Dietro la porta

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Dietro la porta

Dietro la Porta

Di autori vari (tra cui Edgardo Rossi, Sergio Notti, Silvano Baracco, Mauro Fornaro)

Scena uno - Interno - Sera - Uno studio televisivo

L'Annunciatrice annuncia il talk-show.

Annunciatrice: Signore e signori buonasera, fra pochi istanti dal Teatro Pascoli in Roma andrà in onda il talk-show DIETRO LA PORTA, auguro a tutti voi una buona visione.

Scena due - Interno - Sera- Il Palcoscenico di un talk-show

Il sipario si apre, al centro del palco c'è Carletto Valli con una cartella tra le mani. L'uomo avanza verso il proscenio e s'inchina e poi fa accomodare gli ospiti, accompagnati da un valletto, della puntata. Un traduttore entra sul palco da destra e un traduttore per sordomuti entra da sinistra, i due si sistemano in piedi vicini al centro del palco.

L'entrata e l'inchino del presentatore è accompagnata da una sigla musicale.

Applauso

Carletto Valli (inchinandosi): Gentili amiche e amici di tute le sere, cari affezionati telespettatori, insieme siamo giunti al 31° anno e alla 795esima puntata, un record che è stato reso possibile solo grazie al vostro insostituibile appoggio, grazie

(applausi) (Valli allarga le braccia e muove il capo)

grazie ancora, grazie per la fiducia che mi avete accordato in tutti questi anni grazie dal profondo del cuore. Ricordiamo che noi siamo una trasmissione di servizio nazional popolare e dunque un applauso a nostri validi traduttori, che semplificando l'alto linguaggio dei nostri ospiti lo renderanno comprensibile anche alla parte popolare del nostro amato pubblico, rendendo un servizio culturale di cui noi giustamente andiamo orgogliosi. Un applauso anche per il traduttore per i non udenti. (applausi)

Passiamo ora agli ospiti di questa sera: la dottoressa Tatiana Urkovic dell'ateneo di Scandicci, esperta di coniugazioni generazionali.

Il Traduttore: (si agita verso la regia, segnala che non sente bene nelle cuffie, il traduttore per sordomuti mima)

Applausi

La dottoressa entra, abbassa leggermente il capo e si siede.

Carletto Valli: Il dottor Giangaleazzo Modesti, esimio professore delle Scuola Superiore di Comunicazione Endomorfa di Modica.

Applausi

Carletto Valli: La professoressa Maria Rosaria Santini, della libera Università di Castruccio dei Volsci, docente di Pensiero Molle e autrice del libro "La giovinezza di Arteo", un saggio sul dramma dei brufoli giovanili.

Applausi

Il Traduttore: (continua ad agitarsi verso la regia, segnala che non sente bene nelle cuffie, mimato dall'altro traduttore)

Carletto Valli: La dottoressa Sara Montgomery Cliff dello Junior Institute of research di Edimburgo, specialista negli spostamenti progressivi dell'età.

Applausi

Carletto Valli: Lo studioso di problemi giovanili dottor Giovanni Maria Diavoloni, autore del famoso libro "Dove sono i giovani? Boh?"

Applausi

Carletto Valli: Il gradito ritorno dell'amico professor Victor Teoni, esimio docente della facoltà di scienze dell'Intervallo Temporale dell'Accademia Internazionale di Ramacca, studioso dei Movimenti Post-Traumatici Giovanili nei primi sei mesi del 1970, illuminato esperto de che, autore di molti libri e saggi sulla corrente dei giovani dell'altro ieri, vale a dire gli anziani di oggi.

Applausi

Carletto Valli: Un applauso a Roberto il nostro vallettone e maitre di cerimonia, ma andiamo ad iniziare.

Applausi (si sposta dietro agli ospiti e un'inserviente gli porta uno sgabello alto)

Grazie a tutti voi per essere qui con noi questa sera. Il tema del dibattito è "chi sono i giovani?" (parlando Valli si avvicina al Prof Modesti)

Caro professor Modesti, lei che è da sempre un comunicatore nato, cosa ci dice dell'odierna crisi d'identità che sta trasformando il mondo giovanile?

Modesti: Ecco caro Valli, oggi la crisi nel mondo dei giovani è una vera cartina di tornasole…

Traduttore: Il problema sta dentro la cuffia, la risposta… come… fuori. (l'altro traduttore mima con gesti buffi)

Valli: Molto chiaro, professore, e il disegnatore della cartina lei dove lo colloca?

Traduttore: (facendo segno di sentire qualcosa) Montanaro… prof. Il giocatore ha la tartina dove l'ha incollata? (l'altro imperterrito mima sempre)

Modesti: Non capisco di quale disegnatore sta parlando?

Traduttore: Annuisco, è virtuale… il sognatore sta belando? (l'altro mima le parole)

Valli: (facendo segno d'intesa con gli indici alzati) Ma il signor Tornasole, la cartina di…

Modesti: Il signor Tornasole? Ma… Valli è incredibile… lei…

Traduttore: Complimenti, oggi il tempo è bello e lei Valli è incredibile. (l'altro mima)

Valli: (con noncuranza) Benissimo ancora grazie, prof, è stato illuminante. (l'altro mima)

Traduttore: Bellissimo, grazie per l'ancora, prof ha pestato… un ruminante

Applausi

Valli: (rivolgendosi alla Urkovich) Cara dottoressa, il suo cane Pipino è molto giovane?

Traduttore: (sguardo smarrito) I fichi sono buoni? (L'altro mima)

Urkovich: Ecco non capisco la domanda…

Traduttore: (fa un gesto come per dire che non ha capito, l'altro mima il gesto)

Valli: (Si alza dallo sgabello e si dirige verso il centro del palco) Grazie, grazie per il suo contributo, grazie. (entra un cameriere con una bibita e un bicchiere, sullo sfondo il traduttore si asciuga il sudore, Valli prende la bottiglia, versa il contenuto nel bicchiere e beve) Consigli per chi ha sete "ah! Ora sì che mi sento meglio, Ginofizzo la bibita con il pizzo" (Valli con la mano si tocca il pizzo) che ti rimette a posto".

Ragazza: (entra una ragazza con i tacchi alti che ritira bottiglia e bicchiere) Ginofizzo, poco alcool e… tanto sfizio!

Applausi

Valli: (andando verso il prof Diavoloni) Bene, rieccoce qua, prof Diavoloni, ma questi giovani che fanno tutto il giorno.?

Traduttore: Il rene precoce da, prof dei covoni, ma questi giovani perché muto il giorno? (l'altro mima)

Diavoloni: Ma, sa il dramma giovanile che io ho estrapolato…

Traduttore: (tornando a segnalare che non sente, mimato dall'altro, entrano due inservienti che portano via il traduttore, l'altro segue continuando a mimare) Milano Linate 23, Bologna Panigale 28, Roma Fiumicino 26… (con faccia stravolta)

Valli: (sempre indifferente a tutto): Molto chiaro prof, molto chiaro. (Valli si sposta verso la prof. Santini) Professoressa Santini suo nonno ha inventato i famosi cartoncini elettorali che ancora oggi sono chiamati col suo specifico cognome Santini, a tal proposito cosa mi dice della politica dei giovani…

Santini: Oggi i giovani vedono un mondo che…

Valli: Grazie prof, per il suo pensiero. (guardando diritto la telecamera) Consiglio per il gatto.

Ragazza (entra una ragazza che porta una scatola): La Torta del GattoBello, da oggi con un nuovo gusto, fragola e limone, la Torta del GattoBello, una vera bontà per fare felice il vostro gatto, torte GattoBello non parole (la ragazza allunga un braccio graffiando l'aria) …MIAO

Valli (spostandosi verso la dottoressa Montgmery): Proseguiamo con la nostra inchiesta… Dottoressa Sarah Montgomery Cliff quante sono le civette sul comò? Una due tre quattro o cinque, (un gong suona) peccato dottoressa veramente peccato, ahi ia iai lei ha perso i 60 miliardi di dollari messi in palio dal nostro sponsot "Arrabat", fiato ai clacson…

Montgomery Cliff (in preda ad una crisi isterica viene portata via da due inservienti) No, non è possibile, no non mi capiterà mai più, mai più…

Ragazza (entra, ha una bomboletta in mano e la usa per profumarsi) Arrabat il profumo per lei, per lui, per lui/lei/lui, il mio profumo, il tuo profumo, per tutti. Arrabat lo trovi nelle migliori profumerie della tua città. Arrabat parfums Paris. (la ragazza esce)

Valli: (si siede accanto a Teono e i due si stringono le mani) Caro Teoni…

Teoni: Caro Valli…

Valli: Caro, caro Teoni, lei che ha il pregio della chiarezza faccia il punto di questa validissima e colta discussione.

Teoni (staccandosi e gesticolando molto) Dunque i giovani non esistono, essi sono un parto della necessità, incoerenti per natura, instabili nel sentire, fragili nel vedere, metereopatici nel deglutire, cincischianti nel cantare, essi…

Nota iniziale: le varie scene della commedia verranno montate di volta in volta in diretta, diventando l'azione essa stessa parte attiva della commedia.

I scena

Personaggi:

P: Presentatore (Valli)

N1: Primo narratore

N2: Secondo narratore

N1: (entrando in scena sul palco, da destra, parlando alle persone sullo schermo) E piantatela di sparare cazzate, fate solo pena i giovani non sono così! (tutti si interrompono sorpresi cercando di capire da dove la voce proviene, primo piano su Valli)

P: Ma chi è intervenuto? Questo non era previsto, se avete cambiato il palinsesto dovete avvisarmi, io…

N2: Ma che palinsesto, noi siamo veri e siamo fuori dallo schermo, guardate da questa parte.

Il presentatore volge lo sguardo verso destra da dove proviene la voce, quasi si sporge per vedere meglio, parte un suono acuto, le immagini spariscono, resta illuminato solo lo schermo.

Il presentatore viene strappato dallo schermo, un abile gioco di luci deve rendere l'uscita la più reale possibile, appena il presentatore appare in scena accorrono dei truccatori che lo privano dei simboli del suo personaggio (gli tolgono la parrucca, il pizzo, la cartellina), il presentatore appare disorientato.

P: Ma… dove sono? Che sta succedendo? Che state facendo? (mentre parla lo stanno struccando e gli portano via la cartellina, cerca di reagire) Ehi, fermi, ma siete impazziti. Chi ha autorizzato questo? La trasmissione non è finita.

N1: Guardi che non è più in televisione, ora è tornato nella vita reale.

N2: Quella che forse non frequenta da un po' troppo tempo.

Il presentatore si guarda attorno. Cerca di rendersi conto di cosa sta succedendo.

P: Queste voci, le riconosco. Voi siete i due che sono intervenuti in trasmissione... Questo è un teatro, non può essere un caso, questo è uno scherzo. (riacquistando un po' di sicurezza) Dai vi ho scoperto è una delle tante presunte Candid camera, ma io non ci sono cascato. Quindi smettetela, e poi non vi darò l'autorizzazione a mandare in onda quello che avete ripreso. Ci mancherebbe, mi avete anche struccato, andiamo, non è professionale. (guarda i due narratori per vederne la reazione). Su dai uscite fuori.

N2: Guardi che quello che sta succedendo non è affatto uno scherzo, lei è davvero qui su questo palco, e noi, lo ripetiamo, non facciamo parte di nessuna trasmissione televisiva

P: (si guarda attorno incredulo, si muove indeciso) Ma come può essere possibile, andiamo non è mica un film.

N1: Ma riesce a parlare normalmente, senza citare sempre la televisione, il cinema o lo spettacolo. Quello che è avvenuto può anche sembrare strano ma è la realtà. Lei è stato portato qui per conoscere davvero chi sono i giovani.

N2: Quello che stavate dicendo in televisione era solo una farsa, i soliti tuttologi, che parlano, parlano, e alla fine sparano solo cazzate. Non mi dica che lei ci crede a quello che stavano dicendo.

P: Ma come è possibile tutto questo? Io ero in uno studio televisivo e adesso sono qui, come ci sono arrivato, chi mi ci ha portato?

N2: Chiaramente noi, vede forse degli altri qui.

P: Ma io voglio sapere come ci sono arrivato, non è normale, non è possibile.

N1: (con tono quasi ironico) Oggi sono possibili tante cose, mettiamola così, data la situazione, noi siamo una sorta di Virgilio e lei una sorta di Dante e stiamo per iniziare un viaggio, diciamo così un viaggio nel mondo dei giovani, così come è veramente.

N2: Il viaggio avverrà qui, su questo palco, di volta in volta verranno montate le scene e si narreranno delle storie.

N1: Storie di giovani, ovviamente

P: Ma voi siete matti, io me ne vado (fa per uscire)

N2: Beh, prima di tutto da qui non si può uscire e poi non è curioso, questo potrebbe essere uno scoop, le stiamo offrendo la possibilità di vedere un qualcosa che potrebbe diventare una trasmissione (con voce suadente) molto particolare.

N1: Forse unica, che potrebbe essere il successo televisivo dell'anno.

P: (prendendo un aspetto interessato) Se ne può discutere, ovviamente mi darete l'esclusiva.

N1: (rivolgendosi ad N2) Secondo me è irrecuperabile, è tempo perso.

N2: No, vedrai che qualcosa di buono ne caveremo da questa storia.

N1: (rivolgendosi a P) Guardi bene, sta per iniziare. Ora vedrà un giovane e la sua famiglia. Una famiglia un po' particolare, o forse solo normale.

In famiglia

Personaggi:

F: Francesca (figlia)

M: Marta(mamma)

N: nonno

P: padre

In scena viene allestita una classica cameretta da ragazzi. Con mobili e suppellettili.

1^ Parte

La ragazza è spaparanzata stupidamente sulla poltrona, sguardo fisso nel vuoto, nella direzione del televisore (TV non vista da pubblico); gioca con il telefonino e contemporaneamente continua a cambiare canale (si sentono solo spezzoni di dialoghi e pubblicità). A quel punto si concentra sulla TV e getta il telefonino alle sue spalle.

M: (Da fuori scena) Francesca, sono quasi le 3; hai già iniziato a studiare Filosofia?

F: mmmmh……..

M: Allora!?

F: Mamma, sei sorda, ti ho detto “mmmmh”! Vuol dire che sto ripassando mentalmente e poi domani, forse, il prof. non c’è ed io rischio di studiare per niente.

M: (entrando in scena) E se invece si presenta, tu cosa fai!?

F: Vorrà dire che m'inventerò una delle classiche scuse….

M: E sarebbero?

F: Ma, …non so…, ah sì ecco: gli dico che oggi mio nonno era convinto di aver perso la dentiera e io ho, purtroppo, dovuto utilizzare tutto il pomeriggio per cercargliela, dovendo così rinunciare allo studio della sua materia.

-La mamma fa una faccia da pesce bollito

M: Ahm…e se ti chiede se l’hai trovata?

F: Gli dico che l’aveva in bocca.

-Intanto Francesca continua a guardare la TV, mentre la mamma inizia a spolverare qualsiasi cosa, fino al sotto del tavolino di cristallo e Francesca si lamenta con mugugni, perché non riesce a vedere. La mamma esce dalla scena.

-Si sentono rumori molesti (KABLAMM….CRASH…)

M: Aaahhhh!!!!

F: Sssshhhhh, allora!! Cos’è tutto sto casino!!??

- La mamma rientra in scena zoppicando.

M: Cos’è sto casino!? È la tua foresta pluviale, è. Stavo entrando nella tua camera per rifarti il letto, che tu col cavolo che rifai, e sono inciampata su uno smalto sul pavimento e cadendo, per non spaccarmi la faccia mi sono aggrappata al filo di quello scatolone da tre milioni che usi solo per giocare, il quale mi è rovinato addosso; per fortuna mi sono spostata e l’ho evitato, finendo su un cumulo di vestiti di cui non si vede la fine.

F: Il mio computer!!!!!!!!!

M: (Gridando sempre più) Ma come fai a vivere in quel porcile, vai subito a riordinare, che se fra 10 minuti non vedo tutto splendente e ordinato tu non esci più fino all'età della pensione. E poi fagli prendere un po’ d’aria, che c’è talmente tanta umidità che in un angolo mi è sembrato di vedere un gruppo di ninfee.

F: Non toccare le mie ninfee!!!!!!!!!!

- Francesca esce correndo verso sinistra

- Entra il nonno con il bastone e la mano sinistra tremolante.

- La madre lo fissa con stupore.

M: (Con aria incerta) Ciao papà, ma…non era l’altra la mano che ti tremava?

N: (Si guarda le mani pensando) A già! Hai ragione! (Inizia a far tremare l’altra mano)

M: Senti papà, ti stavo dicendo, ma dove sei stato tutto il pomeriggio?

N: Ho solo fatto un giro di tutte le ferramenta del circondario per chiedere i prezzi dei nuovi trapani a colonna professionali; sai…il mio hobby del bricolage…

M: Ah, ho capito, ma perché, tanto che ci sei non compri anche un piccolo altoforno, così non devi neanche più scendere a comprare viti e bulloni.

N: Eh, non è mica una brutta idea. Ma Marta, cos’era quel trambusto che ho sentito entrando?

M: Era quella disgraziata di Francesca che, come al solito, mi ha fato andare fuori dai gangheri.

N: Eh, ma sai, i giovani sono tutti fatti così, in ogni epoca, bisogna capirli.

M: Capirli un corno! Ti ci metti anche tu adesso?! Ma com’è che quando ero giovane io non facevi che rimproverarmi?

N: Eh, allora erano altri tempi…

M: Ma non hai appena detto che i giovani sono uguali in tutte le generazioni?

N: (Con aria estremamente stupita) Chi? Io?

M: Sì, certo!

N: Mah, sarà…Eh, ai miei tempi sì che c’erano valori veri, non caos e maleducazione come oggi…Se ci fosse ancora chi dico io…

M: Taglia papà, che questa storia l’hanno imparata anche quelli del piano di sopra, a forza di sentirla. Piuttosto dammi una mano in cucina, che stasera voglio preparare il minestrone, il cotechino e fagioli con le cotiche, sai è sera, bisogna stare leggeri.

N: Come? Ti devo sempre aiutare? Guarda che ieri ho lavato il mio pappagallo e la mia dentiera nella lavastoviglie con i piatti e le posate per risparmiare un lavaggio e l’altro giorno ho persino lavato il peluche marrone di Francesca in lavatrice.

M: Ma papà, guarda che il peluche che dici tu è là sul divano.

N: Ah, è vero,… chissà cosa ho messo nella lavatrice allora? Beh, comunque adesso non ho proprio testa di aiutarti a cucinare; mi riposo in poltrona.

- Il nonno prende un giornale e lo legge con gli occhi distanti pochi millimetri dal foglio.

M: (andando fuori scena) Va bè, mi arrangio da sola.

- Dopo qualche istante un gatto entra in scena e gli si strofina contro le gambe. Il nonno distoglie l’attenzione dal giornale.

N: Bello, bello micino vieni qua, bravo Romeo.

M: (Da fuori scena) Papà quello non è Romeo, è Fufi, l’altro gatto; Romeo è sparito da due giorni e non lo trovo più, povera bestia.

N: (Tra sé e sé) Ah, ecco cosa ho messo nella lavatrice.

-Si spengono le luci sul palco, restano accese quelle della parte esterna del palco.

Entrano di nuovo in scena il presentatore e i due narratori.

P: Ma cos'è questa… questa… roba?

N1: Diciamo che è un tipico quadretto familiare, uno, come dite voi esperti, stereotipo. In televisione quando ci fate vedere le famiglie le idealizzate, ma in realtà pensate che le famiglie che seguono i vostri programmi siano simili a questa.

P: Ma cosa dice non è vero, non mi risulta. Io nel mio programma cerco di evidenziare delle realtà di tutti i giorni che…

N2: Lasci perdere, non ci crede neanche lei in quello che dice, o se ci crede è peggio, vuole dire che ha forza di realtà virtuale ha perso di vista la realtà reale. Ma il bello deve ancora venire. Certo noi non usiamo effetti speciali, si prepari perché ci sono forse delle banalizzazioni, come dicono gli esperti della comunicazione. Ma noi siamo solo dei giovani comuni, non abbiamo esperienze televisive e qui siamo a teatro…

N1: O forse nella vita normale, ora la famiglia si riunisce al completo. Osservi con attenzione, poi ci dirà.

      Mentre i tre parlano viene allestita la camera da pranzo, l'azione deve avvenire in silenzio, ma ci si può sbizzarrire con qualche mimica. Si porterà in scena un'enorme cornice rettangolare, con l'aspetto e la forma di un grosso televisore.

2^ Parte

- Si riaccendono tutte le luci.

- Tinello con tavolo imbandito, sei sedie e un’enorme cornice rettangolare per la televisione.

M: è pronto, a tavola!

- Entrano tutti e si siedono uno per uno tranne Francesca.

P: Dov’è Francesca?

M: Sarà in camera sua, … Francescaaaa!

- Francesca non arriva e allora la mamma grida ancora più forte: Francescaaaaa!!

F: Eccomi, eccomi! (Molto lentamente s'incammina al suo posto)

M: Dai siediti, che ti si fredda la cena.

F: Uff., di nuovo queste porcherie, perché per una volta non andiamo al fast food, che lì è tutto così buono?

P: Come no, al fast food, dove con il conto ti portano anche la prognosi.

M: Allora Francesca, com’è andata oggi a scuola? Cosa hai fatto?

F: Niente.

M: Come niente, … e allora che cosa ci vai a fare a scuola?

F: Niente.

M: Allora potresti startene a casa, per andare a far niente…

F: Giusto mamma…hai perfettamente ragione!

- Squilla il telefono di casa, Marta va a rispondere.

M: Pronto? Si, si è qui, glielo passo…(Rivolta al marito)…Tieni, è per te.

P: Sì? Ah ciao, si ho analizzato la tua proposta commerciale, ma credo che non rientri nei canoni borsistici a causa di una percentuale d’inflazione troppo alta rispetto a quella media della Lettonia orientale, che come sai detiene il primato mondiale per la vendita di sardine al cavolo caramellato. Direi quindi di puntare su una campagna di vendita di termosifoni in Congo e a Cuba e di investire in beni rifugio,…beh…,per esempio cubetti di ghiaccio. Vedrai, non deluderemo i nostri investitori. Ti saluto, ciao.

M: Francesca, ma stamattina non avevi un compito d'economia?

F: Eh sì, ma è andato malissimo, senti solo com’era il problema per avere la sufficienza: “La mamma va al mercato, compra tre tonnellate di mele e tornando a casa ne mangia mezzo spicchio. Sapendo che il castoro è un roditore capace di nuotare e che l’America è dall’altra parte del mondo, determinare quale influenza ha avuto l’acquisto delle mele sull’economia del Burundi”.

P: Ebete! Lo sanno tutti che in Burundi le mele sono vietate dalla religione.

- Suona ancora il telefono, ma all’avvicinarsi del papà all’apparecchio smette di suonare; quando il padre torna a sedersi, ricomincia a suonare e così via per tre volte. Alla fine il papà, stizzito, stacca la spina.

P: Voglio vedere se suoni adesso! (Poi si risiede a mangiare)

- Suona il cellulare di papà: è sull’orlo di una crisi di nervi, ma risponde lo stesso. (con voce irritata)

P: Pronto! Oh mamma, ciao (con voce sempre più intimidita) sì… sì stavo giusto per chiamarti…come non rispondevo al telefono? Ma se smetteva di suonare prima che io…sì, sì mi sono cambiato stamattina…ehi, non è bello da parte tua! Come puoi non fidarti di tuo figlio?

- Il papà allontana il cellulare dall’orecchio e ogni tanto lo riavvicina per dare ragione alla madre.

P: Ma dobbiamo ancora parlare di quella storia, ero solo un bambino, e poi potevano scrivercelo sopra che era dinamite…bhe, più in grande…ah, che peccato, passerai di qui solo tra quindici giorni… va bhe allora ci vediamo, sì, sì ciao, sì ciao (Riattacca). Uff, che strazio!

F: Vedi che anche tu non vai così tanto d’accordo con quelli più anziani di te!

M: Ma tu devi sempre stare a polemizzare tutto ciò che facciamo noi?

F: Uff!!

- Ritornano a mangiare e dopo un po’ squilla il cellulare di Francesca.

F: Pronto? Ah si, sei tu Ele! Come va?

P: Ma come vuoi che vada, era qui venti minuti fa…

- Francesca si alza e gira per la stanza

F: Come? Marco si è messo con Alice? Quella lì? Ma gli hanno passato l’accompagnamento per ciechi? … Senti, cosa facciamo sabato? Va bè, andiamo in corso a pedinarli?

- Francesca continua con degli “aha, e già”…….intanto il padre…

P: Ma questa qui deve sempre telefonare a ora di pranzo o di cena o quando dormo? Ma, da chi avrà imparato dico io, o Francesca, lo fai apposta?

- Francesca risponde al papà con un calcio negli stinchi.

P: Ma dico sei matta, che irritabile e permalosa che sei…, finisci, finisci che te la do io una bella lezione.

F: Allora deciso così, ciao ci vediamo tra tre quarti d’ora in piazzetta. (Riattacca)

M: Tu non vai da nessuna parte, domani ti devi alzare presto.

P: Ma dai, lasciala uscire.

M: Neanche per sogno.

F: Tu sei solo invidiosa che io posso uscire e tu sei sempre chiusa qui dentro.

M: Non ti rivolgere a me con quel tono, sai!

P: Su, calmatevi!

M + F: Zitto tu!!

N: Dai basta, guardiamo un po’ di televisione: non vedo l’ora di vedere il concerto di Vasco che trasmetteranno questa sera. (con gesto giovanile) Vai Fronte del porto!

P: Sì accendiamo il nostro megaschermo ad effetto teatro, che con quello che mi è costato, ci manca ancora che non lo guardiamo. E poi Vasco è Vasco.

-Il nonno prende il telecomando dal tavolo e schiaccia un pulsante. Si apre il sipario secondario e dietro c’è la cornice con la scena.

-I personaggi e la loro parte di palco rimangono al buio, mentre partono gli spot pubblicitari.

3^ Parte

-Al centro della cornice compare un giornalista dicendo: “E ora…un breve intervallo pubblicitario ma non andate via, potrebbe sempre succedere qualcosa...

-La giornalista esce di scena, le luci secondarie si scuriscono. Breve stacco musicale, stile sigla pubblicitaria.

P: Ma come…c’è già la pubblicità?! Possibile che non si riesca mai a vedere qualcosa di decente! Televisione tridimensionale, menata sempre uguale.

M + F + N: (Rivolti verso il padre) Sssshhhhhhhhh!!!!!!!

Partono gli spot della pubblicità televisiva.

1^ Pubblicità (Convertitore più dizionario)

Personaggi:

V: venditore;

S: scettico.

-Un tavolino con un librone. Il venditore in piedi e con molta enfasi.

V: Buonasera carissimi telespettatori e potenziali clienti. La nostra è un’offerta commerciale della “nontifidardime” corporation, che propone oggi, in diretta, per soli i primi 2.000.000 che telefoneranno un’idea rivoluzionaria. (Alza il librone) Vi proponiamo a sole 99.999L pari a 99.999€ più spese postali, o per rendere meglio l’idea pari a 7.500.000.000 di Dinari, questo nuovo, mirabolante, innovativo, straordinario dizionario della grammatica della lingua italiana.

-Entra in scena lo scettico (Molto lentamente e con le mani dietro la schiena)

S: Scusi, ma che cosa ha di rivoluzionario questo suo dizionario?

V: Semplice, i termini non sono in ordine alfabetico, ma in ordine casuale, a volte in rima, a volte no, seguendo le preferenze dell’autore.

S: E’ davvero un’idea magnifica, me ne metta da parte due copie.

V: Sicuramente, gentile cliente.

-Pausa breve.

V: E ora vogliamo proprio rovinarci: con l’acquisto di venti copie del nostro dizionario avrete in omaggio questo (Mostrando una calcolatrice a cui è legato un filo che va fuori scena)… uno stupendo convertitore lire-euro, euro-lire, lire-lire, euro-euro. Lo potrete portare sempre con voi, è assolutamente tascabile e poco ingombrante.

S: Scusi, ma cos’è quel filo?

V: Oh, niente, niente…

S: Mi faccia un po’ vedere…

-Lo scettico segue il filo fino a fuori scena e rientra con uno scatolone con disegnati alle estremità un + e un -, a cui arriva il filo.

S: E questo cos’è?

V: Ma la batteria, signore, sembra un po' ingombrante, ma in compenso dura ben un'ora e non è ricaricabile, la prima è in regalo le altre in offerta speciale… E ricordate "acquisto garantito, con l'uomo con il baffetto, ogni acquisto è perfetto!"

-Si spengono le luci e si chiude il sipario secondario.

Stacchetto musicale

2^ Pubblicità (Addio WC)

Personaggi:

P: Persona con dissenteria (in fila)

C: Altra persona in fila

+ altre persone in fila

-Una lunga fila di persone messe diagonalmente (La terza persona della fila è P e la seconda è C)

-P inizia a guardarsi intorno nervosamente e poi con timore. Dopo 30 secondi scappa goffamente tenendosi le mani sulla pancia.

C: (Con aria sicura di sé) Diarrea eh! Anch’io avevo il suo stesso problema, ma da oggi con “Addio WC” (Mostra una grossa scatola con la scritta “Addio WC” e il disegno di un WC dentro un divieto (tipo Ghostbuster) e sotto la scritta “confezione famiglia”.)

C: (Sorridendo) Utilizzabile anche come dentifricio

Voce fuori scena: È un medicinale, usare con cautela.

C: Approvato dall’associazione medici – alcolisti.

- Si spengono le luci e si chiude il sipario secondario.

Stacchetto musicale

3^ Pubblicità (Colla Fusion)

Personaggi:

V: Vecchietto;

P: Promotore.

-Solo un bidone dell’immondizia (quelli verdi da strada) e una lattina sul pavimento.

V: (Tremolante) Eh, questi giovani d’oggi, non hanno più rispetto neanche per l’ambiente.

-Si china e raccoglie la lattina; la prende in mano e quando fa per buttarla nel cestino questa non si stacca.

V: Ma che?! (Agita la mano inutilmente per staccarla; la prende con due mani e anche l’altra mano si attacca, allora usa un piede per fare leva, ma gli s'incolla…si stacca però una mano; esce di scena saltellando su un piede).

-Entra il promotore.

P: Con la nuova colla “Fusion” potrete incollare e riparare qualsiasi cosa. Provatela!

-Mentre il promotore finisce di parlare il vecchietto passa dietro di lui rotolando per terra, tutto ingarbugliato su se stesso.

-Si spengono le luci e si chiude il sipario secondario.

Stacchetto musicale

4^ Pubblicità (Educazione)

Personaggi:

P: Padre;

F: Figlio;

N: Narratore (Sempre fuori scena e con voce “importante”).

-Il padre è immerso nella lettura del giornale, seduto in poltrona.

N: Ogni volta che vostro figlio torna a casa dategli un ceffone: voi non saprete il perché, lui sì. I giovani vanno educati finché sono piccoli, poi crescono ed è tardi.

-Entra in scena il bambino, tutto contento, con lo zaino in spalla, intanto il papà posa il giornale e si alza.

B: Ciao papà, sono tornato.

-Il papà dà un ceffone al figlio che cade a terra.

P: (Con voce accusatoria) So cosa hai fatto!

-Il figlio si rialza.

F: (Con voce tremolante) Ma,…ma…, non ho fatto niente di male…

-Altro ceffone, altra caduta, ma nell’altro senso.

P: E neghi anche!

-Il figlio si rialza a testa bassa.

B: Scusa papà, ti prometto che non lo faccio più…

-Il figlio esce di scena con aria triste e il padre si risiede a leggere.

N: Pubblicità sociale “informazione televisiva”, campagna a favore del programma educativo ministeriale "picchiane uno per educarne cento".

-Si spengono le luci e si chiude il sipario secondario.

Stacchetto musicale

5^ Pubblicità (Liquore)

Personaggi:

I: Intenditore;

L: persona che si lamenta

A: Amico;

V: Voce fuori campo

- La persona che si lamenta e Amico stanno parlando, primo piano sui personaggi, poi interno di una casa Intenditore siede su una sedia è bendato, davanti ha tre bicchieri. L'amico con una bottiglia in mano riempie un bicchiere, poi cambi bottiglia e riempie il secondo, quindi con una terza bottiglia riempie il terzo.

L: Non ne posso più, Mario con la scusa che è un intenditore di liquori, entra in casa e mi vuota la dispensa.

A: Non preoccuparti ci penso io!

Veloce cambio di scena

A: Mario, tu che dici di essere un intenditore sapresti dire quale di questi liquori è Mac Venom, il liquore del professionista del sapore?

L'intenditore assaggia lentamente, sorseggia dal primo bicchiere, passa poi al secondo, quindi al terzo. Dopo aver assaggiato il terzo, ha come un mancamento, si toglie la benda, strabuzza gli occhi, cerca di dire qualcosa, ma emette solo un rantolo, quindi cade per terra.

A: (con sorriso cattivo ma soddisfatto) Mac Venom, un elisir contro gli assaggiatori abusivi, un sorso e sono eliminati per sempre. Provate per credere.

V: Attenzione, è sconsigliato ai minori, tenere al di fuori della portata dei bambini. Aut. Min. del 15-10-1999

-Si spengono le luci e si chiude il sipario secondario.

Stacchetto musicale

6^ Pubblicità (Birra)

Personaggi:

M: Motociclista;

N: Narratore (Sempre fuori scena).

-Una sedia sulla quale si siede il motociclista e dietro la sedia (nascosta), c’è una bottiglia di birra.

-Il motociclista entra in scena, si toglie il casco e si siede.

N: Nome?

M: Gheeeeeen! (Ruotando la testa da una parte all’altra)

N: Cognome?

M: Gheeeeeen! (Ruotando la testa da una parte all’altra, ma nell’altro senso)

N: Come fa la tua moto?

M: Mah, produce un suono rombante, tipicamente acuto, dovuto all’elevata potenza data da una coppia a regimi molto elevati ed a un motore sviluppato dopo attenti studi.

N: Circuito preferito?

M: Le capannelle

N: Cosa fai quando corri?

M: Cado!

N: Perché?

M: Perché bevo birra?

N: E che birra bevi?

-Il motociclista prende la bottiglia e la indica con un sorriso inebetito.

-Si spengono le luci e si chiude il sipario secondario.

Stacchetto musicale

7^ Pubblicità (Detersivo)

Personaggi:

V: Venditore (ben vestito);

D: Massaia (con grembiule);

G: Detersivo “gentile” (vestito di bianco);

B: Detersivo “bastardo”(con mantello rosso, calzamaglia blu e una B gialla sul petto);

M: Macchia.

Un filo steso con due lenzuola macchiate in ogni modo e attaccato a 2 pannelli bianchi.

D: Come farò, i miei figli hanno sporcato di: caffelatte, uova, grasso, asfalto, fango, catrame, cemento, benzina, gasolio, detersivo e sugo le loro tutine (China la testa con aria afflitta).

-Da dietro arriva il venditore che la prende alla sprovvista.

V: Signora!

D: Ahhh! (Spaventata).

V: Lei era nei guai, ma io le sono corso in aiuto, venga con me (la trascina), entriamo nelle fibre.

-Facendo per entrare sbatte contro il pannello bianco.

V: Le dicevo, entriamo nelle fibre.

-Il venditore va contro le lenzuola, che mentre lui le attraversa si spostano lateralmente verso l’esterno. La macchia è avvinghiata ad un paletto.

V: Vede signora, ecco un tipico esempio di macchia persistente. Ora le mostro l’azione del nostro vecchio “Lindo gentile”.

-La macchia guarda con volto minaccioso la signora e le rivolge gesti minacciosi

-Entra intimidito il detersivo gentile.

G: Scusi, egregio signor macchia, non è che per cortesia potrebbe andarsene?

M: Fuori dalle scatole! (Gli sferra un calcio, ma lo manca).

V: Ecco invece il nostro rivoluzionario prodotto, "Lindo bastardo".

-Entra il detersivo bastardo, con voce imperiosa.

B: Via di qui!

M: Col cavolo, vattene tu, se no vedi!

B: Ah si eh! (Estrae una mazza da baseball di cartone) Ora vediamo! (Picchia molto forte la macchia)

M: Va be, va be, me ne vado, basta così…

V: Ha visto signora.

M: Mio eroe! (Rivolto al detersivo e lo abbraccia)

-Si spengono le luci e si chiude il sipario secondario.

Stacchetto musicale

8^ pubblicità (barbone)

Personaggi:

B: barbone;

P: Passante

R: Ragazza

V: voce fuori scena

Scena: Un barbone, seduto su un gradino, con vicino un cartello su cui è scritto: “Vivvo sotto un ponte e o fame”. In sottofondo una musica dolce. Arriva un tizio che si ferma a leggere il cartello. Il passante sembra osservare con attenzione la scritta, poi sorridendo scuote la testa. Quasi alla fine della musica, tira fuori il telefonino e fa una chiamata. La musica ricomincia daccapo e in scena compare una bella ragazza, vestita come un angelo, prende il cartello e lo strappa, mentre il barbone guarda sconvolto, quindi lo sostituisce con un altro con scritto

"Sono povero e privo di abitazione, costretto a vivere sotto un ponte. Non mangio da giorni e ho molta fame, vogliate cortesemente darmi un aiuto. GRAZIE" P.S. Si accettano contanti, assegni e carte di credito.

La ragazza e il passante guardano soddisfatti e si stringono la mano l'un l'altra, compiacendosi del loro gesto. Quindi se ne vanno senza fare nessuna offerta. Il barbone appare invece sorpreso e un po' stravolto, mentre la voce di sottofondo dice:

"Un chiaro messaggio è alla base di ogni successo. Comunicare è vivere".

Stacchetto musicale

Ritorna la giornalista che dice: Non ci sono altre notizie, vi auguro una buona serata. Dopo la sigla potrete vedere uno special molto emozionante. Sigla tipo telegiornale. Compare in scena l'annunciatrice:

“Signore e signori buonasera, dati i traumatici fatti recenti la programmazione della serata subirà qualche piccolo cambiamento, il concerto Live non verrà trasmesso per lasciare spazio ad una serata di approfondimenti andrà in onda uno special del Prover Monesi Show, sul tema I giovani il nostro futuro o la nostra nemesi”

-Si spengono le luci e si chiude il sipario secondario.

Si riaccendono le luci primarie.

-Il nonno vestito ora con la bandana rossa e con lo striscione e la maglietta di Vasco dice:

-“Mah no! Dannati programmatori”.

E spegne la televisione innervosito, mentre gli altri cercano di fermarlo.

-Si spengono le luci e si chiude il sipario.

P: Ma è assurdo, irreale, inesistente, falso.

N2: Sì in effetti in televisione non farebbero usare la parola nemesi ad un'annunciatrice.

N1: Sarebbe in contrasto con l'immagine di leggerezza con cui introdurre i programmi. La presentazione deve essere sempre soft, tranquillizzante. Anche se si presenta un film di violenza, sesso e parolacce, bisogna essere neutri, sereni, non far pensare troppo. Certo si fa pronunciare la magica frase: "Film sconsigliato ai minori" e tutto va bene. Ma torniamo a noi.

Quella che abbiamo visto non è forse una famiglia ideale, con un giovane ideale.

N2: Il target ideale, sono tutti poco svegli, condizionabili, svogliati, distratti, e la ragazza poi non le ricorda sua figlia.

P: Beh sì in effetti mia figlia… ma che ne sapete voi? Chi siete voi?

N1: L'abbiamo detto prima dei normalissimi giovani.

N2: Niente di più.

N1: Niente di meno.

P: No, io sto diventando pazzo, basta. (con faccia e modi agitati) Sono stressato, sto lavorando troppo, questo è un incubo. Voi non siete reali, i veri giovani non parlano come voi.

N1: E già lei è un esperto, in televisione ne parla spesso. Ma ora cambiamo ambiente, stiamo per vedere i giovani a scuola.

N2: Dove vanno a scaldare i banchi, perché si sa i giovani di adesso sono svogliati, non credono in nulla, non hanno interessi, e a scuola ci vanno perché ci sono costretti, si dice così no? (con voce ironica)

N1: Ma attenzione, non è sempre come appare, ci sono sempre delle sorprese. E non sempre è facile capire chi ha veramente ragione.

Durante questo dialogo le luci del fondo palco vengono abbassate e viene "montata" un'aula scolastica, la squadra agisce apertamente, l'azione di montaggio diventa a sua volta spettacolo.

A scuola

Scena I: in classe

Personaggi

1. Professoressa

2. Vicepreside

3. Arditi Lorenza

4. Rondani Gabriele

5. Pietri Lorenzo

6. Allevi Marzia

7. Calvise Roberto

8. De Narni Antonella

9. Di Giannantonio Marcello

10. Ferrossi Luciana

11. Garco Renzo

12. Ottone Dario

13. Tirinti Federica

Sipario. Si riaccendono tutte le luci.

Scena: aula scolastica incompleta. Siamo durante il cambio dell'ora e la prof é in ritardo di 20 minuti

Allevi Marzia: Raga, qui la prof non arriva.

Ottone Dario: Fosse la prima volta, quella è sempre in ritardo.

Tirinti Federica: (Atteggiandosi ed imitando la voce della prof.) Ragazzi come mai non siete a posto eh. Io mi affanno per correre da voi e chi trova una banda di scioperati. Ordine, ordine….

Tutti si mettono a ridere

Rondani Gabriele: Io però mi sono rotto di aspettare, adesso vado alle macchinette e torno quando mi gira.

Ferrossi Luciana: Lo sai che poi si arrabbia, se entra e manca uno urla minaccia ed inizia ad interrogare.

Allevi: Già, poi scrive una nota. Che pizza.

Ottone: Ma possibile che non si possa fare niente?

Garco Renzo: Facciamo quello che ha detto Rondani, usciamo, ma usciamo tutti.

Arditi Lorenza: Si che sballo, stavolta potrà urlare quanto vuole, tanto non troverà nessuno.

De Narni Antonella: Già e andrà dal vicepreside a lamentarsi, allora ci presenteremo e la prendiamo con le mani in pasta.

Pietri Lorenzo: Se poi non ci credono?

Calvise Roberto: Il solito mozzarellone, lo facciamo tutti, che fanno puniscono tutti? E poi perché non ci devono credere.

Di Giannantonio marcello: Potrebbe aver ragione, quando mai quelli danno ragione agli studenti. Lo sapete tutti che è sempre colpa nostra qualunque cosa succeda.

Allevi: Bhe qualche cosa da farci perdonare ce l'avremmo anche ma…

Arditi: Sentite noi chiamiamo a testimoniare Teresa, la bidella, anche lei non è può più di sta cosa.

Tutti: Sì, sì.

Pietri: Sì allora usciamo che quella magari arriva. Intanto andiamo ad informare Teresa.

Tutti escono rapidamente di scena. Poco dopo arriva la prof. Sta parlando al telefonino

Prof: Sì, sì è incredibile, che sfacciata, allora io le ho detto, ma… (strabuzza gli occhi, si guarda intorno incerta) Aiuto! Aiuto! Sono in crisi...la mia classe se ne é andata! Come faccio, cosa faccio!?! (poi con fare agitato esce fuori dalla stessa parte da cui è entrata, rientra scrive affannosamente sul registro, riesce) Poco dopo rientra accompagnata dal vicepreside

Prof: Lo vedi, te lo avevo detto è uno scandalo, uno scandalo…, ma stavolta la devono pagare, questa classe è l'unica che dà problemi… Io non ne posso più (voce isterica).

Vice: (con voce tranquilla) Calmati, parla più lentamente altrimenti non ti capisco e quindi non posso risponderti! Ricomincia...

Prof: Allora...Sono arrivata appena é suonata l'ora ma nell'aula della mia classe non c'era nessuno! Cosa ho fatto!? Li ho segnati tutti assenti ma 20 minuti dopo non c'era ancora nessuno...cosa devo fare???

Vice: Aspettiamo il loro rientro!?! È ovvio.

(Su queste parole rientrano gli alunni)

Prof: (silenzio di tomba, consegna il registro ad uno di loro e dice...) Adesso vi giustificate con il Vice.

Vice: Allora ragazzi dovete darmi delle giustificazioni per il vostro comportamento!?

Allevi: Ma forse la prof non gli ha detto che lei é arrivata 20 minuti dopo il suono del campanello, quindi noi ci siamo stufati, siamo consapevoli di aver sbagliato, ma che lei ammetta quello che fa una volta per tutte...

Vice: Questa è un'accusa grave, voi altri confermate quello che dice lei?

Tutti: Certo, sì, è vero (contemporaneamente sovrapponendosi nella risposta)

Pietri: Anche

Prof: Non vorrai mica credere a questi… questi impuniti.

Rondani: Anche Teresa può confermare che quello che diciamo è vero. Noi veniamo a scuola per studiare e non possiamo perché non ci sono i prof.

Vice: Adesso non esageriamo, verificherò quello che dite, ma che vi lamentiate perché mancano i professori non ci credo. Credete che non sia stato studente anch'io. (Poi rivolgendosi alla prof) Dovrò verificare, mi sembra che facciano un'accusa precisa, finita l'ora vieni in vicepresidenza. (esce)

Tutti vanno al loro posto, ma nella classe regna un silenzio di gelo

Prof. (con voce arrabbiata quasi isterica) Non la passerete liscia, la verità verrà fuori e stavolta la pagherete cara. Voglio vedere se avete il coraggio delle vostre azioni, ah non finisce mica qui. Avanti provate ad avere il coraggio di ripetere quelle false accuse.

Arditi: Ma certo prof... io sono consapevole di quello che dico e faccio...ma lei é arrivata in classe 20 minuti dopo e non ha neppure il coraggio di ammetterlo...siamo qui, tutti contro lei! Forza, si discolpi!

Prof: Io sono venuta appena é suonata l'ora ma non c'era nessuno in classe.

Rondani: Prof non é vero, lei arriva abitualmente in ritardo e poi dice che è colpa nostra se le cose vanno male, che non studiamo e altre menate del genere.

Prof: Rondani, moderi il linguaggio.

Pietri: Se vuole la conferma può chiedere benissimo alla bidella che ci ha visti entrare e ha visto quanto abbiamo aspettato.

(La Prof guarda tutti con cattiveria...)

Tirinti: Il professor Giunti ci ha insegnato che quando si ha ragione bisogna andare fino in fondo, lei ha torto, deve cancellare dal registro le nostre assenze!

Prof: Va bene se proprio ci tenete mi scuso con voi...quindi domani facciamo una bella verifica su tutto il programma, quello che ho spiegato fino ad oggi e quello che devo ancora spiegare! Capito!?! Guai a voi se non entrate e fate i vostri soliti scioperi!?!

DRIIIIIIINNNNNNNNNNNN. L'INTERVALLO!!!!!!!!!!!!!!!

Si abbassano le luci, tutti i presenti in aula si immobilizzano, tornano in scena i Narratori e il Presentatore.

N2: Visto che roba, eh?

N1: Non si chiama coscienza sociale questa.

P: Ma cosa mi state raccontando, non è credibile, i giovani di adesso non hanno questa maturità, una volta ai miei tempi sì che sapevamo contestare. Io più di una volta sono andato in presidenza a discutere con la preside e…

N1: (rivolgendosi a N2) Hai visto che sta entrando nella parte, non chiede più chiarimenti, anzi commenta quello sta accadendo.

N2: Sì, però ha ancora dei preconcetti, forse avrebbe preferito che la scena si svolgesse così…

I tre escono si riaccende la luce, tutti in scena tranne la prof.

A scuola

Scena II: in classe

Personaggi

1. Professoressa

2. Allevi Marzia

3. Arditi Lorenza

4. Calvise Roberto

5. De Narni Antonella

6. Di Giannantonio Marcello

7. Ferrossi Luciana

8. Garco Renzo

9. Ottone Dario

10. Pietri Lorenzo

11. Rondani Gabriele

12. Tirinti Federica

Scena: aula scolastica, i ragazzi sono da soli e si muovono, parlando, aria da intervallo. Un ragazzo (Rondani, il secchione) è seduto buono buono nel suo banco, in silenzio. Osserva gli altri che si fanno scherzi, ridono o altro. Alcuni ragazzi cominciano a raccontarsi degli aneddoti personali. Durante i dialoghi si verificano delle brevi interruzioni dovute agli scherzi e ad amichevoli ‘assalti’ dei ragazzi tra loro, compresa l’azione di Ottone che, ad un certo punto, va alla lavagna e scrive a caratteri cubitali: “RONDANI SECCHIONE TI APRO COME UN MELONE”.

Calvise: Ragazzi che domenica da incubo, ieri. I miei mi hanno fregato e sono riusciti a convincermi ad andare al fiume con loro e con dei loro amici.

Allevi: Nooo! Io piuttosto che passare la domenica con i miei, preferisco beccarmi 100 frustate!

Calvise: Anch’io. Difatti, mica ci volevo andare; poi loro mi fanno: “Dai Roberto vieni che così conosci Agata”. Agata è la figlia di questi tizi amici dei miei. Ma è almeno carina? – faccio io – o poi non si può guardare come quella salamandra, figlia di quegli altri vostri amici…? (Mimando i genitori): “Oh, è molto graziosa” – fanno loro. Io non so se i miei lo fanno apposta o sono proprio bell’e che andati…Sta qui è una tipa magrissima, così secca che non si capisce da che parte è girata. Non ha né tette, né culo, praticamente una stecca. In più, il fiume dove siamo andati era inquinato. C’era un cartello grosso come le pubblicità delle ultime elezioni. A un certo punto quella scorfana di Agata mi fa (con atteggiamento e voce effemminati): “Roby, facciamo qualcosa! Ti va il gioco della bottiglia?” Il gioco della bottiglia in due? – faccio io – Non è che il caldo ti sta disturbando? – le dico. E lei: (sempre imitando Agata) “Effettivamente questi raggi UV sono veramente potenti. Perché non ci spalmiamo la crema solare a vicenda?” Beh, pur di non subire anche sto’ supplizio, mi sono buttato nel fiume e sono rimasto in acqua a fare il bagno per due ore. Tutti mi gridavano di uscire, ma nessuno c’ha avuto le palle di entrare in acqua per venirmi a prendere.

Risata del gruppo.

Garco: Seee. Anche i miei cercano in tutti i modi di portarmi con loro da qualsiasi parte, ma mica l’hanno ancora capito che con loro mi scasso. I loro amici poi, non ne parliamo. Du palle, altro che flebo! Sempre a fare discorsi assurdi che si capiscono solo tra di loro! Oh…manco i loro figli si salvano. Visti di sfuggita sembrano dei rinoceronti, ma a guardarli meglio ti accorgi che sono solo dei cinghiali…!

Allevi: Già, il bello poi, è che loro possono invitare chi gli pare, mentre se io voglio far venire solo un’amica mia a casa, devo fare domanda in carta bollata autenticata dal notaio sei mesi prima; manco volessi invitare tutto il Volta in una volta.

De Narni: Pure per me è lo stesso. L’ultimo capodanno, per esempio: settanta persone ci saranno state tra nostri parenti e loro amici. Sti qui non si fanno mai vedere, ma quando si tratta di bere e di mangiare… Beh, per metà della serata ci siamo ricuccati le diapositive delle vacanze a Santo Domingo di cinque anni fa, che ormai gli unici a questo mondo che non le hanno viste sono i bambini che devono ancora nascere; (il gruppo ride) e per l’altra metà, mio padre non ha fatto altro che parlare del suo orto – che da quando è andato in pensione ci sta dietro come se fosse ‘quello’ suo figlia e non io. Sì perché le carote, le zucchine e i rapanelli come vengono su a lui, non crescono così in nessun’altra parte della Terra…sai che rottura!

Altra risata generale.

Arditi: Io mi rompo soprattutto il sabato sera. Mica mi lasciano andare in discoteca i miei. Quelli pensano che appena entro, prima ancora di togliermi il giubbotto, vado di corsa dal DJ a chiedergli se ha dell’ecstasy da vendermi.

Ferrossi: Anche mio padre dà di matto su questa faccenda. Si farebbe squartare piuttosto che lasciarmi andare in discoteca. Mia madre, invece, sarebbe anche dell’idea. L’ultima volta che abbiamo cercato di convincere mio padre, lui ha tirato fuori di nuovo la faccenda che nelle discoteche si trovano solo cattive compagnie, e poi che c’è il problema dell’alcool e dell’ecstasy… Mia madre, che era già incavolata di suo, gli fa – oh, proprio davanti a me! “Magari ci riuscissi tu una volta a mandarmi in ecstasy! Fossi sicura che serve a qualcosa, andrei io a comprarla!”

Risate.

Allevi: Anche a me piace tanto ballare. Ragazzi, sapete cosa mi piacerebbe fare adesso?

Tutti: (tranne Rondani) Cosa?

Allevi: (Si alza in piedi e, girando su se stessa:) Mi piacerebbe che ci mettessimo tutti a ballare, altro che fare matematica.

De Narni: Sì, un bel balletto alla faccia dei Prof! Qualcosa, tipo…

Ottoni allora schiocca le dita e De Narni punta un dito verso l’alto e parte una musica disco martellante.

Allevi: No, no Anto. Non il solito tunz-tunz…Qualcosa di diverso. Tipoooo… Sì… tipo…(Ottone schiocca le dita e batte un colpo su un banco, stavolta parte un r’n’r anni ’50) Ecco…questo, sentite?

Tutto il gruppo approva e si mette a ballare. Ma al suono del campanello la musica finisce e i ragazzi si fiondano ai propri posti. Rondani si precipita alla lavagna cercando di cancellare la scritta, ma poi corre anche lui al suo posto.

Garco: (Guardando l’orologio) La Prof di matematica è in ritardo. Strano. Quella lì è peggio di un cucù svizzero… Il lunedì mattina, quando suona il campanello, è già in classe da un quarto d’ora…!

Calvise: Ma cosa sei, preoccupato? Magari è la volta buona che…

Entra la Prof tutta trafelata (dalla quinta di sx). I ragazzi si fiondano ai propri posti.

Prof: Buon giorno ragazzi! Scusate il ritardo, ma dovevo parlare col Preside. (Si siede; comincia a sentirsi un certo brusio.) Allora, stiamo un po’ zitti!?!? (Prende il registro.) Bene facciamo l’appello.

Ad ognuno dei nomi, fa eco la risposta degli alunni. Solo Di Giannantonio è assente.

Arditi: Seee …

Allevi: Ci sono.

Calvise: Qua…

Garco: Sto qui.

De Narni: Eccomi.

Ferrossi: Sì?

La Prof si ferma un istante e, rivolgendosi alla classe, un po’ seccata:

P: Beh? Ma è così difficile rispondere “presente”?

Ottone: 'sente Prof.

La Prof si ferma di nuovo. Non dice nulla, ma tira un sospiro e fa un gesto di disappunto guardando Ottone. Poi, prosegue nell’appello.

P: Di Giannantonio.

Ferrossi: È assente Prof, ma poi arriva.

P: See, poi arriva, poi arriva…Tutte le mattine quella è in ritardo. Abita di fronte a me e arriva sempre mezz’ora dopo. Chissà in quale bar sarà andato stamattina a farsi il cappuccino!? Ve bene…(intanto scrive il nome sul registro di classe) Di Giannantonio assente. E d’ora in avanti, quando ci sono io alla prima ora, quel lavativo i ritardi se li giustifica tutti. Finiamo st’appello, và, che devo interrogare i volontari e spiegare.

Pietri: Presentissimo.

La Prof si ferma un attimo, fa un’espressione di sconcerto, e poi riprende l’appello.

Rondani: Presente.

Tirinti: Idem.

P: Ma brava Tirinti, adesso ti metti anche a parlare latino. L’ho sempre detto che sei un pozzo di scienza.

Tirinti, che non ha capito la battuta, fa la faccia stupita al suo compagno di banco muovendo la mano ‘a pera’ in segno di: ‘ma che cavolo sta dicendo questa qui?’

Mentre la Prof finisce di compilare il registro comincia a prodursi un brusio che diviene in breve un vero chiasso. La Prof, arrabbiatissima, batte un pugno sulla cattedra.

P: Basta! Visto che avete voglia di parlare, interroghiamo subito a casaccio! (Silenzio di tomba. La Prof apre il registro) Dunque, vediamo un po’… (Scorre con il dito lungo l’elenco. Un ragazzo per la tensione inizia battere con la biro sul banco; poco per volta, tutti lo imitano. La Prof perde la pazienza:) Bastaaaaaaaaaa!!!!!!!!!! Vi interrogo tutti! E appena arriva quella tiratardi di Di Giannantonio, perché lo so che arriva, interrogo anche lei!

Bussano alla porta. Con tono feroce:

P: Avanti!

È Di Giannantonio, il ragazzo che mancava all’appello. Appena entra, breve stacco con musica trionfale tipo "We are the champions" dei Queen. I ragazzi sottolineano con gesti la canzone. Di Giannantonio si dimena com gesti trionfali. Al termine interviene subito Pietri

Pietri: Parli del lupo e spuntano le corna!

P: Bravo Pietri! Sempre sintetico e lapidario, tu!

Risate della classe.

P: Silenzio! Basta!

Di Giannantonio, quatta quatta, fa per andarsi a sedere al suo posto.

P: (Dolcemente:) Di Giannantonio! Bene, bravo; fai con calma ad andarti a sedere, non affannarti. E dopo che ti sei sistemato, (alzando il tono – arrabbiata) cerca di venire alla cattedra alla velocità della luce che sei interrogato!

Di Giannantonio: Ma Prof, non è giusto. Oggi erano di turno De Narni e Tirinti. Io mi sono preparato per l’interrogazione di Filosofia.

P: Sì, sì. T’ho visto ieri pomeriggio in Corso col motorino come ti preparavi, su una ruota sola. Mi piacerebbe proprio sentire la tua interrogazione di Filosofia! Scommetto che non sai neppure chi era Archimede!

Nota: da questo momento, ogni volta che la Prof rivolge una domanda di tipo ‘scolastico’ a qualcuno, Rondani alza la mano.

Di Giannantonio, con un risolino furbo, e ostentando una certa aria di superiorità.

Di Giannantonio: E invece lo so Prof, lo so benissimo chi era. È troppo facile! Archimede Pitagorico, famosissimo inventore, reso immortale…

La prof, Interrompendola

P: Sì, sì; reso immortale, più che dalle sue invenzioni (aumentando il tono della voce, adirata), dal fatto che non è mai esistito, se non nella fantasia dei fumetti di Walt Disney e del tuo cervello da minorato! Vergognati! Portami il diario che ti faccio una nota, così i tuoi genitori sapranno che non studi!

Di Giannantonio si gira verso il pubblico.

Di Giannantonio: Potevo ben dormire ancora un po’!

Mentre Di Giannantonio fruga nello zaino alla ricerca del diario, la Prof si rivolge a Calvise che ha appena lanciato una ‘pallona’ di carta in mezzo al pubblico.

P: Calvise! Visto che hai tanta dimestichezza nel maneggiare le palle, perché non mi dici come si calcola il volume della sfera?

Calvise, che dopo il lancio si era risieduto appiattendosi sul banco, scatta in piedi cercando di dare una risposta.

Calvise: La sfera…il volume è…dunque…raggio per raggio…no…diametro di base…

P: Ma quale diametro di base, animale…è una sfera non un cilindro! (La Prof sospira e scrolla il capo) Lo sai almeno quante volte è contenuto il diametro di un cerchio nella sua circonferenza, eh? Lo sai?

Calvise: Eeeeee…32 volte?

P: Guarda che quelle sono le ore di sonno che perdi a settimana, anzi al giorno, perché con te l'impossibile diventa possibile. Ecco perché te ne esci poi co’ ‘stè cavolate! Mai sentito parlare in vita tua del pi-greco? Lasciamo stare, va, tanto qui è come spremere olio d’oliva dai sassi. Portami il diario anche tu, che scrivo un bel romanzetto ai tuoi genitori!

Intanto Di Giannantonio ha portato il diario alla Prof. Lei lo apre cercando la pagina del giorno e la sua attenzione si sofferma su una frase che ci trova scritta:

P: …Cosa c’è scritto qui?…“Preferisco essere nero che essere gay, perché se sono nero a mia mamma non lo devo dire!” Di Giannantonio!…Tu non sei nero. Non sei neanche un po’ abbronzato. Sei gay, per caso?

Di Giannantonio assume un’espressione imbarazzata; la classe ridacchia, intanto arriva anche Calvise con il diario. Lo appoggia sulla cattedra.

P: Vabbè, và. Lasciamo stare. Che se no ci perdo la testa anch'io

La Prof, vedendo alcuni ragazzi armeggiare con i cellulari interviene:

P: Allora! Vogliamo metterli via quei telefonini o ve li devo sequestrare?

Due ragazzi escono dai banchi rincorrendosi (Ottone insegue Pietri).

Ottone: Ridammi la mia scheda o ti svito la calotta cranica e poi ci gioco a frisbi!

La Prof interviene all’istante:

P: Smettetela di comportarvi da cavernicoli! Siete solo dei trogloditi! Ma lo sapete che viviamo in un mondo civile. Aspettate che finisca con questi e sistemo anche voi.

Ottone e Pietri ritornano al loro posto

P: (aprendo il diaro di Calvise) Ma, bene, bella ragazza, chi è la tua morosa. Un po' svestita non trovi. Una generosa eh.

Calvise: Ma no prof è una modella.

P: Davvero e io che credevo che finalmente anche tu ti fossi aperto alle gioiose esperienze del sesso.

Risatona generale, mentre Calvise, borbotta imbarazzato. La prof finisce di scrivere sui diari poi rimanda a posto i due.

P: Tenete, spero proprio che leggendo quello che è scritto i vostri genitori agiscano di conseguenza. (improvvisamente la prof si gira e vede la scritta sulla lavagna e sbotta) Ma bene, vedo che stiamo studiando il Dolce stil novo, che bella poesia, chi è il geniale poeta che ha partorito tanta opera d'arte.

(su queste parole suona il campanello di fine ora, tutti gli studenti si precipitano fuori dall'aula, la Prof si lancia all'inseguimento)

P: Fermi disgraziati, chi vi ha dato il permesso d'uscire, tornate qui (ed esce a sua volta).

Le luci si abbassano entra in azione la squadra di smontaggio e montaggio per preparare la scena successiva, quella musicale. Si deve solo vuotare il palco contemporanenamente nella parte esterna del palco entrano N1, N2 e P. Mentre i tre parlano entrano i musicisti, che si piazzano nel fondo e aspettano.

N2: Vero che così le piace di più.

N1: Corrisponde di più agli stereotipi, agli standard consueti.

P: Sì, certo. L'ho detto prima i giovani di oggi non hanno più valori morali, vivono alla giornata, non sanno quello che vogliono…

N1: Non ci sono più le mezze stagioni.

N2: Chi va con lo zoppo impara a zoppicare. Vogliamo continuare con delle ovvietà?

P: Ma questi sono dati certi, io ho avuto come ospiti fior di esperti del disagio giovanile, le cause derivano dal troppo benessere, che produce

N1: La precoce caduta dei capelli e la sudorazione alle ascelle.

P: Ma cosa sta dicendo? È un'affermazione senza senso.

N2: Hanno senso le sue affermazioni? O peggio ancora le sue trasmissioni?

P: (agitandosi) Ma se anche voi mi fate vedere, in questo viaggio (detto con molta enfasi) degli stereotipi e confermate quello che io dico e tutti sanno.

N2: (con voce disarmante) Ne è davvero convito (rivolgendosi ad N1) Vedi che continua a non capire (P deve guardarsi attorno con sguardo sconcertato)

N1: Per me invece sta incominciando a capire, solo che non vuole credere a quello che vede e distorce tutto

N2: (prendendo un tono professionale) Sì è tipico, d'altronde l'evento che sta vivendo è insolito, anche per uno come lui.

P: Bastaaaa. Ma chi cavolo credete d'essere e chi credete che sia io. Ma cosa siete degli scienziati pazzi che studiano la mente umana, degli dei che giocano con il destino degli uomini. Io adesso me ne vado, voglio vedere come fate a fermarmi…

N2: Sì, hai ragione sta reagendo.

N1: Se vuole uscire esca, ma non ci riuscirà lei in questo momento deve essere qui. D'altronde lei non sta cercando delle risposte? Ebbene solo qui le può trovare.

P guarderà verso il pubblico con lo sguardo smarrito, quasi sconvolto

N2: E poi sta per cominciare una festa, perché i ragazzi pensano solo a questo a divertirsi e ovviamente a sballare.

Il Concerto

Si accendono tutte le luci e i musicisti si mettono a suonare, tutti i ragazzi sono in scena e ballano come dei forsennati, le luci si accendono e spengono come in discoteca. In mezzo si devono notare Romolo e Alice, che a un certo punto ballano uno vicino all'altra poi escono insieme. La musica dura ancora una trentina di secondi, poi si spengono tutte le luci, tranne quelle davanti (durante la musica anche P ha accennato a qualche passo di danza), il palco resta vuoto. Mentre N1, N2 e P riprendono a parlare viene montata la scena successiva.

N1: Bella festa.

N2: Sì, proprio ben riuscita.

N1: Alice e Romolo si sono conosciuti e adesso si devono fidanzare

N2: Sì è previsto che debba andare così.

P si guarda intorno, ha un aspetto disarmato, quasi non riesce a parlare. Poi quasi con disperazione

P: Ma mi state prendendo in giro. Qui siamo in un teatro, questa non è la realtà, voi non siete i padroni del destino, perché vi esprimete come se sapeste sempre tutto?

N1: È ovvio, quello che avviene lo abbiamo scritto noi.

P: Allora ho ragione io, quello a cui sto assistendo è uno spettacolo teatrale. Quindi è uno scherzo, io vi denuncio.

N2: No quello che sta avvenendo è realtà, una delle tante. E lei continua a non voler capire.

N1: Per forza, stiamo sbagliando noi, lui vuole una risposta e noi non ne diamo, continuiamo a girarci attorno e la sua logica è diversa dalla nostra.

N2: Ci lasci riprendere il discorso. Adesso tocca al fidanzamento. Troppo spesso i giovani portano a casa chiunque e i poveri genitori soffrono, specie quelli che credono in sani valori.

P: C'è un che di ironico nella sua voce.

N1: Prima guardi e poi giudichi.

Il fidanzamento

Personaggi:

Romolo: coatto

Alice: ragazza

Maria: mamma

Alfredo: papà

Gigi: fratellino

Scena 1^: in salotto

Mamma e papà guardano la televisione (che non si vede, la luce del video proviene da fuori scena), si sentono delle voci con dei dialoghi sconclusionati, stile Grande Fratello.

-Voce 1: No io ho dei valori morali, queste cose non le faccio.

-Voce 2: Dai, che poi ci si diverte

-Voce 3: Allora venite un po' qua voi due che si fa un po' per uno

-Voce 4: A me gli uomini piacciono con molti soldi, il resto passa, quelli restano.

-Voce 1: No guarda io non andrei con uno per quel motivo, forse per divertirmi, ma…

Alfredo: Ma guarda te in che mondo viviamo! Non c’è più dignità, devono mettere degli attori da pochi soldi sullo schermo e farci credere che vivono normalmente la loro vita pur sapendo di essere osservati 140 ore su 24 per.... per... non so nemmeno io per che cosa!.... So solo che se persino io che faccio questi discorsi sto qui a guardarlo. Questo è il loro strano potere. Ci vorrebbe la mano di Gesù (indicando con la mano il crocifisso in salotto) per ridipingere di rosa questo mondo.

Maria: Hai ragione amore, ma se Gesù scendesse sulla terra coi tempi che corrono, con un padre così famoso sarebbe in tutte le trasmissioni possibili e immaginabili.... Gli renderebbero la vita impossibile... Già me lo immagino: Dal vangelo secondo Emilio Fede: si apre ora un’edizione speciale di studio aperto per annunciare al mondo che nella stazione di un metrò è nato...

(Entra la figlia)

Alice: è nato è nato è nato un bel bambino, si chiama, si chiama Gigi D’Agostino!!!!!!

(Il papà le tira una ciabatta e borbotta. La mamma tira un’occhiataccia e continua il discorso)

Maria: ...Un bambino (alzando la voce e guardando la figlia che esce di scena) di conseguenza in tutti i talk show (che finalmente avrebbero una storia vera da raccontare) si discuterebbe sulla paternità del bambino. Tutti i suoi parenti farebbero carriera. Li mischierebbero anche, san Giuseppe, Dio e Babbo Natale ospiti fissi del Maurizio Costanzo Show litigando per il riconoscimento del bambino; la Madonna apparirebbe sulla copertina di Buona Novella 2000 e l’arcangelo Gabriele come testimonial delle patatine San Carlo.... No amore è meglio che Gesù non venga quaggiù....

Alfredo: Sa andiamo (spegne la TV ed esce di scena seguito dalla moglie) Così ti aiuto...(Da fuori scena)

(Si spengono le luci . Rapido cambio di scena. Ora nel salotto c’è Alice seduta sul divano con il telefono in mano e con una mano si arriccia una ciocca di capelli)

Alice: Amore amoruccio amorino? Sono il tuo tesoro tesoruccio tesorino! Pensavo......

Romolo: (voce fuori campo) Perché pensi anche? (Piccola pausa, Alice fa una faccia triste)... Scherzavo amo'. Dimmi...

Alice: Non è che sabato verresti a pranzo da me ? Sai vorrei presentarti ai miei.

Romolo: Che se magna a casa tua? Certo che vengo da te!

Alice: Allora d’accordo! Vestiti come sempre non ti preoccupare. Tanto sei sempre splendido... (a bassa voce e coprendo la cornetta) sai a cosa mi riferisco... !! Ora devo andare... Un bacione. Ciao!!

Altro rapido cambio di scena, ora nel salotto-tinello sono presenti Alice con il papà e la mamma

Scena 2^: sabato all’ora di pranzo

Maria: Allora sei sicura che sta per arrivare Alice?

Alice: Sì mamma, ha detto che voleva conoscervi, mi raccomando non fatemi fare brutta figura con i vostri discorsi noiosi. Lui è un personaggio molto importante, figlio di un imprenditore, studioso di filosofia, praticamente un docente universitario.

Alfredo: È quel praticamente non mi convince, lo so che ce lo hai già detto. Ma tu lo hai veramente conosciuto ad una conferenza sulla condizione dei papaveri nell'ecosistema inquinato dai pesticidi. Non so perché ma c'è qualcosa che mi suona strano.

Alice: Uffa papà, ma possibile che devi essere sempre così noioso. Lui è un tipo così eccezionale, così unico, così raffinato, non farmelo perdere con il tuo grigiore. Mamma digli qualcosa.

Maria: Dai Alfredo, lo so che è la prima storia seria di nostra figlia, ma in fondo si tratta solo di un invito a pranzo, non sono mica ancora sposati. Anzi è meglio così lo conosciamo subito e c'è tempo…

Alice: Per cosa mamma? (con voce inquisitoria)

Maria: Per conoscerci tutti meglio, amore. (con la voce un po' incrinata)

Alfredo: Ma quanti anni hai detto che ha?

Alice: Uffa, ventotto papà, ma ne dimostra di meno, è così bello, così bambino e al contempo così maturo. (detto con voce romantica, da innamorata)

Alfredo: Alice ma tu hai solo sedici anni.

Alice: Perché tra te e la mamma non ci sono dieci anni di differenza? E non state bene insieme lo stesso?

Alfredo: Ma quando ci siamo conosciuti io e tuo madre lei aveva già finito gli studi e stava già lavorando.

Alice: Uffa papi, non ci sposiamo mica domani. Mamma digli qualcosa.

Maria: Dai Alfredo, non fare il papà geloso, nostra figlia ha la testa sulle spalle. L'abbiamo educata noi in fondo.

(Suona il campanello e col sottofondo del «super cafone» si vede Alice che si avvia frettolosamente alla porta)

Alice:èlui!!!!!!!!!!!!! è luiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!»

(la porta è posta fuori scena e quindi Alice esce. Entra nel salotto Il fratellino e dopo aver attraversato il palco e sbirciando l’ipotetica porta, torna indietro gridando tutto eccitato)

Gigi: Mamma, Papà è arrivato il circo!!!!!!

(entrano Alice e Romolo)

Alice: Mami, Papi, vi presento Romolo. Non è bellissimo?

(Il padre crolla sul divano, mentre la madre, non appena vede Romolo, aspira sussultando e portandosi le mani al mento, ma cerca di riprendersi subito abbozzando un sorriso di benvenuto molto sforzato. Tuttavia, il suo disagio è pressoché incontrollabile, e così cerca di defilarsi con una scusa e nel farlo porta via Gigi che non rientra più)

Maria: Scu...scusate ma ho il fuoco sul pollo... ciò... cioè il pollo sul fuoco.

(Maria esce, intanto il padre lentamente sta rinvenendo e la moglie, che sta rientrando, e non si era accorta del suo malessere si precipita su di lui.)

Maria: Amore come stai?

Alfredo: Mi sento me, meglio, si me.....(alzando la testa verso Romolo) meglio che vada sul balcone....

Maria: Vieni, entra e accomodati pure.

(Romolo si siede seguito da Alice che si siede acanto a lui)

Romolo: ‘A tesò non mmavevi detto che tu madre era così bbona...

Maria: Ehm ehm grazie sei molto.... come dire..... (girandosi verso il pubblico).... oddio gentile.

Romolo: Ma se figuri signò!

(la mamma abbozza un sorriso sgargiante)

Romolo: Wow! Signò per vedè i suoi 130 denti bianco cocaina bisogna mettese gli occhiali da sole. Penzi che mi madre ne tiene soltanto 5 o 6 di cui 3 giallo pianerottolo.

Alfredo: Va bè cominciamo. Diciamo prima una preghiera. Nel nome del Padre.

Romolo: Dell’arancio me lo sbuccio e me lo magno!

(Il padre gli lancia un’occhiata e la lancia anche alla figlia. Un po’ di pausa e tutti un po’ imbarazzati.

Romolo: Scusate..... è vero fa così: Ave o Maria piena di grappa il signore è in cantina con la birra alla spina.......

(Il padre a quel punto)

Alfredo: Vado un attimo sull’aria a prendere una boccata di balcone.....

(Esce di scena)

Romolo: Ma che ho detto De male?

Maria: No no caro. Niente non ti preoccupare.

(Il padre rientra, la madre ogni tanto si alza, portando delle portate in tavola)

Alfredo: Lei esattamente di che si occupa?

Romolo: Bhe de occupazioni ne ho fatte tante. La prima la feci che c'avevo 11 anni, aho prennemmo la scola e la tenemmo per 'na settimana. Che sballo, organizzammo puro 'na festa con musica e tutto nell'aula magna… oh le canne che ce semo fatti.

Alfredo si sente nuovamente male, Maria lo soccorre facendogli aria e intanto parla con Romolo

Maria: Ma no caro, mio marito voleva dire che lavoro svolge.

Romolo: Ah nun avevo capito, ma su marito nun parla italiano? Io lavoro con le automobili.

Maria: Sì mia figlia mi ha detto che lei è un imprenditore, è il concesionario di…

Romolo: No io de concessioni nun ne faccio. Io so meccanico, quanno uno c'ha bisogno de renne più veloce el catorcio perché deve fa nu sgobbo e ha da fuggì più rapido, vie' da me e io con du ritocchi ne faccio 'na bomba. Aho so così bravo che me chiamano er filosofo der turbo.

Alfredo: (ha un sussulto) Oddio, non mi sento bene, aria, aria…

Romolo: Tiè fatte un gotto che te ripiee (prendendo la bottiglia del vino, strappandole il tappo con la bocca e sputando il tappo per terra) Durante tutto il dialogo Alice resta vicino a Romolo che guarda con occhi estasiati. A questo punto la mamma punta gli occhi su Alice

Maria: Alice, puoi venire un attimo con me e papà. Dovremmo parlare un attimo. Ci scusa vero?

Romolo:(che intanto sta mangiando con impegno, prendendo da tutte le parti) Ma se figuri signò, fate come se foste a casa vostra. Io nun me offenno mica.

Maria prende sotto braccio Alfredo e con lo sguardo convince anche Alice a seguirli, i tre si allontanano dal tavolo, dove Romolo sempre più stravaccato, mette i piedi sul tavolo e continua a mangiare indifferente a tutto, ogni tanto prende la bottiglia e beve a garganella, quando lo fa rivolge la bottiglia verso la famiglia quasi a brindare con loro

Maria: Dai caro non fare così, riprenditi.

Alice: Non è superextrafigo, non è un amore e com'è intelligente.

Alfredo ha come una reazione e tenta goffamente di strozzare la figlia, ma si blocca per lo sguardo della moglie

Maria: No, niente scandali adesso andiamo a finire il pranzo con quel, quel buzzurro. Poi tu Alice te lo porti via e qui non ci mette più piede.

Alice: (guardando ammirata verso Romolo) Ma perché cosa c'è che non va, guardate come è raffinato, come è elegante.

Alfredo: (riprendendosi in parte) Nostra figlia è scema, o forse quel figuro le ha bruciato il cervello con qualche sostanza schifosa. Io lo ammazzo.

Maria: No, adesso non facciamo storie. I vicini potrebbero sentire, e sarebbe peggio. E poi di là c'è il bambino. Quindi calma. Quando nostra figlia tornerà chiariremo questa storia, adesso è meglio fare finta di niente.

Alice: (che continua a guardare con sguardo ammaliato Romolo) Papi, mami, c'è qualcosa che non va, mi sembrate agitati?

Alfredo scuote tristemente la testa, Maria invece mantiene un'apparente calma. I tre tornano al tavolo, Alice si riattacca subito a Romolo, Alfredo ha uno sguardo disperato e per il resto del pranzo scuote tristemente la testa, Maria resta immobile, Romolo continua a comportarsi da cafone, alla fine finiscono di mangiare, Alice e Romolo si alzano e si avviano verso le quinte.)

Romolo: Grazie signò! Era tutto buonissimo!

Maria si limita ad un gelido sorriso.

Alice: Noi adesso usciamo.

Alfredo: OK mi raccomando non fate tardi. (con voce rassegnata)

(saluta la figlia con un bacino e poi Alice esce di scena. Romolo dà una pacca sulla spalla alla madre, che quasi cade per terra)

Romolo: Salve signò!

(Poi va verso il padre e cerca di battere un cinque salutandolo, Alfredo non capisce e guarda stranito)

Romolo: A presto Alfre'!

Alfredo: (con sguardo inebetito) Arrivederci, torna presto Alice…, torna, almeno torna… (restano sul palcoscenico immobili Alfredo e Maria al fianco, poi i due si guardano ed iniziano a mimare un litigio, le luci si spengono lentamente) Tornano in scena N1, N2 e P, che si situano vicino al luogo da cui sono entrati (quinta di sinistra)

N1: Già proprio così doveva andare.

P: Ma perché? Cosa vuole dire tutto questo.

N2. L'abbiamo già detto è un viaggio nel mondo dei giovani.

N1: Ovviamente si tratta di rappresentazioni, tratte però dalla realtà.

N2: Non è forse così che sono i giovani?

P: Credo di sì, i giovani in fin dei conti sono tutti uguali. Io lo so bene me ne sono occupate varie volte e…

N1: Ma allora tutto questo non è servito a niente, ancora non ha capito.

P: (con rabbia, ma anche disperazione) Ma cosaaa?

N2: Che tutto questo, tutto quello che abbiamo visto è stato solo uno scherzo. (poi iniziando a guardare e a parlare con il pubblico) Ma davvero credevate che si potesse spiegare chi sono i giovani.

N1: I giovani non sono una categoria ideale, non sono una creazione della fantasia, sono persone, sono tutti uno diverso dall'altro e poi esistono infiniti modi di essere giovani.

(uno per volta entrano tutti i ragazzi che hanno recitato nella commedia, ognuno pronuncia la sua risposta, muovendosi mentre parla, fermandosi però dopo aver pronunciato la sua frase in modo che alla fine sia formato un semicerchio, P uscirà appena entra il primo attore

Gli attori truccati da adulti entreranno con i vestiti di scena che si toglieranno mentre stanno recitando la loro battuta)

1: Perché si è giovani in modo diverso, le possibilità di essere giovane cambiano con le culture, le epoche, le condizioni.

2: alcuni non riescono neanche a diventare giovani, muoiono prima per fame, per stenti, per malattie banali ma incurabili nei loro Paesi

3: alcuni diventano oggetto del turismo sessuale, delle smanie di qualche perverso, o vengono venduti come schiavi.

4: alcuni sono costretti a lavorare per 10, 12, 14 ore al giorno. E questo all'età di 4, 5, 6 anni, o poco più.

5: alcuni vivono senza alcuna prospettiva, nessuna possibilità viene loro concessa.

6: altri vengono considerati come degli stupidi da rendere adulti in fretta, perché i giovani si sa non producono.

7: alcuni vengono abbandonati appena nati e crescono, se sopravvivono, perché talvolta riescono a sopravvivere, su una strada, dove poi magari diventano anche violenti

8: e per questo poi si assoldano delle squadre apposta per uccidere quei piccoli ma pericolosi criminali.

9: certo ci sono anche dei giovani che si comportano male, che uccidono, rubano, senza apparente motivo o per noia

10: ma questo perché i giovani sono uomini e donne, come tutti e come tutti amano, soffrono, gioiscono, si annoiano…

11: in una parola vivono.

12: forse più che studiarli, forse più che scrivere relazioni, libri e saggi sul disagio giovanile, basterebbe ascoltarli.

13: forse neanche quello basterebbe, perché il mondo è quello che è, e non bastano le buone intenzioni per cambiarlo.

14: però i giovani ci sono sempre stati e sempre ci saranno, finche ci sarà l'umanità.

15: lo siete stati o lo siete anche voi.

16: in fin dei conti gioventù è una parola per indicare una fase della vita umana. Niente di più.

17: ma i giovani sono qualcosa di più che una semplice parola.

18: e soprattutto ognuno di noi è diverso dagli altri e per questo è uguale a tutti.

N1: speriamo che sia chiara anche questa apparente contraddizione.

N2: perché se non avete ancora capito quello che avevamo dire, ci dispiace, forse non lo abbiamo fatto bene, forse non volete o non sapete capire. Comunque siccome la commedia finisce qui, usciremo, come dice il poeta, infin a riveder le stelle.