Delitto al castello

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DELITTO AL CASTELLO

DELITTO AL CASTELLO

COMMEDIA COMICO-GROTTESCA

IN DUE ATTI

DI

ALDO CIRRI

PERSONAGGI :

SIR ARTHUR MC KINLEY - Barone scozzese                 - anni 85

LADY ELIZABETH                        - Terza moglie di Sir Arthur   - anni 40

MISS LORNA                      - Figlia di Sir Arthur              - anni 30

DOTTOR BLADSTONE      - Amante di Lady Elizabeth - anni 35

ANTHONY SPRING                       - Fidanzato di Miss Lorna      - anni 35

MRS. PAPERBLACK          - Amministratrice                   - anni 65

MISS PERSON                     - Governante                          - anni 50

GREGORY                           - Maggiordomo                      - anni 60

VON UBERMEHIER          - Commissario di polizia        - anni 50

WILBUR                               - Agente di polizia                 - anni 35

PEGGY e WINNY               - Due ragazze squillo              - anni 20

VOCE FUORI CAMPO       - Narratore                              -  ****

L’AZIONE SI SVOLGE IN SCOZIA NEL 1910

PRIMO ATTO

SCENA

Un salotto stile vecchia Inghilterra. Sul fondo una vetrata che dà sul giardino, dalla quale si vedranno, ad ogni colpo di fulmine, in controluce, le sagome degli alberi. Sulla destra della vetrata un enorme orologio a pendolo e nell’angolo una colonnina con sopra un busto di marmo, sulla sinistra della vetrata un’armatura medievale ; un tenda copre parte della vetrata. Sulla parete di destra due porte, in mezzo una scrivania in stile con sopra un telefono. Sulla parete di sinistra una porta, altri mobili, armi e trofei alle pareti. Al centro un divano con due poltrone, più una poltrona a schienale alto (personale di Sir Arthur) con poggiapiedi e sgabellino, ed accanto un piccolo tavolino con una lampada.

SIPARIO

Tarda sera, scena in penombra, uno spot dall’alto illumina Sir Arthur che, seduto sulla sua poltrona, con una coperta sulle gambe, sta trafficando con le mani dentro un piccolo cofano di legno che tiene in grembo. E’ molto vecchio, quasi paralitico, tremante, si muove a fatica aiutato solo dal maggiordomo, è ricchissimo. Fuori imperversa il temporale.

SCENA PRIMA

            VOCE FUORI CAMPO - (lugubre) Questa sera, signore e signori, vogliamo esservi testimoni e narratori fedeli dei fatti terribili ed oscuri avvenuti, molti anni fa, nell’antico castello di Landings, in una remota contea a nord della Scozia. E come tutte le tristi storie di sangue e di terrore, i lati oscuri restano tutt’oggi più numerosi di quelli limpidi, e molti enigmi circondano ancora le misteriose vicende avvenute in quella lontana notte. Vi prego, signore e signori, di prestare la massima attenzione alla narrazione di questa vicenda, affinché ognuno di voi possa trarne le proprie conclusioni, e perché (cambiando tono) non ho voglia di stare a ripetere due volte le stesse cose. (di nuovo lugubre) E come ogni storia di delitti che si rispetti, la vicenda comincia così : (pausa) Era una notte buia e tempestosa, il vento e la pioggia si abbattevano con violenza sulle antiche mura del castello, quasi a voler penetrare tutti i segreti di cinquecento anni di storia. Il castello era immerso nel sonno, soltanto una persona vegliava, intenta ad un’oscura attività, si trattava di Sir Arthur Mc Kinley, proprietario del castello, barone e ultimo discendente di una gloriosa e nobile dinastia scozzese, maledettamente ricco, molto vecchio, gobbo e rincoglionito (Sir Arthur fa un gesto scocciato verso l’alto) Quando ad un tratto qualcuno bussò alla porta.

Sir Arthur sobbalza sulla poltrona e, affannosamente chiude il piccolo cofano

                SIR ARTHUR - Chi è ?

                GREGORY - Sono Gregory, signore, se vuole andare a coricarsi, la sua stanza è pronta.

                SIR ARTHUR - Aspetta un momento !

                V.F.C. - Sir Arthur si alzò faticosamente dalla poltrona stringendo a se il cofano come a proteggere una cosa cara, poi, barcollando, cominciò ad aggirarsi furtivamente per la stanza come per cercare qualcosa.

Sir Arthur si avvicina verso la scrivania, apre qualche cassetto perplesso, poi scuote la testa e si avvicina all’armatura, apre la celata dell’elmo, ma scuote ancora la testa non convinto, si avvicina poi all’orologio, apre lo sportellino del meccanismo, guarda dentro, tenta di infilarci il cofano, ma si rende conto che non c’entra, poi, come colpito da un’idea, si avvicina al busto marmoreo, lo solleva faticosamente, vi infila sotto il cofano, poi sempre lentamente si rimette a sedere sulla poltrona.

                SIR ARTHUR - Avanti Gregory.

Gregory entra da sinistra, è il classico maggiordomo : devoto, compìto che parla ed agisce senza spostare un muscolo del viso, si avvicina a Sir Arthur e lo aiuta ad alzarsi, ha in mano un candeliere acceso.

                SIR ARTHUR - Grazie Gregory.

                V.F.C. - Gregory accompagnò così il vecchio e rincoglionito Sir Arthur (Sir Arthur si volta verso il pubblico scuotendo le mai come per dire “che palle”) lasciando stendere alla notte il suo nero mantello fin nel cuore del castello... toh ! Mi è venuta anche la rima !

SCENA SECONDA

                V.F.C. - Ma quella notte il castello di Landings non doveva trovare ancora pace... lentamente una porta si aprì cigolando...

Si apre una porta di destra senza cigolio ed entra Lady Elizabeth circospetta e impaurita, in camicia da notte, con un candeliere in mano acceso. La scena si rischiara.

                V.F.C. - ... Hem... la porta si aprì cigolando.

Lady Elizabeth, seccata, posa il candelabro, va alla porta e la fa oscillare aventi e indietro sui cardini per dimostrare che non c’è niente da fare : la porta non cigola.

                V.F.C. - ... La porta si aprì cigolando...

Lady Elizabeth allarga le braccia e con la voce imita lo scricchiolio della porta.

                LADY  ELIZABETH - Screeeeekk !

                V.F.C. - Grazie !

Lady Elizabeth riprende il candelabro e l’atteggiamento pauroso e sospettoso di prima. Comincia ad aggirarsi per la stanza come in attesa di qualcuno, poi un lampo illumina la vetrata, Lady Elizabeth sobbalza e, contemporaneamente, l’uomo bussa alla vetrata Lady Elizabeth rimane per un attimo titubante, poi posa il candelabro e spalanca la vetrata. Entra il dottor Bladstone bagnato fradicio con un lungo mantello nero. I due si guardano rapiti, poi si gettano l’uno nelle braccia dell’altra baciandosi e stringendosi appassionatamente.

                V.F.C. - Ancora una volta la notte fu animata dalla presenza di due personaggi della storia : lei Lady  Elizabeth, terza moglie di Sir Arthur, donna bella e prosperosa, erede in seconda dell’immensa fortuna dei Kinley e un po’ tro...

Lady Elizabeth si scioglie dall’abbraccio e afferra minacciosa il candelabro.

                V.F.C. - Mi perdoni Milady !

Lady Elizabeth si rigetta fra le braccia di Bladstone.

                V.F.C. - Lui : il dottor Bladstone, medico di famiglia, amante di Lady Elizabeth, scapolo, distinto gentiluomo e un po’ str...

Senza smettere di baciare Lady Elizabeth Bladstone allunga una mano e afferra il candeliere.

                V.F.C. - ...Mi scusi dottore...

Bladstone lascia il candeliere.

                V.F.C. - Due personaggi importanti nella nostra storia.

I due continuano per un po’ a baciarsi, poi si staccano e si guardano teneramente negli occhi.

                LADY ELIZABETH - Oh ! Caro, caro !

                BLADSTONE - Amore, amore, ogni ora, ogni attimo di questo giorno, ho atteso questo momento.

                LADY ELIZABETH  - Anch’io, amore, ho atteso quest’attimo con ansia, con trepidazione, riempiendo ogni secondo di questa sempre lunga attesa, con i miei sogni, con i miei sospiri... (cambiando tono in dialetto toscano)... maremma ladra ‘ome tu sei bagnato, e so’ tutta zuppa anch’io !

                BLADSTONE - Perdonami amore, ma la pioggia non è riuscita a fermare... a spegnere il mio ardore.

                LADY ELIZABETH  - Hai ragione caro, vieni qui, togliti il mantello e sediamoci, ho tante cose da dirti, tanti pensieri da dividere con te !

Bladstone si toglie il mantello e si siede con Lady Elizabeth sul divano.

                BLADSTONE - Per quanto dovremo nasconderci nell’ombra, vita mia ? Per quanto rinviare la completa felicità ?

                LADY ELIZABETH - Ancora per poco, anima mia, ancora per poco !

                BLADSTONE -  (Cambiando tono in dialetto napoletano) Ué, maronna do Carmene ! O vecchio aggia ‘a schiattà ?

                LADY ELIZABETH - No, ma sento che la felicità non potrà tardare ancora !

I due sostano ancora per un attimo, occhi negli occhi, poi lentamente, sempre abbracciati, escono da destra, prendendo il candeliere, la scena cade nell’ombra, con i fulmini che ogni tanto illuminano la vetrata.

                V.F.C. - Finalmente, quella notte, tornava il silenzio e la pace, quando ad un tratto la solita porta si aprì cigolando.

SCENA TERZA

Si apre la porta di sinistra senza cigolare ed entra Mrs. Paperblack nell’ombra.

                V.F.C. - Ed entrò un personaggio singolare.

Mrs. Paperblack entra nella stanza in ombra, ancora non si distingue chi sia. Barcollando si guarda intorno come se cercasse qualcosa, comincia ad aprire cassetti, apre l’orologio, la celata dell’armatura, poi, sempre barcollando, si avvicina al busto di marmo e ci traffica intorno.

                V.F.C. - Chi era mai questo misterioso personaggio che cercava “qualcosa” che “qualcuno” aveva nascosto da “qualche parte” ?

Mrs. Paperblack trova quello che cercava, si avvicina alla poltrona di Sir Arthur e accende la luce del tavolinetto.

                V.F.C. - Ah ! Ma era Mrs. Paperblack, amministratrice da oltre vent’anni di casa Kinley, amante appassionata degli stravizi di Bacco.

Mrs. Paperblack ha in mano una bottiglia di Wisky, barcolla, dà due o tre robusti sorsi, sorride e solleva la bottiglia al pubblico con un colpo di singhiozzo. Si guarda un po’ attorno, poi si muove in cerca di un nuovo nascondiglio, vede l’armatura, si avvicina barcollando, apre la celata e vi infila la bottiglia soddisfatta. Appena chiude la celata, si sente il rumore della bottiglia che cade dentro l’armatura e va in frantumi con un gran fracasso. Mrs. Paperblack, sempre barcollando, allarmata, corre a spengere la luce, poi esce da sinistra. Dopo un po’, da sinistra con un candeliere in mano, entra Gregory (Gregory in ogni momento della commedia sarà sempre in smoking) che accompagna Sir Arthur in camicia da notte.

SCENA QUARTA

                SIR ARTHUR - Che cosa era quel rumore Gregory ?

                GREGORY - Non saprei, signore. Qui non c’è nessuno.

                SIR ARTHUR - Non mi piace, anche prima ho sentito dei rumori, mmm, questa notte qualcuno non trova il sonno al castello.

                GREGORY - Probabilmente sarà il gatto, signore.

                SIR ARTHUR - Macché gatto ! Qui qualcuno cercava qualcosa, lo sento !

Sir Arthur si aggira un po’ per la stanza, poi fa cenno a Gregory.

                SIR ARTHUR - Vai pure Gregory, io qui ho da fare !

                GREGORY - Il signore è sicuro di non avere bisogno di nulla ?

                SIR ARTHUR - No ! Vai, vai !

Gregory accende la luce sul tavolinetto e fa per uscire.

                GREGORY - (sulla porta) Auguro al signore una felice notte.

Sir Arthur fa cenno a Gregory di andarsene. Gregory esce. Sir Arthur si guarda intorno, poi furtivamente, si avvicina al busto di marmo, si ferma a metà strada, si volta verso la porta, la raggiunge, la apre, guarda se c’è qualcuno, poi la richiude a chiave. Si avvicina al busto, lo solleva con fatica e tira fuori il cofano, poi si guarda attorno, raggiunge la poltrona, si siede e apre lentamente il cofano e , guardando dentro, assume un’espressione di stupore e di terrore, nello stesso istante scoppia un tuono seguito da un lampo che illumina la vetrata mostrando una figura con cappello in controluce. Contemporaneamente si spegne la luce del tavolinetto. Nel buio si sente della confusione, poi un altro tuono esplode e un lampo, dalla vetrata, illumina la porta-finestra spalancata e la figura, che nel frattempo è entrata nella stanza, nell’atto di sollevare un coltello. Poi la stanza ricade nel buio.

                V.F.C. - Un urlo squarciò la notte !

Nel buio si sente un tentativo di urlo, una specie di gracidio con qualche colpo di tosse.

                V.F.C. - E questo sarebbe un urlo ?

Nel buio si sente raschiare la gola, prendere fiato e poi urlare.

                V.F.C. - Oooooo ! (di soddisfazione)

Pausa.

                V.F.C. - Il misfatto era stato compiuto !

Si comincia a sentire da lontano, fuori scena, un accorrere e un vociare di gente.

                MISS PERSON - (da fuori la porta) Sir Arthur !

                LORNA - (c.s.) Papà !

                GREGORY - (c.s.) Signore !

Da fuori Gregory scuote la porta, ma è chiusa.

                LORNA - (c.s.) Gregory ! E’ chiusa dall’interno, bisogna sfondarla.

                GREGORY - (c.s.) Ma l’abbiamo fatta appena riparare... è costata quattro sterline... non so se è il caso di forzare la serratura !

                LORNA - (c.s.) Quattro sterline ! Così tanto ?

                GREGORY - (c.s.) Lo so, Miss Lorna, anche Sir Arthur si è lamentato del prezzo, ma cosa vuole, oggigiorno un falegname qualificato costa un occhio della testa.

                LORNA - (c.s.) Come facciamo allora... papà... papà... possiamo sfondare la porta ?

                SIR ARTHUR - (rantolando) N... no... passate dal... giardino...

                LORNA - (c.s.) Giusto ! Andiamo !

SCENA QUINTA

Dalla vetrata, ancora spalancata, entrano : Miss Person, Lorna e Gregory (tutti in vestaglia meno Gregory). Questi ultimi due tengono in mano un candeliere ciascuno, la scena si rischiara e si vede Sir Arthur riverso in avanti sulla poltrona con coltello nella schiena e il cofanetto di legno sul pavimento aperto e vuoto.

                V.F.C. - Una tremenda scena si rivelò agli occhi dei tre personaggi.

                LORNA - Haaaaaaa ! (strillo acutissimo)

Miss Person crolla svenuta, Gregory accorre per sostenerla, Lorna si avvicina raccapricciata, fa qualche tentativo di toccare il corpo, ma lo spavento glielo impedisce.

                GREGORY - Su, su Miss Person.

Miss Person si riprende e guarda terrorizzata il corpo.

MISS PERSON - il co... coltello !

                LORNA - Oh Dio !

                MISS PERSON - Il co... coltello... per le bistecche !

                LORNA - (cambiando tono) Ma no, è quello per il filetto !

Miss Person si alza impermalosita cambiando tono anche lei.

                MISS  PERSON - Miss Lorna, vuole che non riconosca il coltello per le bistecche ?

                LORNA - Ma non vede che ha la lama stretta... è quello per il filetto !

                MISS PERSON - Mi scusi se insisto, baronessina, senta il filo, (lo tocca) l’ ho fatto affilare la settimana scorsa !

                LORNA - (toccandolo a sua volta) Forse ha ragione !

                MISS PERSON - Lo vede ?

                LORNA - (scoppiando improvvisamente a piangere) Papà... papà... oh papà !

SCENA SESTA

Da destra entrano di corsa Lady Elizabeth e Bladstone fermandosi di colpo imbarazzati. Lady Elizabeth è in vestaglia, Bladstone in camicia con la cravatta allentata, i capelli scompigliati e un’impronta di rossetto sul collo della camicia.

                LORNA - Elizabeth... Dottor Bladstone !

                BLADSTONE - ... Hem... ho fatto più presto che ho potuto... non sono riuscito neanche a vestirmi...

                LADY ELIZABETH - E... l’ho chiamato io, Lorna... tuo padre... non stava tanto bene...

                LORNA - Infatti ! (mostrando il cadavere)

Lady Elizabeth caccia un urlo e si appoggia alla scrivania per non svenire. Bladstone resta per un momento senza fiato, poi si avvicina al cadavere, gli tasta il polso, gli solleva la testa, tocca il coltello e appoggia l’orecchio alla schiena, poi si alza.

                BLADSTONE - E’ morto !

Lady Elizabeth  scoppia in lacrime.

               

                MISS PERSON - Che cosa facciamo ?

                LORNA - Bisognerà chiamare la polizia !

                LADY ELIZABETH - Bisognerà pensare al funerale !

                BLADSTONE - Bisognerà chiamare il notaio per l’apertura del testamento !

                MISS PERSON - Dovrò mettere un posto a tavola in meno !

                LORNA - Dovrò comprarmi i vestiti a lutto !

                BLADSTONE - Dovrò redigere l’atto di morte !

                LADY ELIZABETH - Dovrò risposarmi di nuovo !

                BLADSTONE - (piano a Lady Elizabeth) Quanto ti tocca di eredità ?

                LADY ELIZABETH - (piano) Non lo so ancora (poi a Lorna) Ma cara, hai idea di come sarà divisa l’eredità ?

                LORNA - (acida) Ma cara, è chiaro che sono io l’unica e la sola erede !

SCENA SETTIMA

            MSR. PAPERBLACK - (che nel frattempo è entrata da sinistra barcollando ubriaca) S... salve gente... che... è successo ?

                MISS PERSON - Mrs. Paperblack, è successa una cosa terribile...

                MRS. PAPERBLACK - (correndo verso Miss Person barcollando ma con il viso trasfigurato dal terrore) S... si è rovesciata la botte del “Landings riserva reale”  del 1884 !

                MISS PERSON - (tragica) No... Sir Arthur è stato ucciso !

Mrs. Paperblack si siede tirando un sospiro di sollievo. Miss Person, Lady Elizabeth e Lorna, ricordandosi improvvisamente di quello che è successo, si guardano tra loro e poi scoppiano contemporaneamente a piangere. Mrs. Paperblack cerca i parlare, ma con la voce non riesce a superare i lamenti delle tre donne.

                MRS. PAPERBLACK - Ooooooo ! (urlando)

I pianti si interrompono bruscamente.

                MRS. PAPERBLACK - ... E che è ! Nemmeno fosse morto qualcuno ! Avete chiamato la polizia ?

                LORNA - Oddio, la polizia ! Che ne sarà di noi ?

                GREGORY - Se Miss Lorna mi consente, nell’ultima casa dove ebbi l’onore di prestare i miei servigi, il giorno in cui fu ucciso il padrone di casa, furono dati : due ergastoli, tre condanne a vent’anni, una a quindici anni di lavori forzati, due anni con la condizionale e tre penitenze !

                LORNA - Penitenze ?

                GREGORY - Sì, Miss Lorna : due Ave, tre Gloria e quattro Pater Noster al giardiniere.

                LORNA - E tu ?

                GREGORY - Io, Miss Lorna, sono stato assolto per insufficienza di prove.

                LORNA - Ma l’assassino non è sempre il maggiordomo ?

                GREGORY - Quella volta, Miss Lorna, mi trovavo a letto con il morbillo.

                LORNA - Il morbillo ?

                GREGORY - sì, lo so, Miss Lorna, è imbarazzante, ma a me i delitti provocano questa reazione !

Tutti, in maniera discreta, si allontanano di qualche passo da Gregory.

               

                BLADSTONE - Presto, telefoniamo alla polizia !

Lady Elizabeth si avvicina alla scrivania, alza la cornetta e compone un numero.

                LADY ELIZABETH - Pronto... polizia... chi ?... Ah ! ... sì... sì ...

                LORNA - Chi è ?

                LADY ELIZABETH - (a Lorna imbarazzata)... Hem... dice che è la casa di tolleranza “AL MISTERIOSO ORIENTE” prezzi modici e sconti per comitive...

                BLADSTONE - Un casi...

                LORNA - Dottore

                BLADSTONE - Mi perdoni Miss Lorna.

                LADY ELIZABETH - (al telefono) No... mi scusi... ho sbagliato, cercavo il commissariato e... (pausa)... ah... il commissario è là da voi ?... grazie.

                MRS. PAPERBLACK - (ridendo) La polizia ha cambiato sede !

                LADY ELIZABETH - (al telefono) Pronto... commissario è lei ? Mi perdoni se la disturbo, sono Elizabeth Kinley,  vorrei pregarla di venire qui al castello... è per mio marito... sì, un incidente... è sulla poltrona, non si muove più... paralizzato ?... Ma non so, forse è stato paralizzato dal coltello che ha sulla schiena... sì, uno di quelli da bistecche... sì...

                MISS PERSON - Da Filetto !

                LADY ELIZABETH - (al telefono fa cenno a miss Person di tacere) Sì... grazie commissario, l’aspettiamo (riattacca) ha detto che arriva subito !

                LORNA - Sarà meglio che telefoni ad Anthony. (va al telefono e fa il numero)

                LADY ELIZABETH - (a parte) Quel pesce lesso !

                BLADSTONE - (a Lady Elizabeth) Attenta a non farti sentire !

                LORNA - (al telefono) Pronto, casa Spring... ancora ? (agli altri)... E’ di nuovo “AL MISTERIOSO ORIENTE”

                GREGORY - Ci deve essere un contatto.

                LORNA - (al telefono) No.. mi scusi... ma che numero avete ?... 368972, no, io chiamavo il signor Anthony Spring al 368472, ah !... Anche il signor Spring è là ! (arrabbiandosi)

Tutti ridacchiano eccetto Gregory che non ride mai.

                LORNA - (fulminando gli altri con lo sguardo) ... Anthony ! Che cosa ci fai a quest’ora in un posto simile ?... Eri andato a chiamare il commissario ?... Sì, è stato ucciso, ma tu come facevi a saperlo... te lo ha detto il Dottor Bladstone... e quando l’hai visto ?... (guardando Bladstone)... Poco fa “AL MISTERIOSO ORIENTE” ?

                LADY ELIZABETH - (seccatissima) Dottor Bladstone, Esigo una spiegazione !

                BLADSTONE - (prendendola da parte) Avevo seguito Anthony, per scoprire dove andava la sera, secondo me è sospetto !

                LADY ELIZABETH - Questa non me la dai a bere !

I due continuano a discutere in controscena.

                LORNA - (sempre al telefono) ... Va bene corri subito qui, poi faremo i conti !

Lorna riattacca il telefono e vede la discussione in corso tra Bladstone e Lady Elizabeth.

                LORNA - (insinuante) Elizabeth, ma perché ti scaldi tanto con il dottor Bladstone ?

                LADY ELIZABETH - (accorgendosi che rischia di scoprire la sua relazione con Bladstone, cerca di mascherare la sua gelosia) Hem... voglio... voglio che chi frequenta il castello di Landings... siano solo gentiluomini di provata moralità... (dando una violenta gomitata a Bladstone)

Lorna ridacchia.

                GREGORY - Se Lady Elizabeth mi consente, io e Miss Person, andremmo a preparare tutto per l’arrivo del commissario.

                LADY ELIZABETH - Sì Gregory e... prepara del tè.

                GREGORY - Come vuole, Baronessa.

Gregory e Miss Person escono da sinistra.

                LORNA - Io vado a vestirmi (esce da sinistra passando sprezzante davanti a Lady Elizabeth)

                LADY ELIZABETH - Anch’io ! Dottor Bladstone, abbiate la compiacenza di attenderci ! (esce da destra, anche lei con fare sprezzante)

Bladstone fa un inchino.

            SCENA OTTAVA

Mrs. Paperblack, che per tutto il tempo è stata stravaccata sul divano, si alza barcollando e comincia a guardarsi intorno. Bladstone, imbarazzato cerca di sistemarsi i vestiti. Mrs Paperblack va verso l’armatura, apre la celata e, sospirando annusa il whisky versato dalla bottiglia rotta. Poi richiude e va a caccia di un’altra bottiglia, comincia ad aprire e chiudere tutti i mobili della stanza. Bladstone segue incuriosito le manovre.

                BLADSTONE - Mrs. Paperblack,... ma cosa sta facendo ?

                MRS. PAPERBLACK - (senza degnarlo di uno sguardo) Cerco il corpo del reato !

Bladstone per un po’ segue la scena, poi, come colpito da un’idea, si avvicina con noncuranza alla porta destra, ne apre uno spiraglio, infila la mano dentro e tira fuori una bottiglia di whisky che nasconde dietro di se. Poi, sempre con noncuranza, si avvicina a Mrs. Paperblack.

                BLADSTONE - Mrs. Paperblack !

               

Mrs. Paperblack si ferma, ma continua a girare gli occhi a desta e sinistra (quando più, quando meno, parla sempre un po’ biascicando da alcolizzata)

                MRS. PAPERBLACK - Dottor Bladstone, veda di non interrompermi, sto lavorando per la giustizia !

                BLADSTONE - Mrs. Paperblack, è per caso simile a questo, il corpo del reato ? (tira fuori la bottiglia)

Mrs. Paperblack si ferma con gli occhi che le brillano.

                MRS. PAPERBLACK - Dottor Bladstone, la sua perspicacia è pari solo alla sua professionalità (si avvicina) mi faccia esaminare il reperto !

Bladstone nasconde di nuovo dietro di se la bottiglie.

                BLADSTONE - ... In cambio di alcune informazioni, Mrs. Paperblack !

                MRS. PAPERBLACK - Sono pronta a collaborare ! (cercando di sbirciare dietro Bladstone)

                BLADSTONE - Da quanti anni lei è amministratrice di casa Kinley ?

                MRS. PAPERBLACK - Da quando è cominciata la produzione della Scotch Kinley Riserva Reale, da trentacinque anni !

                BLADSTONE - Quindi lei è a conoscenza di un po’ tutti gli affari, dei documenti... e dei capitali del castello ? (tirando fuori la bottiglia e facendola oscillare davanti agli occhi di Mrs. Paperblack)

                MRS.PAPERBLACK - (lo guarda sospettosa) Dottor Bladstone, il testamento non so dove sia, l’eredità non so come sarà divisa e se lei pensa di metterci le mani sopra portandosi a letto, ogni tanto, Lady Elizabeth, ho paura che passerà il resto della sua vita a cercare di capire se il suo grado di stupidità sia più o meno alto dei tacchi delle sue scarpe ! (rapida si avvicina a Bladstone che è rimasto come un baccalà, gli strappa la bottiglia ed esce da sinistra)

Bladstone per un po’ rimane così, poi si riprende ed esce da destra portando via un candeliere, la scena cade nella penombra.

                V.F.C. - Signore e signori, questo non è che il prologo del misterioso assassinio avvenuto molti anni fa nel castello di Landings, ma quante ombre incombevamo ancora su quegli oscuri avvenimenti ? Quanti personaggi dovevano ancora comparire sulla scena ? Soltanto proseguendo nella narrazione lo sapremo. Ma altre sono le domande che., brucianti, vengono alla mente di chi cerca la verità : Perché Sir Arthur fu ucciso ? Che cosa lo spinse a nascondere il cofanetto ? Che cosa conteneva il misterioso cofanetto ? Ma soprattutto : chi fu l’assassino del vecchio e rincoglionito Sir Arthut ?

Sir Arthur, senza alzarsi fa un gesto scocciato, poi torna a fare il cadavere.

SCENA NONA

Si sente suonare il campanello, poi un vociare che si avvicina.

                LADY ELIZABETH - (da fuori) Venga commissario... il mio povero Arthur è nello studio.

Da sinistra entrano Lady Elizabeth, il commissario Von Ubermehier, l’agente Wilbur e Gregory. Il commissario porta enormi baffi che sono tutt’uno con le sue basette veste di scuro ha sempre una bombetta in testa e una lente sul l’occhio destro, parla con forte accento tedesco ed è terribilmente distratto. L’agente Wilbur è un tipo anonimo, in divisa da polizia è l’ombra del commissario e gli parla sempre nell’orecchio. Il commissario entra e comincia ad aggirarsi per la stanza osservando tutto e poi fermandosi davanti al cadavere.

                COMMISSARIO - Immagino questo essere cadafere ? (annusa l’aria) Ya essere proprio cadafere !

                LADY ELIZABETH - Signor commissario ...

                COMMISSARIO - (interrompendola) Frau Elizabeth, qui sono io che fare domante !

                LADY ELIZABETH - S... sì...

                COMMISSARIO - Gut ! Qvante perzone essere al castello in momento delitto ?

                LADY ELIZABETH - (fa rapidamente il conto) Sei.

                COMMISSARIO - Prego, fare fenire qui !

                LADY ELIZABETH - Gregory, prega gli altri di raggiungerci.

                GREGORY - Subito baronessa.

                COMMISSARIO - (accorgendosi del cofanetto) Frau elizabeth cosa essere qvesto piccolo cofano qui su pavimento ?

Lady Elizabeth lo guarda, si avvicina e fa per prenderlo.

                COMMISSARIO - Nein ! (urlando)

               

Lady Elizabeth fa un salto.

                COMMISSARIO - Non toccare, possibile impronte assassino !

                LADY ELIZABETH - (riprendendo fiato)  N... non saprei, commissario, il mio povero Arthur era molto geloso delle sue cose.

                COMMISSARIO - Contenere forse documenti ? Denaro ? Gioielli ?

                LADY ELIZABETH - Non saprei, commissario...

                COMMISSARIO - Foi non sapere ?

                LADY ELIZABETH - N... no...

                COMMISSARIO - E... (Wilbur si avvicina e gli parla nell’orecchio) ... ti sembra qvesto essere momento ?... (piano a Wilbur, poi a Lady Elizabeth) Frau Elizabeth, sapete dirmi dove trofare toilette ?

                LADY ELIZABETH - ... Ma commissario... mio marito...

                COMMISSARIO - Zilenzio ! Nicht commenti ! Tofe trofare bagno ?

                LADY ELIZABETH - ... E’ da quella parte in fondo al corridoio a destra.

Wilbur guarda il commissario, poi scappa da sinistra accennando un saluto imbarazzato a Lady Elizabeth che lo guarda esterrefatta.

SCENA DECIMA

Si sente bussare alla porta.

                LADY ELIZABETH - Avanti !

Entra Gregory con la faccia piena di puntini rossi.

                LADY ELIZABETH - Gregory ! Che cosa ti è successo ?

                GREGORY - Morbillo da delitto, baronessa, come vi avevo preannunciato.

                LADY ELIZABETH - (che si era avvicinata, si allontana imbarazzata da Gregory)... Hem, che c’è Gregory ?

                GREGORY - Baronessa, i signori da lei convocati, attendono nella biblioteca.

                LADY ELIZABETH - Bene, falli entrare.

Gregory si fa da parte e nell’ordine entrano : Miss Lorna, Bladstone, Mrs. Paperblack, Miss Person tutti in fila indiana evitando accuratamente la vicinanza con Gregory, poi si dispongono nella stanza sorvegliando tutti il maggiordomo con la coda dell’occhio.

                COMMISSARIO - Signori !

Tutti sobbalzano, in quel momento arriva da sinistra Wilbur, si sta tirando su i calzoni, è indaffarato con le bretelle e non si accorge che la stanza è affollata. Continua così per qualche secondo poi, finita l’operazione si dà due spolveratine alla giacca e alza la testa accorgendosi che tutti lo stanno a guardare, diviene smorto ha un mancamento, Gregory da dietro lo sostiene, Wilbur si riprende, spalanca gli occhi e vede in faccia il maggiordomo, fa un salto e si mette a fianco del Commissario imbarazzatissimo.

                COMMISSARIO - Wilbur !

               

Wilbur scatta sull’attenti.

                COMMISSARIO - Afere tu fatto cacca ?

Wilbur fa cenno di sì.

                COMMISSARIO - Pene ! Lady Elizabeth, folete presentare i signori ?

                LADY ELIZABETH - Certo commissario... la baronessina Lorna Mc Kinley, figlia del povero Sir Arthur...

                LORNA -Legittima.. figlia legittima ! (fulminando Lady Elizabeth)

                LADY ELIZABETH - (proseguendo) Il Dottor Bladstone, medico e amico di famiglia... Mrs. Paperblack, amministratrice unica di casa Kinely... Miss Person, la governante... Gregory, il maggiordomo... Sir Arthur Mc Kinley, il cadavere.

Ognuno fa un piccolo inchino con la testa quando viene presentato, Sir Arthur emette un rantolo.

                V.F.C. - Ed io ?

                COMMISSARIO - (seccatissimo) Voi molto meglio stare zitto ! Pene, molto pene signori, dofe foi erafate in...

Si sente bussare alla porta.

                SCENA DODICESIMA

Da sinistra entra trafelato Anthony Spring, fidanzato di Lorna.

                COMMISSARIO - Chi... ah ! Siete foi Her Anthony !

                ANTHONY - (trafelato) Buona sera commissario, buona sera Lorna, buona sera a tutti voi, signori.

                LADY ELIZABETH - (insinuante) Ma Anthony... voi conoscete il commissario ?

                ANTHONY - (che cade nel tranello) Sì, ci vediamo spesso al “Misterioso Ori....

                COMMISSARIO - Her Anthony !

                LORNA - (minacciosa) Anthony Spring ! Che cosa vuoi dire ?

                ANTHONY - Tesoro.... io e il co... commissario ci vediamo spesso al...

                LORNA - Al... ?

                ANTHONY - ... Al... misterioso... or... orologio... sì, è un bar del centro dove...

                LORNA - Anthony ! So tutto ! Cosa ci facevi in quel posto ?

                ANTHONY - ... Hem... aiutavo il commissario a seguire un’indagine.

                COMMISSARIO - Ya ! Lui aiutare me !

                LORNA - Non ci credo !

                COMMISSARIO - Foi dofete credere... foi, piuttosto (sempre a Lorna) dofe eravate in momento delitto ?

                LORNA - Io... io ero in camera mia !

                COMMISSARIO - A cosa fare ?

                LORNA -  A... dormire.

                COMMISSARIO - Afere prove ?

                LORNA - Ma come faccio ad avere le pro...

                COMMISSARIO - Zilenzio ! Foi essere sospetta !

                LORNA - Ma io...

                COMMISSARIO - Zilenzio, qvi essere tutti sospetti, adesso io cominciare mia indagine, foi tutti potete andare...

Il commissario dice l’ultima battuta girandosi verso il pubblico. Tutti, di corsa, facendo una gran confusione, cercano di uscire.

                COMMISSARIO - (girandosi improvvisamente e urlando) Ma !

Tutti si bloccano.

                COMMISSARIO - Tofere rimanere tutti a mia disposizionen !

Tutti ripartono di corsa uscendo.

SCENA TREDICESIMA

Il commissario resta per un attimo ad osservare la fuga generale, poi si rivolge a Wilbur.

                COMMISSARIO - Wilbur !

Wilbur scatta sull’attenti.

                COMMISSARIO - Guarda se nessuno sentire !

Wilbur fa rapidamente il giro delle porte e finestre, poi guarda il commissario e scuote la testa.

                COMMISSARIO - Gut, dare me manovale !

Wilbur si fruga dentro la giacca, tira fuori un piccolo volume, parla all’orecchio del commissario e glielo porge.

                COMMISSARIO -  Si tice manuale ? E io cosa afere detto ?

Wilbur allarga le braccia.

                COMMISSARIO - (sfogliando) Dunque... delitto all’opera... delitto sull’Orient Express... delitto in ristorante cinese... invito a cena con delitto... nein, questi essere già tutti collaudati... delitto senza movente... penne all’arrrabbiata... hum cosa essere qvesto ?

Wilbur parla all’orecchio del commissario.

                COMMISSARIO - Mit peperoncino ? (Wilbur annuisce)... Gut ! (Continuando a leggere) Delitti per strada... delitti nella doccia... ah ! Ecco qua ! “Delitto in castello”... (legge) “In caso di delitto in castello, il perfetto commissario dovrà subito federe se cadafere essere morto... (il commissario guarda Wilbur e fa cenno di sì)... “Poi se cadafere essere morto, federe se finestre essere chiuse o aperte”... Wilbur !

Wilbur va alla porta-finestra e l’apre, poi si avvicina al commissario gli batte sulla spalla e gli indica con un gesto che l’ha aperta e che prima era chiusa.

                COMMISSARIO - Porta-finestra essere aperta !

Wilbur rimane perplesso con il gesto a mezz’aria.

                COMMISSARIO - (legge) “Se finestre chiuse, guardare se in stanza essere altri indizi”

Il commissario posa il libro e insieme a Wilbur comincia a frugare in tutti i cassetti del mobili della stanza, poi, finito il giro, riprende il libro.

                COMMISSARIO - (legge) ... “Se non trovato niente mobile, guardare dentro armatura”

Wilbur apre la celata dell’armatura e sente odore di wisky, poi toglie un piede dall’armatura e trova i cocci della bottiglia nascosta da Mrs Paperblack.

                COMMISSARIO - (legge) “Qvando essere sicuri di non trofare indizi... (volta pagina)... tagliare a fettine fini la cipolla und fare rosolare il burro a fuoco lento... Wilbur, trofare subito cipolla und burro !

Wilbur parla all’orecchio del commissario.

                COMMISSARIO - ... Io afere saltato pagina ?... Ya... peccato (legge) ... “Penzare a persone sospette in castello”

Il commissario posa il libro e comincia a passeggiare su e giù per la stanza.

                COMMISSARIO - Dunque... Her Anthony essere stato con me in casino,... Miss Lorna e Lady Elizabeth, possibile assassine... tutta servitù... (il commissario si ferma perplesso, riprende il libro e legge) “Se dofete interrogare servitù... (volta pagina)... sbuzzare mit coltello affilaten e togliere tutte interiora”  (perplesso) ... sbuzzare servitù ?... (getta via il libro)... Wilbur ! Andiamo ad interrogare servitù !

Il commissario esce da sinistra, Wilbur allarga le braccia, raccoglie il libro ed esce anche lui spegnendo la luce.

SCENA QUATTORDICESIMA

                V.F.C. - Inziò così la caccia al misterioso assassino del castello, ma mentre il mistero restava ancora fitto, un nuovo angoscioso avvenimento contribuì a rendere quell’enigma quasi impenetrabile !

Dalla porta-finestra entra un personaggio con impermeabile e cappello, per un attimo un lampo lo inquadra in controluce.

                V.F.C. - Un ombra penetrò nella stanza ! Che cosa cercava ?

Il personaggio misterioso si avvicina al cadavere, lo solleva e se lo carica in spalla, nel fare quest’operazione il coltello cade dal corpo.

                V.F.C. - Il coltello !

Il personaggio si guarda intorno.

                V.F.C. - Dietro di te.

Il personaggio lo trova, lo raccoglie e con un gesto ringrazia.

                V.F.C. - Chi caz... hem... chi era mai quest’ombra che si impadroniva del cadavere ? L’assassinio ? O qualcuno che voleva far sparire le prove ? O un bieco necrofilo ?

Il personaggio fa un gesto come per dire : “Ma che dici ?”

                V.F.C. - (solenne) Nessuno poteva saperlo !

SCENA QUINDICESIMA

La scena resta vuota per un momento, poi da lontano si sentono arrivare delle voci. Da sinistra entrano : il commissario, Wilbur, Lady Elizabeth e il Dottor Bladstone. Nessuno, in un primo momento, si accorge della scomparsa del cadavere.

                LADY ELIZABETH - (seccata) Io non capisco commissario, come potete sospettare di me e del dottore... avete interrogato la servitù, come potete dire che nessuno di loro è l’assassino ?

                COMMISSARIO - Maggiordomo e governante afere alibi di ferro !

                BLADSTONE - (seccato) Commissario ! Io vorrei sapere che diavolo di alibi possono avere se Gregory è l’ultima persona rimasta in compagnia di Sir Arthur e quindi il più indiziato ?

                LADY ELIZABETH - (arrabbiandosi) Senza contare che nessuno ha visto Miss Person nelle due ore precedenti il delitto !

                COMMISSARIO - (quasi urlando) Lady Elizabeth, io dire che servitù afere alibi di ferro !

                LADY ELIZABETH - (urlando) E allora vorrei sapere qual è questo alibi ?

Il commissario si guarda intorno, fa cenno a Lady Elizabeth e a Bladstone di avvicinarsi, poi si mette tra i due e parla sottovoce facendo un gesto chiarissimo, come per dire che, mentre si consumava il delitto, il maggiordomo e la governante facevano del sesso. Bladstone scoppia a ridere. Lady Elizabeth si stizzisce ancora di più.

                BLADSTONE - Ha, ha, ha ! Gregory e Miss Person ! Ha, ha, ha !

                LADY ELIZABETH - Commissario ! E voi questo me lo chiamate un alibi ?

                COMMISSARIO - Ya, per me qvesto essere alibi di ferro !

                BLADSTONE - Se è per questo allora anche io e Elizabeth stavamo scop...

                LADY ELIZABETH - Dottor Bladstone ! Nessuno ha chiesto il suo parere !

                COMMISSARIO - Mmmm... allora miei sospetti essere giusti... (con tono di accusa) Lady Elizabeth, Dottor Bladstone, cosa essere fra voi due, afanti confessare tutto, ormai afere scoperto fostro gioco, parlate ! (minaccioso)

Lady Elizabeth e Bladstone si guardano.

                LADY ELIZABETH - (imbarazzata) ... S... sì... commissario, io e il dottore ci... amiamo da alcuni mesi, ma, ma lei non deve pensare male... noi non volevamo la morte del povero Arthur...

                BLADSTONE - E’ vero, commissario, noi non odiavamo quel vecchio maledetto bavoso di...

                LADY ELIZABETH - Bladstone !

                BLADSTONE - Scusami, mia cara... noi non potevamo ucciderlo... e nemmeno sentire qualsiasi rumore... sa commissario... a letto..

                LADY ELIZABETH - Bladstone ! (poi più dignitosa) Commissario, noi avremo la coscienza sporca per averlo tradito, ma non siamo assassini !

                COMMISSARIO - He, he, io sapere che balla servitù afrebbe fatto scoprire fostro gioco...

                BLADSTONE - (stupito) Perché, non è vero che Gregory e Miss Pe...

                COMMISSARIO - Nein, essere solo mio trucco !

                LADY ELIZABETH - (a parte tra i denti) Brutto stron...

                COMMISSARIO - Signori ! (poi insinuante) Foi afere fatto vostro comodo, ma essere sospetti come altri e... che cosa c’è Wilbur ?

Impegnati nella discussione, nessuno dei tre si accorge che il cadavere è sparito. Wilbur, dopo aver gironzolato per un bel po’ per la stanza, si mette a sedere nella poltrona dove c’era il corpo, poi, cambiando faccia, si alza di colpo e guarda inorridito la poltrona, si avvicina al commissario e gli batte con la mano sulla spalla. E’ a quel punto che il commissario si volta. Wilbur indica la poltrona, i tre la guardano stupefatti e Lady Elizabeth lancia uno strillo.

                COMMISSARIO - Tofe essere cadafere ?

Lady Elizabeth sviene e Bladstone la sostiene trascinandola su di una poltrona.

                COMMISSARIO - Wilbur, controlla tutta stanza, porte, finestre, impronte und tracce. Dottor Bladstone, andare a chiamare tutti gli altri !

                BLADSTONE - Ma Lady Elizabeth ?

                COMMISSARIO - Andare !

                BLADSTONE -  S... sì... (esce)

                COMMISSARIO - (avvicinandosi a Lady Elizabeth svenuta) Lady Elizabeth, si riprenda, situazionen essere grave, non potere svenire proprio ora !

Lady Elizabeth si riprende, Wilbur parla all’orecchio del commissario .

                COMMISSARIO - Dofe ?

Wilbur indica accanto alla poltrona, il commissario si avvicina.

                COMMISSARIO - Gocce sangue... hum... la traccia uscire da porta-finestra, gut ! Cadafere essere uscito da porta di giardino !

Wilbur parla di nuovo all’orecchio del commissario.

                COMMISSARIO - ... Hum... già, cadafere, non uscito da solo, ma accompagnato !

Wilbur allarga le braccia.

SCENA SEDICESIMA

Da sinistra entrano tutti.

                COMMISSARIO - Signori accomodatevi !

Ognuno prende posto nella stanza. Anthony sta per sedersi sulla poltrona di Sir Arthur.

                COMMISSARIO - Nein !

Anthony  sobbalza.

                COMMISSARIO - Qvella essere poltrona cadafere ! Possibile tracce !

Pausa. Il commissario, camminando lentamente, passa in rassegna uno per uno tutti i presenti, fulminandoli con lo sguardo. Ognuno (eccetto Gregory) subisce con timore l’occhio accusatore del commissario. Finito il giro, il commissario da’ le spalle a tutti creando tensione, poi si volta di scatto improvvisamente.

                COMMISSARIO - (forte) Il colpefole ! (tutti sobbalzano)

Pausa ad effetto.

                COMMISSARIO - Il colpefole, sa certamente che sospetti concentrarsi su di lui. (pausa) Colpevole sa che ha commesso grosso errore facendo sparire cadafere. (pausa) Assassino, signori, sa che non potere fare ancora errori perché si è tradito troppo, und indizi portare tutti ad una soluzione (pausa) Assassino potrebbe essere Frau Elizabeth, con suo amante Dottor Bladstone...

                LORNA - Brutta tro...

                COMMISSARIO - Silenzio !... Chi più di loro afere interesse a soldi und proprietà Sir Arthur ?

                LADY ELIZABETH - Ma commissario...

                COMMISSARIO - Ho detto silenzio ! (pausa) Assassino potrebbe essere Miss Lorna !

                LORNA - Ma commissario, l’eredità spetta a me di diritto !

                COMMISSARIO - Ya, ma se uccidere Sir Arthur, fare cadere sospetti su Frau Elizabeth e dottor Bladstone, per lefare di mezzo ! (pausa) Possibile colpevole essere Her Anthony Spring...

                ANTHONY - Ma commissario... se ero con voi al casi...

                COMMISSARIO - Silenzio !... Nessuno potere controllare vostri movimenti per due ore... quando essere chiuso in... hem... camera...

Lorna tira un calcio nello stinco ad Anthony.

                COMMISSARIO - Assassino potrebbe essere Miss Person, soltanto lei usare coltello con cui essere stato ucciso Sir Arthur !

                MISS PERSON - M... ma...

                COMMISSARIO - Silenzio ! Anche Mrs. Paperblack essere sospetta, una certa bottiglia essere stata trovata in stanza...

                MRS. PAPERBLACK - Pessimo Wisky !

                COMMISSARIO - Silenzio ! (guarda tutti minacciosamente) Ognuno di foi afere mani insanguinate ! (incalzante) Tutti foi potere essere assassino !

Il commissario resta per un attimo con il dito puntato sul gruppo che lo guarda con timore, poi improvvisamente, cade letteralmente sulla prima sedie a portata di mano, piagnucolando come un bambino.

                COMMISSARIO - ... sniff..., ma io non riuscire a capire chi colpevole...

Tutti, restano un attimo perplessi, poi si avvicinano e fanno cerchio intorno al commissario.

                LADY ELIZABETH - Su... commissario, non se la prenda, vedrà che se si applica ce la farà.

                COMMISSARIO - (piagnucolando) No... non afere voglia...

                LORNA - (dolce) Commissario, vuole che l’aiutiamo noi ?

                COMMISSARIO - ... No... sniff...

                MISS PERSON - (materna) Vuole che la portiamo a fare pipì ?

                COMMISSARIO - ... No...

                ANTHONY - Venga, commissario, (lo fa alzare)... ora andiamo a fare una passeggiata, così si distrae...

Si avviano verso sinistra, tutti intorno al commissario, che continua a piagnucolare, incoraggiandolo con paroline dolci.

                ANTHONY - (come ad un bambino) ... andiamo nel giardino... dove ci sono tante belle tracce dell’assassino e dove ci sono tanti bei piccoli indizi, così, il nostro bravo commissario potrà trovare il colpevole... contento ?

Continuando a soggetto su questo tono, il gruppo esce lentamente da sinistra.

FINE PRIMO ATTO

SECONDO ATTO

SCENA PRIMA

La mattina dopo. Il temporale è finito e il sole entra dalla porta-finestra del giardino, il commissario e Wilbur sono alla scrivania e, con lente di ingrandimento, pennellino ed altri accessori, stanno cercando le impronte digitali sul cofanetto di legno di Sir Arthur. Il commissario, dopo aver osservato l’esterno, ora ne esamina l’interno.

                V.F.C. - La terribile notte era passata, ma il mistero era ancora impenetrabile, dubbi su dubbi assillavano il commissario e il suo aiutante, rendendo le indagini sempre più complicate, ma sarebbero riusciti i due a districare il terribile enigma ? Solo continuando a seguire la storia lo sapremo.

                COMMISSARIO - (alzandosi) Nicht, maledizionen ! Solo impronte Sir Arthur ! Io non capire !

Wilbur parla all’orecchio del commissario.

                COMMISSARIO - (guardandolo) Wilbur !

Wilbur scatta sull’attenti.

                COMMISSARIO - Io non mettere ancora a piangere ! Tu non capire : ieri sera essere stato tutto trucco perché assassino faccia passo falso !

Wilbur guarda in alto.

                COMMISSARIO - ... Hem... comunque trucco non funzionato, colpevole nascondere bene emozioni !

I due si chinano sulla scrivania per continuare ad esaminare il cofanetto. Wilbur indica qualcosa.

                COMMISSARIO - (guardando con la lente) Nein, Wilbur, qvella essere cacca di mosca !

Il commissario chiude il cofanetto lo rigira di lato e continua a guardare. Wilbur indica qualcosa.

                COMMISSARIO - (c.s) Nein, Wilbur, qvella essere cacca di tarlo !

Il commissario rigira sottosopra il cofanetto e continua la sua indagine. Wilbur indica ancora qualcosa. Il commissario scosta la lente, poi guarda ancora con essa, poi prende il cofano e lo porta alla luce, lo annusa, lo rigira, lo riannusa.

                COMMISSARIO - Ya, Wilbur, qvesta essere cacca assassino ! Gut (riporta il cofanetto sul tavolo e lo apre). Questo essere grosso indizio, Wilbur, ora noi afere traccia per scoprire colpevole !

Wilbur parla all’orecchio del commissario.

                COMMISSARIO - (perplesso) ... Ya... giusto perché assassino fatto cacca in cofanetto ? Noi dofere scoprire anche qvesto !

Wilbur allarga le braccia, poi i due si chinano per continuare ad esaminare il cofanetto.

SCENA SECONDA

Da sinistra entra Anthony. Wilbur e il commissario, impegnati con il cofanetto, non se ne accorgono, Anthony si ferma sulla porta ad osservare l’attività dei due.

                ANTHONY - Commissario.

Il commissario caccia un piccolo urlo e, girandosi di scatto, dà un colpo al coperchio del cofanetto che si chiude sulle dita di Wilbur, il quale spalanca la bocca e gli occhi come se urlasse, ma senza emettere alcun suono.

                ANTHONY - Scusate commissario, non volevo spaventarvi.

                COMMISSARIO - ... io spaventare ? Oh... oh... her Anthony, noi di polizia essere abituati a ben altro ! (si mette un sigaro in bocca, ma non riesce ad accenderlo poiché gli balla sulle labbra)

Anthony si avvicina al commissario con fare circospetto. Intanto Wilbur esce da destra dolorante, alla ricerca di una medicazione.

                ANTHONY  - (a mezza voce) Commissario.

                COMMISSARIO - Ya ?

                ANTHONY - Mi perdoni, ma vorrei ricordarvi che io... hem...ho un alibi.

                COMMISSARIO - Alibi ?

                ANTHONY - Sì,... non si ricorda dove ci siamo visti ieri sera ?

                COMMISSARIO - Ieri sera ?

                ANTHONY - Commissario... (si avvicina e gli parla nell’orecchio)

                COMMISSARIO - (irritatissimo) Her Anthony ! (Anthony sobbalza) Io non potere fare favoritismi ! Io non visto foi ! E foi essere sospetto come tutti !

                ANTHONY - (con noncuranza) Allora vuol dire che il tizio, che ieri sera era con Giselle “la rossa” al “Misterioso Oriente”, era il vostro perfetto sosia ?

Il commissario si avvicina ad Anthony preoccupato.

                COMMISSARIO - ... Hem... foi conoscete... “la rossa” ?

                ANTHONY - (entusiasmandosi) Sììì ! Commissario !  E voi non conoscete Carmen !

                COMMISSARIO - Carmen la portoghese ?

                ANTHONY - La conoscete ?

                COMMISSARIO - Yaaa ! Wunderbar ! Essere donna magnifica,... ma foi non sapere quello che fatto me... (parla nell’orecchio di Anthony)

                ANTHONY - Noooo !

                COMMISSARIO - Yaaaa !

                ANTHONY - E avete conosciuto...

Il discorso prosegue a soggetto, i due esaltano le grazie e le prestazioni delle ragazze del “Misterioso Oriente” entusiasmandosi sempre di più, al punto da imitarne le movenze e le forme.

SCENA TERZA

Da sinistra entra Lorna, da destra Wilbur e trovano Anthony e il commissario che, al culmine dell’entusiasmo, stanno improvvisando una specie di danza del ventre, ricordo dei bagordi trascorsi al “Misterioso Oriente”

                LORNA - Anthony.,.. commissario ?

I due si fermano imbarazzatissimi.

                COMMISSARIO - ... Hem... no... noi stare ricostruendo scena delitto !

                ANTHONY - ... S... sì io sto aiutando il commissario nelle indagini.

                COMMISSARIO - Ya... lui aiutare me.

                LORNA - (seccata) E stavate indagando con un balletto ?

                COMMISSARIO - Ya... essere nuofo sistema indagine.

                ANTHONY - Sì... sì...

                COMMISSARIO - ... Indagine tenere conto di tutti i movimenti di assassino.

                ANTHONY - Sì... sì...

                LORNA - (c.s.) Anche della danza del ventre ?

                COMMISSARIO - (riprendendo un certo contegno) ... Tutto essere po... possibile... hem... comunque, Miss Lorna, foi stare attenta, essere sospetta come tutti, in castello !

                LORNA - Commissario, se avete terminato la vostra indagine, con sistemi moderni, io vorrei parlare al signor Anthony Spring, con sistemi antichi  a proposito di un certo “Misterioso Oriente” !

                COMMISSARIO - ... Hem... ya, noi afere terminato.

                ANTHONY - Ma commissario... noi dobbiano ancora...

                LORNA - (arrabbiata) Anthony Spring, vuole accomodarsi in biblioteca, dovrei parlarle !

                ANTHONY - S... sì tesoro...

                COMMISSARIO - Fraulain Lorna ! Io folere interrogare amministratrice castello... come chiamare... ?

                LORNA - Mrs. Paperblack ? La farò chiamare !

                COMMISSARIO - Ya... Mrs. Paber... Pepar... Poper... Ya, hem, proprio lei !

                ANTHONY - (sollecito) Vado a chiamarla io commissario !

                LORNA - (fulminandolo) No ! Tu vieni con me !

Anthony, con la coda tra le gambe, seguito da Lorna, esce da sinistra.

SCENA QUARTA

                COMMISSARIO - Wilbur !

Wilbur scatta sull’attenti.

                COMMISSARIO - (avvicinandosi alla scrivania) Continuare nostro esame di piccolo cofano.

Il commissario riprende il cofanetto, lo apre e continua la sua indagine insieme a Wilbur che lo segue sempre più sfiduciato. Intanto da sinistra entra Mrs. Paperblack, come al solito ubriaca, si ferma per un attimo sulla porta, poi incuriosita dalla strana attività che si svolge presso la scrivania, si avvicina ed osserva i due chini sul cofanetto, i quali danno le spalle a sinistra e non si accorgono dell’arrivo di Mrs. Paperblack. Dopo un po’ il commissario alza perplesso la testa annusando l’aria, Wilbur lo imita, dopo un secondo, Mrs. Paperblack, incuriosita, annusa l’aria anche lei.

                COMMISSARIO - Wilbur... non sentire anche tu... forte odore di Wisky ?

Wilbur annuisce e si china ad annusare il cofanetto per sentire se l’odore proviene da lì.

                COMMISSARIO - Forse in cantina botte rotta ?

Annusando, il commissario si volta piano, piano, finché non si trova davanti a Mrs. Paperblack di fronte, fa un sobbalzo spaventato e, con un colpo chiude il coperchio del cofanetto, questa volta sul naso di Wilbur, che, coprendoselo con la mano, saltella dal dolore ed esce da destra.

                COMMISSARIO - (appoggiandosi alla scrivania spaventato) M... Mrs. Paperblack...io no... non afere sentito arrifare...

                MRS. PAPERBLACK - (più ubriaca del solito) Ssssssalve, commissario...

                COMMISSARIO - (riprendendosi) Mrs. Paperblack, io fatto fenire perché dofere interrogare... si sieda.

Mrs. Paperblack, si gira intorno.

                COMMISSARIO - Cosa foi cercare ?

                MRS. PAPERBLACK - Sssssono indecisa su quale poltrona sedermi...

                COMMISSARIO - Prego, foi sedere, io dofere parlare !

                MRS. PAPERBLACK - (guardando ancora) ... Commissario... voi preferite il divano o la poltrona ?

                COMMISSARIO - (esasperato) Mrs. Paperblack, si sieda !

                MRS. PAPERBLACK - (avvicinandosi ad un palmo dal viso del commissario) Ma che cosa urli... che di potrebbe scoppiare una vena sul collo !

Il commissario, avvelenato dalla fiatata alcolica di Mrs. Paperblack, barcolla reggendosi ad una poltrona.

                MRS PAPERBLACK - (c.s.)... Che co... cosa avete commissario ? Siete forse ubriaco ?

Il commissario, ripresosi, corre alla porta- finestra, la spalanca e respira a pieni polmoni. Mrs. Paperblack, intanto, solleva un cuscino del divano, tira fuori una bottiglia nascosta e comincia a sbevacchiare stravaccata sul divano.

                COMMISSARIO - (rientrando) Gut, Mrs. Paperblack, io fatta fenire qvi per interrogare. Dunque foi, prima di delitto, essere entrata in qvesta stanza, ya ?

                MRS. PAPERBLACK - Io sono entrata... in questa stanza ?

                COMMISSARIO - Foi dovere rispondere !

                MRS. PAPERBLACK - Io... ma lo sa, commissario, che è proprio bello con quei baffoni ?

                COMMISSARIO - Mrs. Paperblack, rispondere a mia domanda !

                MRS. PAPERBLACK - io... ma come siete... suscettibile... io quando hanno ammazzato il vecchio... stavo esaminando l’annata 1898 del “Black Landings”

                COMMISSARIO - Cosa essere “Black Landings” ?

                MRS. PAPERBLACK - ... E’ un... hum... come si chiama ?

                COMMISSARIO - Un Wisky ?

                MRS. PAPERBLACK - ... No... quell’altro... il coso...

                COMMISSARIO - Gin ?

                MRS. PAPERBLACK - ... No... un... Bor... un Birb...

                COMMISSARIO - Un bourbon ?

                MRS. PAPERBLACK - Ecco !... Sì bravo... (poi perplessa)... che cosa mi diceva a proposito del bourbon ?

                COMMISSARIO - (spazientito) Mrs. Paperblack, folere dire se voi afere esaminato “Black Landings” in questa stanza ?

                MRS. PAPERBLACK - Sì, proprio in questa stanza.

Il commissario si asciuga il sudore. Da destra entra Wilbur con il naso paonazzo e si piazza dietro al commissario.

                COMMISSARIO - Mrs. Paperblack, quando foi afere visto l’ultima volta Sir Arthur ?

                MRS. PAPERBLACK - Ieri sera...

                COMMISSARIO - Dofe ?

                MRS. PAPERBLACK - Su quella poltrona, con grossi problemi di salute...

                COMMISSARIO - (trattenendosi) Mrs. Paperblack, Sir Arthur, afeva grossi problemi finanziari ?

Mrs. Paperblack si alza barcollando e si avvicina al commissario, sempre alla distanza di un palmo dal viso, il commissario intuisce la manovra e trattiene il fiato. Dietro il commissario c’è Wilbur.

                MRS.PAPERBLACK - Commissario, anche e te interessano i soldi di casa Kinley... non è che con la scusa delle indagini... sei venuto a mettere i baffi nel castello alla ricerca degli spiccioli... ?

Durante tutta la frase di Mrs. Paperblack, il commissario trattiene il fiato per non sentire l’alito pestilenziale dell’amministratrice, ma alla fine, pressato dalla donna, si divincola per riprendere fiato, così l’ultima parte della frase di Mrs. Paperblack, va a finire in faccia a Wilbur.

                MRS. PAPERBLACK - ... ma che te ne frega dei debiti del vecchio... commissario... (guardando Wilbur da vicino)... ti sei tagliato i baffi... ?

               

Wilbur, oppresso dalla fiatata alcolica, si tiene allo schienale di una poltrona per non svenire.

                COMMISSARIO - (ripresosi) Mrs. Paperblack !

                MRS. PAPERBLACK - ... co... cosa... (voltandosi)... commissario, accidenti... che baffi veloci che avete !

                COMMISSARIO - Mrs. Paperblack ! Vorrei federe conti di casa Kinley !

Mrs. Paperblack fa per avvicinarsi.

                COMMISSARIO - Foi rispondere da dove siete !

                MRS. PAPERBLACK - (squadrandolo) ... Hum... okay... seguitemi... !

Mrs. Paperblack si avvia verso destra seguita dai due, ma sulla porta si ferma e si volta trovandoseli davanti. Il commissario e Wilbur, accorgendosi che Mrs. Paperblack sta per parlare, fanno un salto di lato per evitare la fiatata.

                MRS. PAPERBLACK - ... Commissario, io vi faccio vedere i conti, ma non dite niente a nessuno e nemmeno io fiaterò...

                COMMISSARIO - Meglio foi non fiatare ! Andiamo !

I tre escono da destra.

SCENA QUINTA

Da sinistra entrano : Lady Elizabeth, i dottor Bladstone, Anthony e Lorna. Si dispongono velocemente nella stanza, Lady Elizabeth all’estrema sinistra della scena. Bladstone seduto su di una poltrona al centro. Anthony (con un occhio pesto) appoggiato allo stipite della porta-finestra del giardino, sul fondoscena. Lorna seduta alla scrivania all’estrema destra della scena. Tutti e quattro si ignorano a vicenda spudoratamente.

                V.F.C. - Nel castello di Landings la tensione aumentava, chi sarebbe stato il primo a scoprirsi ? Chi avrebbe destato sospetti con una mossa falsa ? (poi con tono lugubre) Se normalmente la paura fa 90... nel castello faceva 180 !

In scena, tra i quattro, tutto tace.

                V.F.C. - Vogliamo andare avanti con la commedia o continuare a fare le belle statuine ?

Tutti e quattro, per un attimo guardano in alto, poi si rimettono nelle posizioni originali con i musi piùì lunghi d prima.

                LORNA - Io non ho niente da dire !

                ANTHONY - (senza guardarla, indicandosi l’occhio pesto) Hai già detto anche troppo !

                LORNA - (voltandosi inviperita) Già, io dovrei tacere, quando tu vai in certi posti, con certe donnine a fare i tuoi porci comodi !

                ANTHONY - (allusivo) Se è per questo non sono il solo qui dentro !

                BLADSTONE - Cosa vorresti dire ?

                LADY ELIZABETH - Quello che ha detto !

                BLADSTONE - Perché mi hai forse visto ?

                ANTHONY - No, ma conosco qualcuno che ti ha visto !

                LORNA - (ad Anthony) Aaaaa ! Ma allora ammetti d’esserci stato ?

                LADY ELIZABETH - Non hai capito che sono assidui frequentatori entrambi ?

                LORNA - Tu stai zitta brutta tro...

Durante la discussione i quattro convergono lentamente al centro della stanza aumentando il tono e il volume della voce, degenerando poi a soggetto la litigata, mettendosi anche le mani addosso finché la V.F.C. non interviene.

                V.F.C. - Ooooooooooo !

I quattro si interrompono.

                V.F.C. - E che è ! Il mercato del pesce ? (pausa) Avanti, forza, senza litigare !

I quattro riassumono degli atteggiamenti più distinti, allontanandosi leggermente gli uni dagli altri.

                LADY ELIZABETH - (distintamente) Dottor Bladstone, vi prego, non scendiamo a basse volgarità, la invito a mantenere il “voi” e di non cedere alla scortesia.

                BLADSTONE - (andando a baciarle la mano) Mi perdoni, baronessa, un momento di debolezza, faccio ammenda dei miei, spero, perdonabili falli.

                ANTHONY - Chiedo venia anche per me, le emozioni mi hanno provocato un imperdonabile, quanto detestabile atteggiamento.

                LORNA - Cara Elizabeth, condivido la vostra esigenza di mantenere inalterata l’etichetta e la cortesia come richiede la tradizione della casata dei Kinley, senza, per altro, addebitarsi inutili incongruenze stilistiche di galateo. (Lorna si appoggia alla spalliera di una poltrona e il discorso assume il tono di un comizio) Auspico, quindi, un atteggiamento di subordinazione similare e privilegiata, verso fondatezze chiarificatrici, dietro garanzie pseudo-autarchiche, dal quale, un antagonismo estrapolatore possa, grazie anche a criteri di rispondenza qualificativa,... dicevo, possa realizzare un raggiungimento, non limitativo, ma istituzionale, nella creazione di una convenzione parametrica e metodologica più appagante ! Concludo quindi, affermando che la problematica interattiva assimilata, abbia, nel rispetto di un più demagogico contenzioso strutturale, il più ampio e plurilaterale eufemismo caratteriale, al fine di un’equa analisi analettica e patriottica ! Viva i Mc Kinley ! Viva la Scozia ! Viva il re !

                TUTTI - (all’unisono) Viva ! (poi) Bene ! Brava ! Bis !

Lady Elizabeth accorre con un fazzoletto ad asciugare il sudore di Lorna, Bladstone le stringe vigorosamente la mano, Anthony le riempie un bicchiere d’acqua e poi le bacia la mano.

                LADY ELIZABETH - Brava !

                BLADSTONE - Bel discorso !

                ANTHONY - Complimenti !

Le effusioni continuano per un po’, poi Lady Elizabeth, autoritaria, richiama l’attenzione.

                LADY ELIZABETH - Signori ! Noi non possiamo subire più un simile ricatto. La polizia sospetta tutti, gettando fango sull’onore dell’antica famiglia dei Mc Kinley. Voi capite che nessuno, dico nessuno ! Di noi può essere accusato del delitto, la dinastia di Landings subirebbe il più duro colpo della sua centenaria storia. oimé... tutta la nobiltà della Scozia ci additerebbe con disprezzo, saremo privati dei nostri beni, delle terre e dei castelli e... (tragica) non saremo più ricevuti alla corte d’Inghilterra !

                LORNA - Mio Dio !

                BLADSTONE - (piagnucolando) Rischierei di essere radiato dall’ordine dei medici, perderei la mia clinica e quei pochi milioni di sterline che mi restano !

                LORNA - Oh no ! Non potrei più riposare quei miseri otto mesi di vacanza alle Bahamas e nel mio chalet in Svizzera...

                ANTHONY - ... Non mi farebbero più lo sconto al “Misterioso Orien... hai ! ! (Anthony è messo a tacere da un sonoro ceffone dietro il collo partito da Lorna)

                LORNA - (arrabbiata) Non pronunciare più quel nome in mia presenza !

                LADY ELIZABETH - Signori ! Facciamo una tregua nelle nostre questioni personali e facciamo un’alleanza per uscire da questa incresciosa situazione.

                BLADSTONE - Bene !

                ANTHONY - Ben detto !

                LORNA - Sono d’accordo !

I tre si avvicinano, fanno capannello al centro della stanza e, sottovoce, cominciano a discutere come dei cospiratori.

SCENA SESTA

                V.F.C. - Che cosa si stava tramando di così tanto segreto nel castello ? Un nuovo crimine ? Una nuova accusa ?

Da destra entra Gregoy, ancora con il morbillo, vedendo il gruppo riunito al centro della stanza, resta sulla porta in attesa degli eventi. Ha in mano un vassoio con una lettera. Dopo un po’ nel gruppo scoppia una risata.

                TUTTI - Ha, ha, ha, !

                ANTHONY - ... La sapete quella del cane e del cavallo ?

                TUTTI - No, no, dai, dai...

                ANTHONY - Allora : c’è un cane ed un cavallo che stanno parlando del più e del meno, ad un certo momento il cane chiede al cavallo : “Mi spieghi come mai voi cavalli avete i buchi del naso così larghi ?” E il cavallo : “ Vorrei vedere te a scaccolarti con gli zoccoli !”

                TUTTI - Ha, ha, ha !

                V.F.C. - E’ vecchia !

                ANTHONY - Ma che ne sai !

                LORNA - Ma  va...

                LADY ELIZABETH - Sta zitto...

                BLADSTONE - (a Lady  Elizabeth) Psss... Elizabeth, c’è il maggiordomo.

Lady Elizabeth si volta e vede Gregory e si ricompone in un cipiglio più adatto ad una baronessa.

                LADY ELIZABETH - ... Hem... sì Gregory ?

                GREGORY - Baronessa, è arrivata una lettera.

                LADY ELIZABETH - (teatrale) E chi la reca ?

                GREGORY - Non lo so, baronessa, non c’è indirizzo, ne francobollo, qualcuno deve averla messa direttamente nella cassetta della posta.

Lady Elizabeth fa per prenderla, poi si ricorda del morbillo di Gregory.

                LADY ELIZABETH - ... Hem... Gregory, lascia pure sul tavolo.

Gregory esegue ed esce da destra con un inchino. Lady Elizabeth si avvicina al tavolo e prende la busta.

                BLADSTONE - Non c’è indirizzo né mittente.

Lady Elizabeth si avvicina alla scrivania, prende un tagliacarte e apre la lettera. Comincia a leggere e l’espressione le si trasforma in terrore, finché caccia uno strillo e sviene. Bladstone la prende al volo e la fa sedere su di una poltrona. Anthony prende la lettera lasciata cadere da Lady Elizabeth la legge spaventandosi anche lui.

                LORNA - (allarmata) Anthony, che c’è scritto ?

                ANTHONY - (leggendo) “La vendetta è il più amaro dei frutti, ma qualcuno sentirà un sapore molto più disgustoso”  firmato “Un fantasma”

                LORNA - Mio Dio !

                BLADSTONE - (continuando ad assistere Lady Elizabeth) Chi può averla scritta ?

                ANTHONY - Che sia l’assassino ?

                LORNA - ... E ...e a chi può essere destinata ?

                BLADSTONE - Elizabeth, ti prego, riprenditi, non è questo il momento di svenire.

SCENA SETTIMA

Da sinistra entrano, accorrendo, il commissario, Wilbur, Gregory, Miss. Person, Mrs. Paperblack.

                COMMISSARIO -Cosa essere successo ? Io afere sentito urlo ?

                ANTHONY - Commissario leggete ! (porgendo la lettera)

                COMMISSARIO - ...”Osotsugsid uip otlom eropas... “ , ma qvale lingua essere qvesta ?

Wilbur parla all’orecchio del commissario, che controlla il documento, poi imbarazzato lo rigira sottosopra e legge in silenzio, finita la lettura, squadra tutti i presenti.

                BLADSTONE - Commissario... c... chi può avere scritto questa lettera ?

                LORNA - Forse l’assassino ?

                COMMISSARIO - Pene, molto pene, qvesta essere feramente mossa falsa, adesso tofere per forza succedere qualcosa...

                LADY ELIZABETH - (ancora semisvenuta)... Co... commissario...

                COMMISSARIO - Silenzio ! (tutti sobbalzano) Signori, assassino stare per svelare identità, qvesta lettera essere stata scritta per paura di qualcuno, perché chi afere scritto lettera sa che assassino sospetta di qualcuno che afere visto lui, ma assassino non potere muovere poiché chi scritto lettera non potere svelare colpevole in quanto, autore di delitto, non sapere che chi visto lui, avere scritto lettera, oppure essere sospettato dopo che delitto consumato !

Il commissario si ferma stupito di se stesso per essere riuscito a fare un discorso così complicato. Poi, mentre tutti lo stanno ancora a guardare a bocca aperta per l’esploit, il commissario sussurrando cerca di ricostruire, fra se, il discorso per riuscire a capire qualcosa di quello che ha detto.

                COMMISSARIO - (a parte fra se) ... Se assassino scritto lettera, colpevole non visto delitto... no, no... se chi scritto lettera essere assassino, non visto omicidio... no, no... come diafolo afere detto...

                LADY ELIZABETH - Commissario !

                COMMISSARIO - (c.s) ... Se delitto scritto lettera... (scuotendosi) ... e... hem... ya baronessa ?

                LADY ELIZABETH - Commissario, cosa dobbiamo fare ?

                COMMISSARIO - ... Hem... già... dunque... noi...

Wilbur si avvicina e gli parla all’orecchio, il commissario cambia espressione illuminandosi.

                COMMISSARIO - Gut ! (pausa) Signori, ora noi uscire tutti da stanza e ricreare atmosfera delitto, poi tutti andare in loro stanze separati, se autore lettera essere uno di foi, assassino cercherà lui per vendicarsi, quindi chi scritto lettera uscirà da sua stanza per salvarsi da accoltellamento !

                BLADSTONE - Giusto !

                ANTHONY - Bella trovata !

                COMMISSARIO - Tutti via, uscire da stanza !

Mentre tutti escono, il commissario tra se tenta ancora di ricostruire il discorso fatto prima.

                COMISSARIO - ... Se lettera avere scritto assassino, colpevole nascosto coltello... no, no... se coltello scritto lettera...

Tutti sono usciti, Wilbur si avvicina e parla nell’orecchio del commissario.

                COMMISSARIO - ... Come ?...Ah, pene, pene ! Wilbur, essere aperta vetrata giardino ?

Wilbur fa cenno di sì.

                COMMISSARIO - ... Luci erano spente...

Wilbur annuisce ancora.

                COMMISSARIO - Gut, noi uscire !

Wilbur, precedendo il commissario, esce da sinistra spegnendo la luce, la scena è appena illuminata da uno spiraglio di luce che esce dalla porta aperta di sinistra, nella penombra si sente la voce del commissario che parla tra se uscendo.

                COMMISSARIO - ... Se lettera ucciso coltello... assassino nascosto colpevole... no, no... come diafolo afere fatto discorso prima... (sfuma la voce del commissario, la porta si chiude)

SCENA OTTAVA

                V.F.C. - Ecco, tutto sembrava ritornato come la notte del delitto. Nel frattempo si era fatta sera...

La luce del giorno irrompe ancora dalla porta-finestra che dà nel giardino.

                V.F.C. - ... Hem... nel frattempo si era fatta sera !

Tutto rimane come prima.

                V.F.C. - (urlando) Si è fatta sera !

Di colpo si spengono le luci e cade la sera.

                V.F.C. - Siamo duri d’orecchie eh ?... Nel frattempo si era fatta sera e il buio circondava il castello, la stanza era silenziosa, solo il rumore del temporale rompeva, quel terribile silenzio.

Tutto tace.

                V.F.C. - Lo vogliamo fare un po’ di temporale ?

Scoppiano improvvisamente una valanga di tuoni e fulmini.

                V.F.C. - E’ sufficiente un temporale, non la seconda guerra mondiale !

Lampi e tuoni si riducono di intensità

                V.F.C. - Oooooo ! (di soddisfazione) ... cosa stava per succedere nella stanza maledetta ?

Un lampo illumina la vetrata dove si vede in controluce una figura con cappello ed impermeabile che trasporta un pesante fardello, lo deposita sulla poltrona, poi si aggira furtivamente per la stanza come in cerca di qualcosa. Al momento in cui l’individuo si trova tra la tenda e il busto di marmo, si accendono improvvisamente le luci e si spalanca la porta di sinistra.

SCENA NONA

Da sinistra entrano : il commissario, Wilbur e dietro tutto il resto dei personaggi, il misterioso individuo si nasconde a malapena dietro la tenda, restando visibile, ma senza che si possa distinguere la faccia o qualche altro particolare. Sulla poltrona c’è di nuovo il cadavere con il coltello.

                COMMISSARIO - (urlando) Haaaa ! Fermi tutti, non afere più scampo, uscire fuori di tenda, ormai io afere scoperto gioco !

                LORNA - Co... commissario il ca... cadavere !

                COMMISSARIO - (perplesso) Come... cadafere ? Chi... (al misterioso individuo)... tu afere riportato cadafere in poltrona ? Afanti uscire di tenda !

Il commissario vorrebbe avvicinarsi per smascherare l’individuo, ma ha una paura matta.

                COMMISSARIO - Wilbur ! Vai a smascherare uomo dietro tenda !

Wilbur scuote la testa.

                COMMISSARIO - Come ? Tu disobbedire mio ordinen ?

Wilbur annuisce.

                COMMISSARIO - (avvicinandosi) Wilbur ! Io ti impongo smascherare individuo ! (Wilbur è ostinato) ... Wilbur tu disobbedire a superiore ? (c.s.) ... Agente Wilbur fare tuo dofere di poliziotto se non folere andare a dirigere traffico !

Wilbur stringe i denti, si fa di mille colori, fa cento smorfie è dilaniato da un’atroce lotta interiore, poi, con un tremendo sforzo, mentre tutto lo stanno a guardare ansiosi, pronuncia l’unica sua parola in tutta la commedia.

                WILBUR - NO !

Wilbur, dopo il tremendo sforzo, crolla su di una poltrona esausto. Un mormorio stupefatto serpeggia nella stanza, per un attimo vengono dimenticati il cadavere e il misterioso individuo, il quale, approfittando della situazione, cerca di sgattaiolare dalla porta-finestra del giardino.

                BLADSTONE - Commissario, sta scappando !

Tutti si riprendono, il commissario, estraendo una pistola, fa un passo avanti cercando di bloccare l’individuo, ma la fifa lo blocca.

                COMMISSARIO - Alt ! Fermo !

L’individuo si ferma sempre mezzo nascosto dalla tenda.

                COMMISSARIO - Pene ! Ora tu dire chi sei ! Afanti uscire fuori !

Per un attimo tutto tace, l’individuo non si muove, poi, prima pianissimo, poi sempre in crescendo, una risata diabolica si leva dal cadavere.

                SIR ARTHUR - Ha, ha, ha !

Quando la risata giunge al culmine, Sir Arthur si solleva a sedere ghignando, tutti inorridiscono.

                LADY ELIZABETH - Arthur !

                LORNA - Papà !

                ANTHONY - Signore !

                BLADSTONE - Barone !

                COMMISSARIO - Cadafere !

Sir Arthur continua a ridere per un po’, poi fulminando tutti :

                SIR ARTHUR - Ha, ha, ha ! Vi ho fregato tutti !

                LADY ELIZABETH - ... Ma caro...

                SIR ARTHUR - Zitta tu ! Credevi che non lo sapessi che te la facevi con quel segaossa del tuo medico ! E tu Bladstone, vedrai che quando ti avrà spremuto bene, scaricherà anche te...

                COMMISSARIO - Ma allora... assassinio ?

                SIR ARTHUR - Non c’è mai stato.

                ANTHONY - E la lettera ?

                SIR ARTHUR - Oh, è stata un’altra trovata del commissario, per far saltare fuori un assassino che non esisteva !

                LORNA - Commissario !

                COMMISSARIO - (affranto) Ya, essere fero, io scritto lettera per costringere assassino a tradirsi... ma... non andare mai bene niente a me ! (piagnucola e si sieda su di una poltrona)

                BLADSTONE - Ma allora... chi è quello là ? (indicando l’individuo dietro la tenda)

                SIR ARTHUR - (ghignando) Peggy, vieni fuori, fatti vedere dai signori !

Dalla tenda, togliendosi cappello e impermeabile, esce una stupenda ragazza in paillette, calze, reggicalze e tacchi altissimo e si avvicina a Sir Arthur.

                SIR ARTHUR - Questa è Peggy, una cara bambina che certamente il Dottor Bladstone e il signor Anthony Spring conosceranno !

Anthony, come al solito, si tradisce.

                ANTHONY - (ingenuamente) Sì, certo, è una delle ragazze del “Misterioso Orien...

Una sberla di Lorna blocca la frase a metà.

                LADY ELIZABETH - (cercando di fingersi seccata) Arthur, spero avrai una spiegazione della tua conoscenza di quel... posto ?

                SIR ARTHUR - Certo, mia cara... Peggy toglimi, per favore, questo arnese dalla schiena (alzandosi), ti darò tutte le spiegazioni che vorrai... Winny entra anche tu...

Da destra entra un’altra splendida ragazza.

                ANTHONY - ... Ma quella è...

Un’altra sberla di Lorna.

                SIR ARTHUR - (mettendosi tra le due ragazze che lo prendono sottobraccio) Mia cara Elizabeth, signori ! Sir Arthur vi annuncia che si è venduto il castello, con tutto quello che c’è dentro e che vuole spassarsela per il resto della sua vita con esemplari come questi e non con barbagianni come voi....

                LADY ELIZABETH - ...e noi... ?

                SIR ARTHUR - Voi arrangiatevi ! (si avvicina con le ragazze alla porta di destra) Non morirete certo di fame, e voi Bladstone e Anthony, d’ora in poi regolatevi bene poiché il Barone Arthur mc Kinley ha venduto il castello, ma è divenuto proprietario del “Misterioso Oriente” e non farà sconti a nessuno, nemmeno ai parenti più stretti ! (esce da destra con le due ragazze)

SCENA DECIMA

Tutti restano allibiti, poi Lady Elizabeth ha un moto di stizza, Lorna comincia a diventare isterica, Bladstone nervosissimo, il resto dei presenti non riesce ancora a credere ai proprio occhi. Solo Gregory resta impassibile e il commissario continua a piagnucolare sulla poltrona.

                COMMISSARIO - Possibile io non riuscire a scoprire delitti.. io afere studiato manovale... libri... afere fatto corso per corrispondenza... ma colpevole sfuggire sempre.

Il commissario continua a soggetto, riuscendo pian piano ad attirare l’attenzione degli altri che gli si fanno intorno.

                ANTHONY - Su, commissario, non se la prenda.

                COMMISSARIO - Già... dire bene...

                LORNA - Su, vedrà che la prossima volta ci sarà un bel cadavere tutto per lei !

                COMMISSARIO - No... non foglio più fare il commissario

                LADY ELIZABETH - Vuole che andiamo a vedere se nel castello qui vicino c’è un bel delitto ?

                COMMISSARIO - (sempre piagnucolando) ... No...

                BLADSTONE - Vuole che ammazziamo qualcuno noi ? Eh ?

                COMMISSARIO - ... No...

                MISS PERSON - Se vuole Gregory può ammazzare qualcuno, così saprà già che l’assassino è il maggiordomo ?

                COMMISSARIO - (c.s.) ... Hum... no...

                ANTHONY - Vuole che la portiamo alla centrale ?

                LADY ELIZABETH - Vuole che la portiamo a fare pipì ?

                ANTHONY - (facendo alzare il commissario) Venga commissario, ora noi andiamo a fare un bel giro per vedere se ci sono tanti bei morti ammazzati in giro, così lei potrà fare tante belle indagini...

L’azione continua a soggetto su questo tono, tutto il gruppo circonda il commissario, esce dalla porta-finestra del giardino, la scena resta vuota.

                V.F.C. - (lugubre) Tra il sangue e il terrore di quella tremenda storia, soltanto Sir Arthur visse felice e beato tra le grazie delle ragazze del “Misterioso Oriente”. Degli altri si seppero, in seguito, solo notizie frammentarie : Il commissario riuscì a scoprire, finalmente, il suo primo delitto, in quando obbligando Wilbur a parlare per un’ora di seguito lo uccise e si scoprì da solo. Il dottor Bladstone, in un momento di mal sopportazione, uccise Lady Elizabeth con un’iniezione di acqua di cavolfiore. Anthony Spring, fu ucciso dalla centosessantasettesima sberla affibiatagli da Lorna la quale, in seguito, fu assunta al “Misterioso Oriente” col nome di “orecchio profondo” come riserva in panchina. Di Gregory si sa solo che morì di morbillo al quattordicesimo delitto. Miss Person perì maneggiando un coltello da filetto scambiandolo per uno spremiaglio. Infine Mrs. Paperblack fu assunta come amministratrice in una nota casa vinicola, sparì dopo appena un anno, ma fu trovata quarantotto anni dopo nella botte da seimila litri del Jonny Walker riserva reale del 1914, perfettamente conservata e con ancora il sorriso sulle labbra. Finì così la tragica storia di quella terribile notte al castello di Landings, fra le cupe nebbie della lontana e antica Scozia.

SIPARIO

FINE DELLA COMMEDIA