DISCREZIONE
Commedia in un atto
Di FERENC MOLNAR
PERSONAGGI
Lei, una signora molto per bene, ricca e bella.
Lui, un uomo d'aspetto distinto, molto elegante.
Cateragia per il GTT
Lei - E sareste in grado di superare la prova del fuoco?
Lui - Certamente.
Lei - La prova dell'acqua? Le scarpe spagnole? La benda agli occhi?
Lui - Tutto. Sono fatto di quelle fibre che caratterizzarono gli uomini del vecchio stampo, i quali, pur trovandosi tra gli, artigli del carnefice, non rivelavano assolutamente il nome della donna amata.
Lei - E la prova?
Luì - Un caso.
Lei - Sentiamo.
Lui - Per amore di una donna mi dimisi dall'impiego e iniziai da capo la carriera, una nuova carriera. Una mia parola sarebbe bastata a impedire la decisione fatale. Ma io sono fatto
Lei - E' commovente. (Lo fissa con molta attenzione).
Lui - Ormai non si tratta più di discrezione. A proposito: discrezione è una parola sbagliata. Mi meraviglio di dover trovare errata una parola classica. La discrezione è qualche cosa di positivo, mentre l'indiscrezione è negativa; quasi che il discreto facesse qualche cosa e l'indiscreto non la facesse. Non è una parola nobile. In ogni modo, essa occupa un posto troppo alto. Una usurpazione, insomma. Infatti colui che tiene nascosta qualche cosa non è più discreto ; colui che fa di tutto per tener nascosta una determinata cosa, e lo dimostra, e tiene a far capire a tutti il suo eroismo, non può esser preso sul serio. Non so se mi spiego. Naturalmente questo vale in linea teorica.
Lei - E in pratica?
Luì - In pratica? Dovrebbe essere la stessa cosa.
Lei - Ma dite un po': in quanto a discrezione, voi vi ritenete perfetto, vale a dire superiore al significato della parola corrente?
Lui - Certamente.
Lei - Durante il sonno non avete l'abitudine di parlare?
Lui - No.
Lei - Siete imi bevitore?
Lui - No.
Lei - Non avete un amico intimo?
Lui - No.
Lei - Nella vostra vita non avete mai sentito il bisogno di sfogarvi con qualcuno?
Lui - Mai.
Lei - Sapete chi era il re Mida?
Lui - Ne ho udito parlare una volta in un crocchio di amici, ma mi affrettai a lasciarli. Quel signore per me non esiste. (Pausa).
Lei - Sì, e poi?...
Lui - E poi?... che cosa? (Pausa).
Lei - Allora mi siete completamente indifferente.
Lui - (resta molto male, mentre Lei è raggiante).
Lei - (sorridendo) Appunto. Voi non appartenete al mio genere.
Lui - Dunque
Lei - - Volete sapere qual è il mio genere? Subito servito. Un uomo che non sia discreto. La vostra dissertazione sulla parola discrezione è stata perfettamente inutile, o, per lo meno, il prodotto di un ragionamento freddo. Ma non sapete, caro amico, che non c'è nessun maggior psicologo della lingua? La discrezione è bella, quando viene esercitata, quando cioè l'uomo si comporta in maniera che subito vien da pensare a un segreto che egli tiene ben nascosto. Questo è il lato bello, veramente delizioso della discrezione. Per esempio, siamo in società; voi siete seduto, ma avete un contegno alquanto nervoso, sicché in breve volger di tempo dovete cambiare quattro o cinque volte di sedia. La gente si affretta a fare mille supposizioni: « Ah, ah, il signor Tale non è a posto. Gi dev'esser qualche cosa sotto. Una donna, certamente... ». Io, d'altra parte, mi diverto al pensiero di sapervi nervoso e osservato, impacciato e discusso, ansioso e fatto segno alla morbosa curiosità di coloro per i quali voi costituite un tabernacolo contenente il dolce segreto.
Lui - Ah..:
Lei - Cominciate a capire? Volete un altro esempio? Ecco. A un tratto voi cominciate a vestirvi con maggior ricercatezza del solito, a radervi la barba due volte il giorno; quando siete in strada affrettate improvvisamente e senza alcuna ragione apparente il passo; al circolo dopo alcuni minuti vi alzate accomiatandovi dai compagni di gioco. Naturalmente tuttociò non può restare inosservato, e qualcuno comincerà subito a mormorare: « Una donna.... ». E questa curiosità saprà suscitare nel mio cuore una gioia grandissima, indescrivibile: perché io sono l'oggetto, la causa di quella curiosità, io sono la misteriosa figura della quale si parla... Capite?
Lui .............................. - Così, pressapoco
Lei - L'esempio del boia fu ben trovato. Io invidio la creatura per amore della quale Cavaradossi venne torturato. E' una voluttà sapere che qualcuno viene tormentato per amor nostro e non si lascia sfuggile il segreto. Però, prima della tortura qualche cosa deve pur esser trapelata, altrimenti non vi sarebbe alcuna ragione di torturare il custode del segreto. La discrezione, quella vera, deliziosa, non è altro, in fondo, che un civettare con il mutismo, il silenzio nobilitato fino alle sfumature dell'aite. Le cose completamente taciute sono senza fascino e senza gusto. Il nulla non è mai piacevole.
Luì - Ma...
Lei - Questo vostro « ma » equivale a una confessione. Voi mi direte: non è mai piacevole, ma sempre più sicuro. Caro mio, se volessi avere la sicurezza assoluta mi comporterei tranquillamente, cioè non avrei alcuna relazione extraconiugale- Voi mi insegnate che la droga della vita è il pericolo, o meglio, il pericolo superato: uscire illesi dalla battaglia...
Lui - Comincio a capire di aver proprio avuto torto.
Lei - Se non mi aveste destato dell'interessamento non mi sarei permessa di intrattenervi in una discussione simile. E' perché, vi ripeto mi interessate... sì... (Volse lo sguardo a terni e tace).
Lui - Avrete compreso che... mi sono espresso male. Del resto io stesso ho detto che la discrezione completa totale assoluta è una cosa impossibile.
Lei - E' vero.
Lui - E' che l'uomo non sa mai se ha a che fare con una donna superiore. Perciò ci s'ingegna di apparire perfetti...
Lei - Non è una colpa.
Luì - Noi tutti siamo mezzi uomini. Eh! bene, sappiate che lasciai il mio ufficio perché il marito s'era accorto...
Lei - Ah, ecco. Che donna fortunata!
Luì - E quando avete cominciato a parlare sulla discrezione incompleta, ho provato una strana impressione: quasi che scrutaste nel mio intimo.
Lei - Davvero?
Lui - Lo giuro.
Lei - Dunque, vedete. Ricordate che vi ho chiesto del re Mida. Voi avete negato di averlo conosciuto.
Lui - Mentre...
Lei - Lo so, lo so. La mia quarta domanda, mentre la prima è stata: « Parlate nel sonno?» e la seconda: « Bevete? » e la terza: «Avete un amico intimo?». Non è così? E a tutte e quattro avete risposto negativamente. Ma alla quinta domanda ci siete cascato.
Lui - Cascato?
Lei - Bocciato. Siete caduto in pieno. Ma credete sul serio voi che una donna desideri di essere in qualche modo sospettata? Avete creduto che io potessi provare una raffinata voluttà sapendovi circondato dalla curiosità, dal sospetto, dalle induzioni della gente? Povero amico, quanta ingenuità!
Lui - Tuttavia...
Lei _______________ - Avete indovinato. Vi cedo il passo, i Potete andare. Siete stato bocciato nell'oggetto più importante: nell'analisi psicologica. A proposito del boia... Ah ah Se almeno aveste cominciato con un ce sono chiacchierone... », la conversazione sarebbe stata più piacevole e avreste fatto una figura più bella. Confesso e ammetto che l'inizio è stato buono, ma poi..., ma poi... Poverino! (A questo punto lo guarda tra ironica e beffarda, quindi, come si vede nelle commedie, si avvicina a un altro gruppo).
FINE