Dolly e il suo ballerino

Stampa questo copione

DOLLY E IL SUO BALLERINO

Commedia brillantissima in tre atti

di ENGEL E GRUNWALD

PERSONAGGI

LORD GERALDO HAMSON

LORD RO­BERTO BRUMMEL

LADY HARTLEY

DOLLY

LA DUCHESSA DI DAVHENHAM

LILIANA - GUENDALINA

RAQUIN - PERICHOL

BOUCHET - SYMEUX

IL PAS­SEGGERO PAUROSO

NIZETTE - VERA PRIMAVERA

PAOLINA RIVOIR - FANCHON

ANNETTA - IL PILOTA

UN RA­GAZZO

JEAN - UNA SIGNORA

UN SIGNORE - CAMERIERI

Commedia formattata da

ATTO PRIMO

Quadro Primo

Un elegantissimo salotto particolare all'Hotel Ritz a Parigi. Verso sinistra, una tavola riccamente apparecchiata attorno a cui seggono nove commensali che hanno appena finito di pranzare: Lord Geraldo Hamson, alto, snello, elegantissimo; Raquin, titolare di una gran casa di mode; Perichol e Bouchet, grandi gio­iellieri; Symeux, banchiere; Paolina Rivoir, stella del Moulin Rouge; Fanchon, Anmetta e Vera, belle donnine. I liquori e il caffè sono serviti; fra i commensali regna grande anima­zione. Dall'interno vengono suoni di jazz.

Lord Hamson          - Dunque, signori, il pranzo è stato di loro gusto?

Raquin                          - Squisito! Lacroix, il famoso cuoco di Lord Hamson, che i miliardari gli invidia­no, non avrebbe potuto fare di meglio!

Lord Hamson               - Bene, la ringrazio, lei è un buongustaio raffinato. La lista è stata proprio compilata da Lacroix, e poiché il mio cuoco ha serbato il mio incognito, ho l'onore di pre­sentarmi: Lord Hamson.

Symeux                         - Mylord, siamo infinitamente lie­ti... E speriamo che ora ella voglia compia­cersi di spiegarci a quale fortunata circostanza dobbiamo il piacere di questo invito...

Lord Hamson               - Li ho pregati di venir qui perché ho da discutere con loro d'affari, e a me piace sbrigare gli affari dopo un buon pranzo. Per quanto loro, miei gentilissimi ospi­ti, fossero sino a poc'anzi sconosciuti gli uni agli altri, hanno però un comune punto di con­tatto nel mio giovane quanto elegante e ancor più spensierato nipote: Lord Roberto Brummel, nel quale ho il piacere d'essere l'unico zio... piacere, del resto, che non è gratuito...

(L'accenno a Lord Brummel è sottolineato da un moto di generale stupore).

Lohd Hamson               - (proseguendo) Al mio in­vito avevo aggiunto la preghiera di non stu­pirsi di quanto potranno udire qui. Oh! Non temano! Non si tratterà che di cose gradevoli. Lei, signor Raquin, è il mago della moda che crea la felicità delle signore... e mio nipote è suo cliente... per le toilette» femminili. Ah! Lord Brummel è un forte consumatore... il suo conto con lei ammonta a 199 mila franchi.

Raquin                          - Mancherebbe soltanto un piccolo tailleur civettuolo per fare duecentomila. E tengo a dire che non ho mai sollecitato - nè tanto meno citato - suo nipote! Ah! No! Io non cito che da trecentomila franchi in su!

 Lord Hamson              - Ah! Bravo, bravo, signor Raquin! So... so che lei accetta volentieri d'a­spettare... gravando le note del venti per cento d'interessi per il pagamento differito! Lei, si­gnor Symeux, ha cambiali idi mio nipote per ottocentomila franchi, ciò che significa che egli ha ricevuto da lei seicentomila franchi.

Symeux                         - (modesto) 500.000 soltanto.

Lord Hamson               - AH righi! Lei, signor Peri­chol, faro scintillante di rue de la Paix, è cre­ditore di Lord Brummel per due milioni e trecento sessanta cinquemila franchi: un'inezia!

Perichol                         - Oh! Sua Grazia ignora forse che Lord Brummel non compera che ciò che abbia­mo di meglio... Pietre meravigliose... senza ombra ne macchia... Bellissime fra le belle!

Lord Hamson               - E lei, signor Bouchet, che è socio del signor Perichol, sarà interessato al 50% in questo importante credito, suppongo...

Bouchet                        - 30%, Mylord. Perichol è l'anima della ditta... io non fornisco che la materia prima... il capitale! Ma anch'io considero una fortuna annoverare tra i nostri migliori clienti un gentiluomo amabile come Lord Brummel...

Lord Hamson               - La ringrazio per mio nipo­te! Bene. Proseguiamo. Se lor signori sono cre­ditori finanziari di Lord Brummel, queste si­gnorine sarebbero... come dire? creditrici del suo cuore!

Vera Primavera             - Io non capisco che cosa voglia dire, Mylord! Lord Roberto Brummel è il mio fidanzato... Ogni domenica viene a tro­varmi... e mi ha giurato che, presentandosi la occasione, mi sposerà! Ah! Giura in un modo così carino!

Paolina                          - (amabilissima) Credo, signorina, che lei sia in errore... Lord Brummel pranza da me ogni mercoledì... e mi ha promesso che, presentandosi l'occasione, sposerà me!

Lord Hamson               - (ad Annetta) E a lei, signo­rina, che cosa ha promesso?

Annetta                         - (singhiozzando) A me non ha promesso... mi ha mantenuta... E io lo amo enormemente... ogni giovedì... E credevo che mi fosse fedele... Ah, Dio mio! Che cosa pote­vo essere per lui? Io non sono che una piccola pittrice... e le pittrici sono sempre tradite!

Lord Hamson          - Via... via... ho detto, è vero, che loro sono creditrici del cuore di mio nipote... ma spero che abbiano anche abbastan­za spirito. per non complicare le cose!! E ora, gentilissimi ospiti, li prego di volermi ascolta­re: io ho deciso di regolare questa sera stessa tutti i debiti di mio nipote.

I Signori                        - (con slancio) Oh! Bravo! Que­sto è piacevolissimo!

Vera e Paolina              - (insieme) Lei vuoi spo­sarmi?

Fanchon                        - Verrà da me ogni martedì?

Annetta                         - Comprerà tutti i miei quadri?

Lord Hamson               - Piano, signore mie... pia­no, per carità! I debiti di cuore non sono sog­getti alle stesse leggi degli altri... E senza chie­dere loro una moratoria d'amore... spero, da buon diplomatico: sono stato per vari anni Ambasciatore a Parigi - di riuscire a trovare un accomodamento soddisfacente. Ho dato con­vegno qui a Lord Brummel... Egli è un pochi­no in ritardo, ma sta per arrivare. Avrò un bre­ve colloquio con lui, e se la nostra conversa­zione avrà l'esito che desidero... ritengo che potremo definire tutto questa sera stessa.

Un cameriere                - (annuncia) Lord Brummel.

Lord Hamson               - Rimarrà certo un po' stu­pito trovandovi qui tutti quanti!

Raquin                          - Ah! Non più di quanto lo siamo stati noi... dall'originalità di questo pranzo di creditori!

Lord Hamson               - Loro non potranno creder­mi un inglese afflitto dallo spleen! No! Io sono uno spirito pratico... e voglio sbrigare tutto nel modo più spicciativo!

Lord Brummel              - (entra dalla comune. E' una apparizione impeccabile e abbagliante. Bello, giovane, figura snella, allenata agli sports. De­ve impersonare il tipo del giovanotto elegantis­simo e modernissimo. Spensierato, avvezzo ai successi, un po' leggiero, ma amabile e franco. Manifesta le sue idee, anche le più azzardate, con tanta maschia ingenuità graziosa che non si può serbargli rancore) Oh! Perdona il ritar­do, carissimo zio, ma c'era una première Théatre Pigalle... Sai! Il pubblico era magnifico... è stato un successone! Ma la commedia... fiasco!! Mi vuoi presentare?

Lord Hamson               - Credo che sia superfluo...

Lord Brummel              - (riconoscendo tutti) Eh?! Sono loro??! (Un po' confuso. Vede le fanciulle) E anche loro??!!

Lord Hamson               - Eh!? Sarai contento d'es­sere fra care conoscenze?

Roberto                         - (imbarazzato) Oh! Sì! Sì!!! Ma che cosa significa?

Lord Hamson               - Ti spiego subito...

Roberto                         - Ma che idea! Come ti è venuta in mente?...

Lord Hamson               - Hai già cenato?

Roberto                         - No... ed ho una fame!

 Lord Hamson              - (tocca un campanello, poi dice a un cameriere che appare dalla comune) La cena per Lord Brummel.

Roberto                                   - (sottovoce a Lord Hamson) Ma insomma, perché mettermi in una simile situa­zione?

Lord Hamson               - (senza dargli retta) Signo mi piace molto definire questa faccenda con ac­compagnamento di jazz! Mi usino la cortesia di voler prendere lì caffè nel salotto qui canto... io parlerò così un momento con mio nipote e poi li pregherò di ritornare qui.

Raquin                          - Ma certo, Mylord, con gran piacere! (Offre il braccio a Vera Primavera) Ah! Quell'ultimo suo film! Un vero incanto!! Non vorrebbe dare un'occhiata alla nostra collezio­ne estiva? Abbiamo delle cose squisite!

Symeux                         - (accompagnando Fanchon) Sì! Sì! Le azioni delle Ferrovie Belghe sono fermissime!! Venga da me domani!... le darò delle informazioni confidenziali...

Perichol                         - (a Paolina) Una collana di bril­lanti magnifica! Il prezzo?! Ne riparleremo!!

Bouchet                        - (ad Annetta) Ah! Sì!! Sì!! Mi interessano i quadri!! Ma preferisco le modelle! ! (Escono tutti tranne Lord Hamson e Ro­berto che restano soli).

Roberto                         - Oh! Ed ora vuoi finalmente ave­re la bontà di spiegarmi?

Lord Hamson               - Volentieri! Dunque avrai certo osservato che sono riuscito a radunare qui tutte le persone che vantano verso di te qualche credito...

Roberto                         - Ho osservato... ammirando la tua precisione!

Lord Hamson                        - Conoscendomi, non deve sorprenderti? Ho scovato fuori persino tutte le tue amichette...

Roberto                         - No! Non tutte!! Scusa! Ne hai dimenticato una!

Lord Hamson               - Se vuoi alludere alla piccola Dedé della Rénaissance, non sono io che l'ho 'dimenticata... è lei che è scappati col proprietario di una scuderia da corsa!

Roberto                         - Ah! Ah! Magnifico!! Un colpo di fortuna! !

(Durante il seguente dialogo viene servita cena a Roberto, su un tavolino a destra).

Lord Hamson               - Ed ora dimmi un po': hai fatto mai il bilancio della tua esistenza? Il me­se prossimo avrai trent'anni.

Roberto                         - Ah! Questa volta sono trenta?? Dio! Come passa il tempo! !

Lord Hamson               - Passa specialmente presto per chi lo spreca!! Alla tua età io non avevo che un'amante sola e appena appena un quarto dei tuoi debiti...

Roberto                         - Oh, zio! Era un'altra epoca! An­che i debiti ora si fanno con altro ritmo! E cosa vuoi che se ne faccia un giovanotto d'oggi d'una sola amante?

Lord Hamson               - Bene. Posso ammettere che il ritmo moderno imponga le sue esigenze ai giovanotti d'oggi... ma devi pur renderti conto che questo geniere di vita deve finire!

Roberto                         - Ah! Davvero?? Io trovo che va così bene!! (Beve alla salute dello zio).

Lord Hamson               - Ma io no! Io non voglio più pagare tutti i tuoi capricci! E' vero che tu sarai il mio erede universale...

Roberto                         - (molto carino) Oh! Prenditi pu­re tutto il tuo tempo, sai! Non c'è fretta!

Lokd Hamson               - Ma erediterai soltanto a condizione che io sia certo che il patrimonio degli Hamson passerà in mani degne! Perciò, ascolta: tu hai parecchi debiti... non importa... hai parecchie relazioni amorose... non impor­ta... getti il denaro dalle finestre...

Roberto                         - Scusa! Soltanto se prima ci è passata una bella donna.

Lord Hamson               - Non importa neppur que­sto! Me tu arrivi perfino a far l'occhio langui­do ai più estremi partiti comunisti...

Roberto                         - E' una calunnia! Rispetto trop­po il diritto ereditario per farlo!

Lord Hamson               - E' però vero che disprezzi il danaro...

Roberto                         - Come non disprezzarlo vedendo che razza di gente oramai lo possiede?

Lord Hamson               - E frattanto vivi un'esistenza assolutamente al di sopra dei tuoi mezzi... La tua casa è talmente coperta d'ipoteche che non c'è più neanche posto sul tetto per l'antenna della Radio...

Roberto                                   - Ah! Mi accorgo che hai intenzione di parlare tutta la sera senza ammettere interruzioni, zio! Tu mi inviti a cena... mi fai tro­vare riuniti tutti i miei creditori e quasi tutte le mie amiche... e questa è un'originalità bizzar­ra degna di un signore... ma ora finisci per per­derti in un sermone da quacchero... e questo, zio mio, non è più nel tuo stile! Insomma: qual'è il vero motivo di questo simposio?

Lord Hamson               - Oh! Il motivo ti piacerà an­cora meno! Ecco qua: io sono pronto a tacitare i tuoi creditori e le tue tenere creditrici... a condizione che tu parta subito per Londra con me, promettendomi di sposarti fra un mese.

 Roberto                        - (sobbalzando) Eh!? Come?! All'apogeo delle mie simpatiche follie dovrei ac­cettare una fine così banale? Dovrei sposarmi?! Portarmi a casa una stella quando ho tutto il firmamento a mia disposizione?

Lord Hamson               - (energico) Dico e sostengo che tu ti sposerai! Lo devi! Altrimenti vuoi dir­mi in che modo credi di poter dare un erede al mio patrimonio?

Roberto                         - (impertinente) E non basta che lo erediti io?

Lord Hamson               - No! Non basta affatto! Il mio patrimonio è così cospicuo che, pur rico­noscendo le tue singolari attitudini, affermo che non riuscirai a sperperarlo!

Roberto                         - Che scarsa stima hai di me!

Lord Hamson               - Sapendo che tu preferisci evitare qualsiasi fastidio ti ho trovato io la mo­glie che va bene per te.

Roberto                         - Oh! E' facilissimo pescare la don­na da appioppare a un altro! Sarà l'ereditiera d'uno dei più bei nomi del Regno Unito...

Lord Hamson               - Precisamente! Constato che hai una spiccata tendenza alla divinazione!

Roberto                         - Una leggiadra fanciulla...

Lord Hamson               - Precisamente!

Roberto                         - Bionda...

Lord Hamson               - No! Bruna!

Roberto                         - Trentamila sterline di rendita...

Lord Hamson               - No! Cinquantamila!

Roberto                         - Non c'è male!

Lord Hamson               - Ah! Non c'è male, dici tu? Va benone, dico io! E sai di chi si tratta? di Miss Dolly Hartley, l'unica figlia di Lady Hartlev! Che te ne pare?

Roberto                         - Non la conosco. Ho veduto sol­tanto i suoi ritratti pubblicati in tutti i giornali illustrati inglesi... e per il momento so soltanto che essa è la signorina più fotografata di Lon­dra! E' bellissima... mi piace enormemente... ma non la sposerò mai! Né lei né nessun'altra!

Lord Hamson               - Ah! questo sarebbe il tuo punto di vista? E con quali argomenti logici puoi sostenerlo?

Roberto                         - Sostegni logici non ne avrò, forse, ma quelli illogici reggono benissimo. Stai at­tento, zio; comincio dai tempi antichi... antichissimi! Menelao...

Lord Hamson               - Cosa c'entra Menelao?

Roberto                         - Parlo di Menelao per cortesia... perche altrimenti dovrei parlare di te!

Lord Hamson               - Ah! Alludevi a me?

Roberto                         - E tu non sei così antico, zio!

Lord Hamson                - Perche la mia povera moglie mi ha ingannato una volta?! (Scrolla le spalle) Oh! che cos'è una volta? Non conta!

Roberto                         - Ah! Non nell'aritmetica del ma­trimonio, però!

Lord Hamson                - Un uomo che non è mai sta­to ingannato non sa apprezzare la fedeltà delle donne!

Roberto                         - Ma l'uomo che non apprezza af­fatto la fedeltà delle donne non sarà mai ingannato! Oh! Il tuo caso è tutt'altro che raro... La cronaca di tutte le grandi famiglie è ricca di episodi del genere... E figurati poi con una ra­gazza d'oggi!

Lord Hamson                - Cosa ne sai tu delle ragazze d'oggi?

Roberto                         - Oh! in quel ramo ti puoi fidare della mia competenza!

Lord Hamson                - Oh Dio! Ammettiamo pure che alcuni matrimoni finiscano male! Ma caro mio, perché accadono a volte dei disastri ferro­viari non si può mica adottare il sistema di viag­giare a piedi!

Roberto                         - E' vero! Ma si può andare in automobile... e preferibilmente con quella di un amico!

Lord Hamson                - (indignato) Ah! Questi sono i tuoi argomenti contro il matrimonio!? E' inau­dito! (Calmandosi) Ti racconterò una favola...

Roberto                         - Anche una fiaba, se vuoi!

Lord Hamson                - Chiamala come credi! C'era una volta un giovanotto che aveva delle donne un'opinione cattivissima... come la tua... Ma un giorno conobbe una deliziosa fanciulla che fece svanire tutte le sue famose obiezioni...

Roberto                         - (proseguendo) Si sposarono, furo­no felici, crebbero e moltiplicarono, etc, etc... No, caro zio! Quella è la storiella degli scettici del secolo scorso! Vuoi che ti racconti la fiaba del 1931? E' intitolata, ammettiamo: « Lei e il suo partner ».

Lord Hamson                - E' un titolo da operetta, non da fiaba!

Roberto                         - Appunto perché le fiabe d'oggi sono le operette! Dunque: C'erano una volta una principessa e il suo partner: sai che cosa significa nel nostro gergo mondano « partner»? E' il flirt ufficiale... il ballerino preferito, pro­fessionista o dilettante... quello con cui si fa un po' di tutto! Mi hai capito? Andiamo avanti. Lei, dunque, la chiamavano la principessa, perché era così bionda, con gli occhi talmente az­zurri dolci e luminosi... proprio come quelli che dovevano avere le fate! Sembrava un vero sogno di primavera... ma in realtà era una sgualdrinella. Leggeva « La madonnina dei vagoni-let­to » e non disdegnava gli stupefacenti. Il part­ner invece era un bravo ragazzo, molto per be­ne... S'incontrarono in un bar di moda... Bal­lando il primo hesitation lei gli strinse di na­scosto la mano, durante il tango gli sussurrò: « Tu mi piaci... vieni domani da me a prendere il tè ». Lui, tutto turbato, fissò la sua dolce e bionda principessa e le rispose: « No! ».

Lord Hamson                - Ah! Lui disse di no?!

Roberto                         - Te l'ho detto che è una fiaba! Mi» è la fiaba delle ragazze d'oggi.

Lord Hamson                - Oh! Ma non vorrai sul se­rio pretendere che tutte le giovinette...

Roberto                         - Io non voglio niente! Sai soltanto che cosa vorrei? Se vedo un bel cavallo da cor­sa... comprarlo! Se vedo una magnifica orchi­dea, averla per il mio occhiello... e se incontro una graziosa creatura ottenere da lei tutto... a condizione di non doverla sposare!

Lord Hamson                - Io affermo che Dolly Hartley è una ragazza deliziosa! Tu non immagini nemmeno che felicità sarebbe per te averla per moglie! (Entusiasta) Ah! Lei non legge i « Va­goni-letto »... non sa nemmeno cosa siano gli stupefacenti... E non ha partner e noci si occu­pa dei danseurs! Almeno acconsenti a vederla!

Roberto                         - Non ci penso nemmeno. Ho ingannato troppi mariti per ammettere che possa venire il mio turno!

Lord Hamson                - Bene! E allora lascerò la mia fortuna alle Pie Suore di Dover!

Roberto                         - E che vuoi che se ne facciano?! Cosa ti viene in mente?! Però... (Un'idea gli ba­lena e lo seduce) Ti faccio una proposta: mi hai fatto bere un Bordeaux sublime... mi sento in vena d'idee geniali! Ammetti che farei una sciocchezza sposando quella signorina se, per esempio, si potesse conquistarla in un mese?

Lord Hamson                - Che intendi dire?

Roberto                         - Dico che non si deve, per urta cosa che si può avere per dieci centesimi, pa­gare mille lire. E che non è il caso di sposare una ragazza quando si può averla per amante!

Lord Hamson                - Ah! (Indignato) La tua im­pertinenza non ha limiti! Ma in quali ambienti vivi, tu, dunque! Dove hai imparato a pensare simili pazzie? E' incredibile! Dolly Hartley! Una pura... squisita creatura! (Sospirando) Ah! Se avessi io trent'anni!

Roberto                         - Ma sì! Sarà squisita! La vera principessa della fiaba... Il sogno! Va bene! Pe­rò ora rifletti: la mia proposta non è poi così assurda! Dimostra anzi il pratico buon senso della nostra generazione e in fin dei conti non si tratta che di un esperimento! Se essa è come tu dici, la commedia non presenterà nessun in­conveniente... perché se la sua virtù resiste, sono pronto a sposarla senz'altro. E così soltanto avrò la certezza che desidero. Mi pare semplice!

Lord Hamson                - Già! Dopo tutto... sarebbe molto semplice... (E' divenuto pensieroso) E ti accontenteresti di questo?...

Roberto                         - Vorrei un'altra cosa... Oh! Una sciocchezza! Che essa, naturalmente, non sappia chi sono io. Tu devi darmi la tua parola che per il prossimo mese, dovunque tu m'incontrerai, sarò per te uno sconosciuto.

Lord Hamson                - Oh! Non mi sarà difficile rinnegarti!

Roberto                         - Allora siamo intesi?

Lord Hamson                - Perfettamente! Cedo tran­quillamente a questo tuo capriccio perché sono sicuro del fatto mio. Conosco gli Hartley da tanti anni... e sono così pienamente certo che tutta questa storia finirà con una gran lezione per te... che acconsento!

Roberto                         - Vedremo!

Lord Hamson                - Sei ancora in tempo per ri­tirarti!

Roberto                         - Macché! Voglio lottare e vincere!

Lord Hamson                - Con le donne vince chi fug­ge; lo ha detto persino Napoleone!

Roberto                         - Napoleone era un dilettante nella strategia dell'amore!

Lord Hamson                - Vuoi anche tu la tua scon­fitta? L'avrai! E per mostrarti come sono fermo nella mia persuasione... (Va verso l'uscio da cui tutti sono usciti e chiama) Signori, se vogliono tornare di qua...

                                      - (Tutti i personaggi di prima rientrano).

Raqtjin                          - Oh! Mylord, ella ci ha voluto pro­curare una serata deliziosa!

Lord Hamson                - Gentilissimi ospiti, la conversazione che ho avuto con mio nipote mi ha lasciato pienamente soddisfatto: egli si sposerà presto.

Roberto                         - (protestando) Non è affatto sicuro!

Lord Hamson                - (energico) E' come se si fos­se fidanzato stasera... o addirittura già sposato.

Raquin                          - Ah! (A Roberto) Tutti i miei più fervidi auguri... E spero che Mylord vorrà con­servarci l'onore di servirla! Beninteso, per le signore legittime facciamo prezzi diversi!

Fanchon                        - (a Roberto) Se quando sarai spo­sato ti occorrerà un'amichetta, tienimi presen­te, sai!!

Lord Hamson                - Io sono quindi pronto a re­golare stasera stessa tutti i loro crediti.

Vera Primavera             - Tutti? (Con civetteria) Ci sposerà dunque lei, Lord Hamson?

Lord Hamson                - (baciandole la mano) Con gran piacere, signorina, presentandosi l'occasio­ne... (le dà un mazzo di fiori) proprio come prometteva mio nipote! Perché io mantengo quello che lui promette! (Dà ad ogni signora un mazzo di fiori) E ora, signori... veniamo alla liquidazione! (Estrae dalla tasca del frac un libretto di chèques).

Roberto                         - (sconcertato) Oh Dio! Paga sul serio! Temo d'aver fatto una solenne scioc­chezza!

Secondo quadro

Un angolo della hall dell'Hotel Carlton a Lon­dra. Uno di quei salottini aperti da un lato sul grande vestibolo che vi sono in diversi grandi alberghi - Luce attenuata. Un jazz suona in sordina.

Lady Hartley                - Oh! Ma caro amico, questo jazz non la smetterà dunque mai di suonare? E' una moda ben noiosa questa che ci costringe a non poter più prendere un tè né pranzare che a suon di musica! Poter conversare, è diventato impossibile!

Lord Hamson                - Così è! Oggi, non si conversa più! Si balla!

Lady Hartley                - Purtroppo! E la gioventù non sa più essere galante! E' un miracolo se è rimasta cortese! (Il jazz smette dì suonare) Oh! Dio sia lodato! Quel fox-trott è finito!

Lord Hamson                - Quel fox-trott era un tango!

Lady Hartey                 - Ah! Era un tango? Sa, per me fa lo stesso! Però mi compiaccio della sua competenza! Io credo che non arriverò mai a capirci niente! (Finita la musica viene ridata la luce normale) Oh! Utilizziamo questo mo­mento di sosta e occupiamoci di cose sere: come va dunque con suo nipote? E' d'accordo?

Lord Hamson                - Altroché! E' entusiasta nel nostro progetto! Sa troppo bene cosa signifi hi imparentarsi con gli Hartley... con una delle più vecchie e gloriose famiglie inglesi, per non esserlo!

Lady Hartley                - (fiera) Ah! Sì! Un Hartley è stato Ammiraglio sotto Nelson!

Lord Hamson                - (seccamente) Davvero?

Lady Hartley                - Un altro, Ciambellano della Regina Elisabetta!

Lord Hartley                 - Ah!

Lady Hartley                - E una Lady Hartley è stata amante di Luigi XV!

Lord Hamson               - (con grande ammirazione) Ah! Magnifico!

Lady Hartley                - Sì... si conservano nel nostro archivio i documenti che provano questa rela­zione, che fu tra quella con la marchesa di Pompadour e quella con la contessa Dubarry.

Lor» Hamson                - Sapevo che gli Hartley erano una stirpe gloriosa! Dunque, come le dicevo, mio nipote è entusiasta... ma...

Lady Hartley                - Eh? Mi stupisce che trat­tandosi d'un matrimonio con una contessa di Hartley ci possa essere un «ma »!

Lord Hamson               - Lord Brummel chiede sol­tanto una dilazione di quattro settimane per ri­flettere...

Lady Hartley          - Oh! Ma che novità sono queste? Le famiglie sono d'accordo, i nostri uo­mini d'affari si sono già intesi... e lui vuoi ri­flettere? E per quattro settimane? In quel tem­po si dovrebbero già fare le nozze! Io vorrei an­dare a Biarritz... e questa dilazione scompiglia tutti i miei piani! Dio mio! I figliuoli non dan­no che noie!

Lord Hamson               - E miss Hartley che cosa ne pensa della nostre intenzioni?

Lady Hartley                - Mia figlia? Oh! E' d'accor­do, naturalmente! Si dice che Brummel sia un delizioso rompicollo, che mette sottosopra tutta Parigi! Ed è molto bene che sia un uomo così! Almeno Dolly avrà delle distrazioni... (Leggermente) Io ne ho avute ben poche... o meglio nessuna! Gli uomini per bene sono molto noiosi!

Lord Hamson               - Ah! Su questo punto mio ni­pote non lascia nulla a desiderare!

Lady Hartley                - E dov'è ora? Perché non si presenta?

Lord Hamson               - (imbarazzatissimo) Uhm! Verrà! ! ... verrà certamente... sa... Aveva un match di polo a Copenhaghen... ma appena fi­nito in un salto sarà qui!

Lady Hartley                - Ah! Va bene. Frattanto lei conoscerà meglio Dolly... Toh! Eccola qua! Dimmi un po', figliuola mia, dove sei stata fi­nora? » . .

Dolly                             - (è una magnifica ragazza, il vero tipo della « Maschietta 1931». Capelli corti, figurina sottile di giovinetta sportiva, deliziosamente ele­gante indossa un abito fresco, vaporoso, moder-nissimo. Ha fra le braccia Uh gran mozzò di fiori, una bomboniera e un cagnolino) Hallo! Mammy! Eccomi qua! Scusa se arrivo così in ritardo... ma avevo un match di tennis... poi ho fatto la doccia... e sai... Hallo mammy! Benin­teso ho vinto la coppa! Dopo... capirai... cam­biarmi... correre a un appuntamento con Baby Trops... tu la conosci, eh? Sì! Sai?! Mi ha procurato dei posti per le Olimpiadi! Oh! Ho troppo da fare! Ah! Sai? Hallo mammy! Ti ho già detto che domani vincerò una gara di nuoto? E dopodomani mi presento al concorso per le più belle gambe e vincerò anche quello! Oh! Hallo! Cosa volevo dire ancora? Ah! Eccoti le rose di Lord Winston... i dolci di Boby Steel... e questo amore di cane che ha mandato il conte di Buchwald!

Lady Hartley          - Per me?

Dolly                             - No! Per me! Sai benissimo che tutti fanno a gara per viziarmi dacché ho fatto il mio ingresso in società! Ah! Ammetterai, mammy, che hai un amore di figliuola. (Durante questo diluvio di parole essa ha tolto il mantello, che un inserviente della guardaroba ha portato via, e ha deposto tutto ciò che portava).

Lady Hartley                - Oh! E dopo questa lusin­ghiera e dettagliata autobiografia mi pare che sia giunto il momento di presentarti Lord Hamson!

Lord Hamson               - (dall'ingresso di Dolly è rima­sto in piedi guardandola interessatissimo) Miss Hartley... sono veramente assai lieto.

Dolly                             - (stringendogli energicamente la mano) Ah! Anch'io sono felicissima, Lord Hamson! Lei dunque è il famoso zio del famosissimo Lord Brummel, che dovrei sposare? Immaginavo che lei fosse proprio così... e la ringrazio d'essere come io l'avevo immaginato!

Lord Hamson               - Sono confuso...

Dolly                             - (stringendogli nuovamente la mano) E dov'è il candidato? Se mi piace soltanto la metà di quanto mi piace lei... lo sposo senz'altro!

Lady Hartley                - Ma Dolly!

Lord Hamson               - Oh! Io... sa, con i miei ca­pelli bianchi...

Dolly                             - I suoi capelli bianchi sono una civetteria perché la adornano di candore giova­nile! E poi un uomo non è mai vecchio! E' sol­tanto maturo!

Lord Hamson               - La ringrazio a nome di tutta la gioventù... matura!

Dolly                      - E ora dica... presto! Dov'è il mio signor futuro fidanzate? S'avanzi subito!

Lady Hartley                - Ma Dolly! Insomma! Tu mi crei una situazione imbarazzante!

 Dolly                            - Oh! Scusa, mammy, ma queste sono idee antidiluviane! Oh! le mamme come sono bambine! Una ragazza, secondo voi, dovrebbe andare verso il passo più importante della vita a occhi bendati? Ma no! Il tempo della beata ignoranza è passato da un pezzo! Io dovrei at­tendere tutta tremante che egli m'abbia bene os­servata per poi sentirmi dire: te Sì, mi piaci; vuoi essere mia? ». Dopo di che io balbetterei sottovoce un incomprensibile monosillabo, cadendogli fra le braccia? Ah! Hallo, mammy! Oggi non si balbetta più! Quella è roba dei tuoi tempi... Cioè! Nemmeno! Dei tempi di mio nonno!

Lady Hartley                - (imitandola) Hallo, Dolly! Io ti assicuro che quelli erano bei tempi per il matrimonio!

Dolly                             - Ah, sì? Può anche darsi! Ma noi abbiamo molto progredito! Van der Velde, nel suo celebre libro sul matrimonio, dice che...

Lord Hamson               - (che l'ha guardata Sinora con crescente stupore e molto spavento) Eh? Lei legge Van der Velde?

Dolly                      - Naturalmente! Per andare in un paese sconosciuto mi occorre un Baedecker! Bi­sogna mettersi pure al corrente! Oh! Sa! Io lo capisco benissimo perché suo nipote non è an­cora qui! Perché lei voleva prima esaminarmi per bene! Dunque: eccomi qua! Guardi, scruti, osservi, giudichi... Sono di suo gusto? (Gira come un mannequin).

Lord Hamson               - Sono entusiasta, miss Har­tley! Fino da quando era una bimba lei promet­teva di diventare bellissima... e ha mantenuto la premessa magnificamente!

Dolly                             - Bene. Sulla facciata, dunque, siamo d'accordo. Ora però lei vorrà conoscere anche l'interno... cioè l'animo mio! Passiamo quindi alla psicanalisi! Cosa vuoi sapere di me? Le mie facoltà comprensive funzionano a meravi­glia... le giunture sono elastiche... i riflessi per­fetti. Tutto di primissimo ordine! Il mio cuore è arredato con tutto il comfort moderno!

Lord Hamson               - Ma miss Dolly... ero ben lontano dal volere...

Dolly                             - Bene! Se crede, possiamo parlare di letteratura.

Lord Hamson               - (afferrando a volo l'occasione) Sì, certo! Di letteratura! Cosa ne pensa di Byron?

Dolly                             - Ah! Il mio scrittore preferito è An­drè Gide!

Lord Hamson               - (esterrefatto) Gide? Lei legge Gide? Davvero!

 Dolly                     - Ma sì! Davvero! Leggo Gide! E così?

Lord Hamson          - (imbarazzato) Oh! Niente!

Dolly                             - Quando invece voglio svagarmi con qualche cosa di più leggiero... leggo quel che mi capita! Mi hanno parlato giorni fa d'un ro­manzo... « La madonnina dei vagoni-letto », che dev'essere molto divertente!

Lord Hamson               - (disperato) Eh? Lei vuoi leg­gere « La madonnina dei vagoni-letto »?

Lady Hartley                - Oh! E' orribile! Basta il ti­tolo! Voglio comprarlo subito!

Dolly                             - Oh! non è un libro pensoso... ma è leggero e divertente! Poi mi piace Pitigrilli...

Lord Hamson          - Dio degli dèi! Pitigrilli?

Dolly                             - Eh già! Dovrei forse raccontarle che mi diletto con Dickens e Paolo e Virginia, e poi leggere di nascosto i libri divertenti? E' molto meglio esser franca prima per non avere dei reclami dopo! Nella nostra famiglia non ab­biamo che mercé genuina!

Lady Hartley                - Vede?! Questa è la menta­lità delle ragazze d'oggi! Oh! Ai miei tempi...

Dolly                             - Ai tuoi tempi probabilmente si usava simulare... mentirsi reciprocamente... e mostrar­si sotto una luce diversa. Adesso non usa più così! Se io non piaccio a Lord Hamson così come sono, se credeva che io fossi una dolce principessa bionda, un sogno di primavera...

Lord Hamson          - (colpito) Eh?! Come le vie­ne in mente questo? Principessa bionda... sogno di primavera? !...

Dolly                             - M'è venuto in mente così... perché quello era il tipo ideale di ieri... (Con grande vivacità e rapidissimamente) Io sono invece il tipo d'oggi, o meglio ancora, quello di domani! Noi ragazze moderne vogliamo conoscere il mon­do com'è... vederne le vette e i precipizi... le bellezze e gli orrori... e non accontentarci di una cromolitografia convenzionale! Se si percor­re una foresta è necessario conoscerne i pericoli per poterli schivare! E' bene conoscere tutto. E' sorpreso di sentirmi parlare così? Le sembra che io corra troppo?

Lady Hartley          - Cosa vuole, Lord Hamson, si direbbe che questo secolo che segna il trion­fo delle macchine abbia messo una locomotiva anche dinanzi alla morale, che ormai corre di­speratamente e non si può arrestare!

Lord Hamson          - Oh! La giovinezza ha sem­pre corso presto... Si mette al passo più tardi!

Dolly                             - Hallo, mammy! Dimenticavo di dir­ti... ma spero che non disapproverai! Ho sco­vato fuori un danseur... un ballerino professionista straordinario, e me lo sono accaparrato!

LoRD Hamson             - (balzando istintivamente in piedi) Eh?! Come? Un danseur?!

Dolly                             - Ma sì! Perche siete così sorpresi!? Ballare mi piace pazzamente... I giovanotti mondani o sono pigri... oppure ballano male... e se anche ballano benino non valgono mai un vero professionista... Un danseur è presso a po­co Ha stessa cosa che un maestro «l'equitazione o di tennis! Questo poi è anche giovane... ele­gantissimo e molto carino! L'ho pescato giorni fa a un té al Savoy... Ah! Balla molto bene e conversa come un conferenziere!

Lady Hartley                - Oh! E da quando in qua si conversa con un ballerino?

Dolly                             - Oh! Con un danseur come quello si può chiacchierare! Mammy! Almeno d'estate abbi delle opinioni sociali un po' più leggere! E' un essere umano come noi, sai, e ci tiene moltissimo! E' discreto... educato... Pensa che quel povero ragazzo deve ballare per poter con­tinuare a fare l'Università!

Lady Hartley                - (fissandola) E probabilmen­te quel signore per ballare si farà anche pagare!

Dolly                             - Beninteso! E come si fa pagar bene, anche! In abbonamento, cento franchi l'ora!

Lord Hamson               - E lei si è abbonata?

Lady Hartley                - E lo hai forse invitato a ve­nir qui quel signor... Tersicore?

Dolly                             - Sì, perché i ballerini del Cartoon non valgono nulla! E vedrai che ho fatto be­nissimo! Lord Brumttnel non è venuto... lei, lord Hamson, non balla... io avrei dovuto restare sempre seduta! E' impossibile! Perderei l'alle­namento! E devo invece vincere le gare di tan­go! (Guarda verso il fondo) Hallo, Jolly! Eccolo qui! Venga avanti!

Lady Hartley                - Eh! (Furiosa) Come si chia­ma? Jolly?

Dolly                             - Capirai! Un ballerino non potrà mica chiamarsi Rabindranath Tagore!

Roberto                         - (viene dalla hall. E' vestito con ele­ganza affettata e leggermente caricaturale da ve­ro danseur gigolò. Cravatta smagliante, giacca piuttosto attillata, pantaloni un po' troppo lar­ghi, fiore vistoso all'occhiello. In tutto il suo insieme e anche nei modi, invece del fare signo­rilmente disinvolto del quadro precedente, si nota qualcosa di leggermente ambiguo e affetta­to. S'infila correttamente il guanto destro pri­ma d'inchinarsi dinanzi a Dolly per invitarla a ballare) Signorina... ai suoi ordini!

Lord Hamson               - (vedendo Roberto in quel co­stume e in quell'atteggiamento è rimasto pietrificato. Ora, dopo averti ben fissato, cerca di coprirsi gli occhi per non vedere. Breve pausa).

Dolly                             - Venga qui... la presento alla mam­ma.., Hallo, mammy! Ecco mister Jolly!

Roberto                         - (s'inchina molto correttamente).

Lady Hartley                - (piega soltanto il capo con mol­to sussiego).

Dolly                             - Lord Hamson... mi permetta... Mi­ster Jolly... il mio danseur!

Lord Hamson               - (non trova niente da dire e scrolla le spalle).

Roberto                         - (con un tono di timida violetta) Oh! E' un insperato onore per me' venire pre­sentato a colui che porta uno dei più antichi e gloriosi nomi d'Inghilterra... anche perché avevo già la fortuna di conoscere personalmen» te il nipote di Mylord... Lord Brummel... che è un vero gentiluomo tanto cortese quanto bello!

Lord Hamson               - Ah! Già... (stringe i pugni contenendosi a stento) Già... lei conosce mio nipote...

Roberto                         - (senza scomporsi) E' un vero ca­valiere, ripeto, un uomo simpaticissimo... anzi direi affascinante! Oh! Lo conosco da quando era alto così! (Accenna col gesto ad un palmo da terra).

Dolly                             - (interrompendolo rapida) Davvero! Jolly! Lei conosce Lord Brummel!? Allora po­trà darmi delle informazioni! Che fortuna!

Roberto                         - Certo! E le più attendibili! Nes­suno potrebbe informarla meglio di me!

Lord Hamson               - Io! La informerò io!

Dolly                             - (senza lasciarlo parlare) Oh! Dica! Dica! Pensi che vorrebbero farmelo nienteme-no sposare, sa, Lord Brummel! E lo sposerò..1. se mi piace! Mi dica... Com'è? Fatuo?... Pre­suntuoso?...

Roberto                         - Piuttosto.

Dolly                             - Arrogante?

Lord Hamson               - (seccato) Macché! Fa ogni tanto delle ineffabili sciocchezze...

Roberto                         - Scusi. Questo non mi risulta.

Dolly                             - E' bello?

Roberto                         - (fissando Lord Hamson) Oserei dire di sì.

Lord Hamson               - Questione di gusti!

Roberto                         - Scusi! A Parigi tutte le signore se lo contendono! E... posso dire la verità?

Dolly                             - Certo! Dica tutto!

Roberto                         - Egli ha almeno quattro o cinque amanti il mese... in piena stagione mondana arriva a sette od otto... e ha dei debiti! Oh! se ha dei debiti!

Loro Hamson                - Prego! Quelli sono pagati!

Roberto                         - Ne ha già fatto degli altri!

Lobd Hamson               - (è lì lì per scoppiare) Ah! Sì!? Come può lei affermarlo?

Roberto                         - Io sono in grado d'affermarlo, Lord Hamson... Mi perdoni, ma la signorina mi ha ordinato di dire tutta la verità!

Lord Hamson               - (cercando di frenarsi) E' ve­ro che mio nipote è un giovane senza cervel­lo... un...

Roberto                         - Un giovane veramente delizioso!... Io che lo conosco' posso ben dirlo!

Lady Hartley                - (piano a Lord Hamson) Ma Lord Hamson... perché parla così di suo nipo­te con uno sconosciuto?

Lord Hamson               - (riprendendosi) Ha ragio­ne... mi sono lasciato trasportare perché... per­ché lui non è venuto oggi!

Lady Hartley                - (cercando di sviare la conver­sazione) Mi spieghi, signor Jolly: il ballo è la sua professione? E si può riuscire a viverne?

Roberto                         - Io sono costretto a viverne, Milady... Appartengo ad una famiglia come si de­ve... sa...

Lord Hamson               - (tossisce).

Roberto                         - (proseguendo) Oh, Dio! Niente di straordinario... ma avrei anche uno zio che non è senza mezzi... però non c'è pericolo che gli caschi di tasca qualche cosa!

Lord Hamson               - (soffocato dall'ira) Eh?

Roberto                         - (con dolce fermezza) Neanche un soldo! Lui è fatto così! Poveretto! Non lo fa mica per cattiveria! E' un avarone nato! Mi fa la morale... ma non mi da un centesimo.

Lord Hamson               - (fra se) Che mascalzone!

Roberto                         - Vorrebbe costringermi a spo­sarmi...

Dolly                             - Ah! con qualche oca molto ricca, probabilmente!: j

Roberto                         - Oh! Ricca lo è di certo. Oca, an­cora non lo so... ma non credo.

Dolly                             - Ed è carina?

Roberto                         - (con profonda convinzione) Oh! Sì! Molto! Molto carina!

Dolly                             - E lei si deciderà a sposarla?

Roberto                         - Mah! Non saprei...

Dolly                             - Non la sposi, sa! Lei non è un tipo da matrimonio... ma da flirt indiavolato... Co­sì: un paio di settimane... e poi stop!

Roberto                         - Precisamente! E' proprio quello che io dico e ripeto... Mah! Cosa vuole! C'è al mondo certa gente così cocciuta che non vuoi persuadersi! (Ha detto quest'ultima frase guar­dando fisso lo zio) E intanto faccio il danseur! Ho una figura discreta... so ballare benino... Dopo tutto non c'è niente di male... è una pro­fessione come un'altra!

Dolly                             - Hai capito, mammy?! Ed ora ven­ga, Jolly... andiamo a ballare! Permetti, mam­my? Ah! Sai... balla meravigliosamente, lui! Dovresti provare anche tu! Il ballo ringiovani­sce! Hallo, mammy!

Lady Hartley                - Hallo, Dolly! (Imitandola) Smettila di telefonare, figlia mia! (Cambiando tono) Oh! Senti! Dimmi... come si chiamava quel libro? « La madonna dei vagoni risto­rante »?

Dolly                             - No! Del vagone-letto! Ed è quello il bello:

Lady Hartley          - Oh! E' terribile! E chi ti ha suggerito quelle letture?

Roberto                         - Io... io mi sono permesso...

Lady Hartley                - Eh! Lei! Il danseur!

Lord Hamson               - (fra sé, disperato) Oh! Si comincia bene!

Roberto                         - (rapidissimamente, col medesimo to­no con cui Dolly ha poco prima snocciolato la stessa frase) Io credo che le signorine moder­ne debbano conoscere il mondo com'è... veder­ne le vette e i precipizi... le bellezze e gli orro­ri., .e non accontentarsi d'una cromolitografia convenzionale!... Se si percorre una foresta è necessario conoscerne tutti i pericoli per potérli schivare! Bisogna conoscere tutto. E' meglio tenere gli occhi bene aperti per sapere com'è fatto l'hotel dove ci ha alloggiati il buon Dio!

Dolly                             - (entusiasta) Giusto! Bravo! Benis­simo!

Lady Hartley                - (che ha ascoltato con crescen­te stupore, prorompe ora furente) Ah! Dol­ly! Ora capisco chi ti ha insegnato tutte quelle belle cose! E' stato il ballerino!

Dolly                             - Oh! No! Mammy! Le ha imparate lui da me!

Lord Hamson               - (fra se) Dio degli dèi!

Dolly                             - Noi andiamo perfettamente d'ac­cordo! Abbiamo le stesse idee, e nessuno finora mi è mai piaciuto come lui! Hallo, mammy! Noi andiamo a ballare! Venga, Jolly! (Se ne vanno allegramente a braccetto dal fondo).

Lady Hartley                - (alzando le braccia al cielo) Ah! Ah! Beh! Vanno perfettamente d'accordo! E lei, Lord Hamson, perché è lì impietrito? Che cosa ne pensa?

Lord Hamson               - (rassegnato) Io? ! Mah! Ho paura d'aver fatto una solenne sciocchezza!

(Il jazz ricomincia a suonare).

Fine del primo atto

ATTO SECONDO

TERZO QUADRO

Unaterrazza dell'Hotel Royal Splendid a Biarritz. Qualche tavolinetto con attorno poltrone di vimini. Gruppi di piante esotiche. In fondo, oltre la balaustrata, il mare. Viene di lontano la cadenza smorzata di un jazz.

(Lord Hamson e Lord Brummel, entrambi in eleganti abiti estivi da mattina, passeggiano su e giù per la terrazza).

Lord Hamson               - Tu, dunque, hai avuto la inaudita faccia tosta di seguire fin qui Lady Hartley e sua figlia?

Roberto                         - Innanzi tutto dimmi tu come avrei potuto altrimenti raggiungere il mio scopo! Poi, mi si offriva qui una magnifica scrittura come danseur dell'Hotel... Ah! Sai, incomincio ad essere molto quotato!... sono diventato un vero divo! Io faccio della danna un'arte... Ama! Meglio! Una scienza addirittura! L'Hotel Palate di Deauville mi faceva delle proposte ancora più vantaggiose... ma a malincuore ho dovuto respingerle perché queste signore ci tenevano a Biarritz. E tutto va per il meglio... Dolly si diverte molto con me e ho con­quistato anche le simpatie della -madre!

Lord Hamson                        - Ma qui ci sarà certamente una quantità di gente che ti conosce! E allora cosa suc­cederà?

Roberto                         - Niente! Succederà che diranno: «Toh! Che stranez­za! Com'è carino quel danseur che somiglia a Lord Brummel! ». Eh! Caro zio, non bisogna mai com­plicare troppo le cose! (Una signora e un signore entra­no venendo da uno dei lati dove fi­gura che la terrazza si prolunghi).

Il Signore                      - (vedendo Roberto gli corre incontro con grande effusio­ne) Oh! Lord Brummel! Come mai?! Che piacere d'incontrarla qui!

Roberto                  - (in tono gelido ma cor-tesissimo) Scusi, signore, lei è in errore. Il mio moine è Jolly: sono il ballerino dell'Albergo. (Si inchina con signorilità esagerata).

Il Signore                      - (imbarazzatissimo) Oh! Scusi! Ma mi pareva... avrei giurato... (Si volge alla sua compagna) Avevi ragione tu! Non è lui!

La Signora                    - Te l'avevo detto subito! Ma tu sei sempre testardo! Lord Brummel non si è mai sognato d'essere così elegante! (Se ne van­no entrambi dall'altro lato della terrazza).

Roberto                         - (sorridendo) Ecco! Hai visto?

Lord Hamson               - Ti prego, Roberto, smettila con questa tua fissazione! Ormai hai conosciuto abbastanza Dolly Hartley: non è deliziosa?

Roberto                         - Deliziosissima.

Lord Hamson               - E' vero, purtroppo', che an­che lei ha la smania del modernismo e certe volte dice delle cose... Ma adesso tutte le ragaz­ze sono così! Ai miei tempi invece...

Roberto                         - (interrompendolo) . Ai tuoi tempi le ragazze sognavano al chiaro di luna... ora ballano alla luce elettrica e vanno in aeroplano!

Roberto                       - Vedremo! Ma... sai... tutte le donne quando non hanno niente da perdere amano arrischiare molto... Io sono deciso ad ot­tenere tutto. Ti dimostrerò che sarei un idiota se sposassi Dolly... per quanto sia molto ca­rina...

Lord Hamson              - (energico) Bada! Io non so­no più disposto a tollerare che tu...

Roberto                       - Oh! Senti! Se ci tieni posso an­che partire subito! Facevo tutto questo perché mi pareva, dato che hai voluto pagare tutti i miei debiti, di doverti in qualche modo mo­strare la mia riconoscenza!

Lord Hamson              - Oh! Dici tutto questo con una tale impertinenza che si rimane disarma­ti... E' impossibile arrabbiarsi con te! Con quei tuoi occhi da birichino fin da quando eri un bimbo facevi già tutto quello che volevi! Però, Roberto... sii ragionevole... non vorrai, spero, spingere le cose fino alle ultime conseguenze!

Roberto                       - Alle ultimissime! Alle più estre­me conseguenze! Ormai Dolly è riserbata a me dal destino, perché se non diventa la mia aman­te sarà mia moglie! E se arriverà a essere mia moglie dopo una prova simile vuoi dire che è l'araba fenice delle donne! La sposa modello in tutti i tempi!

Lord Hamson              - Mah! Io ti confesso che sono molto inquieto... tu mostri una tale sicurezza di te... Hai già il tuo piano stabilito?

Roberto                       - Macché! Come vuoi avere un pia­no in un caso simile! Occorre avere il genio dell'improvvisazione! Essere un Casanova! E io lo sono!

Lord Hamson              - E io ti predico che farai una figura pietosa!

Roberto                                 - Vedrai!

Lord Hamson              - Comunque, tieni conte che io ti sorveglio, perché ho molta simpatia per quella ragazza e sarò il suo angelo custode! Perciò se mi accorgessi che la faccenda diventa pericolosa t'impedirò io di farle del male!

Roberto                       - Quando tu t'accorgerai di qualche cosa sarà già troppo tardi! E poi, tu non t'accorgi mai di nulla! Non ti sei neppure accorto che oggi scade il termine!

Lord Hamson              - (sorpreso e contento) Già! E' vero! Ma allora tu hai perduto! Perché devi fidanzarti oggi stesso!

Roberto                       - Ah! No! Scusa! Non prima di mezzanotte! Adesso sono soltanto le dieci... e tu non t'immagini quante cose possono succede­re da qui a questa sera!

Lord Hamson              - Tu dunque non vuoi ancora ammettere d'aver perso la partita?

Roberto                       - No... malgrado le apparenze! E voglio provarti che sono un generoso avversa­rio giocando a carte scoperte, perché tu possa, se vuoi, prendere le tue precauzioni. Stamane ho scritto a Dolly una delle mie solite lettere incendiarie e l'ho supplicata di mandarmi in ri­sposta un segno della sua condiscendenza...

Lord Hamson              - (agitato) Che? Cosa le hai scritto? E lei cosà dovrebbe mandarti?

Roberto                       - Adagio, caro signor angelo custo­de! Questo non posso dirglielo! Intanto lei si prepari le ali... Per ora non ti dico che questo: le ho scritto pregandola di mandarmi per mez­zo di Jean, il nostro simpatico maggiordomo, un'orchidea, se acconsente a ciò che le chiedo. Tu sai che l'orchidea è il mio fiore preferito, e poi mi piace lavorare con un soffio di poesia!

Jean                              - (il maggiordomo, entra portando un'or­chidea che consegna a Roberto) Mister Jolly, Miss Hartley le manda questo fiore e la prega di venire a ballare. (Esce).

Roberto                       - (brandendo l'orchidea con aria fe­lice e trionfante) L'orchidea, zio, l'orchidea! Dice di sì! E' mia! (Abbraccia lo zio con tras­porto) Capisci? Dice di sì! Ah! Non posso dirti tutto, ma accontentati di questo: ho dei trionfi formidabili! Hai capito che essa mi aspetta? Arrivederla, angelo custode! (Esce correndo).

Lord Hamson              - (disperato) Ahi! Ahi! Biso­gna che io intervenga... altrimenti quei due commetteranno delle sciocchezze.

Lady Hartley              - (in, elegantissimo abito da mat­tina estivo) Oh! Buon giorno, Lord Ham­son! Meno male che qui non si sente quell'in­sopportabile jazz! E' l'unico angolo tranquillo in tutto l'albergo! (Proprio alla fine della pa­rola «albergo» si ode molto più vicino il jazz) Eh!? Ma che cosa succede!? Maggiordomo! Do­v'è questa tremenda musica?!

Jean                              - (venendo dalla destra) Oggi si balla anche all'aperto, Milady, perché è arrivata una seconda orchestra da Parigi.

Lady Hartley              - (rassegnata) Vuole che fac­ciamo un giro di rummy prima che arrivi la terza orchestra?

Lord Hamson              - Ma, Lady Hartley! Il gioco degli intellettuali ora è il bridge!

Lady Hartley              - E questa è un'altra piccola ipocrisia del nostro mondo! In pubblico non si ammette che il bridge... e di nascosto tutti giocano a rummy! e poi il rummy è un gioco di "società veramente grazioso! Si può giocare in due o in tre... come il matrimonio!

Lobd Hamson               - (decidendosi a parlare, molto seriamente) Senta, Lady Hartley... devo dirle qualche cosa di serio...

Lady Hartley                - Ah, sì?! Dica... dica... que­sto però non impedisce che si possa giocare tranquillamente! Jean! Le carte, per favore.

Jean                               - (prepara le carte su un tavolino).

Lord Hamson               - (leggermente agitato) Mi di­ca... cosa ne pensa, lei, di Jolly, il ballerino?

Lady Hartley                - Sono molto contenta che sia qui, perché si occupa un poco della mia Dolly!

Lord Hamson               - Ah! A lei pare che se ne oc­cupi soltanto un poco?!

Lady Hartley                - Bisogna riconoscere che è per lei un compagno delizioso! E le confesso che mi fa molto piacere, perché capirà che io non posso correre col passo di mia figlia! (Si è seduta al tavolo da gioco e Lord Hamson è stato costretto a seguirla) Io faccio le carte!

Lord Hamson               - (titubante) Mi dica... se le facessi una confidenza, potrei contare sul più assoluto silenzio da parte sua?

Lady Hartley                - (semplice) Se si tratta di un segreto... no! Non mi piacciono i segreti! Io se ne ho uno mi sento come oppressa e non ho pace finché non me ne sono liberata. General­mente io sono discreta... ma non riesco a ser­bare un segreto. Giochi una carta.

Lord Hamson               - (gioca macchinalmente) La­dy Hartley... cosa ne penserebbe se io le sve­lassi che Jolly,., il ballerino... non è un balle­rino...

Lady Hartley                - Eh? E che cos'è?

Lord Hamson               - (risoluto) E' un giovanotto della' migliore società inglese... che ha escogi­tato questa astuzia per poter stare vicino a miss Dolly...

Lady Hartley                - Lei deve prendere una car­ta... Io gioco una regina... (Gioca una carta) Cosa ne penserei? Che quel Jolly ha molto buon gusto se ha voluto avvicinarsi a mia figlia! Sol­tanto non capisco perché ha usato questo trucco cinematografico per conoscere Dolly! Giochi!

Lord Hamson               - Gioco un dieci.

Lady Hartley                - Oh! Ma oggi lei gioca ma­lissimo! Vuoi perdere per forza!

Lord Hamson                        - Le assicuro che oggi ho pro­prio paura di perdere un'altra partita!

Lady Hartley                - In fin dei conti, questa sto­ria di mister Jolly non sarà che uno scherzo! Faccia le carte.

Lord Hamson               - (da distrattamente le carte) Le assicuro che non è uno scherzo... le cose stanno esattamente come le ho detto!

Lady Hartley                - Va bene! Ho capito! Ma chi sarà mai quel giovinotto?

Lord Hamson                        - (deciso, con, comica solennità) Io dovrei tacere, perché ho dato la mia parola... ma ritengo che vi siano casi in cui rom­pere una parola è questione d'onore... Dun­que... Mister Jolly... il danseur... è Lord Ro­berto Brummel, mio nipote. Ho detto.

Lady Hartley                         - Ma lei mi racconta un film d'avventure?

Lord Hamson               - Magari fosse un film! Pur­troppo invece è la pura realtà! Si è messo in. testa di conoscere in questo modo sua figlia...

Lady Hartley                - Mi piace! E' molto diver­tente! Ha della fantasia suo nipote. Io faccio carte. Così lui si innamorerà di lei... lei di lui... e in un mese li sposeremo.

Lord Hamson                        - Ma... ecco! Mio nipote è in preda a una vera fissazione! E' convinto che tutte le ragazze valgano ben poco!

Lady Hartley                - E ha ragione, purtroppo!

Lord Hamson               - Ha un sacro terrore del ma­trimonio, perché teme d'essere ingannato!

Lady Hartley                - Dio mio... oggi non ha af­fatto torto! Si vede che egli è un giovane pru­dente!

Lord Hamson               - Ah, sì! Talmente prudente che ha voluto a tutti i costi mettere alla prova la ragazza che dovrebbe sposare... e se in un mese non gli riuscirà di spuntarla, la sposerà... Altrimenti...

Lady Hartley                - Bravo! Questo mi piace!

Lord Hamson               - Eh?! E lei dice questo?

Lady Hartley                         - Proprio io! Sono una mam­ma... ma non una nonna!

Lord Hamson               - Ma tutto ciò è contrario agli usi del mondo! Ed io incomincio ad avere un pochino di paura... sa... sua figlia è giovane... inesperta... molto vivace...

Lady Hartley                - (depone le carte e si alza, so­lenne) Lord Hamson! Lei parla di una giovane dama d'altissimo lignaggio! Non dimen­tichi che un antenato di miss Dolly Hartley fu ammiraglio sotto Nelson... un altro, ciambella­no della regina Elisabetta...

Lord Hamson               - Lo so! e un'antenata è stata l'amante di Luigi XV!

Lady Hartley                - (irritata) Questo non c'en­tra!

Lord Hamson                        - Se avevo acconsentito allo stratagemma di mio nipote era appunto perché non avevo neanche l'ombra di un dubbio! Però...

Lady Hartley                - (severa) E' la seconda volta che lei dice: « però »... >

Lord Hamson               - E lo dirò per la terza! Pe­rò... mio nipote è uno scapestrato... Oggi ha scritto una lettera a sua figlia... di cui, pur­troppo, non conosco il contenuto... so soltanto che le domandava un segno palese di condiscen­denza... e che lei ha risposto in modo indiscu­tibilmente affermativo!

Lady Haetley                - E' impossibile! Conosco la mia Dolly!

Lord Hamson               - Mi scusi... ma è ben difficile che una madre conosca a tal punto sua figlia!

Lady Hartley                         - Ah! Questo sarebbe molto doloroso! In nessun paese del mondo si sanno allevare le ragazze meglio che in Inghilterra! Se Dolly ha ricevuto una lettera me lo dirà e me la farà leggere! (Chiama) Jean!

Jean                               - (entra).

Lady Hartley                - (con sussiego) Faccia pre­gare miss Dolly Hartley, mia figlia, di veni­re qui.

Jean                               - (ossequioso) Subito, Milady. (Esce).

Lady Hartley                         - Lord Hamson! Una madre inglese conosce a fondo sua figlia! Lo tenga be­ne a mente! Altrimenti tutto il nostro sistema d'educazione dovrebbe vacillare! (Con anima) Cinquecento anni di gloriose tradizioni crolle­rebbero e il sangue degli Hartley non sarebbe più quello se noi non potessimo più contare sul­le nostre figliole! (Più semplice) Dolly può par­lare un po' liberamente... avere delle idee biz­zarre... leggere dei libri audaci... ma io ho cie­ca fiducia in lei!

Lord Hamson               - Ed anch'io, Lady Hartley! Però mio nipote è un Casanova! Me l'ha detto

lui stesso!

Lady Hartley                - Fino a quando lo dice lui stesso... D'altronde, ecco mia figlia. Stia a sen­tire!

Dolly                             - (entra correndo) Hallo, mammy! Senti... Oh! Che ridere! Ho una cosa divertentissima da raccontarti!

Lady Hartley                - (raggiante) Eh?! Che ne dice?

Dolly                             - Oh! E' troppo buffo! Tu non vor­rai crederci...

Lady Hartley                - No... credo... credo...

Dolly                             - Macché! E' incredibile! Dio, quan­to ho riso!

Lady Hartlei                 - (con uno sguardo di trionfo a Lord Hamson) Ha sentito? ! Ne ha riso! Hai fatto bene, figliola mia, bisogna riderne!

Dolly                             - Eh? Come? Tu sai, mamma?

Lady Hartley                - No... ma credo d'indovi­nare!

Dolly                             - E' impossibile, mammy! E' succes­so un momento fa!

Lady Hartley                - Eh? Che ne dice?! Un mo­mento fa! Si tratta di Jolly, non è vero?

Dolly                             - Sì... Sei di un'intelligenza strabi­liante!

Lady Hartley                - Ha sentito? Io sono di una intelligenza strabiliante! (A Dolly) Ma tu dim­mi finalmente di che cosa si tratta!

Dolly                             - Ah, sì! Poco fa, mentre ballavo con Jolly, ho sentito un signore dire forte; «Toh! Guarda come somiglia al giovane Lord Brummel quel ballerino dell'albergo! ».

Lady Hartley                - (guardando Lord Hamson con inquietudine) Ah! Era questa la cosa che vo­levi dirmi?

Dolly                             - E ti pare poco? Oh! Mi dica, Lord Hamson, è vero che suo nipote somiglia molto a Jolly? Come sarei contenta! Jolly mi piace molto!

Lord Hamson               - (con lo stesso tono di Lady Hartley) Eh? Che ne dice? Le piace molto!

Dolly                             - Oh! Per me il fatto che sia un bal­lerino non gli fa nessun torto!

Lord Hamson               - Vede? Non gli fa nessun torto!

Lady Hartley                - E non hai null'altro da dirmi?

Dolly                             - No, mammy. Cosa dovrei dirti?

Lady Hartley                - Volevo sapere... se hai rice­vuto stamane... Non è arrivata posta?

Dolly                             - Sì... degli inviti per l'autunno... una partecipazione di fidanzamento dei Cumberland... una cartolina illustrata dello zio Dady e dei conti di fornitori.

Lady Hartley                - Nient'altro?

Dolly                             - No... niente altro. Ma... ti doman­do il permesso, mammy... scusi, Lord Ham­son... devo ritornare da Jolly che m'aspetta... Ah! E' proprio un amore il mio danseur... Hal­lo, mammy! Sai quanto peso adesso?... Eh? No! No! Meno ancora! Divento sempre più leggiera! (Esce rapidamente).

Lord Hamson               - Ha sentito? Diventa sempre più leggiera! Cosa ne dice?

Lady Habtley               - Oh! Io non ci capisco nulla!

Lord Hamson               - Eh! Le tradizioni mi pare che vacillino!

Lady Hartley                - Lei sa proprio di certo che Dolly ha ricevuto quella lettera?

Lord Hamson               - Oh! Se mio nipote me l'ha detto non c'è da dubitarne! Del resto io ho visto coi miei occhi la risposta che miss Dolly ha mandato a Roberto!

Lady Hartley                         - Oh! Mio Dio! Che cosa pos­siamo fare allora?

Lord Hamson               - Io suggerirei di richiamare sua figlia e raccontarle tutto.

Lady Hartley                - No, Hamson! Facendo que­sto mostrerei di dubitare di Dolly... venendo meno alla mia certezza... che invece è tuttora intatta. Se essa non mi ha mostrato la lettera avrà avuto le sue buone ragioni! Io ho fiducia! Conosco troppo bene mia figlia!

Jean                               - (viene dalla destra) Questa lettera per Mylord. (Esce subito).

Loro Hamson                - (ansiosamente) Ah! E' sua! Di mio nipote! (La apre e legge) « Caro zio. Tu volevi, questa mattina, sapere assolutamente che cosa avevo scritto a Dolly e che cosa le ave­vo domandato. Ora posso appagare la tua cu­riosità: le scrivevo che l'amo e la invitavo a fare con me una piccola gita in aeroplano sino a Pau! Essa ha accettato con entusiasmo. Sono felice! Conto beninteso sulla tua ermetica di­screzione ».

Lady Hartley                - Eh? Eh?! Aeroplano? Mi faccia vedere! (Continua a leggere) «Quando riceverai questa lettera noi saremo già verso il settimo cielo! Come vedi la mia fiaba si traduce in realtà... Lei e il suo partner ». Cosa vuoi di­re questo? Deve avere un significato!

Lord Hamson               - Significa che siamo arrivati alla catastrofe! Vuole conquistarla in volo!

Lady Hartley                - (si abbandona semisvenuta sul­la poltrona).

Lord Hamson               - No! Per carità, Lady Har­tley! In questo momento non serve a niente uno svenimento! (Chiamando) Jean! Fate chiamare il mio chauffeur... voglio la mia automobile qui... subito! Bisogna seguirli al più presto! Tentare di salvare quello che è ancora salva­bile!

Lady Hartley                - (con voce flebile) Crede che rimanga qualcosa da salvare ancora?

Lord Hamson               - Ah! Con un tipo come mio nipote... credo ci sia ben poco! E per questo che volevo avvertire.

Lady Hartley                - Ah! Io non posso convin­cermene! Scappata! Dolly è scappata in aeroplano!

Lord Hamson               - (secco) E' naturale! Roberto è membro onorario dell'Aero Club Britannico... deve far propaganda all'aviazione!

 (L'interno di un aeroplano da turismo di primissima classe. All'alzarsi del velario Roberto e il pilota sono accanto all'ingresso della cabina. Un ragazzo in livrea entra portando la valigia di Roberto).

Roberto                         - E quanto impiegate per andare ad Aix les Bains?

Pilota                            - Con tempo così bello appena due! ore.

Roberto                         - E potremo tornare indietro nel pomeriggio?

Pilota                            - Saremo di ritorno stasera per l'ora di pranzo.

Roberto                         - Bene. Saremo soli, naturalmente?

Pilota                            - Fino alle undici non mi si era annunziato altri passeggeri: ma credo che ci sia qualcun altro.

Roberto                         - Ah! Questo è poco piacevole!

Pilota                            - II signore avrebbe dovuto prendere tutti e quattro i posti! Di solito si fa così quan­do si vuoi essere soli in volo.

Roberto                         - Bisognava saperlo! Non avete de­gli apparecchi per due soltanto?

Pilota                            - Oh, sì! Ma oggi sono tutti impegna­ti. Gli appuntamenti in aeroplano sono diven­tati di moda...

Roberto                         - Già! L'amore adotta il progresso! Dunque è impossibile rimanere soli?

Pilota                            - Ormai è troppo tardi! Ecco gli al­tri passeggeri.

Roberto                         - Ah, sì? Ci penso io a farli slog­giare: lasciate fare a me.

Il Ragazzo                    - (aprendo gli sportelli) Prego, signori, si accomodino.

Nizette                          - (è un'elegantissima cocottina) Oh! ma è un vero scompartimento di lusso! Tut­to il comfort moderno!

Il Passeggero pauroso    - (è grassoccio, attempatella, vestito con eccessiva eleganza, fabbrica profumi) Ah! Ti pare, tesoro?

Nizette                          - Non si ha nessuna impressione di pericolo.

Il Passeggero                - Già... già... finché questo cassone è posato sulla terra... si capisce... ma... dopo? Eh! devo confessarti che ho l'animo... come dire?... sospeso! E anche tu sei agitata!

Nizette                          - Sì... n piacevolmente! La gente moderna deve, almeno una volta, aver conosciuto la sensazione di volare!

Il Passeggero                - Oh! io rinuncio volentieri a una sensazione che mi da il mal di mare! Dammi retta, anche l'omnibus è una bellissima invenzione...

Nizette                          - Ma stai zitto! Cosa penserà di noi quel signore? Non è per niente elegante aver paura... Lo vedi? Lui non è affatto agitato!

Il Passeggero                          - Credi che lui abbia già vo­lato?

Nizette                          - Mah! Direi! Ne ha tutta l'aria!

Il Passeggero                          - Voglio domandarglielo. (Avvicinandosi a Roberto Cerimoniosamente) Scusi, signore... (Presentandosi) Armand Pimpernelle... fabbricante di profumi a Parigi... Conoscerà certamente la mia ultima creazione... «Senza bacio non c'è gusto »...

Roberto                         - Certo. E' il profumo di moda!

Il Passeggero                - E questa è la mia piccola Nizette.

Roberto                         - (inchinandosi) Viaggio di mlozze?

Il Passeggero                - (ammiccando, in tono di burla) Non precisamente di nozze, ma viaggio con lo stesso scopo. La piccola Nizette dice che almeno una volta bisogna volare... Ed io ho dovuto accontentarla! Ma ora... Mi dica: lei ha volato molto?

Roberto                                   - Moltissimo!

Il Passeggero                          - (per farsi coraggio) Eh! Già!! Gran pericolo non c'è, infatti... Che ne dice? Al giorno d'oggi... si sono fatti tali progressi... E questo apparecchio... è ultimo tipo? Con quei motori a compensazione... se uno si ferma... l'altro s'avvia... di modo che non c'è proprio nessun pericolo... non è vero?

Roberto                         - Allo stato attuale dell'aviazione le statistiche segnalano 17,66 infortuni su ogni mil­le voli, e questi 17,66 casi vanno ancora suddi­visi in 95 per cento di casi gravi e 6 per cento di casi leggeri.

Il passeggero                 - (fra se) Ah! E' piacevolis­simo!

Roberto                         - Supponiamo, per esempio, la rot-tura dell'elica...

Il passeggero                 - (spaventatissimo) Oh! Dio! No! Cosa dice! (A Nizette) E tu... cosa ne pensi, cara? (Poi a Roberto, nervosamente) Ci sarà un campanello d'allarme!

Roberto                         - E' anche vero che le eliche sono del migliore duralluminio che esista...

Il passeggero                 - Oh! E allora perché ci spa­venta così?

Roberto                         - (continua', fingendo di non sentire) Tuttavia il pericolo non va escluso! La per­centuale di rottura d'eliche è di 11 su 2000. Re-gistrata dalle statistiche.

 Il passeggero                - (seccato) Uffa! Che cosa an­tipatica le statistiche! Insomma... lei affermerebbe che l'elica potrebbe rompersi...

Roberto                         - Eh! E' una probabilità che non si può assolutamente escludere! In tal caso il pi­lota sarebbe obbligato a planare... cercando un campo di fortuna... Tali atterraggi generalmen­te riescono abbastanza bene. E i piloti francesi sono abilissimi! Però il coefficiente degli atterraggi di fortuna mal riusciti è del 14 per mille!

Il passeggero                 - E daccapo con i coefficienti!

Roberto                         - Capirà... E' chiaro che un atter-raggio di fortuna può anche non riuscire... E al­lora si verificano le sciagure!

Il passeggero                 - (agitatissimo) Eh! Capisco! Capisco-!

Roberto                         - Per un giovanotto come me... ce­libe... solo... la cosa non avrebbe grande impor­tanza... Ma supponiamo invece che un uomo ammogliato faccia una scappatella aerea con la sua vezzosa amica... il giorno dopo tutti potreb­bero leggere nei giornali... il signor Tale dei Tali è caduto in aeroplano insieme alla signori­na Tizia... e capirà...

Il passeggero                 - Oh! Sarebbe terribile! Non mi dica più nulla... per carità!

Roberto                         - Ieri è stato vittima di una sciagura aerea una personalità conosciutissima nel inondo industriale... il signor...

Il Passeggero                - (interrompendolo) Per amor di Dio, basta! Non dica più niente!

Roberto                         - (sorridendo) Lei non mi sembra straordinariamente temerario!

Il Passeggero                - E perché dovrei esserlo? Non sono Lindbergli, io! Quello è temerario! Sfido! E' il suo mestiere! Senti, Nizettina mia... ho un'idea luminosa! Se andassimo in treno ad Aix les Bains?

Roberto                         - Oh! Ecco! Il coefficiente di peri­colo nei viaggi in treno non è che di 12 su die­cimila. La cosa più pacifica, beninteso, sarebbe rimanere a Biarritz... in quel caso ogni coef­ficiente di pericolo scompare!

Il Passeggero                - Non c'è coefficiente di peri­colo? (Allegro) Allora Biarritz è il paese che fa per me ed io ci resto! Caro giovanotto, gra­zie! La ringrazio tanto! Le mie valigie? Io scendo! (Mentre il ragazzo riporta fuori le va­ligie) Mi dica, poiché lei è così bene informa­to delle statistiche... è probabile essere ingan­nati dalla propria amichetta? C'è anche per quello un coefficiente di rischi?

Roberto                         - Eh! Altroché! Coefficiente accer­tato: 103 casi su 100!

II Passeggero                - Ah, bene! Allora posso stare tranquillo! (Gli stringe calorosamente la mano) E grazie, sa! Grazie proprio di cuore! Arrivederci! (Esce. Nizette l'ha preceduto quan­do hanno portato via le valigie).

Roberto                         - (ridendo, lo segue con lo sguardo) Oh! Sia lodato Iddio! Il campo è libero! (Estrae da un nécessaire una tovaglietta bianca e la sten­de sul tavolino. Da un'altra valigia prende una bottiglia di champagne e due cuscini che dispo­ne in modo civettuolo proprio come un amante che prepara il nido per un convegno).

Il Pilota                         - (entrando) Arriva l'automobile della signora che lei aspetta...

Roberto                         - (felice) Ah! E' qui? (Prende dal nécessaire uno spruzzatore e con comica premu­ra profuma l'ambiente).

Dolly                             - (appare. Indossa un elegantissimo co­stume da aviatrice) Hallo, Jolly... eccomi qua! Toh?! Cosa sta facendo?

Roberto                         - «Senza bacio non c'è gusto»! E' il profumo più in voga adesso a Parigi!

Dolly                             - (accorgendosi dei preparativi che egli ha fatto) Oh! Ma è graziosissimo! Lei è pro­prio stato molto gentile!

Roberto                         - Come posso ringraziarla d'essere venuta?

Dolly                             - . Ad un appuntamento in aeroplano? Si può figurare com'ero curiosa e contenta! Da tanto tempo desideravo volare... e la mamma me l'aveva sempre proibito... Così la mamma non sa nulla... Ma dica: saremo certamente di ritorno questa sera?

Roberto                         - Alle nove precise. Il pilota me l'ha garantito.

Il Pilota                         - (venendo dal di fuori) Siamo pronti, signori, partiamo! (Chiude gli sportelli e va al posto di pilotaggio).

Dolly                             - (mi po' inquieta, guardandosi attorno) Ma... Jolly... siamo soli... Non dovevano es­serci degli altri passeggeri?

Roberto                         - Già... dovevano esserci... però all’ultimo momento hanno disdetto i posti fissa­ti... Ne sono desolato... ma non è colpa mia! Non avrà certo paura essendo sola con me?!

Dolly                             - Io ho la più grande fiducia... in me stessa! Oh! come sono ansiosa, Jolly... dev'es­sere una cosa magnifica!

Roberto                         - Un bicchiere di champagne per brindare al suo primo volo!!

Dolly                             - (esaltata) Sì! (Bevono) Ah! la vita è una cosa meravigliosa!! (Si ode il forte rombo del motore messo in marcia, l'elica gira e per un momento tutto l'ambiente oscilla leggermente. Le case che si vedevano oltre i vetri del finestrino in fondo scompaiono in giù in modo da dare l'impressione che l'apparecchio decolli).

Dolly                             - Ah! Che bellezza! E a che altezza! siamo ora?

Roberto                         - (guardando l'altimetro) Oh! Roba! da poco! Centottanta metri. Siamo appena al pianterreno del settimo cielo!

Dolly                             - Perciò siamo ancora molto lontani t dalle stelle?

Roberto                         - Eh, sì! La strada sale ancora un pochino!

Dolly                             - Che meraviglia il cielo! Com'è az­zurro! Guardi com'è azzurro!

Roberto                         - Sì... lo guardo... perché è tutto nei suoi occhi... Siamo soli... in volo... siamo già a cinquecento metri al disopra di tutti i pregiudizi... Non ha un pochino pochino di paura, signorina Icaro?

Dolly                             - No... neppure un pochino... Oh! mi sembra d'essere divenuta leggiera... e pura come se fossi trasparente... Gli angeli devono provare questa impressione! Quassù mi sembra d'intuire cosa può essere la felicità!

Roberto                         - Dolly... esiste una felicità che lei non ha mai provato... è qualche cosa d'inebrian­te come un profumo... io la conosco... e stando così dinanzi a lei la sento vicina questa felicità indicibilmente dolce...

Dolly                             - Ah! Ah! Alto là, signor Jolly! Così parlano i seduttori nei romanzi mediocri! Non ha niente di più carino da dire?

Roberto                         - (sconcertato) Oh Dio! Mi pareva molto carino!

Dolly                             - Forse le parole erano bene scelte... ma a noi donne importano poco le parole can­tate dalle labbra... ci interessa invece la mu­sica del cuore... Dica soltanto: «Dolly, lei mi piace molto... ».

Roberto                         - (con slancio) Dolly, lei mi piace molto...

Dolly                             - Bene! E questo è sincero! Jolly... anche lei mi piace molto...

Roberto                         - (felice) Davvero?

Dolly                             - Sì... E sa qual è uno dei motivi per cui lei mi piace?

Roberto                         - Me lo dica.

Dolly                             - Lei lavora... ha una professione... non è uno dei giovanotti buoni a nulla del mio mondo, che guardano con disprezzo chi lavora. Non ha una bella mamma coi capelli grigi a cui deve provvedere?... O una cara sorellina?

Roberto                         - No... sono solo!

Dolly                             - Peccato! Stava bene nel quadro che le facevo attorno... Perché lei non ha l'aria d'essere uno dei soliti ballerini...

Roberto                         - (rapido) No... no... sbaglia, Dol­ly... sono un comunissimo ballerino...

Dolly                      - Non mi pare... Tutte le signore quando ballano con lei la guardano estasiate.

Roberto                         - Oh! Dio... sì... piaccio abbastan­za. Ma sa il perché? Alle signore magre dico che sono appetitose... alle grasse che sono slan­ciate... e così...

Dolly                             - Eh! Poverino! A lei è concesso sol­tanto vedere la facciata della nostra esistenza. Lei veste l'abito di società come una divisa... ma non appartiene alla società... Può tenere fra le braccia una bella donna finché dura un bal­lo... ma quando la musica è finita deve ricondurla al suo posto... (Molto affettuosa) Povero Jolly!... mi fa tanta pena, sa!

Roberto                         - (sorpreso) Ma Dolly... lei ha dun­que un cuore sensibile?

Dolly                             - Oh! Soltanto quassù! Quando si è laggiù è ridicolo avere cuore... innamorarsi fa ridere... Amare l'azzurro del cielo, saper pian­gere, essere sentimentale, tutte cose ridicole quando si è sulla terra... ma qui, in cielo, si può riconoscere che sono le sole cose belle, e lasciarsi andare alla sensazione d'es3er piccola per sentirsi proteggere contro la paura dell'e­ternità!

Roberto                         - (sorpreso dal tono di lei) Ma che cos'ha, Dolly? E' così diversa... Dov'è andata la sua sfrontata ironia? La fredda anteriorità che ha con tutti dove l'ha lasciata? Laggiù?

Dolly                      - (accenna di sì) Una regina non va a un convegno con la sua corona... e se laggiù si flirta anche col diavolo, quassù non si può civettare che con Dio!

Roberto                  - (con leggero rimprovero) Oh! Non sembra proprio la stessa! D'un tratto è diventata una creatura deliziosamente dolce...

Dolly                             - Ma senti! Lo dice come se le pia­cesse!

Roberto                         - Eh sì! Mi spiace! Mi spiace mol­tissimo, anzi! E non faccia quegli occhi! Quan­do i suoi occhi guardano così... disarmano!

Dolly                             - Disarmano? Lei aveva forse l'in­tenzione di combattere con me?

Roberto                         - Precisamente! Ma lei deve difen­dersi! La prego... si difenda! Se non si difende, io sono disarmato... E questo non era nel pro­gramma!

Dolly                      - (stupita) Ah! Lei ha un... pro­gramma!

Roberto                         - Getto. Sono venuto quassù con la testa piena di progetti folli, di parole ardenti... e col cuore riboccante di cattivi propositi…

Doixt                      - Ah! Sì?! Per piacere, mi lasci scendere!

Roberto                         - Speravo però di trovare un'avver­saria agguerrita... e mi trovo invece dinanzi a una cara bambina... che sembra la principessa Primavera in un racconto di fate!

Dolly                      - Stia buono, Jolly... e ascolti... Io mi domando se quell'aria e quel tono spregiu­dicato che noi ragazze moderne abbiamo adottato, non siano il vero fallimento d'ogni fem­minilità! E se non sarebbe molto meglio invece ricordarci che siamo donne e soltanto donne!

Roberto                         - Sì... (Con entusiasmo) Niente altro che donne!

Dolly                      - Indiscutibilmente a quest'altezza ci si sente migliori... Là, per esempio, aveva dei cattivi propositi a mio riguardo, Jolly...

Roberto                         - (costernato) Oh! Dolly! Come può pensarlo!

Dolly                             - Non si agiti! So benissimo che sul suo bel viso aperto e nei suoi occhi chiari non può fermarsi un cattivo pensiero... anche se vuoi darsi delle arie da Don Giovanni!

Roberto                         - Io? Io Don Giovanni? Lei allo­ra sa...

Dolly                             - Io non so... sento che lei, qui, non potrebbe conservare un cattivo pensiero!

Roberto                         - (interamente soggiogato dalla sua grazia) Sì, Dolly... hai ragione... devo dirti che mi piaci come non mi sei mai piaciuta... Mi sembra di vederti per la prima volta... non perché sei più bella del solito... ma perché c'è una luce nei tuoi occhi... una dolcezza nella tua voce... che m'incantano... capisci? (Rialzando­si) Mi perdoni...

Dolly                             - (trattenendolo per una mano) No... parli... parli pure, Jolly... Se fossimo laggiù dovrei rimetterla a posto con un'occhiata... ma quassù... siamo a mille metri al di sopra delle convenzioni! Qui non ha importanza che lei sia soltanto un ballerino... Due poveri ragazzi seggono vicini... la mano nella mano... e volano attraverso l'azzurro... Senti... la sorte ha voluto donarci quest'ora... non lasciarla sfuggire... non esser timido... Dimmi... tutto quello che hai nel cuore...

Roberto                         - (in un impeto di sincerità) Sì... Dolly... sì... io mi sento molto colpevole...

Dolly                             - Perché lei mi ha invitata a volare?

Roberto                         - Non si tratta soltanto di questo... Oh! Non può immaginare come mi rimprovero ora! Per la prima volta in vita mia ho dei ri­morsi!

Dolly                             - Perché mi vuoi bene? Oh! E crede che io non me ne sia accorta? Lo so da un pezzo! Da prima che lei se ne accorgesse!! (Ma­liziosa) Si fidi... si fidi della mia esperienza... Lei è innamorato di me!

Roberto                         - Lei crede?

Dolly                             - (toccandogli la punta dei capelli) Innamorato fin qui!

Roberto                         - (con vero sentimento) Sì... Dolly, ti voglio bene... ma amo te... non la ragazza moderna la cui fotografia è su tutti i giornali illustrati... Sei tu... quella che ho trovato quas­sù, che mi piace... E per quanto sia difficile... (con difficoltà) voglio dirle tutto... Lei non deve essere così carina con me... la prego... non sia tanto carina!

Dolly                             - Ma perché?

Roberto                         - Perché voglio dirle tutto... voglio che sappia che io... (la frase è stroncata dal se­gnale della radio e immediatamente dopo si ode la voce dell'annunziatore).

La voce                         - Hallo... hallo... Radio Parigi..,! Concerto pomeridiano. (Seguono le prime bat­tute d'una dolce canzone americana).

Roberto                         - Dolly... mia piccola cara... Lei fa di me tutto quello che vuole... (Quasi incon­sci, presi dall'incanto dell'attimo, si stringono, le bocche si avvicinano. Essa è abbandonata sulle sue braccia).

Dolly                             - (dolcemente, con grazia) Jolly... do­vrei dirle una cosa che non è affatto moderna.,, anzi è spaventosamente antiquata... Mi scusi... ma io non ho mai avuto un bacio da un uomo!..

Roberto                         - (con passione) Cara! (Si smarri­scono entrambi in un lungo bacio e non s'accor­gono che il rombo del motore è divenuto più forte e poi si spegne poiché l'apparecchio plana e atterra. Il pilota esce e vede i due che si ba­ciano).

Il Pilota                         - Pardon! Scusino se disturbo.,! Ma siamo ad Aix les Bains.

Roberto                         - (sussultando) Aix les Bains?

Dolly                             - (come un eco) Aix les Bains? (Essa si ravvia i capelli, rimette il cappottino e ripren­de il suo tono consueto) Meno male! Abbiamo nuovamente la terra sotto i piedi!

Roberto                         - Ritorna quella di prima?

Dolly                             - Lassù ero un angelo; quaggiù biso­gna essere un demonio; altrimenti non si è in­tonati alla vita! L'incanto è rotto!... Lei qui è nuovamente dinanzi a una ragazza moderna.,, che a lei piace! (Prende la borsetta ed esce).

Roberto                         - (seguendola con lo sguardo) E questo è il brutto! Che mi piace sempre di più! (Prende dal nécessaire uno specchio e vi si giar­da continuando a parlare) Lord Roberto Brummel, discendente del glorioso dandy Lord Giorgio Brummel... sei soltanto un cretino presuntuoso! Hai voluto giocare con l'amore e sei stato giocato! Hai voluto sedurre una ragazza e sei rimasto sedotto! Fai penitenza, povero Brummel! e cambia professione! Ti sei innamorato... e irrimediabilmente innamorato! Cretino!

Dolly                             - (riapparendo allo sportello) Ma Jolly, cosa fa? Resta lì?

Roberto                         - Scusi, avevo proprio bisogno di dirmi sinceramente una verità... Me la sono detta! Ora sono ai suoi ordini! Andiamo!

Fine del secondo atto

ATTO TERZO

Quadro quinto

Un corridoio dell'Hotel Royal Splendid di Biaritz. Come in tutti gli alberghi di primissimo ordine questo corridoio-pianerottolo ha quasi il carattere di un salotto.

 (All'alzarsi del velario la scena è vuota. Vie­ne da lontano, dal vestibolo, il suono molto fle­bile e dolce del jazz. Dopo una breve pausa la porticina dell'ascensore si apre e Dolly e Ro­berto entrano, preceduti dal ragazzo dell'ascen­sore. Essi sono vestiti come nel quadro prece­dente).

Roberto                         - Sono le nove in punto e siamo di ritorno come le avevo promesso!

Dolly                             - (sorridendo) Bravo! Lei è sempre molto carino!

Il ragazzo                      - La signorina vuole i giornali?

Dolly                             - Oh! No! Scendendo dal cielo le no­tizie della terra non interessano! Datemi soltan­to i giornali illustrati. E ora, buccia notte. Gra­zie di tatto. A domani.

Roberto                         - (esitante) Devo proprio andarmene?...

Dolly                             - (dolcemente) La gita in pa­radiso è terminata... E lei al ritorno è stato proprio savio!

Roberto                         - Per forza! Non èravamo più soli! Ma ora...

Dolly                      - Ora continui a essere cari­no e ragionevole, caro signor danseur! Di là c'è una mamma che attende an­siosa che la sua figlietta rientri. Io corro a rifugiarmi fra le sue braccia, come si conviene a una ragazza per bene ch'è stata a spasso sull'orlo del precipizio!

Roberto                         - E non trova altro da dirmi?

Dolly                             - (molto semplice) Buonanotte!

Roberto                         - (rassegnato) Buona notte! Dopotutto è meglio così!

Dolly                             - (acutamente) Che cos'è me­glio così?

Roberto                         - Mah! Pareva che quella corsa nell'azzurro l'avesse cambiata... speravo che fosse pronta a volare an­che sopra ai pregiudizi...

Dolly                             - Scavalcando la morale, eh? Qualche volta si vorrebbe farlo... ma voialtri uomini non avete idea di co­me è difficile per una ragazza per bene che sia stata veramente bene educata scavalcare la cosiddetta morale! E' un affar serio! Parola d'o­nore! A lei posso dirlo... perché grazie a Dio non appartiene all'aristocrazia inglese!

Roberto                         - Purtroppo!

Dolly                             - A lei posso confidare che qualche volta si arriva sino ad avere l'audacia di cer­care l'avventura... ma non abbiamo il corag­gio d'arrivare al peccato! Buona notte!

Roberto                         - (guardandola teneramente) Ora preferisco che lei rimanga la dolce e cara creatura che ho conosciuto lassù... e che con­servi intatta la sua bella purezza!

Dolly                             - Oh! Oh! E perché tutt'ad un trat­to assume questo tono?

Roberto                         - Glielo dirò domani!

Dolly                             - E allora... Ribuonanotte! (Gli ha steso la mano che egli tiene tra le sue e frat­tanto ha con l'altra tentato di aprire uno degli usci) Eh! Ma cosa succede? La mamma, di solito, lascia la porta aperta... Che sia an­cora giù? Noi però non l'abbiamo vista!

Roberto                         - Vuole che rada a vedere?

Dollt                             - C'è il cameriere del piano. (Chia­mando verso sinistra) Dite! Lady Hartley è an­cora giù nella hall?

Il cameriere                   - No... signorina... Milady non è qui... è partita oggi...

Dolly                             - (agitata) Eh? Cosa dite? E' par­tita?

Il cameriere                   - Sì, signorina... E' partita ver­go mezzogiorno per Pau in automobile con Lord Hamson e una cameriera... Ma posso aprire la porta, se la signorina desidera!

Dolly                             - Grazie.

(Il cameriere esce).

Dolly                             - Cosa ne dice? La mamma è par­tita per Pau! E' un bel caso!

Roberto                         - Un caso delizioso! Perché ci permette di stare insieme ancora un poco!

Dolly                             - (senza badargli) La mamma deve aver voluto seguirmi... ma per quale ragione ha creduto che io fossi a Pau? Io non le ho detto niente... sapendo che ritornavo stasera!

Roberto                         - (fingendo) Mah! E' veramente strano! Il più importante è che siamo ancora soli... (Nuovamente deciso) La mamma è par­tita... (Come parlando a se stesso) II destino vuole così. La sera è nostra e non si deve con­trariare il destino...

Dolly                             - No! No! La mamma dev'essere di­sperata... pazza, di paura... Bisogna che io le parli subito. (Corre al telefono) Hallo! Signo­rina... mi dia la comunicazione con i più gran­di alberghi di Pau... Sì... In uno o nell'altro dev'essere arrivata Lady Hartley... E appena le daranno la comunicazione chiami; sono qui ad attendere.

Roberto                         - Eh?! Come? Vuole rimanere qui?

Dolly                             - Sì... E le permetto di farmi com­pagnia.

Roberto                         - Lei è un amore!

Dolly                             - Ci vorrà un quarto d'ora o venti minuti perche venga la comunicazione... La linea è sempre occupatissima... Abbiamo dunque il tempo di cambiarci... presto! Vada a mettersi in frac e torni qui! Arrivederci.

Roberto                         - Arrivederci! (Escono).

(La duchessa di Devenham, Liliana e Guen­dalina, vengono dall'ascensore).

Il ragazzo                      - Le signore desiderano i gior­nali arrivati questa sera?

Liliana                           - Sì... non è vero, mamma? E an­che l'ultimo numero dell'«Mustrated London News ».

 La duchessa                 - Sapete che non mi piace vedervi leggere quelle pubblicazioni leggiere?

Liliana                           - Ma... mamma... « L'Illustrate London News » non è leggera! La puoi leggere perfino tu!

Guendalina                   - (guardando la Rivista che il ragazzo ha ripreso sul tavolino dove Dolly l’aveva prima lasciata e che ha consegnato a Liliana) Lascia vedere se c'è qualche cosa d'interessante!

Liliana                           - (scorre insieme a lei la Rivista) Il principe del Siam a Parigi... Il principe di E Galles che pesca le balene... Greta Garbo nel suo ultimo film. Toh! Guarda, mamma... « Un fidanzamento nell'alta società inglese... Miss Dolly Hartley, unica figlia di Lady Hartley, si fidanzerà prossimamente con Lord Brummel... Siamo lieti di pubblicare i ritratti dei due giovani futuri fidanzati...». Oh! Ma è incredibile! E Dolly non ci aveva detto niente! !

Dolly                             - (in abito da sera viene dalla sua stanza).

La duchessa                  - Oh! Lei, cara Dolly! Ma come ha saputo tenere il segreto!

Dolly                             - Buona sera, Duchessa.

La duchessa                           - Siamo arrivate oggi... e ab­biamo saputo...

Liliana                    - Ah! E non ce lo ha neppure scritto!

Guendalina                   - Non è stato proprio gentile da parte tua!

Dolly                             - Ma veramente non capisco...

La duchessa                  - Le mie figlie alludono al suo fidanzamento... Venga qui... voglio abbrac­ciarla! Mi congratulo tanto... Sarà una spo­sina deliziosa!

Lilìana                           - E ti sposerai nell'Abbazia dì Westminster o a No tre Dame a Parigi?

Guendalina                   - Adesso è molto chic spo­sarsi a Parigi... così la sera si può subito an­dare a Montmartre!

Dolly                             - Le assicuro, Lady Devenham, che non capisco assolutamente che cosa vogliate dire!

La duchessa                  - Oh! Piccola ipocrita! Parlia­mo del suo fidanzamento con Lord Brummel!

Dolly                             - Ah! Già... sarebbe un'idea della mamma... ma così... molto per aria!

La duchessa                  - Eh! No! Ormai è cosa fatta! Non ha veduto l'ultimo numero dell'«Illustrated London News »?

Dolly                             - L'ho avuto in mano un momen­to... poco fa... ma l'ho lasciato qui!

La duchessa                  - (prendendo la Rivista dalle ma­ni di una delle ragazze) Guardi... in secon­da pagina...

Dolly                             - (prende la Rivista e la sfoglia con premura. Guarda i ritratti con vivo stupore) Ma è... è impossibile!!

La duchessa                  - Pare di sì! «L'Illustrated London News» è sempre molto bene informato!... Ma, cara, perché è così sorpresa?

Dolly                             - Perché... perché Lord Brummel sembra... Il ritratto è così rassomigliante!

La duchessa                           - Ah! Davvero? Non lo conosco, ma si dice che sia un bellissimo giovane!

Dolly                             - (con entusiasmo) Ah! S2! E' bel­lissimo!

La duchessa                  - Oh! Brava! Adesso non ne­gherà più, eh?

Dolly                             - No... no! Poiché lo sanno tutti... devo ammetterlo! Sì! Sposo Lord Brummel!

La duchessa                  - Bene! Sono molto contenta! Arrivederci... e ancora tanti auguri affettuosi! (L'abbraccia dicendo alle figlie) Ah! Se voi riusciste a fare altrettanto!

Liliana                           - Oh! Tu, Dolly, hai saputo com­binare tutto per bene! Nessuno ne sapeva nien­te... E sei stata fortunata! E' un magnifico ragazzo!

GuendalIna                   - Veramente un bel figliolo! Sportivo... moderno... Beata te! Arrivederci, Dolly, ancora tanti auguri! (Le tre signore escono).

Dolly                             - (raggiante, guardando i ritratti) E' lui! E' lui! E' chiarissimo... Jolly è Lord Brummel! Ora posso amarlo... perché è pro­prio mio il mio ballerino! (Ad un tratto s'ar­resta e cambia tono) Ma perché avrà fatto tutto questo?... Perché?

Roberto                         - (viene dalla sinistra. E' in frac, im­peccabilmente elegante) Eccomi! Ho fatto presto?

Dolly                             - Alt! Rimanga un momento immo­bile, Jolly! (Guarda i ritratti sulla Rivista, confrontando) E sì! E' proprio identico!

Roberto                         - ' Che cosa è identico, scusi?

Dolly                             - Oh! Niente! Su questa rivista c'è un figurino... La linea maschile del giorno... volevo vedere se il suo frac corrisponde alla linea maschile del giorno... ed è identico! E' meraviglioso!

Roberto                         - (modesto) Capirà... col mio me­stiere è indispensabile seguire la moda...

Dolly                             - Eh! Capisco! (Con un sorriso in­definibile) II suo mestiere sarebbe fare il dan­seur, beninteso! (Lo guarda ancora sorriden­do lievemente).

Roberto                         - Che cos'ha, Dolly... Ha un'aria strana...

Dolly                             - Ah! Le sembra? Infatti... mi tro­vo dinanzi a qualche cosa che non riesco a spiegare... Gli uomini sono a volte assai stra­ni... Si vorrebbe sapere perché hanno fatto una data cosa... e non si capisce... non si rie­sce a capire niente!

Roberto                         - Vuole spiegarmi un po' più chiaramente?...

Dolly                             - Sì! Vorrei tanto sapere perché Lohengrin si ostina a nascondere il suo nome a Elsa!

Roberto                         - Alle dieci di sera? (Viene dalla hall, molto dolce, la musica di un blues) Sen­te? E' il nostro blues! Vuole?

Dolly                             - Volentieri! Proviamo quel nuovo passo! (Ballano) E' così?

Roberto                         - Così... Come capisce facilmente!

Dolly                             - (guardandolo, misteriosamente) Ca­pisco tutto a volo!

Roberto                         - (ballando la stringe appassionatamente) Dolly... Chiudi gli occhi... Non è necessario volare per arrivare in cielo... Ti stringo a me... e ho fra le braccia la felicità... Rivedo quella luce nei tuoi occhi...

Dolly                             - Dimmi... perché mi hai nascosto... (La domanda è troncata dallo squillare della suoneria del telefono) Ah! E' la mamma! (Cor­re al telefono) Hallo, mammy!... Sì... Sono io, Dolly!... Sei molto agitata?! Non .è il ca­so!... Sì... Siamo andati ad Aix les Bains... ma siamo ripartiti subito!... Perché l'ho fatto? Perché tu non volevi permettermelo! E io avevo una voglia pazza di volare! Eh?... Ma sì! Sono incolume! Perfettamente!... Sono andata con Jolly... naturalmente... Ma sì! L'ho saputo!... Sì... per caso... da un giornale... Fi­gurati che c'è anche il suo ritratto!

Roberto                         - II ritratto di chi?

Dolly                             - (volgendosi a lui rapida) Del Prin­cipe del Siam! (Al telefono) Dimmi... vuoi spiegarmi perché sei andata a Pau?... Eh? Cosa?... Come? (Si vede dal suo viso che ciò che la madre le dice per telefono la turba profondamente, e il suo turbamento aumenta sino a renderla veramente sconvolta) Ah! Ah! Que­sto poi! E' incredibile! Non avrei mai imma­ginato una cosa simile... Ah ! Sì ! Sì ! Puoi es­ser tranquilla! Torna subito... te ne prego... Sì... Grazie, mammy... Sì, ho capito... ho ca­pito tutto! Arrivederci! (S'allontana dal tele­fono) Ah ! Ah ! Così stanno le cose ? !

Roberto                         - (sorpreso) Dolly! Che cos'hai??

Dolly                             - Niente! Niente, caro Jolly! La mamma si è tranquillizzata, mi raccontava però delle cose... dei pettegolezzi che ha sentito a Pau... Oh! Cose inaudite! Incredibili! (Si ac­costa a lui) Lei non può nemmeno supporre. Non vale la pena di essere delle persone pulite! Creda a me e ordini dello champagne. Anzi, sarà meglio lo faccia io. (Suona e al ca­meriere che appare domanda molti liquori di­versi per cocktail).

Roberto                         - Ma, Dolly... Che cos'ha? Nella sua allegria c'è qualche cosa di falso! Non sembra nemmeno più lei!

Dolly                             - (ridendo male) Davvero?! Invece lei sbaglia... caro signor psicologo! Io sono proprio così... come tutte le ragazze di questa epoca assurda! Oh! In pubblico, si capisce, cerchiamo di sembrare più o meno corrette... ma con le persone intime possiamo mostrarci ogni tanto come siamo in realtà! E allora get­tiamo da parte le convenienze! Guardi... per esempio... Vogliono farmi sposare un cerio Lord Brummel... una specie di viveur, un buo­no a nulla! Cosa ne sa quel cretino di me? Cosa so io di lui? Non so nemmeno che opi­nione ha di me... Probabilmente pessima! E non vai la pena di disingannarlo! S'aspetta di peggio, lui! Merita d'essere accontentato! (En­tra il cameriere, serve lo champagne e i liquori; poi esce. Frattanto Dolly ha gettato ancora uno sguardo sulla rivista dove sono i ritratti e poi l'ha scaraventata in un angolo).

Roberto                         - (la guarda con tristezza) Oh! Dolly... smetta di parlare così!

Dolly                             - Perché? Invece ho tante cose da dirle, Jolly... Ho bisogno di confidarmi a lei, stasera... Senta... Non crede lei che noi ragaz­ze manchiamo della preparazione necessaria al matrimonio?? Per allenarci a ballare... ab­biamo un ballerino... non è vero? Quello ci è consentito... Perché non dobbiamo avere an­che qualcuno che ci alleni... all'amore?!

Roberto                         - Oh! Ma che cosa dice, Dolly!

Dolly                             - Sì... lo so... queste sono idee rivo­luzionarie... Ma perché dovrei portare tuttala mia purezza a uno che non sa apprezzarla? (Trangugia d'un fiato un bicchiere di champa­gne) Tu mi ami, non è vero? Tu mi adori?! Oh! Sai, mi sei piaciuto subito... Ti voglio be­ne... sai... vienimi accanto... baciami.

Roberto                         - Dolly... non mi tenti... non vo­glio credere...

Dolly                             - Non vuoi credere che mi piaci? Che ti voglio bene? Domani mi piacerà forse un altro! Ma voglio darti una prova che valga più di tutte le parole e le promesse... (Va nel­la sua camera).

Lord Hamson               - (In abito da viaggio viene dall'ascensore) Oh! Sono arrivato, finalmente! Che corsa infernale!

Roberto                         - (furibondo) Ah! Adesso arrivi! Sei un bel tipo di angelo custode, tu!

Lord Hamson               - Cosa vuoi dire? Cos'è suc­cesso?

Roberto                         - Un vero angelo custode si trova dove c'è bisogno di lui! E tu dovevi essere qui!

Lord Hamson               - Oh! Vai al diavolo! Non mi hai scritto tu... che andavi a Pau?! Come potevo immaginare che saresti andato altrove e che ritornavi subito?

Roberto                         - Un vero angelo custode si sareb­be immaginato che io andavo invece ad Aix le» Bains... e che t'avevo scritto che andavo a Pau per imbrogliarti!

Lord Hamson               - Dimmi... per amor di Dio! Cos'è successo? Noni arrivo troppo tardi?

Roberto                         - Dipende da come l'intendi!

Lord Hamson                        - Cioè?

Roberto                         - (abbattutissimo) E' successo qualche cosa di terribile!

Lord Hamson               - Ma che cosa? Spiegati!

Roberto                         - E' successo che mi sono inna­morato pazzamente... senza scampo... di una creatura deliziosa ma corrotta!

Lord Hamson                        - (allegrissimo) Ah! Sei in­namorato? Allora tutto va benissimo!

Roberto                         - Va malissimo, invece! Non potrebbe andar peggio! Tutto procedeva perfet­tamente... a mezzanotte scadeva il termine pre­fisso... ed essa aveva superato la prova magni­ficamente!... A mezzanotte meno cinque... pro­prio all'ultimo momento... è successo proprio quello che io temevo! Oh! Zio! Tu non sup­poni che paura avevo addosso... Sono arrivato fino a pregare... «Signore Iddio, concedimi la grazia di far fiasco almeno per questa volta ». E invece! Ah! Io non sposerò mai miss Hartley! E' impossibile!

Lord Hamson               - Ma perché?

Roberto                         - Non so se sia stato il mio fascino a turbarla... perché bisogna ammettere che io sono un tipo piuttosto pericoloso... o se le mie insistenze l'hanno convinta... fatto sta che quella dolce e pura fanciulla...

Lord Hamson               - Io non ho ancora capito che cosa è successo!

Roberto                         - A fatti... niente... nell'intenzio­ne... tutto!

Lord Hamson               - Ah! Nell'intenzione sol­tanto! Dunque non conta! Però... spiegami!

Roberto                         - Eccola qui.

Dolly                             - (viene dalla sua camera. E' tutta av­volta in un magnifico mantello di velluto scar­latto con grande collo di renard bianco. Dal morbido pelo emergono le. sue spalle nude. Vedendo Lord Hamson istintivamente si copre le spalle) Lei, Lord Hamson?!

Lord Hamson               - Sì... sono tornato prima in automobile... Lady Hartley giungerà fra poco perché ha preferito venire in treno...

Dolly                             - Sono molto contenta che lei sia qui... Sentirà così qualche cosa che voglio dire a suo nipote, Lord Brummel!

Roberto                         - Eh? Lei dunque sa?...

Dolly                             - Sì. Potrei dirle che so da quando l'ho conosciuta... Purtroppo non sarebbe vero! Ho saputo soltanto poco fa al telefono dalla mamma!

Roberto                         - Ah! Capisco!

Dollt                             - Lei, signor mio, voleva mettermi alla prova? Ignora forse che non bisogna mai cimentare una donna... e che le prove finiscono sempre come la donna vuole?

Roberto                         - Io... io... non so altro che sono felice! Ma chi è stato lo spirito benigno che ha svelato tutto a sua madre?

Lord Hamson               - Io! L'angelo custode!

Roberto                         - Oh! Caro! Ti darei un bacio! Perché allora tutto quello che lei ha inventato poco fa...

Dolly                             - No. Non si illuda, Lord Brummel... Forse ero veramente decisa... a giocare la par­tita sino in fondo... Con un gesto potrei mo­strarle se sotto questo mantello io ho il mio vestito... o no! Ma lei non dovrà mai sapere se prima fingevo... o se fingo adesso... se sono la creatura dolce e pura di oggi... o l'essere ca­pace di tutto che ero poco fa... E questo è il suo castigo!

Roberto                         - Oh! Non lo credo più, Dolly!

Dolly                             - E perché non mi crede? Forse lei non ha vinto la partita soltanto perché sono stata avvertita in tempo! E questo mantello? Ah! Avevo anch'io il diritto di giocare con lei! Questo mantello ricopre un mistero... Cerchi d'indovinare se è buono... o cattivo... se io sono pura... o perversa! Ci pensi bene, Lord Brummel... Buona notte!

Roberto                         - No! No! Lei non deve andarsene così! Voglio essere certo!

Dolly                             - Certo?! E come può un uomo es­sere certo! Siete troppo vili, in genere, per sa­per trovare la certezza! Ma se lei ha questo co­raggio... s'accosti... e mi tolga il mantello!

Roberto                         - (si precipita verso di lei. Essa la­scia un poco scivolare il mantello scoprendo il collo e la linea della spalla. Egli la fissa, poi le sue mani ricadono) Zio! Zio! Non ho il co­raggio... se per dispetto... in un momento di follia... avesse veramente... No! Non voglio! Preferisco l'incertezza!

Lord Hamson               - Tu sei e rimarrai un pazzo, Roberto! Ma hai dunque conosciuto soltanto donne che valevano così poco da non essere più capace di capire che sei dinanzi a una dolce, coraggiosa creatura degna di tutto il tuo amo­re? (Andando risolutamente verso Dolly) Dol­ly., permette? (Le toglie il mantello con l’at­titudine corretta di un uomo di mondo. Essa indossa l'abito scollato di poco prima).

Roberto                         - Oh! Dolly!

Dolly                             - Ah! La prego! Secondo lei tatto è a posto, non è vero? Per me invece, no! Io non sposerò mai un uomo che ha potuto pensare di me... quello che lei ha pensato! Faccio su­bito telegrafare ali'Illustrated London News: « Fidanzamento Miss Hartley annullato». Buona notte... Lord Brummel, e scusi tanto... si­gnor ballerino!

Lady Hartley                - (che è entrata durante la bat­tuta di Dolly, ancora in abito da viaggio, la in­terrompe) Eh? Stop, figliola mia! Non far telegrafare nulla! Ti prego! Non ci manche­rebbe altro! Prima mi fai correre a 120 l'ora a Pau... poi torno in treno omnibus... mezza morta dalla stanchezza e dalle emozioni... e adesso che tutto è finalmente a posto, tu vuoi complicare le cose? Oh! Cara mia... bisogna prendere gli uomini... come ce li facciamo noi donne!

Dolly                             - E meglio ancora non prenderli af­fatto!

Lady Hartley                - Già! Ecco come siete voi-altre... Noni è vero, Lord Hamson, che noi eravamo diverse? Noi, per amore, perdevamo la ragione... voi, ragionando, perdete l'amore!

Lord Hamson                        - (le si accosta e la bacia) Brava! Quello che ha detto merita un bacio! Pardon!

Lady Hartley                - Oh! Le perdono volentie­ri! (A Dolly, con serietà) Sentiamo: quale col­pa ha commesso? Ha voluto procurarsi, in mo­do insolito, la certezza d'avere una moglie fe­dele. (A Roberto) Adesso è convinto?

Roberto                         - Pienamente, Lady Hartley!

Lady Hartley                         - Dunque non c'è più nessun motivo plausibile di rimandare un fidanzamen­to già stabilito da tempo! E ora che tutto è re­golato, se si andasse a cena? io ho un appetito!

Lord Hamson               - (guardando l'orologio) Ro­berto! Avevi sbagliato anche l'ora! E' adesso mezzanotte!

Roberto                         - Lady Hartley, ho l'onore di chie­derle la mano della sua deliziosa figlia.

Lady Hartley                - E io ho il piacere di accor-dargliela! (Al cameriere che è entrato per to­gliere lo champagne) Servite la cena!

(Tutti guardano Dolly con ansia).

Dolly                             - Almeno avrò un marito che saprà ballare bene!

Roberto                         - E che saprà amarti! Vedrai!

Lord Hamson               - E ricordati, Roberto, che non bisogna mai voler vincere con le donne! Perché anche vincendo... si può perdere!

                                                                 

FINE