io il pranzo, non ti preoccupare, io pago! E se me gira, invito altre 50  amiche mie!

SUSANNA                    Tutte le sgallettate che ti sei fatto di nascosto eh?

GIOVANNI                   Sì tutte le bellissime donne che mi stanno ancora dietro, va bene? E io guarda un po’chi mi sono andato a scegliere?

SUSANNA                                Non ti sei scelto nessuno, perché io non  ti sposo più hai capito?

GIOVANNI                   No, sono io che non ti sposo più!

SUSANNA                    E no caro, io non ti sposo

GIOVANNI                   Ti ho detto che …

SUSANNA                    Io l’ho detto per prima!

GIOVANNI                   E va bene, hai vinto tu!

Esce sbattendo la porta. Squilla il telefono

SUSANNA                                (rispondendo irata) Pronto! No! I Fabbozzi non abitano qui!

Susanna scoppia a piangere. Entra Saveria.

SAVERIA                      Ch’è successo? Ch’è stato.

SUSANNA                                Non mi ama più, non mi vuole più sposare, ahhh!(piange)

SAVERIA                      Chi?

SUSANNA                    Come chi!

SAVERIA                      Volevo di’… perché?

SUSANNA                    Abbiamo litigato.

SAVERIA                      Co’ chi?

SUSANNA                    Come co’ chi?

SAVERIA                      Aho, nun ce sto a capì gnente!

SUSANNA                    A ma’, noi abbiamo litigato. Noi!

SAVERIA                      Hai litigato co’ Giovanni?

SUSANNA                    No, lui ha litigato con me!

SAVERIA                      Ah ecco…Perché?

SUSANNA                    Perché vuole invitare una Rita al matrimonio.

SAVERIA                      Una Rita. E chi è?

SUSANNA                                Ecco, chi è vaglielo a chiedere tu, sarà una delle sue …pu…femmine!

SAVERIA                      E  la vuole invità ar matrimogno?

Suonano alla porta, Saveria va a d aprire.

GERMANA                  (entrando) Guardate questi asciugamani eh? Penzo che ar bagno ce stanno bene ce se ‘ntonano pure.

SAVERIA                                  Hai capito tuo figlio? Vuole invitare l’amica al matrimogno!

GERMANA                  Quale amica, ce n’ha tante…

SUSANNA                    Cosaaaa?

SAVERIA                      E ce lo dici pure, infame, infamissima.

GERMANA                  Aho, che v’ha dato de vorta il cervello?

SUSANNA                    Io Giovanni nun me lo sposo più, chiaro?

GERMANA                  ‘Mbeh. Decidi subbito così finimo sta pantomima che tu madre sarà       contenta.

SUSANNA                    Come sarebbe a di’?

SAVERIA                      Che dici? Contenta di che?

GERMANA                  Nun volevi che tu fija se pijava Ughetto er citrullo? Eh? Hai detto che je piaceva…

SUSANNA                    Mamma, ma che sei andata a raccontare?

SAVERIA                      Gnente, jò raccontato , io gnente!

GERMANA                  Diceva che facevi l’amore co’ Ughetto…

SAVERIA                      Nun è vero, stavo a di’ che a quello je piacevi e che ciaveva i sordi e…

SUSANNA                   Io non l’ho mai saputo che gli piacevo…

GERMANA                  Mo’ che lo sai vallo a cercà…

SUSANNA                                Io non vado a cercare nessuno e tu ma’ , è meglio che ti cuci la bocca!

SAVERIA                      Damoce ‘na carmata che è mejo…

SUSANNA                                Io non me la do una calmata, anzi sapete che vi dico? Mi ha stufato Giovanni e m’avete stufato pure voi due! (esce)

GERMANA                  Co’ che vipera s’è messo mio figlio!

SAVERIA                                  E’ tuo figlio che è un traditore abietto! (si affaccia) Susanna, a Susà daje, sali nun fa la cretina. L’aggiusto io quer deficiente!

GERMANA                  Aho! Deficiente a chi? (si affaccia) A Susà va’ da Ughetto va, che lui coi sordi aggiusta tutto.

Squilla il telefono. Saveria risponde

SAVERIA                                 Ve li faccio io i bozzi se non la piantate de chiamà!

Le due consuocere si guardano in cagnesco e poi scoppiano a ridere.

4   Gli abiti da cerimonia

GERMANA                  Hanno finito de litigà?

SAVERIA                                  Sì, che fatica aho! Pe’n momento ho penzato che davero se volevano      lascià!

GERMANA                  Mbé nun se so ancora sposati, fanno sempre a tempo!

SAVERIA                      E sì, co le carte, e bombognere, l’inviti.

GERMANA                  Er pranzo prenotato, er vestito dar sarto, er mio che…oddio no! Me so’ scordata da ritirà quello de Giovanni dalla sarta per l’orlo ai carzoni!

SAVERIA                      ‘Mbé ciandrai domani…

GERMANA                  Domani volevo girà pee scarpe. E tu poi che te sei presa?

SAVERIA                      Ba…gnente de che, ‘nvestituccio. Nun te crede…

GERMANA                  Ah, pure io…Devo ancora trovà a e scarpe rosse….

SAVERIA                      Rosse?

GERMANA                  Cor vestito giallo e rosso me ce metto ‘e scarpe rosse no? Mo’ er rosso va pure de moda!

SAVERIA                      Stai a di’ che te sei fatta er vestito daa Roma?

GERMANA                  Perché? Ce sta tanto bbene er rosso cor giallo…fa estate…

SAVERIA                      Chiamala estate! Io la chiamerei guera, lo sai che mi marito’ na po’ vedè a Roma…E manco mi’ fratello…

GERMANA                  Aho, penzate solo a quello, a senzo unico sete, ‘nvallargate mai. Ce metterò un fularde azzuro.

SAVERIA                      Famo l’arcobbaleno!

GERMANA                  Sarò pure libbera de vestimme come me pare ar matrimogno de mi fijo o no?

SAVERIA                      E madri se devono vestì discrete, nun devono dà così nell’occhio.

GERMANA                  Perché tu come te lo sei fatto?

SAVERIA                      Io, na cosa semplice, luminosa, chiara, pulita, senza pretese.

GERMANA                  Si, er colore?

SAVERIA                      Biancazzuro.

GERMANA                  Cosaa? Moo fai a posta Moo fai. Schifosa laziale.

SAVERIA                      Nun te ce provà, brutta zozza…

GERMANA                  Lei s’era fatto er vestito chiaro, pulito….Too sporco io, de sangue too sporco!

SAVERIA                      Quella che diceva che noi stamo sempre a penzà a senzo unico e tu, tu penzi come ‘na strada senza uscita!

GERMANA                  Sta burina, ignorante.

SAVERIA                      Ha parlato la contessa! Tu padre faceva  er pesciarolo, che voi capì tu d’eleganza?

GERMANA                   Capisci te capisci, co tu’ marito che fa o stagnaro, nun capisci proprio un tubo!

Entra Susanna

SUSANNA                    Ehi, perché strillate?

GERMANA                  A tu’ madre nun je dici gnente che s’è fatta er vestito daa Lazzio?

SAVERIA                       Ioooo? E te che te sei fatta quello daa Roma?

SUSANNA                    Calma, zitte. Fatemi capire.

GERMANA                  L’hai visto l’abbito che tu madre se vole mette al matrimogno?

SUSANNA                    Sì e allora?

GERMANA                  Mbè, ha detto che è biancazzuro!

SUSANNA                     Sì.

GERMANA                 E’ lazziale allora.

SAVERIA                      E’ il tuo che è romanista!

SUSANNA                    Un momento. Il vestito è azzurro con qualche fiorellino bianco sparso. Ecco tutto.

SAVERIA                      Hai capito? Il tuo allora?

GERMANA                  Quello mio è tutto rosso, poi cià dei disegnini sulle maniche e sull’orlo gialli.

SAVERIA                      E’ daa Roma è inutile che neghi.

GERMANA                  T’ho detto de no!

SUSANNA                    Calmatevi. Lo posso vedere?

GERMANA                  E’ inutile che o vedi , tanto n’artro nun moo faccio!

SAVERIA                                  Sì che te lo fai, aho! Che volemo litigà er giorno der matrimogno? ‘Namo a vedè sto vestito…

GERMANA                  Nessuno viene a vedè gnente …(esce)

SAVERIA                                 E mo chi o sente tu padre? Che figura ce famo co’ tutti l’amici e i parenti.

SUSANNA                    Mamma non fare la solita tragedia per niente.

SAVERIA                      Gnente? Mo chiami gnente? Sto matrimogno sta diventà ‘na guera. Ma, vincerò io, tanto è vero che me chiamo Saveria!

Squilla il telefono.

SAVERIA                      Aridanghete! Qui i Fabbozzi nun ce stanno più e se me gira, manco i Persichetti ce staranno mai! (esce)

 

Entra Giovanni

GIOVANNI                   Ciao amore.  Ma che aveva tua madre, neanche mi ha salutato!

SUSANNA                                Prima un altro po’ venivano alle mani perché tua madre diceva che si    era fatta il vestito della Roma. Allora mia madre ha cominciato a fare un macello.

GIOVANNI                    Ma non è della Roma, è del Brasile.

SUSANNA                    Come scusa?

GIOVANNI                    E’ verde e giallo.

SUSANNA                    Perché allora diceva che era rosso e giallo?

GIOVANNI                   E’ daltonica. Confonde i colori.

SUSANNA                    Ah, ma non lo sa?

GIOVANNI                   Certo che lo sa, ma d’istinto ciò che è verde lei pensa sia rosso.

SUSANNA                                Ho capito, ma  quando mia madre  ha cominciato a sbraitare non le è venuto in mente che forse i colori non erano quelli della Roma?

GIOVANNI                   Sai quando si intestardisce…

SUSANNA                    Allora ho capito finalmente da chi hai preso…Quando ti metti in testa una cosa…

GIOVANNI                   Quale?

SUSANNA                    Alla fine Rita l’hai invitata!

GIOVANNI                   Ricominciamo?

SUSANNA                                No, non voglio litigare. Te l’ho fatta invitare così puoi vedere come sono magnanima.

GIOVANNI                   Sì, dopo che hai visto  la  foto!

SUSANNA                    Stai a guardare il capello.

5   I fiori

Entrano Elio e Saveria con un mucchio di fiori.

SAVERIA                                  Ecco, bravo posali lì, no mejo là e poi sul tavolo, ecco…portane    quarcuno in cammera da letto.

ELIO                            Aho, che strazzio. Nun te sembra da esaggerà? Emo fatto er camposanto, emo.

SAVERIA                                  Tu sei proprio matto, scusa oggi se sposeno! Addobbamo a casa dii sposi.

ELIO                                        E quante storie, tu e sto matrimogno me l’avete fatti venì a peperini. Cori de qua, cori de là. Compra questo, pia quello,     m’hai fatto spenne ‘na barca de sordi.

SAVERIA                                  Nun te lamentà, anzi aringrazziame che t’ho fatto risparmià…

ELIO                                        Che, vorei sapè che! Solo li sordi dei vestiti dico io. Ciavevo quello           nero tanto bello. Me n’hai dovuto fa comprà ‘nartro. Che ce farò poi co’ tutti sti vestiti neri.

SAVERIA                      E così sei già pronto quanno devi annà ar funerale.

ELIO                            Er tuo vojo sperà!

SAVERIA                                  E daje che armeno emo risparmiato i lavori de casa, perché l’ho fatti pagà a Germana.

ELIO                                        (guardandosi intorno) Capirai che risparmio, pe’ come l’hanno fatti ciò speso de più per vestito. T’avevo detto da fa’ venì Lorenzo,        no? Guarda che robba, ma chi ha chiamato, Michelangelo?

SAVERIA                      Che c’entra?

ELIO                            O doveva scorpì er muro, no dipigne.

SAVERIA                                  Mbeh, che voi, si chiamavamo a ditta troppo ce costava.

 ELIO                           E già così pe  risparmià, ogni spennellata  hanno fatto ‘na traccia pe la luce.

SAVERIA                                  Aho, quanto sei esaggerato. Mejo che l’ha fatto Germana  così se non va bbene, a corpa è a sua.

ELIO                            Già, ma ‘a casa è nostra. Se chiamavi Lorenzo…

SAVERIA                                  Lorenzo nun se faceva pagà e poi o dovevamo invità ar matrimogno perchè diceva che ciaveva fatto er regalo.

ELIO                            Embé’

SAVERIA                                  Quer burino. Te pare che ar matrimogno de mi’ fija facevo venì  er        pittore?

ELIO                                        Embé, io faccio o stagnaro!

SAVERIA                      Che c’entra dico. Quello è capace che se presentava cor cappello de carta.

ELIO                            Mo’ stai proprio a bestemmià, dì che nu t’annava de mettete ‘nmezzo.

SAVERIA                      E certo, javemo dato a casa. Armeno quarcosa pure Germana doveva pagà! E alla fine s’è trovato  n’artro pittore e noi emo risparmiato comunque!

ELIO                            Lorenzo è ‘namico, ce sarà rimasto male ce sarà.

Squilla il telefono

ELIO                            No, me dispiace Fabbozzi nun abbita più qua, da oggi ce so’ i Persichetti. Che vole da me? A corpa mica è mia!  No, nu o so ‘ndo sta Fabbozzi, quanno se n’è ito nun m’ha detto dove, però je posso dì che io so’ er padrone e me chiamo Elio Silvestrucci, pe l’amici Elio.

SAVERIA                      Ma che sei scemo? Chiudi quel telefono.

ELIO                            Oggi se sposa mi fija e poi viene qui a abbità. Mi genero fa Persichetti.

SAVERIA                      Elio e piantala, che vai a dì i fatti nostri a n’ estranio!

ELIO                            (chiude il telefono) Volevo esse gentile.

SAVERIA                      Allora perché nun  l’hai ‘nvitato ar matrimogno?

ELIO                            Ah, non ciò penzato!

GERMANA                  (Entra anche lei con mazzi di fiori)

ELIO                            Ma che è il 2 novembre?

6   Ritorno dal viaggio di nozze

SUSANNA                    Hai avuto proprio una bella idea.

GIOVANNI                   Così stiamo in pace qualche giorno.

SUSANNA                    Hai portato su tutto?

GIOVANNI                   Sì, possiamo stare qui chiusi per 10 giorni almeno.

SUSANNA                                Sei sicuro che dall’avvocato ci devi tornare lunedì prossimo?

GIOVANNI                   Sì, sì già te l’ho detto, no?

SUSANNA                                Volevo essere sicura di stare in pace ancora una settimana.

GIOVANNI                   Io non so com’è, le cose te le devo ripetere sempre due volte, mi            sembri mia madre.

SUSANNA                                Ah, meno male che non hai detto che ti ricordo la mia, anche se preferisco assomigliare a mia madre piuttosto che alla tua.

GIOVANNI                   Vieni amore non ricominciamo. Godiamoci questo prolungamento della luna di miele

SUSANNA                                E’ stata un’idea geniale. Ma ci pensi? Non aspettano altro che il nostro ritorno per asfissiarci con i loro consigli. Soprattutto tua madre!

GIOVANNI                   Anche la tua non scherza mica. (imitandola) Avete portato la giacca pesante, non vi scordate l’aspirina eh? I soldi vi bastano? Perchè       poi avete scelto di andare così lontano? Non era meglio andare a                                Parigi? Tutti vanno a Parigi in viaggio di nozze!

SUSANNA                                E’ che sono rimaste ai tempi antichi: una volta andare a  Parigi era il massimo, chi se lo poteva permettere?

GIOVANNI                   Anche se i soldi ce li avevi, sembrava una meta così lontana…

SUSANNA                    E ‘così buio, apro le persiane…

GIOVANNI                   No, ferma. Apri solo quella del bagno non si devono vedere le      finestre aperte!

SUSANNA                                E’ vero, non ci pensavo. Ah ah ah! Sembriamo due agenti segreti.

GIOVANNI                   Brindiamo. (prende due bicchieri)

SUSANNA                    Ma con che? Non c’è niente!

GIOVANNI                   Guardo nel frigo, mi pare che…

Si sente aprire la porta. Entrano Saveria e Germana

GERMANA                  E così ho pensato che non ciavevano e tazze paa colazione.

SAVERIA                      Uh, ma non gli avevano regalato un servizio di tazze?

GERMANA                  Ma quelle so’ de Ginori, se le usano tutte le matine va a finì  che le rompeno.

SAVERIA                                  Si , va a finì che fanno come me, nun faccio artro che compramme e      tazzine per non usà quelle der matrimogno, ma va.

GERMANA                  Com’è non hai chiuso a porta a chiave?

SAVERIA                      Sì che l’ho chiusa, tre mandate.

GIOVANNI e SUSANNA Mamma?!

GERMANA                  Aho, belli de casa che sete tornati?

SAVERIA                      Nun ciavevate detto gnente. Ma com’è?

GERMANA                  Ce volevate fa ‘na sorpresa?

SUSANNA                    Eeee! Sì, ma voi com’è che siete qui?

GERMANA                  Siamo venute sempre per pulire e mette in ordine.

GIOVANNI                   Mettere in ordine che, se non c’era nessuno.

SAVERIA                      A porvere se forma sempre, è maledetta. A belli , daje raccontatece , com’è annata? I sordi ve so’ bastati, nun ve sete scottati no? I pesci l’avete visti e la sabbia è vero che è fina fina?

GERMANA                  E lassali sta. Ecco v’ho portato du tazze pe fa colazione, ve piaciono? Mo’ è tardi e bisogna preparà da magnà. Ve faccio du spaghetti eh, tanto ce stanno , v’ho fatto a spesa proprio jeri …

SAVERIA                                 (affacciandosi)Elioo, sali va che soo arivati! Magnamo qui.

ELIO                            Ce sta a pasta?

Da fuori

NICO                           Giovanni, a Giova’ ce state? Sete già tornati aho?

GIOVANNI                   (affacciandosi) Nico, sì proprio mo’

NICO                           Allora salgo a favve ‘nsaluto!

GERMANA                                 Aho, quello vedi de cacciammelo subbito fori eh!

GIOVANNI                  Su mamma, viene solo a farci un saluto…

GERMANA                              Certo nun cià propio a senzibbilità, ma come, sete  appena tornati dar viaggio de nozze

GIOVANNI                   Lui non ha  sensibilità eh?

Entrano  Nico e Elio

NICO                           Qua fateve abbraccià.

ELIO                            L’ho incontrato pe e scale.

SAVERIA                      Je potevi dì d’annassene…

ELIO                            Perché?

NICO                                       Ah ve sete proprio sistemati bene, bravi. Mbeh che ce raccontate der viaggio de nozze?

SUSANNA                    Ah, siamo stati proprio bene, il mare era limpido, la spiaggia finissima.

GERMANA                  Mai come a spiaggia de Ladispoli.

GIOVANNI                   Ma se a Ladispoli  è nera.

GERMANA                  Mbeh, Susanna ha detto che era fina, no che era bianca.

ELIO                            ‘Nzomma com’era sta sabbia?

NICO                           Sarà stata come quella de n’amico mio, ricco sfonnato, che se l’è fatta portà dar Mar Rosso e se l’è messa intorno alla piscina. Così je pare de sta a Sharm el Sheik

SAVERIA                      De che?

NICO                                       Sharm el Sheik, er paradiso d’Egitto. Na vorta solo i ricchi soo potevano permette, ma mo’ ce vanno porci e cani.

GERMANA                  Ma scusate voi ‘ndo sete annati?

SUSANNA                    Alle Maldive.

NICO                           E beh, certo è un ber posto. So anni che vanno de moda, ce so stati tutti, tutto ce so stati.

GERMANA                   Ah io nun ce so stata. A me sti posti sotici mica me piaciono.

SAVERIA                      Tu nun sei stata da nessuna parte, artro che e Maldive

Che voi capì de sti posti.

ELIO                            E manco noi ce capimo gnente. Ndo sta sto posto eh?

NICO                           In culo alla luna!

7  Falso allarme

SUSANNA                    Allora Giovanni ha voluto prenotare  una crociera in Grecia

GERMANA                  Ma i sordi ce l’avete? Co tutte ste spese, pure a vacanza, noo so’ io.

SAVERIA                                  Quanto la fai lunga. Se l’hanno prenotata vor dì che possono no?

GERMANA                  Sarà, ma mo che ve sete sposati, dovete mette i sordi da parte!

SUSANNA                    Non ci costerà molto, è un’offerta.

GERMANA                  Ma se nun fate artro che spenne. E luci a ledde, a coperta elettrica, aaspiraporvere co l’acqua. Er televisore ar plasmon. Ah, pure la scopa elettrica…Che poi ‘nse faceva tanto mejo co ‘na scopa semplice                       no? Co tutto quer rumore, io nee posso sentì .

SUSANNA                    Il nostro è l’ultimo modello, silenziosissima.

GERMANA                  Appunto, chissà quanto sarà costata!  E quanno v’ariva ‘nregazzino eh?

SUSANNA                    Beh, a questo ancora non ci abbiamo pensato, io mi devo prima laureare.

SAVERIA                      E certo so’ giovani,  che è sta prescia?

GERMANA                  L’anni passeno e te ritrovi vecchia senza che te n’accorgi e poi i fiji se devono fa da giovani.           

SUSANNA                                Per adesso non saprei come fare con un bambino, con la laurea e tutto.

GERMANA                  E io che ce sto a fa?

SAVERIA                      Noi che ce stamo a fa!

SUSANNA                    Ci penseremo.

GERMANA                  ‘Mbe’ ‘nce penzate troppo che poi va a fini che nun v’ ariveno. A sorella de Giggi ha voluto aspettà prima a casa nova, poi         doveva cambià er lavoro, poi questo e quello e quando s’è decisa non je veniveno. Aho ha dovuto fa l’innesto…l’inezione, come se chiama..

SUSANNA                    L’inseminazione artificiale.

SAVERIA                      Nun zia mai aho!

GERMANA                  Ciai voja te de fatte seminà? E poi bisogna vedè se Giovanni è d’accordo, no?

SAVERIA                                  Me sembra un po’ prestino dico, già stai a penzà se nun je vengono.

GERMANA                  E poi er prete che dice?

SUSANNA                    Che c’entra?

GERMANA                  O sapete che la chiesa nun è d’accordo a stacce attenti!

SAVERIA                      Che dici? Che te vieè ‘nmente.

SUSANNA                    Eh sì così ne facciamo 10 di figli. Ma lasciateci  in pace. (esce)

GERMANA                  Uh.

SAVERIA                      Uh che?

GERMANA                  E’ troppo nervosa, nun sarà che nun riesce a restà ‘ncinta?

SAVERIA                                  Che stai a inzinuà, guarda che nella nostra famija tutti cianno avuto i fiji.

GERMANA                  Che vor dì? Può esse che tu fija non po’…

SAVERIA                                  Come non pò, t’ho detto che… E poi nun so affaracci tua.

GERMANA                  Mio fijo cià diritto d’ avè un regazzino.

SAVERIA                      E chi glielo nega?

GERMANA                  Susanna, evidentemente…

SAVERIA                      Piantala, nun te vojo sta a senti.

GERMANA                  Ahhh, mo t’è venuto er dubbio eh?

SAVERIA                      Ma quale dubbio? None, datte ‘na carmata.

Entra Elio.

SAVERIA                                  Elio dijelo te che cianno tempo pe’ fa’ nasce ‘n regazzino no?

ELIO                                        Aspettano un bambino? Lo sapevo io, ‘ndo sta   Susanna? A Susà, Susà….!

SUSANNA                    (entrando) Chè successo?

ELIO                            E bravi, bravi, ma come, nun volevate aspettà?

SUSANNA                    No, è meglio adesso perché poi Giovanni col lavoro…

ELIO                            Viè qui, fatte abbraccià!

GERMANA                  E mejo che te carmi, nun hai capito!

SAVERIA                      Elio , lascia perde te stai a sbajà

ELIO                                        ( A Giovanni che entra in quel momento) Viè qui, e   bbravo, daje, fatte dà ‘nbacio. Mejo prima che poi! Bravo, bravi. Nun ve preoccupate de gnente che ce stamo noi.

GIOVANNI                   Di che parlate?

SUSANNA                                Ho detto che era meglio partire subito per le vacanze e  allora…

ELIO                                        Che vacanze?! Mo’ dovete sta tranquilli. Te devi sta tranquilla…

SAVERIA                      Elio, sta ‘npo’ zitto. Nun è quello che penzi.

ELIO                            Ma io nun penzo gnente, maschio o femmina me va  bene tutto! Capirai, nun me fregava gnente quanno sei nata te, figurate adesso!

SUSANNA                    Papà credo che…calmati . Noi…

ELIO                                        E al nome ciavete già penzato? A Giovà, se je voi mette er nome de tu padre io nun m’offenno mica.

GIOVANNI                   Ah, bene. Poi ci penseremo, ma adesso…

ELIO                                        Certo, ce so’ tanti mesi pe’ pensacce…magari se è femmina  a potresti   chiamà Felicita, come nonnetta tua.

GERMANA                   Felicita?

SAVERIA                                  Gnent’affatto, è n‘nome che nun mè mai piaciuto. E meno male che a tu fija javemo messo un nome moderno.

GERMANA                  Macché moderno, è vecchio come er cucco, pure su a Bibbia se parla    de ‘na certa Susanna! Me l’ha detto er prete quanno ho tenuto a          battezzo a fija de mi cognata. Esterina come nonna tua a devi chiamà.

SAVERIA                                  Esterina? No guardate, dovete passa’ sur mio cadavere…

SUSANNA                    E pure sul mio!

GIOVANNI                   Come sarebbe pure sul tuo, mia nonna era una santa!

SUSANNA                                Sarà stata pure una santa, io non lo metto in dubbio, ma la vorresti veramente chiamare Esterina?

GIOVANNI                   E’ un nome come un altro, io ero molto affezionato a mia nonna.

GERMANA                  Mica perché era mi madre, ma era proprio una gran donna! Solo a sopportà mi padre…

SAVERIA                      E così Susanna è vecchio, ‘nvece Esterina è un nome

                                   chè scito adesso eh?

ELIO                            Che ve ‘mporta der nome, abbasta che sta bene…

SUSANNA                    Certo certo, basta che stia bene.

GIOVANNI                   Ma perché amore  è vero che…

SUSANNA                    Ma no…dijelo per favore!

GIOVANNI                   No, scusate un momento, qui c’è uno sbaglio.

ELIO                            Eh, allora è maschio! O dicevo io che …

SUSANNA                    Papà, io non sono incinta!

ELIO                            Noo?

SAVERIA                      Mo’ l’hai capita?

GERMANA                  Certo pure a me me sarebbe piaciuto.

ELIO                                        Un falso allarme eh?  Quanto me dispiace, quanto. Già ciavevo fatto a    bocca! Nun ve preoccupate, sete giovani nun ve fate er sangue amaro, vedrete che fra’npo’…Pure tu madre mica è rimasta subbito                      incinta sa?

SAVERIA                                  Che stai a dì? Se Susanna è nata un anno dopo er matrimogno!

GERMANA                  Giovanni invece è nato 9 mesi e una settimana dopo che             me so’ sposata, no dico, 9 mesi e ‘na settimana! Questi so’ già otto mesi e nun trovano l’aria. A Giovà ma nun è mejo se a fai controllà da quarcuno?

SUSANNA                    Ancora?

GIOVANNI                   Mamma per favore. Noi vogliamo aspettare un po’. Mettetevi     l’anima in  pace!

SUSANNA                                E state tranquilli che appena rimango incinta vi avverto.

GERMANA                  Ah, allora ce state a provà?

SUSANNA E GIOVANNI Nooo.

Squilla il telefono

GIOVANNI                   Pronto, no,no… Fabbozzi non abita più qui, ormai è quasi un anno.

NICO                           (da fuori) Giovà, ce sei? Faccio un salto.

SUSANNA                    (alla finestra) Nico scendiamo noi.

GIOVANNI                   Ma scusi non capisco, cosa vuole? Un pacco qui? No guardi si sbaglia. Qui dei Fabbozzi non è rimasto più niente!

ELIO                            Aho ma ‘ntignano eh?

SAVERIA                      Dovevamo fa cambià er numero.

GERMANA                  Sì era mejo. Questi co sti bozzi cianno proprio scocciato.

SUSANNA                    Allora noi scendiamo a fare una passeggiata.(escono)

GERMANA                  Nessuno me toje dalla testa che lei nun rimane incinta.

SAVERA                       Aridanghete!

8   La telefonata

GERMANA                  Perché ricordete, i fiji bisogna falli quanno sei giovane, che ciai la forza pe cresceli. Nun bisogna aspettà tanto. Dio vede e se storce. Se poi li vai a cercà e nun t’ ariveno.

SUSANNA                    Germana per favore non ricominciare. Non ho intenzione di aspettare in eterno, ma fammi laureare prima no?

GERMANA                  E quanto te ce vole, a quest’ora de laure io ne pijavo due.

SUSANNA                    Non ci manca molto, qualche esame…

GERMANA                  E poi te dovrai trovà lavoro…

SUSANNA                    Allora per te perderei solo tempo no?

GERMANA                  Certo che stai a perde tempo, poi diventi vecchia!

SUSANNA                    Uhhhh

Squilla il telefono

SUSANNA                    Mamma e papà li ho sentiti, Giovanni sta per tornare…Bo..

GERMANA                  So’ quelli che cercano Fabbozzi!

Susanna va al telefono, ascolta poi comincia  a tremare, passa il telefono a Germana ed esce di corsa.

GERMANA                  Susanna? Che è successo? (al telefono) Sì, che c’è? Mia nuora è…cosa? Un incidente sul raccordo? No…ci deve essere uno sbaglio, mio figlio …si Giovanni è andato…No ve sbajate ve dico. E’ uno che cià o stesso nome. Avete preso ‘ngranchio…, anzi a quest’ora starà pe arivà …Io…Che? Una panda azura? Sì ma… Da do chiamate? Dar  S.Giovanni,? A carta d’identità? No ve dico de no, no, ve sbajate, nooo (lascia andare la cornetta e sviene)

9   Dopo il funerale

SAVERIA                      Hai da  passà pure alla banca a ritirà tutto.

SUSANNA                                Tanto non c’era molto, la macchina l’avevamo appena comprata, devo ancora pagare  le rate.

SAVERIA                      Pure co’ l’incidente?

SUSANNA                    Sì, a loro non importa.

SAVERIA                                  C’era comunque l’assicurazione no? E poi a colpa era di quell’altro. Quer  disgraito, ubbriaco pazzo.

SUSANNA                    Mamma per favore... Mii vado a stendere un po’.

SAVERIA                                  Sì figlia mia, vai. Statti calma, riposete.

Suonano alla porta, Saveria va ad aprire.

GERMANA                  (entrando, è in lutto)        Ciao Savè. Susanna ndo’ sta?

SAVERIA                      Sta di là, sul letto.  Come te va?

GERMANA                  Tu che te penzi!

SAVERIA                      Che voi fa’!?

GERMANA                  E che vojo fa’? Gnente. Non vojo fa’ gnente. Er padreterno cià penzato lui. Tutto penzato. Che penzi a ffa’?    Che t’affanni a ffa’? Co’ na botta via. Nu je bastava d’essese caricato a Nino mio. Me doveva punì pure mo’. Che javevo fatto poi. Che javeva fatto Giovanni? Così ggiovane? N’era mejo che pijava a mme? Co’ certi delinquenti  sani e libberi. Co’ quer delinquente assassino. Giovanni mio che javeva fatto eh? Er padreterno nun ciaveva gnente da penzà quer giorno?

SAVERIA                                  Nun bestemmià daje, che so’ sti discorsi. E’ capitato, me dispiace, ma co chi ta voi pija?

GERMANA                  Cor padreterno…

Suonano, Saveria va ad aprire.

NICO                           Posso entrà?

SAVERIA                      Oh, entra entra…

GERMANA                  Mbè che vvoi? Che sei venuto a fa’?

NICO                           Scusate, ve volevo saluta’.

GERMANA                  Se semo visti ar funerale no?

NICO                           C’era tanta gente, ve volevo di’ du’ parole .

SAVERIA                                  Grazie, grazie. Però forze nun è il momento giusto.(indicando Germana)

GERMANA                  Perché penzi che ce sarà mai er momento ggiusto? Dì quello che devi    dì, forza.

NICO                                       Io a Giovanni je volevo bene. Era più di un fratello. Non sapete  che amico che era. (si siede non invitato) Mi ricordo quella volta che stavamo al mare e avevamo puntato a due. Però una era meglio dell’altra e lui? Non me lasciò quella mejo?

SAVERIA                      Ah sì?!

NICO                                       N’artra vorta m’ero fatto fregà da un delinquente. Avevo fatto ‘na          scommessa. Allora non ciavevo i soldi per paga’. Il giorno stabilito vengono due all’appuntamento, ciavevano ‘naria truce. E Giovanni   dice:- Vatti a nascondere dietro quella macchina. E io vado. E loro a Giovanni:- Sei tu Nico? E Giovanni:- Che volete? -I sordi. E lui- Nico non vi paga, io sono avvocato. Vi beccate una denuncia per ricatto e violenza. -Ah si? Dicono quelli. E se mettono a corcarlo di botte. Che amico, proprio n’ amico vero!

GERMANA                  E me lo dici pure? Sto disgraziato. Ecco perché quer giorno è tornato pieno di graffi e lividi, ciaveva ‘n occhio nero…Giovanni me disse che era cascato dal motorino. E tutto per corpa tua. Brutto delinquente, levati de torno, sparisci.

NICO                                       Signora mia, era un grande amico. Un’altra volta avevo messo incinta una. Il padre s’era messo in mezzo, ma io non me volevo sposa’. Allora lui …

SUSANNA                    (entrando) Oh, Nico ciao.

GERMANA                  Susanna, Nico mo’ se ne va subito. Ce voleva salutà.

NICO                                       Susanna me dispiace. Pure per me è stata una grande perdita.

GERMANA                  Sì come alle scommesse...

SUSANNA                    Grazie Nico.

NICO                                       Oh, per qualsiasi cosa, me raccomando. Tienimi presente. Non ti fare scrupolo…

GERMANA                  Susanna nun cià bisogno de gnente.

SAVERIA                      Ce stamo noi.

SUSANNA                    Grazie, lo terrò presente. T’accompagno …(esce)

GERMANA                  O dicevo io che quello era un delinquente…

SAVERIA                      Però se vede che era proprio amico di Giovanni.

GERMANA                  Mbeh se conoscevano da regazzini. A madre era ‘na compagna mia de scola. Ma ‘na cretina…E’ sempre stata gelosa de me e poi de mi marito e poi de Giovanni. Tutto quello che facevo io o faceva lei. T’è mai capitato? Quelle che se sentono male si non se vestono come te o non parlano come te..’Na sottosviluppata. Certo, mo’ ha finito de copiamme. Vedova e orfana de fijo. Se dice così una che je morto er fijo? (piange)

10   la foto

GERMANA                  Susanna sei pronta?

SUSANNA                    Sì ecco arrivo…Non trovavo le scarpe.

GERMANA                  Che colore ‘sto vestito…

SUSANNA                                Ti piace eh? Pensa non me lo sono mai messo, l’avevo comprato con Giovanni..

GERMANA                  E’ un po’ sgargiante, me sembra…boh.

SUSANNA                    Dici? Se vuoi mi cambio.

GERMANA                  Penso che per  cimitero forse…

SUSANNA                    Hai ragione, scusa…non è il caso. Mi cambio subito.

GERMANA                  Senti, poi domani m’accompagni da quelli delle pompe? Vojo vedè quanno se sbrigheno a incide er nome e a mette a foto.

SUSANNA                    Ma che foto hai scelto?

GERMANA                  Ecco, questa. N’é bella?

SUSANNA                    Sì, è bella, ma … pare quella della Prima Comunione. E’ troppo giovane..

GERMANA                  E mica era vecchio. E’ morto giovane, povero fijo mio.

SUSANNA                    Io volevo mettere questa…

GERMANA                  Ma qui ride troppo, tiè nun sta bene…

SUSANNA                    Non ride. È sorridente…così me lo ricordo.

GERMANA                  No. Ce vole una foto seria, lui tutto compreso. Che te credi che quanno se presenta ar padreterno, se fa ‘na risata eh? Deve faje vedè che è uno serio, responzabile. Senno che penzano lassù ?

ELIO                            (da sotto) Oh allora? Scennete che ciò a machina in doppia fila…

SUSANNA                    (affacciandosi) Eccoci, stiamo scegliendo la foto per la lapide!

ELIO                            Mettece quella che stava a giocà a calcetto!

11  La laurea

ELIO                                        (alla finestra) Aho, a Germà quanto ce metti, daje che Susanna ha già    tirato fori a lasagna…

GERMANA                  Arivo

SUSANNA                                Papà intanto mettiti a sedere e apri la bottiglia.(va in cucina)

GERMANA                  Permesso. Buona domenica! Ho portato due paste…

ELIO                            Non te dovevi disturbare…

GERMANA                  Che è tutta ‘sta baldoria?

ELIO                                        Ma quale baldoria a Germà, stamo solo un po’ nzieme come ‘na             famija.

GERMANA                  Io nun ce l’ho più a famija.

SAVERIA                                  (entrando dalla cucina) Oh, buongiorno, bona domenica.

ELIO                            Savè dijelo a Germana che semo noi  la sua famija.

SAVERIA                                  Ma certo Germà. Tu sei come la sorella che nun ciò mai avuta. Daje, levate quer muso. Oggi è domenica.

GERMANA                  Sai quanto me ne frega. ‘Ndo stà Susanna?

SAVERIA                      Sta de là in cucina. Ha fatto la lasagna.

GERMANA                  Che se deve festeggià?

ELIO                                        E’ la prima volta che Susanna saa sente de invitacce a pranzo.

SAVERIA                      Pare che mo dà l’urtimo esame e se laura.

GERMANA                  Ah, c’è riuscita? Com’ha fatto? Si nun era pe’ Giovanni, manco riusciva a dà ‘n esame.

ELIO                                        Mo’ speramo che finisce così se po’ trovà lavoro. Nun po’ sempre anna avanti grazzie a mamma e papà

GERMANA                  Però grazzie a mi fijo sì eh? Lui a doveva mantenè e voi, che è vostra fija no.

SAVERIA                                  Senti Germa’, o  so che sei addolorata, ma Susanna che c’entra? Semo contenti che nun s’è persa pe’ strada. Noi semo vecchi, sa da campà da sola. Un lavoro bisogna che soo trova e visto che so tutti lauriati, doveva lauriasse pure lei. C’è troppa competenza.

ELIO                                        Concorrenza, Savè, concorrenza. Vedi Germà, d’artronde è quello che già penzava de fa. Too ricordi er discorso: prima la lauria poi er regazzino?

GERMANA                  Ma mo’ è cambiato tutto…

SUSANNA                                Ecco qua. Seduti. Ciao Germana, dammi un bacio. Bene. Hai aperto il vino papà? Vi volevo dire che ho la data della discussione della tesi. Il 30 marzo. Finalmente ci sono riuscita.

GERMANA                  ‘Nte mancava n’esame?

SUSANNA                    Lo do quest’altra settimana.

ELIO                                        Brava, brava…come so’ contento…brindamo brindamo.

SAVERIA                                  Ah, che bella notizia. Aguri, aguri. Germana, nun brindi?

GERMANA                  Per voi è come se non fosse successo gnente?

SUSANNA                                Giovanni sarebbe stato il più contento di tutti. Io me lo immagino con la bottiglia di spumante che tenta di far  schizzare il tappo altissimo. Dai, sii felice per me per favore.

GERMANA                  Va bene…auguri Susanna. Poi dopo andiamo al cimitero?

SAVERIA                      Sì, ci venimo tutti, dai.

GERMANA                  Mica è ‘na scampagnata, aho!

SUSANNA                                Germana, è un modo per sentirlo ancora vicino. Se ci andiamo tutti , è come averlo ancora qui     

Bussano

ELIO                            Chi sarà?

SAVERIA                      Aspetti qualcuno?

SUSANNA                     No…Vedo chi è.

NICO                           Ciao Susà. So’ passato a salutatte…

SUSANNA                    Ah, ciao Nico…grazie.

NICO                           Posso entrà?

SAVERIA                      Ah Nico, mbeh stamo pe magnà…

NICO                           Oh scusateme, levo er disturbo.

ELIO                                        No, che disturbo, entra. Un piatto de pasta c’e pure pe   te…

NICO                           No grazie, nun vorei esse de troppo.

GERMANA                  Ah ce sei de troppo, tu madre nun cucina?

NICO                                       Mamma ve saluta a tutti, ma oggi sta a letto co’ la solita emicragna.

SUSANNA                    Vabbè siedi, dai che se fredda.

NICO                           Se inzistete!

GERMANA                  Se uno se presenta all’ora de pranzo co’ sta faccia tosta…

SUSANNA                    Tieni.

NICO                           Quanto sei brava Susà.

SUSANNA                    Grazie, ma non è vero.

SAVERIA                      Sì che è vero. Susanna è bravissima a cucinà.

ELIO                                        ( a Saveria) Te ricordi quando sei dovuta annà da tu madre che stava male? Aho lei me preparava certi pranzi…

SUSANNA                    Mbeh, mo non esagerate….su cominciate.

GERMANA                  (acida)E assaggiamo sta specialità…

Stessa scena, dopo pranzo

NICO                                       E così jo detto, ciò ‘n amico vero, che è capace de fasse ammazzà pe me, e così lui ha detto” davero? Fammoo conosce, così ne riduco due come ‘npedalino…

SAVERIA                                  Mamma mia, ma sete annati daa polizia, l’avete denunciato?

NICO                                       Signora mia, nun ce stato bisogno. Quanno Giovanni s’è presentato, aveva la faccia tutta impecettata perché s’era appena operato ar naso per quaa caduta. Ciaveva du occhi de fori, pareva er demonio. Allora quello l’ha guardato e ha detto:- Mbeh, pe’ adesso lasciamo perde, ma state in campana!- E se n’è ito.

SUSANNA                                Mi piace quando mi racconti le cose di Giovanni, mi sembra ancora di averlo vicino.

GERMANA                  Mbe’ si te basta così poco pe conzolatte, viè da me che ce n’ho de cose da raccontatte. Me ricordo che ciaveva appena 6 mesi…

Nico e Susanna rimangono soli.

NICO                                       Jel’ho promesso a Giovanni. Ancora nun me capacito de come j’è venuto  ‘n mente dico io? Prima de sposatte, m’ha detto        che si je succedeva quarcosa, io te dovevo sta’ vicino.

SUSANNA                    Mi fai venire i brividi. Davvero? Sembra una storia d’altri tempi…

NICO                           ‘Nfatti . Io je dico” a Giovà, fatte ‘na grattata, che stai a dì? Pare che ‘nvece de convolà, stai a parti paa guera!

SUSANNA                    E lui?

NICO                           ‘Giuramelo’.E io, pe fallo sta tranquillo, ho giurato! Ma Susà, nun c’era bisogno che giuravo. Giovanni è stato er mejo amico mio, l’unico. Te sarei stato comunque vicino.

SUSANNA                    Grazie, sei proprio un amico. (si abbracciano)

Squilla il telefono

NICO                           Chi?  Ma chi state a cercà? Abbozzi? Guarda che io nun abbozzo mai, come te sarta ‘nmente. Abbozza tu che sei  ‘nvijacco!

Susanna gli fa cenno di attaccare.

NICO                           Aho, certa ggente a doveresti accoppà solo per fatto d’esiste!

12  Aria nuova

ELIO                           A Savè, che ne penzi?

SAVERIA                     Speramo bbene. Io so contenta.

ELIO                            E pure io, però penzo a  Germana…

SAVERIA                                  Devi penzà a Susanna. Le cose so’ andate così, che volemo fa’. Mica è corpa nostra. Però mo’ dovemo penzà a nostra fija.

ELIO                                        Non dico che tu non ciai raggione. Però me dispiace pe Germana.

SAVERIA                      Germana dovrà abbozzà.

Da sotto

GERMANA                  Aho, me volete aprì er portone? So du’ ore che sono.

ELIO                            Non funziona er citofono, daje sali.

SAVERIA                      Io me ne vado. Nun vojo affrontalla pe mo.

GERMANA                  Bongiorno

SAVERIA                                 Ciao Germà. Susanna se sta a lavà i capelli e mo’ viene. Io devo annà a ritirà li panni prima che piove…(esce)

GERMANA                  A me me pare che c’è n sole che spacca le pietre…

ELIO                            Anche io ciavrei da fa’.

GERMANA                  E com’è? Scappate tutti? Ve faccio paura?

ELIO                            No, me dispiace Germà, ma sai com’è, devo annà alla posta a ritirà un pacco …ce vedemo dopo.

GERMANA                  Vai va, cori. Tanto è co’ Susanna che devo parlà. Ciao.

Esce

GERMANA                  A Susà! Susanna!

SUSANNA                    (entrando con un asciugamano in testa) Oh ciao. Non t’avevo sentito bussare.

GERMANA                  Pare che er citofono non funziona.

SUSANNA                    Vuoi un caffè?

GERMANA                  No, già so troppo nervosa!

SUSANNA                    Nervosa perché?

GERMANA                  Ce lo sai er perché. Sei cambiata. Nun voi più uscì co’ me. Cerchi de inventatte mille impegni. Nun sei venuta più ar cimitero. Te vesti come ‘na regazzina…esci, entri…Giovanni te lo sei proprio dimenticato eh?

SUSANNA                    Germana io…no che non dimentico. Sai, qualche volta  sogno che quella telefonata in realtà non ci sia  mai stata e allora penso che è stato solo un incubo e vedo Giovanni rientrare da quella porta! E gli dico” sai che ho sognato? Che avevi avuto un incidente!” E lui mi abbraccia e dice” Eh che brutto sogno! Ma sai, dicono che sognare la morte di qualcuno in realtà è di buon augurio, s’allunga la vita”. E allora ridiamo, ridiamo e poi mi sveglio felice, ho gli occhi pieni di lacrime di gioia. Ma basta un attimo, pochi secondi e mi rendo conto che è tutto vero! E allora sento come una morsa che mi stringe il petto e non ho voglia di alzarmi.

GERMANA                  A chi o dici! Io passerei le giornate intere a letto.

SUSANNA                                Però io sono viva, Germana, viva. Non posso chiudermi     dentro una tomba a  26 anni.

GERMANA                  Io non te sto a chiede questo. Vivi, ma non too dimenticà. Sei un’egoista. ‘Na vorta se restava per sempre fedeli alla memoria, come mi zia che è rimasta fedele ar fidanzato morto in guera, anche se non erano sposati!

SUSANNA                    Erano altri tempi!

GERMANA                  E no, er dolore non cambia mai! Sì, parlo de 60 anni fa, ma se voi bene a ‘na perzona, er dolore ce l’hai sempre, nun te passa mai.

SUSANNA                    Il dolore non passa è vero, ma io  cerco  di non farmi distruggere. All’inizio pensavo anche di buttarmi di sotto per non sentire lo strazio.

GERMANA                  Ora invece te sei conzolata. Che te credi che non cioo so che te sei messa  co’ Nico, quer delinquente!

SUSANNA                    Non è un delinquente. E’ buono e mi sta aiutando a superare l’inferno.

GERMANA                  E sì, aiuta a te p’aiutasse a lui. Quello era ‘npezzo che t’aveva messo l’occhi addosso.

SUSANNA                    Non sto co’ Nico! Ora basta sei troppo sconvolta. Ti prego di lasciarmi sola.

GERMANA                  Subbito, me ne vado subbito. Levo er disturbo, ma ricordate che drento sta casa ‘na vorta ciabbitava mi fijo!

Si sente il campanello

GERMANA                  Ah, aspetti er ganzo e brava…

NICO                           Oh signora Germana, che piacere rivedevve, ve trovo bbene.

GERMANA                  Nun me trovate pe gnente affatto, io nun ce sto. (esce)

NICO                           Ammazza si nun era incazzata!

SUSANNA                    Dice che mi sono scordata Giovanni.

NICO                                       E certo che voi fa’, lei è a madre. Nun cià artri fiji a devi capì. Io vorei staje più vicino, ma lei nun moo permette.

SUSANNA                                Lei ti vede come il fumo negli occhi e mi sta appiccicata addosso, abbarbicata, non mi fa respirare.  

NICO                           A Susà, prima o poi joo dovrai di’.

13   La discussione

SAVERIA                                 A Germà non me poi accusà de gnente. Io volevo bene a Giovanni come se fosse mi fijo.

GERMANA                  Ma se parlavi der fijo daa farmacista…

SAVERIA                                  Stavo a scherzà. Penza se Susanna fosse stata tu fija. Te sarebbe piaciuto vederla sempre sola ammorcionita, chiusa drento come ‘na monaca,  pe ‘na vita sana, perché è rimasta vedova? Nun cià 60 anni. O capisci?

GERMANA                  Capisco solo che sete un mucchio d’egoisti.

ELIO                            (entrando) Oh Germà ciao, come stai?

GERMANA                  Male sto male. So ‘ rimasta sola, sola come un cane.

ELIO                             Nun è vero, che stai a  di’.  T’ invitamo sempre. Stai co noi pure a Natale, alle feste. Pe’ na pizza…nun è vero che stai sola….

GERMANA                  La famija mia, nun ce sta più. Mo pure Susanna se n’è ita.

SAVERIA                      (arrabbiata) Susanna nun è fija tua. Te ce sei buttata addosso dopo ch’è morto Giovanni. Te capisco sa, non è  che ‘nte capisco: te sembra che sta’ vicino a lei è come sta vicino a tu fijo.

GERMANA                  Però je do fastidio!

ELIO                            Susanna te vole bbene  Germà.

GERMANA                  Sembrava che vicino a me se conzolasse pure lei! ‘Nvece mo’…

SAVERIA                      Dacce ‘ntajo!

GERMANA                  Me voi caccià pure te come ha fatto lei?

SAVERIA                      Sì, te caccio perché ce stai ammorbà.

GERMANA                  Certo che v’ammorbo, perché er padreterno m’ha ammazzato marito e fijo e tu ce l’hai tutti qui vicino a te, vivi e veggeti.

ELIO                            Aho, ma che ce stai a portà jella?

SAVERIA                      Datte pace. So passati tre anni.

GERMANA                  E che vor dì? Che er dolore ciaà scadenza come a robba da magnà?

SAVERIA                      Mo’ basta!

Squilla il telefono, questa volta risponde Germana.

GERMANA                  Ma chi sò sti Fabbozzi? Ancora nun avete capito che questa è casa Persichetti?

Elio e Saveria si guardano

14   Un nuovo inizio

Saveria entra in casa piena di pacchi di pannolini.

SAVERIA                      Ecco qua. Ar supermercato stavano a fa’ l’offerte sui pannolini.

SUSANNA                    Ma hai preso quelli per i 18 i mesi!

SAVERIA                      Mbeh! Tanto dovrà cresce no?

SUSANNA                    Ho capito, ma è appena nato. Mi servivano quelli della                                                                 prima misura!

SAVERIA                      Vabbeh, chiama tu marito che te li pija  lui.

SUSANNA                    Sì, prendi il bambino che lo chiamo.                        \

ELIO                                        Bello de nonno bello! (lo strapazza)

SAVERIA                      Piano, piano, mica è ‘npupazzo!

ELIO                            Ancora me dovete da spiegà perché l’avete chiamato Furvio.

SUSANNA                    Fulvio, papà, Fulvio. E’ un bel nome no?

SAVERIA                      Certo che è un bel nome.

ELIO                                        Manco pe gnente! (a Saveria sottovoce) Perché se doveva chiamà Furvio, non  potevano chiamallo Elio?

SAVERIA                      Ma che mportanza cià? E’ sano e sta bene. Pe me se poteva chiamà pure Asdrubale…

ELIO                            E sì, Calogero. Ma daje va, che de nomi ce ne stavano mille. Furvio no o so perché, ma me fa penzà alla Lancia Furvia. Taaa ricordi? Che machina quella eh?

Suonano, Susanna va ad aprire.

NICO                           Sarve a tutti.(entrando) Aho, allora avete visto che cecio che me so trovato?

SAVERIA                      E mo chi sarebbe?

NICO                           Come chi sarebbe, er pupo. Er più ber cecio der bigoncio…

ELIO                            Ma questo qui chi ce l’ha portato eh?

SUSANNA                    Deve prendere il latte…

NICO                           E certo che deve pija er latte er cecio mio.

SAVERIA                      Perché non lo chiami Fulvio?

NICO                           E’ troppo da vecchio!

ELIO                            Sei tu che jel’hai voluto dà. E er nome de tu padre no?

NICO                           Appunto, mi padre era vecchio!

ELIO                            Ma guarda te. Allora je potevi dà quarsiasi artro nome che tanto poi nun cioo chiamavi!

NICO                           E che centra? Er nome de famija è er nome de famijia. Quello ufficiale, poi se a casa uno o chiama cecio…

ELIO                            Ce famo la pasta.

SAVERIA                      Ma er pupo mica fa parte daa famija tua.

NICO                           L’ho tenuto a battezzo, so’ er padrino, è come se fosse de famija.

SAVERIA                      Ma se te sposi, tu fijo come o chiami?

NICO                           Boh! Ma chi se vo sposà? Amasse sempre, sposasse mai! Anzi stasera ve volevo presentà una nova.

ELIO                            Samantha già ce l’hai fatta vede.

NICO                           Seee, Samantha è robba vecchia. Ho detto una nova!

Bussano

SAVERIA                      Aspettate qualcuno?

NICO                           Sergio nun cià e chiavi?

SAVERIA                      No, me pare strano!

ELIO                            Vabbe, apri o no? Datte da fa’.

NICO                           Vado.

ELIO                            Ma perché Susanna jà permesso de fallo chiamà Furvio?

SAVERIA                      O sai che Nico l’ha aiutata  dopo ch’è morto Giovanni,  sempre presente, ‘namico propio, …. è stato un modo pe ringraziallo.

ELIO                            Sì , ma “cecio”…

NICO                           Oh signora, che bella visita entri, entri…

E’ Germana

GERMANA                  Ma tu stai sempre qui!

NICO                           Eh sì, so affezzionato!

GERMANA                  (entrando) Bonasera.

SAVERIA                      (imbarazzata) Oh, Germana. Vieni vieni. Quanto tempo.

Il clima è gelido

ELIO                            Come stai?

GERMANA                  Così. Ve trovo bene. E Susanna?

SAVERIA                      Sta allattà, mo’ ariva

GERMANA                  Tutto a posto eh? N’è cambiato gnente…

SAVERIA                      E che doveva cambià, nc’era bisogno. Viè mettete a sede.

GERMANA                  Grazie. Ve trovo bene…

ELIO                            Si l’hai già detto. Pure te. Come te la passi?

GERMANA                  E come me la passo? Un giorno ar camposanto, uno  ‘n chiesa, n’artro a sistemà le cose de Giovanni. O sapete che c’è quarche morammazzato che viè a rubbà li fiori sulla tomba de mi fijo? Ancora n’ho sgamato chi è, ma  si ho scopro….

ELIO                            Robba da matti, pure i fiori su e tombe, nun cianno propio a morale, so amorali.

NICO                           Soo fiji de ‘na mignotta…

GERMANA                  Grazzie. A proposito, ciò ‘nparo de pantaloni che forse te potrebbero andà.

NICO                           Certo signora mia, io e Giovanni più o meno potevamo portà a stessa  robba , poi lui ciaveva certi bei majoni…

GERMANA                  Ah, me fa piacere che tii ricordi. Allora magari uno de sti giorni faccio un pacco…

NICO                           Vengo io a casa sua, n’se preoccupi…

GERMANA                  Ce conto.

Entra Susanna col bambino in braccio, è in grandissimo imbarazzo.

SUSANNA                    Oh Germana, che piacere!

GERMANA                  Ciao Susà…

ELIO                            Vado a prende ‘n bicchierino de porto, famo un brindisi eh?

GERMANA                  No, grazie. Me fa acido.

SAVERIA                      E ‘n goccetto che sarà mai! A Susà, damme Furvio e va a prenne quer po’ de ciambellone rimasto.

SUSANNA                    No Furvio, Fulvio!

GERMANA                  Ah, se chiama così? ( a Nico) Come tu padre!

NICO                           Se lo ricorda mi padre? Era ‘na forza della natura.

GERMANA                  Eccome. Dove ‘n arivava lui arivavi te. L’artro giorno jò portato ‘nmazzetto de margherite. Ma ‘nce vai mai a trovallo?

NICO                           Me fa brutto annà ar cimitero.

GERMANA                  Io ce vado volentieri ‘nvece. I morti vanno ricordati.

Tutti si guardano.

NICO                           Io papà moo  ricordo uguale.

GERMANA                  Sarà. Mbeh, mo tolgo er disturbo. E tu marito?

SUSANNA                    E’ andato a comprare i pannolini.

SAVERIA                      E devi vedè come lo sa cambià.

 GERMANA                 Pure Giovanni mio averebbe saputo cambià er fijo!

SAVERIA                      Eee, l’omini oggi sanno fa tutto, mica come sti vecchi rimbambiti.

ELIO                            Dici a me?, No dico , dici a me?

SAVERIA                      Eggià!

ELIO                            Io ciò ‘na dote che l’artri saa sognano!

SAVERIA                      E quale sarebbe?

ELIO                            Quella de statte a sopportà!

SAVERIA                      Tee, e io?

GERMANA                  Ah, vedo sempre che n’è cambiato gnente!

SUSANNA                    Germana, non vuoi vederlo il bambino?

GERMANA                  L’ho visto, è ‘nber pupo, sei fortunata. Tutti sete fortunati…

NICO                           Pure io so’ fortunato, ciò nfijoccio ch’en cecio, er mejo cecio der bigoncio.

Susanna dà una gomitata  a Nico.

SAVERIA                      ‘n te sei fatta più sentì.

GERMANA                  (acida) Er telefono ancora me funziona.

ELIO                            Daje rimettete a sede, parlamo…

GERMANA                  E de che? Io nun ciò argomenti.

Squilla il telefono

SUSANNA                    Sì, si casa Fabbozzi. No mio marito non c’è, torna fra poco. Va bene, arrivederci.

GERMANA                  Hai visto Savè? Semo tornati all’origgini! A chi li volevi fa’ i bozzi?

SAVERIA                      A quelli che stavano sempre a telefonà, mica a loro. Sergio è er nipote der vecchio inquilino.

GERMANA                  E già. Mo tolgo er disturbo. (fa per uscire)

Susanna blocca Germana e le mette in braccio il bambino.

GERMANA                  No, Susà, che fai? Io nun so più abbituata. Tienilo te prima coo faccio cascà. E je faccio venì quarche bozzo, signora Fabbozzi!

Il bambino emette qualche suono, Germana lo guarda e all’improvviso si scioglie, gli sorride e scoppia a piangere.

GERMANA      Penzate che ve po’ dà fastidio se me chiama zia?

                                                            FINE

FIAMMETTA VENEZIANO

Fiammetta.veneziano@fastwebnet.it