Doppia coppia

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“Doppia coppia”

commedia in due atti

di

Luca Giacomozzi


PRIMO TEMPO

Il palco è diviso in maniera simmetrica. Nella parte di destra c’è l’appartamento di Max e Clare, nella parte di sinistra quello di Philip e Jinny. I due appartamenti sono divisi da una parete. Si trovano entrambi nello stesso palazzo e sullo stesso piano. Max e Philip sono fratelli, mentre Jinny e Clare sono sorelle. In ciascuno dei due appartamenti sono stati istallati due interfono che permettono di comunicare tra gli abitanti delle due case.

L’appartamento di sx è estremamente ordinato. Ogni cosa al suo posto. Sulla parete di fondo c’è un armadio a due ante, abbastanza spazioso. Vicino all’armadio c’è la porta d’entrata dell’appartamento.  Sul lato sinistro, verso il proscenio, c’è la porta del bagno, mentre verso il fondo c’è un’uscita che porta verso le camere da letto. Altri oggetti sono dislocati in maniera ordinata all’interno della casa.

L’appartamento di destra è particolarmente disordinato. Un piccolo divanetto sfatto, un televisore con sotto un videoregistratore. Per terra ci sono delle bottiglie, cuscini ed un paio di pantofole. Sul lato destro, verso il proscenio, c’è la porta del bagno. Verso il fondo, sempre a destra, l’uscita che porta al resto della casa. Sul fondo, al centro, c’è l’entrata dell’appartamento).

Durante la musica Max, Clare, Philip e Jinny entrano a turno in scena, nei rispettivi appartamenti, notevolmente affaccendati. Jinny mette in ordine le cose che Philip mette fuori posto. Clare fa notare il modo superficiale con cui gestisce la propria casa. Max mette in risalto la sua pignoleria, spostando in maniera maniacale alcuni oggetti. Si ferma la musica, in scena c’è solamente Max nell’appartamento di destra.

MAX: Clare?…Clare?….(strilla) Clare?

CLARE: (Da fuori con voce angelica) Cosa c’è amore?

MAX: Dove sono finiti i miei boxer?

CLARE: (Da fuori) Tu dove li hai messi?

MAX: Di solito li metto sotto i pantaloni.

CLARE: (Da fuori) Allora cercali li.

MAX: Non credo ci siano, me ne sarei accorto. Sai per caso dove possono essere?

CLARE: (Da fuori) Prova a guardare sul divano. (Max va verso il divano) Oppure sul mobiletto dei liquori (Max va verso il mobiletto) O dietro al televisore.

(Max va verso il televisore, ma si ferma perché vede i suoi boxer spuntare dalla fessura del videoregistratore. Li tira fuori, li osserva incredulo)

CLARE: (Da fuori) Li hai trovati?

MAX: (dopo una piccola pausa.Tra sé) Che stupido che sono (uscendo) Dove vuoi che stiano un paio di boxer…nel videoregistratore…eh!!(esce).

JINNY: (entra nell’appartamento di sinistra con una scopa ed inizia a spazzare. Ha ai piedi delle pattine)

PHILIP: (Da fuori) Jinny?

JINNY: Dimmi amore.

PHILIP: (Entrando) Tesoro volev…

JINNY: (interrompe bruscamente Philip) Fermo…non muoverti.

PHILIP: (Si blocca. Rimane immobile) Cosa ho fatto?

JINNY: Cosa non hai fatto.

PHILIP: (Sempre immobile) Cosa non ho fatto?

JINNY: Guarda bene i tuoi piedi.

PHILIP: (Fissa i suoi piedi) Non hai dimenticato nulla?

JINNY: Hai dimenticato qualcosa?(ironica)

PHILIP: No, non mi sembra…(fissa i piedi di Jinny e poi i suoi) Cazzo le pattine.

JINNY: Già.

PHILIP: Scusami amore, non l’ho fatto apposta.

JINNY: Non lo fai mai apposta, però lo fai sempre.

PHILIP: Comunque riguardo a questa storia delle pattine io vorrei esprimere una mia perplessità.

JINNY: Cosa vuoi esprimere tu?

PHILIP: (Intimorito) Nulla amore…Però ci tengo a precisare che io avrei voluto metterle, solo che non le ho trovate.

JINNY:  Tieni, ti do le mie. (toglie dai piedi le pattine e le da a Philip)

PHILIP: E tu come fai?

JINNY: Ne ho un paio di scorta. (le prende dalla tasca e se le mette) Ora ti dispiacerebbe andare di là che devo pulire per terra?

PHILIP: Ma ti sembra il momento di mettersi a spazzare il pavimento?

JINNY: Perché?

PHILIP: Come perché, abbiamo l’aereo fra tre ore, siamo già in ritardo e tu ti metti a pulire il salone.

JINNY: Beh!! Che c’è di strano?

PHILIP: Già, che c’è di strano. Nulla. Quando si tratta di pulire casa non c’è mai nulla di strano. No?

JINNY: Già.

PHILIP: E poi dico io. Fra tre ore partiamo per le Maldive, staremo fuori per due settimane, perché tutta questa urgenza di pulire casa?

JINNY: Non si sa mai.

PHILIP: Che vuol dire non si sa mai?!

JINNY: Hai visto mai un imprevisto.

PHILIP: Ancora con questi imprevisti. Questa è come la storia dei calzini la domenica mattina.

JINNY: Quali calzini?

PHILIP: I miei.

JINNY: Ma se tu non li metti mai i calzini la domenica mattina.

PHILIP: Certo, perché si da il caso che la domenica mattina il tragitto più lungo che mi trovo a compiere è quello che va, dal nostro portone al bar qui davanti per prendere i tre cornetti alla crema che ti fanno impazzire. Pertanto credo che compiere questo lunghissimo viaggio indossando delle normalissime scarpe da ginnastica senza calzini non influirebbe minimamente su quello che è il mio unico intento domenicale, cioè prendere questi 3 fottutissimi cornetti alla crema per te.

JINNY: Ma non puoi prevedere quello che ti succederà ogni qual volta esci da casa; un

imprevisto, un piccolo incidente, metti che ti devono portare al pronto-soccorso, che figura ci fai se

ti presenti li senza calzini. Sai dirmelo?

PHILIP: Basta, con te non ci parlo più…(sta per uscire in camera ma si ferma e si gira verso Jinny) E la prossima domenica i cornetti alla crema te li vai a comprare da sola. (esce)

(Jinny continua a sistemare l’appartamento mentre in A1 entrano Max e Clare. Clare entra per prima con le mani completamente vuote; Max ha due valige, un’altra valigetta sotto il braccio, uno strano cappello in testa e riesce appena a camminare.).

MAX: (Fermo sulla porta della camera da letto, con la voce affaticata) No, no…non mi serve una mano, ce la faccio da solo. (posa le valige per terra facendo una gran confusione. Dopo di che inizia meticolosamente a metterle in ordine)

CLARE: (lo riprende) Max, fai un po’ d’attenzione… Sai amore sono veramente felice di partire per questa vacanza.

MAX: Anch’io amore.

CLARE: Se non altro per la soddisfazione di far schiattare d’invidia il mio capoufficio. Sono mesi che mi fa vedere le foto della sua vacanza alle Maldive.

MAX: Anche i miei colleghi mi hanno fatto due palle così:”Ma quand’è che vai a vedere queste Maldive. Non sai cosa ti perdi. Sei l’unico che ancora non c’è andato”. Ti giuro che quando arrivo lì gli mando dodici cartoline per uno.

CLARE: A che punto saranno Philip e Jinny?

MAX: Al solito punto.

CLARE: Che vuol dire al solito punto?

MAX: Mio fratello Philip sarà pronto mentre tua sorella Jinny sarà impegnata nelle sue abituali attività casalinghe.

CLARE: Non prendere tanto in giro mia sorella. Se tuo fratello Philip non avesse trovato lei, a quest’ora sarebbe uno di quei tanti single che restano svegli fino all’una di notte per vedere quei filmati erotici, con tutte quelle donne con le tette di fuori che dicono: (facendo il verso) “Prendimi sono tua…”.

MAX: (Serio) A parte il fatto che mio fratello lo fa anche essendo sposato…e poi chi ti dice che non vivrebbe meglio.

CLARE: Spiritoso.

MAX: Comunque un po’ lo invidio sai?

CLARE: Perché?

MAX: Perché almeno loro vivono in una casa pulita, ordinata.

CLARE: Anche noi, no?

MAX: (Si guarda intorno. Nel loro appartamento regna un completo disordine) Più o meno.

CLARE: Beh! Tu sei tanto pignolo, potresti pensarci tu a mettere in ordine.

MAX: Prima o poi dovrò iniziare a farlo. Ormai siamo sommersi dal caos. Ieri ho visto le mie scarpe che uscivano da sole, dicendo che dentro questa confusione non si sentivano più a loro agio.

CLARE: Fai, fai lo spiritoso… tanto ricorda che chi disprezza compra. (va al telefono)

MAX: Questo è un proverbio del cavolo. Non significa niente. Come se uno andasse dal salumiere e facesse: “Mamma mia che schifo quel prosciutto…me ne incarta tre etti”. Chi chiami?

CLARE: Jinny. Voglio sapere a che punto sono.

MAX: Clare, abitiamo sullo stesso pianerottolo. Abbiamo fatto installare un interfono per poter parlare tra di noi senza doverci telefonare. Usalo.

CLARE: (posa il telefono e va all’interfono) Non mi ci sono ancora abituata. (all’interfono) Speriamo di non disturbarla.

MAX: Sarà impegnata a chiudere le sue numerose valige.

(Jinny nell’altro appartamento accende l’aspirapolvere).

MAX: O a passare l’aspirapolvere. (esce in bagno)

(Suona l’interfono di sx. Jinny non risponde perché presa a pulire per terra. Dopo un po’ l’interfono suona nuovamente. Entra Philip con alcune valige, le posa disordinatamente per terra, spegne l’aspirapolvere  e va a rispondere all’interfono).

PHILIP: Si?

CLARE: Philip, sono Clare.

PHILIP: Ciao Clare.

CLARE: A che punto siete?

PHILIP: Io sono pronto, tua sorella invece sta passando l’aspirapolvere, poi batterà i materassi, laverà il bagno, stenderà i panni, svuoterà la lavastoviglie…insomma quando saremo tornati dalle vacanze sarà pronta per partire.

JINNY: Spiritoso.(a Philip)

PHILIP: Strega.(a Jinny)

CLARE: Posso parlarci un momento?

PHILIP: Certo. (a Jinny)E’ Clare.

(Mentre Jinny parla con Clare lui cercherà di nascondere l’aspirapolvere nei posti più impensati. In fine si chiude nell’armadio con tutto l’aspirapolvere.)

JINNY: Ciao sorellina.

CLARE: Come vanno i preparativi?

JINNY: Bene, se non fosse per Philip, non mi lascia mai sistemare casa in pace.

CLARE: Questi mariti vanno presi così come sono.

JINNY: I nostri per di più sono anche fratelli.

CLARE: Siamo state sfortunate sorellina.

JINNY: Ognuno ha le sue croci.

(Su questa battuta Philip indica Jinny da dietro e poi si chiude nell’armadio)

CLARE: Volevo sapere a che punto eravate. 

JINNY: Siamo quasi pronti, non preoccuparti.

CLARE: Bisognerebbe chiamare un taxi.

JINNY: Già…ci pensi tu?

CLARE: Va bene ci penso io.

JINNY: Grazie, così io finisco di piantare il basilico nel vaso grande.

CLARE: Allora a tra poco.

JINNY: A tra poco.

(si allontanano dai rispettivi interfono)

JINNY: Philip, Clare ha det…(si guarda intorno) Ma!!! (non vede l’aspirapolvere) Philip? Dove hai nascosto la mia aspirapolvere….Philip non farmi arrabbiare. (esce verso le camere) Philip!!

(Clare si avvicina alla porta del bagno e bussa)

MAX: (Da fuori) Occupato.

CLARE: Max?

MAX: Dimmi cara. (da fuori)

CLARE: Appena hai finito in bagno ti dispiacerebbe chiamare un taxi?

MAX: Certo amore. (Da fuori)

CLARE: Io sono di là, in camera da letto. (Esce)

MAX: (Da fuori) Fai pure con comodo…tesoro.

(Piccola musichetta molto allegra. Philip esce furtivo dall’armadio con in mano l’aspirapolvere e hai piedi le pattine, esce dal suo appartamento e va a suonare al campanello della casa di Max. Appena suona si ferma la musica)

CLARE: (Da fuori) Max. Vai tu?

MAX: (Da fuori) C’è bisogno di chiederlo, amore? (entra) (suonano di nuovo) Arrivo. (apre)

PHILIP: (Entra e mette l’aspirapolvere in mano a Max) Tieni.

MAX: Non grazie…non compro niente.

PHILIP: Occulta.

MAX: Cosa?!

PHILIP: L’aspirapolvere, falla sparire.

MAX: Perché dovrei farla sparire?

PHILIP: Max, non fare troppo domande. Vuoi partire per le Maldive si o no?

MAX: Si.

PHILIP: Allora nascondi quella cacchio d’aspirapolvere. (Va verso il bagno)

MAX: Dove vai?

PHILIP: Al bagno!! Quando sono nervoso mi scappa sempre la pipì.

MAX: Philip…

PHILIP: Sss! Occulta in silenzio…E mi raccomando, non dire nulla a Clare. (esce in bagno)

CLARE: (Entra in scena) Chi era alla porta?

MAX: Nessuno.

CLARE: Che ci fai con quell’aspirapolvere in mano?

MAX: L’ho comprata.

CLARE: Quando?

MAX: Adesso…hai visto che hanno suonato alla porta?

CLARE: Beh!?

MAX: Era un ragazzo, biondo, alto, occhi azzurri…un rappresentante di aspirapolveri.

CLARE: Ma a noi non serve un aspirapolvere nuova.

MAX: E’ quello che ho detto anch’io. Ho cercato di farglielo capire, ma non c’è stato verso. Gli ho anche detto: “Guardi, non perdiamo tempo, dobbiamo partire per le vacanze.” Lo sai cosa mi ha risposto?

CLARE: Cosa?

MAX: “Mi dispiace molto, ma io le ferie le prendo la seconda quindicina d’agosto, non posso venire”. Insomma, non sapevo come mandarlo via e così ho comprato questo aspirapolvere. E’ tutta tua. (dà l’aspirapolvere a Clare)

CLARE: (Un po’ perplessa) Ma…a noi non serve…però ho un’idea… la porto a mia sorella Jinny. Sarà sicuramente contenta. Bravo amore. (gli da un pizzicotto ed esce di casa con l’aspirapolvere)

MAX: Grazie…. E adesso cosa gli racconto a Philip?! (esce nelle camere)

(Clare suona a casa di Jinny)

CLARE: Ciao Jinny.

JINNY: Ferma…le pattine?

CLARE: Le ho lasciate da me…posso entrare lo stesso?

JINNY: Tieni ti do le mie. (dà le pattine a Clare) Tanto io ne ho un altro paio. (le prende dalla tasca e se le mette)

CLARE: Grazie.

JINNY: (vede l’aspirapolvere) Ma che ci fai con la mia aspirapolvere? (la prende)

CLARE: Come tua?

JINNY: Si è la mia.

CLARE: Non può essere la tua. Max mi ha detto che l’ha comprata due minuti fa da un rappresentante di aspirapolvere.

JINNY: Lo so io chi era quel rappresentante.

CLARE: Alto, biondo, occhi azzurri?

JINNY: No…basso, castano,occhi marroni…mio marito.

CLARE: Philip?

JINNY: Proprio lui….non lo sopporto quando fa così, è odioso. (esce verso le camere)

CLARE: (tra se) Philip?!…Non sapevo facesse il rappresentante di aspirapolvere. (esce dietro Jinny)

PHILIP: (esce dal bagno) Max?! Max?!

MAX: (Rientra. Ha un modellino in mano e lo sta sistemando) Dimmi Philip.

PHILIP: Hai fatto quello che ti avevo detto?

MAX: Ho fatto quello che mi avevi detto?

PHILIP: Che fai lo chiedi a me?

MAX: Che faccio lo chiedo a te?

PHILIP: Non lo so, dimmelo tu.

MAX: Non lo so dimmelo tu.

PHILIP: Ne hai ancora per molto?

MAX: No, ho finito.

PHILIP: Hai nascosto l’aspirapolvere?

MAX: Si.

PHILIP: Bravo…e dove?

MAX: Beh!!….

PHILIP: No, non dirmelo…non lo voglio sapere.

MAX: Tanto non te l’avrei mai detto.

PHILIP: Grazie fratellone.

MAX: E il minimo…a proposito, se ti dovesse servire un qualsiasi altro aiuto…

PHILIP: Lo chiedo a te.

MAX: No, ad un altro. (va al telefono)

PHILIP: A chi telefoni?

MAX: Devo chiamare un taxi, altrimenti non arriveremo mai in tempo all’aeroporto.

PHILIP: Stai tranquillo, ce la faremo…non essere sempre così zelante.

MAX: Non è questione di essere zelanti…ma previdenti.

PHILIP: Se lo dici tu…io non capisco questa mania di programmare, prevedere, progettare…(si siede sul divano)

MAX: Servizio taxi?

PHILIP: L’unica cosa importante era togliere a mia moglie quella maledetta aspirapolvere.

(nell’altro appartamento entra Jinny con l’aspirapolvere acceso pulendo mette in ordine le valige che Philip aveva buttato per terra)

MAX: (al telefono) Buon natale. (attacca)

CLARE: (Entra in scena nell’appartamento sx) Jinny?

JINNY: (spegne l’aspirapolvere) Si?!

CLARE: Smettila con quell’aspirapolvere e vieni di la a chiudere le tue valige.

JINNY: E va bene. (uscendo Clare fa cadere di nuovo le valige che Jinny aveva messo in ordine)

PHILIP: (incredulo) Come fa l’aspirapolvere ad essere tornata di là?

MAX: (Fissa Philip, intanto ricompone il numero del servizio taxi) Servizio taxi?…Buongiorno. Un taxi in via Mar Rosso 25, citofonare Russo….Russo, non Rosso. No, Rosso è la via, Russo il cognome. Capito? Interno 7…o 8 è lo stesso. Siamo due….Si, due Russi, volevo dire due Rossi.

PHILIP: Russo. (a Max)

MAX: Anch’io purtroppo. (a Philip)

PHILIP: No, noi Russo. (a Max)

MAX: (A Philip) Casomai, noi russiamo.

PHILIP: Si, buonanotte.

MAX: Senta signorina, noi avremo un aereo tra due ore, crede che sia possibile avere un taxi prima che il nostro aereo parta per le Maldive?…Mi raccomando la puntualità. Odio le persone in ritardo, specialmente i tassisti. Grazie, grazie…grazie…grazie…e basta. (attacca) Menomale che lo chiamano servizio rapido.

(suonano alla porta dell’appartamento dx)

PHILIP: Sarà il tassista?!

MAX: Dormiva sul pianerottolo? (apre)

GEORGE: (E’ un tipo un po’ imbranato, timido. Entra a testa bassa) Salve gente.

MAX: (si guarda intorno) Gente?! Siamo due.

GEORGE: Salve due.

PHILIP: Ma che ti è successo? Hai una faccia.

GEORGE: Sono in cerca ma non riesco a trovarlo.

MAX: Cosa?

GEORGE: Il numero di telefono di un bravo ginecologo.

PHILIP: A cosa ti serve un ginecologo?

GEORGE: Per una visita.

MAX: Una visita?

GEORGE: Scusate ma quando si hanno dei problemi…in quelle parti li, non si va dal ginecologo?

PHILIP: Le donne si…ma non credo che tu abbia quel tipo di problemi.

MAX: Casomai è più adatto un andrologo.

GEORGE: Un androcolo?

PHILIP: Andrologo.

GEORGE: Ah! E sono bravi per questo tipo di problemi?

MAX: Beh! Sono specializzati in quello.

PHILIP: Si…I classici problemi del ca…

MAX: (interrompendo) Sicuramente un andrologo è più adatto di un ginecologo.

GEORGE: Sapete io non sono molto pratico…è la prima volta che mi capita una cosa simile.

PHILIP: Sono cose che succedono.

GEORGE: Quindi voi credete che l’andrologo possa avere la risposta al mio problema?

MAX: Nel modo più assoluto.

GEORGE: Ma questi androloghi ricevono anche su appuntamento?

PHILIP: Tutti i medici ricevono su appuntamento.

GEORGE: Ma, quando vado all’appuntamento, devo portare anche lui?

MAX-PHILIP: (stupiti) Come?

GEORGE: Quando vado dall’andrologo lo devo portare?

MAX: Perché lo vuoi lasciare a casa?

GEORGE: Non lo so…ve l’ho detto io non sono pratico di queste cose.

PHILIP: Ma perché non ti segue ovunque?

GEORGE: Purtroppo si…alle volte vorrei poterlo lasciare in un posto e stare un po’ di giorni in santa pace…però alla fine mi accorgo che è una parte di me.

MAX: Eh!!!(annuendo)

PHILIP: Comunque è indispensabile che tu lo porti con te dal dottore.

GEORGE: Ma come sono gli studi di questi dottori?

MAX: Belli, luminosi…pensa che tanti hanno anche la moquette per terra.

GEORGE: Allora non lo posso portare.

PHILIP: Perché?

GEORGE: E se poi mi fa la pipì sulla moquette?

MAX: Sarai in grado di dominarlo no?

GEORGE: Veramente è lui che domina me.

PHILIP: Lo capisco, però addirittura la pipì sulla moquette.

GEORGE: Che volete farci, Bobby è fatto così.

MAX: (A Philip) Ma che gli ha dato pure un nome?

GEORGE: Pensate che tante volte mentre cammino mi devo fermare perché vuole fare pipì. Non importa se siamo al centro o in periferia, se c’è la gente oppure no. Quando gli scappa non guarda in faccia a nessuno.

PHILIP: (schifato) E mamma mia…neanche fosse un cane.

GEORGE: Come hai detto?

PHILIP: Ho detto: “neanche fosse un cane questo Bobby”.

MAX: Philip!(ha capito)

PHILIP: E’ un cane??!!

GEORGE: Certo che è un cane…perchè cosa avevate capito?

MAX-PHILIP: Che è un cane.

GEORGE : Un bellissimo ciuaua.

MAX: Non sapevamo avessi un ciuaua.

GEORGE: Non lo sa nessuno…usciamo raramente, Bobby è molto timido.

PHILIP: E’ timido.

GEORGE: Comunque spero tanto che qualche dottore sappia risolvere il suo problema. Non riesco a farlo accoppiare con nessuna cagnolina.

MAX: Questi si che sono problemi.

GEORGE: Già…ora vado a casa a cercare di tirarlo un po’ su.

PHILIP: Bravo, provaci tu.

GEORGE: (Vede le valige) Come mai queste valige? Chi è che parte? (sposta le valige)

MAX: Noi. (sistema in maniera meticolosa le valige spostate da George)

GEORGE: Voi due soli?

PHILIP: Magari…andiamo con Clare e Jinny alle Maldive.

GEORGE: Cazzo!! Cioè complimenti. (tocca il modellino che Max aveva appoggiato sul televisore)  Allora buon viaggio.

MAX: (toglie il modellino dalle mani di George) Grazie.

GEORGE: Ora vi saluto…vado a consolare Bobby. Poverino sta buttato in salone davanti allo specchio…chissà cosa starà pensando?

PHILIP: “Che vita da cani!!”

GEORGE: Ciao ragazzi! (esce di casa)

PHILIP-MAX: Ciao!! (Max chiude la porta)

MAX: George è sempre il solito.

PHILIP: Non cambierà mai.

MAX: Ma te lo ricordi a scuola cos’era?! Quando leggeva gli articoli sul giornale. Per riuscire a capire cosa c’era scritto c’impiegava mezza giornata.

PHILIP: Me lo ricordo …comunque ora è migliorato.

MAX: A si?

PHILIP: Si, ha fatto uno di quei corsi per apprendimento rapido e veloce.

MAX: Ed è migliorato?

PHILIP: Come no! Adesso riesce a capire cosa c’è scritto in un articolo ancora prima di leggerlo.

MAX: Dai andiamo a vedere a che punto sono le nostre consorti.

PHILIP: Le nostre?!

MAX: Consorti!!

PHILIP: (Serissimo) Ecco un motivo in più per non sposarsi…si diventa “consorti”…senti come suona male?

(Max e Philip escono di casa)

(Clare entra portando una valigia grandissima a fatica. Jinny la segue con un deodorante spray per la camera).

CLARE: Ma cosa hai messo dentro questa valigia?

JINNY: Lo stretto necessario.

CLARE: Pensa se portavi anche il superfluo! Non sembra che stai partendo per le vacanze.

JINNY: E cosa sembra?

CLARE: Che hai avuto lo sfratto. (Clare, fa cadere la valigia che a sua volta fa cadere anche le altre. Jinny spruzza il deodorante. Clare tossisce) Ma cos’è?!

JINNY: “Salone soft”. Deodorante per il salone.

CLARE: Come per il salone? Perché non è unico per tutte le stanze?

JINNY: Ma vuoi scherzare spero?! Ogni stanza ha i suoi odori e di conseguenza i suoi deodoranti. Vedi…(apre un armadietto dove ci sono svariate boccette spray. Li prende uno alla volta) “Il profumo del bagno”…”Essenza per la cucina”…Questo è per il balcone: “Via col vento” e questo?!Ah! si…”Le vie en rose”, per il corridoio

CLARE: Ma come fai a vivere così?

(Philip e Max entrano nell’appartamento di sx parlando tra loro ma appena sentono un odore terribile si buttano immediatamente per terra)

PHILIP: Oddio, abbiamo subito un attacco batteriologico, tutti a terra. (Max e Philip si buttano a terra)

MAX: Lo sapevo che prima o poi i terroristi ci avrebbero trovati.

PHILIP: Stai calmo, andrà tutto bene.

MAX: Philip, stammi vicino. Ho paura. (I due si prendono per mano, sempre sdraiati per terra come soldati).

PHILIP: Vedrai non ci succederà nulla.

MAX: Sei sicuro?

PHILIP: Me l’ha detto il nostro comandate John.

MAX: Ma non si chiama Sam?

PHILIP: Chi?

MAX: Il nostro comandante.

PHILIP: Dici?

MAX:  John è il comandate dei nemici.

PHILIP: Sei sicuro?

MAX: Philip, c’è una cosa che non ti ho mai detto.

PHILIP: Cosa Max?

MAX: Soffro di claustrofobia.

PHILIP: Cerca di respirare tenendo la testa vicino al terreno.

MAX: Che ne dici se ci spostiamo verso nord.

PHILIP: A nord no, è troppo pericoloso.

MAX: Perché?

PHILIP: A nord c’è il nemico.

MAX: Allora andiamo verso la scarpata e ci rotoliamo fino alla strada.

PHILIP: Ottima idea, cosi poi ci alziamo in piedi, tu mi prendi sulle spalle e in due ore arriviamo in città.

MAX: Ho un’altra idea. Ci alziamo in piedi, tu mi prendi sulle spalle e in due ore arriviamo in città.

PHILIP: Facciamo così. Non ci alziamo in piedi e arriviamo in città strisciando.

JINNY: Ne avete ancora per molto?

CLARE: Alzatevi in piedi, cretini.

MAX: E l’attacco terroristico?

JINNY: Non c’è stato nessun attacco terroristico.

MAX: Allora cos’è questo odore terrificante?

CLARE: “Salone soft”

MAX: Una linea di divani?

PHILIP: No!! Una marca di deodoranti…sai mia moglie Jinny fa la collezione.

MAX: E non potevate dirlo subito? Mi avete fatto prendere un colpo.

CLARE: (A Max) Hai chiamato il taxi?

MAX: Tutto fatto…”Armadillo 21” sarà da noi tra un quarto d’ora.

CLARE: Armadillo 21?!

MAX: Perché non ti piace?

CLARE: Non so neanche com’è fatto un armadillo.

MAX: Nessuno sa com’è fatto un armadillo…è come dire lo “gnù”. Hai mai visto uno gnù in vita tua?

CLARE: No mai.

(Max vede le valige buttate per terra ed inizia a mettere in ordine).

PHILIP: (A Jinny) A che punto sei?!

JINNY: Tutto pronto.

PHILIP: Hai dimenticato nulla?

JINNY: No, nulla.

PHILIP: Hai chiuso l’acqua?

JINNY: No.

PHILIP: Il gas?

JINNY: No.

PHILIP: Le tapparelle?

JINNY: No.

PHILIP: La luce?

JINNY: No.

PHILIP: C’è qualch’altra cosa che ti sei dimenticata di fare?

JINNY: Senti bello.

MAX:  Bello!

JINNY: Ho già tante cose a cui pensare. Di queste sciocchezze potresti anche occupartene tu. O devo pensare a tutto io?

PHILIP: Sei tu che tieni in ordine le cose di casa o no?

JINNY: Certo, solo io. A te non importa nulla. Prendi esempio da tuo fratello. Che è preciso, ordinato.

PHILIP: E tu prendi esempio da tua sorella, che è confusionaria e disordinata…il mio sogno.

JINNY: Perché non vai a vivere con lei?

CLARE: Non credo sia il caso.

MAX: (a Jinny) Non ti sembra di esagerare?

JINNY: Di cosa t’impicci tu?!

MAX: Volevo solo dire…

JINNY: Fatti gli affari tuoi…

MAX: (a Clare) Tua sorella è un po’ troppo nervosa oggi.

PHILIP: Oggi?!

MAX: Chissà poi perché?

PHILIP: Sarà stato il deodorante per il salone…era tossico.

JINNY: Se continui a fare lo spiritoso te lo faccio ingoiare.

PHILIP: E’ tossico.

JINNY: Continui?!

PHILIP: Si…(pausa, con voce angelica) Però di là… vado a chiudere il gas. (esce verso le camere)

MAX: Vengo con te, se posso. (a Clare) Posso? (Clare lo fulmina con lo sguardo. Max rivolto a Philip)…Non posso!

CLARE: Perché non porti le valige di Jinny e Philip da noi?

MAX: Posso rifiutarmi?

CLARE: No.

MAX: (mentre parla prende le valige) Compio questo nobile gesto…spontaneo…(con voce sforzata) Non pesano neanche tanto…pensavo peggio. Mi aprite la porta gentilmente. (Jinny apre la porta) Grazie. (esce)

JINNY: E’ ora che capiscano chi è che porta i pantaloni dentro casa.

CLARE: Hai ragione…però non esagerare con questo fatto dell’ordine e della pulizia. Stai diventando ossessiva. Fai come faccio io.

JINNY: Cioè niente!!

(Clare e Jinny escono verso le camere)

(Max apre la porta dell’appartamento di destra ed entra con le valige).

MAX: (Entra e lascia la porta aperta sistema le valige contro una parete dando le spalle all’entrata di casa e continuando a parlare) Quelle due devono essere impazzite. Mi hanno scambiato per il facchino; menomale che stiamo andando in vacanza. Ma gli e lo faccio vedere io chi è che porta i pantaloni dentro questa casa. (Posa in maniera ordinata le valige. Poi le ordina per grandezza dalla più grande alla più piccola)

(Dalla porta di casa di Max entra Pedro, il papà di Max e Philip. Ha degli occhiali spessi come fondi di bottiglia poiché ci vede pochissimo. Vestito in maniera buffa. Ha un bastone e una piccola valigia in mano).

PEDRO: Casa Russo?

MAX: Chi è? (Si gira di scatto)Papà…che ci fai tu qui?

PEDRO: Sono venuto a casa tua?

MAX: Questo lo vedo, ma perchè?

PEDRO: Posso sedermi?

MAX: Certo. (lo fa sedere su una sedia) Come mai questa visita improvvisa?

PEDRO: Perché tutte queste domande?…Non sei contento di vedermi? Non dovevo venire?

MAX: Papà!

PEDRO: C’è qualcosa che non va?

MAX: Papà!

PEDRO: E’ successo qualche guaio?

MAX: Papà!

PEDRO: Non vuoi dirmelo?

MAX: Papà… Sono contento che sei venuto, però…

PEDRO: Sono scappato.

MAX: Scappato?

PEDRO: Scappato di casa.

MAX: Scappato da casa tua?

PEDRO: Già!

MAX: E perché?

PEDRO: Ho litigato con la signorina Conny.

MAX: Papà. Ancora con questa storia. Cosa è successo questa volta?

PEDRO: Dice che secondo lei non è giusto che un uomo della mia età e nella mia condizione organizzi feste e rimpatriate a tutto spiano.

MAX: Ha ragione.

PEDRO: Ma quale ragione! Secondo lei dovrei riposarmi ed evitare sforzi eccessivi.

MAX: Giusto.

PEDRO: Ma tu da che parte stai?

MAX: Non sto dalla parte di nessuno papà, solo che la signorina Conny è l’unica persona che abbiamo trovato che fosse disposta a starti vicino 24 ore su 24…e non merita di essere trattata male.

PEDRO: E’ lei che tratta male me…ieri mi ha nascosto tutte le sigarette.

MAX: Papà non devi fumare.

PEDRO: E poi mi ha proibito di incontrare la signorina Susan.

MAX: Lo sai che non devi incontrare la signorina Susan.

PEDRO: E mi vieta anche di dare i biscotti al cioccolato al mio cane.

MAX: I cani non devono mangiare biscotti al cioccolato papà.

PEDRO: (Si alza) Basta, torno a casa…sei peggio di lei.

MAX: La signorina Conny ti vuole bene.

PEDRO: Io no.

MAX: Per favore, papà, non complicare le cose… Dai, la chiamo e le dico che stai tornando a casa.

PEDRO: Non torno a casa.

MAX: Sarà anche preoccupata.

PEDRO: Oh! Come sono triste.(ironico)

MAX: Papà!!

PEDRO: E va bene…Dammi il telefono.ci parlo io. (compone il numero. Volutamente fa il numero di casa di Philip)

MAX: Mi raccomando, sii educato.

PEDRO: Ma per chi mi hai preso?! (Squilla il telefono dell’appartamento sx) Squilla!

(Entra Clare e va a rispondere)

(Durante la telefonata Max continua a spostare degli oggetti in maniera maniacale)

CLARE: Pronto?

PEDRO: Ciao bellissima.

CLARE: Signor Pedro come sta?

PEDRO: Bene…anzi benissimo!

CLARE: E’ un po’ che non si fa sentire. Incominciavamo a preoccuparci.

PEDRO: Mi dispiace molto se ti sei preoccupata piccola mia…(a Max) Va bene così?

MAX:   Bravo papà!

CLARE: Spero di vederla presto!

PEDRO: Verrò prestissimo, prima di quanto tu possa immaginare.

CLARE: Le voglio veramente tanto bene.

PEDRO: Anch’io.

CLARE: Nonostante Max sia venuto al mondo per colpa sua.

PEDRO: Chiunque può compiere degli sbagli nel corso di una vita.  (a Max) Mi faccio vedere pentito!

MAX: Non esagerare però.

PEDRO: Comunque prometto che non lo farò più.

CLARE: Anche perché alla sua età è un po’ difficile.

PEDRO: Già alla mia età certe cose non vanno fatte…(a Max) Giusto?

MAX: Giustissimo.

PEDRO: (Al telefono) Bisogna mettere la testa a posto.

CLARE: E’ troppo simpatico.

PEDRO: Lo so, lo so…Sei più tranquilla ora che mi hai sentito?

CLARE: Mi ha fatto veramente piacere.

PEDRO: Allora ci vediamo.

CLARE: L’aspetterò con ansia.

PEDRO: A presto.

CLARE: A presto. Arrivederci.

PEDRO: Ciao bella, ciao. (attacca sia lui che Clare.) Sono stato bravo?

MAX: Non ho parole.

CLARE: (Verso le camere) Jinny scendo un momento.

JINNY: Va bene.(da fuori)

(Clare esce dall’appartamento sx)

PEDRO: Merito un premio.

MAX: Cosa?

PEDRO: Una sigaretta.

MAX: Papà ti fa male.

PEDRO: L’ultima…poi prometto che vado a casa dalla signorina Conny e non fumo più.

MAX: E va bene. Vado a prendere una delle mie. (esce verso le camere) Non muoverti.

PEDRO: E chi si muove?! (dopo un paio di secondi esce di casa per andare nell’appartamento vicino. Uscendo fa cadere una valigia)

(Nell’appartamento sx entra in scena Philip seguito da Jinny).

PHILIP: (entra con una chiave da idraulico in mano) No, no e no.

JINNY: Philip dammi quel pappagallo.

PHILIP: Neanche morto.

JINNY: Perché mi hai chiuso l’acqua?

PHILIP: Dobbiamo partire.

JINNY: Non sono ancora pronta.

PHILIP: Non sei mai pronta.

JINNY: Dammi quel cavolo di pappagallo ti ho detto.

PHILIP: No!

JINNY: Philip?!

(Pedro suona alla porta)

PHILIP: La porta.

JINNY: Ho sentito.

PHILIP: Allora apri.

JINNY: No, non apro.

PHILIP: Perché no?

JINNY: Mi dai il pappagallo?

PHILIP: Certo che no.

JINNY: Allora non apro.

(Pedro suona di nuovo)

PHILIP: Spostati, apro io.

JINNY: (Blocca la porta) No, se prima non mi dai quell’attrezzo.

PHILIP: Ti ho detto di no ed è no. (suonano di nuovo) Spostati. (sposta Jinny ed apre la porta) Papà? Che ci fai qui?

PEDRO: (Entra in scena) Questa frase non mi è nuova.

JINNY: Buongiorno Pedro.

PEDRO: Buongiorno cara. Come mai non volevate aprirmi?

JINNY: Philip ed io eravamo nel pieno di una discussione.

PEDRO: Discussione? E per cosa?

PHILIP: Ma niente!! Cosucce!

JINNY: Cosucce? (a Pedro) Non voleva darmi il suo pappagallo.

PEDRO: Non sapevo che Philip avesse un pappagallo.

PHILIP: Papà tutti hanno un pappagallo.

PEDRO: E dove lo tieni?

JINNY: (Indicando i pantaloni di Philip, visto che Philip aveva messo il pappagallo in tasca) Nei pantaloni.

PEDRO: Ah! Ho capito…il pappagallo. (si siede)

JINNY: Gli è lo chiesto in tutti i modi ma non vuole darmelo?

PEDRO: (A Philip) Perché non vuoi? (a mezza bocca) Hai qualche problemino?!

PHILIP: Ma quale problemino papà. Non voglio perché ora non è il momento giusto.

PEDRO: E’ sempre il momento giusto…fattelo dire da chi ha più esperienza di te.

JINNY: Visto, che ti dicevo. (a Philip)

PEDRO: Perdonalo…si vede che non ha preso da suo padre…io alla sua età…

PHILIP: E va bene, glielo dò. (Gli da il pappagallo)

PEDRO: (si copre gli occhi) Ma come, qui davanti a me?

PHILIP: (Da il pappagallo a Jinny) Tieni.

JINNY: (dopo una piccola pausa, soddisfatta) Oh! Grazie…ora va meglio. (esce verso le camere)

PEDRO: (toglie le mani dagli occhi) Già fatto?

PHILIP: Fatto cosa?

PEDRO: No dico…il pappagallo, così rapido.

PHILIP: Ma che dici papà, non ti capisco?

PEDRO: Lascia stare, ti capisco io…per questo non volevi?

PHILIP: Non volevo cosa?

PEDRO: Povera Jinny…come dire: “Basta il pensiero!!”

PHILIP: Papà come mai sei qui?

PEDRO: Posso sedermi?

PHILIP: Sei già seduto!

PEDRO: Ah!…Allora mi alzo.

PHILIP: Hai litigato di nuovo con la signorina Conny?

PEDRO: (Falsamente sconsolato) Purtroppo si!

PHILIP: Per i soliti problemi?

PEDRO: (c.s.) Per i soliti problemi!

PHILIP: E adesso?

PEDRO: (c.s.) E adesso!

(Max entra in scena con le sigarette)

 

MAX: Papà?!(Raccoglie la valigia che Pedro aveva fatto cadere e continua a cercare il padre)

PHILIP: No dico, adesso cosa intendi fare?

PEDRO: Chi lo sa!

MAX: Papà?! (lo cerca in bagno)

PHILIP: Forse dovresti chiamarla.

PEDRO: Un'altra volta?!

PHILIP: Perché quando l’hai chiamata?

PEDRO: Uuuuu!! Un sacco di volte. Però forse hai ragione,dovrei chiamarla. Non vorrei si preoccupasse troppo. Dov’è il telefono?

PHILIP: Eccolo. (gli dà il telefono)

PEDRO: Grazie. (compone il numero di casa di Max) Comunque gliel’avevo detto che venivo qui.

(Max rientra dal bagno)

MAX: Papà?!

PHILIP: Lo so, però è meglio se l’avverti, sarà sicuramente in pensiero.

PEDRO: Già, è meglio.

(suona il telefono a destra)

MAX: Pronto!

PEDRO: Sono io.

MAX: Papà, ma che fine hai fatto?

PEDRO: Sono andato via.

MAX: Ti avevo detto di non muoverti di qui.

PEDRO: Lo so che non mi sarei dovuto muovere da li. (a Philip) E’ un po’ preoccupata.

MAX: Ma dove sei?

PEDRO: Come dove sono? Te lo avevo detto dove sarei andato no?!

MAX: Sei già dalla signorina Conny?

PEDRO: Già. Proprio li.(a Philip) Non gli sfugge nulla.

MAX: Ma come hai fatto ad arrivarci così in fretta?

PEDRO: Conoscevo la strada.

MAX: Certo che avresti potuto anche avvertirmi.

PEDRO: Hai ragione, ho fatto un gesto un po’ impulsivo. Scusami.

MAX: Va bene, non preoccuparti. Ora che so dove sei sono molto più tranquillo.

PEDRO: Scusami ancora.

MAX: Perché non mi passi la signorina Coony?

PEDRO: (A Philip, coprendo il telefono) Vorrebbe parlarti.

PHILIP: Va bene passamela.

PEDRO: (riferendosi sia a Philip che a Max al telefono. Ad alta voce) Sei sicuro di volerle parlare?

MAX-PHILIP: Certo.

PEDRO: Eccola. (passa il telefono a Philip e si sposta)

MAX-PHILIP: Salve signorina Coony, come va?

MAX: Ma chi parla?

PHILIP: No, chi parla lo dico io.

PEDRO: E non litigate sempre.

MAX: Philip?

PHILIP: Max? Ma che ci fai a casa della signorina Coony?

MAX: Che ci fai tu a casa della signorina Coony?

(Nel frattempo Pedro va a chiudersi in bagno).

PHILIP: Io veramente sono a casa mia.

MAX: Anch’io sono a casa mia.

PHILIP: E’ impossibile.

MAX: Non ci credi? (bussa su un mobiletto che divide le due case)

PHILIP: (capisce che il rumore proviene dalla casa accanto) Sei tu?

MAX: Già. Papà ci ha preso in giro a tutti e due.

PHILIP: Non ci ha preso in giro…ci ha preso per il culo, è diverso.

MAX: Allora vuoi vedere che anche prima…

PHILIP: Ma perché è venuto qui?

MAX: Dice che non sopporta più la signorina Coony.

PHILIP: Ho capito, ma come facciamo adesso? Noi dobbiamo partire. Questo viaggio è troppo importante per me.

MAX: Lo è anche per me.

PHILIP: Ormai in ufficio lo sanno tutti che andavo alle Maldive. Gli ho fatti schiattare d’invidia.

MAX: Anche da me lo sanno tutti. Poi a parte questo, abbiamo un aereo tra poco più di due ore.

PHILIP: E un taxi tra poco meno di dieci minuti.

MAX: L’unica cosa da fare è convincerlo a ritornare a casa.

PHILIP: Non so se sarà d’accordo.

MAX: Allora potremo trovare qualcuno disposto a tenerlo, almeno per il periodo in cui siamo in vacanza.

(Clare entra in casa a dx)

CLARE: Con chi parli?

MAX: (Al telefono) Scusa un attimo. (a Clare) Con Philip.

CLARE: Tuo fratello Philip?

MAX: Quanti fratelli ho?

CLARE: Uno.

MAX: Come si chiama?

CLARE: Philip.

MAX: E’ con lui che sto parlando.

CLARE: Perché non usi l’interfono?

MAX: Non ci sono ancora abituato.

CLARE: (Uscendo verso le camere) Ho parlato con tuo padre prima al telefono.

MAX: Ci abbiamo parlato un po’ tutti.

CLARE: In che senso?

MAX: Nel senso che ultimamente si diverte a prenderci in giro.

PHILIP: (al telefono) Per il culo.

MAX: (si corregge. A Clare) Per il culo.

CLARE: Veramente lo ha sempre fatto. (esce verso le camere e fa cadere una valigia).

MAX: (Al telefono) Senti, qui bisogna trovare una soluzione.

PHILIP: Lo so, però io non ho la più pallida idea di chi possa essere disposto a tenere papà per le prossime due settimane.

JINNY: (entra in scena) Tieni…e non farlo mai più.

PHILIP: Cosa?

JINNY: Prima l’aspirapolvere, poi il pappagallo. Se continui a mettermi i bastoni tra le ruote io non parto più.

PHILIP: (Al telefono) Forse abbiamo risolto.

JINNY: Risolto cosa?

PHILIP: Nulla.

JINNY: Con chi stai parlando?

PHILIP: Con mio fratello Max.

JINNY: Sempre a perdere tempo. (esce verso le camere)

PHILIP: (a Jinny) Quindi se ti metto i bastoni tra le ruote non parti più?

JINNY: Philip, non farmi superare la soglia della sopportazione, altrimenti non rispondo più di me. (esce)

MAX: Ora dov’è papà?

PHILIP: (Si guarda intorno) Bo!! Oddio me lo sono perso.

MAX: Dai non scherzare.

PHILIP: Non sto scherzando!! Non lo vedo più…Papà…Papà, dove sei?

PEDRO: (Dal bagno) Al gabinetto.

PHILIP: Meno male. (al telefono) E’ in bagno. (verso il bagno) Tutto bene?

PEDRO: Si, sono a metà dell’opera.

PHILIP: (Al telefono) Arrivo da te.

MAX: Ti aspetto.

(I due attaccano il telefono. Max va in camera)

PHILIP: (Si avvicina al bagno) Papà?

PEDRO: (Da fuori) Si?

PHILIP: Ti manca molto?

PEDRO: Ho quasi finito.

PHILIP: Io vado un momento a casa di Max.

PEDRO: Tuo fratello Max?

PHILIP: Quanti Max conosci?

PEDRO: Uno.

PHILIP: Quello.

PEDRO: Ah! Philip?

PHILIP: Si?!

PEDRO: C’è un piccolo problema.

PHILIP: Quale problema?

PEDRO: Qualcuno deve aver chiuso il rubinetto generale dell’acqua.

PHILIP: Già, è stata Jinny.

PEDRO: Jinny…Povera figlia, lo avrà fatto per disperazione.

PHILIP: Ora le do il pappagallo così fa tornare l’acqua.

PEDRO: Perché le due cose sono collegate?

PHILIP: Certo.

PEDRO: Ho capito, dev’essere una specie di sfogo: “La tempesta dopo la quiete”

PHILIP: Non muoverti da li.

PEDRO: E chi si muove, sto benissimo qui.

PHILIP: (Esce appena verso le camere) Jinny, ti dispiacerebbe far tornare l’acqua? C’è papà in bagno.

JINNY: (da fuori) Ah! Per tuo padre sì e per me…

PHILIP: Mamma mia. (rientra in scena) E le pattine, e lo spray e le valige, il pappagallo….Ma è possibile che è sempre nervosa questa? (esce di casa)

PEDRO: (Esce dal bagno e si sistema i pantaloni) Oh!! Ora sì che va meglio. (suonano il citofono. Pedro risponde al telefono) Pronto! Pronto! (suona ancora il citofono) Che strano, ho alzato e continua a squillare.

JINNY: Pedro le dispiace rispondere al citofono?

PEDRO: (verso fuori) Finisco questa telefonata e rispondo. (al telefono) Arrivederci. (attacca e va a rispondere al citofono) Si?

TASSISTA: Russo?

PEDRO: Mi dispiace.

TASSISTA: No, dico, il signor Russo?

PEDRO: Si sono io, lei chi è?

TASSISTA: Armadillo 21?

PEDRO: Armadillo 21? Ma che razza di nome è?…

TASSISTA: E’ il mio nome.

PEDRO: (tra se) Povero ragazzo!! Come può un genitore chiamare il proprio figlio Armadillo 21?

TASSISTA: Scusi?

PEDRO: Cosa desidera?

TASSISTA: Sono venuto per accompagnarla all’aeroporto.

PEDRO: Ma io non devo andare da nessuna parte.

TASSISTA: Ma com’è possibile…Non ha chiamato il servizio taxi poco fa?

PEDRO: Veramente io poco fa ero in bagno.

TASSISTA: Senta a me hanno dato questo indirizzo.

PEDRO: Forse è stato mio figlio Philip.

TASSISTA: Ah! Lei non è Philip?

PEDRO: No, io sono Pedro, il padre…

TASSISTA: (Ridendo) Come scusi?

PEDRO: Eh!! Padre Pedro… cos’ha da ridere?

TASSISTA: Che nome buffo.

PEDRO: Senti chi parla…Armadillo 21.

TASSISTA: Comunque sa dirmi cosa devo fare?

PEDRO: Cambi nome. (attacca) Ma guarda un po’ che maleducato. (rivolto verso le camere) Ciao io esco (esce di casa)

(Suonano alla porta di Max. Lui apre, è George, con lui c’è anche Philip).

MAX: George.

GEORGE: (è sconsolato) Sono io.

MAX: Eh! Lo so…cosa c’è?

GEORGE: Il mio povero Bobby. Non riesce più a riprendersi…sta li, buttato davanti alla televisione che si riempie di patatine e coca-cola.

MAX: Ma che dai la coca-cola al cane?

GEORGE: Certo…oddio, preferisce l’aranciata…però l’ho finita.

PHILIP: Ma sei riuscito a trovare il numero di un’andrologo?

GEORGE: Ne ho trovato più di uno. Però appena gli dico che il problema non è mio ma del mio ciuaua mi dicono che loro non possono fare nulla.

MAX: Senti George, non vorrei sembrarti indelicato….vattene.

GEORGE: Capisco…dovete partire.

PHILIP: George, non prendertela…torna a casa e prova a cercare ancora.

MAX: Magari se provi a chiamare qualche veterinario è meglio.

GEORGE: Per carità…quelli non sono bravi dottori.

PHILIP: Perché dici questo?

GEORGE: Scusate, voi vi fareste mai curare da un veterinario?

MAX-PHILIP: No.

GEORGE: E allora perchè dovrei affidargli il mio Bobby. (esce)

PHILIP: Alle volte penso che la sua ingenuità sia disarmante.

MAX: Senz’altro è fuori del comune.

(Suona il citofono di casa di Max)

MAX: (a Philip) Il citofono. (risponde) Chi è?

TASSISTA: Armadillo 21.

MAX: (a Philip) E’ arrivato il taxi. (al citofono) Senta…Armadillo, noi saremo pronti, solo che abbiamo avuto un piccolo imprevisto…

TASSISTA: Si lo so, Pedro.

MAX: Come Pedro?

TASSISTA: Si, padre Pedro.

MAX: Ma come fa a saperlo?

TASSISTA: Gli ho parlato poco fa al citofono.

MAX: (A Philip) Dice che gli ha parlato poco fa al citofono. (al citofono) Senta, le dispiacerebbe aspettarci…cerchiamo di risolvere il problema il prima possibile.

TASSISTA: Scusi ma in cosa consiste il vostro problema?

MAX: (facendogli in verso) Scusi, ma a lei cosa gliene frega?

TASSISTA: Faccia poco l’arrogante altrimenti faccio partire il tassametro.

MAX: Come fa partire il tassametro?

TASSISTA: Anzi, è già partito.

MAX: (A Philip) E’ già partito.

PHILIP: Papà?

MAX: (a Philip) Ma quale papà. (al citofono) Senta…noi dobbiamo partire per le Maldive, solamente che non sappiamo a chi lasciare nostro padre. Ecco qual è il nostro problema.

TASSISTA: Vi capisco benissimo…anch’io ho sempre lo stesso problema con mia madre ogni volta che devo partire per le vacanze, allora sa cosa faccio? La porto a Fregane dalla sorella che…

MAX: Scusi se la interrompo…ma chi se ne frega. (attacca) Il tassametro è partito.

PHILIP: E noi siamo ancora qua. (sta con i piedi sulle valige. Max glieli toglie)

CLARE: (Rientra dalla camere) Ta Ta…sono pronta.

MAX: Amore.

CLARE: Cosa c’è? Avete una faccia.

PHILIP: C’è un piccolo problemino.

MAX: Ma ino ino.

PHILIP: Beh! Tanto ino non direi.

MAX: Beh! Non è un problemone.

PHILIP: One one no!

MAX: Visto, che ti dicevo amore.

PHILIP: Però non è neanche ino ino.

MAX: Ok, non è ne ino ne one, va bene?

PHILIP: Benone.

CLARE: Ino? One? Ma siete impazziti?

MAX: No, amore… solo che…

CLARE: Che….?

MAX: Papà è venuto qui.

CLARE: Vostro padre?

PHILIP: Si, mio e suo.

CLARE: E che è venuto a fare?

MAX: Ha litigato con la signorina Conny ed è scappato di casa.

CLARE: Alla sua età?

MAX: Già.

CLARE: E va bene, com’è venuto va via.

PHILIP: Non è così facile. Perché ha detto che a casa da quella strega non vuole più tornarci.

CLARE: Ho capito, però noi dobbiamo partire. Max lo sai quanto è importante per me questa vacanza.

MAX: Certo che lo so amore….solo che papà non ne vuole sapere di tornare a casa.

CLARE: Ora dov’è?

PHILIP: Di là da me.

CLARE: Vado a parlargli, vedrete che riuscirò a convincerlo.(apre la porta)

MAX: Amore?

CLARE: Si?

MAX: Grazie.

PHILIP: Amore? (Max gli da uno schiaffo dietro la nuca) Clare?

CLARE: Si?

PHILIP: Grazie.

(Clare esce chiudendo la porta)

MAX: Visto, che ti dicevo?

PHILIP: Che mi dicevi?

MAX: Che alla fine una soluzione l’avremo trovata.

PHILIP: Speriamo bene.

MAX: Vedrai ora Clare ci parlerà e lo convincerà a tornare a casa dalla signorina Conny e così potremo partire finalmente per le nostre vacanze.

PHILIP: Speriamo bene.

MAX: E poi di là c’è anche Jinny, no?

PHILIP: Purtroppo si.

MAX: Tra tutte e due troveranno il modo di convincerlo, ne sono certo.

PHILIP: Speriamo bene.

MAX: Senti, “speriamo bene” andiamo di là.

PHILIP: Andiamo…(i due escono verso le camere di casa di Max) Speriamo bene.

MAX: (Max da un altro schiaffo dietro la nuca di Philip e lo spinge fuori) La pianti?

(Clare suona alla porta di casa di Jinny. Dopo qualche secondo suona nuovamente)

JINNY: (Da fuori) Pedro le dispiace aprire la porta? (suona di nuovo) Pedro?…(entra in scena e cerca Pedro mentre lucida l’argenteria) Pedro? Ma dove si è cacciato? (apre la porta)

CLARE: Jinny?

JINNY: Cos’è successo?

CLARE: Hai saputo di questo imprevisto?

JINNY: Quale imprevisto?

CLARE: Pedro che non vuole più tornare dalla signorina Coony.

JINNY: No, non so niente.

CLARE: Scusa non è venuto qui?

JINNY: Si, solo che pensavo fosse passato per salutarci prima della partenza, non sapevo che…

CLARE: Ma cosa stai facendo?

JINNY: Pulisco l’argenteria.

CLARE: Max mi ha detto che Pedro vuole trasferirsi qui.

JINNY: Qui, ma noi dobbiamo partire?

CLARE: Lo so, infatti sono venuta qui per cercare di convincerlo a tornare a casa.

JINNY: Solo che Pedro qui non c’è?

CLARE: Come non c’è? Philip ha detto che era qui da voi.

JINNY: Prima, ma ora non c’è più.

CLARE: E dov’è andato?

JINNY: Non lo so…io ero di là a cambiare le lenzuola al letto.

CLARE: Oddio e adesso come si fa?

JINNY: A fare cosa?

CLARE: A partire… come facciamo ad andar via senza sapere che fine ha fatto Pedro?

JINNY: Allora non partiamo più?

CLARE: Ma che dici, abbiamo l’aereo, l’albergo prenotato, abbiamo preso le ferie, ormai tutti sanno del nostro viaggio alle Maldive.

JINNY: Ho un’idea. Telefoniamo a tutti e gli diciamo come stanno le cose.

CLARE: Non dirlo neanche per scherzo. E poi in ufficio che figura ci faccio.

JINNY: In effetti.

CLARE: Facciamo così, tu vai a controllare di là, mi raccomando controlla in ogni angolo, anche sul terrazzo, io avverto Philip e Max, e poi faccio un giro nel palazzo, il primo che lo trova avverte gli altri.

JINNY: Va bene… (esce verso le camere)

CLARE: (Va all’interfono) Ci mancava solo questa…

(Suona l’interfono di dx)

MAX: (Entra dalle camere e va all’interfono) Si?

CLARE: Max?

MAX: Clare? Com’è andata?

CLARE: (Agitatissima) Una tragedia.

MAX: (Verso le camere a Philip a voce alta) Una tragedia!

CLARE: E’ successo l’inimmaginabile.

MAX: (verso le camere a voce alta) L’inimmaginabile.

CLARE: Pedro…

MAX: (Verso le camere a voce alta) Pedro!

CLARE: E’ sparito.

MAX: (Verso le camere a voce alta) E’ sparito…(all’interfono) Come sparito?

CLARE: Si, non si trova più.

MAX: Ma com’è possibile?

(Philip entra in scena)

CLARE: Non lo so.

PHILIP: Ch’è successo?

MAX: (A Philip) Papà, non si trova più.

PHILIP: Ma che dici?

MAX: Me l’ha detto Clare.

PHILIP: Dai a me, ci parlo io. (si avvicina all’interfono)

MAX: (Tra sè) Lo sapevo, lo sapevo.

PHILIP: Clare?

CLARE: Dimmi?!

PHILIP: Avete controllato bene?

CLARE: Jinny è di là che sta controllando tutta casa.

PHILIP: Il bagno?

CLARE: Come il bagno?

PHILIP: Prima quando sono uscito papà era in bagno…vai a controllare se è ancora li.

CLARE: Vado subito a vedere…tu non muoverti….Pedro…Pedro (apre la porta del bagno)

PHILIP: Vedrai che lo trova. (a Max)

MAX: (Scuote fortemente la testa) Non lo trova, non lo trova.(quasi tra sè).

CLARE: (Rientra in scena e va all’interfono) Philip?

PHILIP: L’hai trovato?

MAX: (a Philip) L’ha trovato?

CLARE: No, non l’ho trovato

PHILIP: No, non l’ha trovato.

MAX: Non l’ha trovato. (si siede su una sedia e prende una piccola cornice-specchio da un mobiletto ed inizia a fissarsi).

CLARE: Ed ora cosa si fa?

PHILIP: Non lo so.

CLARE: Max che dice?

PHILIP: Niente…sta seduto su una sedia e si fissa allo specchio.

CLARE: Fatevi venire un’idea.

PHILIP: Va bene, però tu stai calma.

CLARE: (nervosissima) Ma io sono calmissima. (esce di casa)

PHILIP: Clare…Clare…(si allontana dall’interfono) Max?…Max?

MAX: Si?

PHILIP: Che facciamo?

MAX: (Lo fissa sorridendo) Che facciamo?

PHILIP: Con papà che facciamo?

MAX: Che facciamo?

PHILIP: Fatti venire un’idea…dobbiamo assolutamente trovarlo.

MAX: Ma chissà dove si sarà cacciato.

PHILIP: Facciamo così…Tu esci e vai a cercarlo fuori. Intanto io telefono all’aeroporto e sento se è possibile spostare il nostro volo.

MAX: Speriamo bene. (apre la porta di casa e si trova di fronte Clare) Ciao amore. (ed esce)

CLARE: (a Max) Ciao…(Entra e vede Philip al telefono) Che fai?

PHILIP: Ah! Clare! Sto chiamando l’aeroporto.

CLARE: Pensi che Pedro possa essere partito?

PHILIP: Ma no… voglio cercare di spostare il nostro volo. (al telefono) Pronto! Aeroporto?…Sono il signor Russo, dovrebbe esserci una prenotazione per quattro persone direzione Maldive a nome mio, si?….Vede, abbiamo avuto un piccolo imprevisto e vorremmo sapere se c’è la possibilità di spostare la nostra prenotazione per un volo successivo…non so, nel pomeriggio o in serata, faccia lei…(a Clare) Sta controllando…(al telefono) Si?….(allarmato) No, non me lo dica…non me lo dica…non me lo dica…(attacca)

CLARE: Beh?

PHILIP: Non me l’ha detto.

CLARE: C’è o non c’è questo posto?

PHILIP: Ha detto che al momento non sa, però ci richiameranno loro appena avranno qualche notizia.

(suona il citofono)

PHILIP: Chi è?

TASSISTA: Avete sistemato il vecchio?

PHILIP: Ma chi parla?

TASSISTA: Armadillo 21, al rapporto.

PHILIP: Senta per cortesia, non ci si metta anche lei.

TASSISTA: Avete trovato una sistemazione per Pedro?

PHILIP: Veramente ce lo siamo perso.

TASSISTA: Vi sieti persi vostro padre?

PHILIP: Già…anzi se lo vede ce lo faccia sapere.

TASSISTA: Che figli…non sanno dove mettere il padre e poi se lo perdono…vergogna.

CLARE: (Si siede su una sedia e parla quasi tra se quasi piangendo) Era tutto troppo bello…le ferie, le Maldive, il mare, le palme…il cocco….ero riuscita finalmente ad avere una soddisfazione con il mio capoufficio, quello stronzo…adesso cosa gli racconto. Con che faccia mi presento a lavoro lunedì.

JINNY: (Rientra in scena) Ho cercato in tutti gli angoli ma non c’è…Clare?… Clare? (esce di casa)

PHILIP: Comunque buttarsi giù non serve a nulla…(cerca di consolarla) Sai, anch’io ero felice di partire per questa vacanza…anch’io mi ero preso qualche bella rivincita in ufficio con questo viaggietto…e poi anch’io amo le palme, il mare…il cocco…(Jinny entra nella casa di Max e si ferma sulla porta vedendo Philip che abbraccia Clare)…insomma, amo tutto quello che ami tu…certo, se non ci fosse mia moglie Jinny sarebbe molto meglio…però non si può voler tutto dalla vita.

JINNY: (tossisce) Ah, ah!

PHILIP: Jinny … Come stai?

JINNY: Che ci facevi abbracciato a mia sorella?

PHILIP: La stavo consolando.

JINNY: Non credo debba esser tu a consolare Clare.

CLARE: Philip mi stava solamente facendo sentire la sua solidarietà.

JINNY: Ho sentito cosa dicevi sai? Vorrei ricordarti che Clare oltre ad essere mia sorella è anche la moglie di tuo fratello.

PHILIP: Lo so.

JINNY: E non niente da dire in tua discolpa?

PHILIP: Guarda che io non ho fatto proprio nulla.

JINNY: Se l’hai fatto non lo so…però sicuramente lo hai detto.

PHILIP: Cosa?

JINNY: “Amo le stesse cose che ami tu”…”Se non ci fosse mia moglie”….vergognati.

CLARE: Ma…

JINNY: E vergognati anche tu. Avete preso alla lettera quello che ho detto poco fa di là. Che bella coppia sareste. Vivreste sommersi dai panni sporchi, a combattere con gli acari che vorrebbero sedersi a tavola con voi per pranzo.

MAX: (entrando) Jinny.

JINNY: Ciao Max…(lo abbraccia e lo bacia per far ingelosire il marito. Poi si rivolta a Philip) Visto…sono capace anch’io.

MAX: Ma che succede qui?

JINNY: Chi vuol capir capisca.

MAX: Novità…?

JINNY: (alludendo) Chiedilo a tuo fratello Philip.

MAX: (a Jinny) Glielo sto chiedendo. (A Philip) Novità?

PHILIP: Niente di niente.

JINNY: (alludendo) Proprio niente? (A Max) Stai attento a tuo fratello. (Gli dà un piccolo colpo sullo stomaco)

MAX: (A Philip) Ma che gli è preso?

PHILIP: Nulla…è solo un po’ stanca.

JINNY: Non fare il santarellino.

CLARE: Jinny la vuoi piantare?

JINNY: E no cara sorellina….adesso basta, perché non glielo dite?

MAX: Cosa mi devono dire?

JINNY: Fattelo dire da loro. (Gli dà un piccolo colpo sullo stomaco)

PHILIP: Guarda che non c’è proprio niente da dire.

JINNY: A si?

CLARE: Certo.

MAX: Ma insomma volete spiegarmi cosa sta succedendo qui?

JINNY: Quando sono entrata ho trovato tuo fratello Philip (da una botta allo stomaco a Max) che cercava di baciare, mia sorella Clare. (da un'altra botta allo stomaco a Max il quale toglie la mano di Jinny e la direziona ad indicare Clare)

MAX: Philip?

PHILIP: Ma no…non ha capito niente come al solito.

MAX: Clare?

CLARE: Philip voleva solo tirarmi un po’ su.

JINNY: Non ne avevo dubbi.

(Pedro rientra in casa di dx tutto tranquillo mangiando un gelato).

PEDRO: (entra tutto tranquillo in casa di Max mangiando un gelato) Ciao ragazzi.

MAX-PHILIP: Papà?

PEDRO: Ciao Max, ciao Philip.

JINNY-CLARE : Pedro ?

PEDRO: Ciao Clare, ciao Jinny.

MAX: Ma dove diavolo ti eri cacciato?

PEDRO: Alla “Bottega del Gelato”.

PHILIP: Papà ti abbiamo cercato ovunque.

PEDRO: Non ovunque…se venivate alla “Bottega del Gelato” mi avreste trovato.

CLARE: Pedro, non faccia mai più una cosa simile.

PHILIP: Ci hai fatto stare in pensiero.

MAX: Come al solito.

JINNY: (Cercando di stemperare gli animi) Su, via, non esagerate adesso…l’importante è che sia tornato.

PEDRO: (Si abbraccia a Jinny) Grazie Jinny… tu si che mi capisci…(quasi a mezza bocca) Ricorda che ti sono vicino nel dolore.

JINNY: Che dolore?

PEDRO: Per Philip.

PHILIP: Papà non ti ci mettere anche tu adesso.

JINNY: No, tuo padre ha ragione…anche se devo ammettere non credevo lo sapesse.

PEDRO: Lo so, lo so.

JINNY: Ormai non dimenticherò più quello che hai fatto qui poco fa? (a Philip)

PEDRO: Lo ha fatto di nuovo?

MAX-PHILIP: Come di nuovo?

PEDRO: Si, prima di là, a casa sua.

JINNY: A casa mia?!

PEDRO: (ora racconterà in maniera abbastanza colorita la scena del “pappagallo” ma tutti pensano che si riferisca ad un incontro tra Philip e Clare) Si, lui non voleva, però lei continuava ad insistere: “Perché no? Perché no?” Lui diceva che non era il momento giusto. E lei continuava ad insistere. E lui niente. E lei:”Dammelo”

MAX: Dammelo?

PEDRO: (affermativamente) Dammelo, dammelo!

PHILIP: Papà, ma cosa dici?!

PEDRO: Dammelo…E lui si rifiutava. Io dentro di me dicevo:”Chissà perché non vuole?!

JINNY: (A Clare) Brava e così sei stata tu ad insistere?

CLARE: Ma io non ho fatto nulla?

PEDRO: Insomma: Dammelo. E lui “no”. Dammelo. E lui “no”. Dammelo. E lui: “no”.

MAX: E alla fine?

PEDRO: Alla fine gli e l’ha dato.

MAX: Brutto porco schifoso.

PHILIP: Ma non è vero niente.

PEDRO: Però…

JINNY: Però?

PEDRO: Però ho capito perché non voleva.

MAX: Perché?

PEDRO: Si vergognava per il suo problemino.

CLARE: Che problemino?

PEDRO: E’ stato più veloce di “spidigonzales”.

PHILIP: Hai bevuto? (a Pedro)

PEDRO: No!! Però questa si che è un’idea…vado in cucina a prendere qualcosa. Ciao. (esce verso le camere)

JINNY: Cos’hai da dire in tua discolpa?

PHILIP: Che si è inventato tutto.

CLARE: Non è vero niente.

JINNY: Zitta tu…se non fosse stato per la tua insistenza lui non avrebbe mai ceduto.

(Suona il citofono. Max risponde)

MAX: Si?…

TASSISTA: Armadillo 21.

MAX: Cosa c’è?

TASSISTA: Avete ritrovato il vecchio?

MAX: (a Philip) Oh! Ma questo sa sempre tutto.

TASSISTA: Poco fa un tipo sospetto è entrato nel palazzo. Giacchetta a quadri, cappello da pescatore e…

MAX: Ed un gelato in mano.

TASSISTA: Allora era lui?

MAX: Si…è tornato a casa.

TASSISTA: Quindi siamo di nuovo da capo?

MAX: Senta ci lasci risolvere la nostra questione…la terremo informata.

TASSISTA: Fate come volete…spero non abbiate altri problemi.

MAX: (Ridendo isterico) Ma quali problemi… pensi che ho appena scoperto che mia moglie Clare se la fa con mio fratello Philip.

TASSISTA: E’ un classico.

CLARE: (con voce un po’ strozzata) Ma non è vero. Philip, di qualcosa.

PHILIP: (Facendo il verso a Clare) Ma non è vero.

MAX: Armadillo lei aspetti giù e non si muova, appena siamo pronti le faccio un fischio.

PHILIP: Tu non sai fischiare.

MAX: E va bene glielo farà mio fratello.

TASSISTA: (ironico) Lui si che sa fischiare.

MAX: Faccia poco lo spiritoso. (attacca)

PHILIP: (Max gli si avvicina e gli stringe il collo a volerlo strozzare.) Bravo, con certa gente bisogna usare il pugno di ferro, perché altrimenti poi…Max che fai? Max…così mi strozzi…

CLARE: Max calmati.

MAX: Che fai lo difendi anche?

PHILIP: (tra sè) Sto morendo.

JINNY: Sei proprio senza pudore.

PHILIP: (tra sè) Lentamente.

CLARE: Non avete capito nulla.

PHILIP: (tra sè)Una lenta agonia

MAX: Cosa c’è da capire? E’ tutto così chiaro.

PHILIP: (Tra sè) La fine di un uomo.

CLARE: Invece no…Vi state sbagliando tutti e due. (a Max) Ma vuoi fermarti? (toglie le mani di Max dal collo di Philip).

PHILIP: (tra sé, con un filo di voce) Appena in tempo.

MAX: Non ti preoccupare non te lo tocco…

CLARE: Max vuoi aprire gli occhi…tu e Jinny avete frainteso tutto. Quando Jinny è entrata qui io stavo parlando a Philip di quanto ero dispiaciuta di non poter partire per questa vacanza, che la cosa che desideravo di più al mondo era di stare con te su una spiaggia deserta, con il mare, le palme…

PHILIP: Il cocco.

CLARE: Il cocco.

MAX: Dici sul serio?

CLARE: Certo….E poi…se avessi avuto davvero voglia di tradirti, ma ti pare che lo avrei fatto con tuo fratello Philip?

PHILIP: (a voler sottolineare la correttezza di Clare) Tua moglie è molto fedele.

CLARE: Ma l’hai visto bene?!

PHILIP: (deluso) Appunto.

 (suona il telefono di dx)

CLARE: (Risponde) Pronto?…(agli altri) E’ l’aeroporto. (al telefono) Dica…Oh! Menomale…grazie…grazie mille. (attacca).

MAX: Beh!

CLARE: (felicemente) C’è stato un incidente all’aeroporto.

MAX: E’ sei contenta per questo?

CLARE: Si, perchè il nostro aereo partirà con due ore di ritardo, e non ci sarà bisogno di spostare il volo.

JINNY: Questa si che è fortuna.

PHILIP: Andiamoci piano però. Dobbiamo ancora risolvere il problema di papà.

JINNY: Si, e alla svelta.

CLARE: Ho capito, però non è facile trovare qualcuno disposto a tenerlo con sè per due settimane.

JINNY: Poi le persone che lo conoscono bene non diranno mai di si.

MAX: Bisognerebbe trovare qualcuno che non lo conosce.

PHILIP: Qualcuno che non sappia che cosa significhi stare con lui giorno e notte.

(da fuori si sente il rumore di un vaso che si rompe)

CLARE: Appunto!

PEDRO: Ho rotto un vaso…ma non l’ho fatto apposta!! (da fuori)

CLARE: (Uscendo) Non si preoccupi non è nulla. (va in cucina)

JINNY: Per sopportare vostro padre ci vorrebbe o un martire o un tonto.

MAX: (con un piccolo sorriso) Allora non lo troveremo mai. (suonano alla porta, Max apre è George. Lo guarda, si rivolta verso gli altri e dice) Lo abbiamo trovato.

GEORGE: (entra) Beati voi.

JINNY: Beati per cosa?

GEORGE: Beati voi che lo avete trovato. Io ho cercato in tutti i modi ma non ci sono riuscito…non si trova un androcolo disponibile neanche a pagarlo oro.

PHILIP: Andrologo.

GEORGE: Non si trova comunque.

JINNY: A cosa ti serve l’andrologo? Hai qualche problema?

GEORGE: Non io, Bobby, il mio ciuaua…è un caso disperato.

MAX: Come hai detto prima?! Martire o…(a Jinny)

JINNY: Tonto.

GEORGE: Ragazzi vi prego ho bisogno di voi.

MAX: George mi dispiace ma non sappiamo proprio come aiutarti.

JINNY: (Da una botta a Max) Come non lo sappiamo?!…

MAX: Oh! Io non lo so…tu hai qualche idea?

JINNY: Perché non gli presentiamo il dottor Pedro?

MAX: Il dottor Pedro?! (non capendo)

JINNY: Ma si…il dottor Pedro, quello che sta di là in cucina. (indica la cucina)

MAX: Già, che stupido che sono…certo il dottor Pedro.

GEORGE: Ma è un andrologo?

PHILIP: Andrologo specializzato.

GEORGE: Pazienza, andrà bene lo stesso….  Almeno è un bravo medico?

JINNY: Bravissimo…pensa che io mi faccio visitare sempre da lui.

GEORGE: Dal dottor Pedro?

JINNY: Si, è il mio ginecologo di fiducia.

GEORGE: (A Philip) Ma non era androcolo?

PHILIP: Andrologo.

GEORGE: Ma quante specializzazioni c’ha questo dottore?

MAX: Tante…una in ogni ramo. Il dottor Pedro cura veramente di tutto.

PEDRO: (da fuori) Stai tranquilla, ci penso io.

GEORGE: Come mai è venuto qui da voi?

JINNY: Mia sorella Clare aveva un piccolo problema.

GEORGE: Che problema?

JINNY: Ad un dente…gli si era spezzato giocando a ”squosh” in salone e siccome il dottor Pedro ultimamente ha preso una specializzazione in odontoiatria… gli sta sistemando il dente spezzato.

PEDRO: (da fuori) Non è niente, …con un po’ di colla tornerà come prima.

GEORGE: La colla?! Non sapevo che i dentisti usassero la colla.

MAX: Infatti i dentisti tradizionali non la usano.

PHILIP: Ma il dottor Pedro è specializzato anche in medicina alternativa.

GEORGE: Questo non è un dottore…è un “guru”.

JINNY: Vedrai che il dottor Pedro saprà risolvere il problema di Bobby.

GEORGE: Lo spero tanto…non ce la faccio più a vederlo buttato in salone senza fare nulla. Pensate che non vuole giocare più neanche alla “play station”.

PHILIP: Perché prima giocava alla play-station?

GEORGE: Solo il venerdì pomeriggio…dopo i cartoni animati.

PHILIP: Ah, è un rito?

GEORGE: No, un’abitudine.

CLARE: (da fuori) No, no!! (entrando infuriata a Max) Fosse per me gliele taglierei quelle mani.

MAX: Cosa è successo?

CLARE: Voleva rincollare il pezzo rotto, ma siccome è mezzo ciecato, lo ha rincollato al contrario.

GEORGE: (Curioso si avvicina a Clare e cerca di guardargli in bocca) Come al contrario. Fai un po’ vedere.

CLARE: (allontana George) Ma che vuoi vedere tu…(agli altri) Comunque se uno le cose non le sa fare è meglio che non le faccia.

GEORGE: Ma non era specializzato in odontoiatria?

PHILIP: Si…però da poco.

(Clare e George sono uno davanti all’altro. Philip, Max e Jinny sono alle spalle di George e con dei segni cercano di far capire a Clare la situazione)

GEORGE: Non mi sento molto tranquillo ad affidare il mio Bobby al dottor Pedro.

CLARE: Il dottor Pedro?!

JINNY: Si, Clare. Il dottore che ti stava visitando poco fa in cucina.

CLARE: Ma guarda che non c’è nessun dottore in cucina.

GEORGE: Come no?! Il dottor Pedro…il ginecologo, il dentista, specializzato in medicina alternativa, e androcolo.

CLARE: Andrologo?

GEORGE: Si anche…allora lo vedi che lo conosci.

CLARE: Veramente non lo conosco.

GEORGE: (si volta per parlare agli altri alle sue spalle, i quali però rimangono in una posizione strana poiché stavano cercando di suggerire a Clare) Non lo conosce.

JINNY: Certo che lo conosce.

MAX: Lo conosce benissimo.

PHILIP: Pensa che da bambina era il suo pediatra.

PEDRO: (in scena con un grande martello ed una grande sega). Ho trovato gli strumenti adatti.

PHILIP-MAX-JINNY: Dottore.

PEDRO: (Si guarda alle spalle e rimane perplesso)

PHILIP: Dottore come sta?

PEDRO: (Si guarda ancora alle spalle) Io bene…

MAX: Dottore è un piacere vederla.

PEDRO: (si inchina a guardare sotto il divano)

JINNY: Dottore ha perso qualcosa?

PEDRO: Un dottore.

GEORGE: (Gli si avvicina) Grazie di essere qui. Avevo proprio bisogno di un medico.

PEDRO: A quanto pare non è il solo.

MAX: (Si avvicina) George questo è il famosissimo dottor Pedro. Dottor Pedro questo è il nostro amico George che è venuto qui perché ha bisogno di una sua consulenza.

PEDRO: Non credo di essere la persona più adatta.

GEORGE: Perché non è un medico?

PEDRO: No, pensionato.

PHILIP: Un medico in pensione…(a mezza bocca a George) Sono i più bravi.

PEDRO: Non riesco a capire.

MAX: Dottore il nostro amico ha bisogno di lei e della sua grande esperienza passata in campo medico.

PEDRO: Ma se io avevo un negozio di animali.

GEORGE: Come un negozio d’animali?

JINNY: E’ anche veterinario.

GEORGE: Pure?

JINNY: Già.

PHILIP: Dottore, visto che lei è un dottore, perché non vuole aiutare il nostro amico che ha bisogno di un dottore.?

PEDRO: (A Max) Mi ha chiamato dottore.

MAX: Tre volte.

PEDRO: Perché?

MAX: Ma come perché, tu sei un dottore…(a mezza bocca) Stai al gioco dopo ti spiego.

PEDRO: (a mezza bocca) Ho capito!! (Alza improvvisamente la voce) Ma già, che stupido che sono, io sono un dottore e sto al gioco perché dopo mi spiega.

GEORGE: Che gioco?

PEDRO: Il gioco del dottore.

JINNY: Il dottor Pedro ama molto giocare.

GEORGE: Si, però quando si visita un paziente bisogna sempre mantenere una certa professionalità.

PEDRO: Non me lo deve certo insegnare….ma lei lo sa da quanto tempo faccio il medico io?

GEORGE: No.

PEDRO: Da due minuti e mezzo.

GEORGE: Come da due minuti e mezzo.

MAX: Il dottor Pedro scherza sempre…Vero dottore?

PEDRO: Si…io amo molto scherzare, come ha detto appena adesso la mia infermiera. (indica Max)

PHILIP: George perchè non porti mio padr…Pedro a visitare Bobby?

GEORGE: Hai ragione, non c’è tempo da perdere. Andiamo dottore. (Pedro non si muove mentre George è sulla porta)

CLARE: Dottore sta dicendo a lei.

PEDRO: Oh! Scusatemi, è che non ci sono ancora abituato.

GEORGE: Dottore ma non prende gli strumenti?

PEDRO: Mi dispiace non so suonare.

JINNY: Gli strumenti per poter visitare.

PEDRO: Ah! Quegli strumenti…(vede che in mano ha il martello e la sega) Eccoli.

GEORGE: La sega e il martello?!

PHILIP: Medicina alternativa.

PEDRO: Già, medicina alternativa…(alza la voce) E poi scusate chi è il dottore?

GEORGE: Lei.

PEDRO: Appunto, quindi decido io quali sono gli strumenti adatti per potere fare le mie visite.

GEORGE: Va bene, va bene...solo che non avevo mai visto un dottore utilizzare la sega ed il martello.

PEDRO: Scusi lei lo ha mai visto un dottore come me?

GEORGE: Veramente no.

PEDRO: Neanche io…andiamo. (esce)

GEORGE: (tra sé) Speriamo bene. (esce anche lui)

JINNY: Speriamo bene davvero.

CLARE: Sentite un po’, ma cos’è questa storia del dottor Pedro.

PHILIP: E’ stata un’idea di tua sorella.

MAX: Un’idea “geniale” di tua sorella.

JINNY: Ho pensato, che se facciamo passare Pedro per un importantissimo dottore forse abbiamo trovato il modo per poter partire.

CLARE: Spiegati meglio.

JINNY: George era in cerca di un dottore per il suo cane.

CLARE: Che cane?

JINNY: Bobby.

CLARE: Bobby?

JINNY: Si, Bobby, il cane di George.

CLARE: Non sapevo che George avesse un cane.

MAX: Non lo sa nessuno.

PHILIP: Escono raramente.

MAX: Bobby è timidio.

JINNY: Comunque non è questo il punto. Ora che abbiamo mandato Pedro a casa di George, noi finiamo di prepararci. (a Clare) Tu prendi le ultime cose. (a Max) Tu scendi a parlare con il tassista. (a Philip) Tu porti giù le valige. E appena io ho finito di sbrinare il frigorifero andiamo all’aeroporto.

PHILIP: (preoccupato) Come sbrinare il frigorifero?

JINNY: Dicevo per dire.

PHILIP: Ah!! (sollevato)

JINNY: Volevo dire pulire il forno.

MAX: Ho capito, però come facciamo a convincere papà a rimanere a casa di George per due settimane.

JINNY: Ma chi ha detto che lo dobbiamo convincere. Noi ce ne andiamo e basta.

CLARE: Ma questa è una bastardata?

JINNY: (Semplicemente) Si.

PHILIP: Non sono d’accordo.

JINNY: Guarda che nessuno ha chiesto il tuo parere.

PHILIP: Però si da il caso che metà padre è mio. E il mio voto conterà qualcosa, o no?

JINNY: (semplicemente) No.

CLARE: Max, tu che ne pensi?

MAX: Non lo so…certo che detta così sembra proprio una cattiveria. Solo che non riesco a vedere altre soluzioni.

PHILIP: Se proprio vogliamo fare una cosa del genere, forse è meglio che George lo sappia.

CLARE: Si, però come facciamo a fargli accettare una cosa simile?

JINNY: Ho capito, ho capito. Ci penso io, come al solito. (va verso la porta d’uscita)

PHILIP: Dove vai?

JINNY: A parlare con George. Troverò il modo di convincerlo (tra sé) Vorrà dire che il forno lo pulirò un’altra volta. (esce)

(Philip e Clare si siedono vicini sul divano. Philip senza accorgersene con il braccio abbraccia Clare. Max sta sul fondo del palco ed in silenzio, osservando i due sul divano, si avvicina)

MAX: (Tossisce) Ah! Ah!

PHILIP: (Si accorge del braccio) Oh! Scusa Max…non me ne ero accorto.

MAX: Perché non vai a parlare con il tassista?

PHILIP: Non mi va di scendere…sono stanco.

MAX: Non serve scendere…hanno inventato il citofono.

PHILIP: Ah! Si…e da quando?

MAX: Da tanto.

(Philip si alza dal divano.)

MAX: Clare, cosa devo pensare?

CLARE: Amore non farti ingannare dalle apparenze.

MAX: Queste sono qualcosa di più di semplici apparenze.

CLARE: Ti prego di credere a quello che dico. Tra me e tuo fratello non c’è assolutamente nulla.

MAX: Voglio crederci…del resto sei sempre stata sincera con me, no? (Clare non risponde) Clare…dico, sei sempre stata sincera con me.

CLARE: Certo amore, sono stata sincera con te.

MAX: Sempre?

CLARE: (Titubante) Sempre.

MAX: Lo sapevo…Andiamo di là?

CLARE: Va bene.

MAX: E di questa storia, non ne parliamo più.

PHILIP: Giusto, non ne parliamo più.

MAX: (a Philip che stava osservando la scena) Non hai nulla da fare tu?

PHILIP: Devo parlare con il tassista.

MAX: Allora fallo. (Clare e Max vanno verso le camere)

PHILIP: (Al citofono) Casa Russo ad Armadillo 21…Armadillo 21 rispondi. Casa Russo ad Armadillo 21..Armadillo 21 rispondi.

TASSISTA: Armadillo 21 al rapporto….Chi parla il cornuto?

PHILIP: No…io sono quell’altro, il fratello.

TASSISTA: Il bastardo?

PHILIP: Dipende dai punti di vista.

TASSISTAIo non so da che punto l’ha vista.

PHILIP: Senta, qui sembra tutto risolto. Se non ci sono altri imprevisti tra cinque minuti siamo giù. Non si muova.

TASSISTA: E chi si muove…ormai ho preso la residenza qui.

(Philip attacca)

PHILIP: (Tra sè) Non so perché ma sono nervoso…e quando mi innervosisco, mi scappa sempre la pipì. (esce nel bagno)

(Nell’appartamento di sx entrano Jinny e George)

JINNY: Fermo non muoverti.

GEORGE: Guarda che me lo hai detto tu di venire da te.

JINNY: Tieni, metti queste. (gli dà le pattine.) Sai, io tengo molto alla pulizia.

GEORGE: L’ho intuito subito.

JINNY: Mettiti pure comodo.

GEORGE: Grazie…però facciamo presto perché non mi sento molto tranquillo a lasciare il mio Bobby nelle mani di quel dottore.

JINNY: Perché ha fatto qualcosa di strano?

GEORGE: Strano?…Voleva oscultarlo con il martello da ferramenta.

JINNY: Stai tranquillo che il tuo Bobby è in buone mani. A proposito di questo volevo parlarti di una cosa.

GEORGE: Dimmi.

JINNY: Vedi il dottor Pedro è un tipo molto meticoloso. Pensa che quando inizia a visitare un paziente non si sa mai quando finisce. Una volta ci ha impiegato ben due settimane. Capisci, due settimane, cioè quindici giorni. Roba che la gente fa una vacanza alle Maldive in quindici giorni.

GEORGE: Voi andate alle Maldive. (ingenuamente)

JINNY: Appunto…. Vedi noi dobbiamo partire al più presto, ma siccome il dottor Pedro era venuto qui da noi per essere ospitato, poiché la sua povera moglie…è deceduta da poco e lui proprio non riesce a stare in quella sua casa vuota, con tutto quel silenzio, senza avere accanto la donna che ha sempre amato e per la quale ha sempre vissuto…non so se mi capisci.

GEORGE: Ti capisco, ti capisco.

JINNY: Beh! Lui è venuto a chiedere a noi un po’ di ospitalità. Ma tu capisci che noi proprio non possiamo.

GEORGE: Che problema c’è, lo ospito io.

JINNY: Dici davvero?

GEORGE: Certo, infondo se non fosse stato per voi io non sarei mai riuscito a trovare un dottore che visitasse il mio Bobby.

JINNY: Non so come ringraziarti…sei veramente un amico.

GEORGE: Solo che c’è un piccolo problema.

JINNY: Un altro?!

GEORGE: Vedi, io ho una casa molto piccola non potremo mai convincerli per due settimane tutti e tre….a meno che.

JINNY: A meno che?

GEORGE: A meno che tu non ci presti il tuo appartamento per i prossimi quindici giorni…Che dici?

JINNY: Che dico?(titubante)

GEORGE: Che dici?

JINNY: (incerta) Dico che va bene….Però ti chiedo una sola cosa.

GEORGE: Cosa?

JINNY: Di non mettere in disordine e di utilizzare le pattine.

GEORGE: Queste sono due cose.

JINNY: Lo farai?

GEORGE: Lo farò…Allora andiamo?

JINNY: Andiamo

GEORGE: Perché prima di partire non venite a salutare il dottor Pedro?

JINNY: Meglio di no. Siamo veramente in ritardo.

GEORGE: Vorrà dire che lo saluterò io per voi.

JINNY: (Sono sulla porta. Jinny spegne la luce e la parte dell’appartamento di sx rimane al buio). Bravo…salutalo anche per noi.

(I due escono di casa. Nell’appartamento di dx, Philip esce dal bagno).

PHILIP: Max? Clare…dove siete? (esce verso le camere) Ma vi sembra il momento di mettersi a fare certe cose?

MAX: (Da fuori) Fatti gli affari tuoi.

PHILIP: (da fuori) Dobbiamo partire.

MAX: (Da fuori) Grazie per avercelo ricordato.

(Suona la porta dell’appartamento di dx. E’ Jinny. Philip va ad aprire)

JINNY: (entra tutta raggiante) Missione compiuta.

PHILIP: Davvero?

JINNY: Tutto risolto.

PHILIP: Brava amore. (i due si abbracciano)

MAX: (Entrando con Max) Ma vi sembra il momento di mettersi a fare certe cose?

PHILIP: Fatti gli affari tuoi.

CLARE: Beh! Com’è andata?

JINNY: Il nostro problema è risolto.

CLARE: Come hai fatto?

JINNY: Segreto.(maliziosamente)

MAX: L’importante è che ora possiamo partire.

PHILIP: Già…finalmente si parte.

(Mentre parlano prendono le valige)

CLARE: Ad essere sincera avevo quasi perso ogni speranza.

TUTTI: Maldive a noi!!! (sono tutti rivolti verso la porta d’uscita, dando le spalle al pubblico.)

(Suona il telefono di dx)

TUTTI: (Si voltano verso il telefono e lo fissano) No!!! (disperati).

(Musica. Sipario)

FINE PRIMO TEMPO


SECONDO TEMPO

(La scena è la stessa del primo tempo. Nell’appartamento di dx ci sono Jinny, Clare, Max e Philip. Sono tutti seduti, immobili, con lo sguardo di chi ha appena ricevuto una terribile notizia. Clare è seduta vicino al telefono. I quattro parleranno in paniera piuttosto calma e flemmatica.).

CLARE: Era tutto troppo bello.

JINNY: Già…troppo bello.

CLARE: Questo è un altro classico esempio.

JINNY: Già…un altro classico esempio.

CLARE: Le cose belle sono comunque destinate a finire.

JINNY: Già…comunque destinate a finire.

MAX: Questa cosa è finita ancor prima di cominciare.

PHILIP: Probabilmente era destino.

JINNY: Già…era destino.

PHILIP: Probabilmente.

JINNY: Probabilmente.

CLARE: Non ho parole.

JINNY: Neanch’io.

PHILIP: Dire addio a tutto ancor prima di averlo vissuto.

CLARE: Non vedremo più quello splendido mare.

JINNY: Quelle spiagge deserte.

MAX: Quel silenzio senza fine.

PHILIP: Quelle palme.

CLARE: E il cocco…(quasi riflettendo tra sé) non ho mai avuto tanta voglia di cocco come in questo momento.

JINNY: Ti capisco benissimo.

MAX: (A Clare) Ma il volo è stato proprio sospeso?

CLARE: Sospeso.

PHILIP: E quale sarebbe stato il motivo?

CLARE: Neve.

PHILIP: Oh!!(Con stupore)

CLARE: Erano ventuno anni che non nevicava a Roma ed è andato a farlo proprio oggi.

JINNY: Già…proprio oggi.

MAX: Stavo pensando una cosa.

PHILIP: Cosa?

MAX: Che infondo tutto questo interesse per andare a vedere le Maldive, io non ce l’ho mai avuto.

CLARE: Ma cosa dici...sei impazzito?

MAX: No perché?

CLARE: Un posto così bello…romantico…interessante…(pensandoci bene) però, sai che forse hai ragione.

MAX: Che ti dicevo.

CLARE: In effetti ora che ci penso…a me il mare neanche piace.

JINNY: Ad essere sinceri…anch’io preferisco la montagna.

(Iniziano a risvegliarsi dal loro tono dimesso e rassegnato).

PHILIP: Ma allora scusate…questo viaggio per chi lo stavamo facendo?

MAX: Bella domanda.

CLARE: Io lo facevo per il mio capo-ufficio…non lo sopportavo più.

JINNY: Sembra che se uno non è mai stato alle Maldive non ha capito nulla della vita.

MAX: Già, anche i miei colleghi mi hanno fatto una testa così.

PHLILP: Comunque scusate, se a nessuno di noi interessava nulla di queste Maldive, questo imprevisto cade proprio come la neve dal cielo.

MAX: Infatti sta nevicando.

CLARE: Ma vuoi scherzare…ed ora cosa gli racconto al mio capo-ufficio?

JINNY: Ed io alla mia parrucchiera, alla signora della profumeria, alla rappresentante della vaporella.

PHILIP: Quale rappresentante? (a Jinny)

JINNY: Nulla, mi sono voluta fare un piccolo regalo.

PHILIP: Che regalo?

JINNY: Ho comprato la vaporella nuova, quella che pulisce a 100 gradi.

PHILIP: Come mai non lo sapevo?

JINNY: Perché la tengo nascosta nello stanzino di Clare.

PHILIP: Ah! (stupito)

CLARE: Ormai tutti sanno del nostro viaggio alle Maldive.

MAX: Anzi, ci credono già in volo.

PHILIP: E va bene che sarà mai…gli spiegheremo la situazione e torneremo a lavoro a testa alta.

CLARE: Non ci penso per niente.

JINNY: Neanch’io…scordatelo.

PHILIP: Allora cosa vogliamo fare?

MAX: (con leggerezza) Del resto, non possiamo mica fingere di essere partiti, no? (tutti lo guardano) Si?!

CLARE: Sai che non è una brutta idea.

MAX: Ma io dicevo per…

PHILIP: Forse può funzionare. Facciamo credere a tutti di essere partiti per le Maldive ed invece rimaniamo qui nei nostri appartamenti. Così non avremo neanche il problema di papà. Visto che non partiamo più può rimanere con noi.

CLARE: Per carità. Pettegolo com’è andrebbe a dire a tutti che ci siamo nascosti in casa.

PHILIP: E va bene…allora non diciamogli nulla. Vorrà dire che rimarrà a casa di George per le prossime due settimane.

JINNY: Mmm!!(tossisce un po’) C’è un piccolo problema.

PHILIP: Quale problema?

JINNY: Che per le prossime due settimane, casa di George sarà casa nostra.

PHILIP: Cosa?

JINNY: Per convincerlo a tenere vostro padre gli ho dovuto dare le chiavi del nostro appartamento. Dice che il suo è troppo piccolo per tre persone.

CLARE: Tre?

JINNY: Lui, Pedro e Bobby.

(Max inizia a ridere)

CLARE: Cos’hai da ridere?

MAX: (Continuando a ridere) Nulla, è che avremmo dovuto passare quindici giorni su una spiaggia deserta, tra le palme ed il cocco, ed invece saremo costretti a rimanere qui dentro tutti e quattro. (ride)

CLARE: (Seria) E ridi per questo?

MAX: (Smette piano piano di ridere, fulminato da Clare) Beh!! Si…

PHILIP: (A Jinny) Ma come diavolo ti è venuto in mente di dare le chiavi di casa nostra a George?

JINNY: Vedi di calmarti. Non avevo alternative. E poi se non fosse stato per tuo padre.

PHILIP: Lascia stare mio padre. Lui non c’entra nulla.

JINNY: Non c’entra nulla? Allora per quale motivo credi che ci troviamo bloccati qui dentro?

CLARE: Ragazzi volete calmarvi. Cerchiamo di non litigare. Piuttosto vediamo di organizzarci. Dunque io e Max dormiremo nella nostra camera da letto. Mentre voi dovrete un po’ arrangiarvi. Uno può dormire qui sul divano e l’altro dovrà sacrificarsi.

JINNY: Io scelgo il divano.

PHILIP: A lei la parola “sacrificarsi” suona male.

CLARE: Allora, se Jinny dorme sul divano tu non hai molte alternative.

PHILIP: Cioè?

MAX: E’ rimasta solo la vasca da bagno.

PHILIP: Vorrà dire che dormirò rannicchiato.

CLARE: Comunque ti è andata bene.

PHILIP: Perché?

CLARE: Perché Max voleva togliere la vasca per mettere la doccia.

JINNY: (in maniera acida) Visto che dormi nel gabinetto, vorrei ricordarti che io la mattina mi sveglio molto presto, quindi quando sono le sei, sei e mezza al massimo, dovrai alzarti perché io a quell’ora vado in bagno.

CLARE: E per i vestiti?

JINNY: Per quello non c’è problema abbiamo le valige piene.

PHILIP: Parla per te. Io per economizzare spazio ho dovuto mettere tutto dentro questa valigetta. (prende una valigetta piccolissima)

MAX: E come hai fatto a farci entrare tutto?

PHILIP: Infatti non c’è entrato nulla. Ho portato solo due costumi, un pigiama e le pinne.

MAX: Ti darò qualcosa di mio. (esce verso le camere)

JINNY: Ragazzi lo sapete che questa situazione è davvero eccitante.

PHILIP: (Sconsolato tra sé) Eccitante?…Passerò i prossimi quindici giorni a dormire dentro una vasca da bagno in costume e con le pinne…è lei lo trova eccitante. (prende la valigetta ed esce verso le camere.).

(Suona il citofono nell’appartamento di dx)

CLARE: (a Jinny) Oddio il citofono. Che faccio rispondo?

JINNY: Non lo so…in teoria noi non siamo in casa.

CLARE: Giusto, allora non rispondo. Tanto non suona più. (suona di nuovo il citofono) Appunto…

JINNY: Forse è meglio se rispondi.

CLARE: Va bene rispondo….(un po’ titubante) Pronto? Chi parla?

TASSISTA: Armadillo 21.

JINNY: Chi è? (a Clare)

CLARE: (A Jinny) Il tassista. (al citofono) Cosa vuole?

TASSISTA: Parlo con l’amante?

CLARE: (un po’ irritata) Come dice?

TASSISTA: Ho capito lei è la moglie.

CLARE: Ma la moglie di chi?

TASSISTA: La moglie del cornuto.

CLARE: Ma come si permette.

JINNY: Che succede?

CLARE: (Al citofono) Senta che cosa le serve?

TASSISTA: Un paio di scarpe nuove.(ironicamente)

CLARE: Perché ha citofonato qui?

TASSISTA: Vorrei sapere che cosa devo fare? E’ una vita che vi sto aspettando…ma non partite più?

JINNY: Cosa dice?

CLARE: (A Jinny) “Ma non partite più”?

JINNY: Digli che siamo già partirti.

CLARE: (Al citofono) Guardi che siamo già partiti.

TASSISTA: Come partiti?

CLARE: Si... Si era fatto tardi.

TASSISTA: E allora come mai lei è ancora in casa?

CLARE: Perché io non sono partita.

TASSISTA: Vuole farmi credere che suo marito è partito senza di lei?

CLARE: No, sono io che sono rimasta senza di lui.

TASSISTA: Mi dispiace ma non ci credo.

CLARE: (A Jinny) Non ci crede.

JINNY: Allora digli che tu non sei la moglie.

CLARE: (Al citofono) Guardi che io non sono la moglie.

TASSISTA: Lo immaginavo…lei è l’amante.

CLARE: No, non sono neanche l’amante.

TASSISTA: Allora chi è?

CLARE: (Tra sé) Chi sono?

JINNY: La cameriera.

CLARE: (Al citofono) La cameriera.

TASSISTA: La cameriera?

CLARE: Si, la cameriera, cosa c’è di strano?

TASSISTA: Nulla…a parte il fatto che è un’ora che sto aspettando quattro persone che non si vedono ed ora vengo a sapere che sono già partite.

CLARE: Ora la devo salutare perché devo andarmi a fare la doccia.

TASSISTA: Scusi ma chi mi paga?

CLARE: Non pretenderà che io le dia dei soldi?

TASSISTA: Io da lei non pretendo nulla…però il tassametro segna già 45 euro e qualcuno dovrà pur darmeli.

CLARE: Va bene…dopo la doccia ne riparliamo.

TASSISTA: Allora salgo.

CLARE: A far cosa?

TASSISTA: La doccia.

CLARE: Per carità. (attacca)

JINNY: Che ha detto?

CLARE: Che voleva salire a farsi la doccia con me.

JINNY: Ci manca solo il tassista dentro questa casa. (Sorridendo)

CLARE: Gli ho detto che sono la cameriera, ma suonerà di nuovo. (Andando verso le camere) Vuole i suoi 45 euro.

JINNY: (Uscendo) Questo gioco incomincia ad appassionarmi. (escono verso le camere)

(Nell’appartamento di sx, sempre a luce spenta, entra Pedro con in mano una piccola cesta coperta dentro la quale c’è il piccolo Bobby.)

PEDRO: Buono Bobby…non farti sentire. (si sente abbaiare un cane. Pedro accende la luce) Ti ho detto di stare buono. George non deve sapere che sei qui. (Suona il citofono. Pedro tenendo in mano la cesta risponde) Chi è?

TASSISTA: Armadillo 21.

PEDRO: Mi dispiace molto.

TASSISTA: Anche a me…ho appena saputo che sono partiti.

PEDRO: Chi?

TASSISTA: I suoi figli con le loro mogli.

PEDRO: A si?…non lo sapevo?

TASSISTA: Come non lo sapeva? Non l’hanno detto neanche a lei?

PEDRO: No, vede io sono alle prese con Bobby.

TASSISTA: Bobby è il suo nipotino?

PEDRO: No, è il cane di George.

TASSISTA: George è il suo nipotino?

PEDRO: No. George è un amico di Max.

TASSISTA: Max è il suo nipotino?

PEDRO: No, Max è il fratello di Philip.

TASSISTA: Phili è il suo nipotino?

PEDRO: (secco alzando la voce) No…Armadillo io non ho nipoti.

TASSISTA: Mi scusi.

GEORGE: (Da fuori) Bobby…Bobby dove sei?

(Bobby abbaia)

PEDRO: Buono Bobby.

TASSISTA: Non mi chiamo Bobby.

PEDRO: Non dicevo a lei.

GEORGE: (Da fuori) Bobby, che fine hai fatto? (sta per entrare nell’appartamento di sx)

PEDRO: (Prima che George entri in casa, abbaia al citofono ed attacca, apre l’armadio e ci butta dentro la cesta con il piccolo Bobby. Richiude l’armadio e gli si mette davanti con aria falsamente disinvolta).

GEORGE: (Entrando) Dottore lei è qui?

PEDRO: Sei sicuro? (vago)

GEORGE: Non riesco più a trovare Bobby.

PEDRO: (cercando di ricordare) Bobby?..Bobby?…Bobby?

GEORGE: Il mio cagnolino. Quello che stava visitando si ricorda?

PEDRO: Ah! Certo il piccolo Bobby. (ridacchiando)

GEORGE: Sa per caso dove possa essere?

PEDRO: Chi?

GEORGE: Bobby.

PEDRO: No, non lo so…mi dispiace.

GEORGE: Era in casa ed un momento dopo non l’ho visto più…(fa per uscire)Vado a chiedere ai vicini.

PEDRO:  Vai, vai…io aspetto qui.

(si sente un rumore da dentro l’armadio. E’ il piccolo Bobby che si sta muovendo)

GEORGE: (Si volta di scatto, rimanendo sulla porta) Cosa è stato?

PEDRO: Cosa è stato?

GEORGE: Ho sentito un rumore.

PEDRO: Ho sentito un rumore.

GEORGE: Uno strano rumore.

PEDRO: Uno strano rumore.

GEORGE: (alza le spalle) Sarà!!(fa per uscire)

PEDRO: Sarà!!

(si sente abbaiare dall’armadio)

GEORGE: (Si volta di nuovo) Che è stato?

PEDRO: Non lo so.

GEORGE: Ho sentito abbaiare un cane.

PEDRO: Avrai avuto una visione.

GEORGE: Ho sentito!!

PEDRO: E va bene sarà stata un’udizione.

(si sente di nuovo abbaiare)

GEORGE: Chi è?

PEDRO: Da dentro l’armadio.

GEORGE: Non ho chiesto da dove. Ma chi è?

PEDRO: Da questo armadio.

GEORGE: Chi c’è chiuso dentro quell’armadio?

PEDRO: Che sarà…della fine dell’‘800?

GEORGE: Dottore, c’è un cane chiuso dentro l’armadio.

PEDRO: Forse.

GEORGE: Non sarà mica il mio Bobby?

PEDRO: Non lo so…apriamo e vediamo.

(aprono l’armadio)

GEORGE: Bobby, che ci fai qui dentro?

PEDRO: (Si ritrae per l’odore nauseante) George?

GEORGE: Dica dottore.

PEDRO: Il piccolo Bobby ha fatto la cacca nell’armadio.

GEORGE: (Vede nell’armadio. Sorridendo) Già…lo fa spesso. (alla cesta) Che hai fatto la cacchina nell’armadio? Brutto zozzone. (prende la cesta e si allontana dall’armadio).

PEDRO: (Rimette la testa nell’armadio) All’anima della cacchina…(a George) Sicuro che non sia un San Bernardo nano?

GEORGE: Ma cosa dice dottore. Porto Bobby sul balcone, non vorrei sporcasse troppo questa casa. Infondo siamo ospiti.

PEDRO: Siamo?!

GEORGE: La mia amica Jinny prima di partire mi ha detto che possiamo rimanere qui per le prossime due settimane.

PEDRO: Allora è vero che sono partiti?

GEORGE: Certo. Lei e Philip sono ormai in viaggio per le Maldive. Comunque non si preoccupi dottore, Jinny mi ha detto del suo problema.

PEDRO: Quale problema?

GEORGE: La recente scomparsa di sua moglie.

PEDRO: Recente…ma se è morta dodici anni fa?!

GEORGE: Ho promesso a Jinny che le avrei fatto compagnia io per i prossimi quindici giorni. Passeremo due settimane indimenticabili. (esce in cucina)

PEDRO: Ma che diavolo sta succedendo qui? (segue George)

(Entra nell’appartamento di dx Philip con Max. Philip ha in mano delle lenzuola, un cuscino e la sua valigetta che poi poserà sul divano.).

PHILIP: Penso che Jinny e Clare inizieranno a litigare molto presto.

MAX: Perché?

PHILIP: Come perché? Guardati intorno…questa casa è quello che mia moglie chiama “Deframmentazione domestica”

MAX: Ossia?

PHILIP: E’ un modo come un altro per dire che ogni cosa è fuori posto.

MAX: Spero che Jinny trasmetta un po’ del suo ordine a Clare…tu lo sai che io sono un po’…come dire…

PHILIP: Rompipalle?

MAX: No.

PHILIP: Noioso?

MAX: No.

PHILIP: Pesante?

MAX: Preciso…A volte tutto questo disordine mi fa venir voglia di trasferirmi nel vostro appartamento. Almeno li ogni cosa ha il suo posto. Dove vai? (A Philip che si stava dirigendo verso il bagno).

PHILIP: Vado a mettere le lenzuola al mio letto.

MAX: Mi dispiace che ti debba sacrificare così.

PHILIP: Ma quale sacrificio…ora scusami ma devo sistemare la mia camera. (esce nel bagno)

CLARE: (Entra in scena) Max? C’è un piccolo problema?

MAX: Che problema?

CLARE: Non abbiamo nulla da mangiare.

MAX: Come non abbiamo nulla da mangiare?

CLARE: Nulla…sapendo che saremmo rimasti fuori per due settimane non sono andata a fare la spesa.

MAX: Ma non c’è proprio niente?

CLARE: Vieni a vedere con i tuoi occhi.

MAX: Penso che prima o poi qualcuno prenderà spunto dalla nostra storia per fare un programma televisivo. “Quattro persone. Due uomini e due donne. Chiusi in una casa per quindici giorni…chi sarà il vincitore?” (escono verso le camere).

GEORGE: (Rientra in scena un po’ scocciato con un cellulare in mano. Parla tra sé) Mannaggia a me e quando gli ho detto di si. Questo non è un dottore è un pazzo. (compone un numero al cellulare) Ma adesso li chiamo e glielo dico. Jinny mi ha detto che potevo telefonargli sul cellulare quando volevo.

(Squilla il cellulare che sta nella valigetta di Philip sul divano. Jinny entra a rispondere)

JINNY: Philip? Philip? Dove sei?

PHILIP: (da fuori) In bagno…mi sto rifacendo il letto.

GEORGE: (impaziente) Rispondete…(al telefono)

JINNY: Dov’è il tuo cellulare?

PHILIP: (Da fuori) Nella valigetta sul divano.

JINNY: Sempre disordinato…come al solito. (apre la valigetta e risponde) Pronto?

GEORGE: Jinny sono George. Dove siete?

JINNY: Eh!!…Siamo…all’aeroporto. C’è qualche problema li?

GEORGE: Ma che razza di dottore è questo Pedro?

JINNY: Perché?

GEORGE: Sta torturando il piccolo Bobby…pensa che prima lo ha anche chiuso nel tuo armadio.

JINNY: Nel mio armadio? (stupita)

GEORGE: Si, quello del salone.

JINNY: Del mio salone? (ancora più stupita)

GEORGE: (Sorridendo) Pensa che il piccolo Bobby ci ha anche fatto la cacca dentro.

JINNY: (Si siede sconsolata sul divano) Ha fatto la cacca nel mio armadio?

GEORGE: Si…lo fa sempre.

JINNY: Beh! Se lo fa sempre.

GEORGE: Se è per questo ha anche fatto la pipi sulla moquette del corridoio.

JINNY: (si altera) Sulla mia moquette?

GEORGE: Si…è un suo vizio. Ogni volta che vede una moquette lui ci fa la pipi sopra.

JINNY: (riflettendo) Ma io ho la moquette in tutta casa?!(terrorizzata tra sé)

GEORGE: Comunque non è questo il problema…Il fatto è che questo dottor Pedro è un tipo strano. Si muove come se questa fosse casa sua. Non so come controllarlo.

JINNY: Non avrà fatto la pipi sulla moquette anche lui?

GEORGE: No, stai tranquilla…gliel’ho impedito…Però devo ammettere che mi avete proprio incastrato per benino.  (si sente il rumore dello sciacquone nel bagno di dx) Cosa è stato?

JINNY: Nulla…stanno chiamando il nostro volo. (George inavvertitamente un grande vaso con dei fiori che rovesciandosi fanno cadere tutta l’acqua per terra.)

GEORGE: No!!

JINNY: Cosa è successo?

GEORGE: Ho fatto cadere un vaso con dei fiori.

JINNY: I miei fiori?!

GEORGE: Ma quanta acqua ci metti dentro questi vasi…anche prima mi è caduto quello che stava in cucina e si è allagato tutto.

PEDRO: (Da fuori) George…Bobby si sta mangiando tutti i gerani sul balcone.

GEORGE: Scusami ma ora devo andare…Credo che Bobby abbia fame. Ci risentiamo, buone vacanze. (attacca)

JINNY: (Tra sé. Sconsolata) La mia povera casa…La mia piccola casa. (esce verso le camere)

PHILIP: (Rientra dal bagno) Chi era al telefono? Jinny?…Jinny? (esce verso le camere)

(Suonano alla porta dell’appartamento di sx. E’ Margarette la mamma di Jinny e Philip. Margarette è un tipo piuttosto esuberante. Ma molto sbadata. Ha avuto qualcosa come 6 o 7 mariti.)

GEORGE: (Entrando) Chi è?

MARGARETTE: (da fuori) Sono Margarette, la mamma di Clare e Jinny.

GEORGE: (Apre la porta) Buongiorno.

MARGARETTE: (Ha delle pastarelle in mano. Fissa George) Tu non sei Philip?

GEORGE: No, sono George.

MARGARETTE: Mia figlia ha cambiato marito?…Tutta sua madre. (entra con irruenza nella casa)

GEORGE: Signora io non sono il suo nuovo marito.

MARGARETTE: Non sarai mica l’amante? Gliel’ho insegnato fin da piccole, sia a lei che a Clare. Siate donne serie…Sposatevi quante volte volete ma non tradite mai i vostri mariti.

GEORGE: Guardi che…

MARGARETTE: (si toglie il cappotto) Prendi me…lo sai quanti mariti ho avuto io?

GEORGE: Veramente…

MARGARETTE: Sei..(ci pensa) o sette, ora non ricordo. Però sono sempre stata fedelissima ad ognuno di loro. (con un piccolo sorrisino) Mi ricordo ancora il povero Thomas. E’ stato il mio terzo marito…(ci pensa) no, il quarto. Il terzo è stato Artur, il fratello di Brandon il mio primo marito.

GEORGE: Devo essermi perso...Sono rimasto a Thomas

MARGARETTE: Giusto Thomas…era gelosissimo di me.

GEORGE: E’ per questo che lei lo ha lasciato?

MARGARETTE: Non l’ho lasciato…

GEORGE: Ah!

MARGARETTE: E’ morto.

GEORGE: Mi dispiace…avrà sofferto molto?

MARGARETTE: Non più di tanto…ormai mi ci ero abituata. Come ti ho già detto Thomas è stato il mio quarto marito.

GEORGE: Ma perché anche i primi tre erano morti?

MARGARETTE: Non solo i primi tre, anche quelli dopo…tutti morti, tutti e sei, o sette…(Tra sé) Non ricordo mai. ( a George) Posso mettere il mio cappotto in questo armadio?

GEORGE: Si…(si riprende ricordando i bisogni fatti da Bobby nell’armadio) Cioè no (nella foga fa cadere la valigia di Margarette)…meglio di no.

MARGARETTE: Perché?

GEORGE: C’è uno brutto odore in quel armadio oggi.

MARGARETTE: Strano, mia figlia Jinny tiene molto alla casa…(vede i fiori per terra) Ma come mai tutto questo disordine?

GEORGE: Vede…sua figlia Jinny non è in casa.

MARGARETTE: E’ uscita?

GEORGE: No, partita…per le Maldive insieme a suo marito Philip e a Max e Clare.

MARGARETTE: Che peccato…io ero venuta per stare qualche giorno da loro…vorrà dire che rimarrò qui a farle compagnia. (va verso il bagno)

GEORGE: Bene…(ci riflette) Come compagnia?

MARGARETTE: Certo…infondo questa è anche un po’ casa mia. Vado a lavarmi le mani.

GEORGE: Ma porca miseria…. (prende il cappotto di Margarette e lo mette dentro una stampella nell’armadio insieme alle pastarelle) C’è troppo movimento dentro questa casa e la cosa non va affatto bene. Avevo promesso a Jinny che avrei lasciato tutto com’era, ma la situazione inizia a sfuggirmi di mano.

PEDRO: (Da fuori) George? Sto preparando la camomilla per Bobby…devo metterci il limone oppure no?

GEORGE: No dottore!! Gliel’ho già detto il limone è astringente. (esce in cucina)

MAX: (Da fuori) Non ho nessuna intenzione di uscire di casa vestito così.

CLARE: (da fuori) Ma perché no?…Stai benissimo.

MAX: (Entra in scena insieme a Clare. Ha una parrucca da donna e degli occhiali scuri. Indossa un lungo impermeabile) Ah! Sto benissimo?

CLARE: Non ci trovo nulla di strano.

MAX: Nulla di strano? Ma stai dando i numeri?

CLARE: Max, siamo in una situazione di emergenza.

MAX: Ho capito…ma non posso andare al supermercato vestito così.

CLARE: Allora cosa vorresti fare? Vorresti uscire vestito normalmente, così tutti ti riconosceranno e sapranno che non siamo affatto partiti?

MAX: Questo no…però perché proprio io?

CLARE: Perché tu vestito da donna sei più credibile di tuo fratello Philip.

MAX: Grazie…bel complimento.

CLARE: Su, non fare tante storie. Cosa sarà mai. Infondo il supermercato è qui davanti.

MAX: Se è qui davanti!!

CLARE: Allora ti ricordi tutto quello che devi prendere?

MAX: (un po’ scocciato) Si, me lo ricordo.

CLARE: Vuoi la lista?

MAX: Non mi serve la lista, me lo ricordo.

CLARE: Eccola. (prende la lista in mano e legge) Pasta.

MAX: Pasta.

CLARE: Pomodoro.

MAX: Pomodoro.

CLARE: Frutta.

MAX: Frutta.

CLARE: Caffè.

MAX: Caffè.

CLARE: Assorbenti.

MAX: Assorb….come assorbenti?

CLARE: Eh! Sono finiti.

MAX: Ma non posso andare a comprare gli assorbenti io.

CLARE: Perché no? Digli che sono per te.

MAX: Bhe certo…(ci riflette) Ma come per me?

CLARE: Si, per te…mi raccomando, quelli interni.

MAX: Pure?!

CLARE: Va bene, comunque è tutto scritto qui. (mette il foglio in tasca a Max) Mi raccomando non fare confusone…e fai presto. (va verso le camere)

MAX: Nient’altro…dice che sono più credibile. Roba da pazzi. (Suona il citofono di dx è il tassista) Si?

TASSISTA: Parlo con la cameriera?

MAX: (Camuffando la voce) Si…chi parla?

TASSISTA: Sono sempre io, Armadillo 21. Ha finito di farsi la doccia?

MAX: (c.s) La doccia?

TASSISTA: Non doveva farsi la doccia?

MAX: (c.s.) Già, la doccia, che sbadata che sono.

TASSISTA: Cosa devo fare con questi 50 euro?

MAX: Ma non erano 45?

TASSISTA: Il tempo passa e il tassametro corre…Ma lo sa che ha una voce un po’ diversa rispetto a poco fa?

MAX: (c.s) Ah si?…E’ che ho avuto un improvviso calo di voce…(inizia a tossire) ed una tosse tremenda…(tossisce) Mi scusi ma devo andare a prendere lo sciroppo…(tossisce ed attacca il citofono) (sempre camuffando la voce verso le camere) Comunicazione…(Si accorge di parlare ancora da donna e si corregge parlando in maniera profonda) Comunicazione di servizio per chiunque risponda al tassista…la cameriera ha la tosse. (esce di casa)

MARGARETTE: (Esce dal bagno con in mano un grande asciugamano. Si asciuga le mani e appena ha terminato si mette ad asciugare con lo stesso asciugamano l’acqua sul pavimento, dando la schiena alla cucina) Oh! Ci voleva proprio una bella rinfrescata…ma cos’è tutta quest’acqua sul pavimento. (si inchina)

PEDRO: (tra sé) Margarette!!(entra con in mano un bicchiere con della camomilla ma appena riconosce Margarette si nasconde repentinamente nell’armadio)

(Tra Pedro e Margarette non corre buon sangue).

MARGARETTE: (Sentendo il rumore dell’armadio si volta) Ma, cosa è stato? (si alza lasciando l’asciugamano a terra) George?

GEORGE: (entra in maniera irruente) Dov’è andato?

MARGARETTE: Chi?

GEORGE: Il dottor Pedro?

MARGARETTE: Pedro? Era il secondo nome del mio sesto marito.

GEORGE: Non me ne importa nulla. Ha visto passare il dottore o no?

MARGARETTE: Veramente io non ho visto nessuno. Ma calmati, ti fa male essere cosi agitato.

GEORGE: Il dottor Pedro vuole la morte del mio cagnolino.

MARGARETTE: Hai un cane?

GEORGE: Si, un bellissimo ciuaua, si chiama Bobby.

MARGARETTE: Beato te…io ho sempre desiderato un cane, però i miei mariti non lo hanno mai voluto, pensa nessuno dei sei…

GEORGE: Sette.

MARGARETTE: Già sette…me ne perdo sempre uno.

GEORGE: Tanto è morto.

MARGARETTE: Bobby?

GEORGE: No, il marito.

MARGARETTE: Il marito di Bobby?

GEORGE: No, il suo.

MARGARETTE: Io non ho mai avuto un marito di nome Bobby…(ci pensa) o si?

GEORGE: Mi scusi ma devo trovare assolutamente il dottor Pedro.

MARGARETTE: (Pensando ancora ai mariti) E no…l’unico che iniziava con la lettera “b” era Brandon…

GEORGE: Il dottor Pedro è sparito con la camomilla che avevo preparato per il mio cane.

MARGARETTE: Poverino, si sente poco bene?

GEORGE: Ha mangiato tutti i gerani del balcone ed ora ha forti dolori di stomaco, così il dottore mi ha consigliato di fargli una camomilla, ma ora è sparito con tutto il bicchiere.

(Si sente tossire Pedro da dentro l’armadio)

MARGARETTE: C’è qualcuno che sta tossendo da dentro l’armadio.

GEORGE: Ecco dove si era cacciato. (va vicino l’armadio) Dottore?

PEDRO: (Dall’armadio) Chiamalo…credo di averne bisogno.

MARGARETTE: E’ lui? (A George)

GEORGE: Si…dottore venga fuori.

PEDRO: Non posso.

GEORGE: Perché?

PEDRO: Sono quasi morto.

MARGARETTE: Poverino, forse non sopporta i luoghi chiusi.

GEORGE: Forse non sopporta l’odore di questo luogo chiuso…Dottore se non esce immediatamente la chiudo a chiave nell’armadio e la lascio lì per due ore.

PEDRO: (Apre immediatamente l’armadio e lascia cadere per terra le pastarelle che aveva aperto nell’armadio e il bicchiere con la camomilla)  No per carità.

MARGARETTE: Pedro?

PEDRO: Margarette.

GEORGE: Ma voi vi conoscete?

MARGARETTE: Certo lui è mio…

PEDRO: (Interrompe  Margarette) Psichiatra…sì, io sono il suo psichiatra. Vero Margarette? (Gli fa dei cenni)

MARGARETTE: Psichiatra?!

(Si sente abbaiare il cane da fuori)

GEORGE: Il piccolo Bobby mi chiama…scusatemi. (esce verso la cucina)

MARGARETTE: Cosa ci fai a casa di mia figlia Jinny?

PEDRO: Guarda che questa è casa di mio figlio Philip?

MARGARETTE: Non credo proprio caro…questa casa l’ho comprata io a mia figlia quando ero sposata con il mio sesto marito Carl.

PEDRO: (La corregge) Jonny…Carl era il settimo.

MARGARETTE: Sei sicuro?

PEDRO: Certo che sono sicuro te l’ho presentato io.

MARGARETTE: Comunque Jonny o Carl non importa, il fatto è che questa è come se fosse casa mia e non ho nessuna intenzione di dividerla con un vecchio rimbambito come te. Quindi prendi la tua valigia e vattene.

PEDRO: Non posso perché non sono qui in veste di padre , bensì in qualità di dottore.

MARGARETTE: A proposito cos’è questa storia?

PEDRO: Ad essere sincero non ho capito ancora bene…mio figlio Max mi ha detto “stai al gioco, dopo ti spiego” però ora è partito per le Maldive e non ha fatto in tempo a spiegarmelo.

GEORGE: (da fuori) Dottore venga…Bobby si sta sentendo male.

PEDRO: Hanno bisogno di me in cucina…con permesso. (esce verso la cucina)

MARGARETTE: (Tra sé) Quest’uomo è proprio un bambino…non riesco a capire cosa ci possa aver trovato di tanto interessante la sua povera moglie defunta. (prende la valigia) Mi ricorda tanto il mio quinto marito…penso si chiamasse Arnold o Peter?…(uscendo) Non riesco mai a ricordare questi nomi, per fortuna che sono solo sei…o sette? Ma!! (esce verso la cucina)

(Nell’appartamento di dx entra Jinny con un grembiule, dei quanti da casa ed uno spolverino)

JINNY: Non riesco a capacitarmi su come si possa vivere con tutto questo disordine.

CLARE: (entra) Cosa fai?

JINNY: Metto un po’ a posto.

CLARE: Ma non serve.

JINNY: Come non serve? Non vedi che è tutto sporco. Dovresti frequentare un pò di più casa mia. Magari vedendo come tengo in ordine il mio appartamento cambieresti modo di vedere le cose.

(L’appartamento di Jinny è diventanto un vero “porcile”, Ci sono dei fiori per terra, il pavimento è bagnato, l’asciugamano è buttato sul pavimento, l’armadio è aperto ed il vassoio delle pastarelle è rovesciato per terra).

CLARE: Secondo me esageri… Non riesco a capire da dove nasca questa tua mania.  Da bambina non eri così.

JINNY: E’ da quando mi sono sposata con Philip, non sopporto il suo disordine.

(Dalla cucina si sente squillare il telefonino di Clare.).

CLARE: E’ il mio cellulare.

PHILIP: (Entrando con il telefonino in mano) Clare…il tuo telefonino.

CLARE:Chi è?

PHILIP: (Legge il nome) Cornel.

CLARE: Jerry Cornel, il mio capo-ufficio. Non voglio parlarci.

PHILIP: Come non vuoi?

CLARE: Non saprei cosa dirgli…quello mi crede alle Maldive. Parlaci tu.

PHILIP: Ma cosa gli dico?

CLARE: Digli che mi sto facendo il bagno.

PHILIP: (Risponde) Pronto?…No, non sono Clare, sono Philip, il cognato…

CLARE: Cosa dice?

PHILIP: No, Clare non può venire al telefono…dove siamo?…(alle donne) Dove siamo?

CLARE: Ma come dove siamo? Alle Maldive.

JINNY: (Che intanto continua a pulire) Imbranato.

PHILIP: Alle Maldive…imbranato…Non lo sente. (alle donne) Cantate qualcosa.

CLARE: Cosa?

PHILIP: Fate voi. (al telefono) Ascolti eh!!

CLARE-JINNY: (Cantano una strofa di “Tropicana”) Mentre la tv cantava, mentre la tv diceva… devila perché, è tropicana eh!

PHILIP: Sentito…siamo proprio alle Maldive…Cosa?… Si, è bellissimo qui…un po’ caro  però…Cosa?…No, Clare ora non può venire, gliel’ho già detto…No, non può assolutamente…Eccola. (dà il telefono a Clare) Se non ci parli ha detto che ti licenzia.

CLARE: Pronto signor Cornel…scusami Jerry…Si qui è veramente bello…un posto davvero caratteristico.

PHILIP: (Imitando un venditore di cocco napoletano) Cocco. Cocco bello.

(Jinny dà una botta con la scopa in testa a Philip).

 

CLARE: Ora mi scusi ma la devo salutare…mio marito mi chiama…si…grazie…va bene le manderò una cartolina…va bene due…arrivederci. (attacca) Non lo sopporto più.

PHILIP: Forse ti conviene spegnere il telefonino.

(Suona il citofono è Max)

JINNY: Dev’essere di nuovo il tassista. Clare, parlaci tu.

CLARE: (Va al citofono) Armadillo cosa c’è adesso?

MAX: (Con voce da donna) Non sono Armadillo sono Marghy.

CLARE: Marghy?

MAX: (Con voce da uomo) Sono Max…non posso parlare ho il tassista che mi fissa.

CLARE: Max, cosa è successo?

MAX: Una cosa terribile. Deve essere arrivata vostra madre.

CLARE: Cosa?

JINNY: Che è successo?

CLARE: (A Jinny) Max dice che mamma è qui. (al citofono) Ma sei sicuro?

MAX: Come posso sbagliarmi, è l’unica donna in città a possedere una fiat 500 rosa con i cuoricini bianchi ed i nomi dei suoi sette mariti tatuati sopra.

CLARE: La sua macchina è qui sotto?

MAX: Vicino a quella del tassista.

TASSISTA: (come se stesse chiamando Max) Scusi signorina.

MAX: Il tassista mi chiama…devo scappare.

CLARE: Max ha visto la macchina di mamma parcheggiata qui sotto.

PHILIP: Ci mancava solo questa. Povero George, dopo papà anche vostra madre.

JINNY: (Sempre presa nelle pulizie) George se la caverà benissimo. E’ un ragazzo molto intelligente.

GEORGE: (Da fuori nell’altro appartamento) Dottore, dove va infilato questo?

PHILIP: Ma vuoi piantarla di pulire casa. Abbiamo cose più importanti a cui pensare.

JINNY: Io sono in vacanza alle Maldive, non posso fare nulla mi dispiace.

CLARE: Proviamo a telefonare a George e sentiamo se mamma è veramente li…cioè qui.

PHILIP: Giusto…ci penso io. (va al telefono)

JINNY: (Risatina)

PHILIP: Non credete che sia il caso di dirgli come stanno realmente le cose?

CLARE: Stai scherzando?

JINNY: Non ci fare caso, non sa quello che dice.

(Squilla il telefono di sx)

GEORGE: (entrando parlando rivolto verso la cucina. Indossa un grembiule da cucina entrando posa per terra un secchio con dell’immondizia) Vi prego, vi prego non discutete. (risponde) Pronto?

PHILIP: George, sono Philip.

GEORGE: Philip?! Come va?

PHILIP: Noi bene. Siamo qui all’aeroporto, c’è un sole che spacca le pietre.…Tu come stai?

GEORGE: Malissimo…Bobby si è sentito male ed ha vomitato sul tappeto della camera da letto.

PHILIP: (Alle donne) Il cane ha vomitato sul tappeto della camera da letto.

JINNY: Ma è un persiano. (fa cadere la un vassoio o qualcosa di simile)

PHILIP: (Al telefono) Ma è un persiano.

GEORGE: No un ciuaua.

PHILIP: Il tappeto è un persiano.

GEORGE: Ecco perché è andato a rimettere proprio li, lo ha scambiato per un gatto.

PHILIP: Nient’altro?

GEORGE: Beh! Veramente…Ha anche fatto la pipi sulla moquette.

PHILIP: Sulla moquette?

GEORGE : In ogni stanza.

PHILIP: In ogni stanza?

GEORGE: Bobby non riesce a resistere quando vede una moquette. Ma perché l’avete messa da tutte le parti?

PHILIP: Perché di solito noi la pipì la facciamo al bagno.

GEORGE: Comunque spero che si riprenda, gli ho appena fatto un clistere.

PHILIP: (Alle donne) Ha fatto un clistere al cane.

GEORGE: Me l’ha consigliato il dottor Pedro.

PHILIP: (Alle donne) Su indicazione di mio padre.

GEORGE: Comunque non è solo questo il problema. Poco fa è arrivata una signora di nome Margarette.

PHILIP: La mamma di Jinny e Clare?

GEORGE: Così sostiene.

PHILIP: (Alle donne) Era lei. (al telefono) Che ha combinato?

GEORGE: Nulla di grave per ora, ma parla sempre dei suoi mariti, si sbaglia con i nomi. Non la sopporto più.

MARGARETTE: (Da fuori) Ti ho detto di lasciarlo stare.

PEDRO: Giù le mani dal mio piatto.

PHILIP: Che succede?

GEORGE: Non lo so… Margarette ed il dottore non fanno altro che litigare.

PHILIP: Come al solito.

GEORGE: Non ho mai visto un dottore essere tanto irruento con una sua paziente.

PHILIP: Paziente?

GEORGE: Ah! Non lo sapevi, Margarette è in cura dal dottor Pedro.

MARGARETTE: (Da fuori) Guarda che questa volta te lo tiro in testa.

GEORGE: Se continuano così tra poco si menano…Philip io non ce la faccio più. Questa casa è diventata un porcile. Non so più dove mettere le mani…Vi prego tornate se siete ancora in tempo.

(suona il citofono) Scusami ma suonano al citofono, aspetta un momento.

PHILIP: (Alle donne) Questo si sta esaurendo.

CLARE: Poverino.

GEORGE: (Al citofono) Chi è?

TASSISTA: Sono io, il tassista.

GEORGE: Cosa le serve?

TASSISTA:  55 euro.

GEORGE: Anche a me…chi ce li può dare?

TASSISTA: Senta non faccia lo spiritoso. Io non voglio sapere cosa sta succedendo li. Aspetterò ancora un po’, ma se non scende qualcuno a portarmi i miei soldi, salgo su e sevizio la cameriera. (attacca)

GEORGE: Quale cameriera?…Pronto? (va al telefono) Philip?

PHILIP: Dimmi George.

GEORGE: Era il tassista…ma scusate voi come siete arrivati all’aeroporto se lui è ancora qui?

PHILIP: A piedi.

GEORGE: A piedi? Ma se sono più di quindici chilometri?

PHILIP: Infatti siamo stanchi morti…Cosa voleva?

GEORGE: Ha detto che vuole i suoi soldi altrimenti sale su e sevizia la cameriera. Ma qui non c’è nessuna cameriera.

PHILIP: Non ci fare caso, i tassisti sono persone stranissime

GEORGE: Me ne sono accorto.

MARGARETTE: (da fuori) Ah! Si…allora beccati questa. (si sente il rumore di un piatto che si rompe.)

PHILIP: Che è stato?

GEORGE: Tua suocera ha lanciato un piatto addosso al dottore.

PEDRO: (Da fuori) Ma come ti permetti…brutta vecchiaccia. (si sente il rumore di un piatto che si rompe.)

GEORGE: Il dottore ha risposto all’attacco… Scusami ma ora devo andare a fermarli prima che vi distruggano tutto il servizio da cucina. Ciao. (attacca. Uscendo fa cadere il secchio con l’immondizia che aveva portato in scena. Si rovescia tutto per terra.)

CLARE: Cosa sta succedendo di là?

PHILIP: Vostra madre sta cercando di uccidere mio padre con i piatti del nostro servizio da cucina.

JINNY: Il nostro servizio?

PHILIP: Già…ora George cercherà di fermarli.

JINNY: Basta devo andare di là.

CLARE: Ma dove vai?(La ferma)

JINNY: Stanno distruggendo il mio appartamento… non posso rimanere qui senza fare nulla.

CLARE: Stai tranquilla, George sistemerà tutto. E’ poi vedrai che sarà meno di quello che pensi.

JINNY: Tu credi?

CLARE: Ma certo…cosa vuoi che sia qualche piatto rotto…un po’ di pipi sulla moquette…un cane che vomita su un tappeto persiano.

JINNY: La mia povera casa…(esce piangendo verso le camere)

(Si spalanca la porta dell’appartamento di dx ed entra furtivamente Max, sempre con la parrucca e gli occhiali da donna e con delle buste della spesa)

MAX: Ta ta !!

CLARE : Max ?

MAX : Non sono Max, sono Marghy la sorella della vostra cameriera.

CLARE: Ma che dici?

MAX: Quel tassista è un maniaco. Voleva farmi salire sul suo taxi per farmi vedere la sua collezione di farfalle.

PHILIP: Ed hai accettato?

MAX: Certo che no. Gli ho detto che sono una donna sposata e queste cose non le faccio.

CLARE: Hai fatto la spesa?

MAX: Eccola. (mostra le buste a Clare)

PHILIP: Ma il tassista è ancora qui sotto?

MAX: Si, e penso ci rimarrà ancora per parecchio tempo.

PHILIP: Ma tu chi gli hai detto di essere?

MAX: Marghy, l’infermiera del dottor Pedro nonché sorella della vostra cameriera.

CLARE: (Vede nella busta) Ma quanti tipi di assorbenti hai comprato?

MAX: Oh! Io non sono pratico. C’erano quelli interni, quelli esterni, quelli con le ali vive, quelli che tirano su, quelli che portano giù…non sapevo quali prendere e allora li ho comprati tutti.

PHILIP: Tanto da oggi li usi anche tu. (a Max)

MAX: Simpatico…

CLARE: Porto la spesa in cucina.

MAX: Qui come procedono le cose?

PHILIP: Qui bene, è di là che vanno male.

MAX: Hai parlato con George?

PHILIP: Si, penso che alla fine di queste due settimane entrerà in analisi.

MAX: Margarette è di là?

PHILIP: Già, e non fa altro che litigare con papà.

MAX: Capirai, quelli non sono mai andati d’accordo.

PEDRO: (Entrando come se volesse andare via. Strillando) Basta io me ne vado.

PHILIP: (Capendo che il rumore proviene dal suo appartamento.) Lo senti è papà.

(Max e Philip si avvicinano al muro che separa i due appartamenti e si mettono ad ascoltare).

GEORGE: (Entra a cercare di calmare Pedro) No dottore la prego non se ne vada.

PEDRO: A me piace giocare, però quando è troppo è troppo.

GEORGE: Ma perché che è successo?

PEDRO: Quella pazza isterica mi ha tirato il quadro che stava in corridoio in testa.

GEORGE: Ma che sarà mai…dottore ci vuole un pò di pazienza con i pazienti.

PEDRO: Io ho accettato con molto piacere il ruolo di dottore, ma ora la mia vita è in pericolo. Quella donna mi odia e vuole la mia morte fisica. E visti i precedenti con i suoi sette mariti non credo che avrà problemi a raggiungere il proprio scopo.

MARGARETTE: (entrando con la valigetta di Pedro in mano. Gliela tira) E beccati questa. (la valigetta si apre e cadono delle cose)

GEORGE: Vi prego, calmatevi. Infondo non c’è alcun motivo per discutere così. Siamo tra amici.

PHILIP: Povero George.

(Max e Philip si allontanano dal muro. Philip si siede sul divano, prende una penna e delle cartoline che Max ha comprato. Intanto Max inizia a sistemare in maniera maniacale alcuni oggetti della stanza.)

GEORGE: Cercate di parlarvi e di chiarirvi.

MARGARETTE: Io non voglio avere nulla a che fare con quell’uomo. E non ho intenzione di sprecare il mio fiato a parlare con lui. Diglielo. (a George)

(George si trova al centro tra Pedro e Margarette)

GEORGE: Cosa?

MARGARETTE: Che non ho più intenzione di parlare con lui. Avanti diglielo.

GEORGE: (a Margarette) Io?…(a Pedro) Ha detto che è veramente un peccato discutere così.

PEDRO: Non me ne può fregare di meno.

GEORGE: (A Margarette) Dice che è molto rammaricato per questo.

MARGARETTE: A me invece non importa nulla.

GEORGE: (A Pedro) In effetti, anche lei è dispiaciuta.

MARGARETTE: Se dipendesse da me, potrebbe anche sparire dalla faccia della terra.

GEORGE: (a Pedro) Dice che forse se vi foste conosciuti in un altro momento chissà…

PEDRO: Per carità, non voglio neanche pensarci…avrei fatto la fine dei suoi sette mariti.

GEORGE: (A Margarette) Dice che la vita è fatta così…

MARGARETTE: Digli che ho avuto ben sei mariti.

GEORGE: Sette.

MARGARETTE: Giusto sette… è nessun di loro è mai stato tanto insignificante come lui.

GEORGE: (A Pedro) Dice che si nota subito che sei un uomo di cultura.

(Suona il citofono nell’appartamento di sx).

MARGARETTE: Rispondo io. (passa davanti a tutti e va a rispondere) Pronto chi è?

TASSISTA: Marghy sei tu?

MARGARETTE: Si sono io chi parla?

TASSISTA: Armadillo 21, ci siamo conosciuti poco fa.

MARGARETTE: E’ sicuro di questo?

TASSISTA: Ma come ti sei già dimenticata di me? Volevo dirti che mi dispiace se sono stato un po’ troppo irruento mettendoti la mano sul sedere, ma non ho saputo resistere. Sono rimasto veramente colpito dalla tua bellezza, da quei tuoi capelli, da quei tuoi occhiali…e dal modo in cui portavi quelle buste della spesa. Marghy io mi sono perdutamente innamorato di te.

MARGARETTE: Guardi che lei si sta sbagliando.

TASSISTA: Mi piacerebbe incontrarti di nuovo…magari potremo conoscerci un po’ meglio. Che ne dici?

MARGARETTE: Dico che lei è maniaco sessuale. (attacca)

GEORGE: Chi era?

MARGARETTE: Un certo Armadillo 21. Dice di essersi perdutamente innamorato di me.

PEDRO: Allora era un maniaco.

MARGARETTE: (Fa finta di non sentire e si dirige verso la cucina) Non ci sarebbe poi nulla di strano…tanti uomini morirebbero per stare con me. (esce)

PEDRO: Infatti sette sono morti.

GEORGE: Dottore la prego di non complicare le cose. Ho promesso a Jinny che mi sarei preso cura di lei per le prossime due settimane. Non mi metta nei guai.

PEDRO: Io non voglio mettere nei guai nessuno. Solo che quella donna proprio non la sopporto.

GEORGE: Ci vuole solo un po’ di pazienza. Infondo, nessuno è perfetto. Senta, piuttosto le dispiacerebbe venire a dare un’occhiata a Bobby.

PEDRO: Ancora?!

(Uscendo tutti e due)

GEORGE: Si comporta in modo strano. Non so se è stato il clistere o l’effetto del persiano, ma ha cominciato a graffiare tutte le tende della camera da letto…che dice sarà grave?

PEDRO: Sarà grave per te quando lo verrà a sapere Jinny.

(Alla confusione dell’appartamento di sx si contrappone un’estrema calma nella casa di dx. Philip è sdraiato sul divano intento a scrivere le cartoline mentre Max sistema i quadri appesi alle pareti. I due porteranno avanti il discorso senza curarsi l’uno dell’altro.).

MAX: Non sai che fortuna è per me passare i prossimi quindici giorni qui insieme a voi.

PHILIP: Scrivere una cartolina è come un parto.

MAX: Siamo appena al primo giorno e grazie a tua moglie Jinny questa casa ha assunto già un altro aspetto.

PHILIP: Non sai mai cosa scrivere. E’ un po’ come il discorso della segreteria telefonica.

MAX: Tante volte penso di aver sposato la donna sbagliata.

PHILIP: Telefoni ad un tuo amico e senti partire quel messaggio inesorabile.

MAX: E pensare che io sono un tipo così preciso.

PHILIP: “Risponde la segreteria telefonica del numero da lei chiamato.”

MAX: Ordinato.

PHILIP: “Momentaneamente non siamo in casa.”

MAX: Meticoloso.

PHILIP: “Lasciate un messaggio e sarete richiamati. Bip.”

MAX: Io e Clare abbiamo due caratteri opposti.

PHILIP: “Lasciate un messaggio”. Ti sembra facile.

MAX: Lei ha un modo così diverso di vedere le cose.

PHILIP: “Dica al signor Simon….” (ci pensa) Dica? Ma si può dare del lei ad una scatola di plastica?

MAX: Non lo so…alle volte si pensa che la persona che abbiamo accanto non sia in grado di capirci.

PHILIP: Allora fai finta di parlare con il tuo amico che non è in casa.

MAX: Ma forse siamo noi che non siamo disposti a farci capire.

PHILIP: “Ciao Simon, come stai?” Ma ti senti un cretino e allora ci ripensi.

MAX: Il fatto è che noi non riusciamo ad amare mai fino infondo le cose che abbiamo.

PHILIP: “Pronto Simon, come starai tra due o tre ore?”

MAX: Del resto è più facile desiderare quello che non si ha.

PHILIP: “Pronto Simon, come stavi alle cinque e un quarto di sabato, cioè adesso che sto lasciando questo messaggio?”

MAX: E ti accorgi di quanto una persona sia importante per te solo nel momento in cui non è più al tuo fianco, ma forse allora è troppo tardi.

PHILIP: Comunque una soluzione l’ho trovata. Non chiamo più nessuno.

MAX: Tu che ne pensi? (a Philip)

PHILIP: Di cosa?

(suona la porta dell’appartamento di dx)

MAX: Suonano alla porta.

PHILIP: Ho sentito…che facciamo.

JINNY: (Entra in scena con le pattine ai piedi) Stanno suonando alla porta.

PHILIP: Lo sappiano.

CLARE: (Entra anche lei con le pattine) La porta.

PHILIP: Oh! Non vi si può nascondere nulla!!

MAX: (a Clare) Che ci fai con le pattine?

CLARE: Jinny mi ha obbligato a metterle.

(suonano di nuovo)

JINNY: Chi sarà?

PHILIP: Se non apriamo non lo sapremo mai.

CLARE: Ma non possiamo aprire…noi siamo alle Maldive.

PHILIP: Me lo scordo sempre.

MAX: Allora aspettiamo. Se è qualcuno che ci sta cercando andrà sicuramente a suonare nell’altro appartamento.

JINNY: Così ci penserà George.

PHILIP: Prima o poi gli dovremo fargli un monumento.

JINNY: (A Philip e Max) Come mai non avete le pattine voi due?

PHILIP: Siamo alle Maldive…sulla spiaggia io non le porto mai.

JINNY: Andate di là a mettervele.

MAX: Veramente io…

JINNY: Su…non discutete.

MAX: (A Clare) Amore, noi non abbiamo delle pattine in casa.

CLARE: (A Max) Sono nella valigia di Jinny.

PHILIP: (a Jinny) Stavi portando un paio di pattine anche alle Maldive?

JINNY: Le porto sempre con me…non si sa mai. Hai visto che si sono rivelate utili.

PHILIP: (A Max uscendo) Se vuoi fare a cambio di moglie io voto a favore.

MAX: (Uscendo) Veramente sto iniziando a ricredermi.

(I due escono verso le camere)

CLARE: (Vede le cartoline sul divano) Guarda, Max ha comprato delle cartoline.

JINNY: Tuo marito sì che è un uomo serio, non come Philip.

CLARE: E’ serio solo per le cose che piacciono a lui. Come tutti gli uomini del resto.

JINNY: Philip neanche quello. Non riesco proprio a capire come possa essere diventato capo redattore del suo giornale.

CLARE: Questo è un classico esempio di quello che ti dicevo. Nelle cose che gli interessano sono bravissimi.

JINNY: No, questo è un classico esempio di come, avendo le conoscenze giuste, si può andare avanti nel mondo del lavoro anche senza avere grandi qualità.

(Ora la scena si sposta nell’appartamento di sx. Clare rimane comunque seduta sul divano a scrivere cartoline, mentre Jinny pulisce la stanza, va in bagno, etc.).

(Suonano nell’appartamento di sx)

MARGARETTE: (Entra in scena e va alla porta) Chi è?

CONNY: (Da fuori. Ha un carattere estremamente deciso) Come chi è? Sono io.

MARGARETTE: Io chi?

CONNY: (Da fuori) Sono io, Conny. Mi apra.

MARGARETTE: Se non cambia tono la lascio davanti ad una porta chiusa per il resto dei suoi giorni.

CONNY: (Da fuori) E’ una donna molto forte lei.

MARGARETTE: Se non lo fossi stata non sarei mai riuscita a superare ben sei lutti.

CONNY: (da fuori)  Sei lutti?

MARGARETTE: Forse sette.

CONNY: (da fuori) Trovo questa conversazione molto interessante…ma le dispiacerebbe farmi entrare?

MARGARETTE: (Apre) Prego si accomodi.

CONNY: Grazie, credevo…(vede il grandissimo caos all’interno della casa) E’ finita da molto?

MARGARETTE: Cosa?

CONNY: La festa.

MARGARETTE: Quale festa?

CONNY: Non c’è stata una festa qui?

MARGARETTE: Che io sappia no. L’ultima festa alla quale ho partecipato è stata quella subito dopo il funerale del mio ultimo marito.

CONNY: Ha tenuto una festa dopo il funerale di suo marito?

MARGARETTE: Lo faccio sempre… ormai è come un rito.

CONNY: Che donna priva di sensibilità.

MARGARETTE: Non si tratta di mancanza di sensibilità, ma di abitudini. E’ come la sigaretta subito dopo pranzo. Non ne posso fare a meno.

CONNY: Il paragone mi sembra un po’ fuori luogo. (si avvicina all’armadio aperto e ci guarda dentro).

(Pedro entra insieme dietro di George ma appena vede Conny si nasconde alle spalle dello stesso George).

GEORGE: Chi era alla porta?

PEDRO: (Tra sé) Conny. (si nasconde dietro George come un’ombra)

MARGARETTE: La signora Conny. (indica)

CONNY: (Verso George) Signorina Conny.

GEORGE: Molto piacere.

CONNY: (Nervosa) Non posso dire altrettanto.

GEORGE: (tra sé) Bel caratterino…In cosa posso esserle utile Conny?

PEDRO: Stai attento. (a George sottovoce. Il quale risponde dandogli un piccolo calcetto).

CONNY: Sono venuta a cercare una persona.

PEDRO: (Dietro a George) Io non ci sono per nessuno.

GEORGE: Che persona?

CONNY: Il papà di Max e Philip.

MARGARETTE: Che uomo inutile.

CONNY: Sono d’accordo con lei. Beh! E’ qui?

(George e Margarette rispondono insieme. Intanto Pedro esce furtivamente nel bagno).

GEORGE: No

MARGARETTE: Si.

CONNY: Insomma, si o no?

GEORGE: No. Qui ci siamo solo io, la signora (indica Margarette)

MARGARETTE: Signorina.

GEORGE: La signorina e il dottore.

CONNY: Quale dottore?

(Ignorano Conny)

MARGARETTE: Non gli dia retta...qui ci siamo solo io, lui e il padre di Max e Philip.

GEORGE: A me non risulta. Sono qui da più tempo di lei e questo padre non lo ho proprio visto.

MARGARETTE: Certo per lei è il dottore.

CONNY: Quale dottore?

GEORGE: Ma cosa c’entra adesso il dottore?

MARGARETTE: Il dottore è il padre.

GEORGE: Non può essere…il dottore non ha figli. E’ addirittura vedovo.

CONNY: Poverino.

MARGARETTE: Essere vedovi non è un peccato.

GEORGE: Il dottore sta passando un momento difficile dopo la morte di sua moglie.

CONNY: Quale dottore? 

GEORGE: Come quale dottore? Il dottor Pedro. Eccolo. (si sposta, ma dietro di lui Pedro non c’è più).

MARGARETTE: Visto che non c’era.

GEORGE: Era qui fino ad un momento fa.

CONNY: Come ha detto che si chiama?

GEORGE: Pedro, dottor Pedro.

CONNY: Che coincidenza, come il papà di Max e Philip.

MARGARETTE: Anche come uno dei miei ex mariti.

GEORGE: Basta con questi mariti. Ma lei perché lo sta cercando? (a Conny)

CONNY: Perché è fuggito di casa.

GEORGE: Alla sua età?!

MARGARETTE: Lo avevo detto che era un tipo infantile.

CONNY: E’ uscito, senza avvertire, senza lasciare un biglietto. Poteva almeno fare una telefonata.

GEORGE: Ma lei vive con lui?

CONNY: Purtroppo si.

GEORGE: E’ la sua seconda moglie?

MARGARETTE: (ironica a George) No, è quella morta.

GEORGE: Come quella morta?

CONNY: Ma che dice? E’ matto?

GEORGE: (confuso) Di partenza no, ma lo sto diventando.

CONNY: Comunque io non sono la moglie.

GEORGE: Mi dispiace.

CONNY: A me neanche un po’.

GEORGE: No, dico, mi dispiace che la persona che lei cerca non è qui.

MARGARETTE: Non gli dia retta. Venga con me.

CONNY: Spero di trovarlo. E’ da stamattina che lo sto cercando.

(Margarette e Conny escono verso le camere).

GEORGE: (Tra sé) Non ci capisco più nulla…voglio tornare nel mio appartamento…non ce la faccio più. (Suona il citofono. George va a rispondere) Arrivo...Chi è?

TASSISTA: Sono io, Armadillo.

GEORGE: Cosa c’è ancora?

TASSISTA: Ho sentito la radio.

GEORGE: Beato te.

TASSISTA: Hanno detto che all’aeroporto si è abbattuta una grande bufera di neve ed i voli sono stato tutti sospesi.

GEORGE: Ma non è possibile. Ho parlato poco fa con Philip e mi ha detto che lì c’era il sole.

TASSISTA: Le cose sono due. Ho il tempo è cambiato in maniera improvvisa oppure…

GEORGE: Oppure?

TASSISTA: Oppure questi non sono mai partiti.

GEORGE: Ma ti ho detto che non è possibile. Ho sentito Philip, ed erano all’aeroporto. E poi perché mai avrebbero dovuto mentire?

TASSISTA: Forse per non pagare il tassametro. A proposito segna 70 euro, che devo fare?

GEORGE: Non lo so, e ad essere sinceri neanche mi interessa.

TASSISTA: Senta c’è mica Marghy lì vicino a lei.

GEORGE: Chi è questa Marghy?

TASSISTA: Come chi è? L’infermiera di quel dottore che è lì da voi.

GEORGE: Pedro?

TASSISTA: Ma no, quello è il padre.

GEORGE: Il padre dell’infermiera?

TASSISTA: Ma quale padre dell’infermiera. Il padre di quei due che sono partiti.

GEORGE: Ma se ha detto che non sono partiti!

TASSISTA: Ma quella era una supposizione.

GEORGE: Senta, io sono già abbastanza confuso di mio, non ci si metta anche lei. (attacca)

(George si siede sconsolato su una sedia. Nell’appartamento di dx entrano Philip e Max con ai piedi le pattine).

MAX: Io non sono abituato a camminare con queste cose ai piedi.

PHILIP: Io ci sono abituato, ma mi incomincia a dare fastidio la sabbia.

JINNY: Che sabbia?

PHILIP: La sabbia delle Maldive.

MAX: Che fai? (a Clare)

CLARE: Scrivo delle cartoline.

GEORGE: (Tra sé) Mi sento male.

MAX: Hai visto tua sorella com’è ordinata?

JINNY: (A Max compiaciuta) Grazie.

CLARE: Avrà altri difetti.

JINNY: (A Clare dispiaciuta) Grazie.

GEORGE: (tra sé)Voglio partire.

PHILIP: Ma poi chi l’ha detto che essere ordinati sia un pregio?

JINNY: Io.

MAX: E pure io.

GEORGE: (tra sé) Non pretendo di andare alle Maldive.

MAX: Non ti sopporto più! (a Clare)

GEORGE: (Tra sé) Mi va bene anche Fregane.

(Clare inizia ad agitarsi, alzando il tono).

CLARE: (A Max) Comunque se non ti va bene come tengo la casa, puoi anche andartene.

MAX: Non sai quante volte ho pensato di farlo.

CLARE: Ah! L’hai pensato?

MAX: L’ho pensato.

CLARE: (alza la voce) E perché non l’hai fatto?

MAX: (alza la voce) Perché?

CLARE: (c.s.) Perché?

MAX: (Arrabbiato) Perché mi sono accorto che senza di te non potrei mai vivere.

CLARE: (Arrabbiatissima) E sei proprio uno stupido, perché anch’io senza di te non potrei mai vivere.

PHILIP: (a Jinny quasi sottovoce) Si vede che vanno d’accordo.

CLARE: (Ancora arrabbiata) Comunque basta, sono stufa di stare qui a litigare. Sai cosa c’è di nuovo.

MAX: (arrabbiato) No, cosa?

CLARE: (c.s.) Che ti amo come il primo giorno che ci siamo conosciuti, ecco cosa c’è. (Esce come una furia sbattendo la porta del bagno).

GEORGE: Ma che è stato?! (Sentendo il rumore nell’appartamento di dx).

MAX: Non ho ancora capito se abbiamo litigato o fatto la pace.

GEORGE: Deve esserci qualcuno nell’altro appartamento. (Si alza in piedi e va all’interfono)

(Suona l’interfono nell’appartamento di dx. Philip, distratto, mentre parla va a rispondere).

PHILIP: (Sorridendo) Ad essere sinceri non l’abbiamo capito neanche noi. (risponde all’interfono) Si? (Philip si accorge immediatamente della cavolata che ha fatto) Cazzo!!(strillando)

GEORGE: Philip, ma che diavolo ci fai a casa di Max?

JINNY: (A voce alta) Un idiota. Ho sposato un idiota.

PHILIP: Adesso che faccio? (a Max)

GEORGE: Philip?

MAX: Ormai ti ha sentito.

PHILIP: (Con disinvoltura all’interfono) Ehilà George, vecchio amico mio, come mai…

GEORGE: (Secco) Philip, che cavolo ci fai qui.

PHILIP: (serissimo) George, c’è una cosa che devi sapere.

GEORGE: Non siete più partiti.

PHILIP: Non siamo più partiti.

GEORGE: All’aeroporto c’era la neve.

PHILIP: All’aeroporto c’era la neve.

GEORGE: Tutti i voli sono stati annullati.

PHILIP: Tutti i voli sono stati annullati.

GEORGE: E non partite più.

PHILIP: George, non c’è niente che devi sapere…sai già tutto.

GEORGE: Quanto tempo è che siete tornati?

PHILIP: Da dove?

GEORGE: Dall’aeroporto.

PHILIP: George…non siamo mai andati all’aeroporto.

GEORGE: Allora aveva ragione il tassista.

(Intanto Pedro esce dal bagno di sx camuffato da un accappatoio rosa, un asciugamano sulla testa e delle creme sparse sul viso. Furtivamente esce dall’appartamento).

GEORGE: Ma che razza di amici siete. Io sono qui a combattere con il dottor Pedro, con vostra suocera, con Bobby che ha graffiato tutti i mobili della camera da letto e voi ve ne state comodamente in casa senza fare nulla.

PHILIP: George è una storia troppo lunga, vedi…

GEORGE: Non dirmi nulla, non lo voglio sapere. Adesso voi venite qui e ve la gestite da soli perché io me ne torno nel mio appartamento.

CONNY: (Entra in scena) Non riusciamo a trovarlo da nessuna parte.

GEORGE: (A Conny) Ma chi?

CONNY: Il padre di Max e Philip.

GEORGE: Certo che non lo trovate, non è mai stato qui. (all’interfono ridendo) E’ qui una certa signorina Conny che è venuta a cercare vostro padre. Io gliel’ho detto che non è qui, ma lei non si vuole arrendere.

PHILIP: George, devi sapere una cosa.

GEORGE: (smette immediatamente di ridere) Aspetta che mi siedo. (si siede) Sono pronto, vai.

(Pedro entra nell’appartamento di dx aprendo con delle chiavi e bussa alle spalle di Philip).

PHILIP: Vedi, nostro padre…(Pedro gli tocca la spalla, Philip si gira e lancia un urlo) Ah!!

GEORGE: Che successo?

PHILIP: (All’interfono) Scusa un attimo. (a Pedro) Papà, ma che ci fai qui?

MAX: Come hai fatto ad entrare?

JINNY: Ma non dovresti essere di là?

PEDRO: A chi rispondo per primo?

CONNY: (Nervosa a George) Beh?!

GEORGE: (a Conny) Siamo in attesa.

PHILIP: (All’interfono) George!! Tutto a posto, nostro padre è venuto qui.

GEORGE: Oh! Menomale. (a Conny) Visto, che le dicevo, il padre di Philip non era qui, ma nell’altro appartamento.

CONNY: Impossibile, prima ho suonato ma non mi ha aperto nessuno.

GEORGE: Provi di nuovo.

CONNY: Spero per voi che non sia uno stupido scherzo, altrimenti ve ne pentirete. (esce di casa).

PHILIP: (all’interfono) Cosa ha detto?

GEORGE: Mi ha minacciato.

PHILIP: George, non so come ringraziarti.

GEORGE: (ironico) Io un’idea c’è l’avrei…però te la dico dopo.

(Suona la porta dell’appartamento di dx)

GEORGE: Ora devo tornare dal mio Bobby, passo e chiudo. (attacca l’interfono ed esce nella cucina).

JINNY: (Vicino alla porta) Chi è?

CONNY: (Da fuori) Sono Conny.

PEDRO: (Cerca di nascondersi) Quella donna mi sta dando la caccia. Vi prego aiutatemi.

MAX: (Lo afferra  per l’accappatoio) Dove credi di andare?

PEDRO: Non lo so. Tu hai un’idea?

MAX: Si, rimani qui ed affronta la situazione da uomo.

PEDRO: Non mi sento ancora pronto.

CONNY: (Suona di nuovo) Volete aprire questa porta?!

PEDRO: No!!

MAX: Jinny, apri la porta.

(Pedro esce furtivo nel bagno)

JINNY: (Apre la porta) Salve Conny.

CONNY: (Entra arrabbiatissima) Dov’è? Dove si è cacciato? Perché state cercando di nasconderlo? Cos’è questa storia del dottore? Perché siete partiti e state ancora qui?

MAX: (Con disinvoltura ed un sorrisino) Ciao Conny che bello vederti.

CLARE: (Lancia un urlo dal bagno) Ah!! (Esce correndo) Max! Max…c’è un mostro dentro il bagno.

MAX: Ma che dici amore?!

CLARE: Si è tutto brutto, con un accappatoio addosso, un asciugamano in testa ed una crema verde spalmata sulla faccia.

MAX: Ma non è un mostro, è papà.

CLARE: Da quando in qua vostro padre usa la crema a base di estratto di bambù?

CONNY: Lo sapevo che era qui. Vado a prenderlo. Devo fargli un bel discorsetto. (esce nel bagno)

CLARE: Ma che ci fa la signorina Conny qui?

JINNY: E’ venuta a riprendersi Pedro.

CLARE: E come mai lui è venuto qui?

PHILIP: Non lo sappiamo, ce lo siamo ritrovati in casa all’improvviso.

CLARE: Adesso come facciamo a tenere nascosta la nostra presenza?

MAX: Non dobbiamo più farlo. Ormai tutti sanno che siamo qui.

CLARE: Tutti?

MAX: Papà, George, Bobby. (suona il citofono) Il tassista. (risponde) Si?

TASSISTA: Marghy?

MAX: No, non sono Marghy…(con un vocione) Sono il marito.

TASSISTA: Come il marito? Marghy non mi ha detto che era sposata.

MAX: Ci sono molte cose che non le ha detto.

TASSISTA: Voglio i miei soldi, altrimenti chiamo la polizia.

MAX: Non chiami nessuno…cerchi di avere un po’ di pazienza.

TASSISTA: Pazienza? Sono due ore che aspetto, mi sono stancato. A forza di sentire la musica con l’autoradio mi si è anche scaricata la batteria della macchina. A proposito non è che voi avreste i cavi per farla ripartire?

MAX: Vedremo.

TASSISTA: Ma come sarebbe a dire: "vedremo"!?! 

(Max attacca il citofono)

PEDRO: (Entrando dal bagno con Conny che lo prende per un orecchio) Aio!! Lasciami, sono innocente.

CONNY: Ma voi non dovevate essere alle Maldive?

JINNY: Si….ma il nostro aereo ha avuto un piccolo ritardo.

CLARE: Stavamo appunto andando all’aeroporto.

(Margarette entra dalla cucina seguita da George.)

GEORGE: Signora non può farlo.

MARGARETTE: Certo che posso. (Cerca il suo cappotto per la stanza)

CONNY: Perfetto, vi daremo un passaggio.

PEDRO: Daremo chi?

CONNY: Noi due. Prima di tornare a casa accompagniamo i ragazzi all’aeroporto.

MARGARETTE: Dov’è il mio cappotto?

GEORGE. Nell’armadio.

MAX: Non credo sia una buona idea.

PHILIP: C’è un taxi qui sotto che ci aspetta.

MARGARETTE: (Apre l’armadio ma lo richiude immediatamente) Credo che lo prenderò un’altra volta.

CONNY: Ma perché regalare dei soldi ad un tassista quando si può avere un passaggio gratuito?

JINNY: Ma non vogliamo disturbare.

CONNY: Ma quale disturbo. (comandando) Su, via…andate a prendere le valige.

CLARE: Ma noi…

CONNY: (secca)  Su, poche storie. Altrimenti rischiate di fare tardi all’aeroporto.

(Max, Philip, Jinny e Clare vanno verso le camere con aria sottomessa).

PHILIP: (Uscendo tra sé) Che carattere!!

MAX: (Uscendo) Adesso capisco perché papà non la sopporta.

(I quattro escono)

MARGARETTE: Allora io vado.

GEORGE: Gliel’ho già detto. Non c’è nessuno nell’altro appartamento. Come farà ad entrare?

MARGARETTE: Con le chiavi. Ne porto sempre un paio con me. Me lo ha insegnato il mio quarto marito…era investigatore privato.

GEORGE: Non capisco perché tutta questa urgenza di andare di là.

MARGARETTE: Ho voglia di stare un po’ da sola senza dover vedere la faccia di quel vecchiaccio.

GEORGE: Non parli così del dottor Pedro.

MARGARETTE: Io vado. Ci vediamo. (esce di casa. George rimane da solo in mezzo a tutta la confusione).

(Pedro e Conny nel dialogo seguente parleranno rimanendo quasi immobili; è come una gara a chi offende di più).

PEDRO: Io non ti sopporto.

CONNY: Neanch'io.

PEDRO: Mi stai proprio antipatica.

CONNY: La cosa è reciproca.

PEDRO: Allora perché non mi lasci in pace?

CONNY: I tuoi figli mi pagano per accudirti.

PEDRO: Ti offro il doppio.

CONNY: Il doppio per cosa?

PEDRO: Per lasciarmi in pace.

GEORGE: (Sconvolto gira per la stanza) Ci ho pensato bene, prenderò un avvocato e chiederò un risarcimento danni, nessun giudice me lo negherà…(verso la cucina) Bobby…Bobby…almeno tu, stammi vicino. (esce)

(Margarette apre la porta dell’appartamento di dx).

MARGARETTE: E voi cosa ci fate qui?

CONNY: Sono venuta a prenderlo.

PEDRO: Si, è venuta a prendermi.

CONNY: Lei, piuttosto, come mai qui?

MARGARETTE: Volevo stare un po’ da sola, senza vedere la sua brutta faccia. (indica Pedro)

PEDRO: Mettetevi d’accordo. Tu non mi puoi vedere (a Margarette), lei non mi vuole lasciare in pace ( a Conny). Oh!! Non potete trattarmi così. Sono un uomo maturo io.

CONNY: A giudicare dall’aspetto non si direbbe.

(Max, Philip, Jinny, Clare entrano con le valige in mano).

MAX: Eccoci qui.

JINNY-CLARE: Mamma!!

MARGARETTE: Ma che ci fate qui? Non dovevate essere in viaggio per le Maldive?

CONNY: Il loro aereo ha fatto ritardo. Li sto accompagnando io all’aeroporto.

JINNY: Come mai qui?

MARGARETTE: Ero in cerca di un po’ di tranquillità. Sono stata a casa tua ma non sapevo dove mettere i piedi per colpa del disordine.

JINNY: Disordine?!

MARGARETTE: Figlia mia, dovresti tenere di più alla tua casa. Cosa direbbe tuo padre Brandon?

CLARE: Thomas, il papà di Jinny si chiamava Thomas.

MARGARETTE: Ah! Già. Mi confondo sempre con il tuo. Lui si che si chiamava Brandon.

CLARE: No, Artur.

CONNY: Non mi sembra il caso di perdere tempo con queste cose. Rischiate di perdere l’aereo.

PHILIP: Per questo non c’è pericolo.

JINNY: Prima di andare però voglio vedere in che stato è ridotta casa mia.

PEDRO: Dai retta a me…non è il caso.

CONNY: Su, andiamo….Si è fatto tardi. (Conny cerca di indirizzare tutti verso la porta d’uscita).

MAX: (tra sé) Ormai non abbiamo più potere decisionale.

CONNY: Poche storie. Io lo faccio per voi.

PHILIP: Ma chi gliel’ha chiesto!! (tra sé)

JINNY: (tra sé) La mia povera casa.

(Pedro è l’unico a rimanere immobile, seduto sopra la sedia).

CONNY: Pedro, in piedi.

PEDRO: Guarda che non sono un cane.

MARGARETTE: A proposito di cani. Jinny lo sai che il cane di là…

JINNY: (Secca) Lo so…lo so.

CONNY: (a Pedro) Andiamo, non fare storie.

PEDRO: Va bene vengo, però sappi che appena arrivati a casa, presenterò le tue dimissioni.

CONNY: Le mie dimissioni?!

PEDRO: Si, per incompatibilità di carattere.

CONNY: Avanti cammina.

(Tutti sono sul pianerottolo e stanno per chiudere la porta).

GEORGE: (Entra nell’appartamento di sx con la piccola gabbietta di Bobby) Andiamo Bobby, usciamo da questa casa e non mettiamoci più piede.

(Posa le chiavi dell’appartamento sul tavolo ed esce chiudendo la porta. Contemporaneamente si chiude anche la porta di sx).

(Le battute seguenti sono tutte recitate da fuori).

PHILIP: No!!(strilla)

JINNY: Che è successo?

PHILIP: Ho lasciato le chiavi di casa nel bagno di Max.

JINNY: (A Philip) Sei proprio un cretino…(A George) George, che piacere vederti.

GEORGE: Non posso dire altrettanto.

JINNY: Quel cretino di Philip ha lasciato le nostre chiavi nel bagno di Max. Ti dispiacerebbe darci quello che ti avevo dato io?!

GEORGE: Certo…Sono sul tavolo della tua camera da pranzo.

JINNY: Come sul tavolo?!

CONNY: Scusaste, la cosa è tanto facile. Rientriamo nell’appartamento di Max e le prendiamo.

CLARE: Giusto. Avanti Max apri al porta.

MAX: (Incerto) C’è un piccolo problemino….le ho lasciate sul tavolo della cucina.

JINNY: Come si vede che sono fratelli.

GEORGE: (Strillando) Dottor Pedro metta giù le mani dal mio Bobby.

PEDRO: Volevo solo accarezzarlo.

CLARE: Adesso come facciamo. Non possiamo rimanere qui sul pianerottolo.

MARGARETTE: (Sospirando) Se fosse ancora vivo mio marito Carl saprebbe come aprire queste porte.

CONNY: Perché faceva il vigile del fuoco?

MARGARETTE: No, il ladro.

PEDRO: Mi scappa la pipì.

MAX: Zitto papà.

GEORGE: Come papà?! Ma lui non è il dottor Pedro?

CONNY: (ridendo) Lui dottore!! Ma lo hai visto bene.

GEORGE: Ma voi mi avevate detto che…

PHILIP: Scusate ma invece di rimanere qui in piedi come dei cretini, perché non andiamo a casa di George?

GEORGE: Perché George è un cretino.

MARGARETTE: (rassicurandolo) Non buttarti giù così. Sei stato messo un po’ in mezzo, tutto qui.

GEORGE: Ho lasciato le mie chiavi a casa di Jinny.

MARGARETTE: Avevi ragione a buttarti giù così.

CONNY: Stavo pensando…

PEDRO: Tu? Ma perché pensi anche?

CONNY: Dicevo, se Max, Clare, Philip e Jinny devono andare all’aeroporto. Se io e Pedro torniamo a casa e Margarette se ne va, perché tutta questa urgenza di recuperare queste chiavi?

PEDRO: Facile, per i biglietti.

CONNY: Quali biglietti?

PEDRO: Quelli dell’aereo.

CONNY: Scusate ma voi non li avevate presi i biglietti prima di uscire?

MAX: Io no.

PHILIP: Neanch’io.

JINNY: Ora che ci penso neanch’io.

CONNY: Tu Clare?

CLARE: No, neanche io.

PEDRO: Non potevano averli presi, perché questa mattina quando sono arrivato a casa di Max li avevo trovati vicino al televisore e li avevo presi io.

GEORGE: Quindi lei sapeva che loro non erano partiti?

PEDRO: Certo, non potevano partire…non avevano i biglietti.

PHILIP: Papà.

GEORGE: E perché non ha detto niente?

PEDRO: All’inizio io avevo pensato di ridarglieli, però poi mi hanno messo in mezzo con questa storia del dottore e siccome io mi stavo divertendo mi sono completamente dimenticato dei biglietti.

GEORGE: Ho capito….la vostra era una coalizione contro di me?

CONNY: Avanti Pedro tira fuori i biglietti ed andiamo all’aeroporto.

PEDRO: Non posso, li ho lasciati nell’armadio di Philip e Jinny.

PHILIP: E va bè allora ditelo.

GEORGE: Cosa?

CLARE: Max, pensaci tu.

MAX: Eh! Ci sto pensando.

COONY: Ho avuto una bella idea.

PEDRO: Hai pensato al suicidio.

CONNY: No.

PEDRO: Hai deciso di emigrare?

CONNY: No.

PEDRO: Allora se non è una di queste due cose non può essere una bella idea.

COONY: Se uno di voi si arrampica fino alla finestra del bagno può entrare da lì.

PHILIP: Questa si che è un’ottima idea.

JINNY: Allora vai.

PHILIP: Dove?

JINNY: Ad arrampicarti…(scocciata) Su Philip non farti sempre pregare.

PEDRO: Jinny ha ragione. Non farti sempre pregare.

PHILIP: Papà. (infastidito)

PEDRO: Philip. (fa il verso al figlio)

MAX: Lascia stare, vado io…tu non sei fatto per questo tipo di cose.

JINNY: Philip, prendi esempio da tuo fratello, che è sempre disponibile.

PEDRO: Si, prendi esempio.

PHILIP: Papà. (infastidito)

PEDRO: Philip.(fa il verso a Philip)

MARGARETTE: Scusate. Non so se questo sia il momento più adatto…ma devo dirvi una cosa.

CLARE: Cosa mamma?

MARGARETTE: Ecco…io oggi sono venuta qui per…

CLARE: Per?

MARGARETTE: Clare, Jinny….Il sette febbraio mi sposo.

JINNY-CLARE: Mamma.

MARGARETTE: Si lo so, ci sono caduta un’altra volta.

PEDRO: Poveraccio.

MARGARETTE: Poveraccio chi?

PEDRO: Il tuo ex futuro marito.

MARGARETTE: Perché ex-futuro.

PEDRO: Perché farà la fine degli altri sei.

MARGARETTE: Sette. Sono sette, non sei.

(Si sente un grande rumore provenire dal bagno di casa di Philip).

JINNY: Cosa è stato?

CONNY: Dev’essere stato Max che è ha rotto la finestra del bagno.

JINNY: Questa me la paga.

GEORGE: Cosa, la finestra?

CLARE: (Ad alta voce) Max, sei tu?... Max?

(Dalla porta del bagno di casa di Philip entra il tassista).

TASSISTA: Ma tu guarda cosa mi tocca fare per avere i miei settanta euro.

CLARE: Ma questa non è la voce di Max.

JINNY: Oddio… sono entrati i ladri in casa mia.

TASSISTA: Mamma mia che razza di posto.

JINNY: Philip, ti prego fa qualcosa.

PHILIP: Ma cosa?

PEDRO: Che so potresti prendere il pappagallo.

PHILIP: Papà. (scocciato)

PEDRO: Philip. (fa il verso a Philip)

CONNY: Perché non buttate giù la porta di casa?

JINNY: La porta della mia casa?

TASSISTA: Ma dove diavolo si saranno cacciati questi?

MARGARETTE: Philip, sfonda la porta.

JINNY: Mamma.

MARGARETTE: Non ci sono altre soluzioni.

TASSISTA: (Continua a guardarsi intorno) Ma!! Forse staranno nell’altro appartamento.

CLARE: Vai Philip.

PHILIP: Vado?

PEDRO-CONNY-CLARE-MARGARETTE : Vai.

(Appena il tassista apre la porta di casa per uscire, Philip tenta di sfondarla e cade per terra al centro dell’appartamento).

TASSISTA: Ecco dove vi eravate nascosti.

PHILIP: Ma lei chi è?

TASSITA: Armadillo 21. Tanto piacere. (gli allunga la mano)

(Entrano lentamente tutti nell’appartamento).

JINNY: (Vede come è ridotta casa) O mio Dio…la mia povera casa. (sviene per terra).

CLARE: Jinny? Jinny?

MARGARETTE: (a Pedro). Questa è tutta colpa tua.

PEDRO: Mia?

CONNY: Si, tua.

PEDRO: Ma cosa c’entro io… è stata colpa di George.

GEORGE: (Tra sé) Ti pareva. (George ha sempre con se la cuccetta con dentro il piccolo cagnolino).

TASSISTA: Io voglio i miei soldi.

PHILIP: Non è il momento giusto.

TASSISTA: Per voi non è mai il momento giusto.

(Si sente un nuovo rumore provenire dal bagno).

MAX: (Entrando dal bagno. E’ ancora con l’impermeabile, la parrucca e gli occhiali). Ma porca miseria, ho sbattuto la testa contro il termosifone.

TASSISTA: (Vede Max e rimane folgorato) Marghy!!!

MAX: (Vede il tassista) O mio Dio!!

(Parte una musica vivacissima. Il tassista inizia a rincorrere Max.  Anche Pedro inizia a scappare inseguito da Conny. Escono anche dall’appartamento di sx per andare in quello di dx. Clare discute con Margarette. George per paura si nasconde nell’armadio con il cane Bobby. Continuano gli inseguimenti. Intanto Jinny è ancora in terra priva di sensi.

Dopo i vari inseguimenti si ritrovano tutti nell’appartamento di Philip. Finisce la musica, tutti si fermano. Il tassista è abbracciato a Max. Conny tiene per l’orecchio Pedro).

GEORGE: (Da dentro l’armadio. Disperato). Bobby?! Bobby?! Bobby, no?

PEDRO: E’ morto il cane.

(George apre lentamente le ante dell’armadio. Ha una mano dietro la schiena).

CLARE: George, che è successo?

(George esce dall’armadio sempre con il braccio dietro la schiena).

GEORGE: Il piccolo Bobby aveva fame…

PHILIP: E allora?

GEORGE: Si è mangiato i vostri biglietti per Maldive…. (Mostra i biglietti che ha in mano che sono tutti rotti).

(Musica, tutti rimangono immobili. Buio)

FINE