Dall’odio, amore

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ATTO PRIMO


Musical in due atti da “ROMEO E GIULIETTA”

Testo di Carmine MARINO

Musica di Aurelio MARINO

2004


PERSONAGGI


il Poeta

Mercuzio

Tebaldo

messer Capuleti

il Principe

Benvolio

Romeo

Balia

Giulietta

madonna Capuleti

frate Lorenzo

messer Montecchi

madonna Montecchi

Pietro

tre serve dei Capuleti

dame dei Capuleti

cavalieri dei Capuleti

dame dei Montecchi

cavalieri dei Montecchi

frati


N.B. – Per avere le basi musicali o gli spartiti delle canzoni, contattare direttamente l’autore: Carmine Marino – cell. 328-4675454

ATTO PRIMO


Prologo

POETA                                Questa è la storia di un amore,

                                             un amore che nasce dall’odio,

                                             un odio germinato a Verona

                                             tra i Montecchi e i Capuleti.

                                                           Due famiglie sempre in lotta,

                                                           accecate dal rancore,

                                                           pronte a far versare il sangue

                                                           per le strade della mia città.

                                             Da questi due semi avvelenati

                                             son sbocciati due germogli,

                                             due creature che l’amore

                                             ha unito con la morte.

                                                           Siamo qui per raccontare

                                                           questo amore senza pari,

                                                           per rivivere la storia

                                                           di Giulietta e del suo bel Romeo.

Scena prima

(una piazza)

MERCUZIO                       Ecco i Capuleti, la feccia della città.

MONTECCHI                     Via, via, andate via di qua!

TEBALDO                          Maledetti Montecchi, rovina della città!

CAPULETI                         Via, via, via, andate via di qua!

MERCUZIO                        Se non volete guai, lasciateci passare!

MONTECCHI                     Neanche per idea: provate ad avanzare!

TEBALDO                          Venite pure avanti, ma ve ne pentirete!   

CAPULETI                         Fate un solo passo e tutti morirete!

MONTECCHI                     Via, via, via, andate via di qua!

CAPULETI                         Senza voi la città vivrà!

                                             Via, via, via, andate via di qua!

MONTECCHI                     Verona è tutta nostra e nostra resterà!

CAPULETI                         Via, via, via, andate via di qua!

MONTECCHI                     Senza voi la città vivrà!

CAPULETI                         Via, via, via, andate via di qua!

MONTECCHI                     Verona è tutta nostra e nostra resterà!

INSIEME                             Via, via!

                     

PRINCIPE        Fermatevi, in nome di Dio!

                           Voi Montecchi, sudditi ribelli, e voi Capuleti, nemici della pace, basta! Il vostro odio continua a macchiare di sangue le strade di Verona. Ora, ascoltate il vostro principe: io, Bartolomeo della Scala, Signore di Verona, annuncio che non sarà più tollerata ogni forma di combattimento all’interno della città. Chiunque farà uso di armi, e turberà la vita della città, sarà punito con la pena di morte. Ed ora, andate via, presto, e che non si ripetano più risse e contese nel nostro territorio! (tutti, commentando a soggetto, lasciano la scena; restano solo Mercuzio e Benvolio)

Scena seconda

BENVOLIO       Quello sbruffone di Tebaldo…! Credeva di spaventarci, lui e tutti quei farabutti che si porta dietro.

MERCUZIO      Già, li avrei voluti vedere con le spade in mano. Allora sì che ci saremo divertiti!

BENVOLIO       Mi dispiace solo che Romeo non era con noi: non vedo l’ora di raccontargli quello che è successo.

MERCUZIO      Eccolo che arriva! (entra in scena Romeo che, soprappensiero, passa davanti agli amici senza fermarsi)

BENVOLIO       Buongiorno Romeo! Che fa, non riconosci più i tuoi amici?

ROMEO            (accorgendosi della loro presenza) Buongiorno Benvolio! Salute a te Mercuzio! Scusatemi, ma non vi avevo visto.

MERCUZIO      Ahi, ahi!… Per non vederci, grandi e grossi come siamo, vuol dire che la tua testa è da tutt’altra parte.

BENVOLIO       Già, dicci Romeo, dove navigavi con i tuoi pensieri?

MERCUZIO      Scommetto che si tratta di donne. Di chi sei innamorato questa volta?

ROMEO            Smettetela! Lasciatemi stare.

MERCUZIO      Amico mio, dai retta a me, non ci pensare. Perché invece non inventiamo qualcosa di meglio da fare?

BENVOLIO       Certo! Mercuzio, dai, fatti venire un’idea geniale. Tu sei un maestro nell’organizzare scherzi!

MERCUZIO      Che ne dite di andare a fare un bel bagno nella fontana della piazza grande?

ROMEO            Sì, così ci arrestano all’istante!

MERCUZIO      E se facessimo una bella corsa a cavallo fino a Mantova?…

BENVOLIO       No, no, io non posso: mio padre mi ha proibito di prendere il suo cavallo.

MERCUZIO      E se…

ROMEO            (prevenendolo)  … E se ce ne andassimo a casa, ognuno per i fatti suoi?

MERCUZIO      Suvvia, Romeo, non essere il solito guastafeste!

BENVOLIO       Capisco che oggi sei triste, ma vedrai che Mercuzio troverà una delle sue idee geniali per sollevarti da questa malinconia.

PIETRO            (entra in scena, intento a leggere una pergamena che ha in mano e, vedendo i tre amici, si avvicina a Mercuzio)  Riverisco, messere. Posso farvi una domanda?

MERCUZIO      Dimmi pure!

PIETRO            Sapete leggere?

MERCUZIO      Sì, per mia fortuna… e mia disgrazia!

PIETRO            (porgendogli la pergamena)  Vi dispiace allora dirmi il contenuto di questa carta?

MERCUZIO      (prende la pergamena) Ma certo!… Dunque… (legge)   “Il signor Martino, sua moglie e le sue figliole; il conte Aureliano e le sue belle sorelle, la signora vedova di Vitruvio, il signor Piacenzo e le sue leggiadre nipoti…”  Una bella comitiva! Chi sono? I partecipanti ad un pellegrinaggio?

PIETRO            No, messere, sono coloro ai quali devo recapitare un invito per la festa che il mio padrone darà questa sera a casa sua.

MERCUZIO      Una festa, questa sera …?

PIETRO            Proprio così. Il mio signore, messer Capuleti, il più nobile, il più grande e il più ricco suddito di Verona, organizza una grande festa in casa sua e mi ha ordinato di invitare tutte le persone riportate su questa pergamena.

MERCUZIO      (con un occhiata di intesa verso Benvolio e Romeo) Oh, ma certo, messer Capuleti…, il grande Capuleti…: e chi è che non lo conosce a Verona?

BENVOLIO       E per quale ricorrenza organizza questa festa?

PIETRO            Questo non so dirvelo. So soltanto che ci sarà ogni ben di Dio: arrosti, bolliti, dolci, vino a volontà e…

MERCUZIO      … E le più belle fanciulle di Verona!!

PIETRO            (ridendo)  Proprio così!… Ma ora scusatemi, devo andare a svolgere il mio servizio. Grazie per il vostro aiuto! (esce)

MERCUZIO      Bene, bene. Avete sentito? La grande festa in casa dei Capuleti: ecco la nostra folle serata!…

ROMEO            Ma sei pazzo? E se ci scoprissero?

BENVOLIO       Già, se qualcuno ci riconoscesse, sarebbero guai seri!

MERCUZIO      Ma no, non preoccupatevi. Lasciate fare a me. Indosseremo una maschera, così nessuno potrà riconoscerci. E balleremo fianco a fianco alle belle fanciulle dei Capuleti, sorrideremo, faremo inchini e baciamano alle più graziose e nessuno ci riconoscerà. Vedrete, sarà un vero spasso!

ROMEO            A me questa idea non piace….!

BENVOLIO       E dai Romeo! Mercuzio ha ragione: in questo modo nessuno potrà riconoscerci. Vedrai, ci divertiremo da morire!

ROMEO            Proprio da morire…! Se qualcuno ci scopre…

MERCUZIO      Sei il solito fifone…. (spingendolo fuori scena) Dai, smettila di avanzare scuse, andiamo, non perdiamo tempo, questa notte faremo follie in casa dei nostri nemici! (escono)

Scena terza

(la camera di Giulietta; la balia le pettina i capelli;  due ancelle che stanno mettendo ordine)

BALIA                                  Quanti anni son passati

                                             da quel caldo ferragosto

                                             quando tu venisti al mondo,

                                             per la gioia di questa casa.

                                             Ti ho seguita ogni giorno,

                                             ti ho cresciuta con amore

                                             nella gioia e nel dolore

                                             sono stata sempre qua.

GIULIETTA                         Mi ricordo certe notti

                                             quando c’era un temporale:

                                             ti stringevo ed ogni male

                                             via da me volava già.

BALIA                                               Ninna, nanna mia Giulietta,

                                                           qui c’è il tuono e la saetta,

                                                           se ti tengo sul mio seno

                                                           brilla in ciel l’arcobaleno.

GIULIETTA                         Se malata stavo a letto,

                                             tu eri sempre a me vicina

                                             e ogni amara medicina

                                             come miele andava giù

BALIA                                               Scappa febbre, scappa via,

                                                           lascia star Giulietta mia:

                                                           questa dolce medicina

                                                           guarirà la mia bambina.

GIULIETTA:                       Ora che sono cresciuta

                                             voglio ascoltare la tua voce,

                                             cantami ancora una filastrocca

                                             che mi accompagni verso l’amor

BALIA                                  Cara, ti svelo un segreto:

                                             segui il tuo cuore, anche inquieto

                                             e quando un giorno l’amore verrà

         tienilo stretto che non scapperà

GIULIETTA                                       O mia balia, son contenta!

BALIA                                               Apri gli occhi e stai attenta!

GIULIETTA                                       Questo giorno mai verrà?

BALIA                                               Stai tranquilla, arriverà!

GIULIETTA                         E se passasse e non lo sento?

BALIA                                  Ti chiuderò in convento!!

Scena quarta

(entra in scena Madonna Capuleti)

MAD. CAP.       Giulietta, devo parlarti. (rivolta alle ancelle) Andate via!

BALIA                (alle ancelle) Via, via, uscite!

MAD. CAP.       E anche tu, balia: lasciaci sole. Dobbiamo parlare di cose delicate!

BALIA                (risentita) Come volete, mia signora… (allontanandosi un po’) Se proprio devo andare… (esitando)Se volete che vi lasci sole… senza nessuno che…

MAD. CAP.       Ho capito, balia, ho capito, resta qui. È bene che anche tu senta quello che ho da dire a mia figlia. Ormai la nostra Giulietta non è più una bambina…!

BALIA                Cribbio, signora, potrei dire la sua età senza sfallare di un minuto! (triste) Eh, la mia povera Susanna - Che Dio la benedica!… - avrebbe la sua stessa età: ma ora è in Paradiso…! Si vede che non me la meritavo… (cambiando tono) Ma, come vi dicevo, della piccola Giulietta ho a mente ogni istante, ogni giorno della sua vita. Ricordo quel giorno che iniziò a camminare: si reggeva in piedi da sola, vicino alla finestra del salone, quando all’improvviso…: Puffete!… Andò giù come un sacco di patate. Mio marito (segnandosi) - Che Dio l’abbia in gloria,… quel figlio di buona donna!,,, - la tirò su e le disse (alzando le braccia come se avesse in mano un bambino): “Ehi, ma che fai? Cadi a pancia avanti? Vedrai quando sarai grande ed incontrerai un bel giovanotto, a pancia all’aria cadrai, bambina mia!…

MAD. CAP.       (scandalizzata) Ma balia!!!…

BALIA                E questa sporcacciona sapete cosa ha fatto? Smette di piangere e dice: “Sì”! (ride)

MAD. CAP.       Ora basta, ti prego, balia!

BALIA                Eh, la Madonna ti protegga sempre: sei la più bella bambina che abbia mai allattato! (allarga le braccia verso Giulietta, la quale corre e si lascia abbracciare dalla balia) Ah, potessi vederti andare in sposa, non chiedo che questo!

MAD. CAP.       “Sposa”, ecco! È appunto per parlare del tuo matrimonio che sono qui. Dimmi Giulietta, ti piacerebbe prendere marito?

GIULIETTA       È un onore che non oso sognare.

BALIA                Un onore…!? Se non ti avessi allattata io, direi che hai succhiato “giudizio” invece che “latte”!

MAD. CAP.       Vedi, bambina mia, alla tua età molte ragazze qui a Verona hanno già preso marito ed hanno figli. Anch’io, quando ti misi al mondo, avevo all’incirca i tuoi anni…!

BALIA                Oh, me lo ricordo ancora: quel giorno…

MAD. CAP.       (interrompendo)  Per farla breve, il nobile Paride ha chiesto a tuo padre di farti sua sposa.

BALIA                Oh per Bacco! Un partito come quello dove ti ricapita, piccola mia? È un tesoro, un uomo d’oro!

MAD. CAP.       E in tutta Verona non c’è fiore più bello!

BALIA                Ma che fiore? Una quercia, un…

MAD. CAP.       Balia, per cortesia! Allora? Cosa rispondi figlia mia? Credi di poterlo amare?

GIULIETTA       Veramente…

MAD. CAP.       Questa sera, alla festa, osservalo, cerca di leggere il suo volto…

BALIA                Fa’ in modo di incontrare il suo sguardo…

MAD. CAP.       Osserva l’armonia dei suoi lineamenti…

BALIA                (con aria furba) E, senza dare nell’occhio, dà uno sguardo anche a…

MAD. CAP.       Balia, per cortesia!!

BALIA                Va bene, signora, ho capito!

MAD. CAP.       Insomma, Giulietta, che rispondi?

GIULIETTA       Lo guarderò, ma i miei sguardi non azzarderanno oltre i confini della vostra volontà.

PIETRO            (entra) Signora, la cena è pronta… e tutti chiedono di voi e di vostra figlia Giulietta.

BALIA                Presto andate, non fate attendere i vostri ospiti: qui penserò io a…

PIETRO            E in cucina tutti chiedono della balia, che è sparita, lasciandoli in una gran confusione.

BALIA                Lo sapevo io! Non posso assentarmi un momento, in questa casa…!

MAD. CAP.       Va bene, andiamo ora: la festa ci attende.

BALIA                (a Giulietta) Coraggio, bambina mia, vedrai che notti ti aspettano!…

MAD. CAP.       Giulietta, siamo in ritardo, andiamo!

GIULIETTA       Arrivo, madre. (escono)

Scena quinta

(tre serve affaccendate per i preparativi della festa)

I SERVA                             Presto, diamoci da fare

                                             che la festa ha da iniziare!

II SERVA                            Tutto ormai deve esser pronto

                                             o cascasse il mondo!

III SERVA                           C’è da far bella figura

                                             o per noi sarà sciagura!

I SERVA                             Qui portate quei vassoi

II SERVA                            Certo, ci pensiamo noi!

I SERVA                             E poi appresso le posate

III SERVA                           Son già lucidate!

II SERVA                            Il servizio e l’argento?

I SERVA                             Brillan come il firmamento!

II SERVA                                          Presto, diamoci da fare

I-III SERVA                                                  Presto, presto!

III SERVA                                         Che la festa sta per iniziare!

I-III SERVA                                                  Presto, presto!

II SERVA                                          Prendi tutti quei bicchieri

I-III SERVA                                                  Presto, presto!

I SERVA                                           Apparecchia per i cavalieri!

I SERVA                                           Presto!

II SERVA                                                      Presto!

III SERVA                                                                Presto!

I-II-III SERVA                                    Fate presto

I SERVA                                           Se non sarà pronto,

                                                           guai a noi!

II SERVA                            Ecco arrivan gli invitati…
III SERVA                           … Tutti belli e apparecchiati…!

I SERVA                             Ogni dama ha il cavaliere…

II SERVA                            … La madonna ha il suo messere!

I SERVA                                           Presto diamoci da fare

II SERVA                                          Sappiam tutte dove andare

III SERVA                                         Presto, su! Presto, giù!

I SERVA                                           Corri, vieni qua!

II SERVA                                          Presto, su! Presto, giù!

III SERVA                                         Corri, vai di là!

1 SERVA                                          Presto!

2 SERVA                                                     Presto!

3 SERVA                                                                 Presto!

1-2-3 SERVA                                   Fate presto!

1 SERVA                                          Presto!

2 SERVA                                                     Presto!

3 SERVA                                                                 Presto!

I-II-III SERVA                                   Fate presto!

                                                           Presto, presto! (escono)

Scena sesta

(una sala di palazzo Capuleti; entrano gli invitati guidati da Messer Capuleti)

MESSER CAPULETI         Benvenuti, amici miei,

                                             benvenuti a questa festa:

                                             su venite in allegria

                                             e nessun si pentirà!

CORO                                 Sì, veniamo in allegria

                                             e nessun si pentirà!…

MESSER CAPULETI       Presto dame e cavalieri

                                             preparatevi a ballare.

                                             E voi musici suonate

                                             che gran festa si farà!

CORO                                 E voi musici suonate

                                             che gran festa si farà!

(inizia la danza; entrano i Montecchi, mascherati; con loro è anche Romeo, che, dopo essersi guardato intorno, scorge Giulietta)

DAME                                 Danza, danza, o mio signore,

          la festa scaccia i guai!

CAVALIERI                        Danza, danza, dolce amore,

          e non fermarti mai!

DAME                                 Danza, danza: un passo avanti,

          un altro indietro poi farò.

CAVALIERI                        Danza, danza, tra musica e canti,

          fino al mattino aspetterò!

(mentre continua la danza)

ROMEO            (indicando Giulietta) Dimmi, Benvolio, conosci quella giovane?

BENVOLIO       No, Romeo, non l’ho mai vista prima.

ROMEO            Ho idea che non esista al mondo fanciulla più bella! Sembra una colomba… in mezzo a mille corvi. Devo assolutamente parlarle, conoscere il suo nome! (si dirige verso di lei)

BENVOLIO       (trattenendolo) Ma sei impazzito? Hai forse dimenticato che siamo in casa di nemici?

ROMEO            Certo che no! Ma non preoccuparti, mi avvicinerò a lei con prudenza: non voglio né spaventarla, né farmi riconoscere dai Capuleti.

BENVOLIO       Fai attenzione, Romeo: se ci scoprono non usciremo vivi da qui!

ROMEO            Non preoccuparti, amico mio!

DAME                                   Danza, danza, man nella mano:

            e questa festa più bella sarà.

CAVALIERI                          Danza, danza, andiamo lontano

            ed ogni sogno con te s’avvererà!

DAME                                   Danza, danza, girami intorno

            e tutto il mondo io vivo con te.

CAVALIERI                          Danza, danza, che ogni giorno

                                               non sarà sempre lo stesso per me!

(mentre continua la danza)

TEBALDO        (avendo riconosciuto Romeo, si avvicina a messer Capuleti) Signore, guardate quel giovane: è Romeo, un Montecchi. Come ha osato venire in casa nostra? Lasciate che lo aggiusti per le feste…!

CAPULETI       Calma, figlio mio! Tutta Verona reputa Romeo un giovane virtuoso e non voglio che proprio qui, in casa mia, gli venga fatto il minimo torto.

TEBALDO        Ma signore, non credo che vogliate sopportare…

CAPULETI       (interrompendolo) Tebaldo! Ti ho detto di lasciar perdere. Anzi, mostrati cortese: la tua ira non si addice a questa festa.

TEBALDO        E va bene. Ma ricordate che questa intrusione, che adesso pare così dolce, si muterà in fiele!…

DAME                                 Danza, danza, battimani

                                             e avrai felicità.

CAVALIERI                        Danza, danza, che domani

          la sorte riderà.

DAME                                 Danza, danza siamo in festa

                                             ad ogni passo della vita.

CAVALIERI                        Danza, danza, se gira la testa

                                             la tua tristezza svanirà!…

(mentre continua la danza)

ROMEO            (avvicinata Giulietta le prende le mani)  Lasciate che la mia mano profani la santità della vostra.

GIULIETTA       (sorridendo) Se io sono una santa, voi siete un pellegrino devoto. Sapete che il bacio del fedele è quello della palma contro la palma? (mostra le palme delle sue mani che mette a contatto con quelle di Romeo)

ROMEO            Come vorrei che anche le labbra potessero quello che fanno le mani!

GIULIETTA       Lo sapete che le sante esaudiscono i voti di chi le prega?

ROMEO            Allora lasciatemi pregare a modo mio. (si avvicina per baciarla)

BALIA                (interrompendo il bacio) Madonna, vostra madre vi va cercando!

GIULIETTA       Devo andare. Addio buon pellegrino, spero tanto di incontrarvi di nuovo.

DAME                                 Danza, danza, quanta allegria

            alla gran festa di questi signor

CAVALIERI                        Danza, danza, sei solo mia

            E sol per te batte forte il mio cuor

DAME                                 Danza, danza, dona il tuo amore

            e non tradir i miei sogni con te

CAVALIERI                        Danza, danza, vibra il tuo cuore

            e vivrai sempre in letizia con me!

(mentre continuano la danza)

ROMEO         (alla balia)  Sapete dirmi chi è quella dolce fanciulla?

BALIA             Perbacco, signore! Di lei posso dirvi tutto: l’ho allattata io! Il suo nome è Giulietta ed è la figlia dei signori di questa casa, che ho l’onore di servire dal giorno del loro matrimonio… Ma ora permettetemi, ho tante faccende da sbrigare in cucina… Sapete, senza di me qui si scatena l’inferno!… (si allontana) (cambio di scena a vista)

ROMEO                              È una Capuleti? Mio Dio, non è possibile!

                                             Ma del mio giardino lei è’ il fiore più bello

                                             ha spine odiose che fan male!

                                                                                          È una Capuleti: che destino crudele!

                                             È una Capuleti e il mio amore appassisce

                                             prima ancora che possa sbocciare!…

Scena settima

(camera da letto di Giulietta)

GIULIETTA       Balia, chi era quel giovane che mi parlava quando sei venuta a chiamarmi?

BALIA                Non saprei, non l’ho mai visto in questa casa.

GIULIETTA       Perché non ti informi, non cerchi di scoprire chi è, se è straniero qui a Verona, dove alloggia, se…

BALIA                Ho capito, bambina mia, ho capito: quel giovanotto ti ha fatto venire il “mal di cuore”!… Vado e appurerò tutto in un batter d’ali! (esce)

MAD. CAP.       Giulietta, ti è piaciuta la festa?

CAPULETI       Hai visto il conte Paride come ti guardava?

GIULIETTA       Veramente… non ci ho fatto caso…!

MAD. CAP.       Ma come? Non ti avevo raccomandato altro!

GIULIETTA       Sì, madre, ma sono stata troppo presa… a chiacchierare con le mie amiche: era da tanto che non ci vedevamo...!

CAPULETI       Ogni scusa per te è buona…!Va bene, ora andiamo a letto, perché domani ci aspetta un’altra bella giornata intensa! (esce)

MAD.CAP.        Buon riposo, piccina mia. Vedrai…: la notte porta consiglio!

GIULIETTA       Addio, madre. (bacia la madre che esce)

(fuori scena, la ripresa del brano “Danza, danza”)

BALIA                (entra affannata e preoccupata)  Giulietta!… Oh, è terribile!…

GIULIETTA       Che è accaduto, balia? Parla!

BALIA                Una notizia orrenda: quel giovane di cui mi hai chiesto si chiama Romeo…

GIULIETTA       Veramente non ci trovo niente di così grave! È un nome come un altro…: anzi, mi giunge bello e dolce…!

BALIA                Benedetta figlia, ma il problema non è nel nome!

GIULIETTA       Cosa, dunque?

BALIA                È un Montecchi,… è un Montecchi: l’unico figlio del grande nemico della vostra famiglia!

GIULIETTA       Come? Il mio unico amore è lo stesso mio unico odio…?

BALIA:               Suvvia, bambina mia, non pensarci più. In fondo lo hai visto una volta sola e senza dubbio non avrete occasione di incontrarvi di nuovo. Andiamo, andiamo a letto e vedrai che passerà: ti sembrerà di aver sognato! (escono insieme)

Scena ottava

(il balcone)

ROMEO                              O dolce notte, tinta d’amore,

                                             nascondi me nel tuo mantello.

                                             È lei, la mia Giulietta, il mio sole radioso

                                             che nasce ad Oriente e riscalda il mio cuor.

GIULIETTA                         O mio Romeo, sei tu Romeo,

                                             nega tuo padre, straccia il tuo nome.

                                             Perché sei un Montecchi mi sei gran nemico,

                                             ma lascia il tuo nome e sempre tua sarò!

ROMEO                              Cambialo pure, battezzami ancora

                                             e sol per te sarò “Amor”…

                                             Amor che vola sopra i muri della città

                                             per star con te.

                                                           Io ti giuro il mio amore

                                                           su questa pallida luna…!

GIULIETTA                                       Non giurar sulla luna

                                                           che muta ogni notte il suo volto.

                                            

ROMEO/GIULIETTA         In questa notte, al chiaro di luna,

                                             giuro il mio amor, ed il mio cuore

                                             è per te…!

                                             È per te!

                                                          

Scena nona

(si odono i rintocchi di campane che annunciano l’alba; in scena un gruppo di monaci e frate Lorenzo)

MONACI                             Laudate Dominum omnes gentes,

                                             laudate eum omnes populi.

                                             Quoniam confirmate est

                                             super nos misericordia ejus

                                             et veritas Domini manet in aeternum.

LORENZO                                       Lodiamo Dio per questo mattino,

                                                           per il sole che splende rosso e caldo

                                                           che riscalda il cuore mio.

MONACI                             Laudate Dominum omnes gentes,

                                             laudate eum omnes populi.

LORENZO                                       Lodiamo Dio per tutti i fiori della terra,

                                                           dai loro petali traiam veleni e medicine

                                                           che danno lacrime o felicità.

MONACI                             Laudate Dominum omnes gentes,

                                             laudate eum omnes populi.

LORENZO                                       Lodiamo il nostro Dio, miei fratelli,

                                                           e nel suo nome inizi questo giorno.

                                                                      

MONACI                             Amen. Alleluia!   Amen. Alleluia!

Scena decima

ROMEO            (entrando) Buongiorno, frate Lorenzo!

LORENZO        Oh Romeo, sei caduto dal letto questa mattina?

ROMEO            A dire il vero il letto non mi ha visto per niente…!

LORENZO        E - Se è lecito! - posso sapere dove hai trascorso la notte?

ROMEO            Sono stato ad una festa, in casa dei Capuleti.

LORENZO        (preoccupato)Come?

ROMEO            Sì, è lì ho incontrato chi mi ha ferito.

LORENZO        Oh Signore, un altro duello!… Spero che non ti sia fatto nulla di grave!

ROMEO            No, anzi, si tratta di una dolce ferita che, però, ha bisogno del vostro aiuto perché non vada in cancrena.

LORENZO        Ma che dici? Cerca di essere più chiaro! Chi si confessa a indovinelli, solo ad indovinelli può essere assolto.

ROMEO            Frate Lorenzo, mi sono innamorato di Giulietta, la figlia del ricco Capuleti… e anche lei è innamorata di me. Ora tocca a voi consacrare con il matrimonio il nostro amore. Dovete sposarci oggi stesso!

LORENZO        San Francesco benedetto!… Ma come è possibile?… Voi, un Montecchi, sposare una Capuleti…!

ROMEO            Per questo abbiamo bisogno del vostro aiuto: dobbiamo sposarci subito.

LORENZO        E va bene, Romeo: vi aiuterò, non preoccuparti. Chi sa che questo legame non possa servire a mutare in amore l’odio delle vostre famiglie. Andiamo, vieni nella mia cella e parliamo con calma. (escono insieme)

Scena undicesima

MERCUZIO      (entrando con Benvolio)  Ma dove diavolo si sarà cacciato il nostro Romeo?

BENVOLIO       Sono passato ora da casa sua e mi hanno detto che questa notte non è rientrato per niente!

MERCUZIO      Bah, sapevo che l’amore fa strani effetti, ma che provocasse addirittura l’insonnia…!

BENVOLIO       Ieri sera, dopo la festa, è sparito senza lasciare traccia.

MERCUZIO      Si vede che aveva cose più importanti da fare che seguire i suoi fedeli amici.

BENVOLIO       Va bene, ma poteva almeno avvisarci!

MERCUZIO      (vedendo arrivare Romeo)  Oh, eccolo qua! Bonjour, messer Romeo!

ROMEO            Buongiorno, amici! (vedendoli arrabbiati) Che cosa vi è successo?

BENVOLIO       E ce lo chiedi pure? Ieri sera ci hai piantato in asso…

MERCUZIO      …E per di più senza neanche darci una spiegazione!

ROMEO            Scusatemi, ma si trattava di un affare urgente e non ho avuto modo di…

MERCUZIO      Va bene, va bene, abbiamo capito tutto.

BENVOLIO       E sì, doveva essere veramente un affare urgente, visto che ti ha tenuto impegnato tutta la notte, senza farti chiudere occhio…!

MERCUZIO      Sì, sì. Ma ora torna a casa, rilassati, buttati sul tuo letto e recupera tutto il sonno perso perché questa sera, amico mio, devi essere bello sveglio se vuoi seguire i tuoi vecchi amici.

ROMEO:           Questa sera...: ma io… non so se…

BENVOLIO       Su, dai, niente scuse: abbiamo organizzato una serata come ai vecchi tempi! Vai, vai. Buon riposo, Romeo e…sogni d’oro!

MERCUZIO      E fai attenzione che i tuoi sogni non siano disturbati dalla regina Mab…!

ROMEO            E chi è la regina Mab?

MERCUZIO      Non sai chi è? Ma in che mondo vivi?

                                             Mab è una fata molto piccina

                                             vola di notte in un guscio di noce

                                             e quando dormi lei si avvicina

                                             e sul tuo naso pianta la croce.

                                             Poi si diverte a farti dispetti:

                                             se tu hai i baffi lei te li tira

                                             e quanto meno tu te l’aspetti

                                             nelle tue orecchie prende la mira.

                                                           Da qui si infila dentro il cervello

                                                           guida il tuo sogno dove le pare:

                                                           se il sogno è brutto diventa bello

                                                           o, per contrario, ti fa dannare.

BENVOLIO/ROMEO                      Da qui si infila dentro il cervello

                                                           guida il tuo sogno dove le pare:

                                                           se il sogno è brutto diventa bello

                                                           o, per contrario, ti fa dannare.

MERCUZIO                        Se sei amante, sogni l’amore,

                                             se sei avvocato, grandi parcelle,

                                             se sei soldato, medaglie al valore

                                             e se curato, le donne più belle.

                                             Nessuno scappa dal suo tormento,

                                             neanche chi dorme un sonno leggero:

                                             sta sempre all’erta, aspetta il momento

                                             e si impossessa del tuo pensiero.

                                                           E quando il sole sta per spuntare

                                                           Vola di corsa nel suo castello

                                                           ma tornerà per farti sognare

                                                           e darti un mondo sempre più bello.

BENVOLIO/ROMEO                      E quando il sole sta per spuntare

                                                           Vola di corsa nel suo castello

                                                           ma tornerà per farti sognare

                                                           e darti un mondo sempre più bello.

Scena dodicesima

BALIA                (entrando seguita dal servo) Pietro!

SERVO             Eccomi, signora!

BALIA                Il mio ventaglio, Pietro!

MERCUZIO      (osservandola) Oh sì, buon Pietro, datele il ventaglio così può nascondere meglio il suo viso!

BENVOLIO       Già, dei due è meglio il ventaglio!

BALIA                (facendo finta di non aver sentito)  Buongiorno, messeri.

MERCUZIO      Buongiorno a voi, madonna… “bella”!

BALIA                Sapete dirmi dove posso trovare il giovane Romeo?

BENVOLIO       (precedendo Romeo che stava per presentarsi)  E cosa volete farne di un bel giovanotto alla vostra età?

BALIA                Sono affari che non vi riguardano!

ROMEO            Scusate, sono io Romeo.

BALIA                Desidero parlarvi da solo.

MERCUZIO      Ma certo, ma certo: togliamo il disturbo!

BENVOLIO       Lasciamoli soli i due piccioncini!…

MERCUZIO      Sarà stato mica questo il tuo affare urgente di questa notte?

BENVOLIO       Altro che insonnia… si è trattato di un incubo!!!… (escono ridendo)

BALIA                Accidenti! Ma che razza di gente frequentate? Come si sono permessi di parlarmi così? Non sono mica una delle loro sgualdrine!… Comunque, veniamo a noi. La mia padrona, Giulietta, mi ha mandato a cercarvi… (Romeo cerca di replicare, ma viene bloccato)  Ma prima permettetemi di dirvi come la penso… (Romeo fa un cenno d’assenso)  Se state mentendo a quel gentil cuore della mia padrona, vi avverto: avrete a che fare con me e vi assicuro che ve ne pentirete amaramente!

ROMEO            Ma cosa dite? Io amo Giulietta con tutto il mio cuore. Da stanotte ella è il vento per la mia vela, l’acqua per la mia sete, la luce per il mio universo…

BALIA                (interrompendo) D’accordo, d’accordo…!

ROMEO            Sentite, ditele così: nel pomeriggio trovi la scusa per uscire dicendo che va in convento a confessarsi. Io l’aspetterò là e, d’accordo con frate Lorenzo, ci uniremo in matrimonio.

BALIA                (spaventata dal proposito)  Madonna benedetta, aiutali tu!… (recuperando)  Va bene, riferirò alla mia padrona. C’è altro?

ROMEO            Sì, cara balia. Sempre nel pomeriggio vi manderò tramite un mio servo una…

BALIA                No, no non vi scomodate, non voglio alcuna ricompensa per questi miei servizi…

ROMEO            Ma cosa avete capito?… Vi manderò una scaletta di corda: voi questa sera, quando tutti saranno andati a letto, la butterete dal balcone verso la strada, dalla parte del torrione, in modo che io potrò salirvi e raggiungere la mia sposa.

BALIA                Ah… bravo il ragazzo…! L’hai pensato proprio tutta, nei minimi particolari!

ROMEO            Mi raccomando, balia, non fate parola con nessuno di questo nostro accordo. Sappiate mantenere il segreto e io vi ricompenserò a dovere.

BALIA                Vi ho già detto che non voglio ricompense. Lo faccio solo per la felicità di Giulietta, la mia bambina adorata!

ROMEO            Allora intesi: oggi pomeriggio…

BALIA                …In convento, da frate Lorenzo…

ROMEO            Per una confessione speciale…

BALIA                …Che ha per penitenza…

BALIA/ROMEO … il matrimonio!

BALIA                (rivolgendosi al servo) Pietro, il mio ventaglio! (il servo esegue) Torniamo a casa. (escono di scena)

Scena tredicesima

(camera da letto di Giulietta)

GIULIETTA                         Il mio amore è così immenso

                                             che non riesco a trattenerlo

                                             il mio cuore ormai è in festa già.

                                             Il mio amore è infinito

                                             e non riesco a contenerlo

                                             nello spazio del mio tempo è.

                                                           Queste  poche,  povere gocce d’amor

                                                           non disseteranno mai il mio cuor.

                                             Qui c’è un mare dolce che

                                             infrange le sue onde

                                             sul fuoco che c’è in me,

                                             che bacia forte le mie labbra

                                             e che mi abbraccia

                                             e mi circonda l’anima:

                                             io voglio solo te!

                                             Qui c’è un cuore grande che

                                             immagina una vita

                                             da spendere con te,

                                             che baci forte le mie labbra,

                                             e che mi abbracci

                                             e mi circondi l’anima:

                                             io voglio solo te!

                                             Io voglio solo te!

Scena quattordicesima

BALIA                (entrando, con affanno) Eccomi di ritorno, padrona!

GIULIETTA       Oh balia, finalmente! È da un pezzo che aspetto il tuo rientro.

BALIA                Eh!…È facile a parlare… Non sono mica due passi… ed io, sai, non ho più la tua età…!

GIULIETTA       Sì, va bene. Ma ora raccontami: l’hai incontrato? Ti ha parlato? Che cosa ti ha detto?

BALIA                Piano, piano, bambina mia! Dammi il tempo di respirare!

GIULIETTA       Ti prego, balia, non tenermi sulle spine…!

BALIA                Va bene, va bene: l’ho incontrato. È un ragazzo a modo, anche se frequenta certe compagnie…! È bello, cortese, garbato come un agnellino.

GIULIETTA       Questo lo so già. Ma cosa ti ha detto riguardo al nostro matrimonio?

BALIA                Il tuo Romeo dice che… (si guarda attorno con circospezione)  Tua madre dov’è?

GIULIETTA       È in casa. Ma avanti, non perdere tempo, dimmi…: il matrimonio?

BALIA                Riusciresti ad avere il permesso di andarti a confessare nel pomeriggio?

GIULIETTA       Certo, lo chiederò a mio padre che di sicuro non me lo negherà.

BALIA                Allora corri al convento e nella cella di frate Lorenzo troverai il tuo Romeo che ti aspetta. Il frate è già stato avvertito e celebrerà subito le vostre nozze.

GIULIETTA       Davvero?

BALIA                Certo, certo. E poi io dovrò aspettare che un amico del tuo sposo mi porti una scala che gli servirà questa notte per raggiungere il nido della sposa.

GIULIETTA       (abbracciando la balia)  Grazie, grazie balia, mi hai reso veramente felice!

BALIA                E già, questo è quello che più mi interessa: renderti felice. Per questo sono disposta a tutto, anche a farti da facchino e sopportare ogni peso…ma stanotte…: lo sentirai tu il peso…! Andiamo, andiamo a pranzare e poi di corsa al convento! (escono di scena)

Scena quindicesima

(nel convento)

ROMEO                              Qui, davanti a Dio,

                                             io consacro il mio amore sol per te.

                                             Qui, davanti a Dio,

                                             per donarti la mia vita in libertà.

GIULIETTA                        Qui, davanti a Dio,

                                             sto per prendere dimora nel tuo cuor.

                                             Qui, davanti a Dio,

                                             voglio offrirti tutta la mia fedeltà.

ROMEO                                            O mia dolce sposa, gioia, anima mia!

GIULIETTA                                      O mio dolce sposo, angelo che illumina!

LORENZO        Ego coniugo vobis in matrimonio in nomine Patri et Filii et Spiriti Sancti.

ROMEO/GIULIETTA        Amen, amen!

                                             Questo amore crescerà

                                             Amen, amen!

                                             Contro l’odio vincerà!

ROMEO/GIULIETTA/LORENZO            

                                             Amen!

fine Atto Primo

ATTO  SECONDO


Scena prima

(una piazza)

MONTECCHI/CAPULETI             

                                             Il sole è già alto ed infuoca la piazza

                                             ed anche la rabbia si fa assai rovente.

                                             Con questo caldo la gente esce pazza

                                             e contro il nemico si scaglia furente.

DONNE                              Ogni pretesto è una buona occasione

                                             per tingersi d’ira e fare la guerra.

UOMINI                               E basta un niente che c’è un’esplosione

                                             che può riempir d’ odio poi  tutta la terra.

INSIEME                                          Ecco i Montecchi, ecco i Capuleti:

                                                           qualcuno è di troppo in questa città.

                                                           Solo chi vince, poi,  resterà in piedi

                                                           e mentre chi perde fuggire dovrà.

TEBALDO                                        Sono il più forte, non si può negare:

                                                           si faccia coraggio chi vuole sfidarmi.

MERCUZIO                                      Eccomi pronto a farti scappare

                                                           prima che tu riesca ad infilarmi.

(inizia la lotta tra Tebaldo e Mercuzio)

CAPULETI                                       Forza Tebaldo, dai fatti sotto

                                                           rendi Mercuzio un uomo morto!

MONTECCHI                                   Avanti Mercuzio, fagli vedere

                                                           chi è che comanda a questo messere!

ROMEO                              Fermatevi tutti, per carità,

                                             regni la pace in questa città!

(mentre Romeo canta si interpone tra i due e Tebaldo riesce a colpire Mercuzio mortalmente; Mercuzio barcolla e cade morto; gli amici, guidati da Romeo, gli si fanno vicino)

CAPULETI                         Maledetta famiglia che porti solo morte

                                             e versi il sangue con grande avidità:

                                             Mercuzio è caduto, che cattiva sorte,

                                             ora quest’odio una vendetta farà                 

(Romeo si stacca dal gruppo e, impugnata la spada, si rivolge minaccioso verso Tebaldo)

ROMEO                              Tebaldo, assassino, non puoi fuggire

                                             hai ucciso Mercuzio, amico mio…

                                             Ed ora anche tu preparati a morire

                                             vendetta io grido al cospetto di Dio!

(Romeo e Tebaldo iniziano lo scontro, mentre il coro canta)

MONTECCHI                     Forza Romeo, pensa al tuo amico:

                                             finisca così quest’odio antico!

CAPULETI                         Difendi  Tebaldo, attento alla spada

                                             Romeo ti odia: sarà avvelenata!

(Romeo colpisce a morte Tebaldo che si accascia a terra; Romeo, spaventato, è incitato dai suoi a fuggire)

CORO                                 Ancora la morte è scesa in città

                                             due giovani vite che giacciono a terra

                                             quest’odio prova nessuna pietà

                                             per noi finirà mai  quest’arida guerra!

                                             Fuggi Romeo, dai scappa lontano,

                                             hai infranto la legge creando la morte

                                             ora nessuno può darti una mano

                                             da solo hai segnato la tua triste sorte.

I CORO                                             Fuggi Romeo, dai scappa via,

II CORO                                            Fuggi,Romeo, dai scappa via!

III CORO                                           Fuggi,Romeo, dai scappa via!

CORO                                               Fuggi, Romeo, scappa via!!

(Romeo, impressionato dall’accaduto, scappa via)

I VOCE              Hanno ucciso Mercuzio!!!

II VOCE             Tebaldo dei Capuleti è morto!!!

III VOCE            Giustizia, vogliamo giustizia!!!  (altre grida a soggetto tra i presenti)

Scena seconda

PRINCIPE        (entrando) Fermatevi!… (vede i due cadaveri a terra) Chi sa dirmi che cosa è successo?

MAD.CAP.        Signore, mio nipote Tebaldo è stato ucciso dalla furia dei Montecchi. Vogliamo giustizia: per il nostro sangue versato, sia versato il sangue dei Montecchi!

MAD. MONT.    No, o mio principe, la nostra famiglia ha soltanto cercato di difendersi. Tebaldo ha ucciso il povero Mercuzio ed è stato punito giustamente.

PRINCIPE        Basta! C’è qualcuno che può dirmi chi ha acceso questa lite mortale?

BENVOLIO       Io, mio signore!

PRINCIPE        Parla!

BENVOLIO       Tebaldo ha incitato Mercuzio a combattere, nonostante Romeo, ricordando il vostro ordine, cercasse in tutti i modi di fermarli. Ma ciò non è riuscito a placare il focoso odio di Tebaldo che, sordo ad ogni parola di pace, ha trafitto il povero Mercuzio. Accecato dalla smania di vendetta, Romeo si è scagliato contro Tebaldo e, prima che io abbia potuto separarli, lo ha ucciso.

MAD. CAP.       Non è vero! Egli è un parente dei Montecchi: vuole difendere la sua famiglia! Non è stato Tebaldo ad iniziare. Vi scongiuro, o mio signore, siate giusto. Romeo ha assassinato Tebaldo e Romeo deve morire!

PRINCIPE        Romeo ha ucciso chi ha ucciso Mercuzio. Chi pagherà allora questo sangue versato?

MONTECCHI   Non Romeo, principe, perché egli, come amico di Mercuzio, si è sostituito alla legge nel punire Tebaldo.

PRINCIPE        Va bene. Romeo non morirà! Ma sarà esiliato. Che si allontani al più presto e che non faccia più ritorno entro le mura di Verona, altrimenti per lui sarà morte!… (solennemente, si allontana)

CORO                                               In esilio, in esilio,

                                                           Romeo va via dalla città!

                                                           In esilio, in esilio,

                                                           mai più piede vi rimetterà!

BALIA                                  Romeo è un assassino

                                             per questo è condannato:

                                             ha versato il nostro sangue

                                             resti fuori dalla città!

GIULIETTA                         Fuori dal mio cuore,

                                             fuori dalla mia vita

                                             come potrò resistere

                                             senza il mio Romeo

CORO                                               In esilio, in esilio,

                                                           Romeo va via dalla città!

                                                           In esilio, in esilio,

                                                           mai più piede vi rimetterà!

BALIA                                  Ma come puoi dir bene

                                             di chi ha ucciso un tuo cugino?

GIULIETTA                         Non potrò mai più odiare

                                             colui a cui ho dato il cuore!

BALIA                                  Tutti piangono Tebaldo.

GIULIETTA                         Io piango il mio Romeo.

BALIA                                  Se potesse tornare in vita…

GIULIETTA                         Se potessi stringerlo ancora…

BALIA/GIULIETTA            Il nostro cuore sarebbe sazio,

                                             sazio d’amor!

Scena terza

(nel convento)

ROMEO            (Romeo, seduto a terra)   No, l’esilio no, meglio la morte!

LORENZO        Abbi pazienza, Romeo, il mondo è lungo e largo…

ROMEO            …Ma fuori di Verona non c’è vita, non c’è amore. La vita è qui, dov’è la mia Giulietta.

BALIA                (entrando, a frate Lorenzo) Santo frate, dov’è il signore della mia signora? Dov’è Romeo?

LORENZO        (indicando Romeo) Eccolo là, ubriaco delle sue stesse lacrime.

BALIA                Ah, anche la mia padrona è in questo stato, anche lei vive fra lacrime e pianti: non dice niente,… piange e geme. Ora si butta sul letto, ora chiama Tebaldo, ora pronuncia il nome di Romeo…

ROMEO            Invoca il mio nome? Come un nome che l’ha colpito mortalmente, il nome di chi ha assassinato suo cugino?… Frate Lorenzo, ditemi in quale parte del mio corpo è custodito il mio nome, ditemelo, perché io possa distruggerla.

LORENZO        Fermati! Sei o non sei un uomo? Ti comporti con la furia insensata di una belva. Hai ucciso Tebaldo, vuoi ora uccidere te stesso… e la tua sposa con te, con un atto che ti dannerà in eterno? La tua Giulietta è viva, non sei felice? Tebaldo voleva ucciderti e tu hai ucciso lui, non sei felice? La legge invece di metterti a morte ti diventa amica e ti esilia e non sei felice? Sei un uomo benedetto dalla fortuna. Su, vai dalla tua Giulietta, vai a consolarla, ma parti prima del cambio della guardia per andare a Mantova, dove resterai finché non decideremo di svelare le nozze, parlare col principe e far fare pace alle vostre famiglie, in modo che tu possa tornare a Verona mille volte più felice di ora che te ne vai triste. (rivolto alla Balia)Tu, balia, va’ avanti, di’ alla tua padrona che mandi a letto tutti: saranno stanchi dopo una giornata come questa. Rassicura Giulietta che il suo Romeo verrà. Vai, e che Dio ti accompagni.

(la Balia, fa un inchino ed esce di scena; Romeo si alza, fa per andare fuori, poi si ferma e torna indietro per baciare la mano a frate Lorenzo in segno di ringraziamento; poi esce)

Scena quarta

(una stanza del palazzo Capuleti)

MAD. CAP.       Balia mia, ti prego: stai vicino a Giulietta. La morte dell’adorato cugino Tebaldo l’ha distrutta. Questa sera non è scesa neanche per la cena: si è chiusa in camera sua e non fa altro che piangere…, povera bambina!

BALIA                Non preoccupatevi. Vedrete che questa notte si riprenderà…! E da domani tornerà ad essere la Giulietta di sempre: dolce, allegra ed affettuosa.

MAD. CAP.       Me lo auguro. Anche perché suo padre ha deciso di maritarla con il Conte Paride.

BALIA                (preoccupata)  Che cosa…?

MAD. CAP.       Sì, sì, hai capito bene. Giulietta andrà in sposa al conte Paride.

BALIA                Oh mio Signore!…

MAD. CAP.       Perché? Non sei contenta?

BALIA                No…cioè… sì…! Ma non vi sembra troppo presto? Giulietta è ancora una bambina…! E poi, la morte di Tebaldo…

MAD.CAP.        Non preoccuparti: l’amore non ha mai fatto male a nessuno! Ma ora va’: raggiungila, e cerca di farla riposare.

BALIA                Non preoccupatevi, mia signora, penserò io alla mia Giulietta. (si inchina ed esce)

Scena quinta

(camera di Giulietta)

ROMEO                              Vorrei che il giorno

                                             non arrivasse mai.

                                             Vorrei fermare il tempo

                                             e rimanere stretto a te.

                                             Scalda ancora il cuore,

                                             ferma il sole qui per me:

                                             canta  l’allodola,

                                             adesso devo dirti addio.

GIULIETTA                                       Quel che senti nell’aria

                                                           è il canto di un usignolo

                                                           e questa serenata…

GIULIETTA/ROMEO                       … è dedicata a noi due.

ROMEO                              Sento le campane che

                                             portano malinconia:

                                             devo andare amore mio

                                             devo fuggir da te!

                                             A te, antica Verona,

                                             lascio una perla preziosa…:

GIULIETTA/ROMEO         … il tuo tesoro più bello è lei/lui:

                                             la mia dolce Giulietta! /Il mio dolce Romeo!

Scena sesta

BALIA                (bussando) Giulietta, vostra madre sta arrivando: è già per le scale!

ROMEO            Devo andare, amore, addio!

GIULIETTA       Addio, Romeo! Fammi avere tue notizie tutti i giorni.

ROMEO            Non preoccuparti, non perderò occasione per farti giungere il mio saluto e tutto il mio amore. Addio! (si salutano con un lungo abbraccio)

MAD. CAP.       (entrando)  Giulietta, mia cara bambina, come stai oggi?

GIULIETTA       Madre, il mio cuore è ancora triste per la perdita del mio caro cugino Tebaldo e tante sono le lacrime che questa notte ho versato per lui.

MAD. CAP.       Credi che il torrente delle tue lacrime facciano uscire Tebaldo dalla tomba? Basta, ti prego: cerca di calmarti. Sono venuta per darti una lieta notizia.

GIULIETTA       Ben venga la gioia, in tempi così tristi. Ditemi, madre, di cosa si tratta?

MAD. CAP.       Tuo padre, per farti dimenticare il dolore, ti ha preparato un giorno di gioia.

GIULIETTA       Che giorno sarà mai questo?

MAD. CAP.       Ecco, figlia mia. Giovedì mattina, il conte Paride, nella chiesa di San Pietro, avrà la gioia di farti sua sposa.

GIULIETTA       Ah no, non sarò sposa felice di nessuno…!

MAD. CAP.       Ma Giulietta…!

GIULIETTA       Madre, ti prego, dite a mio padre che non mi sposerò per ora.

MAD. CAP.       Ecco tuo padre, diglielo tu stessa e vedrai come la prenderà.

CAPULETI       (entrando)  Allora, avete rivelato il mio progetto a nostra figlia?

MAD. CAP.       Sì, signore mio, ella vi ringrazia, ma non ne vuole sapere.

CAPULETI       Come? Intendi rifiutare un mio ordine? Tu non hai il diritto di rifiutare, hai solo da prepararti per giovedì mattina e raggiungere la chiesa di San Pietro per unirti in matrimonio con il conte Paride, altrimenti ti ci trascinerò io con la forza.

GIULIETTA       Padre mio, vi scongiuro, ascoltate con pazienza una sola parola.

CAPULETI       Basta, ho già perso troppo tempo per te. O giovedì mattina andrai in chiesa e sposerai il conte Paride, o morirai di fame per la strada: perché, ti giuro sull’anima mia, che non ti riconoscerò più come figlia! (esce furibondo)

GIULIETTA       (implorando) Padre, padre, aspettate, ascoltatemi!… (non potendo raggiungerlo si rivolge alla madre)Madre, abbiate pietà, ritardate questo matrimonio di almeno una settimana…!

MAD. CAP.       (uscendo)  È inutile che tu parli. Fa’ come credi, io non ho più nulla da dirti.

GIULIETTA       Madre, madre… (alla Balia) Balia, mia cara balia, che si può fare?… Dammi una parola di conforto, consolami!…

BALIA                Romeo è esiliato e, anche se volesse, non potrà più tornare da voi o dovrà farlo di nascosto. Se volete un mio consiglio, è meglio che sposiate il conte Paride: è un magnifico gentiluomo e Romeo di fronte a lui è proprio un nulla! Sarete felice di questo secondo matrimonio che è senza dubbio meglio del primo, anche perché il vostro primo marito è morto, o è come se lo fosse!…

GIULIETTA       Parli con il cuore?

BALIA                E con tutta l’anima! Sia maledetta se non dico il vero!

GIULIETTA       Bene, mi hai confortata meravigliosamente. Va’ a dire a mia madre che sono dispiaciuta di aver disobbedito a mio padre e che ora vado da frate Lorenzo a confessare questo mio peccato.

BALIA                Questa sì che è una saggia decisione…! (esce)

GIULIETTA       Vecchia maledetta! La tua lingua che mille volte ha cantato le mie lodi, ora mi vuole spergiura?… Va’ via, mia consigliera! D’ora in poi tu e il mio cuore sarete due cose separate. Andrò da frate Lorenzo, sperando di trovar rimedio al mio dolore!

Scena settima

(una stanza, a Mantova)

BENVOLIO       Coraggio, Romeo, non essere triste. I tuoi giorni qui a Mantova passeranno in fretta e presto potrai fare ritorno a Verona.

ROMEO            Si potessero avverare ora le tue parole!… Io non resisto, non riesco a stare lontano dalla mia città.

BENVOLIO       (malizioso) È solo Verona che ti manca?…

ROMEO            Certo che no… e lo sai benissimo! Mi manca Giulietta, la mia dolce Giulietta…!

BENVOLIO       Non disperare, la riabbraccerai presto, e poi…..

ROMEO            (interrompendolo) Ma ci pensi? A Verona ogni cosa del creato può vedere e toccare Giulietta: gli uccelli nel suo giardino possono canticchiare con lei dolci melodie, le pietre della strada che conduce alla sua casa possono accarezzarle i piedi, il vento leggero del mattino può giocare con i suoi capelli, mentre io sono qui,… lontano,… prigioniero solo dei miei ricordi…!

BENVOLIO       Ascoltami Romeo…

ROMEO            No, non parlare. Se Giulietta fosse il tuo amore, se tu l’avessi sposata, se tu avessi ammazzato Tebaldo, se tu fossi cacciato in esilio, solo allora potresti parlare!…

BENVOLIO       Non disperare, amico mio! Frate Lorenzo è dalla vostra parte: e sono certo che riuscirà a dare soluzione a questa triste avventura.

ROMEO            Già, frate Lorenzo…: è lui la mia unica speranza!

BENVOLIO       Vedrai che ci riuscirà! Frate Lorenzo ne sa una più del diavolo! Ora va’ a riposare. Io torno a Verona e domani sarò di nuovo qui, per portarti notizie della tua città.

ROMEO            E di Giulietta! Cercala, dille che il mio amore per lei è vivo e forte: e che ogni notte mi fa compagnia nei miei sogni. E porta il mio saluto anche a frate Lorenzo e pregalo di aiutarmi, di trovare presto un rimedio al mio male.

BENVOLIO       Farò come mi hai chiesto. Addio, amico mio. (lo abbraccia ed esce)

Scena ottava

(in scena frate Lorenzo, poi entra Giulietta)

GIULIETTA       Frate Lorenzo, frate Lorenzo! Oh padre, che disdetta, piangete con me, non c’è più rimedio, più speranza. Sono perduta, padre, perduta...! Aiutatemi!

LORENZO        Oh Giulietta, conosco bene la vostra pena…!

GIULIETTA       Non dite che la conoscete se non avete il modo per impedirla. Se la vostra saggezza non riesce a trovare un rimedio…: aiutatemi!

LORENZO        Ho un’idea! Una speranza l’abbiamo. C’è un rimedio che può salvarci,… ma richiede un coraggio estremo.

GIULIETTA       Chiedetemi qualsiasi cosa, piuttosto che lasciarmi sposare il conte Paride!

LORENZO        Ascolta. Stai allegra ed acconsenti al matrimonio con il conte…

GIULIETTA       Oh no…!!!

LORENZO        Aspetta!… Questa sera cerca di restare sola in camera tua, manda via anche la balia. Prendi questa fiala e - bada bene - bevila tutta d’un fiato. Sentirai per tutte le vene scorrere un gelido liquido e il polso rallenterà. Il cuore, il respiro, tutto avrà fine: in questa perfetta ed assoluta sembianza di morte rimarrai per quarantott’ore e poi ti sveglierai. Sarà come se avessi soltanto dormito. Nel frattempo manderò uno dei nostri frati a Mantova con una lettera per Romeo. Il tuo sposo sarà informato di tutto. Poi domani notte, io e lui saremo insieme nella tomba ad aspettare il tuo risveglio. Così, una volta riuniti, scapperai a Mantova con il tuo Romeo e vivrete felici.

GIULIETTA       Presto, datemi questa pozione, non ho paura!

LORENZO        Tieni… e sii forte, figliola mia!

GIULIETTA       Non dubitate, padre. Addio.  (esce)

LORENZO        Addio, e che il Signore ci aiuti…!

Scena nona

(in casa dei Capuleti; la balia alcuni servi e damigelle)

CAPULETI       Presto, presto, non abbiamo tempo da perdere! (ad un servo) Tu, vai in città ad invitare gli ospiti che ho riportato su questa lista. (il servo prende la lista, fa un inchino ed esce di scena; ad un altro servo) Tu invece vai a chiamare i cuochi e di’ loro di venire subito. (anche il secondo servo, si inchina ed esce)

BALIA                (alle damigelle) Voi andate su, in camera di Giulietta, e preparate la biancheria. (le damigelle escono)

CAPULETI       Ah, balia cara: non avrei mai immaginato che per sposare una figlia fosse necessario tanto lavoro

BALIA                È che voi avete voluto fare tutto in fretta: potevate aspettare qualche altro mese. In fondo siamo ancora in lutto per la morte di Tebaldo…!

CAPULETI       No, no, non si può rimandare! Questo matrimonio cancellerà la nostra tristezza e renderà felice la mia Giulietta che ha tanto bisogno d’amore. E il conte Paride saprà accontentarla: le darà tutto il suo affetto e… tutta la sua dote!

BALIA                Forse quest’ultima è quella che più v’interessa!

PIETRO            (entrando) Signore, sono arrivati i musici!

CAPULETI       Ah, bene, falli accomodare

BALIA                Come vedo non avete badato a spese per questo matrimonio!

CAPULETI       È stata un’idea del conte Paride: vuole che il giorno delle sue nozze sia allietato dall’alba al tramonto da musiche e canti. E così ha invitato i migliori musici della città… a sue spese!

BALIA                Ah, ora capisco… Mi sembrava strano!… (Pietro introduce i musici e poi esce)

CAPULETI       (ai musici) Benvenuti maestri, accomodatevi e mi raccomando: la vostra musica dovrà rendere magico il giorno più bello della mia Giulietta e liberarle la mente e l’animo dai tristi pensieri.

BALIA                (fra sé)  … E soprattutto dal suo vero ed unico amore!

CAPULETI       Balia, presto, andiamo in cucina a controllare se manca qualcosa. E poi in giardino per organizzare l’accoglienza degli invitati.

BALIA                Eccomi, arrivo. Ma non correte: abbiamo ancora tutta una giornata davanti!

1 MUSICO        Presto amici, disponiamoci qui, in quest’angolo del salone ed approfittiamo di questo momento di calma per accordare i nostri strumenti.

2 MUSICO        Sei sicuro che non daremo fastidio?

3 MUSICO        Ma quale fastidio! E poi dobbiamo concordare il nostro repertorio

1 MUSICO        Già, il conte Paride ci ha pagati bene e non dobbiamo fare brutta figura. Siete pronti?

(i tre musici iniziano a suonare; pian piano entrano in scena incuriositi i servi e le damigelle che improvvisano una danza)

Scena decima

(al termine della musica, la scena del ballo si ferma immobile, mentre viene illuminata Giulietta seduta ad una sedia, mentre la Balia le pettina i capelli)

BALIA                Eh, piccina mia, questa è l’ultima volta che pettino i tuoi capelli. Ricordi? Lo facevo ogni sera, da quando eri bambina, mentre ti cantavo una dolce ninna nanna.

GIULIETTA       Ed io, stringendo al petto la mia bambola di pezza, la cullavo come se fossi stata la sua mamma.

BALIA                Ma, da domani,… vita nuova! Vedrai che non mi rimpiangerai: la sera avrai altro da pensare tre le braccia del conte Paride…!

GIULIETTA       Ti prego, Balia, non tormentare il mio cuore già triste. Ora lasciami sola: voglio pregare molto perché il cielo mi assista in questo difficile momento.

BALIA                Come vuoi, Giulietta. (le prende la testa tra le mani e le bacia la fronte)  Buonanotte, mia piccina, cerca di riposare perché ne hai bisogno. E non preoccuparti…: domani sarà un giorno di grande festa!

GIULIETTA       Addio, balia, e… grazie di tutto il tuo affetto! (la balia esce)  Solo il cielo sa se ci rivedremo!

GIULIETTA                        Ho avuto il coraggio 

                                             di amare il mio nemico,

                                             consacrarmi al cuore suo,

                                             legarmi sempre a lui.

ROMEO            (come in ideale vicinanza)                 

                                             Ho avuto il coraggio di

                                             fuggire da Verona,

                                             di lasciare il mio amore,

                                             di stare solo qui.

ROMEO/GIULIETTA         Avrò ora il coraggio

                                             di aspettare questo amore,

                                             di fermare questo tempo,

                                             di morire al mondo?

ROMEO                                            Se l’amore è coraggio

                                                           io non ho alcuna pena;

GIULIETTA                                       Se il coraggio è amore

                                                           son  pronta a morire.

GIULIETTA       Coraggio, dolce veleno,             ROMEO         Coraggio, sono sereno:

                           inonda le mie vene,                                            nascondo le mie pene.

                           ferma il mio cuore,                                              Penso al mio amore

                           ghiaccia la mia vita.                                            e la noia di colpo è sparita.

                                              

GIULIETTA                        Coraggio, mia medicina,

                                             anticipa il tuo effetto,

                                             prendi  questa vita mia

                                             risorgila  all’amore!

ROMEO                              Prendi questa vita mia

                                             risorgila… all’amore!

Scena undicesima

(Giulietta cade a terra; lentamente la luce su di lei si spegne e si illumina nuovamente la scena del ballo che riprende vita e poi si interrompe con l’ingresso della balia che porta in braccio il corpo senza vita di Giulietta)

BALIA                Presto, accorrete, la mia Giulietta è morta!

CAPULETI       (entrando in scena con madonna Capuleti)

                                             O giorno di sciagura!…

                                             La morte ha preso via

                                             la mia bambina!

                                             Perché!?…

MAD. CAP.                         O giorno di sfortuna!…

                                             La morte mi ha strappata

                                             la mia unica creatura,          

                                             la gioia adesso è dolor.

BALIA                                  O giorno maledetto,

                                             dischiuso hai tu alla morte

                                             le porte del suo cuore…

                                             della mia cara Giulietta!

CAPULETI/MADONNA CAPULETI/BALIA                   

                                             O giorno delle nozze

                                             ridotto in funerale,

                                             sostituisci ai flauti le

                                             tue malinconiche campane!…

                                             Trasforma l’aria di festa

                                             in triste sepoltura:

                                             Giulietta ha sposato la morte…!

                                              

MAD. CAP.                         Addio, dolce creatura…!

CAPULETI                         Addio, o bella Giulietta…!

BALIA                                  Addio, mia cara bambina…!

CAPULETI/MADONNA CAPULETI/BALIA                   

                                             Addio!…

(il corpo di Giulietta viene posto su di un catafalco e muove, con i presenti, in processione)

Scena dodicesima

BENVOLIO       Non è possibile! Rientrando da Mantova, nei pressi del cimitero di Verona, ho visto una gran folla con la tristezza in volto. Vi erano anche amici a me cari: Ugo, Simone, Francesca, Giacomo…: chi sarà mai morto? Mi avvicino ancora un po’ ed ecco arrivare il corteo funebre. Dopo uno stuolo di chierici, ecco frate Lorenzo… Che strano!… Sembra essere l’unico a non soffrire per questo lutto…! E poi le dame che gettano petali di rosa e poi… poi… la bara…: ma chi è questa fanciulla?… No!!!… È Giulietta! La dolce Giulietta, sposa del mio amico Romeo è morta!… Oh, atroce destino, e adesso cosa farò? Devo tornare a Mantova ed avvisare Romeo! (buio)

Scena tredicesima

(Romeo allungato, dorme; entrano strane ombre)

OMBRE                              Morte e amore si incontrano,

                                             amore e morte si abbracciano,

                                             morte e amore si baciano,

                                             amore e morte si mischiano

                                                           Morte, amore! Amore, morte!

                                                           Amore, amore, morte….!!!

ROMEO            (svegliandosi di soprassalto) Ah!… Ho sognato che è venuto il mio amore e mi ha trovato morto. Poi, con i suoi baci, Giulietta ha ridato vita alle mie labbra. Che strano sogno!… Non riesco a toglierlo dalla mente… ed intanto aspetto con ansia buone notizia da Verona.

BENVOLIO       (entrando con affanno) Romeo, Romeo!…

ROMEO            Ben arrivato, Benvolio! Quali notizie mi porti da Verona? Hai qualche lettera di frate Lorenzo? Come sta la mia Giulietta? L’hai vista, ti ha dato qualche messaggio per me?

BENVOLIO       Romeo…, Giulietta… Giulietta…

ROMEO            Parla, che cosa le è capitato?

BENVOLIO       Giulietta… la tua Giulietta… è… morta!

ROMEO            (incredulo) Morta? (aggredendolo)  Ma che dici, vigliacco di un uomo…? E ti professi anche amico mio…?

BENVOLIO       Sì, io sono l’amico che divide con te l’incredulità e la morte nel cuore…! Ma ti dico la triste verità: l’ho vista con i miei occhi mentre veniva deposta nel monumento dei Capuleti, nel cimitero di Verona.

ROMEO            Oh crudele destino!… (violento, verso il cielo)   Ma io, dannate stelle, vi sfido! Presto, procurami un cavallo.

BENVOLIO       Ti scongiuro, Romeo, calmati! Il tuo aspetto stravolto mi fa temere una sventura…!

ROMEO            Non preoccuparti per me, amico. (esce)

Scena quattordicesima

(nel convento)

LORENZO        Il buon frate Giovanni, al quale ho dato l’incarico di raggiungere Mantova e consegnare la lettera a Romeo, non è riuscito a compiere la sua missione. Durante il tragitto è stato trattenuto dalle guardie perché pare che si siano manifestati dei casi di peste. Così è tornato indietro e mi ha riconsegnato la lettera. Oh che sciagura! E adesso cosa farò? Fra poco Giulietta sarà sveglia e mi maledirà perché non ho avvertito il suo Romeo. Dovrò andare da solo e subito al cimitero. (esce)

Scena quindicesima

(nella tomba di Giulietta: Romeo si avvicina al corpo della sua amata)

                           ROMEO   O mio amore, oh mia sposa, tu…

                                             la morte che ha succhiato il tuo respiro

                                             nulla ha potuto sulla tua bellezza.

                                             Il corpo gelido deposto qui

                                             fa della tomba un posto per ballare

                                             inondata di luce e soave profumo.

                                                           La morte non ha ancora issato

                                                           la sua pallida bandiera

                                                           sul tuo viso dolce e candido.

                                             Forse vuole custodirti al buio

                                             per farti la sua amante,

                                             ma io non lo permetterò.

                                                           Occhi miei, guardatela,

                                                           braccia mie, stringetela,

                                                           labbra, ancora un puro e casto

                                                           bacio io le do.

                                                           L’amaro mio rimedio,

                                                           si scaglia contro il cuore

                                                           e manda in frantumi

                                                           la mia vita qui con te.

                                             Offro questo al mio amore e poi

                                             brindo con la morte alla mia vita

                                             Aspettami Giulietta,

                                             portami via con te!…

                                             (beve il veleno da una fiala)

Scena sedicesima

LORENZO        (entrando con una lanterna in mano)  San Francesco, proteggimi! Temo una grande sciagura!… (scorge Romeo ormai cadavere) Romeo! O Signore, abbi pietà di noi!

GIULIETTA       (svegliandosi) Padre, o frate Lorenzo, siete arrivati. Sia ringraziato il cielo! Dov’è il mio Romeo?

LORENZO        Giulietta, presto, vieni via, esci da questo nido di morte. Un ostacolo più forte di noi ha spezzato il nostro progetto. Vieni, vieni via, non possiamo più stare qui.

GIULIETTA       (vedendo Romeo) Romeo!… Mio Signore! Cosa è stato?

LORENZO        Andiamo Giulietta, qualcuno si avvicina, non è opportuno stare qui.

GIULIETTA       Voi andate via, vi prego. Io non vengo…

LORENZO        Ma, Giulietta…

GIULIETTA       Andate, vi prego! Lasciatemi qui con il mio amore.

LORENZO        Giulietta, figlia cara, ti prego, ascolta il mio consiglio…

GIULIETTA       Andate, andate, e non preoccupatevi per me. (frate Lorenzo esce)

GIULIETTA       Amore, amore mio! (osserva le sue mani) Che cos’è? Veleno! È stato questo veleno ad ucciderti. (avvicina la boccetta alle labbra cercando di berne il contenuto) Egoista, avaro, non me ne hai lasciato nemmeno una goccia perché io possa raggiungerti! Bacerò le tue labbra: chi sa che non ci sia rimasto un po’ di veleno che possa darmi la morte e la pace. (lo bacia) O Romeo, le tue labbra sono ancora calde! (piangendo)  Perché, perché, Romeo?

VOCE                (da fuori)  Presto, entriamo: da questa parte!

GIULIETTA       Una voce? C’è qualcuno, devo fare presto…! (prende il pugnale di Romeo) O pugnale benedetto! Arrugginisci qui, nel mio petto! (si accoltella e cade tra le braccia di Romeo)

OMBRE            (tornano in scena)

                                             Morte e amore si incontrano,

                                             amore e morte si abbracciano,

                                             morte e amore si baciano,

                                             amore e morte si mischiano!…

Scena diciassettesima

(sono in scena tutti i personaggi: I Montecchi e i Capuleti sono schierati gli uni di fronte agli altri, al centro il Principe; in proscenio, vi sono frate Lorenzo, la balia e Benvolio)

LORENZO        (rivolto al pubblico, ma come se parlasse al Principe) Principe, mio signore, sono stato io la causa principale di tanto dolore. Romeo era marito a Giulietta: li ho sposati io nel giorno in cui poi Tebaldo perse la vita ed il novello sposo fu condannato all’esilio. Giulietta venne da me supplicandomi di aiutarla ed io, con il soccorso della scienza, le ho consegnato un sonnifero che le ha dato l’apparenza della morte. Il resto, poi, vi è già noto.

BALIA                Frate Lorenzo dice il vero. La mia dolce Giulietta era innamorata del giovane Montecchi. Ma a causa di quell’orribile odio che serpeggia tra le loro famiglie, non ha mai confessato il suo amore ed ha sposato di nascosto il suo Romeo. (commossa) Ah, se ricordo quel giorno! La mia bambina era felice, i suoi occhi scintillavano gioia ed ora… sono stati spenti da ingiusta morte…!

BENVOLIO       Sono stato io a portare a Romeo la notizia della morte di Giulietta. Appreso ciò, sul suo volto ho letto la rabbia e lo sconforto. Ha subito lasciato Mantova per venire qui a Verona. Prima di partire mi ha ordinato di dare questa lettera a suo padre.

PRINCIPE        Portatemela qui! (Pietro si avvicina a Benvolio, prende la lettera e la porta del Principe che fa l’atto di leggerla, mentre inizia una musica di sottofondo e si ascolta la voce di Romeo che declama il contenuto dello scritto)

ROMEO            Carissimo padre, perdonate questo mio gesto che vi procura dolore immenso. Voglio però confidarvi un segreto: ho scoperto che cosa è l’amore. L’ho trovato in Giulietta, figlia dei Capuleti: l’ho assaporato dalla sue labbra, l’ho ammirato nel suo sguardo, l’ho custodito nel suo cuore e l’ho consacrato per sempre a me sposandola in segreto, rendendo lei mia moglie e me l’uomo più felice della terra. Vivere d’amore mi ha portato a rinnegare l’odio di antica tradizione che scorre nelle vene delle nostre famiglie. Perché tante lotte? Perché tanto sangue versato? L’amore non ama questo, l’amore non tinge di lutto la vita, non inaridisce il cuore, ma gli dona ali di colomba per volare libero nel cielo della pace e della serenità. Ma un ingiusto destino mi ha privato per sempre della fonte del mio amore. Benvolio è stato per me triste messaggero della morte di Giulietta. Non posso restare qui, non posso vivere senza di lei. Lascio Mantova e raggiungo la mia amata: voglio stringermi a lei, trovare riposo tra le sue braccia per sempre, unico riparo per questo mio corpo ormai stanco di lottare contro un destino avverso. Perdonatemi, padre, ma promettetemi che quello che per me sarà mortale veleno, diventi per voi salutare medicina che guarisca il vostro cuore dall’odio e dalla vendetta. Siate sereno, riconciliate il vostro animo e fate che Verona sia culla felice di amore e di pace. Solo così questo mio gesto non sarà vano e tutti potranno gridare al mondo: mai una storia è stata più ricca di amore quanto quella di Giulietta e del suo Romeo.

PRINCIPE        Montecchi!… Capuleti!… Vedete che frutti ha dato il vostro odio?… Il cielo ha deciso di uccidere i vostri figli con l’amore.

CAPULETI       (in lacrime)  Mio signore, vi prego, non torturate ancora le nostre anime già in pena. È vero, sì: ho sbagliato. L’odio mi ha reso cieco, la vendetta mi ha offuscato la mente, ma il sacrificio di questi giovani mi ha liberato il cuore!… (avvicinandosi a Montecchi) Montecchi, eccoti la mia mano: in questo gesto di pace vi è la dote di mia figlia, perché io non ho più niente da chiedere.

MONTECCHI   Sarò io a darti di più: le erigerò una statua d’oro, perché fino a quando durerà Verona, nessun’altra menzione sia tenuta in tanto pregio quanto la leale e fedele Giulietta. (in un’atmosfera di grande commozione, i due si abbracciano imitati dai componenti delle due famiglie)

Epilogo

POETA              Questa è la storia di un amore,

                                             un amore ch’è nato dall’odio,

                                             un odio germinato a Verona

                                             tra i Montecchi e i Capuleti.

                                                           Qui vi abbiamo raccontato

                                                           una storia senza pari,

                                                           questo amore sconfinato

                                                           di Giulietta e del suo bel Romeo.

CORO                                 Tante storie, tanti volti,

                                             tante voci ed avventure

                                             tutte insieme a raccontare

                                             la potenza dell’amore.

                                                           Puoi riempire mille pagine,

                                                           puoi versare inchiostro a fiumi che,

                                                           l’amore porta sempre i suoi frutti

                                                           solo se lo vivi nel cuore.

                                             Amore, amore, gridiamo al mondo!

                                             Amore, amore, gridiamo all’uomo!

                                                           Il mio amore abbraccia te,

                                                           il tuo amore invade me,

                                                           il suo amore inonda noi,

                                                           il nostro amore avvolge il suo,

                                                           il vostro amore tutto per noi,

                                                           il loro amore insegna che:

                                             l’uomo vive solo d’amore,

                                             il mondo vive solo d’amore

                                             solo d’amore!!

fine