Dante all’inferno

Stampa questo copione

A Q U I L I N O

D A N T E   A L L ' I N F E R NO

LETTORE -    Nel mezzo del cammin di nostra vita           
mi ritrovai per una selva oscura        
ché la diritta via era smarrita.
Ah, quanto a dir qual era è cosa dura,          
esta selva selvaggia e aspra e forte   
che nel pensier rinnova la paura!       
Io non so ben ridir com'io v'entrai    
tant'era pieno di sonno a quel punto 
che la verace via abbandonai.

Lucifero si desta.

NERI - Lucifero! Lucifero! Lucifero!

BIANCHI - Dove sei stato?

LUCIFERO - Sono fatti miei

NERI - Sono fatti suoi

BIANCHI - Il Signore ti ha cercato

LUCIFERO - Ma non mi ha trovato

NERI - Ma non l'ha trovato

BIANCHI - Il Signore si è adirato

LUCIFERO - Sono fatti suoi

NERI - Giusto

BIANCHI - Dovrai implorare il suo perdono

LUCIFERO - Io non temo il Signore

NERI - Lui non teme nessuno

BIANCHI - Non mettere a prova la sua pazienza

LUCIFERO - Io sono la bellezza, la forza e l'intelligenza

NERI - Proprio così

BIANCHI - Tu non sei niente, senza di lui

LUCIFERO - Diventerò potente

NERI - Sì!

LUCIFERO - Il più potente!

NERI - E nessuno potrà fermarci!

I Neri abbattono i Bianchi.

LUCIFERO - Notte e giorno, nero e bianco, vuoto e pieno, nulla e tutto. Non c'è l'uno senza l'altro, non c'è il bene senza il male

NERI - Non c'è l'uno senza l'altro, non c'è il bene senza il male

I Bianchi puntano le spade contro i Neri.

BIANCHI -    Non c'è notte senza giorno

                        partirai senza ritorno

                        vada il male nel suo regno

                        sottomesso a questo segno

I Bianchi impugnano le spade per la lama, imponendo il segno della croce ai Neri, che fuggono.

DIAVOLI - Questo è l'inferno!

LUCIFERO - Ov'udirai le disperate strida,

                        vedrai li antichi spiriti dolenti,

                        che la seconda morte ciascun grida

DIAVOLI - Lucifero! Lucifero! Lucifero!

LUCIFERO - La caduta dal cielo ha scavato un abisso di dolore eterno. Io sono il signore del fuoco e del fango. Il mio impero malefico non ha confini. Esiliato in questa voragine di orrore, la solitudine trova consolazione nell'odio e nella violenza. Diavoli dell'inferno, mostrate la porta che conduce al nostro regno!

LETTORE -   Per me si va ne la città dolente,

                        per me si va ne l'eterno dolore,

                        per me si va tra la perduta gente.

                        Giustizia mosse il mio alto fattore:

                        fecemi la Divina Potestate,

                        la Somma Sapienza e 'l Primo Amore.

                        Dinanzi a me non fur cose create

                        se non eterne, e io eterna duro.

                        Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate.

L A   P O R T A    D E L L ' I N F E R N O

DANTE - Considerate il mio patimento. Nato non fui per scarpinare come un bruto, ma per seguire la virtù e la conoscenza. Sono sudato, ho il fiato grosso, mi sono graffiato sui rovi, mi fanno male i piedi… Un intellettuale non possiede strumenti adatti per viaggi disagiati. Piuttosto, si ferma prima. Ecco, mi fermo, mi siedo, mi riposo. Ed è tutta colpa di Beatrice

VOCE DI VIRGILIO - Che cosa c'entra la povera Beatrice?

DANTE - Povera Beatrice? Oh, grullo! E' più furba di mia moglie e di mia suocera messe assieme. Povero Dante, invece. Non bastava l'esilio? Mi hanno mandato anche all'inferno

VOCE - Beatrice è una donna angelicata

DANTE - Tanto gentile e tanto onesta pare, e invece… Le spedivo poesie in uno stile nuovo dolce come il miele. E lei? Parole, parole, soltanto parole - diceva - e di parole nessuno campa

VOCE - E tu?

DANTE - Le mandavo altre poesie. Ho trascorso tutta la vita nova a scrivere poesie, che lei usava per accendere il fuoco

VOCE - E poi?

DANTE - E poi… ancora poesie… fino a che mi ha mandato all'inferno

VOCE - Ed eccoti qua

DANTE - Sono tre giorni che cammino. Ho attraversato una selva tanto oscura che l'unico modo per vederci era sbattere il naso contro gli alberi

VOCE - Non è facile entrare all'Inferno, a meno che tu non sia un dannato

DANTE - Io sono un bravo cristiano. I peccati che ho fatto… li ho fatti con motivazioni serie, non per gusto personale

VOCE - Ci vuole un permesso speciale. Io me ne intendo. Sono una guida patentata e sto aspettando un cliente per un tour organizzato tutto compreso

DANTE - Allora sono a cavallo

VOCE - Non ci sono cavalli all'Inferno

DANTE - Intendo dire che mi accoderò al turista. Non darò alcun fastidio

VOCE - Spiacente, ma qui non si usano i viaggi charter

DANTE - Mi accontenterò di un posto in piedi

VOCE - Senza prenotazione non si può entrare

DANTE - Potrei fungere da segretario. So scrivere abbastanza bene, sia in latino sia in volgare

VOCE - Non si può

DANTE - Che cosa ci sarà mai da vedere, in questo Inferno?

VOCE - Attrazioni da brivido. Sport estremi. Emozioni forti

DANTE - Io sono un fiorentino bonaccione. Questa è roba per fanatici

VIRGILIO - Fiorentino? Proprio come il mio cliente. Io sono Virgilio Marone, mantovano

DANTE - E' un nome che non mi giunge nuovo

VIRGILIO - Forse hai letto i miei libri

DANTE - Anche tu scrittore? Siamo colleghi. Qual è la tua specialità?

VIRGILIO - Il mito. La nascita di Roma

DANTE - Ah!… non mi sembra materiale adatto per un best-seller

VIRGILIO - Tu di che cosa scrivi?

DANTE - Cose in volgare… Però ho in mente una commedia che sicuramente sfonderà… così Beatrice si renderà conto di chi è Dante Alighieri

VIRGILIO - Tu… Dante Alighieri? Sei la persona che stavo aspettando!

DANTE - Che diabolica coincidenza!

VIRGILIO - Ti farò visitare l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso

DANTE - Ma… non mi sono preparato per un viaggio così lungo. Non ho biancheria di ricambio. Non ho nemmeno lo spazzolino

VIRGILIO - Nell'Eden ci sono supermercati e grandi magazzini di tutti i tipi

DANTE - Non ho un soldo, come tutti i poeti

VIRGILIO - Ti faranno credito. Tanto, dovrai tornare

DANTE - Allora partiamo. Dove hai l'automobile?

VIRGILIO - Andremo a piedi

DANTE - Tre regni di oltretomba a piedi? Se non hai l'automobile, prendiamo l'autobus… o due biciclette…

VIRGILIO - Qui non ci sono autobus… e nemmeno biciclette

DANTE - La crisi ha colpito anche l'aldilà

VIRGILIO - Se ti volti da quella parte, puoi scorgere la porta dell'Inferno, capolavoro di arte satanica

DANTE - C'è una scritta: Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate…

VIRGILIO - Significa che chi va giù non esce più

DANTE - Ho cambiato idea. L'Inferno non mi interessa

VIRGILIO - Tu non devi temere niente

DANTE - Io temo e tremo

VIRGILIO - Sei protetto da Lui

DANTE - Lui chi?

VIRGILIO - Lui

DANTE - Perché guardi in alto? Hai visto un corvo? o un aereo? oppure una cometa?

VIRGILIO - Guardo in alto per farti capire chi è… Lui

DANTE - Ne sei sicuro?

VIRGILIO - Me l'ha detto Lei

DANTE - Lei chi?

VIRGILIO - Lei

DANTE - Guardi ancora in alto?… ah, ho capito! Lei… di Lui… proprio Lei…

VIRGILIO - E Loro tifano per te

DANTE - Loro chi?

VIRGILIO - Loro

DANTE - E guarda sempre in alto… ah!… Loro, in alto… quelli lassù… Mi sento osservato. E' imbarazzante. Che atteggiamento devo assumere? Mi inginocchio? Assumo una posa da estasi?

VIRGILIO - L'importante è che ti senta tranquillo

DANTE - Come in Paradiso

VIRGILIO - Andiamo, altrimenti perdiamo la barca di Caronte

DANTE - Dove facciamo i biglietti?

VIRGILIO - Ho l'abbonamento

DANTE - L'organizzazione mi sembra buona

VIRGILIO - Mi servo dell'agenzia VIAGGI SENZA RITORNO e finora nessuno si è mai lamentato

DANTE - Ma io sono raccomandato, vero? Io vado, vedo e torno. Vero che è così? Non mi farete qualche brutto scherzo, vero? Sono troppo giovane per fare l'anima eterna. Vero che io torno? Virgilio, perché non mi rispondi?

C A R O N T E

ANIME -        Ed ecco verso noi venir per nave

                        un vecchio, bianco per antico pelo,

                        gridando:

LETTORE -    Guai a voi, anime prave!

                        Non isperate mai veder lo cielo:

                        i' vegno per menarvi a l'altra riva,

                        ne le tenebre eterne, in caldo e 'n gelo

ANIME -        Ma quell'anime, ch'eran lasse e nude,

                        cangiar colore e dibattiero i denti,

                        ratto che 'nteser le parole crude.

                        Bestemmiavano Dio e lor parenti,

                        l'umana spezie e 'l luogo e 'l tempo e 'l seme

                        di lor semenza e di lor nascimenti.

                        Poi si raccolser tutte quante insieme

                        forte piangendo, a la riva malvagia

                        ch'attende ciascun uom che Dio non teme

LETTORE -    Caron dimonio, con occhi di bragia,

                        loro accennando, tutti li raccoglie;

                        batte col remo qualunque s'adagia.

CARONTE - Anime dannate, tremate. Ciò che temete, avrete. Fuggire? Mai. Patire e soffrire. Sono Caronte. Lavoro nei trasporti. Dirigo una piccola compagnia fluviale. Più che altro mi occupo di traghetti. Trasferisco le anime dal peccato all'eternità. Mi dicono: beato te che viaggi. Avanti e indietro da una riva all'altra. Mai un giorno di ferie. La barca è da trenta posti e devo caricarci trecento anime. Le spiaccico sul fondo a colpi di remo. Consumo venti remi al giorno. Tutti gridano e protestano e io ho sempre l'emicrania. Credetemi, questo posto è un inferno

ANIMA 1 - Io protesto. Non è questo il modo di trattarci

CARONTE - Silenzio, dannato

ANIMA 1 - Mi rifiuto di salire su quel guscio di noce con un bruto che puzza

CARONTE - Io puzzo quanto mi pare

ANIMA 2 - Ser Brunetto ha ragione. Persone di cultura come noi si sentono intimamente ferite da questa promiscuità

CARONTE - Dimmi come ti chiami. Ti farò avere il trattamento speciale

ANIMA 2 - Il mio nome è Manfredi. Biondo ero e bello e di gentile aspetto

CARONTE - Aspetta che ti veda Minosse….

ANIMA 3 - Io sono un grande peccatore. Non intendo viaggiare assieme a questi mollaccioni

CARONTE - Infatti, ci viaggerai sotto. Giù, giù sul fondo! Giù spiaccicato sul fondo della barca!

ANIMA 1 - Questa è prepotenza! Io protesto!

CARONTE - Guai a voi, anime prave! Non isperate mai veder lo cielo: i' vegno per menarvi a l'altra riva, ne le tenebre eterne, in caldo e 'n gelo

ANIMA 2 - Ma sentite come parla… 

ANIMA 1 - Sembrerebbe bergamasco

CARONTE - Volsi così colà dove si puote ciò che si vuole

ANIMA 1 - Avevo ragione, è proprio bergamasco

ANIMA 2 - Però, con inflessioni pugliesi

ANIMA 1 - Non ci trovi anche un idioma partenopeo?

ANIMA 2 - Un linguaggio volgare. Ma dove siamo finiti?

ANIMA 1 - Tutta calura senza cultura

CARONTE - Spiaccicatevi e tacete!

ANIMA 3 - Si parte, finalmente? Io avrei degli impegni

CARONTE - Si parte quando decido io. Giù, giù sul fondo, anime dannate!

ANIME - Ahi! Ahi! Ahi!

DANTE - Odo voci che modulano inconsuete armonie. Dimmi, Virgilio… si tratta di un coro di benvenuto?

VIRGILIO - Sono i dannati che gemono, perché Caronte li batte

DANTE - Come uno xilofono… Guarda, agita il remo come se fosse la bacchetta del direttore d'orchestra

VIRGILIO - Solo che il remo fa più male

CARONTE - Ehi!… tu sei vivo!… non puzzi di cadavere!

DANTE - Diversamente da lei, signore, io mi lavo tutti i mesi

CARONTE - I vivi non possono stare qui, a meno che non diventino morti e a questo posso provvedere io

VIRGILIO - Quest'uomo è Dante Alighieri e può entrare perché vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare

ANIMA 1 - Altri bergamaschi in arrivo

CARONTE - Silenzio, dannato dannato!

DANTE - Con il loro permesso, non sono bergamasco, bensì fiorentino

ANIMA 3 - Io non lo voglio vicino a me

DANTE - Dove avesti i natali, anima infelice?

ANIMA 3 - Io sono di Torino. Metalmeccanico. Una vita d'inferno e un inferno dopo la vita… bella roba!

DANTE - Quali orribili peccati hai commesso?

ANIMA 3 - Nemmeno al sindacato hanno saputo dirmelo

CARONTE - Ho un orario da rispettare, io. Se volete fare salotto, andate al Limbo

VIRGILIO - Vieni, Dante, saliamo sulla barca

DANTE - Non vedi che non c'è posto?

CARONTE - Giù, anime! Spiaccicatevi sul fondo! Fate posto ai signorini raccomandati!

ANIME - Ahi! Ahi! Ahi!

DANTE - Con permesso… scusate…

ANIMA 1 - Dante… sono Brunetto!

DANTE - Ser Brunetto? Non avrei mai pensato che frequentassi cattive compagnie

ANIMA 1 - Proprio tu ti metti a fare il moralista?

DANTE - Le mie amicizie sono nobili e rispettabili: Guido Cavalcanti, Lapo Gianni, Gianni Alfani…

ANIMA 1 - Lasciamo perdere… se ricordo quelle crociere con le ragazze più belle di Firenze…

DANTE - Erano le nostre muse ispiratrici

ANIMA 1 - Lasciamo perdere, ti dico…

CARONTE - Partiamo o perdiamo altro tempo in chiacchiere?

DANTE -  Virgilio, siamo sicuri che questa bagnarola galleggi?

CARONTE - Se qualcuno non è soddisfatto del servizio, me lo dica in faccia

DANTE - Mi stavo semplicemente informando sulle forme assicurative

CARONTE - Signorini di città, viziati e senza carattere…

VIRGILIO - Caronte, limitati a manovrare la barca e non esprimere opinioni avventate

CARONTE - Scrivono un libro e si credono chissà chi… femminucce che non hanno mai provato a lavorare duramente

DANTE - Forse ci sta offendendo

VIRGILIO - Cerca di capirlo. Sono millenni che frequenta soltanto la feccia della società

CARONTE - Rema… e zitto. Carica la barca, bastona,  scarica la barca… e zitto. Ma se mi fermo io, niente dannati. Niente dannati, niente Inferno. Niente Inferno, niente Paradiso. Niente Paradiso, niente Dio. Ecco chi è Caronte

VIRGILIO - Stai bestemmiando… e Dio  ascolta

CARONTE - Lo so… non gli sfugge niente. Ma quando parlo io fa finta di non sentire. Gli conviene

DANTE - Non puoi aumentare la velocità?

CARONTE - Vuoi remare al posto mio, bellezza?

DANTE - Quanto tempo impiegheremo? Qui si soffoca

CARONTE - Di solito ci vuole un'eternità

DANTE - Per forza, con una barca così malandata… senza motore… tutta questa gente non potrebbe remare?

CARONTE - Porta pazienza, Caronte. Però, una remata in testa gliela darei volentieri

DANTE - Non dovrebbe caricare tanti dannati, il peso rallenta la velocità

CARONTE - E' colpa mia se la maggioranza va all'Inferno?

DANTE - Mi scusi l'intromissione, ma… non ha mai provato con una vela? Non c'è vento, ma i dannati potrebbero soffiare con forza

CARONTE - Odio quelli che scrivono libri

DANTE - Le fa comodo se le do il ritmo? Io sono bravo in rime e ritmi. Un-due… un-due…un-due…

CARONTE - I peggiori sono quelli che scrivono poesie. Femminucce che non sanno che cos'è il vero lavoro

DANTE - Se le venisse voglia di discutere con me circa i miglioramenti che si potrebbero apportare a questa navigazione… io sono ricco d'inventiva

CARONTE - Io non discuto. Io remo, bastono, carico e scarico e porto pazienza

DANTE - Potremmo anche dare inizio a un epistolario, se lei ama scrivere lettere

CARONTE - Io non scrivo. Io remo, bastono, carico e scarico e qualche volta perdo la pazienza e rompo un remo in testa ai fiorentini pettegoli che rompono le scatole ai lavoratori

VIRGILIO - Fermo, Caronte!  E' un raccomandato!

CARONTE - Ma una remata in testa la sente anche lui

I   G O L O S I

LETTORE - Io sono al terzo cerchio, de la piova

                        eterna, maledetta, fredda e greve:

                        regola e qualità mai non l'è nova.

                        Grandine grossa, acqua tinta e neve

                        Per l'aere tenebroso si riversa:

                        Pute la terra che questo riceve.

                        Cerbero, fiera crudele e diversa,

                        Con tre gole caninamente latra

                        Sopra la gente che quivi è sommersa.

                        Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra,

                        E 'l ventre largo, e unghiate le mani;

                        Graffia li spiriti, iscuoia ed isquatra.

                        Urlar li fa la pioggia come cani;

                        De l'un de' lati fanno a l'altro schermo;

                        Volgonsi spesso i miseri profani.

CIACCO -      Anime dannate

                        che già foste saziate

                        da cibi deliziosi

                        anime di golosi

                        che i ventri capienti

                        stipaste di alimenti

                        anime di umori

                        flatulenze e vapori

                        che il troppo vomitaste

                        e il poco depredaste

                        a voi viene Ciacco

                        dal digiuno reso fiacco

                        per servirvi e ammannirvi

                        i rifiuti più bruti

ANIMA 1 - Avevo tanta fame che ho morso la mano a questa vecchiaccia ossuta

ANIMA 2 - Tre dita mi ha divorato. Ma gliele farò sputare a bastonate

ANIMA 1 - Pelle coriacea , carne fibrosa e ossa polverose… sempre meglio di niente

ANIMA 3 - Affrettati, Ciacco. Per la fame, ho cominciato a mangiarmi e se tarderai scomparirò nel mio stomaco

ANIMA 4 - Affrettati, Ciacco. Per la fame, ho mangiato le mie fantasie e lo stomaco si è ammalato di malinconia

ANIMA 5 - Affrettati, Ciacco. La fame mi dà le allucinazioni. Ogni dannato mi appare come un maialino grasso già infilato nello spiedo

ANIMA 6 - Affrettati, Ciacco. La fame è un mostro unghiuto che ulula dentro di me. Ho preso a pugni lo stomaco, morso la lingua, lacerato la gola… ma il mostro non tace

CIACCO -      Anime dannate

                        soffrite e gridate

                        implorate e piangete

                        di fame e di sete

                        Ciacco ha già pianto

                        ha già pianto tanto

                        un tozzo di pane piangeva

                        una briciola soltanto chiedeva

ANIMA 1 - Pane! Ecco, guaisco come un cane… pane!

ANIMA 2 - Qualunque cosa, Ciacco!

CIACCO - Lucertole e ramarri, che guizzino ancora vivi nello stomaco

ANIME - Deliziosi!

CIACCO - Ragni, scarafaggi, vermi e larve… una poltiglia zampettante nella bocca

ANIME -  Deliziosi!

CIACCO - Erbe urticanti e bacche velenose, muffe e marciumi, putridumi pullulanti di mosche

ANIME - Deliziosi!

CIACCO -      Anime dannate

                        mangiate mangiate

ANIME - Mangiamo mangiamo

CIACCO -     Ognuno rubi all'altro

                        ognuno sia più scaltro

ANIME - Rubiamo rubiamo

CIACCO -     Di niente ingozzatevi

                        ma per questo scannatevi

ANIME - Scanniamo scanniamo

CIACCO - Mangiate mangiate

ANIME - Mangiamo mangiamo

CIACCO -     Quello che siamo mangiamo

                        Il niente che eravamo

ANIME - Da bere, Ciacco!

CIACCO - Grandine grossa, acqua tinta e neve

ANIMA 3 - Ogni cosa vada giù per la gola. Il mio corpo è una fogna

ANIME - Ancora, Ciacco, ancora!

CIACCO - Gonfiate il desiderio come un ventre malnutrito. Lasciatelo gridare: fame! fame!

ANIME - Fame! Fame! Fame!

CIACCO -     Anime dannate e disperate

                        piangete e implorate

                        ma nessuno vi darà

                        ciò che aveste già

CERBERO - Basta cianciare, Ciacco. Cercami il cibo

CIACCO - Cerbero degustatore, Cerbero ingoiatore, Cerbero mio divoratore. Cerbero sbranatore, artigliatore e addentatore

CERBERO - Ciance, Ciacco, solo ciance… Tu cianci e la mia pancia è un cencio. Voglio mangiare! Ho bisogno di squartare e azzannare

CIACCO - Noi che sedemmo a tavole imbandite di noi stessi la tavola imbandiamo. Pollo? Coniglio?  Trota o nasello? Carote e lattuga? Torta o gelato? Ordina, Cerbero, e io ti servirò

VIRGILIO - Osserva, caro Dante, come viene applicata la legge del contrappasso

DANTE - Non mi piace come mi guardano questi morti di fame. Mi sento una bistecca ambulante

VIRGILIO - Come in vita mangiarono e bevvero senza ritegno, ora sono mangiati e bevuti da Cerbero

DANTE - Sono contento per loro, perché in questo modo finiscono di soffrire

VIRGILIO - Verranno masticati, ingoiati, digeriti ed espulsi attraverso le vie naturali. Quindi, riprenderanno sembianze umane e saranno di nuovo masticati, ingoiati, digeriti ed espulsi

DANTE - Pena intestinale cum purgazione. Miserrimo destino dell'orgoglio umano. Dare tanta importanza alla testa e al cuore e finire dalla parte opposta

CERBERO - Pollo. Voglio un pollo. Anzi, una gallina grassoccia

CIACCO - Tu, vieni fuori

ANIMA/GALLINA - Sono magra e anemica

CIACCO - Gallina magra fa buon brodo

ANIMA/GALLINA - Forse ti sbagli, ma non spetta a me dirlo.  Ero  una professoressa bulimica, all'intervallo sequestravo le merende degli alunni, ma ora sono pelle e ossa… Prendi lei, che è ancora grassa

CERBERO - Arriva la mia gallina?

CIACCO - Presto, altrimenti si arrabbia!

ANIMA/GALLINA - Però l'uovo non lo faccio. E' una questione di dignità. Io ero una professoressa

CERBERO - La gallina!

ANIME - Presto, altrimenti si arrabbia!

ANIMA/GALLINA - Coccodè! Coccodè! Chicchirichì!

CERBERO - E' una gallina o un gallo?

CIACCO - Era una professoressa di lingue…

CERBERO - Vuoi che mi rimanga sullo stomaco? Via! Via! Voglio una bistecca!

CIACCO - Tu, fa' la mucca

ANIMA/MUCCA - Così, sui due piedi? Anzi, sulle quattro zampe? Posso provarci… Una volta ho partecipato a una recita scolastica… E la coda? Come faccio a interpretare la coda? Ho bisogno di tempo… per la concentrazione… l'immedesimazione…

CERBERO - La bistecca!

CIACCO - Presto, altrimenti si arrabbia

ANIMA/MUCCA - La mozzarella è più digeribile ed è pur sempre un sottoprodotto della mucca

CIACCO - Vuole la bistecca

CERBERO - Voglio la bistecca!

ANIME - Presto, altrimenti si arrabbia!

ANIMA/MUCCA - Io ci provo… ma rimango dell'idea che una porzione di formaggio sarebbe più salutare…

CIACCO - La mucca!

ANIMA/MUCCA - Non mettermi ansia, altrimenti mi si blocca il latte… Mèèèè

CIACCO - La mucca fa MU, non ME'

ANIMA/MUCCA - Non è colpa mia se questo posto è pieno di correnti d'aria. Sono di costituzione delicata e mi sono raffreddato. Pensando all'inferno, mi consolavo prevedendo un caldo asciutto, invece…

CERBERO - Ho fame!

ANIME - Presto, altrimenti si arrabbia!

CIACCO - Ecco la bistecca, signore

CERBERO  - La voglio cotta al vapore

ANIMA/MUCCA - Non è possibile. Il vapore fa sudare e io soffro di bronchite cronica

CERBERO  - Che cosa dice? Quando mai si è sentito che una bistecca parla?

CIACCO - Infatti, non dice niente, perché le bistecche non parlano

ANIMA/MUCCA - Dicevo che si mi fate al vapore avrete una bistecca che starnutisce. Contenti voi…

CERBERO - Quella bistecca parla!

CIACCO - No, signore, è un'impressione derivante dalla sua freschezza

ANIMA/MUCCA - Fatemi al forno, con le patatine. Mi piace il caldo

CERBERO - Al vapore, Ciacco, al vapore!

ANIMA/MUCCA - E' testardo. Mi farà prendere una polmonite

CERBERO - Anzi, la voglio cruda

ANIMA/MUCCA - Questo proprio no, non ve lo consiglio. La carne al sangue mi fa impressione e una volta ho vomitato nel piatto del vicino. Se volete rischiare…

CERBERO - Ho fame!

ANIME - Presto, altrimenti si arrabbia!

CIACCO - E' già arrabbiato

ANIMA/MUCCA - Non prendetevela con me. Io sto facendo il possibile, ma cercate di capire… Devo interpretare una mucca, con il problema della coda… devo farmi cuocere al vapore, nonostante la mia affezione bronchiale… e mi si mette in uno stato d'ansia! Lo chiamate pranzo, questo? Perfino al fast food hanno più classe

CERBERO - E per contorno voglio l'insalata!

CIACCO - Immediatamente, mio signore. Tu, fa' l'insalata

ANIMA/INSALATA - Sentite che pretese… L'insalata! La gallina fa coccodè, la mucca fa muuuu… ma l'insalata come fa? La gallina zampetta, la mucca ciondola… l'insalata non si muove nemmeno. Non emette versi, non si muove ed ha un ruolo di contorno. Mi spiace, ma io ero un capo di governo e non mi lascio umiliare così. Io rifiuto

CIACCO - Non dire quella parola

CERBERO - Ciacco, ho sentito bene? Qualcuno ha detto: rifiuto?

CIACCO -  Io non ho sentito niente

ANIMA/INSALATA - Ripeto: mi rifiuto di fare l'insalata

CERBERO - Spazzatura e immondizia. Lerciume di fognatura!

CIACCO - Ecco, si arrabbia

ANIMA/INSALATA - Io rifiuto. Con orgoglio e dignità

CERBERO - Via! Via! Nella discarica! Anime rifiutate, anime che puzzate! Mi avete fatto passare l'appetito! E ora sono indispettito!

ANIME - L'hai fatto arrabbiare!

CERBERO -  Tremate, dannati malnati! Cerbero vi scuoia, vi squarta e vi fa urlare come cani!

ANIME - Gli occhi ha vermigli, la barba unta e atra e il ventre  largo e unghiate le mani

CERBERO - Cerbero, fiera crudele e diversa, con tre gole caninamente latra sopra la gente che quivi è sommersa!

DANTE - Tutta questa agitazione mi ha fatto venire fame. Virgilio, non potrei approfittare del buon cuore di questi dannati? Uno di loro potrebbe fare il panino al prosciutto

 VIRGILIO - Avresti l'animo di saziarti di queste misere anime?

DANTE - Non sono schizzinoso

VIRGILIO - Mangerai in Purgatorio

DANTE - Non avrò niente da purgare. Ti prego, uno spuntino veloce…

VIRGILIO - Il digiuno fortifica lo spirito

DANTE - Ma uccide il corpo

VIRIGLIO - Basta così

DANTE - Scusate… nessuna di voi anime dannate si presterebbe a farmi da colazione?

VIRGILIO - Non ti curar di loro, ma guarda e deglutisci

DANTE - Dove mi porterai a digiunare?

VIRGILIO - Visiteremo il girone dei lussuriosi

DANTE - Lussuria a stomaco vuoto… E' contro natura

I LUSSURIOSI

LETTORE -   Io venni in luogo d'gni luce muto

                        che mugghia come fa mar per tempesta,

                        se da contrari venti è combattuto.

                       

                        La bufera infernal che mai non resta

                        mena li spirti con la sua rapina;

                        voltando e percotendo li molesta.

                        Quando giungon davanti a la ruina,

                        quivi le strida, il compianto, il lamento;

                        bestemmian quivi la virtù divina.

                        Intesi ch'a così fatto tormento

                        enno dannati i peccator carnali,

                        che la ragion sommettono al talento.

                        E come li stornei ne portan l'ali,

                        nel freddo tempo, a schiera larga e piena,

                        così quel fiato li spiriti mali:

                        di qua, di là, di giù, di su li mena;

                        nulla speranza li conforta mai,

                        no che di posa, ma di minor pena.

DANNATI - Ciao, Cleo'!

CLEOPATRA - Ciao, maschiacci

DANNATI - Come va, Cleo'?

CLEOPATRA - Va e viene

DANNATI - Che fai stasera, Cleo'?

CLEOPATRA - Mi annoio come al solito

DANNATI - Non trovi compagnia, Cleo'?

CLEOPATRA - I soliti quattro diavoli

DANNATI - Ti senti sola, Cleo'?

CLEOPATRA - Sola e depressa. Più nessuno mi corteggia

DANNATI - E Giulio Cesare?

CLEOPATRA - Non mi ha mai amata, soltanto conquistata

DANNATI - Povera Cleo'!

CLEOPATRA - Sognavo l'aquila imperiale. Calò in Egitto, rapace come un falco, baldanzoso come un galletto. Sei la mia colomba, disse. Facemmo il nido come due piccioncini innamorati e tubammo sulle ali della passione. Un corvo venne a gracchiare alla mia finestra. Sei la mia faraona, disse. Si pavoneggiava e faceva la ruota tanto bene che covammo un'illusione volatile. Giulio mi beccò. Gli cinguettai il mio amore. Fece lo struzzo e mi trattò come un'oca

DANNATI - Povera Cleo'!

CLEOPATRA - Sono invecchiata?

DANNATI - No, Cleo'

CLEOPATRA - La pelle è avvizzita?

DANNATI - No, Cleo'

CLEOPATRA - Sono ingrassata?

DANANTI - No, Cleo'

CLEOPATRA - E allora perché non sono più sulle copertine delle riviste?

DANNATI - Povera Cleo'!

ELENA - Ti mancano i numeri, per fare colpo sugli uomini

CLEOPATRA - Le mie misure sono perfette e, a differenza di te, ho anche classe

ELENA - Non avrò classe, però piaccio alle masse.

CLEOPATRA - Io sono una regina d'Egitto, tu una scappata di casa

ELENA - Alle regine preferisco i principi

CLEOPATRA - Il mio naso è considerato l'ottava meraviglia del mondo

ELENA - A me non guardano mai il naso

CLEOPATRA - Sei volgare

ELENA - Piaccio al volgo. Sono una star

CLEOPATRA - Io ho gusti raffinati e mi muovo con eleganza

ELENA - Io conosco i gusti degli uomini e mi muovo come un budino

DANTE - Se ci fossero anche due biscotti, assieme al budino, potremmo fare merenda insieme

CLEOPATRA - Finalmente due facce nuove. Accomodatevi, signori. Anche voi lussuriosi? Affamati di carne?

DANTE - Insomma… Un arrosto, un ossobuco, una cotoletta… perfino una polpetta…

ELENA - Se avete appetiti carnali…

VIRGILIO - Vieni via, Dante. Evitiamo le tentazioni

DANTE - Mi fanno male i piedi… muoio di fame… queste  brave donne mi invitano a pranzo…  e tu la chiami tentazione? A me sembra una benedizione

CLEOPATRA - Potremmo andare a teatro… questa sera rappresentano il Mefistofele

ELENA - Che pizza! Facciamo quattro salti nella bolgioteca

DANTE - Pizza? Avete nominato la pizza?

CLEOPATRA - E dopo lo spettacolo si potrebbe prenotare una cenetta a lume di candela

DANTE - Non sarebbe meglio prima?

ELENA - Io propongo il bagno di mezzanotte nell'Acheronte 

DANTE - Magari si pesca qualche pesce da fare alla griglia

VIRGILIO - Dante, non puoi

DANTE - C'è il divieto di pesca?

VIRGILIO - Sono due lussuriose

DANTE - Nessuno è perfetto

VIRGILIO - Sono due divoratrici di uomini

DANTE - Almeno loro mangiano

ELENA - Prendimi sottobraccio. Che cosa fai di bello? Il banchiere? L'industriale?

DANTE -  Mi chiamo Dante Alighieri e faccio il giornalista

ELENA - Io sono Elena, moglie di Menelao… ero l'amante di Paride fino a quando quello stupido non si è fatto bruciare la città… sono la donna più bella del mondo 

DANTE - Elena, la tua vicinanza mi turba

ELENA - A che cosa stai pensando?

DANTE - A un maialino allo spiedo

ELENA - Tu mi insulti! Mi hanno definita gazzella, cerbiatta, pantera, tigre… mai maialino! Pensi che greci e troiani avrebbero combattuto dieci anni per un maialino?

DANTE - Se avessero avuto la fame che ho io…

ELENA - Questo inferno non ha più lo smalto di una volta. Dove sono i grandi peccatori del passato? Non arrivano che cafoni capaci solo di pensare a riempirsi la pancia. Addio, morto di fame!

DANTE - Aspetta… la grigliata di pesce…

CLEOPATRA - Lasciala andare. Perdi lei, ma guadagni me, Cleopatra, regina d'Egitto

DANTE - La faraona…

CLEOPATRA - Mi trovi celestiale, vero?

DANTE - …meglio ancora del fagiano… mi sembra già di percepire l'aroma del grasso che sfrigola…

CLEOPATRA - Io non sono grassa

DANTE - … la pelle croccante…

CLEOPATRA - La mia pelle è liscia come seta

DANTE - … e il cosciotto arrostito…

CLEOPATRA - Io non ho cosciotti!

DANTE - … allo spiedo… ripiena… al forno… con patatine novelle…

CLEOPATRA - Quest'uomo è pazzo

VIRGILIO - Vieni, Dante, andiamo

DANTE - E la faraona?

VIRGILIO - E' volata via

DANTE - Avresti dovuto fermarla… spennarla… condirla… arrostirla…

VIRGILIO - Andiamo, ti prego. Hai corso un grave rischio

DANTE - E' vero. Sto rischiando di morire di fame e tu non muovi un dito per salvarmi. Quando arriveremo in Purgatorio, divorerò tutte le mele dell'albero del bene e del male e se vedrò il serpente lo farò allo spiedo e di' all'arcangelo di stare lontano perché se vedo delle piume preparo lo spiedo e non mi interessa se nell'Eden la caccia è vietata perché io farò una strage e mangerò fino a scoppiare!

I FRAUDOLENTI

LETTORE -   Considerate la vostra semenza:

                        fatti non foste a viver come bruti,

                        ma per seguir virtute e conoscenza.

                        E volta nostra poppa nel mattino,

                        dei remi facemmo ali al folle volo,

                        sempre acquistando dal lato mancino.

                        Cinque volte racceso e tante casso

                        lo lume era di sotto da la luna,

                        poi che 'ntrati eravam ne l'alto passo,

            quando m'apparve una montagna, bruna

            per la distanza, e parvemi alta tanto,

            quanto veduta non avea alcuna.

            Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto;

            ché de la nova terra un turbo nacque,

            e percosse del legno il primo canto.

            Tre volte il fè girar con tutte l'acque;

            a la quarta levar la poppa in suso

            e la prora ire in giù, com'altrui piacque,

            infin che 'l mar fu sopra noi richiuso.

ULISSE - E quello fu l'ultimo di una lunga lista di naufragi

DANNATO - Non sei mai stato un grande navigatore

ULISSE - Sono stato il primo a superare lo stretto di Gibilterra, il primo a mettere piede sull'isola dei Ciclopi, il primo a scampare alle insidie di Scilla e Cariddi…

DANNATO - Però poi naufragavi

ULISSE - … il primo a sopravvivere alle arti di Circe, il primo a penetrare negli Inferi…

DANNATO - E poi naufragavi

ULISSE -… il primo a lasciare incolume l'isola dei Lestrigoni cannibali…

DANNATI - E naufragavi

ULISSE - Chi è stato sempre il primo?

DANNATI - Ulisse

ULISSE - Il primo grande navigatore della Storia

DANNATO - Un'odissea di naufragi

ULISSE -  Ho portato la civiltà in luoghi selvaggi

DANNATO - Nei quali eri naufragato

ULISSE -  Ho sfidato l'ignoto

DANNATO - Naufragando

ULISSE - Ho imparato…

DANNATO - L'arte del naufragio

ULISSE - Mi hanno forse dato una medaglia? Mi hanno mandato all'inferno. Ecco il ringraziamento

DANNATI - Che ingratitudine

ULISSE - Ripetetelo, per favore

DANNATI - Che ingratitudine

ULISSE -  Mi fa piacere sentirlo, perché è vero

DANNATI - Che ingratitudine

ULISSE -  Può bastare, grazie. Sapete qual era la mia vocazione?

DANNATI - Che ingratitudine

ULISSE -  Abbiamo capito… potete smettere… Ripeto: sapete qual era la mia vocazione?

DANNATO - Fare il naufrago

ULISSE -  Il commerciante

DANNATI - Che ingratitudine

ULISSE - Fin da bambino…

DANNATO - … faceva piccoli naufragi nelle pozzanghere

ULISSE - … sognavo di viaggiare e di comprare e vendere merci in paesi lontani…

DANNATO - … imbrogliando gli indigeni

ULISSE - Da giovane arrivai a possedere una flotta…

DANNATO - … che fece naufragio

ULISSE - … che purtroppo fece naufragio, per cui decisi di fare il soldato… e divenni un eroe

DANNATI - Che ingratitudine

ULISSE - Potete dirlo forte. Non si mandano gli eroi all'inferno

DANTE - Mi scusi, signor Ulisse… Ho ascoltato la sua interessante autodifesa e vorrei chiederle una cosa

ULISSE - Non mi sembra di conoscerla, signor…

DANTE - Alighieri, Dante Alighieri da Firenze

ULISSE - Ha da propormi un affare?

DANTE - Avendo udito che lei è commerciante… riuscirebbe a procurarmi qualcosa da mettere nello stomaco?

ULISSE - Si è rivolto all'uomo giusto, signor Alighieri. Da me può trovare i prodotti nostrani più genuini

DANTE - Per esempio?

ULISSE - Mi dia cinque minuti e le spadello una spaghettata di bestemmiatori al dente e una costata  di eretico al sangue

DANTE - Io non mangio eretici e bestemmiatori

ULISSE - Simoniaci, allora. Ne è appena arrivata una partita fresca

DANTE - Non è possibile avere una semplice pastasciutta?

ULISSE - Maccheroncini al ragù di traditore

DANTE - Io sono di gusti semplici

ULISSE - Una frittata di ladri?

DANTE - Non ci siamo capiti. Non mangio dannati. Sono cattivi, morti e bruciacchiati. Mi accontenterei di un tozzo di pane

ULISSE - Abbiamo un pane che perfino i santi ci invidiano

DANTE - Fresco? Fragrante?

ULISSE - La farina di ossa di sodomita viene macinata al momento

DANTE - Penso che continuerò a digiunare. Forse la morte per fame è il destino di tutti i sommi poeti. Mi proponevo di ottenere fama eterna. Per il momento, eterna è la fame

I DIAVOLI

LETTORE - Non avean penne, ma di vipistrello

                        era lor modo; e quelle svolazzava,

                        sì che tre venti si movean da ello;

                        quindi Cocito tutto s'aggelava.

                        Con sei occhi piangea e per tre menti

                        gocciava 'l pianto e sanguinosa bava.

DANNATO - Ma che vita è? Siamo morti, è vero… ma c'è un limite a tutto. Ogni giorno prepotenze e umiliazioni. Non siamo liberi di fare niente, nemmeno di guardare la televisione. Eh, no. O si cambia sistema o me ne vado. Poi, voglio vedere, senza di me, che cosa combinano! Voglio vedere chi torturano! Senza di me, finisce il divertimento!

DIAVOLO 1 - L'ho trovato! Da questa parte!

DIAVOLO 2 - Dove credevi di andare, dannato?

DANNATO - Dove non ci siano facce brutte come la tua

DIAVOLO 3 - Che cosa credevi di fare, dannato?

DANNATO - Riaffermare il mio orgoglio

DIAVOLO 1 - Hai qualche protesta da fare, dannato?

DANNATO - Sì. UNO: sono stanco di essere sbudellato tutti i giorni. DUE: la sistemazione è indegna di  un grande peccatore come me. TRE: l'organizzazione del tempo libero è pessima

DIAVOLO 2 - Tu hai bisogno di un ripassata, dannato

DANNATO - Ho appena fatto la doccia. Non buttatemi di nuovo nella pece bollente

DIAVOLI - Buttiamolo nella pece bollente!

DANNATO - Un momento

DIAVOLI - Che cosa c'è?

DANNATO -  Tolgo la camicia. Lavata stamattina. Ecco, l'appendo a uno dei ganci da macellaio che usate per squartarci. Vedete? Io non drammatizzo. Ho esposto le mie lamentele e ora subisco le vostre angherie con dignità. La Storia giudicherà

DIAVOLI -    Nella pece lo buttiamo

                        nella pece lo inforchiamo

                        nella pece con dolore

                        noi tuffiamo il peccatore

DANNATO -  La fase peggiore della tortura è la stiratura. Uh, che fastidio!

DIAVOLI -    Con gli arpioni lo peschiamo

                        sulle ortiche lo stendiamo

                        quando è proprio bene asciutto

                        lo stiriamo dappertutto

DANNATO - E la piegatura? Terribile. Mi piegano così… poi così… e così… Le conseguenze sono devastanti. Artrosi, reumatismi e artriti. Questo posto è pieno di correnti d'aria rovente

DIAVOLI - Vieni, dannato, sei pronto per il bucato

DANNATO - Per farmi dispetto, raddoppiano le dosi di soda caustica e di acido solforico. In questo modo, inquinano i fiumi infernali, ma non gliene importa niente    

DIAVOLI -    Ogni male sia lavato

                        dall'anima del dannato

                        per le macchie più ostinate

            inforcate e bastonate

DANNATO - Poi mi strizzano! Non sopporto quando mi strizzano!

DIAVOLI - Vieni, dannato, sarai purgato

DANNATO - Purghe purghe purghe! E non mangiamo mai! Non si dovrebbe purgare un denutrito. Finirò per scomparire nel vater

DIAVOLI - Vieni, dannato, sarai purificato

DANNATO - Ma io conosco la verità! Quella non è solo pece! Ci sono gli scarichi delle fogne! Lo vedo, io, che cosa ci galleggia!

DIAVOLI -    Fuoco scintilla e brace

                        dannare a noi ci piace

                        dannati rosolati

                        stracotti peccatori

                        lamenti e gran dolori

                        per tutti i condannati

                        fuoco scintilla e brace

                        dannare a noi ci piace

                        dannati scorticati

                        bolliti peccatori

                        piangenti ed urlatori

                        squartati e flagellati

                        fuoco scintilla e  brace

                        dannare a noi ci piace

 

DANTE - Bravi! Anch'io sono un poeta. Datemi retta, qui non c'è futuro. Dovete cercarvi un mecenate, un editore e un politico che vi procuri un mecenate e vi raccomandi a un editore

DIAVOLO/POETA - Io scrivo poesie, ma sono ispirato soltanto quando torturo e ammazzo

DANTE - Potresti trovare lavoro come sceneggiatore. Ti piace il cinema?

DIAVOLO/POETA - Mi fa dormire

DIAVOLI - Ma che cosa vuole, questo? Buttiamolo nella pece

VIRGILIO - Te l'avevo detto di non fermarti. Possibile che a te piacciano solo le cattive compagnie?

DANTE - A me sembrano dei bravi diavoli

DIAVOLI - Arrostiamolo sul rogo

DANTE - A proposito di arrosto…

DIAVOLI - Tagliamogli la lingua

DANTE - … a che ora si pranza?

DIAVOLI - Mozziamogli orecchie e  naso

VIRGILIO - Dante, andiamo via!

DANTE - Stanno solo scherzando

DIAVOLI - Sventriamolo, squartiamolo e sbudelliamolo!

VIRGILIO - State lontani! E' raccomandato da Lui, da Lei e da Loro!

DIAVOLI - Meglio, c'è più gusto!

VIRGILIO - Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole! e più non dimandate!

DIAVOLO/POETA -  Fermi! Due endecasillabi uno di seguito all'altro! Io non ci sono mai riuscito!

VIRGILIO - Corri, Dante, corri!

DANTE - A stomaco vuoto? Tu pretendi troppo

VIRGILIO - Scappa, Dante, scappa!

DANTE - Dove vai, Virgilio?… aspettami!

DIAVOLO/POETA - Dove andate, amici?… aspettate!

DIAVOLI -    Fuoco scintilla e brace

                        chi scappa non ci piace

                        se scappano i poeti

                        però ne siamo lieti

ULTIMI ARRIVI DAL PIANETA TERRA

LETTORE - Lo duca e io per quel cammino ascoso

                        intrammo e ritornar nel chiaro mondo;

                        e sanza cura aver d'alcun riposo,

                        saliamo su, el primo e io secondo,

                        tanto ch'ii vidi de le cose belle

                        che porta 'l ciel, per un pertugio tondo;

                        e quindi uscimmo a riveder le stelle.

MADRE - Giovanni, sei sicuro che il posto sia questo?

PADRE - Certo che è questo. Non senti che fa caldo?

MADRE - Ti pare il momento di fare fotografie?

PADRE - Un artista è artista sempre e ovunque

MADRE - Va' a domandare a qualcuno

PADRE - Non c'è nessuno

MADRE - Fa' un giro… cerca… un po' d'iniziativa, Giovanni. Possibile che debba fare sempre tutto io?

PADRE - E va bene. Tu riposati. il viaggio ti ha innervosita

IMPIEGATO - Secondo me, avremmo dovuto svoltare a sinistra

MADRE - Perché non ha svoltato, scusi? Guardi che io non l'ho mica adottata

IMPIEGATO - Ho pensato che avreste potuto avere bisogno delle mie competenze

MADRE - Toh… ha anche delle competenze

IMPIEGATO - Io ero un impiegato di prima categoria, cara signora. Se ci saranno moduli da compilare…

MADRE - Guardi che io so leggere… e anche scrivere, se non mi si mette fretta

IMPIEGATO - Lei non immagina quanto siano astrusi i moduli

MADRE - Basta mettere una croce in fondo. Al resto provvede l'assistente sociale

IMPIEGATO - Ah, se è in questo modo che lei è abituata…

MADRE - Che cosa vorrebbe insinuare?

IMPIEGATO - Io non ho mai chiesto l'elemosina a nessuno

MADRE - Si vede che stava bene. Noi siamo sempre stati disoccupati e sfrattati

FIGLIO - Mamma, ho fame

MADRE - Succhiati la lingua

IMPIEGATO -  Ma povero bambino…

MADRE - Non abbiamo un soldo, non abbiamo un futuro e del passato è meglio non parlare… che cosa vuole che gli dia da mangiare?

FIGLIO - La focaccia

MADRE - Vedrai che prima o poi qualcuno ci darà il sacchetto con il panino al formaggio

FIGLIO - Non mi piace il formaggio

MADRE - La roba gratis è la più gustosa

PADRE - Ho trovato questo signore che dormiva in un cimitero

MADRE - Se è un morto, lascialo riposare in pace

DANTE - Sono vivo, signora

MADRE - Anche noi. Poveri, ma vivi

PADRE - Ecco, questo è il mio gruppo

IMPIEGATO -  Come sarebbe a dire il suo gruppo? Sia chiaro che nessuno comanda e nessuno obbedisce

MADRE - Chi le ha chiesto di restare con noi?

IMPIEGATO -  Al massimo, ci può essere un portavoce. In considerazione della mia cultura superiore, ritengo che il ruolo mi si addica

MADRE - Faccia poco il galletto. Li conosco i tipi come lei. Parlano parlano parlano… e     poi   dobbiamo fare tutto noi

IMPIEGATO -  Lei è una prepotente, signora

MADRE - Certo. E ne vado fiera

DANTE - Che razza di dannati siete? Mi sembrate diversi  dagli altri

MADRE - Freni la lingua, giovanotto. Poveri, ma dignitosi

IMPIEGATO -  Io porto sulle spalle una vita di onesto, duro e mal retribuito lavoro

PADRE - Se ci è andata sempre storta, è stato per colpa della società, che non mi ha offerto le occasioni giuste

MADRE - Tanto, le avresti perse

DANTE - Che razza di peccatori siete?

IMPIEGATO - Signore, prego…  io non fumo, non bevo e non faccio nemmeno quelle altre cose

FIGLIO - Mamma, che cosa sono quelle altre cose?

MADRE - Lo capirai quando anche a te toccheranno le fregature

FIGLIO - Ho fame

MADRE - Succhiati il dito

DANTE - Povero piccolo, come ti capisco!

PADRE - Non danno il cestino ai profughi?

DANTE - Nemmeno un tozzo di pane

MADRE - Bisogna farsi sentire! Ci penseremo  noi

DANTE - Se non siete dannati e nemmeno peccatori, per quale motivo vi trovate qui?

IMPIEGATO - Siamo un gruppo di volontari

PADRE - Abbiamo fatto domanda di asilo politico

MADRE - Qui siamo, qui restiamo

DANTE - Ma l'Inferno è un luogo orribile

IMPIEGATO - Ci siamo informati, sa? Abbiamo soppesato i pro e i contro. Non siamo degli sprovveduti

PADRE - Facevo il fotografo in Piazza San Marco a Venezia. Turisti cafoni, acqua alta e cacche di piccione… ecco il guadagno

MADRE - Abitavamo in due stanze cantinate e dovevamo infilare i salvagente per non annegare nel sonno

IMPIEGATO - I miei colleghi si accorgevano della mia presenza solo dopo alcuni anni. Mi era venuta la fissazione che  mi sarei trasformato in timbro e vivevo nel terrore che volessero usarmi sbattendomi la faccia sulla scrivania   

MADRE - Diamoci da fare. Per il momento, ci sistemiamo qui. In seguito, faremo domanda per gli alloggi popolari. Giovanni, tira la corda per la biancheria. Stendi i materassi. Accendi il fuoco. Forza, anche voi, dateci una mano

DANTE - Non potete stare qui

MADRE - Qui siamo, qui restiamo

DANTE - E' pieno di diavoli

MADRE - So io come si tratta certa gentaglia

FIGLIO - Mamma, ho fame!

MADRE - Tutto tuo padre. Capaci solo di lamentarvi e di pretendere

FIGLIO - Voglio la pizza

PADRE - Lo senti? Vuole la pizza

FIGLIO - Con il pomodoro e la mozzarella

PADRE - E l'acciughina no?

FIGLIO - Anche l'acciughina

PADRE - E uno sganassone su quel testone da deficiente?

MADRE - Lascia stare il bambino, Giovanni. Lui non ha colpa del tuo fallimento come padre

VIRGILIO - Se ho sentito bene, qui si fanno violenze a un minorenne. Peccato gravissimo. Sempre con i peggiori, vero, Dante?

PADRE - A parte il fatto che il figlio è mio e lo meno quanto mi pare… con quale diritto s'intromette in faccende che non la riguardano?

MADRE - Bravo, Giovanni. Ogni tanto sembri un uomo

DANTE - Signori, sicuramente non sapete chi è questo famoso personaggio

IMPIEGATO - Se è tanto famoso, perché è finito all'Inferno?

DANTE - E' Virgilio

MADRE - Mai sentito nominare. Che cosa fa, cinema o televisione?

DANTE - E' un poeta classico

MADRE - Allora non può essere famoso

VIRGILIO - Dante, chi sono questi strani tipi?

DANTE - Profughi che intendono chiedere ospitalità

VIRGILIO - Avete letto la scritta incisa sulla porta? LASCIATE OGNI SPERANZA, VOI CH'ENTRATE

DANTE - Significa che, una volta entrati, non si uscirà più

IMPIEGATO - Proprio quello che vogliamo

MADRE - Piuttosto che fare un altro trasloco…

VIRGILIO - Ma Lucifero non sarà d'accordo

MADRE - E chi sarà mai…

VIRGILIO - E' il signore dell'Inferno

IMPIEGATO - Siamo stanchi di gente che vuole comandarci

MADRE - Ben detto. Resistenza passiva. Giovanni, se insistono, fatti venire l'infarto

VIRGILIO - State dicendo solo idiozie

IMPIEGATO - Guardi che sto prendendo nota di tutto… e se pensa di offenderci…

DANTE - Anche lei scrive?

IMPIEGATO - In modo preciso e accurato. Avrei potuto fare carriera se…

PADRE - Anch'io avrei avuto un avvenire se…

MADRE - Non dire stupidate, Giovanni

VIRGILIO - Volete darmi retta? Dovete andarvene immediatamente

MADRE - Giovanni, tieni stretto il materasso, prima che ce lo rubino

VIRGILIO - Aiutami, Dante. Dobbiamo convincerli ad andarsene

MADRE - Siediti sui bagagli, Giovanni, e non mollarli a nessuno

IMPIEGATO -  Io continuo a verbalizzare. Se ci saranno prepotenze, la gente  saprà

VIRGILIO - Sto pensando unicamente al vostro bene

DANTE - Virgilio è un pio. Potete fidarvi di lui

PADRE - Tutte le volte che ci siamo fidati, ci hanno fregati

VIRGILIO - Sia come volete voi, teste dure. Vi abbandoniamo al vostro destino, ma ve ne pentirete

DANTE - Un momento, Virgilio. Questa è brava gente. Non possiamo lasciarli così

VIRGILIO - Che cosa vorresti fare?

DANTE - Aiutarli

VIRGILIO - E in quale modo?

DANTE -   Portandoli con noi

VIRGILIO - Impossibile

DANTE - Proviamoci

VIRGILIO - E Lui?

DANTE - Che vuoi che dica?

VIRGILIO - Si arrabbierà

DANTE - Lei e Loro ci metteranno un parola buona

VIRGILIO - Mi metterai nei pasticci

DANTE - Sii ottimista. Signori, si parte

IMPIEGATO - Vorrei conoscere il programma, prima

PADRE - Dove ci porterete?

DANTE - In Paradiso

MADRE - Non l'hanno ancora inventato un Paradiso per gente come noi

DANTE - Lasciate pure il materasso. In Paradiso troverete di meglio

MADRE - Giovanni, tieni stretto quel materasso. Non si sa mai dove si va a finire

FIGLIO - In Paradiso si mangia?

DANTE - Lo spero tanto anch'io

IMPIEGATO -  Io ho provato a vivere di speranze, ma non ha funzionato. La invito a essere più concreto

DANTE - In Paradiso potrete avere tutto quello che desiderate

VIRGILIO - Dante, non è proprio così

DANTE - A ognuno va dato il paradiso che sogna

MADRE - E il padrone di casa… com'è?

DANTE - Una brava persona

PADRE - Quanto vuole per l'affitto?

DANTE - Lui dà sempre tutto gratis

MADRE - Allora c'è la fregatura

VIRGILIO - Il Paradiso non  è una   fregatura

PADRE - Magari potrò smettere di lavorare

MADRE - Quando mai hai cominciato, Giovanni?

IMPIEGATO - Gli direte che sono un impiegato di prima categoria? Nel tempo libero potrei dargli una mano nella contabilità

VIRGILIO - Impossibile. E' troppo complicata

IMPIEGATO - Possiede una grossa azienda?

VIRGILIO - E' una multiuniversale

PADRE - Allora è un gran signore

MADRE - Un altro che si crede un dio

DANTE - Vi ripeto che è una brava persona. Lui sulla porta dell'Inferno avrebbe fatto scrivere: ABBIATE QUALCHE SPERANZA, VOI CH'ENTRATE

MADRE - Allora, andiamo.  Prendi il bagaglio, Giovanni. Stavolta ci sistemiamo per l'eternità

 

LETTORE -    La gloria di colui che tutto move

                        per l'universo penetra e risplende

                        in una parte più e meno altrove.

                        Nel ciel che più della sua luce prende

                        fu' io, e vidi cose che ridire

                        né sa né può chi di là su discende…

                        Quinci rivolsi inver lo cielo il viso.