Due pazzi… in vacanza

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CU CCI CUMMATTI CHI PAZZI

 

D U E    P A Z Z I…    I N   V A C A N Z A!

(c o m m e d i a  b r i l l a n t e   i n  d u e   a t t i)

d i   C a l o g e r o   M a u r i c i e Rosanna Maurici

                                         (versione in italiano)

                               Titolo originale in dialetto siciliano:

                                  DU’ PAZZI…IN VACANZA

P e r s o n a g g i

F o r t u n a t o                                      (il pazzo)

R i t a                                                    (la pazza)

C e t t i n a                                            (la sorella di Fortunato)

G i r o l a m o                                       (il marito di Cettina)

Giovanna                                              (la figlia di Cettina)

Rosetta                                                  (vicina di casa)

E m a n u e l e                                       (il figlio di Rosetta)

                                                                        Tel. autore abit.    090/638009

                                                                                                                   cell.      3393359882

                                       D U’  PAZZI…IN  VACANZA

                            Brillante in due atti di Calogero e Rosanna Maurici

 

                                    ( Titolo originale in dialetto siciliano)

Essere stato l'autore più rappresentato in quest'anno (2002) molto drammatico della mia vita, mi ha spinto proprio quando pensavo che la mia creatività stesse per finire, a scrivere questo lavoro, avendone già un altro nella mente.

          Sarei felice che qualche compagnia si mettesse in contatto per scrivere qualche dramma, perché sono quelli che prediligo, quelli che mi provocano  emozioni più forti, ma sò che è cosa ben difficile o forse impossibile, perché ormai tutti, dalle compagnie, registi, attori, vogliono ridere.

           Non dimenticando l'attore più importante che merita sempre più rispetto sotto tutti gli aspetti: il pubblico, senza il quale il teatro non avrebbe motivo di esistere e che da alcuni anni vuole spensieratezza, passare due ore lontano dai problemi che ci attanagliano quotidianamente.

           Ormai, rientra nel mio stile scrivere commedie brillanti ma attuali con un messaggio finale ben preciso da trasmettere a ciascuno.

           Non tralasciando la comicità, stavolta ho voluto scrivere una commedia diversa, quasi impossibile che possa capitare, anche se tutti concordano che sovente la realtà supera la fantasia.

            Probabilmente qualcosa di vero sarà capitato, io mi auguro di nò, perche la storia è talmente incredibile che viene difficile credere che  possano capitare situazioni del genere.

            In ogni caso era cosi forte la voglia di scrivere qualcosa di diverso, di una storia impossibile, che il pomeriggio del 16/09 02, trovandomi a letto, pensando in un attimo alla trama, mi trovai sopra nel mio studio, e sedutomi davanti al compiuter cominciai a scrivere questo lavoro.

            In un primo momento avevo dato il titolo: cu cci cummatti cu i pazzi…ma subito dopo,  con l'aiuto di mia moglie e mia figlia nasceva: DU'  PAZZI… IN VACANZA.

           In tre ore ho scritto un atto, ripresi l'indomani ed in  due ore e mezzo il secondo.

           Ovviamente, il tutto serve sempre per sdrammatizzare, per divertirci facendo divertire; anche se in qualche passaggio della commedia si può trovare qualche situazione veramente accaduta, assicuro che è puramente casuale.

        

         La signora Cettina, e Girolamo sposati da anni, abitano in un paese della Sicilia.

         Un giorno riceve una telefonata dal direttore del manicomio di Roma dove è rinchiuso

Fortunato (il fratello) il quale le comunica che, avendo migliorato il suo stato psichico, viene inserito in un nuovo programma di terapia; quindi viene mandato in vacanza proprio a casa della sorella.

         Fortunato, (il Pazzo) porta con sé una bella sorpresa: Rita, la compagna della sua vita, anche lei psichicamente fragile.

         Cettina si trova a sopportare, ad assecondare assieme alla figlia ed al marito Girolamo (vera vittima) tutte le stranezze dei due vacanzieri.

          Un infermiere molto strano siciliano ma che lavora a Roma proprio dove si trova Fortunato, incontrandosi in sicilia….

         Una vicina di casa con il fratello che studia psichiatria s' inseriscono perfettamente nella storia rendendo ancor più coinvolgente ed esilarante la storia. Alla fine Girolamo non sopportando fisicamente e psicologicamente questa situazione…. Prende?………  

    (commedia dedicata)

 Al bravissimo Gerlando Tarallo ed a tutti i componenti della del laboratorio teatrale di Agrigento.                                                                          

 A Giuseppe Castelli ed a tutti i componenti della compagnia di Ribera (Ag)

All'amico amante del teatro e dei miei lavori - Dino Grasso.

All'amico regista Gennaro Gerbino ed a tutti i componenti della compagnia…Koinè di Venetico (Me)

Alla compagnia  di professionisti dei Portici di Agrigento…  

All'amico amante del teatro e dei miei lavori-Tonino Famulari-

A Rosa e Provvidenza Munafo, a Gaziella Velardi e a tutti i componenti della compagnia.

A Fortunato Manti ed a tutti i componenti della compagnia.

Alla regista  Cettina Arcodia ed a tutti i componenti della compagnia

A tutta la mia famiglia che mi è stata vicino in un momento drammatico della mia vita.

S C E N A  I°

(Girolamo, Cettina, Giovanna)

         (Cettina, sta parlando al telefono col direttore del manicomio di Roma dove è rinchiuso il

           fratello, mentre parla entra il marito si versa da bere e comincia ad ascoltare)

Cet.    Grazie direttore, ho capito tutto, cercheremo di fare il possibile e di aiutarli,

           specialmente che mio fratello è migliorato…ho capito, deve essere come una

           vera vacanza. Grazie arrivederci (chiude)

Gir.    Che ci sono  notizie buone.(stava bevendo qualcosa)

Cet.     Viene  mio fratello. 

Gir.   ( Rimane stupito e butta pure quello che stava bevendo, poi arrabbiato) Già quà

          dentro non  si regge ora ci voleva anche quel pazzo di tuo fratello.

         

Cet.   Stannno ristrutturando la clinica e i prprfessori hanno detto  di alloggiare

          presso i parenti, stanno mandando quelli che sono migliorati.

Gir.   Ma non se lo potevano portare i professori.

Cet.   Dici  che deve essere una vera vacanza.

Gir.   Io una  vacanza in ventanni non l’jhoi mai fatta  e sono buono di testa.

          Lui in cosi poco tempo e non è buono di testa … quà dentro si fa la vacanza  con

          presenza e pancia …

 

Cet.   Per una  settimana non è la fine del mondo.

Gir.   Ma se quando è venuto l'ultima volta pper un’ora mi stava facendo uscire il senno

         e poi una sttimana con uno che non è buono di testa mi sembra un anno.

         

Cet.   Ma perché tu sei meglio di lui?! di testa!…

Gir.   Meglio di te sicuro, pure tu hai un filo di pazzia…(pausa)  ma almeno è

          migliorato?

        

Cet.   Ti ricordi che prima  piangeva sempre, a ogni parola cche diceva

Gir.   Mi ricordo che a me mi rompeva

Cet.   Ora non piange più…(Gir. Si rallegra) Ora invece ride sempre.

Gir.   E che gli ha fatto l'effetto contrario?!

Cet.   Però è sempre megglio che piangere.

Gir.   (addolorato e comico ) Si però io me lo devo piangere!…

Cet.   I dottori dicono che è un piano di terapia nuovo, li seguono fino alla stazione

         Senza farsi accorgere, un  medico e due infermeri… poi ci ssono tre novità

Gir.   A forza di novità manda all'aldilà …

Cet.   A prima è, che finalmente gli è arrivata la famosa  pensione.

Gir.   Almeno ci facciamo la spesa.

Cet.   LA seconda è che si è fatto fidanzato…e si vuole sposare.

Gir.   Immagino quando è vicino all'altare… scambia il sacerdote per il sacrestano

          E che è questa santa donna!…

Cet.   E' come lui!

Gir.   Pazza?!

Cet.   E' un poco più equilibrata, ogni tanto esce fuori dal seminato.

Gir.   Un poco più equilibrata, dipende quando si fa la convergenza!…

Cet.   Viene assieme a lei… ( Girolamo, se è seduto si alza di scatto)

Gir.     Non ti azzardare, non possaimo combattare con uno, figuramoci con due.

Cet.   Ormai sono in viaggio, pomeriggio  arrivano, pensa piuttosto che ha la pensione

           Gli hanno dato anche gli arretratii.

Gir.   Un sacco di arretrati e noi restiamo consumati, attaccati e rovinati.

           (entra Giovanna, la figlia un tipino stravagante con uno specchietto si guarda o

             un cellulare in mano)

Gio.   Ciao papi,  mamma mi devo comprare qualche maglietta e un geans.

Gir.    Per ora c'è crisi…

Gio.   Sapete ho sognato lo zio che mi rideva sempre , ma ridere!… lui che piange

          Sempre stavolta rideva, e mi diceva che da molto no ci vediamo, sarà  bon segno.

Gir.    (al pubblico) Ha lasciato lo stampo anche nel sogno!

Cet.    Più tardi arriva .

Gio.     No, per favore…  io sempre esco…

Gir.    (Al pubblico) Siccome dentro ci stai assai!       

           

Gio.   Papà, a mamma ormai è abituata da quanto tempo ci combatte, ma tu diventi

           strano.

Cet.   E? da una vita che tuo padre è strano!

Gir.   Non resto solo strano…fregaou, abbandonato e arrotolato…

Gio.   Ma mamma quanto resta.

Cet.   Una sttimana sicuro…

Gir.   Perché c’è pericolo che restano di più? (con grande mimica)

Cet.   Giono più giono meno.

Gir.   Meglio giorno in meno…Un giorno è  una vita…(disperato) una vita.

Cet.   A proposito, si chiama Rita la fidanzata.

Gio.   La fidanzata!?…(ride) siè fatto fidanzato? Certo deve avere una pazienza questa

           donna.

Gir.    Ma quale pazienza, come lui è, e vengono assieme.

Gio.    Ah! no mamma, conu uno restavo più fuori che dentro, con due mi resto

           fuori completamente.

Gir.   Non pigliare la palla in balzo tu,  devi collaborare  perchè al più

           Presto una settimana deve volare volare .

Gio.   (sensuale) Pazienza, vuol dire che gli prendo un po’ di soldi, cosi mi compro la

           maglietta corta con  l'ombelico che si vede di fuori, una  minigonna, lei calze a

            rete…

Gir.    Cosi ti pigliano pi zoccola! Cammina già ssono esaurito e devo combattere anche

           con te

Gio.   Meglio con me che con lo zio…       

Cet.    Cercate  di finilla perché io mi devo concentrare, prima era uno ora sono duei.

Gir.   Concentrati, io già sono concentrato di pomodoro, spremuto e messo dentro una

            bottiglia.

Cet.     Girolamo, una volta era difficicile combattere con questi, ora siamo nel duemila.

Gio.     Papà  il  2000 viene ogni mille anni…

Gir.     Tutti spiritosi siete…

Gio.   Io vado da  Giacomo che mi ha telefonato (esce)

S C E N A   II°

( Girolamo, Cettina, Rosetta, vicina di casa)

Gir.   Non mi dire che lo facciamo coricare nel nostro letto, io non permetto.

           Ogni volta vuole spazio,lui si corica nel letto matrimoniale e noi nel

            lettino, e poi devo sopportare le tue pedate, l'altra volta mi hai buttato in terra.

Cet.    E che vuoi se il lettino è stretto.

Gir.     U lettinu è stretto, ma sempre io resto ristretto.

Cet.   Stavolta  è peggio perché sono due…altri letti grandi non ne abbiamo.

Gir.   (disperato) Mamma mia… mamma mia che prima d'arrivare ci pigliasse

          Una  pazzia.

Cet.    Sei fuso, ma se già ssono pazzi.

Gir.   Ah! Vero è,  sono fuso…chiuso…

Cet.    E fori uso!..    (bussano, entra la sig.ra  Rosetta, vedova di un noto pneumologo)

Ros.   Bongiorno! Scusate, volevo chiedervi un favore…

Cet.   Si possiamo con tutto  il cuore …

Gir.   Col fegato e con il polmone…

Ros.   Grazie…grazie di cuore…Sapete che mio figlio Emanuele studia

            psichiatria  e sapete come si dice…

Gir.    Oggi a te e domani a me …

 

Ros.   Sig. Cettina le volevo chiedere, dato che sta venendo suofratello Fortunato, se

           mio figlio ogni tanto potesse fare un poco di pratica, se ogni tanto potesse

           osservarli, scrutarli, dato che sono due…ma magari anche con uno dei due.

Gir.    Si, due al prezzo di uno! Ora diventiamo oggetto di studio.

Cet.    Non si preoccupi signora Cettina, appena arrivano dica a ssiuo figlio che

           po venire quando vuole però non fategli capite che è medico della testa.

Cet.    Ma come l'ha saputo…

Ros.  Sua figlia parlava con tutti e poi l'ha detto anche a mio figlio.

Gir.   Signora Rosetta ca comu mai parla sempre in italiano.

Ros.   Da quando mio figlio si sta laurendo, si deve essire più fine…mio marito ci

          teneva tanto che prendesse la laurèa, meglio psichiatria, perché in questa

          disciplina c'è solo da capire la testa e non da vedere e toccare, lo sapete che gli

          manca un poco di vista.

Cet.    Ogni tanto ci faccio controllare a mio mairo perché  è  sulla bona strada.

Ros.   Mio figlio lo dice sempre, per impazzire non ci vuole nientei.

Gir.     Che bello conforto!

Cet.     Va bene signora non si preoccupi.

Ros.    Grazie…grazie di cuore…ci vediamo. ( toccandosi il cuore a destra)

Cet.     Ma il cuore è a sinistra…

Ros.    Ma il mio è talmente grande che si espande fino a destra….(poi esce) 

S C E N A  III°

(Girolamo, Cettina, Emanuele, Fortunato, Rita, Giovanna)

Cet.    QUESTA non sa CHE IL CUORE è a sinistra.

Gir.    Ma questo suo figlio che è quasi cieco come si sta laurando…

Cet.   Con la testa si studia no ccon gli occhi.

Gir.    Quanto mi vado a fare una partita al bigliardo prima che arrivano.

          (mentre esce entra Emanuele)

Ema.    (un paio di occhiali col vetro spesso, alcuni nei sparsi in viso, sulla fronte e nel

             mento, capelli con la riga al centro ed elegantino, gilè e papillon, insomma tutto

             di un pezzo) Signora Cettina  grazie…grazie di cuore, signora Cettina si è

             tagliata i capelli.

Gir.      LA signora Cettina è là, io sono Girolamo…

Ema.    (si avvicina a Cettina) Grazie ..grazie di cuore, di cuo…re quando mi laurerò, la

            visita a suo marito gli e la faccio sempre gratis…( ogni tanto si mette il mignolo

            dentro l'orecchio grattandosi, e qualche volta esce la lingua)

Gir.      (gli si avvicina) Ma perchè proprio a me!

Ema.     (Girol. si era spostato ed Emanuele credendo di trovarlo nelle stesso posto si

               avvicina dove lo aveva lasciato, prima di vederlo fa scena) Gli e lo dico

               subito…

Gir.       Quà sono, no di lato, girati.(lo mette bene Girolamo)

Ema.     Sa come si dice: Chi pratica un anormale  prima o poi finisce male

Gir.      (al pubblico) Questo è venuto per i esaminare me!…esco altrimenti  manco la  

             partita al bigliardo posso fare…(prima di uscire)

Ema.      Sig. Girolamo, grazie…grazie di  cuore  di cuo…re 

Gir.       A proposìto, Emanuele quando ti laurendi…

Ema.     Presto…troppo presto (ride) Grazie…grazie di cuo… re…(Gir.esce)

     

Cet.       Non ti preoccupare, quando un favore si po fare…

Ema.    Ora vado perché devo andare a studiare fra un mese devo fare la tesi,

             sa mi viene il mal di pancia con la tesi.

Cet.      Pure a me  la frittura mi appesantisce…

Ema.    Ci vediamo… (sbatte in qualche posto)

Cet.      IO ci vedo…tu forse…

Ema.    No dico ci vediamo dopo. (Cet. Annuisce, prima di uscire Ema… Grazie…)

Cet.   (si siede sfinita) Ma è proprio cieco…comunque quanto vado a comprare un

          Po’ di filetto altrimenti mio fratello non mangia. (mentre esce, entra Giovanna.)

Gio.    Mamma mi  ha scambiato per te  Emanuele, mi ha detto: signora Cettina era a

          casa e  Si  trova  fuoi prima di me e dire  che io sono uscito prima di lei.

Cet.    Stai dentro che ora vengo (esce, poi Giov. và nella sua stanza, un attimo prima

           che i due pazzi si affacciano in scena una musica inquietante "tipo twin peaks"

           subito dopo si affacciano i due pazzi: Fortunato ha un pantalone sotto il

           ginocchio, calzettoni di diverso colore, anche Rita è vestita strana, tiene davanti

           nell'apposito porta bambini una bambola come se fossa la figlia, entrambi

           tengono un borsone, capelli in aria, si fermano vicino la porta fissi verso il

           pubblico poi si girano lentamente ognuno verso l'altro, poi entrano lentamente, si

           fermano sempre fissi al pubblico posano il borsone, fanno dei gesti strani)

For.    (fa il verso del gallina e si scuote pure) CHicchirichi…..Chichirichiiii…

Rit.     Fortunato, ma è questa sicuro la casa.

For.    Mi pare che conosco il divano, sempre quello è…

Rit.    Come mai non  ci aspetta nessuno?!

For.    Per  sicurezza andiamo e controlliamo la casa di prima. ( prendono il borsone, si

          girano lentamente invertendosi di posizione, arrivano di profilo e si feramno)

Rit.    Ma io ero messa da questo lato prima…

For.    Pure io ero messo al posto tuo. (guardano il borsone ed intuiscono…)

Rit.    Il  borsone  non l'abbiamo girato….(lo girano, poi in maniera confusa fanno un

          paio di giri ma tornano sempre nella posizione sbagliata)

For.   (rigirano il borsone, loro confusamente ritornano nella posizione giusta di quando

          sono entrati)

Rit.    Ora noi siamo giusti, pero il borsone non è con il suo verso…

For.   Lo sai che ti dico, per non sbagliare andiamocene all' indietro. (prendono il borsone

          e lentamente se ne vanno all'indietro accompagnati sempre dalla solita musica)  

Gio.   Mi sembrava di avere sentito parlare…mah!…(accende la radio e comincia a

          ballare un  ritmo movimentato, dopo un poco entrano Fortunato e Rita: Fortunato

          si mette a ballare, anche Rita accenna al ballo, poi fa ballare la bambola)

Gio.  (se ne accorge dopo alcuni secondi e spegne la radio) Zio…

Rit.   (arrabbiata) Non capisci che la piccolina si puo' svegliare?!

For.   Appoggiamola subito…(Rita la mette sul divano con la testa giusta )

          No cosi, ca ci và il sangue in testa…(la capovolge, testa in giù piedi in sù)

Rit.    Ma cosi ci và nei piedi il sangue!?

For.   Meglio in testa.

Rit.    Non piglia fresco vero?…(poi a Giovanna) E' Bella vero?

Gio.   (accondiscende) Che bella!…zio come si chiama…

For.    Io volevo mettergli SFASATA…la zia invece disse, meglio PAZZARELLA…

          (si ferma un attimo) Perchè non dici che ti piace questo nome, dillo dillo che ti

           piace. (batte le mani sulle coscie e qualche altro movimento a soggetto) 

Gio.   (spaventata) Si…si mi piace, bello è?

Rit.    Fortunato l’ha detto una volta sola bello è. (Fortunato s'innervosisce di più)

For.    Dillo tre volte…tre volte a voce forte…(Giovanna lo fà) Piglia qualcosa che la

           mettiamo di sopra né troppo pesante né troppo leggera.(mentre Giovanna và,

           fanno le coccole a Paziotica, subito dopo entra Giovanna con la copertina, e gli e

           la mettono)

Rit.     Più tardi la facciamo mangiare…ci vuole il latte.

For.     Gli e lo facciamo comprare, l piccolina deve crescere…Ma ti chiami sempre

 

            Giovanna?!

           (Ricordarsi di battere spesso le mani nelle coscie soprattutto quando

            s'innervosisce, poi a soggetto qualche altro gesto anormale ed ogni tanto il verso

           della Gallina CHICCHIRICCHI! Poi scuotendo anche il sedere)

Gio.    Certo.

For.    Questa è Rita… è tutta a me vita…(ride prolungatamente in modo buffo )

                      

Gio.    Piacere…

Rit.    Grazie non c'è di che… ca- che- chi- co- cu- (spesso anche lei due gesti anormali)

For.   QUESTA è Rituzza…è tutta a me vituzza…(ride allo stesso modo) Prima  CHE

          abbiamo trovato la casa è passato uninuestadovinavu a mezzora, abbiamo bussato in quattro case

          prima.  (ride) poi abbiamo sentito musìca e io scaltro ho capito che questa era la

          casa.Tu a Rita la devi chiamare zia  hai capito...hai capito…

Rit.    E’ da tre mesi che siamo sposati, poi ci vogliamo fare fidanzati!…

Gio.   Bello ssono contenta…

For.   (serio) Perché volevi esserei scontenta? (arrabbiato) Quà dentro se non siete tutti

          contenti  rompo tutte cose…(con veemenza) CHICCHIRICHIIIII!

Gio.    Si zio, calmati, tutti content siamo…

For.    Tutti..tutti..tutti….( mentre ride entra Cettina)

Cet.     Fortunato…

For.   ( era di spalle) Chi mi chiama, (si gira)

Cet.    Fratello io sono… (risponde senza girarsi)

For.    Ho visto che sei tu…(nervoso le mani nelle cosce) però mentre rido non voglio

           essere disturbato, chiamato e interrumpato altrimenti mi sentu mali, non posso

           sfogare e posso fare danno.

Cet.    Va bene…va bene… ( Fortunato si gira)

 

For.    Ti presentu  Rita… è tutta a me vita…(ride sempre prolungatamente)

           Rituzza è tutta a me vituzza…(ride) 

 

Cet.     Buon giorno…

Rit.      Bongiorno, bonasera e bonanotte!…

Gio.    Mamma io vado a sistemarmi la stanzetta. (và)

Rit.     Ma questa casa quante stanze ha…

Cet.    Quattro.

Rit.    E'più piccolina di dove abitiamo noi, là abbiamo  cinquanta  stanze e dieci bagni.

For.    Ma li siamo all'Hotel a cinque cuori…Ma ti chiami sempre Cettina…

Cet.    Certo.

For.    Filetti ne hai in casa…

Cet.    Certo. Ma dimmi come vi siete conosciuti con Rita.

For.    Era un poco fuori di testa, io che sono dentro di testa, gli sono stato vicino.

Cet.    Ah!  Ho capito…vi volete bene tewnto vero…

For.    Assai assai…sei ccntenta che ti ho portato compagnia, cosi c'è la casa piena…

          Ora vai a comprare il fegato, a Rita gli piace il fegato…

Cet.    Fra un po’ ci vado. (Rita ogni tanto controlla Paziotica)

For.    Ora…subito…non mi fare arrabbiare perchè poi mi sfogo…(entra Gir.)

Gir.    ( verso il pubblico) Mamma mia…

For.    Questo è sempre tuo marito…

Cet.    Certo.

Fort.   Mi sembrava che l’avevi cambiato.

 

Gir.     Signora bongiorno.   (Rita si alza dal divano)

Rit.      Bongiorno, bonasera e bonanotte!..

For.    Perché hai salutato a le prima. Non lo fare mai più perché se m'arrabbio poi

          sfogo e roumpo quello chi mi viene prima o prendo a pedate a cchi mi viene

          prima che preferisci!?..

Gir.    Tutti due cose buone sono.

For.     (A Rita) Ti presento… (Rita si alza di scatto e gli dà la mano)

Rit.     Pure l'altra mano…(gli e li stringe entrambi prolungatamente)

Gir.     (al pubblico) E quando mi lascia questa!

   

Gir.      Piacere, sono il cognato.

For.    Quale ccognato…il marito di mia sorella!

Cet.    Signora Rita si accomodi.

For.    Ti chiami sempre Giròlamo.

Cet.    Girolamo, Fortunata no Giròlamo.

For.    Giròlamo Fortunata…due nomi hai…mah! peggio dei pazzi!

Rit.     Ma lui chi è il direttore.

For.    Il direttore…(ride)

Cet.    Lui è il padrone di questa casa.

For.    (serio con gesti anormali) Quando ci sono io non ci sono padroni, ci sono

           garzoni (ride) A proposito il letto è sempre quello, cambiatelo perchè ora ogni

           mese vengo in vacanza.

Gir.    (al Pubblico) Che siamo contenti…ma sempre in Sicilia poi vi stufate.

For.    Io sono siciliano, lei è siciliana,l a casa  ce l’abbiamo, i camerieri ce l’abbiamo.

          (Ride poi non vede ridere il cognato e gli si avvicina con occhi spalancati) Hai

          qualcosa incontrario.

Gir.    No…no..

For.    E allora ridi…ridi…rideti tutti…(ridono tutti e Gir. Fa scena)

           Rita accomodati, (poi al cognato) se vuoi anche tu, fai come se fossi

          Dentro casa tua…(Rit. Si accomoda sul divano stando attenta alla bambola e si

          toglie pure le scarpe, Fortunato si avvivina a lei odora i piedi dell'amica e respira

          serenamente, poi dice:)  Odorate anche voi i pedi delle mia scimietta e come se

        

           respirati aria pura di montagna. All'Hotel fanno a gara pi javurari i so pedi  (Gir.e

Cet    . Si guardano sbalorditi) Ancora non vi moviti (s'innervosisce con movimenti da

          pazzo) Scimietta preparati… (preparare un piccolo sgabello o qualche sedia)

Rit.    (romantica) Che bello quando mi chiami scimietta!

Cet.   Si, si fratello lo stiamo facendo…(va prima lei, dopo averlo fatto)

For.   E' aria di montagna…vero?!.. (lo assecondano e rispondono) meglio!!!!…

Gir.    Io  più tardi vengo ho un appuntamento e sono in ritardo.

Rit.    (si alza di scatto) Scimbanzè…

For.   (romantico) Che bello quando mi chiami Scimbanzè…

Gir.    Scimietta…Scimbanzè…menomale che non hanno portato a Tarzan!

 

Rit.    Non vuole odorare i miee piedi (s'innervosisce co i soliti gesti e qualche

           chicchirichii)

For.   (s'innervosisce di più di prima) AH!…quando si arrabbia la mia scimietta divento

         peggio di un pazzo.( entra Cettina e cerca di calmarlo, Fort. cerca di calmare Rita)

Gir.   ( li guarda disperato, poi al pubblico) Mi pare a me che loro restanu qu e io mi

           Me ne vado al manicomio.

Cet.    Stava scherzando Girolamo, li sta odorando…(Cet. Si avvicina al marito) leva

          l'occasione. (Gir. Si avvicina pianissimo verso Rita, quando arriva Fort. lo blocca)

For.   Alt!..non mi piace come sei venuto…troppo moscio, troppo lento , troppo piano.

          Vai di nuovo dove eri messo e vieni più veloei…(Gir. Si tira i capelli)

Rit.    E vacci più veloce.(Gir. Si avvia più veloce, ma triste)

For.    (lo blocca di nuovo) Alt, troppo triste, fallo di nuovo…

           (Gir. si rimette a posto e riparte veloce e più contento, odora, resiste al  cattivo

           odore )

For.   E' veru che è meglio dell’'aria pura…

Gir.   (resistendo) Si…si con quest’ aria  pura  qualsiasi malatia si cura  (scappa per

           l'altra stanza accennando al vomito, mentre  Fort. ride prolungatamente )

Cet.   Forse  ora è meglio che vi riposate…

For.   Che dice tu Rituzza .       (rientra Girolamo scombussolato)

Rit.    Si cosi ci laviamo,  ci sciaquiamo, ci facciamo la doccia e poi il bagno.(poi

          dice qualcosa oll'orecchio di Fort.  Rita si mette a cantare Donna Rosa, stonata )

For.    (accompagnandola con  gesti a ritmo di musica) Chi vuci…chi vuci!…

Rit.    Fortunato non mi hanno battuto le mani…(Fort. va su tutte le furie)

For.   Battete le mani a zia…(lo fanno) Pure i piedi…i pedi (battono i piedi saltellando)

         Cettina cercate di lavari bene il bagno, perchè dopo tutto quello che ha buttato

         Giròlamo, Rituzza, la mia scimietta…

Rit.   (romantica) Che bello quando mi chiami scimietta…

For.   Cettina, ti stava dicennu che  Rituzza  non sopporta i cattivi odori, è lenta di

         stomaco…

Cet.   Non ti preoccupare, salite dai, se non ci siamo quando scendetei, vuol dire che

         Siamo a comprare il fegato…(Rita nel frattempo prende la bambola e la tiene con

         Cura sussurandole: Bella…bella di mammmma…mammmma, Gir. Si mette la

         mani nei capelli)

For.   Mammmma cu quattru M…  O ci siete o non ci siete a noi non ci interessa.

         (mentre  vanno ridono, preferibilmente accompagnati da una musica ritmata )     

 

(S C E N A   IV°)

(Cettina, Girolamo, Giovanna, Fortunato, Rita, Sig. Rosetta, Emanuele)

Cet.   (si siede sfinita) Dio ci scanzi e liberi da pazzia…Santissima Maria (entra Gir.)

Gir.   Madonna pia, sua sorella zia . (entra Giov. scena recitata a rosario fin dall'inizio)

Cet.   Ora pare che siamo chiusi dentro una tana.

Gir.    Non vedo l'ora che questa settimana  

Gio.   Papa', pazienza e coraggio .

Gir.   Dopo aprile veni maggio .

Gio.   Quando vanno in bagno ci vanno abbracciati.

Gir.    Basta che non chiamano me per essere asciugati.  ( fine rosario)

Gio.   Ma a me non mi pare che è migliorato, gli avete odorato i piedi!..(stupita)

Gir.    Pirma che se ne vanno non  so che danno faranno.

Cet.    LA situazione è pesante perché sonoc’è quest’amica…

Gir.    Ma quale amica, per ora sono mici, poi diventano sorelle, siete tre soprelle!      

Gio.   Io a momenti me ne vado dai Giacomo a sentire un po’ di musica.

Gir.    Tu vai da Giacomo, a me le gambe mi fanno Giacomo Giacomo.

Cet.    Ora usciamo a fare un po’ di spesa e nel frattempo l lasciamo da soli, il dottore

           mi mi ha detto che ogni tanto è meglio che stanno soli.

Gir.    A noi in quattro giorni questi ci buttano fuori, a casa affittata  possiamo andare.

Gio.   Ora comincio a cercargli i primi soldi.

Gir.    Non ti risicari di comprarti l maglietta con l'obelisco di fuori.

Gio.    Più tardi ci vediamo…(esce) 

Cet.   Avanti usciamo e mentre passiamo avvisiamo A Emanuele…

Gir.   Il pischiatrico, appena si incontrano…avanti usciamo, lasciamoli soli,

          quannu il gatto non c'è, i topi abbaiano! (stanno per uscire ed entra Fortunata)

For.    Cettina comu mai sei ancora quà…(i due risaltano e poi si girano lentamente)

Cet.    Stiamo uscendo…

For.    Dimmi supposte di tachipirina in sciroppu ne avetei! A Rituzza ci fa male

            l’orecchio, a  tromba di pistacchio.

Cet.   Non ne abbiamo.  (Fort. Uncolpo di CHicchirichi!!! Poi Rita abbaia)

For.   Comprali…(escono) Non vedo l ora che mi fidanzo, certo dove sto io e questa

          casa c’è una differenza, quello è un hotel di prima categoria, però preferisco

         quà… là, ci sono troppe persone strane. (entra Rita cambiata di

          abito sempre strano e si ferma vicino la porta chiamando:)

Rit.    Scimbanzè!..

For.    (romantico) Che bello quando mi chiami scimbanzè… (poi chiama lei) Scimietta!

Rit.    (romantica) Che bello quando mi chiami Scimietta. (mentre va a prenderla,

          bussano.)

For.   Non mi ricordo a chi tocca prima abbracciarimi a me o a te…

Rit.    Manco io mi ricordo…fallo tu prima.

For.    No tu…(continuano per tre quattro volte finendo Rita) Allora facciamo il tocco.

          Più di dieci vinco io, più di dieci vinci tu (buttano entrambi dieci e

          dieci, poi però non sanno quanti sono) Sono sedici…

Rit.     No, sono noce…(continuano rimanendo con le mani aperte, bussano )

For.    Chi rompre le uova nel panino. (va ad aprire, entrano la sig. Rosetta col figlio)

           Prima di parlare mi devi dire quanto sono questi (prende anche le mani di Rita)

           (stava guardando Emanuele, ma la madre lo fa di parte)

Ros.    Venti…

For.    (ride) Allora ho vinti io… uscite per ora…uscite perché siamo impegnati,

           aspettate fuori poi vi chiamo io (li caccia, mentre esce Emanuele sbatte la faccia

           nella porta, Fort. e Rita si siedono nel divano) Non mi ricordo con quele devo

           cominciare con il braccio sinistro o quello destro…

Rit.     Comincia con quello del centro…(mentre fanno scena)

For.    Chiudi le orecchie  e gli occhi.

Rit.     Se chiudo gli occhi non ti sent, se chiudo le orecchie non ti vedo…(in quel

           Momento entra Giovanna)

Gio.    Zio…oh! scusa…

Rit.     Ho fatto la figurina dello scema.

For.    (comincia ad agitarsi con i soliti gesti, poi da pugni sopra il tavolo) Non mi devi

           Disturbare perchè poi non sfogo e rompo tutto (occhi spalancati)

Rit.     (si alza di scatto, anch'essa occhi spalancati e gesti anormali) Dentro la nostra

            casa si bussa prima, noi siamo in  vacanza, Fortunato quà dentro sono pazzi.

For.     Hai fatto pioangere a Rita…a me vita… Rituzza…a me vituzza ( rompe

           qualcosa, Giovanna spaventata si mette in un angolo)

Gio.    Scusa zio non volevo disturbare, la prossima volta busso…

For.     Bussi…(mentre la soffoca, poi si calma, mentre Giovanna spaventatissima dice)

Gio.    Non non capita più…zio non respiro. Non capitap più…

For.     Non respiri…vuoi respirare bene…(Giovanna annuisce)

           vai dalla zia e odora i piedi perchè tu non l’hai fatto, vai che ti senti bene poi.

Gio.    Non  c'ero io…(Giov. và ad odorare)

For.     Respiri meglio adesso…(Giovanna annuisce mentre si trattiene il vomito)

         

Gio.     Zia devo andare in bagno.

Rit.      A fare a pisciatella  (mentre Giov. và, bussano, entrano Rosetta ed il figlio)

Ros.     Bongiorno…

Rit.       Bongiorno, bonasera e bonanotte…

For.     Siete quelli di poco fa,entrate (entrano) Ora uscitei, perché vi devo chiamare io

            Io…(escono, mentre esce Emanuele sbatte nella porta) Rita quando dici tu li

            chiamamo…(senza dimenticare spesso i soliti gesti, dopo un poco apre la porta e

            li chiama)

Ros.    Bongiorno… (salutano, si presentano, Emanuele prima che dà la mano passa un

           poco di tempo, poi sbatte con la testa in qualche posto)

For.    Che  cieco o orbo!… (chiede per il figlio)

Ros.   Ci manca qualche grado. Mio figlio è un dottore e vi vuole conoscere…

For.     Io ci presento a Rita… è tutta a me vita… Rituzza, è tutta a me vituzza (ride, poi

           si accorge che non ridono ed arrabbiato) Perché non ridete, rideti se no non sfogo

           e faccio danno. (impauriti mamma e figlio cominciano a ridere)

Ros.    Comincia a studialli a mamma…

Ema.    Mi scusi sig. il posto dove siete ricove…(la madre gli fa segnale) volevo dire

            dove siete alloggiati si trova a Roma vero. ( mignolo dentro l'orecchio)

Rit.     Lei come lo sa, era in vacanza là…

For.    A lei chi c'interessa dove è il nostro alloggio…(occhi spalancati)

Ema.   Dovrei andarci, so che è in via Garibaldi, volevo sapere a che altezza si trova.

For.    Al quarto piano…perché al primo c'era un amico che è morto con un male alla

           prostituta, al secondo piano  un altro amico con un itterus cerebrale…

Rit.    AL  terzo un’amica mia gli è venuta una crisi ostretrica e ci siamo trasferiti al

           Quarto piano.

Ros.   Che siete simpatici, ma al quarto piano abitate assieme…

For.    Per ora no…perché siamo (romanticone) sposati, ma appena ci fidanziamo si.

Rit.     Dottore, ogni tanto io ho qualchi girone di testa, ma cosa è.

Ema.   Ma c'è qualche ipertensione familiare…(ricordarsi del mignolo e della lingua)

Rit.     Ultimamente no…

Ema.   (si alza, va vicino la madre) La prossima volta vi prendo la pressione.

Ros.     Io tua mamma sono…loro sono là…(entrano Girolamo e Cettina.)

Cet.     Ah! che bello siete pure quà.

Ros.    Abbiamo fatto conoscenza…sono due simpaticoni...grazie, grazie di cuore.

            di cuo…re. (toccandosi a destra)

Gir.     Ma il cuore è a sinistra…

Ros.     Il mio è taaaaalmente grande che si espande anche fino al fegato.

Ema.    Grazie…grazie di cuore, di cuo…re  (lo ripete anche Girolamo)

Cet.     (nel frattempo prende le sedie per la signora Rosetta e il figlio) Prego...

           signora…accomodativi. Aspettiamo un quartodura a cassa per pagare.

For.    (Rosetta si siede, mentre Emanuele vicino la sedia fa un po' di scena  per trovare

            la sedia e riuscire a sedersi…)

Rit.     Il dottore non è come quelli che ci sono nel nostro Hotel, quelli mi sembrano

          troppu strani, e certi volte non vedono niente. ( Emanuele sta per sedersi e cade

          per terra)

Gir.     Lui invece vede!… (cercano di prendere Emanuele)

Ema.   No, faccio da solo…faccio da solo…( poi si siede sopra la madre, dopo un po'

           finalmente lo fanno sedere nella propria sedia)  

    

Ros.    Mio figlio è a vostra disposizione per qualsiasi cosa…

For.    Bene, perché mi deve spiegare tante cose…(si avvicina) sa poi vogliamo

           Allargare la famiglia, sa chi non rischia non raschia…in tutte le cose è cosi,

           anche quando si gioca al grattatutto.

Gir.    (si gratta) A me pure mi viene di grattare dappertutto.

Rit.     Scimbanzè…

For.    Che bello quando mi chiami scimbanzè.

Ros.   Osserva Emanuele, osserva…(in disparte)

For.    Scimietta…dimmi…

Rit.    Che bello quando mi chiami scimietta…andiamo perché sono stanca.

For.    Cettina è tutto pronto, a stanza da letto. Ora mentre siamo in stanza dda letto,

           voglio massimo silenzio (occhi spalancati verso il pubblico) Luci spente,

           perché la luce mi fa salire i nervi, la mattina non fate troppo  traffico.

Rit.    ( si alza si mette frontale verso il pubblico, occhi spalancati senza

           Muoversi) Quando andate in bagno non fate rumore, camminate a piedi scalzi e

           non tirate l'acqua della cassetta, l'indomani quando noi finiamo di andare in

           bagno, entratei e  tirate e pulite…la carta  igenica deve essere liscia e non

           ruvida, se no mi viene il pruritone nel culetto, deve essere di colore gialla e

           disegnata con tanti fiorellini, la tovaglia del bidè deve essere cambiata ogni ora e

           tri minuti, deve essere colorata e mai scura, perché le cose scure mi fanno 

           divintare triste (due botte nella testa) e pazza.

For.    Per colazione, io voglio un piatto di latte con un po’ di caffè, tre gocce di thè con

          due cucchiai di miele amaro…

Rit.     A me una tazza di marmellata, con due gocce di caffè, un ovo alla coccolona e

           dieci tipi di biscotti tutti diversi peri fila indiana soprai il tevolino…(tutti stupiti)

           i tovaglioli tutti piegati e di tre colori diversi: rosso rosso e rosso…

           noi ci dobbiamo rilassare perchè…(entrambi) Siamo in vacanza." (se ne vanno

           abbracciati ridendo prolungatamente… accompagnati sempre dallo stesso

           ritmo musicale…Cettina e Girol. rimangono a bocca aperta, poi Cettina li

            segue )

Ros.   Emanuele osserva, studiali… osserva…sono due du pazzi veri…veri…

Gir.    Osserva che mi moglie fa la serva…sono du pazzi veri…  veri…io sto

          Facendi il cameriere .

Ema.   Però!… c'e da vedere tanto in questi due.

Gir.     (al pubblico) Da vedere…Quando ci viene la vista.

Ros.    Ora togliamo il disturbo…e grazie…grazie di cuore, di cuo…re

Ema.   Grazie …grazie di cuore…  ( si dirigge dal lato opposto e sbatte)

Gir.     Io penso che una settimana non ci duro (entra Giovanna)

Ros.    Arrivederci e Gra… (stava salutando)

Gir.     Non ringraziate che no ce n’è di bisogno. (Rosetta esce, prima di uscire

           Emanuele)

Ema.   Sig. Girolamo…Grazie..grazie di cuore…(Gir. S'innervosisce)

Gio.    Papà siamo consumati, pensi che ci arriviamo ad una settimana?!!!.

Gir.     (fare qualche  tic di uno dei due pazzi poi abbaia) Io penso di no, perché lo sai

            forse me ne vado in vacanza. (Giov. Lo guarda stupita)            (Fine  I° Atto)

                                                                            

I I°  A T T O

S C E N A  V°

(Girolamo, Cettina, Giovanna, Fortunato, Rita)

Cet.    Stavol sto soffrendo veramente.

Gir.    Perché le altre volte non hai soffrito. Io ho sempre soffrito, quado lo vedo.

Cet.    I medici dicono che lo dobbiamo tenere sotto occhio, perché poi dobbiamo dire

           come si comportano, le cose giuste che fanno in che modu li fanno, vogliono le

           nostre sensazioni…

Gir.    Che vogliono fatto un tema!

Cet.    LA prossima volta gli  diciamo che stiamo partendo.

Gir.    Quelli se ne fregano, loro vengono, se trovano chiusa la porta la scassano ed

           entrano,non hai capito che la casa è diventata di loro prorpietà. Cara mia, l'ospite

            è come il pesce, dopo tre giorni  nuota. (entra Giovanna)

Gio.   Che traffico finu a stanotte tardi, lei diceva che la piccolina sonno non ne aveva

           Lui gli diceva che forse aveva mal di stomaco e le volevano fare l'acqua con

          l'alloro…

Gir.    L'acqua con l'alloro…che gli venisse…a lei, a lui e a so soro…(Cet. lo guarda)

Gio.   Io non c’è la faccio più a sentirli, a vederli…e siamo alla prima giornata!..

Cet.   Ma sei tu non ci si mai dentro…

        

Gir.   Non solo loro due, ci voleva anche la bambola…ma sono proprio fusi, altro che

          sono migliorati.  (disperato)

Cet.   Non hai capito che  è una   te  ra  pi  a… i  medici vogliono capire come si

         comportano.

Gir.   E' una terapia…  ci vuole per me una terapia…(in quel momento entra Fortunato)

For.   (stanco) Bongiorno…(tutti rispondono cambiando atteggiamento ma rimanendo

          seduti)

For.    Quando saluto si rispunde alzandosi…(si alzano tutti dicendo: BONGIORNO)

  

Cet.    Hao dormito bene fratello.  

For.   Ma quale dormire, a piccolina ci ha fatto fare nottatta…ah! i pensieri di un padre

         Quando i figli sono piccolini sono  (alza la voce ) grossi…grossi…(poi si

         siede…(abbassa la voce) speriamo che stanotte dormiamo tutti.

Cet.   (al marito) Guarda in questo momento com' è sereno…

For.   (poi si alza di scatto, arrabbiato, occhi spalancati, soliti gesti alzando la voce) Però

          prima che la piccolina si è sentita male, c'era troppo rumore, vorrei sapere chi

          faceva questo rumore,  non solo che il primo giorno di vacanza  è stato rovinato,

          la piccolina, di altre persone non voglio che soffre , vorrei capiri chi è stato… chi

         è stato…  

Cet.    Fortunato, sono i vicini di casa, hannu due neonati  e la nottei fannou traffico,

           piangono.

For.    E non fannu dormire alla mia piccolina, (mentre cammina agitato)  ci vado,

           ci vado…ci vado….…

Cet.    Girolamo bloccalo…(Giovanna si fa di parte)

Gir.    E chi si risica!…  (Cet. poi si fa coraggio)

Cet.    Fortunato, aspetta ora ci vado io, a momennti scende Rita, meglio che stai tu…

For.    (si calma) Scende Rita…la mia vita…Rituzza …la mia vituzza…

Cet.    Girolamo è vero che ora ci andiamo noi e glie ne diciamo quattro…

Gir.    Anche otto!…

For.   (serio) Facciamo dodici…

                                       

Gir.   Si, anche sedici…quattro più quattro meno…(entra Rita con Paziotica fra le

         braccia tenuta con amore, con il ciuccio che le toglie e le mette)

Rit.    (canta) Dormi bambina bella…e poi la mamma ti fa vedere la stella…

For.   Dormi bambina…(invita a cantare, prima cantano Giov. e Cet. poi anche Gir.)

           

Gir.   (prima di cantare fa scena, la moglie fa capire di togliere l'occasione, e canta)

           DORMI  BAMBINA  BELLA…E POI LA MAMMA TI FA VEDERE UNA STELLA

         (poi al pubblico) Le cose che riesce a farmi fare lui, manco dieci pazzi ci

          riescono.

 

Rit.    Fortunato, la piccolina ha bisogno del latte…

Cet.   Quale latte…

Rit.   Quello tutto di un pezzo…quello sano…

Cet.   Ah! si, quello sano, hai capitoi Girolamo il latte sano…

Gir.   Veramente non ho capito. (gli si avvicina Fortunato)

For.   Tu la testa te la devi aprire, sei chiusou e forse pure fuso…(ride prolungatamente)

Gio.   Ho capitoio qual è il latte tutto di un pezzo, quello sano…il latte intero…

          Ziu, io sto uscendo lo compri io…

Rit.    Veramente a che la piccolina è calma, io e Fortunato dobbiamo uscire, tu

           Ci accompagni…(tutti dicono va bene…)

Gir.    Pure io esco, ho una riunione di condominio. (sta per uscire, Fortunato lo chiama)

For.    Dove vai tu…(Gir. si ferma vicino la porta) Io non ti ho dato delega, quando non

           ci sono io, il padrone di casa, la riunione non si ci và, un’altra volta ci andiamo,

           tu tieni la piccolina, falla dormire, guardala sempre, appena si sveglia dacci il

           ciuccio…

Rit.     No…il ciuccio no, non gli e lo deve togliere…

For.    No…il ciuccio no non glie lo devi togliere…(prende Paziotica alla moglie e la da

           A Girolamo,questi  mentre la prende fa scena, mimica, grande espressività)

Cet.    Si, fratello ci sono pure io…voi andate tranquilli, Giovanna accompagnai.

          ( mentre escono Giovanna , il padre e la madre si lanciano delle occhiate, escono)

                   

                                        S C E N A  VI°

                            (Cettina, Girolamo, Fortunato)

Cet.   Dai Girolamo, fra sei giorni se ne vanno…

Gir.   Fra sei giorni se ne vanno ma prima a me mi ricoveranno

 

Cet.   LA prossima volta non capita più…(si sente parlare Fortunato sta per rientrare)

          Mamma mia stanno arrivando, come mai.

 

Gir.    Non c’è la faccio più (disperato senza accorgersi si mette il cicciu in bocca)

Cet.   (si appresta a prendere la bambola per terra, cerca il ciuccio che non trova)

          Dovìè il ciuccio…Girolamo dov’è…(si gira e lo vede in bocca al marito)

          Tieni… tieni che sta arrivando…(entra Fortunato)

For.   (con la mano tesa)  Cettina dammi i soldi per il latte…

Gir.    (al Pubblico) Pure!…(Cettina gli e li dà)

For.    (vede Gir. coccolare Paziotica) Bravo Giròlamo…bravo, bene la tieni. (esce)

Gir.    (va su tutte le furie) Pure i soldi dobbiamo dargli…(lo ripete)

Cet.    Non t' agitare  di più che poi vengono l'affanni … 

Gir.    Intanto mi passono in fretta gli  anni Certo questo ci lascia senza mutande …

           quando esco, se no esaurisco,a momenti mi viene un icx…(esce)         

S C E N A   VII°

(Cettina, Emanuele, Rosetta, Girolamo)

Cet.    Devo dire che ha ragione, a me sembra che mio fratello è peggiorato,a i medici ci

           dico che l’ ho visto  peggio, cosi non viene più,  non posso fare  altrimenti, prima

            però devo farmi assegnare la delega dellea pensione, e devo capire sti arretrati

           che fine hanno fatto. ( posa la bambola,  bussano, entrano Emanuele Rosetta)

Ros.    Buon giorno…signora non disturbiamo vero!

Cet.    Ma quale disturbo, è un piacere. (Emanuele fa scena, sbatte in qualche posto, poi

           spesso si mette il dito mignolo dentro un orecchio come per pulirsi e ogno tanto

           apre la bocca tutta e sbadiglia in un modo strano)

Ema.  (verso la madre)   Signora Cettina,   (Emanuele ha un papillon più grande)

Ros.    Noi dopo domani, partiamo, andiamo a Roma, perché Emanuele deve controllare

           la vista, sa,  le parlo come una  sorella, forse gli è migliorata.

Cet.    (al pubblico) Come è migliorato mio fratello!

Ros.    Poi facciamo un giro nella clinica proprio dove è ricoverato suo fratello.

Ema.   Infatti, vorrei prima di partire…diciamo cosi…i… almeno esaminarlo un paio di

           volte ancora, perché prima di visitare la clinica, vorrei…diciamo cosi…i…

           senza andare in fondo…diciamo cosi…i…perché se uno va in fondo a certe

           imprevedibili circostanze…diciamo cosi…i…dove finiamo?

Cet.    (al pubblico) Oh! gioia, dovrebbero esaminare a te. Finiamo in fondo…diciamo

           cosi…(entra Girolamo)

Ros.    Quando parla cosi bene, rimango incantata!..  

Gir.    Non c'è verso, manco con la macchina posso camminare,ho fatto marcia indietro

          e ho messo sotto un cane, ho fatto marcia avanti e ho messo sotto un gattu…sto

          esaurendo.

Ros.    Sig. Girolamo, ci vuole pazienza, calma, tranquillità, serenità, sangue freddo…

Gir.     Il vocabolario mi sta dicendo.

Ros.    Essere ottimisti…Emanuele secondo te che significa perché è cosi irrequieto.

Gir.     Sintemu o psichiatrico.

Ema.   Ma vede, questa situazione, diciamo cosi…i… che sta attraversando, diciamo

           cosi…i… è normale che in un rapporto di convivenza, diciamo cosi…in questa

           situazione cosi trascendendale…diciamo cosi…i…che si crea diciamo cosi…i

           (mentre Girolamo lo guarda a bocca aperta stupito) una situazione nella quale

           se il rapporto…diciamo cosi…viene a mancare…si crea confusione…e diciamo

          cosi…i il cervello entra in una situazione particolare…diciamo cosi…ma passerà.

Gir.    ( si gira verso il pubblico con grande mimica) Sulu diciamo cosi capivu!

Ros.   Quando lo sento parlare cosi con questi termini tecnici, se non fossi sua madre

          m'innamorerei.

Gir.    (al pubblico) Per me se lo puo’ prendere anche quandi noparla!    

Cet.    Girolamo, Emanuele è venuto…(lo blocca Rosetta)

Ros.   Signora, la prego…la prego…il dottor. Emanuele, serve anche per dare carica a

           mio figlio…

Cet.    Mi scusi, Girolamo Emanuele, il dottore… (Girolamo la interrompe)

Gir.    ( imitando Rosetta) Cettina, prima devi dire il dottore, no Emanuele, se no si

          scarica…

Cet.     Il dottore Emanuele, prima di partire, vuole vedere un paio di volte i du…

Gir.     Villeggianti…

Ema.    Sa, signora io ho capito da quel poco che ho visto suo fratello che non è proprio

             pazzo-pazzo-pazzo-pazzo cioè quattro volte pazzo.

Cet.      Ah! si, e  com'è!

Gir.      Pazzo dieci volte!

Ema.    PAZZO! Una sola volta…Lo stesso fatto che hanno dato per nome diciamo cosi

            alla Bambola Paziotica, significa che sono pieni di creatività, si divertono,

            giocando, sapendo o non sapendo che giocando si divertono, cosi la loro pazzia,

            incosapevolmente diciamo cosi…i… diventa più serena.(allungare sempre

            la i)

Gir.     (alla moglie) Ma chi cacchio dice questo! 

 

Ros.    Se mio figlio è arrivato a questa conclusione, vuole dire che è questa. Ma non è

           un amore quando apre la bocca!…

Gir.     Questo appena va a visitare qualche manicomio lo fanno rimanere là.                                                                                 

Ros.    Ma per ora i due dove si trovano.

Cet.    Sono andati a fare un po' di spesa  cosi si svagano un poco.

Gir.     Chissà cosa stanno combinando!

Ros.    Comunque, piu tardi ritorniamo, anche noi dobbiamo fare un poco di spesa,

           spero di non disturbare…e grazie…grazie di cuore…di cuo re. (si tocca a dx.)

            Sa il mio cuore è talmente grande che si espende fino alla colecisti.

Cet.     Ci credo ci credo…..Arrivederci…(Gir. fa scena)

Ema.    Arrivederci…e grazie…grazie di cuore…di cuo re    (un po' di scena ed escono)

             (ricordarsi di uscire ogni tanto la lingua e di grattarsi l'orecchio col mignolo)

S C E N A  VIII°

(Girolamo, Cettina, Giovanna, Fortunato, Rita)

Gir.    A questa stu cuore ci si espande fino al sederino… Non basta tuo fratello e la sua

            Fidanzata vci si mettono anche questi.

Cet.   Tanto si sta laurannu…

Gir.    Questo manco fra ventanni si lauranna.(entra Giovanna disperata)

Gio.   Per favore  non mi dite più di accompagnarli, perchè io non mi sento.

Cet.   Che successo.

Gio.   Sono al cimitero!

Gir.   (contento) Sono morti…e come  fu racconta…chi è stato questo scaltro…

Gio.   Ma che morti! Prima volevano comprare il latte al panificio, non li ho potuti

          convincere, sono entrati nel panificio, lo zio al panettiere gli ha chiesto per il latte,

          e  Rita ha detto : CROCCANTE ! meno male che il panettiere di quanti segnali

          gli ho fatto ha capito, poi siamo usciti, siamo andati al supermecato, finalmente

          abbiamo comprati il latte, uscendo dal supermercato c'era il funerale della signora

           Rizza la vedova Ciccazzo,ci sono andati appresso e si sono messi in prima fila,

          tutti pingevano e loro ridevano, risate… ma risate…Papà vai a prenderlii,

          

Gir.    Ma chi io poi non possono sfogare e mi mazziano. Speriamo invece che gli danno

          Qualche  botta in testa a tutti due, crepano e poi si che li vado a prendere, ma per

          Metterli dentro la bara…(in quel momento entrano, For.  tiene una borsa nella

           quale ci sono buste di latte, Rita corre da Paziotica)

For.    La piccolina tutto a posto…

Cet.    Si, tutto a posto Girolamo l’ha fatto mangiare pure…

Gir.    Si, si è sazia pure, poi ha fatto anche il ruttino…

Rit.    Fortunato , io vado sopra e  la metto a letto nella nostra stanza…(và)

Cet.   Quanto è costato il latte Fortunato.

For.   Che ne so io, a quella che batteva (fa segno con le mani) ho detto che poi pagavo

          c'erano tante persone e noi siamo passati.

Rit.     Però abbiamo chiesto permesso a tuttti…

Gir.   Vai a pagati altrimenti siamo sula bocca ti tutti.

Cet.   (a Fort.) Dammi i soldi che ti ho dato che ci vada io….

For.   (arrabbiato occhi spalancati e gesti) Perché e li devo dare, me li hai dato poco fa,

          io te li do solo quando tu mi li cerchi prima che li li chiedo io.Piuttosto prepara

          gli altri. (Giovanna fa segnale al padre che se ne và nella sua stanza)

Gir.   L’ho detto io che ci lascia senza mutande!.

Cet.    Va bene ora vengo.

Gir.   Vieni subito cche sto uscendo… (Cettina esce)

For.   Dove vai tu, se si sveglia la piccolina gli devi cambiare il pannolino.

S C E N A  IX°

(Fortunato, Girolamo, Giovanna, Rita)

For.    Giròlamo, quando tu muori…(Girolamo si tocca) sti funerali cosi tristi non li

           Voglio vedere, te lo voglio fare allegro…allegro…(ride prolungatamente)

Gir.     (al pubblico) Mi prenota la bara a colori!

For.     Sai la tua lontananza mi mancava!

Gir.    (facendo scena) Pure a me!

For.    Dimmi fra tea e mia sorella ci sono arttriti?

Gir.    Arttriti no, un po’ di dolori aromatici!

For.    Sai ogni tanto gioco al grattatutto, se vinco, gli spiccioli li do a te e con gli altri

          Faccio una pazzia. (ride allo stesso modo) Comunque ora siamo quà, vicini

          vicini, (si avvicina e Gir. si sposta) Fammi capire quanto mi vuoi bene…

Gir.    Minchiuni! Assai..assai…

For.    Dammi un bacetto…

Gir.    (al pubblico) E dopo il bacetto che vuole questo! (un po' di scena  poi gli da il

           bacio)

For.    Vol dire che doveve succedere che succedesse. Ora vado da Rita…(và)

Gir.    Ho l'impressione che lui gli si aggiusta la testa, e a me mi si sfascia, cosi poi  

          Vengo io in vacanza…(ride prolungatamente come Fortunato poi entra Giov.)

Gio.   Papà ma che ridi come lo zio?!…

Gir.    (si spaventa) Eh! Ma si sicura? Non è che sono i primi sintomi! E quando verrei

           in vacanza, mi porterei anche la bambola…a sbrodolina…(ride)

Gio.    Papà, ma non possiamo fare niente, ancora manco due giorni sono passati.

Gir.    Che possiamo fare, ormai ce li dobbiamo piangere…questo è il nuovo

           programma di  terapia   per rompere la testa a noi e portarci fuori via!..

   

Gio.   Questi che li hanno accompagnati per ora se la stanno spassando.

Gir.   E noi ci stiamo  scassando!..

Gio.    Papà,  io vorrei uscire…

Gir.    E chi mi lassci solo con loro! Aspetta che arriva la mamma.(si sente cantare, è

           Rita che canta Donna Rosa in modo stonato)

Gio.   E' convinta di essere una cantante coi fiocchi. (nel frattempo entra Fortunato)

For.    La sentite, non ha una voce di un angelo! (non rispondono subito, Fort. si adira)

          A voi dico, (comincia a dare pugnui e calci ovunque) è vero che ha una voce di

          un angelo!?

Gio.   Si, zio, si…veru papà  ha una  voce magnifica …di un angelo.

For.   Perché non avete risposto subito.

Gio.   Perché  è talmente bella che mi stava impalsamando...

Gir.    A me mi stava addormendando…

       

For.   (convinto, con un tono diverso) Sto facendo di tutto per falla partecipare a

          Sanremo, un girono all'Hotel è venuta Nilla Pizza, appena l’ha sentita cantare

          È svenuta.

Gir.    CChi è sta Nilla Pizza…

Gio.   LA cantante papà…Nilla Pizza!..

Gir.    Ah! si…si Nilla Pizza  quella che quando sente  cantare il peli ci arriccia.

          (entra Rita, Fortunato batte le mani e d invita gli altri a farlo gridando Brava)

           Rita si siede sul divano, Fortunato le va incontro)

For.     Giròlamo, appena esce, comprami le supposte, non a sciroppo, quelli che si

            mettono normali, però la sera prima di dormiri me la metti tu, perchèi a Rita

            quando vede il buchino del sederino ci fa senso e prima che la mette la fa

           squagliarei tutta…(ride)

Gio.    Papà usciamo, lasciamoli un po’ soli…cos compriamo pure le supposte.

Gir.    Che soli e soli, tute cose rompono…

Gio.   (sempre sottovoce) Niente rompono.

    

Gir.    Senti Fortunata io e Giovanna, dobbiamo andare dal dentista, io mi devo togliere

           una  mola, Giovanna, un denei…e poi compriamo le supposte.

Gio.    Fra un po’ ritorniamo…

For.    Giròlamo, mentri passi chiama a quel dottore, ci vorrei parlare…(escono)

                                                    

                                                    S C E N A  X°

(Fortunato, Rita, Girolamo, Cettina, Rosetta, Emanuele)

                             (Entrambi seduti sul divano frontalmente verso il pubblico )

For.    Scimietta…

Rit.    Scimbanzè…ci abbracciamo… (bussano)

For.   Siamo usciti…(continuano ad abbracciarsi, mentre entrano Rosetta e Emanuele)

Ros.   (Appena li vede)…Osserva a mamma, osserva, sono  abbracciati. (Eman. Guarda

          da un'altra parte, poi la mamma lo sistema) Bongiorno…(i due risaltano)

For.   Sa dotture, io gli volev o dire che il marito di mia sorella, mi preoccupa. Non mi

          Pare tanto bene di testa, ha un ticket nervoso, lo vedo strano, non respira bene, e

          Rita che è tutta la mia vita, ci fa l'aeriusole con i suoi piedi…a proposito voi come

          respirate. (Rosetta subito)

Ros.   Benissimo…benissimo…sa mio marito, Professore dei Polmoni…

Rit.     Professore dei Polmoni…Fortunato u canuscemu ti ricordi?

For.    Professore era u nomi e dei Polmoni u cognomi?  

Ros.   (assecondandoli) Eh! Si…si Emanuele osserva, senti…

For.    Dottore ma lei chi dici ca Giròlamo, e un pocu sfasato…

Ema.    Ma vede, io penso che diciamo cosi…lui sta attraversando un momento brutto

            alle volte diciamo cosi ci possono essere dei problemi che diciamo cosi…si

            possono tuttavia manifestare in un momento brutto diciamo cosi…senza che lui

            tuttavia vorrebbe.

For.    Proprio quello che pensavo io…

Ema.   Lui non dovrebbe… tuttavia ...( Fort. lo interrompe) 

     

For.    Ecco tutta la via non lo dovrebbe fare lui, la via la fa sempre tutta e si stanca

          specialmente, Via dei Matti…(ride Prolungatamente)

Ros.    Osserva…osserva Emanuele. (in quel momento entra Cettina)

Ros.   Signora domani partiamo…(in quel momento Rita grida:  ZITTI…)

For.     ( a tutti) Parlate in silenzio…

Rit.     A piccolina si è svegliata…(va nell'altra stanza, For. La segue)

Cet.    Era l figlia della signora…Mah! Signora Rosetta non ne posso più, (entra

           Girolamo) mio marito sta esaurendo ed io sto sfinendo…

Gir.    E loro se se stanno fragando.

Ema.  Sig. Girolamo, vedo che è un po’.

Gir.      Se mi vedi tu… ci credo…

Ros.    Grazie a voi mio figlio puo' fare una tesi più precisa, analizzando e osservando

           questi due tipi, ha capito ancor meglio questo mondo, un mondo strano, difficile.

Ema.   Sig. Girolamo, le auguru un futuro, sereno, tranquillo, tuttavia se dovesse avere

           dei problemi simili a suo cognato la curerò sempre gratis.

Gir.    Che bello futuro chi mi augura.

Cet.    Dr. Emanuele,  lei pensa che mio fratello può peggiorare o può migliorare.

Ema.   Certo che il tempo a mia disposizione è stato poco per capire, tuttavia io ho

           potuto capire… diciamo cosi…la situazione non mi sembra cosi, nella sua

           fattispecie, nell' apparenza, diciamo cosi… evanescente, ma è trasportata dal loro

           mondo diciamo cosi…fantastico, creativo…diciamo cosi…difficile da capire.

Gir.    (stupito al pubblico) E' proprio difficile da capire. 

Ros.   (stupita) Un angelo…un angelo…rimango stupefatta a sentirlo parlare cosi…

Cet.    Ma dr. Emanuele ma lei pensa che…(Girolamo la blocca)

Gir.    Per favore non ci fare più domande ho capito che….diciamo cosi!…

          (entra Fort. e Rita col biberon che da il latte a Paziotica.)

Ros.   Emanuele osserva questa…(Emanuele fa scena si gira e si rigira)

Ema.  Sig. Fortunato, appena arrivo a Roma, e visito il suo Hotel, vuole salutato

          qualcuno.

For.   Si, tanti saluti al mio amico di stanza strambalato di testa…

Rit.    E alla mia amica pazzarina….

Ros.   Va bene, adesso andiamo…e grazie…grazie di cuore…di cuo…  re

Ema.   Graze…grazie di cuore..di cuo….re…(si salutano ed escono)

S C E N A   XI°

(Girolamo, Cettina, Rita, Fortunato, Giovanna)

Gir.    (con ironia) Chissu sarà un dutturi coi fiocchi. (Fortun. s'incavola)

For.    Coi fiocchi c'è solo  Rita che è tutta a me vita…non lo dire più coi fiocchi.

           Solo Rita quando canta è una cantante coi fiocchi, volete sentire di nuovo la sua

            voce .(Cet. Gir. l'assecondano Gir. comincia a fare qualche tic. )

Cet.    Lo sappiamo che ha una bella voce…(Fortunato si avvicina al cognato).

For.    Cognato i ldottore mi ha detto che sei strano, Cettina fagli passare una visita dalla

           Testa al cervello, meglio prevenire che impazzire. (mentre Rita da il biberon a

           Paziotica)  (ride prolungatamente, mentre Girolamo aumenta i tic e si dispera)

           Ora Giròlamo va a comprere il fegato,  il filetto, poi quando Paziotica finisce di

           mangiare, gli fa fare il ruttino, cosi poi ti faccio riempire i polmoni belli di

           aria…(Gir. fa  ancora scena)

Gir.     Quanto vado in bagno…

Rit.      Prima cci devo andare io…

For.     Prima Rita…che da molto che se la trattiene. (Gir. si dispera di più)

Rit.     Fortunato tieni l piccollina…

For.    La facciamo tenere a Giròlamo, io vengo e ti aiuto…(vanno)

Gir.    (con molta mimica, si dispera, fa dei tic…poi coccola Paziotica come fa Rita e

           Fortunato, in quel momento entra Giovanna, guarda assieme alla madre il padre,

          stupiti… poi si guardano loro meravigliate, Giovanna chiama il padre, Cettina

          chiama il marito, questi non risponde…tutto ad un tratto comincia a gridare:)

           Non disturbate se no la piccolina non fa il ruttino…

Gio.    Papà ma che sti prende!

Cet.    Girolamo, ma chi ti senti male…(in quel momento entra Fortunato)

For.    Giròlamo, stasera mi faccioil bagno, siccome non cia rrivo con la mano, tu mi

            lavi le spalle …(se ne rientra, il quel momento squilla il telefono, Cettina lo

            prende)

Cet.     Pronto…ah! Professore dica… va bene…va bene…pazienza!

            Era il professore, dice che i lavori per la ristrutturazione ddella durano ancora

            un’altra settimana  e il nuovo programma di terapia si allunga.

Gir.    (tic) Le spalle…il biberon…il latte Croccante…Paziotica…l'aria  pura

           Cettina, tieni a  paziotica facci mangiare tutto il latte…(Cettina la prende, e

           Girolamo   inizia a fare più scena con gesti che fa il cognato e Rita) Sto

           venendo…

Gio.    Papà dove vai…

Gir.    A momenti vengo…(entra nell'altra stanza)

Gio.   Mamma siamo consumati…ma che gli ha preso a papà…

Cet.    E' disperato, come me e come te…

Gio.   Ma scherzava o faceva vero con tutti i tic…

Cet.   E che ne so…non sto capendo niente più…(comincia ad abbaiare)

Gio.   Ma io dico che scherzava…

Cet.   (A paziotica mentre la dondola) E mangia tu…ancora quà ce l’ha stu latte!

Gio.   Mamma, ma che parli con la bambola…

Cet.   Chi io?! Ma che dici…

Gio.   Mamma stavi parlando con Paziotica…

Cet.   Ma se ha mezzora che se lo tiene nella gole questo lattei…se entra mio fratello

         poi s'incazza perchè non mangia…

Gio.   O santo cielo non ci so credendo…Mamma ritorna in te…poco fa abbaiasti.

Cet.     Ho abbaiato come una gallina?

Cet.   Mamma mia che mi sta prendendo…ho Avuto cinque minuti di appannamento.

         (entra Girolamo con  una valigia, vestito esattamente com'era Fortunato quando è

          arrivato in casa: pantaloni sotto il ginocchio, calzettoni di diverso colore.

           Cettina e  Giovanna rimangono fissi a guardarlo)

Gio.  Papà dove staia andando…

Cet.  Girolamo do sta andando…(Gir. posa la valigia, batte le mani sulle coscie)

Gir.   CHicchirichiiii! (risponde la moglie abbaiando)  Sto andandoa Roma all'Hotel a

          cinque cuori, vediamo appena  vengo in vacanza voglio trovare trovare a tutti sti

          camerieri. (prende la valigia sta per uscire, si ferma vicino alla  porta, e ritorna

          indietro…) A lei, e puru a lei (al pubblico) appena ritorno voglio lavate le spalle,

          porto a mio figlio ciccio bello e gli deve dare da mangare… e pure a lei, si a lei

          che ha da quando è venuto mio cognato che ride sopra le mie spalle…lei  ci

           saprebbe combattere….   DU'  PAZZI  IN VACANZA !?…    (2002)

                                                     (elaborata da Pietro, Rosanna Maurici e dallo stesso autore)

( Per ogni rappresentazione è necessaria l'autorizzazione dell'autore e dell'elaboratore)

 Rappresentata dall' associazione "Ridere per stare bene" di Messina con la regia dello stesso autore, con grande successo. Dall' associazione Solunto di Santa Flavia –Pa; dalla compagnia Blu Ski di Reggio Calabria; Rappresentata già ad aprile (2003) al teatro Cristo Re di Messina con diverse repliche

dall'associazione Ridere per Stare bene con la regia dello stesso autore ottenendo un grande successo di critica e di pubblico. Rappresentata dall’associazione Chimera Con Tommy Maugeri;  Al Teatro Pegtaso di Ostia- Roma; dall’associazione Il Nuovo Carrozzone di Catania al teatro Grottasmeralda di Catania ed al teatro Annibale di Francia a Messina; Rappresenta in Liguria dalla compagnia Reimughe Surve di Montalto; anche a San Remo. Iin preparazione di altre compagnie.