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D O N N E

Commedia in tre atti (12 quadri)

di Clare Boothe Luce

(Versione di Vinicio Marinucci pubblicata su IL DRAMMA, Anno 21,– n. 2-3 del 1° e 15 dicembre 1945)

PERSONAGGI

MARY HAINES

SILVIA FOWLER

CRYSTAL ALLEN

PEGGY DAY

EDITH POTTER

NANCY BLAKE

CONTESSA DE LAGE

SIGNORA MOREHEAD

MIRIAM ARONS

PICCOLA MARY

MISS FORDYCE

MISS WATTS

MISS TRIMMERBACK

OLGA

JANE

 LUCIA

 HÉLÈNE

SIGNORA WAGSTAFF

1a PARRUCCHTERA - 2a PARRUCCHIERA

PEDICURE

MASCHERA DI FANGO

EUPHIE

INGRID

CAPO REPARTO

1a COMMESSA - 2a COMMESSA - 3a COMMESSA

1a INDOSSATRICE - 2a INDOSSATRICE - SARTA

PRINCIPESSA TAMARA

ISTRUTTRICE - INFERMIERA - MAGGIE

1a RAGAZZA - 2a RAGAZZA

1a DONNA DI MONDO - 2a DONNA DI MONDO

SADIE

VENDITRICE DI SIGARETTE

VECCHIA SIGNORA

«DEBUTTANTE»

UNA RAGAZZA IN IMBARAZZO

♦ Negli Stati Uniti d'America, oggi.


ATTO PRIMO

PRIMO   QUADRO

Stanza di soggiorno in casa di Mary Haines. Oggi, le stanze di soggiorno in Park Avenue sono arredate con una significativa indifferenza verso il fatto che la nostra società non è ancora ridotta a un unico sesso. Esse riflettono in tutto il gusto delle loro proprietarie, senza la minima considerazione del perdonabile diritto del proprietario di trovarsi a suo agio nell'arredamento di casa propria. La stanza di soggiorno di Mary Haines non è così. Un uomo la riterrebbe perfettamente confortevole. Questo, senza sacrificare nulla del suo sottile fascino femminile. Sul caminetto v'è un grazioso ritratto dei figli di Mary, una bambina di undici anni e un bambino di cinque o sei. A destra, una porta verso l'interno, a sinistra, un'altra che conduce all'ingresso. Nel centro un divano, una poltrona, un tavolinetto da tè con le sedie. In buona luce verso la finestra, un tavolo da bridge.

(Al levarsi del sipario, Jane, una graziosa e correttissima camerierina di origine irlandese, sta preparando il tavolo da tè. Quattro donne stanno giocando al bridge, in una nuvola di fumo da vettura fumatori. Esse sono: Nancy, che è tagliente, ma non acida; smilza, ma non elegante; di mondo e ancora vergine a 35 anni. La sua compagna è Peggy, graziosa, dolce, di 25 anni.  Quindi Silvia, elegante, levigata, felina, di 34 anni. E la sua compagna Edith, che è una grassoccia matrona di 33 o 34 anni, costosamente vestita. Indifferente a tutto tranne che a se stessa, Edith è incapace tanto di una deliberata malizia quanto di una  spontanea generosità).

Silvia            E così ho detto a mio marito : «Che vorresti che facessi? Che me restassi in  casa a rammendarti le calze? Allora, perché si hanno i denari? Perché si tengono  i servitori?».

Nancy            Non li tenete a lungo, veramente... (Poggiandoil mazzo di carte)  A voi, Peggy.

Peggy             Non spetta alla signora Potter? Io ho aperto con quattro picche. (Silvia pone con fermezza le carte dinanzi a Peggy. Peggy, di nuovo in errore, distribuisce).

Silvia             La seconda mano, hai fatto. E sei andata sotto di mille. (Con aria di protezione) Tesoro, credo che  sia troppo  per te.

Peggy             No, cara. Non sono povera.

Silvia             Se il tuo bridge non migliora, lo diventerai presto.

Nancy            Oh, basta, Silvia. Gioca soltanto finché non torna  Mary.

Silvia             (pettegola) Jane, che cosa sta facendo la signora  Haines?

Jane                (in tono di rimprovero) Sta con quella venditrice di biancheria che le avete mandato «voi», signora  Fowler.

Silvia             Glie l'ho mandata per liberarmene, e non perché   comprasse   qualcosa.   (Jane   esce)   Peggy  offri.

Peggy             Oh, io?  Passo.

Silvia             (fissando Peggy) Non «vuole» concentrarsi.

Nancy            E' innamorata, Dio la benedica. Quando sarà sposata da tanto tempo quanto lo siete voi, forse sarà capace di concentrarsi su un argomento così vitale come  il  bridge.

Silvia             (annoiata) Un'altra conferenza sulla donna moderna?

Nancy            Me ne guardo bene. Passo.

Silvia             Io mi considero un'ottima moglie. Ho sacrificato una quantità di cose per Howard Fowler. Duo picche. Dedico ai miei bambini altrettanto tempo quanto ogni  altra mia  amica.

Nancy             Eccetto  Mary.

Silvia             Oh, Mary, naturalmente. Mary è un'eccezione.

Nancy            Giustissimo. (Di nuovo aspettano Peggy) Peggy?

Peggy             (incerta)  Non era un atout? (Edith si alza improvvisamente. Ha delle nausee).

Silvia             (in tono di stanchezza)  Edith! Non mi dirai che  sei  ancora...

Edith              Non avrei dovuto mangiare quella pera! Mi farà peso tutto il giorno: Ah, questa è l'ultima volta che passerò attraverso questi maledetti guai! Quattro picche. Se fossero gli uomini a fare i figli... non ci sarebbe mai...

Nancy            Più di un bambino in ogni famiglia. E sarebbe un maschio. Passo. (Edith si abbandona sull'orlo della  sedia,  poggiando   le  sue  carte).

Peggy             Vorrei averlo io, un bambino. Ma non possiamo permettercelo   ancora.

Silvia             E non ci arriverai mai, se non impari a giocare. (Aggiustando le carte di Edith) Ma, Edith! Potevi fare uno slam!

Edith              (alzandosi in fretta)  Oh, non posso resistere. Aspetta quando ne avrai tre anche tu, Peggy. Rimpiangerai le bambole, allora. (Esce precipitosamente).

Silvia             Io voglio molto bene a Edith, ma certe volte non riesco a sopportarla. Sembra che passi chissà che cosa, e invece il dottore mi ha detto che per lei è come sbucciare un pisello. Avrebbe dovuto provare quello che è capitato a me. Hai un re, Peggy? (Peggy, compiacente, gioca il re) Grazie, cara. Slam. Quando è venuta Cinzia, ho avuto il taglio cesareo. (Si alza, accende una nuova sigaretta e va ad appollaiarsi sulla poltrona) Ma ho mantenuto la linea. Però non si può fare una colpa a  suo  marito  se si  diverte un po'...

Peggy             Come, suo  marito?...

Silvia             Oh, ha fatto approcci con tutte. Veramente, è di cattivo gusto per un uomo passarsi le amiche della moglie, specialmente quando è grasso e calvo. Una volta gli ho detto: « Phelps Potter, la prossima volta che mi  stringete, vado difilato da Edith.

Nancy            E ci  sei andata?

Silvia             No! Non darei un dispiacere ad Edith per qualsiasi cosa al mondo. Beh, non si possono incolpare gli uomini. Però, bisogna dire una cosa a favore di Edith: non è stupida come «certe» mie amiche. Sa tutto  di lui.

Peggy             E credi che lui sappia di lei?

Silvia             Che cosa vuoi dire?

Peggy             Se la sentissi come parla di lui!

Silvia             Cara Peggy, che ne sappiamo di quello che dicono di noi gli uomini, quando non li possiamo sentire?

Nancy            Qualcosa si sa...

Silvia             Oh, ben poco! Tu sei sposata da troppo poco tempo per esserti fatta un'opinione personale di tuo marito.

Peggy             Beh, se l'avessi, la terrei per me. Credi che andrei a parlare delle liti che facciamo io e John per il denaro? Sono troppo orgogliosa! (Edith rientra. Si avvicina al tavolo da tè e prende una manciata di sandwiches).

Silvia              Tutto a posto?

Edith              Oh, era un falso allarme. Novità?

Silvia             Soltanto uno slam,  cara.

Edith              Scommetto che mi avete cucinato a puntino.

Silvia             Io non dico mai alle spalle delle mie amiche quello che potrei dire loro sul viso. Dicevamo che dovresti   dimagrire.

Edith              E' inutile digiunare, nelle mie condizioni. E poi, ho una cuoca meravigliosa. Era quella di Mary. Mi ha detto che Mary l'ha licenziata perché faceva cibi troppo stravaganti. Ma la nuova cuoca di Mary è tutto il contrario. (Esamina un sandwich) Crescioni. Mi sembra di ruminare in un prato.

Silvia             Mi pare che Mary sia andata giù terribilmente, in questo inverno. Avete notato quei solchi, qui?   (Fa segno col dito  intorno alla  bocca).

Nancy            Le rughe  del sorriso. Tragiche, no?

Silvia             Forse sì. Certe volte, ci si preparano dei dispiaceri, quando... quando ci si abbandona troppo.

Nancy            Vuoi  dire... quando si è felici?

Peggy             Suo marito le vuoi bene in un modo!

Silvia             (lanciando ad Edith uno sguardo significativo, e  una risatina  di soppiatto)  Già, vero?

Nancy            (freddamente)  E tu non puoi proprio sopportarlo, no, Silvia?

Silvia             Sopportare  cosa?

Nancy            La  felicità  di Mary. Ti  avvilisce.

Silvia             Oh, senti! se c'è una cosa che posso dire di me stessa è che non sono mai stata gelosa di un'altra donna.  Perché  dovrei  essere  gelosa   di  Mary?

Nancy            Perché è tranquilla, soddisfatta. Soddisfatta di essere quello che è.

Silvia             E che cos'è?

Nancy            Una  donna.

Edith              E si può sapere, che cosa  siamo noi?

INanct           Femmine.

Silvia             Davvero?... E che cosa sei, tu tesoro?

Nancy            Quello che alla mia età la natura aborre maggiormente, una vergine. Un  essere  gelato.

Edith              Vorrei tornare ad essere una vergine. L'unico divertimento che ho avuto è stato quello di resistere a mio marito. Dovresti ringraziare Dio tutte le  notti  di non  dover  fare  sacrifici  per un  uomo.

Peggy             Vorrei poter fare un po' di soldi scrivendo come voi, signorina Blake.

Nancy            Non ne faresti troppi, scrivendo come me.

Silvia             Non sei una scrittrice molto popolare, vero, cara?

Nancy            Per te, no. Ma ho buone notizie: ho finito il mio libro e mi preparo a lasciarvi ancora una volta.

Peggy             Oh, vorrei tanto poter viaggiare! Dove andrete  stavolta,  signorina   Blake?

Nancy            In Africa, a caccia.

Silvia             Ti approvo, cara. Preferirei trovarmi ogni giorno dinanzi a una tigre, piuttosto che agli articoli che hanno scritto sul tuo ultimo libro.

(Entra Mary. E' un'amabile donna sui 35 anni. Il suo aspetto è quello delle nostre figlie felicemente sposate. Porta numerose scatole bianche).

Mary              Scusatemi ragazze. (Scherzando) Silvia, devi proprio mandarmi sempre delle creature afflitte e lacrimose come quella venditrice di biancheria? E' stata una  mezz'ora molto costosa, per me.

Peggy             (guardando Silvia)  Anche per me, signora Haines.

Mary              (ridendo)  Sciocchezze, Peggy, giocavi per me.  Tieni  (porge  a  Peggy  una  scatola).  Non  aprirla. ora. E' un  giacchettino  da letto  o  un  giubbetto  da  tè. O qualcosa imbottita.  Non  so  bene.  Piangeva  tanto.

Silvia             Non avrai mica creduto alle storie patetiche di quella donna?

Mary              Certo che le ho credute. (In realtà non è vero) In ogni modo, si trova molto peggio di te e di me. (Poggiando un'altra scatola) Edith, piccole guarnizioni...

Edith              Quanto sei cara!  (Di nuovo le riprendono i suoi disturbi) Oh, mio Dio!  Sono proprio mal ridotta. (Siede).

Silvia             E' una femmina. Le femmine danno molte noie.

Nancy            Anche prima di  nascere?

Edith              Non m'importa cosa sia. Ho perduto tutto, compresa la mia curiosità.  Perché  Dio   lo   fa   durare

Nancy            (incoraggiante) Per gli  elefanti, dura sette anni.

Edith              Vorrei essere un elefante. Ci somiglierò prima di finire, ma non doversi preoccupare più per sette anni, sarebbe il  paradiso.

Mary              (ridendo)  Oh, Edith, lo so che è penoso, ma quando è finito, non è la cosa più splendida del mondo, avere i piccoli?

Edith              Li amerei ugualmente se nascessero sotto i cavoli.

Nancy            E tuo marito si accorgerebbe appena della differenza.

Jane                (entrando con la teiera)  Signora, il signore vorrebbe parlarvi al telefono.

Mary              Oh, me lo sentivo! (Alle altre) Dovrà rimanere in ufficio anche stasera.  (Esce).

Silvia             Digli tante cose  da parte mia, tesoro.

Mary              (fuori scena) Bene.

Silvia             (non ne lascia passare una)  Nancy, non potresti  sbagliarti  di più riguardo a me e Mary.

Nancy            Ti sei offesa?

Silvia             Sono addolorata per lei, piuttosto.

Nancy            E perché?

Silvia             (misteriosamente)  Beh, per quanto se ne sa, lei vive nelle nuvole, riguardo a Stefano.

Nancy            Rimandiamo questo a più tardi, Silvia. Jane,   sono  tornati   i   bambini?

Jane                Sì, signorina. Appena ora, dal parco. (Edith si alza. Silvia, coi gesti, le fa segno di non lasciare la stanza. A Nancy, che si è avviata, non sfugge. Per un momento ella esita sulla porta).

Peggy             (alzandosi)  Mi piacerebbe vedere la bambina, signorina  Blake.

Nancy            (precedendo Peggy)  Venite, piccola. E' il nostro turno sulla graticola, ma non c'è da preoccuparsi. Voi avete un marito povero, io non ho nessuno. (Escono).

Edith              (va al tavolo da tè  e riempie due tazze. Jane vuota i portacenere)  Questa è l'ultima volta che gioco a bridge con Nancy. Non perde occasione per lanciare una frecciata. Eppure, non le restano che le amiche. (Jane esce da sinistra, chiudendo la porta di destra con aria furtiva) In che modo ti perseguitava per Mary! Mi ha fatto diventare così nervosa! Avrei gridato. E nelle mie condizioni...

Silvia             Edith, devo dirtelo per forza! Scoppio se sto  zitta!

Edith              Avevo capito che c'era qualcosa! (Porta con sé la tazza e un piatto ben fornito e si aggiusta con aria felice accanto a Silvia sul divano).

Silvia             Morirai!

Edith              Mary?

Silvia             No, Stefano! Pensa!

Edith              Non vorrai dire che...

Silvia             (annuendo)  Ma sì!... Stefano inganna Mary!

Edith              Non  ci  credo.

Silvia             Aspetta! (Ora è lanciata) Tu sai che vado da Michele a farmi i capelli. Dovresti andarci anche tu, cara. Chiunque faccia i tuoi, è un assassino. Bene, lì c'è una meravigliosa manicure venuta da poco. (Mostra le sue unghie scarlatte) Non è divino? Rosso Giungla...

Edith              Semplicemente divino. Continua.

Silvia             E' venuto tutto fuori nel modo più straordinario, stamattina. Ho  cercato di telefonarti...

Edith              Ero nel bagno.

Silvia             Questa manicure, che è meravigliosa, mi stava facendo le unghie. Io sfogliavo un numero di «Vogue», quello dove c'è Mary nel suo costume al ballo  degli Artisti...

Edith              Con quella parrucca bianca che le donava tanto?

Silvia             (annuendo)  Bene, allora questa manicure dice : «Oh, signora Fowler, quella lì è la signora Haines, che è così terribilmente ricca ».

Edith              E' strano come quella gente creda che le persone come noi siano terribilmente ricche.

Silvia             Non ricordo più quello che ha detto dopo. Sai come sono quelle ragazze: chiacchierano, chiacchierano, chiacchierano e non la smettono un minuto. Quando all'improvviso mi dice: «Io conosco la ragazza che è mantenuta dal signor Haines!».

Edith              No!

Silvia             Te lo giuro!

Edith              (emozionata)  Qualcuna che conosciamo?

Silvia             No! E questo è il più tremendo. E' un'amica di quella manicure. Oh, non sarebbe stato male se Stefano avesse scelto qualcuna della sua classe. Ma una sgualdrinella  bionda!

Edith              Come avrà fatto ad incontrare una ragazza di quel  genere?

Silvia             Come fanno gli uomini ad incontrare ragazze di quel genere? Non vivono che per questo, quelle iene!

Edith              E allora?                  

Silvia             Non posso entrare in dettagli, ora. Ma è fantastico!

Edith              Credi che Mary sappia?

Silvia             No. E' il tipo che non potrebbe fare a meno di dimostrarlo.

Edith              (annuendo, con la bocca piena della sua terza fetta di torta)  Non si controlla. Beh, un giorno se ne accorgerà. Se una donna ha un minimo d'istinto,sente subito quando il marito è uscito dalla riserva. Io me ne accorgerei immediatamente.

Silvia             Tu certo, cara, ma Mary... (Si alza, e cammina per la stanza, dibattendo tra sé il triste problema di Mary) Se ci fosse qualche modo per avvisarla!

Edith              (con orrore, seguendola)  Non vorrai mica dirglielo?!

Silvia             No, certo. Morirei, prima di farle un male simile!

Edith              Non sipotrebbe far tacere quella manicure?

Silvia             Con una storia di questo genere? Sai quanto te ne importano, quelle lì, di rovinare la vita degli altri! Non sarebbe un gran male se lo sapessero soltanto le amiche di Mary. Noi potremmo tenere la bocca chiusa.

Edith              Oh, io  so tante  di quelle cose sui mariti delle mie amiche e non respiro nemmeno!

Silvia             Figurati io!   (Si scambiano un  improvviso, tagliente sguardo di sospetto)  Ma  è  una  disgustosa ingiustizia verso Mary. Mi sembra quasi di essere una traditrice, a saperlo e non...

Edith              Io le voglio troppo bene...

Silvia             Io l'adoro. E' la più cara amica  che abbia al  mondo...  (Voci fuori scena. Esse seggono al tavolo da gioco e cominciano a disporre in fretta un solitario. Nancy   e  Peggy  rientrano).

Nancy             Ebbene,  Silvia, ti  senti meglio?

Silvia              (con   innocenza)  Che vuoi dire?

Nancy            Dev'essere un caso. Avete un'aria così sollevata...

Silvia             Stavi ad ascoltare alla porta?

Peggy             Oh, signor Fowler, eravamo  dai bambini... (Entra  Mary).

Silvia             (subito)  Ebbene, tesoro, come sta quel caro Stefano? Gli hai detto tante cose da parte mia?

Mary              Sì. Stefano non  si  sente troppo bene...

Silvia             Oh... Di che soffre?

Mary              Disturbi  nervosi allo stomaco. Per questo ho preso una  cuoca che cucina molto semplicemente.

Silvia             Non c'è nulla...  che lo preoccupi?

Mary              Oh, no. Ha lavorato troppo, in questi ultimi tempi. Anche stasera non può tornare a  casa. Oh, vorrei proprio... (Bruscamente ridendo) Beh, l'amore, nella vita di un uomo, è una cosa a  parte, mentre per la donna...

Silvia             Sei sicura che si tratti di lavoro, cara, e non di qualche bella bionda?

Mary              Stefano? (Ridendo, forse un po' affettatamente)  Oh, Silvia!

Edith              (temendo che Silvia si spinga troppo)  Continuiamo a   giocare!

Silvia             Stefano è molto attraente.

Mary              Vero? Non riesco a immaginare come non m'abbia abbandonato da molto tempo per qualche creatura affascinante.

Nancy             (allarmata)  Mary, non dirai mica...

Mary              Oh, Nancy, non  si può  mai  essere  troppo sicuri.

Silvia             Io non sarei sicura nemmeno di un santo. Dico sempre ad Howard: «Se riuscirai ad ingannarmi, me lo sarò meritato».

Nancy             Certamente.  (Affrontandola)  Beh! Silvia, ora diciamoci tutto.

Silvia             Tutto di che?

Nancy            Di quello che pensavi quando hai detto che Mary vive tra le nuvole.

Mary              Cosa?

Silvia             (con ira) Nancy, non essere assurda! (Pausa. Poi, trovando l'uscita) Oh, Mary, cercavo di dire una tipica freddura alla Nancy Blake. Ho detto. «Il paradiso di una  donna è sempre fra le nuvole!».

Mary              Non c'è male, vero, Nancy? Ma io sono felice ugualmente. Taglia le carte, Nancy.

Silvia             (si esamina accuratamente le unghie, quindi le mostra improvvisamente a Mary)  Che ne dici di questo  smalto?

Nancy             (senza guardare)  Oh, adorabile!

Silvia             Non puoi immaginare come resiste. Me lo hanno fatto da Michele. Dovresti andarci anche tu, Mary!

Edith              (protestando)  Oh, Silvia!..,

Silvia             Una meravigliosa nuova manicure. Olga, si  chiama. E'  magnifica.

Edith              Vuoi tagliare le carte, Silvia?

Silvia             Guarda, Rosso Giungla.

Nancy            Sembra che tu abbia tagliato la gola a qualcuno.

Silvia             Smettila, Nancy!

Mary              Ma Silvia, è per dimostrare che anche lei è intelligente.

Silvia             Ogni cosa che dico, una freddura. Anche sulle  mie  unghie!

Mary              (ridendo)  Beh, hai ragione! Mi piace! E' nuovo ed elegante. (Le batte sulla mano) Da Michele. eh? Olga? Rosso Giungla. Non dimenticherò. (Taglia il mazzo di carte) Tu ed io, Silvia. Mi sento in vena di fortuna,  oggi.

Silvia             (con un dolce sorriso di compassione)  Davvero, cara! Beh, sai come si dice: «Fortunato alle carte...».

SECONDO QUADRO

Un pomeriggio, alcuni giorni dopo. Una cabina di parrucchiere da «Michel», elegantemente attrezzata. A destra, uno specchio incastrato nel muro. A sinistra, dall'alta asta divisoria, una tenda fino a terra, La parete di fondo è un semplice tramezzo. Nel dentro, una poltrona girevole da parrucchiere, sulla quale pende il groviglio della macchina per la permanente. Nel muro, su degli scaffali, ferri da ricci, asciugacapelli, necessario per la manicure, scannetti per la pedicure.

(Al levarsi del sipario, la cabina è, per esprimersi moderatamente, piena. La signora Wagstaff, una donna grassa ed anziana, è sulla poltrona, sottoposta alla penitenza della permanente. Fili ed uncini, a guisa di Medusa, si levano dalla sua testa fino alla sommità della macchina. Olga, alla sua destra, le sta facendo le unghie. Il suo grasso piede nudo riposa in grembo alla pedicure. La prima parrucchiera le asciuga i riccioli fumanti con una pistola elettrica. La seconda parrucchiera, con l'orologio alla mano, regola il tempo dell'operazione e maneggia i fili. Quando la macchina è in moto, una piccola luce rossa brilla in mezzo ai fili. La signora Wagstaff, evidentemente abituata alle operazioni in pubblico, fuma, legge una rivista che ha in grembo, di tanto in tanto morde un sandwich che la  manicure  le passa da un vassoio accanto ai suoi strumenti. L'asciugature, ogni volta che funziona, produce un forte rumore, sommergendo le voci, che sono costrette a levarsi aspramente. Ora l'asciugatore è in moto, le voci altissime).

Signora Wagstaff  Mi brucia il collo!

Seconda  Parrucchiera    Siate   coraggiosa,  signora! Un  minuto  ancora!

Signora Wagstaff  (lamentandosi)    Oh-o-ooo!

Prima Parrucchiera  E' un  sacrificio  che vale la pena  di  essere fatto,  signora  Wagstaff!!

Signoria Wagstaff  Le  mie  orecchie!

Seconda Parrucchiera  Siate coraggiosa!

Signora Wagstaff   Oh-o-o!  I  miei   nervi!  Oo... mio Dio!   (Alla pedicure) Il mio  sandwich...  (Olga le porge  il sandwich).

Seconda Parrucchiera  Dieci secondi. Bisogna soffrire per essere belle,  (La tenda si apre  e  una figura in  un  bianco fluttuante  entra  a  metà.   E', a  giudicare dalla voce, una donna, ma il suo viso è completamente nascosto  sotto  una  maschera  di fango).

Maschera  di  fango   Oh,   scusate...  Credevo  fosse mia...   oh,   salve,   signora   Wagstaff.   (Civettuola) Indovinate  chi  sono?   (Un  secondo  viso appare  oltre  la spalla dell'intrusa. Dapprima,  sembra  un'altra  maschera fango;   non   lo   è.   E'   l'inserviente   negra,   Euphie. Prende  la  maschera  di fango  per  la  spalla).

Euphie            Non dovete parlare, signora, o vi spezzerete tutta. (La maschera di fango esce, seguita da Euphie).

Signora Wagstaff  Chi era?

Prima Parrucchiera  La signora Phipps... (Spegne l'asciugatoio. Ora tutte abbassano le voci al tono normale) Ecco qui, cara, l'agonia è terminata. (Tolgono gli uncini della permanente dai capelli della signora Wagstaff. Un asciugatore è in moto nella cabina accanto. Si ode una voce fuori scena che grida al di sopra del suo  rumore).

Voce               ...e  così mi sono  sentita terribilmente male. Avevo  mangiato  un'aragosta  all'inaugurazione  del  Ritz. L'asciugatore  si   spegne).

Olga               (alla  signora   Wagstaff)    La   signora   Mordie Barnes.   E'   stata all'ospedale.   Ma   non   si   trattava   di pesce   guasto.  Era   un  abor...

Seconda   Parrucchiera   Olga!  Ti  sente...

Signora Wagstaff  (pensosamente)  Credo che farò bene a farmi una maschera di fango...

Seconda Parrucchiera (passando fuori l'ordinazione)  Euphie! Prepara il fango per hi signora Wagstaff!

Signora Wagstaff (con invidia)  La signora Phipps ha   una  pelle  così  liscia!

Prima Parrucchiera  Mai più della vostra, signora Wagstaff.

Coro               (seconda parrucchiera, Olga, pedicure)  Oh, la vostra è splendida! Non c'è confronto! Più liscia della  vostra?

Signora Wagstaff (civettuola)  Credo che sia abbastanza bella per una donna della mia età.

Prima  Parrucchiera   Parlate come se foste vecchia, signora.

Signora Wagstaff  (mentendo)  Ho 42 anni.

Seconda Parrucchiera  Non ditelo a nessuno! No dimostrate  un  giorno più di 35!

Coro               (seconda parrucchiera, pedicure, Olga)  Oh, nessuno lo crederebbe! Neppure un giorno! Non lo dimostrate affatto!

Seconda Parrucchiera  Ora che vi siete tanto dimagrita!

Signora Wagstaff  Sono diventata più magra, vero?

Coro               (pedicure,   Olga,   1a   parrucchiera)   Oh, come  un'ombra!   Terribilmente magra!   Proprio   giusta, ora!

Signora Wagstaff (ammirandosi lo smalto delle unghie) Delizioso!

Olca               Rosso Giungla. Tutte lo adorano. Conoscete la  signora  Fowler?

Pedicure        (alzandosi, riunendo le sue cose)  Non mettete ancora le calze, signora Wagstaff, imbrattereste  il vostro bel pollice...  (Esce).

Olga               Dicono che il signor Fowler abbia guadagnato una fortuna con certe azioni. Ma una delle signore che la signora Fowler mi ha mandato, mi diceva che al signor Fowler piace bere! Proprio ieri!

Prima Parrucchiera  (seccamente)  E'  pronto, signora Wagstaff. (La fa alzare) Ora li sbroglieremo nello shampoo.   (Chiamando)   Euphie!

Seconda Parrucchiera (accompagnando la signora Wagstaff alla porta)  Da questa parte, signora. Che ve ne pare della vostra permanente? Sarà magnifica a vedersi... (La guida fuori della cabina, e la signora Wagstaff esce camminando sui calcagni, perché le dita dei suoi piedi sono ancora imbottite di cotone. Entra Euphie, che, durante il dialogo seguente, spazza i rifiuti dal pavimento).

Olga               Quella vecchia barcaccia! Cinquantadue, e manco  un  giorno...

Prima Parrucchiera  Un'altra permanente e non le resterà più un  capello  in  testa.

Olga               Ce n'ha abbastanza sulla faccia e sul labbro superiore!

Euphie            Certo che ne spreca, eh?

Olga               Sfido!  Così pazza da sposare un uomo dieci anni più giovane!...  Sai che m'ha detto una cliente? Che suo marito era la prima volta... (Esce, seguita dalla parrucchiera).

Seconda Parrucchiera (entrando)  Pronto?

Euphie            Sì, pronto. (La seconda parrucchiera tiene aperta la tenda).

Mary              (fuori scena)  Così, stamattina, mi sono svegliata, e senza nessun motivo ho deciso di cambiare (entra, seguita da Nancy) la mia pettinatura. (Euphie esce).

Seconda Parrucchiera  Il signor Michele sarà libero tra dieci minuti, signora. Desiderate particolarmente  qualche  manicure?

Mary              Chi fa le unghie alla Signora Fowler?

Seconda Parrucchiera  Olga. Vado  subito.  (Esce).

Nancy            Oh, Dio, mi piacerebbe tanto fare le unghie alla  signora  Fowler,  fino   ai  polsi,   con una   splendida sega.

Mary              Silvia è una buona amica, dopo tutto.

Nancy            Ah sì! dopo tutto?...

Mary              Oh, tu l'hai offesa. Non ha fatto che ridirmelo continuamente.  (Cogliendo la sua immagine nello specchio) Invecchio, Nancy?

Nancy            Chi te lo ha messo in testa, Silvia?

Mary              Dimmi la verità.

Nancy            La bellezza è nell'occhio di chi guarda, il resto sono sciocchezze.

Mary              Ma è così pauroso vedere quelle piccole rughe che s'insinuano...

Nancy            I topolini del tempo.

Mary              E quelle prime striature bianche nei capelli. E' come se si avvertisse l'autunno, sapendo che non ci sarà primavera.

Nancy            (bruscamente)  Non c'è che una tragedia per una  donna.

Mary              Invecchiare.

Nancy            Perdere il proprio uomo.

Mary              E' per questo che ci spaventiamo tanto d'invecchiare.

Nancy            E tu sei spaventata?

Mary              Sai, ero molto carina quand'ero giovane. Non ci pensavo due volte, allora. E invece, era per quello che Stefano mi amava. L'ho capito ora.

Nancy            Meglio tardi...

Mary              E non faccio che pensarci, da allora.

Nancy            Non è amor quell'amore che il mutamento muta. Shakespeare.

Mary              Il giorno del mio compleanno m'ha detto che sarei rimasta  sempre la stessa, per lui.

Nancy            Molto grazioso. Niente gioielli?

Mary              Pioveva, quel giorno. Mi dette una bottiglia di profumo chiamato «Pioggia d'estate».

Nancy            Di che grandezza?

Mary              Tu non sei mai stata innamorata.

Nancy            Chi lo dice?

Mary              (sorpresa)  Ah sì?... Non me ne hai mai par lato.

Nancy            Non me lo hai mai chiesto... (Melanconica) E nemmeno lui. (Olga entra con una bacinella d'acqua) A te, ingenua. (Dà un libro a Mary) Il libro atteso dai miei lettori con tanta indifferenza.

Mary              «Tutte le donne morte»?

Nancy            Titolo originale: «Dal silenzio del grembo». L'editore ha creduto che avrebbe fatto troppo chiasso.

Mary              Di che tratta? (Olga comincia a limare le unghie di Mary).

Nancy            Delle donne che io detesto: le «signore».

Olga               (togliendo dall'acqua la mano di Mary)  E' ancora presto, per l'acqua.

Mary              Oh, Nancy!

Nancy            Non approvi? Peccato. E' la frecciata d'addio. Vado  via.

Mary              Dove?

Nancy            In Africa.

Mary              Ma...  non  partirai oggi?

Nancy            Se te l'avessi detto prima, ti saresti messa in agitazione, a preparare chissà quante cose. Cestini di frutta acre per il mal di mare. Mai così acre come i telegrammi spiritosi che le tue amiche mi avrebbero mandato. Quindi non muoverti. Niente lagrime. E' ancora presto  per l'acqua, no?  Arrivederci, Mary.

Mary              Arrivederci, Nancy. Sentirò la tua mancanza.

Nancy            Ne dubito. Quasi nessuno sente la mancanza di una donna intelligente. (Esce).

Olga               Curiosa, no?

Mary              E' tanto cara.

Olga               (limando le unghie di Mary)  E' una scrittrice? Come fanno queste scrittrici a pensare quegli intrecci... Non è tanto l'intreccio, che è difficile da pensare, quanto la fine. Io credo che la vita di ognuno sarebbe un intreccio interessante, se potesse avere una fine interessante. Vi ha mandato la signora Fowler? (Mary, assorta nella lettura del libro, annuisce) Mi ha mandato già tre clienti, questa settimana. Conoscete la signora Parrish, che prima era la signora Leeds? Mi raccontava del suo divorzio. Sembra che il signor Parrish sia tornato a casa una sera con del rossetto sulla camicia. Prima era riuscito sempre a spiegare tutto, ma stavolta non ci si provò nemmeno. Conoscete la signora Potter? E' terribilmente incinta.

Mary              (che desidera leggere in pace)  Lo so.

Olga               Bagnate, prego. (Mette nell'acqua le dita di Mary  e incomincia l'altra mano)  Conoscete la signora Haines?

Mary              Cosa?

Olga               Immagino che la signora Fowler ve l'avrà raccontato. E' rimasta così male per lei!

Mary              (ridendo)  Ma di che?

Olga               Conoscete quella ragazza?

Mary              Quale ragazza?

Olga               La  Crystal Allen.

Mary              Crystal Allen?

Olga               Sì, la ragazza che vive con il signor Haines. (Mary sussulta violentemente) Vi dà fastidio la limatura? La signora Potter dice che fa alligare i denti al suo bambino che deve nascere.

Mary              (indignata)  Chi vi ha detto una cosa simile?

Olga               Credevo lo sapeste. La signora Fowler non vi ha...

Mary              No.

Olga               Allora v'interesserà. Sapete, Crystal Allen è amica mia. E' una terribile cacciatrice d'uomini. Bagnate, prego. (Mary, istupidita, affonda la mano nell'acqua) E' una commessa di profumeria, da Saks. Lo ero anch'io, prima di venire qui. E' così che lo ha conosciuto.

Mary              Il signor Haines?

Olga               Un paio di mesi fa. Era un giorno in cui pioveva terribilmente. Così questo signore entra e si avvicina al banco. Era un tipo serio, simpatico, un po' calvo in cima. Crystal immediatamente lo agguanta. «Voglio un profumo», dice lui. «Per che tipo di donna?», dice Crystal, in un tono molto mondano. Questo non significava nulla, perché gli avrebbe venduto ad ogni modo «Pioggia d'estate», che era l'unico rimasto. «E' giovane?» dice Crystal. «No», dice lui, un po' imbarazzato. «E' un tipo affascinante?», dice Crystal. «No, grazie a Dio», dice lui. «Grazie aDio?», dice Crystal, e mette in moto gli occhi. Ha degli occhi che corrono su e giù per un uomo, come un riflettore. Bene, allora si mette il profumo nel palmo della mano e nella piega del braccio per farglielo odorare. Così lui ha cominciato ad odorare e credo che gli sia piaciuto, perché udimmo che le diceva il suo nome, che una delle ragazze rammentò di  aver letto in  una rubrica del «Mirror»,.. uh, come siete nervosa... E' stato poco dopo che sono andata via. Non ci avrei più pensato se un paio di settimane fa non mi fossi fermata dove abitava Crystal per salutarla. La padrona di casa mi dice che si era trasferita in un appartamento dove avrebbe potuto ricevere il suo amico liberamente. «Che amico?», dico io. «Oh, quel signor Haines che è venuto a trovarla tutte le ore della notte», dice la padrona... (Mary ritira la mano) Uno strato o due?  (Prende una bottiglia rossa).

Mary              Niente.  (Si alza e si dirige alla sedia su cui ha lasciato la borsetta).

Olga               Ma non eravate venuta per questo? Tutte le amiche della signora Fowler...

Mary              Credo  che  le  amiche  della  signora  Fowler non desiderassero  altro.  (Lascia del denaro sul tavolo).

Olga               (prendendo  il denaro)  Oh,  grazie. Ebbene... arrivederci. Le  dirò  che siete venuta, signora.

Mary              Signora Haines.

Olga               Signora!... Oh, Dio, Dio! Signora Haines... perdonatemi! Posso... posso fare qualcosa per...

Mary              Smettete di raccontare questa storia.

Olga               Oh, certo, certo, senza dubbio!

Mary              E vi prego, non dite a nessuno (la sua voce si frange) che l'avete raccontata a me...

Olga               Oh, potete contarci, ve lo prometto! Sarebbe troppo umiliante per voi! (Come per difendersi) Ma da un certo punto, signora, sono quasi contenta che lo abbiate saputo. Crystal è una ragazza terribile... terribilmente furba, voglio dire. Ed è terribilmente carina, anche, signora Haines... voglio dire che se fossi in voi non perderei tempo ad allontanare il signor Haines da lei... (Mary si volge bruscamente) Dico, ora che lo sapete, signora Haines! (Olga, a disagio, guarda il denaro che ha in mano, lo poggia sul tavolo ed esce. Mary, sola, fissa lo sguardo nello specchio, poi, rilevando all'improvviso la sua immagine, si china in avanti scrutandosi il volto fra le mani tremanti. Un asciugatore si mette in moto nella cabina a fianco. Una voce acuta si leva sul suo ronzio).

Voce               Non così caldo! Le mie orecchie! E allora «lei» ha detto: «Non vorrei che un'anima viva lo sapesse». E io ho detto: «Cara, sai bene che puoi fidarti di me!».

TERZO  QUADRO

Un'ora dopo. Il boudoir di Mary. Squisito, naturalmente. Una porta a destra, verso la stanza da letto, una a sinistra, verso l'ingresso. Una poltrona a sdraio e vicino ad essa un tavolino con libri, fiori e il telefono. Una toletta.

(Al levarsi del sipario, Mary è distesa sulla poltrona e si sforza di leggere. Jane entra dall'ingresso. E' agitata per qualche motivo. Di tanto in tanto si asciuga gli occhi).

Mary              Il tè, Jane?

Jane                Sta venendo, signora.

Mary              Mia madre sarà qui tra qualche minuto. Una tazza anche per lei.

Jane                Sì, signora. (Aspirando lievemente, come stesse per piangere) Signora...

Mary              E dite alla cuoca di preparare la cena in tempo. Andiamo a teatro, e il signore desidera arrivare al principio. Metterò il mio abito scuro, Jane.

Jane                 (guardando nervosamente verso la porta dietro a lei)  Sì, signora.

Mary              No, meglio il blu, quello nuovo.

Jane                Signora, c'è la cuoca. Vuole parlarvi. (In tono di difesa) Si tratta di me. Dice che io...

Mary              Più tardi, Jane.

Jane                Non crediate una parola di quello che dice, signora. La colpa è tutta di lui.

Mary              (accorgendosi per la prima volta dell'agitazione di Jane)  Colpa di chi?

Jane                Di suo marito. Ford.

Mary              (sorpresa) Che cosa ha fatto Ford? E' un ottimo maggiordomo.

Jane                Oh, certo, fa il suo lavoro, signora. Ma voi non sapete come si comporta con noi. Non fa che scherzare con le ragazze. Nulla di male, ma la cuoca... (Entra bruscamente la cuoca, con il vassoio del tè  per Mary. E' una donna grassa, gentile, con un forte accento scandinavo. In questo momento è arrabbiatissima).

Cuoca             Buon giorno, signora. (Fissando Jane) Vorrei parlarvi da sola, signora.

Jane                Ve l'ho detto, non è colpa mia.

Cuoca             Tu lo hai provocato!

Jane                Non è vero. (Rompendo in lacrime) Sono con la signora Haines da sette anni. Lei sa che non ho mai fatto nulla  di male.  (Esce verso l'ingresso).

Mary              Ebbene, Ingrid?                                     

Cuoca             Voi siete la signora più buona che ho mai avuto, ma me ne devo andare. Devo allontanare mio marito da quella ragazza.

Mary              (con fermezza)  Jane non è una cattiva ragazza.

Cuoca             (rompe in lagrime)  Oh, sì,è vero! E' lui, che è stato sempre così. Certe volte vorrei morire, per la vergogna!

Mary              (gentilmente)  Lo manderò via, e voi resterete.

Cuoca             (più calma)  No, non lo fate, signora.

Mary              Vi darò cento dollari. E' più della metà di quello che guadagnate insieme.

Cuoca             Grazie, signora, ma ce ne andiamo tutti e due.

Mary              Vi sembra ragionevole?

Cuoca             No. E' la stupidaggine più grossa.

Mary              E allora, perché?

Cuoca             (dopo una pausa, dondolandosi da un piede all'altro)  Oh, nessuno lo capirebbe. Certo, è stata disgrazia sposarlo. Mia madre mi diceva sempre Che era un Don Giovanni. «Non lo sposare, diceva, sua moglie sarà un'infelice». Oh, è terribile. Ma, a parte le donne, è un uomo buonissimo. Dice sempre: «Ingrid, prendi tu il denaro. Sei una brava amministratrice». Non ha voluto sposare che me. Questa è una cosa molto importante, signora.

Mary              E' questa la cosa che veramente importa?

Cuoca             Con donne come noi, sì, signora. Ci darete le referenze? (Mary annuisce) E non direte niente di lui?

Mary              No.

Cuoca             (dirigendosi verso la porta)  Zuppa di fagioli neri, fricassea, frittura e torta di mele per cena, signora. (Apre la porta. Jane è rimasta ad origliare. A bassa voce ma con veemenza) Sgualdrina!  (Esce).

Jane                (entrando con l'altra tazza su di un vassoio) Avete sentito cosa mi ha detto, signora?

Mary              Ti prego, Jane.

Jane                (allegramente)  Preferirei esserlo, piuttosto che lasciarmi portare in giro da un uomo!  (Entra miss Fordyce. E' un'efficiente, ossuta zitella inglese di 32 anni).

Miss Fordyce  Posso parlarvi, signora Haines?

Mary              Certo, miss Fordyce.

Miss Fordyce  Si tratta della piccola Mary. Dovreste rimproverarla severamente, signora. Ha colpito il suo fratellino, fortemente. Senza motivo, soltanto per uno scatto.

Mary              Che cosa le aveva fatto il piccolo Stevie?

Miss Fordyce  E' successo mentr'ero di sotto a prendere il tè. Quando sono salita, era così sconvolta da sentirsi male. Non ha voluto discutere l'incidente con me. Ma sono certa che il caro bambino non le aveva fatto nulla.

Mary              Siete sempre disposta a difendere il ragazzo, signorina Fordyce.

Miss Fordyce  Non si tratta di questo. Ma in Inghilterra, signora Haines, le nostre ragazze non sono così viziate. Dopo tutto, il nostro mondo è un mondo di uomini, e quanto prima si insegna alle ragazze ad accettare graziosamente questa realtà...

Mary              (gentilmente) Mandatela a me, signorina. (Miss Fordyce esce) Oh, Jane, non riesco a capirlo. La signorina Fordyce preferisce realmente Mary, ma insiste nel dire che dobbiamo fare di Stevie un piccolo Iddio. (Esce dirigendosi in camera da letto, lasciando la porta aperta).

Jane                Queste inglesi tengono sempre per i ragazzi. Ma si dice che dopo la guerra, laggiù da loro, ci sono sei donne per ogni nomo. La concorrenza dev'essere forte! Qui, invece, possiamo permetterci di trattare gli uomini come si meritano, ce ne sono abbastanza. (Entra la piccola Mary. E' una bambina ben sviluppata per la sua età, sana, pensosa, dalla fronte alta).

Piccola Mary  Dov'è mamma?

Jane                Ora le prendi. Battere il fratellino. (Imitando miss Fordyce) Un ragazzo così caro, così dolce...

Vergogna.       (La piccola Mary non risponde) Che c'è? Il gatto ti ha mangiato la lingua? (Entra Mary, in vestaglia).

Mary              Vieni qui, cara. Non vuoi darmi un bacio? (La piccola Mary non si muove) Che occhi rossi! Che ti ha fatto Stevie? Ti burlava?  (La piccola Mary guarda Jane imbarazzata. Jane capisce e va via) Ebbene, cara?

Piccola Mary  Mamma, non so come cominciare.

Mary              (sedendo sulla sdraia e tendendole la mano) Vieni qui. (La piccola Mary non si muove) Vuoi aspettare più tardi e dirlo al babbo?

Piccola Mary (atterrita)  Oh, no, mamma, non potrei mai dirlo a lui! (Con fierezza) E morirei prima di dirlo a quella vecchia risecchita della signorina Fordyce...

Mary              Non è il modo di parlare, per la mia cara bambina.

Piccola Mary (stringendo la mascella)  Non voglio essere la tua cara bambina. (Improvvisamente corre in lagrime nelle braccia tese di sua madre)  Oh, mamma, mamma cara !

Mary              Piccina, che c'è?

Piccola Mary 'Quello che ha detto Stevie!

Mary              Che ha detto, quel cattivaccio?

Piccola Mary  (sciogliendosi dalFabbraccio)  Dice... che ho i bernoccoli. (Pausa) Sì, dice che sono coperta di disgustosi bernoccoli.

Mary              (allarmata)  E dove?

Piccola Mary (toccandosi le anche e il petto vergognosa, delicatamente, con la punta delle dita)  Qui e qui!

Mary              Oh... (controllando la sua risata di sollievo e attirando la bambina al suo fianco) Ma certo, cara. Soltanto, non sono dei disgustosi bernoccoli, ma delle piccole, graziose sporgenze, e le hai perché... perché sei una bambina.

Piccola Mary (lamentandosi)  Ma io non voglio essere una bambina, mamma cara, non voglio. Le odio, le bambine! Sono sceme, e chiacchierano, chiacchierano...

Mary              Ma no, Mary.

Piccola Mary  Sì, mamma, lo so. Oh, mamma, che divertimento c'è ad essere una donna? Che cosa può fare una donna?

Mary (allegramente)  Oggi, cara, le donne possono fare le stesse cose che fanno gli uomini. Volare in aeroplano attraverso l'oceano, occuparsi di affari e di politica...

Piccola Mary  Ma tu non lo fai, mamma.

Mary              Perché sono più contenta di fare quello che faccio.

Piccola Mary  E che cosa fai, mamma?

Mary              Mi occupo di te, di Stevie e del babbo.

Piccola Mary  Non è vero, mamma. Questo lo fanno i servi e la signorina Fordyce.

Mary              (scherzando)  Ho capito, non c'è più bisogno di me da queste parti.

Piccola Mary (abbracciandola)  Oh, mamma, non volevo dire questo. Non ci sarebbe più nessun divertimento senza di te. Però, mamma, anche quando le signore fanno le cose sul serio, smettono sempre quando cominciano le svenevolezze.

Mary              Cosa?

Piccola Mary  Sì, come al cinema. Finiscono sempre in un modo così stupido. (Disgustata) Sbaciucchiamenti e sbaciucchiamenti ogni minuto!

Mary              Cara, sei troppo piccola per capire...

Piccola Mary  Ma, mamma...

Mary              «Ma, mamma; ma, mamma!». C'è una cosa che una donna può fare e nessun uomo può farla.

Piccola Mary (ansiosa)  Che cosa?

Mary              Avere una, bambina. (Teneramente) Come te.

Piccola Mary  Oh, questo! Ma questo lo sanno tutti. E' un  divertimento, forse, mamma?

Mary              No. Ma è... una gioia. (Abbracciandola) Una gioia molto particolare.

Piccola Mary (sgusciando via)  Beh, non mi sembra tanto emozionante... Ti voglio bene, mamma. Ma scommetto qualunque cosa che babbo si diverte più di te! (Vede l'espressione malinconica della madre e la bacia con trasporto) Oh, perdonami, mamma! Ma tu non capisci, ecco! (Dopo una pausa) Dovrò essere punita, ora?

Mary              (che sta pensando a qualcos'altro)  Che ne dici, tu?

Piccola Mary  L'ho colpito molto forte... Vuoi che scelga io la punizione?

Mary              Dovrai sceglierla abbastanza severa.

Piccola Mary (solennemente)  Allora, non andrò a colazione con papà né domani né dopodomani. Va bene, mamma?

Mary              Va bene. (La piccola Mary si dirige, a capo chino, verso la porta. Entra Sane ed ella mette fuori la lingua).

Piccola Mary  Ecco la lingua. Sei contenta? (Esce saltellando).

Jane                (ridendo)  Non la dà vinta a nessuno, vero, signora?

Mary              Povera piccola. Non vorrebbe essere una donna.

Jane                E chi lo vorrebbe?

Mary              Io, per esempio, non ci ho mai pensato. (Entra la signora Morehead, madre di Mary. E' una borghese aristocratica di 55 anni. Mary si alza e la bacia).

Signora Morehead  Buongiorno, cara.

Jane                Buon giorno, signora Morehead.

Signora Morehead  Buon giorno, Jane. (Jane esce dalla camera da letto).

Mary              Cara mamma! (Si dirige lentamente alla toletta).

Signora Morehead (allegramente)  Bene, che c'è di grave?   (Siede).

Mary              (volgendosi)  Come hai pensato che...

Signora Morehead  La tua voce al telefono. Si tratta diStefano?

Mary              Come lo sai?

Signora Morehead  Hai chiamato tua madre. Perciò devetrattarsi 'di lui.  (Pausa).

Mary              Non so come cominciare, mamma.

Signora Morehead (compiaciuta che la sua intuizione è giusta)  C'è una donna. Chi è?

Mary              Si chiama Crystal Allen. E'... è una commessa di Saks. (I modi allegri e pratici di sua madre le scoraggiano le lagrime e così ella prende invece a passarsi sul viso la crema e il tonico).

Signora Morehead  Immagino che sia giovane e carina.

Mary              Sì. (In difesa) Ma volgare.

Signora Morehead  Naturalmente. Stefano te ne ha parlato?

Mary              No, l'ho saputo oggi.

Signora Morehead  Fino a che punto è arrivato?

Mary              Sono circa tre mesi...

Signora Morehead Stefano sa che tu lo sai?

Mary              (scuotendo il capo)  Ho voluto prima parlare con te. (Le lagrime le sgorgano ugualmente) Oh, mammache  dovrò  dirgli?

Signora Morehead  Niente.

Mary              Niente?  (Entra Jane con l'abito nuovo).

Jane                Gli  darò  una  toccatina  col ferro.

Mary              Fai vedere... (Jane solleva il vestito) Come sono faticose, queste  gonne strette con le tuniche...

Signora Morehead  Personalmente, ti preferisco in abiti più semplici. (Jane esce).

Mary              Mamma,  dici sul  serio che non  debbo  dirgli nulla?

Signora Morehead  Certo.

Mary              Ma come posso...

Signora Morehead  Mia cara, anch'io mi sono sentita  come te, vent'anni fa.

Mary              Come, papà...

Signora Morehead  Tuo padre era un uomo eccezionale in molte cose (filosoficamente) ma non in questa,  disgraziatamente.

Mary              E non gli hai mai detto niente?

Signora Morehead  Niente. E avevo una madre molto saggia, anche. Senti, cara, questa non è una storia nuova. Succede a molte mogli.

Mary              Ma  Stefano...

Signora Morehead  Stefano è un uomo. E' stato sposato  per  dodici  anni...

Mary              E si è stancato di me, vuoi dire!

Signora Morehead  Smetti di piangere. Ti farai il naso   rosso.

Mary              Io non piango. (Si massaggia il tonico sul viso) E' questo che brucia.

Signora Morehead (avvicinandosi a lei)  Stefano è stanco di sé. Stanco di sentire le stesse cose dentro di sé anno per anno. Viene il momento in cui ogni uomo ha bisogno di sentire qualcosa di nuovo... sentirsi ancora giovane, proprio perché sta diventando vecchio. Per le donne è lo stesso. Ma quando noi ci sentiamo così, cambiamo pettinatura, o prendiamo una nuova cuoca o facciamo rinnovare i parati alla casa da cima a fondo. Ma un uomo non può rifare il suo ufficio o licenziare la segretaria. Non può nemmeno cambiare pettinatura. E generalmente questo impulso lo assale con tanta violenza proprio quando incomincia a perdere i capelli. No, mia cara, un uomo non ha che un modo per sfuggire al suo vecchio se stesso: vederne uno diverso, nello specchio dello sguardo di qualche donna.

Mary              Ma, mamma.

Signora Morehead  Probabilmente, questa ragazza non ha più importanza per lui di quel vestito nuovo per te.

Mary              Ma, mamma.

Signora Morehead  «Ma, mamma; ma, mamma!». Non le dà nulla che appartenga a te, altrimenti te ne saresti accorta molto tempo prima.

Mary              Oh, pensavo sempre che me ne sarei accorta. Gli voglio tanto bene.

Signora Morehead  E anche lui te ne vuole, bambina. (Attirando Mary accanto a sé sulla poltrona) Ora ascoltami: parti, vai lontano per un mese o due. Non c'è niente di meglio che una buona dose di un'altra donna per fare apprezzare ad un uomo la propria moglie. Parlo  per esperienza.

Mary              Ma non c'è mai stata una bugia tra di noi, prima...

Signora Morehead  Vuoi dire che non c'è mai stato un «silenzio» tra di voi, prima. Bene, ora è tempo. Mantenersi calme quando l'impulso a parlare diventa un dolore, è l'unico sacrificio che le donne deluse come noi debbono fare.

Mary              Ma io lo perdonerei.

Signora Morehead (con impazienza)  E di che cosa? Di essere un uomo? Accusalo, e non avrai mai la possibilità di perdonarlo. Lo costringerai a giustificarsi...

Mary              Come potrebbe!

Signora Morehead (sospirando)  Meglio non farglielo provare. Lo perderesti. Ricordati, cara, che quello che realmente importa è di rimanere insieme alla fine.  (Alzandosi) Un altro piccolo consiglio materno: non confidarti con le tue amiche.

Mary              Credo che ormai lo sappiano tutte.

Signora Morehead  E pensano che tu non lo sappia? (Mary annuisce) Lascia stare così, allora. Se chiederai consiglio a loro, faranno in modo, in nome dell'amicizia, di farti perdere il marito e la casa. Sono vecchia, cara, e conosco il mio sesso. (Dirigendosi alla porta) Vado a  prendere  i biglietti.

Mary              I nostri biglietti?

Signora Morehead  Mi accompagni alle Bermude, cara. I miei reumatismi ne hanno molto bisogno. Non te l'ho detto prima per non preoccuparti, ma il dottore vuole assolutamente...

Mary              Oh, mamma! Grazie!

Signora Morehead  Non ringraziarmi, cara. E'... è quasi piacevole sapere che hai ancora bisogno della mamma. (Esce. Il telefono suona. Mary va a rispondere).

Mary  Pronto? Oh, Stefano. Di', caro... (desolata) Oh, Stefano! No, no... non sono arrabbiata. E'... è che desideravo vedere quel lavoro. Oh, certo, posso andare con la mamma... farai molto tardi? (Un po' di lotta, poi riesce a dare alla sua voce un tono allegro) Oh, sì, va bene. Divertiti. Certo, so che si tratta di lavoro... No, caro, non ti aspetterò... io ti... (Uno scatto. Dall'altro lato lui ha riagganciato. Entra Jane. Mary si volge di spalle, perché il suo viso tradirebbe la calma della voce) Jane... io e i bambini pranzeremo soli...

QUARTO  QUADRO

Due mesi dopo. In una sartoria. Vediamo due cabine di prova, del medesimo arredamento: grandi specchi su tre pareti, attaccapanni, tavolini per fumare, due piccole sedie. Sono divise da un tramezzo a specchio. In fondo a ciascuna cabina, una tenda e una porta, che da su di un corridoio che conduce al salone.

(Al levarsi del sipario, la cabina di sinistra è vuota. L'altra è zeppa di vestiti. Due commesse se li stanno caricando sulle  braccia).

Prima Commessa (con vivace risentimento contro una cliente appena uscita)  Bene, e ora possiamo pure rimetterli a posto! Ti fa tirare fuori tutto il negozio e non compra nemmeno una pancera!

Seconda  Commessa    Eppure ne avrebbe bisogno.

Prima Commessa  Oh, mi piacerebbe lavorare in un negozio per uomini, una volta tanto!

Seconda Commessa  Hai mai visto un uomo provarsi dei cappelli? Per quello che ti fanno passare, si direbbe che una testa sia una cosa mai vista. (Escono. La capo-reparto entra nella cabina di sinistra, d'ora in poi chiamata «la cabina di Mary»).

Capo Reparto  Signorina Myrtle, entrate un momento qui. (Una graziosa ragazza, in un negligé molto succinto,  entra).

Indossatrice  Dite, signorina Shapiro.

Capo Reparto  Vi ho detto cento volte che quando indossate quella combinazione, dovete camminare col petto in fuori. Se camminate così (la imita) toglierete tutto il fascino. Questa, invece, è la seduzione! (Dimostra in un modo per nulla convincente la sua concezione di una andatura affascinante).

Indossatrice            (con voce lagrimosa)  Proverò, signorina Shapiro.

Capo Reparto  Bene, signorina Myrtle, dovete decidervi o perdete il vostro posto! (Esce l'indossatrice. Nella cabina di destra, d'ora in poi chiamata «la cabina di Crystal», entra una terza commessa).

Terza Commessa (alla prima e alla seconda, che sono tornate a prendere un altro carico di vestiti)  Sbrigatevi, ho una cliente che aspetta. (La seconda commessa esce con gli ultimi vestiti, mentre Crystal entra, seguita dalla terza commessa. Esce anche la prima commessa, e la si vede attraversare il corridoio da destra a sinistra).

Capo Reparto (nella cabina di Mary, alla prima commessa, dandole un bigliettino mentre passa)  Portate giù le prove della signora Haines. (Esce, lasciando vuota la cabina).

Tebza Commessa (nella cabina di Crystal)  Desiderate aprire nn conto?

Crystal         (togliendosi i guanti e il cappello)  Sì, prego.

Terza Commessa  Posso avere il nome?

Crystal         (con grande sicurezza di sé)  Allen. Signorina  Crystal Allen. Hotel Waverly.

Terza Commessa  La vostra banca, prego?

Crystal         Non ho depositi, per il momento. (Mary entra nella sua cabina, con una sarta e la capo reparto, che porta il suo abito in prova. Durante la scena seguente, Mary si sveste, indossa un brillante abito da sera e lo misura).

Capo Reparto (a Mary, entrando)  Desiderate vedere le  ultime  cose  arrivate durante la vostra  assenza?

Mary              Sì, grazie! Ma vorrei vedere degli abiti più giovanili di quelli che indosso generalmente.

Terza Commessa (nella cabina di Crystal)  Scusate, signorina Allen, ma è necessario un riferimento.

Crystal         (disinvolta)  Oh, certamente. Il signor Stefano Haines, 40 Wall. E' un vecchio amico di famiglia.

Terza Commessa (scrivendo)  Molto bene. La signora Haines è una nostra ottima cliente.

Crystal         (alla sprovvista)  Ah, sì?

Terza Commessa  Provate subito, o volete terminare di vedere la rassegna?

Crystal         Non ho mai conosciuto la signora Haines.

Terza Commessa  E' molto simpatica.

Crystal         Quindi preferirei che non le diceste che ho dato il nome di suo marito come riferimento.

Terza Commessa (con uh leggero sorriso)  Oh, certo, signorina. Capisco.

Crystal         (con ira)  Ah, capite? E che cosa capite?

Terza Commessa  (imbarazzata)  Volevo dire...

Crystal         (con aria molto offesa)  Non importa.

Terza Commessa  Vi prego, non crediate che io...

Crystal         (ridendo, di nuovo disinvolta)  Oh certo. E' terribile, vivere sola in una città sconosciuta. Bisogna stare così attenti a non far nulla che si possa interpretare  diversamente.  Capite, io non sono  stata  ancora presentata alla signora Haines, e quindi non vorrei dare un'impressione sbagliata, prima di conoscerla ufficialmente. 

Terza   Commessa   (dimostrandosi  convinta)    Naturalmente. Le donne sono strane, per certe piccole cose.

Silvia             (entrando nella cabina di Mary)  Yu-huu! Posso  entrare?

Mary              (niente affatto lieta di vederla)  Vieni, Silvia.

Terza Commessa (nella cabina di Crystal)  Che cosa v'interessa   di  più,  signorina?  Abiti  da  sera?

Crystal         No... Finché... finché non avrò organizzato la mia vita in società, non avrò molto bisogno di abiti da  sera.

Terza Commessa  Allora vi mostrerò delle belle cose da giorno. (Deliberatamente senza alcun tono) E abbiamo della biancheria da notte emozionante... (Escono entrambe).

Silvia             (nella cabina di Mary gira intorno a questa esaminando  con  occhio  critico   l'abito  in  prova).

Mary              Oh,  Silvia, perché  non   ti  siedi?

Silvia             (alla sarta)  Non mi piace questa linea. (La indica su Mary) La gonfia di dietro. Le fa il sedere di  un'oca.

Mary               (tirando via)   E' così  stretta  questa cabina, che la  signora Fowler non può nemmeno sedersi.

Capo Reparto  Signora Fowler, vado a vedere se le vostre prove  sono pronte?

Silvia             Grazie, mi avvertiranno.

Mary              (indicando il vestito che la capo reparto ha sul braccio)  Hai visto  quello?

Capo Reparto (spiegando il vestito) Ha una linea molto graziosa, indosso. Così non sembra niente. (Porge il vestito a qualcuno fuori la cabina) Fate vedere questo modello, ragazze.

Silvia             (accomodandosi su di una sedia e accendendo una sigaretta)  E così, ti sei divertita, alle Bermude?

Mary              Mi  sono  riposata, soprattutto.

Silvia             (con inavvertita ironia verso di sé) Mio marito vorrebbe sempre che facessi il giro del mondo. A proposito, cara, come va Stefano?

Mary              Splendidamente. (Sorride, molto felice di poter dare a Silvia questa risposta) Non ha più tanto lavoro. Non ha passato una sera... in ufficio da quando sono tornata. (Entra l'indossatrice di prima con un elaboratissimo negligé. Mary scuote il capo) Grazioso, ma non ne ho bisogno...

Silvia             Oh, tu no, di certo. Un numeretto piccante, per dei pomeriggi intimi... (L'indossatrice esce) Mio marito dice che Stefano non si è più fatto vedere al club, nel pomeriggio, da mesi.

Mary              (il pensiero che Stefano abbia potuto mutare il suo orario extra-coniugale le attraversa la mente per un istante, ma ella immediatamente lo allontana: Stefano non ha mai lasciato interferire nulla con le sue ore di lavoro)  Non preoccuparti tanto di Stefano, Silvia. Gli bado io. (Entra una seconda indossatrice. con un bustino. E' molto ben fatta. Da capo a piedi cerca di dare la maggior grazia possibile al pugno di merletti che indossa, ma non può far nulla che la natura non abbia già fatto meglio per lei).

Seconda Indossatrice  Questo è il nuovo busto in un sol pezzo, di nostra creazione. (Fa una piroetta) Rialza  le  spalle  senza  stecche.   (Esce).

Silvia             Proprio quello di cui avresti bisogno, Mary, di essere un po' rialzata. Ho sempre detto che ti saresti pentita di avere allattato. Guarda un po' me. Non credo che ci sia un'altra ragazza della nostra età che abbia dei seni come i miei. E' perché io ne ho avuto sempre cura.  Acqua  gelata  ogni  mattina,  canfora  la  notte.

Mary              Avrai odore di una vecchia pelliccia. (La principessa Tamara, una indossatrice, passa nel corridoio).

Silvia             E chi se ne importa?

Mary              Eh, tuo marito...

Silvia             (con un riso aspro)  Mio  marito!

Capo Reparto (chiamando fuori della porta)  Principessa Tamara, fate vedere qui. (Entra la principessa Tamaro, in un abito da sera vistoso. E' russa, dall'aspetto regale, sognante).

Mary              Oh, Tamara, com'è bello!

Tamara          Dovreste prenderlo. Vostro marito sarebbe stupefatto.

Mary              Lo credo bene. E' troppo vistoso per me.

Silvia             (Si alza)  E poi non si adatta al tuo fisico. (Dà un'assestata al vestito) Tamara, non lo indossate bene. L'ho visto in «Vogue». (Lo tira). Alto qui e lungo  di  là.

Tamara          (battendo sulla mano di Silvia per togliersela  di dosso)   Smettetela  di tormentarmi!

Capo  Reparto  Principessa!

Tamara          Che ne sapete di come s'indossano gli abiti?

Silvia             Non faccio l'indossatrice, Tamara, ma nessuno ha mai discusso il mio modo di portare gli abiti!

Tamara          Perché nessuno vi ha mai preso per un modello  di  eleganza !

Capo Reparto  Principessa Tamara! Vi consiglio di chiedere scusa.

Mary              (alla capo reparto)  Semplice gelosia professionale. Ma  sono tanto buone amiche!

Silvia             (maliziosamente)  Vuoi dire che Tamara e mio  marito  sono  tanto buoni  amici.

Tamara (dimostrandosi disgustata al solo pensarci)  Mi  accusate  di  civettare con vostro  marito?

Silvia             (allegramente)  Fate pure quello che volete. Ma  vi  assicuro   che   perdete   tempo.

Tamara          (molto arrabbiata)  Ma forse qualcun'altra no! (La capo reparto la spinge nervosamente) Attenta a non scivolare, cara! (Esce adirata, seguita dalla capo reparto).

Silvia             Hai capito l'allusione? Mi piacerebbe che mio marito cercasse d'ingannarmi! L'ho sempre detestata, quella donna. Mette in mostra il suo titolo in quel modo! (Crystal e la terza commessa entrano nella cabina  di  Crystal).

Terza Commessa (chiamando per il corridoio) Principessa, fate vedere alla signorina Allen. (La capo reparto rientra nella cabina di Mary e ode la chiamata).

Capo Reparto  Ragazze, mostratevi nel numero 3 alla  signorina  Allen.

Silvia              (sempre vigile)  La signorina Allen?

Capo Reparto  Sì.

Silvia             Crystal Allen?

Capo Reparto  Sì. L'ho vista in salone.  E' così attraente che le ho domandato il suo nome.

Silvia             (osservando strettamente Mary)  Ah, e così anche Crystal Allen si serve qui? (Mary siede improvvisamente).

Capo Reparto  E' una nuova cliente. Signora Haines, vi sentite male? (Mary ha colto nello specchio lo sguardo di Silvia. Ora Silvia sa che Mary sa).

Mary              No. Sono un po' stanca. (Tamara entra nella cabina di Crystal).

Sarta             Vi ho tenuto in piedi troppo a lungo...

Capo Reparto  Vi porterò un cordiale. (La sarta e la capo reparto escono. Silvia chiude la porta).

Crystal         (ammirando l'abito da sera di Tamara) Voglio prenderlo, anche se dovessi portarlo a colazione.

Terza Commessa  Mandatelo qui, principessa. (Tamara esce).

Silvia             Mary, tu sai! (Con tono di profonda simpatia) Perché non ti sei confidata con me?

Mary              Silvia, va via.

Silvia             (sdegnata) Stefano è un infame. Sprecare Il tuo denaro con una ragazza come quella!

Mary              Silvia, ti prego, occupati dei tuoi affari.

Silvia             Ti ha reso ridicola davanti a tutte le tue amiche. Credi che le commesse non sappiano chi paga i conti?

Mary              (disperata)  Non me ne importa, ti dico, non me ne importa!

Silvia             Oh, sì, invece. (Indicando nello specchio il viso eloquentissimo di Mary) Non fare come lo struzzo, Mary. (Pausa. Indica la cabina accanto) Va' lì dentro.

Mary              Vado a casa. (Si alza e comincia a vestirsi).

Capo Reparto (sporgendosi dentro)  Il cordiale.

Silvia             (lo prende e le chiude la porta sul viso)  Grazie. (A Mary) E' il momento. Ora sei tu che puoi umiliare lei. Non le devi dire che poche parole, calmissima. Dille che renderai un inferno la vita di Stefano finché lei non l'abbandonerà.

Mary              Stefano non l'abbandonerà finché non sarà stanco di lei.

Silvia             Già, ma «quando» sarà stanco di lei?

Mary              Stefano non è innamorato.

Silvia             Ma tu non sai di che sono capaci le donne come quelle, una volta che hanno accalappiato un uomo.

Mary              Silvia, ti prego, lascia decidere a me che cosa sia meglio per me stessa e per la mia famiglia. (Nella sua cabina, Crystal si è svestita, ammirandosi nello specchio. Ora ella scivola nell'emozionante «negligé»).

Silvia             Beh, può darsi che quella donna eserciti una magnifica influenza su Stefano, ma non si può dire certo altrettanto per i tuoi bambini!

Mary              (volgendosi a lei)  Che vuoi dire?

Silvia             (con aria di mistero)  Non ci pensare.

Mary              (avvicinandosi a lei)  Dimmelo!

Silvia             Lungi da me l'idea di dirti delle cose che non vuoi sentire. Io sapevo tutto da molto tempo. (Nobile) Ho mai detto una parola?

Mary              (violentemente)  Che hanno da vedere con questo  i  miei bambini?

Silvia             E' stato mentre tu eri lontana. Edith li ha visti. Stefano, quella vagabonda e i tuoi bambini... insieme, a far merenda al Central Park.

Mary              Non è vero!

Silvia             Perché Edith avrebbe dovuto mentire? Ha detto che si divertivano moltissimo. Il piccolo Stefano mangiava seduto in grembo a quella donna. Lei lo baciava ad ogni boccone. Quando ho sentito questo, ho provato un tuffo al cuore, te logiuro! (Si accorge di aver colpito nel segno. Festeggia il suo successo ingoiando il cordiale di Mary).

Crystal         Oh, prendete quell'abito da sera. Questa roba  mi dà fastidio.

Terza Commessa  Subito, signorina Allen. (Esce).

Silvia             Ma, come tu dici, cara, non è affare mio, ma tuo. (Si dirige alla porta, con espressione molto offesa perché Mary ha rifiutato il suo consiglio) Senza dubbio quella ragazza riuscirà una perfetta matrigna per i tuoi bambini! (Esce. Mary, ora vestita, è sola. Fissa il tramezzo che la separa da quell'ancora ignoto nemico della sua ben ordinata tranquillità familiare, l' «altra donna». Il suo buon senso le suggerisce di tornare a casa, ma ora prova un violento desiderio di parlarle. Lo combatte per un po', quindi, amaramente decisa, si reca alla porta.  Esce. Un secondo dopo si ode bussare alla cabina di Crystal. Crystal è sola).

Crystal         Avanti! (Mary entra e chiude la porta) Desiderate?

Mary              ... Sono la signora Haines.

Crystal         (con una posa perfetta)  Scusate... ma non credo di conoscervi.

Mary              Per favore, non recitate.

Crystal         E così, Stefano finalmente ve l'ha detto?

Mary              No, me ne sono accorta io. (La terza commessa fa capolino).

Crystal         Restate fuori!  (La commessa esce).

Mary              L'ho  saputo fin  dal principio.

Crystal         Interessante. E ora?

Mary              Sono rimasta calma...

Crystal         Molto di spirito. (La seconda commessa fa dei segni lungo il corridoio ad un'altra ragazza di unirsi a lei. Entra nella cabina di Mary. Ad una ad una, durante il seguito della scena, le sarte, le commesse e le indossatrici entrano in punta di piedi nella cabina di Mary e applicano le orecchie al tramezzo).

Mary              Non si tratta di spirito. Ho voluto risparmiare a Stefano la vergogna. Ma ora siete andata troppo oltre. Non  vi permetterò   di  toccare  i  miei bambini!

Crystal         Per amor di Dio, non fate l'isterica. Che me ne importa dei vostri bambini? Non ne posso più sentir parlare.

Mary              Non  ne  sentirete più parlare. Quando  Stefano  rifletterà  all'umiliazione  che mi  è  costata,  vi  lascerà   immediatamente,

Crystal         Chi lo  dice?

Mary              Stefano si sarebbe stancato ugualmente di voi.

Crystal         Parlate per esperienza? Posso garantirvi che non è ancora stanco di me.

Mary              (con disprezzo)  Perché si diverte,  con  voi.

Crystal         E si diverte largamente.

Mary              (volgendosi alla porta)  Dovrete fare  altri progetti, signorina Allen.

Crystal         Sentite, i miei ordini di marcia non li prendo che da Stefano.

Mary              Stefano non vi ama.

Ckystal         Fa quello che può, date le circostanze.

Mary              Non potrebbe amare una donna come voi.

Crystal         Che  cosa  credete  che  abbiamo  fatto,  in questi sei mesi, le parole incrociate? E voi, che avete da protestare?  Tutte le cose  che  importano veramente sono vostre:  il nome, la posizione, i denari...

Mary              (perdendo il controllo)  Non m'importa altro che  di Stefano !

Crystal         Oh, chiudete il rubinetto, signora Haines. Credete che sia la prima volta che Stefano v'inganna? Non fatevi illusioni che sia rimasto con voi per affetto...

Mary              Affetto?

Crystal         Voi non siete che una vecchia abitudine, per  lui.   Sono  quei  marmocchi,  che  ha  paura   di  perdere. Se non fosse uno stupido sentimentale, se ne sarebbe  andato  da  anni!

Mary              (con fierezza) Non è vero!

Crystal         Oh, sì, invece! Vi dico delle semplici verità,  che  non  potreste  mai sentire  da  Stefano.

Mary              Stefano mi ha sempre detto la verità.

Crystal         (maliziosamente)  Beh, non direi... (Dopo una pausa) Sentite, Stefano è soddisfatto di questo accomodamento. Non cercate di forzare le cose, se non volete andare incontro a guai.

Mary              Siete voi che mi costringete a questo!  Dove sperate di arrivare?                                 

Crystal         Al vostro posto, signora Haines!

Mary              Avete molta fiducia.

Crystal         Più restate qui e più acquisto fiducia. Santa o non santa, siete una donna veramente scipita!

Mary              (la fissa con gli occhi spalancati, colpita dall'orrido pensiero che possa essere la verità. Improvvisamente si vergogna di essersi lasciata condurre così patetica mente sulla difensiva)  Oh, ma perché resto qui a parlare con voi? Sono cose che riguardano me e Stefano! (Esce).

Crystal          (sbattendo la porta dietro a  lei)   All'inferno!

Terza Commessa (nella cabina di Mary)  E questo, secondo lei, significherebbe «conoscerla  ufficialmente».

Prima Commessa  Oh, mi dispiace per la signora Haines. E' tanto cara.

Indossatrice  Avrebbe dovuto tenere la bocca chiusa.  Ora ha fatto  la  frittata.

Capo Reparto  Certo, è uno sbaglio terribile, mettere un ultimatum ad un uomo.

Prima Indossatrice  Questa Allen è furba. Ha fatto in  modo   che  qualunque   cosa   avesse   detto  la   signora Haines, sarebbe sembrata dalla parte del torto.

Prima Commessa  La spunterà?

Sarta             Guardate che corpo!

Seconda Commessa— L'ha già spuntata.

Seconda Indossatrice (in tono di lamento)  Anche...

FINE PRIMO ATTO

ATTO SECONDO
PRIMO QUADRO

Due settimane dopo. Piccola sala di ginnastica nell'istituto di bellezza di Elizabeth Arden. A destra, una parete a specchi. In fondo, una porta. A sinistra, un fonografo a valigia sotto una finestra aperta. Sul pavimento, un materasso di satin rosa.

(Al levarsi del sipario, Silvia, in mutandine, è distesa sul materasso e descrive dei leziosi archi con le gambe, al ritmo sensuale di un disco di tango; l'istruttrice, una ragazza intelligente e graziosa in un costume da bagno di seta rosa, è in piedi di fronte a lei e le dà ordini con voce esperta).

Istruttrice   Su... alto... su... giù... su... stesa... su... insieme... su... stesa... su...

Silvia             Naturalmente, tutte le mie simpatie sono per la signora Haines. Bisogna sempre sostenere le donne contro gli  uomini.

Istruttrice   (ad alta voce, decisa ad ignorare e, se possibile, a scoraggiare le chiacchiere di Silvia, per l'onore dell'istituto)  Su... alto... su... giù... Su... stesa... su... insieme:  Su...

Silvia             Però, si è comportata proprio da idiota.

Istruttrice   Stesa... su... insieme. Per favore, non parlate, signora  Fowler.

Silvia             Ma certe donne non riescono a mantenere la testa  a posto...

Istruttrice   (torva)  Stesa... su... insieme... su...

Silvia             Fanno delle cose che poi rimpiangono per tutta la vita...

Istruttrice   (afferra la gamba troppo languida di Silvia e le dà uno strattone)  Stesa!

Silvia             Oh! Le mie cicatrici!

Istruttrice   (insensibile)  Fa molto bene per le adesioni. Su...

Silvia             (risolutamente inerte)  Sono  sfinita.

Istruttrice   Riposatevi. (Silvia manda un lamento di sollievo) E rilasciate i muscoli del diaframma, signora Fowler. (Amaramente) Se potete. (Cambia il disco in un fox trot).

Silvia             Naturalmente, vorrei che la signora Haines si decidesse, se vuol divorziare. E' terribile, per le sue amiche, non saper nulla. Non si può certo domandarlo a  loro...

Istruttrice   Naturalmente. Ora, sul fianco. (Silvia si rotola sul fianco, appoggiandosi sulla spalla) Pronta? Su... giù... su... giù... (Schiocca le dita. Silvia dondola in alto una gamba inerte) Non piegate il ginocchio.

Silvia             (pensosamente)  Certo, per il bene dei bambini, farebbe meglio a rimanere. (In tono pio) Io resterei.  (La stoe ginocchio sono più che piegale).

Istruttrice   (implorante)  Non piegate, per favore...

Silvia             E non avrebbe dovuto affrontare suo marito in quel modo. Quando un uomo si trova così sprofondato in una relazione, bisogna  dargli tempo...


Istruttrice  (raddrizzando con forza considerevole la gamba di Silvia)  La coscia in dentro, non in fuori.

Silvia             (dolorante ma non doma)  Ma la signora Haines non dà mai ascolto alle sue amiche. E' una donna molto  strana.

Istruttrice   Dev'esserlo proprio. Ora, prego... su... giù... sa... giù...

Silvia             (raddoppiando i suoi sforzi e i suoi errori) Oh, io dico a tutti che qualsiasi cosa lei voglia fare, è la cosa giusta. Devo restare fedele a lei, naturalmente. Oh, sono semplicemente esausta. (Si affloscia sul ventre ansimando).

Istruttrice   Vogliamo provare qualcosa di più semplice... l'arrampicata sul muro? (Silvia leva un viso da martire. L'istruttrice cambia  il disco con  un valzer).

Silvia             (rimettendosi in piedi)  Cosa bisogna soffrire per mantenere la linea! (Siede contro il muro di fondo).

Istruttrice   Ruotate sulle natiche. (Silvia esegue, poi giace all'indietro, le ginocchio tirate su fino al mento, le piante dei piedi contro il muro) Braccia inerti. Arrampicatevi lentamente  per  il muro.

Silvia             (arrampicandosi)  Speravo che non me l'ordinaste.

Istruttrice   (inginocchiandosi accanto a lei)  Non parlate.

Silvia             C’è un paio di persone che mi piacerebbe di  avvelenare.

Istruttrice   Ora al contrario. (Silvia discende, mentre Peggy entra in tenuta d'esercizio. L'istruttrice sorride) Come state, signora Day? (A Silvia) Giù, lentamente.

Peggy              (allegramente)  Bene, e voi? Ciao, Silvia.    

Silvia             Ancora in ritardo Peggy.

Peggy              Scusami.

Silvia             (sedendosi)  Dopo tutto, li pago io i tuoi esercizi.

Peggy              Sai bene che ti sono  grata, Silvia...

Silvia             Beh,  non  piangerci   sopra.   Non   sono   che cinquanta   dollari.

Peggy             E' molto, per me...

Silvia             (con dolcezza)  Per te o per tuo marito, cara?

Istruttrice              Prego,  signore.   Cominciamo   con   gli esercizi   di   camminatura.   (Silvia  si  alza)   Una   signora entra  sempre in una stanza in posizione  eretta.

Silvia             Una quantità di amiche mie escono in posizione orizzontale. (Silvia e Peggy si dirigono al muro coperto di specchi e vi rimangono con le spalle contro).

Istruttrice   Ora... ginocchia staccate. Sedete al muro. (Esse seggono su sedie immaginarie). Rilasciatevi (Esse si piegano in avanti col busto, toccando il pavimento con la punta delle dita) Ora, alzatevi lentamente contro il muro... premendo ogni piccola vertebra contro la parete più forte che potete... Spalle indietro. Testa indietro. Sollevatevi perpendicolarmente. Mento in alto. (Mette una mano al livello del mento sforzato di Peggy) No, signora Day, più alto. Gomiti piegati... alzatevi sulle punte dei piedi... braccia in fuori... spingete avanti il basso della schiena... via! (Silvia e Peggy incedono vicine per la stanza a passetti minuti).

Peggy              (sussurrando)  Silvia, perché insinui sempre che John sia  un avaro?

Istruttrice   (riferendosi alle anche ondeggianti di Peggy)  Tenetevi  rigida!

Silvia             Tu hai la tua piccola rendita. Perché la dai a John?

Istruttrice   Indietro, prego! (Esse riattraversano la stanza camminando all'indietro).

Peggy              John  guadagna così poco...

Istruttrice   (riferendosi all'addome rilasciato di Silvia)   Controllate  i muscoli!

Silvia             In questo modo gli fai perdere ogni senso di responsabilità. Lo fai diventare un gigoló. Un po' di danaro proprio, che nessun uomo tocchi, è l'unica protezione di una donna. (Sono giunte di nuovo contro lo  specchio).

Istruttrice   Vi trovate tutte e due nella stessa posizione in  cui  avete lasciato  il  muro?

Silvia             (sorridendo, con sicurezza)  Io  sì.

Istruttrice   No, invece. (Imita l'atteggiamento di Silvia, mostrando come il suo didietro sporga, contro i dettami dell'eleganza, se non della natura) Non così, signora Fowler. (Rettifica di colpo la posizione) Ma così! (Conduce avanti Silvia) Provate per favore. (L'una di fronte all'altra, eseguono un paio di «mosse» al contrario) Ora, riposatevi sul materasso. (Le due donne si pongono l'una a fianco dell'altra con le braccia diritte sopra il capo. Al conto di «uno» da parte dell'istruttrice, ciascuna lascia cadere inerte una mano, dal polso. Al conto di «due» cade l'altra mano, quindi la testa sul petto, le braccia si afflosciano sui fianchi, il busto si piega, le ginocchia vengono meno ed esse cadono, come disossate, sul materasso. L'istruttrice cambia il disco) Pronte, ora? Piegare... stendere, sapete. Cominciate. (Eseguono un altro esercizio di gambe sul materasso) Piegare... stendere... piegare... giù... tirate bene i muscoli delle cosce, prego! Piegare... stendere... piegar... giù...

(Entra Edith. E' avvolta in un lenzuolo bianco. La sua faccia sta subendo un trattamento «di sostegno», ossia reca delle larghe strisce bianche sotto il  mento e attraverso la fronte. Appare profondamente angosciata).

Edith              Oh, Silvia!  Ciao, Peggy...

Silvia             (ponendosi a sedere)  Edith, che cosa fai qui?

Edith              Un trattamento al viso, dal basso. Oh, Silvia, sono così contenta di averti vista. Ho fatto una cosa terribile...

Istruttrice   Scusate, signora Potter, ma siamo a metà  del nostro esercizio...    ,

Silvia             (all'istruttrice)  Per favore, volete avvisare di prepararmi un bagno di paraffina?

Istruttrice   Ma, signora Fowler.

Silvia             Sono esausta.

Istruttrice   Se non avete mosso un muscolo!...

Silvia             (con pazienza di sopportazione)  Di chi è questa carcassa,  mia  o  vostra?

Istruttrice   E' vostra, signora Fowler, ma io son pagata  per tenerla  in  esercizio.

Silvia             Parlate come un allenatore  di cavalli.

Istruttrice              Bene,   signora,   riposate  pure.   (Esce).

Edith              Ho fatto una cosa spaventosa... Avvicinatevi. (Peggy e Silvia si avvicinano. Edith si lascia cadere pesantemente in mezzo a loro sul materasso) Me ne sono accorta quando sono arrivata qui, durante l'esercizio. Vorrei  tagliarmi la  lingua, quando ci penso...

Silvia             Beh, che  cos'è?

Edith              Stavo a pranzo con Frances Jones e...

Silvia             Ho capito!

Edith              Ho dimenticato che...

Silvia             Hai dimenticato che Frances Jones è Dolly dePeyster.

Edith              Ma io non ho mai letto la sua terribile rubrica  che lei firma  così.

Silvia             (con veemenza)  Le hai detto qualcosa di me?  Cosa?

Edith              Oh, cara, sai che di te non direi mai nulla! (Con rimorso) Le ho raccontato di Stefano e di Mary...

Silvia             (sollevata)  Ah!

Peggy              Oh, Edith, verrà stampato su quei terribili fogli  scandalistici!

Edith              Lo so... mi sono torturata il cervello per ricordarmi esattamente quello che le ho detto. Credo di averle detto che quando Mary entrò in quella cabina di prova, strappò la pelliccia di ermellino di dosso alla ragazza...

Silvia             Le hai  detto  così?

Edith              Beh, non mi ricordo se ho detto di ermellino o di visone, ma ho detto certamente che prese a schiaffi la ragazza!

Peggy              Edith!

Edith              E' quello  che mi ha raccontato Silvia!

Silvia             Mai ho detto questo!

Edith              Sì, invece!

Silvia             (offesa)  Ad ogni modo, non avrei mai creduto che lo avresti riferito a una cacciatrice di scandali...

Edith              Beh, del resto, poco importa, ormai. Il divorzio è praticamente  deciso.

Silvia              (prontamente)  Chi l'ha detto?

Edith              Tu!

Silvia             (spiegando con pazienza)  Io ho detto che Mary non avrebbe potuto raccontare ai quattro venti i suoi affari privati senza trovarsi coinvolta in uno scandalo.

Peggy             Mary non li ha raccontati ai quattro venti!

Silvia             E chi, allora?

Peggy             Voi! Voi avete fatto tutto il possibile per non lasciarle altra soluzione che il divorzio!

Silvia             Ci lusinghi, cara. Non sapevamo di avere tanta  influenza  sulle  vite  delle nostre  amiche!

Peggy              Tutte vanno da lei, tutte le dicono che è una vittima.

Silvia             Invece, io le ho detto che avrebbe fatto un grande errore. Che cosa ha da guadagnare una donna, divorziando? Qualsiasi somma ottenga, non avrà mai quello che aveva come moglie. E poi, tu sai bene quanto me che lui sposerà quella ragazza. Con tutto quello che ha speso per lei, dovrà farlo se non altro per proteggere l'investimento del suo capitale! (Dolente) Ma io, cara Peggy, ho tanta influenza su Mary quanta ne ho su di te!   (Rientra l'istruttrice).

Istruttrice   Il bagno di paraffina è pronto, signora Fowler.

Silvia             (si alza)  Bene, non preoccuparti, Edith. Telefonerò alla De Peyster. Posso aggiustare tutto.

Edith              E come?

Silvia              (graziosamente)    Le   dirò   che  hai  mentito.

Edith              Non  farai  una   cosa   simile!

Silvia             (stringendosi nelle spalle)  E allora, lascia che la storia circoli. Domani sarà dimenticata. Ti ricordi tutte le cose terribili che pubblicarono su di... come si chiama?... prima che si gettasse dalla finestra? Vedi, non mi ricordo più nemmeno il suo nome, perciò, chi  se ne  importa, Edith?   (Esce).

Istruttrice   Signora Potter, ritornate nel vostro reparto.                                                            

Edith              Oh, si direbbe che stiamo a scuola!

Istruttrice   Ma, signora Potter, è uno spreco di denaro...

Edith              Ma il riposo fa parte del trattamento.

Istruttrice   (freddamente) Allora, dovreste riposarvi completamente signora, dal mento in su.  (Esce).

Edith              Ma senti, è terribile l'antipatia di classe diffusa al giorno d'oggi! (Si rimette in piedi) Sono così stanca di pagare della gente come questa per essere insultata...

Peggy              (avvicinandosi a lei)  Edith, faremmo bene ad avvertire Mary!

Edith              Di che?

Peggy              Ma...  del  giornale...

Edith              Mia cara, come possiamo farlo senza coinvolgere  Silvia?...

Peggy              Ma è colpa sua... Oh, è una donna tremenda!

Edith              Non ne può fare a meno. La sua disgrazia è di non essere nata cieca e sorda. Ma noi, che ci possiamo fare? L'ha passata liscia sempre. E' un anno che ha una relazione con un impiegato  di suo marito...

Peggy              (impressionata)  Edith!

Edith              Proprio sotto il suo naso! Ma lui se ne infischia. Perciò non è affare nostro. Da' retta a me: tieniti fuori dei pasticci delle altre donne. Io non ho mai avuto una lite con un'amica. E sai perché? Non vedo, non sento  e non parlo!

SECONDO   QUADRO

Alcuni giorni dopo. Stanza della servitù, in casa di Mary. Mezzanotte. A sinistra, una portiera che immette alla cucina. A destra, una piccola ghiacciaia a muro. Nel centro, un tavolo  e due  sedie.

(Al levarsi del sipario, Jane, la cameriera, e Maggie, la nuova cuoca, stanno facendo uno spuntino notturno. Maggie, una donna florida di mezza età, porta una vestaglia e delle pantofole  da camera).

Jane                (piegando un giornale che ha appena finito di leggere a Maggie)  E allora lui ha detto: «Una storia come questa bisogna smentirla coi fatti».

Maggie           T'ho detto che avrebbe ricominciato. Una volta che un affare di questo genere viene fuori, tra marito e moglie, non c'è altro che da litigare fino alla fine. Dipende da chi si stanca prima di litigare o di stare insieme.                                I

Jane                Ce n'è abbastanza per farti perdere la fiducia nel matrimonio.

Maggie           Fiducia?  E chi ce l'ha?

Jane                Tu non  credi  al matrimonio?

Maggie           Oh, sì, per le donne. (Sospira) Ma sono i figli  di Adamo  che bisogna  sposare.  Continua.

Jane                E così, infine, lui ha detto alla signora: «Non l'ho lasciata, forse? E sono stato anche un vigliacco, per il modo in cui l'ho fatto». Come credi che l'abbia fatto, Maggie?

Maggie           Le avrà detto: «Squagliati, mia moglie sa tutto».

Jane                 La signora non ci ha creduto. Ha detto: «Stefano, davvero non l'hai più vista?».

Maggie           E lui, giù bugie...

Jane                Da come rispondeva, gli ho quasi creduto. Ma la signora continuava a dire: «Oh, come posso crederti?». Era terribilmente triste. Lui diceva: «Mary, Mary, cara Mary, Mary».

Maggie           Cara Mary. Ci vuoi altro per  convincerti.

Jane                Allora, credo che abbia cercato di baciarla, perché lei ha detto:  «No, ti prego. Non potrò baciarti mai più senza pensare a lei nelle tue braccia...».

Maggie           (in tono di apprezzamento)  Proprio come al cinema. Pensa un po', attaccarsi a una ragazza come quella...

Jane                Diceva alla signora: «E' vergine».

Maggie           E allora, perché  se la  prende tanto?

Jane                Ma non lo è più, ora. Lo era, prima. (Pausa) Ha detto alla signora che è stato fedele per dodici anni.

Maggie           Beh, oggi è qualche cosa. Ma lei ci ha creduto?

Jane                Ha risposto: « Come posso sapere se sei stato fedele?».

Maggie           Oh, lei non lo sa davvero.

Jane                Ma dal modo in cui l'ha detto...

Maggie           Sì, se riescono a mantenersi per sei mesi, credono  già di avere un'aureola intorno alla testa.

Jane                Ad ogni modo, dice che la ragazza è molto cara, affezionata a lui. Dice che non ha voluto niente da lui per mesi e mesi...

Maggie           Furberia. Oh, conosce i suoi polli. Se lo sa spolpare bene.

Jane                E' quello che ha detto la signora. Ha detto: «Stefano, non vedi che quella donna è interessata solo al tuo denaro? ».

Maggie           Tz, tz, che sbaglio! A un uomo non piace sentirsi dire che soltanto sua moglie è così pazza da volergli bene.

Jane                E' vero ! «Ti ho già detto che ragazza è», ha cominciato a dire. «Te l'ho spiegato...». E allora si sono arrabbiati tutti e  due.

Maggie           (si alza, esce a prendersi il caffè)  Me l'immaginavo. (Entra col bricco del caffè) La solita storia. Tutti quelli che sono sposati la conoscono.

Jane                E a un certo punto la signora ha detto: «Stefano, tu vuoi divorziare. Soltanto, non hai il coraggio di chiedermelo». E lui: «Ah, no, mio Dio, non voglio, Mary. Non te l'ho già detto?». E lei: «Ma tu non mi ami più!». E lui: «Oh mio Dio Mary, ma io ti voglio molto bene. E poi ci sono i bambini, Mary». Maggie, questa è una cosa che non capisco. Perché lei va su tutte le furie ogni volta che lui le dice di pensare ai bambini? I bambini dovrebbero essere lo scopo del matrimonio, no?

Maggie           Ma nessuna donna è contenta di sentirsi dire che il marito la tiene solo per dirigere un asilo d'infanzia. (Va alla ghiacciaia a prendere una bottiglia di crema).

Jane                E così la signora ha detto: «Stefano, non voglio che tu ti sacrifichi per i bambini». E' qui che lui si è arrabbiato terribilmente. «Ma perché, in nome di Dio, Mary», ha detto. «Tu hai sempre saputo tutto. Perché hai aspettato fino adesso a mettermi in questa posizione?».

Maggie           Come se avesse avuto bisogno dei suoi consigli!

Jane                E allora, improvvisamente, lei dice, con una terribile voce bassa: «Stefano, oh, Stefano, non possiamo andare avanti così. Non è degno del nostro amore, del nostro passato!». E lui dice: «E' vero Mary, è vero».

Maggie           Sei proprio un'attrice tu, eh?

Jane                Il  mio fidanzato dice che ho gli occhi di Claudette Colbert.

Maggie           E ha detto niente delle tue gambe? Prendi una  tazza di caffè.  (Versa il caffè).

Jane                E' stato allora che la signora ha detto: «Stefano... sono io che vaglio divorziare. Stefano, io voglio il  divorzio!».

Maggie           Abdicazione!

Jane                «Mio Dio, Mary», ha gridato lui, «non vorrai dire sul serio». E lei ha risposto, con una voce strana: «Sì, invece. Tu hai ucciso il mio amore per te, Stefano». Lui ha detto di non dire sciocchezze, e che era sconvolta per quella storia dei giornali, ma che avrebbe dovuto aspettarselo, dal momento che andava raccontando i suoi affari a un mucchio di pettegole. Poi le ha detto di andare a letto e ripensarci bene che lui usciva a prendere una boccata d'aria.

Maggie           Vecchio trucco.                                           

Jane                E la signora, subito: «Tu vai a trovare quella donna». E lui:  «Oh, Mary, per amor di Dio!  Un momento fa non volevi più vedermi, ora non posso nemmeno andare a prendere un po' d'aria!».

Maggie           Bisognerebbe farli uscire col guinzaglio.

Jane                Elei: «Tu vai a trovarla». E lui: «E che importa, dal momento che tu vuoi divorziare?». E lei: «Oh, tu non capisci. Va, Stefano, ti prego, e non tornare mai più».  (Comincia  a  piangere).

Maggie           (impaziente)  E poi?

Jane                Non ho sentito le ultime parole di lui, perché, naturalmente, quando ha detto che se ne andava, mi sono allontanata. Ma ho sentito lei che chiamava: «Stefano!». Lui siè fermato in cima alle scale e ha detto: «Che vuoi, Mary?». E lei: «Niente. Ti prego di non sbattere la porta, uscendo. La servitù ti sentirebbe». E allora sono scesa. Oh, Maggie, che succederà?

Maggie           Lei chiederà il divorzio.

Jane                Oh, mi fa  tanta pena.

Maggie           A me no.

Jane                Perché?

Maggie           Perché si abbandona ad un orgoglio, che non ha il diritto di avere. Il matrimonio é una faccenda in cui si tratta di aver cura del marito e dei figli. Non è un'eterna luna di miele. Quanto tempo durerebbe un marito, se si comportasse sempre come un amante focoso? Che importa se lui non l'ama più?

Jane                Come puoi dire una cosa simile, Maggie!

Maggie           Questo non la dispensa dall'obbligo di non fargli fare delle  sciocchezze.

Jane                Credi  che  sposerà quella  donna?

Maggie           Quando un uomo ha preso l'abitudine di mantenere una donna, non gli sembra naturale se non continua a farlo.

Jane                Ma ha detto alla signora che l'idea di sposarla non gli era nemmeno passata  per il cervello.

Maggie           Non importa se gli sia passata o no. Bisognerà vedere quale delle due donne sarà capace di avere  il  sopravvento.

Jane                Ma la signora ha detto che è lui che deve decidere. Ha detto:  «Stefano, o tu ami lei o ami me».

Maggie           E lui, che cosa ha risposto?

Jane                Niente, per molto tempo. Non ha fatto che camminare su e giù, su e giù, su e...

Maggie           Pensava. Il primo uomo che riuscirà a trovare una buona spiegazione di come si possa essere contemporaneamente innamorati della moglie e di una altra donna, vincerà quel premio che si dà ogni anno in Svezia!

TERZO   QUADRO

Un mese dopo, La stanza di soggiorno in casa di Mary. La stanza è ora nuda di quadri, libri, vasi, ecc. Il tappeto è arrotolato. Le sedie e le poltrone sono coperte da fodere.

(Al levarsi del sipario, Mary, vestita da viaggio, sta camminando in su e in giù. Sua madre, la signora Morehead, vestita da passeggio, la osserva dal divano).

Signora Morehead  Quando parte il treno?

Mary              (guardando il suo orologio da polso) Tra un'ora. La sua segretaria avrebbe dovuto essere già qui. Non avrei mai creduto che ci fossero tante carte da firmare.

Signora Morehead  Hai affidato tutto agli avvocati!

Mary              Non fanno che dirmi la stessa cosa, che non è un accordo conveniente...

Signora Morehead   (allarmata)   Ma  allora,  Mary...

Mary              Oh, non è vero. Stefano è stato molto generoso.

Signora Morehead  Non direi. Se Stefano è ricco, oggi, lo deve largamente a te.

Mary              Stefano sarebbe sempre arrivato dov'è oggi, con o senza di me.

Signora Morehead  Non aveva un soldo quando lo hai sposato.

Mary              Mamma, vuoi amareggiarmi ancora  di più?

Signora Morehead  Non so cosa dirti. Se dimostro simpatia per Stefano, mi accusi di prendere le sue parti, se la dimostro per te dici che ti amareggio ancora di più. La cosa migliore per me è quella di tacere. (Pausa. Poi, con veemenza) State facendo tutti e due uno sbaglio terribile!

Mary              Mamma, ti prego!

Signora Morehead  Lui ti vuole un gran bene, e...

Mary              Per piacere, mamma, non usare quella frase! Ad ogni  modo, ora è troppo tardi.

Signora Morehead  Non è mai troppo tardi quando si ama. Perché non mandi tutto a monte? Sono sicura che Stefano non aspetta che questo.

Mary              (con amarezza)  Non lo ha dimostrato affatto, però non spettava a lui di venire da me?

Signora Morehead  No, Mary, sei tu che hai insistito per divorziare.

Mary              Ma non capisci: se non l'avesse voluto, avrebbe lottato contro la mia volontà.

Signora Morehead  Stefano non è il tipo che lotta.

Mary              Nemmeno  io.  (Entra Jane da  destra).

Jane                La segretaria del signor Haines, signora.

Signora Morehead  Fatela entrare. (Jane esce) Vai a rinfrescarti gli occhi, ora. Non farti vedere così da quella macchina calcolatrice. E non tardare. Ricordati che hai un altro compito spiacevole.

Mary              Mary?

Signora Morehead  Già, bisogna dirlo alla bambina.

Mary              (abbattuta)  L'ho rimandata sempre, perché...

Signora Morehead  Perché speravi che fino all'ultimo minuto un miracolo ti avrebbe impedito di rovinare la tua vita. Hai mai pensato che Stefano potrebbe sposare quella donna?

Mary              (molto fiduciosa)  Non lo farà.

Signora Morehead  Perché ne sei tanto sicura?

Mary              Perché in fondo mi ama. Ma non se ne accorgerà finché io non sarò realmente andata via... (Sulla porta) Penserai tu ai bambini, mamma? E mi farai scrivere da loro a Reno, una volta la settimana? E ti prego, mamma, non li viziare troppo. (Esce da sinistra).

Signora Morehead  Come se non avessi mai allevato dei bambini! (Entrano da destra la signorina Watts e la signorina Trimmerback. Sono entrambe delle ra­gazze mollo comuni. La signorina Watts, la più anziana, e la più comune delle due, ha in mono una borsa) Buon giorno signorina Watts.

Signorina Watts  Buongiorno, signora Morehead. La signorina Trimmerback, del nostro ufficio".

Signorina Trimmerback  Piacere.

Signorina Watts  La signorina è notaio. Abbiamo delle carte da far firmare alla signora Haines.

Signora Morehead  C'è qualcosa che posso fare io?

Signorina Watts  I bambini rimangono con voi? (La signora Morehead annuisce) Per ogni spesa, mandate i conti in ufficio. Ma, naturalmente, i conti che arrivassero dopo il divorzio, sarebbero a carico della signora Haines, secondo l'accordo.

Signora Morehead  La signora Haines sarà da voi tra un minuto. Vi prego di risparmiarle tutti i dettagli superflui. E'... in ritardo per il treno. (Esce da destra).

Signorina Trimmerback Ti dispiace per la signora Haines?

Signorina Watts (amaramente) iNon posso provare dispiacere per una donna che crede suo diritto ricevere ogni mattina la colazione a letto.

Signorina Trimmerback  Non  ti è simpatica.

Signorina Watts  Oh, non ha mai dato fastidio in ufficio.

Signorina Trimmerback  Forse è per questo che lui è riuscito negli affari.

Signorina Watts  Sarebbe andato ancora più avanti senza di lei. In ogni affare grosso andava sempre troppo cauto, pensando a lei ed ai bambini. (Apre la borsa, estrae carte e penna e dispone le carte sul tavolo, pronte per  essere  firmate)  Per fortuna siamo alla fine. Possiamo tornare a lavorare, lui ed  io.  (Siede).

Signorina Trimmerback  Già, e la Allen? Non credi  che la  sposerà?

Sicnorina Watts  Non mi immischio nelle sue faccende private. Non ho certo un debole per lei, ma devo dire che da quando l'ha conosciuta ha preso un nuovo interesse al lavoro. Prima, si stava abbandonando,  e  questo  mi  preoccupava.

Signorina Trimmerback (affondandosi nel divano) Oh, è  fortunata,  quella  lì.

Signorina Watts  Credi?

Signorina Trimmerback  Vorrei trovare un uomo che imi pagasse i conti. Sono stufa di prepararmi la colazione, precipitarmi per la strada alle 8 del mattino, piova o splenda il sole, a lavorare come un cane. A che scopo? L'indipendenza! Bella indipendenza che hai, con i salari che pagano alle donne! La manderei al diavolo per qualsiasi cosa decente che mi offrissero... e anche indecente!

Signorina Watts   Oh, tu  sì!

Signokina Trimmebback  Perché, tu non la vorresti, una casa?

Signorina Watts  Io ce l'ho, una casa.

Signorina Trimmebrack  Vuoi dire a Plattsburg, dove  sei  nata?

Signorina Watts  No. L'ufficio. L'ufficio è la mia casa.

Signorina Trimmerback Bella casa! Capisco, la moglie di ufficio.

Sicnorina Watts (in tono di sfida)  Riuscirebbe ad andare avanti senza la signora Haines o senza la Allen assai meglio che senza di me.

Signorina Trimmerback Oh, lo so che sei molto brava, cara, ma che cosa ti fa credere di essere indispensabile?

Signorina Watts  Lo libero da un'infinità di dettagli superflui, gli ricordo le cose che dimentica, compresa, specialmente in questi giorni, la sua buona opinione di se stesso, non piango e non lo annoio. Non divorzierà mai, da me!

Signorina Trimmerback (stupefatta)  Ma... tu sei innamorata di lui! (Si alzano entrambe e si confrontano adirate).

Signorina Watts  E con questo? Preferisco lavorare per lui piuttosto che sposare qualche mezzo idiota che riuscirei a trovare (quasi in lagrime), solo per  avere  un  uomo!   (Da  sinistra   entra  Mary).

Mary              Buon  giorno, signorina Watts.

Signorina Watts (ricomponendosi rapidamente) Buon giorno, signora. Questi sono gli inventari dei mobili. I trofei del golf, i libri, i disegni, i portacenere li ho fatti mandare al club del signor Haines. (Pausa) Il signor Haines domanda anche se puòavere il ritratto dei bambini.

Mary              (guardando lo spazio vuoto sul caminetto) Oh, ma io...

Signorina Watts  Ha detto che non importava, se voi non desideravate mandarglielo.

Mary              Si trova  in magazzino.

Signorina Watts (poggiando una carta sul tavolo) Potrà ritirarlo con questa. Firmate qui.  Le referenze della cuoca. Firmate qui. (Mary siede e firma) Le cedole di assicurazione. Firmate qui. (La signorina Trimmerback firma ciascuna carta dopo Mary) La voltura della macchina. Dove volete custodirla?

Mary              Ma io...

Signorina Watts  Troverò una rimessa. Firmate qui. Se qualcuno volesse rilevare l'appartamento, al vostro prezzo?

Mary              Ma... ho pensato...

Signorina Watts  Questa è una delega fino al vostro ritorno.  Firmate qui.

Mary              Ma io...

Signorina Watts  Oh, è perfettamente regolare, signora. Il signor Haines poi, si è preso la libertà di preparare un nuovo testamento per voi. (Mette dinanzi a Mary  un  documento  blu dall'aria  legale).

Mary               (indignata)   Ma,  davvero...

Signorina Watts  Se qualcosa dovesse succedervi a Reno, metà della vostra proprietà sarebbe andata a lui. Un dettaglio che è sfuggito ai vostri legali. Il signor Haines ha stilato con codicillo che lo estromette.

Mary  Non capisco il linguaggio legale, signorina Watts. Credo che il mio avvocato...

Signorina Watts  Come volete. (Rigidamente) Il signor Haines ha suggerito questo nel vostro interesse non nel suo. Sono sicura che voi crediate che egli ha soltanto a cuore il vostro interesse. (Pausa) Firmate qui. (Mary firma, la pignorino Watts firma) Occorrono tre testimoni. (Entra da destra Jane con una scatola di fiori)  La  vostra  cameriera  andrà benissimo.

Mary              Jane, per favore, firmate qui come testimone. E' il mio testamento.

Jane                (in lagrime)  Oh, signora Haines!   (Firma).

Signorina Watts (raccogliendo tutte le carte)  Potete sempre fare delle modifiche, nel caso di un vostro nuovo matrimonio. (Mary si alza) E non esitate a comunicarmi in ufficio qualunque cosa di cui possiate avere bisogno.

Mary              (freddamente)  Non avrò bisogno di nulla, signorina  Watts.

Signorina Watts (allegramente)  Oh, ci sono sempre degli strascichi in un divorzio. E voi sapete che il signor Haines detesta di essere annoiato con futili dettagli. Buon giorno, signora Haines, e buon viaggio! (Esce da destra, seguita dalla signorina  Trimmerback).

Jane                (con voce di pianto, mettendo la scatola sul tavolo) Il signore mi ha detto di darveli, per portarli durante il viaggio. (Esce bruscamente. Mary apre lentamente la scatola, ne trae delle orchidee ed un biglietto. Legge ad alta voce).

Mary              «Che posso dirti? Stefano». (Getta violentemente i fiori in un angolo. Entrano la signora Morehead e la piccola Mary, vestita da passeggio).

Signora Morehead  Tutto pronto, cara?

Mary              (cupa)  Tutto pronto. Mary, mamma ti vuol parlare prima  di partire.

Signora Morehead  Ti aspetto da basso. (Esce).

Mary              Siedi, cara. (La piccola Mary salta sul divano e siede. Pausa. Mary si accorge che sarà ancora più difficile e penoso di quanto ha immaginato) Mary...

Piccola Mary  Di', mamma.

Mary              Mary...

Piccola Mary (perplessa per il tono della mamma, che non le fa prevedere nulla di buono per lei)  Ho fatto qualcosa  di male, mamma?

Mary              Oh, no, cara, no. (Siede accanto alla figlia e le prende le mani) Mary, tu sai che babbo è andato via da qualche tempo.

Piccola Mary   (con  tristezza)   E' già un mese...

Mary              Devo dirti perché?

Piccola Mary  Perché?

Mary              Tu sai, cara, che cosa fanno un uomo e una donna, quando sono innamorati?

Piccola Mary  Si baciano sempre...

Mary              Si  sposano...

Piccola Mary  Oh, sì, e poi hanno i bambini!

Mary              Ma qualche volta, le persone sposate non si amano più.

Piccola Mary  E come, mamma?

Mary              Finiscono di amarsi.

Piccola  Mary  Ma  perché lo fanno?

Mary              Non c'è un perché... è così. E quando non si amano più, si dividono. Capisci?

Piccola Mary  No.

Mary              Pure, è così. Fanno... quello che si chiama un divorzio.

Piccola  Mary Ah, quello?

Mary              Tu non sai che cos'è un divorzio, ma...

Piccola Mary  Sì, l'ho visto al cinema. E tante mie compagne hanno la mamma e il papà che sono divorziati.

Mary              (sollevatala, la bacia)  Tu sai che io ti voglio tanto bene, vero Mary?

Piccola Mary (dopo una pausa)  Certo, mamma.

Mary              Tuo padre ed io stiamo per divorziare. E' per questo che io parto. E' per questo che... Oh, cara, non ti posso spiegare tutto. Ma ti assicuro che quando sarai più grande capirai. E mi perdonerai. Ne sono certa. Guardami,  piccola, ti  prego!

Piccola Mary (le sue labbra cominciano a tremare) Ti guardo, mamma. Forse che papà... non ti vuole più bene?

Mary              No...

Piccola Mary  E tu non vuoi più bene a lui?

Mary              Io... no,  Mary.

Piccola Mary  Oh, mamma, perché?

Mary              Io... io... non so. Ma non è colpa né del babbo né della mamma...

Piccola Mary  Ma, mamma, credevo che quando si vuole bene a qualcuno durasse fino al giorno della morte!

Mary              Con i bambini è così, ma i grandi sono diversi. I grandi possono finire di volersi bene.

Piccola Mary  Io non finirò mai di voler bene a te e al babbo, quando sarò grande. E tu, finirai di volermi bene?

Mary              Oh, no, cara, ma anche questo è diverso.

Piccola Mary (desolata)  Non capisco come...

Mary              Devi credermi, piccola, è così. Questo divorzio non ha niente a che vedere con il nostro affetto per te.

Piccola Mary  Ma se tu e babbo...

Mary              (alzandosi e traendo a sé la figlia)  Cara, ti spiegherò meglio nella macchina. Vieni con me alla stazione.

Piccola Mary  Mamma, ma se tu e babbo divorziate, chi di voi due non dovrò più vedere?

Mary              Tu e di fratellino resterete con me. Succede così quando... quando ci si divorzia. I bambini vanno con la mamma. Però, vedrai anche il babbo... qualche volta. Ora andiamo, cara. (Mentre si dirige verso la porta vede le orchidee sul pavimento e le prende. La piccola Mary rimane a fissarla con grande emozione, mentre ella torna ad allontanarsi per uscire. Quindi all'improvviso si appressa alla sedia dov'era seduta la mamma e l'abbraccia. Poi, piangendo, la batte con i suoi piccoli pugni).

Piccola Mary  Oh, mamma, mamma cara! Babbo caro! Perché non fate qualcosa! Perché, perché non fate qualcosa! (Mary, che è rimasta per un momento sulla soglia, immobile, colpita, si avvicina di nuovo a lei).

QUARTO   QUADRO

Un mese dopo. Stanza di una clinica di maternità. A sinistra, una porta che immette al corridoio. A destra, una finestra assiepata di fiori costosi. Nel centro, un letto in cui giace Edith, rialzata contro un mare di cuscini di merletto, con un fagottino al seno. Un'infermiera in uniforme bianca siede accanto alla finestra. Da tutto il suo atteggiamento è evidente che Edith è una paziente che mette a dura prona chi l'assiste.

(Al levarsi del sipario, Edith allunga un braccio al dì sopra del fagottino per prendere una sigaretta dal comodino, ma non ci riesce).

Edith              (in tono lamentoso)  Infermiera!

Infermiera    (alzandosi con stanchezza)  Dite, signora Potter.

Edith              Datemi una  sigaretta.

Infermiera    Non potete aspettare almeno di aver finito di allattare?

Edith              Dite, quanti bambini avete allattato voi? lo quattro. (L'infermiera le accende la sigaretta. Edith fa muovere leggermente il fagotto) Ahi! Accidenti, morde come un dinosauro. (Entra Peggy con una scatola di fiori).

Peggy             Salve, Edith.

Edith              (con voce debole)  Ciao, Peggy. (Peggy poggia i fiori sul letto) Che pensiero! Infermiera, volete vedere se si trova un vaso decente, in questa maledetta clinica? (L'infermiera prende la scatola, l'apre e dispone i fiori insieme agli altri presso la finestra).

Peggy              (chinandosi sul bambino)  Fammi vedere, Edith. Oh, è magnifico!

Edith              Non posso sentire quell'odore di latte.

Peggy              (allarmata)  Che cos'ha sul naso?

Edith              Che naso? Oh, è cenere. (Soffia via la cenere. Porge a Peggy una lettera dal comodino).

Peggy              Mary.

Edith              (annuendo)  Non parla che dell'aria salubre di Reno. Nemmeno una parola su come si sente. Credevo che le importasse di più di Stefano. Manda i suoi saluti a te e a John.

Peggy              (Legge. Dall'esterno giunge il vagito di un neonato).

Edith              Infermiera, chiudete quella porta. (L'infermiera chiude la porta) Non vi so dire quanto mi diano ai nervi le urla di quel neonato. (A Peggy) Perché fai quella faccia? Anche a me è dispiaciuto, ma è stata Mary che ha voluto farlo. E a giudicare da quella lettera, non se ne pente troppo.

Peggy              Cerca di farsi coraggio!

Edith              Ma perché dovrebbe farlo con le amiche ? Ecco, infermiera, ha finito. (L'infermiera prende il fagottino da lei) Ho detto a mio marito di non dimenticarsi di dire a Stefano che Mary è perfettamente felice. Credo che questo gli rialzerà il morale. Andava in giro come  un  cane frustato.

Peggy             Ti prego, Edith, lasciamelo tenere! (L'infermiera porge a Peggy il bambino).

Infermiera    (sorridendo)  Attenta alla schiena, signora Day.

Peggy              (va alla finestra, stringendo a sé il fagottino) Oh, mi piace tanto sentirmelo tra le braccia!

Edith              Ti piacerebbe un po' meno se l'avessi appena fatto! Ho passato giorni terribili, vero, infermiera?

Infermiera    Oh, no, signora Potter. E' stato facilissimo, invece. (Con ira improvvisa) Oh, le donne come voi non sanno che cosa siano i giorni terribili! Provatevi a portare avanti un bambino e a pulire i pavimenti. Provatevi a partorire in una cucina fredda e sporca, senza etere, senza pannolini da cambiare, senza cibo adatto, e provate ad alzarvi il giorno dopo per fare da cucina a vostro marito! (Si controlla) No, signora Potter, non é stato affatto terribile. Datemi il bambino, prego. (Vede l'espressione riluttante sul viso di Peggy) Spero che un giorno possiate averne uno vostro, signora Day. (Esce col bambino. Peggy rompe in lagrime).

Edith              Per amor del cielo, Peggy, non te la prendere per quella chiacchierona! Sono tutte eguali. Se non ti viene la peritonite o non partorisci cinque gemelli, credono che sia una scampagnata!  (Peggy siede accanto al letto, piangendo) Che cos'hai?

Peggy              Oh, Edith... io e John divorzieremo!

Edith              (battendole sulla mano)   Oh, cara, l'avevo saputo !

Peggy             (stupefatta)  Ma se l'abbiamo deciso questa notte!

Edith              (allegramente)  Oh, cara, chiunque avrebbe potuto accorgersi che era destino. Per il denaro, immagino?

Peggy              (annuendo)  Oh, vorrei che Mary fosse qui...

Edith              Beh, invece la troverai lì... (Ride) Scusami, cara. Mi dispiace infinitamente per te. Ma è buffo.

Peggy              Che cosa?

Edith              Ci sarà una vera riunione del circolo, a Reno. (Siede nel letto, piena di energia per annunciare con grande effetto la notizia) Howard Fowler ha messo fuori Silvia! L'ha minacciata di chiedere lui il divorzio, qui, a New York, se lei non fosse andata a Reno. E riguardo a quel giovanotto suo impiegato...

Peggy             Allora, sapeva...

Edith              Certo. L'ha preso apposta, per avere il tempo libero per gli affari suoi. Ora Howard ha una ragazza che vuole sposare, ma nessuno è riuscito a sapere chi sia! E' un volpone, quello! (Ride ) E' formidabile!  Quando penso che Silvia credeva sempre di essere la più furba di tutte! (Ride così forte da farsi venire un dolore. Ricade all'indietro sui cuscini, inerte e martirizzata).

Peggy             (amaramente)  Oh, la vita è terribilmente triste, vero?

Edith              (sbadigliando)  Ah, io non mi lamenterei, solo che questa maledetta cicogna cominciasse a volare da un'altra parte!

QUINTO   QUADRO

Poche settimane dopo. Salotto di Mary in un albergo di Reno. Nella parete di fondo, una vasta finestra sporgente mostra una veduta dei tetti piatti di Reno e dei lontani boschi del Nevada. A sinistra, porte che conducono alla cucinetta e alla camera. A destra, una porta sul corridoio. Una poltrona imbottita, un divano. In un angolo, valigie e bagagli di Mary, semi disfatti. Tutto è molto  brutto  e trasandato.

(Al levarsi del sipario, Lucia, una donna di mezza età ruvida e sciatta, sta riunendo gli abiti gettati sulla poltrona e sul tavolo. Canta in un falsetto nasale).

Lucia              «Nel mio vecchio giardino era cresciuto il pioppo:

perdei l'innamorato per aspettare troppo.

Piacere è far l'amore, dolore è la partenza:

di un falso innamorato é meglio farne senza».

(Peggy entra da destra. Indossa una giacca da polo e una sciarpa di lana. Sta quasi per piangere).

Peggy              Lucia, dov'è la signora Haines?

Lucia              Sta giù, aspetta la posta. Vi sentirete sola, domani, quando se ne andrà. (Peggy annuisce e, affranta, si lascia cadere sul divano) La signora Haines è la più simpatica di tutte quelle che ho visto.

Peggy             Io odio questa città.

Lucia              Non ci si viene per divertimento. (Continua a riordinare e a cantare)

«Andiamo tutti quanti la terra ad ingrassare:

su mille non c'è nn uomo di cui ti puoi fidare».

Peggy             Chissà quante divorziate avrai visto, Lucia.

Lucia              Ho cucinato per loro da dieci anni.

Peggy             E ti fanno pena?

Lucia              A dire la verità, signora, no. Abbiamo già abbastanza dispiaceri per conto nostro. Santo Dio non ci avanza troppo tempo.

Peggy              (risentita) Si vede che non sei stata mai sposata, Lucia.

Lucia              (indignata)  Ne ho avuti tre...!

Peggy              Di mariti?

Lucia              No, di figli!

Peggy              Oh, allora sarai stata molto felice!

Lucia              Santo Dio, signora, ho smesso di pensare ad essere felice da un sacco di anni.

Peggy              Non pensi più ad essere felice?

Lucia              Non c'è tempo. Con i figli e tutto il resto. E quel diavolo di mio marito, quando ha bevuto, dovreste vederlo. Questi uomini grossi e forti, dalla testa rossa, sono dannati!

Peggy              Oh, Lucia, è terribile! Ti batte?

Lucia              E come no! Quando si pensa che una quantità di donne in quest'albergo dovrebbero essere battute peggio di me!

Peggy              Ma tu abiti a Reno, potresti divorziare in un minuto.

Lucia              Oh, non è una cosa che si decide in un minuto. Ci ho pensato, una volta. E avevo i soldi, anche. Ma poi ho lasciato perdere.

Peggy              Perché?

Lucia              Mi sono accorta che sono troppo attaccata alla famiglia. (Una bussata alla porta).

Peggy              (avvicinandosi a lei)  Lucia, di' alla signora Haines che devo parlarle.... da sola... prima di cena...

(Entra da sinistra la contessa De Lage. E' una sciocca, amabile donna di mezza età, con dei capelli platino accuratamente ondulati. Porta uno sfarzoso costume da cavallo, un enorme sombrero nuovo e una fiaschetta di acquavite di grano).

Contessa De Lage  Oh, Peggy, come state, cara bambina?

Peggy              Bene, contessa.

Contessa De Lage  Ho  galoppato come una pazza per il deserto tutto il giorno. Lucia, ecco una fiaschetta. Dobbiamo  festeggiare  il  divorzio  della signora Haines.

Peggy             Oh, contessa, non credo che un divorzio sia una cosa da festeggiare.

Contessa De Lage  Aspettate di aver perduto tanti mariti   quanto   me,  Peggy.    (Nostalgica)  Sposata, divorziata, sposata, divorziata! Ma io vado dove l'Amore mi conduce. E perciò eccomi qui, a Reno.

Peggy             Oh, io vorrei essere dovunque, tranne che qui.

Contessa De Lage  Oh, là, là, vi abituerete. Il mio terzo   marito   era   uno   svizzero.   Quando   si   vive   in Svizzera, cara Peggy, bisogna accettare le Alpi. Dicevo sempre a me stessa:  «Flora, queste dannate Alpi sono qui, e c'è ben poco da fare».

Peggy              Certo, contessa De Lage. (Esce in fretta da sinistra).

Contessa De Lage  Oh, avrei fatto meglio a non ricordarmi delle Alpi, Lucia. Mi viene sempre in niente quel giorno terribile in cui Gustavo cercò di farmi salire in cima a un monte. (Siede nella poltrona) Lucia, tirami gli stivaloni. (Lucia si inginocchia ed esegue) Come Dio volle, ci arrivammo. E all'improvviso mi accorsi che Gustavo mi aveva dato una spinta. (Tragicamente) Scivolai per mezza montagna prima di capire che Gustavo non mi amava più. (Allegramente) Ma l'amore è un gran medico, Lucia. Scivolai diretta nelle braccia del mio quarto marito, il conte.

Lucia              (si alza, con gli stivaloni)  Ma non è quello da cui vi divorzierete adesso?

Contessa De Lage  Oh, certo Lucia.  (Lamentevolmente) Che cos'altro potevo fare quando mi accorsi che metteva l'arsenico nelle mie cartine per il mal di testa? Ah! L'amour! L'amour! Lucia, sei mai stata innamorata?

Lucia              Sì, signora.

Contessa De Lage  Raccontami tutto, Lucia.

Lucia              Beh, signora, non c'è molto da raccontare. Quando mi faceva la corte, mi divertivo. Ma voi sapete come sono questi uomini grossi e forti, dalla testa rossa. Devono avere quello che vogliono, a tutti i costi. Così ci sposammo. E naturalmente, da quel giorno, non ho più avuto occasione di pensare all'amore...

Contessa De Lage (che non è stata ad ascoltare) Il mio male, Lucia, è di aver sposato troppi stranieri. Credo che tornerò a sposare degli americani.

(Entra da destra  Miriam. E' una rossa lampeggiante e salace, di circa 28 anni. Indossa un ampio pigiama di aspetto teatrale).

Miriam           Come  va, Lucia?

Lucia              Buona sera, signora Arons. (Esce da destra).

Miriam           Come vanno le canzoni della prateria, contessa? (Vede la fiaschetta sul tavolo, versa da bere a sé e alla Contessa).

Contessa De Lage  Si galoppa follemente pei boschi e per le valli! Ma ora, Miriam, voglio concedere un riposo al mio cuore. Tra due settimane sarò libera, libera come un uccello da quel piccolo bastardo francese. Ma dove, dove volerò mai?

Miriam           Nelle braccia di quel cow-boy della fattoria vicina.

Contessa De Lage (con aria pudica)  Che dite, Miriam...!

Miriam           Oh, è pazzo per voi, contessa. Gli piacete più del suo cavallo, ed è un cavallo maledettamente grande.

Contessa De Lage (si alza e si dirige al divano camminando lentamente, senza scarpe)  Certo, Buck Winston è simpatico. Così giovane. Così forte. Avete notato il gioco dei suoi muscoli? (Distendendosi) Musicale. Musicale.               

Miriam           Romperebbe una noce di cocco in mezzo alle gambe. E quel tipo non ha svegliato il vostro istinto al matrimonio?

Contessa De Lage  Oh, sì, ma io sono diversa da tutte voi. Ho sempre avuto fede nell'amore. Eppure, ho fatto  quattro  divorzi.  Posso rischiarne  un quinto?

Miriam           Che cosa rischiate, contessa, se la domanda non è indiscreta?

Contessa De Lage  Voglio dire, che non potrei mai presentare Buck in società.

Miriam           E perché? Anche la signora Astor dovrebbe riconoscere che è un bel ragazzo. Se avessi i vostri soldi lo porterei prima a Hollywood e poi a New York.

Contessa De Lage  Hollywood? Perché no? Potrei farne un divo del cinema. In fondo, il mio secondo marito era un gondoliere e dopo un mese che l'avevo sposato una duchessa fuggì con lui! Ah, l'amour!

(Entra Silvia da destra. Indossa un elegante abito da sera. Il suo viaggio a Reno l'ha resa amara, ma non l'ha domata).

Miriam           Come va, Silvia? Andate a un ballo?

Silvia             (si versa da bere)  Giro per la città con un amico. Non ho intenzione di starmene seduta a piagnucolare, come Mary.  

Contessa De Lage  Povera Mary. Se suo marito le offrisse la minima possibilità lo riprenderebbe subito.

Silvia             E' senza orgoglio. Io arrostirei nell'inferno piuttosto che riprendermi Howard Fowler. Mettermi fuori in quel modo, dopo tutto quello che gli ho sacrificato!

Miriam           Per  esempio?

Silvia             Gli ho dato la mia gioventù!

Contessa De Lage (sognante)  E che altro può fare una donna alla sua gioventù, se non darla ad un uomo?

Miriam           Eh, già, non può conservarla sott'aceto.

Contessa De Lage (pratica)  Ma, come ha potuto mettervi fuori, vostro marito, se eravate una moglie fedele?

Silvia             Certo che ero una moglie fedele. (Miriam dà in una risata) Che cosa avete da ridere, voi?

Miriam           Alle due specie di donne, le civette e gli struzzi. (Alza il bicchiere) Alle nostre sorelle piumate! Alle ragazze che ricevono doppia paga! (Confidenziale) E voi ne avete ricevuta abbastanza!

Silvia             Avrei voluto vedere!

Contessa De Lage  Io non ho mai avuto un soldo dai miei mariti, eccetto il primo, il signor Strauss, che mi lasciò tutto il suo patrimonio, ma mi proibì di amministrarlo.

Miriam           (a Mary, che entra da destra)   Come va, regina?'

Mary              (E' depressa, porta delle lettere) Bene.

Miriam           Bugia.

Contessa De Lage  Mary, io muoio di fame. (Lucia entra da sinistra e prende il cappello di Mary).

Mary              La cena è quasi pronta. Come mio ultimo gesto ufficiale in Reno, ho cucinato tutto con le mie mani. Vero, Lucia?

Lucia              Tutto, tranne le bistecche, il sugo e il dolce, signora Haines. (Esce da sinistra).

Mary              (dà una lettera a Silvia, guardando, nel porgerla, l'indirizzo)  Per te, Silvia. Da Edith?

Silvia             Non si può sbagliare, con quella calligrafia infantile. (Con intenzione) E tu, hai avuto notizie da qualcuno?

Mary              No.

Silvia             Cara, ho sempre detto che non valeva la pena di prendersela tanto per Stefano.

Mary              Meno parli di me e di Stefano e più mi fa piacere!

Silvia             Cercavo di sollevarti. Non si può dire che tu faccia altrettanto con me!

Mary              Ti rispondo, ed è già troppo.

Silvia             Oh, Dio, cara, hai i nervi, oggi!

Miriam           Stiamo tutte nella stessa barca, qui. Mary vi lascia tranquilla, e voi, perché non la lasciate in pace?

Silvia             Oh, volevo solo farle capire che la vita non è finita se Stefano non s'interessa più di lei. (Apre la sua lettera. Dai fogli cadono delle strisce di ritagli di giornale. La Contessa le prende e le scorre distrattamente, mentre Silvia continua a leggere la lettera).

Contessa De Lage  Che altro c'è per una donna oltre l'amore?

Miriam           C'è rimasto un altro po' di whisky. (Si versa un altro bicchierino).

Contessa De Lage Cinica!

Miriam           (a Mary)  Un goccetto? (Mary scuote il capo) Perché no? Starete meglio.

Contessa De Lage (improvvisamente interessata dai ritagli caduti dalla lettera di Silvia)  Miriam, gattina furba, non ci avete mai detto che conoscete il marito di Silvia.

Silvia             (alzando il capo dalla tua lettera)  Che?!

Contessa De Lage (si alza)  Sentite questo. Silvia: «Miriam Arons, lasciata la ribalta, sta attualmente "rinnovandosi"».  (Silvia le strappa il giornale di mano).

Miriam           Questi pidocchiosi a caccia di scandali potrebbero lasciare in pace chi cerca di divorziare nel miglior modo possibile!

Contessa De Lage (leggendo un altro ritaglio) «Noto avvocato (piano) vostro marito, Silvia (proseguendo)  ed  ex ballerina prossimi a  salire l'altare».

Silvia             (a Miriam)  Ipocrita che non siete altro! (Durante questa battuta Peggy è entrata e si avvicina al divano. Ascolta ma non si unisce al gruppo).

Mary              (avvicinandosi a Silvia)  Andiamo, Silvia...

Silvia             Tu lo sapevi?

Mary              Oh, ma che importa, ora? Tu non ami più Howard...

Silvia             (scostandola bruscamente)  Questo non c'entra. (A Miriam, in tono bellicoso) Quanto vi ha dato, finora?           

Miriam           Con me ha pagato per quello che voleva; con voi pagava per quello che non avrebbe voluto.

Silvia             Non lo sposate che per il suo denaro!

Miriam           E voi, per che cosa lo avete sposato? Con la differenza che io, una volta comprata, resterò sua.

Silvia             Avventuriera da quattro soldi!

Miriam           Non cominciamo  coi complimenti, pappagallo da salotto!  (Silvia le dà un terribile ceffone. In un batter d'occhio si afferrano per i capelli. Mary prende Silvia per un braccio ma questa si libera. La Contessa tira la cintura di Miriam mentre Lucia entra, dà un'occhiuta alquanto professionale ed esce per andare a prendere i sali).

Contessa De Lage  Ferma, Miriam! Non siate volgari! (La sua interferenza permette a Silvia di dare un altro schiaffo a Miriam senza impedimento).

Miriam           (gettando la Contessa sul divano)  Levatevi dai piedi, vecchia barcaccia! (Silvia afferra i capelli di Miriam) Ahi! Lascia! (Silvia sta per usare le unghie. Mary si intromette).

Mary              Non posso permettere, capite! (L'intervento di Mary permette a Miriam di dare a Silvia un terribile calcio negli stinchi).

Silvia             (piegandosi, in singhiozzi)  Oh!  Mi ha spezzato una gamba, quella cagna!  (Mentre si volge, Miriam le dà un altro calcio ben piazzato che la fa raddrizzare).

Miriam           Piglia questo!   (Silvia, gridando di rabbia e di umiliazione, afferra di nuovo il braccio di Miriam e vi affonda i denti. Miriam l'agguanta, la scuote tutta e la getta piangente nella poltrona).

Mary              (a Miriam)  Ora basta.

Miriam           Dov'è lo iodio?  (Mary indica la camera da letto) Bisogna stare attenti all'idrofobia. (Esce da destra).

Silvia             (tra i singhiozzi, medicandosi le ferite)  Mary, come hai potuto permettere questo?

Mary              (freddamente)  Mi dispiace moltissimo, Silvia.

Silvia             La difendi! Dopo tutto quello che ho fatto per te!

Mary              Che cosa hai fatto per me?

Silvia             Ti ho avvisato!

Mary              (amaramente)  Non credo di doverti essere grata per quello che hai fatto.

Silvia             (isterica)  Ah, no? Stai a sentire, e sgonfiati la superbia. Non credere di essere l'oggetto della pietà universale. La gente si diverte un mondo per quello che ti sta succedendo. Hai meritato di perdere Stefano, per il modo idiota in cui ti sei comportata. Ma io ti ho sempre difesa, come un'amica leale, e questo e il ringrazia mento che ricevo! Tu sai tutto di lei, la difendi, e mentre io...

Mary              Esci di qui! Va via!

(Lucia entra dalla camera da letto con una boccetta di sali ammoniacali mentre Silvia si abbandona completamente all'isterismo e urlando dalla rabbia, lancia violentemente contro il muro portacenere, bicchieri e scatole da sigarette).

Silvia             (urlando con quanto fiato ha in petto)  Ti odio! Ti odio!  Odio tutti!

Lucia              (afferra Silvia per le spalle e le mette di forza sotto il naso la boccetta dei sali)  Signora Fowler, avete l'isterismo! (La spinge verso la porta, ansimante e piangente).

Silvia             Quando avrai bisogno di un'amica ti ricorderai di me...

(Escono da destra Lucia e Silvia, che si dibatte sfinita).

Contessa De Lage  (alzandosi dal divano)  Povere creature. Hanno  perduto  l'equilibrio perché hanno perduto la fede nell'amore. Ricordate quella canzone che Back ha fatto per me? (Si versa da bere e canta)

 «Cavalca l'uomo, e vola a tutte l'ore,

la donna vola sulle ali d'Amore.

 Coma-a-ti-yi-yippy-ya!».

(Si getta la fiasca a tracollo ed esce da destra, sempre cantando, mentre Miriam rientra, rimessa in ordine dopo la lotta).

Miriam           Il terreno è sgombrato?

Peggy             Oh, è stata la cosa più disgustosa che abbia mai visto.

Miriam           Siamo un paio di gatte selvagge...

Mary              Non avresti dovuto venire qui, Peggy, a vedere tutto  questo.   (Raccoglie i portacenere, ecc.)

Miriam           Perché diavolo ci siete venuta?

Mary              Voleva comprare una macchina.

Peggy              Col mio denaro!

Mary              E suo marito ha detto che non poteva permetterselo.

Peggy              Lui non poteva, ma io sì.

Mary              Quello che è suo è tuo. Quello che è tuo è tuo. Giustizia ed uguaglianza.

Peggy             La miglior protezione per una donna è un po' di denaro tutto suo.

Mary              La miglior protezione per una donna è un uomo tutto suo. (Con gentile sarcasmo) Ma evidentemente John e Peggy non erano fatti l'uno per l'altro e lei avrà dimenticato tutto fra qualche settimana.

Peggy              Oh, no, no. Non posso. Perché... perché... (Rompe in lagrime) perché debbo avere un bambino. Oh, Mary, che posso fare?

Mary              Qual è il suo numero di telefono?

Peggy              (subito)  Eldorado 5-2075. (Miriam va subito al telefono e si fa dare il numero) Ma io non posso dirglielo, Mary!

Miriam           Perché, non è suo?

Peggy              Oh, sì, certo!

Miriam           Fate svelto, signorina!

Peggy              L'ho sempre desiderato. Ma ora, senza di lui, non so...

Mary              Tu hai diviso con lui il tuo amore. Il tuo bambino dividerà con lui il tuo sangue, i tuoi occhi, i tuoi capelli, le tue virtù e i tuoi difetti. Ma il tuo piccolo fondo personale, quello, naturalmente, non puoi dividerlo mai.

Peggy             Oh, Mary, so di avere torto. Ma è inutile... tu non sai tutto quello che mi ha detto. Anch'io ho il mio  orgoglio.

Mary              (amaramente)  Reno è piena di donne che non hanno più altro che il loro orgoglio.

Miriam           (al telefono)  Il signor Day, per favore. Chiama Reno. Il signor Day? Mio Dio, avrà vissuto accanto al telefono. Tenete la linea... (Peggy accorre al telefono).

Peggy             Pronto, John... (Si schiarisce la voce velata da un singhiozzo) No, non sono ammalata. Cioè, sì, ma in un altro modo... No, io... John, devo avere un bambino... Oh, caro, è proprio vero? Oh, caro, sì! Certo, anch'io... Sì, ti perdono... Sì, amore, sì... Col prossimo treno! John? (Un bacio nel telefono) Oh Johnny, quando ritornerò sarà tutto diverso... John, ti dispiace se pagherò tutto io, qui? (Riaggancia) Non posso rimanere a cena. Devo fare i bagagli.

Mary              Quando sarai tornata... non frequentare troppo le amiche.

Peggy             Oh, puoi stare sicura, Mary. E' tutta colpa loro se ci troviamo qui.

Mary              Non tutta...

Peggy              Arrivederci! Sono così felice, che piangerei. (Esce da destra).

Miriam           Diventata saggia, eh?

Mary              Una volta lo ero.

Miriam           E allora, perché siete qui?

Mary              Mi hanno dato molti consigli. (Il telefono suona. Miriam va a rispondere).

Miriam           Pronto? No, la telefonata è finita, grazie. (Riaggancia).

Mary              Una sigaretta?

Miriam           (all'improvviso)  Sentite.

Mary              Non c'è niente che possiate dirmi che non abbia   già   sentito.

Miriam           Davvero? Io vengo da un mondo dove una donna dev'essere una stella... o fare una vita d'inferno.  Forse   posso   dirvi   qualcosa   di  nuovo.

Mary              (stanca)  Va bene, Miriam, parlatemi della sicurezza, della posizione legale, e di tante altre belle cose. A che si arriva? Al compromesso.

Miriam           E che diavolo importa? Una donna deve fare compromessi dal momento in  cui è nata.

Mary              Già, ma non quando si è sconfitti. Lui non mi  vuole.

Miriam           Come lo sapete?

Mary              Allora, perché sarei qui?

Miriam           (pausa. Quindi, in tono tragicomico)  Perché non avete fegato. E' successo a me pure. Anch'io ho   perduto  il  mio   uomo.

Mary               (sorridendo)  Voi?

Miriam           Oh, è successo una volta sola. Ho imparato, da allora. Sapete come l'ho perduto? Non avevamo   abbastanza   soldi   per  sposarci,  e   io   non   volevo andare a letto con lui prima. Avevo i miei ideali, capite? Dio sa dove li avevo presi. Tenni duro, e... (sospira). Mi piaceva come non m'è piaciuto mai nessuno. Non ho più tenuto duro... Cosa credete che abbia fatto, il mio Romeo? Si prese un'altra ragazza. Io feci il finimondo. Ma non avrei dovuto dirgli addio. Ero come voi, capite? Avrei dovuto vincere quella ragazza dove lei aveva battuto me: sul morbido.

Mary              Miriam!

Miriam           E' così che si vince alla prima ripresa. Equant'è vero che conosco gli uomini, è sempre questa l'ultima cartuccia. (Mary si allontana) Vi fa impressione? Siete troppo modesta. Ma la mia idea dell'amore è che l'amore non ha vergogna  di, niente.

Mary              (volgendosi a lei)  Un buon sistema. Moderno. Cura fisica per una causa fisica. Ma è troppo semplice. Queste battaglie d'amore sono per gli amanti, non per un uomo ed una donna che sono stati sposati da dodici calmissimi anni. Oh, non dico che non mi piacerebbe sentire ancora le braccia di Stefano intorno a me, ma non potrei ritrovare la nostra passione giovanile. Era una cosa meravigliosa, ma era parte della nostra giovinezza, come i bambini. E non è la cosa che ha fatto di lui mio marito, di me sua moglie. Stefano aveva bisogno di me. Ne ha avuto bisogno per dodici   anni.  Ora   non  ne  ha  più.

Miriam           Capisco. (Il telefono suona) E' per questo che sposo quel Fowler. Ha bisogno di me come un dannato. Se non lo sposo, si ubriacherà a morte in un mese, povero scemo.

Mary              (al telefono)  Sì? No, signorina, è finita... Come dite? New York chiama la signora Haines? Sì, sì, ricevo  io.  (A Miriam) Stefano!

Miriam           Fategli quel discorso che mi avete fatto poco fa!

Mary               (raggiante)    Sapevo   che   mi   avrebbe   chiamata.   Sapevo   che   all'ultimo   momento   si   sarebbe accorto  che ha bisogno  di me.

Miriam           Ma per amor di Dio, ditegli che voi avete bisogno  di lui!

Mary              Pronto? Pronto? Stefano? Mary. Sì. Molto bene. E' così bello sentire la tua voce, Stefano... Io... sì, è fissato per domattina alle dodici, ma io posso... (Spaventata) Ma Stefano!!! No, naturalmente, non ho visto i giornali. Come potrei, qui... (Una lunga pausa) Sì, è meglio che me lo abbia detto tu... Certo, capisco la nostra posizione. No, nessuna amarezza, vi auguro di essere felici, molto felici... No, non ho nessun progetto, nessun progetto... Scusa, Stefano, preferirei smettere... Addio, Stefano... addio... (Riaggancia).

Miriam           La sposa?

Mary              Oh, perché ho lasciato che succedesse questo? Eravamo sposati. Eravamo una persona sola. Avevamo una vita felice. Oh, Dio, che pazza sono stata!

Miriam           Pazza?  Ma  non lo  siamo  un poco tutte?

Mary              Lei  non lo  ama.  Io  sì e  allora...  (Va alla finestra, guarda fuori, poi, violenlemente) Ma quando il cuore dice  che non è finita, non è finita!  Non è finita!

FINE SECONDO ATTO


ATTO TERZO

PRIMO QUADRO

Prima sera. Due anni dopo. La stanza da bagno di Crystal. A sinistra, una vasca mormorata con tendine crespe intorno alla doccia. In una nicchia dietro la vasca un telefono dorato. A destra, una toletta coperta di bottiglie scintillanti e vasetti di cosmetici. Asciugamani ricamati pendono dai reggipanni. Nel centro, una porta che immette alla stanza da letto di Crystal.

(Al levarsi del sipario, Crystal è distesa nel bagno, legge una rivista e fuma, mentre Hélène, un'elegante ca­meriera francese, entra).

Hélène           Madame è nell'acqua da un'ora.

Crystal         (ruvidamente)  E con questo?

Hélène           Ma, monsieur...

Crystal         Monsieur uscirà con me e con i miei amici, gli piaccia o no. La ragazzina è tornata?

Hélène           La signorina Mary ha appena finito di cenare col papà. Monsieur desidera moltissimo che le diciate buona notte.

Crystal         Sentite, quella ragazzina desidera darmi la buona notte quanto lo desidero io. Ha provato per due anni di farci saltare l'una al collo dell'altra. Non serve. La mandi a casa da sua madre. (Porge a Hélène un bruschino) Tenete, strofinate. Un giorno o l'altro le darò un ceffone... (Hélène strofina troppo forte) Ehi! Mi

levate la pelle! Sono così seccata che... (Lancia il sapone in mezzo alla stanza) Hélène, non sposate mai un uomo che abbia lasciato «una brava donna». E' allegro come se avesse ammazzato la sua vecchia mamma. (Il telefono suona) Uscite! Oh, Hélène, se venisse la signora Fowler, tenetela da basso, a costo di sedervici sopra!

(Hélène esce. Crystal alza il ricevitore. La sua voce si distende) Pronto, caro, sono nel bagno. Mi sono raggricciata tutta, ad aspettare la tua chiamata. Oh, Buck, sento la tua mancanza come non l'ho mai sentita! Non so dirti quello che ho provato quando ho chiuso la porta del nostro appartamentino. Come siamo stati felici! Come... «coma-à-ti-yi-yippy-ya!». Oh, no, di' pure tutto quello che vuoi. Questo è l'unico posto in cui nessuno può sentirmi. (Crystal volge le spalle alla porta. Non ode una breve bussata) Senti, tesoro, devi andare davvero in California?

(Entra la piccola Mary e rimane esitante contro la porta)

 

Caro, non hai bisogno di dirmi i sacrifici che hai fatto per il cinema. Ho visto quel rudere che hai sposato. Sì, Flora è una contessa come io sono la Duchessa di Windsor. Va bene, Buck, non sarà così scema, però... (Vede la piccola Mary) Oh, richiamami tra due minuti. Devo interrompere. (Riaggancia) Chi ti ha detto di venire qui?

Piccola Mary  (educatamente)  Papà. Buona  notte. (Si volge per uscire).

Crystal         (dolcemente)  Oh, non andare, cara. Dammi quel bruschino.

Piccola Mary (gentilmente)  Per piacere.

Crystal         Per piacere. (Mary le dà il bruschino).

Piccola Mary  Buona notte.  (Si avvia alla porta).

Crystal         Oh, che fretta di andarlo a raccontare a tuo padre!

Piccola Mary  Che cosa?

Crystal         Il mio discorso al telefono.

Piccola Mary  Non capisco quello che dicono i  grandi al telefono. Sembrano tutti così stupidi... Buona notte.

Crystal         Buona notte, e poi? (Pausa) Ti hanno detto di chiamarmi zia Crystal. (Pausa) perché non lo fai?

Piccola Mary (sempre ritraendosi verso la porta)  Sì.

Crystal         Sì, cosa?

Piccola Mary  Sì, buona notte.

Crystal         (con rabbia) Siediti!

Piccola Mary  Fa troppo caldo qui. E ho il cappotto.

Crystal         Siediti, ho detto! (La piccola Mary siede su di uno sgabello vicino alla toletta) Dobbiamo risolvere questa faccenda. Io ho cercato maledettamente... ho fatto tutto quello che potevo perché noi due fossimo amiche, ma  tu non vuoi  collaborare.

Piccola Mary  Cosa?

Crystal         Collaborare.

Piccola Mary (annuendo meccanicamente)  Collaborare.

Crystal         (esasperata)  Rispondimi! Io non ti piaccio. Perché?

Piccola Mary (alzandosi)  Beh, buona notte, Crystal.

Crystal         Ho detto, perché?

Piccola Mary (con molta pazienza) Mamma mi ha raccomandato di non essere sgarbata con te.

Cristal          Spiegami perché non mi puoi vedere!

Piccola Mary  Non ho mai detto questo.

Crystal         Ma è vero!

Piccola Mary  Sì, ma non l'ho mai detto. Sono stata sempre molto gentile con te, che sei una specie di  mostro!

Crystal         Aspetta che tuo padre senta questo!

Piccola Mary (improvvisamente in tono di sfida) Non  credere  che  papà  ti veda  più tanto  meravigliosa.

Crystal         Te lo ha detto lui?

Piccola Mary  No, papà finge sempre che tu sia una donna per bene, perché si vergogna di far sapere a mamma che stupida e misera moglie si è preso! E neanch'io dico a mamma quello che penso, perché tu l'hai già fatta piangere abbastanza! Per questo non collaborerò, mai!

Crystal         Va via!

Piccola Mary (sulla porta si volge, con aria superiore) E un'altra cosa: questa stanza da bagno è proprio ridicola! Buona notte, Crystal! (Esce. Il telefono suona. Crystal lo afferra, con ira).

Crystal  Sì, caro. Quella dannata della piccola Haines. Mi fa saltare i nervi! No, non ha sentito niente. E poi, me ne infischio. Parti domattina? Dio sa se siamo stati prudenti... Cosa? Tu?... (Ride) Pranzi con la prima signora Haines? Bene, caro, sta attento al gin. Ti fa parlare troppo. Sì, stai attento,  caro. 

(Entra Silvia, senza bussare. Indossa un complicato abito da sera ed ha in mano un cocktail. I due anni trascorsi non hanno avuto alcun effetto apprezzabile su Silvia. E' la stessa del primo atto, irriducibile).

Silvia             Yuhuu! Posso entrare?

Crystal         (al telefono)  No, non è l'Acquario. E' la stazione centrale. (Riaggancia).

Silvia             Chi era?

Crystal         Uno sbaglio.

Silvia             Stavi parlando  con un  uomo.

Crystal          Passami quella spugna... per piacere.

Silvia             (eseguendo)  Oh, sai bene che puoi fidarti di me.

Crystal         E quella vaschetta per gli occhi.

Silvia             Conosco Stefano da anni. Non è il tuo tipo. Mi sono domandata spesso come voi due possiate andare d'accordo. Ne ho parlato anche al mio psicanalista. Sai, a lui  bisogna  dire tutto.

Crystal         Dev'esserti   costato   uno   sforzo  terribile.

Silvia             Non m'importa parlare di me stessa, ma parlare delle mie amiche mi fa sentire sleale. Dice che Stefano ha un  complesso  di colpevolezza.

Crystal         Cosa?

Silvia             (allegramente)  Dice che gli nomini della generazione di Stefano sono stati allevati nell'idea che l'infedeltà sia un peccato. E' per questo che ha permesso a Mary di divorziare da lui ed è per questo che ha sposato te. Ti ha dovuto sposare per convincersi di non essere  un  depravato  sessuale.

Crystal         Ah sì? Se Stefano è un depravato sessuale,  la  psicanalisi  è  liquidata.

Silvia             E dice che tu, invece, hai il complesso di Cenerentola. Dice che moltissime donne americane lo hanno. Crescono con l'idea che il matrimonio con un uomo ricco sia l'unico scopo della loro vita. Dice che non danno la felicità ai mariti e non funzionano come animali da riproduzione...

Crystal         (annoiata e adirata)  E tu vuoi funzionare in quell'altra stanza?

Silvia             (offesa)  Non dovresti parlarmi così, dopo tutto quello che ho fatto per te. Quando hai sposato Stefano, non conoscevi un'anima. Non è stato facile farti accettare dovunque. Tutti erano dalla parte di Mary.

Crystal         E lo sono ancora. Non perdono mai l'occasione per ricordarmi che donna nobile e utile sia diventata Mary da quando ha lasciato Stefano.

Silvia             (soddisfatta)  Oh, cara, è una bugia. Non vede un'anima, è avvintissima!

Crystal         Stasera ha invitato a cena un gruppo di amici.

Silvia             Me l'ha detto Edith. Lei ci va. E anche Flora.

Crystal         Flora?

Silvia             La Contessa De Lage, la moglie di Buck Winston. Quando penso che Flora ha trasformato veramente quel cowboy in un divo del cinema! Naturalmente, lui non é il mio tipo, ma è la delizia delle cameriere.

Crystal         (violenta)  La vuoi smettere?

Silvia             Ma, Crystal.

Crystal         Ho detto smettila!   (Chiamando) Hélène!

Silvia             Oh, sei veramente ingrata!

Crystal         Beh,  raccontalo  al  tuo  psicanalista.  (Hélène  entra)  Hélène,  tirate  la  tendina. Voglio  farmi la doccia.   (Silvia si  reca alla porta,  mentre Hélène  tira la tendina) Aspettami pure in camera da letto.

Silvia             (coglie la sua immagine nello specchio e vi si avvicina)  Ho cambiato il colore del mio rossetto. Come lo trovi? Devo ricordarmi di dirlo al mio psicanalista. Sai, ogni cosa ha un significato. (La doccia entra in funzione. Hélène esce. Durante il seguito della battuta, Silvia esamina ad una ad una le bottiglie e i vasetti sulla toletta di Crystal)

Dice che non dovrei prendermi tanta pena par tante cose, come faccio. Che do troppo valore alle mie amicizie femminili. Dice che ho il complesso di Damone e Pizia. Credo anch'io di aver dato troppo di me stessa alle altre donne. Dice che le donne sono delle nemiche naturali. (Prende una boccetta) Oh, Crystal, non sapevo che ti ritoccassi i capelli... (Odora del profumo) Cara, se fossi in te non userei questo. Si sente addosso a tutte le sgualdrine di New York. A proposito. (Si avvicina alla tenda della doccia) Se hai qualche relazione, sii prudente, per amor di Dio. Ricordati di quello che mi ha fatto mio marito, quella iena. (Facendo capolino dentro la tenda) Ehi, stai diventando grassa! (Ritorna alla toletta, siede e comincia a curiosare in tutti i cassetti) Gli uomini hanno una mentalità mercenaria. Credono di possedere il tuo corpo e la tua anima soltanto perché sono loro a pagare i conti. Ho provato anch'io questa crema. Mi ha fatto venire i foruncoli. Sai, se tu fossi furba, dovresti avere un bambino. E' l'unico modo per una donna di tenere un uomo...  (Entra Hélène).

Hélène           Monsieur desidera sapere se madame tarderà molto.

Silvia             Non vedete come sta facendo in fretta? (Hélène esce. Il rumore della doccia cessa) Gli uomini sono così egoisti. Eppure ci facciamo belle solo per loro. (Apre un altro cassetto) Vorrei poter trovare un uomo che comprendesse il bisogno che ho di un compagno... (Trova una chiave, la esamina) Ma, Crystal, checosa fai con una chiave degli Appartamenti Gotici? (La  testa  di Crystal  spunta  dalla tenda).

Crystal         Che? Oh! (Nervosamente) Quella! (Cercando di prender tempo) Gettami un asciugamano, Silvia!

Silvia             (portandole l'asciugamano)  E' proprio lì che Howard mi ha fatto seguire. Il portinaio è un ricattatore di professione.

(Crystal si è avvolta in un grande asciugamano ed ora esce da dietro la tenda e siede sul bordo della vasca per asciugarsi le gambe)

Ho domandato al mio psicanalista, e mi ha risposto che i ricattatori sono dei pervertiti che non riescono a trovare un buon pervertimento e così finiscono col ricattare la gente.

Crystal         (andando alla toletta)  Davvero? Beh, non può più ricattarmi, ora. (Nel passare davanti a Silvia, le prende di mano con leggerezza la chiave) Era lì che andavamo io e Stefano prima del divorzio. La conservo per ragioni sentimentali. (Sorridendo, lascia cadere la chiave nel cassetto e lo chiude).

Silvia             Povero Stefano!  Che aspetto stanco ha preso stasera; è invecchiato. Senti, io ti ho detto sempre tutto. Dimmi sinceramente: quanto tempo credi di poter rimanere fedele a Stefano?

Crystal         (truccandosi)  Beh, la vita fa degli scherzi curiosi. Potrebbe venirmi  l'idea  anche  domani.

Silvia             Ne dubito, tesoro. Tu sei una tipica bionda.

Crystal         Beh?

Silvia             (soavemente)  La maggior parte delle bionde sono  frigide.

Crystal         Davvero?! Questa è la più sporca trovata  propagandistica delle brune!

SECONDO   QUADRO

Le undici della stessa sera. Stanza da letto di Mary. Una stanza semplice e graziosa. A sinistra, la porta dello spogliatoio. A destra, una porta che conduce all'ingresso.

(Al levarsi del sipario, lane sta disponendo sul letto un certo numero di mantelli da sera. Miriam, Mary e Nancy stanno entrando).

Miriam           Un milione di grazie, cara! Non ho mai bevuto tanto, ad una  cena!    

Mary              Sono contenta che sia riuscita bene. Ho lasciato Reno due anni fa, oggi. Era una cena commemorativa per tutte voi veterane di Reno, e per i vostri nuovi mariti.

Nancy            Mary, se un'eroina di qualche mio romanzo si comportasse come te, i miei lettori non lo crederebbero mai. Nessun uomo è degno di tanto.

Miriam           Mi hai fatto ricordare il mio caro marito Howard, quella epugna. Ho bisogno di un whisky soda, ora.

Nancy            Facciamo due. (Jane esce da destra).

Miriam           Sto all'asciutto, quando c'è Howard. Lo sto svezzando dalla bottiglia apoco a poco. Ora è al secondo  stadio.

Nancy            Sarebbe?

Miriam           Mette il ghiaccio nel bicchiere.

Mary              Come va il matrimonio, Miriam? Riesce bene?

Miriam           Sto facendo un lavoro di ricostruzione tale che la diga del Niagara diventa un porta-uovo. (Entra Peggy da destra).

Peggy              Oh, Mary, non potremmo uscire subito? Vorrei tornare a casa presto. Il mio piccolo John si sveglia sempre. L'altro giorno ha detto la cosa più carina che abbia mai sentito. (Pausa drammatica) Ha detto: «Da-da».

Nancy            Quando entra all'università? (Entra Jane col vassoio e i cocktails).

Mary              Jane, dite alla signora Winston che le signore sono pronte  per uscire.

Jane                La signora Winston sta bevendo con i signori...

Mary              Ditele di venire qui, allora. (Jane esce).

Miriam           Che fretta c'è? Un altro paiodi bicchierini, e Flora galleggerà nell'aria da soda. (Entra Edith da destra).

Edith              (lamentandosi)  Dovrebb'esserci un ascensore, in questo palazzo. E' così difficile per me fare le scale, nella mia condizione. Sono i tuoi vecchi mobili, questi?

Mary              Sì.

Edith              Avresti dovuto liberartene. Non c'è niente che rattristi di più una donna nel dormire in un letto pieno di vecchi ricordi. Questa tua vita da monaca è durata troppo. Come puoi trovare qualcun altro, se non fai nessun  sforzo?

Mary              Non desidero trovare nessuno, Edith. (Con cinismo burlesco) Odio gli uomini! Gli uomini sono mostri.

Edith              Oh, non sono tutti come Stefano, cara.

Mary              Ho visto molti uomini, da quando sono tornata da Reno. Sono tutti uguali. Non ti lasciano mai sulla porta di casa senza dover fare una lotta.

Edith              Una volta ho domandato a mio marito: «Perché gli uomini si comportano sempre da Don Giovanni nei taxi?». E lui mi ha risposto che era un'abitudine della loro vita da scapoli, quando l'amore era condizionato agli scatti del contatore.

Miriam           In un taxi, l'uomo più simpatico diventa uno  scimpanzé.

Edith              Mary, vuoi sentire l'ultima novità di Silvia? (Mary, Miriam, Nancy e Peggy in coro: «No!») Bene, Silvia va da uno psicanalista. Dice che tu hai distrutto la sua fede nell'amicizia.

Mary              Come se una donna avesse bisogno di uno psicanalista per accorgersi che non può aver fiducia nelle altre donne.

Edith              Mary, sei diventata terribilmente cinica da quando hai lasciato le tue vecchie amiche.

Mary              Non sarebbe meglio dire saggia? Ho cominciato a capire le donne.

Nancy            Peccato! E' così che le donne diventano disumane tra di loro.

Edith              (dirigendosi alla porta di sinistra)  Oh, si sono messe a parlare di filosofia, Peggy. Vieni con me mentre m'inciprio il naso.

(Escono, mentre entra da destra la signora Morehead, in abito da passeggio).

Signora Morehead  Oh, salve, ragazze! Buona sera, cara. La cena è finita?

Mary              Ti sei divertita al cinema, mamma?

Signora Morehead  Vorrei riuscire a capire se Shirley Temple mi piace o no.

(Entra da destra la contessa De Lage. E' un garbuglio di tulle e di gingilli ed è anche un po' allegra).

Contessa De Lage  Che cena squisita! E' meraviglioso vederci tutte riunite, in pace, tranquille, ordinate, momentaneamente !

Mary              Mia madre, la signora Morehead, la signora Winston,  Buck Winston.

Signora Morehead (cercando di ricollegare il nome)  Buck Winston?

Mary              Il divo del cinema.

Signora Morehead  Ah, sì! (Piacevolmente) La mia nipotina adora vostro figlio, sullo schermo.

Contessa De Lage (di buon umore)  Ah, già! Il pubblico considera il mio Buck come un ragazzo. Ed io non mi sono ancora abituata ad essere la moglie di un divo. Non potete credere, signora Morehead, quante delle mie amiche di Newport, che mi hanno derisa spietatamente qnando l'ho sposato, ora mi assediano letteralmente per essere invitate a Hollywood!

Signora Morehead  Oh, lo credo bene. (Si ritrae verso la porta che immette al corridoio).

Contessa De Lage  Signora Morehead, cacciatevi in qualche abito e venite con Mary alla mia festicciola. Sulla terrazza del Casino. Mi hanno detto che ci verranno tutti. Non ho alcuna idea di quello che succederà.

Signora Morehead  Senza dubbio, dovete conoscere molte persone. (A Mary) A più tardi, cara? (Mary annuisce. La signora Morehead sfugge da destra).

Contessa De Lage (prendendo il suo mantello) Mary, non vieni, allora?

Mary              Sono molto stanca, Flora.

Contessa De Lage  Oh, sei arrabbiata perché Buck ha bevuto un goccetto di più! Via, Mary, vieni! E' la mia festa  d'addio!  Non tornerò mai più a New York.

Mary              Che cosa trovi di male a New York, Flora?

Contessa De Lage (sussurrando)  Mary, posso fi darmi?

Mary              Ma certo!

Contessa De Lage (alle altre)  Promettete che questo rimarrà tra noi quattro?

Miriam           E' di interesse nazionale?

Contessa De Lage (sedendo accanto a Mary ai piedi del letto)  Bene, ti ricordi com'era Buck una volta? (Nostalgica) Così...  così  ardente  e   appassionato?

Miriam           Aveva qualcosa, quel ragazzo!

Contessa De Lage Beh, ora non ce l'ha più. Prima, ho creduto che fosse il gin ad esercitare un'azione deprimente... (Lamentandosi) Ma ora penso che Buck m'inganni!

Nancy            E' incredibile!

Contessa De Lage  Non ho nessuna prova, eccetto il fatto che ogni pomeriggio ritorna a casa con uno strano profumo addosso.

Mary              Dove dice di essere stato?

Contessa De Lage  A visitare il suo cavallo. Ma il cavallo è stato mandato a Hollywood la settimana scorsa. (Pratica) E' perciò che credo sia più prudente tenerlo lontano dai centri abitati.

Mary              Capisco... l'amour…

Contessa De Lage  L'amour, sì, ma jamais, jamais l'amour senza  conclusione!

Mary              (ridendo)  E' sempre meglio di niente, cara Flora. Lascia pure che ti porti in giro, finché resta con te. Si prende la pena d'ingannarti? E' già molto. (Quasi a se stessa) Se si prende questa pena, vuol dire che non è indifferente...

Nancy            La voce dell'esperienza.

Miriam           (alla Contessa)  Andiamo, testa in alto!

Nancy             Proprio così! Per tutte e due!  

(Entrano Peggy ed Edith).

Contessa De Lage (alzandosi) Oh, cheries, voi non avete sentito! Stavo dicendo... promettete che questo rimarrà tra noi sei?... Stavo dicendo che sospetto che Buck mi tradisca. E' colpa mia. Avrei dovuto sorvegliarlo di più. Ma vorrei poter sapere dove ha trovato quell'appartamento!

Peggy              Un appartamento ?

Contessa De Lage  E dove avrebbe potuto andare?

Peggy             Oh, ho sempre sentito dire che la gente va negli alberghi.

Contessa De Lage  Ma cherie, Buck non potrebbe andare all'albergo. E' troppo conosciuto. Gli chiederebbero subito l'autografo. Ma domattina, partenza per Hollywood! Hollywood è un posto sicuro! (Dirigendosi alla porta) Il caro signor Hays mi proteggerà dalla Garbo e dalla Dietrich. (Esce da destra).

Edith              (prendendo il suo mantello)  Cara, davvero non vieni alla festa di Flora?

Mary              No, Edith.

Edith              Allora posso dirtelo. Naturalmente, tu sai quello che penso del tuo ex... e del suo «nuovo stato». Silvia mi ha telefonato stasera. Lei, Crystal e Stefano vanno al Casino con della gente di teatro. Anch'io non ho troppa voglia di andarci. Detesto quest'abito. Mio marito dice che gli sembro una cantante, quando lo metto. (Esce da destra).

Nancy            Credo che ci andrò anch'io, Mary! E' una buona occasione per studiare la flora e la fauna di Park Avenue. Sto scrivendo un nuovo libro sulla famiglia e sul fascino femminile.  (Esce con Peggy).

Miriam           (a  Mary)  Senti, regina, cambia idea! Andiamo alla festa!

Mary              No, Miriam.

Miriam           Beh, io ci vado. Dovresti vedere i festeggiamenti che Howard ed io facciamo a Silvia! Devo sputare in un occhio di Crystal da parte tua? (Mary scuote il capo) Perdi una buona occasione! Dove sputo io non cresce più l'erba! (Esce).

(Entra Jane da destra. Mary comincia a sbottonarsi il vestito, si toglie i gioielli e li poggia sul cassettone).

Mary              Jane, preparami il letto.

Jane                Sì, signora. (Mary va nel boudoir, a sinistra).

Mary              (fuori scena)  E' stata allegra Mary, da suo padre?

Jane                (preparando il letto)  Eh, signora, sapete come si comporta quando 'va a casa...

Mary              (fuori scena)  Temo che non si abituerà mai.

Jane                Ha preso di voi, signora, se posso permettermi. Sempre rattristata. Certe volte penso che sarebbe meglio che non andasse a trovare suo padre. O forse, signora, benché non sia una cosa che mi riguardi, sarebbe ancora meglio se voi trovaste qualche brava persona...

(Entra da destra la signora Morehead in vestaglia e pantofole).

Signora Morehead  Vai a letto, cara?

Mary              (fuori scena)  Sì, mamma.

Signora Morehead  Vogliamo chiacchierare un momento?  Fumerò  una  sigaretta, Jane.

Jane                (sorpresa)  Signora Morehead!

Signora Morehead  Quelle donne terribili mi hanno fatto diventare nervosa. Come mia figlia riesca a tollerarle, sia pure una volta l'anno, è al di là della mia comprensione!

Mary              (entra in pigiama da notte)  Mi serve da lezione pratica. Fumi, mamma?

Signora Morehead  Oh, anche tu!

Mary              Anche io?

Signora Morehead  Ho sentito l'ombra di tuo padre darmi un pizzico. Dopo dieci anni, avrebbe potuto essere  più  tollerante.

Jane                Buona notte, signora. (Spegne le luci laterali).

Mary e la signora Morehead  Buona notte, Jane.

 

(Jane esce. Mary entra nel letto, apre un libro e lo scorre).

Signora Morehead (sedendosi sul letto)  Buon libro?

Mary              Non so. Me lo ha dato Nancy. Parla... d'amore. Poesia. Tutta sull'amore. (Legge) «Quando l'amore  giunto a voi, seguitelo, anche se la sua via è aspra e faticosa. Quando le sue ali vi avvolgono, serratevi a lui, anche se la sua voce infrange i vostri sogni come il vento del nord devasta il giardino».

Signora Morehead  Beh, mi pare che Nancy non ha molto tatto. (Improvvisamente) Oh, Mary, vorrei che tu potessi trovare...

Mary              (chiude il libro di colpo) ...qualche brava persona. Abbiamo  già parlato di tutto questo, mamma. Io avevo l'unico uomo che avessi mai desiderato; l'ho perduto...

Signora Morehead  Non è stata poi tutta colpa tua.

Mary              Se avessi dato ascolto solo al mio cuore!...

Signora Morehead  L'amava veramente?

Mary              E l'ama ancora. Benché non ne sia più tanto sicura.

Signora Morehead  Perché?

Mary              Perché troppe persone, come Edith, per esempio, si affannano a dirmi quanto si amino. Oh, mamma, sono terribilmente stanca.

Signora Morehead  Beh, non essere triste, cara. Vivere da sola ha i suoi vantaggi. Puoi andare dove vuoi, metterti quello che vuoi e mangiare quello che vuoi. Ho dovuto aspettare vent'anni per poter ordinare il pranzo che mi piaceva! E Dio sa se non è splendido potersi distendere  nel  letto come  una  svastica.  Buona notte, cara.

Mary              Buona notte, mamma.

Signora Morehead Non leggere con questa luce. Ti farà male agli occhi. (Esce. Mary si stende contro i cuscini e incomincia a leggere).

Mary              «Ma se cercate solo nell'amore pace e piacere, è meglio che restiate fuori della sua soglia, nel mondo che non ha più stagioni, dove potrete ridere, ma non tutto il vostro riso, e dove potrete piangere, ma non tutte le vostre lagrime».

(Entra la piccola Mary in camicia da notte, a piedi nudi e molto assonnata).

Piccola Mary  Mamma?

Mary              Che c'è, cara?

Piccola Mary (avvicinandosi al letto)  Ho fatto un brutto  sogno!

Mary              Che sogno, cara?

Piccola Mary  Non lo ricordo più. Lasciami restare vicino a te, mamma.

Mary              (aiutandola a entrare nel letto)  Sono tanto irrequieta...

Piccola Mary  Non m'importa se mi darai calci. Sai, l'unica cosa buona del divorzio è che si può dormire con la mamma. (La bacia. Pausa) Sento il sapore del rossetto.

Mary              Non mi sono ancora lavata. Buona notte, cara.

Piccola Mary (dopo una pausa)  Quanto è stupida!

Mary              Chi?

Piccola Mary  Crystal.

Mary              Ssss...

Piccola Mary  L'ho detto anche al babbo, stasera.

Mary              Oh, non gli devi dire cose che gli fanno dispiacere.

Piccola Mary  Mamma?

Mary              Ssss...

Piccola Mary  Credo che babbo, ormai, le voglia bene quanto te.

Mary              Che cosa te lo fa credere?

Piccola Mary  Me lo ha detto lui, dopo che ero stata  da Crystal.

Mary              Cosa?!

Piccola Mary  Ma ha detto che non dovevo dirtelo, perché ormai a te non importa più niente di lui. (Pausa) Mamma?

Mary              Sì?

Piccola Mary  Perché si mettono i telefoni nel bagno?

Mary              Non lo so. Ssss...

Piccola Mary  Crystal ha il telefono nel bagno. E' andata su tutte le furiequando sono entrata mentre stava parlando.

Mary              Dormi, Mary.

Piccola Mary  Mamma, chi è la Duchessa di Windsor?

Mary              Che domanda!

Piccola Mary  Crystal diceva al telefono: «E' contessa come io  sono la Duchessa di Windsor!».

Mary              Ah, sì?

Piccola Mary  Buona notte, mamma.

Mary              Buona notte, piccola.  (Pausa).

Piccola Mary  Chissà se era lo stesso uomo che è venuto qui a cena.

Mary              Sssst!...

Piccola Mary  Credo proprio di sì.

Mary              (incuriosita)  Chi?  Quale uomo?

Piccola Mary  Quello con cui parlava Crystal, tutta svenevole.

Mary              (in tono di protesta)  Oh, Mary!

Piccola Mary  Beh, il principio  era lo  stesso.

Mary              (dopo una pausa)  Il principio di che?

Piccola Mary  Del nome di lui, mamma!

Mary              (prendendola per le spalle)  Ma di che parli?

Piccola Mary  Dell'uomo che stava parlando al telefono  con Crystal, nel bagno.

Mary              (quasi scuotendola)   Cosa vuoi  dire?

Piccola Mary  Voglio dire che il principio del suo nome era «Buck», mamma! (Mary esce rapidamente dal letto e suona il campanello sul tavolo) Oh, mamma, che fai, ora?

Mary              Dormi, cara. (Comincia ad infilarsi le calze).

Piccola Mary  I grandi fanno tutto all'improvviso. Ti vesti?

Mary              Sì, cara.

Piccola Mary  Ti sei dimenticata di qualche invito?

Mary              Certo!

Piccola Mary  Arriverai tardi. Che farai quando arriverai lì,  mamma?

Mary              Non lo so ancora. Ma qualche cosa farò.

Piccola Mary  Mamma! (Improvvisamente si mette a sedere).

Mary              Sì?

Piccola Mary  Mi ricordo ora che dovevo dirti una  cosa!

Mary              (pronta)  Cosa?

Piccola Mary (contrita)  Sono stata molto sgarbata con Crystal...

Mary              Questa volta ti perdono.

(Entra Jane)

Jane                La signora ha suonato?

Mary              Sì. Il mio abito da sera, Jane, e un taxi...  Non  restare  lì a   guardarmi... Presto! Presto!

TERZO   QUADRO

Più tardi, la stessa notte. La stanza di toletta alla terrazza del Casino. La decorazione è sfarzosa e moderna. A destra, una portiera dal vestibolo. A sinistra, un'altra che immette ai lavandini. Il resto delle pareti, a destra e « sinistra, è occupato da tolette e specchi, una accanto all'altra. La parete di fondo è tutta una grande finestra che guarda sullo scintillio notturno di Manhattan. Un divano super-imbottito e una poltrona di sagoma moderna. Accanto alla porta di destra un paravento nasconde il guardaroba: presso di questo, una sedia per Sadie, una vecchietta in uniforme nera con grembiule.

(Al levarsi del sipario, Sadie sta leggendo un giornale, che depone quando due ragazze vistosamente abbigliate entrano dal vestibolo: Esse depositano i loro mantelli).

Prima Ragazza  Non ci si può muovere.

Seconda Ragazza  Oh, il mio amico troverà un tavolo. (Entrano due donne di mondo. Si dirigono direttamente, attraverso la scena, ai lavandini).

Prima Donna  Non ti vuole dare il permesso?

Seconda Donna  Non vuole.

Prima Donna  Che infamia!

Seconda Donna  Mi si spezza il cuore, ma devo prenderla con filosofia. Dopo tutto, rinunciare per un inverno a Palm Beach, non mi farà morire. (Entra una venditrice di sigarette, una graziosa ragazza con una blusa di satin bianco e una corta gonna nera. Porta un vassoio  con   delle  sigarette).

Prima Ragazza (muovendosi verso sinistra)  Credevo che aveste litigato.

Seconda Ragazza  Infatti.

Prima Ragazza E per che cosa?

Seconda Ragazza  Per sua moglie.

Prima Ragazza  Sua moglie? E che diritto ha d'immischiarsi dei fatti vostri?

Seconda Ragazza Le è venuta la strana idea che dopo nove anni di matrimonio non può metterla non di casa. (Escono dalla destra).

«Sigarette»  Non riesco a capire come non si stufino di questo posto, ogni sera! La stessa musica, gli stessi numeri, le stesse facce, invece di trascinarsi per il pavimento, starebbero più  comodi in un letto!

Sadie              In un letto? Ma se fossero arrivati a questo, che cosa avrebbero più da dirsi?

(Entrano da destra una vecchia signora e una «debuttante». Si dirigono subito attraverso  la scena).

Vecchia Signora  Ballare in quel modo! Che cosa penseranno  di te i giovanotti?

«Debuttante» (in tono stanco) Oh, mamma!!!

Vecchia Signora  Bere champagne in quel modo! Dopo tutto quello che ho speso per la tua educazione!

«Debuttante»   Oh, mamma !

Vecchia Signora  Una cosa è andare fuori e un'altra è andare sotto la tavola!   (Escono da sinistra).

Sadie              Quando ti sposi, cara?

«Sigarette» (appoggiandosi, molto stanca, al bracciolo di una sedia)  Appena Roberto avrà un posto. Non è giusto! Potremmo sposarci e prendere una casa con quella pelliccia lì. Che penseresti se ti dicessi che sono comunista?

Sadie              Penserei che non servirebbe a niente. Una volta giravo per le strade con i cartelli: ebbene, dove sono arrivata?

 

(Entra la Contessa), pilotata da Nancy e da Miriam. E' ubriaca e piagnucolosa. Miriam e Nancy la conducono al divano, con una certa difficoltà).

Contessa De Lage  Come ha potuto farmi questo, Buck?!

Miriam           Calmati, Flora, se no rovinerai la sua carriera.

Contessa De Lage  E alla mia carriera, non ci pensi? Cinque mariti, ho avuto. Buck è il primo che mi abbia detto quello che pensava di me... in pubblico.

Nancy            Ci vogliono tutti i generi di mariti per completare una carriera come la tua, Flora.

Contessa De Lage  Mi ha  detto che m'ingannava da mesi. E me l'ha detto mentre suonava l'organetto! (Lancia in aria le scarpe) Oh, mi sento così... superflua!

Miriam           (a Sadie)  Un po' di bromuro.

Contessa De Lage  Bromuro? Qu'est-que c'es que ça?

Nancy            Metterà a posto la tua... superfluità. Ti ha detto  il nome  dell'altra?

Contessa De Lage (indignata)  No, cara. Non è ubriaco  fino  a  questo punto.

Miriam           (mentre Sadie esce da destra)  E un altro whisky per il  signor Winston!

Contessa De Lage  Non ha voluto dirmi il suo nome, perché è una donna maritata. Buck è molto proletario, ma non è un indiscreto. Ha detto solo che era una bionda naturale.

Nancy            Questo dovrebbe restringere il campo notevolmente.

Contessa De Lage Ha detto che era bella come un  carrozzone  dipinto.

Miriam           In quanto a questo, anche tu... Oh, andiamo Flora, confessa che finirai col perdonarlo.

Contessa De Lage (con fermezza)  Potrei perdonare l'infedeltà ma non la bassa ingratitudine. Io l'ho tirato fuori da quelle praterie. L'ho sposato, e che ringraziamento ricevo? (Lamentandosi) Ha detto che vorrebbe essere una cocotte strabica piuttosto di portare al pascolo in California una vecchia mucca  come  me.

Nancy            E' una bella lezione. La prossima volta non permettere a tuo marito di diventare finanziariamente indipendente  da te.

Contessa De Lage  Oh, non farmi la predica. Ogni volta che prendo un marito imparo qualche cosa. Questo mi ha insegnato una volta per tutte che non ci si può aspettare della noblesse da un cowboy. (Sedendo Oh, i miei occhi! Tutti pieni di rimmel!

Nancy            (aiutandola ad alzarsi dal divano, a Miriam) Dobbiamo riportarla a casa. Vai a chiamare Buck e veniteci incontro nell'ingresso.

Mirian            (uscendo da destra)  Galoppo finale!

Contessa De Lage  C'è un telefono, qui? voglio chiamare Samuele Goldwin. (Esce da sinistra con Nancy mentre Sadie entra da destra col bromuro, seguita dalla venditrice  di sigarette).

«Sigarette»             Di che si tratta?

Sadie              (prendendo le scarpe della Contessa)  Di qualche uomo.

«Sigarette»             Scommetto che non vale la pena.

Sadie              E' una scommessa sicura. (Esce da sinistra mentre rientrano la vecchia signora e la «Debuttante»).

Vecchia Signora  Ridere e scherzare ton quei giovanotti in quel modo!

«Debuttante»   Sì, mamma.

Vecchia Signora Che devono pensare di te?

«Debuttante»   Sì, mamma.

Vecchia Signora  E non credere che non abbia sentito quando quello studente mi ha chiamato vecchia bavosa!   (Escono  da destra).

Sadie              (entra a sinistra. A «Sigarette»)  Vuole il bromuro al gin. 

(Entrano da destra Mary e Miriam).

Miriam           (protestando)  Crystal non è qui. Credo che non sia nel locale.

Mary              Verrà. Lo so certamente.  

Miriam           E che farai quando l'incontrerai? (Sadie prende il mantello di Mary).

Mary              Non so. Ma devo trovarla stanotte. Buck partirà  per Hollywood  domattina.

Miriam           Senti, perché non metti a posto la faccenda con Stefano?

Mary              Non ho le prove, ti dico. Ma se Buck è ubriaco come dici tu, me le darà lui le prove.

Miriam           Ha cercato di convincere il portiere a prendersi Flora. Hai un biglietto da venti dollari?

Mary              Sì.

Miriam           Servirà a tenerlo chiuso nella toletta degli uomini finché avremo U'sogno di lui. (Esce da destra con Mary, mentre entrano da sinistra le due donni dì mondo. Esse attraversano la scena).

Prima Donna  Dici davvero? Tre libbre?!

Seconda Donna  Tre libbre!

Prima Donna  E' fantastico! Devi sentirti una regina!

Seconda Donna  Sì, ma è soprattutto La soddisfazione morale. Banane « latte per una settimana intera! Ci vuole un 'carattere di ferro!   (Escono da destra).

«Sigaretta» (a Sadie)  Un carattere di ferro! Ne avrà bisogno quando verrà la rivoluzione, altro che dieta!

(Entrano da destra Peggy ed Edith. Si incipriano ad uno specchio).

Peggy              Avrei preferito non  venire.

Edith              Beh, nessuno ti ha  costretta.

iPeggy            (va a prendere il suomantello)  Flora è stata disgustosa.

Edith              Ma buffa, anche. Perfino il negro della batteria rideva.

Peggy             Ti diverti per ogni cosa, tu. (Sadie dà a Peggy e ad Edith i loro mantelli).

Edith              Mia cara, chi potrebbe sopportare la vita che facciamo senza un po' di umorismo? Ma Flora è una pazza. Ricordati, Peggy, che è un suicidio matrimoniale  essere   gelose   quando   ce  n'è   davvero  motivo.

Peggy              Non ti stancherai mai di dare consigli?

Edith              Senti, io sono l'unica donna felice che tu conosca. E sai perché? Perché non chiedo mai a mio marito o a qualsiasi altro nomo di capirmi. Come potrebbero? Sono una donna... (Si aggiusta il mantello) Ed io non cerco di capire loro. Sono semplicemente degli animali. E che diritto ho io di arrabbiarmi, per il modo con cui Dio li ha fatti? (Escono da destra mentre da sinistra entrano le due ragazze).

Seconda Ragazza (incipriandosi allo specchio)  E così la notte di sabato eravamo ad Atlantic City. E lui fa : «Devo tornare a casa, domattina, baby». E io dico: (Si tira su le calze) «Perché ci devi andare?». E lui: «Mia moglie mi aspetta sempre a casa la domenica di Pasqua». Allora gli ho detto: «E perché ti aspetta? Per  fare un uovo?».

Prima Ragazza — Non hanno nessun sentimento.

(Entra da destra una ragazza in imbarazzo. Una spallina del suo bassissimo decolleté si è rotta).

Ragazza in imbarazzo (a Sadie)  Avete uno spillo? Non mi sono mai sentita così imbarazzata! (Sadie prende lo spillo).

Seconda Ragazza (attraversando la scena da destra)  E poi gli ho detto : «Io avevo una grande carriera davanti a me quando mi hai fatto abbandonare il teatro, zucca vuota che sei. E per che cosa? Per un paio di braccialetti e per una pidocchiosa macchina, che ogni volta che si rompe devi farti mandare i pezzi dall'Italia!» (Le due ragazze  escono).

Ragazza in imbarazzo  E così lui ha detto: «Non guardare, ora, ti è caduto qualcosa!».

(Entrano da destra Crystal e Silvia. Si dirigono verso Sadie per depositare i loro mantelli).

Sadie              Un minuto, per favore.

Silvia             (andando allo specchio)  Stefano è nervoso, stasera.

Crystal         Faccia un po' quello che gli pare.

Ragazza in imbarazzo (a Sadie)  Si vede, ora?

Sadie              Non come prima, signorina.

Ragazza in imbarazzo  Grazie. (Esce da destra. Sadie prende i mantelli di Crystal e dì Silvia).

Silvia             Non sei mica venuta qui per vedere qualcuno, eh?

Crystal         Non potresti smetterla almeno per un minuto?  

(Entrano da sinistra Mary e Miriam).

Mary              (avanzandosi risolutamente)  Signora Haines, è un vero piacere! Temevo proprio che non sareste venuta. (Presentando Crystal a Miriam, Miriam a Silvia) La signora Haines, la signora Fowler... la signora Fowler, la signora Fowler.

Miriam           (graziosamente)  Incantata.

Silvia             (sdegnata)  Questa è un'umiliazione!

Mary              La vita moderna è complicata. Quando siete entrate  stavo  giusto  dicendo  a  Miriam...

Crystal         Oh, andiamo, Silvia. La signora ha bevuto.

Silvia             Da quando hai cominciato a bere?

Mary              (a Crystal)  Fin dal principio della serata, con il signor Winston. Voi conoscete il signor Winston, vero?

Crystal         (sulla porta)  Mi pare di no.

Silvia             Ma sì, ti ho presentato io a lui. Non ti ricordi?

Crystal         Oh, sì, a un ricevimento.

Mary              Bene, è nell'ingresso, ora e aspetta qualcuno, signora Haines, ubriaco quanto non potete immaginare. Dovrete faticare molto a farlo comportare come si deve dinanzi a Stefano. (Improvvisamente Crystal cambia idea e invece di andare verso l'ingresso si dirige ai lavandini).

Silvia             Crystal, dove vai?

Crystal         Non posso restare qui, ad ascoltare questi vaneggiamenti!

Mary              Se fossi in voi, signora Haines, non entrerei nemmeno lì dentro: c'è sua moglie, lì, che sta calmandosi da un attacco isterico. Ha scoperto che Buck la ingannava, e...

Crystal         Davvero! E che cosa c'entro io, in tutto questo?

Mary              Parecchio,temo. Sembra che la donna siate voi.

Silvia             (con delizia)  Oh,  Crystal!   Sei davvero tu?

Crystal         Se ha usato il mio nome, è una menzogna! Del resto, è proprio il tipo. Lo dirò a mio marito.

Mary              Farete bene, perché domani sarà sulle bocche di tutti. E non credo che Stefano ne sarà lieto.

Crystal         (avvicinandosi a lei)  Che state cercando di fare? Calunniarmi davanti  a  dei testimoni?

Silvia             Qualsiasi intenzione abbia (indica Miriam) è stata quella vagabonda ad aiutarla!

Crystal         (a Silvia)  Tieniti fuori da quest'affare!

Miriam           Sta buona, Silvia, sei in minoranza, stasera.

Crystal         Bene, signora Haines, voi avete dato ascolto alle fantasie di un ubriaco. Che cosa vi ha detto?

Mary              (cercando di prender tempo per avere un'ispirazione)  E' molto  imbarazzante...

Crystal         Lo credo. Che cosa sapete di me, esattamente?

Mary              Tutto!   (Pausa. Crystal ride).

Crystal         E allora, perché state qui a parlare con me? Dovreste essere di là, a spifferarlo a mio marito! E tutto un bluff. Andiamo, Silvia!

Mary              (si dirige anche lei alla porta. Crystal si ferma)  E' un buon consiglio. Vado  a  dirlo a  Stefano.

Crystal         Oh, non  vi crederà.

Silvia             Non ti fidare! E' sempre affezionato a Mary!

Crystal          State a sentire, signora Haines: voi mi avete passato vostro marito su di un piatto d'argento (entra Nancy da sinistra) ma io non ho intenzione di ricambiarvi la gentilezza. Non mi lascerò sopraffare dalle chiacchiere. Quello che credete voi e quello che crederà Stefano non servirà a far muovere un dito al tribunale. Voi avete bisogno di prove e non ne avete. Quando il signor Winston ritornerà in sé, chiederà scusa. E Stefano non avrà altra scelta che di accettare le mie spiegazioni. E questo è tutto. Buona notte!

Mary              (disperatamente) Spero che anche la signora Winston accetti le vostre spiegazioni...

Crystal         Che cosa devo spiegare  a  lei?

Mary              (con una convinzione che realmente non sente)  L'appartamento, per esempio.

Crystal         Che  appartamento?

Mary              Sapete benissimo quale...

Crystal         Oh,   smettetela   di  tirare   a   indovinare...

Mary              Ci ha già pensato la signora Winston. E ha fatto qualcosa di più che indovinare: vi ha visti.

Crystal         (in tono di sfida)  Dove?

Mary              Entrare  e uscire.

Crystal         Entrare e uscire da  dove?  (Pausa) Mentite!

Silvia              (ammonitrice)    Non   essere   tanto   sicura, Crystal!

Miriam           Mi sembra che ci sia poco da dire, ormai, Crystal!

Crystal         Moltissimo invece!

Silvia             Crystal, perché non ti sei confidata con me?

Mary              (delusa)  Perché? Non lo ha fatto?

Silvia             Certo che no!   (Crystal, sulla porta, sorride compiaciuta) E' una  gatta solitaria.  (Si avvicina a Crystal) Se lo avessi fatto, avrei potuto insegnarti un posto molto più sicuro degli Appartamenti Gotici!

Crystal         (esplodendo)  Sta zitta, altoparlante idiota!

Silvia             Come osi...!

Crystal         Vorrei prendere a schiaffi quel tuo muso da imbecille!

Silvia             (indietreggiando)  Oh, Mary, ma perché?

Miriam           Ho  un'ambasciata per Flora.  (Batte sulle spalle a Silvia affettuosamente) Ti do un bacio quando torno. (Esce da sinistra).

Nancy            Ed io vado a spiegare a Stefano le stranezze della vita. (Esce a destra).

Crystal         (a Mary, con violenza) State cercando di spezzare il mio matrimonio!

Silvia             Quello che hai fatto tu a lei, pallone gonfiato!

Crystal         Bene, accomodatevi pure. se vi contentate dei miei avanzi.

Mary              (calma)  Grazie, li prenderò.

Silvia             Mary, dov'è il tuo orgoglio?

Mary              Finito. E' un lusso che una donna innamorata non si può permettere.

(Entrano da sinistra la Contessa e Miriam. Miriam va da Sadie e prende il mantello suo e della Contessa).

Contessa De Lage (precipitandosi su Crystal)  Oh, mon Dieu, mon Dieu!

Mary              (fermandola)  Flora...

Contessa De Lage (indicando Crystal)  E' questa?

Crystal         E così siete decisa a fare uno scandalo, signora Haines.

Contessa De Lage  Sono io quella che farà uno scandalo. Oh, Mary, non è più bionda naturale di me! Qual è il nome di questa donna? Miriam ha dimenticato di  dirmelo.

Mary              La signora Haines, momentaneamente.

Contessa De Lage  E Stefano ti ha lasciato per questa. Come ha detto? Ah! carrozzone dipinto! Ah! cherie, sei una vera ingenua! Spero di non vedere mai il giorno in cui un tipo da strapazzo come questo mi batterà «sur les champs d'amour!». (Esce da destra, seguita da Miriam).

Crystal         (a Mary)  Quella pazza dannata non sapeva niente!   (Sadie dà a Mary il suo mantello).

Mary              Già, temo proprio di no...

(Entra Nancy da destra).

Nancy            Il signor Stefano Haines è in macchina alla porta del Casino e sta aspettando sua moglie. E' molto tempo che aspetta. (Crystal fa per andare a prendere il suo  mantello).

Mary              (tagliando il passo)  Digli pure che vengo io. (Nancy esce rapidamente).

Silvia             Mary, che sporco tranello da donna!

Crystal         La grande, nobile signora! Non siete che una gatta, come tutte noi!

Mary              Beh, ho avuto due anni di tempo per aguzzare i miei artigli. (Agitando allegramente la mano verso Silvia) Rosso Giungla, Silvia; buona notte, signore!  (Esce).

F  I  N  E