Delitto retrospettivo

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DELITTO RETROSPETTIVO

Go Back for Murder

Agatha Christie
(traduzione di Luciana Crepax)

Personaggi
(in ordine di apparizione)

Justin Fogg
Turnball
Carla
Jeff Rogers
Philip Blake
Meredith Blake
Lady Melksham
la Signorina Williams
Angela Warren
Caroline Crale
AmyasCrale

Epoca: anni Sessanta

Note dellautore

La parte di Carla e quella di sua madre, Caroline Crale, sono interpretate dalla stessa attrice.
Nel secondo atto, Philip non ha le tempie brizzolate, pi magro e si esprime con maggiore semplicit, ma complessivamente non appare cambiato. Meredith meno ambigue, meno indolente e non ha i capelli grigi. La signorina Williams pi o meno la stessa solo, anche lei, meno grigia. Angela dovrebbe avere le trecce o i capelli sciolti sulle spalle. Lady Malksham non facilmente riconoscibile in Elsa, che giovane, irrequieta, coi capelli raccolti sulla nuca. Caroline si distingue da Carla perch ha un trucco e una pettinatura ormai fuori moda. Anche la voce devessere diversa, pi bassa e pi intensa e latteggiamento pi vivo e appassionato.
Nel primo atto, ciascuna scena riproduce lo scorcio di una stanza. Per la prima rappresentazione della commedia, la regia aveva fatto ricorso a un sistema di scena montate su ruote, ma si pi semplicemente, illuminare, di volta in volta, una parte della scena o ricorrere a dei divisori.


ATTO PRIMO

Scena Prima

Lo studio dellavvocato Justin Fogg nellufficio legale Fogg. Fogg, Bamfylde e Fogg. E linizio dellautunno. Di pomeriggio. A Londra.
Lo studio antiquato, poco spazioso. Scaffali colmi di libri alle pareti. A sinistra, verso il centro, una porta d sul resto dellappartamento. Davanti alla finestra, una grande scrivania con una sedia girevole. Al centro una poltrona per i clienti e, appoggiato contro il muro a sinistra, un tavolo pieno di pratiche.
Quando si alza il sipario la scena buia, poi si accendono le luci. Justin Fogg seduto alla scrivania e sta parlando al telefono. La finestra aperta a met. Justin ha circa trentanni, un aspetto serie e riservato ma simpatico.

Justin - (al telefono) Capisco le sue esigenze, signora Ross, ma non si pu affrettare il corso della procedura.

Turnball, un anziano impiegato, compare nel vano della porta. Ha in mano un fascicolo.

Dobbiamo aspettare che gli avvocati della parte avversa rispondano alla nostra lettera.

Turnball tossisce.

(A Turnball) Entri, Turnball. (Al telefono)Ma no, no, non consigliabile che lei prenda iniziative personali S signora, la terremo informata. (Riattacca)Aj, le donne!

Turnball mette il fascicolo sulla scrivania, davanti a Justin.

La signorina LeMarchant?

Turnball E qui, avvocato.

Justin La faccia entrare, Turnball. Non voglio essere interrotto, se c qualcosa di urgente si rivolta al signor Grimes.

Turnball Va bene, avvocato.

Turnball esce, Justin si alza, si avvicina al tavolo a sinistra, prende una pratica, torna alla scrivania, si siede e mette il fascicolo che gli ha dato Turnball in un cassetto. Turnball rientra e si fa da parte per lasciar passere Carla.

Una pausa. Carla guarda Justin come se non sapesse da dove incominciare.

Carla Lei sa chi sono?

Justin La signorina Carla LeMarchant, di Montreal.

Carla (Distoglie lo sguardo )Non mi chiamo LeMarchant.

Justin S, legalmente s.

Carla Ma lei sa tutto di me?

Justin Siamo stati i legali di Robert LeMarchant per molti anni.

Carla E va bene, allora le dir che legalmente mi chiamo LeMarchant, per diritto di adozione, per concessione speciale, per lhabeas corpus, per quello che vuole lei, ma il mio vero nome (una breve pausa) Caroline Crale. Anche mia madre si chiamava Caroline e mio padre Amyas, AmyasCrale. Sedici anni fa mia madre stata processata per aver avvelenato mio padre. E giudicata colpevole. (Trae un respiro profondo) Lei lo sa vero?

Justin S.

Carla Io lho saputo sei mesi fa.

Justin Quando diventata maggiorenne?

Carla S. Gli zii mi avevano fatto credere che i miei genitori fossero morti in un incidente quando ero piccola, ma mia madre aveva lasciato una lettera da darmi quando compivo ventun anni e cos hanno dovuto raccontarmi dutto.

Justin Mi dispiace.

Carla Perch? Secondo lei non avrei dovuto saperlo?

Justin No, no, non intendevo questo, ma mi dispiace per lei, perch devessere stato terribile

Carla Sapere che mia madre aveva ucciso mio padre?

Justin (dopo una pausa, con delicatezza) Cerano delle circostanze attenuanti.

Carla (Con fermezza) A me interessano i fatti, non le circostanze attenuanti.

Justin I fatti! I fatti ormai li conosce e appartengono al passato. (Sorride, incoraggiante) E al futuro che deve pensare. (Si alza e va verso il tavolo a sinistra)

Carla Non posso andare avanti, se non so quello che mi sta alle spalle.

Justin si ferma, incerto, e si volta a guardare Carla.

Justin Ma

Carla Lei parla come se tutto fosse semplice, ma niente semplice. (Una pausa) Sto per sposarmi. O stavo per sposarmi.

Justin prende un portasigarette dal tavolo a sinistra e offre una sigaretta a Carla.

Justin Il suo fidanzato ha saputo

Carla Certo, glielho detto io.

Justin E ha avuto una reazione spiacevole?

Carla (in tono disincantato) Tuttaltro, stato splendido, magnanimo. Ha detto che per lui non era cambiato niente.

Justin (imbarazzato) E allora?

Carla (lo guarda) Quello che si dice non conta.

Justin (dopo un momento) Forse ho capito. (le accende la sigaretta)

Carla Limportante quello che si pensa.

Justin Pu darsi che lei sia troppo sensibile.

Carla (con fermezza) No.

Justin Ma

Carla Lei sposerebbe la figlia di unassassina? (lo guarda)

Justin abbassa gli occhi.
(con calma) Lo vede, lei non la sposerebbe.

Justin Ma non mi ha dato il tempo di rispondere! Io non sceglierei deliberatamente di sposare la figlia di un assassino, di un alcolizzato o di un morfinomane (posa il portasigarette sulla scrivania insieme allaccendino) ma se la ragazza che amo fosse la figlia di Jack lo Sventratore la sposerei lo stesso.

Carla Per Jeff diverso. (rabbrividisce)

Justin Ha freddo?

Carla Forse il riscaldamento non funziona bene qui da lei.

Justin Non funziona perch manca addirittura. (sorride). Non c. Vuole che le accenda il camino?

Carla No, grazie.

Justin si accorge che la finestra aperta, si affretta a chiuderla e resta in piedi, appoggiato alla scrivania.

Justin Questo signor Jeff

Carla Lo vedr, viene a prendermi. (guarda lorologio che ha al polso) Ma non sono venuta qui per parlarle della mia vita sentimentale. (Colpita dalle proprie parole si interrompe) Almeno credo. Voglio scoprire la verit, avvocato.

Justin Cerano molte circostanze attenuanti, glielho detto. Sua madre stata giudicata colpevole, ma la giuria si appellata alla clemenza della corte, la sentenza stata commutata in ergastolo

Carla E mia madre morta in prigione tre anni dopo.

Justin (si siede alla scrivania) S.

Carla Nella sua lettera ha scritto che voleva che io fossi certa della sua innocenza. (rivolge a Justin uno sguardo di sfida)

Justin (tranquillamente) Capisco.

Carla Lei non crede a quellinnocenza?

Justin (scegliendo accuratamente le parole) Io credo che una madre cerchi sempre, in tutti i modi, di non togliere la serenit alla vita dei figli.

Carla No no! Mia madre era diversa.

Justin Come lo sa? Era una bambina di cinque anni quando

Carla (con voce appassionata) Lo so: non diceva mai bugie. Una volta mi ha tolto una spina da un dito e mi ha detto che mi avrebbe fatto male. Me lo diceva anche quando mi accompagnava dal dentista. Non era di quelle che ingannano i bambini con la scusa che per il loro bene. Era sempre sincera con me (si alza in fretta e volta la testa, commossa). E se mi ha scritto che era innocente, perch lo era davvero. Lei non mi crede, ma cos. (Prende un fazzoletto dalla borsetta e si asciuga gli occhi).

Justin Io credo che sia meglio affrontare la verit.

Carla (si volta verso di lui) E questa la verit.

Justin (scuote la testa tranquillamente) No.

Carla Come pu esserne sicuro? Non sbaglia mai una giuria?

Justin Certo, c sempre il beneficio del dubbio, ma nel caso di sua madre il dubbio non cera.

Carla Avvocato, lei non pu saperlo, non era presente. E stato suo padre a seguire il processo.

Justin (linterrompe) S, era lavvocato della difesa.

Carla E pensava che mia madre fosse innocente, vero?

Justin (imbarazzato) S, certo. Ma, vede, lei non conosce

Carla (con distacco) Vuol dire che era solo una questione professionale?

Justin non sa come rispondere.

(si sposta al centro della scena, davanti alla poltrona) Lui, personalmente, che cosa pensava?

Justin (con ostentato riserbo) Non lo so.

Carla Avvocato, lei lo sa benissimo. Pensava che fosse colpevole. (Volta la testa) E anche lei lo pensa. (Si interrompe e lo guarda) Ma coma mai si ricorda tutto cos bene?

Justin (ricambia lo sguardo con serenit) Avevo diciotto anni, ero iscritto a Oxford, non ero ancora entrato nello studio di mio padre, ma la professione mi interessava Andavo in tribunale tutti i giorni.

Carla E che cosa pensava di mia madre? Me lo dica. (si siede in poltrona; con calore) Devo sapere.

Justin Sua madre era una moglie innamorata che aveva dovuto sopportare una grave umiliazione perch suo marito le aveva imposto la presenza, in casa, della propria amante. Era stata profondamente provocata. I mezzi purtroppo, erano a portata di mano bisogna cercare di capirla. E di perdonarla.

Carla Non ho bisogno di perdonarla, so che non stata lei.

Justin Chi stato, allora?

Carla, presa alla sprovvista, lo guarda in silenzio.

(Le si avvicina) Nessun altro aveva un movente. Se lei leggesse gli atti del processo

Carla Li ho letti, sono stata allarchivio del tribunale, conosco le deposizioni una per una.

Justin torna a sedersi alla scrivania; sfoglia lentamente la pratica che ha davanti a s.

Justin Esaminiamo i fatti. Oltra a suo padre e a sua madre, quel giorno cerano cinque persone in casa: i fratelli Blake, Philip e Meredith, molto amici di suo padre; Angela Warren, la sorellastra di sua madre, una ragazza di quattordici anni, con la governante; la signora non mi ricordo il nome; e poi Elsa Greer, lamante di AmyasCrale. Non cera motivo di sospettare di nessuno di loro, e se lei avesse visto (Sinterrompe bruscamente)

Carla (ansiosa) S, mi dica.

Justin (si alza e si avvicina alla finestra; con delicatezza) Se lei avesse visto sua madre sul banco dei testimoni, cos coraggiosa, mite, paziente, senza un attimo di ribellione, senza una parola per tentare di salvarsi (guarda Carla) Lei le assomiglia molto, ma c una differenza: lei di quelli che lottano.

Carla (distoglie lo sguardo, perplessa) E mia madre no? Perch non ha cercato di difendersi?

Justin Montagu Depleach aveva condotto larringa della difesa in modo magistrale, come al solito, ma forse non era la persona adatta. Troppo teatrale. La signora Crale non lo ha assecondato.

Carla Perch?

Justin Ha risposto alle sue domande come un bambino che ripete la lezione, non gli ha dato una possibilit cui appigliarsi, e quando, alla fine le stato chiesto se aveva ucciso suo marito, ha balbettato: no no non sono stata io in un modo cos debole e incerto che non ha convinto nessuno.

Carla E poi, che cosa successo?

Justin Poi stata la volta di Asprey, il procuratore generale, la forza della logica dopo i fuochi di artificio di Depleach. Ha esaminato i particolari uno per uno e sua madre, signorina Crale, ne uscita annientata. E stato un triste spettacolo.

Carla (lo guarda con attenzione) Lei si ricorda tutto molto bene.

Justin S.

Carla Perch?

Justin Ero giovane, facilmente impressionabile.

Carla Lei era innamorato di mia madre.

Justin sorride, un po forzatamente, e si siede alla scrivania.

Justin Forse. Era cos bella, cos sola, aveva tanto sofferto Sarei morto volentieri per lei. (Sorride) Si molto sentimentale a diciotto anni.

Carla Sarebbe morto per lei, ma pensava che fosse colpevole.

Justin S, pensavo che fosse colpevole.

Carla molto turbata. China la testa, cercando di non piangere, Turnball entra e si avvicina alla scrivania.

Turnball C un signore che chiede della signorina LeMarchant.(Guarda Carla) Si chiama Rogers.

Carla E Jeff. (a Turnball) Lo faccia aspettare, per piacere.

Turnball S, signorina.

Turnball, per un attimo, fissa Carla con attenzione, poi esce.

Carla (lo segue con gli occhi) Come mi ha guardato

Justin Era presente al processo. E con noi da quasi quarantanni.

Carla Per piacere, lo faccia tornare qui un momento.

Justin si alza e va alla porta.

Justin (chiamando) Turnball! (torna vicino alla scrivania senza sedersi)

Turnball entra.

Turnball S, avvocato.

Justin gli indica Carla. Turnball le si avvicina.

Carla Signor Turnball, sono Carla Crale. So che lei ha seguito il processo di mia madre.

Turnball S, signorina Crale. Oggi quando lei entrata lho riconosciuta subito.

Carla Perch assomiglio a mia madre?

Turnball S, moltissimo.

Carla Al tempo del processo, che cosa pensa di lei, che fosse colpevole?

Turnball guarda Justin, che gli fa segno di rispondere.

Turnball (con gentilezza) Non giusto parlarne cos. Era una signora dolce e sensibile, ma lavevano esasperata. Lho sempre detto, era ridotta al punto da non sapere pi quello che faceva.

Carla (rivolta a se stessa, ironica) Cerano delle circostanze attenuanti. (Guarda Justin).

Justin siede alla scrivania.

Turnball (dopo una pausa) Infatti. Laltra, Elsa Greer, era una donna senza scrupoli. Bella, eh, su questo non ci sono dubbi. Il signor Crale era un artista, un grande pittore, so che hanno esposto i suoi quadri alla Tate Gallery, e si sa come sono gli artisti La Greer laveva stregato, fino a convincerlo a lasciare la famiglia e a sposarla. Lei deve cercare di capire sua madre, signorina Crale. Anche la donna migliore del mondo non resiste a unoffesa troppo grave.

Justin Grazie, Turnball.

Turnball guarda prima Carla, poi Justin e infine esce.

Carla Anche lui pensa che mia madre fosse colpevole.

Justin Una creatura gentile, sconvolta dalle circostanze.

Carla S, forse cos. (Con improvvisa energia) No! Non ci credo, non voglio crederci, e lei deve aiutarmi.

Justin Che cosa possiamo fare?

Carla Ricostruiremo il passato e scopriremo la verit.

Justin Ma lei non vorr credere alla verit.

Carla La difesa aveva sostenuto la tesi del suicidio, vero?

Justin S.

Carla E se non fosse cos? Se mio padre non avesse retto alla situazione che lui stesso aveva creato?

Justin No, la difesa non poteva ricorrere ad altro, ma era unipotesi insostenibile. AmyasCrale era lultima persona al mondo che potesse desiderare la morte.

Carla (incerta) Non si pensato a un incidente?

Justin Un veleno mortale messo in un bicchiere di birra come si pu parlare di incidente?

Carla Allora la spiegazione una sola: stato qualcun altro.

Justin sfoglia la pratica sulla scrivania; per ciascuna delle persone coinvolte nel processo dispone di un fascicolo a parte.

Justin Abbiamo detto che in casa cerano cinque persone. Escludiamo Elsa Greer. Il signor Crale lamava, voleva divorziare e sposarla. Philip Blake? Era sempre stato un buon amico, perch avrebbe dovuto trasformarsi in un assassino?

Carla (senza convinzione) Forse anche lui era innamorato di Elsa Greer.

Justin No, certamente no. Passiamo a Meredith Blake, suo fratello, luomo pi mite e pi amabile del mondo. Come attribuirgli unazione violenta e immotivata?

Carla Va bene, va bene. Chi c ancora?

Justin Angela Warren, una ragazza di quattordici anni. E la sua governante, quella di cui non ricordo il nome.

Carla (con prontezza) E non sar stata proprio questa governante senza nome a uccidere mio padre?

Justin (dopo una breve pausa) Lei pensa a una zitella nevrotica e innamorata no, devo dirle che la signorina (sfoglia la pratica) Williams, ecco come si chiamava, era una donna intelligente e sensata. (Chiude il fascicolo) Vada a trovarla, se ne convincer.

Carla E quello che voglio fare.

Justin Dice davvero?

Carla (spegne la sigaretta nel portacenere sulla scrivania) Voglio vederli tutti. (Si alza) Per questo sono venuta da lei, perch li cerchi e mi procuri un appuntamento.

Justin E poi?

Carla E poi li interrogher. Li far ricordare.

Justin Che cosa potranno ricordare, dopo sedici anni?

Carla Forse una parola, un gesto che al momento non parevano importanti, un particolare di quelli che non emergono in una deposizione in tribunale. Sar come riunire le tessere di un mosaico e alla fine forse sapremo la verit.

Justin Temo che riuscir solo a soffrire di pi.

Carla (in tono di sfida) Io parto dal principio che mia madre era innocente. Lei deve solo aiutarmi a provarlo.

Justin No. (Si alza in piedi) Non laiuter in questa impresa dolorosa e assurda.

Carla e Justin si guardano. Jeff Rogers entra allimprovviso, seguito da Turnball che protesta indignato. Jeff alto, robusto, bello, sicuro di s e incurante di chi gli sta vicino. Ha circa trentacinque anni. Si toglie il cappello e lo butta sulla scrivania di Justin.

Jeff (fermandosi davanti alla scrivania) Scusi se sono entrato, ma in quellanticamera mi stava venendo un attacco di claustrofobia. (A Carla) Il tempo non conta niente per te, eh, tesoro? (A Justin) Lei lavvocato Fogg? Lieto di conoscerla.

Jeff e Justin si stringono la mano.

Turnball (sulla porta, a Justin) Mi dispiace, avvocato, non sono riuscito a trattenere il signore.

Jeff (allegramente) Niente paura, amico! (Batte una mano sulla spalla di Turnball)

Turnball ha un sussulto.

Justin Non si preoccupi, Turnball.

Turnball esce.

Jeff (a voce alta) Chiedo perdono, Turnball! (A Carla) Scommetto che non hai ancora finito.

Carla No, ho finito. Ho chiesto qualcosa allavvocato Fogg (con freddezza) e lui mi ha risposto.

Justin Mi dispiace.

Carla Andiamo Jeff. (Va verso la porta)

Jeff Aspetta, Carla.

Carla si ferma e si volta.

Anchio vorrei dire due parole allavvocato su una questione che devo risolvere qui, in Inghilterra. Puoi aspettarmi un momento?

Carla esita.

Carla Andr a confortare il signor Turnball. Lhai scandalizzato.

Carla esce.

Jeff (sulla porta, a voce alta) Digli che sono un canadese rozzo e maleducato! (Ride e torna verso la scrivania. A Justin) Quel suo Turnball sembra uscito da un romanzo di Dickens.

Justin (con freddezza) Si accomodi, signor (cerca di leggere il nome di Jeff allinterno del cappello)

Jeff (senza ascoltarlo) Avvocato, devo parlarle. (Va verso il centro della scena) Carla rimasta sconvolta da quella lettera.

Justin (in tono professionale) Non c da stupirsene.

Jeff Eh si, un brutto colpo sapere di aver per madre unassassina. Anche per me stata una mazzata in testa.

Justin Oh!

Jeff Capir (siede su un angolo della scrivania) stavo per sposare una bella ragazza, idolatrata da uno zio e una zia che godono di unottima posizione a Montreal, beneducata, ricca che potevo desiderare di pi? E a un tratto, dal nulla, salta fuori

Justin Immagino ci sia rimasto piuttosto male.

Jeff (con calore) Malissimo.

Justin (tranquillo) Si accomodi, signor

Jeff Eh?

Justin (indica la poltrona) Si accomodi.

Jeff guarda la poltrona, si alza dalla scrivania e va a sedersi.

Jeff S, lo ammetto, al primo momento stavo per tirarmi indietro sa, ho pensato al futuro, ai figli

Justin Crede nei caratteri ereditari?

Jeff Se leI allevasse del bestiame, come faccio io, saprebbe che ci sono delle tare che si trasmettono inevitabilmente. Per mi sono detto, povera ragazza, non colpa sua, bisogna rassegnarsi e tenerla com.

Justin prende il portasigarette e laccendino che ha lasciato sulla scrivania e si avvicina a Jeff.

Justin Come con il bestiame.

Jeff E cos le ho detto che per me non era cambiato niente. (Si toglie di tasca un pacchetto di sigarette americane e un accendino).

Justin E la verit?

Jeff (Sfila una sigaretta dal pacchetto) No, ho solo cercato di non pensarci. Ma Carla ora si messa in testa di riaprire la questione e bisogna fermarla. (Offre una sigaretta a Justin).

Justin S? (Rimette il portasigarette sul tavolo a sinistra).

Jeff Servirebbe solo ad agitarla di pi. La scoraggi a poco a poco, se crede, ma la risposta definitiva devessere un no. Ha capito?

Jeff si accende la sigaretta. Justin, che aveva fatto scattare laccendino, lo spegne e va a rimetterlo sul tavolo a sinistra.

Justin Ho capito.

Jeff Mi rendo conto che tutte quelle indagini le avrebbero portato un bel po di soldi, tra onorario, spese generali

Justin Questo uno studio legale, non unagenzia investigativa.

Jeff Scusi, forse mi sono spiegato male.

Justin S.

Jeff Volevo dire che pagher tutto quello che necessario, ma lei lasci cadere a poco a poco le ricerche.

Justin (passa dietro la scrivania) Mi scusi, signor ma la signorina LeMarchant mia cliente.

Jeff (alzandosi) E che importa? Non pu farle che male rimuovere il passato. La convinca a rinunciare. Quando saremo sposati non ci penser pi.

Justin E neanche lei ci penser pi, signor?

Jeff Questa una domanda pertinente e la risposta : io avr qualche momento di incertezza.

Justin Quando il caff le sembrer pi amaro del solito?

Jeff S, pressapoco.

Justin Non sar piacevole per sua moglie.

Jeff (allegramente) Che altro si pu fare? Il passato non si cancella. Lieto di averla conosciuta, avvocato Fogg. (Gli tende la mano)

Justin guarda la mano di Jeff senza stringergliela e gli porge il cappello. Jeff esce. Justin va verso la finestra, la spalanca, poi alza il ricevitore del telefono.

Justin (al telefono) E gi andata via la signorina LeMarchant?... Allora le chieda di tornare un momento qui da me. (Riattacca, si avvicina al tavolo a sinistre, prende una sigaretta, laccende, poi torna alla scrivania ma senza sedersi).

Carla entra.

Carla (guarda Justin con freddezza) Mi dica.

Justin Ho cambiato idea.

Carla (stupita) Come?

Justin Ho cambiato idea. Le fisser un appuntamento con Philip Blake. Le far sapere appena possibile il giorno e lora.

Carla sorride.

Arrivederci. Non faccia aspettare il signor Le telefoner. (Accompagna Carla alla porta)

Carla esce.

(va alla scrivania. Alza il ricevitore. Al telefono) Mi chiami la Kellway, Blake e Leverstein, per favore. Voglio parlare personalmente con il signor Blake (riattacca). Lallevamento del bestiame!

Le luci si attenuano gradualmente finch la scena resta al buio.

SCENA SECONDA

Lufficio di Philip Blake. E una bella stanza, bene arredata. Una porta in fondo a destra d sullufficio della segretaria. In fondo, a sinistra, un mobile bar incassato nel muro. A sinistra, pi verso il proscenio, dietro un tavolo grande coperto da un damasco, una poltroncina girevole. A destra, una poltrona, simile, per i clienti. La stanza prende luce da due lumi a braccio, uno sulla parete di destra e uno su quella di sinistra. Sul tavolo, oltre al telefono, c lapparecchio dellinterfono.
Quando si accendono le luci, Philip Blake seduto al tavolo e legge il Financial Times fumando una sigaretta. Ha una cinquantina danni, le tempie grigie e un indizio di pinguedine. Complessivamente ha un aspetto gradevole, ma un po presuntuoso e palesemente irritabile. Si sente suonare linterfono e Philip preme il tasto.

Philip (allinterfono) S?

Voce (allinterfono) Signor Blake? C la signorina LeMarchant.

Philip La faccia passare.

Voce Subito, signor Balke.

Philip, con la fronte aggrottata, piega il giornale, si alza e va alla porta. Appare leggermente a disagio. Carla entra. Ha soprabito, guanti e borsetta diversi da quelli della prima scena.

Philip Dio mio!

Phili e Carla si guardano per un momento, poi Carla chiude la porta e fa qualche passo avanti.

Ecco Carla (si riprende e le stringe la mano) la piccola Carla! (Con cordialit un po forzata) Quanti anni avevi cinque quando ci siamo visti lultima volta?

Carla S, avevo appena compiuto cinque anni. (lo guarda) Io non mi ricordo di lei.

Philip Di solito non piaccio ai bambini, non so mai che cosa dirgli. Siediti, Carla.

Carla siede sulla poltrona a destra e mette la borsetta l vicino, per terra.

Philip (le offre una sigaretta, porgendole la scatola che sul tavolo) Una sigaretta?

Carla rifiuta.

(rimette la scatola sul tavolo e guarda lorologio) Purtroppo non ho molto tempo, ma (siede alla scrivania)

Carla So che lei ha tanto da fare e la ringrazio per avermi ricevuta subito.

Philip Sei la figlio dei miei pi vecchi e cari amici. Ricordi qualcosa di tuo padre?

Carla No, non molto.

Philip Peccato. Non si dovrebbe poter dimenticare AmyasCrale. (Una pausa) Ora parliamo di te. Mi ha telefonato lavvocato Fogg il figlio di Andrew Foss, immagino, ma non mi ha spiegato bene perch volevi vedermi. (C unombra di sarcasmo nella sua voce durante la battuta che segue) Non si tratta solo di fare una visita ai vecchi amici dei tuoi genitori, vero?

Carla No.

Philip Mi ha detto lavvocato che solo da poco hai saputo in quali circostanze era morto tuo padre, cos?

Carla S.

Philip Meglio che non lavessi mai saputo.

Carla (dopo una pausa, con fermezza) Quando sono entrata, poco fa, lei ha esclamato: Dio mio!. Perch?

Philip Ma non

Carla Forse ha creduto, per un momento, di trovarsi di fronte a mia madre.

Philip Le assomigli molto. Mi hai quasi spaventato.

Carla Lei non voleva bene a mia madre?

Philip (seccamente) Ha ucciso il mio migliore amico.

Carla (ferita) Forse mio padre si suicidato.

Philip Non pensarci neppure! Tuo padre amava troppo la vita.

Carla Era un artista, poteva avere momenti di entusiasmo e momenti di depressione.

Philip No, direi che era dotato di una forma tutta speciale di serenit. Aveva le sue colpe, certo; gli piacevano le donne, ma erano avventure brevi, senza importanza finiva sempre per tornare da Caroline.

Carla E lei come lo accoglieva?

Philip Che vuoi, lo conosceva da quando aveva dodici anni eravamo cresciuti tutti insieme.

Carla So tanto poco dei miei genitori, mi racconti qualche cosa di pi.

Philip Tua madre veniva a passare le vacanze con la famiglia Crale, ad Alderbury. Noi abitavamo nella casa grande, l accanto. Andavamo molto daccordo. Meredith, il mio fratello maggiore e Amyas, avevano la stessa et. Io avevo un anno o due di meno. Caroline non era ricca, lo sai; io ero il fratello minore ed ero svantaggiato in partenza, ma Meredith e Amyas rappresentavano due buoni partiti.

Carla Lei parla di mia madre come di una ragazza fredda e calcolatrice.

Philip Infatti. Poteva sembrare impulsiva, ma dietro i suoi slanci si nascondeva una lucida determinazione. Non era buona. Lo sai, vero, che cosa aveva fatto alla sua sorellastra quando era piccola?

Carla (ansiosa) No, mi dica.

Philip La madre di Caroline si era risposata e dedicata tutte le sue attenzioni alla bambina che era appena nata, Angela. Tua madre era tanto gelosa che ha cercato di ucciderla.

Carla No!

Philip Lha ferita, credo, con un paio di forbici. La bambina rimasta segnata per tutta la vita.

Carla (risentita) Vuol farmi credere che mia madre fosse un mostro.

Philip (si stringe nelle spalle) Era gelosa come un demonio.

Carla (lo osserva) Lei la odiava!

Philip (colpito) No, parlare di odio, mi pare eccessivo.

Carla Eppure

Philip (spegne la sigaretta) Non voglio sembrarti cattivo, (si alza e si siede sul bordo della scrivania, pi vicino a Carla) ma secondo me tu sei venuta ui con la convinzione che tua madre sia stata condannata ingiustamente. Non cos. E tu devi imparare a ricordare tuo padre, e il suo amore per la vita.

Carla Lo so, lo so.

Philip Abbi il coraggio di affrontare la verit: Caroline ha ucciso suo marito. (Una pausa) E quello che non posso dimenticare, che non dimenticher mai, che io avrei potuto salvarlo.

Carla Come?

Philip Mio fratello Meredith aveva una strana mania, gli piaceva trafficare con delle erbe, pi o meno velenose. Caroline gli ha rubato un infuso di cicuta che aveva preparato per un esperimento.

Carla Ma come pu sapere che stata proprio lei?

Philip (con cupo accanimento) Lo so. E sono stato tanto imbecille da non avvertire subito Meredith. Ancora oggi mi rimorde la coscienza per non aver capito che Caroline non avrebbe perso tempo. Aveva sottratto il veleno con uno scopo preciso e, alla prima occasione, lha usato.

Carla Ma non si pu esserne sicuri.

Philip Bambina mia, Caroline ha ammesso di essere stata lei a prenderlo dal laboratorio di Meredith. Per suicidarsi.

Carla E forse era vero.

Philip (caustico) Ah si? Per non si suicidata.

Carla scuote la testa. Un silenzio.

(con uno sforzo, riprende un atteggiamento pi equilibrato) Vuoi uno sherry? (Si avvicina al mobile bar, prende una bottiglia e la posa sul tavolo) Ho parlato con troppa sincerit?

Carla Devo sapere tutto.

Philip (le porge il bicchiere) Al processo, molti sono stati solidali con Caroline, naturale. Amyas aveva fatto malissimo a portare quella ragazza ad Alderbury(rimette la bottiglia nellarmadio) ed Elsa era molto sfrontata nei confronti di tua madre.

Carla Lei, signor Blake, come la giudicava?

Philip (cauto) Chi, Elsa? Non mi era molto simpatica. (Prende dal mobile bar una bottiglia di whisky e un bicchiere e li mette sul tavolo) Bella, bellissima, ma non era il mio genere. Troppo aggressiva. Afferrava tutto quello che poteva. (si versa un bicchiere di whisky) Per era pi adatta lei che Caroline a vivere con Amyas. (rimette via la bottiglia)

Carla I miei genitori non erano felici insieme?

Philip (ridendo) Non facevano che litigare. Amyas si rifugiava nella pittura, altrimenti la sua vita sarebbe stata un inferno. (Versa un po di soda nel bicchiere del whisky e si siede al tavolo)

Carla Dove aveva conosciuto Elsa?

Philip A Chelsea o da qualche altra parte. (Sorride) Era venuto a trovarmi e mi aveva parlato di una ragazza straordinaria, diversa da tutte Glielavevo gi sentito dire tante volta. Sinnamorava, e dopo un mese non se ne ricordava pi. Ma con Elsa non stato cos. (Alza il bicchiera) Salute, Carla.

Carla sorseggia il suo sherry.

Carla Ora si risposata, vero?

Philip (ironico) Ha gi avuto tre mariti. Un collaudatore di aerei che si fracassato la testa, un esploratore che le venuto a noia poco dopo le nozze e lultimo, Lord Melksham, un aristocratico sognatore che scrive versi in chiave mistica. Tra poco ne avr abbastanza anche di lui.

Carla Si sarebbe stancata anche di mio padre?

Philip Chi lo sa?

Carla Devo vederla.

Philip Carla, perch non lasci le cose come stanno?

Carla (si alza e appoggia il bicchiere sul tavolo) No, ho bisogno di capire.

Philip (si alza) Hai un carattere deciso.

Carla S, io sono di quelli che lottano. Mia madre no.

Suona linterfono. Carla prende la borsetta.

Philip Chi te lha detto? Caroline lottava e come! (Preme il tasto dellinterfono) S?

Voce (allinterfono) C il signor Foster.

Philip Gli dica che aspetti solo un momento. Ho finito.

Voce S, signor Blake.

Philip toglie il dito dallinterfono.

Carla (colpita) Davvero? Ne sicuro? Ma al processo no si difesa.

Philip No.

Carla Perch?

Philip Era colpevole Sapeva di non potersi difendere. (si alza)

Carla Non era colpevole.

Philip (con durezza) Lo pensi ancora! Dopo tutto quello che ti ho detto.

Carla E morta da tanti anni e lei non ha smesso di odiarla. Perch?

Philip Te lho spiegato.

Carla No, la ragione unaltra.

Philip Non credo proprio.

Carla Lei la odia. Perch? Lo scoprir. Buongiorno.

Philip Buongiorno.

Carla esce, lasciando la porta aperta.

(Assorto, la segue per un attimo con lo sguardo, poi chiude la porta e preme il tasto dellinterfono) Faccia entrare il signor Foster.

Voce (allinterfono)S, signor Blake.

Philip si appoggia allo schienale della poltroncina e prende in mano il bicchiere, mentre si spengono le luci.

SCENA TERZA

Il salotto di un appartamento in un grande alberto. Al centro un archetto immette nellingresso, che ha una porta a sinistra. A destra, un finestrone. A sinistra, un divano a due posti e di fronte, a destra, una poltrona. Davanti al divano, una panca imbottita. Sotto la finestra, un tavolino con un telefono interno. A destra e a sinistra dellarchetto, due lampade a braccio. Nellingresso, lungo la parete di destra, una consolle e una fila di attaccapanni a muro. Quando si accendono le luci, Justin, vicino alla poltrona, sta riponendo in una cartella i fascicoli di una pratica. Ha posato il soprabito sulla panca. Carla entra da sinistra, mette i guanti e la borsetta sulla consolle, si toglie il soprabito e lo appende allattaccapanni.

Carla (entrando nella stanza) Oh, sono contenta che lei sia qui.

Justin (sorpreso e compiaciuto) Davvero? (Posa la cartella sulla poltrona) Meredith Blake arriver alle tre.

Carla Bene. E Lady Melksham?

Justin Non ha risposto alla mia lettera.

Carla Forse era partita.

Justin No, mi sono informato.

Carla Allori si rifiuta di parlare con noi.

Justin No, verr.

Carla Perch ne tanto sicuro?

Justin Perch di solito le donne

Carla (con un accesso di canzonatura) Ah, quando si tratta di donne, lei unautorit!

Justin (riservato) Solo dal punto di vista legale.

Carla E dal punto di vista legale, le donne

Justin Di solito sono curiose.

Carla vede il soprabito di Justin sulla panca e lo prende.

Carla Grazie. Lei ha il potere di rasserenarmi (va verso lattaccapanni.

Suona il telefono.

(Mette il soprabito in mano a Justin e va a rispondere al telefono) Pronto?

Justin apprende il soprabito allattaccapanni.

Grazie, lo faccia salire. (Riattacca il ricevitore. Rivolta a Justin) E arrivato Meredith Blake. Com? Carico dodio come suo fratello?

Justin Ha un carattere molto diverso. Perch me lo chiede, ha bisogno di sentirsi protetta?

Carla S, qualche volta. (Lo invita, con un gesto, a sedersi sulla panca)

Justin siede sulla panca.

Non mi ero resa conto di quello che avrei dovuto affrontare.

Justin Lo temevo, infatti.

Carla Farei ancora in tempo a rinunciare a tutto, a tornare in Canada e non pensarci pi Lei me lo consiglia?

Justin (in fretta) No! No Ormai bisogna andare fino in fondo.

Carla (sedendosi in poltrona) La prima volta che ci siamo vista, era di un altro parere.

Justin Non avevamo ancora incominciato.

Carla Per pensa ancora che mia madre fosse colpevole.

Justin Non riesco a vedere altra spiegazione.

Carla Ma vuole che continui a indagare

Justin S, fino a che non sar convinta.

Bussano alla porta. Carla e Justin si alzano. Carla va ad aprire e si trae in disparte per far entrare il visitatore. Justin si avvicina alla poltrona e guarda verso lingresso. Meredith Blake entra dalla porta a sinistra. Ha un aspetto piacevole, un po ambiguo. Un ciuffo di capelli grigi. D limpressione di una persona svagata e indecisa. Indossa un abito di tweed, come chi vive in campagna. Ha il cappello e la sciarpa.

Meredith Carla! Carissima Carla! (Le tende le mani) Come passa il tempo! Posso darti un bacio? (la bacia) Sembra impossibile che la bambina che conoscevo sia ormai una donna. Cara, come assomigli a tua madre!

Carla (leggermente imbarazzata, indicando Justin) Conosce lavvocato Fogg?

Meredith Come le assomigli! (Si riprende) Chi? (A Justin) Ah s, conoscevo suo padre. (entra nella stanza)

Carla chiude la porta e si ferma a sinistra dellarchetto.

Justin (si avvicina a Meredith) Lo so. (Gli stringe la mano) Vuol darmi il soprabito?

Meredith (si slaccia il soprabito, a Carla) E ora, parlami di te. Vieni dagli Stati Uniti?

Justin prende il cappello di Meredith.

Grazie ah no, dal Canada. E per quanto starai in Inghilterra?

Carla Non lo so ancora.

Justin guarda Carla.

Meredith Ti vuoi stabilire in America?

Carla Sto per sposarmi.

Meredith (si toglie il soprabito, a Carla) Ah s? Con un canadese?

Carla S.

Meredith d il soprabito e la sciarpa a Justin che va ad appenderli, insieme al cappello, nellingresso.

Meredith Spero che sia un bravo ragazzo, quello che ci vuole per te.

Carla S, certo. (invita Meredith a sedersi in poltrona)

Meredith Sono contento per te. Anche tua madre lo sarebbe stata.

Carla (siede allestremit della panca, verso il proscenio) Lei sa che mia madre aveva lasciato una lettera per me nella quale mi diceva che era innocente?

Meredith (bruscamente) Ti ha scritto che era innocente?

Carla Perch se ne stupisce?

Justin vede che Meredith non sa che fare della cartella e si offre di levargliela di mano.

Meredith Perch non avrei mai pensato che Caroline (D la cartella a Justin)

Justin mette la cartella sul tavolo.

Non so (Si siede sulla poltrona) forse non voleva farti soffrire.

Carla (con calore) Perch non riesce neanche a supporre che mi abbia detto la verit?

Meredith Hai ragione, era in punto di morte, non pu aver mentito. (Guarda Justin come a chiedere un consenso)

Una pausa.

Carla Come dice male le bugie! (Si alza)

Meredith (turbato) Carla!

Carla va nellingresso e prende la borsetta.

Carla Lei gentile, ma la gentilezza non mi serve. Io voglio sapere tutto. (Rientra nella stanza frugando nella borsetta)

Meredith Tu sai, vero, quello che successo? (A Justin) Lo sa?

Justin S, lo sa.

Meredith Ripeterlo, qui, ora tra noi, sarebbe doloroso e inutile. Tu sei giovane, bella e stai per sposarti, questo che conta.

Justin vede che Carla cerca qualcosa nella borsetta e le offre una sigaretta. Meredith si toglie dalla tasca del panciotto una scatoletta di tabacco da fiuto.

Justin (a Carla) Vuole una delle mie?

Meredith (offre a Carla la scatoletta del tabacco) Vuoi un pizzico No, sono sicuro di no, io invece (Offre la scatoletta a Justin) Lei?

Justin rifiuta. Carla accetta la sigaretta di Justin che a sua volta ne prende una.

Carla Ho parlato anche con suo fratello Philip. (Mette la borsetta sulla panca)

Justin accende la sigaretta di Carla e la propria con un accendino da tasca.

Meredith Philip! Non avrai saputo molto da Philip, cos occupato ad accumulare denaro, che non gli resta tempo per nientaltro. Sono sicuro che ricorda poco e quel poco sbagliato. (Annusa una presa di tabacco)

Carla (siede sulla panca, verso il proscenio) Allora mi racconti qualcosa lei.

Justin siede allaltra estremit della panca.

Meredith (cauto) Prima di tutto dovresti cercare di capire tuo padre.

Carla (con fermezza) Aveva delle relazioni con altre donne e rendeva mia madre molto infelice.

Meredith S... (annusa il tabacco) ma le sue evasioni dalla vita coniugale erano poco importanti prima dellarrivo di Elsa.

Carla Le aveva fatto un ritratto?

Meredith S (annusa il tabacco) la rivedo ancora posare, seduta in terrazza. Aveva dei pantaloncini corti, neri, e una camicetta gialla. Tuo padre aveva chiamato il quadro Ritratto di ragazza in giallo e nero. E una delle sue opere migliori. (Rimette in tasca la scatoletta del tabacco)

Carla E ora dov quel quadro?

Meredith Ce lho io. Lho comprato insieme alla casa e ai mobili. La casa si chiamava Alderbury, lo sai; era vicino alla mia, non volevo che la trasformassero in un condominio. La vendita stata fatta dagli esecutori testamentari e il ricavato entrato a far parte del patrimonio amministrato per conto tuo. Ma anche questo lo sai.

Carla S, ma non sapevo che fosse stato lei a comprare la casa.

Meredith Ora diventata un ostello per la giovent, ma ho conservato unala per me, senza cambiare niente. Il resto dei mobili lho venduto.

Carla Ma non il ritratto. Perch?

Meredith (come se intendesse giustificarsi) Te lho detto, era il quadro di Amyas che mi piaceva di pi. Lo regaler allo Stato, quando morir. (Una pausa)
Ora cercher di dirti quello che vuoi sapere: Amyas aveva portato Elsa ad Alderbury con il pretesto del ritratto, ma lei era innamorata e voleva mettere subito le cose in chiaro con Caroline. Si sentiva in una posizione falsa, e posso capirla.

Carla (con freddezza) Mi sembra molto solidale con lei.

Meredith (turbato) No, no, assolutamente. Io volevo bene a Caroline, anzi ero s, ero stato innamorato di lei, le avevo chiesto di sposarmi, ma lei aveva preferito Amyas. Oh, lo posso capire: lui era affascinante, piaceva alle donne, ma non le ha mai dato laffetto che le avrei dato io. Mi sono dovuto rassegnare a restarle amico e nientaltro.

Carla Eppure crede che abbiamo ucciso mio padre.

Meredith Non sapeva quello che faceva. C?era stata una scenata atroce, lei era sconvolta.

Carla S?

Meredith E quel pomeriggio ha preso la conina dal mio laboratorio, non per uccidere tuo padre, ma per suicidarsi. Lha giurato lei al processo.

Carla Per, come ha detto suo fratello Philip, non si suicidata.

Meredith La notte porta consiglio e la mattina dopo cerano tante cose da fare, Angela doveva partire per il collegio Angela Warren, la sorellastra di Caroline, era una ragazzina terribile, attaccabrighe, dispettosa lei e Amyas litigavano continuamente, ma lui le voleva bene e Caroline ladorava addirittura.

Carla (immediatamente) Anche se un giorno aveva cercato di ucciderla?

Meredith (la guarda, con prontezza) Una montatura! Lho sempre pensato. Tutti i bambini sono gelosi dei fratelli appena nati.

Carla (aspira una boccata di fumo dalla sigaretta) Mio padre stato trovato morto dopo colazione, vero?

Meredith S, era rimasto in terrazza a dipingere; spesso non rientrava in casa per colazione. Il bicchiere di birra che gli aveva portato Caroline era l vicino, vuoto. Credo che il veleno avesse gi cominciato ad agire. Non d sofferenza, solo una lenta paralisi. Gi Quando siamo tornati in terrazza, dopo colazione, era morto. Non riuscivamo a crederci, sembrava un incubo.

Carla (si alza in piedi, turbata) Un incubo.

Meredith (si alza in piedi) Mi dispiace, cara, avrei preferito non parlarne con te. (Guarda Justin)

Carla Vorrei andare l, dove successo E possibile?

Meredith Ma certo, quando vuoi.

Carla (si volta a guardare Justin) Se potessimo andarci tutti

Meredith Tutti chi?

Carla Lei, suo fratello Philip, la governante, Angela Warren e s, anche Elsa.

Meredith Elsa non verr, non credo. Si sposata.

Carla (secca) E pi duna volta, a quanto pare.

Meredith Philip lha vista una sera a teatro, molto cambiata.

Carla Tutti cambiano. Anche lei cambiato, signor Blake, una volta amava mia madre (spegne la sigaretta nel portacenere che sulla panca) Tutto diverso da come credevo. Non riesco a coordinare le idee.

Justin si alza.

Ma se potessi andare ad Alderbury

Meredith Ti aspetto, sarai la benvenuta. Ora purtroppo, devo

Justin Le prendo il soprabito. (Si rende conto che Carla molto abbattuta) La ringrazio anche a nome di Carla. (stacca dallattaccapanni il soprabito e la sciarpa di Mereidith)

Carla (si riprende) Oh, si, grazie, grazie tante.

Meredith esce nellingresso. Justin lo aiuta a infilarsi il soprabito.

Meredith Carla, pi ci penso

Carla S?

Meredith (torna verso il centro della scena) e pi mi convinco che Amyas si suicidato. Forse aveva dei rimorsi di cui non ci siamo resi conto. (Guarda Carla, ansioso)

Carla (non convinta) E un pensiero che mi d un po di conforto.

Meredith Certo. Arrivederci, cara.

Carla Buongiorno.

Meredith (prende il cappello dalle mani di Justin) Buongiorno, avvocato.

Justin (gli apre la porta) Buongiorno.

Meredith Buongiorno, buongiorno.

Meredith esce, Justin chiude la porta e torna al centro della scena.

Carla Ecco fatto.

Justin Siamo qua.

Carla Che uomo inconsistente!

Justin Inconsistente, ma simpatico.

Suona il telefono.

Carla (mentre va a rispondere al telefono) Neanche lui crede che mio padre si sia suicidato (alza il ricevitore) ma allora perch lo dice? (Al telefono) S? S, ho capito. (Riattacca il ricevitore. Delusa) Nonviene.

Justin Lady Melksham?

Carla S. Impegni improrogabili.

Justin va in anticamera e prende il soprabito.

Justin Non si preoccupi, troveremo una nuova strada.

Carla (guarda fuori dalla finestra) Ma io devo vederla! Tutto in quei giorni ruotava intorno a lei.

Justin (sinfila il soprabito) Perch non va a prendere un t dalla signorina Williams?

Carla (calma) S.

Justin Vuole che laccompagni?

Carla (distrattamente) No, non ce n bisogno.

Justin Forse domani arriver una lettera di Angela Warren. Le telefoner.

Carla (guarda ancora dalla finestra) Grazie.

Justin (dopo una pausa) Che pazzo stato AmyasCrale

Carla si volta.

a non capire che tesoro aveva. Elsa Greer era volgare, aggressiva, senza sfumature, con una idolatria per la notoriet

Carla Lo pensa davvero?

Justin Se AmyasCrale non fosse stato un pittore famoso, crede che si sarebbe innamorata di lui? Pensi ai mariti che ha avuto dopo e vedr che la sua scelta sempre stata guidata da considerazioni di carattere sociale. Caroline, invece, avrebbe saputo apprezzare anche in un semplice avvocato le qualit che contano.

Carla prende la cartella di Justin e lo guarda, interessata.

Carla Lei ancora innamorato di mia madre. (Gli porge la cartella)

Justin Oh no! (Prende la cartella e sorride) Io seguo il corso del tempo.

Carla presa alla sprovvista, ma lusingata e sorride.

Arrivederci.

Justin esce. Carla lo guarda allontanarsi, colpita da quello che le ha appena detto. Suona il telefono, Carla alza il ricevitore. La luce del giorno comincia a impallidire, scende il crepuscolo.

Carla (al telefono) Pronto?... S Ohm sei tu, Jeff? (Sposta il telefono per tutta la lunghezza del filo e va ad accoccolarsi sulla poltrona tenendoselo sulle ginocchia) Daccordo, forse una perdita di tempo, ma il tempo mio e se Come^... (Contrariata) Ti sbagli, Justin un buon amico, molto pi affettuoso di te E va bene, sono io che voglio litigare no, non vengo fuori a cena non voglio uscire con te.

Elsa Melksham entra da sinistra, richiude tranquillamente la porta e resta ferma sulla soglia, guardando Carla. E alta, bella e affascinante. Porta un soprabito di velluto rosso sopra un abito nero, cappello, borsetta e guanti.

Le tue azioni sono un po in ribasso in questo momento, Jeff. (Riattacca il ricevitore, si alza e rimette a posto il telefono)

Elsa Signorina LeMarchant o devo chiamarla signorina Crale?

Carla si volta di scatto.

Carla Aveva detto che non sarebbe venuta.

Elsa Era una scusa, aspettavo solo che il suo consulente legale se ne andasse.

Carla Che cosha contro gli avvocati?

Elsa Niente, ma di solito preferisco la conversazione tra donne. Accendiamo la luce? (Accende le lampade a braccio con linterruttore a sinistre dellarchetto e rivolge a Carla uno sguardo intenso.) Lei molto diversa dalla bambina che conoscevo.

Carla (con semplicit) Somiglio a mia madre.

Elsa (con freddezza) S, e questo non mi dispone in suo favore. Caroline era una delle donne pi antipatiche che abbia mai conosciuto.

Carla (con impeto) Sono sicura che mia madre pensasse altrettanto di lei.

Elsa (sorridendo) Oh s, era un sentimento reciproco. (Siede sulla panca, allestremit verso il fondo del palcoscenico) Purtroppo Caroline non sapeva perdere.

Carla E perch lei si aspettava che sapesse perdere?

Elsa (si toglie i guanti, sorridendo) Gi, chiss perch. Forse perch ero molto giovane e non capivo come potesse restare aggrappata a un uomo che non la voleva pi. Ma non avrei mai pensato che, pur di non perderlo, arrivasse ad ucciderlo.

Carla Non lho ucciso.

Elsa (con indifferenza) S, lha avvelenato quasi davanti ai miei occhi. Gli ha messo il veleno in un bicchiere di birra. (Cambia improvvisamente tono) Pensavo che non sarei mai riuscita a dimenticare, che avrei sofferto per tutta la vita, e poi tutto passato, cos (fa schioccare le dita)

Carla (siede in poltrona) Quanti anni aveva?

Elsa Diciannove. Ma non ero una bambina. AmyasCrale non aveva sedotto una povera creatura innocente. Lavevo conosciuto a una festa e mi ero innamorata di lui. Pensavo che fosse lamore della mia vita. (Sorride) E anche lui pensava lo stesso di me.

Carla S, capisco.

Elsa Gli ho chiesto di fare il mio ritratto, lui ha rifiutato, mi ha detto che il suo era un altro genere di pittura, e quando gli ho ricordato il ritratto di Marna Vadaz, la ballerina, mi ha risposto che quello era un caso speciale. Sapevo che aveva avuto una relazione con lei e ho esclamato: Ma io lo voglio il ritratto! Ha sorriso. Lo sai quello che succeder? Succeder che faremo lamore. E perch no? Perch sono sposato e amo mia moglie. Ci voleva altro per fermarmi! Ho insistito per fissare il giorno in cui avrei cominciato a posare, lui mi ha preso per le spalle, mi ha voltato verso la luce mi ha guardata a lungo e infine ha detto: Da tanto tempo pensavo di dipingere un volo di pappagalli australiani dai colori violenti sopra la cattedrale di Saint Paul. Sar la stessa cosa dipingere la tua giovinezza sullo sfondo del paesaggio inglese. (Tace, poi aggiunge, in fretta) Ed andata cos.

Carla Mio padre lha portata con s ad Alderbury.

Elsa si alza, si toglie il soprabito e lo posa sulla panca.

Elsa S. Caroline era molto gentile. Sapeva esserlo. Amyas era prudente. (Sorride) Non mi diceva una parola che sua moglie non avrebbe potuto potuto ascoltare. Era freddo e cortese, ma tutti e due sapevamo, nel profondo (Sinterrompe)

Carla Parli, lascolto.

Elsa Dopo dieci giorni Amyas mi ha detto che dovevo tornare a Londra.

Carla Ah!

Elsa Ho protestato che il quadro non era ancora finito. Infatti, appena cominciato mi ha risposto ma la verit che non posso continuare. Perch? Perch? gli ho chiesto. Lui il perch lo sapeva e per quello voleva che me ne andassi.

Carla E allora lei tornata a Londra?

Elsa S. Non gli ho scritto e non ho risposto alle sue lettere. Ha resistito una settimana e poi venuto a cercarmi. Gli ho detto che non ci si oppone al destino. Tu non hai neppure tentato, vero Elsa? mi ha chiesto. Aveva ragione, non avevo neppure tentato. Siamo rimasti insieme ed stato molto bello, molto pi spaventosamente bello della pura felicit. Dovevamo restare a Londra, non dovevamo tornare

Carla Perch siete tornati?

Elsa Amyas voleva finire il ritratto, era diventata unossessione per lui. (Torna a sedersi sulla panca) Ma tutto era cambiato, ormai, Caroline aveva capito. Io avrei preferito essere chiara, ma Amyas diceva: Non mimporta della chiarezza, io devo pensare al mio quadro.

Carla ride.

Perch ride?

Carla (si alza e si volta verso la finestra) Perch capisco benissimo che cosa provava.

Elsa (irritata) Non possibile.

Carla (con semplicit) Forse possibile perch sono sua figlia.

Elsa (pensosa) La figlia di Amyas. (guarda Carla in un modo diverso)

Carla Comincio io stessa, a poco a poco, a rendermene conto. Sono tornata in Inghilterra perch volevo capire che cosa era successo sedici anni fa; ora sto imparando a conoscere le persone, i loro pensieri, il loro modo di comportarsi. Tutto prende vita, lentamente.

Elsa Tutto prende vita (con amarezza) Come vorrei che fosse vero.

Carla Mio padre lei Philip Blake Meredith Blake Ci sono altre due donne. Angela Warren

Elsa Angela? Ah s, a suo modo diventata una celebrit, di quelle donne di ferro che viaggiano per paesi inaccessibili e tornano indietro solo per scrivere quello che hanno visto. Allora era una ragazzino noiosa e nientaltro.

Carla Come si comportata quando mio padre morto? Che reazione ha avuto?

Elsa (con indifferenza) Non so. Avevo limpressione che cercassero di dirle il meno possibile. Caroline temeva che il contatto con il delitto ferisse la sua psiche adolescente. A ferirle la faccia aveva gi pensato lei. Lo sapevo, avrei dovuto capire di che cosa era capace Caroline e, quando lho vista prendere il veleno

Carla Lha proprio vista?

Elsa S. Meredith stava chiudendo il laboratorio. Caroline uscita per ultima, subito dopo di me. Io ho voltato la testa e lho vista davanti a uno scaffale con un flaconcino in mano. Ho creduto che lo stesse solo guardando chi poteva immaginare?

Carla Non ha avuto neppure un sospetto?

Elsa S, ho pensato che volesse suicidarsi.

Carla E non se ne preoccupata?

Elsa (con calma) Mi pareva la soluzione migliore per tutti.

Carla (si avvicina alla finestra, in silenzio) Ah!

Elsa Il suo matrimonio con Amys era fallito fin dallinizio; se lo avesse amato, come diceva, avrebbe divorziato. I soldi non le mancavano, poteva risposarsi.

Carla E facile, per lei, organizzare la vita degli altri! (Si allontana dalla finestra) Vorrei che ci riunissimo tutti ad Alderbury, Meredith Blake daccordo. Lei verr?

Elsa (sorpresa, ma incline ad accettare) Ad Alderbury?

Carla Sar come se si ripetesse tutto di nuovo.

Elsa Come se si ripetesse tutto di nuovo

Carla (con gentilezza) Se pensa che la far soffrire

Elsa Il pericolo non soffrire (con forza) dimenticare. Dimenticare come morire. (Con collera) Lei sta l a guardarmi, giovane, innocente, e non immagina neanche che cosa vuol dire amare un uome come io amavo suo padre. (Con impeto) Era cos pieno di vita, di forza, e qualcuno, Caroline, lha ucciso. (Si alza) Lha ucciso per toglierlo a me. E non lhanno neanche impiccata. (Tace, poi riprende, con pi calma) Verr, parteciper alla replica dello spettacolo (prende il soprabito e lo tende a Carla)

Carla aiuta Elsa a infilarsi il soprabito.

Con Philip, Meredith e Angela Warren. Noi quattro.

Carla Sarete in cinque.

Elsa Chi il quinto?

Carla La governante.

Elsa (prende dalla panca la borsetta e i guanti) Ah s, la governante! Disapprovava apertamente sia me che Amyas. Voleva molto bene a Caroline.

Carla Se voleva bene a mia madre, avr qualcosa da dirmi. Andr a trovarla. (Va ad aprire la porta)

Elsa (uscendo) Mi faccia telefonare dal suo amico avvocato.

Elsa esce. Carla chiude la porta e va al centro della scena.

Carla La governante!

Le luci si affievoliscono fino a spegnersi completamente.

SCENA QUARTA

Il salotto-camera da letto della signorina Williams. E una mansarda con una piccola finestra a sinistra, dove il tetto spiovente. Si presuppone che la porta sia sulla quarta parete, quella verso il proscenio. In fondo, al centro, c un camino acceso. A destra, un divano con dei cuscini. Sotto la finestra un tavolo allungabile. A destra del camino, un tavolino con una lampada. A sinistra del camino, due poltrone con lo schienale alto. Al centro una vecchia poltrona e, sotto la poltrona, uno sgabellino. Sullo zoccolo del camino, a destra, un bollitore elettrico.
La lampada acceso, ma le tende alle finestre non sono ancora chiuse. Sul tavolo sotto la finestra c un vassoio preparato per il t. Il bollitore fuma. Accanto c la teiera. La signorina Williams seduta sulla vecchia poltrona al centro. Ha circa sessantanni, intelligente, si esprime con molta chiarezza e un accento vagamente didascalico. Indossa una gonna di tweed, una camicetta, una giacca di lana lavorata a ferri e uno scialle. Carla seduta sul divano e sfoglia un album di fotografie. Ha un abito marrone.

Carla Ora mi ricordo di lei, non credevo, invece a poco a poco tutto mi ritorna in mente.

Sig.na Williams Avevi solo cinque anni.

Carla Lei si occupava anche di me?

Sig.na Williams No, a me era stata affidata solo Angela. Ah, lacqua bolle. (Si alza e prepara il t) Prendi volentieri una tazza di t?

Carla S, grazie.

Sig.na Williams (indica una fotografia sullalbum) Quella Angela, tu eri molto piccola quando stata fatta quella fotografia.

Carla Comera Angela?

Sig.na Williams Forse la pi interessante tra tutte le mie allieve. Indisciplinata, ma molto intelligente. Ha avuto il primo premio al Somerville. Forse avrai letto il suo libro sui graffiti dellHazelpa?

Carla No, veramente

Sig.na Williams Ha avuto ottime recensioni. Sono molto orgogliosa di Angela. (Mette la teiera sul vassoio) Ecco, lasciamolo riposare un momento.

Carla (posa lalbum sul divano, allestremit pi lontana dal proscenio) Signorina, lei sa perch sono venuta a trovarla?

Sig.na Williams Pi o meno s: (Si avvicina al camino) Hai appena saputo come morto tuo padre e vuoi che ti dica qualcosa di pi. (Spegne il bollitore)

Carla E anche lei, come tutti, pensa che dovrei cercare di dimenticare?

Sig.na Williams No, a me sembra giusto che tu voglia capire. Solo allora, quando avrai capito, potrai dimenticare.

Carla E lei mi racconter tutto?

Sig.na Williams Tutto quello che so. Ma dove si ficcato il mio sgabellino? (Volta la poltrona per metterla di fronte al divano e si guarda intorno per cercare lo sgabello)

Carla (si alza e tira fuori lo sgabello da sotto la poltrona) Eccolo.

Sig.na Williams Grazie, cara. (Si siede in poltrona e mette i piedi sullo sgabello) Preferisco non poggiare i piedi sul pavimento.

Carla Vede, signorina, io vorrei sapere soprattutto comerano mio padre e mia madre o almeno come lei pensava che fossero. (Torna a sedersi sul divano)

Sig.nra Williams Tuo padre, lo sai, era un artista famoso. Io non me ne intendo, anzi ti dir che non amo molto la pittura, mi pare sempre una rappresentazione falsa, esasperata della realt. Inoltre non ho mai capito perch un temperamento cosiddetto artistico debba servire da giustificazione a qualsiasi stravaganza. Tua madre era costretta a sopportare di tutto

Carla E ne soffriva?

Sig.na Williams Molto. Il signor Crale non era un marito fedele, ma lei finiva sempre col perdonarlo, anche se gli diceva quel che si meritava e con una certa vivacit.

Carla Ma allora si rovinavano la vita lun laltro!

Sig.na Williams (tranquillamente) Ti sbagli. (Si alza e si avvicina al tavolo a sinistra) Litigavano, s, ma tua madre non perdeva mai la sua dignit ed era tuo padre ad avere torto.

Carla Sempre?

Sig.na Williams (con sicurezza) Sempre. Io volevo molto bene alla signora Crale e mi dispiaceva vederla cos umiliata. Al suo posto me ne sarei andata. Una donna non dovrebbe mai lasciarsi mancare di rispetto dal proprio marito.

Carla A lei non piaceva mio padre, vero?

Sig.na Williams No, non mi piaceva. Non mi piaceva affatto.

Carla Ma lui voleva bene alla mamma?

La signorina Williams prende una tazza di t, la zuccheriera e si avvicina a Carla.

Sig.na Williams Credo di s, ma gli uomini sono tutti uguali. (tende la tazza a Carla)

Carla (leggermente divertita) Non ha fiducia negli uomini, signorina Williams?

Sig.na Williams (con enfasi) Finora al mondo si sono presi la parte migliore, ma non sar sempre cos. (passa lo zucchero a Carla)

Carla No, senza zucchero, grazie. E poi arrivata Elsa Greer

La signorina Williams appoggia la zuccheriera sul tavolo e prende la sua tazza di t:

Sig.na Williams (con aria disgustata) S. Con la scusa di un ritratto che, in realt, resta sempre allo stesso punto. (Va al centro della scena) Il signor Crale aveva uninfatuazione per quella ragazza, era chiaro, e lei non faceva niente per scoraggiarlo. (Siede sulla poltrona)

Carla Lei, signorina, che cosa pensa di Elsa?

Sig.na Williams Pensavo che era bella e stupida. Non apriva mai un libro ed era incapace di dire una parola su qualsiasi argomento che avesse qualche riferimento culturale. Si occupava solo del suo aspetto fisico. E degli uomini che che le stavano intorno, naturalmente.

Carla Mi parli ancora di lei.

Sig.na Williams A un certo punto era tornata a Londra e per noi era stato un gran sollievo (beve un sorso di t) ma poi anche il signor Crale era partito e io, e anche la tua povera mamma, abbiamo capito subito che era andato a raggiungerla. Sono tornati insieme. Per finire il ritratto, hanno detto, ma si capiva bene quel che significava. Elsa diventava sempre pi insolente. Un giorno arrivata perfino a dire quel che avrebbe fatto quando fosse diventata la padrona diAlderbury.

Carla (turbata) Oh, no!

Sig.na Williams S s s. (Beve un sorso di t) Tua madre ha chiesto allora a suo marito se intendeva davvero sposare quella ragazzo. E lui me lo ricordo come se lo vedessi, dritto davanti a lei, un gigante che pareva uno scolaretto indisciplinato. (Si alza, va a rimettere la tazza del t sul tavolo a sinistra, prende un piatto di biscotti e si avvicina a Carla) Mi sentivo ribollire il sangue. Sarei stata capace di ucciderlo. Vuoi un biscotto? Sono PeekFrean.

Carla (prende un biscotto) Grazie. Che cosha fatto mia madre?

Sig.na Williams E uscita dalla stanza in silenzio. Io ho cercato di rivolgerle la parola, ma lei mi ha messo una mano sulle labbra e ha detto: Comportiamoci come se non fosse successo niente (Va a rimettere il piatto sul tavolo a sinistra) Quel pomeriggio dovevano andare tutti a prendere il t dal signor Meredith e lei, mentre stava per uscire, tornata indietro e mi ha dato un bacio. E una consolazione averla qui con me mi ha detto. (Le si incrina la voce)

Carla (con dolcezza) Credo anchio che lei sia stata di aiuto a mia madre, signorina Williams.

Sig.na Williams (si avvicina al camino, prende il bollitore e stacca la spina) Nessuno lha biasimata per quello che ha fatto, Carla. E anche tu, che sei sua figlia, devi capirla e perdonarla.

Carla (lentamente) Allora anche lei pensa che fosse colpevole.

Sig.na Williams (con tristezza) So che lo era.

Carla Glielo ha confessato?

Sig.na Williams (mette il bollitore sul tavolo a sinistra) No, naturalmente. (Riempie di nuovo la teiera)

Carla Che cosa le ha detto?

Sig.na Williams Ha cercato di convincermi che tuo padre si era suicidato.

Carla E lei non le ha creduto?

Sig.na Williams Le ho detto: Certo, signora Crale, suo marito si suicidato.

Carla Per non ci credeva.

Sig.na Williams (rimette a posto il bollitore, sullo zoccolo del camino) Devi capire, Carla, che io sono sempre stata solidale con tua madre, non ho mai badato a quello che diceva la polizia. (Siede sulla poltrona.)

Carla Ma un delitto (Sinterrompe, poi riprende) Lei lavrebbe assolta?

Sig.na Williams Certamente.

Carla In ogni caso?

Sig.na Williams In ogni caso.

Carla (quasi supplichevole) Forse era davvero innocente.

Sig.na Williams No.

Carla (in tono di sfida) Era innocente!

Sig.na Williams No, Carla.

Carla S. Prima di morire mi ha scritto che potevo esserne sicura.

Si stabilisce un silenzio greve.

Sig.na Williams (a voce bassa) Non doveva mentire in un momento cos solenne. Non me lo sarei aspettato da lei. Era sempre stata seria e sincera.

Carla (si alza) Ma forse era la verit.

Sig.na Williams (in tono definitivo) No.

Carla Non pu esserne sicura!

Sig.na Williams Tra tutti, solo io posso esserne sicura, perch ho visto qualcosa che non ho detto alla polizia, non ho detto a nessuno. (Si alza) Ma tu devi credermi, Carla. Ancora un po di t, cara? Beviamone unaltra tazza tutte due, vuoi? Fa freddo qualche volta in questa stanza. (Prende la tazza di Carla e va a riempirla al tavolo a sinistra)

Carla appare assorta, profondamente disorientata, mentre le luci di affievoliscono fino a spegnersi completamente.

SCENA QUINTA

Il tavolo di un ristorante in una nicchia arredata in stile orientale. Tre panche imbottite. Quando si accendono le luci, Carla seduta a destra del tavolo e Angela Warren al centro, rivolta verso il proscenio. Stanno finendo di far colazione. Carla indossa un soprabito bordato di scimmia. Angela ha circa trentanni, alta, ha un aspetto aristocratico. Porta un vestito a giacca molto semplice e un cappello di foggia maschile. Sulla guancia sinistra, ha uno cicatrice molto profonda.

Angela (posa il bicchiere di brandy sul tavolo) Ecco, ora che abbiamo finito di far colazione sono pronta a parlare. Mi sarebbe dispiaciuto non riuscire a vederti prima che tornassi in Canada. (Porge a Carla un portasigarette di cuoio)

Carla rifiuta e prende una sigaretta americana dal pacchetto che sul tavolo.

(Prende una delle sue sigarette) Scusami se non ti ho telefonato prima, ma parto domani e avevo mille cose da fare. (Accende la sigaretta di Carla e la propria con un accendino assortito al portasigarette)

Carla So come succede. Viaggi per mare?

Angela S, pi comodo, perch ho un bagaglio ingombrante.

Carla Sai che ho visto la signorina Williams?

Angela (sorride) Cara signorina Williams, come lho torturata! Mi arrampicavo sugli alberi, marinavo la scuola, facevo dispetti a tutti Per golosia.

Carla (colpita) Di chi eri gelosa?

Angela Di Amyas. Avevo sempre occupato il primo posto nel cuore di Caroline e non sopportavo di vederla cos assorbita da lui. Non lo lasciavo in pace, gli mettevo delle porcherie nella birra, perfino come si chiama la valeriana! Una volta gli ho nascosto un porcospino sotto le coperte! (Ride) Ero un pericolo pubblico, hanno fatto bene a mandarmi in collegio, anche se allora ero furibonda!

Carla Cosa riesci a ricordare con precisione?

Angela Vuoi dire di quello che successo? Ricordo poco, strano. Avevamo appena fatto colazione. Caroline e la signorina Williams erano nella veranda e quando ci sono andata anchio, con gli altri, ho saputo che Amyas era morto. Qualcuno, al telefono, chiamava un dottore. Elsa gridava, in terrazza Mi pare che ci fosse Caroline con lei. Io giravo qua e l, passavo da uno allaltro, senza capire.

Carla Chi sa perch non ricordo niente. Dopotutto avevo cinque anni.

Angela Ma tu non ceri. Ti avevano portato dalla tua madrina, la vecchia Lady Thorpe, circa una settimana prima.

Carla Ah!

Angela Poi la signorina Williams mi ha accompagnato da Caroline. Lei stava distesa sul letto, era molto pallida. Mi ha detto che non dovevo pi pensare a quello che era successo, che sarei andata prima dalla sorella della Williams a Londra e poi in collegio a Zurigo, come avevamo gi deciso. Io ho protestato che non volevo lasciarla e allora intervenuta la signorina Williams, col suo tono autoritario (imita la signorina Williams) Il modo migliore per aiutare tua sorella, Angela, obbedire senza discutere. (Beve un sorso di brandy)

Carla (sorride) S, mi pare di sentirla.

Angela La polizia mi ha fatto qualche domanda, ma io non ho neppure capito perch. Sapevo solo che Amyas aveva bevuto quel veleno per sbaglio ed era morto. Ero allestero quando stata arrestata Caroline e me lhanno tenuto nascosto il pi a lungo possibile. Lei non ha mai voluto che andassi a trovarla in prigione. Ha cercato di risparmiarmi turbamenti e malinconie. Aveva sempre fatto cos con me, anche prima, come se avesse voluto mettere un diaframma tra me e il mondo.

Carla Ti voleva molto bene.

Angela (si tocca la cicatrice) La vera ragione era questa.

Carla Ma erano passati tanti anni.

Angela Vedo che te lhanno detto. Sono cose che succedono: un bambino geloso del fratello e gli tira addosso quello che ha sottomano; ma Caroline era molto sensibile e non era mai riuscita a vincere lorrore per quello che aveva fatto. Tutta la sua vita era uno sforzo per cercare di compensarmi. Non era piacevole neanche per me, come puoi immaginare.

Carla Ma tu non hai mai provato il desiderio di vendicarti?

Angela E perch? Perch avevo perduto la bellezza? (Ride) E quale bellezza? No, non ho mai nutrito pensieri di vendetta.

Carla toglie dalla borsetta che sulla panca, vicino a lei, una lettera e la d ad Angela.

Carla Mia madre mi ha lasciato una lettera. Vorrei che la leggessi.

Una pausa, mentre Angela legge la lettera. Carla spegne la sigaretta nel portacenere.

Sono cos confusa. Ciascuno mi ha detto di lei una cosa diversa.

Angela Infatti aveva un temperamento pieno di contraddizioni. (Volta una pagina e lette) ...voglio che tu sappia che non ho ucciso tuo padre. E giusto che ti abbia scritto, perch avresti anche potuto dubitare di lei. (Piega il foglio e lo posa sul tavolo)

Carla Vuoi dire che tu non credi che sia stata lei?

Angela Non stata lei. Nessuno che labbia conosciuta potrebbe pensarlo.

Carla (in preda a una forte tensione nervosa) Ma tutti lo pensano, tranne tu.

Angela Lo pensano perch sono stupidi. Le prove non significano niente, quel che conto la natura di una persona.

Carla Ma e la tua

Angela (indica la cicatrice) E proprio per il rimorso di quello che mi aveva fatto che non avrebbe mai ceduto a un impulso violento. Secondo me, anzi, esorcizzava la violenza fisica con la violenza verbale. Poteva dire di chiunque lavessa solo infastidita frasi come Lo taglierei a pezzi e lo friggerei nellolio bollente; o qualche volta gridava ad Amyas: Basta o ti ammazzo!. Litigavano come pazzi quei due, sinsultavano, ma sono sicura che ci provavano un certo gusto.

Carla Davvero?

Angela S, erano fatti cos. Si divertivano a litigare e a fare la pace.

Carla (si appoggia allo schienale della sedia) Mentre ti ascolto, tutto mi pare diverso da quello che mi ero immaginato. (Prende la lettera e la rimette nella borsetta)

Angela Forse stato un male che io non abbia potuto testimoniare, ma le prove che avrei portato non sono di quelle che contano nei processi. Non pensarci pi, Carla, torna in Canada e stai certa che Caroline non ha ucciso Amyas.

Carla (con tristezza) Ma allora chi stato?

Angela E importante?

Carla Certo che importante.

Angela E stato un incidente, accontentati di questa spiegazione.

Carla Non posso.

Angela Perch?

Carla non risponde.

C un amore di mezzo? (Beve un sorso di brandy)

Carla S.

Angela Sei fidanzata?

Carla, leggermente imbarazzata, prende una sigaretta dal pacchetto.

Carla Non so.

Angela Forse questo fidanzato di cui non sei certa ha fatto qualche rimostranza?

Carla No, diciamo che si mostrato generoso.

Angela Che vergogna! Io non lo sposerei.

Carla Infatti non sono sicura di volerlo sposare.

Angela C qualcun altro? (Le accende la sigaretta.)

Carla (nervosamente) Non detto che debba esserci necessariamente un altro.

Angela Di solito cos. Io, per parte mia, preferisco i graffiti.

Carla (allimprovviso) Domani andr ad Alderbury. Ci saranno tutti, speravo venissi anche tu.

Angela Ma io domani parto.

Carla Voglio rivivere tutto come se fossi mia madre. (Con forza) Perch non si difesa? Perch si data per vinta?

Angela Non so.

Carla Non era nel suo carattere, vero?

Angela No, non era nel suo carattere.

Carla Lassassino devessere uno degli altri quattro.

Angela Hai molta forza di volont, Carla.

Carla Ho troppo bisogno di sapere.

Angela (colpita dallaccento sincero di Carla) Forse ci riuscirai davvero. (Una pausa) Verr ad Alderbury con te. (Prende in mano il bicchiere del brandy)

Carla (felice) Davvero? Ma la nave parte domani.

Angela Prender laeroplano. Sei sicura che non vuoi un brandy? Io, quando passa il cameriere, me ne faccio portare un altro. Eccolo. Cameriere!

Carla Sono contenta che vieni anche tu.

Angela (cupa) Davvero sei contenta? Non farti troppe illusioni, sono passati sedici anni.

Angela beve il brandy. Le luci si spengono lentamente.

Giorgio - Ma sei pazza?

Rosa - Non mi aspettavi, vero? E invece eccomi qui. Ho fatto di tutto per riuscire a liberarmi. Non immagini cosa mi sono dovuta inventare. per un attimo ho persino avuto paura di non farcela... Sei contento?

Dalla camera da letto entra, rumorosamente, Filippo.

Filippo - (notando la coppia) Ops, scusate. Credevo non ci fosse nessuno.


ATTO SECONDO

Alderbury, una casa nellInghilterra dellovest.

La scena rappresenta uno scorcio della casa: a destra la veranda e a sinistra la terrazza, che comunicano attraverso una porta-finestra. La veranda occupa un angolo del palcoscenico, la terrazza, quindi si restringe verso destra. Una porta nella veranda, sulla parete centrale e unaltra, in fondo alla terrazza, danno verso linterno della casa. Sulla terrazza, a sinistra, c un pergolato di vite che allestremit pi lontana dal proscenio, ha unuscita sul giardino. La veranda ha unaltra porta a destra accanto alla quale, verso il centro della scena, c una nicchia con degli scaffali che contengono piatti decorati e altri soprammobili. Sotto la nicchia, una consolle. A sinistra della porta al centro, un tavolo con un telefono e una scultura in legno che raffigura una testa. Appeso al muro sopra il tavolo, il ritratto di Elsa dipinto da Amyas. A destra della porta al centro, un divano che ha davanti un tavolino lungo e basso e due poltrone ai lati. A sinistra della poltrona di destra, un altro tavolino, leggero, trasportabile. Sulla terrazza, al cento, una panchina di pietra.

Quando si alza il sipario, la scena al buio, poi si accendono le luci ma la casa appare immersa nella penombra. La terrazza illuminata dalla luna. Il tavolino lungo sopra il divano, capovolto, ed entrambi sono coperti da un lenzuolo per ripararli dalla polvere. Anche le poltrone sono coperte allo stesso modo. Le tende alle finestre sono chiuse. Dopo poco si sentono delle voci dal fondo del palcoscenico, al centro.

Carla - (fuori scena) Da che parte si va?

Meredith - (fuori scena) Di qui, attenta che c un gradino. (lo si sente inciampare) Non me ne ricordo mai in tempo.

Justin - (fuori scena; inciampa a sua volta) Ahi! Devo lasciarle aperto?

Meredith - (fuori scena) Niente cos triste come una casa disabitata. Scusatemi. (Meredith entra dalla porta al centro e accende le luci. Indossa un soprabito e un vecchio cappello di tela bianca tirato fin sulle orecchie. Dietro di lui entra Carla, con un soprabito dalla linea sciolta e un fazzoletto di seta in testa. Justin entra per ultimo, ha un cappello a bombetta). Questa la veranda. Gelida come una stanza mortuaria. Ne ha tutta lapparenza, vero? (ride e si strofina le mani una contro laltra) Non che ne abbia mais viste, ma togliamo almeno questi lenzuoli bianchi. (toglie il lenzuolo dal divano).

Justin - Lasci che laiuti. (prende dalle mani di Meredith il lenzuolo).

Carla si avvicina alla poltrona a sinistra, toglie laltro lenzuolo e lo d a Justin.

Meredith - Questa parte della casa rimasta chiusa fin da quando (indica il tavolino sopra il divano) Oh, ecco un vecchio amico. (prende il tavolino) Un momento, mi pare che il suo posto fosse qui. (mette il tavolino davanti al divano) Che tristezza, era cos allegra una volta questa stanza e ora fa pensare solo alla morte.

Carla - (si siede sul bracciolo della poltrona, a sinistra del divano, e guarda il ritratto) il ritratto di Elsa?

Meredith - Come? Ah s, Ritratto di ragazza in giallo e nero.

Carla - Come mais lha lasciato l?

Meredith - Mah non riuscivo a guardarlo mi ricordava troppe cose (si riprende, si avvicina alla porta-finestra e apre le tende).

Carla - Com cambiata Elsa!

Meredith - (si volta) Lhai vista?

Carla - S.

Meredith - (toglie il lenzuolo dalla poltrona di destra) io non la vedo da anni.

Carla - ancora molto bella, ma qui diversa: forte, giovane, trionfante. Che bel ritratto!

Meredith - Si, un bel ritratto. (indica la terrazza) stato dipinto l. Ora vado a mettere i lenzuoli (toglie i lenzuoli di mano a Justin) nella stanza qui accanto.

Meredith esce da destra. Carla si alza, apre la porta-finestra ed esce in terrazza. Justin la guarda e poi la segue fin sulla soglia.

Carla - Justin, le sembra unidea insensata la mia? Jeff mi giudica una pazza.

Justin - (fa qualche passo verso il pergolato; guarda il giardino) Non lo ascolti.

Meredith entra da destra e si avvicina alla porta-finestra.

Carla - (siede sulla panchina di pietra) Infatti, non lo ascolto.

Meredith - Vado incontro agli altri (esce dal centro).

Carla - Lei ha capito, vero, che cosa voglio fare?

Justin - S, lei vuole ricreare, con laiuto di chi era presente, gli avvenimenti di sedici anni fa. Ci saranno parole superflue, particolari inutili, (le si avvicina) e soprattutto ricordi discordanti, come avviene sempre quando c pi di un testimone.

Carla - Faremo una scelta.

Justin - (incerto) Non sar facile.

Carla - Tutto avverr di nuovo sotto i miei occhi, vedr mio padre e mia madre (sinterrompe) Doveva essere un uomo affascinante, mio padre.

Justin - probabile.

Carla - Mi sarebbe piaciuto molto.

Justin - (si volta verso il giardino) Piaceva molto alle donne, infatti.

Carla - strano, provo un senso di piet per Elsa. In quel ritratto sembra cos piena di vita e ora, invece, come morta, come se fosse morta insieme a mio padre.

Justin - (Si siede vicino a lei sulla panchina di pietra) Le attribuisce il ruolo di una Giulietta di Shakespeare.

Carla - Lei non la vede cos?

Justin - (sorride) No, io sono dalla parte di Caroline.

Carla - Le fedele. Forse troppo fedele.

Justin - (guarda Carla e dopo una pausa) Ho perso il filo del discorso.

Carla - (si alza in piedi) Allora torniamo alla realt: lei dovr, in ogni testimonianza, cogliere le contraddizioni e le lacune, come si conviene a un acuto e competente uomo di legge.

Justin - Daccordo, far del mio meglio (dalla porta al centro arrivano, fuori scena, le voci degli altri e quella di Meredith che uscito a riceverli) (si alza) Eccoli.

Carla - Gli vado incontro.

Carla rientra dalla terrazza ed esce dalla porta al centro. Le luci si affievoliscono gradatamente e la scena resta al buio. Justin si sposta a sinistra, verso il proscenio. Un riflettore gli illumina la faccia, mentre svolge il suo ruolo di coordinatore.

Justin - Tutti pronti? Vi ricordo che siamo qui per ricostruire, nei limiti del possibile, quel che avvenuto sedici anni fa. Chiederemo a ciascuno, di volta in volta, di raccontare quello che ha fatto, sentito o visto, in modo da ottenere un susseguirsi di immagini quasi ininterrotte. Cominceremo con la conversazione che ha avuto luogo nella veranda tra Caroline Crale e Meredith Blake il pomeriggio del sedici agosto, un giorno prima della tragedia. Sulla terrazza, intanto, Elsa Greer posava per AmyasCrale che le stava facendo il ritratto. Ci sar quindi il racconto di Elsa Greer, poi larrivo di Philip Blake, e cos via. Ascoltiamo ora Meredith Blake.

La luce del riflettore si spegne. Si sente, nel buio, la voce di Meredith.

Meredith - Il pomeriggio del sedici agosto S volevamo prendere il t a casa mia e mi ero fermato ad Alderbury, mentre andavo a Framley Abbott, per sentire se dovevo dare un passaggio a qualcuno, al ritorno. Caroline aveva raccolto delle rose e quando ho aperto la porta della veranda

Si accendono le luci. una calda e luminosa giornata destate. Caroline Crale in piedi, sulla soglia della porta-finestra, rivolta verso la terrazza. Porta dei guanti da giardino e, infilato su un braccio, un cesto pieno di rose. Sulla terrazza, Elsa, seduta sulla panchina di pietra, posa per il ritratto. Indossa una camicetta gialla e dei pantaloni corti neri. AmyasCrale seduto su uno sgabello al centro, rivolto verso sinistra, di fronte al cavalletto. Accanto al cavalletto, in terra, c la cassetta dei colori. Amyas un belluomo, indossa una vecchia camicia ampia, pantaloni comodi, macchiati di pittura. Sulla terrazza, a sinistra, c un carrello con bottiglie e bicchieri. Una bottiglia di birra in un cestello col ghiaccio. Nella veranda, dove ora il ritratto, appeso un paesaggio. Meredith entra dal centro.

Meredith - Caroline!

Caroline - (si volta_ Oh, Merry! (Appoggia il cesto sul tavolino davanti al divano, si toglie i guanti da giardino e li mette nel cesto).

Meredith - (richiude la porta) come va il ritratto? (Si avvicina alla porta-finestra e guarda verso la terrazza) La posa molto bella. (Va a prendere una rosa dal cesto) Che cosa abbiamo qui, una EnaHarkness? (Aspira il profumo della rosa) Che meraviglia!

Caroline - Meredith, credi che Elsa sia molto importante per Amyas?

Meredith - No, tu lo conosci meglio di me, quel che gli preme il ritratto.

Caroline - (va a sedersi sulla poltrona a destra del divano) Stavolta ho paura Merry. Siamo sposati da sei anni, io ne ho quasi trenta e fisicamente non valgo neanche la met di Elsa.

Meredith - (rimette la rosa nel cesto e si avvicina a Caroline) Non dire assurdit Caroline! Amyas ti vuole bene e te ne vorr sempre.

Caroline - Non si sa mai!

Meredith - (chinandosi su di lei) Anchio ti voglio molto bene, Caroline.

Caroline - (affettuosamente) Caro Merry! (gli accarezza una guancia) Come sei buono! (Una pausa) Le spaccherei la testa a quella ragazza! Non sopporto linsolenza con cui si appropriata di mio marito.

Meredith - Forse non sa neppure quello che fa. Ha una grande ammirazione per Amyas e non capisce altro.

Caroline - Oh Meredith, proprio vero che esistono gli ingenui!

Meredith - Perch dici cos?

Caroline - (si alza) Tu vivi in un mondo celestiale, Merry, dove tutti somigliano a te. (Guarda le rose. Allegramente) La mia Christo Galli questanno pi bella del solito. (esce in terrazza). (Meredith segue Caroline in terrazza) Vieni a vederla prima di andare a Framley Abbott. (va fino in fondo al pergolato).

Meredith - Perch non sai che cos la mia Grandiflora. (la segue) Uno splendore! (Caroline, con un dito sulle labbra, gli raccomanda di parlare pi sottovoce) Che cosa c? (si volta a guardare di sotto il pergolato Elsa e Amyas) Oh, non disturbiamo chi lavora.

Caroline e Meredith escono in giardino.

Elsa (stiracchiandosi) Ho bisogno di un intervallo.

Amyas No, aspetta devo ancora E va bene, se proprio non ce la fai(Elsa di alza) (prende una sigaretta da un pacchetto che tiene nella cassetta dei colori) Possibile che non resisti pi di cinte minuti?

Elsa - Cinque minuti? Mezzora! E poi devo andare a cambiarmi.

Amyas - A cambiarti? Perch?

Elsa - Prendiamo il t da Meredith. Non ti ricordi?

Amyas - Che noia! Bisogna sempre andare da qualche parte.

Elsa - (si chiude su di lui e gli mette le braccia intorno al collo) Come sei socievole!

Amyas - (la guarda) Mi piace la vita semplice (come se citasse una frase nota a entrambi) un tubetto di colore e un pennello, accanto a te che ti rifiuti di star ferma cinque secondi.

Ridono tutti e due. Elsa prende la sigaretta di Amyas.

Elsa (aspira una boccata di fumo) Hai pensato a quello che ti ho detto?

Amyas - Che cosa mi hai detto? Non me lo ricordo!

Elsa - Ti ho detto di parlare di noi a Caroline.

Amyas - (con leggerezza) Oh, io se fossi in te non me ne preoccuperei, per il momento.

Elsa - Ma, Amyas

Caroline entra dal giardino.

Caroline - Merry andato a Framley Abbott, ma torna tra poco. (Passa davanti alla panchina di pietra e si avvia verso la porta-finestra) Vado a cambiarmi.

Amyas - (senza guardarla) Ma stai gi bene cos.

Caroline - Devo rendere presentabili le mie mani. Ho lavorato in giardino e sono troppo malridotte. Forse anche Elsa andr a cambiarsi, vero Elsa?

Elsa restituisce la sigaretta ad Amyas.

Elsa - (con accento insolente) Eh gi. (va verso la porta-finestra)

Philip entra dal centro.

Caroline - (gli va incontro) Philip! Una volta tanto il treno arrivato in orario! (Elsa entra nella veranda). Questo il fratello di Meredith, Philip La Sig.na Greer.

Elsa - Buongiorno. Vado a cambiarmi. (esce dal centro)

Caroline - Hai fatto buon viaggio, Philip? (gli d un bacio).

Philip - S, grazie, e voi come state?

Caroline - Oh, bene. (indica la terrazza) Amyas fuori, io devo andare a ripulirmi un po. Scusami, sono appena rientrata dal giardino. Andiamo a prendere il t da Merry.

Caroline sorride ed esce dal centro. Philip chiude la porta, poi esce in terrazza e si ferma di fronte alla panchina.

Amyas - (alza gli occhi e sorride) Come va, Phil? Sono contento di vederti. Che giornate, eh? Erano anni che non avevamo unestate cos.

Philip - (si avvicina) Posso guardare?

Amyas - S, sto dando lultimo ritocco.

Philip - (osserva il quadro) Bello, bellissimo.

Amyas - (spegne la sigaretta) Ti piace? Ma tu non sei un buon giudice, vecchio filisteo!

Philip - Anchio, quando mi capita, compro qualche quadro.

Amyas - S, ma per una questione di prestigio, perch ti dicano: Che bel quadro, signor Blake, lei un vero intenditore! Comunque questo no in vendita.

Philip - Peccato, bello ed bella anche la ragazza!

Amyas - (guarda il ritratto) S, Elsa molto bella. (improvvisamente serio) Forse sarebbe stato meglio non averla mais conosciuta.

Philip - (prende una sigaretta dal pacchetto che ha in tasca) Ti ricordi che cosa mi hai detto quando hai cominciato a farle il ritratto? Non lei che mi interessa. E io ti ho risposto (ride) Raccontalo a qualcun altro!.

Amyas - Gi, raccontalo a qualcun altro, non avevi torto, gatto di marmo. (si alza s avvicina al carrello, prende la bottiglia della birra e la apre) Perch non ti innamori mai? (versa la birra in un bicchiere).

Philip - Perch non ho tempo. (accende una sigaretta) Ma tu Amyas, ti innamori troppo.

Amyas - Non riesco a farne a meno. (ride allimprovviso).

Philip - E Caroline come lha presa, stavolta?

Amyas - Tu che ne pensi? (prende il bicchiere e si siede sulla panchina) Meno male che sei venuto, Phil. Vivere qui con quattro donne un manicomio.

Philip - Perch quattro?

Amyas - C Caroline che detesta Elsa e lo nasconde con buona educazione; Elsa che la detesta senza nasconderlo (Philip siede sullo sgabello davanti al cavalletto) Angela che mi odia da quando ho convinto Caroline a mandarla in collegio. una decisione che dovevamo prendere gi qualche anno fa. Angela una ragazzetta intelligente e simpatica, ma Caroline la vizia e lei ne approfitta. La settimana scorsa mi ha messo un porcospino nel letto. (Philip ride). Ridi, ridi, ma dovresti provare che vuol dire infilare i piedi in un groviglio di aculei. Ultima, ma forse dovrei metterla per prima, viene la governante, che mi guarda come fossi un serpente. Sta seduta a tavola, con le labbra strette, stilando disapprovazione da tutti i pori.

Sig.na Williams - (fuori scena; in giardino) Corri a cambiarti Angela!

Angela - (fuori scena) No, vado cos!

Philip - Caro Amyas, sei in minoranza!

Sig.na Williams - Non puoi presentarti a prender il t dal signor Blake in blue jeans.

Amyas - (Mai disperare. (beve).

Angela entra dal giardino.

Angela - (entrando) A Merry non interessa come sono vestita. (si avvicina a Philip, lo tira per le braccia e lo fa alzare in piedi) Bene arrivato!

La Sig.na Williams entra dal giardino, passa davanti alla panchina e va verso la porta-finestra.

Sig.na Williams - Buongiorno, Sig.re Blake, ha fatto buon viaggio?

Philip - S, grazie!

La Sig.na Williams entra nella veranda, vede il cesto sul tavolino, lo prende, torna in terrazza ed esce in giardino.

Angela - (ad Amyas) Ti sei pitturato anche un orecchio.

Amyas - (si strofina laltro orecchio con la mano sporca di colore) Eh?

Angela - (felice) Adesso te li sei sporcati tutti e due. Che ne dici, Philip, non pu andare a prendere il t da Meredith ridotto come un pagliaccio!

Amyas - Invece ci andr, proprio come un pagliaccio.

Angela - (standogli alle spalle, gli mette le braccia intorno al collo, canzonandolo) Amyas il pagliaccio, Amyas il pagliaccio!

Amyas - (cantando) Amyas il pagliaccio, il pagliaccio Amyas!

La Sig.na Williams entra dal giardino e va verso la porta-finestra.

Sig.na Williams Andiamo Angela!

Angela - (scavalca la panchina e corre verso il cavalletto) Che quadro cretino! (in tono vendicativo) Adesso ci scrivo in rosso, cos, per traverso, Amyas il pagliaccio, (prende un pennello e lo passa sulla tavolozza).

Amyas si alza in fretta, posa il bicchiere sulla panchina, verso il proscenio, e afferra Angela per un braccio prima che abbia il tempo di rovinare il quadro.

Amyas - Tocca un mio quadro, Angela (in tono serio) e tammazzo. Ricordatelo. (pulisce il pennello con uno straccio).

Angela - Sei identico a Caroline. Anche lei dice sempre a tutti: Tammazzo! e non ammazza mai nessuno, neanche una vespa. (imbronciata) Non vedo lora che finisci quel ritratto cos quella se ne va.

Philip - Non ti simpatica Elsa?

Angela - Simpatica? insopportabile. Non riesco a capire perch Amyas lha fatta venire qui. (Philip e Amyas si scambiano uno sguardo. Amyas si avvicina ad Angela). Speriamo almeno che te lo paghi un bel podi soldi quel ritratto, eh Amyas?

Amyas - (mette un braccio intorno alle spalle di Angela e la guida verso la porta-finestra). Vai a far le valigie, Angela. Il treno parte domani alle quattro e mezzo. Buon viaggio. (scherzosamente le d uno spintone).

Angela colpisce Amyas alla schiena mentre sta tornando in terrazza. Amyas cade a sedere sulla panchina. Angela gli tira una scarica di pugni sul petto.

Angela - Ti odio, ti odio! Sei tu che hai detto a Caroline di mandarmi in collegio!

Philip - Attenta che rovesci la birra! (si alza, prende il bicchiere e lo rimette sul carrello).

Angela - Mi vuoi cacciare via, ma io te la far pagare, vedrai!

Sig.na Williams - (con autorit) Angela! Angela, vieni subito!

Angela - (con lacrime agli occhi) Vengo, Vengo! (corre nella veranda)

La Sig.na Williams la segue. Else entra dal centro. Si messa un vestito elegante e sta particolarmente bene. Angela le rivolge uno sguardo duro ed esce di corsa dal centro. La Sig.na Williams esce dietro di lei e chiude la porta.

Amyas - Philip, perch non mi hai difeso? stata una lotta impari, non ce la faccio pi, vedo tutto nero!

Philip - (appoggiato al davanzale del pergolato, verso il proscenio) Nero? Ma se hai addosso tutti i colori dellarcobaleno! (Elsa entra in terrazza e si avvicina al cavalletto.) Ti sei sporcato di colore fino (si interrompe vedendo Elsa).

Amyas - Elsa, che bel vestito! Vuoi annientare il povero Merry.

Philip - (seccamente) Ho ammirato il suo ritratto. (si avvicina al cavalletto e guarda il quadro).

Elsa - Non vedo lora che sia finito. Odio star ferma con Amyas che brontola, sbuffa e mordicchia i pennelli senza neanche ascoltare quel che gli dico.

Amyas - (allegramente) Bisognerebbe tagliare la lingua alle modelle. (Elsa va a sedersi accanto ad Amyas sulla panchina) (La guarda con ammirazione) Non puoi attraversare i prati per andare a casa di Merry con quelle scarpette.

Elsa - (agita un piede con aria innocente) Non devo attraversare i prati, Merry passa a prendermi in automobile.

Amyas - Vedo che ti vengono concessi trattamenti di favore. Che strega! Hai scosso perfino la pigrizia di Meredith! Dimmi subito come hai fatto!

Elsa - Ti giuro che non lo so.

Amyas ed Elsa si guardano sorridendo. Philip va verso la porta-finestra.

Philip - Vado a rimettermi in ordine prima di questo famoso t.

Amyas - (non lo ascolta. A Elsa) Lo sai benissimo! (Sta per baciare Elsa su un orecchio, si accorge che Philip non uscito e si volta) Come?

Philip - (tranquillo) Vado a lavarmi le mani.

Philip entra nella veranda ed esce dal centro, chiudendosi la porta alle spalle.

Amyas - (ridendo) sempre simpatico Philip.

Elsa - (si alza e si avvicina al cavalletto) Gli vuoi bene vero?

Amyas - Lo conosco da quando eravamo bambini.

Elsa - (guarda il ritratto) non mi assomiglia neanche un po.

Amyas - Rinuncia alla critica darte Elsa, hai altre qualit.

Elsa - (compiaciuta) Come sei maleducato. Vieni al t di Meredith con tutta la faccia sporca di pittura?

Amyas prende uno straccio dalla cassetta dei colori e si avvicina a lei.

Amyas - Ecco, puliscimi un po. (Elsa prende lo straccio e gli strofina il viso) Non mettermi lacqua ragia negli occhi.

Elsa - Allora sta fermo. (Gli stringe le braccia intorno alla vita) Chi ami pi di tutti al mondo?

Amyas - (senza muoversi, tranquillamente) Guarda che le finestre della camera di Caroline sono da questa parte e anche quelle di Angela.

Elsa - Voglio parlarti di Caroline.

Amyas - (prende lo straccio e si siede sulla panchina) Ora no, non sono nello stato danimo adatto.

Elsa - inutile rimandare, dovr pure saperlo un giorno o laltro.

Amyas - (con mezzo sorriso) Perch non ricorriamo al vecchio sistema vittoriano della lettera sul puntaspilli?

Elsa - (si mette tra Amyas e il cavalletto) Lo so che ti piacerebbe, invece dobbiamo essere chiari e dirle tutto.

Amyas - DallA alla Zeta.

Elsa - Non scherzare!

Amyas - Ti prego Elsa, non sopporto la confusione, i pianti e le scenate. Scusa, spostati un momento (con gentilezza la spinge a lato del cavalletto).

Elsa -(si sposta) Quali scenate? Quali pianti? Caroline avr pure un po dorgoglio. (fa una mezza giravolta su se stessa).

Amyas - (guarda il ritratto, assorto) Non la conosci.

Elsa - Quando un matrimonio fallito non resta che guardare in faccia con fermezza alla realt.

Amyas - Brava, sembri un giornaletto per signore. Caroline mi ama e far scoppiare un pandemonio.

Elsa - Se ti amasse davvero vorrebbe vederti felice.

Amyas - (ridendo) Felice con unaltra? No, ti avvelener e mi metter un coltello nella schiena!

Elsa - Che ridere!

Amyas - (si pulisce le mani con lo straccio, guardando di nuovo il ritratto) E va bene, per aspettiamo domani mattina. (butta in terra lo straccio, si alza, si avvicina a Elsa e le prende la faccia tra le mani) Quante sciocchezze dici, Elsa (la bacia).

Angela entra nella veranda dalla porta di centro, corre in terrazza ed esce in fondo a sinistra. Elsa e Amyas si sciolgono bruscamente dallabbraccio. La Sig.na Williams entra nella veranda dal centro, esce in terrazza e si affaccia in giardino dal fondo, a sinistra.

Sig.na Williams - (chiamando) Angela!

Amyas - (avvicinandosi) andata da quella parte. Vuole che vada a prenderla?

Sig.na Williams - Non importa, torner da sola quando vedr che nessuno si occupa di lei.

Elsa entra nella veranda, prende una rivista dal divano e si siede sulla poltrona a destra.

Amyas - Anche questo non mi pare giusto.

Sig.na Williams - let. Si fa fatica a crescere e Angela sta attraversando un periodo spinoso.

Amyas - Non mi parli di spine, mi ricordano quella bestiolina che ho trovato nel mio letto.

Sig.na Williams - Lo so, Angela ha fatto malissimo.

Amyas - (si avvicina alla porta-finestra) A volte mi chiedo che cosa si potrebbe fare per insegnarle a comportarsi come si deve.

Sig.na Williams - (lo guarda) Io vedo le cose in prospettiva. Angela diventer una donna intelligente, colta e anche molto beneducata.

Amyas - S, ma Caroline la vizia troppo. (entra nella veranda).

La Sig.na Williams si avvicina alla porta-finestra e si ferma ad ascoltare.

Elsa - (in un bisbiglio) Ci ha visti?

Amyas - Chi sa? Ho paura di avere in faccia anche un po di rossetto oltre alla pittura. (d unocchiata a sinistra ed esce rapidamente dal centro. La Sig.na Williams entra nella veranda e si avvicina al divano incerta di andarsene o no, infine decide di restare.

Sig.na Williams - (a Elsa) Lei non mai stata a casa del signor Blake?

Elsa - (con indifferenza) No.

Sig.na Williams - Ci si pu arrivare sia lungo la riva del mare che attraverso il bosco. sempre una bella passeggiata.

Caroline e Philip entrano dal centro. Caroline si guarda attorno, poi si affaccia alla porta-finestra. Philip chiude la porta e guarda la scultura di legno sul tavolo, a sinistra della porta.

Caroline - Siamo tutti pronti, Amyas andato a lavarsi, era tutto sporco di pittura.

Elsa - Non ce nera bisogno, un artista pu fare tutto quello che vuole.

Caroline - (mostra di aver sentito e si avvicina alla poltrona a sinistra; a Philip) Hai gi visto lo stagno delle ninfee, nel giardino di Meredith?

Philip - Non ancora.

Elsa - In campagna non si parla daltro che di giardini.

Una pausa. Caroline prende gli occhiali dalla borsetta e se li mette. Philip guarda Elsa e poi di nuovo la scultura di legno.

Caroline - (alla sig.na Williams) Ha telefonato al veterinario per Toby?

Sig.na Williams - S signora. Verr domani mattina presto.

Caroline - (a Philip) Ti piace quella testa, Philip? Lha comprata Amyas un mese fa.

Philip - S, molto bella.

Caroline - (cerca una sigaretta nella borsa) di uno scultore norvegese. Amyas dice che bravissimo. Forse lanno prossimo andremo in Norvegia a conoscerlo.

Elsa - Non mi sembra probabile.

Caroline - Davvero, Elsa? Perch?

Elsa - Il perch chiaro.

Caroline - Mah mistero. Sig.na Williams, le dispiaci darmi il mio portasigarette su quel tavolino.(la Sig.na Williams si avvicina al tavolo che a sinistra della porta di centro, prende il portasigarette, lo apre e lo porge a Caroline. Philip intanto si tolto di tasca un pacchetto di sigarette per offrirlo a Caroline) (Caroline prende una delle sue sigarette che le offre la Sig.na Williams) Grazie, Phillip, preferisco queste.

La Sig.na Williams rimette il portasigarette sul tavolo. Philip accende la sigaretta di Caroline e poi ne accende una per s, delle proprie.

Elsa - (si alza) Questa stanza sarebbe bella se fosse bene arredata, senza tanto vecchiume in giro.

Una pausa, Philip guarda Elsa.

Caroline - A noi piace cos, piena di ricordi.

Elsa - (a voce alta in tono aggressivo) Quando ci vivr io butter via tutto. (Philip si avvicina a Elsa e le offre una sigaretta) No, grazie! Tende colo fiamma e tappezzeria francese. (A Philip) Non sarebbe fantastico?

Caroline - (con calma) Ha intenzione di compra questa casa Elsa?

Elsa - Non avr bisogno di comprarla.

Caroline - Non capisco.

Elsa - Perch continuare a fingere? Caroline, lei sa perfettamente che cosa voglio dire.

Caroline - No, non lo so, glielo assicuro.

Elsa - (in tono aggressivo) Ma non si rende conto che sua presenza qui un controsenso? (getta la rivista sulla poltrona e fa qualche passo verso destra) Io e Amyas ci amiamo e la casa sua. (Angela arriva di corsa dal giardino e si firma ad ascoltare sulla soglia della porta-finestra. Philip e la Sig.na Williams tacciono, imbarazzati) Quando saremo sposati, vivr qui, insieme a lui.

Caroline - Lei devessere impazzita.

Elsa - Oh no, non sono pazza. (si mette a sedere sul divano) Guardiamoci in faccia onestamente e sar tutto pi semplice. A lei resta una sola cosa da fare, lasciar libero suo marito.

Caroline - Che assurdit!

Elsa - Non c niente di assurdo. Lo chieda a lui.

Amyas entra dal centro. Angela, non vista, torna in giardino.

Caroline - Glielo chiedo subito: Amyas, Elsa dice che la vuoi sposare, vero?

Amyas - (dopo una breve pausa: a Elsa) Non sei riuscita a tener la bocca chiusa.

Caroline - Rispondimi.

Amyas - (Amyas lascia la porta aperta, toglie la rivista dalla poltrona a destra del divano e si siede) Non necessario parlarne adesso. (sfoglia la rivista).

Caroline - Invece s!

Elsa - Caroline ha il diritto di sapere la verit.

Caroline - (gelida) Lasci pur stare i miei diritti (si alza e si avvicina ad Amyas) Amyas, vero?

Amyas - (Amyas, come se si sentisse accerchiato, guarda ora Elsa ora Caroline) (a Philip) Ah, le donne!

Caroline - (esasperata) vero?

Amyas - (in tono di sfida) E va bene, pi o meno vero. (Elsa si alza in piedi trionfante) Ma adesso non ne voglio pi parlare.

Elsa - Hai visto? A che serve quellaria da cane bastonato? Sono cose che capitano, bisogna rassegnarsi. Io spero che lei rester sempre una buona amica per Amyas.

Caroline - (si volta; sulla soglia) Significa che lo uccider prima di lasciarglielo.

Caroline esce dal centro. Si stabilisce un silenzio gelido. La Sig.na Williams vede la borsetta di Caroline sulla poltrona a sinistra, la prende ed esce frettolosamente dal centro.

Amyas - (si alza e si avvicina alla porta-finestra) Sei contenta adesso? Avremo scenate , schiamazzi e Dio sa che altro.

Elsa - (alzandosi) Bisognava pur dirglielo, una volta o laltra.

Amyas - (este in terrazza) Ma si poteva aspettare che avessi finito il quadro. (Elsa si avvicina alla porta-finestra) (Amyas in piedi dietro la panchina) Non posso dipingere con uno sciame di donne che mi ronzano intorno come vespe.

Elsa - Per te limportante solo dipingere.

Amyas - (gridando) S, non chiedo altro!

Elsa - Prima la verit, e poi il resto (incollerita esce dal centro)

Amyas - (rientra nella veranda) Dammi una sigaretta Phil! (Philip gli offre il portasigarette) Le donne sono tutte uguali, si divertono a far scenate. Anche Elsa, non poteva tacere? Devo finire quel quadro, Phil, forse il mio lavoro migliore e due donne ammattite me lo stanno facendo a pezzi. (si accende la sigaretta).

Philip - E se Caroline non volesse divorziare?

Amyas - (distrattamente) Come, scusa?

Philip - Se Caroline puntasse i piedi e non ti lasciasse sposare Elsa?

Amyas - Ma no, Caroline troppo intelligente, (getta il fiammifero spento in terrazza) tu non la conosci.

Philip - Dovete anche pensare alla bambina.

Amyas - Smettila di brontolare Philip. Tu parli per affetto, e va bene, ma io so badare a me stesso. Vedrai che alla fine tutto si risolver nel migliore dei modi.

Philip - Sei ottimista.

Meredith - (entra dal centro e si chiude la porta alle spalle) (allegramene) Ben arrivato Phil! Come si stava a Londra? (Ad Amyas) Ti ricordi del t a casa mia? Sono passato di qui perch forse con questo caldo, Elsa e Caroline preferiscono venire in automobile.

Amyas - (si alza in piedi) O Elsa, o Caroline, se Caroline verr in automobile Elsa andr a piedi e viceversa. A te la scelta. (esce in terrazza, si siede sullo sgabello e riprende a dipingere).

Meredith - (sbalordito) Che cosa gli succede?

Philip - scoppiata la bufera.

Meredith - Quale bufera?

Philip - Elsa ha detto a Caroline che lei e Amyas vogliono sposarsi. (con un tono di voce vagamente ipocrita) Povera Caroline!

Meredith - No! Stai scherzando! (Philip si stringe nelle spalle, si avvicina alla poltrona a destra del divano, prende la rivista, si siede e si mette a leggere) (Philip esce in terrazza) Amyas, tu e no, non pu essere vero.

Amyas - Che cosa non pu essere vero?

Meredith - Che tu e Elsa Che Caroline.

Amyas - (pulisce il pennello) Oh, anche tu, adesso!

Meredith - Amyas, non puoi per uninfatuazione passeggera rovinare il tuo matrimonio. Elsa bella, bellissima, lo so anchio

Amyas (ridendo)Te ne sei accorto, eh?

Meredith - (molto preoccupato, si avvicina ad Amyas) Non scherzare. Capisco che per una ragazza come Elsa si possa perdere la testa, ma pensa anche a lei: molto giovane e un giorno potrebbe pentirsi di una decisione cos grave. Cerca di ragionare. Hai una bambina! Interrompi questa relazione subito, oggi, senza aspettare domani, e torna da tua moglie. (Amyas lo guarda pensosamente) (Meredith si avvicina alla panchina, poi si volta) Credimi, non c altro da fare!

Amyas - (dopo una pausa, tranquillamente) Sei molto buono Merry, ma troppo sentimentale.

Meredith - Hai messo Caroline in una posizione molto ingrata, portando qui quella ragazza.

Amyas - Volevo farle il ritratto.

Meredith - (nervosamente) Accidenti anche al ritratto.

Amyas - Un mio ritratto conta pi dei capricci di tutte le donne del mondo.

Meredith - (siede sulla panchina) Sei sempre stato ingiusto con Caroline. Lhai resa infelice.

Amyas - Lo so, lo so, io le ho reso la vita impossibile e lei stata una santa. (si alza) Ma lo sapeva bene a che cosa andava incontro. Glielho detto fin dal principio che ero egocentrico e senza morale. Stavolta, per, tutto sembra pi difficile.

Meredith - Stavolta le hai imposta la presenza di unaltra donna.

Amyas - (si avvicina al carrello) Quello che non capisci, Meredith, che a me interessano solo i miei quadri e non due donnette gelose che si divertono a litigare. (si volta verso il carrello e prende il bicchiere della birra). (Angela entra in terrazza dalla porta a sinistra e si avvicina lentamente al cavalletto. Ha un vestitino di cotone, pulita e in ordine). Non preoccuparti, Merry, tutto andr bene vedrai. (beve un sorso di birra) Ma calda! (si volta e vede Angela) Oh, Angela ti sei tutta ripulita!

Angela - (distrattamente) S. (si avvicina ad Amyas) Amyas, perch Elsa dice che ti vuole sposare? Non pu, se no diventi bigamo. (con aria complice) Sta attento che si va in prigione.

Amyas - (guarda Meredith, posa il bicchiere sul carrello, mette un braccio intorno alle spalle di Angela e si allontana con lei verso destra) Angela, dove hai sentito questa storia?

Angela - Ero qua fuori, vicino alla finestra.

Amyas - (siede sullo sgabello di fronte al cavalletto) Allora vuol dire che devi perdere labitudine di origliare.

Elsa entra dal centro e mette i guanti e la borsetta sul tavolo a sinistra della porta.

Angela - (offesa) Io non ho origliato, ero l e non potevo fare a meno di sentire. Perch Elsa ha detto cos?

Amyas - Non pensarci, Angela, era una specie di scherzo.

Caroline - (Caroline entra dalla porta a sinistra) Chi vuole andare a piedi meglio che sincammini.

Meredith - (si alza) Ti accompagno in automobile.

Caroline - Grazie, Merry, preferisco fare due passi. (Elsa esce in terrazza dalla porta-finestra) Porta Elsa con te. (si avvicina ad Amyas).

Elsa - (Ad Angela) Cos va meglio. Anche in collegio non potrai stare sempre in pantaloni.

Angela - In collegio! Perch non cambi idea, Caroline?

Meredith - (a Elsa) Ho un piccolo laboratorio dove preparo squisite e benefiche pozioni.

Elsa - Che meraviglia! Me lo fa vedere?

Caroline da unocchiata a Elsa mentre raddrizza la coda di cavallo di Angela.

Meredith - Stia attenta che non le faccia una conferenza: pericoloso incoraggiarmi a parlare di questo argomento.

Elsa - vero che ci sono erbe che vanno raccolte al chiarore della luna?

Caroline - (ad Angela) Vedrai che ti piacer il collegio.

Meredith - (a Elsa) una vecchia superstizione.

Elsa - Lei non ci crede?

Meredith - No.

Elsa - Le erbe che coltiva lei sono velenose?

Meredith - Alcune s.

Caroline - (voltandosi) Una morte fulminea contenuta in un flaconcino. Belladonna, cicuta

Angela corre accanto a Elsa e Meredith e mette le braccia attorno alla vita di Meredith.

Angela - Una volta ci hai letto come morto Socrate vero?

Meredith - S, con la conina, il principio attivo della cicuta.

Angela - Fantastico! Mi hai fatto venir voglia di studiare il greco.

Tutti ridono. Amyas si alza e prende la cassetta dei colori.

Amyas - Abbiamo chiacchierato abbastanza. ora di andare. (va verso la porta a sinistra). Dov Phil? (guarda verso la porta-finestra e chiama) Phil!

Philip - Arrivo!

Amyas esce dalla porta a sinistra. Phil si alza e mette la rivista sul tavolino davanti al divano. Elsa va in salotto a prendere la borsetta e i guanti.

Angela - ( si avvicina a Caroline) Caroline (in un ansioso bisbiglio) Elsa non potrebbe in nessun caso sposare Amyas?

Caroline - (risponde con calma. Solo Meredith la sente). Lo sposer solo quando io sar morta.

Angela - Allora era proprio uno scherzo.

Angela si allontana correndo.

Meredith - (si avvicina a Caroline) Caroline, io non so come dirti

Caroline - Non dirmi niente. la fine di tutto Per me la fine di tutto.

Philip - (esce in terrazza) Elsa ti aspetta Meredith.

Meredith (leggermente imbarazzato) Oh!

Meredith esce con Elsa dal centro. La Sig.na Williams entra dal centro e si volta a guardare Elsa e Meredith. Resta ferma in piedi, incerta, poi si avvicina alla porta-finestra e ascolta le ultime battute della conversazione tra Philip e Caroline.

Caroline - (a Philip, con vivacit) Prendiamo il sentiero nel bosco, vuoi?

Philip - (si avvicina a Caroline) Caroline posso dirti che mi dispiace?

Caroline - No, non puoi!

Philip - Forse ora ti sarai resa conto che hai fatto uno sbaglio.

Caroline - Quando lho sposato?

Philip - S.

Caroline - (guarda Philip negli occhi) Qualunque cosa succeda, non ho fatto uno sbaglio. (riprende un atteggiamento meno grave) Adesso andiamo, Phil!

Caroline esce da sinistra. Philip la segue. La Sig.na Williams esce in terrazza.

Sig.na Williams - (chiamando) Signora Crale! (si avvicina alla panchina) Signora Crale!

Caroline - (rientra dalla sinistra) S Signorina!

Sig.na Williams - Vado in paese, vuole che imbuchi le lettere che sono sulla scrivania?

Caroline - S, grazie. Dobbiamo comportarci come se non fosse successo niente, signorina. Tutto deve andare avanti come il solito.

Sig.na Williams - (con calore) Lei molto brava.

Caroline - Oh no, non sono brava, cara Sig.na Williams, ma una consolazione averla qui con me.

Caroline esce in fretta, da sinistra, la Sig.na Williams la segue con gli occhi, poi vede il bicchiere e la bottiglia della birra, vuoti, sul carrello. Prende la bottiglia, la guarda e guarda la porta dalla quale uscita Caroline. Mette la bottiglia nel cestello del ghiaccio, prende il cestello e il bicchiere e si avvia verso la porta-finestra mentre, a poco a poco, si spengono le luci. Un riflettore illumina Justin, a sinistra, verso il proscenio.

Justin - la mattina dopo. La mattina del diciassette. Sig.na Williams?

Il riflettore si spegne e, nel buio, se sente la voce della Sig.na Williams.

Sig.na Williams - Stavo controllando con la signora Crale lelenco di quello che Angela doveva portare in collegio. La signora aveva un aspetto sofferente, ma cercava di controllarsi. suonato il telefono, e io sono andata nella veranda a rispondere. (Si accendono le luci. Sul carrello c un bicchiere pulito e una bottiglia di birra ancora piena che per non nel cestello del ghiaccio. Philip, seduto sulla panchina in terrazza, legge un giornale della domenica. Suona il telefono. La Sig.na Williams entra dal centro e va a rispondere. Ha in mano il foglietto con lelenco di quello che Angela deve portare in collegio. Caroline la segue, con gli occhiali in mano. Guarda verso il telefono poi, affaticata, va a sedersi sulla poltrona a destra del divano.) (al telefono) S? Oh, buongiorno signor Blake S, qui. (guarda Philip attraverso la porta-finestra e lo chiama) Signor Blake, suo fratello vorrebbe parlarle.

Philip - (si alza, ripiega il giornale, se lo mette sotto il braccio, entra nella veranda e prende il ricevitore) (al telefono) S Meredith, sono io.

Sig.na Williams - (a Caroline) Mi pare di aver scritto tutto. Le dispiace dare ancora unocchiata?

Caroline - (prende lelenco) Vediamo. (si mette gli occhiali e legge lelenco)

Philip - (al telefono) Come? Che cosa dici? Dio mio, sei sicuro? (guarda Caroline e la Sig.na Williams) Ora non posso parlare S, aspetta no, ti vengo incontro e vedremo insieme che cosa si pu fare.

Caroline - (alla Sig.na Williams) E questi?

Sig.na Williams - Erano facoltativi.

Philip - (al telefono) No, ora non posso difficile Sei sicuro? S, ma tu sei distratto. Forse lavevi messa da qualche altra parte Va bene, se sei proprio sicuro S, subito! (riattacca il ricevitore: guarda preoccupato Caroline e la Sig.na Williams, esce in terrazza e cammina avanti e indietro).

Caroline - (d lelenco alla Sig.na Williams) Spero di non aver preso una decisione sbagliata per Angela. (si toglie gli occhiali)

Sig.na Williams - No, signora, pu star tranquilla.

Caroline - Vorrei che avesse sempre il meglio che si pu desiderare. inutile che le spieghi il perch.

Sig.na Williams - Signora, lei non ha niente da rimproverarsi.

Caroline - (scuote la testa) Per colpa mia avr sempre quella cicatrice sul viso.

Philip, dal pergolato, guardo verso sinistra.

Sig.na Williams - Non si pu cambiare il passato.

Philip, dal pergolato, esce in giardino.

Caroline - No, ma il passato ci insegna a conoscere noi stessi. A me ha insegnato che sono cattiva e devo diffidare della mia natura. Ma qualche volta temo di essere stata troppo debole con Angela, di averla viziata.

Sig.na Williams - Il collegio le far bene. Ha bisogno di cambiare ambiente, di stare con delle ragazze della sua et. (si alza) Lei, signora, ha preso la decisione giusta, ne sono sicura. (in tono pi pratico) Vado ad aiutarla a fare la valigia; non so se vuole portare con s anche i suoi libri preferiti.

La Sig.na Williams esce dal centro e si richiude la porta alle spalle. Caroline, stanca, si lascia sprofondare nella poltrona. Philip entra dal giardino e si ferma in terrazza. Amyas entra dalla porta a sinistra. Ha in mano la cassetta dei colori.

Amyas - (a Philip; nervosamente) Dov Elsa? Perch non si decide mai ad alzarsi? (Philip guarda verso il giardino e non risponde) (Amyas si siede sullo sgabello davanti al cavalletto, posa a terra la cassetta dei colori e si prepara a dipingere) Tu non lhai vista Phil? Ma che cosa fai, l? Non ti hanno dato niente per colazione?

Philip - (voltandosi) Eh? Ah s, certo! Sto aspettando Merry. (guarda lorologio) Non so da che parte arrivi, se dal bosco o dalla spiaggia. Mi sono dimenticato di chiederglielo. Volevo andargli incontro.

Amyas - Dalla spiaggia si fa pi presto. (si alza ed entra nella veranda) Ma dov andata quella benedetta ragazza? (a Caroline) Hai visto Elsa? (va verso la porta al centro)

Caroline - Non si ancora alzata, almeno credo (Amyas sta per aprire la porta) vieni qui, voglio parlarti.

Amyas - (apre la porta) Non adesso.

Caroline - (con fermezza) S, adesso!

Amyas, a malincuore, richiude la porta. Philip si avvicina alla panchina di pietra. Elsa entra da sinistra in pantaloni corti e camicetta.

Philip - (a Elsa) in ritardo stamattina, ma sembra padrona del mondo.

Elsa - (raggiante) cos che mi sento, infatti!

Philip esce di nuovo in giardino. Elsa si siede sulla panchina di pietra e, rivolta verso la pergola, prende il sole.

Amyas - Caroline, avrei preferito non parlarne, ma Elsa non riuscita a star zitta, anche se glielo avevo raccomandato.

Caroline - Vuoi evitare le scenate prima di aver finito il quadro, vero?

Amyas - Grazie a Dio tu le cose le capisci.

Caroline - Io ti conosco!

Elsa si volta in modo da guardare verso la veranda. Dopo un momento se sente che le voci si alzano e va ad ascoltare, vicino alla porta-finestra.

Amyas - Lo so. (si china su Caroline e le d un bacio)

Caroline si ritrae, si alza e si allontana di qualche passo.

Caroline - S, io le cose le capisco, ma non pensare che le accetti. Vuoi davvero sposare Elsa?

Amyas - (si avvicina) Cara, io sono molto legato a te e alla bambina. Lo sar sempre. (in tono quasi brutale) Ma sposer Elsa e nessuno potr impedirmelo.

Caroline - Vedremo!

Amyas - Se non vorrai divorziare andr a vivere con lei e le far dare legalmente il mio nome.

Philip entra dal giardino, vede Elsa che sta ascoltando accanto alla porta- finestra e senza farsi notare, si ferma vicino a un pilastro della pergola.

Caroline - (tremando) Fai come vuoi. Ti ho avvertito.

Amyas - (si volta) Che significa?

Caroline - Significa che tu appartieni a me e non ti lascer mai! Se te ne andrai con lei, ti

Amyas - Caroline, non dire pazzie.

Caroline - (sta per piangere) Maledetti tu e le tue donne! Non meritate di stare al mondo!

Amyas - (cerca di abbracciarla) Caroline

Caroline - (lo respinge) Credi che non lo pensi davvero? Non toccarmi! (va verso la porta a destra, piangendo) Sei troppo crudele, troppo!

Amyas - Caroline! (con un gesto sconsolato, Amyas guarda Caroline uscire da destra e va verso la porta-finestra. Elsa si allontana subito, vede Philip e si affretta ad assumere unaria noncurante, Amyas esce in terrazza). Oh eccoti qui, finalmente! (va a sedersi davanti al cavalletto) Mi hai fatto buttar via mezza mattinata. Su, cominciamo.

Elsa - (guarda Amyas al disopra del cavalletto) C un po di vento, salgo a prende un pullover.

Amyas - No, cambierebbe la tonalit della pelle!

Elsa - Ce ne ho uno giallo come la camicetta e poi hai detto che stamattina volevi dipingere le mani.

Elsa, imbronciata, corre in casa passando dalla porta a sinistra, in fondo alla terrazza.

Amyas - (le grida alle spalle) Che cosa ne sai tu di quello che voglio dipingere? Solo io lo so! (Spreme il colore da un tubetto e lo mescola sulla tavolozza).

Philip - Hai avuto una discussione con Caroline?

Amyas - (alza gli occhi a guardarlo) Ci hai sentiti? (Philip si avvicina ad Amyas) Elsa non riuscita a tenere la bocca chiusa e Caroline non sembra disposta a ragionare.

Philip - (con una traccia di soddisfazione nella voce) Povera Caroline!

Amyas - (rivolve a Philip uno sguardo pungente) Caroline sta benissimo, non ha bisogno di essere commiserata.

Philip - (seguitando a camminare avanti e indietro) Amyas, sei insopportabile. Se Caroline ti strangolasse non saprei darle torno.

Amyas - (irritato) Sta un momento fermo Phil, mi fai girare la testa. Non dovevi andare incontro a Merry?

Philip - (va verso luscita sul giardino) S, ma non vorrei che arrivasse dallaltra parte.

Amyas - Che fretta c? Non vi siete visti ieri?

Philip - (bruscamente) Visto che ti do fastidio, me ne vado.

Philip esce in giardino. Elsa entra da sinistra con un pullover giallo sul braccio.

Amyas - Finalmente! Ti dispiace versarmi un po di birra? Ho sete. Come puoi aver freddo in una giornata come questa? Io sto morendo dal caldo e tu per poco non ti metti un paio di stivali da neve. (Elsa lascia il pullover sulla panchina, si avvicina al carrello e versa la birra in un bicchiere. (Si alza, fa qualche passo e si volta a guardare il quadro) il mio lavoro migliore. (si avvicina al cavalletto e vi si appoggia con una mano) Secondo te, Leonardo aveva capito che la Gioconda era un capolavoro?

Elsa - (Elsa gli porge il bicchiere) La chi?

Amyas - (prende il bicchiere) La Gioconda Monna Lisa Come sei ignorante Elsa! Ma non importa. (beve) calda! Non c il ghiaccio?

Elsa - (siede sulla panchina) No. (si mette in posa).

Amyas - Si dimenticano sempre di tutto. (va ad affacciarsi sul giardino) Odio la birra calda. (chiama) Ehi, Angela!

Angela entra nel giardino.

Angela - Perch proprio io?

Amyas - Per gentilezza. (torna verso lo sgabello) Elsa, sposta la mano sinistra un popi avanti. (Elsa sposta la mano sinistra) - Cos va meglio (beve un sorso di birra)

La Sig.na Williams entra dal centro e va in terrazza.

Sig.na Williams (ad Amyas) Ha visto Angela, signor Crale?

Amyas - appena andata a prendermi una birra (dipinge).

La Sig.na Williams sembra sorpresa. Si volta ed esce rapidamente da sinistra. Amyas fischietta mentre lavora.

Elsa - Non puoi fare a meno di fischiare?

Amyas - Perch?

Elsa - Almeno cambia motivo.

Amyas - (senza capire) che cosha questo che non va? (Canta) Quando un d ti sposer, ti sposer, ti sposer, cosa credi che far (ride) Gi, pu sembrare indelicato.

Caroline entra da sinistra con una bottiglia di birra.

Caroline - (con molta freddezza) Ecco la birra. Mi dispiace che abbiamo dimenticato il ghiaccio.

Amyas - Oh grazie Caroline! Me la apri per piacere? (le tende il bicchiere).

Caroline prende il bicchiere, si avvicina al carrello e, di spalle al pubblico, apre la bottiglia e versa la birra. Amyas ricomincia a fischiare lo stesso motivo, se ne accorge e smette. Caroline porta la bottiglia e il bicchiere ad Amyas.

Caroline - Ecco Amyas!

Amyas - (prende il bicchiere) Grazie, anche se speri che mi vada per traverso. (ride) Lo speri eh? (beve) perfino pi cattiva dellaltra. Eppure fredda.

Caroline mette la bottiglia vicino alla cassetta dei colori, va nella veranda ed esce dal centro. Amyas riprende a dipingere. Meredith entra, affannato, dal giardino.

Meredith - Hai visto Phil?

Amyas - Ti venuto incontro.

Meredith - Che strada ha fatto?

Amyas - passato dalla spiaggia.

Meredith - Io sono venuto dal bosco.

Amyas - Non potete continuare a rincorrervi, ti conviene aspettarlo qui.

Meredith - (si togli di tasca il fazzoletto e si asciuga la fronte) Che caldo! Entro in casa, si sta meglio. (va verso la porta-finestra)

Amyas - Fatti portare da bere qualcosa di fresco.

Meredith entra nella veranda. Esita, non sa che fare.

Amyas - (guarda Elsa) Elsa, hai degli occhi stupendi. (una pausa) Smetto di dipingere le mani e mi concentro sullo sguardo.

Meredith si avvicina alla porta-finestra e d unocchiata in terrazza.

Amyas - Muovi pure le mani come vuoi, ma per lamore di Dio sta ferma con tuto il resto e non parlare.

Meredith ritorna nella veranda.

Elsa - Non ho neanche voglia di parlare.

Amyas - Questa novit.

Angela entra dal centro con una brocca di limonata e due bicchieri su un vassoio che appoggia sul tavolo a destra.

Angela - Ecco serviti i rinfreschi!

Meredith - Oh, grazie Angela! (S versa un bicchiere di limonata)

Angela - (si avvicina alla porta-finestra) Noi donne siamo nate per compiacere chi ci sta intorno. (esce in terrazza ad Amyas) Era buona la birra?

Amyas - Buonissima. Sei una brava ragazza Angela!

Angela - (ridendo) Bra e gentile, vero? Ah ah! Aspetta e vedrai.

Angela torna nella veranda, esce di corsa dal centro e si richiude la porta alle spalle. Meredith sorseggia la limonata.

Amyas - (sospettoso) Angela ne sta combinando una delle sue. (si passa una mano sulla spalla sinistra) strano.

Elsa - Che succede?

Amyas - Mi sento tutto irrigidito stamattina. Forse un reumatismo

Elsa - Povero vecchietto, con le ossa che scricchiolano.

Philip entra dal giardino

Amyas - (ridendo) Mi sento vecchio davvero. Ehi, Phil, Merry in casa che ti aspetta.

Philip - Grazie. (entra nella veranda)

Meredith mette il bicchiere sul vassoio e va incontro a Philip. Amyas riprende a dipingere.

Meredith - Sei arrivato, finalmente! Non sapevo che fare.

Philip - Spiegati meglio, non potevo chiederti niente al telefono perch con me cerano Caroline e la governante.

Meredith - (a bassa voce) Manca un flaconcino dal mio laboratorio.

Philip - Me lhai detto. Dento che cosa cera?

Meredith - Conina.

Philip - Cicuta?

Meredith - S, la conina un alcaloide della cicuta.

Philip - Quindi velenosa.

Meredith - Velenosissima.

Philip - E non sai chi lha presa?

Meredith -No, la porta del laboratorio sempre chiusa.

Philip - Anche ieri?

Meredith -S, mi hai visto mentre la chiudevo, non ti ricordi?

Philip -Sei sicuro di non aver spostato il flaconcino o di non averlo vuotato da qualche parte?

Meredith - Lho preso in mano ieri, quando siete venuti da me, per farvelo vedere e poi lho rimesso a posto sullo scaffale.

Philip - Chi uscito per lultimo?

Meredith - (controvoglia) Caroline mi sono fermato ad aspettarla.

Philip - Ma non hai visto che casa faceva?

Meredith - No.

Philip - (con sicurezza) Allora lha presa Caroline.

Meredith - Lo pensi davvero?

Philip - Anche tu lo pensi, altrimenti non saresti preoccupato.

Meredith - Questo significavano ieri quelle parole: per me la fine di tutto Vuole suicidarsi (si accascia sulla poltrona).

Philip - Coraggio, non ancora morta.

Meredith - Lhai vista stamattina? Sta bene?

Philip - Mi parso di s. Era come tutti gli altri giorni.

Meredith - Che cosa facciamo?

Philip - Devi parlarle francamente.

Meredith - Non so da dove cominciare.

Philip - Dille soltanto: Lo so che ieri hai preso un veleno dal mio laboratorio. Ridammelo

Meredith - Solo cos?

Philip - Che altro vorresti dirle?

Meredith - Non lo so. (improvvisamente sollevato) Ma in ogni caso lo prender stasera prima di dormire, abbiamo tempo

Philip - (seccamente) Non credo. Ammesso che voglia avvelenarsi davvero.

Meredith - Altrimenti?

Philip - Altrimenti potrebbe limitarsi a fare una scenata ad Amyas, mostrandogli il veleno e minacciando di berlo se lui non lascia la ragazza.

Meredith - No, Caroline non farebbe mai una cosa simile.

Philip - Pu darsi. Tu la conosci meglio di me.

Meredith - Sei sempre severo con lei, eppure una volta ti piaceva molto, ti ricordi? (Si alza).

Philip - (irritato) Pensiamo piuttosto a quello che c da fare adesso.

Meredith - Hai ragione.

Caroline entra dal centro.

Caroline - Oh Merry, resti con noi a colazione? quasi pronto. (s avvicina alla porta-finestra)

Meredith - S, grazie!

Caroline esce in terrazza, si ferma vicino al cavalletto e guarda Amyas.

Elsa - (ad Amyas, mentre Caroline si allontana) Facciamo un intervallo.

Amyas - (quasi indistintamente) Sta ferma dove sei.

Meredith - (a Philip) Dopo colazione inviter Caroline a fare una passeggiata in giardino e le parler. Va bene?

Philip annuisce, chiude la porta al centro e si avvicina alla porta-finestra. Elsa si alza in piedi con un gesto pigro, come se fosse un pointorpidita. Meredith va a riprendere il bicchiere dove c ancora un po di limonata.

Caroline - (con un tono di voce insistente) Amyas

Philip - (esce in terrazza) Mi sembri molto inquieta stamattina, Caroline.

Caroline - (a Philip, voltando appena la testa) Io? Ah s, ho molto da fare per la partenza di Angela. (Ad Amyas, con molta insistenza) Devi farlo, Amyas. Oggi pomeriggio.

Philip si avvicina alla panchina. Amyas si passa una mano sulla fronte. Sta perdendo il controllo della parola.

Amyas - Va bene laiuter a far le valigie.

Caroline - (voltandosi verso la porta-finestra) Vogliamo che la partenza di Angela avvenga senza complicazioni. (Entra nella veranda)

Philip si avvicina alla porta-finestra. Elsa siede sulla panchina. Amyas scuote la testa come se si sentisse poco a poco offuscare la mente.

Philip - (a Caroline) Tu la vizi quella bambina.

Caroline - (sprimaccia i cuscini del divano) Sentiremo molto la sua mancanza.

Philip - (entra nella veranda) Dov la piccola Carla?

Meredith siede sulla poltrona a destra del divano col bicchiere in mano.

Caroline - andata dalla nonna per una settimana. Torner dopodomani.

Meredith - Che cosa far la Sig.na Williams quando Angela se ne sar andata?

Caroline - Ha gi un impiego allambasciata belga. Mi dispiace molto perderla. (Si sente il suono del gong dal corridoio) Ecco, pronta la colazione

Angela irrompe dal centro.

Angela - (entrando) Che fame! (Corre in terrazza. A Elsa e Amyas) Ehi, voi due, pronto! (La Sig.na Williams compare sulla porta al centro. Caroline si avvicina al tavolo a destra e prende il suo portasigarette.)

Elsa - (Angela rientra nella veranda) (si alza e prende il pullover) Veniamo. (ad Amyas) Non vuoi far colazione?

Amyas - Ah... si...

Sig.na Williams - Sforzati di non alzare la voce, Angela, non necessario.

Angela - Io non ho alzato la voce.

Angela esce dal centro. La Sig.na Williams la segue.

Caroline - (va verso la porta al centro; a Meredith) Vieni, Meredith, portati il bicchiere, se vuoi. (Meredith si alza)

Philip - (guardando Meredith) Che cos'... limonata? (a Philip) Per te ho una bella bottiglia di... Chteau NeufduPape? Buono! Amyas non l'ha ancora bevuto tutto?

Caroline - (a Meredith) Che bella sorpresa mi hai fatto!

Meredith - Veramente ero venuto a cercare Philip, ma sono sempre felice d accettare un tuo invito a colazione. (Caroline e Philip escono dal centro) (Elsa entra dalla terrazza) (a Elsa) E Amyas?

Elsa - (andando verso la porta al centro) Preferisce continuare a dipingere.

Elsa esce dal centro. Meredith la segue.

Angela - (fuori scena) Non gli piace interrompersi per venire a colazione.

Dalle mani di Amyas cade il pennello. La luce diminuisce gradualmente fino a spegnersi. Un riflettore illumina Justin a sinistra, verso il proscenio.

Justin - Tutti vanno a far colazione e lasciano Amyas a dipingere in terrazza. Dopo colazione la Sig.na Williams e la signora Crale entrano con il caff. Sig.na Williams?

Il riflettore si spegne. Nel buio si sente la voce della Sig.na Williams.

Sig.na Williams -Il signor Crale spesso non faceva Colazione per continuare a dipingere. Prendeva solo una tazza di caff. Anche quel giorno gliel'ho preparata e ho accompagnato la signora Crale che andava a portargliela. Al processo ho detto quello che abbiamo trovato, ma ho taciuto un particolare. Non ne ho mai parla-to con nessuno, forse giusto che lo riveli adesso.

Si accendono le luci. Amyas disteso a terra accanto al cavalletto. Caroline e la signora Williams sono nella veranda accanto al tavoli-no sul quale posato il vassoio del caff. La Sig.na Williams versa il caff in una tazza e la d a Caroline. Caroline la porta in terrazza.

Caroline - (esce in terrazza) Amyas! (Vede Amyas disteso in terra) Amyas! (Resta ferma per un attimo, posa il vassoio sulla panchina, corre verso Amyas, gli si inginocchia vicino e gli prende una mano.) (La Sig.na Williams esce rapidamente in terrazza e si avvicina a Caroline.) Sembra morto... ( sconvolta) Presto, telefoni a un dottore... chiami qualcuno!

La Sig.na Williams rientra subito nella veranda. Caroline, nel momento in cui la vede oltrepassare la soglia della porta-finestra, si guarda attorno furtivamente, si toglie di tasca un fazzoletto, prende la bottiglia della birra, la strofina e vi stringe attorno le dita di Amyas. Meredith entra dal centro.

Sig.na Williams - (a Meredith) Bisogna chiamare subito il dottor Fawcett. Il signor Crale si sentito male.

Meredith guarda la Sig.na Williams per un attimo, poi va al telefono e alza il ricevitore. La Sig.na Williams esce in terrazza in tempo per vedere Caroline che preme le dita di Amyas intorno alla bottiglia. La Sig.na Williams si irrigidisce. Caroline si alza, rimette in fretta la bottiglia sul carrello ed entra in salotto.

Meredith - (al telefono) Quattro... due... Grazie. Dottor Fawcett? Chiamo da Alderbury... Pu venire subito? Il signor Crale sta molto male.

Sig.na Williams - ȅ

Meredith - (alla Sig.na Williams) Come? (Al telefono) Un momento. (Alla Sig.na Williams) Che cos'ha detto?

Elsa e Philip entrano dal centro, ridendo.

Sig.na Williams -(con voce chiara) Ho detto che morto.

Meredith riattacca il ricevitore.

Elsa - (guarda la Sig.na Williams) morto? Amyas? Amyas morto? (Corre in terrazza) Amyas! (Si ferma per un attimo, trattenendo il respiro, poi si avvicina ad Amyas, gli si inginocchia vicino e gli tocca la fronte.)

Caroline si volta. Gli altri sono immobili.

Elsa - (Sottovoce) Amyas! (Una pausa. Philip corre in terrazza e si ferma vicino alla panchina.) (Guarda Caroline) stata lei! L'aveva detto che voleva ucciderlo! Piuttosto che lasciarlo a me l'ha ucciso. (Si slancia su Caroline.) Philip, in fretta, la blocca e la sospinge verso la Sig.na Williams. Elsa grida e singhiozza. Angela entra dal centro e si ferma vicino al divano.

Sig.na Williams - (a Elsa) Stia calma, cerchi di dominarsi.

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Elsa - (gridando) L'ha :ucciso! stata lei! L'ha ucciso!

Philip - Portatela in casa. Fate in modo che si calmi.

Meredith porta Elsa nella veranda.

Caroline - Sig.na Williams, non faccia entrare 'Angela in terrazza, non voglio che veda Amyas.

Meredith esce con Elsa dal centro. La Sig.na Williams guarda Caroline per un attimo, stringe le labbra e va nella veranda. Philip si inginocchia vicino ad Amyas e gli tasta il polso.

Angela - (alla Sig.na Williams) Che cos' successo?

Sig.na Williams - Andiamo in camera tua, Angela. Amyas si sentito male.

La Sig.na Williams e 'Angela escono dal centro.

Philip - (alza gli occhi a guardare Caroline) stato ucciso

Caroline - (fa qualche passo indietro; improvvisamente incerta) No. No... si suicidato.

Philip - (con calma) Potrai dare questa versione alla polizia.

Le luci si affievoliscono fino a spegnersi, completamente. Un riflettore illumina Justin, a sinistra verso il `proscenio.

Justin - A tempo debito arriva la polizia. Trova il flaconcino di conina, vuoto, in camera di Caroline che ammette di averlo preso ma giura di non sapere perch vuoto. Le impronte sono solo sue e d Meredith. Sulla terrazza stato trovata un contagocce che qualcuno ha schiacciato sotto il piede. Tracce di conina, nel contagocce, provano che servito a introdurre il veleno nella birra. Angela Warren spiega di aver tolto dal frigorifero una bottiglia di birra che la Sig.na Williams ha aperto e ha dato a Caroline. Caroline, come abbiamo visto, l'ha portata ad Amyas. N Meredith n Philip Blake l'hanno toccata. Una settimana dopo, Caro-line Crale viene accusata di omicidio e arrestata.

Il riflettore si spegne. Dopo poco si accendono le luci. La scena appare come all'inizio dell'atto. Caff, limonata, carrello, cavalletto, sono stati portati via. Appeso al muro c' di nuovo il ritratto di Elsa. Philip in piedi, vicino al divano. Meredith seduto a un'estremit del divano, Angela sul bracciolo. Elsa davanti alla porta di centro, in piedi. La signorina Warren seduta all'altra estremit del divano e Carla sulla' poltrona a destra. Justin, con un taccuino in mano, in piedi vicino alla porta-finestra. Tutti indossano soprabito e cappello, come se stessero per uscire. Elsa ha una pelliccia di visone, sembra molto eccitata. Meredith triste e abbattuto. Philip ha un atteggiamento aggressivo. La Sig.na Williams siede rigida e con le labbra strette. Angela molto partecipe, attenta e pensierosa.

Philip - Ecco, lo spettacolo finito e per qualcuno di noi dev'essere stato particolarmente penoso. A che servito? Che cosa possiamo dedurne che non sapessimo gi? (Guarda Justin.) (Justin sorride). Philip esce in terrazza, si ferma vicino alla panchina e accende una sigaretta. La Sig.na Williams si alza e fa qualche passo verso destra.

Justin - (assorto) Non sono di questo parere.

Meredith - come se tutto fosse successo ieri ed ancora pi doloroso.

Elsa - (va a sedersi sul divano, vicino a Meredith) S. Quanti ricordi! E come se Amyas fosse di nuovo qui.

Angela - (a Justin) Che cosa ha capito che prima non sapeva?

Justin - Ora ne parleremo.

Philip rientra dalla terrazza.

Philip - Vorrei farvi osservare qualcosa che nessuno pare aver notato. Il contributo che ciascuno di noi ha portato a questa ricostruzione fa parte dei ricordi, e i ricordi possono essere molto imprecisi.

Justin - vero.

Philip - Non sono prove, ma immagini sbiadite di avvenimenti ormai trascorsi da molto tempo.

Justin - Anche se non valgono come prove sono comunque importanti.

Philip - Perch?

Justin - Perch hanno dimostrato quello che ciascuno preferiva ricordare o dimenticare.

Philip - Ipotesi capziosa.

Angela - (a Philip) Io non sono d'accordo, se...

Philip - (interrompendola) Se ' cosi, non si tratta di voler ricordare o meno, ma di mentire deliberatamente.

Justin - Certo.

Angela - Questo l'aspetto essenziale della nostra riunione. (Si alza e fa qualche passo verso il centro della scena). O sbaglio?

Justin - No, signorina Warren, lei non sbaglia.

Philip - (nervosamente) Allora se qualcuno mente, perch...

Angela - (siede sulla poltrona a sinistra del divano) Appunto.

Philip - (a Justin, seccamente) Vuoi dire che lei ci ha fatti venire qui con l'idea... idea assurda, che uno di noi potrebbe essere l'assassino?

Angela - L'hai capito solo adesso?

Philip - un'azione stupida e offensiva.

Angela - Se Amyas non si suicidato e sua moglie non l'ha ucciso, l'assassino dev'essere per forza uno di noi.

Philip - Ma gi apparso chiaro, attraverso tutto quello che abbiamo sentito, che solo Caroline pu averlo ucciso!

Justin - Non ne sarei tanto sicuro.

Philip - Oh Dio mio!

Justin - C' la questione che lei stesso ha sollevato: qualcuno pu aver mentito. (Una pausa. Philip voltato con la schiena verso il pubblico). Quando una deposizione confermata da un'altra (si sposta al centro della scena) si pu considerare attendibile, ma di molti particolari che abbiamo sentito oggi, spesso era garante una sola persona. All'inizio, per esempio, abbiamo dovuto basarci esclusivamente sul signor Meredith Blake per sapere che cosa si erano detti lui e Caroline Crale.

Meredith - (indignato) La prego...

Justin - (in fretta) Non discuto l'attendibilit di quello che lei ha detto, voglio solo far notare che quella conversazione avrebbe potuto anche essere tutta diversa.

Meredith - (alzandosi) Io l'ho riferita esattamente come la ricordavo, ma sono passati sedici anni...

Justin - (si avvicinaalla porta-finestra) Non dobbiamo dimenticare che faceva caldo e le finestre erano aperte. Questo significa che quel che veniva detto, anche in una conversazione a due, poteva essere ascoltato sia dalla terrazza sia dalla veranda. (Entra nella veranda e si ferma a pochi passi dalla porta-finestra) Ma forse non tutto si poteva ascoltare, o non tutto perfettamente.

Meredith - Ce l'ha con me?

Una pausa. Justin consulta il suo libretto di appunti.

Justin - Non in particolare. Mi sono riferito a lei solo perch stata la sua conversazione con Caroline a dare il via alla ricostruzione del delitto.

Sig.na Williams - (alzandosi) Personalmente tengo a confermare subito quello che ho detto. Non ho testimoni, ma giuro solennemente che ho visto Caroline Crale cancellare le impronte da quella bottiglia. (Si volta verso Carla) Mi dispiace per Carla, ma so che coraggiosa e sapr affrontare la verit.

Carla - per sapere la verit che sono qui.

Justin - Ed la verit che le viene incontro. (Si avvicina alla Sig.na Williams) La testimonianza della Sig.na Williams ci aiuter a provare l'innocenza di Caroline Crale.

Ci sono varie esclamazioni di sorpresa da parte dei presenti. Philip fa qualche passo verso Justin.

Sig.na Williams - Non capisco.

Justin - Lei dice di aver visto Caroline Crale pulire con un fazzoletto la bottiglia della birra e poi stringervi attorno le dita di suo marito.

Sig.na Williams - S, cos.

Justin - (dopo una pausa; con calma) La bottiglia della birra, vero?

Sig.na Williams - La bottiglia, certo.

Justin - Ma le tracce del veleno, Sig.na Williams, erano nel bicchiere, non nella bottiglia.

Altre esclamazioni si levano dai presenti.

Angela - Dunque

Justin - Dunque, Caroline credeva che il veleno fosse nella bottiglia, per questo ha cancellato le impronte. Ma se fosse stata lei ad avvelenare Amyas avrebbe saputo che era nel bicchiere. (Si volta verso Carla.)

Carla - (in un soffio) vero.

Una pausa.

Justin - (si avvicina a Carla) Noi ci siamo riuniti qui, oggi, per dare alla figlia di AmyasCrale una risposta cui aveva diritto. Carla, soddisfacente per lei questa risposta?

Una pausa. Carla' si alza in piedi e fa qualche passo verso il centro della scena. Justin si siede sulla poltrona a destra del divano.

Carla - Ora so molte cose.

Philip - Quali?

Carla - So che lei, Philip Blake, amava mia madre e non le ha mai perdonato di aver sposato un altro. (A Meredith) Lei, invece, credeva di amare mia madre, ma era Elsa la sua vera passione. (Meredith guarda Elsa che sorride, compiaciuta.) Tutto questo non ha pi importanza. Quello che conta per me che ora so perch mia madre non si era difesa al processo. (La Sig.na Williams si siede sul divano) . So che cosa cercava di nascondere e (si avvicina a Justin) perch ha tolto le impronte dalla bottiglia. Anche lei lo sa, Justin?

Justin - Non ne sono sicuro.

Carla - C' una sola persona che mia madre avrebbe cercato ad ogni costo di proteggere: Angela.

Angela - Io?

Carla - S. tutto cos chiaro. Tu tormentavi Amyas con i tuoi scherzi, volevi vendicarti perch ti aveva mandato in collegio.

Angela - Aveva fatto benissimo a mandarmi in collegio.

Carla - Ma allora non lo sapevi ed eri piena di rancore per lui. Sei andata tu a prendere la birra, anche se stata mia madre a portargliela. Gi un'altra volta avevi alterato la birra per fargli dispetto. Certamente Caroline se n' ricordata quando l'ha trovato morto con la bottiglia e il bicchiere vicino.

Angela - E ha pensato che l'avessi ucciso io?

Carla - Si, ma per sbaglio; come se uno dei soliti dispetti, per un errore di dose, si fosse trasformato in una tragedia. Amyas era morto e lei doveva salvarti. I conti tornano, non te ne accorgi? Pensa alla fretta con cui ti ha mandata in Svizzera, perch fossi lontana al momento del processo...

Angela - Era impazzita!

Carla - Soffriva per quello che ti aveva fatto da bambina e, a suo modo, ha pagato il debito.

Elsa - (si alza e va vicinissima ad Angela) Ecco l'assassina!

Angela - Ma non diciamo assurdit! Non penserete che sia vero!

Carla - Caroline l'ha pensato.

Justin - S, Caroline l'ha pensato e questo spiega molte cose.

Angela - (si alza e si avvicina a Carla) E tu, Carla? Lo pensi anche tu?

Carla - (dopo una pausa) No.

Angela - Ah! (Va a sedersi sul divano.)

Carla - Ma allora... non c' altra soluzione.

Elsa si siede sulla poltrona a sinistra.

Justin - Io credo che ci sia, invece. Signorina Williams, le sembra logico che AmyasCrale dovesse aiutare Angela a fare le valigie?

Sig.na Williams - Assolutamente no, non si sarebbe mai sognato di fare una cosa simile.

Justin - Eppure lei, signor Philip Blake, lo ha sentito dire: "L'aiuter a fare le valigie". sicuro di non essersi sbagliato?

Philip - Caro Fogg, vorrebbe insinuare che ho mentito?

Le luci si spengono gradatamente. La scena resta al buio.

Justin - Io non insinuo niente, ma le ricordo che la vicenda che noi ora abbiamo davanti ricostruita sulla base della memoria. (Il riflettore illumina Justin, a sinistra verso il proscenio) La memoria il filo sottile cui sono sospese le immagini. Io vorrei suggerirvi che una delle conversazioni che abbiamo ascoltato, potrebbe essersi svolta in un altro modo. Per esempio cos:

Il riflettore si spegne. Dopo poco si accendono le luci. La scena rappresenta la veranda e la terrazza com'erano sedici anni prima. Caroline seduta sulla poltrona a destra del divano e Amyas, che accanto alla porta al centro e sta per uscire, si volta verso di lei.

Amyas - Ti ho gi detto che preferisco non Orlarne.

Caroline - Vuoi evitare le scenate prima di aver finito il quadro, vero? (Amyas si avvicina a Caroline) Io ti conosco! (Amyas fa per darle un bacio) (Si alza in fretta e si allontana di qualche passo) Ti stai comportando molto male. Quella ragazza far la fine delle altre, non sei pi innamorato di lei, la tieni qui solo perch vuoi finire il quadro.

Amyas - (sorridendo) E l'unica cosa che mi importa.

Caroline - Dovrebbe importarti anche di lei.

Amyas - Le passer.

Caroline - Devi dirglielo subito. Oggi. Non puoi continuare cos, sei crudele.

Amyas - (le si avvicina di nuovo) D'accordo, la inviter a fare le valigie. Ma il ritratto...

Caroline - Maledetto ritratto! Maledetti tu e le tue don-ne! Non meritate di stare al mondo.

Amyas - (cerca di abbracciarla) Caroline...

Caroline - Credi che non lo pensi davvero? (Lo respinge) Non toccarmi! (Va verso la porta a destra, piangendo) Sei troppo crudele, troppo!

Amyas - Caroline!

Caroline esce da destra. Le luci si spengono gradualmente. La scena torna buia. Il riflettore illumina Justin a sinistra verso il proscenio.

Justin - Ecco che cosa si sono detti, quel giorno, Amyas e Caroline. Lei ha chiesto piet, ma non per se stessa. Amyas non ha detto l'aiuter a far le valigie", come se si trattasse di Angela, ma le parole che Philip Blake gli ha sentito pronunciare con la voce gi alterata dall'effetto paralizzante del veleno, erano: l'inviter a far le valigie". (Il riflettore si spegne. Si riaccendono le luci. Tutti sono di nuovo nella stessa posizione in cui si trovavano prima clic la scena restasse buia.)Una frase che certamente aveva gi pronunciato per altre, ma questa volta si trattava di lei, (rivolto a Elsa) Lady Melksham, e la sua reazione stata terribile. Aveva visto il giorno prima Caroline che sottraeva il flaconcino di canina dal laboratorio e, nel salire a prendere il pullover, non le stato difficile trovarlo. Ha versato la canina in un conta-gocce, tornata in terrazza e, quando Amyas le ha chiesto la birra, gliel'ha messa nel bicchiere. In posa per il ritratto, lo ha guardato bere. L'ha visto provare le prime fitte, l'irrigidimento degli arti, la lenta paralisi del linguaggio. Seduta 1, di fronte a lui, ha assistito alla sua morte. (indica il ritratto) Quello il ritratto di una donna che guarda morire l'uomo che amava. (Elsa si alza e si avvicina al ritratto). Chi l'ha dipinto non sapeva quanto la morte gli era vicina, ma la morte era 11, in quegli occhi.

Elsa - (con voce dura) Meritava di morire. (guarda Justin) Lei molto intelligente, avvocato. (Va verso la porta al centro e la apre) Ma non pu farmi niente lo stesso.

Elsa esce dal centro. Tutti restano per un attimo in silenzio, quasi storditi, poi a poco a poco cominciano a scambiarsi qualche parola.

Philip - Eppure, in qualche' modo si deve intervenire!

Meredith - Io non riesco ancora a caderci.

Angela - (alzandosi) Era cos chiaro... Siamo stati ciechi.

Philip - Che cosa si pu fare? Avvocato, lo dica lei.

Justin - In sede legale, niente!

Philip - Niente? Che cosa vuol dire "niente"? (Va verso la porta al centro) Quando una persona ammette... io non credo che non si possa far "niente".

Philip esce dal centro.

Angela - (avviandosi verso la porta al centro) assurdo, ma cos. (Angela esce dalla porta al centro).

Sig.na Williams - Non riesco a convincermi. (Va verso la porta al centro) Non ci riesco.

La Sig.na Williams esce dal centro. Philip rientra dal centro.

Philip - (a Justin) Non sono sicuro che lei abbia ragione. Telefoner al mio avvocato. (Philip esce dal centro).

Meredith - (va verso la porta al centro) Elsa! Chi l'avrebbe detto? Caroline morta, Amyas morto, testimoni non ce ne sono... (si volta, sulla soglia) Non ce ne sono, vero?

Meredith scuote la testa ed esce dal centro. La confusione diminuisce. Carla va a sedersi sulla panchina di pietra. Justin la guarda per un attimo dalla porta-finestra ed esce in terrazza.

Justin - Che cosa sarebbe giusto fare, Carla?

Carla - (tranquillamente) Niente. Ha gi la sua condanna.

Justin - Si.

Carla - condannata a vita, dentro di s. (Lo guarda) Grazie, Justin.

Justin - (imbarazzato) Ora lei torner in Canada e si sposer. Non ci sono prove legali, ma il suo Jeff potr ritenersi soddisfatto.

Carla - Non me ne importa, non lo sposo pi Glielho gi detto.

Justin - Ma... perch?

Carla - (pensosa) Be'... perch non m'importa pi niente di lui. Non torner in Canada, ii mio paese questo.

Justin - C' il pericolo della solitudine.

Carla - (con un sorriso malizioso) Potrei sposare un inglese (seria) un avvocato che qui con me, in questo momento, ma non so se riuscir a convincerlo.

Justin - A convincermi? E perch avrei fatto tutto questo, altrimenti?

Carla - Perch somiglio a mia madre. Ma io sono anche la figlia di Amyas, c' anche la sua inquietudine in me. Voglio essere amata per quello che sono.

Justin - Niente paura. (Sorride, le si avvicina e labbraccia).

Carla - (ridendo) Non ho paura.

Si baciano. Meredith entra dal centro.

Meredith - (entrando) Posso invitarvi a casa mia per un (si accorge che la stanza vuota, si avvicina alla porta-finestra e sorride) Ma guarda un po!

Meredith esce dal centro. Le luci si affievoliscono, la scena torna al buio, mentre cala il

SIPARIO

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