Cu avi crapi, avi corna

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”CU AVI CRAPI,AVI CORNA”

“Cu avi crapi avi corna” commedia brillante in tre atti di Pino Giambrone

”CU AVI CRAPI, AVI CORNA”

Commedia brillante in tre atti di

Pino Giambrone

PERSONAGGI:

ØPAOLO CARRETTA

ØANNA SARDELLA, sua moglie

ØROSARIA CARRETTA, loro figlia

ØGESINA CARRETTA, loro figlia

ØMOMMA CARRETTA, sorella di Paolo

ØIACHINA CARRETTA, sorella di Paolo

ØANTONIO GIGLIO, fidanzato di Rosaria

ØPIO PAPA, fidanzato di Momma

ØMARINO ROSA, fidanzato di Iachina

ØCARMELA, cameriera di casa Carretta

ØFRANCO BOLLO, fidanzato di Carmela

Tutti i diritti riservati –Iscrizione alla S.I.A.E.-Direzione generale ROMA Sezione D.O.R. Per la rappresentazione, versione in dialetto, in lingua italiana, straniera e varia utilizzazione di brani e riduzione cinematografica, rivolgersi alla S.I.A.E - Direzione Generale Roma, o all'Autore, via Roma n. 22 – 93010 Campofranco (CL)  tel. 0934/959412.-

“Cu avi crapi avi corna” commedia brillante in tre atti di Pino Giambrone

ATTO PRIMO

Salotto, con comune a destra dello spettatore. Difronte tre porte rispettivamente per tre stanze, una di Momma, una di Iachina e l'altra di Rosaria. A sinistra porta per le altre stanze. Divano, due poltrone sulla sinistra. Difronte una cassapanca. Sulla sinistra cassettiera. Arredi vari, carrello per bar con bottiglie di liquori.telefono, suppelletteli vari, quadri, stereo etc.

SCENA PRIMA

Carmela e Anna

(Suonano alla porta. Carmela va ad aprire)

Carmela          -Viegnu, viegnu. (va ad aprire e ricompare con una busta in mano)

Anna               -(d.d.) Cu è Carmè, ma maritu?

Carmela          -No! Purtaru ‘na littra, la staiu pusannu ccà, ‘ncapu lu tavulinu.(esce a sinistra).

Anna                           -(verso il tavolo, prende la busta e legge) Ah, l'analisi di lu laboratoriu, vidiemmu chi mi risulta: Trigliceridi; azotomia, colesterolo….(emettendo ungrido assordante) Bedda matri, bedda matri. Sugnu 'ncinta? E cuomu po essiri! Ia nun m'haiu misu cu nuddu. E cuomu po ssiri? (rilegge, il foglio). No, nun po essiri! Ma maritu nun fu! Iddu avi trì misi ca manca, quindi iddu nun po essiri. E cu fu allura? (preoccupata incomincia a pensare). Sugnu 'ncinta di un misi.Un misi fa! Nun cridu ca fu dda sira, a la festa di Giuvanni.... sicuramenti fu dda sira. Si...dda sira! Giuvanni mi fici 'mbriacari e ha approfittato del mio corpo. Vigliaccu fu! M'ha vinutu sempri appriessu, e ia ci haiu dittu sempri di no! E chiddu mi fici 'mbriacari, e si n'approfittà di mia. E ora cuomu fazzu? Ma maritu avissi‚ essiri‚ ccà, da un minutu all'antru. Mi diciva ca l'aereo di lu Brasili arrivava ni lu pomeriggiu. Si nun ricuordu mali, iddu partì pi lu Brasili esattamente tri misi fa. E cuomu fazzu ora? Cuomu sbruogliu ssà matassa? (suonano alla porta) Chissu ava essiri ma maritu. (si sitema e va ad aprire, e rientra subito dopo col marito).

SCENA SECONDA

Anna e Paolo

Paolo                          -(d.d.) Amuri mia, quant'avi ca nun ni vidiemmu? (entrano in scena) Quant'avi c'aspiettu ‘stu momentu.

Anna               -Veni ccà, assittati, cuntami, cuntami, c'hai fattu ni ‘sti trì misi ni lu Brasili?

Paolo                          -Il Brasile è stupendo, meraviglioso, eccitante! A proposito! (piglia dal borsone una bottiglietta) Questo è un regalo per noi due!

Anna               -E chi è ’sta bottiglietta?

Paolo               -E ’na sostanza afrodisiaca!

Anna               -Scusami Paulu, si tu vieni di lu brasili, chi c'entra l'Africa?

Paolo                          -E' ‘na sostanza eccitante, afrodisiaca, basta ca tu mitti du gucci di ‘sta sustanza intra ‘na buttiglia cu dù litra d'acqua, epua ti vivi un bicchieri, ti callij subitu.T'acchiana subito 'ntesta e ti fa eccitari pua.…..

Anna                           -Veru mi dici? Dai ni viviemmu mezza di ’sta bottiglietta e pua...Dai viviemmunilla un poco. (abbracciailmarito) Dai.

Paolo               -Dopu dopu ni la viviemmu!

“Cu avi crapi avi corna” commedia brillante in tre atti di Pino Giambrone

Anna                           -Chi mi purtasti cchiù, di lu Brasili. (rovista nel borsone ed emette un grido lacerante nel vedere una pistola) E chi è ’sta pistola? Di unni veni?

Paolo                          -(pigliando la pistola dal borsone) Mi l'accattavu in Brasili, con regolare porto d'armi. In Brasile bisogna stare attenti alla malavita. Ti ponnu ammazzari, pi rubariti lu portafuogli.

Anna                           -Levala di miezzu, ca mi scantu. (Paolo va a posare la pistola nel secondo cassetto della cassettiera).Lu vua un cafè ca ti lu vaiu a fazzu? Anzi ti lu fazzu fari di Carmela.

Paolo               -E come stanno le mie figlie e le mie sorelle?

Anna               -Stannu tutti beni, su tutti nisciuti!

Paolo               -E’ Carmela? Sempri ddu carattiri callu avi?

Anna               -Sempri, sempri, aspetta ca ti fazzu fari ‘na tazza di cafè!

Paolo                          -No, grazie preferisco un bicchiere di cognac. (va verso il tavolo bar, e non ci sono bicchieri) Nun ci nn'è bicchieri!

Anna                           -Carmè, Carmè,porta un bicchieri. Allura Paulu quannu ni la viviemmu ‘sta bottiglietta e pua…...

Paolo               -Dopo, dopo che faremo faville.

SCENA TERZA

Detti e Carmela

Carmela          -(entrando inciampa e rompe il bicchiere).

Anna                           -Si sempri la solita. Nun passa un momentu, si nun rumpi cosi. Ma si continua accussì, ti fa la truscia e ti salutu.

Carmela          -M'ava scusari! (raccoglie i pezzi di vetro) Chi lu fici apposta? Ben tornato signor Paolo, cuomu va la saluti? (da la mano, poi esce per andare a pigliare altri bicchieri).

Anna                           -Si nun fussi brava pi l'antri cosi, a chist'ura l'avissi mannatu. Allura Paolo, a chi nun c'è nuddu, ni viviemmu dda bottiglietta? E pua…...

Paolo                          -Ma chi dici! Bastanu sulu dù gucci, dintra ‘na buttiglia d'acqua. Pua ti dissi antura, ca cchiù tardi si ni parla. Ah, purtavu ‘na cassetta di musica brasiliana! La Lampada. Unni è lu registratore ca ti la fazzu sentiri. (mette la cassetta e si mettono a ballare. Entra Carmela che assiste meravigliata al ballo. Viene coinvolta anche lei. Poi posa i bicchieri e d’esce. Subito dopo entra Rosaria, proveniente dalla sua stanza.)

SCENA QUARTA

Detti e Rosaria

Rosaria            -Ciao papà! (lo abbraccia mentre Anna spegne il registratore).

Paolo               -Ciao Rosaria! Cuomu si! ‘Na bedda carusa si! Ti facisti ‘na bella ragazza!

Rosaria            -Ih, papà cuntami, chi facisti a lu Brasili?

Paolo                          -Pua ti cuntu tutti cosi! Haiu primura! avissi agghiri subitu presso gli uffici della mia Società per sbrigare alcune cose. Dovrò ripartire subito per il Brasile! Fra due giorni devo essere di nuovo a lavoro!

Anna               -Ma nun ti po pigliari ‘na simana e stari cu la to famiglia!

Paolo               -Non posso ci sono lavori urgenti  da fare. Occorre la mia presenza.

Anna               -E quantu a stari ancora ni lu Brasili?

Paolo               -Nun lu sacciu. Cuomu po essiri unu dù, trì...

Anna               -Iorna?

“Cu avi crapi avi corna” commedia brillante in tre atti di Pino Giambrone

Paolo                          -No, misi! Forza sbrigammuni! Priparami l'occorrente pi fari la doccia. (Anna dispiaciuta di questa notizia, piglia l'occorrente per la doccia dalla cassettiera ed escono, dalla sinistra. Suonano alla porta. E' Antonio. Carmela va ad aprire.)

SCENA QUINTA

Carmela, Antonio e Rosaria

Carmela          -(rientrando con Antonio) S'accomodassi ca ci la chiamu. (esce, ed entra subito Rosaria).

Rosaria            -Ciao Antonio! Subitu finisti li provi a teatru? E come va la recita? Ci isti a menu?

Antonio          -"Si amore! L'ora delle nostre nozze è prossima o bella Rosaria quattro giorni ancora di felice attesa e apparirà laluna; ma, oh, quanto questa vecchia luna è lenta a tramontare. (avrà ripetuto la frase come se stesse recitando.)

Rosaria            -Che bella! Chi è tua ‘sta frasi?

Antonio          -No! Shakespeare in "Sogno di una notte di mezza estate" atto I° Scena I°.

Rosaria            -E’ la nuova commedia? (Antonio esce dalla tasca una pistola a salve e la punta verso Rosaria.) Ah..Chi vua fari? Mi vua ammazzari?

Antonio          -E 'na pistola a salve.M iserve nella prossima commedia.In una scena. Ascunta ca ti spiegu la scena. Ia sugnu un personaggiu ed ho una amante sposata, che oltre a me si procura un secondo amante. Questa mia amante pi livarisi di miezzu a mia, studia ni li minimi particulari un pianu diabolicu. Mi faviniri 'ncasa d'idda nello stesso tempo il marito, facendomi credere che si‚ tratta di un ladro. Allura chi fa, mi duna ‘sta pistola mi spinge a sparare al marito e lo uccido. Quindi vengo accusato di omicidio con le dovute conseguenze, cara    Rosaria devi sapere che tutti noi "Siamo Pupi. Pupo io, pupo tu, pupi tutti. Dovrebbe bastare la volontà di Dio ed invece no! Invece ognuno di noi si fa pupo per conto proprio. Quel pupo che vuole essere quel pupo che si crede di essere......

Rosaria            -Shakespeare? "Sognodi una notte di mezza estate?

Antonio          -No, Pirandello nel " Il Berretto a Sonagli" (nel declamare avrà lasciato la pistola sul tavolino che dimenticherà).

Rosaria            -Bravu si, Antonio!

Antonio          -Sei molto gentile, sei molto cara. Potrei al massimo gridarlo forte ai venti freddi del nord, riscaldandoli oltre la illusione, e non in questa realtà che tu oggi respiri!

Rosaria            -Pirandello?

Antonio          -No, mia! Ogni tanto mi veni un estro poetico e drammatico. Amunì, nisciemmu?

Rosaria            -Ascunta, siccuomu vinni ma patri ,e vuogliu ristari un po cu iddu. Tu aspettami a lu solitu bar. Poi ti raggiungo. (Antonio esce accompagnato alla porta da Rosaria. Rosaria rientrando s'accorge che Antonio ha dimenticato la pistola sul tavolo. Lo chiama ma è gia andato via. Posa la pistola nel secondo cassetto della cassettiera e d’esce dalla sinistra. Suonano alla porta è di nuovo Antonio. Rosaria va ad aprire.)

Antonio          -Rosaria mi scurdavu la pistola! (guarda sul tavolo).

Rosaria            -Circavu di chiamariti, ma tu ti n'avivatu iutu. La misi ccà ni lu cassettu.(piglia la pistola, scambiandola con quella del padre.)

Antonio          -(pigliandosi la pistola) Di nuovo! Ciao!

Rosaria            -Lu sai chi  ti dicu, aspetta ca mi ni viegnu cu tia! Tantu a ma patri lu  salutavu. (escono dalla comune.)

           

“Cu avi crapi avi corna” commedia brillante in tre atti di Pino Giambrone

SCENA SESTA

Anna, Carmela e Paolo

Anna                           -(entrando con Carmela) Ascunta Carmè, ia e mamaritu stammu nisciennu, li macugnati Momma e Iachina sunnu puru nisciuti. Lima figli Rosaria e Gesina sunnu puru nisciuti, riesti sula tu dintra. Fammi un piaciri va a fari un po di spisa e pua pripari di mangiari. U capisti? (entraPaolo.)

Paolo               -Anna aspetta tanticchia, ca mivinni di iri in bagnu! E senza fari rumuri!

Anna               -O solitu siemmu! Chi cc'è d'aspittari assà?

Paolo               -Chiddu chi cc'è, cc'è! (esce dalla sinistra)

Anna               -Perciò, Carmè, va a fari ‘sta spisa!

Carmela          -Va beni, quantu mi vaiu a priparu! (esce dalla sinistra.)

Anna                           -(rimasta sola, piglia dalla sua borsetta la bottiglietta con la sostanza afrodisiaca e la versa nella bottiglia di cognac.) Ora ci mittu du' gucci, accussì ‘sta sira ci fazzu viviri tanticchia di cognac, e lo  farò cadere nelle mie braccia. (versa alcune gocce poi non contenta ne versa altre fino a scolarla tutta fa effetto o fa effetto! Teccà, ‘sta sira fungi tanti!

Paolo               -Fici prestu pi ‘sta vota! Amuninni.(escono dalla comune.)

SCENA SETTIMA

Carmela e Franco

Carmela          -Ora ca sinni ieru tutti; fazzu trasiri lu ma zitu.sbattu ‘nzacchetta

a li sirvizza e la cena.(suonano alla porta) Chissu è Francu lu ma zitu.(va ad aprire, e da dietro le quinte) Trasi, trasi ca siemmu suli.Veni ccà assittati, assittati.( si siedono sul divano) Però ‘stu cugnomi chi puorti è stranu, Bollo, Bollo, e a mia chi m'anna chiamari Carmela Bolla? Pua c'era bisuognu ca ti mittivanu Francu, Franco Bollo.

Franco                        -Nomi di ma nannu è Franco. Va lassammu perdiri! Ma sicura ca dintra nun c'è nuddu?

Carmela          -Nuddu! Nuddu! Sunnu tuttu nisciuti e verranno ‘sta sira tardi! Aviemmu tuttu lu tiempu chi vuliemmu! Chi ti uoffru? Tanticchia di Cognac? (si alza e va a riempire i bicchieri di cognac. Bevono. Appena bevuto il primo sorso Franco incomincia ad eccitarsi.I due fremono.)

Paolo              -(canticchiando) Carmè Carmè di belle come te ce ne stanno tre. Carmè, Carmè....

Carmela          -E cu sunnu st'antri dù? Ah sintiemmu!

Paolo                          -No! Accussì tantu pi cantari! Tu sula ci sì, tu sula! Amuninni ca nun puozzu, amuninni ca nun puozzu cchiù stari. (Carmela se lo trascina con forza nella stanza di sinistra.)

SCENA OTTAVA

Momma e Pio

Momma          -Trasi, trasi t'assiccuru ca nun c'è nuddu.Nun ti preoccupari su tutti nisciuti.

Pio                   -Sicura si? Nun vulissi ca ci fussiru genti! Chi figura ci faciemmu!

Momma          -Quannu ti dicu ca nun c'è nuddu nun c'è nuddu.Veni ccà assittati

                        (siedono sul divano) Pua assira chi ti dissi?

Pio                  -Quannu, assira?

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Momma          -Assira quannu eramu assittati a lu bar! Chi ti dissi a proposito?

Pio                   -Ma assira, quannu? Ricordamillu!

Momma          -Assira assittati a lu bar tu ti pigliasti un cognac e ia ‘na coca cola, e ti dissi ca stasira….stasira…...

Pio                  -‘Sta sira….’sta sira. Nenti nun mi ricuordu di nenti.

Momma          -Ma hai la testa di puorcu! Ti dissi ca studiavu tutti cosi, in manera di ristari suli dintra. Chissu ti dissi! Ti ricuordi ora?

Pio                  -Si ora mi staiu ricurdannu? Chi ci vua fari si haiu la testa purrita!

Momma          -Chi ti uoffru? (si alza e va verso il bar) Chi vua un martini un cognac…..

Pio                  -Un cognac! (Momma riempie i bicchieri e lo offre a Pio. Ai primi sorsi Pio incomincia ad eccitarsi) Mò unni è la to stanza?

Momma          -Ma chi si pazzu! (beve anche lei) Si amuninni! Amuninni.

Pio                  -Iauhhh chi lussuria! (si alzano e arrivati davanti la porta.)

Momma          -E vidica m'affruntu. A lu scuru!

Pio                  -Si a lu scuru tantu haiu du uocchi ca parinu dù fanala.(entrano nella stanza di Momma.)

SCENA NONA

Iachina e Marino

Iachina                        -(facendo capolino con la testa). Trasi, trasi. Quant'avi c'aspiettu ‘stu momentu. Haiu studiatu tuttu ni li minimi particulari.

Marino                        -(con attegiamenti di boria canticchia un motivetto, caratteristica di questo personaggio). Lo vedi c'è già Marino, la..la..la..la..

Iachina            -Zittuti, chi su si vuci?

Marino                        -Nun mi dicisti ca nun c'è nuddu? Lo vedi c'è gia Marino la..la..la.. (prima forte, poi al rimprovero di Iachina, a bassa voce.)

Iachina                       -Veni ccà, assittati ca ti uoffru un bicchieri di liquori! Chi ti pigli?

Marino                        -Un bicchieri di cognac. (Iachina riempie i bicchieri e ne consegna uno a Marino che incomincia a bere eccitandosi.) Lo vedi c'è già Marino..la..la..la.. Iachina,  unni è la to stanza? Quali è la porta?

Iachina                        -Chista e la porta di la perdizione. Amuninni! (vanno verso la porta della stanza di Iachina e si bloccano.) Marì, a lu scuru, o a lu scuru o nenti!

Marino                       -A lu scuru! (Iachina si trascina con forza Marino nella sua stanza).

SCENA DECIMA

Rosaria e Antonio

Rosaria            -Trasi che adesso reciteremo a soggetto. Dai dimmi cocchi cosa.

Antonio          -Ma sicura si ca nun c'è nuddu?

Rosaria            -Sicura!

Antonio          -To matri?

Rosaria            -Nun c'è!

Antonio          -To patri?

Rosaria            -Nun c'è!

Antonio          -To suoru?

Rosaria            -Nun c'è, è a lu catechismu!

Antonio          -To zi Momma?

Rosaria            -E' uscita!

“Cu avi crapi avi corna” commedia brillante in tre atti di Pino Giambrone

Antonio          -To zi Iachina?

Rosaria            -E' assente.

Antonio          -Carmela?

Rosaria            -Nun c'è! E' a fari la spisa! Nun c'è nuddu,  cuomu ti l'ha diri! Assittati ca ti uoffru di viviri. Chi vua?

Antonio          -Un cognac! (Rosaria riempie dei bicchieri e uno lo consegna ad Antonio, bevendo ed eccitandosi.) No dolcezza mia, credi alla mia innoccenza. Le parole degli amanti s'hanno da spiegar con l'amore, non col sospetto. Intendo che il mio cuore è così stretto al tuo che del mio col tuo si può fare un solo cuore. Non puoi dunque negarmi un letto accanto al tuo perché giacendo così Ermia non t'inganno.

Rosaria            -Cu è Ermia?

Antonio          -Ermia personaggio della commedia di "Sogno di una notte di mezza estate" Amuninni, non negarmi un letto!

Rosaria            -Ma chi si pazzu?

Antonio          -Bevi, bevi mia Ermia, passerò attraverso il fuoco per conquistare il tuo dolce amore!

Rosaria            -(dopo aver bevuto) Si mio Antonio conquista il mio dolce amore. (entrano nella stanza  di Rosaria).

SCENA UNDICESIMA

Pio e Marino

 (Scena vuota. Musica della lambada, come sottofondo. Subito dopo entra Pio con due bicchieri in mano e va verso il bar per riempirli ancora di cognac. E' un po brillo. Dopo averli riempiti li poggia sul tavolo bar e va verso il tavolo del salotto a pigliare la borsa di Momma che aveva dimenticato.  Nel pigliare la borsa versa il contenuto della stessa a terra e si china per raccoglierlo. Sta alcuni minuti nascosto tra la poltrona e il tavolinetto. Nel frattempo entra Marino, anche lui con due bicchieri vuoti  in mano e va verso il bar per riempirli.Trova già due bicchieri pieni. Lascia i vuoti e piglia i pieni. Nel ritornare non s'accorge di Pio messo a carponi, sbaglia porta e va a finire nella stanza di Momma. Pio dopo aver raccolto le cose della borsetta, va a ripigliare i bicchieri che precedentemente aveva riempito. Li trova vuoti. Resta un po perplesso poi dà la colpa all’alcol e riempie altri due bicchieri. Nel ritornare anche lui come Marino scambia porta e va a finire nella stanza di Iachina.)

SCENA DODICESIMA

Carmela e Franco

Carmela          -(affacciandosi alla porta) Sbrigati, lestu, lestu ca nun c'è nuddu. (l'accompagna verso la porta).

Franco            -(andando verso il tavolo bar) Ni viviemmu n'antra tanticchia di cognac?

Carmela          -Ti dissi vatinni! (lo spinge verso la porta) Ascunta a mia, vatinni, ni vidiemmu dumani pomeriggiu versu li sei. (Franco insiste che vuole bere) Finiscila, ti dissi! Ascunta a mia ni vidiemmu dumani versu li sei. Lassu la porta aperta! A dd'ura nun c'è nuddu dintra. U capisti? (lo spinge fuori dalla comune. Carmela rientra dalla sinistra.)

SCENA TREDICESIMA

Antonio

Antonio          -(entra con due bicchieri vuoti e va verso il bar per riempirli.)

“Cu avi crapi avi corna” commedia brillante in tre atti di Pino Giambrone

No dolcezza mia…. Le parole degli amanti s'hanno da spiegar con l'amore. Ha quali amori, ca ci vuonnu du bicchieri di cognac. (riempie i bicchieri e ritorna nella stanza di Rosaria, dopo che era andato, prima verso la porta di Momma e poi in quella di Iachina.)

SCENA QUATTORDICESIMA

Marino e Pio

(Entra Marino che va a riempire due bicchieri di cognac. Poi nel ritornare entra nella porta sinistra che da nelle altre stanze. Rientra Pio, va ariempire i due bicchieri e ritorna nella stanza di Momma. Subito dopo compare Marino, che accortosi dell'errore, rientra nella stanza di Iachina.)

SCENA QUINDICESIMA

Paolo, Anna, Momma, Iachina, Pio, Marino, Rosaria e Antonio

Anna                           -(entrando dalla comune con Paolo) Paolo, finalmente siemmu suli. U capisti ca siemmu suli! Ora possiamo concederci un po di relax. (va verso il bar riempie i due bicchieri di cognac ed uno lo offre a Paolo, il quale è stanco, e vuole andare subito a letto.) Tieni beviamo alla nostra salute.(i due seduti sul divano). Adesso che siamo soli e nessuno ci disturba, beviamo! (alzano i bicchieri ed in contemporanea escono dalle tre porte le rispettive coppie dalle loro stanze. E' importante che l'apertura delle porte sia simultanea. Momma Iachina e Rosaria escono a ritroso seguite dai rispettivi fidanzati.)

Paolo               -(sorpreso e meravigliato) Menu mali che eramu suli!

FINE PRIMO ATTO

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ATTO SECONDO

SCENA PRIMA

Carmela

Carmela          -(entrando dalla comune con la spesa. E' stracarica) Malidittu quannu trasivu ni ‘sta casa! Un iuornu si e un iuornu no sempri a fari spisa. Ma quantu scassanu ni ‘sta casa. (cade un sacchetto di farina per terra, rompendosi.) Haiu li mani scumunicati. Nun passa ‘na iurnata ca nun fazzu dannu. A signura Anna mi rimprovera sempri (dal di dentro Anna chiama Carmela.)

Anna              -(d.d.) Carmela, Carmela! Ti vua sbrigari, o viegnu ia e ti fazzu prescia!

Carmela          -(per paura che Anna scopre questo ennesimo pasticcio, raccoglie il sacchetto con la farina rotto e cerca dove nasconderlo. Alla fine lo mette dentro la cassapanca.) Signora Anna sto arivando. (pulisce per terra ed esce dalla sinistra. Subito dopo suonano alla porta. E' Pio.)

SCENA SECONDA

Carmela, Pio e Momma

Carmela          -(rientrando dalla sinistra) Viegnu, viegnu. (esce dalla destra per rientrare subito con  Pio. S'accomodassi ca ci la chiamu! (Bussando alla porta della stanza di Momma.)  Signurina Momma, c'è il suo fidanzato. S'accomodi prego. (esce dalla sinistra.)

Momma          -(uscendo dalla sua stanza) Ciao Pio!

Pio                  -Pronta sì, pi nesciri?

Momma          -Pronta sugnu!

Pio                   -Vidica ‘sta conferenza a mia m'abbutta!

Momma          -Anchi a mia m'abbutta, ma è pi fari cuntenta a ma suoru. Interessa a idda, e ha pregato i parenti di essere presenti.

Pio                   -Offrimi un cognac!

Momma          -Lassalu perdiri, ca si pua ti mitti a biviri,  cuomu assira, pierdi tirrenu. Ah propositu di tirrenu, cuomu finì cu ddà persona, cuomu si chiama…..chidda ca t'aviva vinniri    lu tirrenu?

Pio                  -Quali persona? Quali tirrenu?

Momma          -A li soliti siemmu! Chidda chi canuscisti a la festa di Giuvanni, l'amicu tua, ti ricuordi?

Pio                   -No! Nun mi ricuordu. Ripietimi cocchi cosa!

Momma          -Quannu eramu a la festa di l'amicu tua Giuvanni, quannu tu mi isti a pigliari ‘na coca cola e tu un liquori, canuscisti ‘na persona, facistivu amicizia, e ‘sta persona ti dissi c'aviva un tirrenu di vinniri....ti ricuordi?

Pio                  -Continua..

Momma          -Cuomu nun ti ricuordi…..Ci allurdasti lu vistitu…..ti ricuordi?

Pio                  -Ah si ora mi staiu ricurdannu! Si chiamava Peppi La Mantia….si! Peppi La Mantia!

Momma          -E cuomu finì cu lu tirrenu?

Pio                  -Nenti, nun mi l'accattau cchiù!

Momma          -Ah certu pi fariti ricurdari ‘na cosa…...

Pio                              -Ah propositu di tirrenu.Vidica, ti ricuordu ca ci po diri a to frati, che quando sarà pi la spartizione di li tirrena, a mia mi interessanu chiddi di la parti anta di lu cuozzu. E la casa chidda di via Roma (a questo dialogo avrà assistito facendo capolino dalla

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porta di sinistra, Gesina). Ia nun vuogliu stari ni li vicinanzi di ddù prepotenti di Marinu.

Momma          -Mancu a mia fa simpatia lu zitu di ma suoru. Si fussi pani murissi di fami.

Pio                  -Casa e tirrenu, hanna essiri chiddu chi dicu ia!

Momma          -Si, ma tu a capiri! Ne ca ia puozzu pretenniri tutti ‘sti cosi?

Pio                  -O chissu o nenti!

Momma          -Nenti chi?

Pio                  -Nenti! Ca nun si fa nenti di nantri dù!

Momma          -Va beni, pua si vidi!

Pio                  -Quali pua, ava essiri ora! Cu ‘sta testa  chi haiu mi lu puozzu scurdari.

Momma          -E va beni fazzu cuomu dici tu! Cangiammu discursu! Pio cantami ddà canzuna, ca cantavatu assira, mentri eramu ddà dintra.(indica la stanza.)

Pio                  -Canzuna? Quali canzuna?

Momma          -Chi fa ti lu scurdasti? Assira quannu eramu ddà dintra e......

Pio                              -Canzuna….canzuna. Quali canzuna? Pua ia sugnu stunatu, e in vita mia nun haiu mai cantatu!

Momma          -Cuomu nun hai mai cantatu? Cantasti ‘na canzuna ca faciva accussì: Lo vedi c'è gia Marino….la….la….(ripete alcune volte il motivo.)

Pio                              -(innervosendosi e tartagliando.) Vidica su motivu ia nun l'haiu mai cantatu! Ne ddà dintra ne fori! Sopiddu cu ti lu cantà assira!

Momma          -Mi lu cantasti, tu assira, ddà dintra....Cuomu nun ti lu ricuordi? Faciva accussì: (canticchia)

Pio                  -Ia nun l'haiu  mai cantatu ne cà, ne a Sanremu. (esce seguito  da Momma.)

SCENA TERZA

Gesina, Antonio, Rosaria e Carmela.

Gesina                        -(spuntando dalla porta di sinistra) Chissa sì, ch'è bella! ‘Na persona accussì smemorata nun l'aviva vistu. Smemorata ma furba. (suonano alla porta. E' Antonio.)

Antonio          -Unni è Rosaria?

Gesina                        -Aspetta ca ti la chiamu! (Gesina esce dalla porta di sinistra, mentre Antonio passeggia agitatamente)

Antonio          -(vedendo entrare Rosaria) Rosà, Rosà, sugnu cunsumatu! Se non sopraggiungeranno elementi atti a sodisfare la sua innocenza, sarò costretto, mio malgrado a rinchiuderla negli inferi della più squallida galera esistente sulla terra!

Rosaria            -Pirandello?

Antonio          -(seduto sulla poltrona, fa cenno di no con la testa.)

Rosaria            -Tua?

Antonio          -No, No! E' del commissario di polizia!

Rosaria            -E chi c'entra lu commissariu di polizia?

Antonio          -C'entra, c'entra! Ti ricuordi ieri quannu ti spiegavu la scena della prossima commedia...e ia usava ‘na pistola a salve, ca ti fici vidiri! Ti ricuordi? Ebbene la pistola chi usavu ni li provi era vera! Stava ammazzannu a l'antru attori. Pi miraculu di Diu lu pigliavu di strisciu. Ora mi chiedo cuomu mai mi sono trovato nelle mani una pistola vera al posto di quella a salve. Come! Pua vinni lu commissariu di polizia domande contro domande....(ad alta voce) A me, proprio a me, doveva capitare! A me!

Carmela          -Chiamà a mia?

“Cu avi crapi avi corna” commedia brillante in tre atti di Pino Giambrone

Rosaria            -Cu?

Carmela          -Sintivu chiamari: Carmè!

Rosaria            -No, nun chiamava a tia! Talè Antonio, nisciemmu accussì sbarij tanticchia! (escono.)

Carmela          -Chista è casa di pazzi. Cu è sanu di testa ni ‘sta casa diventa foddi. (canta il motivetto della cucaracha, con le seguenti parole.) Roccapalumba, Roccapalumba, Alia….lia ..lia. (Suonano alla porta. E' Marino.)

SCENA QUARTA

Detta, Iachina e Marino

Carmela          -(va ad aprire e fa accomodare Marino Poi bussa alla porta di Iachina.) Signurina Iachina, c'è il signor Marino. (esce.)

Marino                       -Lo vedi c'è già Marino....la....la…. (entra Iachina.)

Iachina                       -Lu vidu lu vidu! Ca c'è Marino.

Marino                       -Pronta si pi la conferenza? Ma dimmi ‘na cosa di che cosa dovete parlare?

Iachina                        -"La terra: elemento indispensabile per la vita dell'uomo."

Marino            -Ah proposito di terra! Vidica quannu sarà fatta la spartizione, tu t'ha pigliari lu tirrenu chi si trova ni la parti anta, no chiddu di la zotta. E casa, chidda di lu centru di via Roma! U capisti? Lo vedi c'è già Marino….la….la….

Iachina                        -Amunì, ca pua si vidi!

Marino                       -No!Ora s'ava vidiri!

Iachina                        -Va beni cuomu dici tu! Farò come dici tu. Parola! Ora amuninni ca si fici tardi. (in questo dialogo Gesina avrà ascoltato tutto il dialogo dei due). Ascunta prima ca mi lu scuordu, t'ha dari la catenina d'oro, ca ti scippavu assira, quannu eramu ddà dintra. (indica la porta) nel momento più intenso (esce la catenina dalla borsetta).

Marino                       -Quale catenina? Ia ccà l'haiu! (mostra la sua catenina al collo.)

Iachina                        -Cuomu, assira.. ni lu momentu….talia ci su puru li iniziali: P.P. (esterefatta) Bedda matri, nun su tua li iniziali!         

Marino                        -Haiu caputu, haiu caputu tutti cosi. Lassami iri…..se no! Lassami iri! (esce trattenuto da Iachina.)

SCENA QUINTA

Paolo, Gesina e Anna

Paolo               -(a Gesina) Allura dumani parti pi la gita? Quantu iorna à stari?

Gesina            -Cu tuttu lu viaggiu, ‘na simana! E tu quannu parti?

Paolo              -Puru dumani matina!

Gesina                        -Allura ni salutammu dumani matina. (suonano alla porta, Gesina esce per rientrare subito dopo con un telegramma.)

Anna               -(entrando dalla sinistra) Cu sunà?

Gesina            -Arrivà un telegramma! (consegna al padre)

Paolo                          -(leggendo) Sospesa partenza Brasile stop Recarsi subito nostri uffici di Milano stop Impremond S.p.A. Milano.

Anna              -Allura nun parti cchiù pi lu Brasili? Ma pi Milanu!

Paolo                          -A quantu pari, è accussì. Dumani matina prestu, lu primu aereo pi Milanu lu pigliu. Chiuttustu sbrigammuni, ca è tardi pi la conferenza. Cu la senti a ma  suoru, si nun ci iammu! Mi sta viniennu un leggero mal di testa. Mi auguro che non sia il solito. Quannu  mi veni ‘stu mal di testa mi fa strammari.

“Cu avi crapi avi corna” commedia brillante in tre atti di Pino Giambrone

Anna              -Dai amuninni. Ascunta si sta mittiennu a chioviri, pigliammuni l'ombrello.

Gesina            -Ddà banna su, all' ingressu! (escono dalla comune).

SCENA SESTA

Carmela  e Francu

Carmela          -Finalmenti si ni ieru tutti, a la conferenza di la signurina Iachina. Ora fazzu trasiri a Francu Mischinu, aspetta a lu pianerottolo di la scala, cuomu un cani! Aspetta un signali mia pi trasiri.(esce  dalla comune per rientrare subito dopo con Francu.)

Francu                        -Nun vidiva l'ura di trasiri. Ma dimmi ‘na cosa, ci n'è chiù di ddù cognac? (riempie un bicchiere e lo beve.)

Carmela          -Finiscila! Chi fa ti vua 'mbriacari? Amuninni ddà banna!

Franco                        -(eccitato) Si, amuninni! Carmè, Carmè di belle come te ce ne stanno tre!...(escono dalla porta di sinistra.)

SCENA SETTIMA

Paolo e Carmela

Paolo                          -(rientrando con un mal di testa terribile.) Lu diciva ia! Lu diciva ca m'aviva 'nfurzari lu mal di testa! Nenti ci fa ca nun vaiu a la conferenza. Ma suoru l'ava capiri! Ora mi pigliu ‘na pinnula! (cerca nel cassetto delle pillole che non trova.) Nun ci n'è! E cuomu fazzu ora? Si nun mi pigliu la solita pinnula, nun mi passa lu mal di testa. (chiama Carmela) Carmè! Carmè! Ma unni si ni ì ddà strammata! Carmè! Carmè!

Carmela          -(rientrando tutta scomposta e sorpresa.) Lei cà è? Nun ci ì a la conferenza?

Paolo              -Ci stava iennu, pua mi vinni un mal di testa, e mi ni turnau subitu dintra!

Carmela          -Ih, pirchì nun si piglia ‘na pinnula! Su ni lu cassettu!

Paolo              -Taliavu, nun ci n'è! Fammi un piaciri, va ni la farmacia e li va accatti.

Carmela          -(mostrando un certo nervosismo e ansia) Subitu ci vaiu. Quantu vaiu ddà banna, astutu la cucina e curru subitu pi la farmacia. (Carmela esce dalla sinistra e Paolo si corica sul divano. Subito dopo rientra Carmela per uscire dalla comune. Paolo rimasto solo non trova riposo sul divano.)

Paolo                          -Ma muglieri teni sempri ni la borsetta, qualchi pinnula pi lu mal di testa.Vaiu a vidiri si ci n'è! (esce dalla sinistra per rientrare subito con la borsa della moglie. Cerca e trova le analisi della moglie.) E chista chi è? (legge) Ma muglieri è 'ncinta? 'Ncinta di un misi? Un momentu! Ia avi tri misi ca mancu e idda è 'ncinta di un misi Allura li corna mi fici! Li corna! Aih la testa cchiossà mi fa mali. Certu ora mi pisa cchiossà. Ddà fitusa di ma muglieri mi fici li corna Ma ia l'ammazzu! L'ammazzu senza remissioni di peccati! L'ammazzu! Cuomu mi 'mpurzà la testa! Cuomu mi pisa! Calma Paolo, ragiunammu! Prima vuogliu scopriri cu quali piezzu di curnutu si misi! Veramenti si c'è  un curnutu, camora, chissu sugnu ia! Ah cuomu mi fa mali la testa! Mi sta scoppiannu! Ora mi curcu 'ncapu lu divanu! (si corica sul divano ma non trova riposo.) Fina la luci mi duna fastidiu! (si alza e va a spegnere la luce e si ricorica). Ddà fitusa, tu! E cu mi l'aviva diri! Pezza di.....Aih, la testa! (mentre si tiene con le mani ben stretta la testa, entra dalla sinistra tutto scomposto, Franco.)

Franco                        -Carmela mi dissi ca si c'era scuru putiva nesciri. (Paolo sorpreso dalla presenza della persona misteriosa, salta sul divano ed incomincia a gridare).

“Cu avi crapi avi corna” commedia brillante in tre atti di Pino Giambrone

Paolo                          -Cu si tu? Fermati o t'ammazzu! (va verso la cassettiera a pigliare la pistola, che aveva posato il giorno prima .) Dimmi cu sì? Chi ci fa in casa mia? Parla se no ti sparu!

Franco                        -(preso dalla paura, un po brillo, non sa cosa rispondere. Balbetta.) Ma ia…. ma ia….

Paolo              -Parla, cu sì?

Franco             -Ia sugnu Franco Bollo!

Paolo              -E ia ti puddu cu sa pistola. Nun schirzari, e dimmi cu sì!

Franco                        -Ci lu dissi, cu sugnu! Franco Bollo…. e sugnu….. e sugnu….l'amanti l'amanti…..di la sua…..

Paolo                          -(preso dalla furia.) Ah! Tu sì l'amanti, piezzu di beccu, e ia ti sparu ni li corna. (spara un colpo di pistola. Franco terrorizzato, cade a terra. Subito dopo Paolo va ad ACCENDERE LA LUCE.) Ti meritavatu ‘na morti di chissa! Beccu! (ripigliatosi dallo spavendo, si rende conto di aver ucciso la persona misteriosa. E' preoccupato. Vuole nascondere il cadavere. Piglia un tappeto e lo vuole avvolgere. Suonano alla porta. Allora deciso, piglia il cadavere e lo nasconde nella cassapanca.Va ad aprire. E' Carmela.) Ma dimmi ‘na cosa, la chiavi nun l'avivatu?

Carmela          -Mi la scurdavu!

Paolo              -Menu mali!

Carmela          -Pirchì, menu mali?

Paolo              -Menu mali ca vinisti e mi purtasti li pinnuli!

Carmela          -Ca ci su li pinnuli. Si ni pigliassi una!

Paolo                          -Mi passà lu mal di testa! Mi pigliavu un pinnuluni, ca ci l'haiu ancora ccà! (indica   lo stomaco. Carmela esce. Paolo rimasto solo, non sa come liberarsi del cadavere. Piglia il tappeto, e vuole avvolgere il cadavere. Entra Momma).

SCENA  OTTAVA

Detto, Momma, Iachina, Rosaria, Anna e Carmela

Momma          -Chi sta faciennu cu su tappitu? E pua pirchì nun vinisti chiù a la conferenza?

Paolo                          -Mi vinni un mal di testa, ca mi stava scoppiannu la testa. Mi sientu mali! Cara suoru, veni ccà! Sugnu distruttu!

Momma          -Pi lu  mal di testa?

Paolo              -No! Cara suoru sugnu cunsumatu.

Momma          -(preoccupata.) Chi ti successi, parla!

Paolo              -Pocu fa, ca dintra, vinni un latru…..

Momma          -Mamma mia, li gioielli! (va verso la sua stanza)

Paolo              -Fermati, nenti si piglià!

Momma          -Ah, menu mali! E allura?

Paolo              -Eh allura…..l'ammazzau!

Momma          -Ah, mi pariva!...cuomu l'ammazzasti!

Paolo              -L'ammazzau….l'ammazzau! (mostra la pistola).

Momma          -Matri di Diu! E unni è lu muortu? (si siede sulla cassa panca).

Paolo              -(indicando la cassapanca.) Dduocu!

Momma          -(saltando e gridando) Matri di Diu, e pirchì nun lu dicivatu prima, accussì nun m'assittava. Ma sicuru sì, ca l'ammazzasti?

Paolo                          -(annuendo) Si! Sicurissimo! Veni ccà, e lu talij puru tu! (s'avvicina alla casapanca, chiama la sorella, la quale mostra una grande paura. Quando Paolo apre la cassapanca, Momma  emette un grido assordante.)

“Cu avi crapi avi corna” commedia brillante in tre atti di Pino Giambrone

Momma          -U MUORTU C'E!!! U MUORTU C'E’!!

Paolo               -Scopristi l'America!

Momma          -(resosi conto della gravità della cosa) Ma unni vinni, sa petra di l’aria…..ma d'unni vinni! (piange). Ti consumasti, u frati….ti consumasti. Ma cuomu fu? (Paolo mima la scena, poi i due distrutti si siedono sulla poltrona piangendo. Entra Iachina.)

Iachina                        -(vedendo i due) Chi successi? Frati chi successi? A suoru chi successi? (Momma indica la cassapanca facendo segnale con le dita di morte.) Ma chi  ha? Cerca di essiri cchiù chiara!

Momma          -A suoru siemmu consumati! Vinni u latru!

Iachina                        -Bedda matri! E allura? (Momma mima la scena) Ma si po sapiri chi schifiu successi? Parla tu u frati!

Momma          -Trasì u latru e nostru frati ci sparà cu ‘sta pistola e l'ammazza!

Iachina            -Matri mia! Matri mia! Cunsumati siemmu! Ma siti sicuri ca murì? (si siede sulla cassapanca. Paolo e Momma annuiscono.) Ma si po sapiri unni è? (i due indicano la cassapanca.) Unni! Unni!

Momma          -(assieme col fratello) Dintra sa cascia!

Iachina                        -Matri mia, e mi lu dicistivu ora! Ma sicuri siti?  (Paolo e Momma si avvicinano alla cassapanca e chiamano la sorella. Questi  emette un grido nel vedere il cadavere dentro la cassapanca.) Matri mia, Matri mia, ma di unni vinni su fuocu ranni….d'unni….! Siemmu rovinati. (siedono tutti e tre sul divano. Piangono. Entra Rosaria.)

Rosaria            -Chi succesi? Chi successi cosa ad Antonio? Cosa alla mamma? Cosa a Gesina? Ma chi successi?

Momma          -Vinni u latru ccà dintra…..

Rosaria            -E chi si piglià?

Momma          -Sulu ‘na pallottola di ‘sta pistola, e l'ammazzà!

Rosaria            -Veru è, papà? E unni è lu muortu? (si siede sullacassapanca, i tre indicano la cassapanca). Muoru, e cuomu faciemmu ora? C'è di chiamari li carabunera. (si siede e piange assieme con gli altri. Entra Anna.)

Anna                           -E chi è su piagnisteo? Chi stati chiangiennu lu muortu? (tutti annuiscono). Maria Gesù e Giuseppi! Cu murì?

Paolo                          -(alzandosi) Veni ccà, ca ti fazzu vidiri cu murì! (l'avvicina alla cassapanca e le fa vedere il cadavere.)

Anna               -(gridando) E cu è chissu?

Paolo              -Nun lu canusci?

Anna              -No!

Paolo              -Talialu giustu!

Anna               -Nun lu canusciu. Si po sapiri cu è?

Iachina                        -U latru! To maritu ci sparà cu un cuorpu di pistola, mentri trasiva ccà dintra…..e l'ammazzà!

Paolo              -Ma tu nun l'ha vistu prima d'ora?

Anna              -Mai! E cuomu faciemmu ora? Bisogna avvisari li carabunera.

Momma          -E chi ci diciemmu?

Iachina                        -Ci diciemmu cuomu successiru li fatti.

Rosaria            -Si, e iddi ci cridinu!

Paolo                          -(guardando la moglie che mostra preoccupazione.) E chi si fa allura?...Chi si fà? (tutti preoccupati pensano il da farsi. Entra Carmela.)

“Cu avi crapi avi corna” commedia brillante in tre atti di Pino Giambrone

Carmela          -Patri figliu e Spiritu Santu, cu murì? Signura Anna, signurina Momma, signurina Iachina, signurina Rosaria, signor Paolo…..

Paolo              -L'appellu chiamà!

Carmela          -Ma nuddu voli parlari? Si po sapiri chi successi? C'aviti cu sa facci? (si siede sulla cassapanca.)

Paolo              -Dimmi ‘na cosa, unni ha statu tu?

Carmela          -'Ncucina!

Paolo              -E nenti sintisti? (riflettendo) Ma certu c'avivatu a sentiri, tu! Si nun c'eratu dintra!

Carmela          -Ma chi è su misteru?

Momma          -Trasì un latru!

Carmela          -Patri….

Iachina            -Ma frati lu vitti…..

Carmela          -Figliu…..

Rosaria            -Piglià ‘sta pistola, e l'ammazzà!

Paolo              -Santu!

Carmela          -San…..e l'ammazza?

Momma          -Si!

Carmela          -E unni è lu muortu? (tutti indicano la cassapanca) Unni si po sapiri. Unni?

Tutti                -Dintra sa cascia!

Carmela          -(scappando e gridando) Patri figliu e Spiritu Santu….Patri figliu e Spiritu Santu! E chi si fa ora? Ma siti sicuri ca murì?

Paolo                          -Veni cà ca ti lu fazzu vidiri! (Paolo l'avvicina alla cassapanca, Momma e Iachina la aprono. Carmela accortasi che il morto è il suo fidanzato, emette un grido assordante.)

Carmela          -Ah! Assassini! Ammazzastivu lu ma zitu. Francu o Francu, amuri mia! Chi ti finì brutta! Muriri accussì di minchia! Francu mia! Ma quali latru! Chissu lu ma zitu era. (tutti preoccupati, fanno sedere sulla sedia a Carmela, cercando di confortarla. Carmela si strazia tutta.) E cu mi l'aviva diri, di ristari vedova accussì giovani, cu? Cu? Cu mi l'aviva diri! Cu? (I presenti non sanno cosa fare. Fuori incomincia a piovere. Lampi e tuoni. Ad un certo punto si apre la cassapanca ed esce fuori Franco. Pallido in viso.Tutto imbrattato di farina. Franco non sa cosa sta succedendo! E' scioccato dallo spavento per il colpo di pistola. Ignaro di tutto. I presenti credono che si tratti del fantasma di Franco. Impauriti si allontanano, verso la ribalta. Carmela è rimasta sola a lamentarsi. Poi accortasi anche lei della presenza del fantasma, si alza e va a stringersi con gli altri. Reazioni a soggetto. Franco saluta e va via.

FINE SECONDO ATTO

“Cu avi crapi avi corna” commedia brillante in tre atti di Pino Giambrone

ATTO TERZO

SCENA PRIMA

Anna, Carmela e Iachina

Anna                 -(entrando dalla sinistra con Carmela.) Ascunta, Carmè, ia staiu nisciennu. Quannu si giviglia ma maritu, ci dici ca ni vidiemmu direttamenti ni la festa di so cuscinu! U capisti? Vatinni ddà banna e finisci di fari la cucina.(Carmela esce. Anna rimasta sola piglia la cornetta del telefono e fa una telefonata. Iachina sta per uscire dalla sua stanza ed assiste alla telefonata.) Pronto! Si, ia sugnu, Anna!...Si chiù tardi a li sei! Cuomu à fari pi trasiri? Ascunta la chiavi di la porta è sutta lu tappitu, pi stuiarisi li piedi. Chiddu ca è all'entrata.Va beni?….Ciao! (esce dalla comune e Iachina rientra nella sua stanza.)

SCENA SECONDA

Paolo, Momma, Iachina e Carmela.

Paolo                          -(entrando dalla sinistra.) Chi pisantizza di testa, chi haiu. Du viaggiu di aereo mi strammà! ‘Na simana a Milanu, iennu curriennu a destra e a sinistra. (entra Momma dalla comune.)

Momma          -Paulinu, bieddu, quannu vinisti?

Paolo              -Antura!

Momma          -Quantu stasti a Milanu? Sei iorna? E cuomu finì, parti pi lu Brasili?

Paolo                          -Nenti! Pi camora nun partu. Sono in attesa di nuove disposizioni! A suoru, assittati ca t'ha parlari!

Momma          -Forza u fratuzzu, parla!

Paolo              -(pigliando la lettera di analisi della moglie) Lieggi!

Momma          -(leggendo.) U fratuzzu, e si accussì preoccupatu! Auguri. E cu mi l'aviva diri, ca a ‘st'età addivintavatu ancora papà!

Paolo              -Vua leggiri cu chiù attenzioni?

Momma          -...E' 'ncinta di un misi. Quindi fra ottu misi sarai ancora babbo!

Paolo              -Babbu già ci sugnu! Ma possibili ca nun ci arrivi?

Momma          -Ma u fratuzzu, a chi arrivari? Avissitu essiri cuntenti, ca to muglieri ti fa una bella sorpresa, dopu ca manchi tri misi.....(si ferma di blocco e cambia aspetto.) Baalla, baalla! è ‘na vera baaalla! Staiu muriennu! Ni la casa nostra, ‘na cosa di chissa! Baalla! Ora u capivu. (passeggia per la stanza. E' agitatissima.) Ma cu mi l'aviva diri, ca ni la nostra casa aviva succediri ‘na cosa di chissa! Cu? Caru fratuzzu s'ava pigliari ‘na decisioni! Ammazzala! Ammazzala! Ma quannu lu sapisti?

Paolo                          -Prima di partiri pi Milanu! La sira prima! Ti ricuordi la sira di lu latru? Ebbeni, tannu lu scoprivu. Pirchì secunnu tia, ddà sira sparau a lu zitu di Carmela? Pirchì l'aviva scangiatu pi l'amanti di ma muglieri! Pua partivu pi Milanu…..e ora. ...Ascunta, camora nun fari parola cu nuddu! Vuogliu scopriri cu è l'amanti di ma muglieri.Vuogliu scopriri cu cù mi fici li corna.

Momma          -Nun ti preoccupari, u frati, haiu la ucca cusuta. ‘Sta lurida, infangari lu nostru nomi! (entra Iachina che proviene dalla sua stanza.)

Iachina                        -Chi fù? Chi successi? Chi su si facci? Ci su muorti?

Momma          -(porge le analisi alla sorella.) Tè lieggi!

Paolo               -Menu mali c'avivatu la ucca cusuta!

“Cu avi crapi avi corna” commedia brillante in tre atti di Pino Giambrone

Iachina                        -Prosita e prosituna, u frati. Complimenti! E cu mi l'aviva diri! Zia pi n'antra vota. Auguri! (bacia il fratello.)

Momma          -Lieggi beni!

Iachina                        -Chi c'è di stranu, tra ottu  misi  ti  nasci  un figliu! Unni è to muglieri ca ci fazzu l'auguri! Unni è?

Paolo              -Dimmi ‘na cosa: unni era ia un misi fa, dù misi fa, trì misi fa?

Iachina                       -In Brasili! Tu, allura ‘stu niputi Brasilianu è!

Paolo              -E mentri ia era in Brasili, unni era ma muglieri?

Iachina                        -(subito) Curnutu! To muglieri ti fici li corna! Tu nun ci aviva arrivatu! Ma di unni vinni ‘sta petra di l'aria! Fratuzzu, vendicati…..vendicati.... Ammazzala. Chistu su macchi, ca si cangellanu cu lu sancu.

Momma          -Eh, prima di tuttu nun ci diri nenti a ddà fitusa di to muglieri! Dobbiamo scoprire cu cu si misi, e si è d'ammazzarla....

Iachina                        -Fermi tutti! Ora staiu capiennu, ora! Antura, pi casu, ascuntavu ‘na telefonata di to muglieri! Quannu parlava a telefono, muzicava li paroli. Ci sintiva diri ca s'avivanu a vidiri a li sei! E ci diciva puru ca ci lassava la chiavi sutta lu tappitu. Sicuramenti stava parlannu cu l'amanti! Vidi ddà caiorda!

Paolo                          -(guardando l'orologio) Mi vinni 'ntesta ‘na cosa! Aspittati! (chiama Carmela.) Carmela, Carmela!

Carmela          -(spuntando dalla sinistra) Chi voli?

Paolo              -Ascunta ora quannu nesci ma muglieri....

Carmela          -So muglieri già niscì! Anzi mi dissi di dirici a lei, ca vi vidivavu direttamenti a la festa di so cuscinu!

Paolo                          -Ah sì? Allura ascunta fammi un piaciri. Nantri stammu nisciennu, va ni lu consulenti e mi ritiri alcuni documenti. Va beni? Amuninni! (escono dalla comune, Paolo e le sorelle. Carmela rimasta sola telefona al fidanzato.)

Carmela          -Pronto! Si ia sugnu, la tua Carmela!  Si lu sacciu, lu sacciu ca, di belle come me ce ne sono tre! Lu sacciu! Scunta: li patruna su tutti nisciuti...Sicuru...Nun ti preoccupari...Sunnu tutti nisciuti! Ascunta siccuomu ia à nesciri, ti lassu la chiavi sutta lu tappitu d'ingressu! Lu trappitu? Quali trappitu! Lu zampinu, chiddu chi è a l'ingressu….Zampinu….lu tap-pi-tu....Cuomu zerbinu? Accussì si dici? Va sbrigati a viniri! Si ia nun haiu arrivatu, rapi la porta cu la chiavi e trasi, e m'aspietti. Falla lesta! (si alza piglia la chiave che ha in tasca) Chista è la chiavi, ora ci la mittu sutta lu tappitu, e vaiu a lu sirvizzu di lu signor Paolo. (SPEGNE LA LUCE ed esce.)

SCENA TERZA

Paolo, Momma, Iachina, Franco, Anna e Carmela.

Paolo                          -(entrando dalla comune con le sorelle Momma e Iachina. Luce spenta.) Pianu, faciti pianu, ca ora amma ridiri. Perciò, tu Momma ammucciati n'arrieri la porta di la to stanza, e tu puru, Iachina. Ia m'ammucciu narrieri lu divanu, cuomu avivamu stabilutu. Quannu trasi l'amanti di ma muglieri…..patatrac! Va beni? (le due sorelle si chiudono nelle loro stanze, lasciando le porte socchiuse. Momma ritorna in scena portando un bastone al fratello.)

Momma          -Ti l'avivatu scurdatu!

Paolo              -Veru, è! (Momma ritorna a nascondersi.)

Momma          -Pauluzzu, cura è?

Paolo              -Quasi li sei!

“Cu avi crapi avi corna” commedia brillante in tre atti di Pino Giambrone

Iachina            -Ura, è! A telefono ci sintivu diri a li sei! La chiavi controllavu! E' sutta lu tappitu.Tiniemmuni pronti!

Paolo              -(si sente rumore di serratura.) Silenziu ca cà è! Ammucciativi e tinitivi pronti!

Franco             -(entrando dalla comune) Sempri a lu scuru è ‘sta casa. Nun si vidi nenti. Forsi un uorvu vidissi chiossà di mia!

Paolo                          -(gridando all'impazzata.) Forza sorelle, all'attacco! (escono le sorelle dalle loro stanze con dei bastoni, ed assieme a Paolo bastonano Franco, che tramortito viene messo dentro la cassapanca, sulla quale le sorelle si siedono sopra. Ogni tanto Franco solleva il coperchio della cassapanca, ma viene subito richiuso da Momma e Iachina. Paolo ACCENDE LA LUCE.) Finalmente l'ora della vendetta è arrivata. Aspittamu ora l'antra ura, chidda di ma muglieri. Vuogliu vidiri, si misi a confrontu, voli nigari!

Momma          -Forza u fratuzzu, tu cu dù mani e nantri cu quattru! (si sente  rumore dalla comune.)

Iachina                       -Silenziu! Vidiemmu cu veni! (si compongono, entra Anna.)

Anna                           -Cuomu accussì lu facistivu finiri lu compleannu di Ginu? (non parla nessuno.) Chi iucammu a li belli statuine?

Paolo                          -Veni cà, haiu ‘na sorpresa pi tia! (l'afferra per un braccio, l'avvicina alla cassapanca, poi fa cenno alle sorelle di alzarsi e di aprirla. Momma e Iachina non si accorgono che si tratta di Franco.)

Anna              -Bedda matri! Arrieri! E chi vi lu pigliastivu pi viziu?

Paolo                          -(che non ha capito ancora l'errore commesso.) Nun lu canusci? Questo è il tuo amante!

Anna              -Il mio amante? Ma chi ti nisci lu senziu?

Paolo                          -A mia lu senziu? Lurida megera e bu.....Teccà chissu, vidè! (porge la lettera delle analisi. Anna intuisce tutto e si mette a ridere. Meraviglia dei presenti.) Macari ti mitti a ridiri! (va verso la moglie per afferrarla, ma questa gli mostra un'altra lettera delle analisi.)

Anna               -Aspetta, aspetta ca ci fu un errore! Lieggi. (Paolo legge )

Paolo                          -Siamo spiacenti, cara signora, ma ci dobbiamo scusare. Abbiamo commesso un errore. Le analisi che le abbiamo spedito la settimana scorsa, erano errate. Lei non risulta incinta!..(Paolo incredulo guarda le sorelle, poi guarda la moglie che continua a ridere. Fa un gesto di curiosità.) E allura, chistu cà è ca dintra, nun è lu to amanti?

Momma          -Ci dasti l'appuntamentu a li sei, 'ncasa tua, lassannuci la chiavi sutta lu tappitu!

Anna              -Appuntamentu a li sei? Chiavi sutta lu tappitu?

Iachina                        -Ti lu scurdasti, antura? Ci telefonasti e ci dasti appuntamentu a li sei, 'ncasa tua! Ci dicisti, puru, ca ci lassavatu la chiavi sutta lu tappitu! Ti lu scurdasti?

Anna                           -(continuando a ridere) Ma quali appuntamentu! Antura, telefonavu a l'elettricista, c'aviva ghiri ni l'Associazione delle Donne pi riparari l'impiantu elettricu. Ci dissi, ca la chavi di la porta era sutta lu tappitu di l'ingressu! Chi vi sparanu! (ride).

Paolo              -E allura cu è chistu ca dintra? (indica la cassapanca.)

Anna                           -Cuomu, cu è? Nun lu vidistivu cu è? E' Francu, lu zitu di Carmela! (tutti ridono, Franco resta ancora dentro la cassapanca. Entra Carmela dalla comune.)

Carmela          -(stranizzata dalle risate.) Ma chi niscistivu foddi? (a questo punto fa capolino Franco, dalla cassapanca, Carmela urla.) Madonna di lu Carminu. Allura cu iddu l'aviti? Chistu è un complottu contru di mia! Mi vuliti fari addivintari viduva, prima di lu tiempu? Assassini! Mi vuliti livari di miezzu lu ma zitu! Assassini! (tirandolo con forza dalla cassapanca.) Veni cà amuri mia! Lu ma zitu c'addivintà lu vuostru passatiempu? Amunì, amunì, quantu sbariu tanticchia! (esce dalla comune con Franco.)

Momma          -Va, ia niesciu, che ho un impegno! (esce dalla comune.)

“Cu avi crapi avi corna” commedia brillante in tre atti di Pino Giambrone

Iachina                       -Ora ca mi staiu ricurdannu, puru ia haiu un chi fari. (esce dalla comune.)

Paolo              -(scusandosi) Tu, e ia avia cridutu, ca tu mi facisti li corna! Quantu sugnu babbu!

Anna                           -Chissu pirchì! Pirchi nun havutu mai fiducia ni mia, eccu pirchì! Forsi è miegliu ca niesciu puru ia! (esce dalla comune.)

SCENA QUARTA

Paolo e Antonio

Paolo                          -Mi chi cantunata pigliavu! Dubitari di ma muglieri! Ma ia dicu ‘na cosa, su zitu di Carmela chi scangià ‘sta casa pi....ma! (suonano è Antonio. Paolo va ad aprire.)

Antonio          -Unni è Rosaria?

Paolo                          -Nun l'haiu vistu ancora! Ma chi hai ca si accussì nirvusu? Chi successi cosa cu Rosaria?

Antonio          -No! Cu Rosaria no! Viegnu ora di lu commissariu di polizia! Stavo commettendo un omicidio!

Paolo               -Cuomu, cuomu! Cuntami!

Antonio          -Mi pariva ca tu lu sapivatu! Ascunta. Mentri faciva li provi di la nuova commedia, pi sbagliu, e nun sacciu cuomu fù, mi ritruovu ni li mani ‘na pistola vera a lu puostu di una a salve! Accussì sparu, all'antru attori e lu stava ammazzannu! Ora ia mi chiedo, come mai la pistola vera mi ì a finiri ni li mani, a lu puostu di chidda finta? Staiu nisciennu foddi! La polizia voli sapiri…...

Paolo                          -(sorpreso da questa rivelazione) Aspetta, un momentu! (piglia la pistola a salve dal secondo cassetto della cassettiera.) Pi casu, chi è chista?

Antonio          -(guardandola) Si, chista è! E cu ti la detti?

Paolo                          -La pistola chi usasti tu ni la scena, era chidda mia! Nun mi spiegu cuomu ì a finiri ni li mani tua!

Antonio          -Ora u capivu! La simana passata, ia purtavu cà la pistola a salve! Spiegavu a Rosaria la scena, pua mi scurdavu la pistola. Riturnau pi pigliarimilla, e Rosaria l'aviva sarvata ni la cassettiera. Allura fu tannu, ca fuoru scangiati li pistoli!

Paolo              -Ia infatti, aviva sarvatu la pistola ni la cassettiera!

Antonio          -(abbracciando il suocero) Grazie, mi sarvasti la vita. Curru ni lu commissariu e ci cuntu tutti cosi. (esce dalla comune e dimentica la pistola.)

SCENA QUINTA

Paolo e Momma

Paolo                          -Certu ca ni la vita ni succiedinu di tutti li culura! Menu mali, ca ci fu ‘stu scambiu, se no a chist'ura fussi 'ngalera pi omicidiu! Avissi ammazzatu, sicuramenti lu zitu di Carmela! (entra Momma, sconvolta. Al vedere il fratello scoppia a piangere.) A suoru, chi successi? Chi fù? Veni cà, assittati. Parla cu to fratuzzu, chi successi? (Momma piangendo, porge una lettera di analisi. Paolo legge.) ....signora lei risulta incinta! Ma chi su l'analisi di ma muglieri? (Momma con la testa dissente) E di cu sunnu? (legge a chi è intestata la lettera). Tua?...Buummm! (pianto disperato della sorella.) Sì incinta? E cuomu fu? Cuomu successi? Cu fu? Parla, cu fu? Ah, u capivu fu Pio! Nun n'è veru?

Momma          -(continuando a piangere) NO! Nun fu Pio!

Paolo                          -Cuomu nun fu Pio! E cu fu allura? A suoru, nun ti sapiva accussì  libertina, di aviri un saccu di amanti! Mi lu vua diri cu fu? Parla!

Momma          -Marino!

“Cu avi crapi avi corna” commedia brillante in tre atti di Pino Giambrone

Paolo              -Scusami, tu nun si Momma?

Momma          -Ah certu, ca sugnu ia! Chi fa nun mi canusci?

Paolo               -Dicu, chi ci trasi tu cu Marinu? Si chiddu è lu zitu, anzi era! Ca ancora nun ni riniesciu a capiri pirchì finieru ‘sti fidanzamenti! Dicu, si chiddu era lu zitu di Iachina!

Momma          -Ci trasi, ci trasi! Ti ricuordi ddà sira, ca nisciemmu di la stanza, e tu eratu assittatu cà ni lu divanu cu to muglieri, ti ricuordi! Ebbene la culpa fù di lu cognac!

Paolo              -Cuomu si fa a scurdari ddà sira! E pua chi ci trasi lu cognac! E allura?

Momma          -E allura, ddà sira successi lu fattu! (indica la lettera delle analisi).

Paolo               -Ma ddà sira, tu niscisti di la stanza cu Pio! Chi ci trasi Marinu?

Momma          -Ti dissi fù cognac! Ni misimu a biviri ia e Pio e ni ì a finiri 'ntesta. Fici n'effettu, ca mancu ia sacciu lu pirchì! Ora, mentri Pio ì a inchiri li bicchera, brillu e eccitatu com'era, scangià stanza, ì a finiri ni chidda di Iachina, e Marino ni chidda mia. E ni ‘stu scambiu....(indica la lettera delle analisi, che il fratello tiene in mano.)

Paolo              -E tu cuomu ti n'addunasti?

Momma          -L'indomani! Ci diciva a Pio: Più, cantami la canzuna chi mi cantasti assira! Ca era la canzuna chi cantava sempri Marino. Pio quannu capì ca ci fu ‘stu scambiu, nun ni vonzi chiù sapiri di mia. (piange)

Paolo                          -Ora capivu lu pirchì, vi lassastivu, e lu pirchì di lu scangiu. Si, ma ‘sta facenna s'ava aggiustari. Nun po ristari accussì 'ntridici! Ora telefunu a Marinu e lu fazzu viniri!

Momma          -No! Nun ni vuogliu sentiri parlari!

Paolo                          -Ascunta, chiuiti ni la to stanza, ca ora ci pienzu ia! (Momma si ritira nella sua stanza. Paolo piglia la cornetta e telefona.) Pronto! Casa Rosa? Chi si Marino? Ascunta, po viniri a casa mia?….Cu sugnu?….. Ah, scusami….Paolo, lu frati di Iachina. Si nun ti dispiaci, po viniri subitu?….Ah….Nenti cosi chi riguardanu ia e tia…..Ciao!

SCENA SESTA

Paolo e Iachina

Paolo                          -S'avissi vinutu n'angilu di lu cielu, e m'avissi dittu: vidica to suoru, chissu, chissu e chissu, nun ci avissi mai cridutu. (entra Iachina, vedendo il fratello si mette a piangere.) Iachina a suoru, chi ti successi? Chi fù? Veni cà, assittati! Parla, chi ti successi? (si dispera, non vuole parlare, poi alla fine porge una lettera di analisi, al fratello che legge.) ......visti le analisi.....risulta incinta! Puru tu, la suoru? E chi vi mittistivu, d'accordu? E cu mi l'aviva diri! Dimmi cu fù?

Iachina                       -(piangendo) Fu..fu..Pio!

Paolo              -Cuomu Pio? Nun fu Marino?

Iachina                        -Pio, Pio, Pio fù! Ti ricuordi ddà sira cà, ca nantri nisciemmu di li nostri stanzi...ebbene fu ddà sira ....e culpa di lu cognac.

Paolo              -Ma ‘stu cognac, accussì potenti è!

Iachina                        -Ddà sira ni misimu a biviri....

Paolo                          -...Bivi tu, e bivu ia, vi 'mbriacastivu tutti e quattru e ci fu lu scambiu. Pio trasì ni la to stanza, e Marino ni chidda di Momma!

Iachina                        -E cu ti lu dissi a tia?

Paolo                          -To suoru! Vinni prima di tia, e mi cuntà tutti cosi! Ora nun ti preoccupari, c'aggiustu tutti cosi ia! Teliefunu a Pio!

Iachina                       -Nun t'arrizzicari! Ia a su antipaticu di Pio, nun lu vuogliu sentiri, mancu parlari!

Paolo              -M'arrizzicu, m'arrizzicu. Ora ci teliefunu!

“Cu avi crapi avi corna” commedia brillante in tre atti di Pino Giambrone

Iachina                        -Ti dissi, no! (piange).

Paolo                          -Vatinni, ni la to stanza, ca chissi su cosi ca mi l'ha vidiri ia! (Iachina si ritira nella sua stanza, e Paolo telefona a Pio.) Pronto?...Cu si Pio?….Ascunta, sugnu Paolo, lu frati di Momma! Aspetta...è ‘na cosa mia personale….T'avissi a parlari....’na cosa mia personale è!...va beni?...po viniri subitu?....Si anche ora! Ciao! ( Posa la cornetta. Seduto sul divano) Certu si vinissi ddù angilu d'antura, e mi dicissi chissu, chissu e chissu, ora ci avissi cridutu. Le mie due sorelle pudiche! Timorate da  Dio! Casa  e chiesa, chiesa e casa! Unni...ma...bo!

SCENA SETTIMA

Paolo e Rosaria

Rosaria            -(entrando dalla comune e vedendo il padre, si mette a piangere.) Papà!...Papà!

Paolo                          -Figlia mia! Chi ti successi? T'azzuffasti cu Antonio? (diniego di Rosaria) Arristaru a Antonio? (altro diniego) E dimmillu, allura chi fu? (Rosaria porge al padre una lettera di analisi.) Bedda matri! Videmma tu! No nun po’ essiri! (legge) Cuomu pinzava è! Prima li to zì, e ora tu! Certu ca ni ‘sta casa…..cuomu dici lu proverbiu: CU AVI CRAPI, AVI CORNA, proverbiu ca nun sbaglia! Ia n'haiu cincu crapi, e a voglia di corna! Dai calmati...ma dimmi almenu cu fu? Cu fu Antonio? Nun mi diri ca nun fu iddu, ca ci fu scambiu…..se no t'ammazzu! Ti tiru lu cuoddu!

Rosaria            -Iddu fu, Antonio!

Paolo                          -Menu mali! Almenu ‘sta vota, nun ci fu scangiu! Ma dimmi ‘na cosa, chi fu ddà sira…..

Rosaria            -Si, ddà sira, fu! Ni misimu a biviri lu cognac....

Paolo                          -Basta ca mi staiu 'mbriacannu puru ia! Certu ca ‘stu cognac è portentoso! Sirata prolifica, fu! L'abbunnanza nun fa caristia! Nun chiangiri, ca ora quannu veni Antonio ci diciemmu tutti cosi! Priparati li carti e subitu vi maritati!

Rosaria            -E a la mamma cu ci lu dici?

Paolo                          -Ci lu dicu ia, nun ti preoccupari. Ora vatinni ni la to stanza, ca quannu veni to matri ci lu 'mpiattu ia! Spaddi forti, sugnu! Ora priparammu ‘sti carti….vatinni, vatinni ni la to stanza. (Rosaria entra nella sua stanza.)

SCENA OTTAVA

Paolo e Marino

Paolo                          -Giustu dici lu dettu anticu: Nun c'è dù senza trì! Ma ia dicu, tutti ddà sira. (va verso il tavolinetto bar, piglia la bottiglia contenente il cognac, ed annusa. Vuole bere ma poi ci rinuncia. Suonano alla porta.) Chi traficu oi! (va ad aprire, è Marino.) Accomodati!

Marino                        -Chi successi cosa?

Paolo              -No, cosa di nenti. Assittati! (porge le lettere delle analisi) Piglia‘na carta!

Marino                       -Chissù si cosi?

Paolo              -Contratti!

Marino                       -Contratti? Contratti di cu?

Paolo              -(porgendo una lettera, quella di Momma) Te, lieggi!

Marino                       -(pigliando la lettera e leggendo. Sorpreso) E chi ci trasu ia?

Paolo                          -Ci trasi, ci trasi! Ti ricuordi ddà sira di lu cognac. Quannu vi mittistivu    a biviri e pua …..Ti ricuordi?

Marino                        -Si! Ma ia cu Momma chi ci trasu...Pio, cu sa!

“Cu avi crapi avi corna” commedia brillante in tre atti di Pino Giambrone

Paolo                          -Ddà sira, ti ricuordi ca ci fu un certu scambiu, tu trasisti ni la stanza di Momma e...ti ricuordi? Quindi caro Marino, tu ci trasi, e vistu ca ci trasi, t'ha maritari a ma suoru Momma!

Marino                       -Si, ma ia cu Iachina era zitu!

Paolo              -Si, ma ccà (mostrando la lettera) c'è il frutto dello scambio...perciò...

Marino                       -(alzandosi) Ia nun mi maritu cu nuddu!

Paolo                          -(fermandolo) Ascunta, ti dugnu chiddu chi tu disidiravatu pi doti. Lu tirrenu ni la parti anta, e la casa di via Roma, e ti dugnu puru n'antra cosa. (piglia la pistola a salve, che teneva in tasca e gliela punta in testa.) Si nun accietti, ti dugnu un cuorpu di pistola. E' veru c'accietti? Momma è ddà dintra, ca t'aspetta. Vacci! (Marino va verso la stanza di Iachina, ma viene fermato da Paolo) No! L'antra porta è! (Marino entra nella stanza di Momma.)

SCENA NONA

Paolo e Pio

Paolo                          -Cuomu cunvingi ‘sta cosa, (riferendosi alla pistola) mancu li tirrena e li casi. (suonano alla porta, Paolo rimette la pistola in tasca e va ad aprire. E' Pio.) Assittati, Pio! T'ha diri ‘na cosa 'mportanti! Perciò ti ricuordi ‘na simana fa, quannu festeggiastivu, tu e Momma e vi mittistivu a biviri lu cognac? Ti ricuordi?

Pio                   -Di quali sira, parli?

Paolo                          -Ddà sira, ca v'inchiustivu ni la stanza cu ma suoru, e vi mitistivu a biviri, bicchera di cognac, pua niscistivu di la stanza e ia e ma muglieri eramu ccà, assittati ni lu divanu? Ti ricuordi?

Pio                              -Si! Ora mi ricuordu! Ni misimu a biviri, bicchera di cognac….Si ora mi staiu ricurdannu...

Paolo               -Sulu cognac, vivistivu ddà sira?

Pio                   -Sulu cognac!

Paolo              -Sulu cognac? E chista di unni veni! (porgendo la lettera delle analisi).

Pio                  -(leggendo, e sorpreso) E ia chi ci trasu cu Iachina?

Paolo                          -Chi ci trasi? Nun ti ricuordi, lo scambio, chi ci fu ddà sira? A canzuna, u motivettu, ti ricuordi?

Pio                              -Ma ia ci lu dissi, a simana passata a Momma, ca la canzuna nun mi pirsuadiva, ca era ‘na canzuna chi cantava Marino...

Paolo                          -O ti pirsuadiva o nun ti pirsuadiva, fattu sta ca ddà sira, tu e Marino scangiastivu li carti. Tu facisti dannu cu Iachina, e Marino cu Momma. Ora tu arriparari ‘stu dannu chi facisti cu Iachina. Tantu a tia nun t'interessa Momma o Iachina ma la doti! E nun ti preoccupari, ca ti toccherà tirrenu e casa che hai desiderato!

Pio                  -Ma ia…..

Paolo                          -Ma ia e tu siemmu dù! Anzi cu chista faciemmu trì! (gli punta la pistola alla tempia.) Iachina è ddà dintra!

Pio                  -Curru, curru subitu!

Paolo                          -La porta è chidda! Nun sbagliari! Nun scangiammu carti! (Pio entra nella stanza di Iachina.)

SCENA DECIMA

Paolo e Antonio

“Cu avi crapi avi corna” commedia brillante in tre atti di Pino Giambrone

Paolo                          -‘Sta cosa è convincenti, (riferendosi alla pistola, la rimette in tasca. Suonano alla porta, è Antonio. Paolo va ad aprire.)

Antonio          -Vinni Rosaria?

Paolo              -Sì, vinni!

Antonio          -E unni è?

Paolo                          -Ddà dintra! Vacci, ca t'ava parlari, e si nun ti cunvingi idda, ti cunvingiu ia…..và…..và…..(Antonio entra nella stanza di Rosaria.)

SCENA UNDICESIMA

Paolo, Anna, Rosaria e Antonio

Paolo               -Traficu, chi c'è oi! E chi è la casa di lu sinnacu? (entra Anna)

Anna              -Ciao, sulu sì? Unni è lu riestu di la famiglia?

Paolo               -(porgendo le analisi di Momma) Ca c'è lu primu riestu!

Anna                           -(leggendo) Bedda matri! Tu..ma...no...muoru, muoru...Momma è incinta? Nun ci puozzu cridiri. Cuomu idda casa e chiesa. Ma….ma…. TU! Si avissi vinutu n'angilu di…...

Paolo              -...Vinni, vinni già!

Anna               -Cu?

Paolo              -L'angilu, e mi lu dissi diversi voti!

Anna              -(che non capisce l'ironia) E cu fù , Pio?

Paolo              -No!

Anna               -Cuomu, no! E cu fù, allura?

Paolo               -Marino!

Anna              -Ma scusami, nun stammu parlannu di Momma? (guarda la lettera)

Paolo              -(porgendo le analisi di Iachina) Te! Lieggi chist'antra!

Anna                           -(leggendo) Iachina! Videmma idda! Videmma idda incinta! E chi c'è n'epidemia! TU! Di Momma, macari mi l'avissi aspittatu. Idda è cchiù libertina! Ma di Iachina, no! Ma dimmi ‘na cosa, di Iachina cu fù Marino?

Paolo              -No!

Anna              -Cuomu, no? E allura cu fuoru? Si nun fuoru Pio e Marino?

Paolo              -Marino e Pio!

Anna               -Cuomu, nun capisciu!

Paolo                          -Cambia l'ordine dei fattori, e il prodotto non cambia. Pi Momma fù Marino, pi Iachina fù Pio!

Anna               -E chi ficiru, si li scangiaru? Cu ti lu dissi a tia?

Paolo              -Tutti quattru! L'hannu affermatu, tutti quattru antura!

Anna               -Antura? E allura ci parlasti ca avi picca! Ma cuomu fù ‘stu scambiu?

Paolo                          -Ti ricuordi ddà sira…..Ah propositu, unni la mittisti ddà bottiglietta ca purtavu di lu Brasili?

Anna              -La ittavu!

Paolo              -China?

Anna              -No, vacanti!

Paolo              -E lu contenutu, unni lu versasti?

Anna                           -(dapprima non vuole parlare, ma dopo l'insitenza del marito, indica la bottiglia di cognac.) Ddà!

Paolo              -Ora sì ca tornanu li cunti!

Anna              -Quali cunti?

“Cu avi crapi avi corna” commedia brillante in tre atti di Pino Giambrone

Paolo                          -Eccu spiegatu lu motivu, di lu pirchì di tanta insitenza, ni ddà famusa sira, pi farimi viviri lu cognac…..Perciò ti stava diciennu,   ddà famusa sira, li dù ma suoru, con li rispettivi ziti, si vippiru bicchera di cognac! Si sono eccitati, e ni lu trasiri e nesciri scangiaru stanzi, e successi…..(mostra le analisi.)

Anna                           -Certu ca ‘na cosa di chissa, sulu ni la to famiglia putiva succediri! Suoru, tutti ni ‘na vota! Pigliaru un filiddu di la to nannavula!

Paolo              -Nun accuminciammu a rimiscari li cosi passati!

Anna                           -Ne ca lu po’ammucciari! Lu sannu tutti cu era Gesua La Quartarara! Ni la ma famiglia, di ‘sti cosi nun ci ni sunnu, sina alla settima generazione passata, e mancu ci ni sarannu, mai e poi mai! Ia alle mie figlie ci l'haiu 'mparatu l'educazione, ci l'haiu 'mparatu cuomu s'anna cumpurtari. Le mie figlie sunnu sancu di lu ma sancu!

Paolo              -E anchi di lu mia. Quindi un filiddu ci l'hannu di mia e di li ma suoru!

Anna              -Ia a li ma figli, ci l'haiu fattu la scola!

Paolo              -(porgendo la lettera delle analisi di Rosaria) E chistu è lu tema svoltu!

Anna                           -(leggendo e sconcertata) Macari ma figlia Rosaria! No! Ma ia l'ammazzu! Ci tiru lu cuoddu. Madonna di lu Carminu! Mi sientu mali. Mi sientu mali! Mi sientu mancari! Ma figlia Rosaria incinta! (si dispera a soggetto) Ma cuomu fù? (Paolo indica la bottiglia di cognac.) Macari idda! Macari idda s'infittà di ssù liquori. Ah cuomu mi sientu mali. Nun mi diri ca pi idda ci fù lu scambiu, ah! Dimmi ca fu Antonio!

Paolo                          -To figlia è fedeli nei secoli! Nun ti preoccupari, ca Antoniu fù! Nun c'è bisuognu ca fa scenati. Accuetati la testa, ca ora priparammu li carti, e li faciemmu maritari! Cu ‘sti carti amma fari n'enciclopedia.Trì, tutti 'ntra ‘na vota!

Anna              -E unni è Rosaria?

Paolo              -Ddà banna. Cuomu su ddà banna li ma suoru.

Anna              -Ora ci vaiu! (va verso la stanza di Rosaria e viene fermata da Paolo).

Paolo                          -Lassala stari, ca c'è Antonio, e lu risuolvunu tra iddi lu problema. Lassali stari. Su tutti sei 'nchiusi ddà dintra ca si stannu cunfissannu.

Anna              -E cu mi l'aviva diri! S'avissi vinutu n'angilu di lu paradisu...

Paolo              -..Vinni, vinni….

Anna              -Cu?

Paolo                          -L'angilu, oi ha fattu lu commessu viaggiaturi. Ora calmati, ca su tutti cosi aggiustati! (si avvicina verso le porte) Almenu, vuci nun ni sientu! Silenzio assoluto! La cosa è fatta. (escono dalla stanza Rosaria e Antonio)

Rosaria            -(correndo ad abbracciare la mamma) Mamà!

Anna              -Veni ccà, figlia mia! Nun ti preoccupari, ca nun si ne la prima ne l'ultima!

Paolo              -La terza!

Antonio          -Nun ti preoccupari, mamà, la rispetterò sempre, sino alla morte!

Anna                           -Veni ccà puru tu, Antonio! Vidica t'affidu a ma figlia. Rispettala sempri! (guarda il marito). Auguri! (abbraccia Rosaria e Antonio. Entrano Momma, Marino, Iachina e Pio.)

SCENA DODICESIMA

Detti, Momma, Marino, Iachina e Pio

Paolo                          -Auguri anchi a uantri. (abbaraccia le sorelle, poi abbraccia Marino, e lo chiama  in disparte.) Veni ccà, lu cugnatu, vidica t'affidu a ma suoru Momma, rispettala e trattala beni! (poggiano la pistola, che tiene in tasca dei pantaloni, sulla gamba di marino) Vidica è  sempri ccà! (poi chiamando Pio.) Veni ccà, puru tu, u cugnatu,

“Cu avi crapi avi corna” commedia brillante in tre atti di Pino Giambrone

anchi a tia t'affidu a ma suoru Iachina, rispettala e trattala beni! (come sopra) Vidica ddà cosa è sempri ccà! Pronta a lu sparu!

Momma          -Paulinu, pirchì dicisti auguri anchi a uantri? Chi c'è qualchi antra nuvità?

Paolo                          -E cuomu no! To niputi Rosaria vi vinni appriessu a uantri davanti e idda narrieri! Anchi idda è incinta!

Iachina            -Auguri, la niputi! (si scambiano gli auguri, nel frattempo entra Carmela con Franco.)

SCENA TREDICESIMA

Carmela e Franco

Carmela          -(festante) Signura Anna, signor Paolo signurine Momma Iachina, signurina Rosaria....

Paolo              -….Arrieri all'appellu, siemmu!

Carmela          -Signori tutti, vi comunico ca siemmu incinti….ca sugnu incinta! (si prende gli auguri di tutti.)

Paolo                          -Prosita e prusituna! Trì e una quattru! Mi pari ca ‘sta vota lu proverbiu sbaglià! E cu fù? Cu fu lu to zitu?

Carmela          -Certu! ‘Stu fustu, fù! (da una pacca sulle spalle a Franco). Cu ‘stu fustu fù! Un cavaddu è, signor Paolo. Chi sugnu cuntenta!

Paolo              -Ma dimmi ‘na cosa, chi fù ddà sira, chi vinni ia di lu Brasili?

Carmela          -Propriamenti, ddà sira fù! Ni misimu a biviri cognac e…..(Paolo si da un colpo sulla fronte e guarda la moglie).

Paolo                          -A ‘stu puntu, cridu che dobbiamo festeggiare, questo avvenimento. Carusi pigliammu un bicchieri l'unu e brindammu cu lu cognac! (tutti lo guardano, come per dire: ancora? Entra Gesina. Resta ferma un po a guardare dopo scoppia a piangere.)

SCENA QUATTORDICESIMA

Detti e Gesina

Paolo                          -(vedendo piangere la figlia) No! Nun po’ essiri! (gli altri non capiscono cosa vuole alludere Paolo).Veni ccà, chi successi?

Gesina            -(piangendo) Aspetto…..aspetto un…..aspetto un…....

Paolo              -No! Videmma tu!

Anna               -Chi successi, parla!

Gesina                        -Aspetto un…..aspetto un…..aspetto un anno per il mio compleanno e mancu mi faciti la festa!

Paolo                          -(tranquillizzandosi) Tu, veru è! Oi lu compleannu fa! E cu ci aviva pinzatu. Cuomu è ca ni lu scurdammu. Nun ti preoccupari ca 'mmarruggiammu subitu ‘na festa. Carusi, forza, ballammu ‘sta quatriglia. (ballano).

FINE DELLA COMMEDIA