Di Calandrino e di altre storie al tempo della peste

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Di Calandrino e di altre storie…

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Laboratorio Fare e Formare teatro – Compagnia del Cardigan

progetto

I suoni della peste

Sergio Ciulli

“ Di Calandrino e di altre storie al tempo della peste”

elaborazione ad uso teatrale di alcune novelle del

Decamerone

di Giovanni Boccaccio

fatta da

 Sergio Ciulli

Persone

 ( in ordine di apparizione )

Filostrata, donna del popolo minuto

Pampinea, donna del popolo minuto

Filomena, donna del popolo minuto

Boccaccio, novellatore

Cisti, oste

Ricciardo, giovane de’maggiori

Caterina, figlia di Lizio e Giacomina

Calandrino, vecchio uomo del popolo minuto

Prete di Varlungo, uomo di chiesa

Maso, uomo del popolo minuto che occulta in sè Boccaccio

Bruno, giovane uomo del popolo minuto

Nello, uomo del popolo minuto

Giacomina, moglie a Lizio

Lizio, uomo de’ maggiori

Tessa, moglie a Calandrino

Belcolore, moglie a Nello

Qui ha inizio il fare rappresentazione

Prologo

 Del farsi del giorno primo

( Al suonare della musica della peste che infesta, vagano nel buio della sala tre Donne velate per lutto, portando fioca luce nelle mani – Va a farsi alba in palco a mostrare una piazzetta fatta dal confluir di due vie, tra di esse spartite da una casa che ha nel suo alto un verone – A far chiuso un lato della piazzetta v’è la casa di Calandrino – All’altro, la bottega di Cisti vinaio )

Pampinea             Ahimè, ahimè, ahimè…

Filomena              Che facciamo noi qui?…

Filostrata              Crediam la nostra vita con più forti catene esser legata al corpo…

Filomena              … che quella degli altri sia?

Pampinea             Donne mie care, che possiam noi fare?

Filomena              A che restiamo noi?

Pampinea             A far lacrime, che umana cosa è l’aver compassione degli afflitti, e molto più che a’ uomini a noi donne il piangere conviene…

Filostrata              E ho io di che piangere!…Di molta famiglia, niuna altra persona in quella vado trovando…

Filomena              Ché se alle nostre case torniamo né altra cosa udiamo se non…

Pampinea             “ I cotali son morti…”

Filomena              “ Gli altrettali stan per morire…”

Filostrata              Chè sì grande l’impaurir del contagio che l’un l’altro schifa,

Filomena              … e l’un fratello l’altro abbandona…

Pampinea             E la sorella il fratello…

Filomena              E spesse volte la donna l’omo suo…

Filostrata              E maggior cosa è e quasi non credibile, li padri e le madri i figliuoli…

Pampinea             …quasi loro non fossero,

Filostrata              …di visitare e servire schifano per lo terror d’infermare…

Pampinea             Per le quali cose, e qui…

Filomena              E fuor di qui…

Pampinea             Per tutto impaurisco e parmi, dovunque io vado, l’ombre di coloro che son trapassati vedere…

( S’alza luce in scena a mostrare figure atteggiate, immobili. Solo una ve n’è che agisce. E’ Giovanni Boccaccio, avvolto in mantello che tutto lo copre e non lo disvela per quegli che è. )

Boccaccio            ( dicendo alla sala ) …Dico adunque, compari, che già erano gli anni della fruttifera incarnazione del Figliuolo di Dio al numero pervenuti di 1348, quando nella egregia città di Firenze pervenne la mortifera pestilenza…E a’ maschi e alle femine nascevano, nel cominciamento d’essa, certe enfiature le quali i volgari chiamavan gavaccioli…E quasi tutti, infra ‘l terzo giorno dalla apparizione, chi più tosto e chi meno, morivano…Dalle quali cose nacquero diverse paure e immaginazioni in quegli che rimanevano vivi…Alcuni avvisavano che il vivere moderatamente e in preghiera ogni lussuria fuggendo, dovesse molto a così fatto accidente resistere e a se medesimo salute acquistare…Ma v’eran altri, ed erano di maggiore, che affermavano essere medicina certissima a tanto male il bere assai e il godere e l’andar cantando attorno sollazzando d’ogni cosa all’appetito…E così il giorno e la notte, ora in quella taverna ora a quell’altra andando, bevendo senza modo e senza misura, si dimoravano ridendo e beffando…Non che per ciò fare tutti campavano ma al certo meglio moriano, chè l’appetire alla vita da sempre fa dolce ciò che di essa resta…E noi che vivi ancor siamo, a un di cotesti omini che andò faccendo sol cose che venissero a grado o in piacere, dobbiamo compari un novellare di quel tristo tempo che a’ veglia oggi si narra per far lieta la brigata…In tali novelle, piacevoli o aspri o fortunosi avvenimenti si vedranno, dalle quali sollazzevoli cose mostrate utile consiglio potrete voi pigliare, cognoscendo oggi quel che sia da fuggire o da seguitare…Orsù, adunque festevolmente al presto ora si faccia…

( Batte le mani a comando e le figure lasciano il palco - Al posto loro salgon le tre donne, abbandonando il lutto per dire e cantare…)

Filostrata              Tu ottimamente parli…

Filomena              festevolmente viver si vuole…

Pampinea             ( dicendo alla sala ) E per ciò voi a sollazzare e a ridere e a cantare con noi insieme, vi disponete…

Filomena              Dandoci licenza che questo tempo malo niuna novella altro che lieta ci rechi…

Pampinea             Che questo vogliamo e comandiamo: Dove che egli guardi…

Filostrata              Dove che ella vada…

Filomena              Onde che egli torni…

Filostrata              Che che ella vegga…

Pampinea             Niuna novella altro che lieta…

Filomena              … questo tempo ci rechi!

( Le donne fanno suoni a canzone entro la quale si parte Boccaccio )

Donne                   Dove che egli guardi…Dove che ella vada…Onde che egli torni…Che che ella vegga…Niuna novella altro che lieta tempo ci rechi!

Atto primo

Del giorno primo…

(Le donne siedono a dire di chi passa –  Il battere di una piccola campana annuncia il levarsi d’una mattina chiara – Traversa di fretta il Prete di Varlungo e apre bottega Cisti vinaio )

Cisti                       Giorno buono vi sia, donne…

Filomena              A te lo rendiamo, o Cisti vinaio.

( S’affaccia alla piazza il giovane Ricciardo e sospira alla casa col verone, poi torna a ritrarsi… )

Filostrata              Mi par che s’abbia a levar vento…

Pampinea             Eh si, e soffia…e soffia…

( Cisti vinaio dispone sgabelli e appoggi e fa assaggio di vino – S’affaccia ancora Ricciardo - )

Cisti                       Ehm, ehm…Cià…Plà…Bono se’ tu mio bere…( vede Ricciardo ) Un assaggio, messere?

( Subito si ritrae Ricciardo – Fan risa le donne – S’odon voci dalla casa di Calandrino )

Calandrino           ( da dentro ) Tessa mia, io scendo a mercatare…

Tessa                     ( da dentro ) Già te n’esci tu a compier danno, Calandrino, che’l giorno ancor fatto non è?!

( Esce la giovane Caterina dalla casa con verone – Si guarda intorno, indugia, si mette in via come per ire a funzione, segnandosi – Subito s’appressa a lei Ricciardo, piano dicendo…)

Ricciardo              Caterina…Caterina io ti priego che tu non mi facci morire d’amore!

Caterina                Volesse Iddio che tu non facessi più morir me!

Ricciardo              Per me non istarà mai cosa che a grado ti sia…

Caterina                Né mai io per te in meno farò…

Ricciardo              Ma a te sta il trovar modo alla scampo della tua vita e della mia!

Caterina                Ricciardo, tu vedi quanto io sia da’miei guardata e avuta cara…

Ricciardo              Il vedo, il vedo, oimé! e anche bene vedo come vanno aspettando di far di te gran parentado…

Caterina                E per ciò da me non so veder come tu a me ti potessi venire; ma se tu sai veder cosa che io possa senza mia vergogna fare, dilami, e io la farò.

Ricciardo              Caterina mia dolce, se tu ti ponessi a dormire in sul verone…

Caterina                Seguita…

Ricciardo              E se io sapessi che tu di notte lì fossi…

Caterina                Seguita…

Ricciardo              Quantunque molto alto sia, senza fallo io m’ingegnerei di venirvi!

Caterina                O Ricciardo, Ricciardo, se tanto ti dà il cuore, io mi credo ben far sì che fatto mi verrà di dormirvi!..

( Fuggevolmente si basciano, di poi Caterina torna in casa e Ricciardo se ne parte )

Pampinea             Com’egli è bello…

Filomena              E fresco della persona…

Filostrata              E non minore ad egli è la giovane…Chi ella è?

Filomena              E’ nata a messer Lizio e a monna Giacomina, sua sposa.

Filostrata              Parmi che i giovani abbian da intendersi…Sono essi promessi?

Filomena              No, ch’io sappia bene.

Pampinea             Non mancheran di farlo se tanto, tanto mi dà…

Filostrata              Mal non sarebbe, che a Ricciardo troppo è aperta la casa…

Filomena              Messer Lizio e sua donna lo tengon quasi a figliuolo…

Pampinea             Dovrassi allora ispiegare a Caterina che altro è l’uso che a fratel si richiede!

( Fanno risa – Torna a passare il Prete di Varlungo )

Filostrata              Tacetevi, che è mattino di passo…Salute, o Sere.

Prete                      Dio vi dia bene, donne…( benedice e parte )

Pampinea             A voi e a chi lo prega…( alle donne ) Se Iddio m’aiuta non sarà con egli che bene mi verrà…

Filomena              ( ride ) Che dichi tu? O che son elle cose da far con prete?!…

Pampinea             A me lo dichi? Al prete tu l’hai dire…

Filostrata             Chetati, bona lingua…E’ quegli religioso valente venuto a noi da terra di Napoli, pieno di sante

                               parolozze, gagliardo a…

Pampinea             …A far servigi alle femine!…O non avete voi orecchi per udire?…

Filomena              E occhi per vedere?…

Pampinea             Un dì l’un presso a l’altro egli va a zonzo per profittare di far alti i mariti! ( fa gesto di corna )…

(  Ridono le donne – Esce da casa Calandrino e subito s’affacciano Maso, Bruno e Nello che, non da lui visti, lo indicano – Calandrino appella Cisti che s’è fatto sull’uscio di bottega )

Calandrino           O Cisti…

Cisti                       O Calandrino…

Calandrino           Hai tu buon fiasco questo dì?

Cisti                       Assai maggior di ieri e meno assai dimani…( fanno risa ) Vien dentro…

Calandrino           Di poi…Ora ho da ire a far certe faccende…

                                               ( Parte Calandrino e Cisti torna a bottega. Subito Maso, Bruno e Nello inoltrano… )

Maso                     …E dicovi  che Calandrino è uomo sì semplice che molto potremo noi prender diletto col fargli

alcuna beffa. Se facciamo ragionamenti delle virtù delle diverse pietre ,lo trarremo a noi come s’ei fusse pesce d’arno!

Bruno                    O’ di quali pietre va’ tu cianciando?

Maso                     Di tali che più preziose non si potrebbeno…A far ciò farò come se fossi gran lapidario, conoscitore sommo d’ogni virtù di sasso che alberghi in terra o in acqua…

Nello                                      Vuoi tu dire ch’egli avrebbe a beversi che macigno di Settignano o pietra del Mugnone

                               fussero tesori?

Maso                     L’hai tu detto, compare! E’ egli Calandrino persona si’ bassa che se anco voi corda mi darete , l’avrem nostro…

Bruno                    E come pensi tu agire per condurlo all’abbocco? A me pare che da più giorni stia con noi in freddo, in special modo dopo il fatto del porco che gli imbolammo

Nello                      Tu bene parli! Ei tien chiusa la bocca…

Maso                     …Ma molto apre le orecchie, che è sua natura esser curioso per cercare guadagno! Se farem noi mostra d’esser a chiacchiera oziosa e in voce alta, egli s’accosterà e noi…

Bruno                    …e noi continueremo…

Maso                     …eh!

Nello                      …sino a che a’ ragionamento verrà!

Maso                     …eh!

Bruno e Maso      …E cosa fatta, capo avrà!

Maso                     Così sarà, compari…( accenna alla bottega ) Andiam noi dentro che abbiam da tesser tela…Io parlerò e voi rimboccherete in modo ch’egli l’abbia per vero…

( Inoltrano in bottega – Si mostra sul verone Caterina che fa gran sospiro gualcito, venendo a dire… )

Caterina                Fuor dalla bella caiba piange lo rusignolo…O bel rusignolo vien, vien nel mio broilo…( seguita con voce che vuole farsi udire nelle stanze… ) O Lassa la mia vita…O anima smarrita…

Giacomina           ( da dentro ) O figliuola, che hai tu da far mantice che non fai altro che soffiare?!

Caterina                Ah, madre mia benedetta, bisogna che aiuto mi rendiate prima che vada a cogliermi ogni più tristo male…

Giacomina           E che male avresti tu, che hai colore della rosa aulentissima…

Caterina                Assai, madre mia, assai!…Per lo soperchio caldo che fece la passata notte non ho io potuto dormire e temo assai che ancora questo avvenga…

Giacomina           ( inoltrando ) …O figliuola, che caldo fu egli?…Anzi non fu egli caldo veruno!…( torna dentro )

Caterina                Madre mia, voi dovreste dire a mio parere, e forse direste il vero…Ma voi dovreste pensare quanto sieno più calde le fanciulle che le donne attempate…Oh che son io ferita…

Giacomina           ( inoltrando ) Figliuola mia, così è il vero; ma io non posso far caldo e freddo a mia posta, come tu forse vorresti…

Caterina                E dunque?

Giacomina           E dunque forse quest’altra notte sarà più fresco, e dormirai meglio…( torna dentro )

Caterina                Iddio il voglia ma non è usanza che le notti si vadan rinfrescando…No, no, madre mia, io già sento che per il poco riposo vo’sfigurando al modo tale che più non vi sarà alcun che voglia seco me imparentarsi…E di questo voi avrete a rispondere per ciò che…

Giacomina           ( inoltrando) …Orsù, figliuola, chetati e dimmi che vuoi tu chi si faccia?

Caterina                Quando a mio padre e a voi piacesse, io farei volentieri fare un letticello sul verone e molto più al fresco starei che nella vostra camera…Quivi mi dormirei udendo cantare l’usignolo e…

( Nel mentre Caterina dice inoltra in piazza da fuor tornando Messer Lizio che resta da sotto il verone ad ascoltare. )

Giacomina           …Figliuola, confortati che viene appunto tuo padre. Già mi pare che abbia egli udito e come egli vorrà così faremo. ( Al marito ) Lizio, marito mio, che dici tu? Possiamo noi far dormire Caterina al canto dell’usignolo?

Lizio                      Che rusignolo è questo a che ella vuol dormire?!…Figliuola, vedi tu di non farmi impazzare per capricci o io ti farò ancora addormentare al canto delle cicale…( fa per passare in casa )

Caterina                Oimè, padre mio, che voi m’avete poco cara…( dando in non vere smanie ) O lassa la mia vita, o anima smarrita…Se non trovo riposo non mi vorrà lo sposo…Se non trovo giaciglio io tutta m’assottiglio…

( Al lamentare di Caterina s’affacciano Maso, Bruno e Nello da bottega – Di poi Tessa da finestra di casa, Cisti, il Prete di Varlungo da via, Ricciardo anche… )

Lizio                      ( smarrito ) Caterina, figliuola, poni pace che…

Caterina                Qual pace volete ch’io abbia, padre…Se per il caldo m’affoco né dì né notte ho loco…

Lizio                      Caterina…

Caterina                Se non trovo giaciglio padre e madre ripiglio…

Giacomina           Caterina…

Caterina                Se non ho rusignolo m’ammalerò per duolo…

Lizio                      Chetati, Caterina, alla bona ora e intendi quel che dico…

Caterina                O lassa la mia vita che più nessun m’aita…

Lizio                      ( disperato ) Caterina!

Giacomina           Su, su, Messer Lizio, che vi fa egli perché sopra il veron si dorma?

Le Donne              Su, su, Messer Lizio…Che vi fa egli?…

Lizio                      Ma io ho da…

 Bruno

e Nello                   ( facendo come le donne ) Su, su, Messer Lizio…Che vi fa egli?..

Giacomina           Non avete a maravigliarvi che le sia in piacere l’udir cantare l’usignolo sul verone…

Le Donne              Eh, non avete a maravigliarvi…Così fan tutte…

Lizio                      Ma gli è che ella è ancora…

Giacomina           …Una fanciullina, e i giovani son vaghi delle cose somiglianti a loro!

Le Donne              Eh!…Una fanciullina…

 Bruno

e Nello                   Su, su, Messer Lizio…

Giacomina           Suvvia , marito mio…

Lizio                      E così sia!…         Faccialevesi un letto tale quale ella chiede, moglie, e dormavi Caterina e oda cantar l’usignolo a suo senno…( inoltra in casa e si ritirano dal verone Caterina e Monna Giacomina )

Tutti                       Oh!…Bravo,Messere…Bene…Grazie, padre mio…Torniamo noi a fare…

( Partono alcuni - Maso, Bruno e Nello restano in piazza )

Maso                     E bravo Messer Lizio!…N’avrem noi presto a riderne…Ma più ancora mi fo’ io garante che avrem noi a ridere di Calandrino, più volte bevendo vin del Cisti…

                                                                                                    ( Inoltra Calandrino )

                               Orsù compari miei, diamoci voce che già lo veggo venire…( a voce troppo forte ) …Alla fè di Dio se di cotali pietre io non vidi!… Sono esse di grandissima virtù , preziose per magia, e chi ne trova tutto se ne ripulisce per la migliore…

Bruno                    E dove l’avesti a conoscere tu, che sei gran lapidario, queste pietre ?

Maso                     In Berlinzone, terra de’ baschi, in contrada detta di Bengodi…

Nello                      ( a Calandrino che si fa di presso ) Bengodi? O perché mai siffatto nome?…

Maso                     Perché in essa vi si mangian capponi ogni dì e si legan le vigne con le salciccie…

Bruno                    ( a Calandrino ) Con le salciccie?!

Maso                     Si, e pure io vi vidi una montagna tutta di formaggio parmigiano grattugiato…

Nello                      Una montagna di cacio ?! Ha tu inteso, Calandrino?

Calandrino           Eh?…

Maso                     … Sopra la quale era gente che niuna altra cosa faceva che far maccheroni…

Bruno                    Maccheroni?! Che dichi tu di ciò, Calandrino?

Calandrino           Eh…Mah…

Maso                     E raviuoli…

Calandrino           Ah!…

Maso                     E cuocergli in brodo di capponi!

Calandrino           Oooh!…

Maso                     E poi gli gittavan quindi giù, e chi più se ne pigliava più se n’aveva!

Calandrino           Tu dichi?

Nello                      E dice, e dice…

Bruno                    E anche lo ridice! O senti…

Maso                     E anche correva un fiumicel di vernaccia, della migliore che mai si bevve, senza avervi dentro gocciol d’acqua!

Calandrino           Oh, cotesto è buon paese! Fostivi tu mai?…

Nello                      Di’ tu se Maso vi fu mai?! E’ egli gran lapidario…

Bruno                    …Vi è stato così una volta come mille!

Calandrino           Ah…E quante miglia ci ha?

Maso                     Eh, haccene più di millanta…

Nello                      …che tutta notte canta!

Calandrino           Dunque dee egli essere più là che Abruzzi…Eh, troppo è di lungi a’ fatti miei…Se più presso fusse io mi ci recherei per scorpacciarmene di quei maccheroni…

Bruno                    …E delle pietre non avresti tu a togliere?

Calandrino           Di sicuro che io ne toglierei da farmene contento ma troppa è lontananza…Vi saluto gente che Tessa

                               mia mogliera vuol ch’io la meni a non so quale uffizio e…

Nello                      Fermati, che hai da sentire il meglio!

Bruno                    Non sai tu che in queste contrade se ne hanno di tali pietre sì virtuose?!

Calandrino           No?!…Vu diche?

Nello                      Maso lo dice…

Maso                     ( come dicendo magia )V’è in queste nostre terre una pietra la qual noi altri lapidari appelliamo elitropia…

Candrino              Lel…li…potria ? oh….

Maso                     ( c.s )…E’ essa pietra elitropia di varie grossezze ma tutte hanno colore quasi nero…

Nello e Bruno       Nerissimo…( fanno risate )

Calandrino           Tu dichi?!

Nello e Bruno       ( ridendo ) E dice!

Maso                     ( c.s ) …E’ essa pietra elitropia di troppo gran virtù che assai spaventa il dire…

Calandrino           Tu dichi?!

Nello e Bruno       ( c.s) E dice, e dice!…

Maso                     ( c.s ) …Per ciò che qual sia persona la porta sopra sé, non è da alcuno veduto dove non è!

Calandrino           Questo tu dichi?

Nello e Bruno       (c.s) Questo ti dice!

Calandrino           Eh, davvero è da non credere!…Ma questa pellitropia…

Maso                     ( terribile ) Elitropia! ( principia a partire )

Nello e Bruno       Elitropia…Elitropia…

Calandrino           Si…si…l’ell…lin…stropia… O dove solesi la pietra trovare?

Maso                     ( allontanandosi ) Nello fiume Mugnone…

Calandrino           Nello fiume Mugnone? ( a Nello e Bruno ) Qui dreco?!…

Bruno                    Eh già…

Calandrino           …E allora…io…No, e dico…noi si…Eh?!

Nello                      Eh già…

Calandrino           …Noi avessimo a divenire i più ricchi uomini di Firenze se ne trovassimo di questa pia…pia…tropia!

Bruno                    Tu dichi?

Calandrino           E dico ! A me parrebbe che noi, senza alcun indugio, prima che altra persona , v’andassimo a cercare… E di poi d’averla trovata che avrem noi a fare se non andare ai banchi dei cambiatori di valuta che son sempre carichi di monete d’argento e di fiorini e torcene quanti ne vorremo? Niuno ci vederebbe e così avessimoad arricchire subitamente…

Nello                      Tu dichi?

Calandrino           E dico, si, e dico! E di  poi…

Nello                      …E di poi ne diremo di poi! Conviene ora che tra noi ben ne ragioniamo bevendo del buon vino del Cisti che già lo veggo pronto a apparecchiar bottega…( a Cisti che è apparso sulla porta della bottega ) O Cisti, prepara a noi del migliore!

Cisti                       E chi paga?

Bruno                    E chi ha a pagare? E paga Calandrino…

( Inoltrano in bottega – Affaccia a finestra Monna Tessa cercando, sospira di poca pazienza, dice…)

Tessa                     O dove sarà egli, che poco manca al battere dell’ora…

Filomena              Tessa, cercate voi l’omo vostro?

Tessa                     Oimè, Filomena, o che è omo quello?!…

Pampinea             O che avete voi a lamentarvi?…A vederlo parrebbe…

Tessa                     E a sentirlo, non pare!

Pampinea             Oh al bon core di Cristo, che dite voi?…Sarebbe egli…

Filostrata              Chetati, Pampinea…Adunque, Tessa, lo cercate voi?

Tessa                     Si che lo cerco, Filostrata mia…L’aveste voi a vedere?

Filostrata              ( alle altre ) Che dite?…L’abbiamo noi veduto?…

Pampinea             Mah, mi parve e non mi parve…( ad altra ) A te che parve?

Filomena              Quello che parve a te e che Iddio vuole…

Prete                      ( Inoltrando ) Volesse Iddio quel che a me pare e voglio! Che è ora di far tavola, donne, ma limosina niente…

Filomena              E d’altro?…

Pampinea             D’altro non v’hanno fatto carità le divote?

Prete                      O di che d’altro andate voi intendendo, lingue male?

Filostrata              Noi lingue male?

Pampinea             O Sere, avete voi ben lungo il moccichino, eh?!

Filostrata              Intendevano elle, che so, un mazzuol d’agli freschi…

Pampinea             Che bene assai fanno a chi ha’bollori!         

Filostrata              …O pure un canestruccio ove metter baccelli…

Filomena              …assieme a li scalogni!

( Fanno risa insieme a Tessa )

Prete                      ( irato ) Che scalogni e baccelli, o cimbardose! Io non so chi mi tiene da…

Cisti                       ( inoltra da bottega ) Prete, non v’affannate…Le son ciarle di donne! Venite meco a cantina che vo’ farvi limosina d’un orcioletto del mio…( a Tessa ) Tessa, date pur acqua al coccio che Calandrino è in bottega…E voi, donne, ite a casa che batte il tocco…

( Cisti e il Prete partono – Tessa si ritira – Le donne fan vista di muoversi ma sostano ancora ad ascoltare Bruno, Nello e Calandrini sortiti da bottega )

Bruno                    ( a bocca ben riempita) Calandrino mio, troppo tu dici e poco, oimè, tu mangi!..Ma come puoi tu non manicare di questo pane intinto…

Nello                      ( a simile bocca ) Di questo cacio duro…

Bruno                    …Di questo saporito nostro stare in tavola…

Nello                      …per la ismania di raccattare pietra nera in quest’ora bruciata!

Calandrino           Compari, noi l’abbiam a trovare al certo prima di altrui…

Nello                                      E al certo la troveremo, ma non è questa ora atta a far ciò…Non vedi tu quanto sia alto  sole…( del   cibo) Bono!

Bruno                    E picchi per lo Mugnone entro…( del cibo ) Più che bono!

Nello                      Ha egli ogni pietra rasciutta, per tali che paion tutte bianche le pietre che vi sono…

Bruno                    Anche quelle che inanzi che l’abbia asciugate, le son nere! ( alzando il bicchiere ) Alla salvezza tua, Calandrino…

Nello                      …e di chi paga!

Calandrino           Nere o chiare, converrebbe più a me che andassimo a cercarne, che son le due ora che altro non fate voi che ganasciare!

Bruno                    ( accendendo finta collera ) O Calandrino, saresti tu sì niquitoso da negare a chi per lo tuo bene s’adopra, un qualche ristoro?!

Nello                      Ah, ingrato omo, pieno di scarsezza ! Andiamcene, Bruno, mano a mano!

( Rientra Cisti )

Bruno                    Lesto ti seguo! …O Cisti, dicci l’avere…( fan vista di prepararsi a ire via mentre Cisti torna a bottega )

Calandrino           Noe, noe…sostate, che non volea essere io rincrescevole! Gli è che grande è la voglia d’avere a far fortuna…

Nello                      E ad altri tu vo’ donare facultà, o tristo e sciocco! che per lo Mugnone è assai la gente?!…

Calandrino           E allora?

Bruno                    Allora, dichi tu, o rozzo ? Allora  potrebbono essi fare altresì di quello che noi andassimo facendo…

Nello                      E la pietra venire alle man loro, così che noi avrem perduto il trotto per l’andar di paio! Ha tu inteso, rustico abbaiatore ?! ( facendo atto di ire)Ma cessa, che c’hai tu messi in malagrazia…Cisti, porta il sommato che vogliam noi ire…

Calandrino           Noe, noe, non fatemi con voi rabbuffare, compari, che se dissi ciancia assai ne chiedo grazia!…( Inoltra Cisti col segnato ) Cisti, a me, solo a me chiedi l’avere… Portaci ancora bere… ( Cisti rientra in bottega )

Bruno                    E mangiare!

Calandrino           Al certo…

Nello                      Tanto!

Calandrino           Tanto, al certo…

Bruno                    Oh, ora sì che bene ti disponi. Torna pure a mogliera… Aspetterem che faccia scuro, che è questa opera da dover fare quando non vi sarà persona che ci vegga…A nottte ci troveremo fuori porta San Gallo, sul greto del Mugnone…La luna darà lume sulle pietre…

Nello                      …E ben conosceremo le nere dalle bianche! Va, va Calandrino, lascia noi fare…

Calandrino           ( andando in casa ) E vo’, e vo’ ma…oh, acqua in bocca…

Bruno                    Acqua? …se’ tu impazzato? Vino, per la grazia di Dio…( entra in bottega )

Prete                      ( Inoltrando ) …E  che Dio bene ci mandi !…

Nello                      O bono prete, ch’andate voi facendo fuor dalla chiesa vostra?

Prete                      Vad’io limosinando, Nello , che’ mestieri del mio…Ma a cosa fare sei tu quivi a quest’ora?

Nello                      Eh, in verità, bono prete, io vi sono per alcuna mia vicenda e in questa ho io da rimanervi sino a ora tarda…

Prete                      A ora tarda?… E questo aggrada a Monna Belcolore, la tua donna?…

Nello                      Prete, Monna Belcolore ha da aggradire quel che a me conviene…

Prete                      Bene dici e bene fai, figliuolo:  son esse donne da Iddio fatte per servigio dell’omo e per dar figli, in special modo quando, come la tua, son brunazze e ben tarchiate…Fa, fa quel che tu hai da fare ma non prima del tempo che sia di necessita, che non avesse ella a prender manico…

Nello                      Così farò, o bono prete. Tenete questo per limosina ( da’ una moneta ) e un kirie per me spendiate a che Dio ci mandi bene…( entra in bottega )

Prete                      E questo io ti farò…Sta tu sereno, per la lode di Dio e di chi lui bene serve…( partendo – Torna a bottega Nello)

Filostrata              ( alle donne ) E bene servirà alla Belcolore, donne, che è egli meglio atto a saper macinare che a far kirie!

Pampinea             E Belcolore è femina che sà d’ogni candela fare moccolo!…

Filomena              ( facendo risa ) Eh, donne amabili: L’acqua corre alla borrana…

Pampinea             ( facendo risa ) Levate alta la coda, o Monna mia…

Filostrata              ( facendo risa ) Ché buone novelle vi reco…

( Le donne fanno suoni a canzone )

Donne                   L’acqua corre alla borrana…Levate la coda, o monna mia…Ché buone novelle vi reco…

( Intanto che si canta vien luce in sala sulla stanza di Monna Belcolore, intenta a far cose domestiche – In chiusa alla canzone Il Prete di Varlungo inoltra presso di essa . )

Intermezzo

Del meriggio che conduce alla sera e poi alla notte

Prete                      Dio ci mandi bene: chi è di qua?

Belcolore              O Sere, voi siete il benvenuto; che andate voi bighellonando per questo caldo?

Prete                      Se Dio mi dea bene, che io mi vengo a star con teco un pezzo, per ciò che io trovai l’uom tuo che stavasi in città a far combriccola…

Belcolore              Oh, fa sempre egli sì cosa ma in poi sempre ritorna.

Prete                      Ma questa è volta che non accada prima che sia notte, che questo egli mi disse…

Belcolore              Al certo?

Prete                      Al certo!…Facciamci quinci noi quel che dovremo…

Belcolore              Oh la gran fretta che vi muove! Sedete e non mi ponete in ambasce che ho io a finire di nettar sementa di cavolini che proprio l’uom mio ha da poco trebbiati…

Prete                      Non far vista di non intendere, Belcolore!…De’ mi tu far sempre morire a questo modo?

Belcolore              ( facendo risa ) O che ve fo io?

Prete                      Non mi fai nulla, ma non mi lascia fare a te quel ch’io vorrei e che Iddio comandò…

Belcolore              Deh! andate, andate: o fanno i preti così fatte cose?!

Prete                      Si facciam noi meglio che gli altri uomini: o perché no? E dicoti di più, che noi facciamo sempre miglior lavorio!

Belcolore              E perché mai?

Prete                      Perché noi maciniamo più raramente, come i mulini quando vi sia acqua giusta a far girar le pale! E, in verità, bene a tuo uopo, se stai cheta a lasciami fare…

Belcolore              O che bene a mio uopo potrebbe essere questo, che siete voi preti più avari che’ diavolo?

Prete                      Avari? Ma se ti ho io recato quest’orcioletto di vin prezioso…

Belcolore              O prete, o vi par esso cosa per donna?!

Prete                      Io non so, chiedi pur tu: vuogli tu un paio di  scarpette?

Belcolore              ( facendo risa ) O non vedete voi ch’io son ben calzata?

Prete                      Vuogli allora una collanina?

Belcolore              O non vedete voi com’io son ben adorna?

Prete                      Vuogli infine un manicaretto che non ve n’è più dolce?

Belcolore              O non vedete voi come ne son’io ben apparecchiata in tavola?!

Prete                      E non vedi tu dalla tonaca com’io son ben armato, donna?! Decidi al presto ciò che tu vogli, foss’anche una bella pezza di lana e…

Belcolore              Frate, bene sta!…Io ne n’ho di coteste cose, ma se voi mi volete cotanto bene, fatemi un servigio e io farò ciò che voi vorrete…

Prete                      Dì, dì e il farò volentieri, ma per la grazia di Dio affrettati che a macinare a raccolta più io non mi trattengo!

Belcolore              Se voi mi prestate cinque lire, che so che l’avete, io ricoglierò dall’usuraio la gonnella mia nera e la cintura che io recai in dote, e io poscia farò ciò che voi vorrete…

Prete                      Cinque lire?

Belcolore              Si, bono prete: cinque!

Prete                      Io non gli ho con me ma prima che sabato sia, io farò che tu gli avrai molto volentieri. Tientili adunque come se fosse e facciam noi quel che sappiamo d’avere a fare…

Belcolore              Si, tutti siete così gran promettitori, e poscia non attenete altrui nulla! Se voi non gli avete, andate voi per essi…

Prete                      Deh, non mi fare ora andare fino a casa, ché vedi ho così ritta la ventura testé…

Belcolore              E che ho io a entrarvi?!

Prete                      Io, io ho ha entrarvi, non tu!…Su, facciam presto che non so io quando e’ mi venga così ben fatto come ora!…

Belcolore              Frate, se voi volete andare a far moneta, sì andate; se non, alle faccende mie non disturbate!

Prete                      Attendi uno momento, alla fé di Dio!…Ecco, acciò che tu mi creda, io ti lascerò pegno questo mio tabarro di panno turchino…

Belcolore              Si, cotesto tabarro, o che vale egli?!

Prete                      Come, che vale? Io voglio che tu sappi che egli viene da Duai, città delle Fiandre…

Belcolore              Da Fiandra? Sarebbe egli di Duagio?…

Prete                      Duagio e infino a…Treagio!

Belcolore              Infino a treagio?!

Prete                      Infino!…E hacci di quegli nel popol nostro che il tengono di…quattragio!

Belcolore              Ohhhh, vu diche?

Prete                      E dico e tu vedi di sentire…

Belcolore              E sento, e sento…( toccando il tabarro dove esso s’apre ) Alla grazia di Dio…

Prete                      …Di cui ho da farti parente! Vedi adunque di contentartene a pegno e…

Belcolore              E quanto può valere il vostro panno?

Prete                      Delle lire ben sette per misura ma a te lo lascio per tutto lo suo intero…

Belcolore              O siè? Se Dio m’aiuti non l’avrei mai creduto…Or via, datemelo in prima e facciamoci bene…

Prete                      Prendilo, che son io, per quello che infino quì ho fatto, a tal venuto!

( Si fanno suoni a chiusura e qui va a chiudersi l’atto primo )

Atto Secondo

Dalla notte all’alba del giorno secondo

(E’ prima notte e sul palco è poco il lume e non v’è gente – In sala Calandrino, Bruno e Nello, tra loro distanti , van trovando pietre sul greto del Mugnone )

Bruno                    (chiamando a voce poca ) …Calandrino, oh…

Calandrino           ( a voce poca ) … Oh Bruno…

Nello                      ( a voce poca ) … Oh Calandrino…

Calandrino           …Nello, oh…

Bruno                    Ha’ tu trovato?

Nello                      Trovato, ha’ tu?

Calandrino           Eh, di nere me ne caricai…Ma voi ancor me vedete?…

Bruno                    Nello, lo vedi tu?

Nello                      Si, si che ancor lo veggo…

Calandrino           Oimè, segno è che non feci bona pesca…

Bruno                    E tu vedi pur noi?

Calandrino           Come se giorno fusse…( scarica pietre ) Eh, conviene che ad altre noi ci volgiamo.

Bruno                    Dichi pur bene…

Nello                      Seguita allora e cogline di grosse…

Bruno                    Belle pese…

Calandrino           Così farò e che ventura venga…( con fatica ) Ahhh, vien su e fammi tu gran bene…

( Si fanno suoni acconci e luce di piena luna coglie il verone in sul palco mentre abbuia la platea – Sovra vi sono Lizio e Caterina  -

Si fanno  muti i suoni)

Lizio                      Figliuola, eccoti quel che tanto bramasti: il letticel sul verone. Vedi tu se non ti abbiam noi cara, che a’ capricci tuoi facciamo viso buono…

Caterina                Non avrete a pentirvene, padre mio…( mirando il letticel ) O caro bene, o solo mio riposo…

Lizio                      Ehm, Caterina frenati…Non ha’ tu a dir poesia ma sol quetar la voce…Fa tu buon sonno e vedi d’udir cantar rusignolo come a te aggrada.

Caterina                Cosi farò io, padre, se piacerà all’uccello di venire…

Lizio                      Verrà, verrà, è giusto tempo questo…( partendo ) Notte buona, figliuola.

Caterina                A voi sia tale, padre…( tra se dicendo ) Dunque vien tosto, viemmi ad abbracciare tanto è’ l disio focoso che mi porto nel petto, sì ch’io conforti l’anima smarrita…

( Si fanno suoni di ribeca fuor del palco e la voce di Ricciardo s’ode far canzone)

Ricciardo              ( da fuori )…O caro bene, o solo mio riposo, che’ l mio cuor tien distretto, a te son sposo…

Caterina                Ricciardo!…

Ricciardo              ( da fuori )  …Ch’io soddisfaccia in te ogni desire pria che la notte in giorno fia a morire!

Caterina                Deh, signor mio, deh fammelo sperare…Né mi può altri che tu confortare!

( Cessa ogni suono col salir della luce in sala ove Calandrino e gli altri continuano a far pietre)

Calandrino           ( con fatica ) Ah…pesa tu sé! Oh…Oh…

Nello                      ( con bassa voce )O Bruno…

Bruno                    ( con bassa voce )O Nello…

Calandrino           …E vien tu a me ch’ho del grembo fatto mantello!

Nello                      (c.s.) E’ egli carco come animal da soma per pietre che han del nero…

Bruno                    ( c.s.) Pare a me che sia tempo di fare a Calandrino quel che abbiamo a fare…

Calandrino           …Ah, questa parmi esser di parentado a quel che Maso disse……Oh issa…Oh issa…

Nello                      (c.s.) Facciam dunque come se più non lo vedessimo…

Bruno                    (c.s.) Si crederà egli d’aver trovata elitropia…

Nello                      (c.s.) …Così, s’io non m’inganno, tacerà ogni suo dire per non avere a dividere seco noi…

Bruno                    (c.s.) E noi guadagnerem la beffa!

Calandrino           Ah, che son tutto tronco e ben bagnato!…

Nello                      (c.s.) Cominciamo, compare?

Bruno                    (c.s.) Cominciamo…( a voce forte )…O Nello, Calandrino dove è?

Nello                      Io non so, ma egli era pur poco fa qui dinanzi a noi.

Bruno                    Si, ma or non lo miro…O Calandrino!?

Calandrino           ( da segni ma tace )

Nello                      Che appelli tu? Io non lo veggo…

Calandrino           ( da segni di contento ma tace )

Bruno                    E adunque?

Nello                      …E adunque ha esser certo che egli è ito via, lasciando noi nel farnetico d’andar cercando le pietre nere giù per lo Mugnone!

Bruno                    Deh come egli ha ben fatto d’averci beffati e lasciati qui, poscia che noi fummo sì sciocchi che noi gli credemmo…

Nello                      Ah, chi altri che noi sarebbe stato sì stolto che avesse a credere che in Mugnone si dovesse pescare una così virtuosa pietra…

Calandrino           ( contento prende ad allontanarsi ma è traversato dai due che fingon di non vederlo )

Bruno                    E noi or che faremo, o lassi…

Nello                      Chè non ce ne andiam noi?

Bruno                    Andianne; ma io giuro a Dio che mai Calandrino non me ne farà più niuna; e se gli fossi presso, io gli darei tale di questo ciotto nelle calcagna, che egli si ricorderebbe forse un mese di questa beffa…( e colpisce Calandrino, tirando il sasso )

Calandrino           ( sente duolo e soffia a guisa di mantice ) …Ah!…Sssssssss

Nello                      E io anco farei. Così giugnesse testè nelle reni a Calandrino…( tira e colpisce )

Calandrino           Ah…ah….Ah…Ssssss

Bruno                    O piglia…(tira e colpisce )

Nello                      O tieni…(tira e colpisce )

Bruno e Nello       A te, tristo…A te, dolente…A te, disleale…A te…A te

Calandrino           (S’agita, lamenta basso e fugge carco il grembo di pietre…)

( Nello e Bruno al partirsi di Calandrino fanno gran risa e festa…)

Bruno                    Va, va Calandrino, che ancora hai da sentire d’altro male…Hai tu, Nello, fatto sull’avviso gli amici che niuno mostrasse di ravvisarlo se l’avessero ad incontrare ?

Nello                      Così feci…

Bruno                    Bene. Or non resta che il farsi giorno attendere e di poi completare noi l’opera…Ah, che son tutto stracco…Hai tu bere?

Nello                      E di quel bono ancora…Tieni, ch’è vin del Cisti.

Bruno                    Oh il bell’orcioletto…( beve ) Hum, cià…Come l’hai tu?

Nello                      In casa io l’aveva …(beve) Ah, gnà…e più non lo sapeva!…L’ha trovato mogliera…

Bruno                    Vedi tu cosa servon le donne? A darci a bere…

Nello                      Tu dichi?

Bruno                    E dico, ahhh…e dico!

Nello                      E allora e dico anch’io…

( Tornano i suoni acconci – Cessa la luce alla platea e sale in sul verone ove sta Caterina a mirare Ricciardo che vi sale )

Ricciardo              ( a bassa voce ) Caterina…

Caterina                ( a bassa voce ) Oh, Ricciardo…

Ricciardo              ( Sale pel muro ) Mio bene…

Caterina                Anima mia…

Ricciardo              ( E’ a lei ) A te giungo…

Caterina                A me vieni…

( Son essi l’un per l’altro )

Caterina                O Ricciardo, Ricciardo, chi t’ha condotti sino a qui?

Ricciardo              L’amore mi ci spinse, o Caterina!

Caterina                O Ricciardo, Ricciardo, benedetto sia l’anno e ‘l mese e ‘l giorno…

Ricciardo              E l’ora e ‘l tempo, ed ancor la stagione, che fu creato questo viso adorno…

Caterina              Anima mia, te sol mio cuore attende…

Ricciardo              All’acqua, all’acqua, ché il foco s’accende…

Caterina e

Ricciardo              ( a voci alterne ) Oh me,… oh me,… oh me, aiuta… aiuta, ch’i’ moio ‘n buona fé!…

( Si coricano insieme –   Altri sono i suoni  - Dalla sala inoltra al palco Calandrino, carco di peso - Alla piazzetta si ferma a riposare )

Calandrino           Ohi, ohi…Oimè che m’hanno morto!…Che nottataccia nera: tutto, tutto dalle reni alle calcagne son lapidato, che que’ tristi avean bona mira pur me ignorando…Ah, che sento ancor l’incornate, rubaldo mondo!…Eh ma a senno ho io, non essi, la pietra lellipotria…No,no lellipotria… Pelli…troia…Nooo, che non è si’ detta…Elli…Elli… Ah, elli un canchero!… Che ho io a fare del nome, poi che ne ho virtu?…Eh, che così è: niuna cosa mi fu detta da’ pochi che incontrai, al segno che delle tante di cui son carco una è pietra valente, bah!… Fortuna che di notte non s’aggirano donne, ché ve ne son tra loro che perdere fanno la virtù a cosa che abbia di magia e che sia da lor vista…Mah, alla grazia di Dio che son venuto alla casa… Oimmene, che gravano esse assai… Gnaffè, son tutto molle dell’acqua del Mugnone…E che bozzi e che picchi! Ahhh…Povero Calandrino, come ti se’ tu concio per trovare fortuna…Ho ancor l’ossa arrembate, mondo reo…M’ugnerò d’uno buono lattovaro per vincere dolenzia e a far bene m’atterrò… Pria che facci luce, converrà separar pietra da pietra acciocchè sol la preziosa abbia indosso e ben celata … Orsù, si faccia presto, che va a cessar la notte…  E cheti cheti, che mogliera non senta e mi si levi incontro; che se anch’ella fusse di quelle tali femine, vedrebbemi e torrebbe alla pietra sua virtù…

( Entra in sua casa – Silenzio - Dal verone sospiri e  parole – Silenzio – Si fa più chiaro  – S’ode picciolo suono di campana - Inoltra dalla platea al palco il Prete di Varlungo che biascica orazione e abbrividisce pel freddo )

Prete                      Ah, brrr, che tutto mi raggelo da che impegnai il tabarro alla Belcolore…Oh, che gran peccatore che mi sono… Libera me, Libera me da morte aeterna, Domine…Miglior cosa se m’avessi tu fatto in prima frate e poi omo…

Caterina                               ( da dentro ) Oh il bel rusignolo…

Ricciardo              ( da dentro ) Oh la ben dolce gabbia…

Caterina                               ( da dentro ) Ancor apre egli l’usciolo…

Ricciardo              ( da dentro ) Ancor a cantare egli abbia…Ahhhhh…

Caterina                               ( da dentro ) Ahhhh…

Prete                      Quali voci son queste?!

( s’ode ancor sospirar di piacere: ahhhhhhh )

                                    Ah, s’io non m’inganno, son basciozzi di quando che la femina usa con l’uomo…Che ancora Messer Lizio metta a cavalla la coda?!…

( nuovamente si fannno i sospiri udire: ahhhh, Ricciardello mio…Ahhhh, Cate bella… )

                            La giovin Caterina?!…

( ancor a si sospira: aiuta,aiuta, ch’i’ volo a’ Paradiso! – Ride il Prete )

                            Alla grazia di Dio, che ‘l peccato perdona a chi si pente!… ( percuotesi il petto ) Agnus Dei, qui tollis peccata mundi…Sanctus, Sanctus, Sanctus…Oimè, che a far contrito mi raffreddo più assai…( imitando la Belcolore ) “ O fanno i preti così fatte cose?…” …Le fanno, le fanno, e senza averne a grazia: ( imitando ) “ Cinque lire! “…Al Santo!…Ho io mal fatto a prometterle, che quanti moccoli vo’ ricogliendo d’offerta in un anno non valgon la metà!…Ma deggio darle se rivoglio il tabarro…Hum, e in che modo riaverlo senza pagare dazio ?…Domine Iddio, mi pento, ma Tu fa lume al servo…( Si fa segno cristiano e si dispone a biascicare orazioni davanti alla casa di Lizio)

( Ancora suona la campana – Più si fa luce – S’ode dalla casa di Calandrino rumore di pietre rotolate – Esce di poi sul suo uscio Messer

Lizio, levato da letto )

Lizio                      ( facendo sbadiglio ) Ah, che buon sonno ho io fatto!…Cosa mirabile fa la natura…( sente e poi vede il prete)

Prete                      Kyrie, Kirye…Agnus dei…Tabarrum meo!

Lizio                      O Sere, ma altro loco per dire divozioni non avete?

Prete                      Messere, io l’ho ma gli è che passando mi venne desiderio di pregar per li vostri peccati…( orando )  Domine, fallo casto…

Lizio                      Che peccati e peccato!?…Levatevi e m’uscite dai gangheri, che casa mi svegliate!

Prete                      Chè, ancor riposa la figliuola?!( in atto di partire ) Iddio le faccia bene…

Lizio                      Andate, andate, che a lei ho da pensar io e non Domine…( il Prete esce ) Ahhh ( si stira )…Lasciami vedere come l’usignolo ha fatto questa notte dormir la Caterina…( partesi in casa e subito inoltra il Prete )

Prete                      ( ride ) Va, Lizio, va, che troppo l’arai tu presto a vedere!…Torniamo a noi che parmi d’aver fatto buon avviso:… Se alla Belcolore chierico inviassi  pregando di accattarmi il mortaio suo atto a far salsa, ella certo nol negherà…E quando in poi qui alla piazza venisse a guatar Nello suo, ch’io ben credo abbia ancora a mancarle di casa, stando essi insieme potrei, senza pagar dazio, ripigliare tabarro…Ho per la mente il modo; conviene ora cominciare altro danno…

( Da dentro s’ode esclamare Messer Lizio, a voce bassa: …Per la fede di Dio!…Giacomina, lievati presto!)

…Che questo è già comincio! ( parte ridendo )

( Da dentro casa di Lizio scalpiccii e voci soffocate – Inoltrano, chi da platea chi da palco, le tre donne curiose di conoscere – S’apre l’uscio

di Lizio e n’escono Lizio e Giacomina in affanno…)

Giacomina           Come può questo essere, marito mio?! Caterina è…

Lizio                      …E’ stata sì vaga dell’usignolo che ella l’ha preso e tienlosi in mano!

Giacomina           Ah, bene ho visto com’ella s’addormisse a Ricciardo e presolo l’avesse per quella cosa che fa vergogna nominare! Orsù, si metta fine a…

Lizio                      Donna, guarda che tu non facci motto, che in verità, poscia che ella l’ha preso, egli sarà suo! Ricciardo è gentile uomo e ricco giovane…E se egli vorrà a buon concio da me partire, e’ gli converrà che primieramente la sposi…

Giacomina           …Sì che egli si troverrà aver messo l’usignolo nella gabbia sua e non nell’altrui! Tu bene dici, Signore e io molto sono racconsolata veggendo te non esser turbato di questo fatto…

Lizio                      Sia fatto dunque al presto quel che ha da esser da fare…Vien con meco.

( Rientrano in casa Lizio e Giacomina – Apre bottega Cisti e alle donne fa voce )

Cisti                       Chente è, donne, che m’ero appena desto che sentii io chiavare uscio di sotto?

Pampinea             A noi lo chiedi?    ( indicando il verone ) Chiedilo a’ maggiori…

Filomena              E altro non sentisti?

Cisti                       Or che vi penso, un tramestio, un biascicar d’orazione…

Pampinea             ( Alle altre ) Il prete ha fatto la funzion di notte…

Filostrata              ( a Cisti ) E non vi fu romore dalla Tessa?

( Rotolano pietre in casa Calandrino )

Cisti                       O bella?! Tale e quale a questo…

( Inoltrano Nello, Bruno e Maso che si terrà disparte, intento a scrivere in un suo foglio )

Nello                      Salute e ghiande, gente!

Cisti                       Al porco tu l’ha’ dire, bona lana…

( altro romore di pietre dalla casa, poi  Tessa e Calandrino )

Tessa                     ( da dentro ) O Calandrino?!

Calandrino           ( da dentro ) O Tessa?!

Bruno                    ( a commento ) Eccoci all’acqua!…                 

Tessa                     ( da dentro ) Finalmente a casa il diavol ti ci reca!…

Calandrino           ( da dentro ) Oimè, malvagia femina, vedimi tu?!

Tessa                     ( da dentro ) S’io ti vedo?! Magari, più non avessi a farlo…

Calandrino           ( da dentro )Oimè, che faccendo m’hai tu tolto ogni bene…Ma te ne pagherò moneta grossa!…Tutta, tutta ti vo’ cardare braccia e piedi…

Tessa                     ( da dentro )No, Calandrino, no…

Calandrino           ( da dentro )…Senza lasciarti in capo capello, o osso addosso che macero non fia…

Tessa                     ( da dentro )Ahi!…No, marito mio dolce…Ahi, chi soccorre?…

( Fan risa gli altri mentre continua il tramestio )

Nello                      ( in confidenza a Bruno ) Dichi tu che abbiam noi ad entrare?

Bruno                    ( c.s ) Attendiam quì che sono per sortire…

Calandrino           ( da dentro ) Mi vedi tu? O anco sentimi…

Tessa                     ( da dentro ) Ahia… Cessa, ch’io ti chiedo mercè con mani in croce…

Calandrino           ( da dentro ) No, che ti vo’ pagare il bel servigio…Piglia!

( Vengono di casa Tessa e Calandrino, l’uno l’altra menando )

Tessa                     Ah, aita, aita, aita…

Calandrino           E piglia, e piglia, e piglia!

Bruno                    O Calandrino!…

Nello                      O Tessa?!…

Bruno                    Che è questo che par che sia mercato tanto è il chiasso…Oh Tessa!…

Nello                      Oh Calandrino!!…

Calandrino           Ah compari, compari, se sapeste…Venite presto suso che vo’ mostrarvi il male che m’ha fatto costei( tornando a menare ) E ripiglia!…

Tessa                     Ahia, madre mia! ( si rifugia dalle donne )

Bruno                    Andianne, presto, che ora viene il meglio!…( seguono in casa Calandrino mentre le donne consolano Tessa )

Le Donne              Povera, monna Tessa…Prendete d’acqua un sorso…Cisti, porta un bicchiero…

( S’odono da dentro il verone le voci alte di Lizio e Giacomina )

Lizio                      ( da dentro, con voce d’ira ) Caterina!

Giacomina           ( da dentro, c.s. ) Ricciardo!

( Apre la tenda del verone mostrando Lizio e Giacomina  - Di piazza tutti guardano a loro)

Lizio                      Levativi che la buona notte è trascorsa e il rosignolo ha già di che fatto nido…

Caterina                ( apparendo da sotto per il solo volto) Oimè, anima mia, che il giorno è venuto e qui ci ha colto…

Giacomina           O figliuola, hai tu per la grazia dei santi trovato luogo dal caldo che m’appari sì ben riposata?…

Ricciardo              ( mostrandosi dalla cinta in su, nudo) Signor mio, io vi chieggo mercè per Dio: io conosco  aver meritato morte ma se…

Caterina                               ( mostrandosi dalla cinta in su chiusa da braccia ) Morte?!…Pietà, padre mio!

Ricciardo              E perciò fate di me quello che più vi piace…

Caterina                               ( con finta pena apre le braccia e mostra il nudo seno ) …O lassa la mia vita…

Tutti                       Ohhhh…

Lizio                      Copriti, Caterina!

Caterina                               ( c.s. ) O anima smarrita…

Tutti                       Ehhhh…

Lizio                      Copriti!!

Caterina                               ( c.s.) O che son io ferita…

Giacomina           ( tirandola al basso ) E sta’ cheta, figliuola, e lascia che egli dica ciò che tuo padre vuole che sia detto…( a Ricciardo) Ve bene avanti così, Ricciardo…

Ricciardo              E ben che io mi sia portato come disleale e malvagio uomo, ben vi priego io, se esser può, che voi abbiate della mia vita mercè e che io non muoia.

Lizio                      Ricciardo, a ciò che tu tolga a te la morte…

Caterina                ( levandosi )…La Morte?!…Aita…aita…

Lizio                      E taciti una volta, Caterina, e non aggiunger fallo!

Giacomina           ( a voce bassa ) A’tu’nteso? Ricopriti pianamente e vedi di…di disserar l’usignolo che, figliuola, ancor vi tieni il pugno…

Caterina                ( levando la mano aperta, fintamente ) Oh, che ne era io senza memoria?!

Ricciardo              Ehm…Messer Lizio, a tanto fallo condusse noi giovinezza ma non vi fu malizia…

Lizio                      ( sulla voce ) E poi che così è, acciò che tu tolga a te la morte ( prevenendo la reazione di Caterina )…Pssst!…e a me la vergogna, sposa per tua legittima moglie la Caterina…

Giacomina           …Prima che da cotesto letto ti muova!

Lizio                      E ove tu non vogli così fare, raccomanda a Dio l’anima tua!

Ricciardo              Non a Dio ma a Caterina io raccomando l’anima mia, che tanto ardente è l’appetito che ho di lei…

Caterina                E per mia parte è tanto il desiderio che sempre ho di Ricciardo che ben lo accolgo per mio sposo e signore…

Le Donne              O bene via…O bravi…Si faccian gli sponsali…

Cisti                       E faro io la mensa…

Lizio                      Adunque prestatemi Giacomina uno de’ vostri anelli che con esso unirò io…

( Inoltra da casa Calandrino infuriato, seguito da  Bruno )

Calandrino           …Io, io ella menerò fino a che fiato renda!

Pampinea             ( facendo scudo a Tessa ) Chi, chi vo’ tu menare, sozzo can vituperato!…

Filomena              …vecchio impazzato!

Filostrata              …rustico maladetto!

Nello                      ( sortendo dalla casa con pietre in mano ) O Calandrino, volevi tu murare, che noi vedute abbiamo tante pietre?

Calandrino           Gli è che, compari…

Bruno                    E Monna Tessa che ha? E par tu l’abbi battuta…

Tessa                     Se m’ha battuta? Son macera…

Nello                      E tu se’ tutto scinto, rosso per affanno…

Calandrino           No, egli è che…

Bruno                    Che novelle son queste, o Calandrino?

Calandrino           Appunto dico…

Nello                      O Tessa, sora mia, che dite voi?

Tessa                     E dico: Ahia!

Calandrino           Taci, femina magata… ( fa atto di dare )

Tessa                     Ahiaaaaaaa…

Bruno                    ( con finto risentire )Taciti tu, che se avevi altra ira, tu non ci dovevi però beffare come fatto hai!

Calandrino           Io?…

Nello                      ( c.s.) Chè, poi sodotti ci avesti a cercar teco della pietra preziosa, senza dirci a Dio né a diavolo…

Bruno                    A guisa di due becconi nel Mugnon ci lasciasti e venistene, il che noi abbiam forte per male…

Nello                      Ma per certo questa fia l’ultima che tu ci farai mai…

Bruno                    Che abbiam sicuro quale beffatore se’tu!

Tutti                       ( trattenendo risa ) Eh si…Eh si….Gran beffatore è egli!

Calandrino           No, no, gente mia, no compagni, no… Sta altramenti la cosa…Io, sventurato, avea quella pietra trovata!

Bruno                    Noooo ?!…

Nello                      Dichi tu il vero?

Calandrino           Se io dico il vero?!…Quando voi di me primieramente domandaste l’un l’altro, io v’era presso a men di diece braccia…

Bruno                    Tu dichi?

Calandrino           E dico, e dico…Veggendo che non mi vedevate, v’entrai innanzi…

Nello                      Innanzi?

Calandrino           Innanzi, innanzi, che ancor sento sul dosso e le calcagna il bussare dei ciottoli …Vedete voi come conci a me l’avete!

Bruno                    Noi?

Nello                      Io?

Calandrino           O chi se no?

Bruno e Nello       Tu dichi?

Calandrino           E dico, e dico!…E dicovi che incontrai per la via genti le quali sempre soleano farmi motto…Alcuno fu che parola dicesse men che mezza…

Nello                      O perché mai?

Calandrino           Eh, non mi vedeano elli…

Bruno                    Ma noi ben ti vediamo…

Calandrino           Ora, ora, non prima…

Nello                      Dichi tu?

Bruno                    Tu dichi?

Calandrino           Eh si, eh sì che dico…Pare a voi ch’io dica per far burla?!

Bruno                    Mah…

Nello                      Talvolta sì tu fai…

Calandrino           Io sì fo?…

Nello                      Al certo!

Bruno                    Al certo!

Tutti                       Al certo…Al certo…Al certo!

Calandrino           Ma quale al certo!…Al certo egli è che questa diavola mi si parò dinnanzi e fecemi veduto, acciò che fanno tali femine  perdere la virtù ad ogni cosa…

Nello                      Nooo ?!

Bruno                    Tu dichi?

Nello                      Sarebbe ella di cotali?…

Tutti                       Sarebbe ella magata?!… ( cessando di difendere Tessa )

Calandrino           Ell’è, ell’è…E per questo l’ho tanto battuta quant’io ho potuto menar le mani…E sì ancora vo’ dare…

( Fuggono sino alla sala i due tra le risa celate di tutti )

Tessa                     Ahhh …No, che non ho io in capo capello, o osso addosso, che macero non fia!..

Calandrino           E pur anco le veni ho io a segarti!

Tessa                     Oimè, Oimè, che mi fan morta!…

Calandrino           Di più, di più che morta, femina mala!

Tessa                     Aita, ahia…aita!

( Va a rifugiarsi Tessa tra le braccia di Monna Belcolore che inoltra per la sala avendo con se il tabarro del Prete )

Belcolore              Che è questo?!…

Tessa                     Aita, aita me!

Calandrino           Tienla, o Belcolore, che l’ha vo’io manicare!

Belcolore              Ma che vo’ tu manicare, vecchio, che denti non hai più…( lo spinge via )

Nello                      ( dal palco) O donna, che fai tu in via a siffatta ora?

Belcolore              (  celando il tabarro ) Ehm…Vi venni a commissione…( indica Calandrino ) Se non era pel vecchio…

Calandrino           ( con forza  ) E intendi che io non son vecchio come io ti paio…

Belcolore              Al certo: ben di più!

( tutti fanno risate )

Calandrino           Ah, togliti, che ho io a seguitare quel che facevo…Vieni a me, Tessa!

Tessa                     ( fuggendo ) Ahi, che mi vuol grifare…

               

Bruno                    ( inoltrando in platea ) Su, su, or cessa Calandrino…

Nello                      Che colpe ha essa se fosti stolto?…

Calandrino           Io stolto?!…Ma che vai tu dicendo?…

Bruno                    E pien d’inganni, a giunta!

Calandrino           Io ingannatore?…O voi, ma di quale…

Nello                      Si, stolto, che avevi tu a conoscere tua donna e dirle che ella si guardasse d’apparirti quando tu fossi torno con le pietre…

Calandrino           Ma come io poteva  pensare a l’inganno se…

Bruno                    ( fingendo di scostarsi irato ) Ecco che tu lo dichi!…Inganno, inganno avevi in animo e inganno ha’ tu fatto a’tuoi migliori…

Nello                      ( c.s) Non palesando d’aver trovata l’elitropia pietra! Per già lasciarci a mollo…

Bruno                    Di noi facendo non visibili risa!

Calandrino           Io risa?…Ma se mi piansi per que’ sassi tirati che ancor ne sento duolo?!

Nello                      Ciò fu per volontà di Iddio che ti punì il peccato!

Calandrino           Il peccato?…Ma eravamo sul greto e non in chiesa…

Bruno                    Il peccato, il peccato!

Tutti                       Il peccato…Il peccato!

Nello                      Usando Egli di noi ti diede avvertimento che la pietra non dovea esser soltanto tua…

Bruno                    Ma anco altrui!

Tutti                       Altrui…Altrui!

Bruno                    Ma facesti tu il sordo…

Nello                      Tu il mutolo facesti…

Bruno                    E Iddio te ne precipitò, stolto facendoti a incontrare la femina!

Calandrino           Tu dichi?!…

Bruno                    E dico!

Nello                      E quindi fosti tu la cagion del tuo male e non colei!

Calandrino           Tu dichi?!…

Tessa                     E dice, e dice… 

Bruno                    Parrebbe a te che avessimo a burlarti?

Calandrino           No, compari, no che nol credo io , ma…

Tessa                     Non v’è più tempo a dir “ma”…Ha’ tu sentito? Pentiti, villano…

Nello                      Pentiti, tristo!

Bruno                    Pentiti, uccellatore!

Tutti                       Pentiti…Pentiti!

Prete di

Varlungo               ( che reca con sé un mortaio, inoltra dal fondo di sala ) E tu pentiti e che Dio ti dea bene!…( a saluto ) Benedicite…

Nello                      O bono Prete, o da dove uscite voi a siffatta ora?!

Prete                      Eh, vengh’io da la chiesa in Varlungo che tu ben sai e ispero, alla grazia di Dio, di ritornarvi…

Nello                      E che fate in gonnella, senza tabarro indosso?…

Prete                      Il tabarro?…Eh, mi par che l’abbia a mano la tua donna…

Nello                      ( a Belcolore ) Tu l’hai?!…( in sospetto ) O Belcolore, dice il vero il Sere?…

Belcolore              No…Si…Gli è che, marito mio…

Prete                      …Gli è che lo volle ella a pegno, quando il mortaio le piacque di prestarmi ! Come tu vedi veniva io giusto a ricondurlo per riaccatar tabarro…

Belcolore              O di qual pegno mi richiedi, prete?!…Che io ne abbia ricordanza, marito mio, usò egli del pestello come volle senza pagar dazio…Che sia egli impazzato e che…

Nello                      …Se’ tu impazzata, donna, a chieder pegno al bono prete che tanto per me e te s’adoprò più volte! Fo’ giuro a Cristo che mi vien voglia di darti un gran sergozzone!…Rendigli tosto quel che richiede, e che un canchero te nasca…E guarda che di cosa che voglia mai io dico non gli sia detto di no!

Belcolore              ( a fatica ) E così sia, marito mio, se questo è quel che a te piace…Prete, ecco il tabarro…( si avvicina )

Prete                      Madonna, ecco il mortaio. ( a voce poca ) Piacendo a Dio, vi pestai buona salsa…

Belcolore              ( a voce poca ) E io fo priego a Dio che voi non pesterete mai più la salsa in mio mortaio…

Prete                      ( a voce poca ) E se tu non mi darai il mortaio, io non darò a te il pestello!…( a voce alta ) Vada l’un per l’altro e Iddio per tutti…( mostra di ire ) Ite ,che messa  est…   

Filostrata              Ite, ite ma date penitenzia al peccatore…( indica Calandrino )

Calandrino           Ma…Qual penitenza ?!

Tessa                     Quale a te conviene per avermi battuta…Almen tre messe e cinquanta paternostri!

Pampinea             Al tutto?…Meglio se fusser trecento i paternostri…

Filomena              Con altrettali avemarie a far da giunta!

Calandrino           Alla grazia di Dio…

Prete                      …E di chi Lui prega! Amen. Così farai con divozione…

Nello                      E per il danno che a noi fece con inganno?

Maso                     ( facendosi nel mezzo ) Pel simil danno non cred’io sia bisogno d’incomodare il Cielo…Che egli facci buona limosina a Cisti  e noi lui assolveremo d’ogni peste e malanno…

Prete                      Per la gloria di Dio…

Tutti                       …E di chi beve!

( Si fanno Evviva e Risa su cui Maso vince con: )

Maso                     E ognor ribeve!

( Batte egli seccamente le mani e muta luce in scena e tutto si fa immobile – E nel mentre si libera de’ panni d’esser Maso così dice al pubblico: )

Maso                     Dilettose donne e valenti omini, a consolazion delli quali io a così lunga fatica messo mi sono, assai sono di quegli che sì son stolti che sempre diranno che io, Giovanni Boccaccio, abbia nello scrivere queste novelle troppa licenzia usata, sì come in fare alcuna volta dire e molto spesso ascoltare cose non convenienti in tempo di gran peste…E anche diranno che io abbia mala lingua e velenosa, per ciò che scrivo il ver de’ frati, de’ mariti e delle donne loro, e delle beffe che ogne gente viva intriga e fa per campare la vita…Ma chi non sa ch’è il vino ottima cosa è a chi ben sta, ed è a colui che ha la febbre nocivo? Direm noi, per ciò che nuoce a’ febbricitanti, che sia malvagio?…Chi non sa che ’l fuoco è utilissimo, anzi necessario a’ mortali? Direm noi, per ciò che egli arde le case e le campagne e le città, che sia malvagio?…Io dico che niuna cosa sì disonesta n’è, né onesta è troppo; e pure dico che alla penna non dee essere meno d'autorità conceduta che al pennello del dipintore, il quale senza alcuna riprensione fa di Cristo e di santi e niun vi trova fallo…Adunque d’ogni colpa mondo mi mando, lasciando ciascheduno a dire e credere come meglio il comoda, ché tempo è da por fine alle parole e in pace rimandarvi a cantare d’amore perché festevolmente viver si vuole…

( Ancor batte le mani e tornan vive le figure mentre si fanno suoni di canzone )

                       …Cantiamo insieme un poco ma sol del chiaro foco nel quale ardendo in festa vivo e ‘n gioco…

Le donne

e di poi tutti          ( cantano  )              Qual donna canterà, s’io non cant’io.

                                                               che son contenta d’ogni mio disio?

                                                               Vien dunque, Amor, cagion d’ogni mio bene,

                                                               d’ogni speranza, e d’ogni lieto effetto;

                                                               cantiamo insieme un poco,

                                                               non de’ sospir né delle amare pene

                                                               ch’or più dolce mi fanno il tuo diletto,

                                                               ma sol del chiaro foco,

                                                               nel quale ardendo in festa vivo e ‘n gioco,

                                                               te adorando, come un mio Iddio.

( E nel mentre le donne cantano avran luogo gli sponsali di Caterina con Ricciardo a far quadro composto per dir grazie a chi vede )

Qui va a chiudersi il fare rappresentazione

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Novelle e brani usati

dal

Decamerone

dal Prologo – da Calandrino e l’elitropia – da Ricciardo Mainardi e messer Lizio – da Il prete di Varlugo –

da Cisti e dalla Conclusione

fatto nel Luglio e nell’Agosto 2000


alla Casina della Calosina

                                                    Sergio