Di Romeo e Giulietta e d’altre storie un po’ alla rinfusa

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Romy & Giuly

Di Romeo & Giulietta e d’altre storie un po’ alla rinfusa

Baracco & Rossi presentano

Commedia molto liberamente ispirata, al punto che è un’altra cosa, a Romeo e Giulietta di William Shakespeare

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diFrancesco Foderà e Gianluca Ricci

Riveduta, emendata, compattata e sdoganata

daEdgardo Ivano Rossi

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Nota: durante tutta la commedia quando il narratore interviene interrompendo una scena la scena stessa si blocca. In sottofondo musica di accompagnamento

Cigni

Personaggi:

Ballerine musica classica N – Narratore P – Persona che interviene dal pubblico Il gruppo musicale

[Si apre la scena, ballerine di danza classica si esibiscono per una durata di 2/3/4 minuti]

Il narratore avrà un aspetto tra l’inquietante e il buffo, vestito in maniera tra l’elegante e il trasandato, un chiaro personaggio assurdo. Il modo di fare dovrà essere deciso, ma talvolta incerto, comunque deve apparire come il padrone della scena

La persona del pubblico ha invece un aspetto normale

(Narratore entra in scena, l’azione è concitata, il narratore è molto contrariato, quasi furioso, in mano ha una cartellina che spesso consulta e su cui talvolta scrive, annota, da cui spesso sembra trarre i fili della narrazione)

N:      No!, no, no, no, non è questo quello che doveva andare in scena, Avete sbagliato… (spara sulle ballerine che stramazzano a terra) Avete sbagliato tutto!! (una ballerina tenta di rialzarsi, N la mitraglia) La morte definitiva del cigno (diretto verso le quinte) Portatele via!! (pausa, sguardo quasi soddisfatto) Bene, bene, facciamo un applauso ai cigni… sono andati in un posto migliore… Bene, ora facciamo partire il nostro Romeo e Giulietta…

P:      (parlando dal pubblico) Ma è pazzo, ma chi è lei, ma si rende conto che ha ucciso delle ragazze…

N:      (guardando verso il pubblico, nel punto da cui proviene la voce, il tono è duro, lo sguardo cattivo) Chi mi ha interrotto, chi ha osato (consulta in modo concitato la cartellina) ah già era previsto, è qui scritto nel copione, è quello che chiede chiarimenti, una scenetta necessaria alla comprensione della storia…

P:      Ma cosa dice? (mentre parla si alza e si dirige alla base del palco) Una scenetta necessaria? Lei ha appena compiuto una strage, qui in un teatro di fronte a decine, centinaia di testimoni e parla… di storia, di…

N:      (freddamente) Secondo lei perché tutti i cosiddetti testimoni della, come ha detto, strage restano lì immobili e non intervengono a fermare me che sarei il pazzo assassino?

P:      (si guarda attorno, con sguardo smarrito sorpreso)

N:      Non lo sa eh? Ebbene ora io glielo spiegherò (consulta la cartellina), sì è scritto qua, inizio sbagliato, sorpresa, intervento di uno del pubblico, è il copione che dice così (P appare sempre più sorpreso). Dunque io sono l’autore, il deus ex machina di questa storia, sono quello che conosce come gli eventi si sono svolti, quello che li deve narrare, colui che ha il potere per far sì che tutto avvenga come doveva avvenire sin dall’inizio, in troppi hanno narrato questa storia, tutti hanno sbagliato, io so come è avvenuta, perché io l’ho scritta. Lei che si è ribellato, che si agita, doveva farlo, è un personaggio marginale, un trucco per catturare l’attenzione. Sì lo so troppi colpi di scena, può essere banale, ma io ho deciso che sia così, se non piacerà la storia, pazienza…

P:      (scuotendo la testa, non capacitandosi) Quest’uomo è pazzo, noi dovremmo…

N:      Adesso basta (l’espressione del volto è molto dura), la scenetta è durata fin troppo questa è la storia di Romeo e Giulietta e la tua parte finisce qui, ora tu salirai sul palco (P eseguirà senza opposizione gli ordini di N), così, senza più dire nulla, la tua parte è finita, se dovesse continuare potrebbe annoiare…

Ma un momento, è una donna, bene, ecco una variante interessante. Vieni qui accanto a me fatti guardare (attimi di osservazione), sì puoi andare, tu sei adatta ad impersonare il mio alter ego, tu, quando lo vorrò diventerai la mia voce narrante, la parte buona della mia anima, il mio dottor Jeckill. Sì ho deciso è molto teatrale, non è una novità assoluta, ma è originale. Mi piace. (cambiando voce e atteggiamento) Inizia pure a recitare la tua parte, io mi siederò qui ad osservare, interverrò quando lo riterrò opportuno. (si siede comodamente su una poltrona già piazzata sul palco, nella parte destra, in vista del pubblico ma un po’ decentrata, girata in modo che N possa osservare la scena)

P:      (si muoverà a fatica, quasi come se si risvegliasse da uno stato di ipnosi, poi prima parlando meccanicamente, poi in modo via via più naturale) Caro pubblico, ora io vi racconterò una storia, una storia già narrata da altri, ma  in modo inesatto, io sono qui per dirvi come effettivamente è andata, per farlo userò degli attori, ma forse è più esatto dire dei manichini, perché essi faranno quello che io voglio, d’altronde ciò che voi vedrete è tutto scritto qui (indica la cartellina) e ciò è un bene perché io non ho una buona memoria e sono anche uno distratto, ma questo non è quello che devo dire… d’altronde a me piace molto raccontare, ma… (si bloccherà, si guarderà attorno come smarrita, poi guarderà nella cartellina). Ah sì, è meglio iniziare. Che entrino i musicisti (entreranno con gli strumenti i musicisti, N li guarderà un po’ perplesso). Sarebbero questi, mi sembrano un po’, un po’, va beh, meglio che niente. Sistematevi in quella parte del palco, piazzate i vostri strumenti e fate quello che dovete fare (rivolgendosi al pubblico), sapete le mie uscite verranno sempre sottolineate da un accompagnamento musicale, amo la musica, e poi è un modo per dare un tono al tutto. (improvvisamente N compirà un gesto e P si bloccherà)

N:      Sì mi piace, vai bene molto bene, una finzione scenica che prende forma e corpo, un personaggio che diventa reale, è una buona regola, il teatro deve sempre assomigliare alla vita, l’azione deve apparire verosimile, al punto che lo spettatore non deve sapere dove inizia la finzione e dove comincia la realtà. Ora avvicinati, sistemati qui (P si piazzerà davanti ad N, quasi nascondendolo), guarda il pubblico, io sarò la voce, tu il corpo. (da adesso in poi N parlerà, P mimerà le parole e i gesti)

Ma abbiamo perso abbastanza tempo, il prologo deve finire. Questa storia che potremmo definire divertente, perfino grottesca, è meglio che inizi.

N si interrompe, P gira le spalle al pubblico, resta fermo per qualche secondo, parte la musica, P si rigira, sulla faccia un ampio sorriso, se possibile con n taglio un po’ inquietante, fa un mezzo passo avanti, quindi saluta il pubblico con un ampio inchino

Narratore

Personaggi:

N – Narratore P – Persona-manichino C - Cappuccetto Rosso

N e P:         Che la scena venga approntata. (dietro la scena verrà montata) Graditi spettatori, benvenuti, vi narrerò una storia meravigliosa, una storia che parlerà d’amore, dell'amore che unisce, dell'amore che divide, infatti quella che verrà rappresentata su questa scena è una storia d'amore, l'amore di due giovani, nell'anno di Grazia 2003, figli di due famiglie di pari importanza nella terra di Milano, ed è qui che…

C:      Gentile signore sono Cappuccetto rosso, mi sono persa… (rivolgendosi al pubblico) O che strano gioco è questo, uno davanti si muove e l’altro dietro parla, ce ne di squilibrati in giro…

N e P:         Gentile donzella, ha sbagliato storia, guadagni pure l'uscita…

C:      Non ho capito…

N:      Glielo spiegherò con alate parole, lei dovrebbe dirigersi in altro luogo, a lei più acconcio, possibilmente con passo veloce, in quanto questa non è la sua storia.

C:      Continuo a non capire, vede (tirando fuori dal panierino una cartina) io venivo da qui e dovrei andare…

N:      a quel paese, per parlar con metafore, e se non capisce ora mi vedrò costretto a parlar volgare.

C:      (uscendo) E che permaloso, se non sa la strada non s’arrabbi. (rivolgendosi di nuovo al pubblico) Mi sa che a questi manca qualche venerdì, ma tanto io le mie battute le ho dette (esce)

N e P:         (aprendo nervosamente la cartellina, sbirciando e annotando) Strano anche questo doveva avvenire, eppure io, va beh (nuovo piccolo inchino, un po’ imbarazzato) Cari spettatori scusate,

se vorrete prestare orecchio per un'oretta

vi narreremo di ROMEO E GIULIETTA!(gesto ammiccante per la rima e occhiolino al pubblico)

facendo il verso al Bardo inglese

insceneremo, senza pretese

una storiella molto carina

iniziata un poco in sordina

N:      (alzandosi di scatto e passando davanti a P, che si immobilizzerà, quasi come un manichino) No ora sto esagerando questa tiritera non era prevista, qui si doveva solo dire: Ora la storia va a cominciare!

Il narratore, seguito da P si dirige verso la parte sinistra della scena, dove si mette ad osservare quanto avviene

Padrino

Personaggi:

R - Romeo P - Padrino Picciotto 1 Picciotto 2 Tizio1 Tizio2 I - Individuo

[la luce che illuminava il Narratore e la Persona si spegne e una seconda illumina la scena "Giardino pubblico". Il palco dovrà essere diviso in due parti, ognuna avrà allestita una scena. Inizialmente la scena è occupata dal padrino seduto e dai due picciotti in piedi ai fianchi della panchina, più lontano un tavolino da bar con due uomini vestiti uguali]

(entra I)

I:       (si avvicina a P) Mi scusi…

(i picciotti si chiudono a tenda davanti a P)

P:      Lasciatelo parlare, sembra un uomo d’onore…

I:       Grazie, le dicevo, gentilmente mi direbbe chi è Salvatore La Cassa?

P:      E’ quello seduto a quel tavolo (indicando il tavolo)

I:       Ma ce ne sono due!

P:      E’ quello con la coppola nera

I:       Ma hanno tutti e due la coppola nera!

P:      E’ quello vestito di verde!

I:       (Disperato) SONO TUTTI E DUE VESTITI DI VERDE!!

P:      (Prende pistola e spara a T1 che cade a terra) E’ QUELLO VIVO!

(I scappa impaurito)

P:      E che è successo?

(I due picciotti scuotono la testa come per dire nulla, il picciotto 1, sottolinea dicendo)

P1:    Nulla, è che vo’ scienza, troppo gentile e premuroso eh…

(entra Romeo)

P:      Romeo, già qua stai?

R:      L’ho risolta presto, le scarpe di cemento erano del suo numero… (ammiccando) Per oggi ho finito, bene, è sabato… io esco!

P:      Dove vai?

R:      Vado in discoteca

P:      E cosa fai in discoteca?

R:      E cosa vuoi che faccia in discoteca? Ballo… (movimento pelvico)

P:      Ti droghi?

R:      NO.. (sbalordito)

P:      Un poco…

R:      No! (deciso)

P:      Una canna?… (mima gesto rollare)

R:      NO (incavolato)

P:      Però ti droghi!

R:      No, NON MI DROGO, NON MI DROGO (esce continuando a borbottare)

P:      (rivolto verso il pubblico con faccia ammiccante) Si droga…

[si spegne luce casa Romeo]

Casa Giulietta

Personaggi:

G - Giulietta P - Padre Giulietta M – Madre F – Fratello C – Rosalia la cameriera

[si accende luce della scena 2, Casa Giulietta]

(in scena c'è il padre di Giulietta intento a scartabellare un lungo papiro di carta borbottando rumorosamente)

(Entra C)

C:      (con tipico accento del sud) MI CONSENTA, sono le nove…

P:      Le ventuno, asina!

C:      Appunto, le volevo dire che tra poco c’è il suo notiziario economico.

P:      Uehi infelice, ma te prima di fare la serva dove vivevi sui rami? L’ho sempre detto io, razza inferiore sono, noi li abbiamo lavati, puliti e loro niente capiscono. Io il notiziario economico me lo cucco da internet, e qui dove lo vedi il computer, eh dove l’è. E poi chi ti ha detto di dirmi del notiziario economico, go miga voia, me giru i ball, con sta borsa, che tra toro e orso sembra la savana. T’è capì?

C:      Lei tutti i giorni mi dice che io le devo ricordare del notiziario economico.

P:      Oggi non c’ho voglia del notiziario economico… ma tu sei una serva che vuoi capire dei problemi di noi capitalisti, ma divertiamoci vah, FAMIGLIA, il papi c’ha avuto un’INTUATION SPETTACOLO!

(Esce C) (Entrano M e F)

M:     Fai presto che tra un quarto d’ora sono in teleconferenza con Wall Street.

F:      Anch’io ho da fare, devo controllare che il Carmine mi lucidi come si deve la mia fuoriserie triturbo con cromature in oro.

P:      Dov’è Giulietta? Va bè, allora il papi vi dice una barzelletta che ha raccontato oggi al consiglio di amministrazione: sapete qual è la differenza tra la borsa e il Titanic? Nessuna. Tutte e due fanno acqua.

(tutti ridono, intanto entra Giulietta)

P:      Famiglia, riunione conclusa, THE END, TAAK!

(P si mette a telefonare mentre G cerca invano di attrarre la sua attenzione)

P:      Vendi… compra… vendi… vendi…(10 secondi)

G:      (prende il telefono al padre di forza e urla nelle orecchie) Pa’, io vado in disco!! (Giulietta si allontana dalla scena)

P:      (dopo un breve momento di sbigottimento come se nulla fosse il padre ricomincia) Vendi… compra… vendi… vendi…

[si spegne luce casa Giulietta, si accende la luce dell’altra scena]

Discoteca

Personaggi:

C - Cappuccetto Rosso BAR - Barman R - Romeo B - Buttafuori N – Narratore P - Persona G - Giulietta 6 persone che ballano

[musica dance e luci colorate]

C:      (Cappuccetto rosso si aggira spaurita e si dirige dal barman) Ciao, sono Cappuccetto Rosso, mi sono persa…

BAR:(Porge bicchiere di alcolico) Tieni, bevi…

C:      (Cappuccetto rosso beve, le piace, parte la musica di “Don’t let me be misunderstood” e C si mette a ballare sul bancone a ritmo)

(arriva Romeo)

R:      (guarda male Cappuccetto Rosso e si rivolge al buttafuori) Senti, è normale che quella bambina faccia così?

B:      Ha ragione signore, provvederò subito!

R:      Altra cosa, quel tizio, quello col vestito verde, non l'ho mai visto, chi è?

B:      Niente, è una comparsa nello spettacolo…(prende Cappuccetto Rosso di peso e la porta fuori dalla scena, finisce la musica che lei ballava, ne parte un’altra, tutti ballano per una ventina di secondi, poi il volume della musica scende, mentre i ballerini e Giulietta continuano a ballare.

Un faretto illumina il narratore e P)

N:      (con a fianco P, che resta inerte) La serata passava tranquillamente, tutto era nella norma, quando ecco che Romeo viene rapito da una figura, non aveva occhi che per lei, come se un raggio di luce la illuminasse…

(un raggio di luce illumina Giulietta e uno Romeo)

R:      Proprio vero…!

N:      Il giovane decise così di avvicinarsi e di tentare un approccio, pensò a lungo ad una frase ad effetto, ripassò mentalmente tutto il manuale del perfetto acchiappo, si illuminò alla frase: “Ma io ti ho già vista da qualche parte!”, poi si diede da solo dell’imbecille, si entusiasmò alla frase “Devi fare i miei complimenti a tua mamma perché sei riuscita proprio bene”, deglutì alla frase “Se la bellezza fosse una persona solo tu potresti esserne l’incarnazione”, infine partì deciso e disse…

R:      Ti piacciono i Pokemon?

(Giulietta lo guarda poi si volta da un'altra parte)

N:      La parola a te

P:      (come rianimandosi) Lo sguardo della ragazza, che continuò indifferente a ballare, gli fece capire che la frase non aveva ottenuto effetto, Romeo allora decise di provare con un discorso serio.

(Luce su Romeo pensieroso)

P:      (impaziente) Ho detto che allora Romeo decise per un discorso serio…

R:      E non mettermi fretta! (Pausa)

P:      Che finalmente gli parve d’aver trovato con la frase…

R:      I tuoi occhi brillano, come le sirene della finanza…

P:      Non esattamente un esempio di grande eloquio, ma forse la musica era troppo forte, forse quella sera Giulietta si era impasticcata troppo, fatto sta che decise di scambiare con Romeo i numeri di cellulare

(Romeo e Giulietta si allontanano le luci si abbassano tranne quella del narratore)

N:      (compie un gesto e P torna inerte) Tosta la storia eh. Anche se a dire il vero questo effetto scenico mi ha un po’ stufato. Tu (rivolgendosi a P) ora ti siederai lì, su quella bella sedia e assisterai allo spettacolo, sì, diverrai uno spettatore attore, un po’ di neoavanguardia dadaista non guasta. Ma torniamo alla nostra storia, o meglio al nostro dramma, perché i due giovani appartengono a due famiglie molto diverse tra loro, infatti una è del nord, l’altra è del sud, una di legalità dubbia, l’altra di illegalità certa, ma sapete come vanno queste cose… i giovani non pensano quasi mai alle differenze socio-culturali, e iniziano a frequentarsi, o meglio si scambiano i numeri di telefono, si mandano i messaggini, si fanno gli squillettini… ma mai che si chiamino… cominciarono da allora una serie di squilli e squilletti, e , a distanza di una settimana…

(Si illumina la scena della casa di Giulietta)

Squilli

Personaggi:

G - Giulietta P - Padre Giulietta M - Madre Giulietta

[Squillo telefono]

(Giulietta tutta contenta contraccambia lo squillo)

P:      Cosa succede Cicci, sono le tue azioni? Quello degli squilli per vendere è un metodo vecchio, sei TROPPO OUT! Guada qua, (mostra cellulare) a me arrivano i grafici dei miei acquisti in tempo reale… TAAK!

M:     (La mamma passa velocemente con Il sole 24 ore in mano e corre verso la parte opposta della scena) Ciao gente!

P:      (contento) Mi piacciono questi momenti di sano dialogo familiare…

M:     (ripassa ancora correndo questa volta dalla parte opposta alla prima) Vi ho lasciato qualcosa da mangiare, ciao a tutti!

P:      Guarda tua madre, che personaggino, pensa che mentre ti stava partorendo era in teleconferenza con Tokio… e come cucina… piatti che ti si sciolgono in bocca (rivolto verso il pubblico) SURGELATI! Massimo rendimento, minimo sforzo, TAAK!

G:      Bravo papi!

P:      Cicci, (curioso) allora, cos'erano quegli squilli?

G:      Pa’ non puoi capire… (sognante)

P:      Azionisti?

G:      No

P:      Sicari?

G:      No

P:      Centraliniste Infostrada?

G:      No, è il mio ragazzo (sognante) o quasi!

P:      E invitalo a cena da noi!

G:      Perché lo vuoi uccidere? Sai che la mamma…

P:      Va bene, faremo cucinare la tata, lo sai, (si avvicina in modo paterno) a me va bene tutto, basta che rispetti le regole N L T : Nord, Lumbard, TAAK! Su, vallo a chiamare, lo voglio già stasera.

(Giulietta se ne va sconsolata)

N:      Giulietta, sconsolata, prende appuntamento con Romeo per comunicargli la notizia, bella, ma che dico bella, bellissima notizia… all'apparenza!!

Incontro

Personaggi:

G - Giulietta R – Romeo V - Vecchietta

(Romeo entra agitato in scena, una vecchia sulla panchina retrostante)

R:      E che vorrà Giulietta, non mi vorrà mica lasciare? E se mi lascia? (Pausa) L’ammazzo! Mi sembra giusto…

V:      Mario!

(R non si volta e V gli tira manica)

R:      Dice a me?

V:      Siì, Marco! Non ti ricordi della tua zia Maria?

R:      NO!

V:      Ma come?

R:      Signora, non l’ho mai vista… me lo ricorderei!

V:      Dai siediti (Romeo si siede sconsolato) Ti dicevo, ti ricordi quando eri alto così e tua mamma ti portava sempre da me?

R:      Sinceramente No!

V:      Come sei cresciuto, c’hai una bella età adesso…

R:      Anche lei non scherza però!

V:      Che fai qui?

R:      Aspetto la mia fidanzata…

V:      T’ha lasciato, eh!

R:      Non porti scarogna per piacere…

V:      Ti dicevo, Alfredo, anche da piccolo non avevi successo con le bimbe: giocavano al dottore e ti facevano fare l’ambulanza… bei tempi quelli!

R:      C’erano i dinosauri?

V:      E sì eri un proprio un bambino vivace, Alberto il tuo gioco preferito era guardia e ladri. Ma non ti riusciva bene…

R:      E figurasi…

V:      E sì Nicola, anche a scuola eri un po’ una frana, mi ricordo che ti bocciarono già all’asilo…

R:      (palesemente alterato) Miii, signora lo vuole capire, che non la conosco, non l’ho mai conosciuta. Ma che c’è qualche neurone che funziona in quella scatola cranica?

V:      Certo Marco, mi hai sempre voluto molto bene. Ma si è fatto tardi devo tornare a casa adesso.

R:      Come mi dispiace… mi stavo già affezionando!

V:      (esce) Guarda che comunque un giorno o l’altro ti rincontro…

R:      (quando V è appena uscita tira fuori la pistola e le spara) Evitiamo il pericolo.

[Romeo e Giulietta si incontrano al centro della scena]

G:      Che cosa hai fatto fino ad ora?

R:      Ho ammazzato una vecchia!

G:      Non scherzare…, dai!

R:      Perché mi hai chiamato così di fretta? Cosa successo?

G:      I miei ti hanno invitato a cena da noi… (timorosa)

R:      (Euforico) Bene, così possiamo ufficializzare tutto, conosco tua madre, tuo padre, saremo una grande famiglia… poi, ti faccio conoscere i miei… a Natale andremo…

G:      (decisa) No fermo!!

R:      E perché?

G:      Senti… i miei non sopportano quelli come te.

Attimo di silenzio

R:      Sono troppo alto? Ma no, guarda, mi metto le scarpe basse così…

G:      No… cioè…

R:      Sono troppo esuberante!? Vabbè, se voglio posso essere seriiissimo, come al funerale di Zio Totò, una tomba ero! (incita al riso Giulietta con pacche sulle spalle)

G:      Sei meridionale!! (sconsolata) E i miei fanno parte della Fondazione per la supremazia del Nord!! (Giulietta abbandona piangendo la scena)

(R e G abbandonano la scena, la luce viene occupata da N)

N:      Romeo così apprende che la sua storia d’amore potrebbe avere qualche piccolo intoppo, lui è del sud ed i genitori di lei non lo accetterebbero, decide così di tornare a casa per chiedere consiglio al padre, anzi, al PADRINO!!

Padrino 2

Personaggi:

R - Romeo P - Padrino P1 - Picciotto 1 P2 - Picciotto 2

[si accende luce scena Padrino, inizialmente in scena il P, i due picciotti]

[Romeo suona campanello e JINGLE "IL PADRINO"]

(P1 apre la porta)

R:      (Si avvicina al padre) Vossignoria, ho un problema…

P:      (Fa segno della droga endovena)

R:      IO NON MI DROGO! Ricominciamo, ho un problema, c'è una ragazza che mi piace ma dice che ho UN FILO di cadenza del Sud, Minchia (Si tocca gonadi) Che devo fare?

P:      Ebeiebeiebè (incomprensibile)

R:      (Si avvicina a Picciotto 1 e chiede all'orecchio) Che cosa ha detto?

P1:    Ha detto…Ebeiebeiebè (ripete versi Padrino)

R:      (Si avvicina a P) Scusassi, ma sembra che tenete del cotone in bocca…

P:      (Si toglie il cotone dalla bocca) VERO È!!

P1:    Prendo i vostri sacri batuffoli e li pongo vicino al mio cuore (Prende il cotone e lo mette in tasca)

P:      Bravo Romeo, hai fatto bene a parlare, guarda Luca la Muffa (Picciotto 2), lui non parla proprio… tre anni fa GLI HO DOVUTO TAGLIARE LA LINGUA!! (rivolto verso Luca) Fai così? (versi con la lingua) NON CI RIESCE, NON CI RIESCE… AH! AH!

R:      E perché gli hai dovuto tagliare la lingua?

P:      Tre anni fa, venne in visita Don Salvatore(si tocca la coppola), e lui (indica Picciotto 2) anziché salutare con il cenno di capo di ordinanza gli rivolse la parola. Gli dovetti tagliare la lingua! Che altro dovevo fare?

R:      Non per cambiare discorso, ma… che cosa posso fare per il mio accento?

P:      Non lo so (Picciotto 1 si avvicina all'orecchio e sussurra qualcosa) AH! Che bella idea che MI è venuta, tutto da solo devo sempre fare (rivolto ai Picciotti) non capisco perché vi tengo ancora al mio servizio… e TU poi (rivolgendosi Picciotto 2), NON MI DICI MAI NIENTE! (Rivolto al pubblico) Chissà Perché!

R:      E allora?!

P:      C'è un mio infiltrato a Milano, lui è tanti anni che è lì e ha perso l'accento, fatti dire come ha fatto!

R:      Grazie, baciamo le mani!! (si allontana dalla scena saltellando)

[luce Padrino si spegne e N occupa il centro della scena, mentre Persona continua a restare seduta e ad osservare la scena]

N:      Cari spettatori vedete come la storia sta prendendo forma, devo confessarvi che ho ancora qualche incertezza, ma tutto si svolge come previsto. Amo questa unione tra grottesco e surreale, fa tanto teatro impegnato. Ma torniamo alla nostra vicenda. Il tempo corre, Romeo ha poche ore per diventare un vero UOMO DEL NORD! Così si reca alla volta di Milano.

Meccuzzio

Personaggi:

R - Romeo P - Meccuzzio

[si accende luce scena, inizialmente in scena R che si aggira per il palco]

R:      Via delle rose 5, dev’essere qui… (suona campanello: inno Milan e R esulta) finalmente!!

[suono scacciapensieri]

M:     (si avvicina in tipica veste siciliana, porge la mano a R e parla con accento siciliano) Rosario Tindaro Meccuzzio, per servirla!

R:      (prende sotto braccio M) Scusa, ma tu… proprio… l’accento L’HAI PERSO TUTTO!?

M:     Minchia!!

R:      (rivolto al pubblico) SONO ROVINATO!!

M:     Scusassi, ma non volevi imparare il lombardo? Hai trovato la persona giusta!

R:      Eh?!

M:     Quanto tempo abbiamo?

R:      Due ore

M:     Va bene, sono più che sufficienti, tu, vuoi parlare il lombardo? È semplice, basta togliere l’ultima vocale alle parole e tossire quando non sai che dire… e il gioco è fatto!

R:      Tutto qui?

M:     No, adesso un po’ di cultura generale…

(R e M si mettono al tavolo e parlano sottovoce con libri, entra in scena il Narratore, mentre Persona è sempre seduta e segue le vicende dimostrando interesse)

N:      Due ore sono davvero poche e i due si misero a studiare con molto impegno… ed ecco i risultati!

(N ritorna vicino alla zona dove si trova P)

M:     Allora, chi è il santo protettore di Milano?

R:      (Dubbioso) Santa ROSALIA!

M:     NO, è Sant "Ambrüs"! Passiamo ad un’altra domanda… FISICA; (prende un secondo libro e legge) un corpo immerso in un liquido riceve una spinta dal basso verso l’alto pari al peso del volume dell’acqua spostata. Per cui, un corpo che non galleggia….

R:      E’ UN LAVORO FATTO BENE!!

M:     Che cos’è l’educazione sessuale?

R:      Dire: GRAZIE GINECOLOGO!

M:     Zoologia: Il pesce Palla…

R:      MUUTO DEVE STARE!

M:     Romeo, guarda che ore sono! Dai, andiamo!!

R:      Come ANDIAMO?

M:     Vengo pure io, e ricorda, se sarai in difficoltà guarda fuori, ti aiuterò io!

(R e M si allontanano luce puntata su N)

N:      I nostri due eroi si diressero così alla volta della casa di Giulietta…

Casa Giulietta 2

Personaggi:

R - Romeo M – Meccuzzio G – Giulietta Pg - Padre Giulietta Mg - Madre Giulietta Fg – Fratello Giulietta Ro - Rosaria Presentatore televisione: PR P: Padrino Picciotti 1 e 2: P1 e P2 Le Alcachopha Angels: A1, A2 e A3 (ex Persona)

(si accende luce casa G, inizialmente in scena M e R)

(R suona il campanello quando M si accorge della coppola di R che viene

tolta da M appena in tempo all’arrivo del padre di G)

(Rosaria apre la porta)

Ro:    Voi siete l’ospite atteso dai signori Meneghetti?

R:      MINCHIA!!

Ro:    Allora… anche tu sei…

R:      SSSS! Sono in incognito e in borghese… LORO non devono saperlo!

C:      Muto sarò

(Arriva Pg)

Pg:    (Tipica cadenza milanese) Salve… come ti chiami? Mia figlia non me l’ha ancora detto…

R:      (Dubbioso) Ehm… Ambrus!

Pg:    Ah… bene, e il cognome? Ce l’avrai pure un cognome?

R:      Cognom… cognom… (fuori M con cartello “BRAMBILLA”) Brambilla!

Pg:    Bene… Brambilla, lasci che le presenti la mia famiglia: Benedetta (indica la Mg), mia moglie e co-azionista della mia fabbrichetta, fa anche rima! Poi mio figlio (indica Fg), il mio braccio destro… e infine, abbiamo la nostra Giulietta, ma (ammicca) CREDO CHE LA CONOSCA PIU’ TU…

R:      NO, UOMO D’ONORE SONO!

Pg:    COSA!!?

R:      Scus… io… (tosse) mio padr.. (tosse) , quant toss… mio padr …. è onorevol… parlament…!

Pg:    Ah… (guardando R con occhi sospettosi) avevo capito male…sediamoci a tavola!

(si seggono)

Mg:   Ambrus.. vero? Di cosa ti occupi? Hai qualche aziendina? Sai, per la nostra CICCI solo il meglio…

Pg:    TAAK!

R:      Iii.. (indica se stesso) son… son…

G:      Si occupa di calzature…

R:      SCARPE DI CEMENTO!

Pg:    Benedetta (alla moglie), senti, verresti un attimo in cucina, un attimo solo…

Mg:   Va bene… (sconvolta)

(si allontanano)

Pg:    Cara, non è che quel lì, quell’ Ambrus, quello che ha portato nostra figlia, non è che è un po’ TERRONE?

Mg:   Ma secondo te, la nostra CICCI farebbe questo, dopo i SANI VALORI CHE NOI LE ABBIAMO DATO? Ti sbagli…

Pg:    Sarà, comunque per sicurezza facciamogli un piccolo TEST…

(ritornano al tavolo)

Mg:   Ambrus, prima di cominciare…

Pg:    Fai fare a me… Ambrus… (Dialetto) Stamateina at andac’ dal prestin?

R:      (Dubbioso) (colpi di tosse) Toss… quant toss… (Fuori Meccuzio cartello “POTA”) POTA!!

Pg:    Sei bergamasco, perché non l’hai detto subito! Senti, te, ti piace il calcio?

R:      Si, son tifos del Messs…s… (sta per dire Messina quando dalla finestra M espone cartello con scritto MILAN) MILAN!! Milan, l’èn grand’ Milan! (G si mette le mani nei capelli)

Pg:    (Tossisce nervosamente) Ah, (serio) sai, io non sono di quella compagine (allegro) ma mi conforta il fatto che sei uno di NOI, UNO DEL NORD!!

Mg:   Possiamo cominciare! Rosaria, porta le pietanze… (risata maligna)

(Carmine entra con piatto di riso alla milanese e cannoli)

Pg:    Dai, SERVITI PURE… SCEGLI…

[Musica LO SQUALO]

(R è indeciso e dopo vari ripensamenti sceglie per il risotto)

(G applaude)

Mg:   Vedi Pier Silvio (indica Pg), ti sbagliavi, è UN BRAVO RAGAZZO!

(N occupa il centro della scena, tutti si bloccano)

N:      Ce l’ha fatta!! Ora può cominciare la festa!! in alto i cuori e… IN ALTO I GOMITI!

(N esce di scena)

Pg:    (verso R) Ambrus, sei ubriaco? (R nega con la testa) va bene, per concludere in bellezza facciamoci una cantata, CON LA "NOSTRA" CANZONE… va bene? 1…2…3…

(Narratore rientra in scena, tutto si blocca)

N:      No, no, così non va, la scena si sta spegnendo, ci vuole un colpo di scena, un qualcosa che meglio inquadri la situazione. Ci sono l’arresto del Padrino, in diretta durante il pranzo, ecco. Dunque vediamo, i personaggi ci sono, ma mi mancano gli uomini, solo donne mi sono rimaste, mai che ci sia un uomo quando serve. D’altronde per fare il lavoro di due uomini basta una donna quindi, invento qui sul momento le Alcachophas Angels… però me ne manca una, accidenti ai tagli di bilancio. No ecco tu (rivolgendosi a Persona), adesso diventerai una Alcachopha Angels, è semplicemente geniale, altro che neorealismo. Così mi libero anche di te che come effetto scenografico non mi piacevi più. Azione. (Persona si alza ed esce di scena, si spegne la luce su Narratore e l’azione riprende da dove si era interrotta)

Ro:    (entrando) Dottor-cavalier-commenda, c’è una diretta televisiva, un arresto di un importante esponente della delinquenza, uno che sembra rubasse senza avere nessuna copertura politica e per di più senza pentirsi.

Pg:    Insomma un frescone.

(Si illumina la parte sinistra del palco del palco, in scena ci saranno il Padrino e i due picciotti)

Contemporaneamente entrerà in scena il Presentatore televisivo

Pr:     Cari telespettatori benvenuti a “Tutta la vita, evento per evento”, stiamo per documentarvi l’arresto di un pericoloso criminale, colpevole di non aver richiesto, su opportuno modulo, il permesso per le sue azioni illegali, ecco che ci stiamo avvicinando al covo del noto Padrino…

Pg:    Ueh che spettacolo. Certo che con il canone sei proprio in prima fila.

Mg:   Ma quando mai abbiamo pagato il canone?

Pg:    Però il servisio lo guardiamo lo stesso. 100% di utile, taaac

P:      Chi è quell’intruso? Picciotti buttatelo fuori.

(Squilli di tromba, entrano le Alcachophas Angeles, mimando colpi di karate, poi si posizionano tutte e tre nella nota posizione delle Charlie’s Angels)

A1, A2 e A3:       Fermi tutti! Noi siamo le paladine della giustizia, le invincibili guerriere del bene, la risposta a tutte le malefatte, il lungo braccio che punisce chiunque sia in flagranza di reato.

P:          Mizzica e che è una puntata di “Incantesimo”? Picciotti all’attacco.

A1:    (con voce stizzita)No, mi si è staccata la lacca da un’unghia, accidenti. Come faccio adesso, la mia immagine ne risentirà.

A2:    Non preoccuparti Angel, ci pensiamo noi a portare a termine la missione.

A3:      Sì, sono solo in due, sarà una sciocchezza sbarazzarcene.

(Mentre Angel 1 si occupa della sua unghia, tira fuori uno specchietto e si rifà il trucco, Angel 2 e Angel 3 si mettono in posizione di lotta, a loro si contrappongono Picciotto 1 e 2, i quattro iniziano a confrontarsi emettendo suoni di lotta, ma improvvisamente entra in scena Narratore e tutto si blocca)

N:      Bene, bene, tutto procede bene. Caro pubblico ti sto servendo un autentico capolavoro. Ah sentono l’estro tragico scorrere in me come linfa vitale. Ne sento l’odore, aspro e forte, ne vedo la luce. Io… sto… creando.

Ma qui occorre ancora una variante, la scena della lotta deve essere ben sottolineata, perciò si svolgerà al rallentatore, sì! Un’immagine forte, come un pugno nello stomaco. Ah la creatività, l’ars narrandi, la sublimazione solipsistica.

(Narratore torna nella parte buia del palco, l’azione riprende a velocità normale nella casa di Giulietta dove tutti assistono come davanti ad un televisore, al rallentatore nell’altra parte del palco dove i quattro lottano muovendosi molto lentamente, Angel 1 però continua a rifarsi il trucco normalmente, con aria tra l’annoiato e il distaccato, dopo qualche colpo Angel 2 e Angel 3 stendono facilmente i due picciotti)

P1:    Ammazza che botte, queste menano forte.

P2:    Uhm, uhm, aih, aiah.

P:      In piedi fetusi, fatevi valere, sono due femminuzze.

A2 e A3:    Ti dichiariamo in arresto, non opporre resistenza o sarà peggio per te.

P:      (rivolgendosi ai picciotti) Menano forte queste?

P1:    Credo di non avere un osso sano.

P:      Mi arrendo, portatemi pure dove mi dovete portare.

Pr:     (avvicinandosi al Padrino che nel frattempo è stato immobilizzato dalle tre Angels) Mi dica che effetto fa essere arrestato?

P:      Siamo in diretta televisiva?

Pr:     Certo, sulle reti nazionali.

P:      E quanto mi date per l’esclusiva?

Pr:     Dipende dall’audience, se è superiore al 30% si può arrivare anche ai 100.000 euro.

P:      Se ne può parlare. Dunque è un’esperienza traumatica, ma io sono innocente, si tratta di un antico dissapore con un giudice che mi ha sempre odiato perché da bambino gli vincevo sempre le figurine ed ero più bravo di lui a vendere le merendine.

Pr:     Deve dire qualcosa a qualche persona cara?

P:      Sì vedo mio figlio che sta assistendo all’ingiusto arresto. È lì davanti alla televisione, a casa della sua fidanzata (Romeo a tali parole prende un aspetto imbarazzato, mentre gli altri lo guardano fisso). Beh Romeo non preoccuparti tuo padre è innocente, la giustizia trionferà.

(Il padrino e i picciotti vengono portati fuori scena, seguiti dal presentatore, rimane illuminata solo la casa di Giulietta)

Pg:    (rivolgendosi a Romeo) Signore lei non è gradito in questa casa, abbia la compiacenza di andarsene.

R:      Voi ce l’avete con me perché sono meridionale, siete degli sporchi razzisti, ma il vero amore trionferà.

Mg:   Ma lei è proprio un bauscia, non ha capito niente, meridionale o africano che fosse c’andava bene lo stesso perché c’aveva i danè, ma la nostra famiglia non può sopportare lo scandalo di avere il padre del fidanzato di sua figlia arrestato in diretta e per di più in una diretta d’una televisione concorrente (faccia stupita di Romeo) e sì abbiamo anche noi le nostre partecipazioni televisive, che credeva. E si ricordi che l’illegalità è una cosa seria, va fatta legalmente. Si metta in regola con i regolamenti. Quello conta, ma in che mondo vive lei? (poi rivolgendosi a Giulietta che sta piangendo in disparte) Giuly in camera e non uscire fino a nuovo ordine!

(Luce su N)

N:      Romeo apprese così in modo brutale che come vanno le cose a questo mondo, decise però di non arrendersi, lui amava Giulietta e Giulietta amava lui dunque bisognava lottare, l’amore vale qualunque sacrificio.

Balcone

Personaggi:

R - Romeo M – Meccuzzio G – Giulietta Fg – Fratello Giulietta Cp – Cappuccetto Rosso PT – Presentatore televisivo C – Varie comparse, che svolgeranno ruolo di contorno e di coreografia alla scena

R:      Mannaggia alla pupazza, pure la diretta televisiva ci voleva, ero quasi riuscito a convincerli.

M:     Non te la pigliare, era una come tante…

R:      (Sconsolato) Non lo so, guarda là, è il balcone di Giulietta!

M:     E come lo sai?

R:      È SCRITTO SUL COPIONE!!

M:     Ahh…

R:      Aspetta, utilizzerò il richiamo segreto che conosciamo solo io e Giulietta

GIULIETTA ESCI CHE TI DEVO PARLAREEEE!!

M:     (Mano nei capelli) Bedda MATRE…

(Giulietta esce dal balcone)

G:      Ma sei fuori! Se ti vedono ti fanno la pelle!

R:      Correrò il rischio…

G:      Oh Romeo! Romeo! perché sei tu Romeo? Disconosci tuo padre, rinnega il tuo nome, o, se meglio l’ami, giura d’essermi amante e cesserò d’essere una Meneghetti!

R:      Non ti capisco, parli troppo strano!!

G:      Non c’è nel tuo nome nulla che mi sia nemico, e cessando d’essere un Corleone, non a te rinunceresti. Ora che è un nome per te? Il fiore che chiamano rosa , con ogni altro nome rosa pure sarebbe, e con profumi ugualmente letti riempirebbe l’aria. Ora tu Romeo, rinunciando al tuo nome, ugualmente conserveresti le doti che mi hanno fatta prendere di te. Oh abbandona dunque tal nome che non fa parte dell’esser tuo, ed abbine in ricompensa tutta me stessa.

R:      Ma che è ‘na tragedia? Ma cosa sta dicendo non ne comprendo una parola?

M:     No è che la faccenda si sta facendo seria e occorre parlare con termini poetici, niente, niente è stato scomodato Shakespeare.

R:      Ah, capisco, e chi è stu fetuso, un altro pretendente?

M:     Ma no, si tratta d’un noto scrittore inglese. Ma proprio niente sai? Ora tu devi rispondere con parole poetiche, devi guardare la tua amata o declamare frasi del tipo (si schiarisce la voce) Ah! L’Oriente è quello, e Giulietta n’è il Sole! Sorgi, bel Sole, sorgi ed eclissa quest’invidiosa Luna, che mal patisce che tu, vergine del suo culto, splenda più chiara di lei…

R:      Ne deve girare tanta di roba! Ma ti sei scimunito?

G:      Oh! Ma come entrasti tu qui? Ed a qual fine? I muri che circondano questo giardino sono ardui, e pressoché inaccessibili, e il luogo in cui stai ti sarà tomba, se alcuno dei miei ti sorprende.

R:      Sì, deve essere roba mal tagliata, qui tutti fuori di testa vanno.

M:     Ma no! Il fatto è che dovete comunicare da innamorati. Questa è la grande scena del vostro amore. Guardala, l’amore per lei non ti illumina la mente?

R:      Ma che lingua parli?

M:     Dei versi le devi recitare, lei quello aspetta.

R:      E dillo subito no, la corte ci devo fare?

G:      Mi ami Romeo? So che risponderai affermando, e che il tuo affermare mi riempirà di gioia… Oh! Non proferire giuramenti che mal t’impedirebbero di divenire spergiuro, perché le infedeltà degli amanti fanno parte dei giochi d’amore. Gentil Romeo se mi ami, dillo con fede schietta, dillo con quel candore che affine solo della verità. Ma forse di me mal pensi…

R:      (che in questa fase proverà a parlare senza riuscirci) Aoh, ma ti stai zitta! Tutto tu stai dicendo, ora è il momento del mio monologo d’amore, e lo saprò ben manifestare. Ascolta Giuly (cambia tono) Io ti amo, soffoco, t’amo, sono pazzo, non ne posso più, è troppo, il tuo nome mi sta nel cuore come in un sonaglio, e visto che io non faccio che vibrare per te, sempre, Giulietta, il sonaglio s’agita e il tuo nome mi risuona dentro. (rivolgendosi a Mercurio) Sono forte eh?

M:     Sì, ma hai sbagliato commedia, è una battuta del Cyrano.

R:      E che fai alludi?

M:     No, è che questa è un’altra storia.

R:      Lo so ma questi versi mi piacevano di più. E poi senti il resto (tornando a rivolgersi a Giulietta) Un bacio, ma che cos’è poi un bacio? Un giuramento un po’ più da vicino, una promessa più precisa, una confessione, che cerca una conferma, un punto rosa sulla i di “ti amo”, un segreto soffiato in bocca invece che all’orecchio, un frammento d’eternità che ronza come le ali d’un ape

G:      Romy, ma cosa stai dicendo non capisco nulla di quello che tu dici.

R:      Perché tu prima, eri d’una chiarezza.

R e G:         (sconsolati) Accidenti com’è difficile parlar d’amore.

R:      (agitato) Cosa le posso dire?

G:      (delusa) Come farmi capire?

M:     C’è un solo modo con cui potete capirvi…

R e G:         Quale?

M:     (tirando fuori il telefonino) Questo, mandatevi degli sms.

(R e G, si illuminano in volto estraggono telefonini e cominciano a digitare freneticamente, le scritte vengono proiettate sullo sfondo e lette ad alta voce)

TVB, UNKDB!! By Romy

CMQ TU 6 N Guay. Giuly

(il narratore traduce, senza spostarsi da dove si trova)

N:      Ti voglio bene, un casino di bene. Produzione di Romeo. Comunque tu sei nei guai. Firmato Giulietta

(in scena entra il Fratello di Giulietta)

Fg:    Sei ancora qui? Adesso la finiamo una volta per tutte, TI SFIDO A SINGOLAR TENZONE!

R:      Scusa?

Fg:    Combattiamo all’ultimo sangue!!

R:      Ah… (Pausa) Scusa?

M:     Niente Romeo, lascia perdere, SCAPPA, SCAPPA!!

(Romeo, spinto via da Mercurio, scappa perplesso)

Fg:    Va bene, uno vale l’altro, devo soddisfare la mi a sete di sangue…

M:     Lo vedremo… scusa, ma con che cosa combattiamo?

Fg:    Hai ragione, aspetta (esce di scena e ritorna con una spada che porge a M), TIENI!

         (M, la guarda perplesso, poi dimostrando notevole abilità inizia a manovrarla, al che Fg estrarrà una pistola e con calma la punterà su M che lo guarderà spaventato)

PT:    (entrando improvvisamente in scena) Fermi tutti, questo duello non si può fare, o meglio (con tono ammiccante verso il pubblico) Non si può fare così! Siamo in piena era televisiva e gli unici duelli concessi sono quelli culturali, presto che venga allestita la scena. (davanti a Mercurio e la fratello di Giulietta, che restano immobili e perplessi viene allestita la scena entrano le Comparse che pongono due cuffie e danno due pulsanti ai due giovani, una serie di vallette che si pongono ai lati della scena. Il presentatore tira fuori una cartellina e inizia a leggere le domande, con caratteristici rumori da quiz televisivo)

PT:    Che inizi il Super quiz, chi vince avrà salva la vita, l’altro, beh un terribile destino lo aspetta. Prima domanda: che cos’è la balena

         A: un cetaceo

         B: una donna molto grassa

         C: un termine con cui si indica qualcosa di molto grande?

M:     Un cetaceo.

Fg:    Una donna molto grassa.

PT:    La risposta esatta è la B, un donna molto grassa.

M:     Ma come, veramente…

PT:    Silenzio, il regolamento dice che è così e così è, non facciamo confusione. Seconda domanda, cultura generale: come si chiama il padre della figlia di Iorio

A: Iorio

B: Non si chiama, lo chiamano gli altri

C: Non so, non lo conosco

M:     Ma che domanda è, non ha senso!

PT:    Perché invece ha senso quello che sta succedendo? Rispondete.

M:     Iorio!

Fg:    Non lo so, non lo conosco.

PT:    Qui dice, Iorio. Parità, bisogna fare la domanda di riserva, quella di comportamento. Allora state attenti, chi vince ha vinto e chi perde ha perso.

         Siete su una spiaggia a godervi una meritata vacanza, ma un signore su un motoscafo continua a passare avanti e indietro a due metri dalla riva bagnando tutte le persone e mettendo in pericolo l’incolumità dei bagnanti, voi che fate?

         A: Niente, prima o poi gli si spegnerà il motore e poi fa caldo e qualche spruzzata d’acqua fa bene

         B: Vi alzate e con voce ferma e decisa gli dite di smettere immediatamente altrimenti chiamerete la guardia costiera

         C: Dopo aver discusso civilmente con lui colpendolo 56 volte con un remo preso da un moscone li parcheggiato, lo legate sulla prua del motoscafo e vi lanciate a fare lo slalom in mezzo agli scogli, cercando di colpirli tutti, tanto chi ci sbatte contro è lui, quindi lo ricoprite di profumo alla medusa femmina in calore e lo lasciate a mollo nell’acqua fino a quando con lui si sono accoppiate tutte le meduse maschio del Mediterraneo, dopo di che lo legate al timone del motoscafo che provvederete a lanciare verso destinazione ignota.

M:     Non capisco, credo sia la B.

Fg:    Beh, è semplicissimo, la C. Dopo aver discusso civilmente con lui colpendolo 56 volte con un remo preso da un moscone li parcheggiato, lo lego sulla prua del motoscafo e mi lancio a fare lo slalom in mezzo agli scogli, cercando di colpirli tutti, tanto chi ci sbatte contro è lui, quindi lo ricopro di profumo alla medusa femmina in calore e lo lascio a mollo nell’acqua fino a quando con lui si sono accoppiate tutte le meduse maschio del Mediterraneo, dopo di che lo lego al timone del motoscafo che provvedo a lanciare verso destinazione ignota.

PT:    La risposta esatta è la C. Il vincitore è il concorrente numero 2.

(si accende luce su Narratore, mentre tutti gli altri escono rapidamente di scena)

N:      MECCUZZIO, scusate, Mercuzio ha avuto la peggio

(entra R)

R:      È  morto?

N:      No, è stato deportato a Mediaset dove sconterà una pena da uno a tre mesi nella casa DEL GRANDE FRATELLO!

(esce R)

N:      La situazione è a dir poco tragica, i nostri due protagonisti non poterono più frequentarsi alla luce del sole, a volte però Giulietta riusciva a raggiungere Romeo nel suo monolocale al Sud. Ma è ora necessario un ulteriore colpo di scena, caro pubblico te lo annuncerà il mio alter ego. Sì ho deciso di reintegrarlo, anch’io sono umano e ho commesso l’errore di tutti gli autori mi sono affezionato a questo mio personaggio, perciò tornerà a farci compagnia, tornerà a parlare, quando lo vorrò, per me.

(Rientra in scena Persona, l’aspetto palesemente sorpreso, incerto)

P:      Sì è giunto il momento, come dicono i francesi, del changes la dame, ora la parte di Giulietta sarà interpretata da un’altra attrice, per meglio sottolineare il mutamento psicologico del personaggio e modificare nel contempo l’afflato stesso della storia. Romeo invece resterà uguale a se stesso. Una forma di trans tra il reale e l’irreale.

N:      Eccellente (applaudendo P), non avrei saputo dire di meglio. Amo il teatro perché è vita e perché è finzione. D’ora in poi i nostri interventi saranno minimi, la storia sia avvia alla sua acmè!

Casa di Romeo

Personaggi:

R – Romeo; G – Giulietta; T1 – Tizio 1; T2 – Tizio 2; E – Enzo il Fetuso; S – Taxista (fuori scena); A – Agente; N – Narratore.

N:     Romeo, quando non è con i genitori,vive da solo in un monolocale attrezzato con bagno; questa sera vuole rilassarsi, dedicandosi al suo hobby preferito: guardare sceneggiate napoletane alla TV strafogandosi di cassata.

(R in poltrona che guarda la TV, non vista dal pubblico, dalla TV provengono suoni e voci con accento napoletano, R ha un piattino con una grossa fetta di cassata in mano, mutande sul lampadario) [suona il campanello]

(R va ad aprire la porta lanciando improperi; quando apre compaiono davanti a lui due loschi tizi che gli puntano la pistola)

N:     C’era qualcosa in quelle facce che a Romeo non piaceva, e non solo nelle facce.

(R guarda le pistole)

T1:    Il signor Romeo?

R:      S-sì (intimorito);

T1:    Possiamo entrare vero?

R:      P-prego…

(I due entrano)

T2:    Ci manda Don Tano la Sbarra.

T1:    Non gli è piaciuto che tu lo abbia definito pubblicamente un grasso e avido maiale..

R:      Bèh, ma era detto senza offesa!

P:      Romeo aveva, alcuni mesi prima, collaborato come pentito con la giustizia, per incastrare un boss suo rivale.

R:      Cosa volete?

T1:    Raccontaci tutto quello che sai, che poi magari ti lasciamo qualche osso intero, così, per ricordo.

R:      Proprio tutto? Inizio dalla tabellina del due o dall’alfabeto?

T2:    Occhio che sei dalla parte sbagliata della pistola per fare lo spiritoso!

N:     Ma i veri guai per Romeo non erano ancora cominciati…

(Squilla il telefono e R va a rispondere)

R:      Pronto?

G:      (Fuori scena) Roomy!

R:      Giulietta? Ma che strana voce hai!

G:      Indovinato, però era facile…

R:      Che cos’è questo rumore di sottofondo, sembra quasi una staz… ehh? No, Giuly, vedi, io, stasera… no, non riattaccare, nooo! Ha riattaccato.

(R riattacca)

T1:    Problemi? A parte noi, intendo…

R:      Sì, la mia fidanzata: è appena arrivata in città e tra poco sarà qui.

(R gira nervosamente per casa)

R:      Per favore, se dovete eliminarmi, fatelo subito, non oso immaginare la sua reazione quando vedrà in che buco vivo!

T2:    In effetti c’è un certo disordine…

R:      Destino crudele! (Guarda sconsolato il pubblico)

T2:    È una scatoletta di tonno, quella? (Indica il pavimento)

T1:    Non lo so, si muove troppo in fretta!

R:      Se però ,tutti e tre..

T2:    Che cosa stai dicendo?

(R, si avvicina ai due, e muovendosi molto sussurra nell’orecchio ai due, che prima dissentono con la testa poi…)

T1:    No, no e poi no!

T2:    Guardaci! Ti sembriamo un’impresa di pulizie?

T1:    E scommetto che non hai neanche i guanti di gomma! Non voglio rovinarmi le mani, io!

R:      Calma, riflettete… voi mi aiutate a fare un po’ d’ordine e io vi dico davvero tutto.

T1:    Così sarebbe un lavoro pulito…

T2:    … letteralmente. (sconsolato)

T1:    D’accordo, dobbiamo sbrigarci!

( I due prendono secchi, spazzoloni e grembiuli e iniziano a pulire, R esce di scena dicendo)

R:      Io intanto preparo la cena.

N:     Quando il successo sembrava a portata di mano, il destino si fece nuovamente risentire, o forse era qualcun altro?

G:      (Da fuori scena, con voce stridula) Ehi! Siamo impazziti?! 30 € per dare un passaggio ad una fanciulla indifesa! Ma chi si crede di essere?!

S:      (Da fuori scena) Beh, un taxista.

G:      Maleducato, t’insegno io!

[Rumori di lotta e urla]

P:      Avrete capito che la nostra Giulietta non è solo una timida adolescente…

R:      È arrivata! Andatevene subito!

T1:    Eh, no! Prima le informazioni.

R:      Va bene, va bene, restate… (Con sorriso sornione)

T2:    C’è qualcosa che mi puzza (Annusa T1) e non sei tu.

(G entra in scena)

R:      (Con sorriso forzato) Ciao Giuly! (faccia sorpresa) Ti vedo, come dire, diversa, sembri quasi un’altra persona…

G:      E non stare a fare il sofista, non sai che tutto muta e il tempo porta via il mutamenti con sé. (con aria sorpresa) Aspetta questa frase è proprio bella, me la voglio annotare. (tira fuori un’agendina scrive velocemente) Lah, fatto. Ma riprendiamo la storia. Chi sono questi signori?

R:      Non ti ho detto che quando l’attività di famiglia mi lascia spazio, faccio il giornalista?

G:      No! (Seccata)

R:      Bèh, ehm, questi sono i miei caporedattori, non potrebbero mai fare a meno di me, neanche a cena.

(T1 e T2 sorridono imbarazzati)

G:      Ah, giornalisti… e come vi chiamate?

T1 + T2: Mario Mario!

G:      Mario Mario? Che fantasia in famiglia, e tutti e due vi chiamate così

         (T1 e T2 si guardano e fanno sì con la testa)

R:      Ma tu sei sicura di essere la stessa Giulietta di due scene fa, c’è un qualcosa di diverso, non so bene dire cosa, ma…

G:      E cosa vuoi vedere la carta d’identità? Non è che niente niente accampi delle scuse per tirarti indietro

R:      No è che in questo teatro contemporaneo succedono cose strane, e io mi sento un po’ confuso, ma passerà. Comunque andiamo a tavola, che è meglio.

         (I 4 vanno a sedersi al tavolo, già imbandito con le cibarie)

G:      Le dispiacerebbe passarmi il sale, signor Mario?

T1 + T2: Subito signora!

         (Prendono il salino scontrandosi)

G:      il vostro deve essere un lavoro emozionante. Avete messo a segno qualche buon colpo ultimamente?

T2:    Bah, niente di speciale, a parte la rapina alla …

(T1 tira una gomitata a T2 e gli fa cadere la forchetta che aveva in mano)

T1:    Colpo giornalistico, voleva dire!

T2:    Ecco, sarai contento! Adesso mi tocca pulire.

         (T2 va sotto il tavolo)

T2:    A-ah! (Estrae la pistola e spara due colpi)

G:      Avete sparato ad una scatoletta di tonno?

T2:    Non sapeva stare al suo posto!

         (La porta viene aperta con un calcio ed entra in scena Enzo il Fetuso)

E:      Che succede qui?!?

E:      (Guardando T1 e T2) Voi!

T1:    Tu! (Indica E)

T2:    Lui! (Indica E)

G:      Si conoscono?

R:      (Sempre più avvilito e sconsolato) Credo di sì , ma lavorano per editori diversi.

G:      (Rivolta ad E) Scusi ma lei chi è?

E:      Mario Mario!

G:      Un altro?

R:      Un altro… (Allargando le braccia)

(T1, T2 ed E estraggono le pistole e se le puntano)

T1:    Fila via, tu non ci interessi, siamo qui per lui! (Diretto a E Indicando R)

E:      Non osate toccarlo, fetusi!

G:      Litigano per te?

R:      Eh, sì ma è meglio levarsi di mezzo!

(Si spengono le luci, spari ripetuti)

G:      Non ci posso credere, si sparano.

R:      Un bravo giornalista è sempre molto conteso, ma per carità, stai giù!

N:     Dopo una manciata di secondi e alcuni chili di piombo dopo…

(Sirene della polizia, si riaccendono le luci, in scena ci sono solo Romeo e Giulietta, ancora acquattati)

A:      (irrompendo nella scena) Fermi tutti, polizia.

G:      Siete arrivati appena in tempo, qui dei giornalisti si stavano sparando.

A:      (sorpreso) Dei giornalisti? Signorina, vuole spiegarsi meglio.

G:      Eravamo qui il mio fidanzato, io e due giornalisti (per tutta la scena Romeo gesticola in modo incerto, quasi a sottolineare le parole di Giulietta, dimostrando molto imbarazzo)…

A:      (tirando fuori un taccuino) Calma procediamo con ordine. Lei come si chiama.

G:      Giulietta Mereghetti.

A:      E il suo fidanzato?

G:      Romeo Corleone.

A:      E i due giornalisti?

G:      Mario Mario.

A:      Mario Mario?

G:      Sì Mario Mario.

A:      Ma scusi Mario di nome tutti e due, e va bene, ma di cognome?

G:      Credo Mario, vero amore? (Romeo deve apparire sempre più imbarazzato)

A:      Cioè si chiamerebbero Mario Mario tutti e due, e la cosa le pare normale?

G:      Sì certo, che c’è di strano?

A:      Signorina, ma mi sta prendendo in giro.

G:      No, perché dovrei?

A:      Mario Mario si chiamavano?

G:      Sì!

A:      E non le pare strano?

G:      No, un caro amico di famiglia si chiama Antonio Antonio, e io l’ho sempre trovato normale.

A:      Ah allora c’era uno che si chiamava Antonio Antonio?

G:      Sì, c’era anche uno alto, signor agente, bel ragazzo, alto, ma si chiamava Mario Mario anche lui.

A:      (l’agente appare palesemente a disagio, Romeo ha in faccia stampato un sorriso stupido, l’agente quasi barcolla, poi) Va beh! Io a questo punto vado… (alcuni secondi di sospensione)… ma sono mutande, quelle sul lampadario?

(Si riaccende la luce del narratore, che entra in scena)

N:     I due giovani però proprio non sapevano come riuscire a portare a buon fine la loro storia d’amore.

La Pozione

Personaggi:

R – Romeo G – Giulietta M. – Mago di Volterra

(Romeo e Giulietta sono seduti su una panchina, con aria sconsolata, parlano tra loro)

R:      Allora Giuli, tuo padre proprio non vuole?

G:      No Romi, dice che piuttosto che imparentarsi con te e la tua famiglia preferisce diventare ospite fisso ai programmi della Defilippi.

R:      Allora non c’è soluzione, il mio dice che piuttosto rompe con la tradizione di famiglia e si arruola nei carabinieri! Ma io lo sai che ti desidero

G:      Anch’io, scorfanino mio, ti desidero.

R:      Non è che potresti darmi un altro soprannome, non so perché questo qui non mi piace tanto.

G:      Perché è così carino.

(Entra in scena, cantando e muovendosi a ritmo, il mago di Volterra, i due giovani lo guardano con sorpresa, la musica si ferma e…)

M:     Cari ragazzi non disperate, ho io la soluzione per voi, non per niente io sono il “mago di Volterra, di meglio non c’è su tutta la Terra”.

R:      Come sarebbe a dire?

M:     Io so tutto, tutto conosco, passato, presente e futuro, conosco i problemi che angustiano i vostri giovani cuori. Ho la pozione adatta per voi, un sorso e tutto sarà risolto. Per sempre.

R:      Mi suona come una velata minaccia.

G:      Cosa intende dire?

M:     (tirando fuori dal mantello una botticina) Questo è il filtro del dolce sonno, un sorso e cadrete in catalessi, in un sonno del tutto simile alla morte. I vostri parenti vi crederanno morti e voi potrete fuggire dove vorrete e realizzare i vostri sogni.

R:      Ma chi ci garantisce che l’intruglio qui non ci ammazzi per davvero?

M:     Beh, io faccio parte dell’associazione maghi e fattucchiere, poi sono un onesto bidonista, non ammezzerei mai i miei clienti, al limite gli porto via tutti i soldi, ma ucciderli mai.

R:      Se è così mi sento più tranquillo. Tu Giuly che ne dici?

G:      Tentiamo, tanto che altro ci resta? Quanto costa?

M:     10.000 euro! È un prezzo di favore!

R:      Ma è garantito?

M:     Certo, ve lo conferma anche il mio secondo nome che fa:

         Io so’ er mago Traverso, de mejo nun c’è in tutto l’universo!

         Vi piace eh?!?

(Si spengono le luci, cambio scena rientra in scena il narratore)

[la scena è divisa da due luci che delimitano le camere rispettive di R e G, i due si stanno chiamando al telefono]

Morte

Personaggi:

R - Romeo G - Giulietta P - Padrino Pg - Padre Giulietta

N:      L’opposizione delle famiglie aveva portato Romeo e Giulietta a compiere il fatale passo, cambiare vita, per farlo senza lasciare traccia decisero di simulare la morte, usando la pozione del mago di Volterra che li avrebbe fatti cadere in catalessi, ingannati i parenti sarebbero fuggiti in America, decisero allora di assumere la pozione contemporaneamente.

G:      Ma sei sicuro?

R:      Vuoi tirarti indietro? Abbiamo fatto questo investimento di 10.000 Euro!!

G:      E' vero… lo dice sempre anche il mio PAPI!!

R:      Non è che me la fai prendere a me e poi te ne scappi?

G:      Ma cosa dici… ti seguirò per sempre!!

R:      Sei pronta? 3…2…aspetta, aspetta, mi sono perso… sai che non sono buono in matematica

G:      Allora conto io… 3…2… aspetta… ma che dobbiamo fare dopo l'1?

R:      Senti… bevi adesso… punto e basta!

(i due bevono e stramazzano sui rispettivi letti)

(Padrino arriva in camera)

P:      (parla al telefonino) Sì lo so avvocato, ho firmato l’accordo sui reati permessi, ma non posso allontanarmi dalla mia abitazione, ma il problema è che mio figlio, aspettasse un attimo che adesso gli parlo. (finalmente guarda verso Romeo) Romeo… Romeo…(pausa) SEI DROGATO?

(si spegne luce camera Romeo)

(Padre Giulietta entra in camera)

Pg:    Giulietta senti la battuta del papi… Giuly… ehi, ti avrà mica attaccato qualche malattia il coatto, lo vedi che non lo dovevi frequentare?

(si spegne luce camera Giulietta)

P:      Tutto procedeva secondo il piano, i genitori c’erano cascati.

Funerali

Personaggi:

P - Padrino P1 - Picciotto 1 - Enzo il Fetuso P2 - Picciotto 2 (muto) 3 Prefiche C - Carmine Pg - Padre Giulietta Mg - Madre Giulietta Fg - Fratello Giulietta

[la scena è divisa in due come in precedenza, le due luci simboleggiano i due ambienti distinti dove avvengono le scene]

(Funerale Romeo, in sottofondo si sente cantilena religiosa seguita da rosari letti sottovoce, effetto Radio Maria, le prefiche piangono scompostamente strappandosi i capelli)

Prefica:      Era tanto buono, tanto buono… (piange)

P:      La droga come rovina questi giovani!!

P1:    Era un bravo Picciotto

P2:    (gesticola e muove la bocca NON EMETTENDO ALCUN SUONO)

P1:    Hai ragione, proprio ragione!!! (verso P2)

(Funerale Giulietta, i parenti sono seduti sulle sedie disposte di fronte al pubblico, squilla il cellulare del Padre di Giulietta)

Pg:    Pronto, sì, non mi disturba affatto!!! Mi dica, oggi alle 18? Arriverò un po' in ritardo, ho avuto un piccolo contrattempo… MI E' MORTA LA FIGLIA!!

Mg:   Bene, che si fa ora?

Pg:    FAMIGLIA, ecco il programmane del papi… ultimo saluto alla cicci e poi, tutti al ristorante

Fg:    Bravo il papi!!

(scena Romeo)

Prefica 2:    Vossignoria, Romeo è sparito dalla cassa!

P:      La droga se lo è portato via…

(si spegne luce scena Romeo)

(scena Giulietta)

C:      Signori, il corpo di vostra figlia è scomparso!!

Pg:    (pausa) Bene… RISTORANTE ANTICIPATO!!

(si spegne luce scena Giulietta)

N:               Dove sono Romeo e Giulietta? Semplice, sono andati a sposarsi, e quale luogo migliore che la patria dell'amore e del gioco d'azzardo? :Ladies and gentleman benvenuti a Las Vegas!!

Las Vegas

Personaggi:

R – Romeo G – Giulietta P – Prete S – Segretaria N – Narratore P - Persona

(segretaria porta R e G al cospetto del prete che sta tracannando avidamente da una bottiglia ed è palesemente ubriaco)

S: DON PETE LUPARA, sbronzo come sempre eh? Beh c’è del lavoro da svolgere questi due si vogliono sposare…

P:      Well, bene, ciao, wait a moment, devo sciacquarmi la bocca (beve alcolico) CHI DI VOI DUE E’ LA FEMMINA? (G alza la mano), OK, facciamo una cosa rapida e indolore…

R:      Perché FA MALE?

P:      Solo per i prossimi trent’anni?

G:      (verso il pubblico) Mi suona come una velata minaccia!!

P:      Bene, (indica G) Nome?

G:      Giulietta

P:      Nome (indica R)?

R:      Romeo sono!

P:      (in stato di palese confusione) Siamo qui riuniti per commemorare questo bravo guaglione, un sant’uomo che lascia una famiglia…

R:      Ma che cavolo dice questo

S:      A don questo è un matrimonio non una cerimonia funebre

P:      (stralunato) Eh, ah, e non facciamo confusione, chi si deve sposare?

S:      Questi due giovani.

R:      Siamo capitati bene.

S:      Questo è il reverendo più sobrio della contea, comunque l’unico in servizio a quest’ora.

G:      Insomma siamo proprio a posto.

P:      (che nel frattempo ha continuato a sfogliare disperatamente il libricino che ha in mano) Volete essere marito e moglie, per quanto ve lo sconsiglio perché si sa il matrimonio è una combinazione chimica nella quale due sostanze neutre danno vita ad un esplosivo, fino alla fine della vostra vita?

R:      Ma non ho capito un accidente!

G:      Tu di sì e basta! Che qui s fa notte.

R:      SI’

G:      Sì, anch’io!

P:      Allora col potere conferitomi dalla commissione del gioco d’azzardo vi dichiaro MARITO (indica G) e MOGLIE (indica R), ecco 10 Dollari di fisches da spendere al casinò!

(R e G corrono via)

S:      E ricordatevi, il quarto matrimonio è GRATIS!

(R ritorna e fa il gesto ad ombrello, poi esce)

N:      Finalmente uniti in matrimonio, i due sposini si recarono nell’albergo, per la loro prima romantica notte.

Prima notte

Personaggi:

R – Romeo G – Giulietta F - Facchino

(R entra in braccio a G o viceversa, R canta la marcia nuziale fin quando chi era in braccio non viene posato sul letto)

G:      La vuoi piantare?

R:      Scusa, è l’euforia del momento… era per dare un po’ di atmosfera…

(entra facchino carico di valigie)

F:      Scusi dove le metto?

R:      E che ne so io, tu ci lavori qui, mica è casa mia…

F:      Scusi, vi piace qui?

R:      Adesso sono arrivato (isterico), fammi respirare, non ho avuto il tempo di andare a PISCIARE… PISCIARE lo capisci?

F:      Comunque vi abbiamo messo un cioccolatino nel cuscino…

R:      E che devo mangiare mentre dormo… MIIII, DOVE SIAMO CAPITATI!!!

F:      Va bene, tutto a posto, il letto è qui, il bagno è la…

R:      E meno male, che dovevo tenermela fino a domani, vai, FUORI DALLA MIA VISTA!

(Romeo fa per dirigersi verso il bagno, m il facchino esce e rientra nuovamente carico di valigie, mentre G è tranquillamente seduta sul letto)

R:      Ma che ci hai preso per la dogana e di chi sono queste valigie?

G:      Amore sono le mie, mi sono portata via giusto due cosette da casa, o giusto il minimo indispensabile. (il facchino continua ad uscire e a rientrare accatastando sempre più valigie, mentre Romeo appare sempre più sconvolto)

R:      No dico amore, due cosette, tu ti sei portata dietro la casa, che dico tutto il quartiere la città dove abiti. (il facchino continua ad uscire e a rientrare e accumula una vera e propria piramide di bagagli, Romeo è sempre più sconvolto)

F:      Questo è il bagaglio personale, dotto. Le altre sono giù nel magazzino.

R:      Giuly, ma da dove cavolaccio arriva tutta questa roba, ma dove cavolo credi che potremo stare se riempi tutto con la tua robaccia…

G:      Sei un mostro, me lo dicevano i miei che era meglio se…

(Sull’ultima battuta si spengono le luci sul palco e si riaccendono i faretti su Narratore e Persona)

Finale

Personaggi:

N – Narratore

P – Persona

Cr – Cappuccetto Rosso e via via tutti gli attori e le ballerine

N:      La storia che a noi pareva bella è finita, cosa succederà da ora in poi lo dirà la vita.

P:      Noi questa storia conoscevamo e questa storia via abbiamo raccontato. Ci siamo divertiti a farlo e speriamo che anche voi vi siate divertiti.

Cr:     (entrando all’improvviso) Scusate signori, mi sono persa e sto cercando la mia nonnina…

P:      Cappuccetto cara, la storia è finita, il luogo che tu cerchi è qua e la tua parte, la mia, la sua, la loro (indicando gli attori che man mano entreranno in scena) è terminata.

N:      Non resta che dire le alate parole: “uscite da questi luoghi e andate ad intrattenervi altrove delle vostre disavventure, di cui taluna vi sarà perdonata, e di tal altra avrete castigo, ma sappiate che non troverete un’altra storia simile a questa” e se un po’ vi siamo piaciuti ricordatevi di batterci le mani.

Tutti gli attori si inchinano a ricevere l’applauso del pubblico, in sottofondo parte la colonna sonora.