Delitt a l’umbra de la Madunina

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“DELITT A L’UMBRA DE LA MADUNINA”

“DELITT A L’UMBRA DE LA MADUNINA”

Commedia comica in due atti di ROBERTO FERA

PERSONAGGI :

Danilo Dominioni-l’industriale

Walter Bombardieri-il postino

Gelindo Biraghi-il maggiordomo

Adalberto De Sgraffignis-il barone

Elettra Dominioni-la zia di Danilo

Conchita-la cameriera

Ispettore Farina

Poldo-il suo vice

Appuntato Esposito

Talmir-l’Agente del SISDE

Rosario Pizzuto-il mafioso

Alfio-il suo guardaspalle

Virginia Orsini-un’invitata

Ornella Auricchio-un’invitata

Vittorio Prugnetti-un invitato

Voci fuori campo

Il sipario si apre sull’ingresso di Villa Dominioni, arredato con ricercatezza. Al centro trovano posto un’elegante scrivania con cassetti e ripiani su cui sono appoggiati un telefono ed alcune carte, una poltrona, piante, lampade, una passatoia rossa che attraversa il palcoscenico. Alla parete è appeso un quadro raffigurante le guglie del Duomo di Milano e la Madonnina. Si sentono il vocio, il frastuono e la musica di una grande festa in corso. Si tratta di una festa in maschera, quindi alcuni personaggi sono travestiti, altri hanno il viso nascosto da una mascherina.

La scena resta vuota per qualche secondo.

Tutti i diritti della commedia sono tutelati dalla S.I.A.E.

ATTO PRIMO

DA-(entrando dalla quinta di dx e fingendo di parlare con qualcuno)…Qualche secondo, soltanto qualche secondo e tornerò immediatamente da voi…

V.F.C. (voce fuori campo, di donna) Danilo, fai in fretta, altrimenti qui non ci si diverte !

DA- (con un mezzo sorriso) Ma che dici cara ? Ci sono degli ospiti fantastici…

V.F.C. (di uomo) Sì, ma tu sei unico !

DA- Vi ringrazio amici, siete troppo buoni…ma abbiate pazienza, è solo questione di pochi minuti…scusatemi ancora…

V.F.C. (di uomo) Scommetto che ti stai eclissando per andare ad incontrare qualche bella ospite…

DA-Non mi dire che è così evidente…

V.F.C. (di uomo-ridendo) Certo che lo è…se il motivo è questo vai  pure…potessi farlo io !

Danilo non più disturbato si guarda in giro sospettoso, poi si avvia con decisione verso la scrivania, apre e richiude nervosamente i cassetti, cerca qualcosa sul ripiano. Nel mentre dalla quinta di dx entrano Virginia, un’elegante ospite, e Vittorio. Danilo si scosta immediatamente dalla scrivania)

VIR-(ridendo) Vittorio, mi sembra che tu mi stia corteggiando…o sbaglio ?

VIT-(divertito) Non sbagli mia cara, non sbagli assolutamente…ti sto brutalmente corteggiando… (accorgendosi di Danilo) ma non posso farlo qui !

VIR-(stupita perché non si è accorta di Danilo) E perché ?

DA-Perché ci sono io a fare da terzo incomodo…

VIR-(voltandosi verso Danilo) Danilo, sei tu ! (lo abbraccia) Ti ho cercato per tutto il salone, ho chiesto anche a tua zia Elettra dove ti fossi cacciato e guarda guarda dove ti vado a trovare..(abbracciandolo nuovamente e rimirandolo)…Dio, come sei bello…se tu non fossi già impegnato…

VIT-(scherzando) Ho capito, adesso il terzo incomodo sono io !

DA-(seriamente) Ma dimmi Virginia, come sta il tuo ex marito ? E’molto che non lo vedo…

VIR-(annoiata) Sta, semplicemente sta…scusami Danilo, ma non ho la minima voglia di parlare di Arturo…sai, da quando abbiamo divorziato i nostri rapporti non sono più idilliaci…

DA-E così continui a non credere più negli uomini ?

VIR-(rassegnata) Diciamo che ogni volta fingo di crederci…

VIT-E io che volevo convincerti di essere l’uomo della tua vita…

VIR-(divertita) Insisti Vittorio, insisti…chissà che alla fine tu non ci riesca !

VIT-Sicuramente, ad una donna come te non rinuncerei per niente al mondo…

DA-(cercando di porre fine alla discussione) Bene Virginia, allora perché non continui a fingere di credergli in giardino ? Sapessi quante coppie si sono fidanzate sotto i platani di Villa Dominioni…

VIT-Danilo, sei un uomo adorabile…

VIR-E maledettamente complice…andiamo a dare un’occhiata a questi platani…chissà che tu non riesca davvero a convincermi…(prende la mano di Vittorio)

VIT-(uscendo mano nella mano con Virginia) Avec plaisir madame…(poi, rivolto a Danilo) Danilo, ma tu dici che mi posso fidare dei platani ?

DA-(ridendo) Vedrai che faranno il loro dovere anche questa volta ! (i due escono e Danilo, finalmente solo, ricomincia la sua ricerca guardando di nuovo nei cassetti e rovistando tra le carte. Improvvisamente è scosso da un moto di rabbia che contrasta decisamente con l’atteggiamento simpatico tenuto sino a poco prima) Maledizione ! Dov’è ? (Si ferma a riflettere e poi con sicurezza si dirige verso un portasigari posto sulla scrivania e ne estrae una pellicola fotografica) Eccola….finalmente ! (improvvisamente si spegne la luce ed al brusio della festa, che fino ad ora si era sentito in sottofondo, si sostituisce una voce sinistra)

VOCE- (ansimando) Maledetto…alla fine hai scoperto tutto…ma non vivrai abbastanza a lungo per raccontarlo…

DA-(spaventato) Chi è ? Chi sei ? Cosa vuoi ?

VOCE –(con un ghigno sinistro) La tua vita, ecco quello che voglio !

DA-Vattene immediatamente o chiamo la polizia !

VOCE-(sempre sogghignando) Quando arriverà tu sarai già all’inferno a confessare tutte le tue colpe…

DA-Dimmi perché mi fai questo…dimmi chi sei…

VOCE- Sai bene chi sono…sono io…

DA-(stupito e terrorizzato) Tu ? Non posso crede…ahhh ! (colpo, urlo, passi frettolosi dell’assassino che si allontanano. Quando le luci si riaccendono troviamo Danilo con espressione molto sofferente)

DA-Aiu…to…mi hanno col…pi…to…qualcuno mi a…aiuti….assass…(cerca di prendere il telefono ma questo gli scivola di mano rovesciandosi sulla scrivania. Danilo si accascia sulla poltrona reclinando il capo sulla spalla destra)

Suona il campanello. Dalla quinta di dx esce Gelindo, il cameriere. E’ claudicante e leggermente balbuziente.

GE-(zoppicando) Un atim, un atim che rivi…un attimo…(accorgendosi di Danilo) Ah, è qui signor Dominioni…vuole qualcosa da bere ?

DA-(mormorando sottovoce) Aiu…to…

GE-Caspita cume l’è ciuc ! (il suono del campanello è sempre insistente) Un atimin che g’ho la gamba sifula…un atim…madona, che premura…(apre) buonasera…

Entra il barone Adalberto De Sgraffignis, uomo elegante e oltremodo antipatico. Parla con la erre moscia.

AD-(stizzito) Alla buon’ora cameriere, mi si è quasi anchilosato il dito a furia di suonare ! (guardandosi in giro) Immagino che la festa sia già incominciata anche senza di me…guarda lì Danilo, è già ubriaco…

GE-(bofonchiando tra sé) Quand gh’è de scrucà chi quater beduin chì fan a gara a chi riva prima…(al barone) Tutti gli invitati sono già nel salone…prego, le faccio strada…

AD-Mi sembra il minimo, domestico…

GE-(tra sé) Ma vadavielcù anca tì…

AD-(stizzito) Mon Dieu, ma cosa aspettate a togliermi il cappotto ?

GE-(togliendolo ed appendendolo, ironico) Devo toglierle anche la pancera, signore ?

AD-(guardandolo malissimo) Come mi avete chiamato ? In che modo avete osato chiamarmi ?

GE-(imbarazzato) Signore…

AD-(con sufficienza) Buon uomo, per sua norma e regola io sono il barone Adalberto De Sgraffignis, se lo ricordi…e la pregherei fin d’ora di usare con me un tono molto poco confidenziale !

GE- Prego prego barone…(tra sé) Cunt un cugnom inscì l’è mei che nasconda el purtafoi, se sa mai…

AD-(uscendo, ironico) Domestico, dove vi siete procurato quella ferita alla gamba ? Nella guerra del ’15-’18 ?

GE-No, durante una partita di caccia…c’era un barone talmente pirla che invece di sparare ad un fagiano mi ha centrato in pieno….che ciula !

AD-Decisamente un idiota…(esce)

Suona il campanello

GE-(andando ad aprire) Ancamò ? Che via vai de gratacù che gh’è incò…e po’ a la fin me traten anca cume on strasc, chi quater vilan chì…chi è ?

Entra Walter, il postino, in divisa.

WA-(entrando) Ciao Gelindo…ma se l’è sta cunfusion ? La se sent sina in giardin…

GE-Tel chì el Walter…ma sa la madocina…gh’è de là quater scalmanà amis del mè principal che hin adrèe a fa un bacan che’l finis pù…e po’ dopu me tuca met tuscoss in urdin…però la Conchita, la cameriera, la m’ha dì che hin el crem crem de Milan e de minga fa di figur…

WA-Ah, hin el crem caramel…alura vor dì che hin di person impurtant…

GE-Orcu se hin impurtant…L’è tuta gent che cunta, te devet vedè che bei donn che gh’è de là…

WA-E ti te ghe curet minga adrèe ?

GE-E cume fò cunt la mia gamba sifula ? Me piasaria fa un boogie boogie ma l’è minga pusibil !

WA- Comunque m’è rivà un telegrama per tì Gelindo…

GE-Per mì ?

WA- Te sé tì Gelindo Biraghi ?

GE-E certo ! Te me cuniuset de vint ann e te me’l dumandet ?

WA-E alura l’è propri per tì !

GE-E chi l’è che sarà mai ?

WA-(in tono scherzoso) Per mì hin quei del l’INPS che voren dat ona revisiunada a la gamba…magari pensen che te fè finta de fa el supet, per ciapà la pensiun…

GE-(farfugliando) Cume fu finta ? Mi sunt sopp de bun…varda…(cammina davanti a Walter zoppicando) Varda e dimm se mì fu finta o se l’è vera…

WA-Prova un po’ a fa ona giravolta…

Gelindo fa una giravolta

WA-Sì sì, te se sopp de bun…(estraendo il telegramma dalla tasca e porgendogli una penna) comunque firma e ranges…la gamba l’è tua !

Gelindo firma, prende il telegramma e lo mette nella tasca della giacca

GE-El legerò dopo…ades g’ho tropp de fà…ghe mancava anca quei de l’INPS…

WA-(accorgendosi di Danilo) Ma el tò padrun el s’è indurmentà lì ?

GE-(sbuffando) Per mì el s’è giamò inciuchì…

WA-(a Danilo) Uhei indurment, leva la testa per aria…

GE-(impaurito) Uhè Walter, te me voret fa licensià ?

WA-(rassicurandolo) Sta tranquil, quest chì el se sveglia neanca cunt ona canunada…ma l’è no che el sta mal ? (a Danilo) Uhei alura…sem giò de mural ?

GE-(sempre più impaurito) Walter, per piasè, prima che’l se sveglia, vegn via…

WA-(serio) Dì uhì Gelindo…varda che el tò padrun el se mov neanca…prova a dag ona ugiada…

GE-(avvicinandosi timoroso) Dottor Dominioni, va tutto bene ? Dottor Dominioni ?

WA-Prova a sentì se ghe spusa el fià…

GE-Walter, mì su no se fa…su no se l’è ciuc o se el sta mal…

WA- Prova a meteg un acendin visin a la buca…se l’è ciuc el se sveglia subit !

GE-Dottor Dominioni, sta male ? Devo chiamare un medico ?

WA-Dag ona grapa…

GE-Walter, se fem ? (toccando la testa di Danilo) Oh Madona Walter…chì in sul col a gh’e del sang…(guardando in basso) e anca per tera ! O Madona, s’è suces ?

WA-(avvicinandosi) Fam vedè a mì…o bestia, ma quest chì l’è mort !

GE-(impaurito) Cume mort ? (bofonchiando) Ma cume l’è suces ? L’era chì bel quiet…oh mama…oh mama…

WA-(guardandolo meglio) Sì sì, quest chì a l’è andà !

GE-L’è minga pusibil…

WA-Teh, varda anca tì…on quai vun el g’ha dà ona bota in testa…e anca bela seca !

GE-(sempre più spaventato) Anca tì Walter, cerca de parlà a modo…(facendogli il verso) l’è andà, g’han dà ona bota in testa…

WA-(arrabbiandosi) Se te voret tel disi cun dulcesa…Gelindo, guarda che il Dottor Dominioni è passato a miglior vita…ma non preoccuparti, è una cosa leggera…anzi, è tutto contento, non vedeva l’ora…se g’ho de dit, se l’è crepà l’è crepà ! Dai, dam ona man a tiral fora de lì che avisum on quai vun…

Sollevano Danilo ponendogli le braccia intorno al loro collo

GE-(disperato) Ma chisà cume l’è suces…

WA-Magari l’era ciuc, l’ha ciapà on tupicc e l’ha batù la testa…

GE-Puverin, l’era nancamò andà in pensiun…

Entra Conchita, la cameriera

CO-(agitata) Gelindo, Gelindo…è successa una cosa gravissima !

WA-Se si riferisce a lui, l’abbiamo trovato già così !

GE-Sì sì, noi siamo intervenuti ma era già successo…

CO-Ma cosa state farneticando ? Di là hanno rubato gli orecchini di zaffiri alla Signora Rispoli…stava ballando con il barone De Sgraffignis quando qualcuno glieli ha sottratti…

WA-Con chi stava ballando ?

CO-Con il barone De Sgraffignis…

GE-E alurà l’è sta lù ! Mì l’avevi capì subit, cun chel nom lì…menu mal che ho salvaguardà el me purtafoi !

CO-Ma non dica stupidaggini…piuttosto, che cos’ha il Signor Dominioni ?

E’ubriaco ?

GE-Quando noi siamo arrivati era già andato…

WA-Proprio così, secco come un chiodo ! Io in prima persona ho capito, perché ghe vusavi adrèe : “indurment, se te gh’è ? Te set giò de mural ?” e lui non rispondeva …

GE-(bofonchiando) E alura mì g’ho dì “no Walter, te me voret fa licensià ?”

WA-Eh sì, perché l’INPS deve verificare se il Gelindo fa apposta a camminare zoppo, capito ?

GE-Se no mi tirano via la pensione, ma piuttosto che farmela togliere li ammazzo tutti, uno ad uno !

WA-Stia attenta Conchita, è un uomo pericoloso…piuttosto che perdere quei quattro soldi li ammazza tutti…fanno la fine di questo qua…

CO-(impaurita) Ma allora vuole dire che è…morto ?

WA-E certo, non era chiaro ?

CO-(terrorizzata) E così il Signor Danilo aveva scoperto che Gelindo fingeva di zoppicare e perché non parlasse con quelli dell’INPS l’avete ucciso…assassini, assassini ! (fugge urlando) aiuto, sono degli assassini…(esce)

WA-(incredulo) ‘Sasini noi ? No, guardi che noi l’abbiamo trovato qui così…non siamo dei ‘sasini…

GE-(impaurito) Walter, ades crederan che sem sta num a cupà el sciur Danilo, a commettere l’omicidio…oh mama, me tremen i gamb…

WA-Caso mai te tremerà ona gamba sula…ma preocupes minga, ghe spiegherem che num em cumis nisum ‘micidio…

GE-(preoccupato) Walter, chi riscium la galera, trent’ann de galera ! Ti imagina, trent ann sensa pù vedè nè la mièe nè la suocera !

Mentre parlano trascinano Danilo dietro la scrivania

WA-(ragionando) Trent ann sensa vedè né l’una né l’altra ?

GE-Sì, tei vedaret ma pù, mai pù…

WA-Alura tel cunfesi : sunt sta mì a cupal !

GE-(stupito) Tì ? E perché ?

WA-El supurtavi pù, el m’era antipatic, s’eri invidius de la sua richesa…ona scusa la var l’altra, ghe disi che sunt sta mì, basta che me meten in galera…almen per trent’ann sto bel tranquil !

GE-(abbracciando Walter) Mì g’ho paura…ades me daran la culpa…

WA-Ancamò ? Ma no, ghe spiegarem tuscoss…

GE-(piagnucolando) Signor Dominioni, perché ci ha lasciato ? Perché ?

WA-Ma dai Gelindo, su…se t’interesa, uramai l’è andà !

GE-E ades chi me paga i bulin de la pensiun ?

WA-Te truvarè un alter principal…magari el te paga pusè…

GE-(piagnucolando) Tegnum visin Walter, tegnum visin…

WA-Sì, te brasci su…te brasci su…

Rientrano intanto Vittorio e Virginia abbracciati

VIT-(guardando Walter e Gelindo) Guarda Virginia, che bella coppia di gay…non sono meravigliosi ?

VIR-Sì Vittorio, sono così naif…forse anche loro si sono innamorati sotto i platani…

VIT-(rivolto ai due) Scusateci signori, non volevamo violare la vostra privacy…continuate pure ad abbracciarvi…d’altronde anche noi sotto i platani abbiamo appena scoperto di amarci…

WA-(a Gelindo) Gelindo, ti fa finta de nient, parlì mì…Sapete signori, la festa è così bella, il vino è così buono che per un attimo io e… “Vanessa” ci siamo lasciati trasportare dalla passione…

GE-Vanessa ? Ma mì me ciami Gelindo, minga Vanessa !

VIT-No, non si giustifichi, non serve ! Né io né Virginia abbiamo il minimo pregiudizio nei confronti dei gay…d’altronde la storia ce lo insegna : da Alessandro Magno a Michelangelo, i più grandi uomini della storia erano omosessuali…io la capisco, lei si fa chiamare Gelindo ma in realtà è Vanessa…

GE- No aspetti, guardi che c’è un malinteso…

WA-(intervenendo) Ma su cara, non vergognarti di dirmi “t’amo”. Dimmi che mi ami così poi i signori tornano nel salone e noi possiamo continuare…capito, Vanessa ?

GE-(bofonchiando) Ah sì…(con grande sforzo) Walter, io…ti a…amo !

WA-Anch’io ! (si abbracciano)

VIR-Non sono incantevoli, Vittorio ?

VIT-Di più, oserei dire che sono invidiabili ! Ma scusate signori, da quanto tempo fate coppia fissa ?

WA-Siamo insieme da tredici anni…

GE-Ma ci conosciamo da venti…

VIR-E’ fantastico Vittorio, è la prima coppia gay che conosco che è insieme da così tanto tempo !

VIT-(curioso, a Gelindo) Diteci il vostro segreto…come avete fatto a mantenere così a lungo un rapporto ? Vorrei che succedesse così anche a noi…

GE-Gli faccio sempre gli spaghetti alla carbonara…ne va matto !

VIT-(sorridendo) Non credo siano solo gli spaghetti…secondo me sotto queste spoglie c’è un amante focoso…

WA-Oh, focosissimo ! Dovrebbe vederlo quando a letto mulina la gamba !

VIT-Mulina anche la gamba ?

WA-Sì, el par un fenicottero !

VIT-Oh scusateci, non ci siamo neppure presentati…lei è Virginia Orsini ed io sono Vittorio, Vittorio Prugnetti della Prugnetti S.p.A.

WA-Ah, lei è quello che mettono sotto spirito…piacere, piacere…(gli allunga la mano)

VIT-(incuriosito) No, un momento…come sotto spirito ?

GE-Nel senso che le prugnette sotto spirito sono un ottimo rimedio contro la stitichezza…

VIR-(ridendo) Sono di una simpatia unica…però adesso Vittorio andiamo di là, andiamo a dare a tutti la notizia del nostro fidanzamento…

VIT-Come vuoi cara, andiamo (ai due) poi vorrei spiegarvi che la mia azienda è una S.p.A. e …

VIR-Dai caro, andiamo, su…(escono)

Walter e Gelindo riprendono sottobraccio il corpo di Danilo

GE-Walter, ho minga capì una roba…ma chi dù lì s’han scambià per dù omen che stan insema ?

WA-Eh già, e mì ho dovù dag corda se no se mulaven pù e magari se incurgeven del mort !

GE-Ma varda tì che figur me tuca fa…anca el tò amante sun diventà…

WA-Te fuset almen bell….

GE-(bofonchiando) Te sarè bel tì !

WA-Ah, pusè de tì del sicur !

Nel mentre entra Ornella, un’ospite. I due sono abbracciati a Danilo.

OR-(trafelata) Presto presto, chiami la polizia cameriere…è successo un fatto gravissimo !

GE-(impaurito) Non siamo stati noi !

OR-(stupita) Danilo, ma ci fai tra le braccia di questi uomini ?

WA-(muovendo il braccio di Danilo ed imitandone la voce) Sono i miei fidanzati…

GE-(facendo lo stesso) Sì, è ora che tutti sappiano che siamo amanti…

OR-Amanti ? Oh, questa poi…Beh, fai come vuoi, ma adesso l’importante è chiamare la polizia, subito !

GE-Ma a cosa serve la polizia ? Come vede il signor Danilo sta benissimo…

WA-E’vivo e vegeto…

OR-Ma lo vedo che è vivo, ci mancherebbe altro…voglio la polizia perché è sparito il mio anello tempestato di diamanti…stavo ballando e…su cameriere, cosa aspettate, chiamatela !

GE-(lasciando Danilo appoggiato a Walter e cercando di guadagnare tempo) Non si agiti signora…perché con la polizia bisogna essere precisi, spiegare tutto con calma…(compone il numero dal telefono posto sulla scrivania) Pronto polizia ? Non c’è nessun morto, il signor Danilo sta bene, io faccio gli spaghetti alla carbonara al mio amante e quando siamo in letto insieme sbatto la gamba come un fenicottero…quindi, non venite !

OR-(scocciata, strappandogli la cornetta dalle mani) Ma che sta dicendo, dia a me ! Pronto, sono la signora Auricchio…ma no, non quella del formaggio, mio marito è il famoso costruttore edile…sono qui a Villa Dominioni e mi è sparito un anello tempestato di diamanti…Come ? Sì certo che l’ho cercato, non c’è…no, non c’è…non c’è neanche lì…insomma giovanotto, si sbrighi a mandare qualcuno o chiamerò il questore in persona  ! Va bene, l’aspetto. L’indirizzo ? Villa Dominioni, l’industriale, è in fondo a Corso Garibaldi…fate in fretta, arrivederci ! (a Danilo) Caro Danilo, mi auguro che tutto questo sia uno scherzo, e oltretutto di pessimo gusto, in caso contrario mi vedrò costretta a cassare dalla mia agenda ogni appuntamento con te…di ogni tipo !

WA-Cara la mia Auricchio, sei gelosa dei miei fidanzati, vero ?

OR-Sono allibita ! (esce)

WA-Gelindo, bisogna che nascundum subit el cadaver…te sentì ? L’è adrèe rivà la pulisia !

GE-(risoluto) Aluri ciapi in man mì la situasiun…ho capì mì in due nascundel fin a quand i robb saran minga ciar…Vegn cun mì Walter…

I due escono dalla quinta di sinistra trasportando Danilo

WA-Tegnel de lì…

GE-Sunt adrèe a tegnil, ma va pian, che g’ho la gamba sifula !

Rientra Conchita seguita da Elettra

CO-(agitatissima) Capisce signora ? L’hanno ucciso Gelindo e Walter, il postino…

EL-(divertita) Ma Conchita, non dire sciocchezze..

CO-Glielo giuro signora Elettra, li ho visti io con i miei occhi…

EL-E perché mai l’avrebbero fatto ? Sentiamo…

CO-Perché il signor Danilo aveva scoperto che Gelindo non è zoppo, finge di esserlo per avere la pensione…forse il signor Danilo voleva denunciarlo…Poi pensi che me lo ha detto anche il postino !

EL-Che cosa ?

CO-Che è un uomo pericoloso !

EL-Ma non dire stupidaggini…e poi dov’è il cadavere ? Io non vedo niente…

CO-(tirandola dietro la scrivania) Qui…era qui…dov’è ?

EL-Hai visto che non c’è nulla ? Conchita, sei solo un po’ stanca…dalla prossima settimana ti prendi qualche giorno di vacanza, d’accordo ?

CO-Ma le giuro che era qui, era morto !

EL-(ironica) Sarà stato un fantasma…anzi, stai attenta perché quando abbiamo acquistato la villa ci hanno detto che da secoli è abitata dal fantasma di un guerriero normanno…beh, io vado, gli ospiti mi stanno aspettando…(uscendo) Un cadavere, questa poi…

CO-(non convinta) Ma quale fantasma, io ne sono sicura, era qui, era il signor Dominioni…morto ! (gira dietro la scrivania e guarda attentamente per terra) Ecco la prova, c’è del sangue ! Ora richiamo subito la signora Elettra, così crederà che ho visto davvero suo nipote morto…eccome se mi crederà, c’è del sangue ! (esce)

Rientrano Walter e Gelindo

WA-L’idea de nascundel in del capan l’è buna, però l’è no che ades la culpa l’è nostra, che l’em nascost ?

GE-Ma sta tranquil che riusirem a fag capì che sem minga stà num…Cume a quei de l’INPS…i deven capì che la mia gamba l’è sopa de bun…però ades dam ona man a netà via el sang e i imprunt digitai…

WA-(stupito) Ma cume te fè a cunius tucc chi robb lì ?

GE-Mi guardi i telefilm del Derrick ! Lì quand vun l’è acusà de ves un ‘sasino el fa inscì…(comincia a pulire la scrivania e la poltrona, aiutato da  Walter)

WA-A post ! Inscì poden pù dì che em tucà on quai cos !

GE-(pulendo) Walter, ma tì te diset che cun trent ann te rieset a supraviv ?

WA-Altrochè ! Per trent’ann te dan de mangià a gratis, televisiun a culur e te vedet pù né la mièe né la suocera !

GE-Ma no,  mi intendevi trent’ann de servisi, non de galera…per la pensiun !

WA-Ma tì cunt una acusa de ‘micidio in sui spall te penset a la pensiun ? Ma a tì te la leveran subit !

GE-Cume me la leveran ? Ma mì ho versà i bulin !

WA-Tì te set un ‘sasino…e po’ magari te fè anca finta de supicà…i person cume tì se cuiniusen mai fin in fund !

GE-E alura quand me interughen ghe disi che te se stà tì, perché te vurevet pù vedè né la mièe né la suocera !

Si sentono le voci di Elettra e Conchita

GE-(spaventato) Walter, bisogna nascundes subit ! Hin adrèe a rivà la camerera e la sciura Elettra !

WA-O porca Eva…

GE-(incominciando a tremare e a correre zoppicando) Me tuca fa trent’ann de galera… trent’ann de galera…

WA-E muchela lì de saltà cume un grill ! Vegn chì che bisogna nascundes (si avvicina ad una lampada a stelo e le toglie il paralume) dai, metes chì (gli infila il paralume in testa e mette Gelindo al posto della lampada)

GE-(sistemandoselo in testa) Walter, e se ciapi la scosa ?

WA-Se per caso te ciapet la scosa sbatt minga la gamba, che se no se incorgen de tì, me racumandi !

GE-(ponendosi rigido come una lampada) Walter, quand che la storia chì la sarà finida, te giuri che cambi mestè !

Walter, ponendosi a sua volta dietro la statua di un discobolo, ne assume la posizione.

Rientrano Conchita ed Elettra

CO-(sicura di sé) Stavolta non sbaglio signora Elettra, c’è del sangue, venga a vedere anche lei !
EL-(poco convinta) Conchita, ma ne sei sicura ?

CO-(quasi supponente) Sicura ? Guardi anche lei, guardi… 

EL-(si avvicina alla scrivania e guarda) Allora ? (guardando divertita Conchita) Ma Conchita, qui non c’è proprio niente !

CO-(stupita) Come niente ? (si avvicina e guarda anche lei) Ma le assicuro che qui in terra fino a poco fa c’era del sangue…

EL-(prendendola in giro) Conchita…ma lo sai o no che i fantasmi non lasciano

tracce ? (tornando seria) Beh, io adesso torno di là, ma tu da domani incomincerai subito una cura ricostituente, hai capito ? (esce)

CO-Ma io ne sono più che certa…ho visto sia il cadavere che il sangue…(prende il telefono) Pronto polizia ? Dovete venire subito a Villa Dominioni…sì mi presento, sono Concetta, detta Conchita, la domestica di casa Dominioni…no, non è per il furto…sì, è anche per quello, ma dopo il furto ho scoperto anche un omicidio, quello del signor Danilo Dominioni…se so chi è stato ? Il cameriere con la complicità del postino…sì, li ho visti io….perché ? Ma perché il dottor Dominioni aveva scoperto che Gelindo il cameriere non è zoppo, finge, e probabilmente lo voleva denunciare all’INPS…il postino è suo complice, io sono l’unica testimone, dovete venire subito…sì, la signora Auricchio è qui…ma certo che è amica del questore…allora venite subito ? Sì, in fondo a Corso Garibaldi…arrivederci.

Entra nel mentre Adalberto De Sgraffignis, è molto agitato

AD-Cos’è successo cameriera ? Ho sentito parlare di polizia o sbaglio ?

CO-Sì sta arrivando, perché…

AD-(anticipandola) Sì, lo so il perché, perché qualcuno ha perpetrato…

CO-(interrompendolo) Sì, proprio quello…scusi ma devo andare in cucina a bere qualcosa di forte…sono sconvolta ! (esce)

AD-(agitandosi) La polizia ! Ma io non posso farmi trovare qui…la mia immagine ne uscirebbe distrutta ! (nota un accendisigari sulla scrivania) Bello…(lo rimira) deve essere d’argento…(se lo infila in tasca poi si avvicina alla lampada) uh, ma guarda che rarità però…

Gelindo travestito si sposta

AD-(stupito) Sogno o son desto ? Questa lampada si muove…

Gelindo si sposta ancora

AD-(osservandola ancora) Dev’essere opera di quell’architetto tedesco, Zug…quello che ama mischiare arte antica e tecnologia moderna…chissà quanto vale…

GE-(sottovoce) Sono il cameriere, Gelindo…

AD-(girandosi prontamente) Chi parla ?

GE-(togliendosi in paralume) Sono Gelindo barone, sono io, il cameriere, non mi riconosce ?

AD-(stizzito) Ah, è lei…ma che diavolo ci fa sotto quel paralume ?

WA-(sbucando da dietro la statua) Ci siamo nascosti perché sta arrivando la

polizia…è successo un fatto gravissimo !
AD-(cercando di sminuire) Beh, gravissimo non direi…è successo un fatterello…non era neanche il caso di disturbare la forza pubblica…

WA-Come non era il caso ? Perbacco, il fatto è grave, anzi gravissimo !

GE-Qui si rischia di perdere la pensione ! E  di prendere trent’anni di galera !

AD-(ridacchiando) Oh oh oh…non dica stupidaggini cameriere…trent’anni per un po’ di bigiotteria…scadente, tutto sommato…beh, mi dia il mio cappotto, adesso devo proprio andare…(togliendosi di tasca i gioielli) ah, tenete voi questi monili, li ho trovati per terra e non vorrei che la polizia incolpasse me di averli rubati…ecco, li tenga lei…

WA-E no caro il mio Sgraffignis, lei da qui non si muove ! Quei gioielli li ha rubati lei !

AD-(adirandosi) Io ? Ma come si permette di parlarmi con questo tono ? Io sono il barone…

GE-(intervenendo) Lei è il barone Sgraffignetti e si fa trent’anni di galera !

AD-Le ho già detto di non usare con me quel tono confidenziale !

Suona il campanello

GE-(saltando come un grillo) La polizia, è arrivata la polizia ! (si rimette in testa il paralume) Si salvi chi può !

WA-Scemo, vegn fora de lì, se no te ricuniusen subit !

AD-(agitato, a Walter) Tenga lei questi gioielli, altrimenti sono rovinato…mamma non mi metterà più nel testamento…

WA-Ma vadavielcù tì, el testament e chi quater robb lì che brilen…nascondiamoci qui (si nascondono nell’angolo)

Entra Conchita

CO-Sicuramente questa è la polizia, finalmente è arrivata ! Ora vedremo se è vero o no che il signor Danilo è morto !

Mentre si avvia verso la porta i tre escono dalla quinta di destra

CO-Prego, prego ispettore, si accomodi…

Entra l’Ispettore Farina seguito dai suoi due aiutanti, l’appuntato Esposito e Poldo, il suo vice, che sta mangiando.

FA-(tenendo in continuazione una pipa in bocca e sempre con aria pacata) Signorina, s’è sucès ? Da che la vila chì hin rivà in central tri ciamad, no vona, tri ciamad…vona per un furto, l’altra l’era on matt che l’ha dì che lù al so amante el ghe dà de mangià i spaghett a la carbonara e l’ultima, la sua, che la diseva che ghè stà un omicidio. Insoma, s’è suces ?

ES-(con chiaro accento meridionale, intervenendo) Capo, comincio a perquisire tutti quanti ?

FA-No, tì Esposito và a dà ona ugiada fora…ti invece Poldo comincia a ciapà apunt, che se l’è el caso fem ona denuncia…

ES-Quando scatta la perquisizione lo dica a me…al Cobra di Racalbuto non ci sfugge niente ! (esce)

FA-(a Conchita) Allora signorina, cominci a raccontare…

CO-(agitata) Allora : io sono venuta qui e ho trovato Gelindo il cameriere e Walter il postino. Quest’ultimo mi ha detto che l’INPS doveva verificare se il cameriere zoppicasse o se facesse finta, e di stare attenta perché è un uomo pericoloso. Poi Gelindo mi ha detto che lui quelli dell’INPS li faceva secchi uno ad uno come il povero signor Danilo…poi ho trovato del sangue per terra ed ho chiamato subito la signora Elettra, ma quando sono ritornata il sangue non c’era più…capito ?

PO-(mangiando) Capo, io non ho capito un tubo, e lei ?

FA-Ho capì nagott neanca mì…(a Conchita) Quindi lei ha visto prima il cadavere e subito dopo il sangue…e poi ?

CO-E poi non ho più visto né uno né l’altro, ma le assicuro che è vero !

PO-Capo, questa è pazza !

CO-(offesa) Pazzo è lei se non mi crede ! C’erano eccome !

FA-Zitti un attimo tutti e due…(ragiona) e lei dice che sono stati il postino e il cameriere ?

CO-(sicura) Sì, li ho visti io !

Rientra Esposito

ES-Capo, ho trovato il cadavere, è nel capanno degli attrezzi, è stato accoppato con un colpo alla testa…facciamo scattare le manette ?

CO-Visto che è vero ? Altro che cura ricostituente !

FA-Bene, alura tì Esposito te se piaset chì e te fe andà fora nisun, te capì ?

Nisun dev lasà la villa, me racumandi !
ES-(con fare da duro) Tranquillo capo, il Cobra di Racalbuto non fa varcare la soglia a nessuno…(si pone vicino alla quinta)

FA-Lei signorina e tì Poldo, seguitemi, voglio parlare con la proprietaria della villa…ma cerchiamo di non allarmare gli ospiti…io so come vanno queste cose…altrimenti succede un pandemonio !

CO-Venga ispettore, la faccio parlare subito con la  signora Elettra, la zia di Danilo…(escono)

Rimasto solo Esposito incomincia a muoversi e ad atteggiarsi da duro

ES-(estraendo la pistola e parlando da solo) Oh, fermi tutti ! Con il Cobra di Racalbuto non si scherza ! (si muove come se avesse davanti qualcuno) Stai zitto, t’ho detto di stare zitto, che se no ti butto ‘na mano in faccia…(ripone ed estrae ancora velocemente la pistola) fermo là o ti sparo ! Documenti, avanti fammi vedere i documenti o ti piazzo una palla in testa (ripone la pistola)…come ti chiami ? Su avanti, non farmi perdere la pazienza…come ti chiami ? (fa delle mosse di karate) Stai accorto che ti do un kitamparai in testa che ti svirgolo la membrana del cervelletto…(continua a muoversi da duro)

Nel mentre entra Walter vestito da arabo con Gelindo ed Adalberto travestite da donne del suo harem

WA-Dai, moves…

GE-Walter, va pian…te’l sè che sunt sopp !

AD-(piagnucolamdo) Se mi vedesse mamma…addio belle feste, addio bella gente…addio testamento !

GE-Se andem avanti inscì addio pensiun, car el me barun !

WA-Pian, pian che lì in su la porta ghè un pulisiot…alura, se’l ve dumanda on quai cos mì sunt lo sceicco arabo Omar e vialter sì i donn del me harem…avì capì ?

GE-Alura se el me dumanda el nom ghe disi che me ciami Vanessa, cume quela de prima, va ben ?

AD-Ed io che mi chiamo Alberta…(piagnucolando) se mi vedesse mamma…

I tre si avvicinano ad Esposito che li guarda con il fare solito

WA-GE-Buonasera signor poliziotto-dovremmo uscire…

ES-(bloccando loro il passaggio con il braccio sinistro proteso e il fare minaccioso) Oh fermi belli…chi siete ?

WA-(prendendo la parola mentre Gelindo e Adalberto cominciano a piagnucolare) Io essere Omar, grande sceicco di ‘Rabbia Saudita…

ES-Chi sei ? ‘Nu sceriffo della Calabria esaurita ? Oh, fa poco lo spiritoso che io sono un tipo dal grilletto facile…

WA-Per la barba del grande profeta Maometto…ar-ba…ar-ba…grrr…grrr…(emette dei versi)

ES-Uhè sconcezza, per caso sei scappato dallo zoo? Guarda che ti caccio del piombo eh ?

WA-Per le mutande del grande profeta Maometto, come tu osi rivolgerti a me, grande sceicco Omar, in questo modo ?

ES-(spazientito) Ancora…ancora…ma allora vuoi veramente farmi perdere la pazienza, eh ? Uhè Omar, qui non si varca nessuna soglia perché di piantone ci sto io, capito ? (avvicinandosi a Gelindo ed Adalberto) Su signorine, anche voi, circolare…date retta all’appuntato Esposito !

AD-Oddio, ci vuole violentare..no, no,  bruto…lasciaci !

GE-Aiuto, aiuto ! Esposito ci violenta, Esposito ci violenta !

WA-Per pancera di grande profeta Maometto ! Punirò la tua insolenza strappandoti lingua con  mie  mani !

AD-GE-Esposito ci strappa le vesti ! Soccorso, soccorso, Esposito ci tocca !

WA-Per calzini di grande profeta Maometto…ar-ba, ar-ba…come ti permetti di spaventare così donne di mio harem…punirò te e la tua stirpe !

ES-Ca estirpi tu ? Oh, guardate che state parlando ad un pubblico ufficiale ! E adesso fuori i documenti, avanti !

GE-Ah, Esposito mi tocca, aiuto !

AD-L’appuntato Esposito ci importuna, aiuto, polizia !

ES-Polizia ? Fermi tutti, la polizia sono io ! E chi vi tocca, brutte galline ! Il Cobra di Racalbuto è abituato a ben altre femmine…

WA-Per canottiera di grande profeta Maometto, darò la tua lingua in pasto ai cani !

ES-Mò m’hai rotto le scatole tu e la biancheria intima di sto profeta Maometto…uhè Omàr, guarda che ti butto ‘na mano ! Su forza signorine, giù gli stracci dalla faccia, forza, muovetevi che vi voglio guardare bene nelle pupille !

WA-Infedele, non puoi guardare donne di mio harem…nessuno può guardare donne di grande sceicco Omar !

AD-(gentile) Signor poliziotto, i documenti li abbiamo di là nel salone…se vuole glieli andiamo a prendere…

GE-Io c’ho il libretto della pensione…va bene lo stesso ?

ES-Uhè Omàr, questa è già in pensione…e quanti anni tiene ?

WA-Cinquantatre…

ES-A me pare una che ha fatto la guerra con Lawrence d’Arabia…

AD-No, si sbaglia, ha fatto solo quella del ’15-‘18

ES-Uhè bellezza, ma che ti hanno fatto alla gamba, te l’hanno riempita di piombo ?

AD-Esatto, è stato un barone che l’ha scambiato per un fagiano reale…

GE-Ed è per questo che mi hanno dato la pensione !

ES-Va buono, va buono…allora andate a prendere i documenti, io vi aspetto qui…uhè Omar, tanto che ci sei, porta anche quelli di quel tale Maometto…sai com’è, uno che si tiene addosso tutta quella roba mi fa venire il sospetto, magari è uno che si traveste per sfuggirmi…uhè, ma io c’ho naso, a me non sfugge nessuno !

AD-Arriviamo subito con i documenti ! (escono precipitosamente)

ES-Hanno capito che con il Cobra non si scherza ! (estrae la pistola) Fermo, per la barba di Maometto ! (rinfodera l’arma)

Rientra nel mentre l’ispettore Farina seguito da Conchita ed Elettra

EL-(piangendo) Mio Dio no, non è possibile….Danilo non può essere morto…

CO-Glielo avevo detto signora, li ho visti con i miei occhi…

EL-(tenendosi il volto tra le mani) Ma perché ? Perché ?

FA-Sciura, cercà de capì perché i omen fann certi robb l’è cume cercà de spiegas perché esisten i stell, el sù e la luna…l’è minga pusibil. Che la me creda sciura, mì fù el pulisiott da quarant’ann, tra ona setimana vò in pensiun, vò a curà i mè tri nevudin…ma tanti casi che ho risolt hin ancamò chì in de la mia testa…a g’ho de spiegam minga vun, ma centmila perché…Esposito, fag vedè a la sciura in due el se trova el so pover nevud…

CO-Accompagno anch’io la signora…(sorregge Elettra che piange)

ES-D’accordo capo…(esce con le due donne) venga signora e stia tranquilla, con lei c’è il Cobra di Racalbuto !

FA-(rimasto solo, estrae una pipa e riflette) Mì n’ho vist tanti de delitt, ma quest chì el me cunvinc neanca un po’…(riflette) No, el me quadra minga…g’ho troppa  esperienza per credeg…ghe de drè on quai cos d’alter…bisogna indagà ben…

FINE PRIMO ATTO

 

SECONDO ATTO

In scena troviamo l’ispettore Farina, la signora Auricchio, Vittorio, Virginia e Poldo. L’ispettore sta ultimando gli interrogatori.

FA- Allora…lei signora Auricchio dov’era mentre accadeva l’omicidio ?

AU-Io stavo ballando con il barone De Sgraffignis quando, poco dopo, mi sono accorta che era scomparso il mio anello tempestato di diamanti, un regalo di mio marito…allora mi sono precipitata qui per telefonare alla polizia ed è stato allora che ho visto Danilo…

PO-(mangiando) Allora lei l’ha visto il signor Dominioni ?

AU-Certo che l’ho visto ! Era proprio qui, in piedi, teneramente abbracciato al cameriere e al postino…e pensi che quando gli ho chiesto che diavolo ci facesse tra le loro braccia mi ha risposto secco che erano i suoi fidanzati !

FA-(interdetto) Ma chi, il cameriere e il postino ?

VIT-Sì sì, i due sono gay, stanno insieme da tredici anni !

VIR-Vittorio ha ragione, li abbiamo sorpresi mentre si abbracciavano !

VIT-Pensi che Gelindo, in privato, si fa chiamare “Vanessa” !

FA-(sempre più interdetto) Ma non mi dica…

VIR-E che ha conquistato il postino con un piatto di spaghetti alla carbonara !

PO-(ingolosito) Spaghetti alla carbonara…la mia passione !

VIT-E le dirò di più : di notte mulina la gamba come un fenicottero !

AU-Non solo, Danilo mi ha anche accusata di essere gelosa dei suoi due amanti !

VIR-(intervenendo) Ah…allora mia cara non mi sbagliavo ! Tu eri veramente gelosa di Danilo e magari sei stata proprio tu ad ucciderlo !

AU-(risentita) Io ? Tu sei pazza…ma se lo conoscevo da una vita !

VIR-Oh, povera anima innocente…allora spiegami perché non hai voluto che tuo marito ti accompagnasse questa sera alla festa…

AU-(imbarazzata) Semplice…perché Giovanni è al Londra per affari, ecco perché !
VIR-(ironica) Eh già, il maritino è a Londra e la signora, tutta sola e ingioiellata cerca compagnia…e dove ? Proprio a casa di Danilo Dominioni, ma guarda !

AU-(acida) E tu allora ? Tu con quel faccino da santarellina, hai appena divorziato da Arturo e già ti sei buttata tra le braccia di un altro…tu per Danilo avevi un debole, non negarlo ! Ogni volta che lo vedevi gli cascavi ai piedi come una ragazzina innamorata…tu potresti essere colpevole quanto me, mia cara !

FA-(intervenendo) Basta così signore, basta così…(a Vittorio) E lei signor Prugnetti, cosa mi dice ?

AU-(intervenendo) Avanti Vittorio, su…cosa aspetti ? Dì all’ispettore Farina di quel prestito che Danilo ti aveva fatto ottenere dal Banco di Spagna perché la tua tanto decantata S.p.A. stava fallendo…e che tu non hai potuto restituire, al punto che è stato lo stesso Danilo a dover far fronte ai tuoi debiti…

VIT-Sì, però dopo un anno il buon Danilo ha preteso che gli restituissi non solo l’intera somma, ma anche degli interessi esorbitanti…signori, parliamoci chiaro, Danilo Dominioni, sotto una parvenza di legalità, in realtà era un usuraio, un corrotto, e si vocifera anche che fosse legato a giri mafiosi…

VIR-Oh, se è per questo si diceva anche che fosse legato ai servizi segreti…

FA-(interrompendoli) Cari i mè sciuri, me piasaria tant savè tra vialter chi l’è el pusè nett ! Va bene, tornate pure nel salone ma non muovetevi da lì. Se avrò ancora bisogno di voi vi farò chiamare.

VIT-VIR-AU-D’accordo ispettore-Siamo di là-Va bene.

I tre escono

FA-(a Poldo) Car el me Poldo…chì em finì de interugà e mì sunt pusè cunfus de prima…

PO-(mangiando) Capo, secondo me per un motivo o per l’altro potrebbero essere tutti colpevoli…anche la zia, la signora Elettra, quella che adesso si dispera tanto, a quanto ho capito non andava troppo d’accordo con il nipote…sa, per via di quell’eredità…

FA-Eh già…e sul conto della cameriera spagnola, quella Conchita, cos’hai scoperto ?

PO-Ma che spagnola, quella è di Pozzuoli, si chiama Concetta ma, siccome fa chic, si fa chiamare Conchita…E’stata assunta da un anno e oltre ad occuparsi della casa è anche la dama di compagnia della signora Elettra…

FA-Che la storia chì l’è sempre pusè cumplicada…ma a pruposit, che fin l’ha fa l’Esposito ?

PO-Si è piazzato vicino al cancello d’ingresso e come al solito si crede il Cobra di Racalbuto… (mimandolo) Sono il Cobra di Racalbuto, documenti o ti butto ‘na mano in faccia !

FA-(sorridendo) Che’l terun lì el cambierà mai…l’ha minga amò capì che i cas se risolven cunt el cervell, minga cunt el piumb !

PO-Scusi capo, ma a pensarci bene non abbiamo ancora interrogato il cuoco…

FA-Il cuoco ? Ah, il cuoco, quello che sta in cucina e prepara da mangiare, vero ?

PO-Sì, proprio lui. Sa com’è, potrebbe avere ucciso la vittima con il veleno…sarà meglio andare in cucina ad assaggiare tutto. Io mi offro come volontario, capo !

FA-(sorridendo) Va, va…(mentre Poldo esce) Ah, varda però che chì l’è mort nisun avelenà…

PO-Beh, non si sa mai…e poi a stomaco pieno si indaga meglio !

FA-A proposito Poldo, dopo che t’è indagà in cusina trova un travestimento e mescolati agli altri ospiti…senti che aria tira…

PO-E come mi travesto ?

FA-Vedi tu, ma cerca di passare inosservato…

PO-Non si preoccupi capo, di me non si accorgerà nessuno ! Ma…nelle case dei ricchi si troveranno hamburger e ketchup ? (esce)

FA-(camminando avanti e indietro e riflettendo ad alta voce) Perché tutto mi sia più chiaro dovrei ancora interrogare quei due…però non so dove si sono nascosti…questa villa è immensa…(sia avvia pensieroso verso l’uscita)

Entrano Walter, Gelindo e Adalberto, portando un grosso lenzuolo bianco ed una pila

WA-Sunt sicur che se se travestum de fantasma l’Esposito, el pulisiott che cura el cancel, el se stremis e num riesum a scapà fora de la villa…po’ dopu cercherem de fa valè i noster rason…

GE-Walter, ma mì ne podi pù…prima me tuca spaciam per Vanessa, po’ me devi travestì de paralum, po’ dopu me tuca scapà cume on lader…Walter, mì g’ho ona certa età e sunt minga abituà a fa chi robb chì…

AD-E tutto per un accendino e un po’ di scadente bigiotteria…

WA-Gelindo, quest chì l’ha capì nient, el cred amò che la pulisia l’è chì per lù…(spiegando il lenzuolo) su forza bagaj, travestemes !

I tre sotto al lenzuolo formano una sorta di mostro : Walter tiene in testa la pila e ha la faccia fuori dal lenzuolo, Adalberto è in mezzo, sempre con la testa fuori e Gelindo, di spalle a Walter, ne assume la stessa posizione.

Nel corso del travestimento le battute degli attori sono improvvisate secondo la logica della situazione.

I tre incominciano a girare emettendo un lugubre “uhhh…uhhh…uhhh”

Entra la signora Auricchio

AU-Devo telefonare subito a mio marito, quello che sta succedendo è inammissibile!(sta per prendere il telefono quando vede i tre) Ahhh ! (spaventata) L’Idra, l’Idra a tre teste ! Aiuto ! Aiuto !

WA-GE-AD- Uhhh…Uhhh…Uhhh…

AU-(indietreggiando impaurita) Vattene mostro, vattene !

GE-Te saret bela ti, poiana !

AU-Aiuto, aiuto, il mostro a tre teste ! (esce fuggendo)

ES-(entrando di corsa) Che c’è ? Chi urla ? (fermandosi esterrefatto) Minchia, e che

è ? Jurassic Park ?

WA-GE-AD- Uhhh…Uhhh…Uhhh…

ES-(evitandoli) E’ meglio che chieda rinforzi…questo è un mostro preistorico che resisterebbe anche al piombo del Cobra di Racalbuto ! (esce)

CO-(entrando con la signora Auricchio) Ma non dica sciocchezze signora Auricchio…un mostro così…(vedendolo inizia ad urlare) ahhh !

AU-Hai visto che è vero ? Mi ha anche chiamata poiana ! Ahhh !

WA-GE-AD- (inseguendo le due donne spaventate) Uhhh…Uhhh…Uhhh…

Entra nel mentre Poldo travestito da Conan il Barbaro

PO-(roteando la spada) Che succede ? Fermi tutti ! (fermandosi esterrefatto) Oddio...la Medusa !

AU-Ma no, questa è l’Idra, la Medusa aveva in testa delle serpi !

CO-(girandosi verso Poldo) Ahhh ! Il fantasma del guerriero normanno…quello che abita nella villa ! Aiuto ! (scappa)

AU-(urlando) Un fan…un fantas…un fantasma ! Aiuto ! (esce)

PO-(rimasto solo con il “mostro” cerca di ammansirlo) Buono…buono che ti do un cioccolatino…tieni, è per te…me ne privo volentieri…bello…eh eh…bello (ridacchia nervosamente)

WA-GE-AD- Uhhh…Uhhh…Uhhh…(escono dalla quinta di destra)

PO-(asciugandosi la fronte) Ma chi vive in questa villa ? (poi all’improvviso) Il cuoco ! Il cuoco, ecco chi è stato, ha avvelenato il cibo e tutti abbiamo le allucinazioni !

Rientra Esposito seguito dall’ispettore Farina

ES-Venga capo, venga…glielo assicuro, è un mostro a tre teste !

FA-Ma fam minga rid, Esposito…

PO-(roteando la spada davanti a Esposito) Tu sei il mostro, tu sei il mostro…vieni che ti taglio in due !

ES-Oh, stai buono che ti butto ‘na mano in faccia ! Minchia capo, io non ci capisco più niente, prima c’era un mostro con tre teste e mò mi trovo questo che arriva da chissà dove…

FA-(intervenendo) Esposito, tì va fora a curà el cancel…quest chì ho capì mì chi l’è…Poldo, ma cume te sé cumbinà ?

PO-(imbarazzato) Ma capo, voi mi avete detto di travestirmi e di indagare ed io ho eseguito l’ordine…

FA-Sì,ma mì t’ho anca dì de fas minga nutà…tarluc ! Tì Esposito, va…

ES-(a Poldo) Hai rischiato grosso così conciato, ancora un secondo e il Cobra di Racalbuto ti avrebbe imbottito di piombo ! (esce)

PO-Capo, io l’ho fatto solo per indagare meglio…

FA-Se andem avanti inscì el culpevol la farà franca…andem dai, andem che vori fa el punt de la situasiun…per mì en no sta  el camerer e el pustin…(si avviano verso il salone) no, per mì l’è sta on quai vun d’alter…(escono definitivamente)

Entra di soppiatto Walter. Si guarda in giro, fa un cenno ed entrano Gelindo ed Adalberto

AD-(nervosamente) E adesso cosa facciamo ? L’ingresso è bloccato da quel poliziotto…qui prima o poi ci troveranno, non possiamo continuare a travestirci…troviamo una soluzione !

GE-Ma anche lei barone, stia un po’ tranquillo…già sono agitato io, se poi lei continua ad agitarsi mi spavento ancora di più !

WA-(che nel frattempo riflette) El barun el g’ha rasun…se po’ no andà avanti a nascundes…bisogna che trovum subit ona solusiun…

Entra nel mentre una donna tutta vestita di nero. Porta un cappello, ha le unghie laccate di rosso e fuma usando un lungo bocchino. Si chiama Talmir. Alla sua vista, Gelindo si nasconde sotto il paralume.

TA-(sospettosa, ma con incedere lento ed elegante) Salve…sono Talmir…

WA-(imbarazzato) Buo…buonasera, non siamo stati noi !

AD-I gioielli li ho trovati per terra, glielo giuro !

TA-(facendo segno di tacere) Sssttt ! Zitti ! C’è la polizia fuori…ma che ci fa qui ?

WA-Ma come, non lo sa ? E’successo un fatto gravissimo…

AD-(intervenendo) Ma cosa dice ? Una sciocchezza, un’inezia, un piccolo, banalissimo errore…(a Talmir) Permette che mi presenti ? Sono il barone Adalberto De Sgraffignis…enchantè…(baciandole la mano le sottrae l’anello che porta al dito)

TA-Piacere, Talmir…

Adalberto si gira a stimare l’anello sottratto e se lo infila in tasca

TA-(a Walter) Voi sapete chi sono, vero ?

WA-Veramente no…chi è lei ?

TA-(a bassa voce) Sono del SISDE…me la faccia vedere subito !

WA-(fraintendendo, convinto) Ah, lei è dell’INPS…Gelindo, salta fora, l’è un falso alarme…salta fora che ghè quela de l’INPS, se ved che l’è rivada per cuntrulà la tua gamba…

GE-(togliendosi il paralume e rimettendolo a posto) Ah, meno male che è arrivata…almeno così mettiamo le cose in chiaro una volta per tutte…

TA-Sì, avanti, faccia in fretta perché non ho molto tempo…dov’è ?

GE-(stupito) Signorina, dove vuole che sia ? Al suo posto !

TA-(nervosamente) Stupido ! Doveva nasconderla, non può lasciarla così in vista, qualcuno potrebbe vederla !

GE-(sempre più stupito) Ma signorina, come faccio a nasconderla ? Malconcia è malconcia, però l’è ancamò atacada al sò post ! (si tocca la gamba)

TA-Va bene, va bene…con Danilo avevamo stabilito un prezzo…dov’è lui adesso ?

WA-GE-AD-(imbarazzati) E’vivo e vegeto, non si preoccupi…

TA-Ho capito, ha mandato voi a fargli da intermediari…d’accordo, quanto vuole ?

GE-Beh, la minima di sicuro…comunque poi bisogna fare il conteggio dei bollini…

TA-(sospettosa) Calma, chi mi garantisce che lei non bluffa ?

WA-Guardi che Gelindo non finge, garantisco io…

TA-Noi del SISDE non ci fidiamo mai, dobbiamo verificare tutto !

GE-Tì uhì Walter, varda che malfident ! (a Talmir) Comunque guardi…(si mette a saltare) Guardi se è vero o se faccio finta !

TA-(stupita) Ma che fa ?

WA-(cercando di convincerla) Signorina, pensi che ha dentro anche due chiodi !

GE-Poi quando cambia il tempo mi fa anche un male bestia…

AD-Tutta colpa di una battuta di caccia !

TA-(sospettosa) No, non mi fido…voi state bluffando, state prendendo tempo per non farmela vedere…così su due piedi il SISDE non paga !

GE-(arrabbiandosi) Macchè su due piedi ! Io cammino su uno e anche a malapena, signorina !

TA-Mi dispiace, noi avevamo stabilito un accordo preciso con Danilo : dovevamo venire qui, vederla e poi pagare…a queste condizioni si ricordi che non pagheremo mai ! Arrivederci ! Ah, è inutile avvisare la polizia di questa mia visita…non vi crederebbero mai ! (esce)

GE-Ma cume signorina…(ai due) Varda tì che delinquent, te fan versà ona vagunada de danèe per i bulin per po’ dit che te paghen minga la pensiun…

WA-L’è una situasiun sempre pusè cumplicada…vialter stì chì che mì vò a vedè se el pulisiott l’è sempre davanti al cancell…L’è minga pusibil, chi tucc vagn e vegnen cume voren e num sem ancamò chì ! (esce)

GE-Barone, cosa ci succederà adesso ?

BA-Cosa vuole che ne sappia…Dio mio, speriamo che tutta questa storia non arrivi alle orecchie di mamma…sarei un uomo rovinato !

Rientra Farina

FA-(accorgendosi dei due) E vialter se fasì chì ? G’ho dì a tucc i invidà de restà in del salun…

GE-(imbarazzato) Siamo…dell’INPS e del SISDE

AD-Esatto, e siamo venuti a verificare che tutto funzioni per il meglio !

FA-(tra sé) Perbacco, anca i servizi segreti ghè de mes…alura avevi intuì ben, dedrèe a che l’omicidi chì a ghè on quai cos de gros…alter che el pustin e el camerer…(ai due) Bene, sono l’ispettore Farina…posso esservi utile ?

AD-(tossendo imbarazzato) Isp…ispettore ? Ce la faccia vedere…

GE-Appunto…noi siamo agenti dell’INPS e del SISDE, ce la faccia vedere !
FA-(stupito) Ma che roba ?

GE-Il libretto della pensione !

AD-(guardando male Gelindo) Ma la tessera della polizia, no ?

FA-Oh, ma naturalmente…(mostra il tesserino e lo rimette in tasca) Vedete, qui è successo un fatto molto grave…

AD-(interrompendolo) Sappiamo tutto, ma non è poi così grave…una sciocchezza, una piccola, stupida ragazzata…

FA-La chiami ragazzata…

GE-(con insistenza) Siamo dell’INPS e del SISDE, voglio vedere il suo libretto della pensione !

FA-Ma mì el libret ghe l’ho neanca mò…mì vù in pensiun tra ona settimana, apena risolt che’l caso chì…

GE-Ma che bel…e quant el ciapa al mes ?

FA-Mah, cun quasi quarant ann de servisi mi credi che ciaparò almen mille euro al mes…pusè la pensiun de la mia mièe che la g’ha la minima…sarem inturna ai milaecinqcent euro, quanto basta per stà ben, insuma…

GE-(interessato) E g’han minga fà di prublem per daghela ?

FA-No…perché ?

GE-A mì hin adrèe a fam diventà matt…voren cuntrulà la gamba, disen che se fiden minga…

AD-(intervenendo e zittendo Gelindo) Ssst ! Non dobbiamo rivelare nulla ! Lei ispettore vada pure di là nel salone ad indagare, qui ci siamo noi, non si preoccupi, vada, vada pure…

FA-D’accordo, però l’è mei che tra num ghe sia culaburasium, quest chì l’è un cas dificil de risolv…tegnim agiurnà…(esce)

GE-Varda tì, chì la pensiun la ciapen tucc e dumà mì g’ho de cumbatt…varda l’ispetur, tra lù e la sua mièe ciapen milaecinqcent euro al mes…e mì sunt l’unic

ciula !

AD-(interrompendolo) Gelindo, non si tradisca ! Quello è l’ispettore della polizia e lei a momenti ci fa arrestare…mantenga il sangue freddo, per favore !

GE-Ma mì vurevi dumà savè se el ciapa al mes…

Entra nel mentre il boss mafioso Rosario Pizzuto accompagnato dal suo guardaspalle Alfio, entrambi vestiti con coppola e gessato. Parlano in siciliano.     

RO-Femmi tutti…dov’è Danilo Dominioni ?

GE-AD-(impauriti) E’vivo e vegeto !

AL-Boss, a chi sparo per primo ?

RO-Un attimo Alfio, un attimo…allora amici, dov’è Danilo ? Vi giuro che se entro trenta secondi non mi dite chi di voi due è Danilo Dominioni, nell’incertezza vi faccio luparare entrambi !

I due tacciono, impietriti dalla paura

RO-E bravi, avete messo la polizia alle porte ma non è servito a niente…avete visto ? Siamo entrati lo stesso ! Quel poliziotto è un cretino, non si accorge di niente…allora, vogliamo sapere chi di voi due è Danilo e perché non ha fatto il solito versamento…

GE-Io sono solo il cameriere…anche a me non ha fatto il versamento, infatti ho delle rogne con l’INPS per avere la pensione…è appena passata una signorina a controllarmi la gamba !

AD-(intervenendo) Una battuta di caccia…è stato colpito da un barone !

RO-E bravo…allora, se lui è il cameriere tu sei Danilo…o sbaglio ?

AL-Boss, lo sparo subito ?

RO-(infastidito) Sssttt…Allora Danilo, perché non hai fatto il versamento ? (nel frattempo gli porge la mano da baciare, sulla quale, al mignolo, porta un grosso anello)

AD-(sottraendogli l’anello mentre gli bacia la mano) Mi sono dimenticato…

RO-(ridendo sguaiatamente) Ah ah…hai capito Alfio ? Si è dimenticato…

AL-Ah ah ah…

RO-(tornando serio) Basta così Alfio ! (Alfio smette subito di ridere) E così hai la memoria corta…

AL-Boss, che faccio ?

RO-Sssttt ! Avanti voi due, prendete carta e penna e scrivete ! Su, veloci, carta e penna !
GE-(prendendo dalla scrivania carta e penna) Facciamo un reclamo all’INPS per il mancato versamento dei bollini ?

RO-Esatto, facciamo un bel reclamo…scritto con il vostro sangue !

AD-Se mi vedesse mamma…

GE-Ades anca el preliev del sang…Madona, ma se ghe vor per convinci a dam sta benedetta pensiun ?

RO-Allora Alfio, dicci che devono scrivere…

AL-Chi scrive di voi due ?

AD-Lui…sa, io non posso compromettere la mia immagine…

AL-Allora scrivi !

GE-Sono pronto…facciamo un bel reclamo e non se ne parla più !

AL-(sottovoce a Rosario) Boss, ma che deve scrivere ?

RO-Per non destare sospetti gli facciamo lasciare una lettera…facciamo credere che si sono uccisi perché…perché erano amanti e non andavano più d’accordo…

AL-Mi sembra un’ottima idea, boss ! (a Gelindo) Allora scrivi : abbiamo deciso di comune accordo virgola di farla finita con questa storia perché punto e virgola…

AD-(interrompendolo) No, mi dispiace ma qui il punto e virgola non ci va…

RO-Stai zitto o ti luparo !

AL-Dov’ero rimasto ? Ah sì, al punto e virgola…perché lui non mi ama più punto esclamativo…quindi questa decisione l’abbiamo presa entrambi due punti aperte le virgolette convinti che era l’unica soluzione possibile punto. Addio punto esclamativo. Rileggi…

GE-(tra sé) E po’ disen che in de l’INPS ghè minga cunfusion…varda tì che manera de fa un reclamo…ghe capisen dumà lur…(rilegge) “Spettabile INPS, abbiamo deciso di comune accordo virgola di farla finita con questa storia perché punto e virgola…no, mi dispiace ma qui il punto e virgola non ci va…stai zitto o ti luparo…Dov’ero rimasto ? Ah sì, al punto e virgola…perché lui non mi ama più punto esclamativo…quindi questa decisione l’abbiamo presa entrambi due punti aperte le virgolette convinti che era l’unica soluzione possibile punto. Addio punto esclamativo. Rileggi…” Se permette però vorrei dire che il mio amante è l’altro e che l’ho conquistato facendogli gli spaghetti alla carbonara…sa, in realtà io mi chiamo Vanessa…

AD-Ed io Alberta…

AL-Boss, che minchia stanno dicendo ?

RO-(accorgendosi di non avere più l’anello) Alfio ! il mio anello…dov’è ?

AL-(girandosi verso di lui) Boss, non lo so…

RO-(cercandolo) Il mio anello è scomparso ! Cercalo Alfio, è un regalo di Don Vito Anastasia…non posso averlo perso !

Mentre i due cercano l’anello, Gelindo si nasconde sotto il paralume mentre Adalberto assume la posizione di una delle statue

AL-Boss, non c’è…

RO-(arrabbiandosi) Qualche bastardo me l’ha rubato…minchia Alfio, ma dove sono finiti quei due ?

AL-(guardandosi attorno) Sono fuggiti boss ! Mentre noi cercavamo l’anello se la sono filata !

RO_Andiamo Alfio, andiamo…tanto prima o poi li ritroveremo…Sarai mica stato tu a fottermi l’anello, Alfio ?

AL-Boss, vi giuro che…

RO-(interrompendolo) Ahh, lascia perdere ! (escono)

Gelindo ed Adalberto si ricompongono

GE-Barone basta, non ce la faccio più ! Sa cosa le dico ? Che rinuncio alla pensione !

AD-(agitato) Ma cosa vuole che mi interessi della sua pensione, io poco fa ho rischiato la pelle…se lo sapesse mamma…

Rientra Farina

FA-Ah, siete qui…cercavo proprio voi !

AD-(porgendo imbarazzato l’anello all’ispettore) Questo l’ho appena trovato per terra…non sono stato io…

FA-(mostrando il microfilm) Guardate signori…guardate che cosa aveva in tasca il signor Dominioni…una pellicola, che mi hanno appena consegnato dalla scientifica…

AD-(interessato) E che cosa ha scoperto ?

Nel mentre rientra Walter

WA-Via libera, finalment l’Esposito el s’è indurmentà !

FA-(a Walter) Che’l vegna avanti anca lù sensa paura…uramai l’è tucc risolt, l’è minga necessari cuntinuà a nascundes…la prova l’è in che la pelicula chì…

WA-Oh, menu mal, cominciavi a puden pù de cur avanti e indrè per tuta la cà…ma alura, se el ‘sasino l’è minga el Gelindo, chi l’è ?

FA-On atimin che ghe spieghi…(chiamando) signorina Conchita ? Signorina Conchita ?

CO-(entrando) Dica ispettore…

FA-Alura signorina, la me la dis lè la verita o basta che la pelicula chì ?

CO-(stupita) Ma che sta dicendo ? Quale verità ?

FA-Basta fingere signorina…è lei la vera colpevole, è lei che ha ucciso Danilo Dominioni !

CO-(ridendo) Io ? Ah ah, questa poi…ma se sono stata proprio io ad avvisarvi !

FA-Certo, e sa perché ? Perché quando ha scoperto questi due vicino al cadavere, ha pensato bene di scaricare la colpa su di loro…per avere un alibi ! Lei era l’amante di Danilo, nonché la sua complice in questo traffico di documenti segreti verso i paesi dell’est…Ma Danilo ultimamente aveva deciso di escluderla, e così lei lo ha ucciso…La macchina è già fuori, ghe risparmi l’onta de metegh i manett, perché duman mì vò in pensiun…

CO-(a testa bassa) Ha scoperto tutto…questa volta è finita…questa volta per me il sipario si chiude davvero…(si avvia all’uscita accompagnata da Farina)

FA-La vegna cun mì, Conchita…(ai tre) Aspetè un atimin che vegni a saludav…(esce)

GE-Mì ho capì nient…

AD-(sollevato) Ma allora non era per i gioielli…devo dirlo subito a mamma ! (esce)

WA-Mì l’ho sempre dì : il ‘sasino è sempre il cameriere !

GE-Walter, ades che l’è finida, finalment podi dag ona ugiada al tò telegrama…(lo toglie di tasca, lo legge e assume un’espressione sempre più stupita) Tì uhì Walter, varda tì quei de l’INPS che delinquent ! Me scriven : “comunichiamo avvenuto accredito pensione € 1050,00 mensili. Rallegramenti” Ma pudeven minga dimel prima ? Gh’era bisogn de fam diventà inscì matt ?

WA-Te vist che a la fin la pensiun te l’han dada ? Te fa diventà matt tucc per chì quater danèe lì !

Rientra Farina

FA-Alura sciuri…mi vulevi saludav perché tra on quai dì parti…la mia mièe l’ha prenutà ona crociera de quindes dì…

GE-(interessato) Ma alura mì, che ciapi pusè de lù, pudaria anca mì fa ona bela cruciera…m’han dì che in sui nav gh’è tanti bei dunet per balà el boogie-boogie…

WA-Ma che cruciera, ma che boogie-boogie…tì te vegnet cunt mì, te meti là in d’una palude cunt ona gamba per ari e te fò fa el fenicottero…te capì, “Vanessa” ?

A sfumare con un battibecco a soggetto tra i due, mentre Farina ride divertito.

FINE