Democrazia

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                                         “DEMOCRAZIA”

                                                dramma in due atti di

                                                 Michael Frayn

                                                       Traduzione di

                                             Filippo Ottoni e Sara Soncini 

Settima stesura. Post-produzione. Settembre 2003.

                                                PERSONAGGI

WILLY BRANDT

GÜNTER GUILLAUME

ARNO KRETSCHMANN (DDR, capo di Guillaume)

HORST EHMKE          (capogabinetto di Brandt)

REINHARD WILKE    (capo della sicurezza di Brandt)

ULRICH BAUHAUS   (guardia del corpo di Brandt)

HERBERT WEHNER (capogruppo parlamentare dei socialdemocratici ed

                                     eminenza grigia del partito)

HELMUT SCHMIDT   (futuro leader socialdemocratico)

HANS-DIETRICH GENSCHER (ministro degli Interni di Brandt)

GÜNTHER NOLLAU              (Capo del controspionaggio)

                                            AMBIENTAZIONE

Un complesso scenico di livelli e di spazi; di scrivanie e sedie; di fascicoli e incartamenti; e anche di personaggi che, quando non direttamente coinvolti, rimangono per lo più ai margini dell’azione,  ascoltando o portando avanti in modo discreto il proprio lavoro.


                                                ATTO PRIMO

Buio. Il brusio di un uditorio in attesa, zittito da una campanella.

VOCE                                      Signore e signori, dichiaro che il risultato della votazione è il seguente. Voti a favore: 251. Voti contrari: 235.

Applausi, eccitazione.  Luci su Brandt.

Dichiaro pertanto… dichiaro pertanto, in base all’articolo 63 secondo comma della Legge Fondamentale, che il candidato ha ottenuto i voti della maggioranza dei membri del Bundestag. Herr Brandt, accetta la carica di Cancelliere della Repubblica Federale Tedesca?

GUILLAUME               (con Brandt e Kretschmann) E per un istante, il tempo sembrò trattenere il respiro. Il mondo stava per cambiare davanti i nostri occhi. Di nuovo un Cancelliere di sinistra, dopo quasi quarant’anni!

KRETSCHMANN        Dodici anni di Hitler. Quattro anni di governo militare. Vent’anni di conservatorismo e Guerra Fredda. E ora, finalmente, la speranza per l’Europa di uscire da un lungo stallo.

GUILLAUME               Undici e ventidue del mattino, ventuno ottobre 1969…

BRANDT                     Sì, Herr President. Accetto la carica.

GUILLAUME               Congratulazioni, lacrime. Finalmente Willy Brandt ce l’aveva fatta!

KRETSCHMANN        E tu eri lì al Bundestag a vederlo.

GUILLAUME               Un oscuro impiegato di partito di una modesta sezione di Francoforte venuto per quel giorno a Bonn con in tasca un biglietto da spettatore. Ho versato anch’io qualche lacrima, lo confesso.

BRANDT                     Sono grato per la fiducia che avete riposto in me. E sono anche un po’ orgoglioso. Sono passati quasi quarant’anni dall’ultima volta che un membro del Partito Socialdemocratico Tedesco ha ricoperto questa carica. Anni durante i quali questo nostro grande partito, fondato da un povero tornitore di Lipsia esattamente un secolo fa per portare forza e speranza agli oppressi, ha subìto la brutale repressione dello stato nazista; anni durante i quali così tanti dei nostri iscritti hanno patito sofferenze indicibili nelle prigioni e nei campi di concentramento, e così tanti di loro sono andati incontro a una morte violenta; anni durante i quali, dopo la fine degli orrori, abbiamo dato il nostro contributo, città dopo città, alla resurrezione della nostra nazione dal degrado e dalla distruzione, e al miracolo della rinascita di una società stabile e dignitosa. Nessuno potrà mai sminuire quanto è stato realizzato in questo paese dalla gente di ogni partito e fede politica. Ma con oggi Hitler ha definitivamente perso la guerra scatenata contro le genti d’Europa e contro così tanta parte del nostro popolo. Abbiamo la possibilità, finalmente, di creare la Germania immaginata da quell’umile lavoratore di Lipsia cent’anni addietro – una patria dove regnino concordia e  giustizia.

KRETSCHMANN        (con Guillaume)  La cosa più straordinaria, però, è quello che è capitato a te. Nessuno dei nostri riesce a crederci.

GUILLAUME               Non riesco a crederci nemmeno io.

KRETSCHMANN        Già non ti aspettavi seriamente di vedere Willy Brandt eletto Cancelliere. Figuriamoci se ti saresti mai potuto sognare che tre settimane dopo venissero a chiederti di unirti alla sua squadra!

EHMKE                        (con Guillaume) Ehmke. Horst Ehmke. Capogabinetto di Willy. Dirigo la Cancelleria. Mi occupo dell’organizzazione. (Con Wilke e Bauhaus) Grazie dell’aiuto, Uli. Metti lì, per favore, sulla scrivania…

WILKE                                     Non lì, per cortesia, Herr Bauhaus! Non sulla scrivania!

EHMKE                        (con Guillaume) È stato gentile a venire con tanta sollecitudine. Senta, noi qui abbiamo bisogno di un po’ di linfa nuova. E non solo di accademici come me che hanno imparato a fare politica all’università. - Qui, Uli! Non faccia caso a Reinhard. - Quello che ci serve è qualche ragazzo della base del partito. Gente che sa parlare alla gente. I  colleghi di Francoforte ci dicono che lei è la persona che fa al caso nostro. Uno che ha fatto meraviglie laggiù. Capace di lavorare tutte le ore che dio manda in terra.  E mi dicono che abbia anche un suo modo piuttosto originale di considerare i nostri giovani amici di sinistra. Tutti quei giovani idealisti che ci hanno mandato al potere. Mi pare che lei li consideri…

GUILLAUME               Be’…

EHMKE                        Dei coglioni?

GUILLAUME               Dei coglioni.

EHMKE                        Bene - ho un lavoro per lei. - Le chiavi dell’armadietto dei liquori, Uli. Le metto nelle tue affidabili mani. - L’ufficio del Cancelliere. Rapporti con i sindacati. Inizio: il 1° gennaio. Sì?

GUILLAUME               L’ufficio del Cancelliere? Lavorerei lì? Vuole dire… con Willy?

EHMKE                        Terzo dipartimento. Politiche economiche, finanziarie e sociali. Salario federale, livello IIa. Accetta?

GUILLAUME               Sì, Herr Ehmke. Accetto l’incarico.

KRETSCHMANN        (con Guillaume) E così: tu e Willy! Sotto lo stesso tetto! A cominciare insieme il vostro nuovo lavoro!

GUILLAUME               Mi sono iscritto al partito l’anno in cui Willy divenne Borgomastro di Berlino. I nostri destini sono intrecciati!

KRETSCHMANN        Mi viene da ridere, però. Willy Brandt parla delle conquiste  della Germania dell’Ovest. Ci sono voluti vent’anni alla Germania dell’Ovest per avere il suo primo timido governo di sinistra. Ma non una parola per noi della Germania dell’Est. Neanche un cenno a quello che noi abbiamo conquistato in quegli stessi vent’anni. A noi che abbiamo di fatto costruito la società socialista che loro sognavano!

GUILLAUME               Compresi i migliori servizi segreti mai visti al mondo.

KRETSCHMANN        Mischa Wolf mi ha incaricato di porgerti le sue congratulazioni personali. Questo è il suo più bel fiore all’occhiello finora: un nostro uomo nell’ufficio del Cancelliere Federale!

GUILLAUME               Basta che Mischa sia contento … A me preme solo questo. E ora eccomi qui al lavoro. Una stanzetta tutta per me, nel sottotetto del Palazzo Schaumburg. La mia prima mattina!

EHMKE                        (con Guillaume) Può venire un momento nel mio ufficio, Herr Guillaume? Dobbiamo parlare di un paio di cose.

GUILLAUME               - Anche il benvenuto personale del capo. Che squisitezza!

EHMKE                        Quelli della sicurezza esigono alcuni chiarimenti. Lei ha lasciato la Germania dell’Est tredici anni fa. Hanno esaminato attentamente la sua carriera qui all’Ovest.

GUILLAUME               - Non  un discorso di benvenuto, ma una passata al setaccio!

EHMKE                        Fotografo freelance… copisteria… attivista di partito – tutto in regola, pare. Ma rimangono molti punti di domanda su quello che faceva a Berlino Est prima di andarsene.

GUILLAUME               -Me lo aspettavo questo momento. Ma non così all’improvviso! Uno spavento terribile. Qualcuno doveva avere messo in giro delle voci. Va avanti per ben due ore! Dove? Quando? Chi? Alla fine mi tocca perdere le staffe. - Herr Ehmke, fuggire dalla Germania dell’Est vuol dire abbandonare tutto quello che uno ha nella vita. La casa, gli amici, la famiglia. Per sempre. E poi bisogna ricominciare la propria vita da zero, come una nullità. Lei, se mi permette, non ha dovuto farlo. Non può nemmeno avere idea di cosa significhi. Ma ora viene la parte più amara. Scoprire che trascorrerai il resto della vita nella tua nuova patria avvolto in una nube nera di sfiducia e sospetto. Sono qui da tredici anni! Di cui gli ultimi nove trascorsi a lavorare giorno e notte per questo partito! – Eccetera eccetera. Sentivo la voce che mi si strozzava. E alla fine…

EHMKE                        Mi scusi. Queste forche caudine erano necessarie. Ho preso  le mie informazioni dal suo capo di Francoforte. Dice che metterebbe la mano sul fuoco per lei. E dunque, perché perdere il nostro tempo, Günther? Mettiamoci al lavoro!

KRETSCHMANN        (con Guillaume) La tua cerimonia d’iniziazione.

GUILLAUME               E ora, naturalmente, siamo amici per la pelle.

KRETSCHMANN        Eccoti dunque a Palazzo Schaumburg! Com’è? Io sono cieco e sordo. Tu sei i miei occhi e le mie orecchie. Io devo descrivere il quadro a Mischa! Tu devi prima descriverlo a me.

GUILLAUME               Torrette, finestre a battenti. La vita aristocratica come se la sognava un padrone delle ferriere dell’Ottocento. E dei fantasmi, chiaro. Dell’epoca del Kaiser, di quella dei nazisti. Dell’Occupazione. Di Adenauer. E ogni tanto nel mio ufficio sento un lieve picchiettio nelle assi del soffitto.

KRETSCHMANN        Il tarlo della veglia funebre. Sarà simbolico.

GUILLAUME               E ogni tanto Willy sente dei leggeri rumori sopra la sua testa. Dei passi. Una sedia spostata.

KRETSCHMANN        Sei tu?

GUILLAUME               Il mio ufficio è esattamente sopra il suo.

KRETSCHMANN        Il suo personale tarlo nelle tavole del soffitto. Tu lui lo senti?

GUILLAUME               Mai un suono.

KRETSCHMANN        Neanche con l’orecchio sul pavimento?

GUILLAUME               Niente. Lavora in gran silenzio. E quando scendo al piano di sotto…

WILKE                                     (con Guillaume) Herr Guillaume!

GUILLAUME               Günther! La prego, mi chiami Günther!

WILKE                                     Si è sistemato bene lassù, Herr Guillaume?

GUILLAUME               Come una cimice tra due lenzuola, Reinhard. - Il dottor Reinhard Wilke, il mio immediato superiore. Il drago a guardia della porta di Willy. – Posso fare qualcosa per lei, Reinhard? Archivio? Fotocopie? Un po’ d’acqua alle piante?

WILKE                                     Grazie, Herr Guillaume. Ci sono le segretarie.

GUILLAUME               Se le servono due mani in più sono sempre disponibile. Per qualsiasi cosa.

WILKE                                     Sono certo che avrà già abbastanza da fare di sopra.

GUILLAUME               - Fa resistenza al mio fascino. Io non sono né professore, né dottore come tutti gli altri. - Faccio un salto alla direzione generale del partito. Vuole darmi qualcosa da portare? Fascicoli? Documenti?

WILKE                                     Abbiamo i fattorini, Herr Guillaume.

GUILLAUME               - Prima o poi dovrà cedere.

KRETSCHMANN        - Calma, non affrettare le cose. Sono tredici anni che aspettiamo. Possiamo aspettare ancora qualche settimana.

WILKE                                     (con Ehmke) Questo suo Herr Guillaume…

EHMNE                        Molto bravo. Proprio il tipo che ci serve.

WILKE                                     Qui in ufficio sono tutti stupiti che abbia ottenuto il posto.

EHMKE                        Reinhard, qui dentro abbiamo bisogno di allargare i nostri orizzonti. Tu sei un avvocato, io un professore. Abbiamo tutti uno strato di polvere sul cuore!

WILKE                                     Ma questo disgraziato non ha nessuna qualifica professionale, nessuna esperienza.

EHMKE                        È un fotografo professionista.

WILKE                                     Ah, quindi, se ci servisse una foto ricordo della gita dell’ufficio…

EHMKE                        Ha anche esperienza pratica di gestione.

WILKE                                     Gestione di cosa?

EHMKE                        Di una copisteria.

WILKE                                     Horst, possiamo essere seri per un momento?

EHMKE                        I tempi sono cambiati, Reinhard. Dobbiamo abbracciare la società nel suo complesso. Fotografi. Gestori di copisterie. Donne! Dobbiamo trovare delle donne, Reinhard, e abbracciare anche loro!

WILKE                                     Non siamo certo a corto di segretarie. E a quanto ne so, Horst, sono state “abbracciate” da tutti i governi che abbiamo avuto dalla fondazione della Repubblica Federale.

GUILLAUME               - E ora… il grande giorno!

KRETSCHMANN        - Hai conosciuto Willy?

GUILLAUME               - Ero appena sceso e avevo fatto capolino alla porta con la mia faccia sorridente e servizievole. – Vuole che vada a prenderle un sandwich, Reinhard? O, salve, Horst. Come vanno le cose dal suo lato del corridoio? Sandwich anche per lei?

WILKE                                     Herr Guillaume, dobbiamo chiarirci bene sull’accesso a questo ufficio…

GUILLAUME               - E all’improvviso, prima che potesse mettermi di nuovo fuori …

BRANDT                     Il capitalismo si trova sull’orlo dell’abisso.

WILKE                                     Signor Cancelliere…

EHMKE                        Willy…

BRANDT                     E che cosa fa? Guarda dall’alto in basso i comunisti. Questo è…?

EHMKE                        Herr Guillaume. Il nostro contatto coi sindacati.

BRANDT                     Ah, sì. Quello che mi cammina sulla testa.

GUILLAUME               - Mi conosceva!

KRETSCHMANN        - Lui conosce tutti. E’ il trucco dei politici.

BRANDT                     Anche lei della cricca berlinese, se non sbaglio. Noi di Berlino dobbiamo fare quadrato. Non siamo ben visti qui a Bonn, Herr Guillaume.

GUILLAUME               No. Quando venne eretto il Muro nel ’61 qui a Bonn nessuno alzò un dito. L’unico che si batté per noi fu lei. Non lo scorderemo mai, specie quelli di noi che vengono dall’altra parte. Quelli che sanno come si sta di là. - Scusa. Stando in branco coi lupi, si finisce con l’ululare.

BRANDT                     Un tipo di Berlino Est va dalla Stasi.“Mi è scappato il pappagallo”. E la Stasi: “Qui non è l’ufficio oggetti smarriti – qui è la polizia politica”. “Appunto. Dovete mettere a verbale che non condivido le opinioni politiche del pappagallo”.

GUILLAUME               - Adora le barzellette. Soprattutto quelle dell’Est. - Perché quelli della Stasi vanno sempre in giro in tre? Il primo sa leggere, il secondo sa scrivere…

BRANDT                     … E il terzo tiene d’occhio i due intellettuali.

KRETSCHMANN        - E’ vecchia. Avrai bisogno di quelle più recenti.

GUILLAUME               - Non sono aggiornato! Mandami subito le ultime!

BRANDT                     Il mio discorso. È stato battuto a macchina?

WILKE                                     Manderemo un corriere.

GUILLAUME               Ci vado io! - Ed ecco che vado a prendere il discorso di Willy!

BRANDT                     Guillaume?

EHMKE                        GÜNTER Guillaume.

GUILLAUME               - Credo di avere fatto colpo!

BRANDT                     Sembra il gestore di una libreria porno.

WILKE                                     Effettivamente, gestiva una copisteria.

GUILLAUME               Signor Cancelliere…

BRANDT                     Grazie. Fanne qualche copia, ti spiace, Reinhard?

GUILLAUME               Ci penso io, signor Cancelliere.

BRANDT                     Ah già. È la sua specialità.

GUILLAUME               L’asso della Xerox. Riservatezza garantita.

KRETSCHMANN        - E così abbiamo infilato un piede nella porta. Bravo. Mischa è molto soddisfatto.

BRANDT                     Non credo di poter sopportare ancora per molto la compagnia di Herr Guillaume.

EHMKE                        Willy, non ti fa bene essere circondato da professori e politici. Devi mantenere il contatto con la base. Devi avere attorno qualche persona comune che possa dirti cosa pensa la gente.

BRANDT                     Sì, ma Herr Guillaume è ‘comune’ in modo quasi eccessivo. Trovami qualcun altro, Horst, ti spiace?

KRETSCHMANN        (con Guillaume) Allora, questo è il piano. Qui a Bonn è come stare in una vasca di pesci rossi, e se uno dei pesci continua a sparire alla vista, la gente se ne accorge. Quindi seguiteremo a incontrarci alla luce del sole, nei ristoranti e nei bar più frequentati. Due vecchi amici che si fanno un bicchiere, sotto gli occhi di tutti. Tra di noi non passerà niente. Tutte le fotografie o le fotocopie dei documenti le darai a tua moglie. Sarà lei il tuo corriere.

GUILLAUME               Povera Christel. Era lei la stella dello show, non io!

KRETSCHMANN        Le è andata benissimo.

GUILLAUME               Un posto nella Cancelleria Statale a Wiesbaden! Cosa si poteva sperare di meglio?

KRETSCHMANN        Un posto nella Cancelleria Federale a Bonn.

GUILLAUME               È stata pura fortuna, Arno! Un dono degli dei!

KRETSCHMANN        Anche gli dei lavorano per Mischa.

GUILLAUME               Era la sua vita, lo sai.

KRETSCHMANN        Ad ogni modo, la documentazione scritta va a Christel. Ma quello che Mischa vuole veramente da te sono tutte quelle cose che i politici e i pubblici dipendenti non mettono per iscritto. I pettegolezzi. I retroscena. L’odore delle cose. Il loro modo di pensare. Chi è dentro, chi è fuori. Chi ha tirato una pugnalata a chi. Fotocopiatrice e macchina fotografica, certamente. Ma soprattutto, occhi e orecchie.

GUILLAUME               Willy continua a dire che vuole rendere trasparenti le procedure di lavoro.

KRETSCHMANN        E noi possiamo aiutarlo. Ovviamente il tema che ci interessa di più è…

GUILLAUME               La politica orientale.

KRETSCHMANN        La politica orientale. Anche la minima informazione che possa aiutarci a valutare le sue intenzioni verso il blocco socialista. Lui parla di riconciliazione. Di pace. Ma possiamo fidarci? È davvero pronto a giocarsi tutto su un tale azzardo? “Piccoli passi”, dice lui. Ma piccoli quanto? Quanto lo spazio che la Ostpolitk occupa nei suoi discorsi, sempre dopo la sicurezza e tutte quelle pie platitudini  sull’“osare più democrazia”?

BRANDT                     - Sono stati i risultai storici ottenuti da chi mi ha preceduto in questa carica a  stabilire un’intesa tra la Germania e i suoi ex nemici occidentali. Questa intesa continua ad essere la base della nostra vita politica e la garanzia della nostra sicurezza. Ma la divisione del mondo in due grandi blocchi ha lacerato l’Europa. Ha spaccato in due il nostro paese e la nostra capitale, e ha minato i nostri rapporti con i popoli dell’Est. Riconciliarci con loro, come tutti sappiamo, è estremamente difficile. Eppure, è tanto essenziale alla pace quanto lo è la nostra riconciliazione con l’Occidente.

KRETSCHMANN        Ma sarà  davvero disposto a pagarne il prezzo, al momento dovuto? Riuscirà davvero a convincere la gente a tirare fuori la testa da sotto la sabbia e a riconoscere finalmente che noi esistiamo? Tu e io? L’altra Germania? Pagherà il conto finale della guerra: un quarto delle terre tedesche finite alla Polonia e alla Russia, e un altro quarto, -noi-  separato e libero? Metà della nazione, perduta per sempre?

BRANDT                     - Coloro che sono stati separati dalle loro famiglie, coloro ai quali è stata tolta la patria, non dimenticheranno mai quanto hanno perduto, e noi possiamo solo provare a comprendere e a rispettare il loro dolore.

KRETSCHMANN        Le dodici milioni di persone che si sono rifugiate qui non lo perdoneranno mai. Può un politico democratico semplicemente cancellare un quinto della popolazione? Lui sceglie le sue parole con tanta cura. Ma cosa significano veramente?

BRANDT                     - Anche se è vero che in Germania esistono due stati separati, essi non potranno mai essere estranei. Ci legano la nostra lingua e la nostra storia, la nostra gloria e le nostre sventure. Abbiamo, anche in questo momento, degli impegni e delle responsabilità comuni: per la pace tra noi e per la pace in Europa. La nostra unità è finita, e non si può tornare indietro. Passo dopo passo, dobbiamo cercare di alleviare il dolore della separazione. Dobbiamo tirare una riga sui mali del passato. Questo governo, pertanto, farà il primo passo, aprendo negoziati diretti con Mosca, Varsavia, e Berlino Est…

KRETSCHMANN        Ma possiamo veramente fidarci di lui?

GUILLAUME               E come non fidarsi? Quando sei tra la folla, levi lo sguardo  verso di lui e ti accorgi che lui guarda te. Personalmente. Parla a te soltanto. Da essere umano a essere umano.

BRANDT                     - Cari amici, dobbiamo essere uniti con i nostri vicini. Con tutti i nostri vicini - dell’Est come dell’Ovest, dentro ai territori tedeschi così come al di fuori di essi. Dobbiamo finalmente riconciliarci.

KRETSCHMANN        E poi quando lo ricordi ai tempi di Berlino. Quando pensi a tutti gli sforzi che ha fatto per impedire che Berlino Ovest venisse riunita all’Est. Quando snocciola le sue battute fritte e rifritte sulla DDR… È davvero cambiato? O si è semplicemente accorto che all’improvviso i giovani dell’Ovest si stanno rivoltando in blocco contro il capitalismo e il militarismo? Che il mondo va nella nostra direzione? Che cosa dice in privato, in ufficio, quando parla con i suoi?

BRANDT                     (con Ehmke, Wilke e Guillaume) Ma possiamo fidarci di loro, Horst? Pensando ai loro precedenti, al loro totale cinismo. Cosa direbbe qui la gente se sapesse cosa fa la Germania dell’Est con noi per rimettere in pari la bilancia commerciale?

WILKE                                     Mi sembra di capire che stiamo per addentrarci in questioni delicate. Herr Guillaume…

GUILLAUME               Sì, me ne stavo andando.

EHMKE                        No, facciamo la prova con lui. L’elettore comune. Il nostro uomo della strada. Günther, questa è una cosa che i nostri nuovi amici dell’Est non vogliono che lei sappia, per qualche strana ragione. Devono trovare qualcosa da esportarci. E qual è la loro unica industria efficiente? La produzione di prigionieri politici. Ed ecco che cosa ci vendono. Ne arrestano quanti gliene occorrono e noi glieli compriamo. Un migliaio circa l’anno a 40.000 marchi a cranio. Ah, e ci fanno pagare anche per far uscire chi vuole ricongiungersi con la famiglia. Allora, che ne pensa, Günter? Possiamo fidarci dei nostri nuovi amici?

GUILLAUME               - Sì? No? Cosa dico? Quale dei due Günter risponderà?

KRETSCHMANN        - A te la scelta, Günter.

GUILLAUME               - Sì, ma a quale dei due “me”?

BRANDT                     È una decisione difficile, evidentemente.

GUILLAUME               Una metà di me vuole dire una cosa e l’altra metà un’altra.

BRANDT                     La tipica posizione dell’elettorato su tutto o quasi.

EHMKE                        Te l’ho detto, Willy! Il nostro uomo della strada!

GUILLAUME               (con Kretschmann) Ma davvero gli vendiamo i prigionieri politici? E prendiamo soldi per ricongiungere le famiglie?

KRETSCHMANN        Lascia perdere i traditori e i dissidenti. Quello di cui dobbiamo preoccuparci è l’effetto che Willy ha sul resto del nostro popolo.

WILKE                                     (con Ehmke) La sua visita in Germania dell’Est.

BRANDT                     - Il giorno più toccante della mia vita.

WILKE                                     Comincia appena il suo treno speciale varca la frontiera.

KRETSCHMANN        Improvvisamente è lì tra noi. Il primo leader della Germania Occidentale che abbia mai messo piede sul territorio della DDR.

WILKE                                     Improvvisamente ci troviamo lì in mezzo. L’altra Germania. La Germania che non abbiamo mai riconosciuto. La Germania che non esiste.

KRETSCHMANN        La nostra gente non ha mai visto nulla di simile. Un leader della Germania Occidentale in carne ed ossa!

WILKE                                     Non è mai successo prima! In ogni città e paese lungo la linea ferroviaria c’è gente che gli tende la mano, gente che sventola tovaglie e lenzuola. È pieno di polizia armata con l’ordine di impedire ogni manifestazione, ma non possono fare assolutamente nulla.

KRETSCHMANN        È per questo che è così urgente deciderci riguardo a Willy. Prima che la situazione ci sfugga di mano.

WILKE                                     Arriva ad Erfurt per il summit e la folla forza il cordone di polizia che circonda l’hotel.

KRETSCHMANN        Siamo atterriti, Günter.

WILKE                                     Gridano ‘Willy! Willy! Fuori! Fuori!’

KRETSCHMANN        C’è solo una persona in grado di controllarli.

WILKE                                     ‘Willy! Willy!’ ripetono. ‘Alla finestra!’ E lui si affaccia…

KRETSCHMANN        Guarda in basso verso tutte quelle facce levate in alto.

WILKE                                     Che cosa può dire che non getti benzina sul fuoco?

BRANDT                     - (fa un gesto)

WILKE                                     Silenzio. Uno dei più grandi discorsi della sua carriera. Non una parola. Solo quel piccolo gesto. Quell’unico piccolo gesto così suo.

EHMKE                        Come in tante riunioni di gabinetto.

WILKE                                     ‘Calma, calma’.

EHMKE                        Willy il conciliatore.

WILKE                                     Un discorso silenzioso ad una nazione inesistente – e ogni individuo nella folla sente che ha parlato a lui come essere umano. Che si è rivolto a lui personalmente. Un piccolo gesto.

EHMKE                        ‘Calma! Piano!’

WILKE                                     Ma tutti capiscono una cosa completamente diversa.

EHMKE                        ‘Abbiate pazienza. Il momento verrà’.

KRETSCHMANN        Stiamo correndo un rischio enorme. Ogni parola e ogni gesto di Willy alza la posta in gioco. Ogni parola e ogni gesto nostro la alza ancora. Lui firmerà trattati con Mosca, con Varsavia, con noi. Ma riuscirà a farli approvare dal Bundestag?

GUILLAUME               Ha una maggioranza di dodici voti.

KRETSCHMANN        Dodici, sì. Ma solo se la coalizione regge. Willy può anche raffazzonare un governo di coalizione con i liberali, ma tenerceli dentro è tutta un’altra storia.

WEHNER                     (con Brandt, Ehmke e Guillaume) Sono solo in trenta alla Camera e la metà di loro non vuole a nessun costo trattare con l’Est.

KRETSCHMANN        Lui è quello che dovrebbe tenere in piedi la coalizione?

GUILLAUME               - Herbert Wehner. Il capogruppo parlamentare di Willy al Bundestag.

WEHNER                     Tre di loro voteranno sicuramente contro, secondo le mie informazioni confidenziali. Tre di loro preferiscono passare coi cristiano-democratici piuttosto che trattare con l’Est.

KRETSCHMANN        - Tre voti in meno? Ora ne bastano altri tre e addio trattati. L’intera politica orientale svanirà come la nebbia del mattino.

WEHNER                     Le mie fonti dicono che altri tre animi sensibili stanno soppesando la loro coscienza. O quanto gli è stato offerto.

KRETSCHMANN        - Tu sei lì? Nella stanza con loro?

GUILLAUME               - Ormai non ci fanno più caso.

KRETSCHMANN        - E Willy cosa dice?

                                                                                                                                                                                 

                                                                                                                                                                                                       

                                                                                                                                                                                                  

GUILLAUME               - Niente. Lui e zio Herbert non si guardano nemmeno in

                                     faccia. Lunghi silenzi con lo zio che ciuccia la pipa e

                                     incurva il labbrone inferiore.

KRETSCHMANN        - ‘Zio Herbert’. Lo chiamano così davanti a lui?

 

GUILLAUME               - Non osano. Guardi quella faccia per un attimo e non riesci a spiaccicare parola. È come mangiare un caco acerbo. Ti si secca la lingua. Quando lui appare in televisione  tutti i gatti di Germania corrono a nascondersi sotto il sofà.

WEHNER                     Anche uno stupido doveva aspettarselo. Avevamo una bella coalizione stabile con i cristiano-democratici.

EHMKE                        Come soci di minoranza! Legati a un partito totalmente contrario a qualsiasi forma di accordo con l’Est.

WEHNER                     Stavamo imparando a governare. Stiamo ancora imparando. Il partito non è ancora pronto per il potere. E invece raccogliamo qualche voto in più e cosa succede? Senza consultare nessuno, il nostro grande capitano taglia il cavo di rimorchio e avanti tutta verso i liberali! Un partito bagnarola che sta affondando sotto i nostri occhi. Sapevamo tutti che questo governo non sarebbe durato neanche sei mesi. E dopo che succede? Si torna alle urne? Se i liberali perdono un altro punto alle elezioni sono fuori dal Bundestag. E allora, addio coalizione.

GUILLAUME               - Ti rendi conto? Questo qui dovrebbe tenere in piedi la coalizione, ed è lui il primo a non volerla.

EHMKE                        Herbert tratta il partito come una tazza di porcellana troppo preziosa anche per berci il tè.

WEHNER                     Le coalizioni vanno e vengono. I partiti restano. Una coalizione non ha radici né vincoli di fedeltà. Un partito ha iscritti e fondi, uffici e funzionari, protezione e punizioni. Sappiamo di poter contare sulla fedeltà di Herr Guillaume perché sappiamo che ha consacrato la sua vita al partito – e sappiamo che continuerà a farlo perché da questo dipende il suo posto di lavoro. E se a qualcuno dei nostri ragazzi del gruppo parlamentare viene in mente di scavare nella loro coscienza, io mi metto subito a scavare nel loro passato.

GUILLAUME               - Ha un fascicolo su ognuno di loro.

WEHNER                     Gli sguinzaglio dietro Karl. In genere rinsaviscono.

KRETSCHMANN        - Karl Tromsdorf?

GUILLAUME               - Il suo servizio di sicurezza privato.

KRETSCHMANN        - Altamente affidabile. Ha imparato il mestiere da noi. Un vecchio doppiogiochista.

WEHNER                     Noi abbiamo detto al mondo che siamo pronti a ‘osare più democrazia’ – qualsiasi cosa ciò significhi. Lasciate che vi dica che cosa ho imparato io dalla mia amara esperienza di democrazia. Più se ne osa, più salda dev’essere la presa su di essa. E di questo il grande capo non vuole  sentir parlare. Quando abbassa lo sguardo, dopo una dura giornata di lavoro, lui vuole vedere due belle mani pulite appoggiate sulla scrivania. Ma se si rompono le tubature qualcuno deve pur infilare le mani nel cesso. Non dimentico nemmeno per un attimo ciò che liquidò il governo rappresentativo in questo paese negli anni ’30. Coalizioni instabili che si dissolvevano una dopo l’altra come bolle di sapone. Potrebbe accadere di nuovo. In Germania la democrazia parlamentare è ancora molto giovane. Senza due gambe forti a sostenerla verrà sconfitta dai suoi nemici. Una di quelle gambe, che ci piaccia o no, sono i cristiano-democratici. L’altra è questo nostro partito. A poco a poco, in questi vent’anni, abbiamo convinto l’elettorato a fidarsi di noi. E ora abbiamo messo il nostro futuro nelle mani di una banda di dilettanti in declino sulla quale non abbiamo nessun controllo. I liberali. Solo il nome mi fa raggelare il sangue.

KRETSCHMANN        - Anche lui un comunista vecchio stampo, questo Wehner. Che farebbe il partito di Willy senza di noi?

BRANDT                     (con Ehmke) Non mi ha mai perdonato di essere diventato Cancelliere. È così spiritualmente sfigurato che non può mostrare in giro la faccia, perché tutti i gatti di Germania scapperebbero su per le tende, e odia chiunque non lo sia. Il burattinaio invidioso dei suoi burattini. Voleva tenere un cristiano-democratico a Palazzo Schaumburg solo per tenerne fuori me. Un ex nazista! Quello però  sapeva come manovrarlo. Che bella accoppiata. Il vecchio comunista che manovra i fili, e il vecchio nazista che balla come un burattino.

EHMKE                        La disciplina, Willy. E’ questo che brama lo zio. Qualcuno che gli riporti indietro il bastone. Ed è questo che lo manda in bestia di te. Tu il bastone non glielo riporti. E, qualsiasi cosa tu possa pensare di lui, lui si è votato anima e corpo a questo partito.

BRANDT                     Si era votato anima e corpo al Partito Comunista. E ha consegnato tutti i suoi compagni alla polizia segreta russa.

EHMKE                        Non se ne dà ancora pace.

BRANDT                     È sempre pappa e ciccia con i suoi vecchi amici di Berlino Est.

EHMKE                        Quelli non l’hanno mai perdonato. Lo odiano.

BRANDT                     Ma tra loro si capiscono.

GUILLAUME               - Davvero?

KRETSCHMANN        - Certo.

EHMKE                        Comunque sia, sotto sotto è un vecchio sentimentale. La sera della tua elezione ti ha gettato le braccia al collo.

BRANDT                     Con la stessa grazia di una zia zitella ubriaca che ci prova col postino.

EHMKE                        Gira tutta la Germania per visitare i compagni di partito malati e in punto di morte.

BRANDT                     Si siede sul letto a pregare per loro. Prima comunista, ora fanatico religioso.

EHMKE                        Meno male che non c’è nessuno a sentirti quando fai così.

                                                                                                                                                                                                         

BRANDT                     Solo Herr Guillaume.

EHMKE                        Oh, è ancora qui, Günther?

BRANDT                     Come fa lo Zio a sapere con tanta precisione quando la gente sta per morire, Herr Guillaume? Perché anche se non sono moribondi quando arriva, dopo mezz’ora in sua compagnia, lo diventano.

EHMKE                        Dai, Willy. Poi queste cose gli arrivano all’orecchio.

BRANDT                     È l’unica forma legale di eutanasia.

KRETSCHMANN        - Secondo me eri troppo tenero con Willy quando hai iniziato questo lavoro. Ma io che ti avevo detto? Wehner non è il solo ad avere due facce.

GUILLAUME               - No. C’è anche Helmut.

SCHMIDT                    (con Wehner) Io ho una vera e propria venerazione per Willy, lo sai, da sempre. È il mio idolo politico. Metterei la mano sul fuoco per lui.

KRETSCHMANN        - Helmut Schmidt. L’erede al trono di Willy.

SCHMIDT                    Ma il suo atteggiamento nei tuoi confronti è veramente ridicolo. La nostra maggioranza si sta avvicinando velocemente allo zero. Lui sa di non poter tenere insieme il partito senza di te.

WEHNER                     Ma sa anche che non possiamo venire rieletti senza di lui.

SCHMIDT                    Abbiamo tutti bisogno l’uno dell’altro! Siamo stati noi tre a rendere eleggibile questo partito! Tu, Willy ed io. Ci siamo disfatti del marxismo. Abbiamo lottato e lottato, noi tre insieme. I tre moschettieri del socialismo moderno! Ero così fiero di far parte del trio!

KRETSCHMANN        - Il principe ereditario Helmut, in attesa dietro le quinte.

GUILLAUME               - E destinato a restarci per sempre. Ha solo cinque anni meno di Willy. A meno che Willy non venga schiacciato da un tram, sarà troppo vecchio per ereditare. Questa è la sua tragedia, la ragione per cui è così nervoso. Questo, e la tiroide. Non può mangiare nulla. Vive di gelati e coca cola.

KRETSCHMANN        - Gelati, coca cola e la speranza in un tram impazzito.

SCHMIDT                    Willy è sempre chiuso da qualche parte con Horst Ehmke negli ultimi giorni.

WEHNER                     Herr Ehmke ha un talento che al resto di noi manca: apprezza le barzellette del grand’uomo.

SCHMIDT                    La maggior parte delle quali sono su di te, naturalmente. L’hai sentita quella di te e la Vergine Maria?

WEHNER                     Sì, grazie.

SCHMIDT                    Nel frattempo, io devo starmene seduto ogni giorno in Consiglio a guardare Willy che si lascia scappare dalle mani tutto quello per cui noi abbiamo lottato. Non vuole esercitare alcun controllo! Non vuole o non può. Sostiene di essere interessato alla difesa, ma poi non mi aiuta minimamente a salvaguardare il budget del ministero! Se ne sta lì zitto mentre Karl Schiller ci fa lezione per ore sull’economia. È come essere tornati all’università. Tutti quei lunghi silenzi di Willy! Tutti quei compromessi, tutta quell’indecisione. Qualsiasi cosa pur di evitare il confronto o il conflitto. (con Brandt) Allora, Willy, sì o no? Questa bozza o quella? La mia proposta o quella di Karl Schiller?

BRANDT                     Parliamone. Vediamo se si può trovare una soluzione che accontenti tutti.

SCHMIDT                    Non puoi accontentare tutti, Willy! Non quando sei a capo di un governo! Dobbiamo prendere una decisione!

BRANDT                     Grazie Helmut. Cosa ne pensano gli altri…?

WEHNER                     (con Schmidt) Il gran conciliatore.

SCHMIDT                    E io gli rendo onore per questo, come il resto del mondo. Ma se almeno non lo facesse anche in privato! Io non sono la persona più paziente del mondo, lo ammetto. Ma starmene in riunione di gabinetto sapendo che ho la risposta per risolvere un problema, e vedere Willy che la fa dissolvere coi suoi tentennamenti, è al di là di ogni umana sopportazione!

WEHNER                     E poi all’improvviso, dal nulla, un grande gesto. Ci scaraventa in una nuova coalizione senza dire una parola a nessuno. Davvero apprezzabile, questa sua spontaneità. Ma la spontaneità è come la democrazia: deve essere tenuta sotto stretto controllo… Le serve qualcosa, Herr Guillaume?

GUILLAUME               Mi scusi. Cercavo una cosa. Non fate caso a me.

SCHMIDT                    No, metterei una mano sul fuoco per lui, va da sé. Una mano sul fuoco.

KRETSCHMANN        - L’ex comunista e l’ex ufficiale della Wehrmacht. Entrambi nostalgici della disciplina del bel tempo che fu.

GUILLAUME               - Strana la disciplina che praticano, però. Si limitano a fare le pulci a Willy dietro le sue spalle.

WEHNER                     (con Ehmke e Guillaume) Pare che il grand’uomo sia tornato a casa dai suoi amici alla moda ieri sera. Una Camelot-sul-Reno, stando a quel che si dice.

EHMKE                        Dovevi esserci anche tu.

WEHNER                     Curioso, no? Abbiamo a malapena tolto il sudicio berretto di tela dalla testa del partito e strappatogli di mano la bisunta chiave inglese, che il capo ci ha messo tutti in farfallino bianco e frac a bere champagne dalle scarpette delle attrici. Per forza lo adorano tutti. O, quantomeno, tutti i produttori di champagne. Tutte le ditte che noleggiano abiti da sera.

SCHMIDT                    (con Wilke e Guillaume) Questi berlinesi! Non ce n’è uno che conosca il valore dei soldi! Gli diamo tre miliardi di marchi l’anno per mandare avanti la città, e loro li sbattono via come se piovessero dal cielo. E ora, grazie a Willy, stanno assumendo il controllo del governo. È una specie di infestazione!

WILKE                                     Li ha infilati persino qua. Questioni sindacali, Herr Guillaume?

GUILLAUME               Questioni di partito.

WILKE                         Ah, già, lei è stato promosso.

SCHMIDT                    Non che Willy sia un vero berlinese. È nato a Lubecca! E per questo, chiaramente, deve essere più berlinese di tutti gli altri.

EHMKE                        (con Brandt e Guillaume) Il problema con lo Zio è molto semplice. Tu non piaci a lui, e lui non piace a te. Con Helmut la cosa è più complicata. Lui ti adora e tu non lo ricambi. È come uno scolaretto che si è preso una cotta per la maestra e cerca in continuazione di dimostrarle di essere molto più intelligente di lei.

WEHNER                     (con Schmidt e Guillaume) Horst Ehmke di nuovo chiuso a confabulare col Grande Capo.

SCHMIDT                    Sta rapidamente diventando il Gran Ciambellano di Willy. Finiremo tutti per prendere ordini da lui.

WEHNER                     Di sicuro ha messo in ombra te.

EHMKE                        (con Brandt e Guillaume) Willy, quello che serve con tutti e due è farli sentire protetti e apprezzati. E l’unico modo, Willy, per dirlo con parole semplici, è di dare a entrambi un bel calcione nel sedere.

GUILLAUME               - E poi, in fondo in fondo, a rodere come topi le fondamenta dell’intera baracca. La nuova sinistra!

GENSCHER                 (con Brandt, Ehmke, Nollau e Guillaume) Questo è il nostro tallone d’Achille. La gente guarda il governo e cosa vede? Una banda di capelloni estremisti universitari. Non gli andavano a genio quando facevano casino per le strade nel ‘68, e non gli vanno a genio nemmeno ora.

GUILLAUME               - Genscher. Il ministro degli Interni. Quello che deve tenere sotto controllo le manifestazioni.

GENSCHER                 Ogni volta che la gente accende la televisione: altre scene di violenza della sinistra. Una banca rapinata. Un giudice  assassinato.

EHMKE                        Sono quelli della Banda Baader-Meinhof! La Frazione dell’Armata Rossa! Non c’entrano niente coi nostri! I nostri non ammazzerebbero una mosca!

GENSCHER                 La sinistra è la sinistra. Nella testa delle persone…

BRANDT                     Sono stati i giovani radicali a mandarci al governo.

EHMKE                        Ci sganciamo da quelli della vecchia sinistra poco prima che la zattera affondi sotto il loro peso, e appena quelli della nuova sinistra vedono che resta a galla corrono ad arrampicarsi a bordo e la fanno affondare di nuovo.

GENSCHER                 E la notizia successiva è che il Cancelliere si trova in Germania dell’Est ad amoreggiare coi comunisti.

EHMKE                        I comunisti? Che c’entrano i comunisti con la sinistra?

GENSCHER                 La sinistra è la sinistra. E in ogni caso Herr Nollau mi riferisce che Berlino Est sta dando sostegno attivo ai terroristi.

NOLLAU                      Riteniamo che il Ministero della Sicurezza della DDR gli stia offrendo asilo e strutture per l’addestramento. Abbiamo le prove che serve da transito per i campi della Fatah in Siria e nello Yemen del Sud.

GUILLAUME               - Günther Nollau. Il Capo della Sicurezza della Germania Ovest… È vero che appoggiamo i terroristi?

KRETSCHMANN        - Herr Nollau, un altro nostro transfuga. Una scelta ispirata per quell’incarico. Era ricercato per omicidio quando ha tagliato la corda.

NOLLAU                      Né, posso affermare, gli attuali negoziati con la Germania Orientale hanno portato a una riduzione dell’attività  spionistica contro di noi. Riteniamo che Berlino Est  abbia attualmente qualcosa come un migliaio di agenti attivi qui da noi.

KRETSCHMANN        - Resta immobile, Günter!

GUILLAUME               - Si sono dimenticati di me. Sono come l’attaccapanni nell’angolo.

NOLLAU                      Ci sono quasi certamente diverse centinaia di agenti che operano negli uffici governativi in questo stesso istante… Credevo che questo fosse un incontro riservato.

EHMKE                        Herr Guillaume. Lavora al piano di sopra. È uno di noi. Odia la sinistra.

BRANDT                     In ogni caso, sono certo che noi operiamo analogamente a casa loro. E perché no? Parliamo tutti la stessa lingua. Ai miei occhi l’intera Germania, Est e Ovest, è un gigantesco palazzo di vetro.

GENSCHER                 Il problema della sicurezza non va preso sotto gamba, signor Cancelliere. Un altro scandalo di spie potrebbe significare la fine di questo governo.

KRETSCHMANN        (con Guillaume) È vero, Günter, è vero. Resta molto, molto immobile sotto quei cappotti e cappelli.

GUILLAUME               In realtà potrebbe essere proprio Genscher a mettere fine a questo governo.

KRETSCHMANN        Genscher?

GUILLAUME               È un liberale.

KRETSCHMANN        Ma del tutto mansueto.

GUILLAUME               Alcuni dei membri più reazionari del Partito Liberale non la pensano così. Lo vogliono a capo del partito. Come prima cosa abbandonerebbe Willy e formerebbe una coalizione con i cristiano-democratici.

WEHNER                     (con Nollau e Guillaume) Il Ministero degli Esteri. Ecco cosa ci guadagnerebbe. Lui ci ha messo gli occhi sopra, ma sa che Willy non ce lo lascerà nemmeno avvicinare. Viaggi a Parigi e New York. Interviste ogni volta che scende da un aereo. Crede che se appare abbastanza in televisione qualche manciata di elettori più attenti potrebbero cominciare ad accorgersi della sua esistenza.

GUILLAUME               - Wehner e Nollau.

KRETSCHMANN        - Sempre stati pappa e ciccia. Sono tutti e due di Dresda.

WEHNER                     Allora, cosa si dice dentro al Partito Liberale? Herr Genscher sta dando la scalata oppure no?

NOLLAU                      Non saprei proprio. Io non sono un liberale.

WEHNER                     È il suo ministro.

NOLLAU                      Vuole che mi metta a spiare il mio ministro?

WEHNER                     Che c’è di strano? Siamo tutti uguali davanti alla legge. Basta che Willy non lo sappia. Basta non sporcarsi le mani! E non se lo scordi, lei non è solo un funzionario del Governo – lei è anche un membro del partito. Ha il dovere di difendere gli interessi del partito. Qualsiasi cosa le capiti per le mani, su Genscher o su chiunque altro, me la comunichi. Dobbiamo fare quadrato, noi due. Due semplici sassoni che cercano di sopravvivere in un mondo pieno di bavaresi arroganti e di subdoli renani. Due pulcini nella stoppa di Dresda con un lupo berlinese in agguato dietro a ogni cespuglio.

NOLLAU                      Le sono molto grato di tutto quello che ha fatto per me…

WEHNER                     Allora mi tenga informato.

NOLLAU                      Come sempre.

WEHNER                     Per primo, intesi?

KRETSCHMANN        (con Guillaume) La Germania dell’Ovest, Günter! La Repubblica Federale! Non una sola cosiddetta “democrazia”, ma dodici democrazie diverse legate insieme in una federazione come furetti in un sacco. Dodici fabbriche di chiacchiere che parlano tutte nello stesso momento, con la fabbrica di chiacchiere federale a Bonn che cerca di far sentire la propria voce sopra le altre! Tre partiti politici che saltano da un letto all’altro come intellettuali ubriachi, quindici ministri in guerra tra loro soltanto a Bonn, e sessanta milioni di ego diversi. Tutti a fare accordi con tutti e poi a romperli. Tutti sempre a guardarsi attorno per cogliere l’espressione sul volto degli altri. Tutti a cercare di indovinare da quale parte salteranno gli altri. Tutti a difendere il proprio interesse, e tutti completamente dipendenti dagli altri. Non una Germania. Sessanta milioni di Germanie separate. La torre di Babele! Con non uno, ma mille tarli in ogni scheggia di legno della casa. Iddio sa se noi dell’Est non abbiamo i nostri difetti, ma almeno parliamo con una sola voce. Cantiamo tutti la stessa canzone. Questa è la nostra forza. Ed è per questo che noi resteremo in piedi quando tutta questa fatiscente costruzione finalmente crollerà.

NOLLAU                      (con Wehner) C’è una cosa che potrebbe interessarle…

GUILLAUME               - Nollau che va da Wehner stavolta. Qualcosa che riguarda Genscher?

KRETSCHMANN        - Lascia stare, Günter. Non due volte di fila!

GUILLAUME               - L’attaccapanni. Nessuno lo nota.

KRETSCHMANN        - Se l’attaccapanni continua a entrare nella stanza lo noteranno.

NOLLAU                      I servizi di sicurezza cercano una cellula dormiente. Qualcuno dentro al partito. Pensavo che forse avrebbe voluto aprire qualche inchiesta discreta per conto suo.

WEHNER                     Un dormiente. Cosa sappiamo di lui?

NOLLAU                      Non molto. È stato impiantato una decina d’anni fa. A quell’epoca abbiamo intercettato una trasmissione radio diretta a lui. Finiva con un messaggio personale. Auguri di buon compleanno e congratulazioni per l’arrivo del secondo maschio.

WEHNER                     Due figli maschi? È tutto quello che sappiamo?

NOLLAU                      Sappiamo anche che il suo nome inizia per G.

GUILLAUME               - Non preoccuparti, Arno! Il cielo è sereno!

KRETSCHMANN        E’ proprio a ciel sereno che arriva il fulmine.

EHMKE                        (con Guillaume) Possiamo scambiare due parole in privato, Günter?

KRETSCHMANN        - Lo sapevo!

GUILLAUME               - Aspetta. Calma.

EHMKE                        Il congresso del partito la settimana prossima a Saarbrücken. Devo allestire un ufficio temporaneo per il Cancelliere. Lo dirigerà lei. D’accordo?

GUILLAUME               Ma certo. Qualsiasi cosa. Con piacere.

EHMKE                        Sarà a corto di personale, temo. Dovrà occuparsi lei del collegamento coi servizi di sicurezza. Spiacente.

GUILLAUME               No, ho sempre nutrito un segreto interesse per la sicurezza.– Visto? Solo un altro cappello gettato sul povero vecchio attaccapanni.

KRETSCHMANN        - Incredibile. Solo che questo mi rende ancora più nervoso.

EHMKE                        C’è un premio di consolazione, però, Günter. Egon Bahr sarà a Mosca per dei negoziati. Avrà a disposizione la sua auto ufficiale con l’autista.

KRETSCHMANN        (con Guillaume) Prima o poi qualcosa andrà storto.

GUILLAUME               Sta’ tranquillo! Willy è riuscito a far firmare il primo trattato.

KRETSCHMANN        Manca ancora la Polonia prima di arrivare a noi.

GUILLAUME               Il più difficile era quello coi sovietici. Ed è quello che apre la strada a tutti gli altri.

KRETSCHMANN        Non è ancora stato ratificato. La sua maggioranza si è ridotta a quattro membri. E se per qualche ragione dovessimo perdere Willy. Un tram… un autobus… un fulmine… Un qualche scandalo… sulla sua vita privata, ad esempio. Con tutte quelle donne…

GUILLAUME               Segretarie, giornaliste. Roba di poco conto, oggigiorno. Ti ho dato la lista.

KRETSCHMANN        Sì, ma se venisse fuori…

GUILLAUME               Lo sanno tutti!

KRETSCHMANN        Ma nessuno lo dice.

GUILLAUME               E non saremo certo noi a dirlo. Vero?

KRETSCHMANN        Noi no. Noi stiamo cercando di tenerlo in piedi. Ma se Willy dovesse mai perdere il suo lustro, Wehner se lo caverebbe via come un dente cariato. Lui e Helmut non aspettano che la minima occasione…

BRANDT                     (con Schmidt, Wilke, Ehmke, Guillaume e Bauhaus) Uli!

BAUHAUS                   Capo?

BRANDT                     Bottiglie e bicchieri!

KRETSCHMANN        - Non avrà ricominciato a bere?

GUILLAUME               - Niente superalcolici adesso. Solo vino. Tutti quanti. In gran quantità. Solo vino, però, sempre vino. E sempre e solo rosso.

KRETSCHMANN        - L’ultima traccia del loro socialismo.

GUILLAUME               - Alla fine della giornata si ritrovano tutti con un bicchiere in mano. Un momento di relax, mettendo da parte i loro contrasti. Persino Helmut. Persino Wehner. E per un paio d’ore ci lasciamo alle spalle tutti i problemi. Una piccola cerchia di volti levati verso di lui, e dopo aver ascoltato a lungo finalmente Willy parla.

BRANDT                     Il 1945. Le città tedesche sono tutte un cumulo di macerie. E noi con che cosa abbiamo cominciato a ricostruire? Con le macerie. Non avevamo altro. Donne in fila che separavano pazientemente ad uno ad uno i mattoni ancora buoni. Se li passavano di mano, li pulivano, li mettevano via… Chi sapeva da quali edifici venivano quei mattoni? Lo scantinato della centrale delle SS… le fabbriche dove molti avevano sofferto ed erano morti per il lavoro forzato… Pulivano i mattoni alla meglio, e con quelli abbiamo costruito le città semplici e schiette in cui viviamo oggi. È stato lo stesso per le persone. Chi erano le persone con cui abbiamo ricostruito la nostra società distrutta? Alcuni erano sopravvissuti dei lager e delle prigioni. Alcuni erano esuli. Ma la maggior parte erano stati comuni cittadini del Reich. Sono stati loro il nostro materiale da costruzione. Non ne avevamo altro. E con quelle persone abbiamo costruito le istituzioni semplici e schiette della società di cui tutti noi facciamo parte. E ora cosa ci troviamo di fronte? Due Germanie spezzate come quei vecchi muri distrutti. È questo il materiale col quale dobbiamo costruire il mondo in cui vivremo domani. È il solo materiale che abbiamo – le due Germanie così come sono oggi. Piene di dubbi e sospetti da ambo le parti. Perché l’edificio che stiamo creando rimanga in piedi, dobbiamo fare in modo che questo fragile materiale possa sostenere il peso di cui lo stiamo caricando. Dobbiamo in qualche modo far sì che chi nutre dubbi e timori, da ambo le parti, accetti ciò che stiamo facendo.

SCHMIDT                    Il sogno di Willy. Una vita senza conflitti.

BRANDT                     I conflitti risolti.

SCHMIDT                    La riconciliazione degli inconciliabili.

BRANDT                     Anche degli inconciliabili all’interno del nostro partito.

EHMKE                        Questo sì che è un pensiero solenne.

BRANDT                     Un altro pensiero solenne da portare a casa con voi stasera, signori, quando tornerete dalle vostre mogli e dai vostri figli che si struggono nell’attesa, sempre che riusciate ancora a ricordare dove abitano: sotto il capitalismo l’uomo è oppresso dall’uomo; sotto il socialismo invece è il contrario… Sgombra la scrivania, Uli, per favore. C’è del lavoro da fare.

GUILLAUME               (a Bauhaus) Ti aiuto.

SCHMIDT                    Davvero, dove abitano le nostre mogli e i nostri figli…?

BRANDT                     Berlino Est manda uno dei suoi funzionari all’Ovest per riferire sulla morte del capitalismo. Va a Londra, poi a Parigi, poi a New York. Torna a Berlino Est e fa: “È una morte bellissima”.

WILKE                                     Noto che ha lasciato fuori Bonn.

Wilke e Schmidt se ne vanno.

WEHNER                     Mi chiedo se il Grande Capo abbia mai domandato a Herr Bauhaus come si sente ad essere usato come suo maggiordomo e sguattero.

BRANDT                     Uli?

EHMKE                        È la tua guardia del corpo, Willy.

BRANDT                     E chi mi spara a quest’ora della notte?

BAUHAUS                   Se non c’è altro, capo…

BRANDT                     Moglie e figli, Uli.

BAUHAUS                   La aspetto in macchina. (Esce.)

EHMKE                        E lui ce l’ha una moglie e dei figli, Willy?

WEHNER                     Probabilmente non lo ricorda più.

EHMKE                        E Günter? Se lo ricorda? Non lo sai, vero, Willy? Non gli hai mai parlato.

BRANDT                     Ti avevo chiesto di mandare via Herr Guillaume.

EHMKE                        Parlagli, Willy. Lui ti è davvero devoto. Quando tutte quelle facce alzate in sala ti guardano adoranti, lui è tra loro. Parlagli. Scopri cosa pensano quelli che stanno là sotto con lui.

BRANDT                     Quello mi fa sempre pensare a un’altra specialità di Berlino: le polpette cotte nel grasso. Molto pesanti e molto unte.

WEHNER                     (a Guillaume) Moglie e figli, già… Grabert. G. Potrebbe essere Grabert. Horst Grabert. Ha famiglia? Lei sa tutto di noi, Herr Guillaume. Horst Grabert ha dei figli?

GUILLAUME               Un maschio e una femmina. Perché?

WEHNER                     Pura curiosità. Mi piace tenermi aggiornato sulle vite private dei miei colleghi. Gaus? Che mi dice di Herr Gaus?

GUILLAUME               Günther Gaus? Una figlia.

WEHNER                     Una figlia? Meno problemi, forse, di due maschi… (Esce.)

EHMKE                        (a Brandt) Parlagli!

KRETSCHMANN        - Così adesso sei solo con lui.

BRANDT                     Non ha una moglie che l’aspetta a casa, Herr Guillaume? O dei figli?

GUILLAUME               Aspetterò che lei abbia finito, grazie, signor Cancelliere. Voglio assicurarmi che l’argenteria sia sotto chiave quando me ne vado.

BRANDT                     Anche se mi dicono che lei trova il tempo di fare il simpatico con un paio delle nostre segretarie.

GUILLAUME               Oh… Cerco solo di essere gentile…

BRANDT                     La sezione di Francoforte?

GUILLAUME               Io? Sì, ero lì.

BRANDT                     Conosce quest’uomo? È in lizza laggiù per un incarico nel partito.

GUILLAUME               È un comunista.

BRANDT                     Grazie. Buono a sapersi…

GUILLAUME               Una moglie, sì. Ho una moglie. Mi aveva chiesto se…

BRANDT                     Lavora nel suo stesso settore, se non sbaglio?

GUILLAUME               L’hanno trasferita da Wiesbaden. Finalmente abbiamo trovato un appartamento a Bonn… Lo sa che io e lei abbiamo una cosa in comune, signor Cancelliere? Lei ha un figlio che si chiama Peter, io ho un figlio che si chiama Pierre. Quattordici anni. Ma hanno opinioni politiche un po’ diverse. Il suo Peter è un vero compagno, lo so. Ogni volta che apre il giornale, eccolo lì in strada con i suoi amici a protestare contro il governo di papà. Lei deve essere molto… molto orgoglioso di lui… Invece il mio Pierre è un suo fan sfegatato. Ha riempito casa nostra di adesivi con scritto “Vota Willy”.

BRANDT                     Sarà a letto ormai. Non lo vede mai.

GUILLAUME               La domenica. Cerco di recuperare il tempo perso. Abbiamo un rito della domenica mattina: saltiamo in macchina e andiamo fino all’aeroporto a comprare i giornali. Facciamo un giro per l’aeroporto insieme. Chiacchieriamo, non so bene di cosa. Guardiamo gli aerei che decollano. Immaginiamo di essere a bordo, mentre ci alziamo sopra le nuvole, immersi nella luce del sole. Dove andiamo? Chissà. In un posto caldo. Dove il cielo è azzurro e la vita è semplice.

BRANDT                     Ed ecco che a mezzanotte lentamente viene fuori tutto un altro Guillaume. La versione romantica.

GUILLAUME               E’ un’altra cosa che abbiamo in comune, signor Cancelliere.

BRANDT                     E così, tutte le domeniche mattina, lei e Pierre…

GUILLAUME               Vivo per questo. Per le domeniche mattina. Quando vado a prendere i giornali con Pierre.

KRETSCHMANN        - Non è che ti stai prendendo una cotta per lui, come tutti gli altri?

GUILLAUME               - Lui ti ascolta! È questo il suo trucco. Ascolta quello che gli altri dicono. E poi, come fai a guardare dentro al cuore di una persona se non te ne innamori un po’? E all’improvviso, dal nulla, sento la mia voce che dice: - Signor Cancelliere, una volta mi ha chiesto se potevamo fidarci di loro. Dei tedeschi dell’Est…

BRANDT                     Ricordo che lei ondeggiava tra due posizioni contrastanti.

GUILLAUME               - Mezzanotte. Soltanto noi due, tranquilli, a parlare… - Dobbiamo fidarci gli uni degli altri, signor Cancelliere. Non c’è altro modo per convivere.

BRANDT                     Grazie.

GUILLAUME               - Sì?

KRETSCHMANN        - Un bel rischio…

GUILLAUME               - Mi sono fidato di lui. E lui si fida di me. Poi, due giorni dopo… è tutto finito.

KRETSCHMANN        - Finito? Cosa?

GUILLAUME               - Tutto! L’intero progetto! L’intera avventura!

EHMKE                        (con Wilke e Guillaume) È finita! Siamo fregati! Non riusciremo mai a vincere! Una mozione di sfiducia, e cinque dei nostri ci voteranno contro!

WILKE                                     Credo che Herr Wehner sia riuscito a riconquistarne uno.

EHMKE                        Perderemo lo stesso. Addio Willy. Addio tutti noi. Arriva Barzel. Arrivano i cristiano-democratici.

GUILLAUME               Addio trattati orientali.

EHMKE                        È un piccolo squallido inghippo procedurale. C’è gente in piazza in tutta la Germania.

SCHMIDT                    (con Wehner e Guillaume) Era un incidente annunciato. Se metti in piedi una coalizione come un uovo in equilibrio su una stecca da biliardo, prima o poi ti ritrovi una frittata sul tappeto. Non è certo il momento di farlo presente a Willy, ma in privato voglio dirti che è esattamente quello che tu e io avevamo previsto. Avrai qualche asso nella manica, no?

WEHNER                     Tutti si aspettano che il buon zio Herbert tiri fuori un trucco dal cilindro del partito. Anche il Grande Capo. Basta che sia una magìa. Basta che lui non veda i maneggi che ci stanno dietro.

GUILLAUME               - Non sta a me dire ai miei capi cosa fare. Ma tu dicevi che Mischa voleva che io utilizzassi il mio acume politico, no? La mia comprensione della psicologia umana. Te lo dico in una parola.

SCHMIDT                    Soldi?

GUILLAUME               - Soldi.

WEHNER                     È questa la bacchetta magica?

GUILLAUME               - Tanti bei bigliettoni nuovi di zecca…

SCHMIDT                    Basterebbe comprarne due o tre perché si astengano.

GUILLAUME               - Ce ne sono quasi 250 tra cui scegliere.

KRETSCHMANN        - Günter, stai diventando un po’ cinico.

GUILLAUME               - Perché no, scusa. Anche Mischa l’ha fatto. Che c’è di male? Compriamo, vendiamo. Vendiamo prigionieri politici, compriamo uomini politici. Che differenza fa?

KRETSCHMANN        - Dopo sedici anni di vita all’Ovest…

GUILLAUME               - Li vendiamo o no i prigionieri politici?

WEHNER                     Mai sporcarsi le mani. Ossessione interessante per l’uomo che sostiene di rappresentare i lavoratori manuali di questo paese.

EHMKE                        (con Schmidt, Wehner, Wilke, Nollau, Genscher, Guillaume e Bauhaus) Ho cominciato a distruggere gli incartamenti. Voglio tutti i nostri fascicoli fuori da questo ufficio quando arriverà Barzel.

WILKE                                     Ci ha già mandato la tabella di marcia. Ore 14:  risultato del voto…

SCHMIDT                    È tardi, è tardi. Che succede? Qual è l’intoppo?

WILKE                                     Ore 15: viene nominato Cancelliere. Ore 16: fa il giuramento. Ore 17: si insedia a Palazzo Schaumburg.

EHMKE                        (a Guillaume) Tenga, Günter, prenda. Dinamite. Maneggiare ad occhi chiusi.

GENSCHER                 Ecco, ci siamo!

NOLLAU                      Abbiamo perso.

WEHNER                     Aspetta.

NOLLAU                      Io lo so.

WEHNER                     Aspetta, aspetta.

NOLLAU                      Ho le mie fonti…

SCHMIDT                    Guardate Willy.

GENSCHER                 Sul patibolo.

SCHMIDT                    Calmo come un re…

EHMKE                        Su, andiamo…

GUILLAUME               Sono andati a tirarli fuori dagli ospedali!

GENSCHER                 Il povero vecchio Guttenberg sembra in punto di morte.

NOLLAU                      Sta…

EHMKE                        Non credo di poterlo sopportare…

SCHMIDT                    Guardate! Sepp Woelker! Fa un segno!

WILKE                                     Due! Due! È un due!

EHMKE                        Ce l’hanno fatta!

NOLLAU                      Te lo dicevo.

SCHMIDT                    Per due voti!

WEHNER                     Aspetta… aspetta…

SCHMIDT                    Per due voti hanno fatto cadere il più grande leader che questo paese abbia mai avuto!

WILKE                                     Guardate Willy.

EHMKE                        Sta…sorridendo…

GUILLAUME               (a Kretschmann) E tutto il partito va in delirio! Non avevano perso per due voti, ma vinto per due voti! Quei figli di puttana erano così sicuri di avercela fatta! Avevano già programmato tutto! Giuramento alle quattro! Insediamento a Palazzo Schaumburg alle cinque! E anche noi pensavamo che avessero vinto! Abbiamo distrutto metà dei fascicoli! Poi ecco Sepp Woelker. Due, due, ci fa segno. Oh no…!

KRETSCHMANN        Be’… congratulazioni.

GUILLAUME               Altro che il calcio! Prova la democrazia parlamentare! Scusa. Sto ululando coi lupi.

KRETSCHMANN        Ululando con loro? O cacciando con loro?

GUILLAUME               Cacciando con loro, mangiando con loro. Ridendo con

                                     loro, piangendo con loro. Non puoi fare altro, se sei

                                     mezzo uomo e mezzo lupo.

KRETSCHMANN        Non è che ti dimenticherai della metà umana?

GUILLAUME               Tranquillo. Continuerò ad essere il perfetto servo di due padroni. Mischa e Willy. Willy e Mischa. I miei due grandi padroni. Dimmi una cosa, però. Per soddisfare la mia curiosità. Quanto è costato?

KRETSCHMANN        Stai ululando di nuovo, Günter.

GUILLAUME               Scusa. Basta che Mischa sia contento. Non voglio altro dalla vita.

KRETSCHMANN        E che lo sia anche Willy.

GUILLAUME               Anche Willy.

KRETSCHMANN        Bene, torniamo al lavoro.

WILKE                                     (con Schmidt, Wehner e Guillaime) Il Cancelliere? Temo che sia indisposto, Herr Guillaume.

SCHMIDT                    Un altro dei suoi stati influenzali.

WEHNER                     Per usare la dicitura tecnica.

SCHMIDT                    Il dottore sospetta che questo sia stato provocato dalla prospettiva di nuove elezioni.

WEHNER                     C’è il dottore con lui.

WILKE                                     Il dottor Ehmke.

SCHMIDT                    Gli somministra la solita medicina.

WEHNER                     Brandendo l’apribottiglie terapeutico.

SCHMIDT                    Allora, prego, sedetevi. Siamo tutti in impaziente attesa di segnali di guarigione e, stando alle esperienze passate, è probabile che dovremo aspettare un bel po’.

GUILLAUME               Nuove elezioni?

SCHMIDT                    Chi lo sa?

WEHNER                     Chiedilo al Grande Capo.

SCHMIDT                    Mettiti in coda.

WILKE                                     Dovranno esserci per forza nuove elezioni. Abbiamo perso la maggioranza alla Camera. Non possiamo nemmeno approvare il bilancio.

GUILLAUME               Guadagneremo altri voti.

SCHMIDT                    I liberali, però, li perderanno. Scenderanno sotto lo sbarramento del cinque per cento. Scompariranno del tutto.

WEHNER                     E con loro, questa malnata coalizione.

GUILLAUME               Insomma, il Cancelliere sta…?

SCHMIDT                    Sta male, pare, al solo pensiero.

WEHNER                     Qualcuno dovrebbe portargli un’altra bottiglia di medicina.

WILKE                                     Immagino che tocchi a me.

SCHMIDT                    Credo che stia già provvedendo il nostro amichetto.

EHMKE                        (con Brandt e Guillaume) Forza, Willy. Sei il Cancelliere, ricordi? Allora alzati e fa’ il Cancelliere!

GUILLAUME               Candidato alle elezioni: “Se vinceremo noi, vi faremo un nuovo ospedale, una nuova scuola e un nuovo ponte sul fiume”. Voce dalla folla: “Qui non c’è il fiume”. Candidato: “Vi faremo anche un fiume!”

BRANDT                     Non ce la faccio ad affrontarli, Horst. Loro mi guardano e io vedo quella perenne domanda nei loro occhi: “Perché tu? Perché non io? Perché tu?”

EHMKE                        Conoscono già la risposta. Perché tu sei quello che sei.

BRANDT                     E chi sarei?

EHMKE                        Quello che ha fatto tutto quello che hai fatto.

BRANDT                     Ciò che è fatto è fatto.

EHMKE                        Quello che farà tutto quello che farai.

BRANDT                     Quello che sperano che io sia, a dispetto di tutto. Quello che –sperano- la loro speranza mi farà diventare. Quello che –sanno- prima o poi scopriranno che non sono.

EHMKE                        Alzati, Willy.

BRANDT                     Tutti quei volti levati in aria che, da là sotto, mi guardano fiduciosi. E io, da lassù, guardo loro e vedo sempre la stessa domanda, la stessa speranza, la stessa delusione che si fa strada…

KRETSCHMANN        - Sei sconvolto?

GUILLAUME               - Sorpreso. Non l’avevo mai visto durante una delle sue crisi depressive.

KRETSCHMANN        - Deluso?

GUILLAUME               - Disarmato.

BRANDT                     E quando penso alle stoccate che mi tirano ad ogni elezione. Il modo sprezzante in cui mettono in dubbio la mia legittimità, gli sfottò perché sarei un traditore. Che ci facevo durante la guerra in Scandinavia a rimpinzarmi di aringhe e salmone mentre tutti gli altri erano intrappolati in mezzo alla carneficina? Io sono tornato indietro con le mani pulite! E loro questo non lo possono sopportare.

EHMKE                        Così sviliscono se stessi, non te, Willy.

BRANDT                     Credo che sia venuto il momento di ritirarmi.

SCHMIDT                    (con Wilke, Wehner e Guillaume) Si dimette?

GUILLAUME               Ne parla.

WEHNER                     Ah, certo.

SCHMIDT                    Ne parla, però. È già un buon segno.

WEHNER                     Provo della comprensione per lui, devo ammetterlo. Anch’io sono stato spellato vivo per il mio esilio.

SCHMIDT                    Tu eri un comunista. Tu ti sei sporcato le mani. Tu hai partecipato a quel grande disastro ferroviario che è stata la storia tedesca, come tutti noi. Come  anche il nostro simpatico amico di Berlino, qui, senza dubbio. Aveva quanto? diciassette anni alla fine della guerra, Herr Guillaume?

GUILLAUME               Diciotto.

SCHMIDT                    Gioventù hitleriana? Soldato bambino?

GUILLAUME               Certo. Nella contraerea. Come lei.

WEHNER                     Tutti su quel treno, tranne il grand’uomo.

SCHMIDT                    Che si trovava invece su una nave diretta in Norvegia.

WEHNER                     Ogni sera, quando esce di qui, ridiventa norvegese. È il Cancelliere tedesco, e parla norvegese con sua moglie e i suoi figli.

SCHMIDT                    Quando è tornato nel ’45 indossava la divisa norvegese.

WEHNER                     Mentre i suoi adorati berlinesi raspavano nell’immondizia come maiali in cerca di avanzi, il grand’uomo dov’era? Seduto a tavola con le forze d’occupazione, a mangiare con le posate d’argento e i servizi di porcellana requisiti. Con le mani più pulite che mai.

SCHMIDT                    Questa è la grande forza di Willy. Lui non è uno di noi. Non capisce a fondo quello che noialtri invece capiamo.

KRETSCHMANN        (con Guillaume) Hai l’aria di uno a cui non farebbe male qualche cucchiaio di medicina rossa.

GUILLAUME               Hanno tolto a Karl Schiller il ministero dell’Economia e  quello delle Finanze. L’hanno costretto a dimettersi. Se li è presi tutti e due Helmut.

KRETSCHMANN        Salendo un gradino più vicino al trono.

GUILLAUME               E poi la situazione a casa non è proprio rosea.

KRETSCHMANN        Christel?

GUILLAUME               Silenzi. Lacrime.

KRETSCHMANN        Mi dispiace molto.

GUILLAUME               Sembra che anche lei abbia fatto un po’ di spionaggio.

KRETSCHMANN        Le segretarie?

GUILLAUME               Eccetera.

KRETSCHMANN        Le hai spiegato che si tratta di questioni puramente professionali?

GUILLAUME               Eccetera eccetera. È la professione che ci ha distrutti. Lei ha nostalgia di casa, Arno. Tu non senti mai un desiderio improvviso di essere di nuovo lì?

KRETSCHMANN        Certo.

GUILLAUME               Capita nei momenti più strani.

KRETSCHMANN        Quelle tranquille strade grigie. Quella beata monotonia.

GUILLAUME               Quella semplicità.

KRETSCHMANN        Ti abbiamo fatto rientrare di nascosto un paio di volte.

GUILLAUME               È come tornarci da fantasma. Consegnato al silenzio e all’invisibilità. Ad origliare sulla mia stessa assenza.

KRETSCHMANN        Dunque la Germania dell’Ovest non è risultata essere quel paradiso che così tanti dei nostri concittadini immaginano che sia.

GUILLAUME               Christel vuole il divorzio, Arno.

KRETSCHMANN        Non può. Mischa non glielo concederà. Voi ci servite come coppia. E pensa a Pierre.

GUILLAUME               Ci penso continuamente.

KRETSCHMANN        Le vostre domeniche mattina insieme all’aeroporto.

GUILLAUME               Perfino quelle non sono che coperture per qualche segreto contatto.

KRETSCHMANN        Ogni medaglia ha due facce.

GUILLAUME               Se mi arrestano…

KRETSCHMANN        Perché dovrebbero?

GUILLAUME               Non può andare avanti, Arno! Non per sempre! E quando mi arresteranno, arresteranno anche Christel.

KRETSCHMANN        Pierre sarebbe in buone mani, te lo prometto.

GUILLAUME               Ha solo quindici anni. Non capirebbe.

KRETSCHMANN        Gli verrebbe spiegato tutto.

GUILLAUME               A volte mi sveglio la notte e sento un terrore, una specie di nausea, prendere possesso del mio corpo.

KRETSCHMANN        Tu e Willy. Siete come una vecchia coppia sposata da quarant’anni. Lui sta male e stai male anche tu. Lui torna a stare bene…

EHMKE                        (con Guillaime) Günter! Una lettura leggera per prendere sonno.

GUILLAUME               L’orario ferroviario?

EHMKE                        Per le elezioni di novembre, Willy farà la sua campagna sul suo treno speciale.

GUILLAUME               Il treno? È il suo assistente personale che organizza il treno. Peter Reuschenbach.

EHMKE                        Si è candidato. Dovrà prendere lei il suo posto.

GUILLAUME               Come… assistente personale di Willy?

EHMKE                        Un lavoraccio, temo. Treni, fascicoli, le borse dei dispacci ufficiali, tutta la corrispondenza in uscita e in entrata – ogni cosa. Spiacente, ma qualcuno deve occuparsene, e … tocca a lei, ecco.

KRETSCHMANN        - Dammi un pizzicotto, per favore.

GUILLAUME               (con Brandt) – E ora cambia tutto. Per giorni e giorni questa lussuosa suite su binari diventa la nostra casa. Le stanze sono arredate in palissandro e tek, noce e mogano e ciliegio, e un tempo portavano il Maresciallo del Reich Göring in giro per l’impero nazista. Ora portano Willy a chiedere il voto agli elettori tedeschi.

BRANDT                     Cari amici, io dico a voi e dico a tutto il nostro popolo: abbiate il coraggio di mostrare compassione.

GUILLAUME               - Compassione. Questo è lo slogan elettorale del partito. Ma sui cartelloni che lo circondano ovunque egli vada il messaggio è più semplice: Willy!

BRANDT                     Compassione per chi vi sta vicino! E compassione, anche, per chi vi sta meno vicino!

GUILLAUME               - ‘Ancora Willy Cancelliere! Willy! Willy!’ E, come un’ombra al fianco di Willy, sempre Günter. Il signore della tabella di marcia – il gran sacerdote del libro sacro. Il maggiordomo della nostra piccola corte itinerante. Il valletto personale. Il portatore della borsa dei dispacci ufficiali.

BRANDT                     Dove siamo?

GUILLAUME               - A Berneburg, capo. – ‘Capo’, avete notato? Non ‘Signor Cancelliere’. Non sul treno. L’ho copiato da Uli.

BRANDT                     E arriviamo a Hildesheim alle…?

GUILLAUME               12:07. Saluti ufficiali in Municipio: sette minuti. Discussione col sindaco: dieci minuti. Ufficio Stato Civile, con gli sposi, spontaneo: tre minuti…

BRANDT                     È così che mi sento a mio agio, Herr Guillaume. In movimento. Ho passato quattordici anni in esilio. Quattordici anni a viaggiare per la causa, sfuggendo ai nazisti. Norvegia, Svezia. Spagna, Francia. Poi quasi vent’anni di spola tra Berlino e Bonn. Sempre in giro per il mondo a dire a tutti: ‘Berlino, Berlino’. Trenta o quarant’anni della mia vita passati al finestrino di un treno o di un aereo, a guardare altre terre e altre vite.

GUILLAUME               Discorso in Municipio… Cifre sulla disoccupazione… Investimenti federali… Aneddoto locale…

BRANDT                     Riesco a fare molte più cose sul treno. Senza lo Zio che mi ciuccia la pipa davanti. Senza Helmut con i suoi sermoni.

GUILLAUME               - Senza Wilke che mi tiene alla larga da Willy. Senza Ehmke che sta a sentire le sue storielle.

BRANDT                     Senza la moglie. Senza la famiglia.

GUILLAUME               - Solo io. A fargli stirare il vestito. A metterglielo fuori con la camicia e la cravatta intonate. A fare avanti e indietro dalla carrozza del telegrafo con i telex.

BRANDT                     Questi due sono urgenti. Questo è riservato.

GUILLAUME               Lo faccio cifrare. Non si sa mai a chi può capitare sotto gli occhi durante il tragitto. - Ogni sua comunicazione col mondo esterno passa attraverso di me. Il cavaliere errante e il suo fido scudiero. Il prestigiatore da fiera e l’assistente che conosce tutti i suoi trucchi. Tutto quello che vede lui, lo vedo anch’io.

BRANDT                     Tutti quei mondi diversi! La piccola fabbrica sul terreno industriale. Potrei essere lì a fare l’operaio… e già è passata… Il vecchietto ricurvo nella strada di paese che si volta a guardare il treno che passa… Potevo esserci io al suo posto… Potrei essere in quella Mercedes grigia sull’autostrada, che svanisce verso tutt’altri orizzonti… Ci fermiamo?

GUILLAUME               Nordstemmen. Tre minuti. Qualche parola dal finestrino. - Ed eccola, la brava gente di Nordstemmen.

BRANDT                     Un buon pubblico.

GUILLAUME               - Lo stesso genere di devoti sostenitori che sono venuti a salutarci e a sorriderci a Northeim, a Freden, a Alfeld.

BRANDT                     Cari amici! Abbiate il coraggio di mostrare compassione…!

GUILLAUME               - Su quale delle donne ha messo gli occhi questa volta? Quella in prima fila che lo fissa con le labbra socchiuse? O quella laggiù che gli fa quello strano mezzo sorriso tenebroso? O tutte e due contemporaneamente? O tutte quante? Ognuna di loro sa che lui sta guardando lei, e lei soltanto…

BRANDT                     L’ho vista occhieggiare le fanciulle, Herr Guillaume!

GUILLAUME               Che cos’hanno di particolare le donne, capo?

BRANDT                     Il modo in cui ti guardano… Il modo in cui ti guardano dritto negli occhi mentre tu le guardi dritto nei loro. Il modo in cui non si fanno capire. E quello in cui si fanno capire.

GUILLAUME               Il modo in cui sorridono.

BRANDT                     Il modo in cui ti guardano con quell’aria seria. Il modo in cui ti prendono in giro.

GUILLAUME               Il modo in cui sono diverse dagli uomini.

BRANDT                     Il modo in cui sono. Il modo in cui ti toccano la mano. Il modo in cui ti accarezzano il viso. Il loro tocco delicato sulla tua pelle. La tua pelle morbida sulla loro… Tutte le persone diverse che puoi essere quando stai con loro. Tutte le direzioni diverse che la tua vita può prendere…

GUILLAUME               - Ma ecco che già ci sfuggono via. Tutte quelle possibilità dolcissime - svanite per sempre… E quando cala la sera…

BRANDT                     Uli! Dove sei?

BAUHAUS                   Capo. (Gli offre del vino.) Rosso o rosso?

GUILLAUME               - Si rilassa e parla come alla fine della giornata di lavoro a Bonn. Ma adesso non ci sono lo Zio Herbert, il principe ereditario Helmut ed il fedele Ehmke. Ci sono solo i giornalisti che viaggiano con noi. Solo Uli. E a volte - solo io. Nessuno. Un viso alzato verso di lui come tutti gli altri.

BRANDT                     Sto cercando di ricordarmi di un ragazzo che conoscevo a Lubecca, da giovane. Strano tipo. Sempre piuttosto solenne e serioso. Non che avesse molto da stare allegro. Poco da mangiare. Niente soldi. Niente amici. Orfano di padre. E la madre era come se non l’avesse. L’avevano tirato su i nonni…

GUILLAUME               E si chiamava Herbert Frahm questo ragazzo?

BRANDT                     Herbert Frahm. Un nome strano quanto lo era tutto il resto di lui. Poi un giorno, a diciannove anni, sparì dalla faccia della terra. Partì da Lubecca per andare a Dresda e non arrivò mai. Be’, era il 1933 e il mio illustre predecessore coi baffetti era appena salito al potere. Allora la gente aveva questa abitudine di sparire, in un modo o nell’altro. Non era un buon momento per essere iscritti a un partito di sinistra, come Herbert Frahm. Non era un buon momento per andare al congresso annuale di quel partito. Solo un pezzo di Herbert Frahm arrivò a Dresda. Il suo vecchio berretto da studente. Ma ora stava appollaiato sulla testa di un giovanotto che nessuno aveva mai visto o sentito prima.

GUILLAUME               Willy Brandt.

BRANDT                     Questa è la cosa più strana di tutte a proposito di Herbert Frahm. Il fatto che io fossi lui, e lui fosse me. E com’era, essere lui? Se mi guardo indietro, tutto quel periodo è svanito dietro a una spessa coltre grigia, come il lungofiume della Lubecca vecchia in un mattino invernale di nebbia. Che fine ha fatto lui quando Willy Brandt si è preso il suo corpo e il suo berretto da studente? A volte mi sembra di scorgerlo per un attimo. Dal finestrino di un treno. In mezzo a una folla in attesa. Un ragazzo dall’aria solenne, che mi fissa con quel suo sguardo indagatore. Che idea avrà di me? Ma poi si volta, se ne va e sparisce in un’altra vita nella quale non posso seguirlo… Lei aveva un padre, Herr Guillaume?

GUILLAUME               Pianista da bar.

BRANDT                     Una vocazione onorevole.

GUILLAUME               Era anche un nazista. E quando tornò alla fine della guerra e trovò mia madre con un altro uomo, si gettò dalla finestra. Era una finestra alta.

BRANDT                     Due ragazzi orfani di padre, in giro per il mondo in cerca di… che cosa stiamo cercando?

GUILLAUME               Non saprei, capo. Donne?

BRANDT                     Günter! Sono scandalizzato!

GUILLAUME               - ‘Günter’, però. Mi chiama ‘Günter’!

BAUHAUS                   Mi scusi, capo…

BRANDT                     Che c’è, Uli?

BAUHAUS                   La persona a cui aveva promesso quell’intervista comincia a dare segni d’impazienza. Avevate concordato: prima di arrivare a Kassel.

BRANDT                     Günter ed io stiamo parlando. Gli dica che la faremo domani.

BAUHAUS                   Le dica.

BRANDT                     Le dica. Ah, già. La giornalista. Be’… immagino che dobbiamo mantenere buoni rapporti con la stampa.

GUILLAUME               Io sarò al di là della parete, capo, se ha bisogno di me.

BRANDT                     Credo di essere in grado di gestire un’intervista da solo, grazie, Günter. Allora dov’ è questa…?

BAUHAUS                   Nel suo scompartimento. Ho tirato via i fascicoli dal letto.

BRANDT                     E quanto manca a Kassel…?

GUILLAUME               45 minuti. Ma prima c’è Witzenhausen.

BRANDT                     Qualche parola dal finestrino?

GUILLAUME               E… giacca e cravatta, capo!

BRANDT                     Pantaloni?

GUILLAUME               Certo. (con Bauhaus) È carina questa?

BAUHAUS                   Non saprei.

GUILLAUME               L’hai perquisita ad occhi chiusi?

BAUHAUS                   Lei lo trova divertente, vero?

GUILLAUME               L’hai perquisita per tutto il corpo?

BAUHAUS                   Io lo trovo alquanto disgustoso.

GUILLAUME               Ti capisco. Compito orribile.

BAUHAUS                   Io ho moglie e figli.

GUILLAUME               Anche lui ha moglie e figli.

BAUHAUS                   Oh, davvero?

GUILLAUME               Quindi per quanto ne sappiamo potrebbe avere addosso un microfono? E magari addirittura lavorare per loro?

BAUHAUS                   Non mi meraviglierei.

GUILLAUME               - Non è una dei nostri, vero?

KRETSCHMANN        - Niente donne nel mio dipartimento, per fortuna.

GUILLAUME               E se fosse della banda Baader-Meinhof? Con la pistola nelle mutandine! Tieni l’orecchio incollato alla parete, Uli!

BAUHAUS                   Annotare l’ora d’entrata e l’ora d’uscita. E’ solo questo il mio incarico.

GUILLAUME               Allora portami la borsa dei dispacci nello scompartimento. E, Uli… Se ci fossero altre giovani signore che desiderano informazioni, a qualsiasi ora del giorno e della notte, il mio scompartimento è proprio accanto a quello del capo. - E avanti così. Un viaggio dopo l’altro. Una settimana dopo l’altra. Kiel, Karlsruhe… Brema, Brunswick…

BRANDT                     Cari amici, abbiate coraggio…

GUILLAUME               - E dappertutto, via via che la campagna procede, i visi levati verso di lui si fanno più raggianti, le mani allungate più desiderose di toccarlo. Willy passa tra loro come un Messia. Sorride, sorride… Parla, parla…

BRANDT                     Il coraggio di mostrare compassione…

GUILLAUME               - E qualche passo dietro a lui, per discrezione, c’è sempre il suo servitore leale, il suo amico fedele.

BRANDT                     Il coraggio di amare il vostro prossimo…

GUILLAUME               - Aveva chiesto a Horst Ehmke di mandarmi via. Ho trovato l’appunto. Il mio carattere, diceva, era una delle cose che lo deprimeva. Ci sono rimasto male, naturale. Ma ormai è acqua passata. Era la depressione a farglielo dire. Ho dimenticato tutto. E lo stesso ha fatto Horst, a quanto pare – perché ora siamo qui, il capo e io, ancora insieme, e più vicini che mai.

BRANDT                     Il coraggio di capire chi siete veramente…

GUILLAUME               - Willy e Günter. Il nobile eroe e il suo comico servitore. Don Chisciotte e il suo Sancho Panza. E, giorno dopo giorno, egli guarda dall’alto i visi levati verso di lui. E, giorno dopo giorno,  egli parla, fino a seccarsi la gola.

BRANDT                     Cari amici… cari amici…

GUILLAUME               - Alcune donne più anziane piangono, e gli mettono in mano amuleti e rosari perché lui li benedica. Quanto a quelle più giovani…

BAUHAUS                   (con Guillaume) Ma guardale quelle! Peggio che a un concerto rock! E io dovrei tenere a bada quelle scalmanate? Appena lui si fa vedere gli saltano addosso.

GUILLAUME               Ti aiuto io, Uli. Non passeranno! Solo una o due delle più carine in assoluto, magari.

BAUHAUS                   Provi a pensare se fossero le sue figlie.

GUILLAUME               Siamo al servizio dello stato, Uli. Dobbiamo rispettare i desideri degli elettori.

KRETSCHMANN        -Don Chisciotte e Sancho Panza, o DonGiovanni e Leporello?

GUILLAUME               - Sei acido quasi quanto Uli.

KRETSCHMANN        - La libera società, Günter. Goditela finché puoi.

GUILLAUME               (con Brandt) - La morbidezza della loro pelle. La luce nei loro occhi. O il calore nel loro cuore. Qualcosa che si è perso nelle nebbie di Lubecca molti anni fa… No? No, d’accordo. Era solo un’idea. Lascia perdere. È un po’ briccone, tutto qua. Siamo due bricconcelli insieme. Due bricconcelli scatenati. Due commessi viaggiatori lontani dalle proprie mogli. Che prodotto abbiamo da vendere, però! Willy Brandt, il salvatore d’Europa, il più grande statista del mondo, con tanto di Premio Nobel per la Pace a certificarlo. Il trattato di Mosca - firmato e ratificato. Il trattato di Varsavia – firmato e ratificato. Sì, e a Varsavia si è conquistato l’immortalità. Ha lasciato una singola immagine nella memoria del mondo che nessuno mai scorderà…

EHMKE                        - Un altro dei suoi discorsi muti, il più grande di tutti.

GUILLAUME               - Depone una corona di fiori sul monumento agli ebrei trucidati nel ghetto di Varsavia. Fa un passo indietro. E poi…

EHMKE                        - Ancora qualcosa. Sta per fare ancora qualcosa.

GUILLAUME               - Per un istante, ancora una volta, il tempo sembra trattenere il respiro. Ancora una volta il mondo sta per cambiare davanti ai nostri occhi. E poi dal nulla…

BRANDT                     (S’ inginocchia.)

GUILLAUME               Per un attimo penso, ‘No, no, no! Stavolta ha esagerato!’. Ma mi sbaglio, e ha ragione lui, perché è questo che il mondo ricorda. Quel lungo istante in cui il tedesco che non ha motivo d’inginocchiarsi si cala nel punto più basso della storia della Germania e s’inginocchia per tutti noi. L’unica parola non detta che diceva tutto ciò che egli agognava di dire. L’unico semplice gesto che incarnava tutto ciò per cui egli era amato e tutto ciò per cui era odiato. 

WEHNER                     - Qualcosa dentro di lui gli parla, e lui lo ascolta.

SCHMIDT                    - Una vocina che parla a lui, e a nessun altro di noi.

GUILLAUME               - Ho pianto, Arno.

BRANDT                     (Si alza.)

KRETSCHMANN        - Forse finalmente le ferite cominciano a rimarginarsi. Forse gli inconciliabili cominciano a riconciliarsi.

GUILLAUME               - Mancano dieci giorni alle elezioni e viene firmato il trattato tra le due Germanie. La chiave di volta della politica orientale viene messa in opera.

KRETSCHMANN        - Perché tu ci hai aiutato a fidarci di lui.

GUILLAUME               - E la sera dell’elezione, chi è che porta la buona notizia a Willy? - (con Brandt, Wehner, Schmidt, Ehmke, Genscher, Wilke, Nollau e Bauhaus) Posso essere il primo a congratularmi, capo? Parlano di 271 seggi! Una maggioranza netta di 46 seggi!

WEHNER                     Il nostro miglior risultato di sempre!

GENSCHER                 Persino i Liberali sono cresciuti di undici seggi!

WEHNER                     Un voto trasversale! Gli indecisi di centro. Gli operai cattolici. Le vecchiette. I giovani.

GENSCHER                 Willy, tra noi ci sono state divergenze, e ce ne saranno ancora. Ma una cosa è chiara: questa è la nostra vittoria.

SCHMIDT                    Il seme l’abbiamo piantato dieci anni fa, quando abbiamo riformato il partito. Tu, Herbert ed io. E ora ne cogliamo il prezioso frutto.

WEHNER                     Vieni qua - fatti abbracciare dallo Zio cattivo.

WILKE                                     Congratulazioni, signor Cancelliere. Da parte di tutto l’ufficio.

NOLLAU                      E di tutta la sicurezza federale.

BAUHAUS                   E anche dal suo barista e buttafuori.

GUILLAUME               Posso dire, capo, che lavorare con lei è stata la cosa migliore che mi sia mai capitata, o che mi possa capitare?

EHMKE                        Willy, il tuo lungo esilio è finalmente terminato.

TUTTI                                      Discorso! Discorso!

WILKE                                     Non ce la fa!

EHMKE                        Ha perso la voce a furia di parlare!

SCHMIDT                    Dai, Willy!

EHMKE                        Fa’ del tuo meglio, Willy! D’ora in poi la strada è in discesa!

BRANDT                     Cari amici…

EHMKE                        Questo riesce ancora a dirlo!

TUTTI                                      Silenzio! Silenzio!

BRANDT                     Questa è la vittoria di tutti noi che siamo qui, e del nostro duro lavoro di squadra. Certo. Ma è più di questo. È l’avallo, da parte del popolo tedesco, alla grande riconciliazione a cui abbiamo dato il via. Mai, mai prima d’ora, uno stato tedesco ha vissuto in tale armonia sia con l’animo libertario dei suoi cittadini, sia con i suoi vicini.

GUILLAUME               (con Kretschmann) E i festeggiamenti continuano per tutta la notte. La democrazia parlamentare, Arno! Una festa scatenata senza fine! Un momento sei in piedi, quello dopo sei steso a terra! Ti sbattono fuori – e tu rientri! Un momento tutti cantano, quello dopo si prendono a botte. Un momento piangono, e quello dopo ridono. Adesso qualcuno ha perso i sensi dietro al divano - e magari sei tu.

KRETSCHMANN        Adesso di sicuro c’è qualcuno che ha bisogno di un bel caffè forte.

GUILLAUME               Non temere, domattina sarò completamente sobrio. Saremo tutti sobri.

WEHNER                     (con Schmidt) Allora, che aspetto ha il mondo nella fredda luce grigia del giorno? Ti dico quello che vedo io. Altri quattro anni di indecisione. Altri quattro anni di compromessi e sbandamenti. Altri quattro anni di Willy.

SCHMIDT                    Altri quattro anni di gesti improvvisi fuori programma. Chi lo tiene ora? Il successo gli darà alla testa più del vino rosso o della grappa.

WEHNER                     Prima aveva bisogno dei suoi vecchi amici per controllare il partito e tenere insieme la coalizione. Ora non gli serviamo più.

EHMKE                        (con Schmidt e Wehner) Sentite, i nuovi posti nel governo. A chi va cosa. Il solito mercato del bestiame. Voi due, signori, dovrete sostituire Willy e presiedere le trattative.

WEHNER                     Non un altro stato influenzale, spero?

EHMKE                        La gola. I dottori gli hanno proibito di parlare. Sta andando in ospedale per delle analisi. Ecco – una lettera per voi. Come vuole che si faccia.

WEHNER                     (con Schmidt) E così il gioco ricomincia daccapo.

SCHMIDT                    Solo che adesso i ministri ricevono le istruzioni dal Gran Ciambellano.

WEHNER                     Le riporrò con cura nello scomparto più segreto della mia valigetta.

SCHMIDT                    Diamo prima un’occhiata. Chi è dentro e chi è fuori.

KRETSCHMANN        - Tu ci sei, vero?

GUILLAUME               - Aspetto di saperlo da Ehmke.

KRETSCHMANN        - Lui ha detto a Ehmke di mandarti via.

SCHMIDT                    Allora, che dice Willy?

WEHNER                     Non molto, immagino, se non può parlare.

SCHMIDT                    Nella lettera. La lettera che ti ha dato Ehmke.

WEHNER                     Ehmke, sì… So che hai sempre pensato che anche a lui farebbe bene cambiare lavoro.

SCHMIDT                    Per ampliare le sue esperienze, aprirsi nuovi orizzonti.

WEHNER                     Quale ministero riteniamo più adatto al suo talento?

SCHMIDT                    C’è bisogno di risanare le Poste. Una sfida che potrebbe intrigarlo.

WEHNER                     Di certo s’intende di messaggi.

SCHMIDT                    Willy dice niente di lui nella lettera?

WEHNER                     Quale lettera?

SCHMIDT                    L’hai messa nella valigetta.

WEHNER                     Oh santodio, l’ho persa. Non riesco a trovarla, niente da fare.

SCHMIDT                    Quindi… Ehmke va alle Poste, allora?

KRETSCHMANN        - Ehmke che dice?

GUILLAUME               - Niente. Non c’è. – L’avete visto? Horst Ehmke?

WEHNER                     Forse si è preso una meritata vacanza. A proposito, Herr Guillaume, la sua famiglia? Tutto bene?

GUILLAUME               In ottima salute, grazie.

WEHNER                     Due figli maschi, giusto?

GUILLAUME               Solo uno.

WEHNER                     Certo. Mi fa piacere.

KRETSCHMANN        - Ehmke non c’è? Che significa?

GUILLAUME               - Significa che Willy dovrà guardarmi negli occhi e dirmelo di persona. (con Brandt) Allora, cosa è stato deciso, capo? Rimango con lei? - Non una parola! Si limita… ad allungarmi la borsa dei dispacci. Un altro dei suoi gesti muti! E questo significa: ‘Sì! Si va avanti! Fino in fondo! Insieme!’

Buio.


ATTO SECONDO

GUILLAUME               (con Brandt e Kretschmann) tutto si mette ad andare male. Tutto! Inflazione, Niente a questo mondo va come uno si aspetta. Niente! A volte guardo Willy e mi si spezza il cuore. Tutto quello che voleva lo ha ottenuto. Le elezioni. I trattati. Persino il trattato con noi, a coronamento dell’intera impresa. E all’improvviso aumento dei prezzi, rivendicazioni salariali esorbitanti, industria nel caos…

KRETSCHMANN        La democrazia, Günter! Sessanta milioni di individui diversi che rotolano per la stiva di una nave come un carico slegato durante una tempesta.

GUILLAUME               Hanno issato il monumento sul piedistallo. E ora che hanno mollato le corde, non c’è più niente che li tenga uniti. Sono come bambini stanchi alla fine di una vacanza, con nient’altro da fare che accapigliarsi.

SCHMIDT                    (con Wilke e Wehner) Qualcuno sarebbe così cortese da spiegarmi come può il gabinetto discutere le proposte del Ministro degli Esteri sulla riduzione degli armamenti quando il Ministro degli Esteri non le ha ancora avanzate?

WILKE                         Qualcuno deve aver fatto un po’ di confusione sulla data…

SCHMIDT                    Senza dubbio lo stesso anonimo che ha fissato la conferenza stampa del Cancelliere sulla riforma fiscale il giorno prima che noi ne decidessimo la linea programmatica.

WEHNER                     D’altra parte, abbiamo varato un’iniziativa politica di grande rilievo. Così almeno ho letto sui giornali.

WILKE                         Una fuga di notizie, temo.

WEHNER                     Un pellegrinaggio alla ricerca del Nuovo Centro.

SCHMIDT                    Il Nuovo Centro? Quello vecchio che fine ha fatto? Quello dove io e Herbert abbiamo cercato di tenere il partito negli ultimi dieci anni.

WILKE                         Credo che l’idea arrivi dall’Ufficio Stampa. A quel che ne capisco, l’intenzione è quella di controbilanciare in qualche modo la sinistra.

WEHNER                     Non ci sarebbe nulla da controbilanciare se il Grande Capo non avesse scaldato gli animi con tutti quei discorsi sull’“osare più democrazia”.

SCHMIDT                    Che sta succedendo al governo? Ci lanciamo con superficialità nei progetti più deliranti senza adeguate consultazioni. Prendiamo nuovi impegni senza minimamente preoccuparci della copertura finanziaria. Quando Horst Ehmke dirigeva il gabinetto del Cancelliere, queste cose venivano coordinate.

WEHNER                     Il grand’uomo, dall’alto della sua saggezza, ha deciso di fare a meno dei servizi di Ehmke.

SCHMIDT                    Ma ora l’incaricato è Grabert! Perché non lo fa lui?

WILKE                         Il dottor Grabert è fuori sede questa settimana.

GUILLAUME               In Siberia.

SCHMIDT                    In Siberia?!?

WILKE                         Di passaggio, è diretto a Tokyo.

SCHMIDT                    Un trattato col Giappone?

WILKE                         Un progetto di sviluppo delle linee aeree.

GUILLAUME               Un viaggio premio.

SCHMIDT                    Ma certo, un altro berlinese.

WEHNER                     Questo governo sta cadendo a pezzi sotto i nostri occhi.

SCHMIDT                    Perché Willy non fa niente! Niente, niente, niente!

GUILLAUME               (con Brandt e Kretschmann) Niente. È vero. Io me ne sto lì, alle sue spalle, nell’ombra, in qualche stazione ferroviaria di provincia, facendo scongiuri perché parli, come con Pierre a cinque anni, muto e pietrificato durante la recita natalizia della scuola. Lui continua a fissare quei volti in attesa e… neanche una parola. Non un gesto. Né sorridente, né accigliato. La sua faccia è una maschera. Una maschera con nessuno dietro. La gente guarda l’effigie del suo Cancelliere. L’effigie ricambia lo sguardo. Il suo famoso silenzio, che questa volta, però, non dice niente.

SCHMIDT                    (con Wehner, Wilke e Guillaume) Dov’è adesso? Non avrà un altro stato influenzale.

WEHNER                     O è ancora lì a rimuginare sulla sua operazione?

SCHMIDT                    Anche gli altri hanno problemi di salute. Ma fanno in modo che non influiscano sul loro comportamento… Cosa?

GUILLAUME               Io non ho parlato.

SCHMIDT                    Sono dispostissimo ad aderire alla diffusa credenza che Willy è Dio. Quello che genera un po’ di confusione, a mio avviso, è il non sapere quale Persona della Trinità deciderà di essere da un momento all’altro: Dio padre o Cristo in croce. Senza offesa, Herbert.

WEHNER                     Le stoccate del nostro grande leader mi hanno assuefatto a qualsiasi insulto alle mie convinzioni religiose.

SCHMIDT                    La maggior parte delle quali non ti arrivavano neanche all’orecchio quando c’era Horst Ehmke a controllare le cose.

EHMKE                        (con Brandt) Abbiamo vinto. È stato il nostro grande errore, Willy. La sconfitta è l’unica cosa che questo partito capisce. La sconfitta è indice di grandi ideali. La sconfitta non impone oneri. La vittoria significa che bisogna fare qualcosa - e il fare implica sempre dissenso, compromessi, errori.

BRANDT                     Persino tu sembri avermi abbandonato.

EHMKE                        Sto risanando le poste. L’incarico che mi hai affidato. Mi hai licenziato, ricordi, Willy?

BRANDT                     Ho visto un ragazzo che mi guardava l’altro giorno. In mezzo a una folla di una qualche stazione. Quindici, sedici anni. Molto solenne e accigliato. Con una specie di berretto in testa, uno di quelli da studente vecchio stile. Non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso. Né lui staccava i suoi da me. Continuava a fissarmi, e mai un sorriso. Non gli piaceva quello che vedeva.

EHMKE                        Non preoccuparti dei radicali.

BRANDT                     L’ho osservato. E lui ha osservato me. Finché non ci siamo nuovamente persi di vista.

GUILLAUME               Mando Uli a prendere un pacchetto di sigarette, capo? - Sta anche cercando di smettere di fumare, oltretutto.

BRANDT                     Quell’operazione, Horst…

EHMKE                        Le operazioni sono cose come tutte le altre, Willy. A volte vanno storte.

BRANDT                     Credevo di morire. Mi sono svegliato a metà, non riuscivo a respirare… Così si risolverebbe tutto, no? Helmut prenderebbe il mio posto. Lo Zio tornerebbe a dirigere il partito. Genscher diventerebbe Ministro degli Esteri, e - baciato dai riflettori della televisione- si trasformerebbe in un principe.

GUILLAUME               - Ha sfiorato la morte ancora una volta, in Israele, alla fortezza di Masada. Una raffica di vento improvvisa e il nostro elicottero scivola via come una foglia al vento. Si ferma proprio sul ciglio del dirupo. Uli grida: ‘Fuori tutti!’ E il Capo resta lì seduto, immobile, a fissare la piana del Mar Morto quattrocento metri più sotto.

BRANDT                     Attende così calma e paziente, la terra là sotto. Sorride, le braccia tese, come una madre che aspetta che il figlio corra da lei… Non ho paura della morte. Solo della lotta agonizzante per respirare fino all’arrivo della morte, solo della lunga caduta… Solo di aprire gli occhi in un tetro reparto ospedaliero e di trovarmi con Herbert Wehner che prega per me.

GUILLAUME               (con Kretschmann) Lasciami andare, Arno. Lasciami andare a casa. Non hai più bisogno di me. Che altro ancora vuoi sapere?

KRETSCHMANN        Se i trattati saranno applicati. Se Willy resisterà abbastanza per garantirlo. Gli sei vicino come non mai, Günter! Praticamente vivi nella sua borsa dei dispacci!

GUILLAUME               Potrei restituire a Christel la sua vita. Potrei dare spiegazioni a Pierre.

KRETSCHMANN        Niente più auto ufficiale, Günter! Niente più treno privato. Niente più facce adoranti levate verso di voi. Niente più rispettosa attenzione da parte mia durante i nostri pranzetti. Niente più stima e gratitudine da parte di Mischa. Niente più dolci domeniche tranquille, in macchina all’aeroporto con Pierre. O è per Willy che ti preoccupi?

GUILLAUME               Se mi dimetto subito non scoprirà mai nulla. Lasciami andare, Arno!

KRETSCHMANN        Abbiamo bisogno di te, Günter! Ora più che mai. Non solo per sapere se resisterà, ma anche per aiutarlo. Su chi altri può contare, ora che Ehmke non c’è più? Chi, come te, lavora tutte quelle ore? Chi non lo condanna per i suoi difetti? Non si offende mai per la sua indifferenza, e non si amareggia per i suoi sgarbi? È per questo che abbiamo bisogno di te - perché lui ha bisogno di te. Ulula con lui, Günter. Aiutalo.

WEHNER                     (con Nollau) Guillaume?

NOLLAU                      Il suo nome continua a saltar fuori nei nostri rapporti. Tre diversi casi di spionaggio in cui pare che Herr Guillaume conoscesse gli imputati. Allora controlliamo la data del suo compleanno. Primo di febbraio. La data degli auguri di compleanno per G. So che hai già un mare di problemi, mi spiace aggiungerne un altro.

WEHNER                     È tutto quello che abbiamo su di lui?

NOLLAU                      Per ora.

WEHNER                     Un’iniziale e una data? E un figlio di troppo?

NOLLAU                      Ci servono altre prove. Ma trovare altre prove significa tenerlo d’occhio. Lasciarlo dove si trova e tenerlo d’occhio.

WEHNER                     Farebbe sembrare il grand’uomo un po’ più piccolo, se fosse vero. Si fida ciecamente di lui. Gli lascia vedere tutto.

NOLLAU                      Gli lascia vedere cosa? È solo il collegamento coi sindacati, no? Non gli lascerà vedere niente di troppo delicato, spero.

WEHNER                     Se ti sorprendono a braccare qualcuno dell’ufficio del Grande Capo e ti sbagli…

NOLLAU                      Mi crocifiggono, lo so. Mi spiace, Herbert.

WEHNER                     Sei in una posizione difficile, amico mio.

NOLLAU                      Allora, come ci comportiamo? Cosa diciamo a Willy?

WEHNER                     Niente. È già abbastanza agitato per conto suo. E comunque di solito preferisce essere informato dei problemi dopo che sono stati risolti.

NOLLAU                      Non possiamo lasciarlo completamente all’oscuro! Qualcosa dovremo dirgli!

WEHNER                     Se non ci muoviamo con discrezione, riemergerà dal passato una ridda di fastidiosi fantasmi che tutti noi speravamo sepolti per sempre.

NOLLAU                      Ancora con queste sciocchezze! Non crederai davvero che io abbia commesso un omicidio?

WEHNER                     No, certo.

NOLLAU                      Era tutta una montatura! Tu lo sai!

WEHNER                     Io sì.

NOLLAU                      Sono stato completamente scagionato.

WEHNER                     Vediamo di mantenerti così.

NOLLAU                      Dovrò quantomeno dirlo a Genscher. È il mio ministro!

WEHNER                     Andrà subito a spifferare tutto a Willy.

NOLLAU                      Spiacente, ma senza l’autorizzazione di Genscher mi mettono…

WEHNER                     In croce.

NOLLAU                      In croce.

WEHNER                     È tutta questione di toni. Non c’è bisogno di mettersi a gridare al fuoco a squarciagola. Basta lasciarsi sfuggire un commento distratto sul caldo che fa. Così tu sei al sicuro - e nessuno verrà preso dal panico.

NOLLAU                      Certo, si limiteranno a bruciare vivi.

WEHNER                     Ogni politica ha i suoi svantaggi.

NOLLAU                      In fondo lui è solo il responsabile delle realzioni sindacali.

WILKE                         (con Brandt e Guillaume) Herr Wehner? È andato a Berlino Est?

BRANDT                     Un vertice privato. Quattro chiacchiere con Honecker in persona.

WILKE                         Prigionieri e famiglie?

BRANDT                     Cerchiamo di far ripartire gli scambi.

GUILLAUME               - Un’altra conseguenza imprevista del successo. Normalizziamo i nostri rapporti, e poi si scopre che le normali relazioni tra i due paesi non contemplano la compravendita di esseri umani.

BRANDT                     Pare che Berlino Est sia piena di gente seduta sui bagagli. Non possono partire, né tornare indietro.

GUILLAUME               - Non so quante cose sono riuscito a scoprire su questo paese, ma di sicuro sul mio ne ho scoperte un bel po’.

WILKE                         Quando è stato organizzato questo viaggio, signor Cancelliere?

BRANDT                     Apparentemente oggi pomeriggio. Con un’ora di preavviso. Niente vili sospetti, Reinhard! Lui questa cosa la prende molto sul serio. Il prete che è in lui esce nuovamente allo scoperto.

WILKE                         Un po’ troppo in fretta.

BRANDT                     Non avrà quasi avuto il tempo di mettere in valigia l’olio santo.

GUILLAUME               - Si tratta di prigionieri e famiglie, vero, Arno?

KRETSCHMANN        - Non ne ho idea.

BRANDT                     Ancora un mese, e poi saremo in vacanza. Via da tutta questa baraonda. Sprofondati nel verde rigoglioso della Norvegia, dove accade straordinariamente poco.

GUILLAUME               Niente - del luogo dove si trova- rende più felice il Cancelliere della prospettiva di essere altrove.

BRANDT                     Niente Zio. Niente Helmut. Nessuno tranne Uli a proteggere la mia privacy e Reinhard a intercettare i miei messaggi.

WILKE                         Ho un piccolo problema personale, signor Cancelliere. Purtroppo le date confliggono con quelle della mia vacanza con la famiglia.

GUILLAUME               E chi si fa subito avanti a prendere il suo posto?

BRANDT (?)                Ah, capisco… E le sue vacanze, Herr Guillaume?

GUILLAUME               Le farò in un altro momento.

WILKE                         Ma la sua famiglia…

GUILLAUME               Saranno felici di essersi liberati di me! E poi io e il Cancelliere siamo vecchi compagni di viaggio.

BRANDT                     Ho macinato molti chilometri con Herr Guillaume al mio fianco.

KRETSCHMANN        (con Guillaume) Visto? Abbiamo tutti bisogno di te! Contiamo tutti su di te!

GUILLAUME               Un mese intero. A ululare insieme nella natura selvaggia.

KRETSCHMANN        Dove sarei io senza di te? Laggiù a Berlino Est, a mangiare würstel nella mensa dell’ufficio. E dove sarebbe Mischa? Tu sei il diamante nella sua corona, Günter! Anche se non ci avessi mai riferito niente, il solo fatto di averti lì alla destra di Dio basterebbe a giustificare tutta la carriera di Mischa!

BRANDT                     (con Genscher) Ma chi, Guillaume? La mia polpettina?

GENSCHER                 Le solite assurdità. Nollau pensava che non fosse nemmeno il caso di dirglielo. Gli ho detto, ‘Senta, non possiamo avere i suoi uomini in giro per l’ufficio del Cancelliere senza la sua autorizzazione’.

BRANDT                     Allora cosa devo fare?

GENSCHER                 Niente. Tutto esattamente come prima. Nollau dice di non cambiare niente, nemmeno di un pelo.

BRANDT                     Lo stesso accesso ai documenti?

GENSCHER                 Esattamente lo stesso.

BRANDT                     Viene in Norvegia con me. Tutte le mie comunicazioni col mondo esterno saranno affidate esclusivamente a lui.

GENSCHER                 L’occasione perfetta per permettere a quelli di Nollau di osservarlo al lavoro.

BRANDT                     Non vedo dove possano nascondersi. Saremo in un posto sperduto. Dovranno travestirsi da mucche.

GENSCHER                 Lo tenga d’occhio anche lei, magari.

BRANDT                     Mi servirà da svago. Non c’è molto altro da fare lassù, oltre a  guardare l’erba che cresce e la televisione norvegese.

GENSCHER                 A proposito, anche sua moglie è sotto sorveglianza.

BRANDT                     Un’intera famiglia di spie!

GENSCHER                 I due figli non so.

BRANDT                     Un figlio.

GENSCHER                 Due, secondo le mie informazioni.

BRANDT                     Uno, secondo Herr Guillaume.

GENSCHER                 È chiaro che Nollau ce l’ha con l’uomo sbagliato. In ogni caso, è anche poco probabile che  i tedeschi dell’est si mettano a spiare l’uomo che gli ha appena permesso di inserire quel loro misero staterello nella mappa d’Europa.

BRANDT                     La semplice possibilità che Guillaume non sia ciò che sembra me lo rende infinitamente più tollerabile. (con Guillaume) Ha un momento, Herr Guillaume?

GUILLAUME               Capo. – C’è qualcosa di strano nel modo in cui mi guarda. Come se fossi un altro.

BRANDT                     Herr Guillaume, riguardo alla sua gentile offerta di venire con noi in Norvegia, ci ho ripensato.

GUILLAUME               - Genscher è stato qui! Genscher gli ha detto qualcosa!

BRANDT                     Riflettendoci, sarebbe imperdonabile da parte mia separarla dai suoi famigliari.

GUILLAUME               - Mi sento attraversato da un’ondata d’ansia. E poi il vuoto lasciato dall’onda. La delusione. Pura delusione infantile. La festa è finita! Non mi porterà mai più con lui da nessuna parte!

BRANDT                     E quindi, perché non li porta con sé?

GUILLAUME               Perché non…? Mi scusi…?

BRANDT                     Porti sua moglie! Christine, giusto?

GUILLAUME               Christel.

BRANDT                     E suo figlio. Pierre. Come il mio Peter. Un mio grande fan, se ricordo bene. Rut e io porteremo uno dei nostri ragazzi. Non Peter, Matthias. Per il resto, la simmetria è perfetta. Noi due e nostro figlio. Voi due e il vostro.

GUILLAUME               Capo, questo è incredibilmente gentile…

BRANDT                     Metta in valigia gli impermeabili, Herr Guillaume. E una buona scorta di barzellette nuove.

KRETSCHMANN        - Adesso sei di nuovo felice.

GUILLAUME               - Improvvisamente ti guarda come se ti vedesse per la prima volta. È come un raggio di sole che attraversa le nuvole e va a colpire te e te soltanto in tutto il mondo. Tutto il freddo grigiore si dissolve immediatamente. Senti il calore che ti penetra nelle ossa.

BRANDT                     Ne ha uno solo di figli, vero?

GUILLAUME               Uno  solo, capo.

BRANDT                     Doveva insistere, Herr Guillaume. Con due si divertiva di più.

GUILLAUME               - E va a finire che passiamo la più bella vacanza della nostra vita. Ci sistemano in una deliziosa casetta verde di legno appena sotto quella del capo, e ci divertiamo tutti come matti, tutti e sei. - Una vera vacanza per Christel, capo, sempre lì a fare una testa così a Rut. Chissà dove sono finiti quei due ragazzi. Sono di nuovo spariti insieme nel bosco.

BRANDT                     Guardie e ladri. O agenti segreti.

GUILLAUME               Se la intendono a meraviglia, comunque..

BRANDT                     Ragazzo in gamba, il suo Pierre. Ne sarà orgoglioso.

GUILLAUME               È la luce dei miei occhi.

BRANDT                     È tutto così diverso per loro. Pace. Libertà.

GUILLAUME               Due bravi padri.

BRANDT                     Chi saremmo diventati, se le cose fossero state diverse? Lei poteva trovarsi al mio posto, e io al suo.

GUILLAUME               La libertà. È questo che è così rilassante di questo posto, capo. Puoi lasciare la porta aperta e far scorrazzare in giro i ragazzi.

BRANDT                     Sa perché è così, Günter?

GUILLAUME               Perché l’intera zona è stata isolata dalla polizia locale.

BRANDT                     La nostra piccola polizia di stato per farci sentire a casa.

GUILLAUME               - Tempo per pensare, tempo per parlare. Un po’ di lavoro, certo, a ognuno le sue cose. Messaggi in partenza…

BRANDT                     Appunti negoziali per Egon Bahr. Un po’ incasinati. Meglio se li batte a macchina prima di spedirli.

GUILLAUME               - Telex in arrivo. Due copie per ciascuno. Una per il capo… - Messaggio personale da Richard Nixon. – E l’altra per me. Ma passiamo anche delle ore insieme nei boschi, come i ragazzi, facciamo lunghe escursioni con Uli Bauhaus in cerca di funghi. (con Bauhaus e Brandt) È una novità vedere che ti piace il tuo lavoro, Uli.

BAUHAUS                   È una novità ottenere dei risultati tangibili.

BRANDT                     È questo che mi piace dei funghi, Uli. Li raccogli, li metti sott’olio, li mangi; loro si fanno raccogliere, si fanno mettere sott’olio, e non cercano mai di mangiarti a loro volta. Mettili sul tavolo, dai, vediamo cosa abbiamo preso. Se la sta svignando, eh, Günter? Non è un iniziato ai misteri della micologia?

GUILLAUME               Troppa paura di beccare quello sbagliato.

BRANDT                     Noi lo riconosciamo sempre quello sbagliato, vero, Uli?

GUILLAUME               - Così, mentre il capo e Uli si occupano dei loro trofei, io mi occupo del mio.

BAUHAUS                   Ce ne sono di splendidi.

GUILLAUME               - Un paio di esemplari davvero interessanti.

BRANDT                     Un boleto sparassis. Piuttosto raro.

GUILLAUME               - Gli inglesi ci incoraggiano in segreto ad essere cattivi con gli americani.

BRANDT                     Un profumo deliziosamente dolce.

GUILLAUME               - Un tono deliziosamente indiscreto.

BAUHAUS                   Guardi che gigante!

GUILLAUME               - Oh, e questo è veramente il massimo!

BRANDT                     Una mazza di tamburo. Lepiota procera.

GUILLAUME               - Il ministro degli Esteri francese in persona, che è ancora più cattivo con gli americani.

BRANDT                     Di’ a Rut di saltarlo nel burro con un po’ di cipolla e cerfoglio.

GUILLAUME               - Con questo Mischa dovrebbe cucinarci qualcosa di appetitoso… Vado persino d’accordo con Uli. A dire il vero, vado d’accordo con tutta la squadra della sicurezza. Christel e io ogni tanto li invitiamo per una sbicchierata, e Pierre li fotografa tutti. Poi la sera attraversiamo il prato e beviamo qualcosa con Willy e Rut in veranda.

BRANDT                     Portaci un altro paio di bottiglie, Uli. Così poi non ti disturbiamo più.

GUILLAUME               - È come una di quelle bevute la sera in ufficio, come ai vecchi tempi. Solo che non ci sono lo Zio e Helmut, ma solo Rut, Christel e i ragazzi. Uli che ci serve, pistola nella fondina e apribottiglie in mano. Io e il capo. E anche un paio di vecchi amici che riemergono dal passato norvegese di Willy, mentre il lungo crepuscolo nordico indugia a lungo.

BRANDT                     Quando ero qui in Norvegia, negli anni Trenta, non ero solo Willy Brandt. Ero anche Willy Flamme. Ero Karl Martin. Ero Felix Franke. Ognuno di loro scriveva articoli per un giornale diverso, ognuno con un punto di vista leggermente diverso. Deve imparare l’inglese, Günter, e leggere Walt Whitman. ‘Mi contraddico? Molto bene, allora mi contraddico. Io sono grande, contengo moltitudini’.

GUILLAUME               La sua prima esperienza alla presidenza di un consiglio, capo.

BRANDT                     All’epoca dovevo essere più bravo. Non mi ricordo di grosse spaccature o tradimenti. E lei? Essere il nostro buon vecchio Günter Guillaume non può avere esaurito tutte le sue possibilità.

GUILLAUME               È l’unico nome che ho avuto.

BRANDT                     La gente continuava a prendermi per una spia. Lei non è mai stato accusato di questo?

GUILLAUME               Di essere una spia? No.

BRANDT                     I norvegesi credevano che li spiassi per conto dei finlandesi. Gli svedesi mi arrestarono come spia dei russi.

GUILLAUME               Non ce la vedo come spia.

BRANDT                     No?

GUILLAUME               Troppo visibile. Troppo -se posso permettermi, capo- troppo abbottonato.

BRANDT                     Conoscevo tutti i trucchi del mestiere. Li avevo imparati quando ero ricercato dalla Gestapo. Valigie col doppio fondo. Inchiostro simpatico.

GUILLAUME               Inchiostro simpatico? Davvero ha scritto dei messaggi con l’inchiostro invisibile?

BRANDT                     Mi è servito come allenamento. I politici lo fanno ogni giorno. No, avrei potuto essere una spia, Günter. Potrei anche esserlo, per quanto ne sa lei. Potrei esserlo anche in questo momento.

GUILLAUME               - E per un attimo mi chiedo…

KRETSCHMANN        - Cosa?

GUILLAUME               - Niente. È assurdo. Il capo è capace di spiare quanto lo è di volare.

BRANDT                     D’accordo, è il 1936, ve bene? Per sei mesi sono di nuovo nella Germania nazista. A Berlino, a lavorare per il partito in clandestinità. Chi sono? Willy Brandt? Certamente no. Willy Flamme - Karl Martin - Felix Franke? No - non sono nemmeno un tedesco… Posso presentarmi? Mi chiamo Gunnar Gaasland. Sono nato e cresciuto a Oslo, come temo risulti fin troppo chiaro dal mio accento! È un momento molto esaltante per trovarsi a Berlino, con tutti questi magnifici cambiamenti politici!

GUILLAUME               Le credo, capo. Gunnar Gaasland di Oslo!

BRANDT                     E sempre, sempre, in fondo ai tuoi pensieri, la paura di essere preso alla sprovvista. All’improvviso - un altro norvegese. Come suonerà il tuo norvegese alle sue orecchie? -  Vi må sørge for å møtes en gang.  Det ville være en lettelse å snakke norsk igjen noen timer...! - Ci cascherà o no? E se è un vecchio amico di Gunnar Gaasland? O se invece ti trovi faccia a faccia con un vecchio amico di Willy Brandt? O magari sei lì seduto a parlare con qualcuno. Magari qualcuno che conosci abbastanza bene. Con cui ti senti a tuo agio, e sei convinto che stia andando tutto liscio. Ma poi ti accorgi che lui ti sta guardando in modo un po’ strano. Immediatamente pensi…

GUILLAUME               “Lo sa!”

BRANDT                     ‘Lo sa… lo sa’ Ci vuole coraggio per vivere così.

GUILLAUME               Me l’immagino.

BRANDT                     Coraggio e resistenza.

GUILLAUME               Sì.

BRANDT                     Più coraggio e resistenza di quanto ne avessi io. Sono scappato, Günter. Sono scappato. Quindi forse ha ragione lei - non sono una spia. Solo una valigia con una serie di doppi fondi. Willy Flamme, Karl Martin… Felix Franke, Gunnar Gaasland… E da qualche parte, in mezzo a questi, lo scomparto più segreto di tutti. Quello che una volta ti ricordi di avere trovato ma ora non riesci più a ritrovare.

GUILLAUME               Quello che si chiama Herbert Frahm.

BRANDT                     O non sarà invece qualcun altro? Un altro ragazzino. Piuttosto allegro e comune, per niente solenne o serioso. Qualcuno più simile al suo Pierre. Quel ragazzino che Herbert Frahm avrebbe potuto essere se lo avesse cresciuto suo padre, se gli avesse raccontato fiabe e avesse giocato con lui. O se anche solo avesse riconosciuto la sua esistenza dandogli il suo nome. Herbert Möller. Il ragazzo che avrei potuto essere e non sono mai stato.

GUILLAUME               - Ce ne stiamo seduti insieme, nelle lunghe serate norvegesi, e in quella strana luce del nord tutto assume contorni diversi e vaghi. Sono diventato trasparente ai suoi occhi e lui gioca con me proprio come io faccio con lui. O è solo con la semplice possibilità che sta giocando? O sono io che lo sto facendo? È lui che vedo nella penombra o un riflesso di me stesso?

KRETSCHMANN        - Ti occupi sempre dei telex?

GUILLAUME               - Sì.

KRETSCHMANN        - E non sei sorvegliato?

GUILLAUME               - No.

KRETSCHMANN        - Sicuro?

GUILLAUME               - Sicuro. Poi una sera lui mi ripete la stessa domanda che mi aveva fatto prima.

BRANDT                     Pensa ancora che posso fidarmi di loro?

GUILLAUME               - È quasi buio. Non riesco a vedere l’espressione sul suo volto. – Spero che non abbiano sentito alcune delle cose che mi ha detto, capo, altrimenti potrebbero cominciare ad avere qualche dubbio su di lei…

KRETSCHMANN        - Nemmeno lui ti vede in faccia.

GUILLAUME               - No. Ma poi viene il momento di ripartire, e io devo mostrarti i frutti che ho raccolto col mio lavoro. Così prendo due delle nostre borse dei dispacci…

BAUHAUS                   Queste due?

GUILLAUME               Grazie, Uli. – Infilo tutte le mie copie dei messaggi in entrata e in uscita in quell’altra e la metto nel bagagliaio della mia auto. Questa la riempio con i piccoli souvenir che il capo distribuisce durante i nostri viaggi. Poi… - Uli!

BAUHAUS                   Se sta per chiedermi di portarle qualcosa a Bonn…

GUILLAUME               Documenti riservati, Uli.

BAUHAUS                   Ho già tutti i bagagli del capo. E cinque vasi di funghi sott’olio.

GUILLAUME               Uli, tu sei un addetto alla sicurezza qualificato.

BAUHAUS                   Esatto. Non un facchino.

GUILLAUME               Tu sei in aereo, io in macchina.

BAUHAUS                   E di certo non il suo facchino.

GUILLAUME               Uli, se accadesse qualcosa a questi documenti mentre si trovano nel bagagliaio della mia auto…

BAUHAUS                   Non ne sarei certo responsabile io.

GUILLAUME               Guarda, te li infilo sotto il braccio. Non perdere mai di vista quella borsa, mi raccomando. Nemmeno per un istante. Grazie, Uli. Sei un amico.

BAUHAUS                   Così non posso nemmeno estrarre la pistola!

GUILLAUME               Se ti serve la pistola, Uli, lascia pure cadere i funghi. - I miei timori erano del tutto giustificati. Ci fermiamo a dormire in un hotel in Svezia, e io chiudo a chiave la borsa con i souvenir nella nostra stanza mentre Christel ed io andiamo a ballare. Quando rientriamo ho il forte sospetto che qualcuno sia entrato e abbia fotografato l’intera raccolta.

KRETSCHMANN        - Ha funzionato alla perfezione. Grazie.

GUILLAUME               - Così ora siamo tornati a Palazzo Schaumburg. E anche se il capo avesse nutrito dei sospetti lassù in Norvegia, devono essere subito svaniti nelle brume autunnali, perché qui le cose vanno anche peggio di prima. Scioperi selvaggi nell’industria metallurgica. I netturbini che non raccolgono la spazzatura.

KRETSCHMANN        - Sessanta milioni di Germanie!

GUILLAUME               - Helmut è su tutte le furie.

SCHMIDT                    Qualcuno deve fermare questa gente! Qualcuno deve fare qualcosa! Prendere delle decisioni! Fare in modo che questo governo agisca in modo risoluto e determinato!

GUILLAUME               - E dove se ne va lo Zio?

EHMKE                        (con Wilke e Guillaume) Chi se l’aspettava una frase del genere? Nemmeno da Herbert Wehner!

WILKE                         ‘Quello che manca oggi al governo tedesco è un capo’.

EHMKE                        L’ha detto in una conferenza stampa! E a Mosca, per di più! Dopo che abbiamo appena normalizzato i rapporti! Col mondo intero in attesa di sentire quello che sta per dire!

WILKE                         ‘Il Cancelliere dorme in piedi. È perso nel suo mondo… Ad essere sincero, non ho mai creduto sul serio che questo governo potesse funzionare…’

EHMKE                        Ma chi c’è dietro di lui? Sai che i Russi ci dicono in segreto che continua ad avere incontri privati con i suoi amici a Berlino Est?

WILKE                         Mentre Berlino Est ci dice in privato che i Russi mentono.

EHMKE                        Due vecchi amici si fanno un nuovo amico, e subito tra loro scatta la gelosia. Un’altra conseguenza imprevedibile del successo. La vita è talmente ingarbugliata, Reinhard! Ognuno che tiene d’occhio l’altro. Ognuno che la vede a modo proprio. Ognuno che cerca d’indovinare come la vede l’altro. È un infinito, instabile, inaffidabile, indecifrabile, impenetrabile casino!

WILKE                         A me sembra che Herr Wehner stia dicendo una cosa relativamente semplice: ‘O mandi via me, o te ne vai tu.”.

EHMKE                        E questa volta Willy dovrà farlo. Dovrà farsi forza, prendere la pistola e premere il grilletto. O Willy o lo Zio. Non possono sopravivere entrambi.

WEHNER                     (con Ehmke, Wilke e Guillaume) Bandito! Esiliato! Allontanato dalla luce che si sprigiona dal sorriso del nostro grande leader.

EHMKE                        Ti ha esonerato?

WEHNER                     Esonerato? Santocielo, no. Mi ha solo messo a sedere nell’angolo. Fermezza mitigata dalla compassione, come sempre. Il gran conciliatore ancora una volta all’opera. Le mani più immacolate che mai.

EHMKE                        (con Wilke e Guillaume) Adesso, dunque, tocca di nuovo a Helmut ridimensionarlo.

SCHMIDT                    (con Brandt) ‘No’. E’ questa la parola, Willy. Devi imparare a dirla! ‘No… no… no…’ Vogliono un aumento salariale del 15%? No. E ‘no’ vuol dire ‘no’.

BRANDT                     ‘No’ vuol dire niente autobus e treni. Niente posta. Niente ospedali.

SCHMIDT                    Vuole anche dire che avrai tutto il mio sostegno come Ministro delle Finanze.

GUILLAUME               - Così adesso dice così. No. E cosa vuol dire? Vuol dire no.

EHMKE                        No ad autobus e treni. No alle Poste. No agli ospedali. No al sostegno di Helmut. Perché Helmut non c’è!

WILKE                         (con Brandt) È a Washington, signor Cancelliere.

BRANDT                     Cos’ha lasciato detto?

WILKE                         Di fare come lei ritiene meglio.

BRANDT                     Lo ringrazi, per favore, Reinhard.

EHMKE                        (con Guillaume) E così, quando gli imprenditori sono al fallimento e si scopre che ‘no’ vuol dire ‘sì’, di chi è la colpa?

GUILLAUME               Di Willy.

EHMKE                        Quando i produttori mondiali di petrolio fanno salire i prezzi, e all’improvviso non c’è più benzina nei distributori e non ci sono più macchine in autostrada per quattro domeniche di fila, chi è il colpevole?

GUILLAUME               Willy.

EHMKE                        Chi faceva splendere il sole fino a ieri?

GUILLAUME               Willy.

EHMKE                        E chi fa piovere oggi?

GUILLAUME               Willy.

EHMKE                        Chi è causa del tetto che perde e del buco sotto la scarpa?

GUILLAUME               Willy. Willy, Willy, Willy.

EHMKE                        Ha perso dieci punti nei sondaggi. Persino la stampa di sinistra gli dà contro.

KRETSCHMANN        - Portalo via di là, Günter. Rimettilo su quel treno. Ancora facce all’insù. Ancora sorrisi e occhi che brillano. Rendilo nuovamente felice, Günter!

GUILLAUME               (con Brandt e Bauhaus) Frimmersdorf… Koblenz… Darmstadt… Abito stirato, camicia pulita… Persone importanti di Frimmesdorf, cose importanti di Darmstadt… Uli - un'altra bottiglia…! C’è un cartello appeso nel guardaroba del Bundestag: “Solo per i deputati”. E sotto uno scarabocchio: “Anche per i cappelli i e cappotti”… Neumarkt… Regensburg… Straubing… Un ascoltatore scrive a Radio Yerevan: “C’è vita su Marte?” Risposta di Radio Yerevan: “No, nemmeno su Marte c’è vita”. Li guardi, là fuori, capo! Tutte quelle facce levate verso di lei nell’oscurità! Due parole da lei, non vogliono altro! “Cari amici… cari amici…!” No? Allora guardi quella ragazza! Il modo in cui la sta fissando! La morbidezza delle sue guance mentre  sorride! E quelle due donne più indietro. E altre donne ancora, ancora più indietro, che quasi non si vedono. E altre ancora alla prossima stazione. Sono talmente tante, capo! Così tante strade diverse da imboccare!

BRANDT                     Cosa ho fatto della mia vita, Günter? Avanti, sempre avanti. Sempre ad adattarsi. Ho voltato le spalle a tutti quelli che mi hanno amato. Ho dimenticato tutti quelli che mi hanno aiutato lungo la strada. Ho cambiato varie pelli, una dopo l’altra, come un serpente. Una stazione dopo l’altra. Platting, Vilshofen, Passau… Willy Flamme, Karl Martin, Felix Franke… Una faccia dopo l’altra. Una sconfitta dopo l’altra. E alla fine dove mi ritrovo? Su un treno, a viaggiare da un nulla a un altro, senza scopo e senza meta, e a farmi confessare da Padre Nessuno.

GUILLAUME               (con Kretschmann) Non funziona più, Arno. Neanche il treno. Poi torniamo a Bonn… e c’è un altro problema. Stanno pedinando Christel.

KRETSCHMANN        Ne è sicura?

GUILLAUME               Sì.

KRETSCHMANN        Dobbiamo richiamarvi?

GUILLAUME               Troppo tardi, ormai sono sulle nostre tracce. Tutti scopriranno che è vero. Una spia proprio nell’ufficio di Willy! Questo gli darà il colpo di grazia. E comunque…

KRETSCHMANN        Lui lo scoprirà!

GUILLAUME               È da stupidi, vero? Prima o poi lo scoprirà. E una metà di me ha una gran voglia di dirglielo!

KRETSCHMANN        Faccia a faccia, però.

GUILLAUME               E non scappare via come un bambino discolo.

KRETSCHMANN        Vuoi guardarlo negli occhi mentre lui sente il coltello che affonda.

GUILLAUME               Voglio che capisca che è stato difficile per me come per lui. Comunque, potrebbe essere un falso allarme. Christel è in lizza per un posto al Ministero degli Interni. Potrebbe essere un controllo di routine.

KRETSCHMANN        Sparisci per un po’. Prenditi una vacanza, in un posto col sole. Dove il cielo è sempre azzurro. Vediamo cosa succede.

GENSCHER                 (con Brandt e Nollau) Mi dicono che Herr Guillaume non è in ufficio oggi.

BRANDT                     Si è preso una meritata vacanza.

GENSCHER                 È passato quasi un anno da quando ha autorizzato Herr Nollau a farlo sorvegliare. Ho insistito perché Herr Nollau mi riferisse se abbiamo abbastanza elementi per procedere con l’incriminazione.

BRANDT                     Santocielo, credevo che ormai fosse acqua passata. Non che io abbia mai notato la benché minima attività. I suoi uomini sono molto professionali, Herr Nollau.

NOLLAU                      Grazie, signor Cancelliere.

BRANDT                     Avete forse trovato delle prove?

NOLLAU                      Pensiamo di sì. Crediamo. Ci sembra possibile. D’altro canto…

GENSCHER                 Sì o no?

NOLLAU                      Permangono alcune difficoltà e incoerenze. Per esempio, un avvocato difensore potrebbe avere buon gioco col secondo uomo.

GENSCHER                 Il secondo uomo? Quale secondo uomo?

NOLLAU                      Nel messaggio clandestino originario, che continuerebbe a costituire l’elemento chiave per la tesi dell’accusa, si faceva riferimento, se ricorda, a un secondo figlio.

BRANDT                     Un secondo figlio o un secondo uomo?

NOLLAU                      Mi faccia controllare…

GENSCHER                 O no! Oh, per l’amor del cielo!

NOLLAU                      ‘Congratulazioni per il secondo uomo.’

GENSCHER                 Il secondo uomo della famiglia è il figlio!

NOLLAU                      Capisco. Certo. Quindi il primo uomo è…?

BRANDT                     In vacanza a riposarsi dalle fatiche.

GUILLAUME               (con Kretschmann) Parto prima dell’alba per il lungo viaggio verso sud. Butto un occhio allo specchietto prima di uscire dalla stazione di servizio e lì, nella prima luce grigiastra, vedo una macchina ferma nella piazzola di sosta, circa trecento metri dietro di me. Parto, e parte anche lui. Imbocco l’autostrada, e la imbocca anche lui. Tengo i 120 fissi. Lui mi rimane sempre nello specchietto. Attraverso la frontiera con il Belgio ed è ancora lì. Arrivo in Francia, e mi resta dietro ai 160 fino a Parigi. Il mio assistente personale! Fedele a me quanto io lo sono a Willy. Poi a Fontainebleau gli dà il cambio la polizia francese.

KRETSCHMANN        Ti hanno lasciato fare la tua vacanza?

GUILLAUME               L’ultima vacanza. Al sud. Al sole.

KRETSCHMANN        Hai pensato di rimanere lì? Di non tornare indietro?

GUILLAUME               Ogni ora soleggiata di ogni giorno soleggiato. La vita semplice. Un bicchiere di vino su una terrazza all’ombra. Il profumo del rosmarino e del timo. Il cervello inceppato dal rumore delle cicale…

KRETSCHMANN        Il lavoro della tua vita concluso.

GUILLAUME               In pace col mondo che mi circonda. Solo, semplicemente me stesso. Anzi, neanche me stesso. Nessuno.

KRETSCHMANN        Potevi andare a casa. Ora che la tua copertura era saltata. Potevi ritornartene all’est.

GUILLAUME               Me ne hanno dato la possibilità. Mi hanno seguito a nord fino a Fontainebleau. Poi questo pomeriggio - più niente. Fino alla frontiera - nessuno. Serbatoio pieno. Soldi in tasca.

KRETSCHMANN        Perché no? Pierre?

GUILLAUME               Anche Christel.

KRETSCHMANN        E la tua amica del momento.

GUILLAUME               E te. E Mischa.

KRETSCHMANN        E Willy, chiaramente.

GUILLAUME               Che uscita ignominiosa. Non voglio che mi ricordi così.

KRETSCHMANN        Il nostro ultimo incontro, dunque?

GUILLAUME               Pare di sì.

KRETSCHMANN        Dopo ben quattro anni!

GUILLAUME               Non male.

KRETSCHMANN        Roba da libri di storia., Gunther Nel capitolo su Willy Brandt avrai sempre il tuo paragrafo.

Bussano. Buio. Campanello. Uno spiraglio di luce.

VOCE                                      Herr Günter Guillaume?

GUILLAUME               Sì?

VOCE                                      Abbiamo un mandato d’arresto.

Lo spiraglio di luce diventa largo quanto una porta.

NOLLAU                      (con Brandt e Guillaume) Alle sei e trenta di questa mattina, signor Cancelliere. Nel suo appartamento. Anche sua moglie è stata arrestata.

BRANDT                     E Pierre. Il figlio. Era presente? Ha assistito?

NOLLAU                      Credo sia uscito dalla sua stanza mentre veniva eseguito l’arresto. Sono lieto di poter dire che Guillaume ha subito confessato.

GUILLAUME               Sono un cittadino della DDR e un suo ufficiale. Devo chiedervi di tenerlo in considerazione.

BRANDT                     Un cittadino della DDR. Un suo ufficiale… Vi ha fornito lui il capo d’accusa. Altrimenti non avevate nulla. Si è condannato da solo.

NOLLAU                      Mi rendo conto che nel corso di questa indagine sono stati compiuti diversi errori, signor Cancelliere. Mi auguro che lei ora ritenga che è stata portata a una conclusione soddisfacente.

BRANDT                     L’ha fatto per Pierre. Mi ha tradito, e poi ha tradito anche l’altro suo padrone. Per spiegare a Pierre.

NOLLAU                      Forse anche per spiegare a lei, signor Cancelliere.

GUILLAUME               (solo, seduto) Scusami, Arno. È stata l’unica volta che ho abbassato la guardia in tutti e diciotto gli anni passati qui. L’unico errore che ho fatto… Mi chiedo dove tu sia ora. Svanito nella nebbia, mi auguro… Strano - tu puoi vedere me, che ti fisso da ogni giornale e schermo televisivo della Germania dell’Ovest. Puoi anche immaginare quello che sto facendo. Ancora qui a farti il resoconto! Nella mia testa. A dirti tutto! A dirti ‘scusa’. A dirti che so di aver deluso Mischa.

BRANDT                     (con Ehmke) Mai fidarsi di nessuno. Ecco l’avvilente lezione di questi quattro anni.

EHMKE                        Nemmeno di me. Io l’ho assunto. Io l’ho passato al vaglio. Nemmeno di te. Era un anno che sapevi che si trovava sotto sorveglianza. E nemmeno una parola per avvertirmi.

BRANDT                     Ma che genere d’uomo deve essere? Che genere di persone sono quelli che l’hanno mandato? Il mendicante di cui sei diventato amico ti deruba, e tu provi vergogna per lui. E anche per te, perché ti sei fidato.

GUILLAUME               - E Willy. Ho deluso Willy. L’ho visto al telegiornale. Aveva la morte nel cuore. Il suo primo viaggio senza di me a vegliare su di lui. Con addosso il sopra di un abito e il sotto di un altro! E niente facce all’insù. Chi ha redatto il suo programma? Chi lo ha mandato a fare un bagno di folla mentre tutti erano a casa a guardare la partita?

WILKE                         (con Ehmke) Tutti i giornalisti si lamentano. Uno ha detto: “non andavano così le cose quando c’era Günter a organizzare’. E intanto ecco Willy, in piedi in cima a una scogliera sul Mare del Nord, lo sguardo fisso sul baratro.

BRANDT                     - In caso di caduta, qual è il posto migliore per atterrare? Il morbido acquitrinio del disonore, per continuare inesorabilmente a sprofondare? O un terreno compatto che ponga fine al tuo travaglio? Un lungo momento di terrore e poi … che semplicità!

EHMKE                        (con Wilke e Brandt) Su, Willy. Possiamo sistemare tutto. Basta che io vada in televisione a dire che in ogni fase della carriera di Guillaume sono stati eseguiti tutti i controlli necessari e rispettate le procedure di sicurezza.

WILKE                         Non è vero.

EHMKE                        Sì, ma non sarà lei a dirlo.

BRANDT                     Se solo non avessi smesso di fumare.

EHMKE                        Allora, Willy, il tuo grande rimpasto. Cos’hai intenzione di fare con Helmut? Lui vuole il Ministero degli Esteri, e lo vuole anche Genscher.

BRANDT                     Che modo squallido di andarsene. Che uscita ignominiosa.

EHMKE                        Lascia fare a me, Willy. Sistemerò tutto io. Tu tornerai a fare il cancelliere in men che non si dica.

NOLLAU                      (con Bauhaus) Le donne? Quali donne?

BAUHAUS                   Sul treno. Nei suoi viaggi.

NOLLAU                      Oh, capisco. Non credo che questo sia in alcun modo rilevante ai fini della nostra inchiesta, Herr Bauhaus.

BAUHAUS                   Chiedo scusa. Mi pareva giusto informarla.

NOLLAU                      Non è un segreto la debolezza di Herr Brandt in questo senso.

BAUHAUS                   Ad ogni modo, ho dato ai suoi la lista, se le occorre…

NOLLAU                      Ha fatto una lista?

BAUHAUS                   Faceva parte del mio lavoro controllare i visitatori. Non sempre ho il nome. Ma c’è l’ora di entrata e di uscita. E un’indicazione generica delle diverse categorie. Giornaliste, impiegate del partito, e così via. Simpatizzanti locali, prostitute…

NOLLAU                      Non credo sia necessario proseguire oltre, Herr Bauhaus.

BAUHAUS                   No, pensavo solo che se anche Herr Guillaume teneva una lista…

NOLLAU                      Guillaume? Guillaume era al corrente delle inclinazioni di Herr Brandt?

BAUHAUS                   Quando eravamo sul treno. Herr Guillaume doveva aiutarmi a… insomma…

NOLLAU                      Aiutarla a fare cosa?

BAUHAUS                   A far rispettare la fila. E ho pensato che se ha dato la lista a quelli di Berlino Est…

NOLLAU                      E così… giornaliste, ha detto? Impiegate del partito? Di che cifre stiamo parlando…?

BAUHAUS                   - Le donne! All’improvviso diventano l’unica cosa che interessa a quelli che mi interrogano. Ma se lo sapevano tutti! Perché, di punto in bianco, la gente si mette a parlarne?

GENSCHER                 (con Brandt) È superfluo che ti dica che trovo questo compito estremamente sgradevole. Ma non appena Nollau mi ha passato questa lista, ho capito di non avere altra scelta se non mostrartela.

GUILLAUME               - Non sono stato io, Arno! Non ho detto una parola! Non io, capo! Non io!

GENSCHER                 Ogni volta che ci siederemo a negoziare con loro, su qualsiasi cosa - commercio, rifugiati, controlli alle frontiere - sapremo che tengono questa nascosta dietro la schiena.

BRANDT                     Un mare di sciocchezze, chiaramente. Per lo più. Purtroppo. Piuttosto lusinghiero, però, per un uomo della mia età.

WEHNER                     (con Schmidt) Abbiamo messo un coltello in mano alla DDR.

SCHMIDT                    E uno anche in mano tua, no?

WEHNER                     Avrei preferito un’altra arma.

SCHMIDT                    La lista. È la tua scrittura.

WEHNER                     Nollau me l’ha letta.

SCHMIDT                    E tu l’hai trascritta? Sotto dettatura? Tutte e dieci le pagine?

WEHNER                     Sono un ex giornalista, so stenografare. Mi spiace che sia dovuto accadere così, Helmut. So quanto lo trovi sgradevole.

SCHMIDT                    Ogni incontro. Ogni categoria di donna ad ogni fermata lungo la linea. In stenografia.

WEHNER                     Helmut, tutti e due sapevamo che se ne sarebbe dovuto andare. Era solo questione di quando fosse diventato più un peso che una risorsa per il partito.

BAUHAUS                   (con Brandt) Mi scusi, capo. So che si sente deluso da me.

BRANDT                     Sono io che mi scuso. A quanto pare ti ho sovraccaricato di lavoro.

BAUHAUS                   Non mi davano tregua! Sono andato in confusione! Io sono un semplice padre di famiglia. Era una cosa più grande di me. Capo, io l’ho servita fedelmente per quattro anni! Ogni santo giorno! Sempre a fare commissioni per lei! E sempre pronto, al minimo movimento improvviso percepito con la coda dell’occhio, a mettermi tra lei e un’arma!

BRANDT                     E tutto il tempo c’era lì anche un altro Uli, pronto a uscire dall’ombra al momento giusto.

SCHMIDT                    (con Wehner) Dobbiamo tutti dargli il nostro appoggio, è naturale.

WEHNER                     Ma certo. Il nostro pieno appoggio.

SCHMIDT                    Glielo spieghi tu?

WEHNER                     Tranquillo, Helmut. Le tue mani resteranno pulite. Proprio come lo sono sempre state quelle del Grande Capo.

GUILLAUME               - Il capo sa di poter contare su di me! Sa che noi non avremmo mai cercato di sabotarlo! Non era assolutamente questo che volevamo!

WEHNER                     (con Brandt) La scelta, chiaramente, spetta a te. Puoi lasciare il cancellierato, ma restare a capo del partito. Oppure, puoi rinunciare anche al partito.

BRANDT                     Hai visto la lista di Nollau?

WEHNER                     Non nel dettaglio.

BRANDT                     Peccato. Ti saresti divertito.

WEHNER                     Oppure potresti provare ad andare avanti. Qualsiasi cosa tu decida, sappi che io starò sempre dalla tua parte.

BRANDT                     Alle mie spalle.

WEHNER                     Esattamente dove sono sempre stato.

BRANDT                     Con Helmut al tuo fianco.

WEHNER                     E se decidi di restare, puoi contare sul fatto che tutti e due continueremo a sostenerti come abbiamo sempre fatto.

BRANDT                     È incoraggiante sapere di poter contare su degli amici che non cambieranno mai.

WEHNER                     Vuoi che chieda a Helmut di unirsi a noi?

BRANDT                     Tante persone, con tante opinioni diverse e tante voci diverse. E dentro ognuno di noi, ancora tante altre persone, tutte in lotta tra loro per farsi sentire. Per un momento, una voce riesce a levarsi sopra le altre, e tutte s’intonano a quella. Ma poi riprende la cacofonia. Finché, prima o poi, un’altra voce non riesce a levarsi…

WEHNER                     Helmut! (con Brandt e Schmidt) Credo che il Grande Capo abbia preso una decisione.

SCHMIDT                    Ho pensato fosse meglio aspettare finché tu non avessi deciso. Non vorrei che si pensasse che ho cercato di influenzarti. Lascia solo che ti dica che qualsiasi  decisione tu prenda…

BRANDT                     Avrò il tuo sostegno.

SCHMIDT                    Il mio incrollabile sostegno.

BRANDT                     Grazie. Mi sembra d’intravedere una soluzione che mi consentirebbe di offrirti il Ministero degli Esteri.

SCHMIDT                    Offrirmi il…?

BRANDT                     Ministero degli Esteri. Non è quello che vuoi? Quando si fa il rimpasto? In ogni caso terrò fuori Genscher. Ho deciso di ricominciare daccapo. Mando via Grabert. Metto qualcun altro a capo del gabinetto.

SCHMIDT                    Capisco. Allora tu non…?

BRANDT                     Io non cosa?

SCHMIDT                    Pensavo… Herbert pensava…

WEHNER                     Credo che anche il Grande Capo ci abbia pensato…

BRANDT                     Sì, ci ho pensato. Pensato e ripensato. Avevo persino deciso. Ma quale voce parlerà quando aprirai bocca non lo sai per certo finché non accade.

SCHMIDT                    Dunque… Allora… Chiaramente…

BRANDT                     Non lo sai nemmeno tu.

SCHMIDT                    No… Solo… Cioè…

BRANDT                     Combatti o scappi? Chi può dirlo finché non arriva il momento? E dato che ho il tuo sostegno. Il tuo incrollabile sostegno…

BAUHAUS                   (con Nollau) Forse c’è un’altra possibilità da tenere in conto. Guillaume potrebbe avere… sì… delle foto.

NOLLAU                      Delle foto?

BAUHAUS                   Era un fotografo professionista.

NOLLAU                      E allora?

BAUHAUS                   Sul treno lui aveva lo scompartimento adiacente a quello del capo.

WILKE                         (con Wehner e Schmidt) Roba da stampa scandalistica, chiaro. Ma ho pensato fosse meglio mostrarvelo.

WEHNER                     ‘La spia di Brandt ha scattato foto compromettenti?’

SCHMIDT                    Da dove salta fuori questa roba?

WEHNER                     Non ne ho idea.

WILKE                         L’avete visto oggi? Sembra proprio ridotto al lumicino.

WEHNER                     Credo sia stato in piedi tutta la notte. A bere, a tentennare, a farfugliare di pistole e scogliere a strapiombo…

Brandt si unisce a loro. Wilke gli passa il giornale.

WILKE                         Mi spiace essere io il messaggero.

BRANDT                     Tutta questa gente così desiderosa di dare una mano.

SCHMIDT                    Ma da chi hanno avuto la storia?

GUILLAUME               - Non da me, capo! Né la storia, né le foto. Lei lo sa!

BRANDT                     (a Wehner) Non ti ho mai chiesto come è andato l’incontro. Quello di venerdì, con i tuoi amici di Berlino Est.

WEHNER                     Proficuo, credo.

BRANDT                     Prigionieri e famiglie?

WEHNER                     Stavolta no.

BRANDT                     No?

WEHNER                     Cooperazione economica. Ci lavoriamo da tempo, lo sai.

BRANDT                     Tutto questo sostegno… Apri la bocca per dichiarare la resa e senti una voce che dice: ‘Col cavolo che mi arrendo!’ La apri di nuovo, e stavolta la voce è completamente diversa. Dice: ‘Chiuso. Finito. Affondato’. Bene… Ci sono diverse persone da informare per prime, si capisce. La famiglia. Il partito. I nostri alleati della coalizione. La mia lettera ufficiale di dimissioni la può portare Grabert al Presidente questa sera. (A Schmidt) So che Herbert ti darà esattamente lo stesso sostegno che ha sempre dato a me.

SCHMIDT                    Willy, basta. Basta, basta, basta. Fermiamoci tutti a riflettere per un attimo. Non prendiamo una decisione affrettata di cui potremmo pentirci in seguito. Willy…!

WEHNER                     (con Schmidt e Wilke) Meglio non farsi prendere troppo dall’entusiasmo. Cambierà idea ancora un bel po’ di volte.

SCHMIDT                    Uno di noi deve seguirlo, fermarlo, farlo ragionare!

WEHNER                     Non temere. È contro di me che punteranno il dito, non contro di te.

SCHMIDT                    Non possiamo farcela senza Willy! Il partito non mi seguirà mai! Loro amano lui!

WEHNER                     Ameranno anche te. Col tempo. Se gli dai da mangiare e li tieni al caldo. Se ci sono io lì a farmi odiare. Se è l’amore che vuoi.

SCHMIDT                    Non ce la faccio, Herbert! Non così.

WEHNER                     Su una cosa aveva ragione. Combattere o scappare? Premere il grilletto o gettare la pistola? Nessuno può sapere cosa succederà finché non succede.

EHMKE                        (con Schmidt, Wehner e Wilke) Dov’è Willy? Forse l’ho spuntata. Sono andato in televisione e ci ho dato davvero dentro. Ho detto che avevamo fatto tutti i controlli di sicurezza di questo mondo. Fatti e rifatti. Ne ho dette tante che alla fine ci credevo anch’io… Ma lui dov’è?

WEHNER                     A dare le dimissioni.

EHMKE                        Lo sapevo.

WEHNER                     O a non darle.

WILKE                         (dà il giornale a Ehmke)

WEHNER                     Non sa a quale voce dare retta. Forse darà retta a tutte quante.

EHMKE                        Qualcuno dovrebbe andare a controllare se va tutto bene.

SCHMIDT                    Tu, immagino.

EHMKE                        Strano, no? Tutti lo amano - e non ha nessuno a cui rivolgersi. Nessuno al mondo.

SCHMIDT                    Ha te.

EHMKE                        Neanche me.

GUILLAUME               (solo) Il nessuno a cui si rivolgeva un tempo ero io. Una faccia all’insù come tutte le altre alla quale parlava col cuore. La faccia all’insù perennemente al suo fianco. La faccia sorridente con niente sotto. Niente ambizioni segrete, niente dissapori celati, niente risentimenti nascosti. Non gli piacevo molto. Ha detto a Horst Ehmke di mandarmi via.

Il brusio di un uditorio in attesa.

VOCE FEMMINILE     Signore e signori, dichiaro che il risultato della votazione è il seguente. Voti a favore: 267. Voti contrari: 225.

Applausi. Luci su Schmidt.

VOCE FEMMINILE     Dichiaro pertanto, in base all’articolo 63 secondo comma della Legge Fondamentale, che il candidato ha ottenuto i voti della maggioranza dei membri del Bundestag. Herr Schmidt, devo chiederle se accetta l’incarico di Cancelliere della Repubblica Federale Tedesca.

GUILLAUME               - Il suo fedele nessuno. E proprio quando aveva più bisogno di me, io non c’ero.

SCHMIDT                    Signora Presidentessa, accetto l’incarico.

GUILLAUME               Continuo a pensarci lungo tutti gli anni durante i quali sconto la mia lunga condanna, e pezzo dopo pezzo tutto il mosaico mi si ricompone davanti agli occhi. La sfiducia, l’invidia. L’economia, la malattia. Schmidt e Wehner. Nollau e Genscher e Bauhaus. Herber Frahm e Herbert Möller. E infine io. Mi sono fatto usare! Non solo da Mischa. Non solo da te, Arno. Da Herbert Wehner. È questo che mi brucia. Sono stato raccolto da Wehner, come  un robusto bastone raccolto da un assassino, e sono stato  usato per abbattere Willy. Non lascio trasparire la mia vergogna nemmeno per un attimo. Però mi vergogno, Arno! Finalmente provo vergogna…

KRETSCHMANN        - Non posso fare niente per te ora se non contare insieme a te i giorni della tua condanna, uno a uno, mentre aspettiamo che Mischa ottenga il tuo scambio. Sei anni ci vogliono prima di riuscire a riportarti a casa.

GUILLAUME               A casa, sì. Solo che adesso ho il cancro. Ho perso ogni contatto con Pierre.

KRETSCHMANN        (con Guillaume) Trenta prigionieri ci sei costato, Günter! Volevi sempre sapere se la storia dei prigionieri era vera. E il prezzo è aumentato. Oggi valgono quasi centomila marchi a cranio. Tre milioni di marchi, ecco quanto ti abbiamo valutato!

GUILLAUME               Casa mia. Mia? Ora la vedo con occhi molto diversi. E quanto fioca suona quell’unica voce quando le tue orecchie si sono abituate alla complessità del contrappunto! Ad ogni modo avevi ragione. Dopo che Willy aveva fatto pace con loro, non c’era più ragione per i russi di tenere in piedi quel poveretto del loro alleato.

I colpi smorzati di un piccone.

                                     (con tutti) Quel picchiettio nel legno si fa sempre più forte col passare dei mesi e degli anni. E poi si scopre che il rumore è sempre venuto da qui. Non da quella casa. Dalla casa accanto. Ma da casa nostra.

BRANDT                     I giornalisti mi telefonano nel cuore della notte per sentire le mie reazioni. L’evento che abbiamo tanto a lungo atteso sta cominciando ad accadere. Lo Stato di cui io ho riconosciuto l’esistenza sta cessando di esistere sotto i nostri occhi. La ragione di tante  sofferenze, tante lotte e tanti inganni sta andando in polvere.

Altri picconi si uniscono al primo. Il colpi si fanno più forti. Tutti si alzano in piedi e guardano in direzione del  pubblico. Il rumore delle picconate culmina nel crollo fragoroso di una costruzione in muratura. Luci.

                                     E alla fine ciò che è nato per stare insieme torna ad unirsi. Il nostro io diviso è ridiventato un solo se stesso.

GUILLAUME               Il vecchio conciliatore si rimette in viaggio. Tante nuove terre da visitare! Tanti nuovi volti levati verso di lui!

BRANDT                     Eisenach e Dresda… Lipsia e Rostock…

GUILLAUME               Tutti in attesa di vedere l’uomo da cui è partito tutto quanto. Gli manco io che non sono più lì a organizzargli la tabella di marcia e a tirargli fuori il vestito? Considera mai il fatto che anch’io ho avuto una piccola parte in tutto questo? Il piccolo uomo che guardava il grand’uomo, e capiva che di lui ci si poteva fidare.

BRANDT                     A volte mi chiedo cosa ne è di lui, è naturale. Suo figlio gli ha voltato le spalle, la sua patria è scomparsa. Siamo entrambi malati terminali.

GUILLAUME               Lo guardo mentre passa. È cambiato. Come me. Come tutto e tutti. Herbert Wehner…

WEHNER                     In cielo tra gli angeli.

GUILLAUME               Helmut Schmidt…

SCHMIDT                    Non più al governo da molto tempo.

EHMKE                        E come lui il nostro grande partito.

GUILLAUME               Hans-Dietrich Genscher, che non riusciva mai a diventare Ministro degli Esteri…

GENSCHER                 Ministro degli Esteri da quindici anni a questa parte.

GUILLAUME               E tu dove sei, Arno? Ti sei nuovamente dileguato prima che ti arrestassero. Svanito tra la folla, come tanti altri.

KRETSCHMANN        - Sto in mezzo a loro ed esulto come tutti gli altri quando passa Willy. Esulto con tutto il cuore. Un grand’uomo!

BRANDT                     Gli inconciliabili sono riconciliati. Almeno per un po’. E per un po’ tutti sono contenti.

GUILLAUME               E ovunque egli vada, la mia ombra è con lui. Ancora insieme.

Buio.

                                                            fine