Delitto imperfetto

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Delitto Imperfetto

(Tra il 5° e il 6° rintocco)

Atto unico in 4 quadri di

Federico Cristiani

QUADRO PRIMO

Buio. Musica. Una pendola segna le 10 pm. Ticchettio. Dopo alcuni secondi si

sente il primo rintocco. Dopo 5 rintocchi, una voce femminile fuori campo:Sono

l’essenza Sono il soffio vitale Sono l’anelito fremente Sono il progetto

impaziente Sono la lotta incessante Sono la stella danzante...

Penombra. Camillo, in camice bianco, è seduto su una poltrona, con gli occhi

chiusi e un bicchiere stretto nella mano destra. Alla sua sinistra c’è un

comodino, con un boccettino. Alla sinistra del comodino, dietro un paravento,

qualcuno giace immobile su un letto. Ai piedi del letto un attaccapanni, con una

giacca penzolante da uno dei bracci. Camillo apre gli occhi e si guarda attorno

disorientato. Si protende per osservare oltre il paravento. Fa per alzarsi. Una

suadente voce femminile lo sorprende.

SCONOSCIUTA No Camillo, non andare. (Camillo si volta verso la voce. In penombra

c’è qualcuno seduto su una sedia) …non servirà a nulla: è morto, lo sai, non

puoi fare più nulla per lui. E rivederlo non lo riporterà certo in vita…

CAMILLO (Straniato, come in un sogno) Ma… ma… tu chi sei? E come hai fatto ad

entrare? Non ti conosco…

SCONOSCIUTA Che fai ora, fingi di non conoscermi? Allora perché mi hai chiamato?

Perché mi hai fatto venire se …?

CAMILLO (Straniato, la interrompe) …chiamato? Io non ho chiamato nessuno... no,

ho chiamato nessuno...

SCONOSCIUTA Camillo rilassati, non sono qui né per accusarti né tantomeno per

denunciarti. Pur tuttavia occorre prendere atto della situazione. E che là

dietro (indica il paravento) ci sia il cadavere d’un uomo è incontestabile. E

che sia il cadavere di Valerio non lo è di meno…

CAMILLO Sì, è Valerio… lo so… è colpa mia… avrei dovuto ...

SCONOSCIUTA (Lo interrompe, decisa) Se sia o no colpa tua lo si vedrà! E in ogni

caso crogiolarti nelle tue sventure non serve a nulla! Ciò che occorre ora è

lucidità e sangue freddo: in questi frangenti è sufficiente una parola di

troppo, un nonnulla per essere accusati. Anche se si è perfettamente innocenti.

CAMILLO Innocente? Io non sono innocente… avrei dovuto …

SCONOSCIUTA (Lo interrompe) ...Camillo, questo autolesionismo è puerile! Valerio

si è suicidato, tu non hai alcuna responsabilità!

CAMILLO (straniato) ...no, non è così, tu non sai nulla... la verità …

SCONOSCIUTA La verità? In questa storia la verità non conta nulla; anzi, meno di

nulla! Ciò che conta è essere persuasivi, niente altro. E sai perché Camillo?

Perché in assenza di testimoni oculari nessuno potrà provare nulla: né che la

vittima si sia “volontariamente” avvelenata, né che sia stata “volutamente”

avvelenata.

CAMILLO Ma io … avrei dovuto … sì, sarebbe bastato che ... (Sconsolatamente)

…no, non sono innocente. (molto deciso) Non posso essere innocente!

SCONOSCIUTA Camillo, certe affermazioni, nelle condizioni psichiche in cui

versi, sono del tutto inaffidabili! Del resto è comprensibile… la morte di un

amico sconvolgerebbe chiunque…

CAMILLO …ma tu chi sei? E perché vuoi confondermi le idee?

SCONOSCIUTA Valerio era tuo amico, che motivo avevi di ucciderlo? Nessuno! Si è

suicidato, (scandisce) suicidato, capisci? Come si può essere responsabile di un

suicidio? No, tu non hai nessuna colpa!

CAMILLO No, non è così... il suo suicidio... sì... è quella la mia colpa.

SCONOSCIUTA Colpa? (incalzante) L’hai forse preparato tu il veleno? L’hai forse

versato tu nel bicchiere? L’hai forse costretto tu a bere?

CAMILLO (straniato) ...No, non l’ho fatto … però …

SCONOSCIUTA Però, cosa? L’hai volutamente ingannato? Gli hai “intenzionalmente”

fatto credere che fosse ... un farmaco?

CAMILLO No, no… questo non l’ho fatto… ma che importa? Io ...

SCONOSCIUTA ...Rifletti, Camillo: può esserci responsabilità senza intenzione?

No, no! Quale aberrante Tribunale potrebbe mai condannarti?

CAMILLO Tribunale? (scuote la testa) ...è qui (indica la sua testa) il nostro

più acerrimo tribunale. Sono qui i nostri più spietati accusatori…

SCONOSCIUTA Camillo, per accusare qualcuno occorrono prove, prove certe; e nel

tuo caso non ce ne sono! Eri forse presente quando Valerio ha messo in atto il

suo proposito? No, tu ti trovavi altrove a quell’ora... eri...

CAMILLO ..non parleresti così... (scuote la testa) ...non diresti le stesse cose

se tu sapessi come si sono svolti i fatti

SCONOSCIUTA Io conosco i fatti esattamente come te, Camillo. Semplicemente li

osservo da un punto di vista più costruttivo. Come puoi essere colpevole della

morte di Valerio se non eri neppure presente? Rispondi!

CAMILLO È inutile, è tempo perso. Guardalo! (Indica il letto) Il mio destino è

scritto lì, su quel cadavere. Rassegnati!

SCONOSCIUTA Non posso... non è nella mia natura rassegnarmi. Tanto più in un

caso come questo: un “presunto” delitto senza l’ombra di un movente, con un

alibi di ferro e un’infinità di testimoni pronti a confermarlo! Nessuna Corte,

neppure la più ostile, ti condannerebbe! Fidati, ho studiato il caso nei minimi

dettagli.

CAMILLO (Straniato) Lasciami in pace, che vuoi da me? Finiscila di torturarmi...

SCONOSCIUTA È questo che vuoi fare della tua vita? Gettarla via? È questo che

chiedi al tuo futuro?

CAMILLO Il mio futuro non può più essere cambiato, né cancellato. Vattene,

lasciami ... rinuncia.

SCONOSCIUTA Non rinuncio, non mi rassegno, non ti abbandono Camillo...

CAMILLO (Piangendo) Perché non vuoi capire? È tardi ormai! (Scuote la testa, si

alza, prende il boccettino e se lo rigira tra le mani. Lamentoso) Non

continuare. Tutto è già stato scritto...

SCONOSCIUTA Una cosa è certa: non guadagnerai la simpatia del tribunale con

queste affermazioni sconclusionate!

CAMILLO (Straniato e assente) ... è accaduto tutto ... cinque anni fa. (Lunga

pausa) ...sì, esattamente cinque anni fa, quando andai da Valerio. Fu allora che

si decise il mio futuro.

SCONOSCIUTA (Sorride maternamente) Che assurdità Camillo! Nessuno può decidere

il nostro futuro. E il libero arbitrio allora? È la nostra volontà, la nostra

forza interiore a decretare la nostra sorte! Siamo noi, Camillo, e noi soltanto,

i padroni del nostro destino.

CAMILLO (straniato) Libero arbitrio? Forza interiore? (Scuote la testa)

Illusioni, mere illusioni. (Totalmente inespressivo) Siamo forse padroni dei

nostri sogni? Siamo forse padroni dei nostri pensieri?

SCONOSCIUTA (In tono suadente) D’accordo, ammettiamo pure che tu abbia sbagliato

ad accettare l’invito di Valerio. Ma uno sbaglio non è un reato! Quale giudice

ti condannerebbe solo per aver accettato l’invito d’un vecchio amico?

CAMILLO (assente) …sì, tutto ha avuto inizio cinque anni fa, da Valerio.

(Farfuglia la stessa frase più volte. La voce si fa sempre più flebile) …è stato

allora che si è destata questa mia sorte disgraziata... è stato allora ...

(Penombra, poi buio totale)

FINE PRIMO QUADRO

QUADRO SECONDO

S’illumina la zona sinistra. Seduto alla scrivania c’è Valerio che sta parlando

al cellulare. Camillo si alza dalla poltrona, si toglie il camice, lo appende

all’attaccapanni e indossa la giacca. Si avvicina alla scrivania e si siede.

Valerio gli sorride, lo saluta con un gesto della mano, gli fa il cenno di

pazientare un attimo e di rimanere in silenzio. Con lo sguardo lascia intendere

che sta parlando con una donna. Gli allunga il giornale: Camillo si mette a

leggere.

VALERIO (Pochi secondi dopo, al cellulare) ...ok, d’accordo, ti richiamo, ti

richiamo io... (chiude il cellulare, si alza e si avvicina a Camillo. Lo

abbraccia amichevolmente) Camillo, che piacere rivederti! Come stai? Sono secoli

che non ci vediamo... (Lo squadra, con ostentazione) …accidenti, ma sei rimasto

magro come vent’anni fa! Come diavolo fai a non ingrassare? Scommetto che vai

ancora al campo ad allenarti!

CAMILLO (sorride) ...sì, è vero, confesso: vado ancora a giocare: un paio di

pomeriggi a settimana…

VALERIO Tu sì che sei fortunato! Io purtroppo non ce la faccio, non ho un attimo

di tempo (Camillo fa per replicare, ma Valerio lo anticipa) ...No no, davvero,

non sono scuse: troppi impegni, troppe beghe, troppi viaggi e … troppe

telefonate! (ridono) E dimmi, vai sempre al vecchio campo?

CAMILLO Sì, sempre al vecchio campo e sempre con gli stessi vecchi sciroccati...

VALERIO Tu non immagini quanto mi piacerebbe tornare a rincorrerti e a romperti

qualche costola, amico mio! (Ride) Quelli sì che erano bei tempi: tu a correre

come una lepre e io lì, solido come una roccia, ad aspettarti al varco! Ricordi

quante volte ti ho placcato ad un passo dalla meta?

CAMILLO …me lo ricordo, me lo ricordo... mi fanno ancor male le ossa… E tu

ricordi quanto fango hai mangiato senza riuscire a prendermi? (Ride) Dovevi

vederti, schiumavi rabbia come un toro infuriato! (Ride)

VALERIO Camillo, t’invidio, t’invidio da morire... come fai a trovare il tempo

di allenarti con tutto quello che ... avrai da fare?

CAMILLO Che vuoi Valerio, io non ho tutti i tuoi impegni… le tue beghe… e

soprattutto ... non ricevo tutte le tue telefonate… di lavoro logicamente…

(Fingendo grande dispiacere) A me purtroppo non mi cerca mai nessuno…

VALERIO (Ride sonoramente) … come sempre Camillo, come sempre! Anche

all’università ti lamentavi che non ti cercava mai nessuno! Ti ricordi? E

rammenti cosa ti dicevo io, il tuo amico più saggio? “Camillo, tu studi troppo,

devi socializzare di più! Non sudare solo sui libri!”

CAMILLO Che fai, ti diverti ad affondare di nuovo il coltello nella piaga?

(sorride)

VALERIO Tu devi ringraziare il cielo d’avermi conosciuto; altrimenti saresti

ancora vergine! (Ride divertito) ...come si chiamava quella con la quale hai

perso due anni solo per dirle “ciao...”? (Pensa) Elena, giusto? L’hai più vista?

CAMILLO No, mai più né vista né sentita...

VALERIO Ma toglimi una curiosità: per caso ti eri innamorato di lei? No, vero?

Non bisogna mai innamorarsi. Le donne se ti vedono innamorato… (Lo guarda) …beh,

sai come la penso al proposito. (Camillo sorride e annuisce)

CAMILLO Sì, lo so, lo so benissimo! Me l’hai ripetuto per anni...

VALERIO Ti ricordi le litigate per colpa delle donne Camillo? Sei rimasto il

romanticone di allora o sei cambiato? (Ride, gli si avvicina e gli dà qualche

pacca sulle spalle…) I miei consigli, le mie parole, la mia saggezza, ti sono

servite a qualcosa?

CAMILLO Saggezza? Valerio, parole ne hai dette tante… ma alla fine ti sei

sposato come tutti! Io invece …

VALERIO A proposito di sposarsi, lo sai che sono passati quasi 10 anni da quando

io e Ilaria ci siamo sposati? Dieci anni, capisci Camillo? Come passa in fretta

il tempo! (Lo guarda) Tu c’eri al mio matrimonio, vero?

CAMILLO No Valerio, purtroppo in quei giorni ero negli Stati Uniti per un ciclo

di conferenze e ... ma ti ricordi che ... (lo guarda, Valevo è perplesso) ...ok,

ho capito, non ti ricordi più né del mio telegramma di scuse, né del ... sì, del

mio regalo...

VALERIO Il tuo regalo? Certo che me lo ricordo! Cioè... sì, credo di sì. (Ci

pensa) A dire il vero in questo momento non ce l’ho presente … sai, sono passati

tanti anni... E poi era Ilaria ad occuparsi dei regali … Lei se lo ricorda di

sicuro il tuo regalo. Dopo glielo chiediamo, (Dà un’occhiata all’orologio)

dovrebbe esser qui a momenti... (Lo guarda) Tu conosci Ilaria, vero?

CAMILLO No Valerio, non ho ancora avuto il piacere...

VALERIO Sono certo che ti piacerà, è una tipa particolare … sì, di quelle che

quando eravamo all’università ti sarebbe piaciuto conoscere. È fatta a modo suo…

è un po’ … strana…

CAMILLO Strana? Perché strana? Forse lo è per te, ingegnere tutto d’un pezzo!

VALERIO Mah, può darsi. Quest’anno si è perfino voluta riscrivere

all’università! Dice che vuole laurearsi per essere “economicamente”

indipendente. Come se avessimo bisogno di quei ... pochi soldi che guadagnerà se

riuscirà mai a trovarsi un lavoro. Non so più che pensare: ha tutto quello che

le serve, eppure non è mai contenta. Adesso si è messa in testa di fare la

psicologa! Ci capisci qualcosa, tu che sei del ramo? (Sorride)

CAMILLO Vuoi un’analisi della psiche di tua moglie qui, su due piedi? (Ride) Da

non crederci: Valerio, l’uomo che capiva le donne con una sola occhiata...

Valerio, il tombeur des femmes, è in crisi perché non capisce niente della donna

con la quale vive! (Ride divertito) Non sarà mica per questo che mi hai cercato,

vero? Per sapere da me com’è tua moglie. Ah sì, tu ne saresti capace! (Ride)

VALERIO Ehi, ehi, psichiatra! Non montarti la testa, ora! Mia moglie non c’entra

nulla, non è per lei che ti ho cercato. No, il motivo è molto più importante! Ho

una proposta da farti…

CAMILLO Una proposta? Di che genere?

VALERIO Una proposta di collaborazione…

CAMILLO (Perplesso) …sì, dimmi… ti ascolto.

VALERIO Hai saputo della morte di mio padre, vero?

CAMILLO Sì, l’ho letto sul giornale… ma com’è ...

VALERIO (Lo anticipa) ...stava benissimo Camillo, sano come un pesce! Una cosa

fulminea. Si è sentito male e dopo mezzora era morto! È proprio vero, la morte

non guarda in faccia nessuno! Me lo diceva sempre: va’ dritto per la tua strada

e non ti curare di niente e di nessuno. E ricordati... oggi ci sei e domani ...

chissà! Era un uomo saggio mio padre... gli ero molto affezionato...

CAMILLO Sì, ti capisco Valerio, ne sono molto dispiaciuto, credimi... Hai

ricevuto il mio telegramma di condoglianze, vero?

VALERIO Sì, suppongo di sì. Beh sì, se l’hai spedito sarà sicuramente arrivato.

Onestamente però ... sai, ne arrivavano a centinaia! Ma se chiedi a

CAMILLO (Sorride) ...sì, certo Valerio, chiederò a Ilaria… Ora illustrami la tua

proposta. Ha a che fare con la morte di tuo padre?

VALERIO In un certo senso sì, perché se non mi avesse lasciato in eredità tutto

questo (indica attorno a sé) non avrei potuto farti nessuna proposta.

CAMILLO Parli di questa villa? Non è una casa di riposo? Sull’insegna c’è

scritto ...

VALERIO Sì, è – o meglio, era – una casa di riposo. Hai letto bene.

CAMILLO Ma, scusami Valerio, io che c’entro con la casa di riposo? Non sono un

geriatra; io sono un …

VALERIO … sì lo so benissimo, tu sei un neuropsichiatra. È proprio per questo

che ti ho cercato: il mio progetto è di farne una clinica per i disturbi della

memoria: una patologia che è in crescita esponenziale e che colpisce i ceti più

… sì, insomma, i ricchi! (sorride) …non è un dettaglio trascurabile…

CAMILLO Per la verità è esattamente il contrario, Valerio. Sono soprattutto i

poveri a soffrirne. Ma quelli finiscono direttamente all’ospizio; ecco perché

risulta una malattia da ricchi! Per il resto hai ragione: le amnesie sono in

forte aumento in tutte le nazioni “cosiddette” avanzate.

VALERIO Benissimo, perfetto! Dunque, visto che la pensiamo esattamente allo

stesso modo, non mi resta che andare dritto al punto: Camillo, t’interesserebbe

dirigere la mia clinica?

CAMILLO (Stupito) …mah… che dire? … sono sorpreso… non m’aspettavo una proposta

del genere... Devo rifletterci. Perché hai pensato proprio a me?

VALERIO E me lo chiedi? Tu sei considerato un genio in questo campo Valerio!

Saresti il nostro orgoglio, il nostro fiore all’occhiello! Ecco perché mi sono

rivolto a te… oltre che per l’antica amicizia che ci lega, ovviamente. Sono

sicuro che riusciremmo a farne sia un servizio socialmente utile che un ... sì,

un ottimo business... Il che non guasta, non ti pare? Allora, che mi rispondi?

T’interessa?

CAMILLO Valerio, la possibilità di poter applicare le mie terapie m’interessa

molto, non posso negarlo… d’altra parte però non voglio neppure tacerti che il

“taglio” decisamente affaristico che tu dai al progetto... beh, sì, mi lascia

qualche perplessità.

VALERIO Perplessità? Che genere di perplessità?

CAMILLO Io sono uno studioso; di costi, profitti e finanziamenti non mi sono mai

occupato. Anche se, certo, intuisco bene la loro importanza in un progetto della

portata di quello che tu mi proponi…

VALERIO In sintesi Camillo, qual è la tua risposta? Sì o no?

CAMILLO (Sorride) Né sì né no, per ora... dammi qualche giorno per pensarci

prima di darti la risposta definitiva.

VALERIO Ma propendi più per il sì o per il no? Almeno questo puoi anticiparmelo…

CAMILLO Beh, come dire, fatte salve alcune garanzie di autonomia professionale,

sì, confesso che la tua offerta mi alletta molto. Se ti basta…

VALERIO Mi basta Camillo, mi basta. Ci speravo, sì, ci speravo proprio! Vedrai,

faremo un mucchio di … voglio dire che faremo grandi cose assieme! (Con

sufficienza) Quanto alle altre questioni… sì, le garanzie, la libertà,

l’autonomia… vedrai, ci metteremo d’accordo.

CAMILLO Me lo auguro Valerio, sono principi fondamentali per me, ai quali non

rinuncerei per tutto il denaro del mondo...

VALERIO ... logicamente occorrerà tener conto anche di altre variabili... ma

vedrai, troveremo un’intesa, non ne ho il minimo dubbio. (Bussano alla porta,

guarda l’orologio) …questa deve essere Ilaria… (Va ad aprire. Entra Ilaria) Ciao

Ilaria, ti stavo … anzi… (Sorride, guarda Camillo, che intanto si è alzato in

piedi) … ti stavamo aspettando. (Si avvicinano a Camillo) Ilaria, ti presento

Camillo, l’amico neuropsichiatra di cui ti ho spesso parlato … (Camillo fa un

passo verso Ilaria: i due si stringono la mano e si sorridono. Ilaria si

accomoda nella sedia di Valerio)

VALERIO Sai Ilaria, ho appena detto a Camillo che hai deciso che “da grande”

farai la psicologa. (Ride, Ilaria è imbarazzata e irritata)

ILARIA (In tono di rimprovero) ...psichiatra Valerio, psichiatra!

VALERIO Sì, sì, d’accordo: psichiatra, psicologa… non è la stessa ... non fanno

le stesse cose?

CAMILLO (Ride rivolgendosi a Ilaria) ...per lui tutte le parole che cominciano

con psico sono uguali …

VALERIO (A Camillo) Che fai, ti ci metti anche tu ora? (Sorride) A proposito

Ilaria… ti ricordi il regalo di Camillo per il nostro matrimonio? (Con

complicità, sottovoce) …di’ di sì, ti prego, non farmi fare figuracce.

ILARIA Certo che me lo ricordo… è il regalo più bello che abbiamo ricevuto, come

potrei dimenticarlo? (Valerio fa l’espressione perplessa) E non fare quella

faccia; te l’avrò detto cento volte che il carillon antico del tuo amico Camillo

mi piace tantiissimo…

VALERIO Ah, già… il carillon… sì, certo, quello che sta sulla libreria! Sì,

davvero un regalo originale. Bravo Camillo! (Guarda l’orologio) Ehm, scusatemi,

ma ora devo fare una telefonata … (fa per uscire) … proseguite pure la vostra

conversazione, torno subito. (Esce)

ILARIA Pensi la coincidenza Camillo, sono appena passata alla libreria …

CAMILLO (La interrompe) …scusi Ilaria, posso chiederle di passare al tu? Mi

sentirei decisamente più a mio agio... Del resto io e Valerio ci conosciamo da

oltre vent’anni… (Ilaria sorride e annuisce. Camillo sorride) Bene! Che mi stava

…? (Sorride) …cioè, che mi stavi dicendo?

ILARIA Ti stavo dicendo che sono appena passata alla libreria universitaria a

cercare il tuo libro...

CAMILLO (sorpreso) ..ah sì? Quale? Quello sulle …

ILARIA L’ultimo, quello sulle amnesie. È l’ultimo, no? O ne hai scritti degli

altri?

CAMILLO No no, quello è l’ultimo. Ma come mai ...?

ILARIA I tuoi studi sui disturbi della memoria m’interessano molto... Li trovo

decisamente ... affascinanti ... Peccato che sia già esaurito...

CAMILLO Sì, è vero, è esaurito. Non capita mai, ma stavolta, dopo la recensione

sulla rivista di psichiatria, è andato a ruba…

ILARIA Beh, in ogni caso io l’ho prenotato… la prima ristampa sarà mia!

(Sorride)

CAMILLO (Pensa) ...se vuoi, Ilaria, posso dartene una delle mie copie. L’editore

me ne lascia sempre alcune in più ... per gli amici.

ILARIA Davvero saresti così gentile da darmi una tua copia?

CAMILLO Sì, te la darei volentieri … così poi potremmo parlarne …

ILARIA Ah, già, è vero, potremmo parlarne... sarebbe bello, sì, è una bellissima

idea! Beh, se non ti crea problemi...

CAMILLO Assolutamente nessun problema Ilaria. Tu dimmi quando e dove. A tutto il

resto penso io. (Sorride)

ILARIA (Sorride) Facciamo ... domani, alle 11, davanti alla libreria

Feltrinelli? (Camillo annuisce,si sorridono. Penombra. Camillo si alza, passa

nella zona destra e va a sedersi sulla poltrona)

CAMILLO (Straniato) E così, per via di un libro in ristampa, è iniziata la mia

storia d’amore con Ilaria! “Galeotto fu il libro e chi lo scrisse!”: mai furon

dette verità più sensate. (Pausa, come stralunato) Con Ilaria era tutto così …

perfetto… eravamo due in uno, fusi uno nell’altra. Io mi accucciavo dentro di

lei e restavamo così, immobili, a guardarci, senza pensieri… senza nient’altro

che noi. (Pausa. Malinconicamente) ...passarono le settimane, veloci; poi i mesi

e gli anni... E nulla rimase com’era. Nulla, mai, resta com’è, mai nulla…

FINE SECONDO QUADRO

QUADRO TERZO

Si accende la zona sinistra. Ilaria è seduta ad un tavolino da bar: tazze da

the, teiera e zuccheriera. Camillo si avvicina al tavolo. Si spegne la zona

destra. Camillo si siede.

CAMILLO Ciao Ilaria, come stai?

ILARIA Sto bene. Tu stai bene?

CAMILLO (Fa una smorfia) ...come ieri sera. Esattamente come ieri sera!

ILARIA Ah, capisco... come ieri sera...

CAMILLO Ci ho pensato a lungo stanotte… sì, ho ripensato alla nostra storia… a

tutta la …

ILARIA (Lo interrompe) Che stai tentando di dirmi? Devi dirmi qualcosa?

CAMILLO Ilaria, le cose che dovevo… anzi, che “volevo” dirti, le ho dette ieri

sera… anche se …

ILARIA Anche se, che cosa? Non è già tutto chiaro così? A me sembra tutto

chiarissimo.

CAMILLO Chiarissimo? Che c’è di chiaro in questa faccenda? Nulla di nulla! Come

puoi sostenere un’assurdità del genere?

ILARIA Non ricominciare, ti prego; non voglio litigare anche oggi.

CAMILLO Non ho nessuna voglia di litigare! Voglio solo che tu mi chiarisca una

volta per tutte che tipo di rapporto ...sì, perché com’è diventata ora la nostra

storia è molto … come dire? Se non fosse una parola orrenda sarei tentato di

dirti che è frustrante…!

ILARIA Tu vuoi litigare Camillo. Come sempre del resto…

CAMILLO (Scuote la testa) Ma perché? Perché non vuoi dirmelo Ilaria? Spiegami…

Non so più che pensare…

ILARIA Non pensare. Tu pensi troppo. Ti ci perdi nei i tuoi pensieri: limitati a

osservare i fatti.

CAMILLO (Irritato) Vuoi i fatti? Eccoti i fatti: per 4 anni ci siamo cercati,

voluti, persi uno nell’altra... per 4 anni abbiamo fatto l’amore ovunque, quando

era possibile... e anche impossibile! Te lo ricordi il nostro piccolo albergo

tra le colline, vero? O te lo sei già dimenticato?

ILARIA Perché dici questo? Davvero pensi che ... non ho parole Camillo...

CAMILLO Che momenti sublimi abbiamo passato insieme Ilaria! Mi dicevi: “Non

muoverti, resta dentro di me... chiamami amore.” E io restavo immobile, felice

che tu mi chiedessi di chiamarti amore. (pausa, malinconicamente) ...Ora invece

mi chiedi i fatti… i fatti, Ilaria, sono che da più di tre mesi non ci vediamo

praticamente più! Ecco i tuoi maledetti fatti! (Grida) Ti basta o ne vuoi degli

altri?

ILARIA Che fai ora, ricominci ad urlare? Che bisogno c’è di arrivare a ...

CAMILLO (La interrompe) Perché? Perché sta accadendo tutto questo? Perché non ci

vediamo più, Ilaria? Rispondimi! (Ilaria lo guarda e tace) È tutto finito tra

noi? E’ così che devo interpretare i fatti? Rispondimi per favore. Perché non

vuoi più vedermi?

ILARIA Camillo, non ho mai detto che non voglio più vederti. Io lo desidero

tanto quanto te…

CAMILLO Quanto me? (Ride amaramente) No, Ilaria, ti prego, se davvero volessi …

ti prego, è un insulto alla mia intelligenza. E anche alla tua…

ILARIA Te l’ho detto… in questo periodo ci sono dei problemi … degli impedimenti

oggettivi…

CAMILLO E quali sarebbero questi impedimenti oggettivi? Valerio? L’università?

Spiegamelo, aiutami a capire… perché io, così ci sto male… e mi viene voglia di

lasciar perdere tutto…

ILARIA Ecco, vedi? Tu pensi sempre e solo a distruggere! Io non ci penso mai.

Sempre distruttivo, sempre! Al più piccolo ostacolo ...

CAMILLO (La interrompe) ...non sono distruttivo, Ilaria, non lo sono mai stato!

(Scuote la testa. pensa) Voglio vederti, stare con te, guardarti, toccarti...

sempre... sempre! È essere distruttivi questo? Come puoi dire … un’assurdità del

genere?

ILARIA (Risoluta) ...Camillo, sai cosa penso? Che tu non abbia più bisogno di

me... No, a te serve una donna libera, senza famiglia, senza impegni... Hai

sbagliato persona … dovevi trovarti una single…tu …

CAMILLO Ma ... perché ... perché dici queste cose? Perché umiliare e ... svilire

il nostro rapporto in questo modo? Come puoi essere così … (scuote la testa)

ILARIA Tu sapevi che avevo una casa Camillo. E una famiglia ... e ... un marito.

Ed eri anche al corrente dei miei impegni universitari, che ho sempre

considerato prioritari. Lo sai che mi restano solo quattro mesi per preparare la

tesi? Possibile che ti preoccupi solo dei tuoi problemi?

CAMILLO Ah, dunque, preoccuparsi del nostro rapporto sarebbe solo l’ennesima

dimostrazione del mio egoismo! Sai che ti dico Ilaria? Se è questo che pensi,

beh, allora vuol dire che siamo vicini al baratro…

ILARIA Camillo, io voglio laurearmi! Voglio la mia vita, il mio lavoro, la mia

indipendenza, è così riprovevole? Possibile che tu non riesca a capirlo? Che

sentimento è il tuo, che strano amore è il tuo, se non riesci a comprendere

neppure chi dici di amare?

CAMILLO Capisco, capisco tutto benissimo, Ilaria. Ma perché... perché tutta

questa fretta? Spiegamelo! Ha davvero senso sacrificare il nostro rapporto solo

per laurearti sei mesi prima?

ILARIA Camillo, io non voglio sacrificare il nostro rapporto. Voglio

semplicemente finire l’università prima possibile. E se per farlo dovrò studiare

notte e giorno... beh, lo farò...

CAMILLO Stai dicendo che per mesi e mesi non potremo vederci più? É questo che

mi stai comunicando? (La guarda. Ilaria Tace. Camillo scuote la testa) No

Ilaria, per quanti sforzi io faccia, non riesco proprio a capirlo un sacrificio

del genere. Come tu possa mettere la nostra storia in un cantuccio per mesi …

no, la considero una decisione assurda... (scuote la testa) una rinuncia che io

non farei mai. No! Né per laurearmi, né per null’altro al mondo! (La fissa) Sei

proprio certa che ne valga la pena?

ILARIA (Sconsolata) Ma perché, perché insisti a metterla su questo piano? Perché

vuoi costringermi a scegliere tra te e la laurea? Vuoi crearmi altri problemi

Camillo? Come se non ne avessi già abbastanza in casa …

CAMILLO (Perplesso) ...in casa? Cioè? Di che problemi parli?

ILARIA (Con pathos, ma decisa) Credi sia facile per me? Credi sia edificante il

mio rapporto con Valerio? Credi sia bello continuare a raccontargli una ...

bugia dietro l’altra? Credi che Valerio non l’abbia intuito che …

CAMILLO (Allarmato) …che vuoi dire? Cosa ha intuito? Di noi due?

ILARIA Credo proprio di sì… certo, non me l’ha detto esplicitamente, ma è come

se lo avesse fatto… glielo leggo negli occhi! Sono settimane che mi … insomma è

un interrogatorio continuo. E ogni volta viene fuori il tuo nome. E non può

essere solo un caso!

CAMILLO E tu? Che fai? Cosa gli rispondi?

ILARIA Che posso risponderli... non è facile... Valerio è sempre più nervoso,

irascibile... (pensa) Altre volte invece improvvisamente ammutolisce e resta

così per ore ... no, non è onesto da parte mia continuare ad ingannarlo in

questo modo… Non credo se lo meriti…

CAMILLO (Lungo silenzio) …che posso dirti Ilaria? Sono … stupefatto …

sbalordito… non parlavi così quando ci siamo conosciuti, non hai mai fatto

questi discorsi. No, tu mi parlavi d’un matrimonio fallito, d’una storia

esaurita, svilita… mi raccontavi della tua solitudine e dell’umiliazione di

sentirti messa da parte, disistimata, tradita… Parlavi di repellenza, Ilaria...

dicevi che Valerio ti dava il voltastomaco… che non avevate rapporti da mesi.

Ora invece, a quanto pare, ci hai ripensato, ti sei pentita …

ILARIA Non mi sono pentita di nulla, Camillo. E rifarei tutto quello che ho

fatto senza la minima incertezza, credimi. Ma ciò non toglie che continuare ad

ingannarlo ... mi faccia star male, mi faccia sentire … ipocrita e disonesta.

Non lo ritengo giusto nei suoi confronti... E neppure nei miei.

CAMILLO E allora perché non gli dici la verità? Che aspetti? Digli tutto! Io

sono pronto ad assumermi tutte le mie responsabilità. Sì, raccontagli tutta la

verità!

ILARIA La verità? Tu non fai che parlare di verità Camillo, come se dire la

verità risolvesse tutto! Che dovrei dirgli? Che da 4 anni amo un altro, e che

quell’altro è il suo migliore amico? Ti rendi conto dell’impatto che avrebbe su

Valerio? Lo sai che sono mesi che prende ansiolitici, lo sai? Dirgli la verità?

No, non me la sento di fargli una cosa del genere…

CAMILLO Ok, d’accordo, hai ragione Ilaria, d’accordo, non parliamone più. Ti

propongo un patto: rimandiamo tutti i nostri chiarimenti a dopo la tua festa di

laurea, ci stai?

ILARIA (Ci pensa, è perplessa) ... va bene, sono d’accordo, d’accordissimo.

Rimandiamo a dopo la laurea: qualche mese di sacrifici non provocherà nessun

cataclisma. Il nostro amore resisterà, vedrai.

CAMILLO Sì, ne sono certo anch’io: il nostro amore resisterà.

ILARIA (Sollevata) Oh, finalmente siamo d’accordo su qualcosa! Erano mesi che

non accadeva… (Sorride, si sfiorano la mano sul tavolo)

CAMILLO Sei contenta? Era quello che volevi, no?

ILARIA Sì, sono contenta... Speriamo solo che duri… sai, con te non c’è mai

nulla di scontato! (Si sorridono) Ti ricorderai del nostro patto? O saranno le

tue solite promesse ... da marinaio? (Ride) …a proposito di promesse, Camillo:

ti sei ricordato di portarmi il …?

CAMILLO (l’interrompe) ...sì, me ne sono ricordato. (Dalla tasca estrae un

libro) Ecco, qui c’è tutto quello che mi hai chiesto. (Glielo porge) Ma a che ti

serve esattamente?

ILARIA Ci sono alcuni concetti che vorrei approfondire... ad esempio il concetto

di “amnesia irreversibile”... Ha senso parlare di recupero della memoria se

l’amnesia è davvero irreversibile? A me sembra una palese contraddizione …

CAMILLO Sì, sembrerebbe un paradosso... Ma non lo è... (Ilaria fa l’espressione

perplessa) già, perché se è vero che quei pazienti non riusciranno mai a

recuperare la “loro” memoria, ciò non implica affatto che essi non possano

procurarsene un’altra! (Ilaria è sempre più perplessa) ...insomma, Ilaria,

semplificando, la mia ipotesi è che sia possibile dotarli d’una memoria

“esterna”…

ILARIA …esterna? Vuoi dire la memoria di ... qualcun altro? (Camillo annuisce) E

la loro psiche? Ne risulterà sconvolta!

CAMILLO Sì, questo rischio c’è... ma io sono convinto che vivere senza una

storia, senza un passato, sia peggio, molto peggio. Abbiamo tutti bisogno di

un’identità, di radici, di un vissuto. Senza qualcosa a cui aggrapparci, chi

siamo Ilaria? Nulla, proprio nulla.

ILARIA (Ci pensa) Quindi, quando parli di “trapianto di memoria” vuoi dire che

si può trasferire ad un cervello i ricordi d’un altro? (Camillo annuisce) ... e

come? Con una operazione chirurgica?

CAMILLO No no, niente di tutto ciò. Il mio metodo utilizza esclusivamente

parole, racconti...(Ilaria è perplessa. Camillo sorride e prende il libro in

mano) ...è tutto scritto qui, Ilaria, a pagina ...

ILARIA ...dunque, né farmaci né bisturi. Ho capito bene?

CAMILLO Hai capito benissimo: né farmaci, né bisturi, né anestesie. Solo parole:

il meccanismo è quello della narrazione. Lo stesso delle favole della nonna...

(sorride)

ILARIA Ma “travasando” nella mente di ...

CAMILLO ...”travasare”... sì Ilaria, hai trovato proprio la parola giusta...

ILARIA (Sorride compiaciuta) ...dicevo: travasando nella mente di qualcuno dei

ricordi non suoi ... quello ... diventa un altro! Ti rendi conto dell’infinità

di problemi etici e religiosi che scatenerebbe un trapianto di memoria?

CAMILLO (Sorride amaramente) Sì, me ne rendo conto perfettamente. (entra

Valerio, non visto) Del resto Valerio me lo ripete tutti i giorni: “No Camillo,

è impossibile. Ci sono troppe complicazioni, troppi rischi...” (pausa) Non è

certo tipo da inimicarsi i potenti, lui! (Entra Valerio. Camillo e Ilaria gli

fanno un sorriso)

VALERIO Ah, sento che si parla di me... Spero positivamente; o almeno senza

malanimo! (A Ilaria, palesemente contrariato) Ah... ecco dov’eri... finalmente

ti ho trovata! È un’ora che ti cerco! (A Camillo) A che devo l’onore della ...

“citazione”, Camillo?

CAMILLO Parlavamo dei “miei” trapianti di memoria e dei “tuoi” punti di vista al

riguardo. “No Camillo, nessun esperimento su pazienti umani: troppi rischi, non

è il caso d’inimicarsi la Curia…”. (Sorride) Non è questo il ritornello che mi

canti da anni?

VALERIO E te lo canterò fino a quando non sarà scientificamente dimostrato che

le tue teorie sono eticamente corrette: i nostri pazienti non sono cavie da

“usare” per soddisfare le tue ambizioni Camillo. Prima di tutto vengono loro;

poi la clinica. Tutto il resto, comprese le tue suggestive e … rivoluzionarie

teorie, viene dopo. Cerca di comprendere anche le mie ragioni...

CAMILLO Valerio, le ho capite benissimo le tue ragioni. Meglio lasciar perdere.

Chiudiamo qui il discorso, non parliamone più.

VALERIO Eh, sì… magari si potesse non parlarne più! (Guarda Ilaria) A casa

nostra sono mesi che non si parla d’altro… Ilaria è la tua ... “tifosa” più

accanita, lo sai?

ILARIA Valerio, ti prego, il tifo non c’entra proprio nulla. Si tratta della mia

tesi di laurea...

VALERIO Certo che il tuo destino è proprio singolare, Camillo. All’università

non trovavi una donna nemmeno a pagarla... adesso invece, a quanto pare (guarda

fugacemente Ilaria) ... forse dovevi pensarci prima a buttarti su quelle … sì,

sposate... (Ride forzatamente) Mi auguro solo che sappiate “bene” quello che

fate … (Ilaria si alza ed esce di scena senza dire una parola. Penombra. Camillo

ritorna nella zona destra, buio nella zona sinistra.)

CAMILLO ...forse Valerio sapeva tutto... O forse ... chissà? In ogni caso le sue

parole furono pesanti come macigni…

SCONOSCIUTA Camillo, è tardi, fra poco dovrai denunciare alla polizia il decesso

di Valerio. Non possiamo perderci in chiacchiere, dobbiamo concentrare la nostra

attenzione sul movente.

CAMILLO (estraniato) ...Ilaria! Quale miglior movente? Io l’amavo, ci amavamo… e

lei era sua moglie…

SCONOSCIUTA (Sicura di sé) Camillo, tu dimentichi una cosa essenziale... (pausa)

...quando Valerio s’è ucciso, Ilaria non era più un movente da un pezzo! (Buio)

FINE TERZO QUADRO

QUADRO QUARTO

Luce zona sinistra. Camillo, dietro la scrivania, scrive qualcosa su un foglio.

Squilla il telefono.

CAMILLO Sono il dottor Camillo Canetti, mi dica... Ah, sei tu Giuliana… dimmi…

No, Valerio e Ilaria non sono ancora tornati. Dovrebbero tornare stasera, a

quanto so. Sì, hai provato al cellulare? Ah, non risponde... Beh, riprova, forse

lo tiene spento. O forse non c’è campo… Come, chiami da più di un’ora? È molto

strano... non so che dire… d’accordo, fammi sapere. Ciao Giuliana. (Camillo fa

l’espressione preoccupata. Bussano alla porta. Va ad aprire)

FUNZIONARIO (Ha un foglietto in mano) Buongiorno. È lei il dottor … (guarda sul

foglio) Canetti Camillo?

CAMILLO Sì, sono io… e lei … chi è, scusi?

FUNZIONARIO Sono un funzionario della Polizia di Stato, signore. Purtroppo devo

darle una brutta notizia…

CAMILLO Una brutta notizia? Che è successo?

FUNZIONARIO Dottor Canetti… sono qui per comunicarle che, a causa del fondo

bagnato e ... dell’eccessiva velocità, alle… (Legge) 8.30 di questa mattina,

l’auto guidata dal signor Fresi Valerio, proprietario di questa clinica, è

precipitata in una scarpata in prossimità della località … sì, a una trentina di

km da qui …

CAMILLO (allibito)… precipitata? Ma ... ma allora è una cosa grave …

FUNZIONARIO Disgraziatamente sì, il bilancio dell’incidente è gravissimo... il

signor Fresi è ricoverato in condizioni critiche in sala rianimazione… e sua

moglie, sì, la signora Ilaria… (esasperatamente lento) ...quando sono giunti sul

luogo dell’incidente ... i soccorritori non hanno potuto che constatarne … sì

... purtroppo... il decesso. (Camillo rimane impietrito. Si siede con la testa

tra le mani)

CAMILLO La prego… mi lasci solo… la prego… la prego...

FUNZIONARIO Non posso signor Camillo, comprendo il suo stato d’animo, ma

purtroppo devo chiederle di accompagnarmi all’obitorio per il riconoscimento

della vittima. Sa, sono le penose incombenze del caso… (Pausa) ...lei conosceva

la signora Ilaria, vero? (Buio, pochi istanti dopo penombra. Camillo è seduto

sulla poltrona)

CAMILLO(Deve cambiare tono improvvisamente, più volte: da straniato a disperato

a piangente a rabbioso) (Come sognante) Ilaria era lì… bellissima, immobile e

muta... come … come tante altre volte l’avevo vista. Come faceva sempre dopo

aver fatto l’amore, quando i suoi occhi sognanti fissavano un punto lontano,

oltre il fiume e le colline d’attorno. La osservai a lungo, in attesa d’un

impossibile cenno: faceva soggezione tanto era bella, e lontana e inaccessibile.

Sul lenzuolo spiccavano, ritti, i suoi seni adolescenziali, inspiegabilmente

inerti, e i suoi piedi minuti e nudi. (Disperato) Ilaria, la mia Ilaria, la

donna che tanto avevo amato, che tanto amavo e avrei amato, era lì, alla mercé

degli sguardi di tutti. Il medico legale mi sussurrò qualcosa: “Non ha

sofferto.” e sollevò il lenzuolo: Ilaria era nuda. Nuda e assente. Un oltraggio

lancinante, un indicibile dolore… un insopportabile patimento... al quale non

seppi reagire se non con la morte. Con la morte dell’anima...

SCONOSCIUTA Povero Camillo, quanto hai sofferto! Come puoi sentirti colpevole?

Come può un uomo sottoposto dal destino a prove tanto crudeli considerarsi

colpevole? No, Camillo, tu hai già pagato i tuoi debiti.

CAMILLO(Come in un incubo, durante il monologo deve cambiare tono

improvvisamente: da straniato a disperato a piangente a determinato a rabbioso)

(Massima straniazione) …e con la morte nell’anima il mio tempo perse significato

e senso: la mia vita divenne un progetto vuoto. Ilaria non c’era più, non

l’avrei più rivista. Ilaria era morta, morta... E in quel abisso infinito ero

morto anch’io, sebbene mancasse il gesto. (Lunga pausa) …e invece del gesto,

sopraggiunse inatteso il rancore, la volontà di vendetta: Valerio. (Prima

determinato, poi sconsolato, lamentoso) Era stato lui a ucciderla, a portarmela

via, lui che non aveva saputo amarla, che non capiva nulla di lei e nulla

avrebbe mai capito, mai... mai... mai... (Freddo) Quando si svegliò dal coma

andai a trovarlo: non ricordava nulla né di sé, né dell’incidente, né di Ilaria.

Non mi riconobbe. – Amnesia irreversibile: nessuna speranza di recupero. –

dissero i medici. (Determinato) – No – dissi io. – Una speranza c’è!(Incalzante,

lucido) Mi occupai di lui, lo curai. Gli restituii una memoria, un passato e dei

ricordi. I miei... i miei! Sì, gli donai i miei ricordi... (rabbiosamente) ma

solo perché ricordasse ciò che ricordavo io e amasse Ilaria quanto l’amavo io e

ne soffrisse la mancanza quanto ne soffrivo io! (Testa fra le mani, disperato.

Si tortura il viso. Lunga pausa. Lucido) Valerio fu il primo caso di trapianto

di memoria mai realizzato. E con la mia memoria e i miei ricordi trasferiti nel

suo cervello, egli divenne un altro me. (pausa) Fummo due corpi in un’unica

mente... (pausa, lunga, scuote la testa) No, non potevo non sapere.

SCONOSCIUTA Trapianti di memoria... uomini che assumono personalità altrui… Non

ti crederanno, diranno che sei impazzito! Se la morte di Ilaria non t'avesse

tanto sconvolto non parleresti così Camillo!

CAMILLO (Non ascolta più) ...non rimane che saldare il mio debito, ora. (Prende

il boccettino, toglie il tappo)

SCONOSCIUTA Che stai progettando? Fermati! Che vuoi fare?

CAMILLO (inespressivo) ...il necessario: affinché ciò che fu decretato per uno,

lo sia per entrambi.

SCONOSCIUTA No, fermati, ascoltami! Non sei colpevole. Non hai causato tu la sua

morte! Ripensaci.

CAMILLO (Straniato) Non serve pensare. Non serve esitare. Il destino è uno, e

uno soltanto...

SCONOSCIUTA No, ti sbagli Camillo! Valerio è morto e tu sei vivo... vivo! I

vostri destini sono ormai separati. Puoi ancora salvarti, Camillo!

CAMILLO (Scuote la testa, versa lentamente alcune gocce nel bicchiere)

SCONOSCIUTA No, non farlo! (grida) Scegli di vivere, Camillo!

CAMILLO (Scuote la testa. Parla stancamente) ... il mio tempo è concluso. (Beve

in un unico sorso. Resta nella posizione iniziale, col bicchiere in mano. Pausa.

Parla serenamente, lentissimamente) …ma tu ... chi sei? Chi ... sei ... tu

veramente?

SCONOSCIUTA Chi sono? (Sorride malinconicamente, si alza e gli si avvicina,

lentamente. Gli carezza la testa affettuosamente. Lentissimamente) ...io sono il

tuo ultimo sogno, Camillo... (Esce di scena lentamente. Camillo fa un respiro

profondo, chiude gli occhi e reclina il capo. Il bicchiere cade in terra e si

frantuma in mille pezzi, rumore amplificato di vetri rotti. Viene illuminata la

pendola che segna le 10. Si sentono gli ultimi 5 rintocchi della pendola. Buio)

FINE