Dieci piccoli indiani

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DIECI POVERI NEGRETTI

DIECI POVERI NEGRETTI

Commedia misteriosa in tre atti e quattro quadri

di Agatha Christie

LE   PERSONE

ROGERS

NARRACOT

LA SIGNORA ROGERS

VERA CLAY THORNE

IL CAPITANO LOMBARD

ANTONIO MARSTON

GUGLIELMO BLORE

IL GENERALE MACKENZIE

EMILIA BRENT

SIR LORENZO WARGRAVE

IL DOTT. ARMSTRONG

Atto primo : una sera d’agosto

Atto secondo – Quadro I : la mattina successiva

Atto secondo – Quadro II : il pomeriggio dello stesso giorno

Atto terzo – Quadro I : lo stesso giorno, di sera

Atto terzo – Quadro II : la mattina successiva

Cantilena dei dieci poveri negretti

Dieci poveri  negretti

se ne andarono  a mangiar:

uno fece indigestione

solo nove ne restar.

Nove poveri negretti

fino a notte alta vegliar:

uno cadde addormentato,

otto soli ne restar.

Otto poveri negretti

se ne vanno a passeggiar:

uno, ahimè, è  rimasto indietro,

solo sette ne restar.

Sette  poveri  negretti

legna  andarono a spaccar:

un di  lor s'infranse a mezzo,

e sei soli ne restar.

I sei poveri negretti

giocan con un alvear:

da una vespa uno fu punto,

solo cinque ne restar.

Cinque poveri negretti,

un giudizio han da sbrigar:

un lo ferma il Tribunale,

quattro soli  ne restar.

Quattro poveri negretti

salpan verso l'alto mar:

il delfino uno ne inghiotte,

e tre soli ne restar.

I tre, poveri negretti

allo zoo vollero andar:

uno l’orso ne abbrancò,

e due soli ne restar.

I due poveri negretti

stanno al sole per un po':

un si fuse come cera,

e uno solo ne restò.

Solo, li povero negretto

in un bosco se ne andò:

ad un pino s'impiccò

e  nessuno ne restò.


ATTO I

La  scena  rappresenta  la  stanza di soggiorno di una villa nell'Isola di Indiana, al largo della costa del Devon

L'ambiente è moderno ed i mobili di lusso. E' un chiaro tramonto. Quasi tutta la parete di fondo è occupata  da  vetrate che guardano sul mare. Al centro, porte alla francese si aprono su un terrazzino. Si dovrebbe avere l'impressione di essere sul ponte di un  transatlantico e quasi di sporgersi sul mare. Sul terrazzino è una sedia; si immagina che l'ingresso principale della casa sia. alla sinistra del terrazzino, a mezzo di scalini. Si immagina pure che altri scalini siano alla destra del terrazzino, ma questi ultimi servono per girare intorno alla casa e raggiungere la parte posteriore. Le porte alla francese sono aperte, consentendo la vista di una  buona  parte  del  terrazzino.  Sulla  sinistra,

presso le finestre, una porta che da nella sala da pranzo. In basso, a sinistra, altra porta comunicante  con la hall. In alto, a destra, una porta che da nello studio. A metà della parete di destra un caminetto. Al di sopra di esso, il solo oggetto che adorni le pareti : una grande riproduzione, in cornice, della filastrocca dei “Dieci poveri negretti”. Sulla cappa del caminetto, un gruppo di dieci piccoli negri in porcellana, non disposti regolarmente, ma aggruppati, tanto che non è facile discernere a prima vista il numero. La stanza è modernamente ma semplicemente arredata. Al centro un sofà ovale con divisione centrale. In fondo, a sinistra, una sedia ed un piccolo tavolo. Una poltroncina in basso a sinistra dove è anche un mobile con libri. In fondo a destra un divano ricavato nel vano della finestra. Al di qua del caminetto, un armadietto a muro, con liquori, bicchieri ed accessori per cocktail. In basso a destra uno sgabello. A terra, davanti al caminetto, una grande pelle di orso bianco, con testa. A destra, in centro, una sedia.

(Quando si alza il sipario, Rogers è occupato a dare gli ultimi tocchi alla sistemazione della stanza. Sta mettendo in ordine le bottiglie. Rogers è un domestico di media età. Non una specie di maggiordomo, ma un vero cameriere. Svelto ed abile. Un po' ambiguo e furbo. Si sente un grido di gabbiani. Lontano, il suono di una sirena di motoscafo. La signora Rogers entra dalla sala da pranzo. E' una donna magra,  preoccupata, dall'aspetto spaurito. Entra Narracot dalla sinistra portando un cesto di commestibili).

NARRACOT — Il primo gruppo sta arrivando con l’imbarcazione di Jim. Un altro non è lontano.

LA SIGNORA ROGERS — Buona sera, Fred.

NARRACOT —Buona sera, signora Rogers.

LA SIGNORA ROGERS — Arriva la barca?

NARRACOT — Sì.

LA SIGNORA ROGERS — Oh Dio, di già? Vi siete ricordato di tutto?

NARRACOT - Credo di sì. (Mette giù il cesto) Limoni, sogliole, crema, uova, pomodori e burro. C’è tutto, no?

LA SIGNORA ROGERS — Tutto. C'è tanto da fare che io non so da dove cominciare. Nessuna donna in aiuto fino a domattina, con tutti questi ospiti in arrivo.

ROGERS — Calmati, Ethel, ogni cosa è in ordine adesso. Va bene no, Fred?

NARRACOT — A me pare che vada benissimo. L'insieme presenta una certa nudità, ma sembra che i ricchi preferiscano cosi.

ROGERS  — I ricchi sono tipi strani.

NARRACOT — Ed era uno stirano tipo il signore che costruì questa casa. Ha speso una maledetta quantità di denaro, ma subito prese in uggia ogni cosa e mise tutto in vendita.

LA SIGNORA ROGERS — Non riesco a capire come mai gli Owen poterono comprarla e venire a vivere su un'isola.

ROGERS — Oh, basta, Ethel, e porta in cucina tutta quella roba. Possono arrivare da un momento all'altro. (La signora Rogers prende il cesto. Si sente la sirena di un motoscafo).

NARRACOT — Deve essere il giovane Jim. Io me ne vado. Ho sentito che due signori arrivano in automobile. (Va verso il terrazzino).

LA SIGNORA ROGERS  (forte a lui) — Io avrò bisogno al minimo di cinque pezzi di pane e di otto mezze bottiglie di latte domattina, ricordatevi.

NARRACOT — Va bene. (La signora Rogers va nella hall).

ROGERS — Non dimenticate l'olio per la macchina, Fred. Domani debbo far la carica altrimenti  le luci andranno giù.

NARRACOT  (uscendo a sinistra) — Le ferrovie ne hanno ritardato la consegna. Lo porterò domani per prima cosa.

ROGERS — E date una mano per il bagaglio, per favore.

NARRACOT (lontano) — Va bene. (La signora Rogers rientra da sinistra, in basso)

LA SIGNORA ROGERS  (andando verso il centro) — Ho dimenticato di darti la lista degli ospiti, Tom.

ROGERS (prendendo la lista) — Grazie. (Guarda attentamente la lista) H'mm, non mi pare gente di gran riguardo. (Riferendosi alla lista) Signorina Claythorne. Sarà la segretaria.

LA SIGNORA ROGERS — A me vanno poco a genio le segretarie. Sono peggiori delle infermiere dell'ospedale : si danno delle grandi arie e guardano dall'alto in basso la servitù.

ROGERS — Oh, smettila di borbottare, Ethel, e ritirati nella tua bella, moderna e lussuosa cucina.

LA SIGNORA ROGERS  (voltando verso sinistra) — Troppi nuovi aggeggi per le mie abitudini. (Esce in basso a sinistra. Si sentono di fuori le voci di Vera e Lombard. Rogers si drizza, pronto a riceverli. Egli è ora il ben educato e deferente cameriere. Vera e Lombard entrano da sinistra sul terrazzino. Lei è una simpatica ragazza di venticinque anni; lui è un uomo magro, attraente, di trentaquattro anni, di bell'aspetto, con una cert'aria da avventuriero)

LOMBARD -(guardando la stanza con molto interesse) — Finalmente siamo arrivati.

VERA — Veramente carino.

ROGERS — La signorina Claythorne?

VERA — Lei è.. Rogers?

ROGERS — Sì; buona sera, signorina!

VERA — Buona sera, Rogers. Vuol portare su il mio bagaglio e quello del capitano Lombard?

ROGERS —Subito, signorina. (Esce attraverso la porta a vetri, verso sinistra).

VERA  (a Lombard) — Lei è stato già qui altre volte?

LOMBARD — No, ma ne ho sentito parecchie riguardo a questo posto.

VERA — Dal signore e dalla signora Owen?

LOMBARD — No, del vecchio Giovanni Brewer, un mio buon amico, costruì la casa... E' una triste e toccante storia.

VERA — Una storia d'amore?

LOMBARD — Precisamente..! Una tristissima storia. Lui era un ricco brav'uomo e si innamorò della famosa Lilly Logan. La sposò, comprò l'isola, e costruì per lei questa casa.

VERA — Veramente romantico.

LOMBARD — Povero Giovanni! Si illuse di poterla tenere isolandola dal mondo, senza neppure un telefono a disposizione.

VERA — E naturalmente la bella Lily si stancò della sua torre d'avorio e scappò, non è così?

LOMBARD — U’uhu. Giovanni tornò a Wall Street. Guadagnò ancora un po' di milioni e qui fu venduto tutto.

VERA— E qui siamo noi. (Si muove come per uscire dalla porta a sinistra) Bene, debbo andare in cerca della signora Owen. Gli altri saranno qui a momenti.

LOMBARD (trattenendola) — Sarebbe davvero poco gentile lasciarmi qui solo.

VERA — Proprio? Oh!. Ma dove sarà .mai la signora?

LOMBARD — Verrà non appena sarà pronta. Mentre si aspetta  (accennando all'armadietto) non si potrebbe bere qualcosa? Ho proprio la gola asciutta.

VERA — Sicuro, lei potrebbe.

LOMBARD — Si ha caldo dopo aver fatto quella maledetta salita. Allora, lei cosa beve?

VERA — No, grazie; nulla per me... Niente quando si è in servizio.

LOMBARD — Una buona segretaria è sempre in servizio.

VERA — Davvero? (Si muove ed osserva la stanza) Come è eccitante. (Va al di là del sofà, verso il centro detta stanza)

LOMBARD — Cosa?

VERA — Tutto. L’odore del mare, i gabbiani, la spiaggia e questa incantevole casa. Me la godrò.

LOMBARD  — (Sorridendo ed avvicinandosele) Lo credo. E ce la godremo entrambi. (alzando il bicchiere) Evviva… lei è veramente carina. (Entra Rogers dall’esterno portando due grandi valigie e viene avanti verso sinistra).

VERA — (A Rogers) Dov'è la signora Owen?

ROGERS - Il signore e la signora Owen non arriveranno da Londra che domani, signorina. Credevo che lei lo sapesse! (Posa le valige).

VERA — Domani... ma...

ROGERS (tirando fuori la lista) — Ho qui una lista degli ospiti attesi, signorina, se le interessa. II secondo gruppo sta per arrivare.

VERA — Grazie. (Prende il foglio. Rogers prende le valige ed esce verso la hall) Che noia... Lei però sarà tanto gentile e mi aiuterà, non è vero?

LOMBARD — Sarò sempre al suo fianco.

VERA— Tante grazie. (Legge la lista venendo avanti verso destra. Lombard la segue) E' strano che abbiano portato solo noi due con il primo motoscafo e tutti gli altri con il secondo.

LOMBARD (guardandola e sorridendo)  — Ho il timore che fu fatto apposta.

VERA— Apposta? Cosa intende dire?

LOMBARD — Sono stato io a dire al marinaio di non aspettare altre persone. L'aggiunta di una 'buona mancia ha fatto subito mettere in moto il

motore.

VERA (ridendo) — Oh, non avrebbe dovuto farlo.

LOMBARD — Ma gli altri non sono poi tanto interessanti.

VERA  — Il giovanotto è veramente simpatico.

LOMBARD — Insignificante, assolutamente insignificante. E’ molto, molto giovane.

VERA  — Immagino che per lei è molto più interessante un uomo sui trent’anni.

LOMBARD — Non è una mia opinione, mia cara, è così. (Appare sul terrazzino a sinistra Marston ed entra. E’ un simpatico giovane di circa ventitré anni, ricco, viziato, non molto intelligente)

MARSTON — Incantevole questo posto (Va incontro a Vera che ritiene sia la padrona di casa mentre Lombard sta alla destra di lei come un ospite).

VERA — (Stringendogli la mano) Io sono la segretaria della signora Owen. La signora Owen è stata trattenuta a Londra e temo che non sarà qui fino a domani.

MARSTON (vagamente) — Oh, peccato!…

VERA — Posso presentarle il capitano Lombard? Il signor…

MARSTON  — Marston, Antonio Marston.

LOMBARD — Beve qualcosa? (Va verso l’armadietto).

MARSTON — Oh, grazie. (Lo segue. Compare sul terrazzino a sinistra, Blore. E’ un uomo di media età, tarchiato. Indossa abiti vistosi dando l’impressione di un magnate dell’oro del sud Africa. I suoi occhi girano continuamente osservando ogni cosa).

LOMBARD — Cosa preferisce? Gin, whisky, sherry?

MARSTON — Whisky, prego. (Vera va incontro a Blore).

BLORE (stringendo cordialmente la mano a Vera) — E’ meraviglioso questo posto.

VERA — Io sono la segretaria della signora Owen. La signora è stata trattenuta a Londra e temo che non sarà di ritorno fino a domani.

LOMBARD — (A Marston) Dica quanto…

MARSTON — Oh, basta. (Ritira il bicchiere e beve)

LOMBARD (a Blore) — Io sono Lombard. Beve qualcosa, signor…

BLORE — Davis, il mio nome è Davis.

LOMBARD — Signor Davis, il signor Marston.

VERA (ridendo) — Oh, non avrebbe dovuto farlo.

BLORE — Piacere di conoscerla, signor Marston. Grazie, signor Lombard, volentieri. Una bella salita, fin quassù. (Va verso il terrazzino) Ma che veduta e che altezza! Mi ricorda il Sud Africa. (Viene avanti in centro a sinistra)

LOMBARD — (Guardandolo fisso) Davvero? Quale parte del Sud Africa?

BLORE  — Oh, il Natal, Durban.

LOMBARD — Ah, sì. (Porge a Blore un bicchiere)

BLORE  — Grazie. Lei conosce il Sud Africa?

LOMBARD — Io? No.

BLORE  — Io vengo da laggiù. Il mio stato è il Natal.

LOMBARD — Paese interessante, immagino.

BLORE  — Il miglior paese del mondo, signore. Oro, argento, diamanti, aranci, tutto quel che si può desiderare. Un paese dove si gode la vita. (Sul terrazzino appare il generale Mackenzie. E’ un vecchio soldato dall’aspetto nobile ma stanco).

MACKENZIE  — (Con una certa esitazione) …Salve! (Vera si alza e gli va incontro)

VERA  — Il generale Mackenzie, vero? Io sono la segretaria della signora Owen. La signora è stata trattenuta a Londra e temo che non sarà di ritorno fino a domani. Posso presentare il capitano Lombard, il signor Marston ed il signor…

BLORE — (Va incontro a Mackenzie) Davis, il mio nome è Davis. (Si stringono la mano)

LOMBARD — Whisky e soda, signore?

MACKENZIE  — (Mettendo il soprabito sul sofà) Oh, grazie. (Viene avanti verso destra ed osserva Lombard) Lei è in servizio?

LOMBARD — Appartengo al corpo reale dei fucilieri africani. Troppo monotono per me in tempo di pace. Piantai tutto.

MACKENZIE  — Peccato (Mentre Lombard versa la soda) Quando? (La signora Emilia Brent arriva da sinistra. E’ una zitellona alta, magra, con una faccia antipatica e sospettosa).

EMILIA — (Seccamente, a Vera) Dov’è la signora Owen? (Posa la sua borsa sul sofà)

VERA  — La signorina Brent, non è vero? Io sono la segretaria della signora Owen. la signora è stata trattenuta a Londra, purtroppo. (Lombard va in fondo, a destra d Emilia)

LOMBARD E VERA  — E non sarà di ritorno fino a domani.

EMILIA — Davvero? Ha perduto il treno?

VERA— Può darsi. Vuole qualcosa? Posso presentare il capitano Lombard, il generale Mackenzie, il signor Marston. Credo che loro si sono incontrati in motoscafo. Ed il signor…

BLORE (venendo avanti alla destra di Emilia) — Davis, il mio nome è Davis (Emilia lo guarda con 'freddezza. Egli la segue verso destra). 

LOMBARD — Mi permette di offrirle qualcosa? Un bicchierino di sherry? Whisky e soda?

EMILIA (freddamente) — Non bevo alcolici.

LOMBARD— Peccato!   (Emilia prende il suo bagaglio e viene avanti verso destra al di qua del sofà)

EMILIA - Giovanotto, la ringrazio per avermi lasciata in piedi, là sul pontile.

VERA — La colpa è tutta mia, signorina Brent. Io volevo…

EMILIA — A me sembra straordinario che la signora Owen non sia qui a ricevere i suoi ospiti.

VERA (sorridendo) - Forse è una di quelle persone che non possono fare a meno di perdere il treno.

BLORE (ride) — Credo che lei abbia colpito nel segno.

EMILIA — Proprio no. La signora Owen non è affatto il tipo di donna che perde il treno.

LOMBARD (piano) — Forse è stata colpa del marito.

EMILIA  (secca) — Non ha marito. (Vera guarda stupefatta. Entra Rogers dalla hall) Desidererei andare in camera mia.

VERA— Certamente. L'accompagnerò.

ROGERS  (a Vera) — Di sopra troverà la signora Rogers, signorina. Le indicherà le camere. (Tiene aperta la porta. Vera ed Emilia entrano nella hall. Rogers esce dopo di loro. Wargrave entra dal terrazzino. Lombard gli va incontro).

LOMBARD — Il padrone e la padrona di casa non sono ancora arrivati, signore. Mi chiamo Lombard.

WARGRAVE .— Ed io Wargrave. Tanto piacere. (Mette il soprabito sul sofà).

LOMBARD — Piacere mio. Beve qualcosa, signore?

WARGRAVE — Sì, prego. Un whisky.

BLORE (va incontro a Wargrave) — Come sta? Davis, Davis è il mio nome. (Lombard gli porta un bicchiere. Con affabilità a Wargrave) Questo è un posto meraviglioso, anzi unico.

WARGRAVE — Come lei dice... unico. (Blore prende il  bicchiere da Lombard e lo porge a Wargrave).

BLORE — La sua bibita, signore. (Wargrave prende il bicchiere, si volta e siede in alto a sinistra, osservando di là ciò che avviene).

MARSTON  (dal centro verso destra a Lombard) — Il vecchio Badger Berkely non è ancora venuto?

LOMBARD —Chi?

MARSTON - Badger Berkely. E' stato lui a farmi venir qui. Quando verrà?

LOMBARD - Non credo che venga. Non è attesa nessuna persona con quel nome.

MARSTON — Quel vecchio imbroglione! E' stato lui a farmi venire qui. Bene, è una piccola incantevole isola. Ed un’incantevole ragazza è quella segretaria. Sembra creata apposta per ravvivare un po' l'ambiente. E così, amico mio, che ne dice dell'idea di cambiarsi d'abito per il pranzo, se c'è tempo?

LOMBARD — Andiamo ad informarci. (Depone  il  suo bicchiere sulla mensola del caminetto)

MARSTON — Oh, un posto proprio incantevole! (Mette il suo bicchiere sul divisorio del sofà all'estrema destra).

LOMBARD (attraversando verso sinistra) — Le cose vanno un po' male per l'assenza degli Owen.

MARSTON (seguendolo) — Un pasticcio, eh? Sembra che la casa sia stata costruita apposta per riposare. (Lombard e Marston entrano nella hall. Blore va su e giù sul terrazzino, guarda indietro nella stanza attentamente e esce poi verso destra mentre il generale Mackenzie e Wargrave discorrono. Wargrave continua a sedere come un Budda. Egli osserva il generale Mackenzie che, in piedi, appare svagato, mentre distrattamente si tira i baffi, il generale Mackenzie tiene uno shooting stick (bastone a punta metallica il cui estremo superiore si apre formando una sedia : è usato per il tiro, alle corse, al golf, ecc.). Lo guarda attentamente, lo apre a metà, lo richiude)

WARGRAVE — Non si siede?

MACKENZIE — A dir la verità, lei occupa la mia sedia.

WARGRAVE — Mi spiace. Non sapevo che lei fosse persona di famiglia.

MACKENZIE — Non è così precisamente. Io non sono mai stato qui prima d'oggi. Abito al Benton Club da dieci anni. E la mia sedia è all'incirca nella stessa posizione. Così non riesco ad abituarmi a sedere altrove.

WARGRAVE — Capisco, si è schiavi delle abitudini. (Si alza e va a destra).

MACKENZIE — Sì, certamente. Grazie. (Siede) Non è così comoda come quella del circolo, ma è una buona sedia. (Confidenzialmente) A dirle la verità, fui un po' sorpreso quando ebbi l'invito di venire qui. Non ricevevo inviti del genere da più di quattro anni. E' stato molto gentile da parte degli ospiti. (Entra Rogers, in basso, a sinistra. Egli attraversa al di là del sofà)

ROGERS  (prende dal sofà il soprabito di Wargrave) — Posso avere le sue chiavi, signore?

WARGRAVE — Mi può dire se è attesa anche Lady Costanza Culmington? (Gli da le chiavi)

ROGERS (sorpreso) — Lady Costanza Culmington? Non credo, signore. A meno che non venga con il signore e la signora Owen.

WARGRAVE — Oh!

ROGERS — Permetta signore. (Prende il soprabito di Mackenzie e si rivolge a lui) Posso avere le sue chiavi, signore?

MACKENZIE — No, grazie. Farò da me.

ROGERS — Il pranzo è alle otto, signore. Debbo mostrare loro le camere?

MACKENZIE — Per favore. (Si alza. Va verso la porta della hall, porta che Rogers tiene aperta per lui. Wargrave segue più lentamente guardando intorno alla stanza in maniera insoddisfatta. Rogers esce dopo di loro, Il grido dei gabbiani. Indi il dottor Armstrong arriva sul terrazzino da sinistra seguito da Narracot che porta la sua valigia. Armstrong è un simpatico uomo di 44 anni, di maniere un po' affettate. Appare piuttosto stanco è va lentamente verso destra fino al centro della scena).

NARRACOT — Ci siamo, signore. Chiamerò Rogers. (Esce verso la hall. Armstrong si guarda intorno, fa segni di approvazione col capo, guarda fuori il mare. Narracot ritorna. Armstrong gli da una mancia. Narracot esce dal terrazzino, a sinistra. Armstrong siede sulla parte posteriore del sofà, leggendo la filastrocca silenziosamente: Blore avanza da destra sul terrazzino. Si ferma vedendo Armstrong).

BLORE — Buona sera. Il mio nome è Davis, Davis.

ARMSTRONG (alzandosi e voltandosi verso Blore) — Il mio è Armstrong.

BLORE — Il dottor Armstrong, immagino?

ARMSTRONG — Sì.

BLORE — Ne ero sicuro. Non dimentico mai una fisionomia.

ARMSTRONG — Non mi dica che non ho riconosciuto uno dei miei ammalati.

BLORE — No, no, niente di tutto ciò; io una volta la  vidi in Tribunale, mentre deponeva in qualità di perito.

ARMSTRONG — Oh, davvero? Si interessa ai processi?

BLORE — Vede, io sono sudafricano e naturalmente la procedura legale di questo paese interessa un coloniale.

ARMSTRONG — Già, naturalmente.

BLORE — Beve qualcosa?

ARMSTRONG — No, grazie; non bevo mai.

BLORE — Permette che lo faccia io? Il mio bicchiere è vuoto. (Si dirige verso l'armadietto).

ARMSTRONG — Si accomodi.

BLORE (versandosi da bere) — Sono andato a dare un'occhiata all'isola. E' un posto meraviglioso, nevvero?

ARMSTRONG — Meraviglioso. Mentre facevo la traversata pensavo quale asilo di pace dev'essere.

BLORE (va verso di lui accostando la sua faccia a quella di lui) — Troppo tranquillo per qualcuno, direi.

ARMSTRONG (allontanandosi verso sinistra) — Meravigliosamente riposante. Ottimo per i nervi. Io sono specialista per le malattie nervose, sa.

BLORE — Sì, lo so. E' venuto col treno?

ARMSTRONG — No, sono venuto in automobile. Lungo la strada ho visitato un malato. Gran miglioramento; magnifica reazione.

BLORE — Quasi duecento miglia, non è vero? Quanto ha impiegato?

ARMSTHONG — Non ho fatto una corsa. Non corro mai. Fa male ai nervi. Un giovanotto maleducato per poco non mi ha fatto finire nel fosso presso Amesbury. Filava a quasi ottanta miglia all'ora. Che maniera, di guidare. Vorrei proprio aver preso il suo numero.

BLORE — Sicuro, bisognerebbe prendere sempre i numeri di questi nemici pubblici della strada.

ARMSTRONG — Sì. Mi scusi, devo parlare al signor Owen. (Egli attraversa rapidamente la scena dirigendosi verso la hall).

BLORE (mentre Armstrong apre la porta) – Oh ma il signor Owen non è venuto. (Armstrong esce a sinistra. Blore suona un campanello a destra della porta di sinistra e posa il bicchiere sul sofà. Roger  entra quasi immediatamente).

ROGERS — Ha suonato, signore?

BLORE — Si; prenda il mio cappello, per favore. (Gli porge il berretto che teneva in tasca) A che ora si cena?

ROGERS — Il pranzo è alle otto, signore. (Una pausa) Tra un quarto d'ora. Ritengo che per questa sera non sia indispensabile cambiarsi d'abito.

BLORE (con familiarità) — Ha un buon posto qui?

ROGERS  (piuttosto rigido) — Sì, grazie, signore.

BLORE — E' qui da molto?

ROGERS — Da quasi una settimana.

BLORE — Solamente? (Una pausa) Così immagino che non sappia molto sul conto delle persone che sono qui.

ROGERS —No, signore.

BLORE — Tutti vecchi amici di famiglia?

ROGERS — Non potrei proprio dirlo, signore. (Si allontana verso sinistra).

BLORE — Bene. Oh, Rogers.

ROGERS (vicino alla porta) — Comandi, signore

BLORE — Rogers, potrebbe mettere qualche sandwich ed una bottiglia di birra nella mia camera, per questa notte? Quest'aria di mare m’ha fatto venire molto appetito.

ROGERS— Cercherò di provvedere, signore.

BLORE — Rogers, sarà ricompensato per ciò. Dov'è la mia camera?

ROGERS — Gliela indicherò, signore. (Tiene aperta la porta verso la hall. Blore attraversa la scena)

BLORE (mentre entrambi escono) — Bene. Vado a lavarmi ed a ripulirmi un po'. (Escono verso la hall. Entra la signora Rogers dalla porta in alto a sinistra. Ella prende i bicchieri lasciati sul sofà e sul tavolo a sinistra e li porta in basso a destra. Rientra Rogers con un vassoio ed otto bicchieri).

LA SIGNORA ROGERS (prende i bicchieri dal vassoio su cui Rogers pone quelli sporchi) — Oh, sei qui, Rogers. Dovresti lavare questi bicchieri. Tu lasci sempre a me il compito di pulire le stoviglie, ed io sono qui a dover preparare un pranzo di quattro portate tutto da me, senza nessuno che mi aiuti. Potresti venire e darmi una mano per rigovernare. A proposito, con chi parlavi?

ROGERS — Con il signor Davis. Un signore sudafricano. Gente comune, se vuoi saperlo, e neanche ricca.

LA SIGNORA ROGERS — Non mi piace quel tipo. E neanche gli altri mi vanno. Direi che somigliano a  quelli che avevamo in pensione.

ROGERS — Davis da ad intendere di essere milionario o quasi; dovresti vedere la sua biancheria. Della più ordinaria.

LA SIGNORA ROGERS — Come ho già detto, ci trattano poco bene qui. Tutta questa gente in arrivo oggi e le donne in aiuto saranno qui solo domani. Cosa credono che siamo?

ROGERS — Ora, via... Comunque, il salario è buono.

LA SIGNORA ROGERS — Cosi dev'essere. Non mi ci prendono più a servire se la paga non è buona.

ROGERS — Beh, qui è buona. Dunque?

LA SIGNORA ROGERS — Sai cosa ti dico? Che non voglio restare in un posto dove sono costretta a lavorare come una negra. Il mio compito è quello cucinare. Sono una buona cuoca...

ROGERS (cercando di calmarla) — Di prim'ordine, vecchia mia.

LA SIGNORA ROGERS — Il mio posto è in cucina  e non tocca a me occuparmi della casa. Tutti questi ospiti. Mi viene quasi la voglia di prender su cappello e cappotto e filarmela.

ROGERS — Non puoi fare una cosa simile.

LA SIGNORA ROGERS (combattiva) — Chi dice che non posso? Perché no, vorrei sapere.

ROGERS — Perché ti trovi in un'isola. L'hai dimenticato?

LA SIGNORA ROGERS — Hai ragione.

ROGERS — Non si può andare all'osteria, né al cinema. Ci danno doppia paga proprio per questo. E in casa c'è tanta birra.

LA SIGNORA ROGERS — Ecco il tuo primo pensiero: la birra.

ROGERS — Su, su, smettila di brontolare. Torna in cucina, altrimenti il pranzo se ne andrà in malora.

LA SIGNORA ROGERS — Temo che andrà male in ogni modo. Tutti ritardano. Per fortuna non ho preparato un soufflé.  (Dalla hall entra Vera. La signora Rogers va verso la porta della sala da pranzo) Signorina, il pranzo è pronto fra un minuto. Occorre solo il tempo per servirlo. (Esce)

VERA — E' tutto in ordine, Rogers?

ROGERS — Sì, signorina. Mia moglie parla molto, ma poi riesce a sbrigarsela. (Va in sala da pranzo, mentre Vera si avvicina alla finestra di destra. Emilia, che ha cambiato abito, entra dalla hall. Guarda con disappunto Rogers che esce dalla porta superiore di sinistra)

VERA – Che bella sera!

EMILIA — Sicuro. Il tempo sembra veramente rimesso al buono.

VERA— Si sente vicino il mare?

EMILIA— Sì, ed ha un piacevole suono.

VERA — C'è appena un po' di brezza... E l'aria è di un tepore delizioso.

EMILIA (esaminando Vera con molta attenzione) — Ho l’impressione che quell'abito le sia un po' stretto. E' così?

VERA — Oh, non credo.

EMILIA (sedendo sul sofà e tirando fuori un lavoro a maglia grigio) — Mi scusi, cara, ma lei è molto giovane e deve guadagnarsi da vivere...

VERA— Allora?

EMILIA — Una vera signora non desidera che la propria segretaria si metta troppo in mostra. Sembra – come dire – che lei invece si sforzi di attirare l'attenzione degli uomini.

VERA — Vorrebbe dire che io cerco di conquistarli?

EMILIA — Questo non c'entra. Una ragazza, che di proposito cerca di attirare l'attenzione degli uomini non conserva a lungo il proprio impiego.

VERA (ridendo) — Ciò dipende dalla persona per cui ella lavora.

EMILIA — Le ragazze oggi si comportano in un modo scandaloso.

VERA — Scandaloso?

EMILIA (senza controllo) — Sì. Abiti da sera scollati. Sdraiate mezze nude sulle spiagge. Tutti questi così detti costumi da bagno: una scusa per comportarsi spudoratamente; niente altro. Familiarità. Chiamarsi per nome. Bere cocktail. E i giovanotti moderni? Decadenti. Inutili. Guardi quel giovane, Marston. Cosa vale? E quel capitano Lombard?

VERA — Cosa ha da dire sul conto del capitano Lombard? E' un .uomo che conosce tutte le avversità della vita.

EMILIA — E' un avventuriero. L'intera giovane generazione non vale nulla, proprio nulla.

VERA — Si direbbe che a lei la gioventù non piace.

EMILIA  (aspra) — Cosa intende dire?

VERA — Ho soltanto detto che a lei non piacciono i giovani.

EMILIA (Si alza e va verso sinistra) — E c'è qualche ragione per cui dovrebbero piacermi, di grazia?

VERA — Oh, no, ma chi ci scapita è lei.

EMILIA — Lei è davvero impertinente.

VERA (con calma) — Mi dispiace, ma ciò è proprio quello che penso.

EMILIA — Il mondo non migliorerà finché non sarà bandita l'immodestia.

VERA  (fra sé) — E' un caso patologico.

EMILIA (aspra) — Cosa ha detto?

VERA — Nulla. (Entrano Armstrong e Lombard da sinistra, parlando)

LOMBARD — E il vecchio?....

ARMSTRONG  (a Lombard) — Sembra una tartaruga, non le pare?

LOMBARD — Tutti i giudici somigliano alle tartarughe. Hanno quella terribile abitudine di muovere il capo in avanti e indietro, il magistrato Wargrave non fa eccezione.

ARMSTRONG — Non mi ero accorto che fosse un giudice.

LOMBARD  (gaiamente mentre va verso destra) — Egli probabilmente ha battuto il record nel mandare a morte degli innocenti. (Wargrave entra in basso a sinistra e lo guarda. A Vera) Salve. Vi conoscete? Il dottor Armstrong, la signorina Claythorne.. Armstrong ed io abbiamo scoperto che il vecchio...

VERA — Sì, ho sentito e credo abbia sentito anche lui. (Wargrave si avvicina a Emilia. Emilia si alza vedendolo).

EMILIA - Oh, sir Lorenzo.

WARGRAVE — La signorina Brent, non è vero?

EMILIA — C'è qualcosa, che desidero domandarle.

(Gli fa capire che desidera parlargli sul terrazzino) Vuol venir fuori?

WARGRAVE (Mentre vanno) — Che magnifica sera! (Essi escono per la porta centrale, Lombard va verso il sofà. Marston entra con Blore a sinistra. I due conversano).

MARSTON (Mentre entrano) — Una macchina superba… una Sports Mulatti Carlotta super spinta. Non se ne vedono molte. Io supero le cento all’ora con essa.

BLORE – E’ venuto da Londra?

MARSTON  — Si; duecentottanta miglia, fatte in poco più di quattro ore. (Armstrong dalla destra in alto si volta e lo guarda) Troppe macchine sulla strada, per poter tener la media. Ho toccato le novanta miglia attraversando la Piana di Salisbury. Non c'è male, eh?

ARMSTRONG — Credo che lei m'abbia sorpassato.

MARSTON — Davvero?

ARMSTRONG — C'è mancato poco che mi mandasse a  finire nel fosso.

MARSTON  (senza scomporsi) — Io? Mi dispiace.

ARMSTRONG - Se avessi preso il suo numero l'avrei denunciata.

MARSTON  — Ma lei guidava incerto nel bel mezzo della strada.

ARMSTRONG — Incerto? Io incerto?

BLORE (Per calmare gli animi andando verso destra) — Oh, bene, si beve qualcosa?

MARSTON  — Buona idea. (Vanno verso l’armadietto) Anche per lei, signorina Claythorne? (Lombard si avvicina a Vera)

VERA — No, grazie.

LOMBARD (Sedendo all’estremità destra del sofà) — Buona sera, signora Owen.

VERA — Perché signora Owen?

LOMBARD — Lei sarebbe la più attraente delle mogli per qualsiasi ricco uomo d’affari.

VERA — Lei prende sempre in giro così atrocemente?

LOMBARD  — Sempre.

VERA — Oh, è bene saperlo.. (Si volta dall’altra parte a metà, sorridendo)

LOMBARD - Dica: che starà mai raccontando al giudice la vecchia signorina Brent? Ha già tentato di attaccargli un bottone di sopra.

VERA — Non lo so. Curioso... sembrava cosi sicura nell'affermare che non esiste nessun signor Owen.

LOMBARD —Lei non pensa mica che la signora Owen... Intendo che non  vi sia... che  essi non sono?...

VERA — Cosa, sposati, intende? (Rogers entra da sinistra, accende le luci, tira le tende ed esce verso lo studio. Marston va verso l'estrema destra del sofà. Lombard si alza e va all'estrema sinistra)

MARSTON — Un vero peccato che non ci si conoscesse. Avrei potuto ospitarla nella mia auto.

VERA — Sarebbe stata per me una gioia.

MARSTON — Sarò lieto di mostrarle cosa posso  fare attraverso la Piana di Salisbury.. Non si potrebbe tornare insieme? (Dal centro entrano Wargrave ed Emilia Il generale Mackenzie entra e siede sulla sedia in basso a sinistra).

LOMBARD  — Spiacente, Marston, ma la signorina Claythorne ha già tutto stabilito per il ritorno a Londra.

VERA (Sorpresa) — Ma io… (Si alza)

MARSTON  — Può cambiare programma, io sono solo nella macchina.

LOMBARD — Già, ma lei preferisce il mezzo con cui si appresta a ritornare e…

VERA (Si avvicina al caminetto) — Un momento, guardate. Non sono carini quei dieci piccoli negri di porcellana? (Marston e Lombard si guardano in cagnesco. Marston si allontana verso destra) Oh, e lì è la vecchia filastrocca.

LOMBARD  — Di cosa parla? Quali figurine? Quale filastrocca? (Emilia si è spostata a sinistra, in alto, e siede. Wargrave trovasi presso la porta centrale).

VERA (Indica le figurine e legge la filastrocca) —

Dieci poveri negretti

se ne andarono a mangiar:

uno fece indigestione

solo nove ne restar.

(Roger entra dallo studio ed attraversa in alto a sinistra. Vera continua a leggere la filastrocca)

Nove poveri negretti

fino a notte alta vegliar:

uno cadde addormentato

otto soli ne restar.

BLORE (Seduto in basso a destra) —

Otto poveri negretti

se ne vanno a passeggiar

uno, ahimè, è rimasto indietro

solo sette ne restar.

UNA VOCE  — Signore e signori silenzio, per favore. (Tutti si alzano e si guardano attorno in silenzio. Allora la voce continua piano e chiaramente. Allorché pronuncia un nome, la persona cui esso si riferisce reagisce con un rapido movimento o un gesto) Siete accusati di aver rispettivamente, ed in tempi diversi, commesso quanto segue : Edoardo Giorgio Armstrong, di aver causato la morte di Luisa Maria Clees. Guglielmo Enrico Blore, di aver provocato la morte di Giacomo Stefano Landor. Emilia Carolina Brent, di essere responsabile della morte di Beatrice Taylor. Vera Elisabetta Claythorne, di aver ucciso Pietro Ogilvio Hamilton. (Vera siede sul sofà) Filippo Lombard, di essere colpevole della morte di ventuno uomini, appartenenti ad una tribù dell’Africa orientale. Giovanni Gordon Mackenzie, di aver mandato a morire l’amante della moglie, Arturo Richmond. (Il generale Mackenzie siede) Antonio Giacomo Marston, di essere colpevole dell’assassinio di Giovanni e Lucia Combes. Tommaso Rogers ed Ethel Rogers, di aver provocato la morte di Jennifer Brady. Lorenzo Giorgio Wargrave, dell’essere colpevole dell’uccisione di Edoardo Seton. Imputati, avete niente da dire in vostra difesa? (Un momento di tremendo silenzio. Indi un grido al di là della porta della sala da pranzo. Lombard si precipita verso di essa. Appena cominciano a riaversi dal primo spavento, tutti mormorano indignati. La porta di sinistra si apre per mostrare la signora Rogers caduta. Marston corre verso Lombard. Essi sollevano la signora Rogers e la portano sul lato anteriore del sofà. Armstrong si avvicina a lei).

ARMSTRONG — Niente di grave. E' svenuta; questo è tutto. Fra un minuto riprenderà i sensi. Dell'acquavite.

BLORE  - Rogers,  porti  dell'acquavite. (Rogers tutto tremante esce dalla porta della sala da pranzo).

VERA - Chi ha parlato? Somigliava...

MACKENZIE (alzandosi al di la del sofà con le mani tremanti e tirandosi un baffo) — Che sta succedendo? Che razza di scherzo è questo? (Blore si asciuga la faccia con il fazzoletto.. Wargrave sta in piedi nel mezzo della stanza presso il sofà toccandosi il mento sopra pensiero mentre i suoi occhi passano con sospetto dall'uno all'altro).

LOMBARD— Di dove diavolo è venuta quella voce? (Si guardano tutto intorno. Lombard va rapidamente verso lo studio. Di fuori) Ci siamo.

LA VOCE  — Siete accusati di aver rispettivamente...

VERA — Basta. Basta. E' orribile! (La signora Rogers si lamenta).

ARMSTRONG — Un giuoco sciocco e crudele.

WARGRAVE (con intenzione) — Così, lei crede che si tratti di un giuoco?

ARMSTRONG — Cos'altro potrebbe essere? (Emilia viene avanti e siede a sinistra in basso).

WARGRAVE – In questo momento non sono in grado di esprimere un'opinione. (Rogers entra portando: un vassoio con dell'acquavite e un bicchiere e lo posa sul tavolo).

MARSTON — Ma chi può aver portato un disco? E chi lo ha fatto girare?          

WARGRAVE — E' quello che dobbiamo accertare. (Guarda Rogers significativamente. Lombard entra portando il disco e lo posa sulla sedia in centro a destra. La signora Rogers comincia a dar segni di vita ed a girarsi).

LASIGNORA ROGERS — Oh, povera me! oh, povera me! (Gli altri le si avvicinano. Armstrong è in ginocchio accanto a lei).

ROGERS (a Vera) — Mi permetta, signorina. (A Armstrong) Permetta, signore. E' bene che io le parli. Ethel, Ethel! (La signora Rogers  comincia a respirare con un affanno ed a gemere. Si sforza di tirarsi su. I suoi occhi spaventati guardano intorno alla stanza)

ARMSTRONG  (tastandole il polso) — Starà subito bene, signora Rogers. E' stata soltanto la forte reazione nervosa. (Wargrave versa dell'acquavite).

LA SIGNORA ROGERS — Sono svenuta, signore?

ARMSTRONG — Sì.

LA SIGNORA ROGERS — Fu quella voce, quella terribile voce, come una sentenza... (La signora Rogers batte le palpebre. Sembra sul punto di svenire ancora)

ARMSTRONG  —  Dov'è l'acquavite? (Wargrave porge il bicchiere a Blore che lo dà a Vera la quale a sua volta lo passa ad Armstrong. Vera siede sull'orlo del sofà a sinistra tenendo un cuscino sotto la testa della signora Rogers) Beva questo, signora Rogers. (La signora Rogers ne beve un po'. Si rianima. Si solleva).

LA SIGNORA ROGERS — Sto bene ora. Mi ha fatto impressione.

ROGERS - Naturalmente. Anche a me ha fatto impressione. Tutte infami menzogne. Ma vorrei sapere.. (Wargrave tossisce di proposito. Ciò ferma Rogers che lo guarda nervoso. Wargrave tossisce nuovamente guardando Rogers duro).

WARGRAVE — Chi ha messo il disco sul grammofono? Lei, Rogers?

ROGERS — Io ho eseguito gli ordini, signore. Tutto qui.

WARGRAVE— Ordini di chi?

ROGERS — Del signor Owen.

WARGRAVE — Quali furono esattamente gli ordini del signor Owen?

ROGERS — Mettere un disco sul grammofono nello studio. Avrei trovato dei dischi nel cassetto. Cominciare precisamente con quello, signore. Credevo che si trattasse solo di far sentire loro della musica.

WARGRAVE  (scettico)— Una bella musica!

ROGERS   (istericamente) — E' la verità, signore. Davanti al Cielo, è la verità. Non sapevo di cosa si trattasse assolutamente. C'era una dicitura sul disco. Credevo che si trattasse di un pezzo di musica. (Wargrave guarda verso Lombard che esamina il disco)

WARGRAVE — C'è il titolo?

LOMBARD  (coni una smorfia) — Il titolo? Sì, signore. Il titolo è il «Canto del cigno». (Ciò diverte Lombard. Ma gli altri reagiscono nervosamente).

MACKENZIE — E' tutto un assurdo, un assurdo. Lanciare accuse come queste. Qualche cosa si deve fare. Questo amico Owen, chiunque egli sia...

EMILIA — Per l'appunto. Chi è costui?

WARGRAVE   (con autorità)  — E’ proprio questo che dobbiamo accertare. Rogers, la consiglierei di mettere sua moglie a letto. Dopo, ritorni. ROGERS - Sì, :signore.

ARMSTRONG — Le darò una mano.

VERA (alzandosi) — Si rimetterà, dottore?

ARMSTRONG — Certamente. (Egli e Rogers aiutano la signora Rogers ad alzarsi e la conducono verso sinistra nella hall)

MARSTON (a Wargrave) — Non so se lei la pensa come me, signore, ma io ho bisogno di bere qualcosa!

WARGRAVE -  D'accordo.

MARSTON — Servo io. (Va verso l'armadietto).

MACKENZIE  (mormorando in collera) — Assurdo, ecco quello che è: una cosa assurda. (Siede sulla sedia in fondo a sinistra).

MARSTON — Whisky per lei, sir Lorenzo?

EMILIA (alzandosi ed andando a sedere sul sofà) — Desidererei un bicchier d’acqua, per favore.

VERA — Glielo porterò io. Io prenderò un po' di whisky. (Attraversa andando a destra. Ella porge un bicchier d'acqua ad Emilia e poi siede sulla sedia in centro a sinistra. Tutti bevono senza parlare ma scrutandosi a vicenda. Armstrong entra dalla hall a sinistra)

ARMSTRONG  — Le ho dato un calmante.

BLORE (attraversa a sinistra con un bicchiere) — Ora anche lei, dottore, avrà bisogno di bere.

ARMSTRONG — No, grazie. Non bevo mai.  (Siede in basso a sinistra)

BLORE — Lo beve lei generale? (Va a sinistra verso Mackenzie e gli offre il bicchiere. Marston e Lombard riempiono di nuovo i loro bicchieri. Marston porta il proprio in fondo a destra. Dalla hall entra Rogers. Wargrave si prepara ad  intervenire. Rogers si ferma presso la porta inferiore sinistra. E' nervoso. L'attenzione di tutti è rivolta a lui)

WARGRAVE — Allora Rogers, noi dobbiamo veder chiaro in questo affare. Ci dica tutto quello che sa sul conto del signor Owen.

ROGERS — E' il proprietario di questa casa.

WARGRAVE — Lo sappiamo. Quello che desidero conoscere è qualche particolare sulla vita del signor Owen.

ROGERS — Non posso dirle niente, signore. Non l'ho mai visto.(Un piccolo movimento d'interesse).

MACKENZIE — Cosa diavolo dice? Non l'ha mai visto?

ROGERS — Mia moglie ed io siamo qui solamente da una settimana, signore. Fummo assunti attraverso un'agenzia; l'agenzia Regina di Playmouth. BLORE — E' una agenzia di prim'ordine. Lo posso assicurare.

WARGRAVE — Ha la lettera?

ROGERS — La lettera di assunzione? Si, signore. (La cerca e la porge a Wargrave che la scorre in fretta).

WARGRAVE— Vada avanti col racconto.

ROGERS — Arrivammo qui, come la lettera diceva, il giorno quattro. Tutto era in ordine, molti viveri in casa ed ogni cosa veramente fine. Occorreva soltanto spolverare.

WARGRAVE — E poi?

ROGERS — Niente, signore. Cioè, ci fu ordinato di preparare le camere per una comitiva: otto persone. Ieri, con la posta del mattino, ho ricevuto un'altra lettera, in cui mi si avvertiva che il signore e la signora Owen avrebbero potuto essere trattenuti a Londra e che, in tal caso, avremmo dovuto far del nostro meglio; conteneva pure le disposizioni per il pranzo e circa il disco da porre sul grammofono. Questo è tutto, signore. (Porge la lettera).

WARGRAVE — H'm. Carta dell'Hotel Ritz; scrittura a macchina. (Blore si avvicina a lui e prende la lettera. Marston è alla destra di Blore. Il generale Mackenzie si alza e guarda al di sopra della spalla di Blore).

BLORE — Macchina «Coronation» numero cinque. Nuova. Nessun difetto. Carta intestata; qualità comune. Non tireremo fuori gran che dall'esame di questa carta. Si potrebbe provare a trarre delle impronte digitali, ma è stata già molto toccata. (Restituisce la lettera a Wargrave).

LOMBARD (presso la sedia in centro a destra) — Come un piccolo detective(Wargrave si volta e lo guarda acutamente. I modi di Blore sono cambiati e cosi la sua voce, il generale Mackenzie siede, si allontana e siede di nuovo in fondo a sinistra. Lombard siede sul lato posteriore del sofà)

MARSTON (prendendo la lettera e venendo avanti a destra) — Ha uno strano nome, non è vero? Ulick Norman Owen. Grandioso.

WARGRAVE (prende la lettera dalle mani di Marston e va verso sinistra al di qua del sofà) — Le sono grato, signor Marston. Lei ha attirato la mia attenzione su di un particolare curioso e degno di considerazione. (Si guarda intorno come se fosse in toga) Penso che sia tempo di coordinare le nostre informazioni. Sarebbe bene che ognuno di noi esprimesse tutto quanto gli risulta intorno al nostro ignoto ospite. Noi siamo stati tutti invitati. Ritengo che sarebbe utile che ognuno di noi spiegasse esattamente come ha ricevuto l'invito. (Vi è una pausa)

EMILIA — Io ho ricevuto una lettera con una firma quasi illeggibile.  Ho creduto che provenisse da una donna da me incontrata in un certo posto in villeggiatura due o tre anni fa. Mi è sembrato che la firma fosse Ogden. Sono assolutamente certa di non aver mai conosciuto una persona di nome Owen.

WARGRAVE — Ha con lei quella lettera, signorina Brent?

EMILIA — Si. (Si alza) Vado a prenderla. (Esce in basso a sinistra)

WARGRAVE (a sinistra di Vera)— E lei, signorina Claythorne?

VERA (si alza). — Io non ho mal visto la signora Owen. Desideravo un impiego per le vacanze è mi rivolsi perciò ad una agenzia, quella della signorina Grenfell a Londra. Mi fu offerto questo posto ed io ho accettato.

WARGRAVE — E non fu mai interrogata dalla persona che doveva assumerla?

VERA — No. (Aprendo la sua borsetta) Questa è la lettera. (Gliela porge e siede di nuovo sulla sedia al centro verso destra).

WARGRAVE  (leggendo)— «Isola Indiana. Sticklehaven. Devon. Mi è stato segnalato il suo nome dall'Agenzia della signorina Grenfell. Sono informato che lei è conosciuta personalmente dalla signorina. Sarò lieta di corrisponderle il salario da lei chiesto e attenderò che lei prenda servizio l'otto di agosto. Il treno parte da Paddington alle dodici e quaranta e le si verrà incontro alla stazione di Cambridge. Rimetto cinque sterline per le spese. Saluti. Una Nancy Owen. (Marston si avvia verso destra. Pausa) Signor Marston?

MARSTON  (voltandosi per guardar Wargrave) - Non conosco gli Owen. Ho ricevuto un telegramma da un mio compagno, Badger Berkely. Mi pregava di raggiungerlo qui. Mi sorprese un po' perché lo  credevo partito per la Norvegia. Non ho conservato il telegramma.

WARGRAVE — Grazie. Dottor Armstrong?

ARMSTRONG (dopo una pausa) – Date le circostanze credo di poter render noto che la mia visita ha carattere professionale. Il signor Owen mi scrisse di essere preoccupato per la salute della moglie, per i suoi nervi, ad essere precisi. Egli desiderava la mia diagnosi, senza peraltro che la signora si allarmasse per una visita. Suggeriva pertanto la mia venuta in veste di ospite..

WARGRAVE — Lei non ebbe antecedentemente relazioni con la famiglia ?

ARMSTRONG   — No.

WARGRAVE — Ma non ha esitato ad accettare l'invito?

ARMSTRONG  — Si faceva il nome di un mio collega e mi si offriva un buon onorario. (Si dirige verso la mensola  del caminetto per prendere una sigaretta. Emilia Brent rientra, e da un lettera a Wargrave che l’apre e legge. Emilia siede in basso a sinistra)

WARGRAVE  (leggendo) — Cara signorina Brent. Spero che si ricordi di me. Ci siamo conosciute nella pensione di Bell Haven durante l'agosto di qualche anno fa e simpatizzammo subito. Io sto per aprire una pensione in un'isola al largo della costa del Devon. Ritengo che ci siano delle buone prospettive per un posto dove può trovare un'ottima cucina inglese e persone distinte e di vecchio stampo. Non vi saranno esposizioni di nudo e suoni di grammofoni sino a notte alta. Sarò veramente lieta se lei vorrà passare le sue vacanze estive nell'isola Indiana, come mia ospite, naturalmente. Le suggerisco di partire l'otto agosto, alle dodici e quaranta da  Paddington per Cambridge. Sinceramente sua. U. N.…. H'm, sì, la firma non è molto chiara.

LOMBARD — Mi piace quell'accenno di nudo.

WARGRAVE  (tirando fuori dalla tasca una lettera) la mia lettera trappola. Viene da una mia amica, Lady Costanza Culmington. E' scritta alla maniera di lei, vagamente e senza coerenza; mi fa premura di raggiungerla qui e accenna ai suoi ospiti in termini vaghi. (Armstrong va a destra di Wargrave, Marston alla destra di Armstrong per veder la lettera. Il generale Mackenzie va a sinistra di Wargrave).

LOMBARD (di colpo eccitato, guardando fisso Blore) — Guardi, mi è balenata un'idea...

WARGRAVE — Un minuto.

LOMBARD — Ma io...

WARGRAVE — Una cosa per volta, se non le spiace, capitano Lombard. Generale Mackenzie?

MACKENZIE (piuttosto incerto, tirando i baffi) — Ebbi una lettera, da questo amico Owen. Pensai di averlo incontrato qualche volta al circolo. Faceva il nome di alcuni miei vecchi compagni che avrebbero dovuto esser qui. Mi chiedeva scusa dell'invito poco formale. Temo di non aver conservato la lettera. (Torna a sedere sulla, sedia in fondo a sinistra).

WARGRAVE — E lei, capitano Lombard?

LOMBARD - La stessa storia. Invito con riferimento ad amici comuni. Nemmeno io ho conservato la lettera.(Una pausa. Wargrave rivolge la sua attenzione Blore. Lo guarda per qualche minuto. Quando parla la sua voce è insinuante e inquisitiva).

WARGRAVE — Una voce apparentemente incorporea ci ha chiamati per nome, muovendoci singolarmente precise accuse. Noi ci occuperemo di queste accuse tra poco. Per il momento il mio interesse va ad un particolare di secondaria importanza. Tra i nomi citati vi è quello di Guglielmo Enrico Blore. Ma, per quanto si sappia, nessuno tra noi si chiama Blore. Il nome di Davis non fu pronunciato. Cosa può dire al riguardo, signor Davis?

BLORE  (si alza) — Il gatto è fuori del sacco a quanto pare. Immagino che il meglio sia ammettere senz'altro che il mio nome non è Davis.

WARGRAVE — Lei è Guglielmo Enrico Blore?

BLORE — Precisamente..

LOMBARD (a destra di Blore) —Da parte mia desidero aggiungere qualche cosa. Non solo lei è sotto falso nome, signor Blore, ma è anche un bugiardo di prima classe. Lei dice di essere venuto dal Natal, Sud Africa. Io conosco bene il. Natal ed il Sud Africa e sono pronto a giurare che lei non vi ha mai messo piede. (Tutti si voltano verso Blore. Armstrong va verso la finestra di destra).

BLORE — Riconosco di essere stato preso in fallo. Io sono un ex appartenente al C.I.D.

LOMBARD — Oh, un agente di polizia.

BLORE — Ho i miei documenti e posso provarlo. Ho un ufficio di polizia privata a Playmouth. Sono qui per incarico...

WARGRAVE — Di chi?

BLORE — Del signor Owen. Egli mi mandò un assegno per le spese pregandomi di unirmi alla comitiva, in veste di ospite. Mi mandò anche un elenco con tutti i loro nomi, affinché vigilassi.

WARGRAVE — E accennò al motivo del suo intervento?

BLORE — Disse che voleva prendere delle precauzioni per alcuni gioielli di grande valore che possedeva. (Una pausa) Il signor Owen dei miei stivali! Non credo che esista una tale persona.

WARGRAVE — Condivido la sua idea. (Egli guarda le lettere) Ulick Norman Owen. Una Nancy Owen. Le iniziali di questi tre nomi formano la parola UNO, come per dire uno qualsiasi.

VERA — Ma è fantastico, pazzesco.

WARGRAVE (si alza con calma) — Oh, sì, non ho il minimo dubbio che siamo stati invitati da un pazzo, probabilmente da un pericoloso pazzo omicida. (Segue un deprimente silenzio).

ROGERS — Oh, mio Dio!

WARGRAVE — Chiunque sia la persona che ci ha attirato qui, è certo che egli si è preso la briga di indagare bene sul nostro conto.  (Una pausa) Proprio bene. Ed in base a quanto ha potuto sapere nei nostri riguardi egli ha mosso certe precise accuse. (Ognuno parla più o meno insieme agli altri).

BLORE —E' facile fare delle accuse.

MACKENZIE — Un insieme di maledette bugie. Calunnie.

VERA — E' iniquo! Delittuoso!

ROGERS - Una bugia, una maligna bugia… Nessuno di noi si è mai sognato...

MARSTON — Non capisco a cosa abbia mirato quel dannato pazzo. (Wargrave alza una mano imponendo silenzio).

WARGRAVE — Desidero aggiungere questo, il nostro ignoto amico accusa me dell'uccisione di un certo Edoardo Seton. Ricordo Seton perfettamente. Mi comparve davanti per essere giudicato nel giugno del 1930. Era accusato dell'assassinio di una donna. Fu difeso con molta abilità e fece una buona impressione sulla giuria allorché depose. Nondimeno, era evidente che egli fosse colpevole. Ricapitolai i fatti e la giuria lo ritenne colpevole. Nell'emettere la condanna a morte, mi uniformai pienamente al verdetto della giuria. (Una  pausa) Desidero affermare qui che la mia coscienza  è  perfettamente tranquilla al riguardo. Ho compiuto il mio dovere e niente di più. (Una pausa)

ARMSTRONG— Conobbe lei Seton? Intendo personalmente? (Wargrave  lo guarda.  Egli  esita  un minuto).

WARGRAVE — Ignoravo la sua esistenza prima del processo.

LOMBARB   (piano a Vera) — II vecchio mente... . Giurerei che egli mente. (Armstrong viene avanti a destra, al di là di Blore).

MACKENZIE  (si alza) — E' un pazzo. Indubbiamente un pazzo. (A Wargrave) Meglio quindi lasciar perdere. Comunque, affermo che non c'è niente di vero, assolutamente niente in quello che disse sul conto del giovane Richmond. Richmond era uno dei miei ufficiali. Lo mandai in ricognizione nel novecentodiciassette. Fu ucciso. Per quanto si riferisce a mia moglie tutto si riduce a una vile calunnia. Mia moglie, da molto tempo morta, era la migliore donna del mondo. Assolutamente inattaccabile. (Siede di nuovo).

MARSTON — Mi sono sforzato di ricordare Giovanni e Lucia Combes. Deve essere stata una coppia di ragazzi che investii presso Cambridge. Una disgrazia.

WARGRAVE (acido) — Per loro o per lei?

MARSTON — Per me e per loro. Fu un puro accidente. Essi vennero fuori correndo da qualche casa o che so io. Ebbi sospesa la licenza per un anno. Bella noia.

ARMSTRONG — Questa frenesia di correre è una calamità. I giovani come lei sono un pericolo per la comunità.

ROGERS— Potrei dire una parola, signore?

LOMBARD — Avanti, Rogers.

ROGERS — Per quanto riguarda l'accusa ch'è stata lanciata contro me, mia moglie e la signorina Jennifer Brady non c'è una parola di vero. Noi si era con la signorina Brady quando ella morì. Ella era sempre stata in precarie condizioni di salute, signore;  sempre, da quando l'abbiamo conosciuta. La notte in cui morì vi fu una tempesta. Il telefono non funzionava. Non potemmo chiamare il  dottore.  Io andai a cercarlo a piedi. Ma egli arrivò troppo tardi. Fu fatto tutto il possibile per lei. Le eravamo devoti. Chiunque potrà confermarlo. Mai una parola fu detta contro di noi. Mai una parola.

BLORE (con intenzione) — Immagino che qualche piccola cosa vi toccò alla sua morte. No?

ROGERS  (si avvicina a Blore. Duramente) — La signorina Brady ci lasciò un legato in ricompensa dei nostri fedeli servigi. E perché, non avrebbe dovuto farlo?

LOMBARD (rivolgendosi a Blore. Con intenzione) Per quel che la riguarda cos'ha da dirci, signor Blore?

BLORE — Cosa ho da dire?

LOMBARD — Il suo nome era nell'elenco.

BLORE — Lo so, lo so. Si riferisce a Landor? Si tratta del furto alla Banca di Londra.

WARGRAVE (va verso destra ed accende la pipa) - Ricordo il caso, quantunque non sia stato io ad occuparmene. Landor fu condannato in base alla .sua testimonianza. Lei era il funzionario di polizia incaricato delle indagini?

BLORE  - Sì.

WARGRAVE — Landor fu condannato all'ergastolo e morì a Dartmoor un anno dopo. Era un uomo di debole costituzione.

BLORE — Era un truffatore. Fu lui ad allontanare il guardiano notturno, il caso fu chiaro dall'inizio.

WARGRAVE (piano) — Lei fu encomiato, credo, per l'abile servizio.

BLORE — Ebbi la promozione. (Una pausa) Io feci solamente il mio dovere.

LOMBARD (siede sul lato posteriore del sofà) - Parola adatta: dovere! (Vi è un movimento generale di sospetto. Vera si alza, fa per andare verso sinistra, vede la signorina Emilia Brent, torna indietro, va verso la mensola ed è fermata da Wargrave. Ella siede sulla sedia di destra in centro. Wargrave va verso il divano nel vano della finestra. Armstrong verso l’apertura centrale). E lei, dottore?

ARMSTRONG (scuotendo la testa tranquillo)— Non riesco a capirci niente. Il nome non mi suggerisce niente. Come si chiamava? Close? Clees? In verità non ricordo di avere avuto un malato con quel nome, o d'essere stato comunque implicato in una morte. E' un completo mistero per me. Certo, si tratta di cose passate da lungo tempo. (Una pausa) Potrebbe riferirsi ad una delle mie operazioni in clinica. I malati, generalmente, si decidono all'ultimo momento. Allora, quando il paziente muore, la colpa è sempre del chirurgo.

LOMBARD —In tal caso è meglio mandare al diavolo la chirurgia e dedicarsi alle malattie nervose. Un modo come un altro per smettere di bere

ARMSTRONG —Protesto. Lei non ha il diritto di fare insinuazioni. Io non ho mai bevuto.

LOMBARD — Mio caro amico, non volevo offenderla. Comunque il signore ignoto è il solo che sappia tutto. (Wargrave va alla destra di Vera. Blore alla sinistra della sedia di lei)

WARGRAVE — Signorina Claythorne? (Vera comincia il suo racconto. Finora è stata seduta guardando davanti a sé. Parla senza emozione e senza tradire alcun sentimento).

VERA  — Ero la governante di Pietro Hamilton. Eravamo in Cornovaglia per l'estate. Gli era stato proibito di nuotare lontano dalla spiaggia. Un giorno approfittando di una mia distrazione, si allontanò… Appena me ne accorsi cercai di raggiungerlo a nuoto. Non riuscii a fare in tempo...  

WARGRAVE  — Ci fu un'inchiesta?

VERA (Con la stessa voce uniforme') — Sì, fui prosciolta dal giudice istruttore. Neanche la madre mi ritenne colpevole.

WARGRAVE  — Grazie. Signorina Brent?

EMILIA  — Io non ho nulla da dire.

WARGRAVE — Nulla?

EMILIA — Nulla!

WARGRAVE — Si riserva di difendersi?

EMILIA (secca). — Non è questione di difendersi. Ho sempre agito secondo la mia coscienza.  (si alza andando verso sinistra. Blore va verso il caminetto).

LOMBARD — Che gruppo di persone ossequienti alla legge sembra il nostro! Me eccettuato....

WARGRAVE — Noi siamo in attesa del suo racconto, capitano Lombard.

LOMBARD — Non ho nessun .racconto da fare.

WARGRAVE (seccamente) — Che intende dire?

LOMBARD (con  una smorfia ed apparentemente divertendosi) — Mi spiace di deludervi, ma è proprio così : mi riconosco colpevole. Tutto risponde a verità. Ho abbandonato quegli indigeni tra i cespugli. Per salvarmi.  (Le parole di lui producono azione. Vera lo guarda incredula).

MACKENZIE  (si alza, severo) — Lei abbandonò i suoi uomini?

LOMBARD  (freddamente)   — Temo proprio che non fu l'atto di un pukka sahib. Ma, dopo tutto, la propria salvezza è il primo dovere dell'uomo. Ed agli indigeni non importa di morire. Essi non temono, come gli europei, la morte... (Una pausa, Lombard guarda ognuno con aria burlesca. Wargrave tossisce disapprovando).

WARGRAVE — La nostra inchiesta si ferma qui. (Rogers si dirige verso la hall) Dica, Rogers. (Rogers si volta) C'è altri nell'isola oltre noi, lei e sua moglie?

ROGERS — Nessuno, signore. Nessuno.

WARGRAVE — E' sicuro di ciò?

ROGERS — Sicurissimo, signore.

WARGRAVE — Grazie. (Rogers fa per andare) Non vada  via, Rogers.. (A tutti) Non  riesco a capire ancora quale movente ha spinto il nostro ignoto ospite a riunirci qui; ma sono convinto che egli non è un uomo sano, nel senso comune della parola. Può essere pericoloso. Ritengo perciò che sarebbe bene lasciare questo posto al più presto. Propongo di andar via questa notte stessa. (Approvazione generale. Mackenzie siede in fondo a sinistra. Blore si muove per andare verso il fondo al centro).

ROGERS — Mi scusi, signore, ma non ci sono barche nell'isola.

WARGRAVE — Niente barche?   (Blore, si ferma e guarda Rogers).

ROGERS — No, signore.

WARGRAVE — Perché non telefona per averne?

ROGERS — Non vi è telefono. Fred Narracot viene qui tutte le mattine, signore. Egli porta il latte, il pane, la posta e i giornali e prende gli ordini.

WARGRAVE— Allora sarebbe bene andar via tutti domattina, appena arriva Narracot con la sua barca. (Si leva un  coro di  «D'accordo»,  «Sta bene», «E' la sola cosa da farsi». Durante il quale Marston prende il suo bicchiere dal divano presso la finestra di destra e si avvia verso il sofà).

MARSTON — E' una specie di fuga, no? Si dovrebbe chiarire il mistero prima di andarcene. E' come un'avventura poliziesca. Molto eccitante.

WARGRAVE   (acido) — Alla mia età non desidero emozioni.

MARSTON — La costrizione della vita legale! Io sono tutto per il crimine. (Alza il bicchiere) Brindo al delitto! (Beve un sorso, sembra che soffochi, respira con affanno, ha una violenta convulsione e si abbatte sul sofà. Il bicchiere cade dalla sua mano. Armstrong corre presso di lui, si piega, gli sente il polso e gli solleva la palpebra).

ARMSTRONG — Mio Dio, è morto. (Mackenzie va verso l'estremità sinistra del sofà, a destra di Blore. Gli altri possono appena reggersi. Armstrong annusa le sue labbra, indi il bicchiere).

MACKENZIE — Morto? Crede che il giovane sia morto per soffocamento?

ARMSTRONG — Può chiamarlo soffocamento, se così le piace. Ma in realtà egli è morto di asfissia.

MACKENZIE — Non sapevo che un uomo potesse morire così…

EMILIA (in fondo a destra, con intenzione) — Si muore mentre si è nel pieno della vita. (Sospira ispirata).

ARMSTRONG — Un uomo non muore per un semplice soffocamento, generale Mackenzie. La morte di Marston non è di quelle che si dicono ‘morti naturali’.

VERA — C'era qualcosa nel whisky?

ARMSTRONG — Si. All'odore direi cianuro. Probabilmente cianuro di potassio. Agisce istantaneamente.

LOMBARD — Allora, egli stesso deve aver messo nel bicchiere quel veleno.

ARMSTRONG — Così sembra.

BLORE — Suicidio, eh? E' strano.

VERA (che si è alzata) — Mai si sarebbe pensato che egli volesse suicidarsi. (A Lombard) Era. cosi pieno di vita. Cosi contento! (Emilia viene avanti a raccogliere i pezzi di una statuetta di dietro la sedia di destra, in centro).

EMILIA — Oh, guardino…. Qui c’è uno dei piccoli negretti caduto dalla mensola… rotto. (Ella tiene i pezzi. Tutti la guardano)

FINE PRIMO ATTO


ATTO II

PRIMO QUADRO

La stessa scena, la mattina seguente

Le finestre sono aperte e la stanza è stata messa in ordine. E' una bella mattina. Sulla mensola sono soltanto otto negretti. Sul terrazzino sono accatastate delle valige.

(Tutti sono in attesa dell'imbarco. Il generale Mackenzie siede in fondo a sinistra sulla sua sedia. La signorina Emilia Brent siede in centro, a destra, lavorando a maglia; ha cappello e cappotto.  Wargrave siede sul divano presso la finestra, a destra, un po' in disparte ed è pensoso. Durante tutta la scena i suoi modi saranno sempre quelli del magistrato. Vera, presso la finestra di destra, è inquieta. Ella va verso il centro, come per parlare; nessuno se ne accorge; allora va verso sinistra in avanti e siede. Armstrong e Blore appaiono sul terrazzino, da destra).

ARMSTRONG — Siamo andati fino in cima. Ancora nessuna barca in vista.

VERA — E' ancora presto.

BLORE — Oh, lo so. Tuttavia l'uomo porta il latte e il pane e tutto il resto. Avrebbe già dovuto essere qui. (Apre la porta della sala da pranzo e guarda fuori) Nessun segno della colazione, ancora... Dov'è l'amico Rogers?

VERA — Oh, non preoccupiamoci della colazione... (Blore va verso il fondo, a destra).

WARGRAVE — Com'è il tempo?

BLORE (presso la finestra di destra) — Il vento è più fresco. Il cielo è azzurro con riflessi di argento. Ieri, in treno, un vecchio disse che il tempo si guasterà. Non mi meraviglierei che avesse indovinato...

ARMSTRONG (nervoso) — Vorrei che la barca arrivasse. Più presto si va via da quest'isola, meglio è. Però è assurdo non avere una barca nell'isola.

BLORE — Non c'è un porticciolo adatto. Con il vento di sud-est una barca andrebbe a frantumarsi contro le rocce.

EMILIA — Ma una barca potrebbe sempre raggiungere l'isola per prenderci su?

BLORE — No, signorina Brent, potrebbe anche darsi che non le riuscisse approdare.

EMILIA — Intende dire che si potrebbe anche essere tagliati fuori?

BLORE — Certo. Abbiamo però latte condensato e cibi  in scatola sufficienti per aspettare che la tempesta passi. Ma lei non deve preoccuparsi. Il mare è solo un po' mosso.

EMILIA — Credo che si esageri quando si parla del piacere di vivere su un'isola!

ARMSTRONG (inquieto) —Vorrei sapere se quella barca sta venendo. E' una bella noia che la casa sia costruita contro la roccia: Non: si può vedere la costa finché non si è in cima. (Presso la finestra centrale a destra di Blore) Dobbiamo andar su di nuovo?

BLORE— Non serve, dottore. Se si guarda la pentola, l'acqua non bolle. Siamo stati or ora su e non si vedeva neppure l'ombra di una barca.

ARMSTRONG — Cosa farà questo benedetto Narracot?

BLORE (con filosofia) — Sono tutti così nel Devon. Non hanno mai fretta.

ARMSTRONG .— E  dov'è Rogers? Dovrebbe vedersi.

BLORE — Per conto mio, Rogers era molto sconvolto ieri sera.

ARMSTRONG — Già. (Ha un tremito) Una faccenda orribile!

BLORE - Ha avuto fortuna. Scommetterei che lui e sua moglie cucinarono a dovere la vecchia padrona.

WARGRAVE — Lo pensa realmente?

BLORE — Non ho mai visto uomo più in angoscia. Reo come l'inferno, direi.

ARMSTRONG — Fantastico, tutto l'affare, fantastico!

BLORE — Non se la sarà mica svignata nel frattempo?

ARMSTRONG — Chi? Rogers? Ma non avrebbe potuto. Non ci sono barche nell'isola. L'ha detto lui stesso.

BLORE — Già, ma questo l’ha detto proprio e solamente Rogers. Supponga invece che ce ne fosse una e che egli se ne fosse servito per squagliarsela.

MACKENZIE — Oh, no. Non gli sarebbe stato permesso di lasciar l'isola. (La sua voce è cosi strana che tutti lo guardano).

BLORE  — Ha dormito bene, generale?

MACKENZIE — Sognavo... Sì, sognavo...

BLORE — Non mi meraviglia.

MACKENZIE — Sognavo di Lesley, mia moglie, sa….

BLORE  (con imbarazzo) — Oh,... si. Vorrei che Narracot venisse. (Guarda dalla finestra)

MACKENZIE — Chi è Narracot?

BLORE — L'uomo che ci portò su ieri.

MACKENZIE — Fu soltanto ieri?

BLORE (viene avanti verso il centro. Allegro di proposito) — Sì, così pare. Gente pazza, dischi di grammofoni, suicidi, ce n'è abbastanza per un uomo. Sarò triste quando vedrò allontanarsi l'Isola Indiana; ve l'assicuro.

MACKENZIE - Così, lei non capisce? Che strano!

BLORE — Cosa, generale?

MACKENZIE (scuote leggermente la testa. Blore guarda interrogativamente Armstrong, poi si picchia la fronte).

ARMSTRONG — II suo aspetto mi preoccupa.

BLORE  —  Il suicidio del giovane Marston lo deve aver  molto impressionato. Sembra invecchiato di anni.

ARMSTRONG — Dov'è il corpo del povero giovane?

BLORE — Nello studio; l'ho portato là io stesso.

VERA — Dottor Armstrong, fu proprio suicidio?

ARMSTRONG (secco) — Cos'altro avrebbe potuto essere?

VERA (si alza, va verso il sofà e siede sul lato anteriore) - Non so. Ma suicidio... (Scuote la testa).

BLORE — Stanotte ho avuto una curiosa idea. Questo ignoto signor Owen... suppongano che egli sia nell'isola. Rogers potrebbe non saperlo. (Una, pausa) Oppure egli potrebbe avergli ordinato di dire così. (Osserva Armstrong) E' un'ipotesi piuttosto grave, non le sembra?

ARMSTRONG — Ma sarebbe stato possibile a qualcuno di alterare la bibita di Marston senza che noi lo si, vedesse?

BLORE — Il bicchiere era lassù. Chiunque avrebbe potuto versare in esso del cianuro.

ARMSTRONG .— Ma  questo... (Rogers  viene  correndo dal lato destro del terrazzino. E' senza respiro e va  diretto verso il dottore).

ROGERS — Oh, lei è qui, signore. Ho girato dappertutto per trovarla. Potrebbe venir su a vedere mia moglie?

ARMSTRONG – Sì certo. (Egli va verso la porta) Si. sente ancora male?

ROGERS (seguendolo) — Ho l'impressione che si sia aggravata. (Esce a sinistra con Armstrong).

VERA (alzandosi) — Vorrei che la barca venisse. Odio questo posto.

WARGRAVE — Credo che la cosa migliore sia informare al più presto la polizia.

VERA — La polizia?

WARGRAVE — Sicuro; deve essere informata quando avviene un suicidio.

BLORE (aprendo la porta della stanza da pranzo) Che succede qui? Nessun indizio di colazione.

VERA —  Ha fame, generale?  (Mackenzie non risponde. Ella parla più forte) Desidera far colazione? (Mackenzie si volta di colpo).

MACKENZIE — Lesley... Lesley... mia cara...

VERA —  No, non sono io. Io sono Vera Claythorne. (Mackenzie si passa una mano sugli occhi).

MACKENZIE — Mi perdoni. L'ho presa per mia moglie.

VERA — Oh!

MACKENZE — Vede, io la sto aspettando.

VERA — Ma io credevo che sua moglie fosse morta da lungo tempo.

MACKENZIE — Sì. Anch'io credevo così. Ma ero in errore. Ella è qui su quest'isola. (Lombard entra a sinistra dalla hall).

LOMBARD — Buon giorno.

BLORE - Buon giorno, capitano Lombard.

LOMBARD — Buon giorno. Sembra che io abbia dormito troppo. La barca è arrivata?

BLORE – No.

LOMBARD — E' tardi, non è vero?

BLORE – Si.

LOMBARD (andando verso Vera) — Buon giorno. Lei ed io avremmo potuto fare una nuotata prima di colazione. Peccato!

VERA — Peccato che abbia dormito tanto.

BLORE — Deve avere dei buoni nervi per dormire così.

LOMBARD (con un rapido sguardo a Blore) — Niente mi fa perdere il sonno.

BLORE — Non ha per caso sognato degli indigeni africani?

LOMBARD — No. E lei ha sognato condannati in Dartmoor?

BLORE (in collera) —Capitano Lombard, è di pessimo gusto scherzare su queste cose.

LOMBARD — E' stato lei a cominciare. Ho fame. Si fa colazione?

BLORE — Sembra che l'intero personale di servizio abbia fatto sciopero!

LOMBARD — Oh bene, possiamo sempre servirci da noi stessi.

VERA (esaminando le statuette di porcellana) — Oh, questo è strano!

LOMBARD — Cosa?

VERA — Si ricorda che trovammo uno di questi piccoli negri rotto ieri sera?

LOMBARD — Sì... Ne dovrebbero essere rimasti nove.

VERA — Sicuro.

LOMBARD — Ebbene?

VERA — Sono soltanto otto.

LOMBARD   (guardando)  — Vero.   (Va  presso  la mensola) Probabilmente avremo contato male. Anziché dieci saranno state nove statuette. (Armstrong entra a sinistra dalla hall. Egli è sconvolto ma si sforza di apparire calmo. Chiude la porta e si ferma davanti ad essa) Salve, Armstrong, che c'è?

ARMSTRONG — La signora Rogers è morta. (Wargrave si alza).

BLORE e VERA (insieme) — No? Come?

ARMSTRONG — E' morta nel sonno. Rogers credeva che fosse ancora sotto l'effetto del sonnifero che le diedi e venne giù senza disturbarla. Accese il fuoco in cucina e mise in ordine questa stanza. Poi andò su, si allarmò per le condizioni in cui versava e corse a chiamarmi. (Una pausa) Dev'essere morta da circa cinque ore.

BLORE — La causa? Il cuore?

ARMSTRONG — Impossibile dirlo. Può darsi.

WARGRAVE — Potrebbe anche essere stata avvelenata, non le sembra, dottore?

ARMSTRONG — Anche questa è un'ipotesi da non scartare.

WARGRAVE — Con lo stesso veleno del giovane Marston?

ARMSTRONG — No, non cianuro. Dovrebbe essere stato usato qualche narcotico o qualche ipnotico. Cloralio o qualcosa del genere.

BLORE — Lei, dottore, le somministrò qualche cosa per farla dormire ieri sera?

ARMSTRONG (si alza e si accosta all'armadietto per bere un po' d'acqua) — Sì, le ho dato una leggera dose di luminal.

BLORE — Non gliene avrà mica dato troppo?

AMSTRONG (voltandosi e guardando Blore in faccia) - No, certamente. Perché?

BLORE — Pensavo che la signora potesse avere il cuore debole..

LOMBARD — Insomma, si potrà precisare la causa della morte?

ARMSTRONG — Certo, dopo aver fatto l'autopsia.

VERA — Era un tipo veramente nervoso, e quello che accadde ieri sera deve averla molto spaventata. Forse il suo cuore non ha resistito.

ARMSTRONG — Il suo cuore certamente ha cessato di battere; ma che cosa l'ha fermato?

EMILIA (Con fermezza ed enfasi) — La coscienza! (Tutti saltan su e la guardano).

ARMSTRONG   — Cosa ha voluto dire, signorina Brent?

EMILIA— Tutti udirono.. Ella fu accusata, insieme al marito, di aver deliberatamente ucciso la sua precedente padrona, una vecchia signora…

BLORE — E lei crede che sia vero, signorina Brent?

EMILIA — Certamente. L'abbiamo tutti vista ieri sera. Ella mollò completamente e svenne. L'impressione provata nel sentire quella accusa è stata troppo forte per lei. E' letteralmente morta di paura..

ARMSTRONG (dubbioso) — E' una teoria possibile. Non può accettarsi però senza una più esatta conoscenza dello stato di salute della donna. Se ci fosse stata una debolezza cardiaca latente...

EMILIA — Lo chiami, se preferisce, un atto di Dio. (Tutti sono colpiti).

BLORE. - Oh, no, signorina Brent!

EMILIA (con fanatismo) — Lei non crede che un peccatore possa essere abbattuto dalla collera di Dio? Io sì.

WARGRAVE - Mia cara signorina, nella mia esperienza del male, ho visto che la Provvidenza lascia a noi mortali lì compito di condannare e punire, compito dei più difficili perché spesso non sappiamo dove finisce l'innocenza e comincia la colpa.

BLORE   (venendo avanti in centro a sinistra) — Siamo pratici. Cosa ha mangiato e bevuto la donna ieri sera prima di andare a letto?

ARMSTRONG — Nulla.

BLORE — Assolutamente nulla? Neanche una tazza di tè? O un bicchier d'acqua? Scommetterei che ha preso una tazza di tè. Quei tipi ne prendono sempre.

ARMSTRONG — Rogers mi ha assicurato che non ha preso nulla.

BLORE – Poteva avere uno scopo per dire così.

LOMBARD – Spieghi meglio.

BLORE – Tutti hanno sentito l’accusa lanciata ieri sera. Potrebbe essere vera. La signorina Brent, per esempio, lo crede. Dunque, ammesso il delitto non è da escludersi la mia deduzione. E cioè che nel sentirsi scoperti Rogers abbia per prima temuto che sua moglie lo tradisse con qualche atto inconsulto. Necessità quindi di disfarsi di lei prima che potesse, in una crisi di nervi, compromettere tutto. Quale mezzo più sbrigativo di quello di versare un po’ di  veleno in una buona tazza di te, per poi affrettarsi a lavarla e dichiarare al dottore che la poveretta non ha trangugiato un boccone, né ingerito un sorso d'acqua o di tè?

VERA.— Oh, no. E' impossibile. Si tratta di sua moglie. Rogers non poteva avere quel coraggio (Si alza e va in fondo a destra)

BLORE —  Lei sarebbe sorpresa, signorina Claythorne, se sapesse quali cose alcuni mariti sono disposti a fare alle proprie mogli! (Rogers entra per la porta della hall, a sinistra. E' pallidissimo e parla come un automa. E' appena l'ombra dell'abile cameriere).

ROGERS  (a Vera) — Mi scusi, signorina. Sto preparando la colazione. Temo di non essere molto abile in cucina. E' il pasto di mezzogiorno che mi preoccupa. Sarebbe sufficiente servire lingua fredda e galantina? Ed io potrei preparare delle patate fritte. E poi ci sarebbe frutta in scatola, formaggio e biscotti.

VERA — Andrà benissimo, Rogers. Che tutto sia pronto per mezzogiorno.

BLORE — Mezzogiorno? Mezzogiorno? Noi non saremo qui a mezzogiorno. Ma quando diavolo arriverà questa barca?

EMILIA — Signor Blore!  (Prende la sua borsa e va a sedere sul divano presso la finestra di destra)

BLORE — Desidera?

ROGERS   (fatalista) - Mi scusi, signore, ma  la barca non verrà

BLORE – Che?

ROGERS  — Fred Narracot è sempre qui prima delle otto. (Una pausa) Ha comandi, signorina?

VERA – No, grazie, Rogers. (Rogers esce dalla porta superiore destra).

BLORE — Quel Rogers! Sua moglie giace morta di sopra ed egli è in cucina che prepara placidamente il pranzo. Ora dice che la barca non verrà. Per l'inferno, come fa a saperlo?

EMILIA — Signor Blore!

BLORE — Cosa?

VERA — Oh, ma non vede ch'è una larva d'uomo? Egli si sforza di fare automaticamente, da buon servitore. Fa veramente pena.

BLORE — Egli la sa lunga, a mio parere.

WARGRAVE —La cosa veramente importante è il mancato arrivo della barca. Ciò vuol dire che noi deliberatamente siamo messi in condizione di non poter essere aiutati.

MACKENZIE — C’è poco tempo...  poco tempo…

BLORE - Cosa dice, generale?

MACKENZIE — Proprio poco tempo. Non dobbiamo perderlo parlando di cose che non hanno importanza. (Egli volta la schiena alla finestra. Tutti lo guardano dubbiosi prima di riprendere il discorso).

LOMBARD (venendo avanti a destra verso Wargrave) — Perché, a suo parere, Narracot non è venuto?

WARGRAVE — Penso che l'onnipresente signor Owen gli abbia dato degli ordini.

LOMBARD  - Intende dire che può avergli detto che si trattava di uno scherzo o qualcosa del genere?

BLORE - Non ci sarebbe cascato.

LOMBARD.— .Perché no? E' noto che l'Isola Indiana ospita persone che amano le pazze compagnie. Questa è un'idea pazza di più; ecco tutto. Narracot sa che non manca da mangiare e da bere nell'isola. Probabilmente crede che sia tutto uno scherzo.

VERA — Non si potrebbe fare un fuoco sulla sommità dell'isola? Così potrebbero vederlo.

LOMBARD — Probabilmente si sono prese precauzioni anche per tale eventualità. Non tener conto dei segnali. Siamo tagliati fuori completamente.

VERA — Ma allora non possiamo fare nulla?

LOMBARD — Oh, si, possiamo fare qualcosa. Possiamo trovare il signore di buon umore che ha messo su questo piccolo gioco, l'ignoto signor Owen. Sono pronto a scommettere che egli si trova in qualche parte dell'isola, e più presto noi l'acciuffiamo e la facciamo finita, meglio è. Perché, secondo me, egli pericoloso come un serpente a sonagli.

WARGRAVE — Il paragone non mi sembra troppo indovinato, capitano Lombard. Il serpente a sonagli, almeno, da l'avviso quando si avvicina.

LOMBARD — L'avviso? (Indicando la filastrocca a parete) Quello è il nostro avviso. (Leggendo) Dieci poveri negretti...”. Eravamo in dieci, dopo la partenza di Narracot, non è vero? “Dieci poveri negretti se ne andarono a mangiar: uno fece indigestione…” Marston in certo qual modo è morto per avere ingerito qualcosa che gli ha avvelenato l'organismo. proprio come una indigestione. E allora... “Nove poveri negretti,

fino a notte alta vegliar: uno cadde addormentato...” quest'ultima parte si adatta bene alla signora Rogers, non è così?

VERA — Lei pensa...? Crede che egli voglia ucciderci tutti?

LOMBARD — Sì, credo che sia proprio questo il suo piano.

VERA — E ognuno di noi dovrebbe morire secondo la sorte dei negretti della filastrocca?

ARMSTRONG  — No, no, è impossibile. E’ un caso. Deve essere stato un caso.

LOMBARD - Sono rimaste soltanto otto statuette. Che sia un caso anche questo?

ARMSTRONG —  Ma nell'isola non c'è nessuno al di fuori di noi.

BLORE  - Non ne sono sicuro.

ARMSTRONG —  E' terribile!

MACKENZIE — Nessuno di noi lascerà quest'isola.

BLORE — Può qualcuno far tacere quel povero vecchio?

LOMBARD — Non è d'accordo con me, sir Lorenzo?

WARGRAVE (piano)-— Fino ad un certo punto, sì.

LOMBARD — Allora più presto ci mettiamo al lavoro, meglio è. Andiamo, Armstrong. Venga, Blore. Faremo alla svelta.

BLORE — Io sono pronto. Nessuno ha, per caso una rivoltella?         

LOMBARD — Io ne ho una. (La tira fuori dalla tasca. Blore spalanca, gli occhi. .Gli viene un'idea non piacevole).

BLORE — La porta sempre con sé?

LOMBARD — Quasi sempre. E' un'abitudine contratta laggiù, in Africa.

BLORE —Oh! Ma la vera giungla è questa. Un maniaco omicida si nasconde in quest'isola; probabilmente egli ha un intero arsenale di armi e le userà.

ARMSTRONG — Le sue nozioni di criminologia sono errate, Blore. Molti lunatici omicidi sono persone del tutto normali e timide.

WARGRAVE — Piacevolissime persone.

ARMSTRONG — Mai si sospetterebbe tanto sembrano esseri normali.

BLORE — Se il signor Owen sarà quel tipo di delinquente che ci descrive, lo affideremo a lei, dottore. E, adesso andiamo. Proporrei che il capitano Lombard esplori la casa; mentre noi cercheremo fuori.

LOMBARD — Bene. Dovrebbe essere facile esplorare la casa. Non vi sono pannelli scorrevoli, né porte segrete. (Va verso lo studio).

BLORE — Stia attento a non farsi acciuffare da lui, invece di prenderlo.

LOMBARD — Non si preoccupi. Loro due, invece, stiano vicini. Ricordino: “Uno, ahimè, è rimasto indietro” (Entra nello studio).

BLORE — Andiamo,  Armstrong.   (Armstrong  si alza ed esce con Blore verso destra).

WARGRAVE (si alza) — Un giovane veramente energico, il capitano Lombard.

VERA — Non crede che egli abbia ragione? Se qualcuno si nasconde nell'isola, essi dovrebbero trovarlo. Praticamente l'isola è tutta roccia nuda.

WARGRAVE — Ritengo che per risolvere questo problema occorra più cervello che braccia. (Va verso il terrazzino).

VERA — Dove va?

WARGRAVE—Vado a sedere al sole, e a riflettere, mia cara giovane signora. (Egli esce sul terrazzino a destra).

EMILIA — Dove ho messo quella matassa di lana? (Si leva e viene avanti verso destra).

VERA — L'ha lasciata su per caso? Devo andare a vedere se posso trovarla?

EMILIA — No, andrò io. So dove può essere! (Esce a sinistra entrando nella hall)

VERA— Sono contenta che il capitano Lombard abbia una rivoltella.

MACKENZIE— Perdono tempo, perdono tempo.

VERA - Crede?

MACKENZIE — Sì, è molto meglio sedere calmi ed aspettare.

VERA — Aspettare cosa?

MACKENZIE — La fine, naturalmente. (Una pausa. Egli si alza, apre e chiude entrambe le porte di sinistra) Vorrei poter trovare Lesley.

VERA— Sua maglie?

MACKENZIE — Sì. Vorrei l'avesse conosciuta. Era così graziosa. Così gaia...

VERA — Davvero?

MACKENZIE — L'amavo molto. Ero parecchio più anziano di lei. Ella aveva ventisette anni soltanto. (Una pausa) Arturo Richmond ventisei. Egli era il mio ufficiale d'ordinanza. (Una pausa) Piaceva a Lesley. Il loro argomento preferito era la musica e giocavano insieme ed ella lo metteva in imbarazzo e lo prendeva in giro. Io ne ero contento. Credevo s'interessasse al ragazzo come una madre. (Rapidamente, a Vera, in confidenza) Non ero un vecchio pazzo? Non c'è maggior pazzo di un vecchio pazzo. (Una lunga pausa) Scoprii la verità proprio come si racconta nei libri. Quando ero in Francia. Ella scrisse a tutti e due, ma scambiò le buste. (Abbassa la testa) Ecco come sono venuto a

sapere...

VERA (con simpatia) — Oh, no...

MACKENZIE (siede sul divano a destra di Vera) — E' così, mia cara. E' passato tanto tempo. Ma io l'adoravo e avevo fiducia in lei. Non dissi nulla a lui: lasciai che qui (si tocca il petto) maturasse lentamente un desiderio di sanguinosa vendetta... Dannato giovane ipocrita... Avevo simpatia per lui, mi ero fidato di lui.

VERA (cercando di interrompere) — Vorrei sapere cosa stanno facendo gli altri.

MACKENZIE — Lo mandai a morire...

VERA — Oh!

MACKENZIE — Fu molto facile. Errori se ne facevano spesso. Tutto ciò che si sarebbe potuto dire era che io avessi perduto un po' la calma, fatto uno sproposito, sacrificato uno dei miei uomini migliori. Sì, fu molto facile... (Una pausa) Lesley non seppe mai. Non le dissi mai che avevo scoperto. Si andò avanti come di consueto, ma intorno a noi tutto era come un paesaggio spento. Ella morì di polmonite. (Una pausa) Aveva la faccia a forma di cuore, ed occhi grigi, i capelli castani, ricci... .

VERA — Oh, la prego di non continuare.

MACKENZIE (si alza) — Sì, in un certo senso, fu un delitto. Curioso, un delitto. Ed io sono sempre stato un uomo così ossequente alla legge. Non ebbi allora questa sensazione. «L'ho servito a puntino», ecco cosa pensai. Ma poi.. (Una pausa) Bene, lei ora sa, non è vero?

VERA (smarrita) - Che intende?  (Mackenzie la guarda come se qualcosa lo rendesse perplesso).

MACKENZIE — Sembra che lei non capisca... Pensavo che avrebbe capito. Credevo che anche lei sarebbe stata contenta della fine vicina... (Vera si allontana, spaventata).

VERA (indietreggiando verso sinistra) — Io… (lo guarda sospettosa).

MACKENZIE (la segue piano) — Tutti noi dobbiamo morire, lei lo sa.

VERA  (guardandosi intorno per aiuto) — Io, io… non so.

MACKENZIE (vagamente, a Vera) — Lei è molto giovane; lei non può ancora sentirlo, il sollievo, il benedetto sollievo di quando si sa che è finita, che non si deve più a lungo portare il pesante fardello. (Va verso il fondo a destra).

VERA  (Lo segue, commossa)— Generale...

MACKENZIE — Non mi parli. Lei non può capire.. Desidero sedere qui ed aspettare, aspettare che Lesley venga, per me, (Egli esce sul terrazzino con una sedia e siede. Attraverso la finestra si vedono, di dietro, la testa e le spalle. La sua posizione non cambia durante tutta la scena. Vera lo guarda. Non regge più).

VERA — Ho paura... Ho paura... (Lombard entra dallo studio).

LOMBARD — Tutto a posto. Niente passaggi segreti, nessun cadavere.

VERA (sfinita) — Non dica...

LOMBARD — Mi pare che lei sia giù di corda. Vuol bere qualcosa per rinfrancarsi?

VERA (si alza, fuor di sé) — Bere! Due cadaveri In casa alle nove del mattino e tutto quello che lei sa dire è: «Beva qualcosa». Un vecchio sta per abbattersi : « Beva qualcosa ». Dieci persone accusate di assassinio, tutto bene, basta bere. Per lei tutto è in ordine finché ha da bere.

LOMBARD — Bene. Bene, abbia sete. (Va alla porta della sala da pranzo).

VERA — Oh, lei... Lei non è che un furfante, un avventuriero. Mi ha stancata.  (Va verso ti caminetto).

LOMBARD — Evidentemente lei è sconvolta. Quale è il motivo, tesoro?

VERA — Non sono il suo tesoro.

LOMBARD — Peccato! Credevo di poterla chiamare così.

VERA — Si è sbagliato.

LOMBARD — Via... lei sa che non sono quelli i suoi sentimenti.  Abbiamo qualcosa in comune, lei ed io. Furfanti ed assassini non possono bisticciare. (Egli prende la mano di lei. Ella si tira indietro).

VERA — Furfanti ed assassini...

LOMBARD — Sta bene. Lei non desidera la compagnia di furfanti ed assassini, e lei non beve. Andrò a finire la mia esplorazione. (Egli va nella hall. Emilia rientra un momento dopo. vera va verso la finestra)

EMILIA — E' spiacevole. Non posso trovarla. (Vedendo la faccia di Vera) E' successo qualcosa?

VERA - (venendo avanti verso Emilia. A bassa voce) — Sono preoccupata per il generale, credo sia realmente malato. (Emilia guarda Vera e Mackenzie indi esce sul terrazzino e si ferma dietro a lui).

EMILIA (a voce alta e gioiosa come se parlasse ad un bimbo idiota) — Aspetta la barca, generale? (Vera viene avanti a sinistra. Mackenzie non risponde. Emilia aspetta un minuto indi lentamente rientra. Sentenziando) Il rimorso lo ha abbattuto.

VERA (in collera) — Oh, non dica cosi!

EMILIA — Bisogna considerare la realtà.

VERA — C'è fra noi chi può scagliare la prima pietra?

EMILIA— Anche se sua moglie non fosse stata quella che avrebbe dovuto essere - e dev'essere stata la più immorale delle donne - egli non aveva il diritto di fare giustizia da sé.

VERA   (a sinistra del sofà, con fredda ira) — E che dire di Beatrice Taylor?

EMILIA— Eh?

VERA — Era quello il nome, eh?  (La guarda con aria di sfida).

EMILIA — Allude a quella assurda accusa lanciata contro di me?

VERA — Sì.

EMILIA — Ora che siamo sole, non ho difficoltà a raccontarle i particolari di quel caso, anzi, desidererei che lei li conoscesse. (Vera siede sul sofà, a sinistra di Emilia) Non è argomento da trattare in presenza di uomini; per tale motivo rifiutai di parlarne ieri sera. Quella ragazza, Beatrice Taylor, era al mio servizio. Fui molto delusa sul suo conto. Ella aveva buone maniere ed era pulita e di buona volontà. Ero veramente contenta di lei. Invece era tutta finzione. Era una ragazza immorale. Passò del tempo prima che io scoprissi che si trovava, come si usa dire, «nei guai ». (Una pausa) Fu una brutta sorpresa per me. I suoi genitori erano gente a modo, che l'avevano tirata su con molto rigore. Sono lieta di dire che essi non la perdonarono.

VERA — Cosa accadde?

EMILIA   (con alterigia) — Naturalmente rifiutai di darle ancora ospitalità. Nessuno potrà mai dire che io abbia lasciato correre quando si tratta di immoralità.

VERA — Si annegò?

EMILIA — Sì.

VERA -— Quanti anni aveva?

EMILIA - Diciassette.

VERA (lentamente) — Solo diciassette anni!

EMILIA (con orribile fanatismo) — Abbastanza per sapere come comportarsi. Io le dissi che essere basso e depravato fosse. Le rimproverai di avere oltrepassato i limiti e le dissi chiaro che nessuna persona per bene avrebbe potuto accoglierla in casa. Dissi che il suo sarebbe stato il figlio della colpa e che ciò sarebbe stato per lui un marchio indelebile; inoltre che l'uomo non si sarebbe mai sognato di sposarla. Le dissi che mi vergognavo di averla avuta con me, nella mia casa.

VERA (con orrore) — Lei ha detto tutto questo ad una ragazza di diciassette anni?

EMILIA— Sì. Sono contenta di averla annientata!

VERA - Povera piccola disgraziata.

EMILIA — Non posso concepire l'indulgenza verso la colpa.

VERA — Ed allora, suppongo che l'avrà messa alla porta?

EMILIA — Naturalmente.

VERA — E quella piccina non osò tornare a casa. (Viene avanti a destra) Cosa provò quando seppe che si era annegata?

EMILIA (incerta) — Come?

VERA — Sì. Rimproverò se stessa?

EMLLIA — No, certamente. Non avevo niente da rimproverarmi.

VERA — Credo alla sincerità della sua affermazione. Ciò rende la cosa ancora più orribile.

EMILIA (come parlando a se stessa)— Povera donna! Non sa nemmeno lei quello che dice..(Apre la borsa e ne tira fuori una piccola bibbia e comincia a leggere sottovoce) “Gli idolatri cadranno nella fossa che essi stessi avranno preparato” (Si ferma ed abbassa la testa assentendo) “Nella rete che essi celarono il loro stesso piede resterà impigliato”. (Entra Rogers. Emilia si ferma e sorride approvando. Leggendo) “Il Signore è conosciuto attraverso la sua giustizia; il peccatore cade nella trappola che egli stesso ha teso”.

ROGERS   (guardando incerto Emilia) — La colazione è pronta.

EMILIA   (leggendo) – “Chi  ha peccato  andrà all'inferno".  (Volta, la testa di colpo) Silenzio.

ROGERS (o Vera) — Signorina, sa dirmi dove sono i signori? La colazione è pronta.

VERA — Sir Lorenzo Wargrave è li fuori e siede al sole, il dottor Armstrong ed il signor Blore fanno ricerche per l'isola. Non mi preoccuperei di loro. (Rogers esce sul terrazzino).

EMILIA (leggendo) — “Non saranno scosse le isole alla notizia della tua rovina, quando i feriti grideranno di dolore, quando ci sarà il massacro

attorno a te?”. (Chiude la Bibbia).

VERA (freddamente, dopo aver atteso un minuto o due) — Dobbiamo andare?

EMILIA — Non ho voglia di mangiare.

ROGERS (a Mackenzie) — La colazione è pronta. (Emilia apre di nuovo la Bibbia. Rogers attraversa il terrazzino, verso destra).

EMILIA (leggendo) — “Allora i principi del mare scenderanno dai loro troni, e deporranno le loro vesti, e strapperanno i loro ornamenti...” (Blore entra in fondo dalla destra. Forte) “ ...Essi si copriranno con terrore; sederanno sulla nuda terra, e tremeranno ad ogni istante, e guarderanno a te attoniti...”. (Ella guarda su e fissa Blore ma i suoi occhi quasi non vedono)

BLORE — Legge ad alta voce, signorina Brent?

EMILIA — E' mia abitudine leggere alcuni brani della Bibbia ogni giorno. (Continua a leggere in silenzio).

BLORE  — Ottima consuetudine, di certo.   (Armstrong compare sul  terrazzino, da destra, entra).

VERA —Hanno avuto fortuna?

ARMSTRONG — Non esistono nascondigli nell'isola. Niente caverne. Nessuno potrebbe nascondersi.

BLORE  - E'  cosi. (Lombard  entra a sinistra dalla sala da pranzo) Ed in casa, Lombard?

LOMBARD — Nessuno. Giocherei la mia vita che eccetto noi non vi è altri in casa. L'ho girata tutta dall'attico alla cantina. (Rogers entra dal terrazzino venendo da destra. Wargrave cammina sul terrazzino verso destra, piano, quindi entra a destra della finestra).

ROGERS — La colazione si raffredda. (Emilia continua a leggere)

LOMBARD (con veemenza) — Colazione! Venga, Blore, lei l'ha sospirato fin da quando si è alzato. Mangiamo, beviamo e stiamo allegri, perché domani moriremo. O, chi lo sa?, forse anche oggi. (Vera ed Armstrong vanno verso la porta della sala da pranzo).

EMILIA (si alza e lascia cadere il suo lavoro. Blore lo raccoglie) Dovrebbe arrossire di tanta leggerezza, capitano Lombard.

LOMBARD (sempre di buon umore, con determinazione) — Venga, generale, non raccolgo le accuse. (Egli grida) Colazione! Dico, signore... (Esce sul terrazzino avvicinandosi a Mackenzie. Si ferma, si china, torna indietro lentamente e si ferma sulla porta. La sua faccia e severa e fa paura) Buon Dio. “Uno, ahimè, è rimasto indietro...”. Un pugnale è conficcato tra le spalle di Mackenzie. (Armstrong corre verso Mackenzie).

ARMSTRONG (dopo un rapido esame) — E' morto... (Si ferma alla destra di Lombard).

BLORE — Ma non può... Chi potrebbe averlo fatto? Ci siamo solo noi nell'isola.

WARGRAVE — Esattamente, mio caro signore. Non si rende conto che questo astuto e perfido criminale ci precede sempre di un passo? Che egli sa con esattezza ciò che stiamo per fare e si regola in conseguenza? Vi è un solo posto in cui un assassino potrebbe nascondersi ed avere una ragionevole speranza di farla franca.

BLORE — Un solo posto? Quale?

WARGRAVE  —  Qui, in questa stanza. Il signor Owen è uno di noi.

SECONDO QUADRO

La stessa scena nel pomeriggio dello stesso giorno.

(Vi è tempesta. La stanza è più scura. Le finestre chiuse e percorse dalla pioggia e dal vento. Wargrave entra dalla sala da pranzo e va verso destra, seguito da Blore).

BLORE — Sir Lorenzo?

WARGRAVE — Dica, signor Blore.

BLORE — Desideravo parlarle da solo. (Guarda sopra la sua spalla verso la sala da pranzo) E' giusto quanto lei ha detto questa mattina. Questo maledetto assassino è certo tra noi. Ed io credo di sapere chi è.

WARGRAVE — Sul serio?

BLORE — Ha mai sentito parlare del caso Lizzie Borden? In America. Una vecchia coppia uccisa con un'accetta in piena mattina. L'unica persona che poteva essere sospettata era la figliola, una rispettabile zitella di media età. Incredibile. Tanto incredibile che ella fu prosciolta .Ma non fu mai scoperto altro.

WARGRAVE — Allora la sua risposta al problema è la signorina Emilia Brent?

BLORE  - Io le dico che quella donna è matta. Mania religiosa. Glielo dico io: è lei.

WARGRAVE — Realmente? Avevo l'impressione che i suoi sospetti fossero in altra direzione.

BLORE — Si... Ma ho cambiato, e le dirò perché: è la sola a non aver paura. Perché? Per la semplicissima ragione che sa benissimo di non essere in pericolo...  Hmmm…  (Wargrave va in fondo a destra. Vera ed Emilia entrano dalla sala da pranzo. Vera porta un vassoio per servire il caffè)

VERA — Abbiamo preparato del caffè. Brr, fa freddo qui.

BLORE — Non lo si crederebbe pensando che questa mattina era una bellissima giornata.

VERA — Sono ancora fuori il capitano Lombard e Rogers?

BLORE — Sì. Ma nessuna barca naviga con un tempo simile e, del resto, non potrebbe approdare.

VERA — Signorina Brent. (Da una tazza di caffè a Blore. Emilia viene avanti e siede sul lato posteriore del sofà)

WARGRAVE — Permetta. (Prende la  tazza e la porge ad Emilia)

VERA  (a Wargrave) — Aveva ragione insistendo perché si mangiasse e si bevesse un po' di acquavite. Mi sento meglio.

WARGRAVE — La corte sì ritira sempre per il pasto.

VERA — Ma l'incubo perdura. Sembra come non potesse esser vero. Ma cosa, cosa faremo noi?

WARGRAVE — Dobbiamo fare un'inchiesta rigorosa. Riusciremo almeno a discriminare qualche innocente.

BLORE — Lei non ha alcun sospetto, signorina Claythorne?

WARGRAVE — Se la signorina Claythorne sospetta di uno di noi tre, la domanda è piuttosto imbarazzante.

VERA — Sono sicura che non si tratta di loro. Se dovessi dire la mia impressione, sospetterei del dottor Armstrong.

BLORE — Armstrong?

VERA — Sì, perché egli ebbe ogni possibilità di uccidere la signora Rogers. Terribilmente semplice per lui, dottore, propinarle, una dose eccessiva di sonnifero.

BLORE — Questo è vero. Ma qualcun altro le diede l'acquavite, si ricordi.

WARGRAVE — II marito ebbe un'ottima occasione per somministrargli qualche medicinale.

BLORE — Non Rogers. Non ha abbastanza cervello per un piano del genere, né il danaro. Inoltre, si vede che egli è ancora spaventato. (Rogers e Lombard, in impermeabile, vengono da destra ed appaiono alla finestra. Blore apre e li lascia entrare. Mentre egli apre, una folata di vento e pioggia. Emilia Brent da un grido e si nasconde il viso)

LOMBARD — Mio Dio, non è che la tempesta!

EMILIA – Oh!

VERA — Chi credeva che fosse? (Una pausa) Beatrice Taylor?

EMILIA  (in collera) — Eh?

LOMBARD — Nessuna speranza di salvezza, finché il tempo non migliora. E' caffè? Buono. (A Vera) Prendo il caffè, ora, vede? (Vera gli porge una tazza).

VERA — Tale impassibilità di fronte al pericolo è quasi eroica.

WARGRAVE  — Non voglio atteggiarmi a profeta, ma direi che è molto improbabile che, con un tempo simile, una barca possa raggiungerci, prima di ventiquattro ore. Anche se il vento cessa, si deve ancora calmare il mare.

VERA  (a Rogers) — Lei è terribilmente bagnato.

BLORE — Chi di loro è nuotatore? Sarebbe possibile raggiungere a nuoto la costa?

VERA — C'è più di un miglio, e con, un mare simile lei sarebbe sbattuto sulle rocce e annegherebbe.

EMILIA  (parlando come ipnotizzata) — Annegata...  annegata...  nello  stagno...   (Lascia  cadere il lavoro).

WARGRAVE (sorpreso) — Chiedo scusa, signorina Brent. (Si alza e lo raccoglie per lei. Un'altra furiosa folata di vento e pioggia).

VERA (venendo avanti a destra) — Fa terribilmente freddo qui.

ROGERS — Se lo desidera, signorina, potrei accendere il fuoco.

VERA — Sarebbe una buona idea.

LOMBARD — Davvero ottima, Rogers. (Rogers va verso la porta della hall, sta, per uscire, ma invece torna indietro e domanda).

ROGERS — Mi scusino, ma sa qualcuno dove sia andata a finire la tenda del gabinetto da bagno?

LOMBARD - Ma, Rogers, cosa le salta in mente?

BLORE  (sgomento) — La tenda del gabinetto da bagno?

ROGERS — Sì, signore. Quella di taffetà scarlatto. Manca. (Si guardano l'un l'altro).

LOMBARD — Ha qualcuno visto una tenda scarlatta? Temo che non serva, Rogers.

ROGERS — Non importa, signore. Solo mi sembra strano.

LOMBARD — Ogni cosa in quest'isola è strana.

ROGERS — Andrò a prendere dei ceppi e del carbone per  accendere un buon fuoco.  (Esce verso la hall a sinistra).

VERA (alzandosi) — Forse il capitano Lombard prenderebbe volentieri un'altra tazza di caffè caldo. E' veramente bagnato. (Corre dietro a lui, chiamando) Rogers.

LOMBARD — Dov'è finito Armstrong?

WARGRAVE — E' andato in camera sua a riposare.

LOMBARD - A quest'ora probabilmente qualcuno l'avrà ucciso.

WARGRAVE - Ritengo abbia avuto il buon senso di chiudere a chiave la porta.

BLORE  — Non  sarà  cosi  facile  ora che tutti stiamo in guardia. (Egli  accende  una  sigaretta presa sul piano della cappa. Un pesante silenzio).

WARGRAVE — Le consiglio, signor Blore, di non essere troppo ottimista. Desidererei proporre certe misure di sicurezza.

LOMBARD — Contro chi?

WARGRAVE  —  L'uno contro l'altro. Noi siamo tutti in grave pericolo. Delle dieci persone che vennero in quest'isola, tre sono scomparse. Vi sono ancora sette di noi: sette negretti.

BLORE — Contrariamente a quello che la signorina Claythorne ha detto poco fa, affermo che lei, sir Lorenzo,  ed il dottore Armstrong sono al di sopra di ogni sospetto. Lui è un dottore noto e lei è conosciuto in tutta l'Inghilterra. (Wargrave lo interrompe)

WARGRAVE — Signor Blore, ciò non prova niente... Di giudici impazziti ce ne sono stati sempre. E cosi di dottori. (Una pausa) Cosi pure per gli agenti di polizia.

LOMBARD — Senti, senti. (Vera entra dalla hall)

VERA — Ecco il caffè. Chi lo desidera si faccia avanti. E per il dottor Armstrong? Dobbiamo portarglielo di sopra?

WARGRAVE — Glielo porterò io. (Vera versa una tazza di caffè)

LOMBARD — Non si  disturbi. Glielo porterò io. Desidero muovermi.

WARGRAVE   (sorridendo  ironicamente) — Credo che il dottor Armstrong preferirebbe veder me. Egli potrebbe non farla entrare, capitano Lombard. Potrebbe aver paura della sua rivoltella.

BLORE  — Ah, quella  rivoltella!   (Significativamente) Vorrei dirle una parola in proposito.

VERA (a Lombard) — Vada a cambiarsi. (Va verso Wargrave con il caffè. Wargrave prende la tazza e passando dietro il sofà esce nella hall)

LOMBARD  (volgendosi a Blore) — Cosa stava dicendo?

BLORE — Vorrei sapere perché lei ha portato con sé la rivoltella.

LOMBARD — Vuol  proprio  saperlo?  (Dopo una breve pausa) Io ho avuto una vita piuttosto avventurosa. Ho preso l'abitudine di tener sempre con me la mia rivoltella. Mi sono trovato nei guai una volta o due. (Sorride)  Ci si sente più tranquilli avendo un'arma a portata di mano. (A Blore) Non è d'accordo?  (Entra Armstrong, con il suo caffè).

BLORE — Noi non ne portiamo. Andiamo, desidero la verità in merito a codesta arma.

LOMBARD — Lei è un tipo molto sospettoso, Blore.

ARMSTRONG  (venendo avanti a sinistra) — Se si parla di quella rivoltella, desidererei sentire  anch'io. (Beve il caffè)

LOMBARD — Oh, bene! Io ebbi una lettera con cui mi si invitava a venir qui, ospite del signore e della signora Owen... Lo scrivente diceva di aver sentito come io fossi uomo da cavarmela in situazioni difficili. Vi sarebbe potuto essere qualche pericolo, ma sarebbe bastato di tenere gli occhi aperti.

BLORE — Io non sarei venuto.

LOMBARD  - Io sì, invece. Ero annoiato. Dio, come mi annoio; da quando sono tornato a vivere in questo paese civile. Si deve ammettere però che l'invito poteva far sorgere dei dubbi.

BLORE — Troppo vago per mio conto.

LOMBARD — Quell'invito svegliò la mia curiosità.

BLORE — La curiosità fece morire il gatto.

LOMBARD  (sorridendo) — Già, proprio.

VERA — Cambiate discorso, per piacere.

LOMBARD  —Volentieri,  piccina  mia,  volentieri. (Va verso la porta inferiore di sinistra) E' l'istinto materno che si risveglia in lei.

VERA — Non sia assurdo... (Ella va in fondo, a sinistra, prende la tazza della signorina Brent e quindi la porta verso destra in avanti. Lombard esce, a sinistra).

BLORE — Quanto ci ha detto il capitano Lombard ha tutta l'aria di un romanzo. E' un brutto tipo quell'uomo. Io non mi fiderei di lui.

VERA — Si sente un così sicuro giudice?   (Wargrave entra dalla hall).

ARMSTRONG (scoppiando) — Dobbiamo uscire da questa situazione; dobbiamo farlo prima che sia troppo tardi. (Trema violentemente. Blore siede in avanti a sinistra).

WARGRAVE — L'unica cosa che dobbiamo fare è controllare i nostri nervi.

ARMSTRONG— Chiedo scusa. (Si sforza di sorridere) Proprio il caso del “Medico, cura te stesso”. Ma ho molto lavorato negli ultimi tempi e sono un po' giù.

WARGRAVE — Dorme male?

ARMSTRONG — Sì. Sogno sempre, e non soltanto ospedale, operazioni, ma perfino un coltello sulla mia gola... (Ha un brivido).

WARGRAVE — Veri incubi.

ARMSTRONG — Già. (Con curiosità) Lei non sogna mai di essere in tribunale e di condannare a morte qualcuno?

WARGRAVE    (sorridendo)   —  Intende riferirsi a qualcuno il cui nome era Edoardo Seton?  Posso assicurarla che io non perderei neanche  un'ora di sonno per la morte di Edoardo Seton. Un assassino particolarmente brutale e di sangue freddo. La giuria aveva simpatia per lui. Mi ero accorto che la tendenza era di assolverlo. Ma... (con calma ferocia) io cucinai a puntino quel Seton. (Ognuno ha un piccolo brivido).

BLORE —Brr. Fa freddo, non è vero? (Si alza e va in centro a sinistra di Vera).

VERA   (a destra della finestra) — Se Rogers si sbrigasse.

BLORE — Già. Dov'è Rogers? E' un pezzo che non si vede.

VERA  — Ha detto che andava a prendere della legna.

BLORE   (colpito dalla parola)— Legna?  Legna? Mio Dio, legna!

ARMSTRONG — Mio Dio! (Si alza e guarda sulla cappa)

BLORE — Ne manca un altro? Ce ne sono solo sei?

ARMSTRONG   (colpito) - Ce ne sono cinque.

VERA — Cinque? (Si guardano l'un l'altro)

WARGRAVE — Rogers e Lombard? (Si alza. Blore va rapidamente a sinistra verso la porta).

VERA   (con  un  grido) — Oh no, non  Filippo (Lombard entra dalla hall, si incontra con Blore che corre chiamando:  “Rogers”).

LOMBARD — Dove diavolo corre, Blore?

VERA (correndo a lui) — Oh, Filippo, io..

WARGRAVE — Ha visto Rogers?

LOMBARD — No, perché avrei dovuto vederlo?

ARMSTRONG — Mancano due altri piccoli negri.

LOMBARD — Due?

VERA — Temevo si trattasse di lei... (Blore rientra a sinistra, sconvolto).

ARMSTRONG — Che cosa è successo?

BLORE   (appena nella possibilità di parlare. La sua voce quasi non si riconosce) — Nella... anti cucina.

VERA — E'...?

BLORE — Oh, sì, è proprio morto.

VERA — Come?

BLORE — Con una scure. Qualcuno deve averlo colpito alle spalle mentre egli era curvo sul cesto della legna.

VERA (con grande asprezza) — “Un di lor s'infranse a mezzo, e sei soli ne restar”(Comincia a ridere istericamente).

LOMBARD — Si calmi, Vera, si calmi. (La fa sedere sul lato posteriore del sofà e le dà sulla guancia. Agli altri) Cosa viene ora? Api? Allevano  api nell'isola? (Tutti lo guardano senza capire. Egli  con sforzo appena visibile cerca di mantenersi calmo. Andando verso destra) Qual è la prossima strofetta? “I sei poveri negretti giocan con un alvear : da una vespa uno fu punto, solo cinque ne restar”. (Gira per la stanza).

ARMSTRONG — Mio Dio, ha ragione. Ce ne sono solo cinque.

LOMBARD — Un'ape ne punse uno... Noi siamo tutti in gamba, non c'è che dire. Non ci è capitato niente di male. (Il suo sguardo si ferma su Emilia). Mio Dio, lei non crede... (Va piano presso di lei, si piega, la tocca. Egli stringe una siringa e si volge verso gli altri) Una siringa ipodermica.

WARGRAVE — La moderna puntura d'ape.

VERA  (parlando a scatti) — Mentre ella era seduta là uno di noi..

WARGRAVE — Uno di noi. (Si guardano tutti).

ARMSTRONG — Chi di noi?

FINE SECONDO ATTO


ATTO III

PRIMO QUADRO

La stessa scena dopo alcune ore. È notte.

Le tende sono tirate e la stanza è illuminata da tre candele.

(Wargrave, Vera, Blore, Lombard e Armstrong - che non si è lavato né raso — siedono in silenzio. Lombard siede sulla sedia in centro a destra. Armstrong sul sofà. Wargrave dall'altra parte del sofà. Vera vicino al caminetto. Blore avanti a sinistra. Di tanto in tanto si lanciano l'un l'altro rapide occhiate.  Vera sorveglia Armstrong;  Blore, Lombard; Lombard, Wargrave; Armstrong sorveglia Blore e Lombard alternativamente; Wargrave sorveglia tutti, uno dopo l'altro, ma più spesso Vera, con un lungo sguardo indagatore. Silenzio per qualche minuto. Quindi all'improvviso parla Lombard con voce alta e sarcastica che fa sussultare tutti).

LOMBARD — Cinque poveri negretti sedevano in fila, sospettosi l'un dell'altro e aspettando il loro turno. Nuovissima versione. (Ride amaro).

ARMSTRONG - Non mi pare che questo sia il momento adatto per scherzare.

LOMBARD — Bisogno di rialzare il morale. (Si alza e va dietro il so/a) Maledetto anche l'impianto elettrico che non funziona. Vogliamo fare un grazioso gioco di società? Lo chiameremo il gioco dei sospetti. A sospetta B, B sospetta C e così di seguito. Cominciamo con Blore. Non è difficile indovinare chi Blore sospetti. Si avverte lontano un miglio. Sono io il suo uomo, vero, Blore?

BLORE — Non potrei negarlo.

LOMBARD — Ebbene, si sbaglia di grosso. La giustizia fine a se stessa non m'interessa. Se commettessi un delitto, dovrebbe esserci in esso qualcosa di molto allettante per me.

BLORE — Quello che posso affermare è che lei ha agito in modo sospetto sin dal principio. Lei ha fatto due racconti differenti. Lei è venuto qui con una rivoltella, e adesso dice di averla perduta.

LOMBARD — L'ho realmente perduta.

BLORE — Storie!

LOMBARD — Non le ho proposto di perquisirmi?

BLORE — Oh, non l'ha certo addosso. Ma lei sa dov'è.

LOMBARD — Vuol dire che io l'ho nascosta per servirmene alla prossima occasione?

BLORE — Non ne sarei sorpreso.

LOMBARD — Perché non fa lavorare il suo cervello, Blore? Se avessi voluto, avrei potuto già da un pezzo sparare contro tutti loro, pop, pop, pop,

BLORE - Sì, ma non è questa la grande idea. (Fa cenno con il dito alla filastrocca sulla parete).

LOMBARD - Mi prende per un pazzo?  Eppure, sono certo di avere la testa a posto, molto a posto.

BLORE — Il dottore dice che vi sono pazzi dall'apparenza normalissima.

ARMSTRONG  (non ne può più) — Noi... noi non dovremmo star qui inattivi. Dobbiamo muoverci, darci da fare... Se accendessimo un gran fuoco fuori?

BLORE — Con questo tempo? (Fa segno con la testa verso la finestra).

WARGRAVE — Sono convinto che è tutta questione di tempo e di pazienza. Il tempo si rimetterà. Allora potremo far qualcosa. Accendere un falò, impiantare un eliografo, far segnali.

ARMSTRONG   (alzandosi e dirigendosi in fondo, a destra) — Una questione di tempo... di tempo, eh? (Egli guarda a terra e ride senza controllo) Noi non possiamo permetterci il lusso di far passare il tempo. Saremo tutti morti.

WARGRAVE — Penso che le precauzioni prese saranno sufficienti.

ARMSTRONG — Vi ripeto che saremo tutti morti. Tutti, meno uno... Egli ne studierà qualche altra... ci sta già pensando. (Siede di nuovo sul sofà).

LOMBARD — Povera Luisa.. Come si chiamava Clees? Dottore, l'ha uccisa in un momento in cui non poteva controllare i suoi nervi?

ARMSTRONG   (quasi  meccanicamente) — No,  la causa è un'altra: il vizio del bere. Ero allora un gran bevitore. Dio abbia pietà di me; ero ubriaco quando feci l'operazione... Una semplice operazione.  La mia mano tremava... (Si nasconde la faccia tra le mani) E' come se l'avessi davanti. Era una bionda contadina, alta, robusta.. Ed io la uccisi!

LOMBARD (alzandosi e spostandosi presso Vera) — E poi? Completi la confessione; le farà bene!

ARMSTRONG — La mia assistente se ne accorse, naturalmente. Ma ella  era legata a me, o all'ospedale. Cessai di bere. Mi dedicai allo studio delle malattie nervose..

WARGRAVE — Con grande successo. (Si alza e va verso il fondo).

ARMSTRONG — Uno o due colpi fortunati. I giornali ne parlarono. In questi ultimi anni ho avuto lavoro da non sapere dove girarmi. Ho raggiunto l'apice della mia carriera..

LOMBARD — Ma all'improvviso sbuca il misterioso signor Owen che demolisce d'un colpo l'impalcatura e lei n'è travolto!

ARMSTRONG (si alza) — La vuole smettere di fare dello spirito?

WARGRAVE (viene avanti a destra, interponendosi tra Armstrong e Lombard) — Signori, signori, per favore. Noi siamo tutti nella stessa barca. Non possiamo permetterci di bisticciare.

LOMBARD — E' giusto. Chiedo scusa.

ARMSTRONG — E' questa terribile inazione che fa saltare i nervi. (Siede sul sofà).

WARGRAVE - Noi abbiamo preso, ne sono convinto, le sole misure di sicurezza possibili. Finché  si rimane insieme, sorvegliandoci a vicenda, non possono accadere altri delitti. Siamo tutti disarmati e non siamo in possesso di veleni.

ARMSTRONG  — Ma non possiamo andare avanti così; avremo bisogno di cibo, di riposo...

BLORE — Sicuro.

WARGRAVE — Ovviamente l'unica  occasione  per l'assassino può capitare se uno di noi si allontana dagli altri. Finché ciò non si verifica, noi siamo salvi.

ARMSTRONG   —   Salvi?

LOMBARD — Lei non parla. Vera?

VERA — Non c'è nulla da dire... (Una pausa. Wargrave si alza e va verso il centro) Chissà che ora è. E' questa orribile attesa, attesa che passino le ore, pur avendo la sensazione che possono essere le ultime. Che ora è ?..

LOMBARD — Le otto e mezzo.

VERA  - Solo?

LOMBARD — E' pessima questa luce. Ci sono altre candele?

BLORE — Ce n'è un pacco intero. (Si alza. A Wargrave) La tempesta si sta un po' calmando, non le sembra? (Si avvicina, alla finestra).         

WARGRAVE — Forse. Non dobbiamo però essere troppo ottimisti.

ARMSTRONG — L'assassino ha tutto dalla sua parte. Sembra che anche il tempo voglia aiutarlo.  (Una lunga pausa).

BLORE - Si mangia qualcosa?

VERA (alzandosi e andando a sinistra) — Se lo desiderano, andrò a prendere della lingua in scatola ed a preparare del caffè. (Da uno sguardo alla porta) Ma loro quattro restano qui. (A Wargrave) Posso andare?

WARGRAVE — Veda, signorina Claythorne, potrebbe non essere consigliabile mangiare o bere quello

che lei ha preparato non in nostra presenza.

VERA— Oh! (Lentamente) Non ha fiducia in me vero?

WARGRAVE — Non si tratta di fiducia o sfiducia. (Vera  ritorna  lentamente in avanti a destra  e siede).

LOMBARD — E' molto difficile trarla in inganno, sir Lorenzo. (Alzandosi) Ebbene, se lei promette di non offendersi le dirò che la persona della quale sospetto è proprio lei.

WARGRAVE   (si alza andando a sinistra del sofà. Guarda Lombard freddamente attraverso i suoi occhiali da perfetto magistrato) — Nessuno di noi, capitano Lombard, può in questi momenti permettersi il lusso di offendersi.

LOMBARD — Non sospetto il signor Blore. (A Blore) Posso ingannarmi, ma non credo che lei abbia abbastanza immaginazione per architettare un piano così infernale. Comunque, se fosse lei il criminale, le darei atto di essersi comportato da perfetto attore.

BLORE — Grazie.

LOMBARD (pausa, guardando Armstrong) — Non credo nemmeno che sia il dottore. I suoi nervi non reggerebbero a tanto. (Guarda Vera in basso a destra) In quanto a lei, di nervi ne ha fin troppi, ma è di costituzione perfettamente sana, motivo per cui commetterebbe un delitto solo se ne avesse un fondato motivo.

VERA - (sarcastica) — Grazie.

ARMSTRONG (si alza) — Ho un'idea!

LOMBARD  — Splendido. Animale, vegetale o minerale?

ARMSTRONG   — Quell'uomo (indica Blore) dice che è funzionario di polizia. Ma noi non abbiamo prove di ciò. Egli lo ha detto soltanto dopo aver sentito il disco, quando fu pronunciato il suo nome. Prima pretendeva di essere un milionario sudafricano. Forse quella del funzionario di polizia è un’altra mistificazione. Cosa sappiamo di lui? Assolutamente niente.

LOMBARD — Egli è davvero un poliziotto. Non ci sono dubbi. Guardi i suoi piedi.

BLORE   (si alza e siede di nuovo) — Ora basta, signor Lombard.

LOMBARD — Bene, ora sappiamo a che punto; ci troviamo. Intanto, dottore, la signorina Claythorne sospetta di lei. Oh, sì, proprio! Ha osservato che occhiate oblique le lancia di tanto in tanto? Io sospetto sir Lorenzo. Blore sospetta me. Armstrong sospetta Blore. (A Wargrave) E lei, sir?

WARGRAVE — Sono convinto che tutto quanto è accaduto è opera di una persona facilmente identificabile. Ne potrei fare il nome, sicuro di non sbagliare.  (Una pausa. Egli guarda diritto avanti).

VERA — Chi sarebbe?

WARGRAVE — Non ritengo opportuno farne il nome in questo, momento.

LOMBARD — Non sarebbe opportuno nell’interesse generale?

WARGRAVE — Esattamente. (Ognuno guarda gli altri).

BLORE — Cosa direste se si andasse a mangiare un boccone?

ARMSTRONG — No, no, restiamo qui. Qui siamo sicuri.

VERA — Io non ho fame.

LOMBARD — Neanch'io ho appetito. Blore, se non può farne a meno vada da solo e faccia piazza pulita della tavola.

BLORE — Faccio una proposta. Se andassi a prendere una scatola di biscotti? (Si alza e va verso la porta della hall)

LOMBARD — Buona idea. (Blore attraversa) Oh, Blore…

BLORE  —  Eh?

LOMBARD – Una scatola chiusa, mi raccomando (Blore esce per la porta della hall dopo aver preso la candela sul mobile con i libri. Una pausa. Ognuno guarda la porta. Un colpo di vento, le tende fan rumore. Vera si alza. Wargrave siede sul lato posteriore del sofà) E' il vento che fa muovere le tende.

VERA — Chissà dove è finita la tenda del bagno, quella che Rogers cercava.

LOMBARD —Neanche con la più violenta immaginazione riesco a indovinare quello che un criminale potrebbe fare con una tenda scarlatta di taffettà.

VERA — Sembra che altre cose siano scomparse. La signorina Brent, per esempio, aveva perduto una matassa di lana.

LOMBARD — Cosicché l'assassino, chiunque egli sia, è anche un cleptomane.

VERA — Qual è il seguito della filastrocca? “Cinque poveri negretti…”

LOMBARD — “Un giudizio han da sbrigare: un lo ferma il tribunale…”

VERA — Cosa c'entra il tribunale? A meno che il giudice (Ella guarda il giudice).

WARGRAVE— Precisamente, mia cara giovane signora. Ecco perché io me ne sto seduto qui.

LOMBARD — Ah! Ma io la vedo nel ruolo dell'assassino, non della vittima.

WARGRAVE — Il suo è un linguaggio da ring.

LOMBARD (a Vera)— Attenta, signorina Vera, sta per avere inizio una lotta libera!

VERA — Quell'orribile filastrocca mi viene sempre in mente. Credo che la ricorderò fino alla morte. (Si rende conto di ciò che ha detto e guarda intorno gli altri. Una pausa. Armstrong si alza) Il signor Blore è via da un pezzo.

LOMBARD — Il lupo mannaro l'avrà ghermito.

WARGRAVE — L'ho già pregata, capitano Lombard, di risparmiarci il suo banale umorismo.

LOMBARD — Chiedo scusa, sir. Deve essere del nervosismo. (Blore entra portando una scatola di biscotti. Vera va a sedere sulla sedia, in centro a destra. Wargrave prende la scatola e l'apre).

WARGRAVE — Mani in alto. Lo frughino. (Armstrong e Lombard frugano Blore. Armstrong prende la scatola ed offre i biscotti a Vera. Blore rimette la candela sul mobile con i libri).

VERA – No grazie. (Blore siede avanti a sinistra).

LOMBARDA—Andiamo, lei non ha pranzato. (Egli va nel centro a destra, presso Vera).

VERA — Non potrei mangiare.

LOMBARD — L'avverto che Blore divorerà tutto.

BLORE — Morir di fame non ci gioverà certamente. (Triste) Come stiamo a sigarette? (Lombard cava fuori il suo portasigarette e lo apre, poi sospira sconsolato).

LOMBARD— Non ne ho più.

ARMSTRONG — Anch'io le ho finite.

WARGRAVE - Per fortuna io sono un fumatore di pipa.

VERA — Io ne ho un pacchetto intero di sopra nella valigia. Vado a prenderle. Ne fumo volentieri una anch'io. (Esce nella hall portando la candela del mobile con i libri. Wargrave va verso la porta guardandola).

BLORE (si alza, mette la scatola sul sofà e mangia di gusto) — Non sono cattivi questi biscotti.

LOMBARD — Come sono? Col formaggio?

BLORE — Formaggio e sedano.

LOMBARD — Quella ragazza dovrebbe mangiarne qualcuno. (Va vicino a Blore e prende un biscotto).

ARMSTRONG — Non ha i nervi a posto.

WARGRAVE — Non condivido la sua idea, dottore. La signorina Claythorne mi sembra una donna di temperamento freddo e deciso.

LOMBARD (fissando con curiosità Wargrave) — Ah, questa è la sua impressione?

BLORE (verso destra) — Che ne direste di un po' di whisky?

LOMBARD — Ottima idea, purché la bottiglia sia ben sigillata. (Dall'alto si sente un grido di terrore  da far gelare il sangue ed un grande colpo. I quattro uomini balzano in piedi. Lombard e Blore prendono le candele. Tutti e quattro corrono atta porta della hall ed escono in quest'ordine: Lombard, Blore, Armstrong e Wargrave. Quest'ultimo è più lento data l'età. La scena, appena Lombard e Blore sono usciti, resta al buio e ciò prima che Wargrave abbia raggiunto la porta. Si sentono rumori confusi fuori.  Quindi, sulla scena si sente la voce di Wargrave che grida a “Chi è là?”. Un colpo di arma da fuoco. Un movimento confuso sulla scena. Si sentono voci di fuori. Qualcuno va alla porta della hall e la chiude. I rumori di fuori diventano fiochi. Poi si avvicinano. La porta della sala da pranzo si apre. Indi la porta della hall. Si sente Blore che bestemmia. Si sente anche la voce di Armstrong)

VERA   (entra dalla porta della sala da pranzo camminando a stento) — Filippo, Filippo, dov'è?

LOMBARD (entrando attraverso la porta della hall) — Sono qui.

VERA — Perché non c'è un po' di luce? E' terribile al buio. Non si sa dove si è. Non si sa  dove sono gli altri.

LOMBARD — E' stata quella maledetta corrente d'aria nelle scale che ha fatto spegnere le candele. Qui, c'è un accendisigaro. (Lo fa funzionare. Siede alla sinistra di lei).

VERA — Dov'è il dottor Armstrong?

ARMSTRONG  (dalla hall) — Cerco i fiammiferi.

LOMBARD — Non  si curi dei fiammiferi, cerchi qualche altra candela.

VERA — Ho avuto una  paura pazza. Me la sono sentita proprio intorno alla gola...

LOMBARD  — Come fu?

VERA — La finestra della mia camera era aperta. Appena ho aperto la porta, la candela si è spenta. Ed allora un lungo groviglio di alghe mi lambì la gola. Credetti, all'oscuro, di essere strangolata da una mano bagnata... (Un mormorio fuori scena).

LOMBARD — Non mi sorprende che abbia urlato.

VERA — Chi ha sospeso quelle alghe nella mia camera?

LOMBARD  — Non lo so. Ma quando lo scoprirò,  egli si pentirà di essere nato. (Armstrong entra piano dalla hall).

VERA   (con forza) — Chi è là?

ARMSTRONG — Non si spaventi, signorina Claythorne. (Andando a destra) Sono io. (Una leggera luce attraverso la porta mentre Blore accende le candele. Egli entra portando una candela) Chi ha sparato quel colpo? (Vera si alza. Ella va in centro a sinistra si volta e da un grido. La luce rivela Wargrave seduto in fondo a destra sul divano presso la finestra. La tenda di taffettà è intorno alle sue spalle. La matassa di lana grigia avvolta come una parrucca sulla sua testa. Nel centro della fronte è un segno rotondo scuro da cui partono gocce rosse. Gli uomini sono in piedi, paralizzati. Vera urla.. Armstrong  fa cenno agli altri di stare indietro e si avvicina a Wargrave. Si piega su di lui indi si drizza) E' morto... Gli hanno sparato un colpo alla testa...

VERA (si appoggia alla finestra in fondo a sinistra) — “Un lo ferma il tribunale, quattro soli ne restar...”

ARMSTRONG — Signorina Claythorne!

LOMBARD — Vera!

VERA (a Lombard) — E' stato lei a suggerirmi l'idea di andare a prendere le sigarette. E' stato lei a mettere le alghe nella mia camera... Lei ha fatto tutto questo per poter uccidere al buio quel vecchio inerme... (La sua voce è bassa e piena di orrore) Ecco perché serviva la tenda rossa e la lana... Tutto stabilito... da tempo... Oh, mio Dio, lasciami andar fuori di qui... (Ella si avvicina alla porta e  quindi corre fuori mentre il sipario si chiude).

QUADRO SECONDO

La stessa scena, la mattina successiva. Brilla il sole. La stanza è nelle condizioni della notte precedente.

(Blore, Lombard e Vera siedono sul sofà volgendo le spalle al pubblico e mangiano lingua in scatola. Blore è all'estremità sinistra. Vera a destra e Lombard tra i due).

LOMBARD — “Tre poveri negretti son seduti tutti in fila mentre fanno colazion. Tutto andrebbe a perfezion se non fosse quel pensiero : chi per primo se ne andrà?

VERA — Oh, Filippo!

BLORE — Non si preoccupi, signorina Claythorne. Piace anche a me scherzare quando lo stomaco è  pieno.  (Posa  coltello e forchetta) Mi sento un altro uomo ora.  (Mette il suo piatto sul vassoio).

LOMBARD — Siamo stati  quasi ventiquattro ore senza mangiare :  abbassa il morale.

VERA — Alla luce del giorno tutto sembra indifferente.

LOMBARD — Non dimentichi che in qualche posto c'è un pericoloso pazzo omicida.

VERA — Strano! Non proviamo più la stessa angoscia. Eppure la situazione è sempre quella. (Posa il proprio piatto sul vassoio).

LOMBARD — Ciò dipende dal fatto che ora sappiamo con certezza chi è, non è vero, Blore?

BLORE — Sì.

LOMBARD — Prima ci guardavamo con sospetto domandandoci chi fra noi era il criminale.

VERA — Io ho sempre creduto che fosse il dottor Armstrong.

LOMBARD — Già, lo ha creduto sino a quando la situazione non divenne così imbrogliata che cominciò a sospettare di tutti.

VERA  (si alza, va presso la cappa del camino e prende da un pacchetto tre sigarette) — Alla luce del giorno tutto appare piuttosto sciocco.

LOMBARD — Veramente sciocco.

BLORE — Ammesso che si tratta di Armstrong, cosa sarà successo di lui?

LOMBARD — Difficile rispondere. Tutto fa supporre che si tratta di una fine simulata.

VERA   (dando a Blore ed a Lombard una sigaretta) — Sarebbe a dire?

LOMBARD   (accendendo la sigaretta di Vera) — Sull'orlo della roccia ho trovato una scarpa. Una sola scarpa, bene in vista, come se fosse stata messa lì apposta. (Accende la sigaretta di Blore e poi la sua) Deduzione : il dottor Armstrong si sarebbe suicidato.

BLORE  (alzandosi) — Egli ha tutto minuziosamente studiato. Perfino il piccolo negro in pezzi là  sulla porta. (Va in fondo a sinistra e ritorna).

VERA — Credo sia un po' esagerato pensare che un uomo deciso ad annegarsi si preoccupi di rompere la piccola porcellana.

LOMBARD — Proprio così. Ma noi siamo quasi certi che non si è annegato. Ma egli doveva essere, secondo il suo piano, la settima vittima.

VERA — E se fosse realmente morto?

LOMBARD — Credo poco alle morti senza cadaveri.

VERA (dando uno sguardo alla porta dello studio a destra) — Straordinario pensare che di là ci sonori cinque cadaveri, mentre noi siamo qui a mangiare tranquillamente la lingua in scatola!

LOMBARD — E' una prerogativa dello charme femminile non tener conto dei fatti; sei sono i cadaveri e non sono tutti là.

BLORE (venendo avanti un po' a sinistra) — Oh, no, no. La signorina Vera ha ragione; sono soltanto cinque.

LOMBARD — E la signora Rogers?

BLORE :— L'ho contata.

LOMBARD (si alza, un po' esasperato) — Li conti con me. Marston, uno. Signora Rogers, due. Generale Mackenzie, tre. Rogers, quattro. Emilia Brent, cinque. Wargrave, sei. (Vera porta il vassoio sul tavolo a sinistra).

BLORE  (contando i presenti)  — Sette, otto, nove, Armstrong dieci. E' giusto, vecchio mio. Scusi.

LOMBARD (siede, sul sofà rivolgendo il viso a Blore) — Non crede che sarebbe bene portare giù la signora Rogers e metterla in fila con gli altri?

BLORE — Sono un detective, non un becchino.

VERA — Per amor del cielo, smettiamola di parlar di cadaveri. Il fatto è che Armstrong li ha assassinati.

LOMBARD — Dovremmo aver capito subito che si trattava di lui.

BLORE — Come avrà fatto Armstrong ad impossessarsi della sua rivoltella?

LOMBARD — Non ne ho la minima idea.

VERA — Cosa accadde precisamente durante la notte?

LOMBARD — Dopo che lei, in un attacco di isterismo, si chiuse in camera a chiave, noi tutti si pensò che la cosa migliore da farsi era ancora quella di andare a letto.

BLORE — E così tutti ci coricammo barricandoci nelle nostre camere.

LOMBARD — Circa un'ora dopo, intesi qualcuno passare davanti alla mia porta. Uscii e picchiai alla porta di Blore. Egli dormiva  tranquillamente. Allora andai nella camera di Armstrong. Era vuota. Fu allora che bussai alla sua porta e gli dissi di non muoversi qualunque cosa accadesse. Dopo venni qui. La porta a vetri sul terrazzano era aperta e la mia rivoltella si trovava sul pavimento, vicino alla soglia.

BLORE — Ma perché mai avrebbe dovuto Armstrong buttare via la rivoltella?

LOMBARD — Non lo chieda a me. O gli è cascata per terra senza che se né accorgesse, o è pazzo.

VERA — Dove pensa che sia?

LOMBARD — Nascosto in qualche posto, aspettando l'occasione propizia per tentare il colpo su uno di noi.

VERA — Dovremmo cercare in casa.

BLORE — Per cadere in un'imboscata?

VERA (alzandosi) — Oh, non avevo pensato a questo. (Va in fondo a destra).

LOMBARD — E' proprio sicura di non aver sentito nessuno girare per la casa dopo che noi siamo usciti?

VERA — Come posso essere sicura? Mi è parso di sentire non una, ma cento cose. Che avessero persino dato fuoco alla casa per costringermi ad aprire la porta.

LOMBARD  —  Capisco.  Era  veramente in preda all'angoscia.

BLORE — Che, vale parlare? Cosa decidiamo di fare?

LOMBARD — Per mio conto nulla. Star seduti e non correre rischi.

BLORE — Io desidero andare in cerca di quell'uomo.

LOMBARD — Blore, lei ha l'istinto del vero cane mastino. Però ora deve confessare che quanto ci ha detto in merito al delitto di cui è accusato non risponde alla verità.

BLORE  (con esitazione) — Beh, ora la situazione è diversa e posso essere completamente sincero. Landor era del tutto innocente. D'accordo con quelli del mio gruppo lo feci condannare. Non mi sarei mai deciso a una confessione cosi difficile se….

LOMBARD — Non fossimo legati dallo stesso destino. E' questo quello che voleva dire?

BLORE — Non potevo certamente ammetterlo in presenza del giudice Wargrave.

LOMBARD — Bene, Blore, sono contento che lei abbia smesso quelle sue arie d'uomo integerrimo. Spero che in quell'occasione abbia   guadagnato bene..

BLORE (offeso) — Non come avrei dovuto. Matricolati furfanti quelli della banda Benny. Comunque ebbi la mia promozione.

LOMBARD — E Landor se ne andò in carcere e vi morì.

BLORE — Non potevo sapere che aveva i giorni contati...

LOMBARD — No, e quella fu la sua sfortuna.

BLORE — Sfortuna di Landor, lei vuoi dire?

LOMBARD — Anche sua. Perché proprio in conseguenza di quel fatto, lei rischia ora di finire la sua vita in modo così poco piacevole.

BLORE — Chi? Io? Da Armstrong? Starò attento.

LOMBARD — Molto attento. Ricordi che là ci sono solo tre negretti.

BLORE — Bene. E per quanto riguarda lei, cosa ha da dire?

LOMBARD — Andrà tutto bene, grazie. Mi sono trovato in difficili condizioni già altre volte e me la sono cavata. Ho intenzione di cavarmela anche questa volta.  (Una pausa) Comunque, ho una rivoltella.

BLORE .— Già, la rivoltella. Ora senta. Lei ha detto di averla trovata .là. Come può provare di non averla avuta sempre con sé?

LOMBARD   (sorridendo)   - Insiste sempre sullo stesso punto. Ma non c'è proprio posto nel suo cervello per più di un idea alla volta?

BLORE — No, ma l'idea è buona.

LOMBARD — E lei non la molla.

BLORE – AL suo posto avrei inventato una storiella migliore di quella.

LOMBARD — Ho pensato a qualcosa di semplice che un poliziotto potesse capire.

BLORE - Cos'ha da dire contro la polizia?

LOMBARD — Nulla, ora  che lei non ne fa più parte.

BLORE — Capitano Lombard, se lei è un uomo onesto, come pretende di esserlo...

LOMBARD — Oh, andiamo, Blore, nessuno di noi due è onesto.

BLORE — Se lei per una volta tanto dice la verità, dovrebbe agire lealmente e rimettere la rivoltella dove l'ha trovata.

LOMBARD - Non sia così sciocco.

BLORE - Ho già detto che frugherò tutta la casa per trovare Armstrong. Sono pronto a farlo; vuoi prestarmi quella rivoltella?

LOMBARD (alzandosi)  — No. Non  voglio. Quella rivoltella è mia e non me ne disfo.

BLORE  (con rabbia) — Allora sa cosa comincio a pensare?

LOMBARD — Non comincia a pensarlo ora. L'ha pensato ieri sera ed ora ci torna su. Che sia io e solo io l'ignoto signor Owen. E' così?

BLORE — Non posso dire il contrario.

LOMBARD — Bene, pensi quel diavolo che le piace. Ma l'avverto...

VERA   (per  troncare)  — Vi  comportate  proprio come dei ragazzi!

LOMBARD — Voglia perdonarmi, signora maestra.

VERA (a Blore) — Ma è chiaro che non è il capitano Lombard l'ignoto assassino. Lo sconosciuto Owen è Armstrong e gliene darò la prova.

BLORE — Oh, quale?

VERA — Pensi alla filastrocca. “Quattro poveri negretti, salpan verso l'alto mar; il delfino uno ne inghiotte, e tre soli ne restar”. Non vede il rapporto? Un delfino? Quello è il preteso suicidio di Armstrong?

BLORE — E' veramente ingegnoso.

VERA — Egli prova uno strano, infantile, matto piacere a seguire la filastrocca e far sì che tutto avvenga in relazione ad essa. Camuffando il giudice, uccidendo Rogers mentre era intento a spaccar legna, usando una siringa per la signorina Brent, mentre avrebbe potuto avvelenarla. Egli deve far tutto corrispondere.

BLORE .— Questo potrebbe darci un indizio. Cosa dovrebbe accadere ora? (Va presso il caminetto e legge “I tre poveri negretti allo zoo vollero andar; uno l’orso ne abbrancò e due soli ne restar.” (Egli ride) Avrà da lavorare ora per cavarsela. Non esiste uno zoo in quest'isola. (Il suo riso è troncato  di colpo  appena la sua attenzione si rivolge alla grande pelliccia d'orso su cui egli poggia i piedi. Si sposta subito e si rivolge a Lombard) Capitano Lombard,  e se  bevessimo una buona bottiglia di birra?

LOMBARD — Ma la smetta di pensare sempre al suo stomaco, Blore. Questa sua avidità nel mangiare e nel bere le nuocerà.

BLORE — Ma c'è tanta birra in cucina.

LOMBARD — Già, ma se qualcuno volesse liberarsi di noi, potrebbe proprio per prima cosa aver pensato di mettere una dose di veleno in una graziosa bottiglia di birra. (Dall'esterno un rumore simile a quello di un motoscafo. Vera si alza).

BLORE — Cos'è quello? Un motoscafo. Un motoscafo. (Corrono tutti verso il terrazzino. Blore va fuori sul terrazzino. Si sente un urlo, indi un fracasso ed un colpo).

VERA — Oh, Dio!  (Si copre gli occhi con le mani. Lombard con la rivoltella in mano corre alla finestra, guarda fuori, indi ritorna lentamente nella stanza. Vera si alza e siede a sinistra).

LOMBARD — Blore ha avuto la sua parte.

VERA — Come?

LOMBARD — Una stupida trappola, già a posto, un filo attraverso la porta attaccato a qualche cosa in alto.

VERA — Egli è...

LOMBARD — Sì. Schiacciato. La testa maciullata. Quel grande orso di bronzo che reggeva un orologio presso l'approdo.

VERA — Un orso? Oh, che cosa orribile!

LOMBARD — Ed ora siamo rimasti noi due. Dobbiamo badare seriamente a noi stessi.

VERA — Non lo potremo. Egli ci prenderà. Non andremo più via da quest'isola.

LOMBARD — Oh, sì, ce ne andremo. Io non sono stato ancora battuto.

VERA — Non sente che vi è qualcuno, ora, in questa stanza... che ci guarda... che ci guarda ed aspetta?

LOMBARD — E' soltanto effetto dei nervi.

VERA — Non sente?

LOMBARD   (con veemenza) — No, non sento!

VERA (si alza e va verso il centro) — La scongiuro, Filippo, usciamo da questa casa comunque! Forse potranno vederci, se quella era una barca.

LOMBARD — Va bene. Ce ne andremo sulla sommità dell'isola ed aspetteremo un soccorso.

VERA — Qualunque soluzione è migliore che rimanere qui.

LOMBARD - Non avrà freddo con quell'abito?

VERA — Avrei più freddo se fossi morta.

LOMBARD — Forse ha ragione. (Va alla finestra) Una rapida ricognizione.

VERA — Attenzione, Filippo, per carità. (Lo segue al lato destro della finestra).

LOMBARD — Io non sono Blore. (Esce sul terrazzino e guarda, giù. E' colpito da ciò che vede). Ehi, c'è qualcosa che galleggia ed è spinta contro gli scogli.

VERA — Cosa? (Guarda insieme a lui) Sembra un corpo.

LOMBARD (con nuova strana voce) — E' meglio che lei aspetti qui. Vado a dare un'occhiata. (Esce lungo il terrazzino verso sinistra. Vera torna, nella stanza).

VERA — Armstrong... il corpo di Armstrong... (Riappare Lombard che cammina molto lentamente).

LOMBARD  — E' Armstrong. L'alta marea ha spinto verso la riva il cadavere.

VERA — Cosicché non vi è nessuno sull'isola... nessuno eccetto noi due.

LOMBARD — Si, Vera. Ora noi finalmente sappiamo : chi siamo.

VERA — Precisamente.

LOMBARD — Un bellissimo trucco il suo, con quel filo. Il vecchio Wargrave pensò dal primo momento che lei fosse pericolosa.

VERA — Lei...

LOMBARD — Così è stata lei ad affogare quel bimbo.

VERA — Non sono stata io. Si sbaglia. Mi creda, per favore. Mi stia a sentire, prego.

LOMBARD — Sto a sentire. Sarà meglio che ne inventi una buona.

VERA — Non è una storia quella che le racconto. E' la verità. Io non uccisi quel bimbo. Fu altri.

LOMBARD — Chi?

VERA — Un uomo. Lo zio di Pietro. Si chiamava Ugo. Io ero innamorata di lui.

LOMBARD — Il racconto diventa interessante.

VERA — Mi risparmi il suo sarcasmo. Era l'inferno. Un vero inferno. Pietro era nato dopo la morte di suo padre. Se non fosse nato Ugo avrebbe ereditato tutto...

LOMBARD— Ben nota storia dello zio cattivo...

VERA — Sì. Egli era cattivo... Ed io non lo sapevo. Diceva di amarmi ma di essere troppo povero per sposarmi. C'era uno scoglio lontano che Pietro sempre desiderava di raggiungere a nuoto. Naturalmente non l'avrei lasciato andare; era pericoloso. Un giorno eravamo sulla spiaggia  ed io fui costretta a tornare a casa per qualcosa che avevo dimenticato. Quando tornai indietro, vidi Pietro che nuotava verso lo scoglio. Capii subito che non poteva raggiungerlo, la corrente era più forte di lui. Corsi verso la spiaggia ed Ugo tentò di fermarmi : “Non essere stupida”, egli disse. “Io ho detto al piccolo asino che poteva farlo”.

LOMBARD - Vada  avanti. E' interessante.

VERA — Lo respinsi. Egli cercò di fermarmi, ma riuscii a svincolarmi e corsi via. Mi buttai in mare e nuotai verso Pietro. Scomparve prima che io potessi raggiungerlo.

LOMBARD — Ed ogni cosa andò liscia in istruttoria. Fece la figura di una ragazza coraggiosa e lei si guardò bene dall'accusare Ugo.

VERA — Lei crede che qualcuno mi avrebbe creduto? Per di più non potevo. L'amavo veramente.

LOMBARD — Bene, è una graziosa storia. Ed allora suppongo che Ugo non si curò più di lei.

VERA — Può pensare che io volessi ancora vederlo?

LOMBARD — Vera, lei è una bugiarda.

VERA — Non può credere proprio quando le si dice la verità?

LOMBARD — Chi preparò la trappola che uccise Blore? Io no, ed Armstrong è morto. Io ho contravvenuto a quasi tutti i comandamenti nella mia vita e non sono un santo. Ma c'è una cosa da cui rifuggo, ed è il delitto.

VERA — Lei rifugge dal delitto? E che dire, di quegli indigeni che fece morire in Africa?

LOMBARD — Tutto ciò è ridicolo. Non sono colpevole io.

VERA — Cosa vuol dire?

LOMBARD — Per una volta, una volta sola, badi bene, feci l'eroe. Rischiai la vita per salvare quella dei miei uomini. Lasciai loro il mio fucile e le munizioni, e tutti i viveri disponibili e tentai la sorte attraverso i cespugli. Fui assistito dalla più incredibile fortuna, ma non ci fu tempo per salvarli. Invece si sparse la voce che io li avessi abbandonati di proposito.

VERA — E lei s'illude che io possa credere questo?

LOMBARD (perdendo completamente il controllo di sé) — Vada all'inferno.

VERA (indietreggia, verso la finestra di destra) — Perché non me ne accorsi prima? Le si legge in faccia... la faccia di un assassino...

LOMBARD — Lei non può continuare ad ingannarmi.

VERA — Oh!... (Si piega in avanti come se svenisse. Lombard corre per sostenerla. Lei gli strappa la rivoltella) E ora a noi due!

LOMBARD (indietreggiando) — Vile, piccolo diavolo!

VERA — Se si avvicina di un passo, sparo!

LOMBARD — Lei, giovane, graziosa e matta, proprio matta. (Fa un movimento verso Vera. Questa spara. Egli cade avanti a sinistra. Ella corre a lui con gli occhi pieni di orrore mentre si rende conto di ciò che ha fatto. La rivoltella, cade dalla sua mano. Improvvisamente si ode un sommesso ridere proveniente dalla porta dello studio. Volge la testa in quella direzione, il riso diventa più forte. La porta dello studio si apre lentamente ed entra, Wargrave. Ha in mano una corda).

WARGRAVE — Tutto si è realizzato! I miei dieci piccoli negri... la mia filastrocca... la mia filastrocca...

VERA — Ah!.. (Un urlo soffocato)

WARGRAVE  (con ira) — Silenzio nell'aula! (Guarda intorno sospettosamente) Se si sente ancora rumore, farò sgombrare l'aula.  (Va verso il centro a destra. Vera indietreggia verso il fondo) Va tutto bene, mia cara. Va tutto bene. Non si spaventi. Questa è una Corte d'Assise. Lei troverà giustizia qui. (Egli attraversa a sinistra, chiude a chiave le porte. Vera si sposta a destra. Confidenzialmente) Lei credeva che io fossi morto. (Al di là del sofà) Armstrong disse che io ero morto. Quella fu la parte più sottile del mio piano. Gli dissi che avremmo preso in trappola l'assassino. Ci mettemmo d'accordo di simulare la mia morte, perché lo fossi libero di spiare il reo. Egli trovò il piano eccellente, venne fuori di notte per incontrarmi presso lo scoglio. Lo mandai giù con una spinta, così facilmente. Un delfino lo inghiottì subito. (Vera è pietrificata dall'orrore. Viene avanti a destra del sofà. In maniera confidenziale) Sappia, Vera Claythorne, che ho sempre sentito la frenesia di sopprimere qualcuno. Sì, di sopprimere qualcuno. Mi sono dovuto accontentare di placare questo mio desiderio alla meglio condannando i rei a morte. (Vera cerca di avvicinarsi per prendere la rivoltella. Wargrave la sorveglia) Ho sempre goduto di ciò, ma non era abbastanza. Volevo di più... volevo dare la morte io stesso, con le mie mani... (Egli segue Vera a sinistra. Vera si appoggia alla porta inferiore. Improvvisamente   controlla la sua eccitazione  e parla con severa dignità) Ma io sono un giudice dell'Alta Corte. Ho il senso della giustizia. (Come se sentisse una eco) Come tra il nostro Sovrano Signore il Re e l'imputato in giudizio... piena luce sarà fatta. Rei, mio Signore. Sì. (Fa cenno di assenso col capo) Rei. Loro erano tutti colpevoli ma la legge non poteva toccarli; così ho dovuto prendere io la legge nelle mie mani. (Egli alza le mani in  delirio) Nelle mie mani. Silenzio nell'aula! (Vera picchia alla porta. Wargrave la prende per un braccio e la tira a destra al di là del sofà)  Antonio Marston prima. Indi la signora Rogers. Cianuro nell'acquavite. Mackenzie, pugnalato. Colpito Rogers con una scure mentre spaccava la legna. Drogato il caffè di Emilia Brent perché non sentisse la puntura. Trappola per Blore. (Confidenzialmente) Blore era uno sciocco. Fui sempre convinto che sarebbe stato facile prenderlo. Una trovata geniale fu la restituzione della rivoltella. Rese interessante l'epilogo. Sapevo che alla fine loro due avrebbero sospettato l'uno dell'altro. La questione era: chi avrebbe vinto? Ho avuto fiducia in lei. L'eterno femminismo finisce sempre con il trionfare. E poi è sempre più eccitante avere per ultimo una ragazza. (Egli sale sul divano e Vera cade a terra) Imputato, ha niente da dire in sua difesa? Vera Elisabett Claythorne, Io la condanno a morte...

VERA (con un improvviso altissimo grido) — Pietà, pietà, io non sono colpevole, io non sono colpevole.

WARGRAVE — Ah, tutti dicono così. Debbono dire di essere innocenti. A meno che naturalmente cerchino di strappare una sentenza che li dichiari pazzi. Ma lei non è pazza. (Molto ragionevolmente) Io sono pazzo, ma lei no.

VERA —.Ma io sono innocente. Lo giuro. Non ho ucciso quel bimbo. Lei è un giudice. Lei sente quando una persona è colpevole e quando è innocente. Io giuro che dico la verità....

WARGRAVE — Così, dopo tutto non è stata lei ad annegare quel ragazzo? Davvero interessante! Ma ciò non ha molta importanza ora, non è vero?

VERA - Che...   (Ella emette suoni inarticolati mentre la fune penzola davanti a lei).

WARGRAVE — Io non posso sciupare la graziosa canzoncina. I miei dieci piccoli negri. Lei è l'ultimo. Un povero negretto lasciato tutto solo. Andò ad impiccarsi. Io debbo avere la mia impiccagione… la mia impiccagione.... (Lombard si solleva lentamente, afferra la rivoltella e tira un colpo. Wargrave cade riverso sul sofà).

VERA — Filippo...  Filippo...   (Siedono sul pavimento, di fronte al sofà).

LOMBARD — Niente di male, diletta. Niente di male.

VERA — Credevo che lei fosse morto. Che io l’avessi ucciso.

LOMBARD — Grazie a Dio le donne non sono capaci di prendere la mira giusta. Almeno, non proprio giusta. 

VERA — Non potrò mai dimenticare.

LOMBARD — Oh, sì, dimenticherà. Sappia che la storia dei “Dieci poveri negretti” ha anche un’altra conclusione:

“Il superstite negretto

tutto solo a nozze andò

più nessuno ne restò”

(Egli prende la fune e mette anche lui la testa nel nodo scorsoio. La bacia. Si sente lontano il rumore di un motore).

FINE