Crisi coniugali

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CRISI CONIUGALI

Un atto

Di MICHEL PROVINS

Traduzione di Alex Alexis

PERSONAGGI

GIORGIO

HUGUETTE

Commedia formattata da

 (Una sera, dopo cena-: Giorgio fa delle conside­razioni sulla vita politi­ca, sull'aviazione, sulla guerra al Marocco, sullo scandalo Hanau; Huguette, che casca dal sonno, non risponde che a mo­nosillabi).

Giorgio                            - Vedo che non riesci a tener gli occhi aperti. Hai sonno?

Huguette                         - No, no... Ti stavo a sentire.

Giorgio                            - Allora, che cosa stavo dicendo su Mulai-Hafid ? (silenzio) Non rispondi... Ho capi­to... Tu sei stanca per le lunghe visite nei negozi di mode... Vi trascorri quasi sette ore il giorno! Tutta la casa è piena di pacchi... La si direbbe un bazar...

Huguette                         - Non terrò tutto per me...

Giorgio                            - Lo so, quando una donna va a compe­rare un rocchetto di filo, compera pure per cin­quecento franchi almeno di altre cose... col prete­sto che c'erano delle « occasioni ».

Huguette                         - (offesa, risve­gliandosi) Bisogna be­ne che mi vesta! Non avevo più nulla da met­termi indosso...

Giorgio                            - E allora come si chiamano quei trecen­to chili di vestiti e cap­pelli che, sino a una set­timana fa, abbiamo fatto scarrozzare su tutte le ferrovie dal mare alla montagna, dalla villeg­giatura a Parigi?

Huguette                         - Non vor­rai certamente che in au­tunno io esca con i vestiti d'estate e con il cappel­lino di paglia?!

Giorgio                            - Poveri noi!

Huguette                         - Lo so che t'è indifferente ch'io sia ridicola.

Giorgio                            - Pure, vi met­tete cappelli di paglia a marzo; non sarebbero ridicoli in ottobre...

Huguette                         - A marzo, sono una novità; in ot­tobre, una stonatura. E poi, la moda è la moda. Bisogna seguirla... altri­menti ci si fa la figura di spostate...

Giorgio                            - Spostate …. Perché non disonorate, addirittura?

Huguette                         - Certo! Per una signora per bene, in fondo, è la stessa cosa. Ti immagini forse ch'io mi diverta a girare per i ne­gozi di mode?

Giorgio                            - Certo, ti di­verti! Sei felice in casa della sarta, in estasi in casa della modista...

Huguette                         - (furiosa) Come sei stupido!

Giorgio                            - Grazie!

Huguette                         - No, ma tu sostieni delle cose che fanno irritare. Bisogna pure ch'io vada dalla sarta e dalla modista per vedere quel che si porta.

Giorgio                            - (con un po' di malizia) Quel che si porta... Il contrario dell'anno scorso, naturalmente. E' necessario che i fornitori, ogni tre mesi, possano cambiare le loro pubblicità. I cappelli son divenuti più piccoli?

Huguette                         - Nossignore, più grandi. E di mol­to. Un cappello con due metri di circonfe­renza è troppo piccolo...

Giorgio                            - Bei modelli!

Huguette                         - Certo, molto graziosi,

Giorgio                            - Bisognerà costruire dei capannoni per poter conservare dei cappelli così grandi.

Huguette                         - Come sei spiritose! E' forse colpa mia se la moda è così? E dire che faccio tutto il possibile per spendere poco! Mi son tro­vata un'operaia, che lavora per poco, cucisco, rattoppo insieme a lei... Tutto per rispar­miare... E poi, se anche quest'anno compero qualcosa di più, servirà per l'anno prossimo.

Giorgio                            - La conosco, questa frase! L'hai detta anche l'anno scorso. E allora, si può sapere che cosa hai ordinato?

Huguette                         - L'indispensabile! Un vestito di armure Salomè, uno di crèpe frisson, uno di tricot, uno di satin Messalina, uno di velluto, uno di velvetine, due tailleurs. E in toni ma­gnifici: grigio perla, mauve, granata, cannel­la, bordeaux...

Giorgio                            - Che insalata!

Huguette                         - Ma soprattutto i tre vestiti da vi­sita: color maggiolino, talpa ed elefante...

Giorgio                            - Un serraglio! E, naturalmente, i cap­pelli... intonati...

Huguette                         - No, non più di sei... per comin­ciare... Vedrò più tardi, se ne avrò bisogno... Vedrai, ve n'è uno ch'è una meraviglia!... tutto orlato di cigno...

Giorgio                            - Il cigno, credo, è a buon prezzo...

Huguette                         - No, tu confondi con l'oca...

Giorgio                            - (cambiando tono) L'oca, purtroppo, l'oca son io...

Huguette                         - Perché ?

Giorgio                            - Perché c'è modo e modo per seguire la moda! Si può essere eleganti, senza aver bisogno di fare un'intera collezione di strava­ganze costose...

Huguette                         - Ma tu occupati di quel che ti ri­guarda! M'occupo forse io dei tuoi vestiti?

Giorgio                            - I miei vestiti, in tutto, non mi costa­no più di duemila franchi l'anno...

Huguette                         - (offesa) E io ho cinquecentomila franchi di dote, signore.

Giorgio                            - Ebbene, signora, quella cifra rende appena appena quanto ti occorre per i tuoi abiti. Oltre quello, tu vivi, sei alloggiata, viaggi...

Huguette                         - Bisognava dirlo subito che per voi tutto era solo questione di denaro...

Giorgio                            - Tu cominci a esagerare...

Huguette                         - E' perché tu mi rinfacci persino quel che mangio. Mi hanno ordinato la china perché sono linfatica: ebbene, non la pren­derò più.

Giorgio                            - Risparmiare due soldi il giorno di china... quello è un bel risparmio!

Huguette                         - Vuoi forse obbligarmi ad andar vestita come una portinaia? Ebbene, non uscirò più, non accetterò più inviti, non mi muoverò mai, mai più... Tu andrai dove vorrai, da solo... Sarò Cenerentola! (pian­gendo) Per me sarà lo stesso, tanto la mia vita è ormai finita...

Giorgio                            - Ma la vita non finirà certo perché tu avrai un vestito o un cappello in meno! Io non son certo inesauribile. Ho un bel gua­dagnare; mia il nostro bilancio pericola da ogni lato. Che faresti il giorno in cui si fosse realmente costretti a vivere come dei por­tinai?

Huguette                         - (martire) Non lo sapevo! se sia­mo sull'orlo dell'abisso, sarò coraggiosa.

Giorgio                            - Non siamo sull'orlo dell'abisso ed è inutile fare gli eroi. Basterà essere ragione­voli. Vediamo, mia piccola Huguette, persua­diti che quel che ti dico è nel tuo interesse. Io non voglio che tu, più tardi, .abbia a rim­piangere il tuo attuale benessere.

Huguette                         - (soffregandosi gli occhi, un po' com­mossa) Comprendo...

Giorgio                            - Potremo avere dei figli. Anzi, ne avremo... E allora?

Huguette                         - Certo! Poveri piccoli! Bisognerà pensare a loro...

Giorgio                            - Tu puoi essere ugualmente una si­gnora elegante e rinunciare a metà di quanto hai ordinato...

Huguette                         - (sincera) Certamente; e anche di quanto rimarrà, vedrò ancora di...

Giorgio                            - Non ti chiedo certo di andine agli estremi...

Huguette                         - Sì, sì... M'ero lasciata trascina­re... Per questa volta, però... lasciamo sta­re... Che te ne pare?... Tanto, sarà l'ultima volta... (abbracciandolo con tenerezza) D'al­tronde, non l'hai ancor capito, è per piacere a te che mi faccio elegante...

FINE