DON GIOVANNI (di Chiara Tambani)
Eh no… perché a me non sta mica bene… Questa è una vera ingiustizia! Ma dico, ho passato tutta la vita a fare del bene, mi sono sempre sacrificato per gli altri, sono stato perseguitato, malmenato, quasi ammazzato … E alla fine guarda che bella ricompensa ne ricevo!!!
Eh già, ma credete che non l’abbia capito? Quelli che stanno là in alto sono tutti dei raccomandati… Sennò, scusate, come si spiegherebbe che quello là (indica come se stesse parlando dell’inquilino del piano di sopra) che rinuncia ai suoi averi per darli ai poveri lo fanno subito santo,quell’altrache passa la vita adaiutare gli ammalati diventa immediatamente beata … e io… io che ho speso tutta la mia vita a fare del bene… che ho donato tutto me stesso senza mai chiedere nulla in cambio… vengo cacciato dritto all’inferno!!!????
Ma scusate, noi siamo venuti sulla terra per adempiere alla nostra vocazione, no? O almeno, questo è quello che vorrebbe il buon Dio!! E voi… l’avete capita qual è la vostra vocazione? O la state ancora cercando? O pensate di non avercela proprio?
Ecco, invece io ho sempre saputo quale fosse la mia vocazione!! Io ero venuto al mondo per dare gioia agli altri! Ne ero assolutamente certo!! E infatti già da piccolo ero un bambino molto generoso… Pensate che ero felice solo quando vedevo che anche gli altri bambini stavano bene… be’, in particolare… le bambine… per cui avevo un certo debole!!! E allora, con i pochi soldini che mamma mi dava, compravo pagnotte, focaccine, dolcetti e glieli regalavo … e per me non tenevo niente!!! Le bambine mi guardavano con gli occhioni che brillavano e mi dicevano “grazie Giovannino grazie” e a me questo bastava per essere felice!!! Insomma non per vantarmi… ma fin da piccolo sapevo che la mia strada sarebbe stata quella della santità!!
Mia madre invece, che non capiva, mi sgridava in continuazione “Ma insomma Giovannino, noi siamo poveri, non puoi regalare tutto agli altri, sennò poi non ci sarà più da mangiare per te!!”.
Ma per fortuna che un giorno il prete del nostro paese le disse: “Cara signora, non vede che animo buono e generoso ha il suo caro figliolo? E’ un dono del buon Dio! Vedrà che diventerà un ottimo sacerdote… Senta, senta come suona bene… Don Giovanni… e poi chissà, magari farà anche carriera, diventerà vescovo, cardinale… e chissà forse un giorno… anche papa!!”.
Mia madre a sentire queste parole si inorgoglì tutta e non mi sgridò più, anzi iniziò a chiamarmi “il mio piccolo Don Giovanni”.
E così io crescevo buono, ubbidiente, giudizioso, sempre desideroso di fare felice il prossimo… Sì, certo, meglio se il prossimo… erano donne, questo s’è capito.
Finché, raggiunti i diciotto anni, mi accorsi con stupore che le ragazze non erano più felici come prima quando regalavo loro le pagnotte, le focaccine o i dolcetti. Anzi, sembravano pure piuttosto seccate e io non riuscivo proprio a capire il motivo…
Finché un giorno la Teresina, la figlia del maniscalco, mi porta in un fienile e mi dice: “Senti Giovannino, e vedi di darci un taglio con tutta ‘sta roba da mangiare, che a me non importa proprio niente. Piuttosto…” e mi si avvicina tutta accaldata e rossa in volto “Tu hai una cosa che mi può fare moooolto, ma moooolto più felice!!!” E all’improvviso mi mette una mano… proprio… proprio lì!!! (Si indica la patta) E che stupore… Che meraviglia scoprire finalmente a cosa servisse quel… (fa segno come a indicare che è enorme) formidabile strumento che il buon Dio mi aveva dato in dono!!! E com’era felice la Teresina quando iniziai a usarlo!!! Ma guarda te… pensavo io… quanti soldi avrei potuto risparmiare se l’avessi scoperto prima!! Altro che comprare focaccine e dolcetti…
E fu proprio in quel momento che … ebbi l’illuminazione!! Ero certo che il buon Dio avesse in serbo grandi progetti per me, ma ancora non avevo capito quale fosse la mia strada.... Ora improvvisamente tutto mi fu chiaro!!
Ma certo!! Ecco qual era il mio talento, la mia vocazione… Fare felici le donne grazie al mio prodigioso strumento!!!
Ah, quanta gioia provai in quel momento!! Così, appena finito con Teresina, corsi subito da Matilde, la figlia del fornaio e poi da Bettina, Rosina, Carlina, Lucia, Francesca, Rebecca e correvo di qua e correvo di là smanioso di fare felici tutte quelle care ragazze!!! E loro mi guardavano con occhi estasiati e mi dicevano “Grazie Giovannino grazie!!!”. Solo che purtroppo nel giro di pochi giorni avevo già fatto felici tutte le ragazze non sposate del paese… E adesso cosa faccio? Mi chiedevo un po’ deluso. Possibile che il progetto del buon Dio si esaurisca così?
“Ma no mio bel giovanotto!” Mi fa la moglie del fornaio… “Ma vieni a fare felici anche noi donne maritate che ci sentiamo tanto sole”!!! Ma certo, come avevo fatto a non pensarci prima!!! C’erano anche tutte le donne sposate del paese che effettivamente mi sembravano un po’ tristi e poco appagate… E così, alééééé, ricominciai il mio giro con la mamma di Teresina, la mamma di Bettina, la mamma di Rosina e via in fila e … sapete una cosa? Le mamme mi davano ancora più soddisfazione delle figlie, certe grida tiravano…oddio, all’inizio mi prendevo di quegli spaventi… credevo che stessero male poverine… poi invece capii che era proprio il contrario!!! Era il loro modo per farmi capire quanto il mio divin strumento le rendesse felici!!! “Giovanninoooo… una cosa così non l’ho mai provaataaaaaa con mio maritooooo”!!! E io ringraziavo il buon Dio per questo dono meraviglioso che mi aveva fatto!!! Quanto bene stavo facendo al mio prossimo, mi sentivo già in odore di santità!!!
Purtroppo però presto ebbi finito di soddisfare anche tutte le donne maritate del paese… ed ora? Cosa potevo fare? Ma anche questa volta il buon Dio m’illuminò!!! Il convento di clausura sulla collina, dove stavano rinchiuse cinquanta monachelle che non avevano mai contatti con il mondo esterno!!! Dovevano assolutamente provare anche loro il mio divin strumento che tanta felicità sapeva dare all’universo femminile!! E così un bel giorno… bussai alla porta del convento… e lì ci rimasi….un mese intero!!! Non mi
volevano più lasciar andare via quelle benedette suorine!!! E va bene fare felice il prossimo ma era un mese che di notte non chiudevo occhio tanto erano bramose di felicità quelle povere figliole!!! Alla fine per avere un po’ di tregua dovetti rifugiarmi in Chiesa… Almeno qui mi lasceranno in pace pensavo io!! Ma… non avevo fatto i conti con la Madre Badessa… Mi seguì, chiuse a chiave il portone della chiesa, mi si avvicinò come una pantera sussurrando vogliosa “Giovanninooo, Giovanninoooo”… e zac, mi saltò addosso e si impossessò di me per tre giorni e tre notti, senza farmi né bere né mangiare… Ma io sopportai con gioia il mio martirio senza un lamento!! Anzi ero molto orgoglioso di averle addirittura ridato la fede, perché mentre si godeva il mio prodigioso strumento urlava a squarciagola: “Ma allora Dio esisteeeeee!!!”.
Alla fine del terzo giorno, quando ormai pensavo di essere lì lì per esalare l’ultimo respiro, approfittai di un attimo di distrazione della badessa, le strappai di dosso le chiavi e con la poca forza che mi era rimasta mi trascinai fuori dalla chiesa… e mentre, zoppicando e tutto dolorante, mi allontanavo sempre di più dal convento sentii levarsi cori gioiosi di bellissime voci femminili che cantavano “Grazie Signore Grazie!!!! ”.
Purtroppo però i miei martiri erano appena iniziati perché appena arrivai in paese trovai ad aspettarmi una folla inferocita… Bettina, Rosina, Carlina, Lucia, Matilde, Rebecca mi guardavano cariche di odio e con gli occhi iniettati di sangue… “Tu sei mioooo!!! Mi devi sposareeeeee!!!!” “Ma non posso stare con una sola donna!!!” Cercavo di spiegare con calma a quelle care ragazze. “Non capite che il buon Dio vuole che faccia felici quante più donne possibile??? E’ la mia missione!!!” Non avevo ancora finito di parlare che quelle si misero a correre come delle forsennate per agguantarmi e si strattonavano tra di loro e si davano degli sganassoni tremendi… “Noooo… Giovannino è soloooo miooooo!!!” Sbraitavano a loro volta le madri che tiravano per i capelli le proprie figlie per fermarle e braccarmi per prime… Come se non bastasse si misero di mezzo anche i padri e i mariti “Maledetto rubafemmine!!!” mi gridavano inseguendomi con i bastoni… Ma vai a capire la gente!! Io mica gliele volevo portare via le mogli… Dio me ne scampi… Le ho solo fatte felici per qualche oretta e quei bruti, invece di ringraziarmi, mi volevano ammazzare!!
Così non mi restò altro da fare che rifugiarmi nel bosco… Riuscii a dileguarmi nel buio della notte, e come potete ben comprendere, non feci più ritorno al mio paese. Comunque, anche se provavo tanto dolore per essere stato così maltrattato, non smettevo di ringraziare il buon Dio perché sapevo che le pene che dovevo sopportare non erano niente in confronto al grandissimo pe… cioè… dono che avevo ricevuto.
Quel giorno capii che sarei stato solo e incompreso per il resto della mia vita… Ma era la mia croce, il mio destino… e non mi potevo sottrarre!! Dovevo andare avanti per la mia strada e così… arrivai a Venezia!!! E lì… rimasi a bocca aperta… Avevo 18 anni, non ero mai uscito dal mio paesello e da quando ero nato avevo visto sì e no una cinquantina di donne… E ora… non credevo ai miei occhi!!! A Venezia c’erano centinaia… ma che dico… migliaia di donne!!! Donne che passeggiavano per le strade, che chiacchieravano nelle piazze, che facevano la spesa nei mercati… Ovunque mi voltassi, donne, donne, donne!! Evviva!!! Esclamai!! Qui sì che avrei potuto avrei realizzare pienamente il grande progetto che il buon Dio aveva per me!!! E infatti… In men che non si dica quanta gioia diedi a contesse e contessine, damigelle e concubine, vedove, popolane, maritate e signorine… Per tutta Venezia iniziarono a levarsi cori di voci femminili che cantavano “Grazie signore Grazie!!!” … Oddio… per dirla tutta… a volte addirittura qualche bel giovine chiedeva i miei servigi e lì… ecco… inizialmente ebbi un attimo di titubanza … (in tono deciso) e poi no, proprio no… ero sicuro che la mia vocazione prevedeva di fare felice solo ed esclusivamente il sesso femminile!!! Però un po’ mi dispiaceva perché quei poverini se ne andavano via così delusi… avevano tanto sentito parlare del mio prodigioso strumento!! Però insomma… E va bene il sacrificio, va bene il martirio… ma a tutto c’è un limite!!!
“E bella fatica!!” mi gridano i raccomandati da lassù, “bella fatica a passare la vita a fare l’amore!!!” Invidiosi che non sono altro!! Eh no… aspettate un attimo… innanzitutto ci vuole una certa arte e voi sicuramente non ce l’avete, poi è necessario lo strumento adatto e questo, se permettete, me l’ha dato il buon Dio e poi… ma cosa credete, che io facessi felici solo le donne giovani e belle?! E no, signori miei, io non mi tiravo indietro davanti a nessuna … Se una donna chiedeva i miei servigi eccomi… ero pronto a compiere il mio dovere fino in fondo senza guardare in faccia nessuna!! Ecco, infatti, alcune avrei fatto meglio proprio a non guardarle in faccia da tanto erano brutte… Certi scorfani mi capitavano a volte... E poi insomma, per dirla tutta, nel Settecento dopo i venticinque anni le donne non è che poi fossero tutto ‘sto spettacolo… Insomma, non c’erano mica tutte quelle tecniche sofisticate che c’avete voi adesso che anche
a cinquant’anni ne dimostrate venti (o almeno credete voi)… E no, a me si presentavano delle quarantenni sdentate che parevano delle vecchie di ottant’anni… e per fortuna che la vita all’epoca era breve e … non erano poi tante quelle che superavano i cinquanta… Sennò… erano caz….ehm… cavoli amari!!!
E comunque anche a Venezia si ripeté la stessa storia… Nessuna donna si rassegnava a lasciarmi andare via, e tutte volevano che le sposassi, o che diventassi il loro amante, e volevano il bis e il tris e il quadris… E insomma, io qualche volta glielo concedevo ma poi basta!! Ma non riuscite a capire che io devo farvi contente tutte? Che non posso stare solo con una donna? E le altre cosa fanno poverine? Le altre si arrangiano, mi rispondevano loro… E no, il concetto di generosità non era per niente chiaro…
Di sera poi non potevo più uscire perché i mariti gelosi mandavano sicari per assalirmi, picchiarmi… uno voleva addirittura evirarmi!!! Ormai tutti gli uomini di Venezia volevano vedere morto il povero Don Giovanni!!!
“Sei un assassinoooo” mi urlano quegli impuniti là in alto!! Vorrei vedere voi… con davanti un brutto ceffo con il coltello sguainato che mi voleva tagliare il divin strumento cosa potevo fare? Gli ho tirato anch’io una coltellata, che diamine!!! E l’ho fatto secco!!! Tanto ero sicuro che il buon Dio mi avrebbe perdonato, era per difendere una buona causa!!!
E così purtroppo… dopo pochi mesi dovetti abbandonare anche Venezia e trascorsi il resto della vita ramingo, portando avanti con coraggio la mia missione di dare gioia e felicità alle donne ovunque andassi, ma ricevendo in cambio solo insulti, minacce e tante botte!!
Un giorno finalmente, anziano ma ancora nel pieno delle mie… (con fare suadente, per far capire che funzionava ancora bene)… forze… insomma… (in tono orgoglioso) non avevo mica bisogno di prendere lapillolina blu che c’avete voi… il buon Dio mi chiama a sé… proprio durante l’adempimento della mia missione!!! E mentre la mia anima si stacca dal corpo, faccio un piccolo calcolo e penso che suppergiù ho dato gioia e felicità a 40.358 donne… magari entrerò nel guinness dei primati dei santi, no dico… quanti altri potevano vantarsi di aver fatto del bene a così tante persone?? E mentre già mi preparavo a godermi la luce eterna, ma no, ecco che invece sprofondo sempre di più verso il basso, trascinato da una fortissima corrente che mi risucchia, atterro in un grosso pentolone di acqua calda ribollente e ad accogliermi c’è un simpatico signore cornuto che mi dice (con accento milanese) “Ue’ Don Giovanni, benvenuto nel girone dei lussuriosi”.
Ma noooooo!!! Mi metto a urlare io!!! Ma ci dev’essere un malinteso, un tremendo equivoco, un quiproquo!!! Io ho usato per tutta la vita il mio divin strumento per fare felici le… “E appunto testina…” mi fa il Senor El Diablo “ Guarda che qui c’è pieno di gente che come tè che ha fatto largo uso del proprio strumento neh? E tanto per la cronaca…. Quello strumento lì non te l’ha mica dato il capo che sta là in alto
neh?” Io lo guardo con occhi atterriti: “Eh no pisquano!!! Quello strumento lì… te l’ho dato io!!! E l’hai usato proprio bene!! Ah ah!!! Che bauscia… e tè pensavi di andare in Paradiso!! Ma valà testina!!! Tu per tutto questo tempo hai lavorato per mèèèè!! Ah ah ah!!!”
Noooooo!!! Cominciai a piangere diperatoooo!!! Ma io non lo sapevo!! Io pensavo di fare la volontà del buon Dio…. “Ma lascia lì, baluba, cosa ti disperi a fare? Ma guardati intorno e goditela!! Qui puoi fare tutto
quello che vuoi, basta che non rompi le scatole agli altri!!! Questo è il motto dell’inferno!!!”
In effetti, non è che il girone dei lussuriosi fosse proprio malaccio… Anzi… Piscine con acqua caldissima, idro massaggi (dov’ero atterrato io per l’appunto), bagni turchi, saune, hotel di lusso, discoteche con musica a palla… E tutti che erano liberi di fare l’amore con chi pareva a loro…. Certo il posto ideale per qualsiasi
godereccio lussurioso!!! Ma io non ero così!!! Io non l’avevo fatto per soddisfare il mio piacere ma per … “Dare gioia agli altri… Ue’, ma ‘sta musichètta l’abbiamo già sentita… E dacci un taglio adesso neh?” Mi dice il capo cornuto.
Ma io non mi rassegnavo. E mentre tutti intorno a me ballavano, cantavano, gozzovigliavano e facevano l’amore io me ne stavo chiuso nel mio piccolo loculo a scrivere lettere di protesta a tutti i santi del Paradiso, sperando che potessero mettere una buona parola per me con il buon Dio…
Finché un giorno (s’illumina di gioia)… mi arriva questa lettera… Sentite sentite…
“Caro Don Giovanni… non so se è perché c’hai tanto scassato la m….” qui c’è una cancellazione… chissà
cosa voleva dire, mah? “ o perché forse forse un po’ di ragione ce l’hai… Comunque per la prima volta dall’inizio dell’eternità (che neanche più mi ricordo quando è stato) devo ammettere che forse mi sono sbagliato… Caro Don Giovanni, certo sei stato un po’ minchione… ma chi mai potrebbe definire DIVINO quello strumento lì?! Comunque… Tu hai agito a fin di bene (o… di … PENE… Ah ah… la Divin Battuta), le tue intenzioni erano pure e quindi… Sei ammesso a far parte delle beate sfere… delle le sacre rote… Insomma guagliò (parla con accento napoletano) e vieni su in paradisooooo!!!” Firmato IL BUON DIO.
Evvai!!! Ce l’ho fatta!!!! Don Giovanni ha avuto la sua rivincita!!! (Rivolgendosi verso l’alto) Adesso la smetterete di insultarmi invidiosi che non siete altro! E così cari amici goderecci lussuriosi e caro Senor El Diablo, il buon Don Giovanni vi saluta, prende il primo treno con destinazione Paradiso, dove trascorrerà il suo tempo immerso nella luce celeste, tra cori angelici e in compagnia di milioni di verginelle che… non vedono l’ora di provare il mio… DIVIN STRUMENTO!!!
Addio, adieu, asta la vista a tutti!!!
E mentre Don Giovanni si allontana immerso in un fascio di luce si sente un coro di voci angeliche che canta “GRAZIEEEE SIGNORE GRAAAAAZIEEEEE”
Chiara Tambani
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