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CURCULIO

CURCULIO

di Tito Maccio Plauto

Tradotto e ridotto daARCANGELO ADRIANI

PERSONAGGI

                      

PALINURO……………… servo furbo

                        

FÈDROMO……………..   giovane innamorato

LEENA………………….   vecchia guardiana

PLANESIA………………  vergine innamorata

CAPPÀDOCE……………  lenóne

CUOCO…………………..  cuoco

CURCULIO……………… parassita

LICÒNE………………….  banchiere

                       CHORAGÙS………………trovarobe

TERAPONTÌGONO…….. soldato

SERVOS …………………. servo accompagnatore

ATTO I

Scena 1

PALINURO, FEDROMO, UN SERVO

PALINURO [Arrivando dal foro]

Ehi Fèdromo, si può sapere dove te vai tutto imbellettato e con questo corteo nel cuore della notte?

FÈDROMO [venendo fuori da casa sua con un servo]

Adonde me comandan Venere e Cupìdo, adonde me spinge Amore. Si, senior. Con las sombras de la noche o con las claras del día. Con el paso spedito o el nemico enfrente. Oggi è il giorno prestabilito.

PALINURO

Aspetta un attimo…..

FEDROMO

Espetta un cavolo!

PALINURO

Fèdromo, non ti riconosco più. Tu, un giovane così distinto, con un cero in mano…. Tu che ti fai da servo!

FEDROMO

Esto cero è el resultado del labor delle care api insieme al dulce miele. Vuoi che io non lo offra al mi dulcíssimo amor?

PALINURO

Ma insomma si può sapere dove stai andando?

FEDROMO

Bièn. Ésta è la casa de un lenone. Égli tiene una siervecilla.

PALINURO

Una siervecilla?

FEDROMO

Una siervecilla, una servetta. Testa de rapa! El lenone vuole convertirla en prostituta, però ella està perditamiente enamorada de me. Ma io non posso recambiarla.

PALINURO

In che senso?

FEDROMO

Porque io la amo follemiente, porque ella me ama a mí, e porque ella è de mia propriedad.

PALINURO

Male, molto male. L'amore clandestino è un brutto affare. Ti porta dritto dritto alla rovina. Ma dimmi un po' l'hai già cavalcata?

FEDROMO

Per quello che me riguarda, pura como la nieve. Una sorella para mí. A menos che i miei baci non abbiano scalfito el su pudor.

PALINURO

Tienilo sempre presente: accanto al fumo c'è sempre la fiamma; e se col fumo non ci si può bruciare, con la fiamma sì. Chi vuol mangiar la noce rompe il guscio; e chi vuole andare a letto con l'innamorata si apre la strada a forza di baci.

FEDROMO

Ma ella è una muchacha pudica, non va ancora a letto con los hombres.

PALINURO

In casa di uno zozzone come il lenóne?

FEDROMO

Cómo puedes dir una tale cosa? Tutte le volte che le si presenta una ocasiòn, ella escapa e viene da me, me da un beso e se ne va via. Tutto perché esta canaglia de un infermo de lenone, che dorme aquì, nel templo de Esculapio, me tortura.

PALINURO

E perché?

FEDROMO

Porque una volta pretende por ella trenta mine, un'altra volta un talento fuerte. Non c'è modo de ponerse de acuerdo, ne de farlo ragionare.

PALINURO

E tu pretendi di ottenere da lui, ciò che un lenone non può dare?

FEDROMO

Ahora ho mandato in Caria, un mio parassita a chiedere dinero en prestito a un amigo. Se ritorna sin dinero, sono perduto. [Rivolgendosi ad un servo che porta una brocca di vino] Muchacho, la brocca.

PALINURO

Che vuoi fare?

FEDROMO

Lo saprai subito. Aquí, a guardia della puerta, duerme una vecchia, Leonessa, una gran bebedora de vino puro.

PALINURO

Una specie di boccale senza fondo, in cui si versa il vino di Chio!

FEDROMO

Insomma es una ubriacona. Appena spruzzo de vino esta puerta, dall'odore ella entiende che io sono aquí, e subito me abre.

PALINURO

Allora questa brocca di vino è per lei?

FEDROMO

Tien qualcosa en contrario?

PALINURO

No, per Ercole. Io credevo la facessi portare per noi!

FEDROMO

Silencio. Se ne avanza a ella, ce ne sarà anche para nosotros.

PALINURO

Ma quello è un fiume: va a finire tutto al mare.

FEDROMO

Vamos! Palinuro seguimi fino alla puerta. Por acquí, Palinuro, fai a modo mio.

PALINURO

Va bene.

FEDROMO [versando il vino sulla porta di Cappadoce]

Anda, bebe amiga mia, puerta amatissima, avvinazzati, muestrati propicia. Aiudame!

PALINURO

Vuoi delle olive, capperi, condimento?

FEDROMO

Sveglia la tu guardiana, falla uscire.

PALINURO

Oh, stai versando tutto il vino, sei pazzo?

FEDROMO

Guarda, guarda como se abre esta puerta graziosissima. I cardini non cigolano. Es un encanto!

PALINURO

Perché non li baci?

FEDROMO

Zitto! Copriamo la luz e la voz.

PALINURO

Come vuoi, la luz e la voz.

Scena 2

PALINURO, FEDROMO, LEONESSA

LEONESSA [venendo fuori dalla casa del lenóne]

Profumo di vino vecchio sul mio naso si è gettato. Voglia di lui m'attira nelle tenebre bramosa. Dove, dov'è. Vicino a me. Evviva l'ho trovato! Ti saluto, anima mia, spirito di Bacco! Tu vecchio, io vecchia…… di te son bramosa. L'effluvio  di tutti i profumi è nauseante al tuo confronto. Tu per me sei mirra, tu per me sei rosa, zafferano, cannella, cinnamono, lavanda; oh essenza di fieno greco!

Dove sei stato versato, là mi vorrei sepolta. Ma finora ho soltanto annusato l'odore: perché ora non dai un po di gioia anche alla mia gola? L'odore non mi basta, dov'è lui? Voglio lui, toccarlo, versare il liquore qua dentro a sorsate, tutto d'un fiato. Ma sta scappando da quella parte, lo seguo.

FEDROMO

Esta vecchia ha sete.

PALINURO

Poco, poco, vero?

FEDROMO

Sta tranquillo, solamente venticinco litros!

PALINURO

Per Pollùce, se dici la verità, a questa vecchia, a lei sola, tutta la vendemmia di quest'anno non basta! Doveva essere un cane con quel naso da segugio!

LEONESSA

Per favore, di chi è questa voce che parla lontano?

FEDROMO

Me pare che bisogna chiamare la vecchia. Le vado encontro. Leonessa, vieni aquì, voltati, sono aquí.

LEONESSA

Chi mi chiama?

FEDROMO

Il signore del vino, el simpatico Bacco, che vedendoti scaracchiare, prosciugata ed addormentata, te porta el remedio para placar la tua sete.

LEONESSA

Quanto è lontano da me?

FEDROMO

Guarda esta luce.

LEONESSA

Ti supplico, allunga il passo per raggiungermi!

FEDROMO

Salute!

LEONESSA

Salute a me, secca come sono per la sete?

FEDROMO

È giunto el momento de calmarla.

LEONESSA

Quanto tempo ci vuole?

FEDROMO

Bevi, bevi, simpatica vecchia.

LEONESSA

Salve, luce dei miei occhi!

PALINURO

Su, versalo subito nel baratro, allaga la cloaca!

FEDROMO

Silencio, non permito che le se dica del male.

PALINURO

Veramente io il male glielo farei, piuttosto.

LEONESSA [avvicinatasi al tempio di Venere]

Venere, ti offro un poco di questo poco vino, controvoglia, perché a te gli innamorati te ne offrono sempre un poco, quando bevono alla salute del loro amore, mentre a me queste occasioni mi capitano così raramente!

PALINURO

Ma guarda quella sporcacciona, come  tracanna avidamente il vino puro, a sorsettoni!

FEDROMO

Per Ercole, sono muerto. Non so como incomiciare!

PALINURO

Dille quello che hai detto a me.

FEDROMO

Che cosa?

PALINURO

Che sono muerto.

FEDROMO

Che los dios te destruggano!

PALINURO

Dillo a lei!

LEONESSA [leccandosi i baffi]

Ahhh!

PALINURO

Che c'è, ti è piaciuto?

LEONESSA

Tanto dolce!

PALINURO

Tanto dolce sarebbe bucarti con un pungolo!

FEDROMO

Silencio……..

PALINURO

Non parlo più. Ma guarda come ingurgita l'arcobaleno. Per Ercole, credo che oggi pioverà!

FEDROMO

Glielo dico ora?

PALINURO

Che cosa?

FEDROMO

Che sono muerto.

PALINURO

Forza, diglielo.

FEDROMO

Ascolta, vecchia…. Voglio che tu sappia una cosa. Io sono completamente muerto.

LEONESSA

Ed io, per Pollùce, sono completamente salva! Ma che ti prende? Che cosa ti salta in testa per dire che sei muerto?

FEDROMO

Sono privo del mio amor!

LEONESSA

Fedromo mio, non piangere. Se tu non mi lasci morire di sete, io, in questo preciso istante, ti porto qui la tua innamorata [rientra in casa].

FEDROMO

Si me das la tua parola, ti faccio una estatua, no de oro, ma de vite. Un monumento alla tu gola. Palinuro, chi può essere tanto fortunado como me, se ella viene aquí da me?

PALINURO

Certo, per Pollùce, ma se un innamorato  non ha soldi, se la passa molto male!

FEDROMO

Non è il mio caso. Sono seguro che oggi el mio parrassita tornerà da me con el dinero.

PALINURO

Credo la cosa sia poco probabile!

FEDROMO

Che ne dici se mi avvicino alla puerta, e le canto una serenada?

PALINURO

Se ne hai voglia, io non te lo ordino né te lo proibisco. Certo che non ti riconosco piú, padrone mio, non sembri quello di sempre, sei molto cambiato.

FEDROMO

Chiavistelli, chiavistelli, ve saludo con placer,

ve desidero, ve amo, sempre voi cerco ed imploro:

cari, siate compliacentes, con un enemorado.

Ora via, per il mio amor, como barbari ballarines,

sussultate, ve ne prego, fate uscire la mi amante,

che tracanna todo el sangre all'infelice enamorado.

Ma guardate como duermen i malvagi chiavistelli!

Non se affrettano a spostarsi dopo  esta serenada!

Vedo bene: proprio vero, non volete complacerme!

Silencio! Silencio!

PALINURO

Non fiato.

FEDROMO

Sento el suono che esperavo!

Finalmente, per Pollùce, i chiavistelli me concedono las gratias!

Scena 3

PALINURO, FEDROMO, LEONESSA, PLANESIO

LEONESSA [ a Planesio]

Esci piano, non fare scricchiolare la porta, non fare cigolare i cardini…..  Il padrone non deve accorgersi di quello che stiamo facendo, Planesio mia! Aspetta verso un poco d'acqua.

PALINURO

Guarda la vecchia, come pratica bene la cura. Lei si scola il vino e alla porta dà da bere l'acqua!

PLANESIO

Dov'è colui che mi chiama in giudizio davanti al tribunale di Venere? Eccomi, io sono qui, e lui dov'è?

FEDROMO

Eccomi aquì. La muerte, piuttosto che non respondere al tuo rechiamo, mio dolce miel.

PLANESIO

Anima mia, non è giusto che il mio innamorato stia tanto lontano da me!

FEDROMO

Palinuro! Palinuro!

PALINURO

Sono qui. Che hai di buono per chiamare Palinuro?

FEDROMO

Es un encanto!

PALINURO

Proprio un bell'incanto!

FEDROMO

Me siento un dios.

PALINURO

Macché dios! Sei soltanto un uomo e per giunta un uomo che non vale niente.

FEDROMO

Hai mai visto o vedrai mai una cosa tanto equiparable a los dios più de questa?

PALINURO

Io vedo soltanto che tu ti senti male, e me ne dispiace.

FEDROMO

Stai zitto. Me estás fastidiando.

PALINURO

Ma perché continui a tormentarti? Quando uno vede il suo amore, ne deve approfittare!

PALINURO

Hai ragione a remproverarmi, Palinuro. Io non desidero altro tan ardientemente como esto!

PLANESIO

E allora abbracciami, e tienimi stretta tra le tue braccia.

FEDROMO

Por esto amo la vida. Visto che el tu patrón te tiene nascosta da me, io te avrò furtivamente.

PLANESIO

Tenermi nascosta da te? Non può e non ci riuscirà. Solo la morte potrà separare da te l'anima mia!

PALINURO

Non resisto più, devo accusare il mio padrone: se uno ama un pochino e con cervello va tutto bene, ma se uno va fuori di testa, va tutto male: guardatelo, questo sta sprofondando tutto nella follia d'amore! E allora, Fedròmo? Hai fatto voto a Venere di vegliare tutta la notte? Per Pollùce, qui fra poco ci sarà l'alba!

FEDROMO

Silencio.

PALINURO

Ma che silencio e silencio. Perché non andiamo a dormire?

FEDROMO

Già duermo, non me gritas ne las recchias!

PALINURO

Ma se sei sveglio come un grillo!

FEDROMO

Io duermo a modo mio. Questo è il mio dulce suegno!

PALINURO

Ehi donna, non è giusto far soffrire un uomo che non ti ha fatto niente!

PLANESIO

Ma tu ti arrabbieresti, se uno ti togliesse il piatto sotto il naso mentre mangi?

PALINURO

Niente da fare. Vedo che si struggono d'amore. Il loro sguardo è allucinato dalla follia. Guarda come si abbracciano e si avvinghiano disperatamente. Ma insomma, volete staccarvi?

PLANESIO

Non c'è felicità che duri una vita; ma tu guarda se al nostro piacere ci si doveva venire ad appiccicare questo scocciatore!

PALINURO

Che dici, svergognata? Tu, con quegli occhi da civetta, osi chiamare scocciatore me? Caricatura d'una maschera ubriaca e senza cervello!

FEDROMO

Como osi insultar la mia Venere? Uno schiavo da legnate, osa metter bocca en mi descuersos?

Per Ercole, lo pagherai caro quello che hai detto. Prendi, esto par la tua lengua larga, così imparerai  a meditar le tue parole.

PALINURO

Aiuto, Venere nottambula!

FEDROMO

Ancora, schiena da legnate?

PLANESIO

Ti prego, non picchiare questa pietra: puoi rimetterci la mano!

PALINURO

Mi ripaghi così? Fedromo, tu stai sollevando un grande scandalo. Riempi di legnate chi ti dà buoni consigli e ami questa stupidella. Ma è possibile che ti comporti in modo così sconveniente?

FEDROMO

Se tu trovi un enamorado che si comporti bene, portamelo aquì, e io te pago a peso de oro.

PALINURO

E se tu trovi, invece, un padrone che si comporti bene, portamelo qui che  te lo pago a peso di stagno.

PLANESIO

Addio, pupilla degli occhi miei: sento il rumore ed il cigolio del cancello, il custode sta aprendo il tempio. Ma dimmi fino a quando ci ameremo di nascosto, con incontri sempre furtivi?

FEDROMO

No durerà nada. Tre giorni fa ho mandato il mi parassita en Caria, para trovar el dineiro. Oggi stesso estará aquí.

PLANESIO

Mi dici sempre la stessa cosa!

FEDROMO

Io juro su Venere che non consentirò che tu duerma più de tres días  en esta casa.

PLANESIO

Non te lo dimenticare! E prendi quest'altro bacio prima che me ne vada.

FEDROMO

Per Ercole! Esta muchacha non la cambierei neanche por un regno. Quando ce rivedremo?

PLANESIO

Dipende da te: se mi ami, comprami. Cerca di vincere con una buona offerta, piuttosto che continuare a parlare. Addio. [Rientra in casa del lenóne]

FEDROMO

Sono muerto, Palinuro! Me abandona! Già me abandona!

PALINURO

Io si che sono muerto, dalle botte e dal sonno!

FEDROMO

Andiamo, sígueme. [I due rientrano in casa].  

ATTO II

Scena 1

CAPPÀDOCE, PALINURO

CAPPÀDOCE [Giungendo dal tempio di Esculapio, dopo aver praticato la sacra cubatio]

Ormai ho deciso: caro tempio di Esculapio, ti saluto! Questo dio  non mi calcola per niente e non mi vuole guarire. Ah, la salute s'è presa una bella vacanza e le sofferenze aumentano.

Ormai cammino come se ci avessi una specie di cintura attorno alla milza; mi pare di essere incinto di un paio di gemelli. La mia sola paura è quella di squartarmi in due pezzi: ah povero me!

PALINURO [uscendo dalla casa di Fèdromo]

Cerca di ragionare, Fèdromo, ascoltami, non stare a preoccuparti. Lo so che stai sulle spine perché il parassita non è ancora tornato dalla Caria. Ma vedrai che quello arriverà presto col denaro: la sua fame atavica non credo possa reggere per molto tempo!

CAPPÀDOCE

Chi è che parla?

PALINURO

Di chi è questa voce?

CAPPÀDOCE

Ma non è Palinuro, il servo di Fèdromo?

PALINURO

Chi è quest'uomo col ventre a magazzino e gli occhi verdi come l'erba? Dall'aspetto lo riconosco, ma dal colore no. Ah, ma sì, sì, ora lo riconosco: è il lenóne Cappádoce. Ora gli vado incontro.

CAPPÀDOCE

Salute, Palinuro.

PALINURO

Salute, re degli zozzoni. Come va?

CAPPÀDOCE

Si tira a campare….

PALINURO

Certo, come meriti. Ma cos'hai?

CAPPÀDOCE

La milza mi tortura, i reni mi dolgono, i polmoni sono a pezzi, il fegato è straziato, le radici del cuore vanno in malora, tutte le budella mi affliggono.

PALINURO

Allora vuol dire che soffri di una malattia epatica!

CAPPÀDOCE

È facile  sfottere uno che sta male.

PALINURO

Ma no, ascolta i miei consigli: resisti qualche altro giorno, finché tutte le budella non si putrefanno e non sono pronte per la salatura. Sono sicuro che le  potrai vendere a buon prezzo.

CAPPÀDOCE

Ah, la milza mi duole!

PALINURO

Cammina: è l rimedio migliore per la milza.

CAPPÀDOCE

Per favore, lascia stare questi discorsi e rispondimi: se ti raccontassi il sogno che ho fatto questa notte, mentre dormivo, me lo sapresti interpretare?

PALINURO

Chiaro! L'uomo che hai di fronte è l'unico competente di presagi divini nella zona. Pensa che gli stessi indovini professionisti vengono da me a chiedere consiglio e hanno fiducia in quello che gli dico.

Scena 2

CUOCO, PALINURO, CAPPÀDOCE

CUOCO [uscendo infuriato dalla casa di Fèdromo]

Palinuro, perché te ne stai lì impalato? Perché non mi si tira fuori tutto il necessario per preparare il pranzo al parassita, appena sarà tornato?

PALINURO

Aspetta un attimo, che devo interpretare il sogno a questo qui.

CUOCO

Proprio tu? Ma se ogni sogno che fai lo racconti a me?

PALINURO

È vero.

CUOCO

E allora via, tirami fuori la roba.

PALINURO [a Cappàdoce]

Forza, tu racconta il tuo sogno a costui. Ti do un interprete migliore di me: tutta la mia competenza la devo a lui

CAPPÀDOCE

Ma è disposto ad ascoltarmi?

PALINURO

Certamente!

CAPPÀDOCE [Palinuro rientra in casa]

Mah! Quando mai si trova uno che rispetti il proprio maestro?  [Al cuoco] Dunque, stammi a sentire.

CUOCO

Di sogni capisco poco, ma ti starò a sentire lo stesso.

CAPPÀDOCE

Questa notte, nel sogno, mi è parso di vedere il dio Esculapio che se stava seduto lontano da me: e non è che mi si avvicinava, e non è che mi considerava!

CUOCO

È chiaro, anche gli altri dei faranno lo stesso: quelli fra di loro vanno perfettamente d'accordo. Perciò non c'è da meravigliarsi, se non stai meglio. Il sonno sacro dovevi farlo in Campidoglio in favore di Giòve ti ha aiutato in ogni tuo giuramento.

CAPPÀDOCE

Ma nel Campidoglio non si troverebbe più posto se tutti quelli che hanno giurato il falso andassero  la per fare il sonno sacro

CUOCO

Stai attento a quello che ti dico: cerca d'ingraziarti Esculapio, altrimenti ti capiterà un grosso guaio come ti ha presagito il sogno.

CAPPÀDOCE

Hai ragione, vado a pregare. [Rientra nel tempio]

CUOCO

Ti possa far crepare! [Rientra in casa di Fèdromo].

 

Scena 3

PALINURO, FÈDROMO, CURCULIO

PALINURO [Uscendo dalla casa di Fèdromo]

Per gli dei immortali, chi vedo? Chi è quello che sta arrivando? Ma non è il parassita inviato in Caria da Fèdromo? [Parlando verso l'interno della casa a Fedromo]. Ehi, Fèdromo, esci, ti dico, esci subito.

FÈDROMO [Uscendo]

Ma porque gritas?

PALINURO

Il tuo parassita, eccolo in fondo alla piazza. Guarda come corre! Mettiamoci qua e sentiamo quello che dice.

FÈDROMO

D'accuerdo. [Si pongono in un angolo in modo da non esser visti da Curculio]

CURCULIO

Fate largo, noti ed ignoti, lasciatemi compiere il mio dovere. Via tutti, andatevene, scostatevi dalla strada, non vorrei urtare qualcuno di voi con la testa o col gomito o col petto o stenderlo con la rotula del ginocchio.

Tutt'a un tratto mi si è offerto un grande affare molto urgente,

e nessuno è tanto forte da fermarmi nel cammino,

né stratego, né tiranno, né ispettore del mercato,

né demarco né comarco, né persona di gran vanto,

che non cada e non finisca con la testa sul selciato.

C'è qualcuno qui che sa dirmi dov'è Fèdromo, il mio nume. È un affare molto urgente, devo vederlo subito.

PALINURO

Sta cercando te.

FÈDROMO

Andiamogli encontro. Ehi, Curculio, estavo cercavo proprio te.

CURCULIO

Chi mi chiama. Chi pronuncia il mio nome?

FÈDROMO

Uno che vuole  encontrarte.

CURCULIO

Proprio come io voglio incontrare lui!

FÈDROMO

Oh mia buena suerte, Curculio desiderato! Te aspettavo impaciente. Salute!

CURCULIO

Salute!

FEDROMO

Sono contento che tu arribas sano e salvo. Dame la tu mano. E, dime, en qué punto sono le mie esperanzas. Per Ercole, parla, te scongiuro!

CURCULIO

Parla, te scongiuro, en qué punto sono le mie esperanzas?

FÈDROMO

Che hai?

CURCULIO

Mi si annebbia la vista, le ginocchia si piegano dalla fame.

FÈDROMO

Dalla stanchezza, vorrai dire, per Ercole!

CURCULIO

Sostienimi, sostienimi, per carità.

FÈDROMO [Rivolgendosi a Palinuro]

Guarda como è palido. Presto portagli uno sgabello, che se sieda e una brocca de agua, rapido.

CURCULIO

Mi sento male!

FÈDROMO

Vuoi un pochito de agua?

CURCULIO

Se è piena di pezzi di carne galllegianti, sì, per Ercole, la voglio masticare.

PALINURO

Sì, certo, ed i pezzi di carne li vuoi ben cotti?

CURCULIO

Vi scongiuro, per Ercole, fate che sia un buon vento quello che mi ha portato.

PALINURO

Ma certo. [Palinuro e Fèdromo spetezzano]

CURCULIO

Ma che state facendo?

PALINURO

Vento.

CURCULIO

Ma non dicevo questo tipo di vento.

FÈDROMO

E allora, che vuoi?

CURCULIO

È la mia pancia che vuole che sia un buon vento!

PALINURO

Che Giòve e gli altri dei ti distruggano!

CURCULIO

Aiuto, sono morto: non ci vedo più, ho i denti pieni di caccole, la gola tutta impastata di cispe per la fame; La mia trippa è tutta flacida per mancanza di cibo.

FÈDROMO

Non te preocupe, fra poco mangerai una cosilla.

CURCULIO

No, una cosilla no. Io voglio qualcosa di più solido.

PALINURO

Sapessi che begli avanzi ci sono!

CURCULIO

Ho un desiderio sfrenato di sapere dove sono: i miei denti hanno urgente bisogno d'incontrarli.

FÈDROMO

Prosciutto, pancetta, teta de scrofa, costolettas, glandola de puerco……

CURCULIO

Vuoi dire che tutta questa roba si trova nella dispensa?

FÈDROMO

Ma no, nel plato, preparada para ti, appena abbiamo saputo che estavi arribando.

CURCULIO

Non prendetemi in giro. Con la roba da mangiare non si scherza.

FÈDROMO

Asì me ami las muchacha che amo como non miento! Ma dell'affare por el qual te ho mandato en Caria, io non so ancora nada.

CURCULIO

Partito per ordine tuo, arrivai in Caria. Trovo il tua amico e gli domando il denaro in prestito. Se sapessi come ci tiene alla tua amicizia! Non volle eludere la richiesta, s'è comportato come un amico nei confronti di un altro, quando desiderano aiutarsi. Mi rispose con la massima sincerità ….

Che lui come te non ha nemmeno l'ombra di una moneta bucata.

FÈDROMO

Con quello che dices, sono un uomo muerto!

CURCULIO

Ed invece sei un uomo salvo. Io voglio la tua salvezza. Avuta la risposta, me ne vado da casa sua verso il foro, tutto afflitto e sconsolato d'aver fatto il viaggio inutilmente! Ed ecco che vedo un soldato; mi avvicino e lo saluto. ''Salute" mi fa, mi stringe la mano e tirandomi in disparte, mi domanda cosa sono venuto a fare in Caria; rispondo che sono venuto per piacere. Allora comincia a chiedermi se qui ad Epidauro conosco un certo banchiere di nome Licóne. Rispondo che lo conosco. "E allora conosci anche il lenòne Cappàdoce". Gli dico di si, che sono andato spesso da lui: ''Ma che hai a che fare con lui"? - ''Da lui ho comprato una ragazza per trenta mine, più i vestiti e i gioielli per altre dieci mine". '' Gli hai giá dato il denaro''? gli chiedo. ''No, è depositato presso un banchiere, quel Licòne di cui t'ho detto, e gli ho ordinato di provvedere perché, non appena uno gli consegni una lettera con il mio sigillo, ritiri subito la ragazza dal lenòne coi vestiti e i gioielli.

Finito questo discorso, me ne stavo andando; ma lui subito mi richiama e m'invita a cena. Per non avere scrupoli accettai. Dopo aver mangiato e bevuto a sazietà, lui chiede i dadi e mi sfida a una partita. Io punto il mantello, lui l'anello con il sigillo, ed invoca il nome di Planesio.

FÈDROMO

El mio amor?

CURCULIO

Ma stai zitto. Il soldato tira e gli escono quattro avvoltoi. Io afferro i dadi, invoco la mia generosa nutrice….. per Ercole, mi esce il re! Offro una grossa coppa al mio compagno, lui la tracanna d'un sorso, appoggia la testa e s'addormenta. Allora gli sfilo l'anello e metto i piedi giù dal letto, di nascosto, perché lui non se n'accorga. I servi mi domandano dove vado: ''Dove va uno che ha mangiato e bevuto" rispondo. Appena trovai la porta subito me la svignai.

FÈDROMO

Muy bien!

CURCULIO

Muy bien lo dirai solo quando avrò concluso l'affare che ti preme. Ora intanto entriamo in casa a scrivere e sigillare la lettera.

FÈDROMO

Vamos, rapido.

CURCULIO

Si, ma prima sarebbe meglio buttare giù qualcosina: non so un prosciutto, una mammella, una ghiandola, veri sostegni della pancia; pane e arrosto di bue, un  gran pentolone e delle coppe giganti tanto per rinfrescarci le idee. Tu scriverai la lettera, lui mi servirà ed io mangerò. Ti suggerirò io cosa devi scrivere. Seguimi in casa, da questa parte.

FÈDROMO

Adelante.

ATTO III

Scena 1

LICONE, CURCULIO, CAPPÀDOCE

LICONE

La gente mi considera un uomo fortunato. Intanto ho fatto un po' di conti, quanto ho di liquido e quanto di debito. Sono ricco se non pago i miei creditori. Se, invece, li pago, le uscite superano le entrate. D'altraparte, per Ercole, se ci penso bene, quando mi staranno alle calcagna con più insistenza, io dichiarerò fallimento dinanzi al pretore. È quello che fa la maggior parte dei banchiere: chiedono denaro a tutti, ma non restituiscono a nessuno; e se qualcuno reclama alzando la voce, risolvono la questione a pugni. Chi guadagna denaro in poco tempo, se non lo risparmia in poco tempo, in poco tempo prova la fame. Voglio comprarmi uno schiavo, ma solo se ne trovo uno in prestito: i soldi mi servono.

CURCULIO [uscendo dalla casa di Fèdromo a cui rivolge la parola]

Sazio come sono, non ho bisogno d'istruzioni: ho capito, mi ricordo di tutto. Ti consegnerò la faccenda cucinata a puntino, non parlare più. [A parte] Per Pollùce, qui dentro mi sono saziato a dovere, eppure mi son lasciato il posto per una dispensuola dove mettere gli avanzi degli avanzi. Ma chi è costui che saluta Esculapio a capo coperto? Capperi, è quello che cercavo! Farò finta di non conoscerlo. [A Licone] Ehi tu, dico a te.

LICONE

Salute, monocolo!

CURCULIO

Mi prendi in giro?

LICONE

Devi essere della stirpe dei Cócliti, che sono tutti monocoli.

CURCULIO

Questo è stato un colpo di catapulta ricevuto nell'assedio di Sicione.

LICONE

E a me che importa se è stata una catapulta a cavarti l'occhio o la cenere d'una pentola che ti hanno rotto in testa?

CURCULIO [a parte]

Quest'uomo è un indovino! Dice la verità. Ricevo molto spesso catapulte di questo genere. [A Licone] Giovanotto, per questo segno di valore che porto qui sotto ricevuto combattendo in difesa della patria, ti prego di non insultarmi dinanzi alla gente.

LICONE

Se non ti si può insultare dinanzi alla gente, ti si può per lo meno insultare nel foro?

CURCULIO

Neanche questo: tu, mio caro banchieruccio, incominci a puzzarmi, ma se mi puoi indicare la persona che cerco, ti guadagnerai la mia riconoscenza salda e grande. Io cerco il banchiere Licone.

LICONE

E dimmi, perché lo cerchi? Da parte di chi?

CURCULIO

Mi manda il soldato Terapontìgono Platagidòro.

LICONE

Per Pollùce, il nome lo conosco! Per scriverlo tutto, ho riempito quattro pagine! Ma tu che vuoi da Licone?

CURCULIO

Ho avuto ordine di portargli questa lettera.

LICONE

E tu chi sei?

CURCULIO

Un suo liberto, che tutti chiamano Piscio.

LICONE

Salute, Piscione. Ma perché proprio Piscio? Spiegami.

CURCULIO

Perché quando mi ubriaco e m'addormento, inondo il letto di piscia: perciò tutti mi chiamano Piscio.

LICONE

Allora è meglio che ti vada a cercare alloggio da qualche altra parte perché in casa mia non c'è posto per un Piscione. Comunque quello che cerchi sono io.

CURCULIO

Come? Sei tu Licone, il banchiere?

LICONE

Si, proprio io, in persona.

CURCULIO

Terapontìgono mi ha ordinato di portarti molti saluti e di consegnarti questa lettera.

LICONE

A me?

CURCULIO

Si, ecco, guarda per bene il sigillo. Lo riconosci?

LICONE

Certo. Un uomo armato di scudo che con la spada taglia in due un elefante.

CURCULIO

Mi ha ordinato di pregarti di fare subito quello che c'è scritto qui dentro, se vuoi godere della sua riconoscenza.

LICONE

Levati di mezzo. Fammi leggere.

CURCULIO

Tutto quello che vuoi, purché io abbia quello che ti chiedo.

LICONE [leggendo]

''Il soldato Terapontìgono Platagidoro manda moltissimi saluti a Licone, suo ospite in Epidauro.

CURCULIO [ a parte ]

Quest'uomo è mio, sta abboccando all'amo!

LICONE

"Ti prego vivamente: alla persona che ti porta questa lettera sia consegnata la ragazza che ho comprato costì, insieme ai vestiti e i gioielli, secondo l'accordo concluso in tua presenza e con la tua mediazione. Sai già come si è convenuto: tu devi dare il denaro al lenòne Cappàdoce e la ragazza al latore della presente". Ma lui dov'è? Perché non è venuto?

CURCULIO

Te lo spiego subito: siamo tornati in Caria dall'India tre giorni fa. Laggiù vuole farsi erigere una statua d'oro massiccio, oro di Filippo, alta sette piedi. Un monumento alle sue imprese!

LICONE

E quali sarebbero queste imprese?

CURCULIO

Te le elenco subito: i Persiani, i Paflàgoni, i Sinòpi, gli Arabi, I Cari, i Cretini, cioè i Cretani, i Siri, la Rodia e la Licia, la Peredia e la Perbibesia, la Centauromachia e la Classia Unnomammia insieme a tuttta la costa della Libia e tutto il territorio della Divorapappia, insomma la metà di tutti i popoli del mondo, lui li ha sottomessi da solo in meno di venti giorni.

LICONE

Proprio!

CURCULIO

Ti meravigli?

LICONE

Lo credo bene. Se fossero stati chiusi tutti insieme in gabbia come polli, non sarebbe stato possibile girarvi attorno neanche in un anno!  Per Ercole, tu le spari davvero grosse! Sono sicuro che ti ha mandato proprio lui.

CURCULIO

Se hai tempo, te ne posso raccontare delle altre.

LICONE

No grazie, possono bastare. Seguimi da questa parte che sbrighiamo la faccenda per cui sei venuto. [Vedendo arrivare Cappàdoce dal tempio di Esculapio]  Ma eccolo che arriva. Salute, lenóne.

CAPPÀDOCE

Gli dei ti proteggano!

LICONE

Vendo per un affare.

CAPPÀDOCE

Di pure.

LICONE

Prendi il denaro e lascia andar via la ragazza con questo qui.

CAPPÀDOCE

E il giuramento che ho fatto?

LICONE

Che te ne importa, se ricevi il denaro?

CAPPÀDOCE

Questo è quello che io chiamo un buon consiglio. Seguitemi.

CURCULIO

Lenóne, non cercare di fregarmi. [Entrano tutti e tre nella casa di Cappádoce]

ATTO IV

Scena 1

Il TROVAROBE

IL TROVAROBE [giungendo dal foro]

Per Pollùce!  Questo chiacchierone che Fèdromo è riuscito a trovare è davvero divertente! Non saprei dire se è più un intruglione o più un imbroglione. Temo di non recuperare più il travestimento che gli ho affittato. In realtà i conti non devo farli con lui, ma con Fèdromo; è a lui che ho consegnato tutta la roba, ma voglio stare in guardia.

Ora mentre aspetto che lui esca, vi mostrerò dove potete trovare facilmente qualunque tipo d'uomo: così non farà fatica, chi desidera incontrare qualcuno, vizioso o virtuoso, onesto o disonesto.

C'è qualcuno che vuole incontrare un impostore? E allora vada al comizio. [Rivolgendosi ad uno spettatore] Se ti serve un bugiardo fanfarone, prova vicino al tempio di Cloàcina. I mariti ricchi e scialacquatori, li potete trovare nei paraggi della Basilica. Lì stesso ci sono le vecchie sgualdrine e quelli che sottoscrivono qualunque tipo di documento. [Ad un altro spettatore] Se a te invece serve un collezionista di pranzi, vai vicino alla pescheria. Nella parte bassa del Foro passeggiano le persone ricche e per bene; nella parte di mezzo, lungo i canali, quelli che vogliono solo mettersi in mostra. Dopo la fontana, invece, si trova tutta la razza delle facce di corno: gli sfrontati, i pettegoli ed i malintenzionati che insultano gli altri senza motivo, quando ci sarebbe tanto da dire contro loro stessi. Se qualcuno ha bisogno di un prestito vada nella zona delle vecchie botteghe: qui ci sono gli usurai e i loro clienti. Meglio non mettere piede dietro il tempio di Castore, lì c'è tutta gente di cui non conviene fidarsi. Nella via Tusca, poi, ci sono gli uomini che si vendono, sia quelli che voltano gli altri, sia quelli che offrono agli altri dove voltarsi.

Ma ora sento la porta aprirsi: devo frenare la lingua e andarmene da dove son venuto.

Scena 2

CURCULIO, CAPPÀDOCE, LICONE, PLANESIO

CURCULIO  [a Planesio]

Cammina avanti, ragazza. Io non posso sorvegliare chi mi sta dietro. [A Cappàdoce] Tira fuori i gioielli ed i vestiti della ragazza, la lettera diceva che sono suoi.

CAPPÀDOCE

E chi lo nega!

CURCULIO

Si ma è meglio ricordartelo.

LICONE

Ricordati che hai promesso di restituirmi tutto il denaro, trenta mine, se qualcuno dichiara la ragazza di condizione libera.

CAPPÀDOCE

Me lo ricorderò, puoi stare tranquillo; anche ora confermo l'impegno.

CURCULIO

E voglio proprio che te lo ricordi.

CAPPÀDOCE

Me ne ricordo; te la cedo con garanzia di proprietà.

CURCULIO

Io dovrei ricevere in proprietà una cosa da un lenóne, da uno di quelli che non ha di proprio altro che una lingua, con giurare il falso e negare di aver ricevuto denaro in consegna? Voi vendete, affrancate e comandate su persone che non sono di vostra proprietà; nessuno può farvi da garante e voi non potete. garantire per nessuno. Secondo me, la razza dei lenoni, tra gli uomini, è come le mosche, le zanzare, le cimici, i pidocchi, le pulci: odiosi, dannosi e fastidiosi per tutti; utilità… nessuna!

LICONE

Per Pollùce, i lenoni li conosci proprio bene, mio caro monocolo!

CURCULIO

Per Polluce e per Ercole tutt'e due insieme! Voi banchieri siete delle loro stessa medesima razza. Anzi, i lenoni almeno si prostituiscono in luoghi appartati; voi addirittura nel foro. Voi rovinate la gente con l'usura, come loro con gli adescamenti ed i bordelli. Il popolo per proteggersi decreta sempre delle leggi contro di voi, e voi, puntualmente, le trasgredite trovando sempre una scappatoia. Voi considerate la legge come l'acqua bollente, che dopo un po' si raffredda.

LICONE [fra sé]

Meglio se stavo zitto!

CURCULIO

Licone, vuoi qualcos'altro?

LICONE

Nient'altro. Tanti saluti!

CURCULIO

Saluti.

CAPPÀDOCE [a Curculio]

Ehi tu, dico a te.

CURCULIO

Che vuoi?

CAPPÀDOCE

Ti prego, abbi cura di lei, fa' che si trovi bene da voi! A casa mia, per Pollùce, è stata sempre trattata bene e rispettata.

CURCULIO

Se ci tieni tanto a lei, perché non mi dai qualcosuccia per mantenerla bene?

CAPPÀDOCE

Un accidenti!

CURCULIO

Un accidenti ci vuole per te! T i farebbe bene!

CAPPÀDOCE

[ a Planesio ]  Stupidina, perché piangi? Non aver paura. Ti ho venduta a gente per bene. Vedi di comportarti bene. Ora puoi andartene con lui gentilmente, tu che sei gentile!

LICONE

Piscione, vuoi altro da me?

CURCULIO

No, t'ho già salutato prima. Grazie d'avermi fornito denaro ed assistenza come un amico!

LICONE

Porta tanti saluti al tuo padrone.

CURCULIO

Sarà fatto. [ Parte con Planesio verso il porto ]

LICONE

E tu, lenone, vuoi qualcos'altro?

CAPPÀDOCE

Se mi volessi dare quelle dieci mine, io sarei più contento, perché mi devo curare e……..

LICONE

….. Ti saranno date domani. Puoi mandarle a ritirare. [Esce].

CAPPÀDOCE

Oh, ora che ho concluso l'affare, voglio andare nel tempio a ringraziare gli dei. Io la ragazza la comprai quand'era piccola per dieci mine. Quello che me la vendette non l'ho mai più rivisto. Sarà morto. Ma che m'importa? Io ho il denaro. Se gli dei

vogliono bene a uno, gli procurano sempre un guadagno. Ora devo occuparmi del sacrificio: ho deciso d'aver buona cura di me. [Esc

Scena 3

TERAPONTÌGONO, LICONE

TERAPONTÌGONO [giungendo dal porto, rivolto a Licone]

Arrivo arrabbiato di una rabbia che non è da poco, ma è quella stessa con la quale ho distrutto intere città. Ora, se tu non ti affretti a darmi le trenta mine che ho depositate presso di te, affrettati a lasciare questo mondo.

LICONE

Per Pollùce, ora io ti accoppo con un colpo che non è da poco, ma è quello stesso col quale di solito accoppo uno a cui non devo nulla.

TERAPONTÌGONO

Con me, non fare la faccia del feroce, e non credere che io stia a supplicarti.

LICONE

E tu non ti sognare che io restituisca quello che ho già restituito: non sono disposto a fare regali.

TERAPONTÌGONO

Me l'immaginavo, quando ti affidai il denaro,  che non me lo avresti più restituito.

LICONE

E allora perché me lo chiedi?

TERAPONTÌGONO

Voglio sapere a chi l'hai dato.

LICONE

A quel monocolo del tuo liberto. Mi ha detto che si chiama Piscione: l'ho consegnato a lui, che mi ha portato questa lettera che tu…

TERAPONTÌGONO

Ma di quale monocolo di un liberto parli, quale Piscione ti vai sognando? Io non ho liberti! Che hai combinato?

LICONE

Per rispetto a te, io ho fatto quello che tu stesso mi avevi ordinato: ''non respingere colui che ti consegni la lettera col mio sigillo''.

TERAPONTÌGONO

Sei stato più scemo di uno scemo a credere a quella lettera!

LICONE

Allo strumento scritto con cui si trattano gli affari pubblici e privati, non avrei dovuto crederci? Io me ne vado, tu sei stato pagato secondo le regole. Stammi bene, guerriero!

TERAPONTÌGONO

Stammi bene a me?

LICONE

E allora, per conto mio, stammi male per tutta la vita, se ti piace. [Esce

Scena 4

TERAPONTÌGONO, CAPPÀDOCE

TERAPONTÌGONO

E ora, che faccio? Che mi serve aver assoggettato sovrani, se un poltrone del genere, che vive all'ombra oggi mi ha preso in giro?

CAPPÀDOCE [giungendo dal tempio]

Io credo che quando gli dei vogliono bene a uno, certo non gli possono voler male. Dopo che ho fatto loro il sacrificio, m'è balenata l'idea che il banchiere potrebbe svignarsela. E allora è meglio che gli chieda subito il denaro, prima che se lo pappi tutto lui.

TERAPONTÌGONO

E da un ora che ti saluto!

CAPPÀDOCE

Terapontìgono Platagidòro, salute a te. Ora che arrivi qui ad Epidauro, sano e salvo, oggi qui a casa mia ….. non leccherai nemmeno un granello di sale.

TERAPONTÌGONO

Bella accoglienza che mi fai! Non preoccuparti: è già tutto pronto perché tu faccia una brutta fine.

Allora, come va la mia merce che è in casa tua?

CAPPÀDOCE

In casa mia non c'è più niente. E non t'azzardare a chiamare testimoni perché io, per conto mio non ti devo niente.

TERAPONTÌGONO

Come, come, come?

CAPPÀDOCE

Quello che avevo giurato di fare, l'ho fatto.

TERAPONTÌGONO

Restituiscimi subito la ragazza, furfante, prima che io ti trapassi tutto con la lama della mia spada.

CAPPÀDOCE

Adesso ti trapasserò io con un pugno, non credere di farmi paura. La ragazza è stata già portata via da casa mia e, se continui ad insultarmi, sarai condotto via anche tu, ma a pancia all'aria. Io non ti devo più niente, tranne che un malanno.

TERAPONTÌGONO

Tu, minacciare a me, un malanno?

CAPPÀDOCE

Anzi non solo te lo minaccio, per Pollùce, ora te lo scateno addosso, se continui a molestarmi.

TERAPONTÌGONO

Un lenone mi sta minacciando! A me! E le mie innumerevoli ed ineguagliabili imprese giacciono a terra calpestate sotto i tuoi piedi? Che il mio scudo e la mia spada mi diano sostegno in questa battaglia campale: se non mi viene subito restituita la ragazza, io ti ridurrò in mille pezzettini e ti farò portare via dalle formiche.

CAPPÀDOCE

Giuro sulle pinzette depilatorie, il pettine, lo specchio, il ferro per i ricci, le forbici e l'asciugamani che le tue grandi minacce le considero allo stesso modo della serva che mi lava la latrina. Io la ragazza l'ho consegnata a chi m'ha portato il denaro da parte tua.

TERAPONTÌGONO

E chi è?

CAPPÀDOCE

Un tuo liberto che diceva di chiamarsi Piscio.

TERAPONTÌGONO

Un mio liberto? Aspetta un attimo! Ora capisco, è stato Curculio che  m'ha fregato! È lui che mi ha sfilato l'anello!

CAPPÀDOCE

Hai perduto l'anello? [A parte] Oh, ecco un soldato pronto ad arruolarsi in una squadra di congedati!

TERAPONTÌGONO

E dove posso trovarlo ora, Curculio.

CAPPÀDOCE

È facilissimo: in un mucchio di grano, di Cuculii ne trovi a centinaia. Io me ne vado. Stammi bene. [Esce].

TERAPONTÌGONO

Stammi male, e crepa! E ora, che faccio? Io fregato così? Offro una ricompensa a chi mi sa dire dove si trova quel maledetto di Curculio. [Esce]

ATTO V

Scena 1

CURCULIO, PLANESIO, FÈDROMO, TERAPONTÌGONO

CURCULIO (giungendo dal foro)

Ho sentito che un antico poeta ha scritto in una tragedia che due donne sono peggiori di una. Proprio vero! Ma una donna peggiore di quest'amica di Fèdromo io non l'ho mai vista o mai sentita. Per Pollùce, una peggiore di lei non si può descriverla, né immaginarla! Non appena ha visto che al dito portavo quest'anello, mi ha chiesto da chi l'abbia avuto. ''Perché me lo chiedi?''. ''Perché  voglio saperlo''. Mi rifiuto di dirglielo, e lei allora, per strapparmelo, mi tira un morso alla mano. Che fatica staccarmi da quella dentatura! Alla larga da quella cagnetta!

PLANESIO

Datti una mossa, Fèdromo!

CURCULIO

Porquè me devo dar una mossa?

PLANESIO

Non ti lasciar scappare il parassita, si tratta di una cosa importatnte.

CURCULIO

Ma io di cose importanti non ne ho: quelle che avevo le ho già consumate.

FÈDROMO

L'ho afferato. De qué se trata?

PLANESIO

Chiedigli chi gli ha dato quell'anello che apparteneva a mio padre.

CURCULIO

Impossibile, era di mia zia.

PLANESIO

Mia madre lo diede a mio padre come sigillo.

CURCULIO

E poi tuo padre a te!

PLANESIO

Non dire sciocchezze!

CURCULIO

Ma sono il mio pane quotidiano! Sono loro che mi aiutano a vivere. E allora?

PLANESIO

Ti prego, aiutami a ritrovare i miei genitori!

CURCULIO

E io che c'entro? Li porto nascosti sotto l'anello, tuo padre e tua madre?

PLANESIO

Ma io sono nata libera!

CURCULIO

Certo, come tanti altri che ora sono servi.

FÈDROMO

Estò perdiendo la pazienza!

CURCULIO

Io te l'ho già detto da chi ho avuto quest'anello. Quante volte te lo devo ripetere? L'ho fregato al soldato mentre giocavamo ai dadi.

TERAPONTÌGONO [sopraggiungendo all'improvviso]

Sono salvo, ecco quello che cercavo. [A Curculio] Come va, brav'uomo?

CURCULIO

Ci sento. Che ne dici se ci facciamo una bella tiratina di dadi per la tunica?

TERAPONTÌGONO

Va a farti crocefiggere con le tue tiratine e le tue balline! E vedi di restituirmi subito il denaro o la ragazza.

CURCULIO

Ma che denaro? Che cavolate mi vai raccontando? Quale ragazza mi pretendi?

TERAPONTÌGONO

Quella che oggi hai portato via dalla casa del lenone, farabutto che non sei altro!

CURCULIO

Io non ho portato via nessuna ragazza.

TERAPONTÌGONO

Davvero? Ma se ce l'ho dinanzi ai miei occhi!

FÈDROMO

Ma èsta è una muchacha libera!

TERAPONTÌGONO

Libera una che è mia serva, e che io non ho mai affrancata?

FÈDROMO

Chi te l'ha data en proprieda? Dónde l'hai comprada? Dímelo.

TERAPONTÌGONO

Io costei l'ho pagata attraverso il mio banchiere, e quel denaro intendo recuperarlo quadruplicato, da te e dal lenone

FÈDROMO

Tu compras ragazze libere, rapite alla suas famiglia. Vamos al tribunale.

TERAPONTÌGONO

Vamos un bel niente!

FÈDROMO

Tienes testimoni?

TERAPONTÌGONO

Tienes un fico secco?

FÈDROMO

Che Giove te fulmini! Campa pure senza testimoni. [A Curculio]. Io me rivolgo a te como testimone, Curculio, ven acá.

TERAPONTÌGONO

Non puoi. Quando mai s'è visto un servo fare da testimone?

CURCULIO

Ehi, io, perché tu lo sappia, sono un uomo libero: per questo andiamo in tribunale.

TERAPONTÌGONO

Prendi questo! [Picchiandolo]

CURCULIO

Cittadini, aiuto, cittadini!

TERAPONTÌGONO

Perché gridi?

FÈDROMO

E tu, por qué lo  picchi.

TERAPONTÌGONO

Perché mi piace.

FÈDROMO

[ A Curculio]  Ven acá tu. Silencio. Te lo consegnerò io el parassita.

PLANESIO

Aiutami, Fèdromo, ti scongiuro!

FÈDROMO

Lo giuro su me stesso e sul mi genio proctetor. Soldato, te prego, dimmi de donde viene este anello che el parassita aquí presente te rubo de nascosto?

PLANESIO

Ti scongiuro, per le tue ginocchia, parla!

TERAPONTÌGONO

Non è una cosa che vi riguarda! È come voler sapere da chi ho preso questa tunica e questa spada.

CURCULIO

Guarda come si pavoneggia il fanfarone!

TERAPONTÌGONO

Lascia perdere questo cialtrone. Ti dirò ogni cosa.

CURCULIO

No, non credergli, è tutto falso.

PLANESIO [al soldato, in ginocchio]

Dimmi tutto, ti scongiuro!

TERAPONTÌGONO

Parlerò, alzati. Ascoltatemi attentamente. L'anello, cara Planesio, lo aveva mio padre Perìplane. Prima di morire lui, com'era giusto, lo diede a me, suo figlio.

PLANESIO

O Giove!

TERAPONTÌGONO

E me lo lasciò in eredità.

PLANESIO

O dèa della Pietà, proteggimi. Io che ti sono stata sempre devota! [ A Terapontìgono ] Salute, fratello mio!

TERAPONTÌGONO

Salute un corno! Se dici la verità, come si chiamava allora tua madre?

PLANESIO

Cleobùla.

TERAPONTÌGONO

E la tua nutrice?

PLANESIO

Archèstrata. Una volta lei mi portò al teatro, durante le feste Dionisie. Appena arrivammo là, si solleva un vento da uragano. Crolla tutta la gradinata, io mi spavento. Qualcuno, non so chi, mi afferra che ero tutta atterrita e tremante, più morta che viva, e non so dire neanche come mi portò via.

TERAPONTÌGONO

Ricordo che avvenne quel finimondo. Ma dimmi, dov'è l'uomo che ti portò via?

PLANESIO

Non lo so. Ma ho portato sempre con me quest'anello che avevo con me quando mi smarrii.

TERAPONTÌGONO

Dammelo, voglio vederlo.

CURCULIO

Se glielo dai, sei pazza.

PLANESIO

Non interrompere!

TERAPONTÌGONO

Per Giove! Questo è l'anello che ti regalai per il tuo compleanno. Lo riconosco come me stesso.

Sorella mia, salute!

PLANESIO

[ Abbracciandolo ]  Fratello mio, salute!

FÈDROMO

Spero los deos ve siano propizi, para esto encontro!

CURCULIO

Ed anche per tutti noi!  [A Terapontìgono]  Tu oggi ci offrirai una cena tu per festeggiare il tuo arrivo e l'incontro con tua sorella e lui [rivolto a Fèdromo] , invece, domani ci offrirà il pranzo di nozze. Garantiamo la nostra presenza.

FÈDROMO

Zitto tu.

CURCULIO

Ma che zitto! Ora che le cose si mettono bene? [ A Terapontìgono ] Soldato, tu prometti in moglie tua sorella a lui, io le darò la dote.

TERAPONTÌGONO

Quale dote?

CURCULIO

Che mi campi finché campa, solo questo posso darle!

TERAPONTÌGONO

Per Ercole, do la mia approvazione. Ma a proposito: il lenone ci deve trenta mine

CURCULIO

Per quale motivo?

TERAPONTÌGONO

Perché mi aveva promesso che se qualcuno avesse dichiarato formalmente che la ragazza era libera, mi avrebbe restituito senza discutere tutto il denaro. Ora andiamo dal lenone.

CURCULIO

Benissimo!

FÈDROMO

Si, ma prima tengo che sistemar quello che me interessa.

CURCULIO

Che cosa?

FÈDROMO

Voglio che tu me prometta a tu sorella en matrimonio.

CURCULIO

Soldato, che aspetti a dargliela in moglie?

TERAPONTÌGONO

Se lei vuole.

PLANESIO

E come se lo voglio, fratello mio!

TERAPONTÌGONO

Sia.

CURCULIO

Bravo!

FÈDROMO  [afferrando la mano di Planesio]

Allora, soldato, me prometti en moglie tu sorella?

TERAPONTÌGONO

Te la prometto.

CURCULIO

Anch'io ti faccio questa promessa.

TERAPONTÌGONO

Ma fammi il piacere. [Curculio esce]. Oh, ecco che arriva il lenone, la mia cassaforte!

Scena Finale

CAPPÀDOCE, TERAPONTÌGONO, FÈDROMO, PLANESIO

CAPPÀDOCE  [arrivando dal foro e parlando da solo]

Chi dice che presso i banchieri si deposita male, dice una sciocchezza,  perché quel denaro non è depositato male, ma è perduto per sempre!. L'ho sperimentato proprio oggi. Il mio banchiere infatti, al momento di pagare le dieci mine, ha fatto il giro di tutti i banchi. Vedendo ce non si concludeva niente, comincio a chiamarlo a squarciagola, e lui, per tutta risposta, mi cita in tribunale. Ho avuto una gran paura che quello dichiarasse fallimento, oggi stesso, davanti al pretore, e non mi pagasse più. Ma gli amici l'hanno convinto: mi ha pagato dalla sua cassa privata. Adesso non vedo l'ora di tornare a casa!

TERAPONTÌGONO

Ehi tu, lenone, ti stavo cercando.

FÈDROMO

Anch'io te stavo cercando.

CAPPÀDOCE

Ma io, voi due, non vi stavo cercando.

TERAPONTÌGONO

Fermati subito, per favore.

FÈDROMO

E sputa fuori el dinero, rápidamente.

CAPPÀDOCE

[ A Terapontìgono]  Ho, per caso, io qualcosa da spartire con te? [A Fèdromo] E con te?

TERAPONTÌGONO

Da spartire un cavolo! Io oggi ti riduco come un giavellotto da catapulta e ti torcerò con la corda, proprio come fanno le catapulte.

FÈDROMO

Ed io, te farò coricar delicatamente, ma con una bella catena de ferro, ben inteso!

CAPPÀDOCE

Io invece, voi due, vi metterò in una solida prigione e vi lascerò morire.

TERAPONTÌGONO

[ Ad un servo]  Afferralo per il collo, e portalo al patibolo.

FÈDROMO

En ogni caso, el patibolo è la sua muerte!

CAPPÀDOCE

In nome degli dei e degli uomini! Perché volete trascinarmi via così senza  neanche una condanna e senza testimoni? Vi scongiuro, Fèdromo, Planesio, aiutatemi!

PLANESIO

Fratello, ti supplico, non rovinare quest'uomo senza una condanna. In casa sua mi ha trattata bene e mi ha rispettata!

TERAPONTÌGONO

Solo perché vi è stato costretto. Devi ringraziare Esculapio, se sei ancora illibata. Se avesse goduto di buona salute, ti avrebbe mandato già da un pezzo a fare il mestiere.

FÈDROMO

Ascoltatemi, vediamo se riesco io a regolar ésta  faccenda. [Al servo che tiene per il collo Cappàdoce] Lascialo. Avvicinate, lenone. Ve dico quello che pienso.

TERAPONTÌGONO

Sono nelle tue mani.

CAPPÀDOCE

Anch'io, per Ercole! Purché la tua sentenza non sia che qualcuno voglia il mio denaro!

TERAPONTÌGONO

E quello che hai promesso.

CAPPÀDOCE

Io, ho promesso qualcosa?

TERAPONTÌGONO

Si, con la tua lingua!

CAPPÀDOCE

Va bene, allora con questa stessa lingua ora smentisco tutto: la lingua mi serve per parlare, non per perdere il mio denaro.

TERAPONTÌGONO

È inutile. [ Al Servo ] Afferralo un'altra volta per il collo.

CAPPÀDOCE

No, no, farò tutto quello che vuoi.

TERAPONTÌGONO

Ora che hai recuperato la ragione, rispondi alla mia domanda.

CAPPÀDOCE

Domanda pure.

TERAPONTÌGONO

Non avevi promesso che se qualcuno avesse rivendicato la ragazza come libera, tu avresti restituito tutto il denaro?

CAPPÀDOCE

Non ricordo d'aver detto una simile cosa!

TERAPONTÌGONO

Che fai, neghi?

CAPPÀDOCE

Certo che nego, per Ercole! In presenza di chi? Dove?

TERAPONTÌGONO

In presenza mia e del banchiere Licone.

FÈDROMO

[ A Terapontìgono ] Te criedo de sicuro. Bien, lenone, te dico como la pienso: esta muchahcha è libera. Esta è sorella de este, e d'altraparte este è fratello de esta. Esta se esposerà con me, tu restituisci el dinero a este. Esto è il mio giudizio.

TERAPONTÌGONO

E se non mi viene restituito il denaro in quattro e quattrotto, ti riduco una polpetta.

CAPPÀDOCE

Fèdromo, il tuo è un giudizio parziale e disonesto, te ne pentirai. Quanto a te, soldato, seguimi. Possano gli dei e le dee distruggerti!

TERAPONTÌGONO

Dove ti devo seguire?

CAPPÀDOCE

A casa del mio banchiere, il pretore: solo lì io pago i miei conti.

TERAPONTÌGONO

Io ti trascino sul patibolo, non dal pretore, se non mi restituisci il denaro.

CAPPÀDOCE

Io, perché tu lo sappia, desidero solo vederti crepare.

TERAPONTÌGONO

Davvero.

CAPPÀDOCE

Davvero si, per Ercole!

TERAPONTÌGONO

Cappàdoce, li vedi questi miei pugni? Io li conosco bene.

CAPPÀDOCE

E allora?

TERAPONTÌGONO

Hai anche il coraggio di dire allora? Ti faccio ragionare io, oggi, con questi miei pugni, se mi fai perdere la pazienza.

CAPPÀDOCE

E va bene; avrai il denaro.

TERAPONTÌGONO

Ora si, che incominci a ragionare!

FÈDROMO

Oggi se faranno le nozze. Soldato, te invito a cena.

CURCULIO [ uscendo all'improvviso ]

Cena, chi ha detto cena?

TERAPONTÌGONO

Buona salute per me e per tutti voi.

Spettatori, applaudite!