Cusa c’ete da dichiarà

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CUSA C’ETE DA DICHIARA’

Paolo Torrisi

CUSA C’ETE DA DICHIARA’?

                            

commedia in tre atti

di Hennequin- Veber

libero adattamento in vernacolo anconetano

          Il magistrato, Beniamino Del Ponte, aspetta ansiosamente il ritorno dal viaggio di nozze della figlia, Paola. Già, insieme alla moglie, Adelaide, pensa a come chiamare il futuro erede, perché ovviamente il matrimonio sarà stato consumato dal genero, Conte Roberto Trivella…Ma, ahimé! Non è così. Durante il viaggio di nozze è successo qualcosa che ha reso impotente il genero. Questo si viene a sapere, creando delusione…La famiglia Del Ponte, non può non avere un erede. A Roberto vengono dati 24 ore di tempo per consumare il matrimonio; se ciò non avverrà: il matrimonio sarà annullato e addirittura alla figlia verrà dato in sposo La Bolla, che non ha mai cessato di amarla. Sarà Zi’ Ruggero a suggerire a Roberto il modo di uscire dalla temporanea impotenza…

personaggi: U- 8;   D-6;

n.b. -Commedia registrata presso la Siae n°819470/A; codice n°96576.

        Prof.Torrisi Paolo

        via Abruzzo,3; 60025-Loreto  

        torrisipaolo@virgilio.it

        tel.071/978063;  cell. 349-7824237;

        

***Per facilitare la lettura del testo, in calce vi è un piccolo glossario-

Paolo Torrisi

Cusa c'ete da dichiara'?

PERSONAGGI

DEL PONTE BENIAMINO                              magistrato

ADELAIDE                                                     sua  moglie

PAOLA                                                            sua figlia

LISETTA                                                        sua figlia

TRIVELLA ROBERTO                                     suo  genero

GIULIANO                                                     suo  genero

ZI’  RUGGERO                                                suo  amico

LABOLLA                                                        il pianto

ZEZE’                                                              l’allegria

CARLOS FRONTIGNOCCO                             l’errante

PRIMO                                                            il pittore

MARIETTA                                                     cameriera

ANNA                                                             cameriera

COMMISSARIO                                        

1° ATTO

                                                                                                                                                           

                   L’azione si svolge a casa di Beniamino Del Ponte e precisamente nel salotto. La scena presenta la porta comune in fondo a destra e a sinistra una finestra. Una mezza quinta a destra in alto, porta in cucina ed una mezza quinta, a sinistra in alto: nello studio. Lateralmente, in basso, a destra una porta che immette nelle camere da letto ed una di fronte che immette in sala da pranzo. L’arredo è elegante.

                   All’alzarsi del sipario la scena è vuota.

            SCENA 1^:- Lisetta, Giuliano e Anna.-

LISA- (entra a ritroso dalla sala da pranzo e parla verso la quinta) …Va bene, mamma, prima preparo el caffè e dopo vado nello studio!…(si avvia verso la cucina)

GIUL- (entra di corsa dalla stessa parte)  Oh!…Lisetta?…’Spettame…Vie’ qua!

LISA- (fermandosi) Se pole sape’ perché me vieni dietro? Ce lu sai che mamma nun vole che stamo da soli!…

GIUL- Sta tranquilla, nun m’hanne visto venì via. Capirai stanne a parla’ de pulittiga cul signor Ruggero…Ma po’: semo o nun semo fidanzati?

LISA- Finché semo fidanzati nun pudemo sta' da soli!

GIUL- I genitori tua so’ ‘rmasi ai tempi de nonno!…Ormai nisciù se cumporta cume  lora!

LISA- So’ 'nco' all’antica!…Pure Paola e Roberto, prima de spusasse,  erane cuntrullati cume no’.  Un passo facevane lora e uno ne faceva mamma!

GIUL- Chissà quante volte je la facevane sotta j occhi!…Solo i spiguli de sta casa ce polene dì quanti bagetti se so’ dati de nascosto!

LISA- Chi mi surella? Manco uno. Capirai, vergugnosa cum’è!…Nun vedo l’ora che ‘rtorna dal viaggio de nozze.

GIUL- C'hai voja de rivedella, eh?!

LISA- Nun c'ho voja da vedella, ma de sape’! C'ho da faje tante de cule dumande…!

GIUL- Dumande? E  su cosa?

LISA- Su tante cose!…Precisamente sul viaggio de nozze, visto che lu duvremo fa’ pure no’!

GIUL- Nun me lu ‘rcurda’, Lisetta mia!…(l’abbraccia) Lisetta…Lisetta mia…

LISA- (divincolandosi) Sta bono…Nun m’embraccia’!…(che s’è staccata) Ce lu sai che appena m’abbracci ‘riva sempre qualchidù?!

GIUL- Ma no!…Cu’ dighi?…Vie’ qua! (l’abbraccia)

ANN- (entra, a tempo, dalla comune) Signurina…Oh!

LISA- (staccandosi) C'ho ‘na spina che me punge… Chì!… ’Ntel collo! (a Giuliano) L’hai vista?

GIUL- L’ho intravista, ma è 'rivata lia e…(accostandosi) Sta bona e famme vede…Ecchila!

LISA- Grazie, Giulià! Adé sto mejo!

ANN- (che aveva capito) E camina ‘n po’ “spina”!

LISA- Cusa voi, Anna?

ANN- C’è el signor Labolla!

LISA- Labolla? Ma sempre qua sta cussù?

GIUL- Ma Labolla nun è l’ex fidanzato de tu surella?

LISA- Eh! Pensa che se dueva spusa’ lu' a Paola, ma mi surella all’ultimo mumento s’è ‘ncapricciata del Conte Roberto Trivella. C’è ‘rmaso tanto male! Puretto, nun riesce a levassela da la testa.

GIUL- E frequenta ancora casa?

LISA- Cusa voj, era talmente abituato…Sempre qui: mattina e sera!

GIUL- E tu padre je permette de venì?

LISA- Lu ricevemo perché ce fa pena!…Ma lu sai che appena se parla de Pauletta se mette a piagne?…’Ndamo in cucina a ffa’ el caffè!

ANN- Oh, ma io cu’ devo ffa’? Lu fago buccà o nò?

LISA- Ma scì! E faje cumpagnia tu! (per mano porta Giulano in cucina)

ANN-Ci ho da ffa’ cumpagnia a cul lacrimatoio ambulante! Sai quanto me ne va?…(va sulla comune e parla verso la quinta) Venite oltra signor Labolla!

            SCENA 2^:-Anna, Labolla, poi Adelaide, Beniamino e Ruggero.-

LABO- (fiori in mano) Grazie tante, Annetta!

ANN-  Ennà! Pure oggi ete purtato i fiori?

LABO- E’ un’abitudine ormai!…(comincia a pignucolare) A Pauletta je piacene tanto i fiori…E po’ nun so presentamme senza!

ANN-  Essà!…Comunque, ‘spettate qua, che i signori stanne a fenì de magnà!

LABO- Lora magnane!

ANN-  Perché vo’ nun magnate?

LABO- Vulevo dì: so’ a tavula?

ANN-  Scì! C’è pure el signor Ruggero e el fidanzato della signurina Lisetta. Penso che a mumenti saranne qui, stacevane a la frutta!

LABO- Per me polene magna’ pe’ quanto j pare…Io, dacché Pauletta m’ha lassato, nun c'ho più fame!

ANN-  Come, nun magnate più?

LABO- Cul tanto che basta pe’ ‘rmane in pia: cinque volte al giorno! Oh, ma senza appetito! (pianto più sostenuto) Oh Annetta…! Sapessi Annetta!

ANN-  Guarda quant’è carì!?

LABO- Chissà cume m’avria amato!…

ANN- Adé  ha cumenciato a piagne a tempesta!

LABO- Se so’ cumpurtati tanto male, cu’ me, el signore e la signora!

ANN-  Cusa c’entrane lora se la signurina Paula nun ve vuleva più be'?

LABO- Eh, se me n’avria voluto!…

ANN-  Pe’ l’amore de Dio, signor Labolla, fenitevela de piagne!

LABO- Nun posso fa' a meno de piagne. Piagno sempre: al mattino, a la sera, a la notte, mentre dormo…

ANN-  Suffrite tanto è vé?

LABO- (smette di botto) Nò! Ormai piagno pe’ sporte!…Stago be’ solo quanno piagno.

ANN-  Poro bardascio!…

LABO- Scusa, ma sta frutta che stacevane a magnà cus’erane: bricoccule, melarance, cerege…nun feniscene mai!?

ANN- State bono! Nun ve spazientite che ecchili che ‘rrivane!…Io vago a sparecchià! (esce)

ADEL- Oh, caro Labolla!…

BENI- Ecco el nostro caro Labolla! ( presentando a Ruggero) Questo è Labolla…e questo è il signor Ruggero Cuzano, el padrino de Paola e Lisetta…L’ha battezzate lu'!

RUGG- Piacere!…

LABO- (commosso e con labbro tremante) So’ tanto cuntento…

ADEL- Scì, cu’ cula faccia lì…!

BENI- El vecchio fidanzato de Paoletta, ormai Contessa Trivella!

LABO- (piagnucolando) Fateme el favore de nun chiamarla “Trivella”…Ogni vo’ che ve lu sento a dì: me se “trivella” el cervello!

ADEL- Oh, Beniamì? nun lu fa’ piagne! Lu sai che se cumencia…

LABO- Quanno ‘rtornane dal viaggio de nozze?

ADEL- Tra pogo!…Cuscì li vedrai!…

LABO- Hiiiiì!!!!…Tra pogo!…Hiiiiìì!!!!…Tra pogo ‘rivane!

BENI- E basta, adé, hai pianto già tanto!…

ANN- (entra con vassoio e tazze di caffè) Ecco el caffè! (Poggia sul tavolino ed esce)

ADEL- (prende una tazzina e la porta a Ruggero) Certo che se te deve fa’ st’effetto  è mejo che vai via prima che ‘rrivane!

LABO- Se penso ch’ete preferito sto Trivella a me…!

BENI-  Caro, Labolla, lu' c'ha tutto quello che manca a te!

LABO- E a me cusa me manca? Io c'ho tutto…Se intendete questi…(mima con indice e pollice) Io ce n’ho quanti a lu', se non de più!

BENI- Nun se tratta de quadrì!

ADEL- I “Trivella” appartienene a un’antichissima famija di nobili!

BENI- Alcuni di loro so’ stati alle “crociate”!

LABO- S’è pe’ quessu, pure i nonni dei nonni mia faceva le cruciate…(intende “coronari”) Hanne consumato più “mojole” lora che tutta Lureto messa ‘nsieme! Se a mamma nun la faceva smette’ babbo: staceva ancora a ‘nfila’ i “grani” !

BENI- Nun hai capito! Te vulemo dì che lu' è Conte e tu invece nun c'hai tituli!

ADEL- Ce faceva tanto piacere avecce pe’ genero un nobile: un Conte!

LABO- Ho capito che ve fa piacere avecce pe’ genero uno che frequenta i circoli, che beve, che gioca a carte e che de sciguro è stato un donnaiolo!

BENI- Ebbene, un uomo che nella vita si è divertito cume a lu' pe’ ‘na donna : è una garanzia!

ADEL- E quindi, sazio com’è della vita: sarà un bravo marito ed un buon padre per i suoi figli!…Ci darà due nipotini…!(sognante)

BENI-Uno sarà Visconte e l’altro Cavaliere!

LABO- E el terzo cusa sarà?

ADEL- Se ce sarà un terzo, sarà…(ci pensa)…Vescovo!

LABO- Beh! Un vescovo ve lu pudevo da’ pure io!

ADEL- (offre tazza di caffè) Daje, pija ‘na tazza de caffè, che te tira sù!

LABO- Quale caffè? Io vojo a vostra fija!

BENI- Troppo tardi, ormai!

LABO- (che ha ricominciato a piagnucolare) E io ‘rmano sempre el fidanzato de Paola!

ADEL- Ormai Paoletta è bella che…

LABO- So sciguro che sto Trivella nun la farà felice!

BENI-  Ma cusa vai speranno?…

LABO- Calcò chì drento (si tocca verso il cuore) me dice che divorzierà!

ADEL- Ma sta ‘n po’ zitto e chiudi cul rubinetto!…

LABO- Giurateme che se divorzierà, la darete a me?

BENI- Ma cusa vai a pensa’ mai?…

ADEL- Senti, dije de scì, sennò me bagna tutto el palché!

BENI- (a Labolla) D’accordo, sei el numero due!…C'hai el numero due!

LABO- Cume so’ cuntento!…El numero do’…Sarò vostro genero de sciguro, me lu sento!…Adé vago via, ma ‘rtorno pe’ cunosce a cul’odioso e ‘ntipattigo marito de Pauletta! Bona! (esce)

ADEL-Allora, Ruggero, t’è piaciuto sto Labolla?

RUGG- A catinelle, Adelaide, a catinelle!

BENI- Oh! Cu’ ne dite se al monsignore lu chiamamo: Augusto?

RUGG- Quale Monsignore?

BENI- Al terzo: al Vescovo!

RUGG- Ancora stai a pensa’ al nipotino?

BENI- Al segondo lu chiameremo: Eriprando!

ADEL- E al Cavaliere: Orlando.

RUGG- E se saranne femmine?…

ANN- (dalla comune) Chiedo scusa…De là c’è un signore che ve vole parla!

ADEL- A st’ora? E chi sarà?…Te sei fatto dì el nome?

ANN- Me pijasse ‘n colpo se c'ho capito ‘na parola de quello che ha ditto! Nun deve esse’ de ste partii…Parla tutto cull’”osso” e pare che c'ha prescia!…

BENI- Sarà de sciguro qualchidù che se vié a raccumannà pe’ qualche causa in corso!

ADEL- Certo che è ‘na palla de gné a esse’ magistrato! C’emo sempre ‘na processiò de gente che se vié a raccumannà! Era mejo se facevi el farmacista!…

BENI- Nun te lamenta’ che la dispensa è sempre piena de polli, cuniji, pregiutti…!

RUGG- Oh, ce avrà a che fare cu’ l’affare de Mazzangrugno? Sarà el mandrillo della vedova Trippetta?

ADEL- El mandrillo della vedova Trippetta? Cus’è sta storia?

RUGG- Uno che ha violentato ‘na vecchia de ottant’anni!…Una che c’eva un genere alimentare…!

BENI- E’ buccato drento cu’ ‘na scusa… J ha ditto se c’eva la pancetta fresca. Dimme tu!

ADEL- E’ mejo che lu ricevi tu! ‘Ndamo de là Ruggero, che te fago vede la stanza dej spusetti!(via)

BENI- (A Anna) Fallo entrare!

ANN- ( esce per rientrare subito seguita da Frontig.) Prego…(lascia il passo) ‘Cumudateve! (via)

            SCENA 3^:- Beniamino, Frontignocco,poi Adelaide e Anna.-

FRON- (Commerciante di bovini argentino, della pampas. E’ vestito con colori sgargianti e pacchiani, nastrino al posto di una cravatta, cappello a larghe falde)  Segnor yò es lo desconocido che la camarera ha annunchiato primera!

BENI- Prego…Accomodatevi.

FRON- Yò no abio tiempo! Usted ve llamate: Del Ponte?

BENI- Sì!…Ma prego…accomodatevi!

FRON- Ho ditto que non abio tiempo! Usted tiene mujera?

BENI- (un po’ irritato) Sì. Ebbene?

FRON- Bien! Llamate vuestra mujera!

BENI- Ma non capisco….

FRON- Ho ditto de llamare vuestra mujera: sono stato claro?

BENI- Ma perché  debbo chiamare mia moglie?

FRON- Esto non ve reguarda!

BENI- Cume sarebbe a dire che non mi riguarda? Mi riguarda e come: è mia moglie!

FRON- Por favor, llamate vuestra mujera!…Vamos, que no tiengo tiempo!

BENI- ( tra sé) Guarda cume cumanna! ( a Fron) Mi vuole spiegare o no?…

FRON- Usted no ablare! O llamate vuestra mujera o yò rompos totos!

BENI- Nun so se te ne sai necorto, ma qualcosa degià l’hai rotto!…Fammela chiama’ sennò va a fenì male!…( va a alla porta l’apre appena e chiama) Adelaide!…Adelaide vieni un po’ qui!…(ritornando)…Se almeno potessi sapere el perché de tutto questo…

FRON- Es totos un ablà inutil!

ADEL- Mi volevi caro?

FRON- Segnora!…(inchino togliendosi il cappello,che subito rimette) Esta segnora es vuestra mujera?

BENI- O questa o gnente!

FRON- Usted no tener otros?

BENI- Pel mumento questa me basta e vanza pure!

FRON- Bien! En tal caso abio l’onor de salutar. Asta la vista! (si avvia)

BENI- Signore?…

FRON- (si ferma e si gira)

BENI- E miga pudete ‘nda’ via cuscì!…

FRON- No abio tiempo!

BENI- Adesso una spiegazione me la dovete dare! Avete messo in agitazione tutta la casa e adé pretendete de ‘nda’ via senza darci una spiegazione? Ennò! Diteci almeno come vi chiamate.

FRON- Mi nombre es Dieghito Frontignocco de Mendoza!

ADEL- Ne sapemo quanto prima!

BENI- Questo non ci basta…E’ come se non ci aveste detto niente!

FRON- Vos volete saber historia de mi vida? Bien! (guarda l’orologio da taschino)…Sono le tre e cuaranta…ne abemo por diez ore!

ADEL- Co’? Dieci ore? E cu’ famo nuttata?…

FRON- La segnora vuole un “breviario”?

ADEL- Cusa m’ete preso pe’ la madre badessa?

BENI- Vuole dire un “sunto”!…Per favore, fateci un “breviario”.

FRON- Bien! Yò no estò a ablà de primeros amor…avventure e deluçion. Yò de esto “volo”!

ADEL- Bravo, vulate che a no’ nun ce frega gnente de ste cose…’Ndate al concreto!

FRON- E allor vieno a ablà de my primero viaggio in Italia: a Sierra de Conti, por comprà delle vaccas!

BENI- Nun capisco cusa c’entrava allora mi moje cu’ le vacche, scusi sa!

FRON- A yò no interessar vuestra mujera, porqué a mendoza ella non abe alcun valor!

ADEL- E grazie tante!

FRON- De nada!…(che nel mentre si era servito una tazza di caffè, continua a mettere senza fermarsi, cucchiaini di zucchero) Yò a Mendoza vivevo felise e alegre…

ADEL- Me sa che a cussù el caffè nun je piace amaro!

BENI- Se el zuccaro nun basta: de là ce n’emo ancora…!

FRON- No te desturbe, gracias, yò priendo pochito porqué abio diabete!…(sorseggia) Yò ero muy felise nella Pampas co my vaccas, ma dal momiento que es venido a Sierra de Conti, e conocchiuto la donna de mi vida, yò son remasto encantado da ella: bella como uccel de paradiso…Yò le abio dato totos… Ella ha preso totos mi dinero e despues...

ADEL- Sete diventato padre!

FRON- Nò, segnora. Cuernutos!…Ella no era solo  uccel de paradiso, ma de totos hombres!

BENI- Te sta be’!

FRON- Yò son andato a Santiago por affar e al my retuerno abio notato che da la my fazenda mancava…

ADEL- ‘Na vacca!

FRON- Nò! My mujera! Ella era escapada con un otro hombre…un cierto Del Ponte!

ADEL- Digo,Beniamino, nun è che…

FRON- Con un hombre de nome Del Ponte!

BENI- Sta tranquilla che nun so’ io!..Continuate…

FRON- Un otros a my puesto abia gritato, 'llanto, ecchetera,ecchetera, ecchetera. Yò: pppffff!!! Ocho dias appriesso my no je pensavo mas!…El trabajo de le vaccas adelande muy bien, muy dinero….Se usted vuele vaccas: yò no saber como far, porqué totos volere, muy richiesta…

ADEL- Nun te preoccupa’, a falla venì da lì, che qua già ce n’emo ‘n bel po’…e po’  mi marito nun ce n’ha bisogno! Hai capito caro “Gnocco”?

FRON- (corregge) Fronti…Fronti…gnocco!

ADEL- Ce lu so che i “gnocchi” ce l’hai ‘nte la fronte e nun me pare che te pesane tanto!

FRON- Como ha ditto?…No abio comprendidto nada…Abla muy spedito!…

BENI- Ha detto cose senza importanza…E sta ‘n po’ zitta!

FRON- (subito dopo aver bevuto il caffè si è versato e bevuto parecchi bicchierini di cognac)

ADEL- Se sta qualità de cognac nun ve piace ne faccio portare un’altra….

FRON- Muchas gracias, ma yò no puedo ber alcool!…In breviario: a my no emporta nada de ella. Yò la cierco porqué volio devorziar por esposar la vera donna de mi vida!

ADEL- E qui al Ponte la venite a cerca’?

BENI- Ma t’ha ditto prima che si chiama Del Ponte e nò che cerca a una del Ponte!…Così, siete qui per cercare tra tutti i Del Ponte per trovare la vacca…cioè vostra moglie.

FRON- Sì! Or my vado porqué no tiengo tiempo. Asta la vista!

BENI- Vi auguro di trovarla.

FRON- Gracias, segnor!

ADEL- Se la truvate salutatemela a cula…

FRON- Gracias, segnora! (via)

BENI- Ma guarda che tipo curioso c’è capitato oggi?!

ADEL- O Beniamì, nun è che tra i viaggetti tua…?

BENI- Mai e poi mai ti tradirei, Adelaide mia!

            SCENA 4^:- Detti più Ruggero e Anna-

RUGG- (entra facendo capolino) Posso entrare?.. E’ ‘ndato via?

BENI- Vié, vié oltra!

RUGG- Era pel mandrillo della vecchia Trippetta?

ADEL- No! Era uno che s’è persa ‘na vacca e la sta a cerca’.

RUGG- Pensa che me tocca sentì!…

ANNA- (entra e va direttamente dove sono le tazze e vassoio) Scusate le posso purta’ via le tazze?

ADEL- Scì…e riempi la zuccheriera…Fortuna che c’eva el diabete!…

BENI- Anna, hanne purtato un quadro per me?

ANNA- (che si era già avviata) No…(e poi esce)

ADEL- Un quadro?…Hai cumprato un quadro?

BENI- Sì!…Ho fatto ‘na beneficenza…Ma pole anche darsi che ho fatto un affare…Non si sa mai!…Lu duvevane purta’ oggi!

ADEL- Di chi è sto quadro?

BENI- Di “Zezé”!

RUGG- (aggrotta la fronte,perché in lui scatta un ricordo)…Dimme ‘n po’…è una pittrice?

BENI- ( un po’ in imbarazzo) Sì….E’ ‘na vecchia signora…’Na pora disgraziata…Dipinge pe’ campa’…E pensa’ che nun c' ha le mani!

ADEL- Nun c'ha le ma’?

RUGG- E cume fa a dipingere?

BENI- Cu’ i piedi!…Me l’ha raccumandata el Presidente della Corte d’Appello e de no nun je lu pudevo dì!

ADEL- E quanto t’è custata sta beneficenza?

BENI- ‘Na sciapata!…Cinquemilalire…cornice compresa.

ADEL- Beh…allora!

BENI- Vedrai che te piacerà. Lu ‘ttaccamo in biblioteca!

ADEL- (grida) Ahhhh!!!!….

RUGG- Che c’è?

BENI- Cu’ t’ha preso adé?

ADEL- La biblioteca!….Lisetta e Giuliano stanne da perlora ‘nte la biblioteca!…Famme ‘nda’ (va)

RUGG- (va alla porta dove è uscita Adelaide, vi poggia l’orecchio per assicurarsi e poi)Beniamì?

BENI- Ruggero?

RUGG- Guardame be’ in faccia.

BENI- Beh?….

RUGGE- Me sa che Zezé nun è vecchia e che le ma’ ce l’ha! Zezé è una deliziosa ragazza!

BENI- (preoccupato) Sta zitto…nun sgaggià!

RUGGE- E cuscì el Magistrato Beniamino Del Ponte, Presidente della IX Sezione cj ha un’amante!

BENI- (si arrende) Sì!…L’ho conosciuta ad una mostra collettiva di pittori!…E’ un genio!…Cusa te posso dì….Tintoretto, Leonardo, Raffaello, vicino a lia scumparene!…E po’, come tutti j artisti è disinteressata.

RUGG- Me voj dì che ti ama pe’ quello che sei?

BENI- Certamente!

RUGG- (ridendo) Ma nun me fa’ ride!….

BENI- Tu poj ride pe’ quanto te pare, ma fino a iersera me diceva:” Tu me piaci perché me ‘rassumeji a Velasquez!”

RUGG- Dighi davé?

BENI- Proprio cuscì! Dice che so’ tutto spiccicato a lu…Pure de schina!(enfasi) Velasquez!

RUGG- E nun te vole…quadrì?!

BENI- Aho! Guarda ch’è ‘n’artista, miga è una de quelle…Fra de no’: gnente soldi!…Beh…Ogni mese je comprerò un quadro…Tutto qui!

RUGG- E te n’ha venduto uno pe’ cinquemilalire, cornice compresa?!

BENI- Cinquemilalire? Cus’è voj scherza’? Centocinquantamilalire!

RUGG- Ah! Me pareva!…

BENI- De solito ne chiede trecento, a me m’ha fatto lo sconto perché rassumejo a Velasquez!

RUGG- E tu moje cu’ te dirà, che je porti a casa un quadro al mese?

BENI- Je fago capì che è un ivestimento…

RUGG- Stamme a sentì, investimento, io nun te vojo fa la morale, ma nun me pare bello che uno della posizziò tua…un Magistrato…!

BENI-  Beh? Tradiscio a mi moje “magistralmente”!

RUGG- Va bé, se la pji ‘nte ‘ssu modo!…A quanto pare sei cuntento!

BENI- Al punto tale che el settimo cielo, in confronto, me pare ‘na mansarda!

RUGG- Fino a che nun verrai a sapere che te tradisce.

BENI- Chi lia a me?

RUGG- Scì! Lia a te. Ma cu’ te credi da esse’ Adone?

BENI- Adone: no, ma Velasquez: scì!

RUGG- …De schina!…Ma guardate allo specchio!

BENI- Ruggero adé me cumenci a rom…Zitto che ‘rriva Adelaide!

           SCENA 5^:-Detti, Adelaide, Lisetta, Giuliano, Paola, Trivella.-

ADEL- (verso l’interno) Rimanete, ma state boni! ( a benito) Che ora è?

BENI- Le due!

RUGG- J sposini tardane!(guardando anche lui il suo orologio)

ADEL-Nun vedo l’ora da ‘rvede a mj fija!…De sape’ cume so’ ‘ndate le cose!

BENI- Te duvristi vergugna’: all’età tua avecce ste curiosità!

ADEL- Curiosità? Penso a cula pora fijola appena scappata dal cullegio!…Era de ‘na tale innocenza!…

BENI- Questo è vero.

RUGG- Scì, ma oggi se ne sentono e leggono tante…!

ADEL- Guarda che a Paoletta, sino a ieri, je ho permesso de legge solo i libri della bibliotechina rosa,e, pe’ esse’ più sicura: prima li leggevo io!…Se penso che el giorno del matrimonio è partita senza che je avessi poduto parla’…Miga je l’ho fatto el discorsetto,sa!?

BENI- Perché a te tu madre, prima de spusatte t’ha fatto el discorsetto?

ADEL- Essà! Se nò cu’ te credi che t’avria fatto fa tutto quello che hai fatto? E te pudevi ‘zzarda’ a tuccamme!

LISE- (entra di corsa, cominciando a farsi sentire dall’interno) Mamma!…Mamma, ecchili!…

GIUL- (che ha seguito Lisa) So’ scesi da ‘na carrozza!…

ADEL- (agitata)…Oh, Dio!! Mi fija…mi fija!…

BENI- (agitato come Adel) El Conte e la Contessa!…El Conte e la Contessa!…

RUGG- Uhé cu’ fate, svenite?

ADEL-E’ l’emozione!…L’emozione!…

RUGG- E nun ve fate truva’ cuscì stravolti!

ADEL- Ruggero cj ha raggiò!

BENI- Su, Adelaide, pijamo un bel respiro!…Cerca de esse’ un omo!

ADEL- Scì! Lo sarò.

BENI- Cume sempre!

PAOL- Mamma!…Mammina!…(abbraccia)

ADEL- Paoletta!…Fija mia!…

BENI- Caro genero Trivella!….

TRIV- Caro signor Del ponte!….

BENI- Eh nò! Adé me devi chiamà: suocero!

TRIV- (stretta di mano) Caro suocero!…

BENI- Adelaide, me lu voj lassa’ un pezzettino?

            (Giuliano,Lisetta e Trivella si salutano a soggetto in disparte)

PAOL- Babbo?…Babbino mio!…(abbraccia)

ADEL- Beh? Roberto che fai nun m’embracci?

TRIV- Aspettavo che si liberasse la piazza…Mia bella mammina!…(bacia)

            (adesso è Paola a salutare gli altri, compreso Ruggero)

ADEL- Paola, fatte vede…L’aspetto pare bono, è vé Ruggero?

RUGG- Magnifico!

PAOL- Nun so’ mai stata cuscì bene!

ADEL- (guardando Trivella) Tu invece me pari un pughetto smunto!…affaticato!…

TRIV- (inghiotte) Dighi?

BENI- (da uomo di mondo) Embé: scì!

PAOL- E’ affaticato, tale e quale a me.

BENI- (sorridendo) Eh, eh, eh…questo è da vede!

ADEL- Zitti ‘n po’ che c’è i munelli!…Lisetta, vatte a fa’ ‘na passeggiata cu’ Giulià!

LISE- A parte che nun so’ più ‘na munella!…

GIUL- (sospingendola) Mamma  cj ha raggiò!’Ndamo ‘nte lo studio. (escono)

ADEL-Allora?…Digo: c’emo gnente in viaggio?

PAOL- Sì!…

TUTTI- (meno Trivella) Bene!

PAOL- …Dei bellissimi regali! L’emo cumprati a venezia e a Firenze!…Però ‘rriveranne tra qualche giorno insieme ai bagagli.

ADEL- Ma io nun intendevo i regali…Vedi  cusa stanne a fa’ cui do’ ‘nte lo studio!…Guarda dalla porta senza fatte accorge’!…( appena si allontana, va da Trivella e quasi sottovoce)Cume va el Visconte?

TRIV- Quale Visconte?

BENI- El nipotino, nò?!

TRIV- (imbarazzato) Sta bene!…E’ ancora un po’ lontano,… ma sta bene!

ADEL- Ma scì! E’ mejo fallo in casa…

BENI- E a mente ripusata!

ADEL- Paoletta, vié che ‘ndamo in camera tua…

PAOL- Ecchime!

TRIV- Vieno pure io!

ADEL- Sta qua, che fra pogo ‘rturnamo! Vojo sgambià do’ parole cu’ mi fija!

TRIV- A proposito de che?

ADEL- De quello che tutte le mamme volene sape’: se l’hai resa felice! (entrano in camera)

TRIV- E te pareva!

BENI- (che ha notato la preoccupazione di Trivella) Che hai? Te vedo preoccupato!…

TRIV- Se sapessi, caro suocero!

BENI- Oh, miga cj hai da rimprovera’ qualco’ a Paola?

TRIV- Ma figurate!…Lia è dolcissima...Un angelo!

ADEL- Forse t’ha deluso l’accoglienza di tua suocera?

TRIV- Ma nò! Siete stati meravigliosi…Solo che fra pogo mi socera nun me vurrà più bene come prima!…Fra pogo viè oltra cu’ ji occhi fora dalle orbite!…Sa quante me ne dice!

BENI- Ma cu’stai a dì?

RUGG- Me sa che io so’ de troppo…(si alza e avviandosi)…Vago in cucina!

TRIV- Prego, rimanete! Vo’ nun siete de troppo.

BENI- Allora? Me voj spiega’?

TRIV- Aspettamo che viene mi socera, cuscì la racconto ‘na volta sola!

RUGG- (che vede aprirsi la porta) Eccola!…

ADEL- (è molto contrariata) Signor Conte Roberto de Trivella?!…

TRIV- (preannuncia la sfuriata) Ecchece!

ADEL- Sei un mostro!…’Na gnagnetta…Un pancotto!…

BENI- Adelaide, perché je dici ste parole offensive? Nun sei più cuntenta d’ave’ dato a tu fija un Trivella?

ADEL- Trivella? Quessa è ‘na “trivella” che nun trivella!(moderata mimica)

BENI- Cume saria?

TRIV- Per favore, prima de giudica’ e de di’ certe cose bisogna che me scoltate!…Io a Paoletta l’ho adorata sin dal primo giorno che l’ho chiesta in sposa…Io vulevo spusarla subito, ma vo’: nò! M’ete imposto cume minimo sei mesi de fidanzamento…E io pe’ sei mesi ho “digiunato”…Io ero affamato d’amore solo per la mia Paoletta…Ma tu, cara suocera, sempre presente! Sei stata l’ombra nostra pe’ sei mesi: “Guardare, ma non toccare!”…Me pudristi dì: “Te pudevi fa’ passa’ la fame al primo ristorante che te capitava…”

ADEL- Questo nun te l’avria mai detto!

TRIV- E io non l’avrei mai tradita!…Cuscì, ‘ntej giorni prima del matrimonio ero ‘n t’uno stato tale…

BENI- Pure io me sentivo cuscì, cume a te quanno…(alla moglie) Te ‘rcordi?

ADEL- Zitto e lassalo fenì!

TRIVE- Finalmente arriva el giorno delle nozze: la cerimonia…ji amici…le foto…el pranzo…Che giornata!…E che sollievo quanno semo ‘rrivati sul treno, ‘nte la carrozza letto! Luntano da tutti!…Presi Paoletta tra le braccia e cuminciai  a dirle le cose più belle che me scappavene dal core…Cume tremava…

BENI- Quante je n’ho ditte pure io…Te ‘rcordi che tremavi tutta?…

ADEL- (ha un moto di rabbia: mette uma mano in bocca)

BENI-  (continua)…Stago zitto e lu fago parla’!

TRIV- …E man mano che lia se calmava i nostri discorsi si facevane più teneri, più appassionati…Io evo pensato de deventa’ el marito de mi moje a Vienna, ma vedevo che sto pensiero spariva e se faceva avante quello de cogliere il fiore in terra d’Italia!

BENI- (patriotticamente) Bravo!

ADEL- Pipitula!

TRIV- In poghe parole: io nun capivo più gnente, lia pure…Più el treno ‘ndava avanti e più ‘ndamie avanti pure no’…E proprio ‘ntel mumento più bello, quanno el sogno stava pe’ diventa’ realtà: un omo in divisa, apre la porta e a voce alta grida: “Cusa c’ete da dichiarà?”…Era uno del dazio!

BENI- (ride) Guarda cume se mettene certe vo’ le cose!…

ADEL- Cusa fai ridi?

TRIV- Che po’ nun c’è gnente da ride, anzi…Nun so’ quante je n’ho ditte a cula guardia…Ma ormai el giugarello s’era rotto…Cuscì quanno vulevo ‘rcumincia’ da dove evo lassato, me so’ ‘necorto che nun c’evo più gnente da dichiara’!

RUGG- (che sino ad allora aveva ascoltato in silenzio) E buonanotte ai suonatori!

BENI- Me pare impossibile!

TRIV- Mentre cercavo de ripijamme dalla botta: Paoletta s’è ‘ndurmita e io ho rispettato il suo sonno!

ADEL- Ma a Vienna!…

TRIV- Pure a Vienna…E tutte le volte che pruvavo: me se presentava davante aj occhi l’immagine del daziere e…buonanotte!

BENI- Ma tu te lu duvevi scurda’…Nun ce duvevi pensa’ a cul daziere!

TRIV- E chi ce pensava a lu?…Eppure, al mumento giusto, ce l’evo davanti e ‘nte la testa me rintrunava la voce sua: “ Cusa c’ete da dichiara’?” Cuscì passavo dal massimo dell’”esaltazione”, al massimo della “caduta”!

BENI-  E dimmi: mi fija che ne pensa de questo?

ADEL- Ma cusa voj che ne sappia cull’anema ‘nnuccente? Proprio adé, de là, a ogni dumanna cheje facevo: sbarrava ji occhi (mimica) cuscì! Pareva che je avessi dumannato de dimme la Vispa Teresa in ebraico!

BENI- Cusa ne pensi de sta facenna, Ruggero?

RUGG- Penso che se le cose stanne cuscì, il Monsignore Vescovo che ‘spettate, ‘ntel seminario manco ce bocca!

TRIV- Tutto pe’ cul disgraziato de daziere!…

BENI- Conte Trivella sta situazziò nun pole dura’!

ADEL- Io vojo avecce dei nipotini.

BENI- E pure io!

TRIV- Ma pure io li vojo!…Lassateme rimette’ da st’avventura!…Sarà ‘na cosa passeggera!…

ADEL- Un mese. Caro, Trivella, da adé cj hai un mese de tempo…E se alla fine del mese sei ancora al punto de prima: poj ‘rturna da ‘ndo’ sei venuto!…(al marito) Tutto perché vulevi un genero nobile..Un frequentartore di Circoli…Un…

BENI- Guarda che sei stata tu a vule’ che tu fija diventasse Contessa!

ADEL- Io?

BENI- Tu. Scì,tu! E non io…Io so’ de razza Repubblicana dalla settima generazione, figurate se c’evo tutta ‘ssa voja de ‘mparentamme cu’ un nobile!

ADEL- Ma se t’ho sempre ditto che nun me piaceva la testa che c’eva?!

BENI- Quessu l’ho ditto prima io!

ADEL- Tu?

BENI- Sì! (i due si sono avvicinati come “galletti”)

TRIV- (framettendosi e staccandoli) Signori!…Vi ricordo che stago qua!…Che so’ presente!…Che nun so’ ‘ndato via!…

RUGG- (deciso) E su, basta adé!…Posso parla’?

ADEL- Tu continua a fatte i fattarelli tua! ( aTriv) E in quanto a te, i giorni adé so’ diventati “tre”!

TRIV- Solo… tre?

ADEL- E se dopo sti tre giorni nun sai deventato el marito de tu moje: passamo al divorzio!

TRIV- Il divorzio?

BENI- Me sta be’. Tre giorni e non uno de più!

ADEL- E ‘na vo’ ottenuto el divorzio: Paoletta la damo a Labolla!

TRIV- E cus’è sta bolla, adé? Che robba è?

ADEL- Un bravo giovane, che vole tanto bene a Paola, ma no’ emo preferito a te!

TRIV- Cosa?

BENI- E’ degià tutto stabilito: lu cj ha el numero do’!

TRIV- El numero due?

ANN- (dal fondo) Scusate, ma la signora Paola vole le chiavi, dal signor Conte!

BENI- Oh! Svejate!…Sta a dì a te!

TRIV- (che stordito guardava nel vuoto, si scuote…) Cosa?…Dice a me?…

BENI- ADEL- (insieme) Le chiavi!

TRIV- Io?

ADEL- Scì,oh! Tu. Almeno rendeti utile dal momento che nun te sai rende’ piacevole!

TRIV- (con voce soffocata e suppilchevole) Per favore, nun divulghiamo la notizia…(andando e con voce normale)…Vedremo se sarò el numero due! (esce seguito da Anna)

RUGG- Poru fijolo! Miga è colpa sua.

BENI- Certo nun è la mia!

ADEL- E manco la mia!

            

             SCENA 6^:-Detti, più Labolla e poi Trivella.-

ANN- (annuncia) El signor Labolla! ( esce quando Labolla va verso il centro scena )

LABO- (entra e si ferma sulla soglia in fondo)

RUGG- (tra sé) Ecco la funtana ambulante!

ADEL- Oh, caro Labolla…entra pure!

BENI- Prego…Accomodati!…

LABO- So’ venuto a dirvi addio!…Vago verso el Sud!…Chì nun ce resisto a sta’, è al di sopra de le forze mia!…Vago a piagne’ ‘ntel Sud…Tanto lì slagrimane tutti e nisciù fa caso a me!…Duma’ parto.

ADEL- Duma’ tu non parti.

LABO- Lassatemi partì duma’, perché se quanto quanto ritardo de ‘n giorno ce sarà ‘n’inondazione!

ADEL- Tu nun poj partì se prima nun passene tre giorni!

LABO- Cume saria?

BENI- Perché se entro tre giorni nun accade quello che deve accadere…

ADEL-…pole darsi che tu sposerai a Paoletta.

LABO- Co’? Io sposo a Paola?

BENI- Scì! A Paola ce la ripijamo no’…A Trivella je la levamo!

LABO- Cus’è, cul “paccuncello”, nun l’ha resa felice?…

BENI- Adé te racconto…(va verso Labolla per parlargli sottovoceall’orecchio)

RUGG- Ma Beniamino, nun je poj raccunta’…

BENI-  …E invece scì! El signorino nun merita tutti sti riguardi!…(parla all’orecchio)

LABO- (emette dei sussulti di gioia e finisce con un gridolino) Ohhhh!!!…

BENI- Adé hai capito?

ADEL- E siccome tu cj hai el numero due: se mi fija nun sarà felice entro tre giorni, vuol dire che sarà tua e la farai felice tu!

LABO- (piangendo) Vedrete cume la farò felice…E tante de cule volte che manco je riesce a cuntarle!

ADEL- Scì, va bé, ma nun piagne!…

LABO- Piagno de gioia!…So’ troppo cuntento!…(abbraccia Adel)

TRIV- (entra e si sofferma a guardare Labolla abbracciato ad Adelaide)(a Beni) E chi è cul’omo che abbraccia a vostra moje?

BENI- El fidanzato de tu moje!…Labolla!

TRIV- Lui? Lui…Labolla?

BENI- Speriamo!…Vojo dì: speriamo che renderà felice Paola.

TRIV- (A Labolla che s’è staccato dall’abbraccio) Signore, Vi posso dare un consiglio? ‘Ndate via!

LABO- Ma vo’ chi siete? Miga ve cunoscio!

TRIV- Io sono il Conte Trivella!

LABO- Ah!…Voi sete l’omo del daziere?!…

TRIV- (tra sé) L’hanne già ditto a tutti!…(a Labo) Signore io Vi dichiaro…

LABO- Vo’ nun c’ete gne’ da dichiarà!

ADEL- Bravo!

BENI- Hai ditto be’!

TRIV- Andate, se no finisce male!

LABO-(minaccioso pure lui) E cume la vulemo fa fenì?…

ADEL- Labolla, lassa perde’ e nun je da’ retta.

BENI- (prendendolo per le spalle) Sta bono!…Adé vai via e ‘rtorna tra tre giorni!…

LABO- Scì, sarà mejo che vago via!…Cari soceri: a presto!

ADEL E BENI- A presto, caro genero!

LABO- E me sa che no’ ce rivedremo molto presto!

TRIV- (va verso Labolla minaccioso) Signore…!

LABO-…In carrozza…Si parte! (imitando il fischio del treno viene sospinto fuori dai suoceri , gridando la fatidica frase…) “ Cusa c’ete da dichiara’? ”….

SCENA 7^- Ruggero e Trivella.-

TRIV- Ete visto cume m’hanne trattato?…Soprattutto mi socera?!…Ormai so’ un omo finito!

RUGG- Ma no!…Su!…Calmati!…El tua nun è un caso disperato…E’ solo un fatto nervoso…Psicologico e basta.Vedi se tu socera avesse studiato medicina…

RUGG- Pe’ carità, nò! E’ già pericolosa cuscì!

RUGG- Quello che t’è successo, pole succede a tanti…e pure a me!

TRIV- Co’?…Pure a vo’?

RUGG- Sì! Devi sape’ che la bon’anima di mia moglie ha conosciuto le gioie coniugali solo dopo due mesi di matrimonio.

TRIV- Pure pe’ voi un daziere?

RUGG- No! Un munganì! Un vitello!

TRIV- Un vitello?

RUGG- Al paese mia se usa, alla prima notte de nozze, de fa’ scherzi aj sposi….I testimoni de mi moje hanne avuta la malaugurata idea de nasconde dietro al paravento de la camera da letto: un munganì. Io nun me ne so’ accorto fino al mumento sublime…Me capisci?

TRIV- E come nò? Lu stesso mumento de quanno el daziere buccò drento al vagone letto!

RUGG- (imita il muggito) MMMUUUUUHHHH!!!!!

TRIV- (imita il daziere) Cusa c’ete da dichiara’?

RUGG- Da cul mumento che ha cumenciato a chiama’ la madre, Mmmuuuhhh: tutto è ‘ndato pe’ l’ingiò!

TRIV- Cume ve capiscio! Pure a me.

RUGG- A fadiga ho fatto scappa el vitello… ma dopo: più gnente!…Ormai c’evo la pace dei sensi! Ogni vo’ che ce pruvavo, ‘nte le recchie me ‘rrivava cul muggito: Mmmmmuuuuhh!Dimme: se pole coje un fiorellino d’arancio cu’ l’immagine d’un munganino davanti aj occhi?

TRIV- E nò che nun se pole!

RUGGE- E cuscì, pure io cume a te, me dicevo ch’ero finito…Finché, un giorno me decisi a raccuntallo a un medico, amico mia, dichiarando che ormai evo perso per sempre l’uso della parola!…M’ha risposto: “Ma cusa sei stupido? Va a truva’ a Clemenza!…Clemenza era una donnina compiacente…Ci so’ ‘ndato e Clemenza m’ha restituito la parola!

TRIV- Davé? E dopo ete sempre…parlato?

RUGG- Sempre! Solo che da cul giorno…

TRIV- Cosa?

RUGG- Nun ho digerito più la carne de vitello!

            SCENA 8^:-Detti più Beniamino- Adelaide e Lisa.-

GIUL- (entra seguito da Lisa e poi Beniamino) Signor Ruggero…Roberto…Vi saluto, vado via!

RUGG- ‘Spetta che vieno via pure io!

BENI- Lisa va a dì a mamma che zì Ruggero va via!

LISA- Sì, babbo!(via)

RUGGERO E TRIVELLA PARLANO SOTTOVOCE

GIUL- (seguendola con lo sguardo) Quanto la vojo bene!…La vojo fa’ felice cume è felice su’ surella!

BENI- (fra sé)  Su’ surella?…Pora cocca!…(forte) A proposito Giuliano…(con fare gioviale)…tu ce l’hai un’amante?

GIUL- Chi io?…Nò!

BENI- Dimme la verità!

GIUL- Ebbene…scì!Sei mesi fa ce l’evo, ma l’ho lassata appena ho conosciuto a Lisetta!

BENI- ( fra sé)  Pure lu “sei mesi”!…E se je fa lu stesso effetto de cul’altro?

GIUL- (fra sé) Nun capiscio perché m’ha fatto sta dumanda?

BENI- Giulia’ cu’ ne pensi dej dazieri?…Cusa me poj dì?

GIUL- I dazieri?…Che so’ i nemici dei contrabbandieri!

ADEL- (entra) Ruggero vai già via?…Paola te manda i saluti, ma era già pronta pe’ ‘nda’ (sguardo significativo a Roberto)…a letto!

RUGG- E’ scusata! Ciao, Adelaide! (si avvia)

GIUL- (lo segue)

LISA- (seguendo i due) T’accompagno alla porta, Giuliano! (esce)

ADEL- No’ ‘ndamo via, caro Trivella!

TRIV- Cara suocera!…

ADEL- Suocera? Ne parlamo tra tre giorni!

BENI- Te ricordi quello che cj hai da fa’?

TRIV- Scì!

ADEL- E allora, buonanotte!…Beniamino vie’ a dare el bon’esempio! (esce)

BENI- Co’?…(fra sé) E a chi je ne va? (la segue)

TRIV- Tre giorni!…Solo tre giorni!…A un cameriere je ne danne otto, a me solo tre!

PAOL- (appena fuori la porta) Ma cusa fai lì?

TRIV- Paoletta mia!…(fra sé) Solo tre giorni!…(forte) Pensavo a te!…(la prende per la mano e la fa sedere) Siedi qua cu’ me…(fra sé) Qua nun ce stanne i dazieri!

PAOL- E cusa stavi a pensa’ de me?

TRIV- Che sei adorabile!

PAOL- Ma me sai dì cu’ cj ha mamma contro de te? Me sta a fa’ certe domande cuscì strane!….Quanno ha visto che nun capivo gnente de quello che me vuleva dì: se l’è presa cu’ te!….Ma cusa m’emporta!…’Ndamo a letto che cj ho sonno! (si vuole alzare)

TRIV- (trattenendola) ‘Spetta…Stamo qua ancora ‘n antro pughetto!…So’ cuscì cuntento d’avette tutta pe’ me!

PAOL- Pure ‘ntel treno ero tutta pe’ te!

TRIV- Ce so’ stati certi inconvenienti…Adé però ripijamo el discorso.

PAOL- Quello del treno?

TRIV- No! Lassamo sta’ el treno!…(le prende la mano e gliela bacia salendo fino al braccio)

PAOL- (si ritrae) Ma cu’ fai? Me fai ‘ngriccia’ tutta la pelle…me pare da esse’ ‘na paperetta!

TRIV- E io ‘n galletto! Paoletta?…(la vorrebbe abbracciare, ma Paola si alza e lui rimane mezzo disteso sul divano)

PAOL- (di corsa è andata alla porta della camera) Qui: no! Vieni. (entra)

TRIV-Hai ragiò! Vieno,Paoletta mia! (entra)

LABO- (ENTRA VESTITO DA DOGANIERE) Ho speso cinquantamila lire pe’ l’affitto de sto vestito e n’antre venti  l’ho dovute da’ alla cameriera pe’ famme da’ la chiave de casa!….Speramo almeno d’esse’ ‘rrivato in tempo…(entra nella camera degli sposi)

TRIV- (da dentro) Ma chi è?

LABO- C’ete gnente da dichiara’?

TRIV- (grida) T’ammazzo!

LABO- (esce e va via)

TRIV- (entra. E’ senza camicia e si tiene su i pantaloni con le mani) ‘Ndo’ sta?   ‘Ndo’ sai? Vieni fora brutto disgraziato! Cusa t’ho fatto che me perseguiti?

PAOL- (d’in su la porta) Roberto?…Allora?…Vieni?…

TRIV- Me sa de no!…Va a letto e dormi!…(fra sé)…Me ne rimanene solo do’!

S i p a r i o

          

SECONDO  ATTO

                          Quest’atto si svolge a casa di Zezé. La scena rappresenta lo studio d’un pittore. Quindi cavalletti, tele, quadri. La Comune e le altre porte sono nella stessa posizione del primo atto, cambia solo l’arredamento. In scena vi deve essere un “paravento”, con sopra adagiato un mantello da soldato romano, delle sedie e su una di esse un elmo.-Una grande tela che rappresenta una donna senza testa, non visibile, al momento, al pubblico.-Un piedistallo, dove salirà il soldato romano per posare.-

                          All’aprirsi del sipario, in scena vi sono: Zezé seduta sul divano.Accanto a lei, Marietta, che le sta a fare la manicure.- Più in là vi è Primo che dipinge.

ZEZE- (si sta sventagliando con un ventaglio. Che quando è chiuso ha la forma di una pistola)     te ce vole ancora tanto?

MARI- Ho guasi fatto!

ZEZE- Anco’ nun cj ho avuto el tempo de legge el giurnale!…Chissà che nova porta?

MARI- E le solite cose allegre: terremoti, guerre, epidemie!…

ZEZE- E del fatto de Mazzangrugno ne parla?…Chissà se l’hanne preso a quello che ha violentato

                alla vecchia Trippetta?

MARI- E miga ce riescene a pija’ a cul porco!

ZEZE- Certo che a violenta’ ‘na vecchia de ottantanni ce vole un bel curaggio!

PRIMO- (che è stato intento a dipingere e continuando…) Un bel curaggio? Io digo che ce vole un bel stomigo!

MARI- …Un bel po’!…Ecco! Ho fenito!…( si alza e raccoglie tutto il necessaire)

ZEZE- Mamma mia! So’ guasi le do’ e  ancora nun so’ pronta!

MARI- Tanto el signor Velasquez nun ‘rriva prima delle tre! (esce)

ZEZE- E’ ‘na palla da gne’, quessu!

PRIM- ‘Nvece devo dì che me ‘rmane simpatico, sto magistrato!

ZEZE- Ma se nun l’hai mai visto?

PRIM- Non importa! Me basta quello che m’hai ditto, che je piacene i quadri mia.

ZEZE- Me ripete sempre che ‘nte le mani cj ho ‘na fortuna!

PRIM- Senza sape’ che ‘nte le mani tu un pennello nun ce l’hai tenuto mai!

ZEZE- Ha beccato cume a tutti j altri!…Che idea che cj ho avuto, ah?…Adé so’ deventata una pittrice famosa!…

PRIM- Mentre prima eri la signora Frontignocco, moje de un commerciante de vacche!…E pensa’ che se i quadri li firmo io, che po’ so’ io a dipingerli, nun me li pagane più de tre mila lire, cornice compresa!

ZEZE- Scì, ma tu miga je davi un premio a chi te li cumprava!

PRIMO- Già!…Te je dai el quadro e…il premio!

ZEZE- Oggi mi sento piena di energia! E che sarà?

PREMIO- La primavera! Oggi è primavera…E pensare che te tocca festeggiarla cu’ Velasquez!

ZEZE- Nun cj ho proprio voja da festeggiarla cu’ lu. Anzi ‘ppena ‘rriva, cu’ ‘na scusa lu manno via!

C A M P A N E L L O

                  Un colpo lungo e uno corto: è lu! E’ Velasquez! (chiama) Marietta?…(a Primo) E tu sparisci!

PRIMO- Famme ‘rmane cuscì lu vedo!

MARI- Vago a oprì?

ZEZE- Scì! Fallo bucca’!…E tu va via, t’ho ditto!

PRIMO- E daje, te prego!…

ZEZE- E va be’! Però mettete l’elmo e il mantello…famo finta che sei un manichino! E zitto!

PRIMO- (esegue: sale su uno sgabelo dopo aver indossato elmo e mantello) E chi parla!?

ZEZE- (che intanto ha preso pennello e tavolozza, dopo aver indossato un grembiule da pittore) Sta a vede quanto ce metto a mannallo via!

PRIMO- Che scusa piji?

ZEZE- Tutte le scuse so’ bone pe’ i ciambotti cume a lu!

            SCENA 2^. Detti,più Beniamino-

MARI- (entra e annuncia andando in cucina) El signor Velasquez!

BENI- (con mazzo di fiori) Buongiorno,Zezé..Questi so’ pe’ te!

ZEZE- (con finta gioia) Oh, Velasquez, adoro i papulò…Poggiali da qualche parte!

BENI- Oggi è primavera!…(posa i  fiori) Già al lavoro?

ZEZE- E’ da stamattina che ce lavoro…Ormai ho fatto!

BENI- Posso bagià la mano dell’artista: principessa del mio cuore?

PRIMO- Sentitelo!?

ZEZE- Dopo…Adé ce l’ho sporca de culore!

BENI- Che quadro magnifico!

PRIMO- Se ne intende però sto zucco’!

BENI- Zezé, Zezé mia!…(vuole abbracciarla)

ZEZE- Sta attente!….Cj ho la tavulozza!…

BENI- Cj hai ragiò, me pudria spurca’!…(posa il cappello sulla mano di Premio)

PRIMO- (prende il cappello e lo passa nell’altra mano)

BENI- (che si è accorto) Ah, ma allora è vero?…E’ vivo!…

ZEZE- E scì!…E’ un mio modello….Francese!…Nun capisce ‘na parola d’italiano.

BENI- Ma è brutto pe’ esse’ brutto! (togliendo il cappello e andandolo a posare vicino ai fiori)

PRIMO- Sai bello tu!

BENI- (sottovoce) Mannulo via!…Vojo ‘rmane solo cu’ te!

ZEZE- (fra sé) E te pareva?!…(fingendo un malore)…Ahhh!!!…

BENI- Cu’ cj hai?

ZEZE- Me sento che svieno!

BENE- E mettete a sede…

ZEZE- Cu’ questa è la decima volta che,stamattina) me pijane sti capistorni!(posa la tavolozza,il pennello e siede)

BENI- Ma cu’ me dighi?

ZEZE- E’ da qualche giorno che nun sto be’!…Cj ho le vertigini!…Me sento nervosa!…

BENI- E quessu nun è pe’ gnente bello!

ZEZE- E po’….cj ho delle voje!

BENI- Uhé,Uhé,Uhé!…Nun credo che sei…?

ZEZE- E me sa!

BENI- Ennà! Ho fatto un piccolo Velasquez!…(a Primo) E cul bono a gne’ de Trivella nun è stato manco capace…Ete capito? (verso Zezé che non lo guarda) El Conte Trivella nun è stato capace…

PRIMO- (sottovoce) E a no’ cu’ ce frega?

BENI- (che si trovava di spalle a Primo, si gira) Cu’ hai ditto?

PRIMO- (allarga le braccia)

ZEZE- (sbadigliando alza le braccia)

BENI- (le va incontro e ) Cu’ fai? Metti giò le braccia…Mettete a sede…Una cu’ le voje nun se pole agità tanto!…Cj hai le voje…E che voje sono?

ZEZE- De quelle irresistibili!

BENI- E bisogna soddisfarle, sennò el pupo pole venì fora segnato!

ZEZE- E scì!…Dacché sai ‘rrivato m’ha preso voja de asparagi!…Me piacene tanto…

PRIMO- …I ciambotti!

BENI- (si gira) Cusa hai ditto?

PRIMO- (c.s.)

ZEZE-Beniamino ho tanta voja de asparagi!

BENI- E adé ‘ndo’ li vago a truva’ ji asparagi? Qua, più che altro se coltivane…

PRIMO-…Cauli!

BENI- (c.s.) Cusa hai ditto?

PRIMO- (c.s.)

BENI- Ma sei sicura che è francese, sto sprevengulo?

PRIMO- Oh, cus’è cerchi rogne?

BENI- Cusa hai ditto?

ZEZE- Ha ditto che è… de Bourgogne!

BENI- Me pareva d’ave’ ‘nteso….

ZEZE- Ji asparagi li poj truva’ a Sambucheto!

BENI- Fino a lì me tocca ‘nda’?…Io c’evo tanta voja de sta’ cu’ te!

ZEZE- E’ mejo de nò! Sai dacché sai ‘rrivato: m’ha preso ‘na nausea!….(dà finti segni di vomito) Mi fai ‘rgumita’!…

BENI- Io?

PRIMO- Eh!

ZEZE- Me sa che el pupo rifiuta la presenza tua!

BENI- Come? E’ mi fijo e me rifiuta?

ZEZE- (rassicurante) Ma pe’ adé!…

PRIMO- Dopo te sputa ‘nte ‘n ochhio!

BENI- Come?

ZEZE- Ha ditto: “Finché nun scapa el marmocchio!”

BENI- Ah!…Ma quessu è francese?

ZEZE- De Bourgogne!…Va a prende’ ji asparagi, sennò nasce segnato!

BENI- E va be’ ce vago…Solo pe’ amore tua!…Tu però mettete comida e cerca de non fa’ sforzi! (si avvia, ma poi va verso Primo e gli dice) Strano…ha voja de asparagi!…’Nvece quanno mamma ‘spettava a me c’eva voja de melangule!

PRIMO- (Primo è d’accordo; difatti con la mano indica la persona di Beniamino)

BENI- So’ forte,oh! Ho fatto un piccolo Velasquez! (esce)

ZEZE- (con sospiro di sollievo si alza) Cala giò ch’è ‘ndato!

PRIMO- (scende e cantando fa ballare Zezé)…Francese io?…

NUN SO’ FRANCESE

MA LURETANO…

ZEZE- (canta)                            CUM’HA BECCATO

CUL PEZZO DE BABANO!

BENI- (rientra e va a prendere il cappello, ma si accorge dei due)…E che fai balli?

ZEZE- (ricomponendosi)…E chi balla?

BENI- …E saria io el “babano”?

ZEZE- …Ma che Babano?…Je ho ditto “damme ‘na mano”!…Vulevo sdrajamme ‘ntel letto e lu me stava a juta’!…Babano!...E’ proprio ‘na disgrazia pe’ sto fijo avecce un padre sordo!

PRIMO- Te le ‘rlavi le recchie la mattine?

BENI- Cusa hai ditto?

ZEZE- Ha ditto che sei sordo cume le “Martine”, che in francese vole dì…

BENI- ..”Campane”…Lu so el francese!…Però a me me sa che è italiano!

ZEZE- Ma che italiano? A mala pena ce capisce quanno parlamo!

BENI- Sarà!…

ZEZE- Se pole sape’ perché sei ‘rturnato?

BENI- Perché m’ero scurdato el cappello… E po’ perché vulevo sape’ quanti ne duvevo cumpra’!

ZEZE- Un mazzo!… Basta un mazzo!

BENI- Vago!…(fra sé) Me sa che me stanne a fa’ fesso! (va e ritorna- lazzi.-)

PRIMO- (va a guardare per assicurarsi che sia andato via) Sta vo’ è ‘ndato via davé….Avrà magnato la foja?

ZEZE- Macché! Crede a tutto quello che je digo.

MARI- (entra dal fondo) Signora, c’è un signore che ‘spetta! E’ venuto pe’ un quadro!

ZEZE- Un signore?…E quanno è ‘rrivato?

MARI- Subito dopo del signor Velasquez! Je ho ditto che eravate occupata, ma m’ha risposto che nun je ‘mpurtava de ‘spetta’, perché se tratta de vita o de morte!

ZEZE- Ma chi è?

MARI- El nome nun me l’ha volsuto dì!…E’ vestito bene…Elegante…Carì!…

ZEZE- E vole dì che lu ricevo…Almeno saprò chi è!…(a Primo) Tu adé pe’ un po’ sparisci, vai via!…Va ‘ntel bagno!

PRIMO- E cu’ ce fago ‘ntel bagno?

ZEZE- Quello che te pare!…Facci ‘n acquarello!

PRIMO- E va be’…Famo st’acquarello! (via)

ZEZE-Fallo bucca’…Io vago in camera a damme ‘n’aggiustata!…Dije che sto a parla’ cul sottosegretario alle belle arti! Fa sempre effetto! (va in camera)

MARI- Va bene!(esce)

PRIMO- (rientra e cerca) Ma ‘ndo’ l’ha messa la pistola ventajo? Lì drento manca l’aria!…Roba da nun crede: io dipingo e lia se pija quadrì e gloria!…Ma ‘ndo’ l’ha messa?…

MARI- (da dentro) Prego…buccate!

PRIMO- Ecchili! (rientra di nuovo in bagno)

               SCENA 3^- Marietta-Trivella, poi Zezé.

MARI- (entrando)…Metteteve comido!

TRIVE- La signora?

MARI- La signora sta cul sottosegretario alle belle arti!

TRIV- Ah,scì? E da quanti mesi?

MARI- Cus’ete capito? La signora ce sta a parla’ e basta!

TRIV- Adé ho capito!…(tira fuori dal portafoglio dei soldi) Questi so’ pe’ te…Dije però de sbrigasse!

MARI- C’ete prescia è ve’?

TRIV- Tanta!

MARI- (sicura di essere stata capita) E allora famme ‘nda’… Nun se pole mai sape’!….(esce)

TRIV-Tutto pe’ colpa de cul daziere….Ieri…L’altro ieri…S’è presentato sempre ‘ntel mumento che…Adé ecchime qua: all’ultimo giorno!…Me rimanene solo dieci ore e dopo se…se ripijane a Paola!…Speriamo che el signor Ruggero m’ha cunsijato la medicina giusta.

ZEZE- (entra) Scusate se v’ho fatto ‘spetta’, ma c’evo da concludere un affare!…Prego!…(lo invita a sedere)

TRIV- (sedendo) Signora io…

ZEZE- Mi scusi, ma noi ci siamo già visti!

TRIV- Mi pare di sì…Sette mesi fa…

ZEZE- …Al ballo degli artisti!…(esclama) Manet!

TRIV- Sì! M’avete detto che vi ricordavo un grande pittore francese: Manet!…Siete stata tanto gentile verso di me…Abbiamo fatto coppia nel ballo degli spicchi d’arancio!

ZEZE- Sì, mi ricordo…Ballavamo con le mani dietro la schiena, naso contro naso e io dovevo mangiare i spicchi d’arancio che tu tenevi con le labbra!…Ti ricordi?

TRIV- E mi ricordo anche che mi hai detto:”Caro Manet, quando ti sentirai fremere dentro, non fare complimenti perché t’aspetto!

ZEZE- E cuscì sei venuto, ‘rcurdandoti l’invito?!

TRIV- Sì, Clemenza!

ZEZE- Quale Clemenza? Io me chiamo Zezé!

TRIV- Ah,già! Clemenza è de Ruggero!

ZEZE- E chi è Ruggero?

TRIV- Lassamo sta!…Io so’ qua col cuore pieno d’amore!

ZEZE- E cus’è da cul giorno hai pensato sempre a me?

TRIV- (asseconda falsamente) Sempre! Me so’ ditto:2 Ah, se Clemenza fosse qui!..Anzi: Zezé. Perché Clemenza è de Ruggero!…Ah se Zezé fosse qui la riempierei de bagi!”

ZEZE- Cume sei carì!

TRIV- E lia me ridarebbe l’orgoglio d’esse’ uomo!

ZEZE- Cosa?

TRIV- E grazie a lia nun avria più paura ne dej dazieri e manco dei vitelli!

ZEZE- (si alza) Cusa dighi? Dazieri?…Vitelli?…

TRIV- Nun cerca’ de capi’! Scolta, te parlo chiaro: me sento fremere e vojo sape’ se tu sei disposta a mantiene quello che m’evi prumesso.

ZEZE- Ogni promessa è un debito e Zezé le promesse le mantiene, caro Manet!…E po’ arrivi proprio a proposito: oggi è primavera e pure io me sento fremere!

TRIV- Guarda la cumbinazziò!

ZEZE- E nun pole esse’ certo Velasquez a fare la felicità de ‘na donna!

TRIV- Ce credo, Velasquez è morto trecento anni fa!

ZEZE- No!…Non è quel Velasquez!

TRIV- Perché ce n’è un altro?

ZEZE- Sì!…E’ un mio conoscente intimo…A tutti quelli che vienene a compra’ i quadri mia je dago el nome de un pittore famoso…pe’ via della servitù, capisci?…Pe’ nun crea’ confusiò!

TRIV- e cuscì io so’: Manet!

ZEZE- Esatto!…Se evitane discussioni…chiacchere…

TRIV- …E la tranquillità delle famije soprattutto!

ZEZE- (mette la mano sulla spalla di Trivella) Hai ditto be’!

TRIV- (gliela prende) Oh, Zezé!

ZEZE- (ritraendola) E dopo de oggi quanno te rivedrò?

TRIV- Penso mai più!

ZEZE- (va a prendere un quadro e lo da a Triv) E allora bisogna che te porti via un mio ricordo…Un ricordo che poj appende’ in casa. Cuscì, almeno, me penserai!

TRIV- (che lo ha preso) Ma nò!…Pure un quadro me daj?…

ZEZE- Che te en pare?

TRIV- Bello!

ZEZE- (glielo gira) Cuscì!

TRIV- Adé è più bello!…Cusa rappresenta?…

ZEZE- Un pastore che guarda le pecore!

TRIV- Bello!

ZEZE- Docentomila!

TRIV- Docentomila pecore?

ZEZE- No! Docentomilalire!

TRIV- Ducentomilalireeeee!!!

ZEZE- E perché sei Manet!

TRIV- Ho capito, tra pittori ce rispettamo!

ZEZE- Senza pensa’ che questo tra qualche annetto pole vale miliò, cume gnente!

TRIV-(fra sé) Hai ditto be’: gnente!

               SCENA 4^:- Detti, Marietta, Labolla.-

MARI- Scusi, signora!

ZEZE- Cosa c’è? (va verso Mariet)

MARI- (a mezzavoce) C’è un vecchio amico sua! Je vole dì ‘na parola!

ZEZE- Chi è?

MARI- El signor Fragonard!

ZEZE- Fragoletta?!

MARI- Eh! Ditto “Fraguletta!”

ZEZE- Dije che so’ occupata cul sottosegretario alle belle arti!

MARI- Je l’ho ditto, ma nun se ne vole anda’!…Ve deve dì solo do’ parole!

ZEZE- Be’ se se tratta de do’ parole!…(a Triv) Manet, accomodati ‘ntel saluttino rosa…Lì trovi un pigiama: el pigiama dell’invitato! Mettilo che vieno subito.

TRIV- (andando) Guarda cu’ bisogna fa’ pe’ esse’ el marito della propia moje! (entra)

ZEZE-Fallo bucca’!

MARI- Subito! (esce e rientra subito)…Prego,si accomodi! (esce)

LABO- Cara Zezè!…

ZEZE- Fraguletta, cume mai sei voluto ‘rmane a forza?

LABO- Scusame tanto,Zezé…E’ ancora qui?

ZEZE- Chi?

LABO- Quellu ch’è ‘rrivato pogo fa?

ZEZE- Cume fai a sape’ chi è qui? Lu cunosci?

LABO- So’ do’ giorni che je stago dietro!

ZEZE- Do’ giorni? Cume mai?

LABO- La cosa è longa da spiega’…Perché è venuto da te?

ZEZE- E cusa so’ dumanne da fa’? E’ venuto pe’ cumprasse un …quadro!…E’ tanto carì!…Però è un po’ strano…Ha ditto che cj ha paura dei vitelli…dej dazieri…Che je devo rida’ l’orgoglio!…

LABO- E tu je l’hai ridato?

ZEZE- Anco’: no! Ma ce manca pogo, perché è de là, che se sta a mette’ el pigiama dell’invitato!

LABO- (tira un sospiro di sollievo) Meno male!…Scolta, Zezé, te li voj guadagna’ trecentomilalire?

ZEZE- Sto qua pe’ questo!

LABO- Ebbene saranne tua se nun je ridaj l’orgoglio!

ZEZE- Ma scusa…

LABO- Nun cerca’ de capì!

ZEZE- Ma…

LABO- Posso ‘rriva’ a cinquecentomila!

ZEZE- Però…C’evo messo bocca!…E’ primavera e io oggi me la sento drento…E po’ lu me piace!

LABO- Ottocentomila e nun ne parlamo più!

ZEZE- Beh, pe’ ottocentomilalire chiudo pe’ ferie!

LABO- Brava! Chiudi pe’ ferie…Solo che lu devi fa’ ‘rmane qua più tempo possibile.

ZEZE- Je fago purta’ via i vestiti da Marietta!…(chiama) Marietta?

LABO- Allora vago a cerca’ le cinquecentomilalire!

ZEZE- Uhé, uhé!…Hai ditto ottocento!

LABO- D’accordo: ottocento!…Ma tu nun me devi ‘mbruja’!

ZEZE- Sta tranquillo!

LABO- Sono  salvo! (esce)

              SCENA5^:- Zezé, Marietta, Trivella, poi Labolla.-

ZEZE- E cuscì nun ho poduto festeggià la primavera!

MARI- M’ete chiamato?

ZEZE- Scì! Appena cul signore che stava prima qua, scappa dal salottino rosa: prendi i vestiti sua e te li porti ‘n camera tua…e nun je li devi da’, manco se te li dumanna!

MARI- Sarà fatto!

TRIV- (compare sulla porta) Zezé?…Allora?…

ZEZE- Vie’ qua!…Jezu, quantu sei carì!…

TRIV- (si avvicina a Zezé)

MARI- (entra nel salottino e da lì a poco esce con in mano i vestiti di Triv- e va via)

TRIV-Sto pigiama me sta proprio be’! Pare el mia!

ZEZE-  Te dona!

TRIV- /canta o recita)                     VIENI TRA LE BRACCIA

                                                  DI QUEST’UOMO CHE TI BRAMA

                                                     LUI STUPISCE CHIUNQUE

                                                       QUANDO E’ IN PIGIAMA

ZEZE- Sei pure poeta?

TRIV- Sì! Sono un poeta innamorato! (la prende per la mano e vuole portarla in salotto)

ZEZE- (lancia un finto grido di dolore) Ahiahia!…

TRIV- E adé cu’ cj hai?

ZEZE- Me s’è girato un piede!..Ahì,ahì,ahì!…Che dulore!…

TRIV- Poggiati a me…’Ndamo!

ZEZE- Nò! E’ mejo che me metto a sede!

TRIV- Ma nun è gnente!

ZEZE- Solo un mumento!…(si mette a sedere)

TRIV- Un mumento? Pe’ me ogni mumento è prezioso!…Ce vuleva el piede adé!…Qualu è?

ZEZE- Me pare che è questo!

TRIV- Come: mi pare? Nun lu sai?

ZEZE- Sì,sì…è quessu!

TRIV- Adé je fago un massaggino!…(massaggia)

LABO- (compare sulla porta) Stanne sul divano?…Ce manca pogo che quessi si slongane!(via)

TRIV- Va bene, adé?

ZEZE-  (fra sé) Pure troppo! (forte) Scì, va bene.

TRIV- Meriteresti…(fa segno di dare un pugno alla caviglia) un pugno!

ZEZE- (si ritrae) Ohu?…

TRIV- Sta bona. Je vulevo mette’ paura, cuscì nun ce ripruvava più!…(le prende le mani) Però preferiscio le mani ai piedi! (le bacia)

ZEZE- Jezu! Me fai ‘griccia’ tutta la pelle!…Sei un diavulaccio!

TRIV- E’ mi socera che nun ce crede!…’Ndamo ‘ntel salottino rosa…

ZEZE- Scì…fra 24 ore!

TRIV- Come 24 ore?

ZEZE- Ce volene minimo 24 ore prima che ‘na donna pole soccombere!

TRIV- Ma allora che me l’hai fatto mettere a fa el pigiama dell’invitato?

ZEZE- Guarda che 24 ore è appena duma’.

TRIV- Ma duma’, pe’ me, è troppo tardi!…Addio!…Cj ho da partì!

ZEZE- Vole dì che hai perso el treno!

TRIV- Co’? Se perdo sto treno so’ finito! La linea viene soppressa!…(le riprende le mani e ogni tanto le bacia)…E su, Zezé…E’ primavera…Tutt’e do’ c’emo sete d’amore!…Lì c’è la funtana…(indica, con il capo, il salotto)…che ci disseterà!

ZEZE- Ennà! Me ‘rcumencia el furmiculio!…

TRIV- Nun lu senti el profumo dei fiori primaverili?

ZEZE- Sta zittì…Sta zittì!

TRIV- Oggi è venerdì: el giorno de Venere!…(comincia a sospingerla verso la camera)

ZEZE- E scì…oggi è venerdì! (muove dei passi a ritroso)

TRIV- E non se pole rimanda’ a domani!…(apre la porta)

ZEZE- Cj hai raggiò…Miga se pole rimanda’ a duma’!…(entra.La porta gliel’ha aperta Trivella)

TRIV- (verso la platea) Finalmente! (fa per entrare, ma i suoi occhi hanno visto qualcosa e si rigira)

LABO- (compare vestito da daziere con un manganello tenuto alto)

TRIV- (lo fissa tra lo stupefatto e l’impaurito)

LABO- (accenna un passo ad ogni parola che pronuncia verso Triv) Cusa c’ete da dichiara’?

TRIV- ( si china sempre di più su se stesso, man mano che Labolla gli s’avvicina) Sì…Si…Ho capito!…(e mentre parla si gira)

LABO- (va via di corsa, mentre Triv- si gira)

TRIV- (piano piano gira il capo verso Labolla, che però non vede più e poi si rialza e cerca di assicerarsi che non ci sia: va a vedere in fondo e poi al centro scena…) Ecco qua che me ripijane le allucinazioni!…Cul maledetto daziere me persequita!…

ZEZE- (alla porta) E allora, mio piccolo Manet?

TRIV- (avvilito) Eh?

ZEZE- Vieni?

TRIV- ‘Ndo’?

ZEZE- Alla fontana!

TRIV- Nun cj ho più sete!

ZEZE- E la primavera?

TRIV- E’ passata!

ZEZE- Passata cuscì de colpo?…Allora: autunno!?

TRIV- De più!

ZEZE- Inverno!?

TRIV- Sotto zero!…Vago via!…’Ndo’ stanne i vestiti mia?

ZEZE- E nò! Adé via nun te ce manno io! Vojo festeggia’ la Primavera!

TRIV- Ma se t’ho fatto capì che semo in pieno inverno!

ZEZE- (appoggia le sue braccia al petto e con le mani lo accarezza ed ad ogni parola lo fa indietreggiare, fino a farlo entrare in camera) E’ stata un’emozione…

TRIV- Ma…

ZEZE- La primavera fa presto a tornare…

TRIV- Scì, però…

ZEZE- …Non senti il profumo dei fiori?…

TRIV- Un po’!

ZEZE- E ricuminci a ave’ sete?

TRIV- Scì! (entrano)

                

                SCENA 6^.- Marietta- Beniamino.-

BENI- (entra seguito da marietta) Dov’è? Vojo sape’ dov’è!

MARI- v’ho ditto che è ‘ndata a truva’ a su madre malata!

BENI- E pure da su surella!

MARI- Nò, solo da su madre!…’Rturnate duma’!

BENI- (fra sé) Adé te provo io!…(forte) Marietta!…

MARI- Dite!

BENI- Te devo cunfessa’ che de Zezé me so’ stufato…Ce n’ho fin sopra ai capelli…E te devo dì che tu mi piaci…Cusa te ne pare de un milioncino al mese e un appartamentino al centro?

MARI- Oh….Signor Velasquez!…

BENI- Però nun me devi nasconde gnente!

MARI- Cu’ dite?…(comincia a sbottonarsi la camicetta) Ve fago vede tutto…Nun ve nascondo gnente!

BENI- Cus’hai capito, oh?!…Nun me devi nasconde gnente de Zezé!

MARI- (ricomponendosi) Scusate…ma nun so’ ‘nguezza ‘nte sti affari!…

BENI- Parlame delle voje sue!

MARI- Quella era ‘na scusa pe’ liberasse de vo’!

BENI- Me tradisce?

MARI- E miga cu’ uno solo!

BENI- Allora cj ho le corna!

MARI- E miga un paro solo!…Ce l’ete ramificate!…Altro che pittura!…Quella ‘nte le ma’ nun satiene manco un pennello!

BENI- E i quadri chi li dipinge?

MARI- Primo!…El mudello…El suldato!

BENI- …Io cornuto!..

MARI- E nun ve la pijate, adé esistemo solo che no’ do’!

BENI- No’ do’? E cus’è te sei smattita?

MARI- E allora m’ete prumesso tutte quelle cose solo pe’ sape’ de la signora?

BENI- Perché nun l’evi capito?…(prende una tavolozza)…Adé me metto de punta dentro la su camera e je la spiaccico ‘nte la faccia al primo che bocca! (entra)

MARI- Cul vecchio ‘mbrujò me l’ha fatta..De sciguro me toccherà truvamme ‘n antro posto! (sta per uscire verso la Comune, ma si ferma a guardare Trivella)

              SCENA 7^:-Marietta e Trivella.-

TRIV- (entra con un quadro sotto il braccio e attraversa la scena, in largo, due volte) Ce l’ho fatta!…Ce l’ho fatta!…Famme ‘nda’ via, visto che Zezé s’è ‘ndurmita!…

MARI- Signor Manet?…Vedo che sete felice e soddisfatto!…

TRIV- Soddisfatto?…Adé manco ‘n esercito de dazieri me mette più paura! Ho ritrovato tutto….però nun me riesce a truva’ i vestiti!…’Ndo’ staranne?

MARI- Io nun lu so.

TRIV- Come nun lu sai? L’evo lassati sulla poltrona del salottino rosa!…Te dago diecimilalire se me li ‘rtrovi.

MARI- Ve li vago a pija’ subito! (avviandosi) Tanto a sto punto cunvie’ accuntentasse pure de le mulichelle! (esce)

TRIV-Paoletta: stasera sarai finalmente mia moglie! (tende l’orecchio verso il fondo…va a vedere) Mi socera cu’ Labolla!…Se me trovane in pigiama so’ a punto e daccapo!…(si nasconde dietro il paravento)

             SCENA 8^:-Trivella, Labolla, Adelaide:-

ADEL- (entra seguita da Labol) Ma se pole sape’ ‘ndo’ m’hai purtata?

LABOL- Da ‘na donna che fa dej piaceri!…

ADEL- E m’hai purtata ‘nte ‘n bel posto! Ma perché poi?

LABO- Pe’ ‘cchiappacce a vostro genero!

TRIV- (Triv- fa dei lazzi in merito)

ADEL- A mi genero?

LABO- E’ da più de ‘n’ora che sta qua!

ADEL- Nun capiscio perché a casa sua fa el cappo’ e fora fa el galletto! Duv’è?

LABO- De sciguro ‘nte la camera de la signora!

ADEL- Damme el basto’ tua che je lu vojo spezza’ ‘nte la schina!

LABO- Ecchilo!

ADEL- Adé te sistemo io! (entra)

LABO- Ah!…(mettendosi seduto) Famme mette a sede…Me lu merito un po’ de riposo!

TRIV- Pezzo d’en giuda!

LABO- (sente dei rumori provenire dalla camera) Me sa che lì cumencia a fa’ caldo!

                  SCENA 9^:- Detti più Beniamino.-

             (La porta si apre e compare Beniamino col cappello fin sulle orecchie, che cerca di non fare uscire la moglie che spinge la porta, finché Beniamino non vi si poggia con le spalle)

BENI- Mi moje! E’ mi moje!

LABO- (si alza meravigliato) Signor Del Ponte?

BENI- Labolla?

TRIV- Mi socero?

LABO- Vo’ qui, da Zezé?

BENI- E’ solo ‘na conoscente!…

TRIV- Allora è lu Velasquez!

ADEL- (da dentro) Porco e maiale!

LABO- Nascundeteve!

BENI- Scì! Pija el posto mia e dije che so’ ‘ndato via!

LABO- (esegue lo scambio) Sbrigateve!

BENI- E ‘ndo’ me nascondo?…(vede una grande tela e vi si mette dietro:- vi è disegnata una donna, mancante di testa)…Adé poj aprì!

LABO- (si allontana  per fare entrare Adelaide che gli da un sonoro schiaffo)

ADEL-Oh, Dio…nun è lu!

LABO- Ennà che sorba!

ADEL- ‘Ndo’ sta che lu vojo ciancica’ tutto? Lu sbramo!…

LABO- ( vede la faccia di Adelaide tutta sporca di vari colori) Ahaa!!!!…

ADEL- Me voj dì ‘ndo’ è andato?

LABO- E’ andato via!

ADEL- Vigliacco! Ma tanto ‘ndo’ va? Lu ‘cchiappo prima o poi!(brandisce in alto il bastone rotto, continuando ad inveire a soggetto finché non è fuori scena) (esce)

LABO- (mettendosi a sedere) E chi ce capisce gne’?

BENI- (ha messo al suo posto la tela e va da Labolla) Sei stato tu a purta’ a mi moje qua!

LABO- (si alza)…Veramente io…

BENI- (gli appioppa uno schiaffo) Pe’ adé pijate questo che dopo te ‘mmazzo!

LABO- Ma io…

BENI- Altro che el numero due!

LABO- Ma io a vostra moje l’ho purtata qui, per sorprende al Conte Trivella!

BENI- Perché sta qua mi genero?

LABO- Scì!…E po’ cume pudevo pensa’ ch’eri l’amante de Zezé?!

BENI- Ciò non toglie che Adelaide m’ha truvato ‘nte la camera sua!

LABO- E vo’ je dite che eravate qua pe’ sorprende’ al Conte!

BENI- Salvo!…So’ salvo! Sei di nuovo el numero do’! Adé vago da mi moje e a mi genero ce penserò dopo! (via)

LABO-E io invece ‘rmano, perché vojo vede che fine ha fatto cul ciambotto!

TRIV- Eccomi! (esce e gli da uno schiaffo)

LABO- E tre!…El Conte Trivella?…

TRIV- Me vulevi fa’ sorprende, è ve’?

LABO- Scì, perché nun ve poso vede’! Me darete soddisfazziò pe’ lu schiaffo che m’ete dato!

TRIV- Adé nun cj ho tempo, devu truva’ i vestiti!…(esce)

LABO- (conta sulle dita) Me pare che m’hanne schiaffeggiato tutti!

MARI- (entra) Ecco i vestiti!…

LABO- Quali vestiti?

MARI- Quelli de cul signore in pigiama!

LABO- Dammeli!…(vedendo che Marietta si ritrae)…Dammeli o te zompo addosso!

MARI- (impaurita) State bono…Ecchili…Tenete! (andando) Me sa che sete peggio del mandrillo de la vecchia Trippetta!(gliele lancia e fugge)

LABO-El mandrillo?…Orca che idea!…Adé vago al commissariato e je digo che quello che ha violentato la vecchia Trippetta è el Conte Trivella…Cuscì lu mettene in galera!(va via)

MARI- (rientra guardinga e quando è sicura…)  Addio diecimilalire!

TRIV- E ‘ndo’ saranne finiti?…(a Mari) Oh!… Rivojo i vestiti mia!

MARI- Nun ce l’ho più!….L’ho dati a Fraguletta!

TRIV- Ma chi è sto Fraguletta?

MARI- Quello che ha accumpagnato a cula signora!

TRIV- No!…A Labolla!…E tu je hai dato i vestiti mia?

MARI- E sennò cul porcacciò me zumpava addosso!…Me duvete da’ le diecimilalire!

TRIV- Te ne dago veticinque se me procuri un vestito!

MARI- Prima tirate fora i quadrì!

TRIV- Cume fago a darteli adé se el portafojo sta ‘ntej pantaloni?

MARI- E allora arrangiatevi! Do’ volte nun me fregate! (via)

 SCENA 10^:- Trivella,Frontignocco-Beniamino-Zezé-Primo-Commissario.-

TRIV- (va a guardare alla finestra) Eccolo!…E nun c’è ‘na macchina che lu mette sotta!…(si allontana) Cume fago adé?….Cume fago?…Idea!( ritorna alla finestra e cerca di scorgere qualcuno e poi) Ehì,voi!…Digo a voi!…Per favore venite a salvarmi1…Si tratta di via o di morte!…Appena salite le scale!…Vi faccio trovare la porta aperta!…(chiude ed esce per andare da aprire la porta e poi rientra e si mette seduto sul divano)…Ha ditto che viene…Ma me li vurrà da’ i vestiti sua?…Cusa invento?…(prendendo il cuscino dove stava seduto sopra)…Da la rabbia me magnaria sto cuscino!…(sente qualcosa che gli da fastidio sotto al sedere…mette la mano e la riporta su con la pistola-ventaglio)…E’ cu’ questa che lu cunvincio a damme i vestiti!…(alza gli occhi al cielo) Era ora che t’accorgevi che esistevo pure io! (sente rumore) Ecchilo!…(si alza e gli va incontro tenendo la pistola dietro la schiena ) Prego accomodatevi!…

FRON- Caramba! Yo son achì! Cossa habete?

TRIV- Niente!…Datemi il vestito che indossate!

FRON- Por nada! Yo tieno esto solo, caramba!

TRIV- Datemelo o sparo! (gli punta la pistola addosso)

FRON- Madre de Dios! Un pistolo?…(comincia a spogliarsi)…Ma porqué?…

TRIV- Perché quello che c’evo me l’hanne rubato!

FRON- No essere estato yo a robar!…

TRIV- Fate presto!…Veloce!!!  (man mano che Frontig- si spoglia: lui si veste)

FRON- Ma segnor, mas rapido de esto no puesso!…

TRIV- E daje che me ‘rmanene cinque ore!

FRON- Por far cossa?

TRIV- Questo non la riguarda!…(appena pronto) Dove posso mandarveli questi?

FRON- A l’Hotel Deliçia! Mi nombre es Frontignocco Dieghito de Mendoza.

TRIV- Ve li farò riavere presto! Grazie!…Famme scappa’ da la porta de servizio!…(gli lancia la pistola) A voi!

FRON- Ah, or abio yo il pistolo! Fiermo! Altolà!…Io esparo!…Escargo! (preme il grilletto, ma viene fuori il ventaglio)…Por totos las vacas del mundo!Es un ventilador?…Un ventilador!

BENI- (entra e salta addosso a Front- credendo che sia Triv-) A no’ do’ adé, Conte trivella!

FRONT- Por totos las vacas!….(si divincola)

BENI- Co’? El commerciante de le vacche argentine?

FRON- El segnor Delponte?

BENI- Cosa ci fate qui in…mutande?

FRON- Un hombre my ha robar el vestido!

BENI- Non ci credo! Questa è una scusa. Voi vi trovate a casa della mia donna!

FRON- Alor voi es…

BENI- Sì! Cornuto!

FRON- Ma por mi non abere ninguna importançia!…Yo abio da cercar otros duecientos Delponte e alor… tu me dar vestido! (gli punta la pistola)

BENI-Ma cume te ne va?

FRON- Rapido o fazo BUMM!!!

BENI-  No,no…Sta bono! (comincia a spogliarsi) Metti via cula roba che me fa paura!

FRON- Più rapido!

BENI- E nun me fa prescia!…damme tempo: nun vedi cume tremo? Guarda tu cusa je deve capita’ a ‘n poro magistrato!?

FRON- Tu es mucho brutto in mutandos!

BENI- Sei bello tu, bruttu sprevengulo!

FRON- (che ha finito di vestirsi) Muchas gracias…cabrone d’un cabron! Pure yo cuernutos!Dos cuernutos fa menos mal! Hasta la vista!…(si gira per cercare l’uscita ma si trova imbarazzato)…Puerca vacas! Donde està la salida por escapar?

BENI- Adé te la digo io ‘ndo’ sta l’uscita!…De qua…Prego!…(lo fa entrare in camera e poi lo chiude a chiave) Adé vedemo se sei bono a scappa’ da qui!

ZEZE- (entra) Ma ‘ndo’ è ‘ndato a finì…(vede Beni-)…Velasquez in mutande?

BENI- Sì e che non rivedrai tanto presto!

ZEZE- Difatti te sapevo a cumpra’ ji asparagi!

PRIMO- Oh, se pole sape’ cus’è tutta ‘ssa cagiara?

BENI- Ecco lu svizzero de contrabbando!

PRIMO- Ma nun duveva sta a Sambucheto?

BENI- Me so’ lassato ‘mbruja’ da do’ ‘mbrattatele!

PRIMO- Cerca de ‘nda’ via che m’hai stufato veramente!(gli mette le mani addosso)

BENI- Scì, vago via, ma prima je vojo presenta’ a la signora uno dei suoi amanti!…(apre a Fron) Scappa fora, vaccaro!

FRON- (esce infuriato) Por totos los…( si ferma a guardare meravigliato Zezé)…My mujera a quì?

ZEZE- Mi marito?

BENI- Sete cuntento ch’ete truvato la vacca…Vulevo dì: vostra moglie?

FRON- Finalmente yo tiengo el devorcio!

MARI- (entra tutta agitata)…Signora, c’è Fraguletta cul cummissario de polizia!

TUTTI- El commissario?

LABO- El mandrillo è quello in mutande: prendetelo!

COMPARSA- (sarà un tecnico o lo stesso Ruggero che prenderà per le spalle Beniamino e lo porterà via. )

BENI- (si dibatte) Lassateme…Nun sapete chi so’ io!…Sono un magistrato!….

SIPARIO

                                                                

3° ATTO

             La scena è la stessa del 1°  Atto.

                      SCENA 1^:- Ruggero, Annetta, Giuliano.-

RUGG- (entrando, seguito da Anna)…E me sai dì ‘ndo’ è ‘nd

ANNA- Scì!…Ha ditto che ‘ndava al Palazzo de Giustizia!

RUGG- E el Conte Trivella è in casa?

ANNA- E’ scappato pure lu!

RUGG- E la signora?

ANNA- E’ venuto a truvalla el signor Labolla e circa dieci minuti fa so’ scappati di corsa tutt’e do’! E se vulete sape’  de la signora Paola: sta a legge’ in camera sua…Mentre la signorina Lisetta: è ‘ndata alla lezziò de pianoforte!

GIUL- (entra ed ha sottobraccio un quadro) Buongiorno, signor Ruggero!

RUGG- Buongiorno!

ANN- Se me vulete sono de là, in cucina! (esce)

RUGG- Va bene!…(a giul) Cos’hai sotto al braccio?

GIUL- Un regalo pe’ mi socero!…So’ sciugro che sarà cuntento. Je ho purtato quello che vuleva: un quadro!

RUGG- Un quadro?

GIUL-  Vuleva la prova che io riuscissi a fa’ felice Lisetta…E io je l’ho purtata!

RUGG- (fra sé) L’ha spifferato a tutti!…(sedendo) Sicché tu hai ubbidito?!

GIUL- Essà! Ieri pomeriggio so’ ‘ndato da una missionaria…una che si occupa della felicità dej omini…

RUGG- …E t’ha rilasciato un certificato?!

GIUL- Scì! De cattiva condotta!…(posa il quadro e tira fuori da una tasca un foglio e legge) “Certifico che le prestazioni del signor Giuliano Birbetta sono stati lodevoli e che sarà , senza meno, un marito ideale!”

RUGG- E dimme: cusa t’ha voluto pe’ sta dichiarazione?

GIUL- Ecco! (riprende il quadro) Siccome lia è ‘na pittrice di talento, mi ha pregato de cumpraje un quadro.

RUGG- (fra sé) E’ de sciguro Zezé!…(forte) E cosa rappresenta?

GIUL- Se intitola “ Pasticcio in una notte di primavera!”

RUGG- …Proprio un pasticcio!

GIUL- Spero che je piacerà!

RUGG- Je piacerà senz’altro!…Però te vuria da’ una parola chiave che te pole juta’ quanno tu socero è nervoso…Perché tu ancora nun lu cunosci be’!

GIUL- Mi socero è ‘na persona squisita!

RUGG- Sì, ma quando nò quanno vole fa cagnara!….Comunque in cul mumento, je poj tappa’ la bocca: alzando un solo dito e dicendo una sola parola: “VELASQUEZ!”

GIUL- Velasquez?

RUGG- Adé ‘ndamo a attacca’ el quadro ‘nte lo studio.(si avvia)

GIUL- (seguendolo) Scì, però spiegateme mejo…(entrano)

                    SCENA 2^:- Paola- Lisetta, poi, Ruggero ed Adelaide.-

PAOLA- (esce dallo studio e legge) …Fanny era già coricata quando Leone entrò nella camera nuziale. “Finalmente soli!” esclamò avvicinandosi al letto; poi scivolò accanto a Fanny e il grande mistero temibile e delizioso si compì!”…(assorta) Il grande mistero temibile e delizioso?

LISET- Toh!…Sei sola? Dalla borsetta vengono fuori dei fogli di musica)

PAOLA-Sì!

LISET- Sai se giuliano è venuto?

PAOLA- Sì, è de là ‘nte lo studio cu’ zì Ruggero!

LISET- Visto che è in compagnia pole ‘spetta’ cinque minuti! Sei ‘rrivata da tre giorni e è la prima volta che semo sole!

PAOLA- Cj hai da dimme qualcò?

LISET- Io? Tu,caso mai cj hai da dimme! Te ‘rcordi la prumessa?…Che m’avresti raccuntato tutto?

PAOLA- Ma tutto de co’?

LISET- Ma de la prima notte!

PAOLA- Ah!…Nun c’è gnente de straordinario!…Chissà quali cose, una, se pole immagina’ e invece nun succede gnente!

LISET- Gnente? Ma come?

PAOLA- Gnente! Tutto come prima…Solo che ‘ntel letto invece da esse’ daperté sai in do’! Ecco.

LISET- Tutti cuscì,oh! Prima prumettene e po’ non tirane fora ‘na parola!

PAOLA- T’ho ditto la verità!

LISET- Pure Marcella me l’eva prumesso, ma po’ nun ha voluto aprì bocca!

PAOLA-  Appunto, perché nun c’è gnente da dì!

LISET- Però io qualche parola je l’ho strappata! M’ha ditto: “Lisetta, ‘spettate qualsiasi cosa e nun meravijatte de gnente!”

PAOLA- T’ha ditto cuscì?

LISET- E po’, s’è fatta tutta roscia, ha abbassato la testa e ha aggiunto: “E’ un grande mistero, temibile e delizioso!”

PAOLA- Come nel romanzo!

LISET- Quale romanzo?

PAOLA- Questo…che mamma m’eva proibito da legge’!

LISET- Ecco! Lu vedi allora che c’è un mistero?

PAOLA- Che io ancora nun cunoscio!

LISET- ( su di tono) Ma a chi voj ‘mbruja’? Sei spusata da da cinque settimane e…

PAOLA- (anche lei) Ma te lo giuro!

LISET- Lassa perde e non giurà!…Vole dì che quanno me sposerò: cula notte davante a mi marito farò la figura dell’oca!

PAOLA- Ma Lisetta?

LISET- (andando nello studio) Nun te vojo più sta a sentì! (entra)

PAOLA- E cuscì adé se c’è messa pure lia!

RUGG- (che è entrato in scena appena è entrata in studio Lisa) Ma che v’è successo?

PAOLA- Zio mia, è vé che me vulete tanto bene?

RUGG- Certo,Paoletta!

PAOLA- E allora diteme cus’è el matrimonio.

RUGGE- El matrimonio…El matrimonio…è ‘na bela cerimonia civile e religiosa…che finisce con un bel pranzo!

PAOLA- Questo lu so…lu so! Ma dopo el pranzo?

RUGG- (continua a provare disagio) Dopo el pranzo c’è el ballo…qualche volta!

PAOLA- E dopo el ballo?

RUGG- J sposini ‘rtornane a casa.

PAOLA- E il mistero? Il mistero temibile e delizioso?

RUGG- Accidenti! Chi te l’ha ditto?

PAOLA- Allora è vero che c’è e io ancora nun lu cunoscio!?

RUGGE- Senti, Paoletta…

PAOLA- E’ da cinque settimane che so’ spusata e se nun lu cunoscio vole dì che so’ stata derubata!

RUGG- Ma manco ce devi pensa’a questo!

PAOLA- E allora perché nun me lu vulete dì?

RUGG- Perché…perché è passato tanto de cul tempo e fadigo a ‘rcurdammelo!…

PAOLA- Allora me lu fago dì da Annetta!(si avvia)

RUGG- (la ferma) Lassa sta la servitù…Ce mancheria!

PAOLA- (va a sedere e piange) So’ stata disgraziata,ecco!…

ADELA- (entra trafelata; ha la faccia tutta colorata) Jezu, che giurnataccia!…(sente piangere la figlia) E tu cu’ cj hai che stai a fa’ sta gnagnera?

PAOLA- (si alza per andare verso la mamma) Oh mamma…(cambiando tono) Mamma cu’ cj hai ‘nte la faccia?

ADELA- La faccia?

PAOLA- Cj hai tutti i culori dell’arcobaleno?!

ADELA- E sarà stato Beniamino…Tu padre, cu’ la tavolozza dej culori!…Puretto!…Je ho menato pure!…Ma tu perché piagni?

PAOLA- Mamma, mi marito nun è mi marito e io nun so su moje!

ADELA- E chi te l’ha ditto?

PAOLA- Mi surella!

RUGG- Ecchece!

ADELA- Tu surella t’ha ditto questo? E cusa ne sa lia che è ancora ‘na munella?

PAOLA- E’ stata lia che m’ha aperto j occhi!…El conte Trivella non mi ama!

ADELA- Nun vale proprio un bel gne’!

RUGGE- Adelaide, se permetti…

ADELA- (tronca) Nun permetto! Sto Trivella, alla più longa stasera, da chì smamma! Entro sei mesi ce avrai el divorzio ‘nte le ma’ e entro l’anno ce avrai ‘n antro marito!

PAOLA- E sta vo’ nun m’emporta se è vecchio o giovane, se è bello o brutto…basta che me fa cunosce el grande mistero!

ADELA- Te sposi a Labolla!

PAOLA- Scì, mamma! Nun me piace, ma me lu sposo lu stesso.

RUGG- Ma porca miseria! State a fa’ uno sbajo enorme e irrimediabile! Io come padrino de Paola ho il diritto…

ADELA- …De sta zitto!

RUGG- Tu marito te adora, credime!

ADELA- Forse vole dì che ne adora a ‘n’antra!

PAOLA- Già cj ha a un’altra?

ADELA- Scì! E propio ‘nte sto mumento, tu padre e Labolla stanne a mette’ insieme le prove de la sua cattiva condotta!

PAOLA- (si butta fra le braccia della madre piangendo) Oh, mamma!…

ADELA- E nun piagne!…Cul fariseo nun merita a un angelo cume a te!…Piuttosto va de là e dì a Annetta de anda’ a cumpra’ un po’ de acqua ragia!

PAOLA- (si stacca e tirando su di naso e asciugandosi gli occhi) Sì, mamma!(si avvia)

ADELA- Appena ‘rrivane le prove te manno a chiama’!

RUGGE- Perché hai ditto che adora a ‘n’altra?

ADELA- So quello che digo! Quello in casa è muto e fora sgaggia!

RUGGE- Ma sei sicura?

ADELA- L’ho fatto seguire!

RUGGE- (fregandosi le mani) Me sa che c’è andato!

ADELA- Tu sapevi ‘ndo’ stava e sei pure cuntento?

RUGGE- Certo, ce l’ho mannato io!

ADELA- Perché culia te passa la percentuale?

RUGGE- Ce l’ho mannato perché quello era el solo mezzo pe’ ridaje la parola!

ADELA- Nun ce credo. Quessa nun me la bevo!

                SCENA 3^.-Detti, Anna e Labolla

ANNA- El signor Labolla!

ADELA- (A Ruggero) Adé senti!

LABO- (entra con vestito in mano)

ADELA- E allora, ste prove?

LABO- (posando il vestito) Ecchile!

ADELA- Finalmente!

LABO- Si, che ho fatto ‘na fadiga da gne’!…Ho dovuto rischia’ la vita pe’ pudelli ave’! Ho sorpreso vostro genero, tutto nudo, in casa de lia e questo è el vestito sua!

ADELA- (prende il vestito) Bravo!

RUGGE- E vi sembra di avere fatto ‘na bella cosa?

ADELA- Nun lu ‘scolta’!…Hai fatto be’!

LABO- Allora ‘rmano el numero do’?

ADELA- Certo!

RUGGE- Vi ricordo che el Conte Trivella cj ha tempo sino a mezzanotte pe’ dimostra’ che è sempre el marito de su moje!

LABO- Nun c’è pericolo, perché l’ho fatto mette’ in galera.

I DUE- Co’?

LABO- L’ho denunciato come el mandrillo della signora Trippetta, la vecchia de Mazzangrugno!

ADELA- Bravo!

LABO- E prima de do’ mesi nun lu lassene scappa’!

RUGGE- Adelaide, scoltame…

ADELA- Nun ce sento! ( gli gira le spalle) Adé vago a chiama’ a Paola! (si avvia)

RUGGE- (cerca di fermarla) Ma aspetta che…

ADELA- Allora rompi davé!?(esce)

RUGGE- (seguendola) Ma ti prego!…

LABO- (solo) E cuscì al caro Conte l’ho sistemato!…Lu m’ha preso a schiaffi e io je ho preso la moje!…Me so’ scurdato a purtaje ‘n mazzo de fiori! Famme ‘nda’ a telefuna’!…(va verso la cucina)…Vedrai Paoletta cume te farò felice!…

              SCENA4^:- Trivella- Frontignocco e Anna.-

TRIV- (entra.- Ha ancora gli abiti sopra il pigiama…Parla guardando tra le quinte…) Cara Paoletta, stasera sarò tuo marito…Ti porterò lontano da sti matti…Manco cul lanternino te truveranne!…Lassame gambia’ d’abito!…Sant’Antò da la barba bianca famme truva’ quello che me manca!…Famme truva’ i vestiti che cul disgraziato m’ha fregato! (si accorge degli abiti)…Ma stanne qua!…(alzando gli occhi al cielo) E cuscì presto ete fatto? Grazie tante Sant’Antò!…’Rriva gente…E’ mejo che me vago a gambia’ de là! (via)

FRON- (entra precedendo Anna. Ha in mano i vestiti di del ponte, che va a posare dove erano prima quegli altri)…Hesto es de  tuo padrò!

ANNA- Sete duro de recchie! V’ho ditto che nun c’è…Ve cunvié ‘nda’ via che qui oggi tira aria brusca…C’è maretta!

FRON- Como?

ANNA- Pole esse’ a Como, a Monte S.Vito, a Canicattì, però adé qua nun c’è!

FRON- Ma yo no demando en dos està ello, porqué yo lo sabio!

ANNA- Pure io ce lu so ‘ndo’ sta: al palazzo de giustizia!

FRON- No! Ello està in prisòn! Porqué ello es el mandrillo de la vijeia Tropetta!

ANNA- Ma cusa me vulete ‘nfrucchià ?

FRON- Yo son aquì por dar il vestidos

ANNA- Se lu vulete ‘spetta’?

FRON – No, yo abio de anda’ da mio avogado por el devorcio! Asta la vista!

ANNA- (che non capisce, alza gli occhi al soffitto) Imbé?

FRON- Es  aquì la salida? (cerca l’uscita)

ANNA- A chi cercate adé?

FRON- Donde escapar!

ANNA- Vulete ‘nda’ via?

FRON- Brava! Tu entendi byen l’ argentinos!

ANNA- Ah, io pe’ le lengue so’ purtata!…Duvete sape’…

FRON- Oh,no! Yo abio prissa!

ANNA- Vulete ‘nda’ prima in bagno?

FRON- Por far cossa?

ANNA- La prissa!

FRON- Ma prissa es como dir …“premura”…, velocidad de andar!

ANNA- E allora duvete dì “prescia”!…Comunque venite che ve ‘ccumpagno! (escono)

             SCENA 5^:-Labolla, Adelaide, Paola e Ruggero.-

LABO- (rientra) Ecco fatto! I fiori li porteranne al più presto!

ADEL- (entrando) Ecco! Le prove del tradimento, sono qua!(vede Labolla) Me l’ha purtate lu!

LABO- Prove indiscutibili! Questo è el vestito che el Conte purtava a casa de culia e ch’è ‘rmaso nudo cume a un passeretto!

PAOLA- ( va ed osserva il vestito) Ma questo nun è de Roberto!

LABO- Ma che dite? L’ho presi personalmente io a casa de Zezé!

ADEL- Zezé?

LABO- Ho cuntrullato i documenti che cj ha ‘ntel portafojo! Guardatece.

ADEL- (esegue) Eccolo!…(tira fuori una carta di identità e legge) “Beniamino Del Ponte…Presidente della Camera….Mi marito?

RUGGE- E questa nun la vulevo sentì!

LABO- E cume pole esse’?

ADEL- Allora el passeretto nudo era lu!? ( a Labolla) Ma cum’è che ogni volta che me voj fa truva’ in flagrante a mi genero, me fai truva’  sempre a mi marito?

LABO- Nun ce capisco più gne’!…Qua hanne fatto qualche fattura!

ADEL- Ma che fattura, statte zitto! Hai ditto che se chiama Zezé cula donna?

LABO- Scì, Zezé! E’ ‘na pittrice!

ADEL- E’ quella che dipinge cu’ i piedi?

LABO- No, cu’ le ma’! Ce l’ha le ma’!

ADEL- E a me m’eva ditto che era vecchia e mutilata! Adé cumincio a capì!…Fammelo truva’ che me lu magno!(via )

LABO- (piange) Che macello!…M’hanne fatto ‘na fattura!…(grido) Ohh!…

PAOLA- ( che aveva seguito la madre per trattenerla: rientra in scena) E adé cu’ t’ha preso?

LABO- Ma se quello nudo a casa de Zezé era vostro padre…vole dì che hanne arrestato a lu! Ho fatto ‘nda’ ‘n galera a mi socero!(esce di corsa)

RUGGE- (ride) Hanne arrestato a Beniamino!…Te l’evo ditto che quella de tu marito era una calunnia?

PAOLA- Nun me parlate più de lu!

               SCENA 6^:- Ruggero, Trivella, Beniamino,Anna e Adelaide.-

TRIVE- (entra subito dopo l’uscita di Labolla, senza farsi scorgere. Indossa i propri vestiti.) Caro signor Ruggero!…Il metodo che m’avete suggerito è infallibile! Sono pronto a rispondere di tutto, adesso!

RUGGE- So’ cuntento!…Adé ve lasso da soli…So che c’ete tante cose da divve vo’ do’!

PAOLA- Nò, ve sbajate! No’ do’ nun c’emo gnente da dì!

TRIV- Proprio gnente,gnente?

PAOLA- Anzi,sì! Che duma’ presento domanda de divorzio e sposo a Labolla, perché tu m’hai umiliata e derubata!

TRIV- Voj spusa’ a cul ciambotto de Labolla?…Paoletta adé so’ pronto…

PAOLA-  Troppo tardi!…Adé che sei predisposto tu : nun so’ predisposta io! (va in camera)

TRIV- (la segue in ritardo, cerca di aprire la porta, ma la trova chiusa) Paola…Paoletta?…Solo supadre me pole salva’ e io cj ho la parola giusta: “VELASQUEZ!” (esce parte opposta)

RUGGE- Poru fijolo!…Oh lalà!…Ce mancava pure la polizia!…

BENIA- (entra di schiena, vestito da polizziotto…si gira piano piano, fino ad essere di fronte a ruggero)

RUGGE-Ma , Beniamino?…Sei tu?

BENIA- Scì, so io!…ma nun sgaggia’!…’Ndo’ sta mi moje?

RUGGE- E miga lu so!…Ma cum’è che te sei vestito cuscì?

BENI- Manco te l’immagini che m’è successo!…Ma lu sai che Zezé era spusata? Su marito m’ha truva to in casa sua! E nun basta…po’ è ‘rrivato pure el commissario e m’ha arrestato con l’accusa che ero…

RUGGE-…El mostro della vecchia Trippetta!

BENIA- E tu cume lu sai? Chi te l’ha ditto?

RUGGE- Te lu digo dopo…Dimme cume hai fatto a scappa’!

BENIA- A fadiga me so’ fatto ricunosce come el magistrato e presidente della nona sezione della Corte D’Appello, e non avendo i vestiti mia, me so’ fatto prestare questi da un poliziotto!

RUGG- Bene!

BENIA- Ma che bene!…So’ ‘rrivato in Piazza Europa e lì c’era ‘na manifestazione de disoccupati…Un maresciallo nun m’ha fatto fa’ servizio d’ordine? (imita il vigile) Dopo un quarto d’ora le braccia nun me le sentivo più!…Meno male che dopo un po’ se sente grida’: “Al ladro! Al ladro!” El maresciallo è fuggito da cula parte e io so’ fuggito da cul’altra!…E ecchime qua!

RUGGE- E’ la prima volta che un ladro salva un magistrato!

BENIA- E miga posso ‘rmane vestito cuscì!

RUGGE- Guarda che i vestiti tua sono lì! L’ha purtati Labolla!

BENIA- Labolla?

RUGGE- L’ha presi a casa de Zezé…Credeva d’ave’ preso quelli de Trivella e ‘nvece ha preso quelli tua!

BENIA- E Adelaide l’ha visti?

RUGGE- Visti e riconosciuti!…Ma lu sai chi t’ha fatto arresta’?

BENIA- E no che nun lu so.

RUGGE- Labolla!

BENIA- Lu? Cul disgraziato me le pagherà tutte ‘nte ‘na volta!…Vieni cu’ me in camera…(escono)

TRIV- (entra e va a posare al solito posto i vestiti di Frntignocco e chiama) Anna?…Annetta!…

ANNA- Desiderate?

TRIV- Porta o fa portare quei vestiti  all’Hotel Delizia…Sono del signor Frontignocco.(esce)

ANNA- (va per prendere i vestiti, ma viene fermata da Adelaide)

ADELA- (entra) Chi t’ha ditto de tucca’ quei vestiti?

ANNA- Ma signora…

ADEL- Sta zitta! Lassali lì e nun te permette’ de tuccalli!

ANNA- (vede entrare beni) Jezu!…El mandrillo!…El porco! (fugge)

BENI- Cus’è deventata matta?

ADEL- E’ scappata perché t’ha riconosciuto!…Caro bugiardò d’en magistrato, me risulta che Zezé nun è né vecchia né senza ma’!

BENI- Nun è vero!…Questa è ‘na calunnia che ha meso in giro chi me vole male!

ADEL- Tutte le apparenze te cundannane!

BENI- Sapessi quanti n’ho mannato in galera pe’ le sole apparenze?!

ADEL- Ma ce so’ pure le prove…quei vestiti! Vestiti che Labolla ha preso dalla tua amata…c’è pure el portafojo tua!… Guarda.

BENI- (va ad osservare) Ma questi nun so’ i vestiti mia!…(che ha tirato fuori il portafoglio legge) Frontignocco Dieghito de Mendoza…Ma questi so’ del commerciante de vacche!

ADEL- (andando ad assincerarsi) Ma se el portafojo l’ho visto io…Ennà!…Me sa che Labolla cj ha ragiò: qualcuno ha fatto ‘na fattura!

ANNA- (entra con i vestiti del poliziotto; è sempre impaurita) Signora…Sti pagni chì stacevane sotta al letto sua!…(li posa nel posto a lei più comodo e fugge)

ADEL- ‘Na divisa sotta al letto mia?…Chi ce l’ha mesi?

BENI- (mostra con mimica l’idea che gli è balenata) Ah.ah!?…Adelaide Del Ponte, nata Sgarretta e ‘ntesa pe’ razza: “Sgarretta de Battipetto”, cuscì…

ADEL- Oh, ‘ndo’ voj ‘rriva’?

BENI- Che mentre io ero in pericolo de vita, pe’ sorveja a tu genero, tu ricevevi in camera tua la pubblica sicurezza!

ADEL- Io?

BENI- (prende e rigira la divisa)…E po’ con un semplice agente!…Fosse stato almeno un Prefetto!

ADEL- Ma, Beniamino io te giuro…

BENI- Non giurà!…Pe’ sta vo’ te perdono!…Però da oggi: letti separati! E adé ‘rtorna in camera tua e nun pecca’ più!

ADEL- Guarda cume se so’ ‘mbrujate be’ le cose?…Adé ce penso io a sbrujalle! (esce)

BENI- (appena Adelaide è entrata)…Famme sciuga’ che m’erane presi i sudori giacci!

ANNA- El signor Frontignocco! (fugge)

FRON- Tu es aquì puerco marrano? My mujera no era bastante por ti? Anca la veja Troppetta? Rapido! Vamonos al comissariado: tu declari totos e yo obtieno el devorcio!

BENI- Non ci vieno!

FRON- Ma porqué?

BENI- Porché tu moje ha ingannato pure a me!

FRON- Husted no me far infureser!…Clamo a tu mujera?

BENI- No, sta bono!…E cus’è me voj vede morto?…Comunque io nun posso venì, se ne chiamo a ‘n antro, che cunosce cume me a tu moje, pe’ te è lu stesso?

FRON- Por mi un puerco o un otros es la misma cossa! Ma a chi clamo che yo no conobbio a ninguno?

BENI- (pensa velocemente)…Trivella!…(chiama) Annetta!…El porco giusto che fa per voi ce l’ho io!…Anna!!!

ANNA- Si?

BENI- Dì al Conte Trivella che cj ho da parlaje!….

ANNA- Subito! (via)

BENI-…E’ mio genero…Il marito di mia figlia!…

FRON- Como?…Vuestro gherno es el carignoso de my mujera?

BENI- Sì, proprio la “carogna!”!

FRON- Esta es una familia muy sporcacciona!…(vede Trivella) Husted?…Hesto a my robar vestido a casa de my mujera!

TRIV- Co’? Zezé è sua moglie?

BENIA- Sì. Zezé saria la signora Frontignocco!

FRON- Rapido! Husted venir con my dal commissionario!

TRIVE- Un momento. Prima vojo dì do’ parole a mi socero!

FRON- Muy bien! Yo entanto vajo a telefonar a my abogado!

Benia- El telefono sta de là!…Venite!…(lo accompagna sin sulla comune:Prima chiama Anna e poi lo invita ad andare)…Annetta!…Fa telefonare al signore!…Prego, andate!

FRON- Muchas gracias!(via)

BENIA- (ritorna in scena) Ebbene? Cu’ me voj di’?

TRIVE- Do’ cose. Uno: che prima de stasera, non solo sarò el marito de Paoletta a tutti gli effetti, e, che ve dago dieci minuti pe’ discolparmi davanti al signor Frontignocco. Due: ve dago cinque minuti pe’ fa sparire, pe’ sempre da sta casa, Labolla! Se nun fate quello che v’ho ditto, allora dirò ‘na sola parola…(calca) Una sola!

BENIA- E quale?

TRIVE- “Velasquez!”…E je posso anche raccunta’ ji amori de sto pittore!

BENIA- No,no, caro Robertino…Amico mia caro…quessu, nò!…(cerca di giustificarsi) Cusa voj, io me so’ cumpurtato cuscì, nei confronti tua, perché tu sei più giovane e toccava a te sacrificatte!…Se racconti tutto a mi moje: hai firmato la mia condanna a morte…E cusa voj avemme ‘nte la coscienza?

TRIVE- Io nun me presto a sto gioco…Cercatene a ‘n antro!

BENIA- Ma io adé cume adé, nun cj ho a nisciù sottomano!…

GIULI- (entra con il “foglio” in mano e va verso Benia)…Scusate!…Caro suocero, ecco l’attestato che aspettavate!

BENIA- (lo prende e legge) La calligrafia de Zezé!

GIULI- Scì…Cuscì se chiama!…Ma perché la cunuscete?

BENIA- Scì…de nome!…Ma io non posso fa’ spusa’ mia figlia cu’ uno la tradisce durante il fidanzamento!

GIULI- Ma me l’ete ditto voi!…

BENIA- L’evo ditto cuscì…pe’ pruva’ la tua fedeltà!

GIULI- Io nun ho tradito a Lisetta!…So’ andato da quessa e me so’ fatto rilasciare sto certificato de bonacondotta!

BENIA- Ma lu sai che Zezé è spusata? Adé, sta carta sarà consegnata, subito, al marito: el signor Frontignocco!

GIULI- Zezé è spusata?…E je vulete fa legge al marito sta carta?…Cume fago adé?…(fra sé) Mesa che me cunvie’ tira’ fora la parola magica che m’ha dato el signor Ruggero!…(forte) Velasquez!

BENIA- Co’? Pure lu lu sa?

TRIVE- E due!

GIULI- (toglie dalle mani di Beniamino  il foglio) E ridatemi subito el fojo!…Statemi a senti’: duvevo spusa’ a vostra fija fra un mese: ebbene adé la sposo fra quindici giorni!

BENIA- Quindici giorni?…(su tutte le furie) Ma tu te li sogni quindici giorni!

GIULI- Velas…

BENIA- (gli tappa la bocca) Bono…bono!…D’accordo!…Sta zitti’, nun sgaggia’!…(a Trive) Caro Trivella, bisogna che ‘rtorno a te!

TRIVE- Velasquez!

BENIA- Amici mia!…(piagnucoloso)

I DUE- (insieme) Velasquez! ( ed escono )

BENIA- (si lamenta a soggetto)

FRON- (rientra)…E allor?

BENIA- Gnente! Cu’ mi genero nun se pole fa’ gnente!…Devo truvanne ‘n antro!

FRON- Yo attiendo otroso cinco minutos! Claro?

BENIA- E a chi trovo in cinque minuti?

LABO- (entra)…Caro signor Del Ponte?…

BENIA- Tu?…Pe’ carità stamme da longo, che solo io lu so i guai che m’hai fatto passa’!…Fino a ieri c’evo ‘n’amica che adoravo, che…

LABO- (lo interrompe) E nun la state a piagne che nun valeva gnente!

BENIA- E tu cusa ne sai? La cunosci bene tu?

LABO- Chi io? Ennà se la cunoscio!…Io pe’ lia ero Fragonard, me chiamava come el celibre pittore Fragonard, anzi a esse’ precisi, siccome me vuleva troppo bene, me chiamava Fragoletta! (dal portafoglio tira fuori una foto)…Guardate…Leggete!…Ce la semo fatta un mese fa… me cj ha meso pure la dedica!

BENIA- (legge) “Al mio piccolo Fragonard…Mia dolce Fragoletta! Dalla sua fedele Zezé!”(fra sé) Sono salvo!

FRON- Por favor, donar a me el retratto de mi mujera! (a Labo) Ve la retuerno despuis el devorçio!

LABO- Dopo el divorzio?

BENIA- Questo è el marito de Zezé!

LABO- El marito de Zezé?

BENIA- Devi ‘nda’ cu’ lu dal commissario!…

FRON- No es necessario. Ebasta el retratto!…(andando) Asta la vista! (via)

LABO- Nun ce stago a capì gnente….Me vulete spiega’ perbenì, caro suocero!?

BENIA- Suocero?…Io tu socero?…Mai! Sei stato l’amante de Zezé e voj che te dago a mi fija? (dando uno sguardo ai vestiti poggiati sul tavolo)…I vestiti de Frontignocco!…(di corsa) Signor Frontignocco!…(esce)

LABO- (comincia a piangere) Ecco, ce lu sapevo!…’Ndate a fa’ del be’!…So’ proprio disgraziato!

PAOLA- (entra) Oh, Labolla, cu’ fai piagni? Penso che adé nun cj hai più motivo de piagne’!

LABO- E ‘nvece scì! Tu padre nun me la vole da’ più la tua mano!

PAOLA- E je poj ‘nda’ a dì che io te la dago!

LABO- Davé me la dai?…Cume so’ cuntento!…(uscendo di corsa) Je lu vago a dì subito!…Signor Dal Ponte?…

PAOLA- Nun me piace pe’ gnente sto piagnò, ma me lu sposo solo pe’ fa’ un dispetto a Roberto!

TRIVE-  Oh, finalmente riescio a truvatte da sola, amore mio!…

PAOLA- Amore tuo?…Ma se nun m’hai mai amata?

TRIVE- Ma io ti amo!

PAOLA- Nun è vero, perché ancora nun conoscio el mistero temibile e delizioso!

TRIVE- Nun è stata colpa mia, ma  del daziere!…De cul disgraziato che alla frontiera è buccato drento el nostro compartimento!…Ma nun leggi ‘nte la faccia mia la preoccupazione de perderti?…Vie’ qua, che un solo mio bacio te fa capi’ se te vojo bene!(l’abbraccia)

LABO- (che è entrato a … “vie’ qua…”) Ahu!…Trivella te proibiscio de bagia’ a la fidanzata mia! (gliela toglie e l’abbraccia) Adé me la bagio io  e davante a te!

TRIVE- (gliela ritoglie e gli da uno schiaffo) Toh!…brutto impicciò!

PAOLA- (anche lei gli da uno schiaffo) Toh!…E nun te permette’ più d’embracciamme!

LABO-  Ce mancavi tu: adé m’hanne menato tutti!(piange e blatera a soggetto sino all’uscita dei due sposini)

               TRIVELLA E PAOLA SOTTOBRACCIO ENTRANO IN CAMERA

              (si accorge che non ci sono più e allora…) E ‘ndo’ so’ ‘ndati?…E miga so’ ‘ndati in camera?…(va e tenta di aprire la porta, ma la trova chiusa) Oh, oprite!…Paoletta nun lu fa’!…Nun je da’ retta!…Cusa c’ete da dichiara’?…C’ete gnente da dichiara’?

RUGGE- (entra) Ma chi è che grida?

BENIA- (entyra dalla comune) Beh? Che è successo?

LABO- E’ successa ‘na cosa grave! Paola s’è chiusa in camera sua cu’ Trivella…Diteje de scappa’!

BENIA- E miga so’ matto!…’Na volta ch’el Conte è riuscito a bucca’: lu devu fa scappa’?…

ADEL- (entra dalla comune) Beniamino!…

BENIA- Ma ‘ndo’ sei stata che è mezzora che te cerco?

ADEL- So’ stata da cula “mosca” Zezé!…A casa sua. Alla cameriera je ho dato diecimilalire e me so’ fatta da’ l’elenco de tutti ji amanti della padrona sua! (mostra un foglio) Ecchila!…Anco’ nun l’ho letta…La vulevo legge’ a casa pe’ vede le vostre faccie!…(legge) TIZIANO, MURILLO, CANALETTO, VELASQUEZ, WATTEAU, FRAGONARD, MANET….

LABO- (ad ogni nome di pittore letto, cerca di raccontare cosa è successo, sempre piagnucolando) Signora?…

ADELA- (dopo aver letto il nome di MANET)…Ma me voj fa’ legge’ in santa pace?…Già che nun ce capiscio!…(continua a leggere sottovoce con espressione interrogativa)

RUGGE- E quessa nun è miga ‘na donna, quessa è el Museo del Louvre!

BENIA- (si asciuga la fronte) Semo tutti salvi!

LABO- (forte) Ma signora dateme ‘scolto: Trivella s’è chiuso ‘n camera cu’ Paoletta!

ADEL- (guarda Benia) El Conte?

BENIA- (accenna di sì)

ADEL- (a ruggero) E Paola?

RUGGE- (come Benia)

ADEL-Finalmente è riuscito a truva’ la strada giusta!

LABO- (va alla porta e da dei pugni) Paola scappa fora!…Trivella: cu cj hai da dichiara’? …Oh, digo a vo’: cusa c’ete da dichiara’?

TRIVE- (entra, seguito da Paola, mentre Labolla retrocede al centro scena)…Io dichiaro che: “Paola è mia moglie!”

PAOLA- E io dichiaro che “Il Mistero è veramente temibile e delizioso!”

TUTTI- Evviva!…Bravi!…

LABO- E io dichiaro che continuerò a piagne finché campo!

                                  F  I  N  E

Loreto,26-05-1995.                                                                      Paolo Torrisi               

  Il magistrato, Beniamino Del Ponte, aspetta ansiosamente il ritorno dal viaggio di nozze della figlia, Paola. Già, insieme alla moglie, Adelaide, pensa a come chiamare il futuro erede, perché ovviamente il matrimonio sarà stato consumato dal genero, Conte Roberto Trivella…Ma, ahimé! Non è così. Durante il viaggio di nozze è successo qualcosa che ha reso impotente il genero. Questo si viene a sapere, creando delusione…La famiglia Del Ponte, non può non avere un erede. A Roberto vengono dati 24 ore di tempo per consumare il matrimonio; se ciò non avverrà: il matrimonio sarà annullato e addirittura alla figlia verrà dato in sposo La Bolla, che non ha mai cessato di amarla. Sarà Zi’ Ruggero a suggerire a Roberto il modo di uscire dalla temporanea impotenza…

n.b.  Commedia registrata presso la Siae n°819470/A;  codice n° 96576;.

         Prof.Torrisi Paolo

         via Abruzzo,3; 60025-Loreto  

         torrisipaolo@virgilio.it

        

***Per facilitare la lettura del testo, in calce vi è un piccolo glossario-


GLOSSARIO

Accada-'N-: Bisogno- Non c'è bisogno che..

Accenno- Segnale...d'intesa.

Adè- Adesso.

Almanco- Almeno.

Amor del conto- Fare la conta...per vedere a chi tocca...iniziare...

Annaulo- Affitto- (casa annaulo – casa in affitto)

 Anco'- Ancora.

Avriane- Avrebbero.

Babano- Fesso- Sciocco...

Bacata- Malata- Marcia- Guasta.

Badavi- Guardare con attenzione, badare...

Bagnoli- Inutili “impacchi” d'acqua.

Balza- “Carico di briscola” (valore più alto di “Briscola” - Asse-)

Bardascio- Ragazzo. Giovanotto.

Becicche- Mucose negli occhi

'Bedisci- Ubbidisci.

Biastimato- Bestemmiato.

Brignoccula- Protuberanza, causata da colpo, battuta, pugno...

Brusciolo- Foruncolo.-

Bruscolini- Semi di zucca.

Bucattò- Schiaffo.

Buccare- Bocca- Buccato- Entrare- Entra- Entrato...                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         

Bucculotto- Maccherone. (tipo di pasta)

Bugiò- Bugiardone...grande bugiardo.-

Burbuja'- Borbottare-

Ca’- Cane… Poro ca’- Povero cane…

Caciara- Confusione- Parlare a voce alta fra tutti.

Cagnara- Litigio- Bisticcio.

Cago'- Tipo che si dà delle arie.

Calchidu'- Qualcheduno.

Calco'- Qualcosa-

Calzo'- Calzoni – Pantaloni.

Cambura- Camera.

Canna-foja- Canna de granturco, mais.

Capezzo- Non capire dove è il “principio” o la “fine” = “niente”.-

Capisciò- Saputone.

Capistorno/i- Capogiro/i.

Careggia'- Portare..da un posto ad un altro... Trasportare...

Cegato- Cieco- (in questo caso “chiudere gli occhi: “segno di gioco)

Cenigia- Cenere-

Ceregio- Ciliegio.

Chiuppa'- Battere- ...Chiuppamo- Battiamo.

Ciaccare- Schiaccare-

Ciaccato- Schiacciato – Acciaccato...

Ciaccio- Balbuziente.

Ciambotto- Stupidotto- Sempliciotto-

Ciancico- Mastico- (ridurre in poltiglia, pezzettini...)

Ciauscolo- Salame...morbido. (tipico delle Marche)

Cianchetta- Sgambetto.

Cioccio- Pietra

Cionche- Offese- Malate- rattrappite...

Ciuffulotto- Schiaffo.

Clacchesso- Clacson... (ti suono il Clacson )

Co’- Cosa.

Coccio- Creta.

Colco- Coricato.

Concule- Cozze- Muscoli. Detto marchigiano: “Arridaje a chi vole le concule!”

Crescia- Pizza di pane (senza pomodoro e formaggio: solo farina)

Creso- Creduto- Credere.

Crocchia- Tupé...Capelli arrotolati su, dietro o lateralmente ala testa.

Cruciera- Crociera di croci- (Non “Crociera - nave”) Cruciera”: gruppo di dodici corone da Rosario, lavorate, assemblate, dalle donne lauretane dette “Coronare”.

Cu'- Con.

Cuj- Quei.

Cule- Quelle.

Culia- Quella.

Culù- Quello.

Curatelle- Viscere- Interiora in genere...

Curdo'- Esclamazione volgare... sta per “Curdone”=Coglione.

Dago- Do... (dare)

Daperlu'- Da solo.

Dapervo'- Da soli. (solo voi)

Dapresso- Da solo.

Dimo- Diciamo.

Do'- Due.

Emo- Abbiamo.

Ennà!- Orca!...Guarda un po'?!...

Essà!- E già!...Certo!...

 Esse'- Essere.

Evo- Avevo... (avere)

Fago- Faccio... (fare)

Fantiole- Tremori di corpo. (tremori dovuti ad Epilessia)

Fiotto- Lamento- Brontolio-

Fracco- un Sacco...di bastonate. Tante...

Frinfinellu-Piccolo segno di “briscola” (gioco di carte)

Fuga- Premura -Fretta. (da “Fuggire: Sono andato via di “fuga” = di “corsa”)

Fugaro'- Falò.

Furestego- Forestiero.

Galastro'- Cappone. Gallinaccio.

Galito- Rauco- Con poca voce-

Giaccene-'N: Ghiacciano...diventare fredde.

'Gnà- Bisogna. 

Gnagnera- Lamento- pianto...

'Gne'- Niente. 

'Gnico'-Ogni cosa. Gricilli- Budella- Intestini.

Gnogna- Stupida.

Grasciari- Sporchi...posti sporchi...posti per porci.

'Guali- Uguali.

Gùatti- Gatti. (riferito al pesce “gatto”) Pronunciare gutturalmente “gù...”

Guzzo- Fine- Appuntito-

'Nguezzu- Pratico. ('ngezzu de sti posti = pratico di questi posti)

Imbescigamo- Vescichiamo- (da Vescica, gonfiore, “bolla sulla pelle con liquido..., provocato da “botte” ricevute)

Imbioccare- Addormentare…

 Incaprinita- Interstardita...come una “capra”.

Jezu- Gesù. (esclamazione)

Lappa- Noiosa, pesante... (cosa o, meglio ancora, persona che non si sopporta: noiosa, pesante...)

Lattarina- Bianchetto (larva di pesce)

Lenza- Furbo. (...che tipo furbo = che “lenza”!)                                                                                                              

Lia- Lei e non  nome di persona: “Lia”.

Limo'- Limone-

Line- Lì.

Lora- Loro..

Lu'- Lui.

Lu- Lo.

Luccare- Lucca'- Gridare.

Luccato- Gridato.

Lupi'- Lupini.

Lupo marano- Licantropo (comportamento da lupo)

Luzeno- Fulmine.

Ma'- Mani.

Madò- Mattone.

Mammana- Ostetrica- Levatrice.-

Mammò- Mammone.

Marifresca- Donna di poco affidamento- Si usa come dispregiativo.

Matine- Mattina- (E 'na matine!: esclamazione)

Matre- Madre.

Matrò- Nervoso.

'Mbilla'- Alzare su la cresta. Non ti muovere tanto.

Melancia'- Melanzana- (ti do un “melancia'”: uno schiaffo che ti faccio diventare la faccia viola come una: “Melanzana”)

Melangula- Cetriolo.

Mijanno- Mille anni...che non ti vedo!

Mogia- Malta...fango...poltiglia...

Mojole- Pinze. (caratteristico attrezzo a forma di “pinze” con punte arrotondate, adatto alla lavorazione del fil di ferro usato dalle “coronare”, per le corone da Rosario.)

Mosca-sciò- Via le mosche:  “Nulla da dire sul mio conto”.

'Mappava le zille- Freddo per tutto il corpo... nfredolito...

'Mpastrucchia'- Pasticciare.

'Mpiccia- Occupata da qualcosa... Confusa sul da fare...

'Mpunta'- Balbettare.

'Mpustate- Piazzate...messe...impostate...

Mucchia- Tanto-

Mugelle- Cefali (pesce)

Munelli- Bambini- Ragazzi.

Musciò- Musone: fiume-

Musciuli'- Moscefrino.

'Nciccia'- Piace... Nun m'enciccia= Non mi piace.

Nndrizza'- Raddrizzare. ('ndrizza' la schina=aggiustare in senso negativo: rompere)

'Ngriccia'- Arricciare.

'Nguezzu- Pratico. ('ngezzu de sti posti = pratico di questi posti)

'Necorto /a/ e...- Accorto.

'Nfrucchia'- Inventare.

'Nfuligina'- Arrabbiare.

Ni' o Ninì- Usato come: Oh, bello, te la vuoi capire?... Oh “Ninì”, chi ti credi di essere?

Nisciù- Nessuno.

No'- Noi.

Noja- Solletico.

None- No.

Noneto- Nonno tuo...tuo nonno.

'Ntasata- Tappata- Ostruita.

'Ntrica'- Intricare- imbrogkiare- rendere difficile-

'Nvuricchiata- Intrecciata....Imbrogliata-

'Nzocca- Stordisce.

O'- Avanti....Oltra-

Oltra- Avanti...oltre. (vieni “oltra” . A volte si trova solo una “O” abbreviata da un apostrofo “ 'O”: vieni o'... )

Onne- Onde.

Onnico'- Ognicosa.

Pa’- Pane

Pescolle- Pozzanghere.

Pia – Piedi.

Pina- Piena.

Pipitula- Foruncolo...che viene sulla lingua...che fa stare “zitti”.

Pista…Ari-pista- Ritornare sull’argomento…Continuare a “pestare”…

Pitale- Orinale- Vaso da notte.-

Pole- Polene- Può- Possono.

Per' 'o- Per “uno”... “Un po' per uno”.

Poro-  Povero.

'Porta- Comporta- 'Portare-Comportare.

Prescia- Premura – Fretta.

Purtinnari- Portorecanatesi.

Pustà- Può essere.

Rabbito- Arrabbiato.

'Raccojemme- Raccogliere /...rmi.

Raganella- Rana- Ranocchia.

Ragano- Rospo-

Rancichita- Rancida.

'Rcapezza- Orizzontarsi su una cosa... Non ritrovarsi... Non capire...

'Rinale- Vaso da notte – Orinale.

'Rmaso- Rimasto (rimanere).

Roito- Urlo-

Rumiga'- Ripensare mugugnando... Borbottare...

Quane- Qui.

Quessu /a – Questo / a.

Sa / Sa me / Sa lù-  Con… Con me… Con lui…

Sai- Sei (dal verbo essere) Es. Sai solo-sei solo… (dipende dal significato che acquista nel contesto della frase)

Salva'- Nascondere- Conservare...non in vista...

Saria...Sariane- Sarebbe..Sarebbero.

Sbarillò- A gambe all'aria- (andare oltre il “Sette e mezzo” del gioco a carte)

Sbocca- del “Musciò) Dove sbocca il fiume Musone.

Sbragiulasse...sbragiulare- Arrostirsi (in questo caso:abbronzarsi) ... Arrostire

Scapecciamme- Spettinarmi.

Scappa'- Uscire di casa... (secondo il senso della frase)

Scarpire, scarpisseli- Strappare...strapparseli (si usa perloppiù per i “capelli”)

Scassa'-  Scassare-Cancellare.

Sciagatta'- /...are- Muoversi inutilmente

Sciapata- Sciapo- Stupidata- Stupido- Sciocco...

Scine- Sì-

Sciuccata- Seccata.

Scuffia- Copricapo di lana...può essere usato per la montagna o a letto nelle nottate fredde.

Scunfinfera- da: convincere... Nun me scunfinfera =Non mi convince

Scunucchiamme- Romper-mi-; Ridur-mi a pezzi.- (come una sedia che si rompe sotto un peso)

Sdingula-dandula- Altalena.

Sdogo- Slogo- slogare.

Sdrimbulo'- Convulsioni (ballo di S.Vito)

Sete- Siete. (secondo la frase.  “Sete” es. “Ho sete”o verbo essere: sete bugiardi...)

Sfragno- Spremo- Spremere...

Sgaggiare- Sgaggia'- Gridare.

Sgardaffo'- Uomo brutto, malvestito, malsano...(dispregiativo)

Sgarfagnini- Ladri-

Sgnagnerà- sgnagnerare- Poco piacevole... non gli interessa tanto...di poco gradimento

Sgraffigna-Gratta.

Sj- Sei. (sj stato tu...)

Smateria'- Parlare male...volgare...da matto... (Fuoruscita dal cervello di materiale non consono...)

Sogna-  Grasso animale... (Sogna rancichita = Grasso rancichido)

Spegne- Spegne da: Spegnere.

Spegnemme- Spinger-mi – da:  Spingere  e non “Spegnere”.

Spenta- Spinta- da: Spingere e non Spenta da: Spegnere.

Spi’- Spine. Me tieni su i “spi?”- Mi tieni sulle spine.

Spinarelli- Bollicine che vengono sulla pelle dovute alla “Varicella”.

Squajo- Cioccolata calda.

'Ssa- Questa. (Abbreviazione di: “Quessa” = “Questa” donna)

'Ssu- Questo.

Stago- Sto... (stare)

Storni- Ritorni... Stornare- Ritornare.

Strabaltata- Sottosopra...il cervello- Non capire più niente.

Stracco-Stanco.

Struccava- Spezzava- Struccare può assumere altri significati es. Togliere il trucco.-

Sumenti- Semi (in romano: “Bruscolini”)

Svaga'- Svuotare... .

'Svanza- Avanza...da Avanzare.

Tajuli'- Tagliatellina- (tipo di pasta:Tagliatelle)

Tigna- Testardaggine.

Tizzo'- Tizzone -Pezzo di legno infuocato (da camino...) -

Totulo- Ciò che rimane di un “mais” dopo ch'è stato sgranato.

Trusmarì- Rosmarino.

Vago- Vado... (andare)

Valtri- Voialtri.

Vento- Vinto.

Vo'- Voi.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                      

Velle- ...in “velle”- Da nessuna parte...In nessun posto...Per niente...

Vuria- Vorrei      

Zanzule- Ciabatte.

Zero garbunella- Zero completo, tagliato... Nulla nel modo più assoluto-

Zompene- Saltano- Zompare- Saltare.

CUSA  C’ETE  DA  DICHIARA’?

                 Il magistrato, Beniamino Del Ponte, aspetta ansiosamente il ritorno dal viaggio di nozze della figlia, Paola. Già, insieme alla moglie, Adelaide, pensa a come chiamare il futuro erede, perché ovviamente il matrimonio sarà stato consumato dal genero, Conte Roberto Trivella…Ma, ahimé! Non è così. Durante il viaggio di nozze è successo qualcosa che ha reso impotente il genero. Questo si viene a sapere, creando delusione…La famiglia Del Ponte, non può non avere un erede. A Roberto vengono dati 24 ore di tempo per consumare il matrimonio; se ciò non avverrà: il matrimonio sarà annullato e addirittura alla figlia verrà dato in sposo La Bolla, che non ha mai cessato di amarla. Sarà Zi’ Ruggero a suggerire a Roberto il modo di uscire dalla temporanea impotenza…

                                                                                  Paolo   Torrisi