Dramma di sogni

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DRAMMA DI SOGNI

Caricatura in un atto

Di Luigi BONELLI

PERSONAGGI

SABA

CATERINA

ALESSIO

FEDOR

XENIA


La scena rappresenta un grande letto matrimoniale. Ai lati del letto; al capo due comodini, e ai piedi due sedie. Un uscio sul fianco sinistro della scena.

Una lampada elettrica regolata da un commutatore a pera. Sul comodino di sinistra, appeso al muro, un orologio.

SCENA PRIMA

Saba - Caterina

(Saba: Trent'anni, pallida, cera malaticcia, tipo morbosa-mente sentimentale. Sta spogliandosi, seduta sul letto, e in­tanto chiacchiera con Caterina, una vecchia serva adiposa e maliziosa che resta sull'uscio, appoggiata allo stipite come chi abbia già fatto per andarsene e sia poi rimasto, tratte­nuto dalle panie della ciarla).

Saba                              - (già si veste da camera, si toglie le scarpe) Di... e non ti sembra molto più bello ora, dopo la pleurite? Si è fatto più smunto e la pelle gli è schiarita ancora,

Caterina                        - A me piaceva prima. La salute fa bellezza, cara lei! e chi lo tiene? Invece una perLe si allargano

Saba                              - Non è vero: la salute fa volgarità... e fa vizio. Un uomo solido, resistente, che può ubriacarsi tutte le sere con delle donne senza perdere mai l'appetito... E' un incentivo a imbestialirsi, la salute! sona un po' debole si raffrena e si raffina., gli occhi...

Caterina                        - Sfido! Dimagra!...

Saba                              - Hai visto gli occhi che ha fatto Fedor?... E poi, aun maschiaccio vigoroso, quando pensa a una donna, non ven­gono mica in mente dei pensieri delicati, gentili... No: gli ribolle il sangue e sogna cose oscene. Invece Fedor...

Caterina                        - Vorrei vederlo, Fedor... se fosse qui!...

Saba                              - Ebbene, io sono certa che mi bacerebbe i piedi... Dammi l'acqua di Colonia. (La serva le porge lo spruzzatore che è sul comodino ed ella irrora di profumo i piedini che sono ormai nudi) Mi bacerebbe i piedi, li bagnerebbe delle sue lacrime e mi direbbe le cose dolci e divine che scrive nelle lettere e che mi danno la sensazione di essere un'amante di quelle che si studiano nelle scuole!

Caterina                        - Bella soddisfazione!...

Saba                              - Tu non capisci nulla di tutto ciò, Caterina.

Caterina                        - E' vero. Infatti io non riesco a capire che gusto ci sia a tradire il marito in cotesta maniera.

Saba                              - Si tradisce il marito per quello che non ha... Alessio manca di sentimento; è un bruto, lui... Uno stallonaccio della steppa, irsuto, arruffato... Quando mi bacia con quel suo fiato pieno di afrore, mi ricordo sempre di quando mi misero la maschera dell'etere per farmi l'operazione!... Mi malmena, mi schiaccia, e le cose carine che mi sa dire son queste: « Se tu ti mantenessi un po' in carne saresti sempre più fre­sca della stessa Salomè che al Cabaret ci stupisce tutti da come si conserva! ». Ti pare delicato, questo?

Caterina                        - No. Oh! No. Non lo difendo mica, il padrone, io, sa! Neanche per sogno. E' un villano e basta. Perdoni se parlo così, ma ormai mi pare che siamo dello stesso senti­mento! E poi si ubriaca troppo. E l'uomo, quando è ubriaco, lascia andare la verità senza ritegno. Ed è sempre una cosa spiacevole... Non lo difendo, no. Dico, però, che cotesto scelto da lei non è il modo di consolarsi!... Un amante che si sfoga tutto in lettere e che, quando si fa vedere, si perde in sospiri... (Saba si toglie la veste da camera e rimane in camicia da notte; butta giù le coperte ed entra nel letto) di­nanzi a certa grazia di Dio!...

Saba                              - (finta modestia) Oh, non dire sciochezze!... Ma gli piaccio, sai!... Gli piaccio più di tutte... E' che non osa, lui.' E' timido... Ca-1 ro, lui! Adorabile, con quel suo ritegno da ado­lescente!... Si fa rosso; volge gii occhi... Affoga il desiderio nell'amore... e piange!

Caterina                        - Dev'essere un divertimento!...

Saba                              -  Lo è! Sul serio! Tu sentissi che te­nero languore si prova dinanzi a certe ingenue emozioni maschili! Delizioso!  Delizioso!,.. \ Quando piange, io mi sento svenire di dolcezza. Alessio non piange mai. Ride sempre. Non si j può fare all'amore con uno che ride: pare di essere presi in giro. L'amore commuove, no? ] Non ti pare neanche questo, a te?

Caterina                        - Questo sì  la passione dà lo struggimento. Ma cosa vuole che senta il padrone, su di un tasto simile? Sarebbe come voler fare una candela col ferro fuso ! Lui vuole una donna e se la piglia con uno spintone! Altro che strug­gersi!... E' un macigno senza cuore: ecco la verità di vangelo! (Pausa) Ma tra lui e il signor Fedor c'è una via di mezzo...

Saba                              - Sarà. Ma quando si è innamorati non I si può scegliere. Anche questo me lo ammetterai, Caterina. Io sono pazza di Fedor! Caro! Caro! Mi ama! Mi ama teneramente, profonda mente... idealmente! Mi « ama », insomma! I Non mi vuole così come si vorrebbero tutte le donne appetitose che s'incontrano per la strada : mi « ama ». E mi dice: (prende dal comodino delle lettere)... « Sei l'unica, sei il gorgheggio della mia primavera, sei la vita della mia vita, sei il mio tutto... ».

Caterina                        - Il suo « tutto »... e non le chiede nulla!

Saba                              - «... Sai, adoratissima, che quella j parte di me che è tua, ossia l'anima, è gelosa per te di ogni possibile tradimento dei sensi? Soffre se gli occhi si soffermano, anche distrattamente, su di un'altra donna... ».

Caterina                        - (ridendo) L'anima che fa una «cenata di gelosia alle pupille!... Questa sì che la vorrei vedere! 

Saba                              - Non ci credi? E ci ridi? Zoticona! Va' là... che tu saresti degna di Alessio, tu! 

Caterina                        - No. Non mi piacerebbe punto... perchè a un uomo in quel modo una moglie vecchia non serve più che per bastonarla! Ma del I signor Fedor non saprei troppo di che farmene...  Scusi! Che innamorato è? Prima dice che lei  è il «gorgheggio », lei è il «tutto », lei è « l'a- rm doratissima »... e poi si inette a guardar le altre 9 donne, per la strada...

Saba                              - (arrabbiata) Ma neppure per idea! Come puoi dirlo questo? Sentiamo!  

Caterina                        - C'è scritto lì.  

Saba                              - Qui vi sono scritte cose che tu non 'M puoi capire. Senti quanto è raro, invece... come esprime bene l'avversione per tutto ciò che potrebbe turbare il suo amore: (legge) « Vi sono delle donne che non amano ma che seducono: non maghe come era Circe... Io ho paura di quelle donne, ora che ti amo. Ne ho più terrore che della morte peichè non vorrei tradirti nep­pure nell'incoscienza di un magico incanto... ».

Caterina                        - Ah! Sì, sì, son gran belle parole, ma io non capisco l'utilità di metter tante pulci nell'orecchio di una donna a eui si vuol bene... Certi tasti non si toccano...

Saba                              - Perchè no? Basta toccarli con garbo! Credi che mi faccia poco piacere sentir Fedor che parla così quando penso che Alessio, sullo stesso argomento, sarebbe capace di infliggermi la spiegazione dettagliata delle sue avventure con una di quelle maghe che egli sarebbe andato a cercare sino in camera, risparmiando la fatica dell incantesimo ? !...

Caterina                        - Sono due esagerazioni. Mah! Oggi è il mondo dell'esagerazione! E può darsi che sia meglio di quello di ieri... Basta. Ora vado a letto davvero, veh! E' la terza volta che mi ci provo... Ma questa è la buona, perchè è tardi... (Dà uno sguardo all'orologio) Gesù mio! Che ora mi fa fare a furia di chiacchiere! Non ci ho mica l'amore io, sa, che le ore mi scorran via come l'olio, zitte zitte!

Saba                              - Vai, brontolona... ma non a letto, no. Sdraiati un poco sulla poltrona del salotto. Ho da scrivere. Da scrivere a « lui ». E non voglio che Alessio mi sorprenda, caso mai gli saltasse lo schiribizzo di tornare più presto del solito. Tante volte mi arriva qui di sorpresa come un fantasma... Ha il passo del lupo quella bestia selvaggia!... E se torna presto è meno ubriaco e ha le idee più lucide.

Caterina                        - Oh ! Dio ! Ora bisogna far la guar­dia anche per scrivere le letterine! Se lo dico che è il mondo delle esagerazioni!

Saba                              - (seduttrice) Via... Domani voglio ve­dere se trovo quel mio scialle a fiori rossi e az­zurri che ti piaceva, Caterina...

Caterina                        -  (sorridendo) Va bene, aspetto...

Saba                              - Ti voglio bene, Caterina. Lo sai; A-lessio non mi ama, è vero, ma è geloso... E' la solita questione della troppa salute. No, ma vorrebbe possedere, lui solo, il corpo e anche l'anima che non conosce... E' bella questa, sai! E quant'è brutale anche nella gelosia! Vedi la differenza: l'altro, se si sapesse tradito, morreb­be di dolore; lui no: lui ammazzerebbe me e il mio complice... e tornerebbe alla birreria a ridere, a bere e ad abbracciare le sue donnacce!

Caterina                        - Un uomo come intendo io, inve­ce, si contenterebbe di romperle il bastone sulla schiena e comprerebbe un cero alla Madonna per aver trovato un rivale della natura del signor Fedor, che mette soltanto le corna all'anima! Scriva, benedetta lei, e si spicci. E' tardi. E' tardi... Buonanotte. (Esce).

SCENA SECONDA

Saba sola

Saba                              (toglie dal cassetto del comodino carte « penna stilografica e si mette seduta, scrivendo su una cartella che appoggia ai ginocchi) «Caro...». (Straccia il foglio) No. E' troppo poco. « Adoratissimo ». (C. s.) No. Dice lui che è stereotipato... « Mio bene »... Sì: questo è bello. « Mio bene ». (Scrive un poco sorridendo e rileggendo ogni tanto la lettera di Fedor che già ha mostrato a Caterina. A un certo punto si ferma) Circe... Chi era Circe? Certo una donna di malaffare che si trova nella storia, come Mes­salina... Lui le conosce tutte: è tanto istruito quel tesoro! E' meglio guardare l'enciclopedia: può essere un argomento per andare avanti una pagina ancora (Cerca nel comodino, trova una piccola enciclopedia e la sfoglia) Circe... Circe... Circe... « Maga favolosa di cui parla Omero nell’Odissea: attirava gli uomini con le sue arti di «eduzione e li trasformava in porci ». Si vede che mio marito ha conosciuto questa signora! Brutta donnaccia, però! Ha ragione Fedor di esserne così impaurito! (Scrivendo) « No, no, piccolo caro, tu non potresti esser vittima di Circe, tu : non sarai mai un... ». (Interrompendosi) Come posso mettere?... Quel brutto nome in una let­tera così non ci può stare!... (Sfoglia l'enciclopedia) Po re... Porco: «Animale suino »... (Pen­sa un po' e poi scrive) « Non sarai mai un ani-malaccio suino, tu ch'io vedo così nobile e bello ed hai uno spirito così puro! »... (Scrive ancora interrompendosi a tratti per mordere la penna) Ora, un bel finale, ce Ti scrivo qui... (Pausa) qui nella mia stanza da lavoro, ancora alzata... non potrei andare a letto senza aver delibato la mia dolce coppa epistolare... ». Non mi par bene dir­gli che scrivo a letto: c'è meno sacrificio. E nel­l'amore il sacrificio è come la mostarda nell'in­salata composta: più ce ne metti e meglio è. (Intanto ha seguitato a scrivere e finisce) « La tua Saba »... (Rilegge estasiata).

SCENA TERZA

Saba - Alessio

(Alessio entra di colpo, spalancando l'uscio. E' loquace e ilare e appare assai più che altic­cio).

Saba                              - (senza osare di fare sparire la lettera) Oh! Mi hai fatto paura!

Alessio                          - Davvero? Son venuto piano piano per non svegliare quella stupida di Caterina che si è addormentata sulla poltrona del salotto. Russa come una risacca... Non ho voluto svegliar­la per darle una lezione. Dormirà là tutta la notte e si buscherà un bel reumatismo... Così imparerà a non aver tanto spesso queste distra­zioni! Scrivi? Che cosa scrivi? (Si avvicina).

Saba                              - (lesta) Scrivo... alla mamma. Sai, il giorno non mi decido mai!... Rimando... rimando... Invece domattina voglio spedirle una let­tera a ogni costo. Così...

Alessio                          - E' vero. Non ci curiamo troppo di quella buona vecchia... Io l'amo mia suocera... Non mi ha mai dato una seccatura... Mai una rimostranza, mai un rimprovero!...

Saba                              - Sfido! Sta sempre lontana...

Alessio                          - Ecco: è una cosa gentile! Io Panprezzo, E trovo che la nostra trascuratezza è ini-perdonabile! C'è un po' di spazio nella tua let-tera? Voglio metterci una frase anch'io.

Saba                              - No... no... è piena. Ho fatto i tuoi saluti.

Alessio                          - Una firma di proprio pugno è più affettuosa. Dai qua... Mi basta un margine.

Saba                              -(smarrita, vedendo che Alessio sta per I strapparle Ut mano la lettera) No. Guarda. Qui... qui c'è un po' di bianco.., (Gli mostra uno spazio in fondo all'ultima pagina della let­tera, cercando di coprire con le mani lo scrìtto), j

Alessio                          - (prendendo la penna) Vedi? Giu­sto quanto basta per buttar giù. (Scrive) a. Tan-1 ti baci di cuore anche da me, che mi associo alle espressioni affettuose di mia moglie, - Ales­sio ». Eh! Lamentati se hai coraggio! Lamentati. I Dove lo trova un genero come me?

Saba                              - Basta! Basta! Non parlare di fortune altrui, adesso... Contentati delle tue.

Alessio                          - (comincia a spogliarsi e accende un sigaro) - Puoi gridarlo ben forte. Ne ho di ( fortune ! Ne ho ancora ! A dispetto di quanti pre­tendono che gli uomini ammogliati debbano dire addio a tutte le gioie della vita. E, invece, io) sostengo che l'uomo ammogliato, siccome son-porta tanti fastidi per rendere un servizio alla Società, ha più diritto degli altri di divertirsi quanto gli piace. E, infatti, la natura lo pone in una posizione privilegiata : può permettersi qua­lunque cosa senza tema di cadere... nel matri­monio! Ah! Ah! Ah!

Saba                              - Zitto. Stai zitto. Lasciami dormire. (Tossisce) E smetti di fumare... e vai al diavolo!

Alessio                          - Ecco la dolce, affettuosa attenzione che ci si può attendere discorrendo con un co­niuge! (Enumerando sulle dita) Il fidanzato tu­ba, l'innamorato bramisce, il geloso rugge, ili coniuge ringhia... (Pausa) E la donnina allegra | squittisce come le volpi... La volpe è l'unico animale a quattro zampe che ride. Ride con la | perversità delle donnine... Io non so perchè le chiamino civette. Le dovrebbero chiamare volpi. Infatti non spennano mica gli uccelletti. No! Pelano i polli, i galli... e anche i capponi! Ah! Ah! Ah!... Me ne hanno presentata una che è un amore! Si chiama Xenia... Ti piace? Xenia. E' bella. E' giovane. Mi ci diverto. Ma è cattiva. Come le volpi in gabbia... Graffia! Morde...

Saba                              - Speriamo che sia arrabbiata!

Alessio                          - (finisce di spogliarsi) No. Arrab­biato sono io. Sì, perchè è troppo sfacciata, troppo»... meretrice... E a me le donne piacciono magari così, ma non voglio che lo siano quando piacciono a me! E' giusto?

Saba                              - Perchè mi racconti queste cose? Non ti vergogni?

Alessio                          - (salendo sul letto) Scusa. Se non ci si può nemmeno sbottonare in famiglia!

Saba                              - Già! Già! Lo so. Sei ubriaco. (Si ri­volge verso il muro di sinistra e si tira le coperte fin sulla testa).

Alessio                          - Ecco un altro difetto del coniuge: quello di rimproverarti quando sei ubriaco. E invece la donna « extra » non cerca di meglio tuoi ubriacarti... Abbasso il coniuge! Viva l'extra! (Si avvicina alla moglie) Di', cara: fai il broncio ?

Saba                              - Sì.

Alessio                          - Hai le paturnie?

Saba                              - Sì.

Alessio                          - Come sono stupide le donne! Quan­do un uomo è gentile con loro... taffete! E' pro­prio allora che diventano istrici... S'accartoc­ciano... così... e mettono fuori tutte le spine... Ih! Se volessi... so bene come si fa a farli svol­gere, gli istrici: basta soffiar loro, dentro il cartoccio, una bella buffata di fumo... Ma ho finito il sigaro... (Butta via la cicca) Sono stan­co... Ho sonno. Come te. Buona notte, istrice!

Saba                              - Buona notte... suino...

Alessio                          - Come?

Saba                              - Niente, niente...

Alessio                          - Si spegne il lume?

Saba                              - Spegnilo. (Alessio spegne il lume. Buio).

Alessio                          - (dopo una pausa) Di' : ce l'hai messo nella lettera della mamma un saluto oer la zia Domitilla? Mi è così simpatica la zia Do-mitili a !

Saba                              - Se non l'hai mai conosciuta!

Alessio                          - Che vuol dire? La simpatia è una cosa strana e misteriosa; la simpatia... nasce nella profondità dell'essere... come...

Saba                              - Zitto. Ho sonno.

Alessio                          - Bestia. Cerco di farti della cul­tura e tu... (Pausa) Senti... (Scuote la donna)... Ascolta: Xenia ha sul petto, a destra, un neo così carino... che starebbe bene anche a te, se tu avessi un petto come quello di Xenia... (Pau­sa. Alessio scuote ancora la moglie) Mi sono im­bestialito con l'ingegnere... Sai? Quello con la barba riccia. Dava dei pizzicotti a Xenia, in mia presenza... Lo so... qualche volta eccede e oer le donne non mette conto... Ma che vuoi? E' natura! Natura sanguigna. Si piglia fuoco... Del resto, le donne che gli fanno all'uomo? Lo dru­sciano... Quando lo accarezzano lo drusciano... quando lo baciano lo drusciano... quando balla-na lo drusciano... e l'uomo alla fine fa come il fiammifero svedese: s'accende... Panf! E si ar­rabbia!... Buona notte. (Si volge verso il muro di destra e si addormenta).

SCENA QUARTA

Detti - Fedor

(Pausa. Saba e Alessio dormono).

Saba                              -  (dormendo) Fedor...

(Lo scenario di fondo si illumina ed a sinistra - parte di Saba - vi si disegna l'ombra di Fe­dor in abito da passeggio, con cappello e cap­potto: egli fuma una sigaretta e si comporta come se fosse in strada. Appena egli appare, Sa­ba, pur seguitando a dormire, sorride e segue col capo i movimenti di lui).

Fedor                            - (senza accorgersi affatto di Saba) Notte, non sei una donna onesta, no... Sono entrato in casa tua per restar solo con il mio amore e tu invece, canaglia, ti diverti a metter­mi addosso la voglia delle falene... Ogni lan­terna m'attira. E, tra un lume e l'altro, m'incu­riosisce la tua seduzione di nascondiglio pieno di leccornie... Ma è tardi, oh! Sono stanco; mi fai paura... e non so fuggirti, ambigua canaglia! Sfido! A ogni cantonata mi prometti qualche cosa di nuovo! A ogni istante mi fai dono del tuo miracolo d'ombre, amabile sgualdrina, deli­ziosa attaccabottoni, magnifica nudità vestita di buio... E, oltre tutto, mi permetti di parlare forte da solo, come gli ubriachi! Sei impagabile, va'! Ringrazio l'amore che mi ha fatto fare la tua conoscenza! (Accende una sigaretta).

Saba                              - E' uri poeta. Fa dei versi strani sulla notte... Ma pensa a me... Come sarebbe contento se potesse vedermi!... Ma non riesco a farmi sentire.

SCENA QUINTA

Detti - Xenia

(Sul fondale trasparente, a destra - parte di Alessio - si disegna l'ombra di Xenia in costu­me da Tabarin, sotto la pelliccia. Si comporta anche lei come se fosse in strada. Si noti che du­rante le scene seguenti, sin quasi alla fine, i due personaggi del sogno non si accorgono mai degli altri due che li sognano e non odono le loro battute; ne, del resto, Alessio e Saba si accor­gono l'uno dell'azione dell'altra).

Alessio                          - Xenia... Xenia...

Xenia                            - (canticchiando) Lo, lo, lo, lo...

Alessio                          - (seguendola col capo, senza aprire gli occhi) Eccola! Che gira, così tardi, quel­la volpe? Ancora in cerca di polli?

Xenia                            - Lo, lo, lo...

(Durante questa scena, Saba e Alessio, seguen­do i movimentò e il dialogo dei due giovani, si agitano nel letto con angoscia).

Fedor                            - Oh! Una ragazza... sola... Avrà fret­ta... o si fermerà?...

Xenia                            - (volgendosi) Un ragazzo! E non c'è male!... (Cerca nella sua borsa e ne leva una sigaretta. Si avvicina a Fedor) Un po' di fuoco?

Fedor                            - (imbarazzato) Ma certo!... Si figu­ri!... (Cerca in tutte le tasche i fiammiferi) Li avevo... li ho... ma gli è che, quando si cerca...

Xenia                            - (a sé) Un novizio!... Carino!... (For­te) Ma non importa... fatemi accendere alla vostra...

Fedor                            - Ah! Già! E' lo stesso... (Porge la sigaretta).

Xenia                            - (mettendogli la sigaretta in bocca) Ma non così... Bisogna che aspiriate un po'... Così... Tirate: penso io ad accendere la mia. Ma se non state fermo ! (Lo prende per le guan­ce) Ecco... Vedete? E' facilissimo... (Lo lascia sogguardandolo mentre egli, con la sigaretta che gli pende dal labbro inferiore, sorride con palpi­tante beatitudine).

Saba                              - (angosciata) Una donna! Che vuole da lui? Che fa?!...

Alessio                          - Meretrice!... Chi è quel moscar­dino? Non è l'ingegnere, no!

Xenia                            - Sei libero, stanotte?

Fedor                            - Sì...

Xenia                            - Ti piace fare all'amore?

Fedor                            - Sì... Infatti... Lo faccio, all'amore...

Saba                              - Bravo. Che angelo!

Xenia                            - Senti... E sei qui per questo?

Fedor                            - (accenna di sì).

Alessio                          - Lumacone! Come la fa lunga! Ma 6e si azzarda a toccarla!...

Xenia                            - (a Fedor) L'aspetti, la tua bella?

Fedor                            - (fa cenno di no).

Xenia                            - Toh! E allora?

Fedor                            - Sono uscito per pensare a lei!

Xenia                            - Oh! Un ragazzo romantico! Che so­gno! (A Fedor) Senti, caro, sei scapolo?

Fedor                            - Certo. Se faccio all'amore!

Xenia                            - Oh! Che stupido! E la tua ragazza sarà certo una piccola educanda color di rosa, con le ciglia lunghe e i labbrini vermigli... no?!

Saba                              - Educanda?!... Pagheresti!...

Fedor                            - No. E' una donna maritata!

Xenia                            - Accidenti... all'ingenuo!

Alessio                          - (iroso) Eh! Oh! Ma che deve durar molto questo scherzo?!

Fedor                            - (a Xenia) ~ Perchè?

Xenia                            - Perchè ci vuol sempre una bella dose di... vocazione per mettersi con una donna ma­ritata !

Fedor                            - Come sarebbe a dire?

Xenia                            - Senti... Ti secca restar fuori ancora dieci minuti?

Fedor                            - No... E' vero che sono convalescen­te... ho avuto la pleurite...

Saba                              - Povero angelo! E me lo tiene all'u­mido, quella strega!

Alessio                          - Sentilo! Mi fa anche il malatino! Eh! Te la dò io, la pleurite... se la duri!

Fedor                            - Ma ormai l'aria della notte non è più nociva. Posso restare quanto voglio... quanto volete... (A se) E' bella! Ha gli occhi dipinti!... E anche le labbra! Oh! Dio! Un bacio con le labbra dipinte!

Saba                              - « Fedor! Fedor, amor mio! Attento! E' Circe, eotesta! E' Circe!

Xenia                            - Allora mettiti qui, su questo sedile, vicino a me. (Si siede, imitata da Fedor» in modo che sembri gravare sulla testa di Alessio).

Alessio                          - (furente) Ah! Questo poi! Que­sto poi!

Xenia                            - Senti se ho ragione a proposito delle donne maritate... In quante maniere si fa al­l'amore? In due maniere: o al lume della pu­rezza o al fuoco della voluttà; si ama l'angelo o la satanella, l'intangibile dea o la deliziosa peccatrice... Va bene?

Fedor                            - Sì: è così.

Xenia                            - Ebbene : la donna maritata tradisce sempre il suo compito, nell'una veste o nel­l'altra!

Saba                              - Infame! Lo mette su contro di me!

Xenia                            - Che cerca l'amante della satanella? Piacere, niente altro che piacere. E che piacere è mai quello che si gode attraverso tante inco­mode manovre e in mezzo al terrore continuo? Per dare un bacio devi aspettare un mese, sca­lare il muro di un giardino guarnito di botti­glie rotte, salire per una finestra col rischio di essere preso a rivolverate dalle guardie nottur­ne e, nove volte su dieci, dopo sì divertenti pe­ripezie, ti provi a... baciare il bastone del ma­rito geloso e brutale! Bel godimento! Parola d'onore!

Fedor                            - (stringendosi a Xenia) E' giusto, però!

Alessio                          - (furente) E gli fa un corso di ero­tismo, seduta sulla mia testa!

Xenia                            - (a Fedor) Cerchi invece la purezza?

Fedor                            - Ecco...

Xenia                            - E' il caso tuo?

Saba                              - Sicuro!

Xenia                            - Poverino! E me lo dici! Allora co­me sopporti l'idea di sapere il tuo idolo intan­gibile, la tua Dea, il tuo angelo che non ose­resti sfiorare neppure col lontano desiderio, tra le braccia di un altro uomo che ha diritto di possederla, di contaminarla a suo talento? Che amore ideale è il tuo se non può sentire nem­meno la gelosia?

Saba                              - Strega! Strega!

Fedor                            - E' vero. E una cosa atroce!

Xenia                            - Fa schifo!

Fedor                            - Fa schifo, proprio!

Alessio                          - (furente) E quello mi si dimena sul naso!... Ah! Perdio!

Xenia                            - Ce l'ho con le donne maritate, perché, nonostante la loro incapacità... bilaterale, sono le nostre più accanite concorrenti...

Fedor                            - Perchè voi?...

Xenia                            - Noi, ragazzaccio imberbe e viziato che già insidi la donna altrui e ancora ci ignori, noi siamo le donne libere, noi... Le custodi del­l'ebbrezza piena e sicura... Quella che si coglie come un grappolo fresco di ribes, sui margini della strada, passando, senza aver avuto il travaglio di coltivare la pianta, senza il pensiero di doverla curare nell'inverno, senza la paura delle botte del contadino e della contravvenzio­ne della guardia campestre! Quella che si gu­sta senza patimento... senza ostacoli, senza ipo­tecare la vita, senza pagarci le tasse sopra, con la divina facoltà di scegliere sempre la dona­trice più bella e la più fiorente... e la più adatta al tuo umore d'ogni dì! Che vuoi di più, pezzo d'imbecille?... Ti piaccio?

Fedor                            - Sì, sì...

Alessio                          - Ah! Mascalzone! Non pensa mica che io son là!... Non Io sa, lui, che lo vedo... e lo seguo...

Xenia                            - Vieni, dunque!

Saba                              - Fedor! E' Circe che ti fa l'incanto!... Ah! Non resisti più! Non mi senti! Sei preso! Ti salverò io, amore!... Non devi diventare un...

Alessio                          - (all'indirizzo di Fedor) Porco!

Fedor                            - (a sé) Un bacio con le labbra di­pinte!

Xenia                            - (a se) Un ragazzo! Come è sempre piacevole!

Fedor                            - Portami con te.

Xenia                            - Ho la camera qui vicino.

Saba                              - (gesticolando come se volesse scacciare il fantasma di Xenia che le e sul capo e che infatti dilegua, a poco a poco) Infame! Strega! Circe!

Alessio                          - (nello stesso tempo, senza accorgersi dell'azione della moglie, gesticola violentemen­te contro l'ombra di Fedor che sparisce come un disegno cancellato) Farabutto! Davanti a me hai baciato Xenia! Tu!... Ma la devi paga­re, tu!

(La luce del sogno si spegne, adagio, e la pa­rete di fondo torna opaca. Buio sulla scena).

SCENA SESTA

Saba - Alessio

Alessio                          - (volgendosi verso la moglie, con cu­pida gioia, credendo di trovarsi solo con Xenia) Xenia! Xenia! L'ho levato di torno!

Saba                              - (credendo di trovarsi con Fedor) Fe­dor, Fedor.

Alessio                          - Mia bella... riscaldati a me... sei così fredda!

Saba                              - E' vero... si gela...

Alessio                          - (accendendo la luce) Ma perchè sei così fredda? (Meravigliato di trovarsi nel letto con Saba tra le braccia) Oh! Tu? L'istri­ce si è scartocciata?!... Ah! Ah! Ah! (La ba­cia).

Saba                              - (abbandonandosi tra le sue braccia) Alessio!...

FINE