DUE SEGRETI
Un atto
di FERDINANDO D’AMORA
PERSONAGGI
LIA
LEO
LA CAMERIERA
Commedia formattata da
Un salottino borghese, arredato con molto gusto. Sono le 19. Dolce penombra: una sola lampada è accesa. Leo e Lia, sposini freschissimi, entrano assieme, ridendo. Leo ha il bavero del soprabito alzato fino agli occhi. Lia ha un grazioso cappellino calcato fino a coprirle le orecchie e la nuca, e una pelliccia con il colletto rialzato fino al cappello. E nel salotto fa un caldo da forno crematorio. Fuori, da quel che si vede e indovina attraverso la finestra, un'autentica serata da vigilia di Natale: pioggia sulla neve del giorno prima, e freddo, freddo...
Leo - Vedi, quando ci si vuol bene? Usciamo ognuno per conto suo, pensando di ritrovarci soltanto a casa, e invece ecco che ci si incontra in Galleria. Si beve un aperitivo insieme, e si torna a casa a braccetto, stretti stretti, come due fidanzati in piena primavera amorosa...
Lia - (che si è messa a sedere senza togliersi la pelliccia e il cappello) Una primavera in mezzo alla neve!
Leo - (che continua a tenere alzato il bavero del soprabito) Se fa caldo come nel Sudan!
Lia - (fintamente sorpresa) Ma, dove, amor mio? Dove?...
Leo - Qui dentro, qui dentro! Forse è un omaggio del padrone di casa per Natale. Ci tiene al freddo artico per due mesi, con una crudeltà spaventosa, e stasera si sfoga a trasformare il calorifero in una fornace ardente!... E' una vergogna!
Lia - Se proprio soffri per il caldo, possiamo mandare la domestica a protestare...
Leo - (che passeggiava, si ferma di botto) Oh, scusa, tu il caldo non lo senti?
Lia - (asciugandosi la fronte imperlata di sudore) Veramente, direi di no...
Leo - (sbarrando gli occhi) Ma se, tra quella pelliccia sollevata fino al cranio e quel cappelluccio tirato giù fino alle spalle, sudi come in un bagno turco?
Lia - (smettendo di asciugarsi e protestando) Io sudo? Ma tu hai le traveggole, piccolo mio! Io non sudo... Io ho freddo...
Leo - Mentre io scoppio, soffoco! C'è caldo, caldissimo!...
Lia - Sarà benissimo...
Leo - Allora, perché tu hai freddo? Sei ammalata ?
Lia - Bisogna dire che io sia ammalata... A meno ché la colpa non sia di quella finestra...
Leo - (correndo alla finestra) E' sconnessa? Lascia passare aria?
Lia - Ma no. Mi lascia vedere il cielo nero senza scampo, da miniera, con quella pioggerella asfissiante che sembra annientare l'aria destinata ai polmoni, con quel gelido biancore sui tetti di fronte... Mi vengono i brividi. Tremo, Leo, tremo!...
Leo - (sbuffando) Io scoppio!
Lia - (ribellandosi) Ma, insomma, se proprio senti caldo, perché tieni il bavero alzato?
Leo - (come colto in fallo) Già, è vero... Non ci pensavo...
Lia - - Ma ora che ti ci ho fatto pensare io...
Leo - (imbarazzato) Ecco, già... Si, ecco... Ora continuo a tenerlo rialzato per un riguardo verso di te...
Lia - (stupita) Un riguardo verso di me?!
Leo - Precisamente. Tu hai freddo, e non puoi rinunziare alla pelliccia e al cappello sulle orecchie; ebbene, ecco... io voglio secondarti, non mettermi in contraddizione con te, seguirti anche in questo...
Lia - (ridendo) Ma è la moglie che deve seguire il marito!
"Leo - (arrabbiandosi) Ebbene, io faccio eccezione! Non sono padrone di essere gentile con la mia mogliettina? Non sono padrone di aver caldo, e di comportami come se avessi freddo? Insomma, non sono padrone in casa mia?
Lia - (impressionata) Si può sapere che ti piglia?
Leo - (sbuffando) Mi piglia che qui stasera si rappresenta una commedia!
Lia - (alzandosi, irritata) Ossia?
Leo - Non è vero che tu hai freddo! E' una finzione, la tua; una finzione che non riesco a spiegare, e che mi preoccupa...
Lia - (non sapendo se ridere o arrabbiarsi) Una tragedia, insomma!
Leo - (cupo) Sento nell'aria, con le mie narici che non fallano, sapor di mistero...
Lia - Perché ho freddo ?
Leo - Mentre qui pare di stare all'inferno...
Lia - Non sono padrona di avere freddo in mezzo al caldo?
Leo - No, perché non sei malata.
Lia - Intanto, io ti libero dei tuoi scrupoli, troppo gentili... eccessivamente gentili...
Leo - Ovverossia?
Lia - Non temere di offendermi. Giù il bavero!
Leo - No, via invece la tua pelliccia e via quella padella dalla testa!
Lia - No, prima tu!
Leo - Io sono un gentiluomo: prima le signore!
La Cameriera - (affacciandosi) Il pranzo è pronto! (e scompare). (Nel salotto un minuto di silenzio: poi)
Leo - (sorridendo) La finiamo, oppure vogliamo proprio sedere alla tavola della vigilia di Natale, vestiti come due esquimesi, e farci cogliere da una congestione?
Lia - (sorridendo anche lei) Non ne posso proprio più! Sudo, sudo, sudo! Bisogna proprio farla finita. Ma... e se poi mi fai gli occhiacci? Se mi sgridi? Se t'infuri?
Leo - Io dovrei fare tutte queste brutte cose se ti togli il cappello e la pelliccia?!,
Lia - Sicuro!
Leo - (di nuovo turbato) Non capisco più nulla! Hai veramente un segreto?!
Lia - Piccolo, si, ma ce l'ho...
Leo - (gridando) Voglio sapere! Via la pelliccia! Via il cappello!
Lia - Sì, sì, ma non gridare. Dopo tutto, a dir molto, potrai uccidermi, (si toglie lentamente la pelliccia, poi il cappello).
Leo - (che la segue ansiosamente) Ah, che sollievo! Questo è tutto?
Lia - (che ora appare coi capelli tagliati alla garconne) Sai, è la moda di tutte noi, oggi. Non volevo; ma poi, passando davanti alla vetrina di un parrucchiere, mi son lasciata tentare dalla acconciatura di una testa di cera. Ma poi ho avuto paura... di te... ti sei sempre dichiarato nemico dei capelli corti... Non osavo rivelarti la novità... e continuavo a star coperta, a difendermi, dicendoti delle cose assurde. E... sudavo... sudavo!
Leo - (affettuoso, quasi raggiante) Sciocchina! perché non me l'hai detto subito?
Lia - (stendendogli le braccia) Dunque, non mi sgridi? Non mi ammazzi?
Leo - Ma io sono lietissimo di quel che hai fatto! Arcicontento!
Lia - Perché il taglio mi sta bene?
Leo - (ridendo) Perché è un taglio che giunge a proposito - veramente provvidenziale - per farne perdonare un altro a me... Guarda e ammira! (abbassa U bavero e appare senza baffi).
Lia - (non riuscendo a frenarsi) I tuoi bei baffetti! Quante volte ti avevo proibito di farli sparire!
Leo - Niente scene! Sarebbe una malvagità non perdonare a chi ha generosamente perdonato! Silenzio, dunque, e... un piccolo bacio, qui, dove erano quegli orrendi baffetti! (si baciano).
La cameriera - (ricomparendo, un po' arcigna per il ritardo dei padroni) A tavola, signori! (Leo offre il braccio a Lia).
FINE