Doppio gioco

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Doppio Gioco

Commedia In due atti

di Renato Giordano

Personaggi

GIACOMO CASANOVA

LORENZO DA PONTE

NANCY GRAHL

BONDINI (impresario)

MATON (servetta)

LE DUC (servo, che non parla)

I ATTO

L'azione è ambientata in due locande, ad Oberleutensclorf e Toeplitz, due paesini della Boemia, negli ultimi giorni d'agosto del 1792, dove è realmente avvenuto l'incontro tra Da Ponte e Casanova, che viveva lì vicino nel castello di Dux.

Casanova dopo il primo incontro ad Oberleutensdorf volle accompagnare Da Ponte e Nancy fino a Dresda, ma li lasciò a Toeplitz, dopo la rottura del calesse.

(Siamo a Toeplitz. E’ ancora notte ma sta iniziando ad albeggiare. Si sente una musica di Micbael Nyman.)

Da Ponte

Cosa hai intenzione di fare?

Casanova

Niente.

Da Ponte

... E riguardo a lui?

Casanova

Di disgrazie ne capitano tante... una più, una meno, non cambia nulla.

Da Ponte

Ioparto. (Pausa)

Casanova

Sto scrivendo la storia della mia vita.

Da Ponte

E cosa ci racconti?

Casanova

Tutto. E di tutto la verità.

Da Ponte

La verità?

Se dovessi scrivere delle memorie io non racconterei certo la verità. Mai!

Ma solo quello che mi farebbe comodo raccontare.

Casanova

Non ne dubito. Ma io scrivo per me. Solo per me.

Da Ponte

Maledetto sia il gioco, Bondini, il Don Giovanni... vorrei

che tutta questa notte non vi fosse mai stata.

Casanova (Ironico)

Ieri sera non la pensavi nello stesso modo...

(Cambiano le luci, inizia un flashback che riporta alla sera precedente. E' in luce solo Bondini che sta parlando chiaramente a Casanova. Il ricordo della serata precedente seguirà a scene intervallate l'intero svolgimento della Commedia fino a ricongiungersi col filo principale della narrazione)

Bondini

Carissimo Giacomo.

Che piacere rivederti. Sono passati la bellezza di cinque anni dall'ultima volta che ci siamo visti a Praga.

Che bella seratina fu quella, tu, io e Mozart con tutto quel ben di Dio di ballerine!

Ma il tempo passa! Ed il nostro Wolfgang non c'è più.

Ti confesso che oggi ho un mal di testa terribile e me l'ha potenziato un tizio di Cassel che stava in carrozza con me.

Ha iniziato tutto un discorso sul suicidio - Si parlava di un conoscente comune che s'è tolto la vita - Lui, dice il tizio, ha commesso un crimine.

Un crimine? Ma ognuno è padrone della sua vita!

Dico io. E lui Dio era il padrone, non l'uomo, perchè Dio gliela aveva data.

E io e se Dio gliela aveva data allora l'amico ne era dunque il padrone. O pensate che colui che fa un dono rimane padrone della cosa donata? Ma Dio vieta il suicidio, lo schiavo è del padrone! insomma un rompicapo, Giacomo mio, e la testa mi duole sempre più! Mi farò un salasso.

So che c'è anche il maestro Da Ponte, staremo un poco

insieme più tardi? Un vecchio impresario d'opera come me, non può che esserne onorato!

(Scompare l'immagine di Bondini e torna la luce su Da Ponte e Casanova)

Da Ponte

Ecosa scriverai su questo Episodio?

(Entra Nancy, la moglie di Da Ponte)

Casanova

Siete in partenza, potete prepararvi, cara Nancy. Ho sistemato tutto il calesse è venduto.

Ho ordinato dei cavalli di posta.

Tutto è pronto per la vostra partenza per Dresda.

Nancy

Grazie. Sono molto felice di avervi incontrato. E mi sembra di conoscervi da sempre, invece sono passati pochissimi giorni dal nostro primo incontro in quel paesino dal nome impossibile.

(Ricompare L' immaginedi Bondini che parla a Casanova, mentre Nancy e Da Ponte partono)

Bondini

Come si chiama il paese da cui venite?

Oberleutensdorf? Che nome impossibile! Giacomo, se te lo chiedessi, mi daresti una mano? Come quella volta con quei due Lord inglesi... Ti ricordi come dicevi? Ogni momento nasce un fesso... più due per fregarlo, è la vita amico.

Conservi sempre il tuo superbo appetito?

(L'azione si sposta ad alcuni giorni prima. Cí troviamo ad Oberleutensdorf un paesino vicino al castello di Dux dove vive Casanova. Siamo nella camera da letto di una locanda)

Maton (Giovane ragazza che lavora nella locanda, sistemando il bagaglio di Casanova)

Lei ha mai ucciso qualcuno?

Casanova

Dipende. Ci sono molti modi per uccidere.

Maton

Vuol dire che non ha mai ucciso?

Casanova

Diciamo, allora, di si.

Maton

Sì? Davvero? Ne ero convinta solo a guardarla.

Pausa

Casanova

Mi raccomando per il bagaglio bisogna aprirlo con cura.

Ci pensi tu?

Maton

Certo. Gli artisti sono tutti strani. Lei è un artista, vero?

Casanova

Casanova No, non sono un artista. E arrivato un gentiluomo accompagnato da una signora, oggi, prima di me?

Maton

No, e poi lo vedrebbe da solo.

Casanova

Fammi sapere quando arrivano. E prepara altre due stanze.

Maton

(Prende dal bagaglio di Casanova un mazzo di carte)

Delle carte! Mio padre mi ha insegnato a giocare a faraone senza perdere mai.

Casanova

Fammelo vedere.

Maton

Un attimo che preparo il mazzo.

Casanova

Se ce la fai ti lascio la vincita.

Maton

Grazie, mi servirà.

Presto partirò di qui anch'io.

Ci sono finita per caso a Oberleutensdorf e non ci voglio restare più.

(Ha fatto delle manipolazioni)

Ecco, gioca una sola carta, sono sicura di fartela sempre perdere.

Casanova

Bene. Scopri. Hai vinto. Adesso punto il sette. Brava. Ancora una volta, il sei... Però! lo, comunque, non giocherei mai con uno che copre il mazzo con le mani!

Buio

(Torna in luce l'immagine della vicenda della sera precedente. Ora non si vede più solo Bondíni, ma appaiono anche gli altri. C'è un tavolo dove s'è mangiato, pronto per il gioco)

Da Ponte

Carissimo Bondini, anche voi qui.

Che piacevolissimo incontro.

Bondini

La gioia è tutta mia, Maestro!

Questa è la vostra compagna?

Da Ponte

Mia moglie Nancy.

Nancy

Piacere, Signore!

Bondini

Complimenti, davvero complimenti...

Casanova

Ho invitato il nostro amico a tenerci un po'di compagnia.

Da Ponte

Vorrà giocare con noi, spero.

Bondini

Ne sarei onorato.

Casanova

Teniamo un piccolo banco di faraone, o giochiamo all'uomo nero, o a picchetto?

Da Ponte

Ai dadi, propongo di giocare ai dadi.

Un gioco popolare.

Bondiní

Vada per i dadi, ma giochiamo poco denaro, amici

Casanova

Non v'è pericolo di gioco forte!

(Buio sul tavolo da gioco. Luce sul resto)

(Da Ponte e sua moglie Nancy Grahl in arrivo alla locanda)

Nancy

Che posto orrendo.

Da Ponte

Non peggio di altri.

Nancy

Qui puzza tutto come se ci trovassimo dentro un pollaio.

Da Ponte

Ci si abitua subito.

Nancy

C'è fango dovunque.

Da Ponte

Già. (Distratto)

Sono iniziate le piogge.

Nancy

Come diavolo si chiama questo posto dimenticato da Dio?

Da Ponte

Oberleutensdorf.

Nancy

Anche il nome è insopportabile. E lui?

Da Ponte

Arriverà. O è già arrivato.

Nancy

Com'è?

Da Ponte

Vecchio.

Nancy

Ci darà quel denaro?

Da Ponte

Glielo strapperò. Ne ha senz'altro. E ormai, lui che se ne fa!

Nancy

Mi farà senso il solo vederlo, un tipo così. Lo tratterò appena. (Irritata)

Non vedo l'ora di partire per Dresda.

Maton

(Entrando)

Da questa parte, signori.

Buio

(Torna in luce il tavolo da gioco a Toeplitz)

Casanova

Prego, Nancy.

(La fa sedere)

Da Ponte

Che curioso ritrovarsi in questo paese sperduto!

Bondíni

Per noi eternamente in viaggio nulla è strano. E poi a Toeplitz c'è stazione di posta.

Casanova

(A Nancy)

Bondini è un impresario teatrale, ha curato la prima rappresentazione del "Don Giovanni" a Praga.

Nancy

Ah, capisco.

Da Ponte

Chi comincia?

Bondini

A lei l'onore.

Da Ponte

(Tira i dadi) Ecco!

Tre e quattro, sette.

Bondíni

Tocca a me. Sei.

Da Ponte

Siii! Ho vinto.

Casanova

Serata fortunata!

Buio sul tavolo e luce sulla locanda di Oberleutensdorf.

(Prima c'è solo la ragazza di nome Maton, poi ancheCasanova)

Maton

Sono arrivati.

Casanova

Quanti sono?

Maton

In tre. L'uomo, la ragazza che è molto bella, ed un garzone che guida il calessino. Come bagaglio hanno due sacchi di pelle. Lui è uno normale, lei è bella da morire.

Casanova

Allora è pericoloso... per lei.

Maton

Cosa?

Casanova

Essere bella da morire. C'era una volta, nell'antica Grecia, una principessa che si chiamava Persefone. Un giorno l'andò a trovare un vecchio cavaliere, le regalò una melograna e se la portò via.

Pausa, come se Casanova dimenticasse che sta raccontando la storia a Maton.

Maton

E poi?

Casanova

La madre di Persefone pianse tanto che il vecchio e cattivo Dio delle tenebre si commosse e le restituì la bella figlia.

Su, annunciami.

Buio

(Luce sul tavolo)

Bondini

lo ci riprovo.

Da Ponte

(Tira e vince)

Ecco qua! Mettetevi in ginocchio e osannatemi! I soldi restano lì per chi ha del fegato.

Casanova

Qui ci vuole del vino, del vino fresco.

Bondini

Tiro io. Undici! Mi dispiace amico.

Da Ponte

Il piatto rimane sul tavolo!

Bondini

Vuoi continuare a perdere? Per me va benissimo, amico.

Sessanta zecchini, restano lì! Ce li giochiamo soli soletti!

Casanova

(Alzandosi)

Soli soletti è quello che pensavo anch'io

Da Ponte

Proprio così!

Le luci cambiano e torna la scena precedente.

Da Ponte

Caro amico, che piacere rivederti.

Casanova

E mio il piacere.

Breve pausa, i due si studiano.

Da Ponte

Sono qui per te.

Casanova

E questa splendida creatura?

Da Ponte

Mia moglie...

Casanova

Moglie... (Ammiccante)

Complimenti.

Da Ponte Iosono felice di potermi ancora fregiare della tua amicizia. (tracotante) E ti sono grato per tutti i suggerimenti, pronostici, profezie, auguri e quant'altro mi scrivi sempre con prodigalità.

Nancy

(Annoiata)

Piacere. Serva vostra.

Casanova

(La guarda)

Serva, no.

Adesso io non sono più padrone di nulla. E di nessuno.

Nancy

Che galante! Uno stile d'altri tempi!

Vi lascio ai vostri discorsi.

E’ molto che non vi vedete.

Signore…!

(Esce)

Casanova

(La guarda uscire)

Da dove venite?

Da Ponte

Da Trieste.

Casanova

Direttamente?

Da Ponte

(Frettoloso)

Sono passato per Praga.

Casanova

Praga…

Da Ponte

Sì…(Leggero imbarazzo)

Vorrei andare a Parigi

E' lì che siamo diretti.

Casanova

A Praga avrai rivisto gli amici.

Sarai stato festeggiato, in onore dei vecchi trionfi...

Da Ponte

Abbastanza. (E’ evasivo)

Che ti sembra della mia giovane moglie?

Ci siamo sposati a Trieste.

Casanova

Sposati?

Un prete cattolico ed una giovane protestante?

Da Ponte

(Deciso) Sposati, sposati. E poi, non è proprio protestante.

Ti trovo bene

Casanova

Casanova Non sto bene. Mi sento vecchio. Vedo avvicinarsi sempre di più Caronte con la sua barca.

Da Ponte

Da Ponte Sarà... Ma mi consola il fatto che stai ancora bene, almeno con la vista, potendo vedere così lontano da intravvedere Caronte che sta sciogliendo la sua barca per venirti a ricevere.

Casanova

(Sorride)

Da Ponte Forse potresti curare di più la tua persona. Un po' trasandato per essere "Casanova"!... Il conte di Waldstein è qui al castello? M'aveva promesso un prestito di 200 fiorini.

Casanova

No, è a Lipsia.

Da Ponte

Solo il mio caro amico può intercedere per me, lo farai?

Casanova

Qual è lo stato della tua borsa?

Da Ponte

(Secco) Quasi vuota.

Pausa

A proposito, ricordi quel vecchio prestito che ti ho fatto a Vienna, un giorno, sul Graben?

Casanova

Sì, te ne sono ancora grato.

Da Ponte

Erano 380 fiorini.

Non ve ne è mai stata restituzione.

Casanova

Già. Come non ricordare quel periodo a Vienna.

Da Ponte

Da Ponte Pensi di poter saldare quel debito?

Come hai capito, ho bisogno di denaro per il mio viaggio, che si annuncia lungo ed oscuro.

Casanova

Quanto hai con te?

Da Ponte

Sette, ottocento zecchini in tutto. Neanche completamente miei. Devo stare attento.

Casanova

Non è comunque poco, ma già, devi essere oculato, i soldi finiscono in fretta.

(Entra la servetta Maton)

Maton

Le stanze dei signori sono pronte per la notte.

Pausa, la ragazza esce.

Casanova

Ti piacerebbe quella ragazza?

Da Ponte

Certo, ma non ha l'aria di starci.

Torna la luce sul tavolo da gioco di Toepliz dove va avanti lapartita.

Da Ponte

Aspetta a tirare i dadi.

Nancy, vienimi vicino a portarmi fortuna.

Casanova

Chi è fortunato in amore, lo è meno al gioco.

(Bondini tira)

Da Ponte

Ecco qua smentito il proverbio ho vinto!

Bondini

I miei complimenti! Per entrambe le cose!

Da Ponte Chi non avrebbe invidia per una donna così! E non l'avete vista spogliata. il corpo è anche meglio del viso.

Casanova

Non ho dubbi che per una volta in vita tua non stai raccontando delle storie.

Da Ponte

Certo che non racconto storie.

Alzati la gonna tesoro, fagli vedere le gambe così che se ne fa una idea.

Nancy

Ma che ti salta in mente?

Da Ponte

Fai come ti dico. Mostra le gambe.

Nancy tira su la gonna furiosa e vergognosa allo stesso tempo.

Casanova

Bene.

Bondini

Complimenti!

Casanova

Non giocate più?

Bondini

(Eccitato)

Sì. Un lancio per tutto quello che c'è sul tavolo!

Da Ponte

Ma hai il denaro?

Bondini

Cento fiorini li ho. E se perdo te ne devo altri quaranta.

Da Ponte

No, niente da fare, non gioco sulla parola.

Mi porterebbe sfortuna.

Bondini

Ci metto quest'orologio.

Da Ponte

Allora va bene.

Casanova

(A Nancy) Spostiamoci.

Cambiano le luci e torna l'altra scena. E' notte. Casanova è sveglio, illuminato dal chiarore lunare che proviene dal balcone aperto. E' solo, poi compare Maton che gli si avvicina.

Maton

Come è che quel suo amico e la moglie dormono in stanze separate?

Casanova

Il mio amico è un uomo molto sfortunato in amore.

Maton

Mi ha fatto delle proposte.

Casanova

(Abbraccia la ragazza) E tu?

Maton

Non m'andava.

Casanova

(La tocca e la bacia)

Cosa ci fa una ragazza come te, in questo posto?

Maton

Maton Ho girato molto, Dresda, Praga, Bruhl, un acqua e un po' là, ora mi trovo qui, ma non per molto.

Casanova

Meriterebbe, sai, d'essere consolato.

Maton

Non ha i denti buoni.

(Bacia sensualmente le mani di Giacomo)

Casanova

Ma è giovane. Ed è un artista famoso.

Pausa

Maton

Va bene. Allora, vado?

Casanova

(L'accarezza) Si.

Lei si avvia, poi si volta, lo guarda egli sorride, infine esce. Casanova si alza, accende una candela ed inizia a spogliarsi. Alle sue spalle compare Nancy. Lui si volta.

Nancy

Ecco dunque il famoso Casanova.

Nancy

Certo, a vederla così...

Casanova

Non si capisce a cosa si deve la mia fama.

Nancy

Naturalmente, ali anni passano per tutti.

(Lui la guarda, sorride in modo ambiguo e non risponde)

Nancy

Da quanto tempo conosce il mio Lorenzo?

Nancy

Da molti anni, Venezia...

Casanova

Vorrei andarci, se scagionassero Lorenzo da quelle assurde accuse.

Casanova

Proprio così, "assurde accuse".

Cosa vuoi che siano per un prete qualche bestemmia, qualche orgetta con donne disponibili, qualche figlio

proprio abbandonato per strada, qualche sodomia con ragazzetti da iniziare!?

Nancy

(visibilmente irritata fa per andarsene)

La lascio, Buonanotte

Casanova

Sto perorando la causa con il mio amico Zaguri.

Vi sono buone prospettive.

(Nancy si ferma)

Nancy

Lei penserà che sono scostante come tutte le donne

Casanova

Qualcuno direbbe che è così perché le donne ragionano con l'utero

Nancy

Lei è tra quelli?

Casanova Anzi! Qualche tempo fa ho scritto un libro per confutare le nobili tesi di due dotti medici bolognesi a questo riguardo.

Nancy

E con quali argomentazioni?

Casanova Con le argomentazioni di chi crede di conoscere un pò le donne. E dà loro il posto che meritano.

Nancy

Furbo!

Casanova

Mi sembra riduttivo.

(Prende dalla tasca una boccetta)

Nancy

Cos'è?

Casanova

Del laudano! Alla mia età se ne ha bisogno. Serve un filtro.

Nancy

Non è detto. Non sempre.

(Lo guarda per la prima volta con interesse, mentre cala il buio)

(Luce al tavolo da gioco. Ci sono solo Da Ponte e Bondíní che continuano la loro partita)

Bondini

Ecco qui. Me lo sentivo, ho vinto.

Da Ponte

La partita non è finita. Lascia i soldi sul tavolo.

Bondini

Come, vuoi ancora giocare?

Da Ponte

si.

Bondini

Midevo proprio riprendere tutti i soldi che ti ho dato per il Don Giovanni?

Da Ponte

( Tira i dadi eperde di nuovo)

Cristo, gioco ancora.

(Torna in luce la locanda. Casanova è sempre al buio nella stanza, la stessa notte. Entra Da Ponte)

Da Ponte

Stanotte sono proprio soddisfatto di me.

Casanova

In pace con te stesso e con i sensi.

Da Ponte

Tu sai? (Lo guarda)

Casanova

Si, e vi ho anche guardati.

Da Ponte

Mentre lo facevamo?

Casanova

Niente male come prestazione. E che posizioni... con lei

sopra, in particolare...

Da Ponte

Come ti sei permesso?

Casanova

Nello stesso modo in cui l'ho consigliata di consolarti.

Da Ponte

Che Nancy non sappia, mi raccomando, altrimenti...

(Duro)

Casanova

Altrimenti?

Pausa

Ti ricordi a Praga, quella giovane di sedici anni che chiamavi con una campanella...

Da Ponte

Una bottiglia di tokai a destra, una scatola di tabacco di Siviglia a sinistra...

Casanova E tre libretti da scrivere contemporaneamente... "scriverò la notte per Mozart e farò conto di leggere l'Inferno, scriverò la mattina per Martini e studierò Il Paradiso, la sera per Salieri ... ".

Ma la notte c'era quella ragazza.

Da Ponte

Non avrei voluto perdere tempo con lei, ma quando si

piegava da dietro prendeva una certa posizione... E anche

tu, presente, m'istigavi a lasciarmi andare ai sensi...

Casanova

E, ciononostante, "l'Inferno", quasi per incanto, andava avanti.

Da Ponte ...

Un miracolo ... Vino, sesso, ed anche laudano, e tutto avveniva.

Casanova

Don Giovanni ...

Da Ponte

Il Don Giovanni! (Si guardano)

Casanova

No, Nancy non saprà Le ho tenuto compagnia io.

nulla, stai tranquillo.

Pausa

Da Ponte

Perché mi hai mandato nel letto quella ragazzina? Eh? Per

poter restare solo con Nancy?

Un'idea geniale, io mi scopo la piccola e tu mi freghi la donna.

Casanova

Servono luoghi bui per organizzare affari oscuri... Sei ubriaco.

Da Ponte

E tu sei drogato.

Casanova

Ogni tanto penso a cosa sarebbe stata la mia vita se non

mi fossi incaponito a voler rientrare a Venezia...

Da Ponte

Quello che non sopporto di te è che credi che facendo o non facendo una serie di cose, in futuro succederanno o non succederanno un'altra serie di cose...

Casanova

Mi sento vecchio.

Da Ponte

E allora?

Casanova

Allora niente, perché tu non stai meglio di me.

Da Ponte

Forse soltanto un pochino, ma direi di si, se non ti dispiace.

Casanova

Tunon hai il cuore.

Da Ponte

Non ho il cuore.

Proprio così, io non ho il cuore.

O meglio, ho il mio e mi basta.

Casanova

E allora mi sai dire che specie di amicizia è la nostra.

Da Ponte

Diciamo... un'amicizia paritetica.

Casanova

Sta succedendo qualcosa di terribile, amico. Sono tempi davvero bui, questi.

Da Ponte

No, no, no. Proprio no queste sono le cose che la gente dice da sempre.

Non pensare di stare peggio degli altri.

Lascia perdere.

Casanova

Se è così da sempre, questo non vuol dire che bisogna

lasciar perdere.

Vuol dire solo che è da troppo tempo che le cose vanno così

Da Ponte

Senti, non sono i tempi che sono bui, sei tu che sei buio.

Lo sai? Lo hai capito?

Solo tu.

Casanova

Me ne vado.

Da Ponte

Ma dai, perché te ne vai?

Hai paura di parlare con me...

(Casanova si ferma)

Ho scritto nuovi versi, alcuni in onore del tuo conte di Waldstein. Spero che le mie ottave lo convincano a farmi il prestito che mi occorre. "Esausta è ormai la mia già floscia borsa, esausto il guardaroba e lo scrignetto, fu l'orologio l'ultima risorsa". Che ti pare?

Casanova

Esplicito, molto esplicito.

Da Ponte

"E la caduta mia fu tanto forte, che se tu non mi aiuti, eccomi a morte".

Casanova

Manca qualcosa.

Da Ponte

Cioè?

Casanova

"Ormai non so di che bagnare il becco se non mi lascio far l'arme del becco".

Da Ponte

Questo scherzo non mi piace affatto.

Casanova

Non era uno scherzo, ma un consiglio.

Da Ponte

Attento a te, ti spacco la faccia.

Casanova

Provaci.

Da Ponte

Ho troppi anni meno di te.

Nancy

(Entrando) Su, vipare questo il momento di litigare? Via!

Casanova

Pensaci ad inserire quelle strofe. Ti ho sempre dato ottimi consigli... poetici.

Da Ponte

Anche a Venezia litigammo perché criticavi i miei versi.

Pensavo che con il tempo fossi cambiato.

Casanova

E cosa conta il mio giudizio?

(Si guardano duramente senza parlare)

Nancy

Il mio Lorenzo ha dato ben altre dimostrazioni della sua perizia. Non deve dimostrare più nulla.

Casanova

Certo, per esempio nel suo capolavoro il Don Giovanni del maestro Mozart.

Nancy

Esatto. E’ davvero un libretto bellissimo.

Da Ponte

Giacomo lo sa, m'ha aiutato, scrivendone alcune parti sotto mia dettatura, dandomi delle piccole idee e facendo in chiusura delle piccole correzioni.

Casanova

Vedo che ricordi bene. Anche le "piccole cose".

Nancy

Anche lei era a Praga in quei giorni?

Casanova

Si, ho avuto la fortuna di poter assistere alla prima assoluta di quella grande opera.

Da Ponte

(Leggermente in imbarazzo)

Io invece sono dovuto tornare a Vienna qualche tempo prima, richiamato da Salieri, ma ho lasciato lì un degno sostituto.

Casanova

... Nell'ombra.

Nancy

In fondo quel Don Giovanni somiglia un po'al ritratto che fa la gente di lei.

Casanova

La gente…La gente parla a sproposito, dice anche che io ho collaborato alla scrittura dell'opera. Se lo chiedi in Praga così rispondono.

Da Ponte

Allora, pensi che io possa avere quel prestito, oppure la restituzione di ciò che mi devi? Vienna presto mi accoglierà di nuovo trionfatore ma per ora come ti ho detto, devo andare a Parigi.

Casanova

Parigi... Ma c'è la rivoluzione, che ci fai a Parigi. Vai invece a Londra.

Da Ponte

Tu sei vecchio, fuori dai tempi. Ora c'è un nuovo mondo e Parigi è di nuovo rifiorita.

Casanova

Fai come vuoi. In Francia non c'è spazio per l'opera italiana in questo momento.

Da Ponte

Scriverò in francese.

Casanova

O forse vuoi fare un mestiere diverso?

Ti consiglio la delazione. perfetto per te.

Potresti fornire informazioni su fatti e persone di Austria e Venezia.

Magari inventandotele, non fa mai differenza.

Da Ponte

Non so dove vuoi arrivare, ma non ho intenzione di far la

figura dello zimbello. O di farmi plagiare.

Attento a te, lo ripeto.

Pausa

Casanova

Nancy, se dovessi decidere chi di noi due è Don Giovanni e chi Leporello, che diresti?

Nancy

E’ un gioco? E' una provocazione?

(Cambiano le luci e siamo di nuovo nella serata di Toeplitz)

Da Ponte

Hovinto io.

Una volta ciascuno non fa male a nessuno.

Bondini

Se uno non sa giocare, allora non dovrebbe giocare.

Dovrebbe solo comporre versi.

Da Ponte

Stai calmo, amico. I miei soldi sono buoni quanto i tuoi.

Bondiní

Ituoi soldi certo, ma non lo è la tua fortuna.

Chissà cosa ci vede in te quella donna, proprio non capisco.

Da Ponte

Il mio fascino è indiscutibile.

Bondini

Se Dio è neutrale non puoi che perdere.

(Tira i dadi)

E Dio è neutrale!

(Nancy e Casanova appartati)

Casanova

Perché ti fai comandare così?

Nancy

Io faccio quello che mi si chiede, è l’amore!

Casanova

Faresti qualunque cosa ti chiedesse di fare?

Nancy

Si, finchè durerà l’amore. Qualsiasi cosa.

(lo guarda con aria di sfida)

Casanova

Dietro c'è qualche altro motivo?

Nancy

Chissà! Non lo saprete mai.

Casanova

Un tempo le donne lo facevano anche per me. Ma il tempo passa, s'invecchia, e prima ci si accorge di trovare il piacere che si trae dall'amore meno vivo e meno seducente di quanto lo si fosse immaginato prima di farlo.

Poi tanti piccoli segni dopo aver fatto lungamente all'amore non arriva un sonno veramente ristoratore; a tavola l'appetito, che prima l'amore rendeva vorace, diventa invece scarso. E ancora, la constatazione di non suscitare più interesse nel bel sesso a prima vista ma sempre più con la necessità dell'uso della parola.

Infine viene preferito il tuo rivale più giovane mentre sempre più spesso tocca sentire la gente dire "E' un uomo di una certa età...".

Ah, l'esaurirsi dell'incendio ha reso deplorevole l'incensiere...

Nancy

(Guardando verso il tavolo da gioco)

Sono preoccupata per Lorenzo.

Casanova

Perderà, perderà. E' troppo nervoso, un giocatore nervoso ha già perso.

Nancy

E da cosa si capisce che è così nervoso?

Casanova

Guarda la sua mano. Continua a giocare con quell'anello.

L'altro lo sa, ed acquista sicurezza.

Non può che perdere.

Nancy

Se io le dicessi che la desidero, ci crederebbe?

Casanova

Quando si ama il piacere non bisogna filosofare troppo se non si vuole diminuirlo.

Nancy

Quindi, si?

Casanova

Perché, non potrei piacerti, anche con tutti gli anni di differenza!

(A Nancy viene da sorridere)

Non ci casco, spiacente!

Nancy

Siete davvero un uomo interessante.

Casanova Attenta... Prendi questa.

(Le dà una moneta).

Chiudi le mani, bene. Conosci questo gioco? lo devo indovinare in che mano hai la moneta.

(Lei esegue)

Sta qui!

(Apre la mano, Casanova ha indovinato).

Hai visto, ho indovinato! Di nuovo... Sta qui! Hai visto? Se lo facessimo cento volte indovinerei la mano giusta tutte e cento.

Nancy

E come fate?

Casanova

Me lo dici tu con un piccolo movimento degli occhi.

Nancy

E allora?

Casanova Allora... Quello che pensiamo, quello che vogliamo, possiamo farlo o non farlo... ma non possiamo nasconderlo.

(Di nuovo la scena si sposta ad Oberleutensdorf Dopo il buio compare un letto. E' la notte seguente. Da Ponte e la ragazza sono sul letto)

Da Ponte

Vieni qui, su, ancora...

Maton

No, basta così, non mi va pìù.

Da Ponte

Ma come, non è possibile. Io non sono ancora venuto.

Maton

Cosa ti è successo ai denti?

Da Ponte

Un maledetto medico per una vendetta d'amore m'ha somministrato dell'acqua forte per una infiammazione gengivale. E mi ha rovinato la bocca per sempre. Prendi, bevi.

Maton

No, basta.

Da Ponte

Lo dico io quando basta.

Maton

Ho detto di no.

Da Ponte

Dai... (Fa per baciarla)

Maton

Non mi va di baciarti.

Da Ponte

Vediamo chi è che decide.

Maton

Mi fai male.

Fermati, ti prego. Ahh...

(Da Ponte stringe il collo della ragazza. Compare Casanova)

Casanova

"Nocet empia dolore voluptas".

Allora, dai, uccidila. Ti rifiuta. Cosa aspetti! Anche questo è piacere. Concludi il godimento.

Da Ponte (Lasciando la ragazza)

Tu sia maledetto! Ma che sto facendo... Sono tutto un bagno di sudore... Per Dio!... Fa un caldo bestiale. Fosse per te, finirci dannato in eterno.

Casanova

Ah. Tu pensi che Dio esista?

Da Ponte

in fondo sono un sacerdote.

Casanova

Smettila di fare il buffone Tu non sei più un bel niente.

Mi devi rispondere.

Da Ponte

Credo nell'esistenza del Diavolo.

Casanova

Se credi nel Diavolo, credi anche in Dio.

Da Ponte

L'ho invocato, Dio, tante volte quando ne ho avuto

bisogno, ma non ha mai risposto.

Casanova

Troppo semplice se esiste il male esiste anche il bene.

Da Ponte

Spesso faccio un sogno. lo esco da un Teatro dell'Opera. Sono agitato, cammino per le strade di corsa, quanto posso perché in terra c'è la neve. Arrivo davanti ad una casa, entro, e li, sul letto, c'è una giovanissima donna nuda, incinta. Mi avvicino, la giro di spalle. Poi prima di stendermi sopra di lei, mi volto e vedo una persona che prima non avevo notato. Questo da lontano inizia a parlarmi e dice "Preferisci Ebe o Ganimede?" oppure... "Ma non avevi detto che avresti voluto amarla solo come figlia?".

Mi avvicino a lui per capire chi sia, ma prima di arrivarci comincio a ruotare come un mulinello.

Sono convinto che è il diavolo, e che quel Diavolo ha il tuo volto, anche se mi sveglio sempre prima di vederlo in viso. Non capisco perché sono venuto qui. Tanto da te non si riesce ad ottenere niente.

(Fa per prendere la ragazza sul letto ed andarsene via)

Casanova

No. Lei è solo per me.

Perché non abbiamo nessuna relazione seria, noi.

Non hai sentito? Questo è un pensierino per la gente che non ha una relazione seria. O mogli.

Da Ponte

Hai voglia di scherzare...

Maton

Di che cosa state parlando?

Casanova

Di fare all'amore con te. Solo io, però. Lui, no. Ha una relazione seria e deve difenderla.

Da Ponte

Adesso vediamo, brutto bastardo.

Casanova

Non ci provare neanche!

Da Ponte

Sei il solito. Gira solo gli occhi e te la frego.

Casanova

Ingrato. Più di così non potrei fare per te.

Da Ponte

Piantala, dai.

Casanova

E per il tuo bene. Un giorno mi ringrazierai.

Da Ponte

lo mi preparo a partire subito.

(Prende i vestiti ed esce)

Maton

(Ancora confusa)

Io ho conosciuto un prete che aveva visto il Diavolo mi

ha raccontato che gli era entrato nel letto ed hanno dovuto

lottare in modo furibondo.

Si sono picchiati.

Casanova

E tu ci credi all'Inferno e al Paradiso?

Maton

Si, ci credo.

Casanova

Allora dovrà essere doloroso fare peccati.

Maton

So che Dio avrà misericordia di me.

Casanova

Ti sei fatta male?

Maton

No. E tu in Dio ci credi?

Casanova

Qualche notte fa, immerso in un sonno profondo ho visto una luce immensa popolata da occhi, orecchie, bocche, nasi, piedi, mani, da organi genitali dell'uno e dell'altro sesso e da altri corpi che circolavano nella massa abbagliante con un movimento continuo, ma ineguale poiché, urtandosi spesso tra loro si respingevano e cambiavano direzione con velocità e accelerazione proporzionali alla loro massa.

L'armonia prodotta da questo fenomeno mi rapiva mi sembrava derivare direttamente dal moto di quei piccoli corpi...

Inebriato dal piacere che questo spettacolo mi causava attraverso l'udito e la vista ho sentito la mia voce esclamare

"Dio! Mio Dio! Che piacere! Ma cos'è che sto vedendo?". E la massa mi rispose "Tu vedi Dio".

Maton

Dio non è possibile vederlo.

Casanova

Con gli occhi materiali, certo.

Maton

L'unica cosa che capisco è che prendi troppo laudano.

(Casanova ride)

Casanova

(Toccandola) Che piccola acquasantiera per un Diavolo!

Maton

Ma d'altronde capita qualche volta di fare dei sogni che non vogliono dire assolutamente niente, così almeno la penso io. Capita che ci entrino in testa delle cose che noi non possiamo controllare in nessun modo. Roba che ci è entrata in testa, e nessuno al mondo saprebbe dire come e perché.

Come per esempio quella volta che ho sognato che un uomo mi rapiva e mi chiudeva a chiave nella stanza di una torre con solo una piccola finestrella dalla quale si vedeva tanta acqua intorno e più in là un mondo meraviglioso con degli alberi bellissimi, carichi di melograne lucenti. Quando l'ho raccontato alla mia mamma lei mi ha detto che erano i ricordi di una storia che avevo sentito da bambina. I sogni non sono più strani di quello che è la vita, certe volte lo sono meno della metà. Così diceva sempre mia madre. Quando è morta, mio padre fischiava in casa. Fischiava un motivo, e stonava. Sembrava il fischio del Diavolo.

In chiesa, dopo, stavamo come tanti cani bastonati.

Ma il tipo che cantava aveva una voce splendida.

Una voce acuta, stupenda. Cantava da solo, senza organo nè niente. Solo la voce. E ci siamo messi tutti a piangere. Pure il prete aveva detto un sacco di cose, anche belle, ma... niente. E invece quando quel ragazzo si è messo a cantare dal fondo della chiesa, e non capivamo neanche le parole, sentivamo soltanto quel suono acuto, bellissimo e triste, umano, ci siamo messi a piangere, tutti, ed io ho deciso che sarei partita.

(Si guarda intorno per cercare Casanova il quale nel frattempo è andato via)

(DaPonte, Nancy e Bondini al tavolo, poi anche Casanova)

Bondini

Ho vinto ancora, mi dispiace.

Da Ponte

E’ proprio una serataccia.

Casanova

Perché non provi a cambiar gioco?

Faraone, per esempio.

Da Ponte Si,

hai ragione, giochiamo a Faraone.

Casanova

Ecco le carte...

Bondíni

Bene, io tengo il banco.

Da Ponte

La ruota della fortuna sta cambiando, me lo sento.

Bondini

Giochi anche tu?

Casanova

Una sola puntata.

Da Ponte

Voglio dar retta all'istinto. Ne vedremo delle belle.

Bondini

Eh già, quando si danno le carte c'è sempre chi dice una cosa e chi ne dice un'altra... poi però vince uno solo!

(Guarda,Nancy)

A chi stai portando fortuna, eh? A lui o a me?

Da Ponte

Lasciala perdere. E tutta la sera che mi stuzzichi.

Bondiní

Giocare!

Da Ponte

Punto il sette e il via.

Casanova

Ecco la mia.

Bondini

Vediamo .. vince il banco ed anche Giacomo.

Casanova

Pace di paroli.

Da Ponte

Raddoppio sulla stessa carta.

Bondini

T'è andata male.

Da Ponte

Non è possibile. Per l'ultima volta, la stessa carta, non

posso perdere tre volte di seguito.

Casanova

Io lascio.

Bondini

Hai perso la terza volta di seguito.

Da Ponte

Voglio giocare ancora.

Bondini

Hai già perso ottocento zecchini, più l'orologio ed una catena d'oro.

Da Ponte

Gioco sulla parola.

Bondini

Non accetto, mi porterebbe sfortuna.

Da Ponte (A Casanova)

Ti prego prestami del denaro.

Bondini

Non è la prima volta che in condizioni disperate ti rivolgi a lui...

(Da Ponte lo guarda furibondo)

Casanova

Tu sai che non io niente.

Da Ponte

Quel prestito famoso di 380 fiorini!

Casanova

Non sono in grado di restituirtelo ora.

Da Ponte

Ma io devo...

Casanova

Però hai qualcos'altro...

(Guarda verso Nancy, Nancy risponde allo sguardo)

Da Ponte

Già, ho ancora qualcosa.

Buio

(Alla locanda di Oberleutensdorf Le Duc, i lservo di Da Ponte, appoggia il bagaglio in terra)

Nancy

Allora partiamo.

Lei viene con noi naturalmente.

Da Ponte

Credo che Giacomo debba purtroppo tornare al castello di Dux. Deve stare lì per il suo lavoro.

Casanova

Come dici tu, tu lo dici!

Nancy

Io però ci terrei particolarmente alla sua compagnia. Il calessino è da tre persone, ci staremo perfettamente.

Casanova

Si viene sballottati molto dal viaggio.

Nancy

Sarà un piacere per noi, vero caro?

Da Ponte

Un vero piacere. (Non è affatto convinto)

Casanova

Allora accetto l'invito del mio amico.

Verrò con voi fino a Dresda. Poi io tornerò indietro e voi continuerete il vostro viaggio.

Nancy

Verso Parigi…

Casanova

... O verso dove vorrà il destino.

lo direi... Londra.

Da Ponte

Non capisco cosa ci devo fare io a Londra.

(Da Ponte e Nancy escono, nelfrattempo è entrata Maton)

Casanova

Non si sfugge al proprio destino. (A Maton)

Maton

Credo sia proprio così.

Casanova

Da dove mi hai detto che vieni? Non sei di queste parti, vero?

Maton

Infatti.

Casanova

Mi hai detto che vieni da lontano, me lo ricordo. E stavi

con un uomo. Non è così che mi hai detto?

Maton

sì.

Casanova

Dove volevate andare?

Maton

A Vienna, e poi… a Venezia.

Casanova

Non si trovano da que ste parti.

Maton

Non mi sono fermata io. Lui mi aveva convinto che il

mondo fuori fosse un Paradiso ed io piena di curiosità ho

lasciato la mia casa. Poi mi sono resa conto che in nessun

posto si sta bene come a casa propria... Sai un anno fa ero

in uno stato pietoso.

Se ci fossimo incontrati l'anno scorso non mi avresti neanche notata.

Casanova

E così sei finita qui.

Maton

Però qui ho visto delle cose molto interessanti.

Casanova

Cosa per esempio?

Maton

La gente.

Casanova

Questo sì, che è interessante!

(Si siede su una sedia e sbadiglia)

Da qualche tempo ho difficoltà a dormire... La gente, Eh?

Maton

Ascolto sempre quello che dicono. Parlano delle stanze e della locanda, o del tempo o dello strano nome di questo paese.

C'è la disperazione a volte in quei discorsi... Parlano anche dei vestiti, e dei cavalli. La gente non dà mai ragione, urla soltanto...

(Si accorge cbe Casanova si è addormentato e smette di parlare. Casanova si sveglia di soprassalto e si alza per partire. Ma prima di uscir esi volta verso Maton e le fa una carezza)

Fine Primo Atto

II ATTO

(Toeplitz stanza all'interno della locanda)

Da Ponte

Ci mancava anche questo! il calesse che s'è rovesciato!

Ma che senso ha far dello spirito, ingaggiare una gara con

un'altra vettura. Su strade come queste, dissestate, con un fondo stradale orribile.

Due pazzi incoscienti... e tu ad incitare. Ora sarai contenta.

Nancy

Eh, quanto la fai lunga, che vuoi che sia una breve sosta. E domani, riparato il guasto, lasceremo Toeplitz. E via. Ci sta pensando il tuo amico a farci fare la riparazione del calesse in breve tempo.

Da Ponte

Questo mi preoccupa ancor di più. A proposito, vedi un pò se riesci tu a strappargli la restituzione di quel famoso debito. A fargli cacare quei zecchini o almeno che ci assicuri il suo aiuto per avere un prestito da Waldstein.

(Ride) Non credo sappia resistere al fascino di una donna bella e giovane.

Nancy

Non so se è il caso. Puoi vedertela meglio tu.

Da Ponte

Non ti conoscevo così vergognosa. Sai fare ben altre cose Provaci.

Nancy

Ci proverò.

(Arriva Casanova. Da Ponte esce)

Casanova

Ii nostro spasso non gli è piaciuto. Dio che carattere orrendo, Da Ponte. Come lo hai conosciuto?

(Le Duc, il servitore di Da Ponte cornincia a preparare l'acqua per il bagno di Nancy)

E come è andata questa storia del "matrirnonio"? Ne sono molto curioso. E lui non racconta nulla.

Nancy

Lorenzo conobbe mio padre e lo convinse, non so come,

a far da sensale per un mio buon matrimonio.

Trovò a questo scopo un ricco commerciante di Venezia,

anche lui di nome Giacomo, Giacomo Cagliano.

Poi mentre s'organizzava il matrimonio per corrispondenza, lui mi fece innamorare di sé, e l'altro matrimonio andòa monte, con grandi liti di famiglia.

Insomma, diciamo che questo più che un viaggio di nozze è una fuga d'amore.

Più o meno è la stessa cosa. No?

(Casanova annuisce)

(Luce sul tavolo da gioco. Siamo alla fine della serata e da questo momento la narrazione è tutta di seguito)

Da Ponte

(Prendendo Nancy da parte) Hai capito?

Nancy

Cosa ti salta in mente?

Da Ponte

Quello che hai sentito.

Tu mi ami vero? Anche io ti amo. Perciò ti faccio questa

richiesta. Abbiamo bisogno di quel denaro.

M'hai sempre detto che avresti fatto tutto quello che volevo.

Ora dimostramelo.

Non succederà nulla, lo dico io. Vincerò.

Nancy

Ma sei diventato pazzo? Ti rendi conto di cosa dici? Sei ubriaco?

(Parlano ad alta voce e vengono ascoltati da tutti)

Da Ponte

Allora?

Nancy

Lasciami il braccio.

Da Ponte

Mi tradisci cosi? Non te lo perdonerò mai.

Nancy

Ma ti rendi conto di cosa mi chiedi?

Da Ponte

si.

(Silenzio di Nancy che guarda Casanova)

Da Ponte

Bene.

Io metto sul piatto Nancy.

Se perdo sarà tua fino al sorgere del sole.

Bondini

D'accordo. Ci stò.

Da Ponte

Scopri le due carte. (Attimo di tensione)

Bondini

Il banco ha vinto!

(Nancy esce rapidamente, Da Ponte va via dietro di lei)

Casanova

Serata proficua, direi.

Bondini

Sì. Vuoi del tabacco?

Casanova

Qual è?

Bondini

Rapè.

Casanova

Ottimo, dammene una presa.

Bondini

Ti ringrazio per la collaborazione.

Casanova

Lo avresti spellato ugualmente.

Bondíní

Devo darti la tua parte, per la partita truccata.

Gli impegni d'affari vanno onorati.

Casanova

Certo, e questo è un affare come un altro.

Bondini

Un affare come un altro.

Peccato che la donna non si possa dividere, quella spetta solo a me.

Casanova

Già, spetta ad uno soltanto.

Bondini

Sarebbe tutto perfetto se non fosse per quel tremendo mal di testa che non mi vuole lasciare. Stamani ho fatto anche un salasso, non so se te l'ho detto.

Casanova

Mi pare.

Bondini

In realtà so qual è il motivo. Ho le ghiandole inguinali

gonfie e dure. Sono affetto da un regaluccio i cui sintomi

sono quanto mai sgradevoli.

Casanova

E chi t'ha contagiato, amico mio?

Bondiní

Una puttana, che avevo preso con me pensando fosse una

brava ragazza. Quando mi sono visto in questo stato sono

corso da lei che ancora dormiva, ho gettato via le coperte,

le ho strappato di dosso un doppio asciugamano la cui

vista m'ha fatto rivoltare lo stomaco, e poi ho esaminato

quello che avrei dovuto guardare prima. E mi son trovato

di fronte ad un ripugnante lazzaretto.

Casanova

Che ingenuità!

Bondini

Le ho detto guarda che mi hai fatto! Mi hai rubato il mio

unico bene, la salute! Mi vergogno per la mia stupidità!

Casanova

Cure e abluzioni ti rimetteranno in sesto.

Anzi guarda, prendi un sorso di questo medicamento la sera, ti toglierà presto l'infezione.

(Glí dà una boccetta)

Bondini

Solo Giacomo Casanova può portarsi sempre dietro i medicamenti per le malattie di Venere. (Ride)

Casanova

ormai è un "portafortuna", niente di più!

Bondini

Che strano incontrarci qui, stasera, noi tre. Ci hai mai

pensato che io sono l'unico oltre a voi due a sapere tutta

la verità sul Don Giovanni, che cosi bene non l'ha mai

saputa neanche Mozart! E ti confesso che ogni tanto mi

viene la voglia di raccontarla.

Casanova

Quella voglia ogni tanto m'è venuta anche a me

Ora vai su, che t'aspetta il tuo premio, non vorrai farla

attendere troppo no?

Bondini

(Andando via)

Di la verità, piaceva anche a te, vero? (Esce)

(Casanova resta un poco solo. Tira i dadi, sorride)

Casanova

Direi che ho vinto. Ancora qualche minuto e poi potrò

prendermi il mio premio.

(Entra Da Ponte)

Da Ponte

Amico, sono disperato.

Non so bene cosa fare.

Sono confuso. Sento che in questo momento il mio Dio

muove tutte le mie potenze, ed io non sono che una

specie di macchina che segue tutti gli impulsi che gli arrivano.

Non riesco a vedere intorno a me, ma anche alla cieca cercherò di fare come un uomo che cade nell'acqua e che con le mani e coi piedi fa quello che può per non affogare e trovare la riva.

Se io dovessi agire si potrebbe dire che rischio molto per molto...

(La sua disperazione suona falsa e letteraria)

Casanova

Come sei falso!

T'ho sempre detto che sei un pessimo poeta.

E adesso a cosa vuoi arrivare?

Da Ponte

Eccolo lì, è ancora il grande Casanova. Ma grande di che? Dove? Come ti permetti di parlarmi così, giudicarmi, disprezzarmi!?

Casanova

Perché sei degno di disprezzo.

Da Ponte

Disprezzo, disprezzo perché la mia donna sta andando a letto con un altro? E’ la ruota della fortuna che ancora una volta m'ha voltato le spalle! Senti, io passerò alla storia, tu con tutta quella boria invece no!

Sì ricorderanno di Da Ponte.

Invece tu non hai costruito nulla. Un bel castello di sabbia! Ti ho già battuto, se vuoi saperlo. Di te non resterà nulla!

(Pausa)

Le tue avventure!

Riesci solo a venderti bene.

Travisando sempre la realtà. Mi meraviglio solo che ancora tu non mi abbia coinvolto in una delle tue

mirabolanti favole.

Casanova

(Lo guarda a lungo in silenzio)

Voglio giocare con te.

Facciamo un banco di Faraone.

Da Ponte

Non ne ho proprio voglia.

Casanova

Hai paura di perdere.

Da Ponte

Con te mai, anche nella serata più sfortunata.

Casanova

E se mi gioco il mio anello contro il tuo?

Da Ponte

Bello, ma il tuo vale sicuramente più del mio.

Casanova

Già, il tuo varrà duemila zecchini, il mio mille di più...

Da Ponte

E cosa c'è dietro, quale altro doppio gioco?

Casanova

Niente, tu tieni il banco, però facciamo un taglio ciascuno.

Da Ponte

No, io se faccio il banco non punto, è la regola.

Casanova

Va bene, però questa volta pretendo che il gioco tra dì noi sia pari. 1 doppioni non varranno e cosi pure le ultime due carte.

Da Ponte (Ride)

... E no, così sarai tu ad avere un vantaggio.

Casanova

No, Maestro Da Ponte, se me lo provi metto sul tavolo anche 380 zecchini.

Da Ponte

Allora ce l'hai il denaro da restituirmi.

Casanova

No, da restituirti, no, da giocare, si.

Da Ponte

Mi stai sfidando.

Casanova

Sto giocando, sto solo giocando...

Da Ponte

Non voglio darti vantaggi.

Casanova

Se me lo provi che è un vantaggio ti dò i 380 zecchini. Se no, scommetto che, nonostante i doppioni e le due ultime carte, il banco è ancora in vantaggio.

Da Ponte Fametichi.

Casanova

Te lo proverò in modo incontrovertibile e mi atterrò al parere di questo ragazzo.

Da Ponte

Allora, dai.

Casanova

I vantaggi di chi fa il banco sono due.

L'uno, il più piccolo, consiste nel fatto che chi ha le carte in mano non deve badare ad altro che non a fare mai un taglio falso, cosa che non turba certo la pace e la tranquillità della ragione, mentre chi punta perde la testa lambiccandosi il cervello per individuare le carte che abbiano maggiore probabilità di uscire, sia al pari che al dispari.

Da Ponte

E quale è il secondo vantaggio?

Casanova

E quello del tempo. Chi tiene il banco tira la sua carta

almeno un secondo prima di quella che va al puntatore.

La fortuna del banchiere, dunque, è pronta a scattare prima di quella del suo avversario.

(Silenzio. Le Duc, il ragazzo, batte le mani convinto da Casanova)

Da Ponte

(Dopo una pausa, mandando via con un gesto nervoso Le Duc)

Per stabilire una vera parità in un gioco d'azzardo

bisognerebbe che i due giocatori fossero pari in tutto, e ciò è quasi impossibile!

Sei il solito buffone. Dammi le carte.

Casanova

Bene, come vuoi tu. Allora vogliamo parlare del Don Giovanni?

Da Ponte

Lo sapevo che prima o poi ci saresti arrivato.

Casanova

D'altronde, il tuo miglior libretto casualmente non l'hai scritto tu.

Da Ponte

E chi poteva pensare che si trattava di un'opera cosi importante?

Quando ti propongono un lavoro non puoi rifiutare perchè ne hai già un altro! il nostro è un mestiere cosi alla balìa degli eventi! Non sai quanto può durare un momento d'oro.

In quel periodo avevo accettato la proposta di Mozart, con cui avevo già fatto "Le Nozze di Figaro" e "Cosi fari tutte", e gli avevo detto di si, anche se le prospettive di guadagno erano minime. E lui oltretutto era caduto in disgrazia. Ma mi piaceva, quel pazzo compagno di orge e di bevute. Poi giungono le proposte di Salieri e di Martini. Musicisti importanti, repliche assicurate a Vienna. Guadagno sicuro. Protezione. E poi io so scrivere su commissione qualunque cosa.

Casanova

Quasi.

Da Ponte

Qualunque cosa.

Solo che dopo un giorno dedicato a mitologie pompose, metafore mitiche e via di questo passo, la notte ero stanco, ubriaco, desideroso di stendermi sopra quella ragazzina che mi stava aspettando, dormendo accanto a me. Per un po' il pensare che stava lì in attesa era uno stimolo a scrivere più in fretta, ma solo per un po'...

Non ho mai saputo resistere al desiderio di tirar su una gonna...

Casanova

Non era solo quello.

Da Ponte

No, non solo... la stanchezza... è duro dormire solo tre ore a notte.

La poverina per risvegliarmi aveva il permesso di farmi tutto scuotermi, farmi inghiottire con la forza del caffè, infilarmi in una vasca d'acqua fredda...

Casanova

Tu sai cosa voglio che tu dica, almeno sii sincero.

Da Ponte

E va bene... Quella sera che ti avevo portato con me in quell'osteria perchè dovevo parlare con Wolfgang, io non lo capivo, non riuscivo a capirlo. Ma cosa voleva? Perché non gli stava bene il mio lavoro?

S'era parlato del libretto di Bertati, del "Don Giovanni, di Molière.

Io quello stavo facendo. Una rielaborazione dei testi preesistenti su Don Giovanni.

E lui manca il tragico, manca il tragico. Ma se deve essere comico, grottesco, come può essere tragico?

"Voglio unire l'opera buffa alla tragedia. La mia vita è in questo momento entrambe! Il commendatore è la morte, mio padre è la morte. il sesso, il desiderio, sono la vita, ma tutto sta precipitando. lo sto morendo. Leporello è una vera anima nera, è il doppio di Don Giovanni, pur essendo comico".

Non capivo, non capivo.

Ed ero stanco, ubriaco.

Casanova

Io invece stavo lì, seduto, in silenzio, ad ascoltare.

Attentamente.

Certo che capivo. L'avevo provata tante di quelle volte nella mia vita quella sensazione. L'allegria, la burla. L'amore che si trasforma di colpo in un inferno.

L'attimo fuggente… La mia vita di libertino finita ad espiare nell'inferno di Dux le sue colpe. Ma con grandezza tragica - almeno cosi mi pareva - pur nel ricordo di tante allegre commedie.

E poi lo spettro della morte!

Da Ponte

E di questo s'era reso conto anche lui, Mozart. Parlava a me, ma guardava te, ed io ad annuire nei fumi dell'alcool. occupato ad infilare una mano tra le gambe di una cantante ubriaca seduta vicino a me.

Poi la sera venivi da me, prendevi le scene da correggere e me le riportavi, modificate.

A Mozart andava bene, tutto a posto; ed io lavoravo alacremente alle opere più importanti, lasciando anche

del tempo al divertimento. La colpa è tutta delle donne. Quella ragazzina mi faceva impazzire quando mi infilava nei pantaloni quella piccola mano e mi carezzava.

E il Don Giovanni era interessante ma... (Ride) E poi che vuol dire "interessante"?

Casanova

Che non valeva l'Assur di Salieri!

Da Ponte

infatti! Salieri mi mandò a dire che dovevo tornare immediatamente a Vienna per terminare la sua opera. Ed io sono partito dopo aver detto a Wolfi che tu avresti potuto fare per me le ultime eventuali correzioni prima del debutto. Tutto a posto. Tu sei stato anche regolarmente retribuito da Bondini e Guardassoní.

Casanova

Più o meno.

Da Ponte

Ho saputo poi del successo.

Ma insomma, a Praga sono di bocca buona, mi son detto.

Poi, quando l'ho visto nelle sole cinque repliche di

Vienna, sono rimasto sconvolto.

Ho capito cosa voleva Mozart.

Era tutto così ...

Quell'opera era unica. Non avrei mai potuto assecondare fino in fondo la grandezza di quell'uomo.

lo sono sempre stato un Leporello. E tu mi avevi dipinto in quel personaggio. Ma questo, però, nessuno lo saprà mai. E’ impossibile. Non ci sono le prove. E poi, ora, morto quel grande genio, chi si ricorderà più di luì? E’ morto da un anno soltanto e già non ne parla più nessuno.

Casanova

Non ne sarei così sicuro.

Da Ponte

Dimmi un po', invece tu glielo avevi detto, vero? Qualcosa è successo.

Perché ad una mia seguente proposta di una nuova opera

che doveva riunire il tragico ed il comico come diceva lui,

neanche mi ha risposto. Cosa hai combinato?

Casanova

Dopo la prima ci siamo rivisti. Avevo fatto, negli ultimi

giorni, alcune piccole correzioni, cose da nulla.

Poi lo spettacolo... da brividi. E di seguito due ragazze molto graziose; erano delle italiane, di Padova, il meglio per riscaldarsi in una notte fredda, insieme ad ostriche, prosciutto ed una gran quantità di vino.

Io non avevo voglia di fare il matto ma Mozart voleva divertirsi e far baccano. Le ragazze facevano le ritrose, lui le pigliava in giro ed io lo spalleggiavo dicendogli nel frattempo tutto quello che mi veniva in mente che avrei fatto finire il tutto con la morte di Don Giovanni, per esempio. E gli dissi che la nona scena del secondo atto così non andava, bisognava ristrutturarla, riscriverla.

Da Ponte

Riscriverla? Il sestetto?! La scoperta dell'inganno. Quando

s'accorgono che Leporello s'è spacciato per Don Giovanni.

Cos’ha che non va?

Casanova

"Perdon perdono, signori miei quello io non sono".

Da Ponte

E poi "Mille torbidi pensieri mi s'aggiran per la testa se

mi salvo in tal tempesta è un prodigio in verità".

Casanova

Si, così finisce la scena ottava, e fin lì tutto bene.

E’ la scena nona che va cambiata.

Da Ponte

Da quando?

Casanova

Mi disse cosi anche Mozart.

Dalla uscita di Donna Anna con lei scompare il tragico, finché c'è lei non può accadere nulla.

Da Ponte

Perché? Io devo musicare un sestetto!

Casanova

Bisogna intervenire quando il sestetto è quintetto Donna Anna, altera, austera, esce seguita dai suoi servi, senza Don Ottavio che resta con tutti gli altri per dare a Leporello la lezione che merita.

Da Ponte

Ma le necessità musicali...

Lei è un personaggio tragico, mosso insieme dall'amore e dalla vendetta.

Lei sente che scoperto l'inganno la vicenda corre verso una situazione da opera comica. A lei Leporello non interessa.

Lei vuole solo la morte di Don Giovanni, deve uscire.

Quando ho capito questo, ho pensato che la conclusione andava modificata.

Prima decido che vanno ridotti al silenzio gli altri personaggi. Termina "l’allegro assai", via i corni, via i fagotti, i flauti, gli archi. Leporello torna a chiedere pietà per parlare, divertire e fuggire in pochi minuti. Tu cosa avresti detto?

Da Ponte

Io, che c'entro io?

Casanova

Ma si, avresti detto La colpa è tutta quanta di quel fernineo

sesso che l'anima gl'incanta e gl'incatena il cor.

O sesso seduttor!

Sorgente di dolor!

Da Ponte

Le donne, già! Proprio così.

Casanova

E infine, da buon vigliacco

Merita vostro sdegno

il solo Don Giovanni

ite a punir l'indegno

lasciatemi scappar.

Da Ponte

E Mozart?

Casanova

Ascoltava in silenzio. Dopo lo stravizio.

Le ragazze alla fine c'erano state, le avevamo spogliate nude ed avevamo fatto loro, scambiandocele spesso, ciò che l'istinto brutale suggerisce in situazioni simili. Ed io parlavo ancora dell'opera ... poi mi sono pentito subito.

Perché affidare l'azione interamente al servo? Perché escludere improvvisamente senza ragione i personaggi che poco prima avevano giurato vendetta?

Mozart dice

Da Ponte ...

La soluzione deve essere brillantemente comica.

Casanova

Proprio così.

Niente più dubbi. Tutti devono parlare o inveire contro Leporello.

Da Ponte

Scomparso il tragico, via libera alla vera comicità. Quello che voleva Mozart.

Casanova

Si, Leporello doveva far ridere e ribattere alle battute degli altri con le sue, divertenti e assurde.

Da Ponte

Lasciato da solo...

Casanova

Incerto

Confuso

Scoperto

Deluso

difendermi non so

perdon vi chiederò.

E tutti "Terdonarti non si può".

E poi via con gli improperi.

Zerlina "Ti vo' mangiar le viscere"

Masetto "Vò divorarti l'anima"

Ottavio "Appeso ad un patibolo"

Elvira "Devi esalar lo spirito"

Ma lui non si spaventa. Non ha più paura. E’ fuori dal buio della notte. Sa di essere salvo e scompare. Quasi ballando, lasciando gli altri di stucco, ripetendo

Solo da voi dipende

il mio fatal destino

da voi la grazia attende

il palpitante cor.

Da Ponte (Dopo un attimo di silenzio)

Stupendo. Giusto. Ammetto di essere senza parole. (Poi curioso)

E com'è che questa variante non è stata inserita nell'edi zione di Vienna?

Casanova

Dopo avermi guardato a lungo Wolfgang mi ha ridato i

due fogli con le varianti dicendo

"Conservalí tu, è più giusto che sia così. lo non posso

cambiare più niente"... Tranne il finale, ho detto io.

"Tranne il finale, certo, ha risposto lui, tutto deve terminare con la morte". Nel frattempo il nostro umore s'era incupito come accade sempre quando lo stravizio risulta eccessivo, inutile e volgare, e lascia il cuore triste. E dopo aver dato otto scudi alle ragazze, nel salutarmi disse "Sì, tutto deve terminare con la morte. Ma quei fogli non li distruggere".

Io li conservo ancora.

Da Ponte

E per far che?

Casanova

Non so.

Da Ponte

Quanto ti diede Bondini per il lavoro di "correzione"?

Casanova

Due ducati.

Da Ponte (Ride)

Così poco?

Casanova

Già. Proprio così. (Ride)

(Rientra Nancy)

Nancy

Sono stanca di aspettare quel signore. Quando si degnerà di venire da me?

Da Ponte

Come, non è venuto? (Sorride)

Avesse cambiato idea!

Forse la mia buona stella non mi ha abbandonato.

Vado da lui a vedere.

Ti lascio in buona compagnia.

(Lorenzo esce, Casanova e Nancy restano un po' in Silenzio)

Casanova

Io ho un Genio Buono ed uno Cattivo.

Mentrevenivamo qui in carrozza ti guardavo, e mi pareva di essere l'arbitro del tuo destino. E mi chiedevo a metterla sulla mia strada è stato il mio Genio Buono o quello Cattivo?

Ma in fondo nella mia età era già insita la risposta, quella più ovvia.

Nancy

Non vi sottovalutate!

Casanova

Il mio impegno principale nella vita è stato quello di coltivare i piaceri dei sensi.

Non ne ho avuto altro più importante. Oggi vedo irriminente la mia fine e quando ci penso me ne rattristo perché amo la vita.

Nancy

Io direi che siete un vero porco.

Casanova

Grazie per il complimento. Mi dispiace constatare che sono diventato buono solo perchè non posso più essere malvagio.

Nancy

Vi disprezzo.

(Nancy ha in mano una Bibbia che Casanova le prende)

Casanova

Leggo spesso la Bibbia, perché la trovo licenziosa " ... Essa andò a cercare uomini che avessero un membro come quello di un asino, e scaricassero come cavalli ... ".

Carino, vero? Qui invece racconta di Dio che ordina a Osea di prendere con sè una puttana, sposarla, e farci dei bambini. Questo potrebbe interessarti.

Nancy

Cosa vuole dire?

Casanova

Niente. Niente che debba venire a sapere il nostro Lorenzo. Signorina Nancy Grahl.

Nancy

Quelle sono parole troppo forti.

Casanova

Certo, però noi sappiamo che un tale signor Grahl non è proprio un padre ma...

Nancy

(Toglie dalle mani di Casanova il libro e gira alcune pagine)

"Abbiamo una sorellina che non ha seno ancora. Che

faremo di nostra sorella allorché si tratterà di lei? Se fosse

un muro le costruiremmo i merli d'argento, se una porta le formeremmo un tavolato di cedro.

Se una donna... " (Si guardano)

Casanova

... Una donna, dopo, va aiutata a sistemarsi! Si diventa buoni perché non ha senso fare altrimenti.

Nancy

Non è un buon segno... comunque, grazie! Allora conto sulla sua discreta amicizia.

(Rientra Da Ponte)

Da Ponte

Cristo, volete saperlo? E’ morto. E’ Proprio morto. S'era tolto l'abito, era in camicia, ma riverso in terra. Credo si sia suicidato, con una boccetta di veleno che era lì, accanto a lui.

L'oste che era con me lo testimonierà! La mia fortuna non m'ha abbandonato ad onta dei Cattivi amici che si divertono a maltrattarla.

Casanova

Proprio così.

(Da ora il dialogo lo riconosciamo essere quello dell'inizio della commedia)

Da Ponte

E tu cosa hai intenzione di fare?

Casanova

Niente.

Da Ponte

E riguardo a lui?

(Nancy è intanto uscita)

Casanova

Di disgrazie ne capitano tante... una più una meno non cambia nulla.

Da Ponte

Allora lo parto.

Casanova

Sto scrivendo una storia della mia vita.

Da Ponte (Preoccupato)

E cosa ci racconti?

Casanova

Tutto. E di tutto la verità.

Da Ponte

La verità?

Se dovessi scrivere delle memorie io non racconterei certo la verità. Mai! Ma solo quello che mi farebbe comodo raccontare.

Casanova

Non ne dubito.

Ma io scrivo per me. solo per me.

Da Ponte

Maledetto sia il gioco, Bondini, il Don Giovanni... vorrei

che tutta questa notte non vi fosse mai stata.

Casanova

(Ironico)

Ieri sera non la pensavi allo stesso modo...

(Sino a questo punto il dialogo è stato la ) ripetizione di quello dell'inizio prima cbe cominciasse il lungo flashback incrociato)

Da Ponte

E cosa scriverai su certi episodi?

Casanova

Niente... l'aria di questo paese mi fa lo stesso effetto dell'acqua del Lete.

Mi fermerò prima, mi fermerò molti anni prima, al mio rientro a Venezia.

Da Ponte

Ah! (Tira un respiro di sollievo)

(Rientra Nancy già col mantello)

Casanova

Siete in partenza, potete prepararvi, cara Nancy. Ho sistemato tutto il calesse rotto è stato venduto. Tutto è pronto per la vostra partenza per Dresda.

Nancy

Sono molto felice di avervi incontrato. E mi sembra di conoscervi da sempre. Invece sono passati pochissimi giorni dal nostro primo incontro in quel paesino dal nome impossibile. Resterete per sempre nel mio cuore. Ancora grazie. (Va via)

Casanova

(A Da Ponte)

Devi darmi due ducati per la mia sensalìa, penso di meritarli.

Da Ponte

Cosa?

Casanova

Dammi due ducati, per il mio lavoro.

Da Ponte

Cosi poco?

Casanova

Già. Proprio così.

(Da Ponte prende la borsa cbe è tornata quasi per magia a conteneregli ottocento zecchini, ne tira fuori due e li dà a Casanova. I volti sono duri, poi Da Ponte si volta ed esce)

Casanova

(E’ rimasto solo, tra sè e sè)

C'era una volta nell'antica Grecia una principessa che si chiamava Persefone. Un giorno l'andò a trovare un vecchio cavaliere, le regalò una melograna e se la portò via.

(Alle spalle di Casanova è entrata in silenzio Maton, la ragazza di Oberleutensdorf)

Maton

Poi la madre di Persefone pianse tanto che il vecchio e cattivo Dio delle tenebre si commosse e le restituì la bella figlia.

Casanova

(Si volta) Ah, sei tu. E’ una bella favola, vero?

Maton

Sì.

(Appoggia in terra il suo sacco cbe dalle dimensioni contiene ben poco)

Sai, non sono mai stata in quei posti che ti ho detto di aver visto. Una volta ho guardato un libro che parlava di Praga, Dresda, ed altri posti, ecco tutto. Sono solo andata un po' a Nord, e mi sono fermata ad Olmitz.

Casanova

So dove è Olmitz.

Maton

Meraviglioso.

Casanova

Cosa c'è di meraviglioso se so dov'è Olmitz?

Maton

E’ meraviglioso quando la gente sa di che cosa si sta parlando. Ad Olmitz mi sono innamorata di un sottotenente di guarnigione a Breslavia. Ma dopo un po' non era più amore.

Casanova

Che cos'era?

Maton

Un disastro. Posso restare a dormire qui?

Casanova

Sì Io però sto su ancora un poco.

Maton

Grazie.

Non c'è niente come la disperazione della strada.

Casanova

Non so se mi riuscirà mai più di donnire. Da un po' di tempo ho il terrore di restare sveglio per sempre.

(Si siede sul letto)

Maton

Mi distendo in terra?

Casanova

No, vieni qui vicino a me, c'è posto.

Maton

Vuoi fare all'amore prima che mi addormenti?

Casanova

No.

Maton

Benissimo. Non è Che non mi va di fare all'amore, solo che ho molto sonno. Buonanotte.

(Casanova non risponde. Poi si distendono sul letto, dandosi le spalle)

Sipario

Gennaio, 1991

le varianti di Casanova al libretto del Don Giovanni di Mozat sono consultabili nel1'arcbivio di Dux (oggi Ducbov) nella Repubblica Ceca.