ACHILLE CAMPANILE
DELITTO A VILLA ROUNG
I.
~
PERSONAGGI
Olga
Trismegian
Fabricius
Chrisis
La Didascalia
Mister Roung
John
Brown
Mortimer »
Dottor Scottles
Margareth
Filiberto
Lo Sconosciuto
Eva
Olga, Trismegian, Fabricius, Chrisis, la Didascalia, ecc.
OLGA Signori, vogliamo passare a prendere il caffè sulla terrazza?
TRISMEGIAN E’un’idea eccellente, con questa splendida serata, mia cara futura suocera. Non si
direbbe mai che siamo nei dintorni di Londra.
OLGA E voi, Fabricius, andate a prendere mister Roung, che, come sapete, è paralitico e circola per
mezzo d’un seggiolone a rotelle spinto a mano.
FABRICIUS Vo, o vado; si può dire in tutt’e due i modi. (S’inchina ed esce).
OLGA Chrisis, volete aprire la radio?
CHRISIS Subito, lady Olga. (Esegue).
LA DIDASCALIA (in veli; cala dall’alto mediante corde) Tutti passano sulla terrazza, meno
Chrisis, che è presso l’apparecchio radio, e Trismegian, che s’indugia ad arte. (Viene risollevata e
scompare).
TRISMEGIAN Ma chi è questa?
CHRISIS La Didascalia. L’Autore ha voluto che apparisse in iscena, perché è inutile scrivere delle
belle didascalie, che poi il pubblico non sente. Ma tu fingi di non vederla e facciamo la nostra scena.
Trismegian e Chrisis, la Didascalia; poi mister Roung.
TRISMEGIAN (a Chrisis, con voce soffocata) Ebbene, che cosa vuoi? Mi mandi dei biglietti
minatori?
CHRISIS Nessun biglietto minatorio. Ti ho pregato di darmi il modo di parlarti, altrimenti faccio
uno scandalo.
TRISMEGIAN Che vuoi dirmi? Presto.
CHRISIS Tu ti fidanzi con Eva.
TRISMEGIAN Che scoperta! Lo sanno tutti. Stasera daremo l’annunzio ufficiale. Ho fatto apposta
un viaggio di due giorni.
CHRISIS Vigliacco, mi hai disonorata. Avevi promesso di sposarmi. Già, avrei dovuto immaginarlo.
Sposare una governante. Quando si può fare il colpo di sposare la padroncina, che è miliardaria.
TRISMEGIAN Sai bene che il mio patrimonio è tale, che nessuno può pensare ch’io faccia un
matrimonio d’interesse. Amo Eva, ecco tutto.
CHRISIS Ma sappi che Eva ama, riarnata, suo cugino Victor, che è un uomo capace di tutto. Bada a
te. Forse questa volta non la passi liscia. Egli non sopporterà queste nozze.
TRISMEGIAN Infatti, mi ha mandato un biglietto di minacce, ma me ne infischio.
DIDASCALIA (c. s.) Sotto la porta di sinistra appare il vecchio Roung paralitico, nel seggiolone a
rotelle spinto da Fabricius, che lo lascia e si ritira. Il vecchio fissa con occhi terribili i due che gli
voltano le spalle. (Scompare c. s.).
CHRISIS Eva subisce la volontà di suo padre, mister Filiberto, che tu hai in pugno, perché sei a
giorno d’un segreto la cui divulgazione lo porterebbe alla forca.
TRISMEGIAN Taci.
CHRISIS T’ho visto poco fa nella biblioteca, mentre gli mostravi il documento, e mister Filiberto è
impallidito.
TRISMEGIAN Ma vuoi tacere? Non siamo soli. C’è il vecchio paralitico.
CHRISIS E’ sordo come una campana.
TRISMEGIAN Ma ci vede.
CHRISIS Non può parlare né scrivere.
TRISMEGIAN Non ti fidare, ha una brutta faccia.
CHRISIS Ce l’ha sempre. (Con voce fremente) Bada, ho sentito con le mie orecchie, quando sei
uscito, che mister Filiberto diceva di te: « Il maledetto mi ha ricattato! » Sono certa che mister
Filiberto mi vendicherà. Sta’ in guardia.
TRISMEGIAN E due. Poco fa mi dicevi di stare in guardia dal cugino di Eva, ora anche da suo
padre.
CHRISIS Tu non sposerai Eva! (Dà un sonoro pugno sulla testa del paralitico).
TRISMEGIAN Che modo è questo? Per dar forza al discorso. batti il pugno sulla testa del
paralitico?
CHRISIS Tanto non può muoversi.
TRISMEGIAN Ma non credere d’intimidirmi. Batto anch’io il pugno. Sulla testa del paralitico.
(Esegue).
CHRISIS Ti dico che non sposerai. (Altro pugno c. s.).
TRISMEGIAN Taci, maledetta! (Pugno c. s.).
CHRISIS Bada a te. La vendetta d’una donna ingannata è terribile.
DIDASCALIA (c. s.) Chrisis via sulla terrazza, spingendo con rabbia la carrozzetta del paralitico,
mentre entra dalla sinistra lady Olga. (Scompare c. s.).
Trismegian, Olga, Fabricius; poi John.
OLGA (entrando con Fabricius) Trismegian!
TRISMEGIAN Mia cara futura suocera.
OLGA Io ce l’ho con voi!
TRISMEGIAN Anche voi... Cioè, volevo dire: perché?
OLGA Non ci avevate annunziato l’arrivo di vostro nipote. E’ arrivato in questo momento John
Blakson e domanda di voi.
TRISMEGIAN (vivamente contrariato) Ecco una visita che non aspettavo né desideravo. E’ un
poco di buono. Permettetemi di liberarmene subito. (A Fabricius) Fatelo passare, prego.
OIga va sulla terrazza.
JOHN (entrando) Caro zio... (Si spegne la luce). Oh, siamo rimasti al buio?
TRISMEGIAN S’è spenta la luce. Fabricius, delle candele!
Detti, Chrisis, Eva e Filiberto.
Rumori di passi precipitosi, un urlo, un rantolo; di nuovo passi affrettati.
DIDASCALIA (c. s.) Si accende la luce. In iscena sono: sulla porta di sinistra Fabricius e John, su
quella di destra Olga e Chrisis, su quella della terrazza Eva e Filiberto. Al centro accasciato in una
poltrona, è Trismegian, immobile, il capo ripiegato sui petto.
JOHN Zio! (Lo scuote. Il capo di Trismegian ciondola inerte). Morto! Pugnalato nella schiena.
Mormorio di terrore.
DIDASCALIA (c. s.) Dalla terrazza entra Margareth, sorella di Eva e figlia di mister Filiberto, che
spinge la carrozzetta col vecchio paralitico.
OLGA Bisogna avvertire subito la polizia. (Telefona, con semplicità) Pronto? Commissariato?..,
qui Villa Roung... Si sono io... Non c’è male, grazie, e lei?... Ho piacere. Che mi racconta di bello?...
Eh, io immagino, io immagino... I suoi tutti bene?... Mi fa piacere... I miei così così... Si vivacchia.
Meno il mio ex futuro genero, che non vivacchia più, perché è moracchiato. Anzi, volevo dirle:
potrebbe mandare un ispettore? Oh, una cosetta da niente, in famiglia, alla buona... Si, assassinato...
Pugnalato nella schiena... Viene? Grazie infinite. (Riattacca il ricevitore; ai circostanti) Viene subito.
Che cara persona!
Detti, Brown, Mortimer; poi Mortimer via.
FABRICIUS (annunzia) L’ispettore di polizia James Brown e il suo aiutante, sergente Mortimer.
OLGA Hanno fatto prestissimo a venire.
BROWN (entra seguito da Mortimer) Fermi tutti. Nessuno abbandoni la casa. Mortimer!
MORTIMER Comandi.
BROWN Un agente di guardia ad ogni uscita della villa.
FILIBERTO C’è una sola uscita.
BROWN E noi un solo agente abbiamo. Ci sono uscite segrete?
FILIBERTO No.
BROWN Meno male, perché, per le uscite segrete ci vorrebbero agenti segreti. (A Mortimer) E
chiamate il medico.
MORTIMER State poco bene?
BROWN Il medico legale!
MORTIMER Bene. (Saluta battendo i tacchi, e via).
BROWN Tutti in casa al momento del fatto?
FILIBERTO Tutti.
BROWN E nessun altro?
FILIBERTO Nessuno. Non c’è nessun altro in casa. La cuoca è in vacanza a Biarritz. (Mentre
Brown esamina Trismegian) Mio caro mister Brown, non si vive pi6 tranquilli. Non c’è riunione
familiare, a Londra, che non sia funestata da un caso del genere: a un certo punto, si spegne la luce e
poi si trova che è stato assassinato qualcuno. Bisognerebbe reclamare con la società elettrica.
BROWN Riceviamo continue chiamate per casi del genere. E che tatto ci vuole per le indagini in
questa specie di delitti! Non avvengono che nella buona società.
OLGA Ormai è un giuoco di società: s’uccide uno della famiglia, si chiama la polizia e comincia il
giuoco: trovare l’assassino.
FILIBERTO (puerilmente) Oh, si, si, facciamolo!
BROWN In molte famiglie viene adottato come passatempo per le lunghe serate invernali. E,
quando si spegne la luce, non c’è mai qualcuno che abbia un fiammifero.
Detti e il dottor Scottles.
MORTIMER Mister Brown, c’è il medico.
BROWN Avanti, dottor Scottles. La solita chiamata.
SCOTTLES Ormai ci sono abituato. Immagino che la vittima sia questa. (Esamina Trismegian) Già.
O pugnale, o veleno. Ancora non si può dire.
MORTIMER Come non si può dire, se c’è ancora il pugnale conficcato?
SCOTTLES Già, è vero, non ci avevo pensato. Sicuro, sicuro, pugnale senz’altro. Del resto potrebbe
esserci anche il veleno, oltre il pugnale. (Esamina) Già: o suicidio, o delitto.
MORTIMER Credo che il suicidio si possa escludere; il pugnale è conficcato nella schiena.
SCOTTLES Verissimo. A meno che... (Ai circostanti) La vittima non era contorsionista?
FILIBERTO Che io sappia, no.
JOHN Lo escludo senz’altro.
SCOTTLES Allora, niente suicidio. Delitto. Buona notte, signori. (S’avvia per uscire. Sulla porta si
volta) Per ora, fategli un clisterino. (Via).
MORTIMER (piano al poliziotto) Avete capito chi è il colpevole?
BROWN Non me lo dite.
MORTIMER Io l’ho capito subito.
BROWN Va bene, ma non me lo dite.
MORTIMER Avete ragione. Guai se si viene a sapere troppo presto chi è il colpevole. Il dramma
perde ogni fascino.
BROWN Riprendiamo gl’interrogatori. (A Fabricius) Voi dite d’essere il domestico. Badate di non
fuorviare la giustizia con false dichiarazioni. Vi rendete conto della responsabilità che assumereste?
Siete veramente il domestico?
FABRICIUS (che è in livrea) Sissignore.
BROWN Guardate che una menzogna verrebbe presto scoperta. Potete asserire con tutta tranquillità
d’essere proprio il domestico?
FABRICIUS Ve lo giuro. Vorrei cecarmi.
BROWN Allora portatemi un wisky. E intanto rispondete alle mie domande: non sapete se, per caso,
il signor Trismegian stasera abbia avuto una discussione un po’ vivace con qualcuno? Cercate di
ricordarvi.
FABRICIUS A tavola c’è stata una discussione a proposito dei topi.
BROWN (con intenzione) Dei topi, eh?
FABRICIUS Sissignore. Il giardiniere ha fatto sapere ai padroni che nella villa di Cannes ci sono i
topi, ed ha mandato a chiedere le chiavi per mettere un gatto, o l’arsenico, credo.
BROWN Mortimer, avete sentito? L’arsenico.
MORTIMER un potente veleno.
BROWN Continuate, Fabricius, vi prego. (Volutamente fatuo) Il vostro racconto m’interessa
enormemente.
FABRICIUS A tavola, il signor Filiberto ha detto: « Per i topi, è meglio il gatto» e la signora è saltata
sulle furie. Così hanno cominciato a litigare.
BROWN Ma io parlavo di litigi col signor Trismegian.
FILIBERTO No, col signor Trismegian non posso servirlo.
BROWN Ne so abbastanza. (A Filiberto) Perdonate, mister Filiberto, io sono vergognosamente
curioso. A voi piace viaggiare?
FILIBERTO Dio mio, abbastanza. Ma non mi pare il momento di far questi discorsi.
BROWN Vedo che cercate di sfuggirmi. Allora, rispondetemi: pare che vi accingiate a fare un
viaggio in Italia. Si può sapere lo scopo di questo viaggio?
FILIBERTO (prontamente) Studiare la perfetta organizzazione del teatro italiano.
MORTIMER Scusate, capo. (Dice qualcosa all’orecchio di Brown).
OLGA (a parte) Che educazione, però.
BROWN (a Mortimer) No. Ho il mio sistema. Io le situazioni le capisco a volo. E perché tu non
debba credermi dotato di poteri soprannaturali, ti dirò che queste situazioni si ripetono con caratteri
pressocché identici. Soltanto, l’assassino a volte è uno, a volte un altro. Per esempio, giurerei che in
questa casa c’è un’istitutrice.
CHRISIS Eccola.
BROWN Scommetto che siete stata ingannata dal signor Trismegian, che aveva promesso di
sposarvi.
CHRISIS A servirvi.
BROWN Poco fa dev’esserci stata fra voi una scenata. Voi gli avete rivolto oscure minacce.
CHRISIS Per l’appunto.
BROWN Tutte così. Si potrebbe pensare che siate voi l’assassina.
CHRISIS Si potrebbe pensare, ma...
BROWN Si potrebbe pensare, ma non siete voi. Non ho difficoltà ad ammetterlo. Sarebbe troppo
semplice. Abbiamo poi miss Eva, che stasera doveva fidanzarsi col Trismegian. Giurerei, signorina,
che voi non lo amavate.
EVA Lo confesso.
BROWN Piegavate il capo alla volontà di vostro padre.
EVA E voi volete insinuare che io avrei ucciso Trismegian?
BROWN Me ne guardo bene. Finora, non è mai accaduto un caso simile. Vostro padre era tenuto in
pugno dal Trismegian. Un novizio del mestiere penserebbe: « Allora è mister Filiberto che ha ucciso».
Io no.
MORTIMER Ma allora...
BROWN Già, allora chi è l’assassino? (Piano a Mortimer) Secondatemi. (Forte) Mortimer!
MORTIMER Comandate!
BROWN Fa molto caldo, qui. (Con affettata disinvoltura) Che ne direste d’una passeggiata in
giardino?
MORTIMER Mi pare strano. Invece di cercare il colpevole, volete andare a passeggio.
BROWN (gli strizza l’occhio insistentemente; piano) Secondatemi, imbecille!
MORTIMER (riprendendosi) Ah, si, scusate, non avevo capito. (Forte) Perché no? E’ una
buonissima idea. Andiamo a fare una passeggiata in giardino.
BROWN (a tutti di casa) Signori, circolino pure liberamente per le altre stanze. Questa sola resti
deserta. Noi andiamo a fare due passi in giardino.
Tutti escono, meno lui e Mortimer.
Brown e Mortimer, poi Margareth, ecc.
BROWN (a Mortimer) Attenuate le luci e nascondiamoci dietro questo mobile. Il colpevole non
tarderà a cadere in trappola, venendo qui a nascondere qualche traccia. (Si nasconde) In guardia,
Mortimer!
MORTIMER (nascosto) In guardia sto!
BROWN (piano) La porta si schiude lentamente.
MORTIMER (piano) Entra qualcuno.
BROWN (c. s.) Margareth. Si crede sola. Cautissima, s’avvicina al cadavere. E’ il momento di
mostrarsi. (Tossicchia e si mostra) Signora, qual buon vento?
MARGARETH (sussulta; con imbarazzo) Cercavo.., il fazzoletto...
BROWN (le o/Ire il proprio con galanteria) Permette? Usi il mio.
MARGARETH Oh, grazie.
BROWN Ma, prima di tutto, lasci che l’alleggerisca di questo gingillo. (Le tira fuori dallo scollo
della camicetta una rivoltella).
MARGARETH Una rivoltella? Non sapevo che fosse qui. Chi ce la può aver messa? Giuro che
sono innocente.
BROWN Ne sono convinto. Passi di là.
Margareth via a sinistra.
Brown, Mottimer, Lady Olga, poi Filiberto.
MORTIMER E’ evidente che l’assassina è lei.
BROWN Garantito. (Piano) Ma guardate: un quadro della parete gira su se stesso e appare lady Olga
che entra e si dirige furtiva verso l’assassinato. (Forte, uscendo dal nascondiglio) Lady Olga!
OLGA (con un salto) Che paura m’avete messo. Cercavo.., il mio... fazzoletto.
BROWN Prendete il mio e passate di là.
Olga via.
MORTIMER E’ evidente che l’assassina è lei.
BROWN Matematico. (Piano) Ma guardate: qualcuno ha infranto i vetri della finestra, due mani
s’aggrappano al davanzale... (Forte) Oh, signor Filiberto, come mai da queste parti?
FILIBERTO (saltando agilmente nella stanza) Cercavo...
BROWN Il fazzoletto. Prenda questo.
MORTIMER (con ammirazione) Ha la cava dei fazzoletti.
Tutti.
BROWN Riaccendete la luce. (Forte) Signori, potete rientrare. (Rientrano tutti). Volete prendere le
posizioni che avevate quando la luce s’è riaccesa dopo il delitto? (Tutti eseguono. Brown fissa John,
poi, a bruciapelo) Mister Blakson, perché avete ucciso vostro zio?
JOHN Io? Ma voi siete pazzo. Non mi sono mosso dalla porta. Può attestarlo il domestico, ch’era
vicino a me.
FABRICIUS Verissimo.
BROWN Allora, voi, Fabnicius, perché avete ucciso Trismegian?
JOHN Ma se vi dico che nessuno dei due s’è mosso!
FILIBERTO Scusate, mister Brown, ma così chiunque sa fare il poliziotto. Voi vi buttate a
indovinare.
BROWN Tenete per voi i vostri apprezzamenti. (Fissandolo) Mister Filiberto, perché avete ucciso
Trismegian?
FILIBERTO (con lo stesso tono) Mister Brown, voi prendete un granchio. Non l’ho ucciso.
BROWN Non ci credo.
FILIBERTO Ma perché dovrei dire una cosa per un’altra?
BROWN (a Olga) Lady Olga, perché avete ucciso Trismegian?
OLGA Ero con l’istitutrice, e nessuna delle due s’è mossa. Ma perché avrei dovuto uccidere il
fidanzato di mia figlia? Non mi pareva vero che avesse trovato marito.
BROWN Ma qualcuno deve averlo ucciso, no?
MORTIMER Effettivamente, capo, mi sembra che voi vi buttiate un po’ troppo a indovinare.
BROWN E’ il mio sistema, Mortimer. V’hanno poliziotti che deducono. Altri procedono per
induzione. Io mi butto a indovinare.
MORTIMER E’ un sistema anche questo. Tuttavia mi pare strano che, durante una festicciuola per
un fidanzamento, la famiglia uccida proprio il fidanzato.
BROWN Pare anche a me. Ma allora chi può averlo ucciso?
MORTIMER Vattelappesca.
BROWN Il vecchio paralitico è stato interrogato?
FABRICIUS Non mi pare. E’ sordo e muto. Comunque sarebbe opportuno farlo cantare.
FILIBERTO Eh, si, se ci si riuscisse, sarebbe una bella cosa.
BROWN (al paralitico) Mister Roung, ho il dovere di prevenirvi che tutto quello che direte, da
questo momento, potrà essere usato contro di voi.
PARALITICO Cretino!
FILIBERTO E’ inutile tormentarlo, povero papà, non può muoversi. (Con naturalezza, dopo aver
cercato con lo sguardo un momento un posto dove accendere un fiammifero, lo stropiccia sulla testa
pelata del paralitico e, alla fiammella, accende la pipa, mentre il paralitico, con s/orzo abbozza una
smorfia di dolore).
BROWN (indicando ognuno) Allora, voi non siete stato, voi neppure, voi no, voi no, voi no, voi no,
voi no, voi no...
TRISMEGIAN (dalla poltrona) Adesso va a finire che I assassino sono io.
BROWN Ma che c’entrate voi?
TRISMEGIAN Scusate, io sono il più interessato di tutti, in questa faccenda.
BROWN Voi siete l’assassinato. Mettetevi li e non muovetevi.
TRISMEGIAN Ma qualcuno me l’avrà data la pugnalata, si o no?
BROWN Adesso lo troveremo. State al vostro posto e abbiate pazienza.
TRISMEGIAN Ma vorrei veder voi nei miei panni. Si trovi il mio assassino, o faccio il finimondo.
BROWN Oh, insomma, basta, o vi dichiaro in arresto.
TRISMEGIAN Che modi! (Si rimette giù).
Si sentono i vagiti del poppante.
MARGARETH Oh, il mio bambino che s’è svegliato. Con permesso. Vado a dargli il latte.
BROWN Mister Filiberto, m’avevate detto che in casa non c’ erano altre persone. M’avete celato la
verità. Mortimer! Introducete il poppante.
Mortimer via.
FILIBERTO Mister Brown,non vorrete, spero, sospettare d’un’innocente creatura.
MORTIMER (rientra col poppante; a parte) In realtà, mi sembra poco probabile che il poppante
abbia qualche parte in questo misterioso affare.
BROWN Comunque è l’unico che non abbia prodotto un alibi. Il poppante resti a disposizione.
TRISMEGIAN Ma come volete che un poppante...
BROWN Voi state qui e non muovetevi. Siete o non siete l’assassinato?
TRISMEGIAN Santa pazienza!
BROWN A meno che l’assassino non sia io. Ma mi sembra poco probabile. Mortimer, ispezioniamo
la casa.
Detti meno Brown e Mortimer. In più, lo Sconosciuto.
LO SCONOSCIUTO (entrando) Buonasera, signori.
FILIBERTO Ma voi chi siete?
SCONOSCIUTO Sono Brown, il poliziotto a cui avete telefonato. Son corso qui appena ho potuto.
FILIBERTO Ma se Brown è uscito un minuto fa?
SCONOSCIUTO E’ l’assassino che finge d’esser me. Non lo fate scappare. Dov’è andato?
FILIBERTO Di là.
SCONOSCIUTO Miserabile! (Via a destra).
FILIBERTO Era un falso Poliziotto. Ma guardate chi c’è là! Lui, il falso Brown.
Detti e Brown.
Brown è apparso sulla porta di sinistra.
BROWN Ma che falso Brown! Il falso Brown è quello arrivato un minuto fa. Ve lo siete lasciato
sfuggire. E’ l’assassino che stava nascosto, non potendo scappare, e, quando ha sentito che ispe
zionavo la casa, ha giocato il tutto per tutto. E’ uscito dalla destra? Corro ad acciuffarlo. E, se torna,
fingete di credergli e trattenetelo con pretesti fino al mio ritorno. (Via a destra).
FILIBERTO Z itti: sento un passo che s’avvicina dalla sinistra.
SCONOSCIUTO (entrando da sinistra) Nessuna traccia del falso poliziotto. (Vedendo che tutti
tacciono e lo guardano sgomenti) Ho capito. E’ stato qui durante la mia assenza e v’ha detto che
l’assassino sono io.
FILIBERTO Scusate, chi ci assicura che siate James Brown? Avete qualcosa per farvi riconoscere?
BROWN Mister Filiberto, avetei capelli bianchi esembrate natoieri. Ma come volete che un
poliziotto famoso abbia qualcosa per « farsi riconoscere»? Non avrà che cose per « non farsi ri
conoscere». Guai se si fa riconoscere. Potrei dire che l’incognito è la nostra carta d’identità. Provate a
chiedere all’altro se ha carte d’identità. Se le ha, sono false, perché un poliziotto che si rispetti non
tende che a mascherare la propria identità.
FILIBERTO E se i due fossero una persona sola? Non li abbiamo mai visti contemporaneamente.
FABRICIUS No, no, guardate là: sulla porta di destra è apparso l’altro Brown. Lasciamoli soli.
Via tutti, meno Brown e lo Sconosciuto.
Brown e lo Sconosciuto.
SCONOSCIUTO V’ho messo in un bell’impiccio, signor James Brown.
BROWN James Brown? C’è un equivoco, caro. James Brown siete voi.
SCONOSCIUTO Siamo soli, posso dirvelo: nemmeno per sogno.
BROWN Questa è curiosa. Nessuno di noi due è Brown.
TRISMEGIAN (alzandosi) Fermi tutti. Signore! Signori! (Tutti rientrano). James Brown sono io,
che mi sono finto assassinato, per poter arrestare l’assassino.
FILIBERTO Ma scusate, voi non eravate Trismegian, il fidanzato di mia figlia?
TRISMEGIAN Mi fingevo Trismegian, al solo scopo d’arrestare il mio assassino. Era un’operazione
che preparavo da lunga pezza. Trismegian non esiste.
FILIBERTO E vostro nipote?
TRISMEGIAN E’ il mio migliore agente. E’ lui che ha spento la luce, entrando, giusta le mie
istruzioni.
TUTTI Ma bravo, rallegramenti, felicitazioni!
FILIBERTO (a Trismegian) Tuttavia, mister Brown, spiegatemi una cosa: se voi vi siete finto
assassinato per arrestare l’assassino, l’assassino chi è?
TRISMEGIAN (colpito) Già, è vero, l’assassino non esiste. Non ci avevo pensato.
FILIBERTO Poco male, poco male. Del resto, non si può pensare a tutto, no?
TRISMEGIAN Proprio così. E tutto è bene quel che finisce bene. Si dia principio alle danze.
TUTTI Viva il dramma poliziesco, che si sente al caldo e al fresco e ti fa rabbrividir. Viva.
Sipario.