Due su tre

Stampa questo copione

La scena è rappresentata da un campo da tennis

DUE SU TRE

Atto unico

di

Fabiano Marti

La scena è rappresentata da un campo da tennis. Al centro una rete. Sullo sfondo un seggiolone da arbitro e, ai suoi lati, due sedie per i cambi campo. La scena è vuota. Improvvisamente, da sinistra, entrano Fabio e Serena. Fabio è vestito con una divisa da tennis di basso livello ed ha una racchetta nella mano destra. Con l’altra mano regge una borsa che è poggiata sulla spalla sinistra. Fabio è davanti, visibilmente alterato. Serena, con sguardo ed atteggiamento rassegnato di chi questa scena l’ha già vissuta mille volte, lo segue a breve distanza.

Fabio: (gridando) Non è possibile, non mi stupisce mai…mai! Ci fosse una volta, una sola che mi stupisca! (sbattendo la borsa accanto alla sedia e si siede) Ohu, neanche così ci riesco, gli ho detto che chi arrivava per ultimo offriva la cena, ma niente, lui se ne frega! E sì, perché lui è ricco, fa l’avvocato lui, non è mica un umile impiegato come me…lui se ne frega di pagare l’acqua, anzi, me lo sbatte in faccia che non ha problemi a farlo! E’ quasi contento di pagare lui, così può tirare fuori dal portafogli la sua solita mazzetta di soldi e farla vedere a tutti. Ma stavolta mi arrabbio, stavolta mi arrabbio, non è possibile che sia sempre così, sono anni che andiamo avanti così, non ce la faccio più…

Serena: (a mezza voce) Devi vedere io!

Fabio: (alzandosi di scatto) Che hai detto?

Serena: Niente, niente!

Fabio: E no, come niente, scusami?! Ti ho sentito benissimo, hai detto qualcosa!

Serena: Ma no, non ho detto niente!

Fabio: Serena, ti ho sentito!

Serena: E allora, se mi hai sentito, perché vuoi che lo ripeta?!

Fabio: Perché nella vita bisogna avere il coraggio delle proprie azioni, e soprattutto delle proprie affermazioni, se no è meglio stare zitti! (si siede di nuovo)

Serena: (sempre a mezza voce) Infatti sarebbe molto meglio!

Fabio: (alzandosi nuovamente di scatto) Che hai detto, scusami?

Serena: Oh Madonna, Fabio, che palle!

Fabio: Che palle, cosa?! Me lo spieghi?! Sempre questa maledetta abitudine di dire le cose sottovoce per non farsi sentire!

Serena: Appunto, per non farsi sentire…perché, se una persona volesse farsi sentire, le cose le direbbe ad alta voce. Se le dice sottovoce è perché, evidentemente, non vuole farsi sentire, per cui è inutile che l’altra insista per sapere una cosa che non si voleva far sentire!

Fabio: Ma che cazzo stai dicendo, Serena? Che ragionamento è? Il problema è che tu non devi mai darmi ragione…per principio!

Serena: Eh sì, certo!

Fabio: E’ così…se no diresti che è giusto che io mi arrabbi dal momento che è una vita che aspetto i cazzi di Mario! Oltretutto il campo è prenotato dalle due alle tre, non dalle due e un quarto alle tre e un quarto…sono le due e dieci e ancora non si vede! Ti sembra giusto?

Serena: Lo so, hai ragione!

Fabio: (alzando ancora di più la voce) E non darmi ragione solo per farmi contento senza essere convinta che ce l’abbia…guarda che li conosco i tuoi toni!

Serena: Ma quali toni?

Fabio: Quelli che usi quando mi dai ragione senza convinzione!

Serena: Ma di cosa parli?

Fabio: Sì, Serena…e sono gli stessi toni che usi con mia madre!

Serena: Oddio, adesso tira fuori la madre!

Fabio: Perché, che cos’hai contro mia madre, Serena?

Serena: Niente, Fabio, niente!

Fabio: (alzando di nuovo la voce) E non dirmi “Niente, Fabio,niente” quando stai pensando “Tutto, Fabio, tutto”…so quanto la odi!

Serena: Guarda che ti sbagli!

Fabio: Ne sei sicura?

Serena: Certo…è lei che odia me!

Fabio: Ah sì?! E perché, cos’ha fatto per dimostrartelo?

Serena: Cos’ha fatto?! Niente…a parte l’ultima volta che sono stata a cena a casa tua!

Fabio: E che ha fatto?

Serena: Ma come, Fabio…davanti a tutti i tuoi parenti ha parlato per due ore di quanto fosse fantastica la tua ex fidanzata e di quanto la rimpianga!

Fabio: E allora?! Tu che c’entri?!…Mica ha parlato male di te!

Serena: Ah, giusto, non ci avevo pensato!

Fabio: La realtà è che tu sei prevenuta con lei!

Serena: Sì, infatti, deve essere così!

Fabio: E’ così, Serena…è così!

Serena: Va bene, hai ragione tu!

Fabio: Ricominci con questa storia della ragione?!

Serena: Scusa…hai ragione!

Fabio: Ancora?! Riguardo a cosa?

Serena: Alla storia della ragione!

Fabiano: Ho ragione?

Serena: Sì!

Fabiano: Ah be’!

Fabio torna a sedersi. Poi guarda l’orologio e comincia nuovamente ad alterarsi.

Fabio: Le due e undici, le due e undici e ancora non si vede!

Serena: Arriverà!

Fabio: Certo che arriverà, non è che io pensi che non arriverà mai più…il problema è che avrebbe dovuto essere qui già da tempo!

Serena: Avrà avuto qualche problema a lavoro!

Fabio: E certo, perché solo lui può avere problemi a lavoro…certo, difendilo sempre tu! Mai una volta che sia dalla mia parte, ha sempre ragione lui!

Serena: Ma no, Fabio, il problema è che esageri!

Fabio: Ah, quindi sono io che esagero, non è lui che esagera nel mettere alla prova la mia pazienza!

Serena: Ma che vuoi che sia?! Quanto sei pesante!

Fabio: Pesante? Che vuol dire pesante?

Serena: Esattamente questo!

Fabio: Cioè?

Serena: Chiedere ad una che ti dice che sei pesante che voglia dire essere pesante!

Fabio: Serena, per favore, mi stai facendo innervosire più di quanto io non lo sia già!

Serena: E io cosa dovrei dire?

Fabio: Riguardo a cosa?

Serena: Anch’io sono nervoso, sai?!

Fabio: Ah sì, e perché?

Serena: Perché oggi mi hai costretto a passare una giornata terribile!

Fabio: Ti riferisci al fatto di essere qui?

Serena: Non solo…anche alla cena di anniversario dei tuoi nonni di stasera!

Fabio: E cosa c’è di così terribile in una cena in famiglia?

Serena: Che palle, Mario, con tua madre che non perderà occasione per offendermi e quell’odiosa di tua sorella che non farà altro che dire quanto tu sia bello e dolce per sottolineare che avresti meritato un altro tipo di donna accanto a te!

Fabio: Non ha mai parlato di un’altra donna rispetto a te…ha detto sempre e soltanto che, secondo lei, io meriterei una donna alta e bionda…insomma una vichinga… e magari anche laureata!

Serena: Fabio, ti sembro una vichinga io?

Fabio: No, vichinga proprio della Vichinghia, no!

Serena: Sono alta e bionda?

Fabio: No, non sei alta e bionda!

Serena: Ti risulta che io sia laureata?

Fabio: No, che io sappia, no!

Serena: (gridando) E allora non ti sembra che parli di un’altra donna?

Fabio: Effettivamente non è proprio il tuo identikit!

Serena: Ah no?!…Ma poi, Fabio, che senso ha festeggiare a luglio se l’anniversario era a maggio?! E’ fatto solo per rovinarci la serata!

Fabio: E sì, adesso i miei nonni organizzano la cena del loro anniversario solo per andare contro di noi! Un’associazione per delinquere finalizzata alla distruzione delle nostre serate! Me l’immagino mio nonno e mia nonna sul divano davanti alla televisione, quando, nel bel mezzo di una telenovelas mio nonno ha l’illuminazione: (imitando la voce di un anziano) Ho avuto un’idea, perché non festeggiamo il nostro anniversario! E mia nonna: Ma siamo a luglio, l’anniversario era a maggio! Lo so, ma così potremmo rovinare la serata a Fabio e alla sua fidanzata! E mia nonna: E’ vero, non ci avevo pensato…dai, roviniamogliela!

Serena: Con la tua famiglia tutto è possibile!

Fabio: Ma non dire cazzate, Serena…e poi vuoi mettere il tuo nervosismo per una cena con la mia famiglia rispetto al mio?

Serena: Direi che il mio è molto più giustificato!

Fabio: E certo, che vuoi che sia?! Che fa se uno deve pagare il campo un’ora e giocare mezz’ora!

Serena: Mamma mia, quanto sei tirchio!

Fabio: Oculato, Serena, non tirchio…oculato! E smettetela tu e Mario con questa storia del tirchio che mi manda in bestia!

Serena: Ah, no, non sei tirchio?

Fabio: No!

Serena: Neanche quando tieni sollevata la frutta sulla bilancia al banco self-service dell’ipermercato per farla pesare meno?

Fabio: (allarmatissimo) Zitta! Ma sei pazza?! Vuoi farmi arrestare?

Serena: Hiiiiiiii, addirittura, soffri pure di mania di persecuzione!

Fabio: Non è vero!

Serena: Ah no?!

Fabio: (gridando) Assolutamente no!

Serena: Abbassa la voce, ti stanno guardano tutti!

Fabio: (preoccupatissimo) Tutti chi?

Serena: (ridendo con soddisfazione) Non c’è nessuno, cretino!

Fabio: (realizzando) Ah, bene, mi prendi anche per il culo, adesso…e non darmi del cretino davanti a tutti!

Serena: (incredula) Cosa?! No, dai, non può essere vero!

Fabio: Senti, Serena, chiudiamola qui, per favore…sono già abbastanza nervoso!

Serena: Ma dai, stai calmo!

Fabio: Stai calmo? Ma come faccio a stare calmo?! Sono le due e dodici, le due e dodici…

Serena: E che ci posso fare io? Che vuoi da me?

Fabio: Ma che c’entri tu?! Non me la sto mica prendendo con te…E non fare come tua madre!

Serena: Che c’entra mia madre, adesso?

Fabio: C’entra, c’entra! Non è che le mia può c’entrare e la tua no!

Serena: Ma in questo caso che c’entra?

Fabio: Tua madre, se io sto parlando con lei e all’improvviso le dico: “Ah, signora, ha sentito che è caduta un’astronave nello Sri Lanka!”, mi risponde: “E che c’entro io?! Che vuoi da me?”…ma che cazzo c’entra lei?!

Serena: E sì…adesso non c’entra più, no?!

Fabio: Siete uguali, Serena, uguali! E più tempo passa, più la vostra somiglianza diventa imbarazzante!

Serena: Ma che dici!

Fabio: Uguali! Voi donne più crescete, più diventate uguali alle vostre madri! Bisognerebbe chiedere informazioni ai vostri padri prima di sposarvi…e mai sposarvi se vostra madre è vedova…si rischia di fare la stessa fine del marito!

Serena: Tranquillo, Fabio, tanto non è nei tuoi progetti, mi pare!

Fabio: Fare la fine del marito?

Serena: Ma no…parlo del matrimonio!

Fabio: Che c’entra adesso?

Serena: Sei tu che hai tirato fuori il discorso, non io!

Fabio: Ma per offenderti…non per farmi fare due palle così sempre sullo stesso argomento!

Serena: Be’, non mi sembra un argomento di poco conto!

Fabio: Infatti, mai parlare di poco conto quando si parla di matrimonio, perché il conto è parecchio…parecchio!

Serena: Quindi il problema è economico? Soltanto questo?

Fabio: Be’…anche!

Serena: Ma smettila di fare il bambino, Fabio…e cerca di crescere che hai 40 anni, invece di stare ancora a casa con la mamma!

Fabio: Perché, uno non può crescere stando a casa con la mamma?! Cos’è, le case delle mamme bloccano lo sviluppo ai figli? Oppure c’è una legge che lo impedisce?

Serena: Sì, la legge della vita!

Fabio: Ma stai zitta!

Serena: Sei sempre incazzato…sempre!

Fabio: Ed ho tutto il diritto di esserlo, mia cara, perché sto aspettando da un quarto d’ora!

Serena: E capirai…io sto aspettando da anni!

Dalla parte destra del palco si vede entrare Mario. E’ vestito con una divisa molto elegante, scarpe da tennis di marca e racchetta nuovissima. E’ calmissimo, senza alcuna fretta e sta parlando al telefono.

Mario: Ingegnere, non si preoccupi, le ho già detto che la situazione e sotto controllo, si fidi di me! (lancia un bacio poggiandosi la mano sulla bocca a Serena, poi, distrattamente, saluta con un lieve movimento della mano Fabio, che non ricambia). D’accordo, ingegnere, stia tranquillo! (si va a sedere alla sua sedia sotto lo sguardo incredulo di Fabio) Ha qualcos’altro da dirmi?

Fabio: (sottovoce) E sì, tanto…

Mario: No, no, non c’è problema, mi dica pure!

Fabio: (sempre sottovoce) Infatti…che problema c’è?!

Mario: E va bene, ingegnere, come vuole lei, ne parliamo in studio più tardi, tantonon c’è fretta!

Fabio: (ancora sottovoce) E quando mai?!

Mario: A più tardi, ingegnere, tante cose…e saluti la signora!

Mario chiude il telefono e lo mette nel borsone. Poi comincia a togliersi la tuta, sotto la quale ha una divisa da tennis anch’essa molto ricercata. Fa tutto con estrema calma, sotto lo sguardo sempre più incredulo di Fabio. Fabio, intanto, scambia con Serena occhiate allucinate, con le quali le trasmette tutto il suo stupore. Serena, dal canto suo, cerca invece di minimizzare, invitandolo alla calma. Mario, senza mai guardare i due, mangia una banana, mette i polsini e, alla fine, si infila in testa una fascia per il sudore. A questo gesto, Fabio lascia cadere la racchetta restando senza forze. Mario prova la racchetta, prende le palline e poi, improvvisamente, alza la testa e si accorge che Serena e Fabio lo stanno guardando.

Mario: E’ parecchio che siete arrivati?

Fabio: (non credendo alle sue orecchie e scambiando uno sguardo con Serena che gli fa cenno di stare calmo) Mario, ma mi stai prendendo per il culo?

Mario: No, perché?

Fabio: Ma sai che ore sono?

Mario: No, che ore sono?

Fabio: Le due e quattordici!

Mario: (ironico) Puoi essere più preciso?

Fabio: E fa pure lo spiritoso! Mario, il campo è prenotato dalle due alle tre, non dalle due e un quarto alle tre e un quarto…

Mario: E va bene, che fa?! Non sono questi i problemi della vita!

Fabio: Che c’entra?! Non è che bisogna fare le cose giuste solo quando si tratta di problemi della vita, è una questione di rispetto per gli altri…di educazione!

Mario: Uheilà, che paroloni adesso, rispetto, educazione, solo per un piccolo ritardo ad una stupida partita di tennis!

Fabio: Stupida?! Ma che significa?! Esistono partite di tennis intelligenti?

Mario: Non volevo dire questo…intendevo dire che non è una partita di tennis il problema della vita!

Fabio: Ancora con questo problema della vita…vuoi dire che una cosa o è un problema della vita o è stupida?! Non esistono vie di mezzo?

Mario: Ma sì…

Fabio: Mario, rispetto…rispetto…sai che significa questa parola?

Mario: Certo che lo so…ma stavo lavorando, non stavo mica giocando!

Fabio: E il problema è proprio questo…che da circa un quarto d’ora avresti dovuto giocare!

Mario: Ma il lavoro è una priorità per me!

Fabio: (rivolgendosi a Serena) Lo sapevo! Lo senti?! Sempre così, contano solo lui e il suo lavoro! Questa notizia ti sconvolgerà, ma lo sai che anche gli altri lavorano?!

Mario: (ironico) Davvero?

Fabio: Eh sì…so che è dura scoprirlo, ma qualcuno doveva pur dirtelo!

Mario: (sempre ironico) Be’, in fondo mi fa piacere che sia stato tu a dirmelo con il rapporto che abbiamo!

Fabio: Sentito che notizia?! La differenza è che gli altri, se hanno un appuntamento, lo rispettano!

Mario: Lo so, Fabio, ma non è colpa mia, è colpa del mio lavoro!

Fabio: Ah, quindi è il tuo lavoro che è maleducato! E’ questo che vuoi dirmi?! Il mio lavoro è educato e ha rispetto degli altri, il tuo è maleducato!

Mario: Più o meno!

Fabio: (a Serena) Mi prende per il culo…mi prende per il culo!

Mario: Ma dai, Fabio, sto scherzando!

Fabio: Io no!

Mario: E comunque vuoi mettere il mio lavoro con il tuo?

Fabio: Perché, cos’ha che non va il mio lavoro?

Mario: Ma dai, Fabio, tu lavori al catasto!

Fabio: E allora?! Che significa questo? Uno che lavora al catasto non può avere problemi a lavoro?

Mario: E come potrebbe mai averli?!

Fabio: Perché?

Mario: Ma se la gente non sa neanche cosa cazzo sia il catasto!

Fabio: Ma che dici?

Mario: Me lo sono chiesto per anni! All’inizio pensavo fosse un valore del sangue. “Dottore, come sono le analisi?”. “Nel complesso buone…il catasto è un po’ alto!”

Fabio: Eh?!

Mario: Oppure un elemento del vino…”Allora, che ne dice di questo, signore!”. “Ottimo…un po’ troppo catasto, ma buono!”

Fabio: Ma che idiozie stai dicendo?!

Mario: Ma dai, Fabio, chi vuoi che si svegli la mattina e pensi: “Oggi ho proprio voglia di andare al catasto!”

Fabio: (rivolgendosi a Serena) Vedi come fa?! Lo vedi?! E’ una continuazione…non lo sopporto più!

Mario: Ma che fai, chiedi aiuto alla mammina, adesso? (prendendolo in giro) Mammina, mammina, fai smettere  Mario che mi prende in giro!

Fabio: Ohu, ma come ti permetti?

Serena: (intervenendo esasperata) Ma basta, basta! Sembrate due ragazzini cretini! Perché, invece di perdere tempo a litigare sempre per cose inutili, non pensate a giocare?

Fabio e Mario si bloccano improvvisamente come due bambini appena ripresi dai genitori.

Mario: Su, Fabio, giochiamo!

Fabio: Sarebbe ora!

Mario: Batto io?

Fabio: Non esiste proprio, perché devi battere tu?

Mario: Ma dai, Fabio, è uguale!

Fabio: Non è uguale, è una questione di principio…arrivi tardi e vuoi pure battere!

Mario: Ma io ho le palle!

Fabio: Se è per questo, anche io!

Mario: Ma che c’entra?!

Fabio: Senti, si fa il tocco come in tutte le partite di tennis che si rispettino!

Mario: Ah sì, perché tu hai mai visto Federer e Nadal fare a tocco?

Fabio: Lo fanno!

Mario: Sì…e magari Nadal porta anche le palline!

Fabio: Certo…le palle di Nadal!

Mario: Ma non dire idiozie!

Fabio: Senti, si fa il tocco e basta!

Serena: (intervenendo esasperata) Fate il tocco, vi prego!

Mario: E va bene!

Mario e Fabio: (insieme) Per me, per me, per me…

Fabio: No, per me…perché per te?!

Mario: E perché per te, allora?!

Fabio: Perché io sono arrivato prima!

Mario: E che c’entra?!

Serena: (intervenendo) Per Mario!

Fabio: (scagliandosi contro) E figurati se tu sei dalla parte mia, sempre contro!

Mario: Ma dai, Mario, che cambia?

Fabio: E’ una questione di principio!

Mario: Su, per me!

Fabio: Va bene…anche se non è giusto!

Fanno il tocco. Fabio butta tre, Mario cinque con il mignolo piegato a metà.

Fabio: Otto a me! Tiè, tiè, tiè…batto io! (va verso il punto di battuta)

Mario: Ma come otto, scusa?! E’ sette!

Fabio: Ma che dici?! Io ho buttato tre e tu cinque!

Mario: No, io ho buttato quattro, dove l’hai visto il mignolo aperto?

Fabio: Era aperto, ne sono sicuro!

Mario: Ma no, guarda, ce l’ho ancora qui la mano, pronta in caso di reclamo!

Fabio: Ma cosa dici?!

Mario: (mostrando la mano) Il mignolo era leggermente aperto perché non riesco a tenerlo chiuso a causa di una frattura che ho subito da bambino!

Fabio: No, dai, non ci credo…inventarsi la storia della frattura solo per vincere al tocco!

Mario: E, secondo te, dovrei inventarmi di essermi fratturato il dito solo per battere io?!

Fabio: No…è che è più forte di te, la bugia c’è l’hai proprio nell’indole!

Serena: (intervenendo) E dai, Mario, fallo battere!

Mario: Ma sì, non c’è problema, glielo concedo volentieri!

Fabio: Me lo concedi?! Tu non concedi proprio niente! Voglio che tu ammetta che hai fregato, non voglio la tua elemosina!

Mario: E ve bene, come vuoi!

Fabio: Naaaa, ancora…e non la smette!

Serena: Su, Fabio, batti, ti prego!

Fabio: Non esiste proprio…(a Mario) Mario, ammetti che ho vinto al tocco e tu hai fregato?

Mario: No…ma se vuoi puoi battere tu!

Fabio: (offeso) E va bene, Mario, batti pure…ma sappi che sei un bugiardo schifoso!

Mario: No, no, adesso batti tu!

Fabio: Non esiste!

Serena: (gridando) Mario batti, non ne posso più di questa storia!

Mario: Va bene, Serena, come vuoi tu!

Fabio: No, Mario, come voglio io, non come vuole Serena, chiariamo!

Serena: Sì, Fabio, come vuoi tu, basta che giochiate!

Fabio: Ci tengo a precisare!

Mario prende le palline e si posiziona nella zona battuta. Fabio, nel frattempo, si mette in posizione di ricezione dalla parte opposta piegandosi sulle gambe. Sembra che Mario stia per battere, ma incomincia a fare ampie rotazioni con la racchetta dando ogni volta l’impressione che sia quella buona. Di conseguenza Fabio si piega sulle gambe ogni volta che sembra che Mario stia battendo, rialzandosi poi quando quest’ultimo comincia gli esercizi. Tutto questo per diverse volte di seguito. Fabio incrocia ripetutamente lo sguardo di Serena.

Fabio: (esasperato) Pensi di battere o hai intenzione di farmi passare la vita ad osservare le tue evoluzioni con la racchetta?

Mario: Sono freddo, non posso mica rischiare di lussarmi una spalla!

Fabio: Ho capito…ma così rischi di lussare le palle a me!

Serena: (tra sé) Oh mamma, cominciano di nuovo!

Mario: Scusami, Fabio, ma io non posso farmi male solo perché tu non puoi aspettare un attimo…se io mi faccio male, non lavoro e non guadagno, non sono mica un impiegato che si mette in malattia e lo pagano lo stesso anche se sta a casa!

Fabio: (a Serena) Lo vedi, lo vedi?! E’ sempre la stessa storia! Ogni occasione è buona per sottolineare che il suo lavoro è più importante del mio!

Serena: Ma no, Fabio, non ha detto questo…

Mario: Era un esempio! Che hai la coda di paglia?

Fabio: (interrompendola e rivolgendosi a Mario) Guarda che non è mica un merito essere figlio di papà ed aver avuto la possibilità di andare all’università per poi fare l’avvocato! C’è gente che è costretta a fare l’impiegato…

Mario: Ecco, adesso arriva il momento del pianto!

Fabio: Non sto piangendo, sto solo dicendo le cose come stanno!

Mario: E sì, lo so, le abbiamo sentite cento volte queste cose! Sappiamo tutti della tua infanzia difficile…

Fabio: No, Mario, forse non è chiaro, nel mio caso non si può parlare neanche d’infanzia difficile…è proprio difficile parlare d’infanzia!

Mario: Addirittura!

Fabio: Certo! E sai perché?! Perché io mi sono messo a lavorare da subito! Ho lavorato in bar, ristoranti, carrozzerie…mi sono messo persino a lavare i cessi, lo sai?

Mario: (con sufficienza) Sì, lo so…e so anche perché dopo un po’ ti hanno mandato via!

Fabio: Perché?

Mario: Perché non avevi gli stimoli giusti! (scoppia a ridere, seguito a ruota da Serena)

Fabio li guarda ridere entrambi, incredulo.

Fabio: Ma che cazzo c’è da ridere?

Mario: Come che c’è da ridere, Fabio?!…Ti hanno mandato via dai cessi perché non avevi gli stimoli giusti! Fa ridere uno che sta nel cesso senza stimoli e lo mandano via! (continua a ridere con Serena)

Fabio: (a Serena) Ma cosa ridi pure tu?! Mi prende in giro e tu ridi?!

Serena: Dai, Fabio, era una battuta…un po’ di autoironia…

Fabio: Ma quale autoironia, scusa?! L’autoironia è quando la battuta te la fai da solo, non quando te la fa un altro…oltretutto odioso!

Mario: (interrompendo a stento le risate e cercando di tenerle a bada) Dai, Fabio, non fa niente, riprendiamo a giocare!

Fabio: No, fa, Mario, fa e come! Non mi va di essere preso in giro da voi, soprattutto dalla mia fidanzata!

Serena: Ma quale prendere in giro, stavamo scherzando…

Fabio: E a me non va che scherziate alle mie spalle, va bene?!

Mario: Va bene, va bene, riprendiamo a giocare adesso!

Fabio: Infatti, riprendiamo a giocare che è molto meglio! (avviandosi verso il punto di ricezione) Anche perché il tempo passa e il campo si paga sempre per intero!

Mario: (posizionandosi per la battuta) Mamma mia, pure tirchio!

Mario sta per battere. Improvvisamente alza lo sguardo e si accorge che Fabio non è più in posizione e lo guarda fisso con sguardo intimidatorio.

Mario: Che c’è?

Fabio: Cos’hai detto?

Mario: Io?

Fabio: Sì, tu!

Mario: Niente!

Fabio: Ti ho sentito, hai detto qualcosa tornando al tuo posto!

Mario: Che palle, Fabio, non me lo ricordo!

Fabio: Hai detto che sono tirchio?

Mario: Ah sì, è vero, ho detto che sei  tirchio, ma era tanto per dire!

Fabio:(a Serena) Pure lui, hai sentito?! Pure lui…è una continuazione con questa storia!

Serena: Dai, Fabio, non ha importanza…

Mario: Infatti!

Fabio: Cosa non ha importanza?

Mario: Che tu sia tirchio! Non fa niente, ti vogliamo bene lo stesso!

Fabio: Il problema non è che voi mi vogliate bene o no, il problema è che non sono tirchio, capito?! Non sono tirchio!

Serena: E sì, va bene, ma stai calmo!

Fabio: E sapete perché non lo sono?

Mario: Perché, sentiamo?

Fabio: Perché per essere tirchio bisogna avere i soldi e non volerli spendere…

Mario: E allora?

Fabio:(gridando) Mi spiegate come cazzo faccio ad essere tirchio se non ho i soldi per esserlo?

Pausa

Mario: Va be’, dai, riprendiamo prima che si cominci tutti a piangere!

Fabio: Ancora con questa storia…non mi pare che qualcuno stia piangendo, Mario!

Serena: Ragazzi, per favore, smettetela!

Fabio: E’ lui che deve smetterla, non io!

Mario: Uh, il bambino si è offeso!

Fabio: (a Serena) Vedi come fa?! E’ insopportabile!

Serena: (gridando) Smettetela tutti e due e pensate a giocare!

Fabio: D’accordo, ma non voglio più sentir dire che sono tirchio, chiaro?!

Mario: E va bene, va bene, ho capito il tuo ragionamento!

Fabio: Ah sì, era ora!

Mario: Bastava spiegarlo, adesso è chiaro!

Fabio: Cosa?

Mario: Che non sei tirchio…

Fabio: Bravo!

Mario si posiziona sul punto di battuta. Fabio è pronto a ricevere.

Mario: (improvvisamente)…sei solo pezzente!

Fabio: (scattando all’improvviso verso di lui) Mario, guarda che oggi finisce male con te, chiaro?!

Serena scende velocemente dal seggiolone da arbitro e corre a bloccare Fabio.

Serena: Ma che fai, sei impazzito?

Fabio: (arrabbiatissimo) Lasciami fare, Serena, gli devo solo mettere un attimo le mani addosso!

Serena: Ma che dici?

Fabio: (quasi implorandola) Un pugno…gli do un pugno e basta!

Serena: (tenendolo fermo) Non gli darai nessun pugno, Fabio, cerca di comportarti da persona matura per una volta!

Fabio: E gli do un pugno maturo, tranquilla!

Serena: Ma non dire idiozie e smettila!

Mario: (sfottente) Dai, Fabio, ascolta la mammina, comportati da persona matura!

Fabio: (a Serena) Vedi che almeno un pugno glielo devo dare?! Uno solo, ti prego!

Serena: No! (a Mario) E anche tu, Mario, smettila di fare l’idiota come sempre e pensa a giocare!

Fabio: Sentito?! Adesso la mammina ce l’ha con te!

Mario: Ma la mammina può fare la mammina solo con te, caro, non con me!

Serena: (arrabbiandosi) Basta, mi avete seccato…credo che entrambi siate abbastanza grandi da non aver bisogno della mammina, quindi direi che c’è una sola cosa da fare!

Fabio: Quale?

Serena: Me ne vado…così potrete scannarvi senza problemi! (andando via) Ci vediamo stasera alla divertentissima cena dei tuoi nonni, Fabio!

Fabio: Su, amore, non dire sciocchezze, rimani! Fai finta di non sentirlo…come faccio io!

Mario: (ironico) Sì, dai, non lasciarlo solo…sai che non è stato mai capace di affrontarmi senza il tuo aiuto!

Serena: Sei un arrogante presuntuoso, Mario!

Mario: E tu una povera crocerossina, Serena!

Fabio: (intervenendo e rivolgendosi a Serena) Guarda, amore, guarda…per me è come se non ci fosse! Non ho sentito niente, che ha detto? Hai sentito niente tu?

Serena: Purtroppo sì!

Fabio: Dai, Serena, torna al tuo posto, per favore!

Serena: (tornando a sedersi) Va bene, ma non voglio più sentire le vostre inutili discussioni!

Mario: (cambiando discorso) Su, Fabio, riprendiamo a giocare, il tempo sta passando!

Fabio: Infatti, non vorremo far passare tutta l’ora senza riuscire a fare neanche un palleggio?!

Serena: (tornando lentamente a sedersi sul seggiolone) Infatti, giocate adesso!

Mario torna al punto di battuta e Fabio si prepara per ricevere. Tutto è pronto per iniziare. Mario sbatte la pallina per terra tre volte per cercare la giusta concentrazione. Fabio è tesissimo. Poi Mario lancia la pallina in aria e sta per colpirla, quando squilla il suo telefono. Mario ferma la pallina prima di colpirla.

Fabio: (incredulo) Ma cos’è?

Mario: Cosa vuoi che sia?! Il mio telefono, no?!

Fabio: Ma, scusa, non l’avevi spento?

Mario: Non potevo, sto aspettando una telefonata importante! (va verso la borsa, che è posizionata accanto alla sedia)

Fabio: (sempre più incredulo) Ma non vorrai mica rispondere adesso!

Mario: Certo…ti ho detto che sto aspettando una telefonata importante!

Fabio: Ma stiamo giocando!

Mario: Appunto…ci sono cose più importanti del gioco nella vita!

Fabio: Ancora?! Ma che c’entra…

Mario, sotto lo sguardo incredulo di Fabio e quello rassegnato di Serena, prende il telefono dalla borsa e risponde.

Mario: Pronto?! Ehi ciao, amore…

Fabio: No, dai, non ci credo, non è vero che sta succedendo!

Serena: Stai calmo, Fabio!

Fabio: (gridando) Ma come faccio a stare calmo, Serena, è da impazzire!

Mario: (mettendo la mano sulla cornetta) Scusa, Fabio, puoi abbassare la voce che non riesco a sentire?!

Fabio: No, va be’, io gli spacco la faccia…gliela devo spaccare…

Serena: (scendendo di corsa dal seggiolone e fermando Fabio) Calmati, Fabio, non puoi reagire sempre così!

Fabio: (gridando come un pazzo) Ma me le tira dalle mani, Serena, è irresistibile!

Mario: (al telefono) Scusami, amore, è che sono per strada è c’è un cafone che grida senza motivo approfittando del fatto che quello contro cui grida sia una persona migliore di lui!

Fabio: (ironico) Infatti, amore…e sono sempre i migliori quelli che se ne vanno! (si lancia verso di lui, prontamente fermato da Serena).

Parte “Il volo del calabrone” e Fabio cerca di divincolarsi da Serena, mentre Mario continua a parlare al telefono. Fra i tre si crea una specie di balletto che termina quando finisce la musica.

Mario: (sempre al telefono) Adesso devo chiudere, amore, c’è troppa maleducazione da queste parti!

Serena: (gridando in modo esagerato) E chiudi, Mario…”Amore, amore”, chiudi no?! Basta!!!

Mario: E va bene, Serena, chiudo…non c’è mica bisogno di arrabbiarsi così!

Serena: E’ che c’è un limite a tutto!

Pausa

Fabio: (non capendo la reazione di Serena) Ma tu che c’entri, Serena?! Non ho capito perché questa reazione esagerata!

Serena: Non ne posso più!

Fabio: Di cosa, scusa?

Serena: Di Mario…di voi…e delle vostre discussioni inutili! Siete qui per giocare, allora giocate e basta!

Pausa. Fabio continua a guardare Serena.

Mario: (cercando di rompere l’imbarazzo) Va be’, dai, giochiamo! Ha ragione Serena, è inutile perdere altro tempo!

Fabio: D’accordo…giochiamo!

Mario, che nel frattempo ha riposto il telefono nella borsa, torna al suo posto, pronto a battere. Fabio si posiziona per ricevere, ma continua a guardare Serena poco convinto. Mario lancia la palla in aria e sta per battere, quando Fabio lascia la sua postazione e va verso Serena.

Fabio: Serena, tu mi devi spiegare!

Serena: Ancora?! Cosa?

Fabio: Perché hai reagito in quel modo?!

Serena: Semplicemente perché non vi sopporto più. Ogni settimana sono costretta a sopportare le vostre discussioni! Ma, dico io, se vi odiate così tanto, perché continuate ad essere amici e a venire qui a giocare ogni santo lunedì che Dio ci manda?

Fabio: Perché perdo da anni, Serena, quindi finché non vincerò sarò qui tutti i lunedì che Dio ci manderà!

Serena: E questa ti sembra una buona motivazione?

Fabio: La migliore!

Serena: E allora fatemi almeno il piacere di smetterla di litigare in continuazione e di attaccarvi ad ogni capello!

Mario torna alla su apostazione ed è pronto a battere. Fabio, che nel frattempo è tornato al suo posto, non riesce a trattenere la risata.

Mario: (guardandolo) Che c’è? Perché ridi!

Fabio: (continuando a ridere) No, niente, niente!

Serena: Ma scusa, facci sapere perché stai ridendo!

Fabio: (sempre trattenendo a stento la risata) No, è che stavo pensando che Mario non saprebbe a cosa attaccarsi! (esplode in una risata)

Mario: (evidentemente colpito) Bella battuta davvero!

Fabio: (sfottente) Dai, Mario, sto scherzando!

Mario: Ma non fa ridere!

Fabio: Dai, Mario, un po’ di autoironia!

Mario: Ah, adesso è autoironia?! A seconda di quello che ti conviene, no?!

Serena: (intervenendo) Su, Mario, non mettertici anche tu adesso! Lascia perdere!

Mario: Ma che c’entra nel discorso?! Se non c’entra, non c’entra…

Serena: Scusami, Mario, è colpa mia! Ho sbagliato io a nominare i capelli, non me ne sono resa conto!

Mario: Che c’entra?! Non è che io non possa più sentir nominare i capelli…ma deve c’entrare nel discorso…

Fabio: Dai, Mario, era una battuta…

Serena: Appunto, Mario, battuta, battuta…che cosa ti ricorda il termine battere?

Mario: La sorella di Fabio!

Fabio: (arrabbiandosi) Hey, idiota, non ti permettere di nominare mia sorella, capito?!

Mario: Dai, era una battuta!

Serena: (intervenendo ad alta voce) Appunto…batti… battiiiiiii!

Mario: Ho capito, va bene, non c’è bisogno di arrabbiarsi!

Mario si avvia verso la linea di battuta. Fabio si mette in posizione. Tutto sembra tornato a posto, ma Mario non sembra convintissimo. Dopo tre/quattro tentativi di battere, infatti, si ferma improvvisamente.

Mario:  Comunque non è giusto quello che hai fatto, Fabio!

Fabio: Ma che palle…

Mario: No, dico sul serio…

Fabio: E va bene, scusami…non volevo sottolineare i tuoi difetti fisici…

Mario: Non è un difetto fisico!

Fabio: Ah no?

Mario: No, perché io di capelli ne avevo…e anche tanti!

Fabio: E poi che è successo?

Mario: Li ho persi!

Fabio: Per distrazione?

Mario: No, idiota…per lo stress!

Fabio: Lo stress?! Tu?

Mario: Certo…ho attraversato un periodo difficilissimo, può capitare a tutti!

Fabio: Ma di cosa parli, dai?!

Mario: Lasciamo stare, Fabio!

Fabio: No, dai, voglio saperlo! Cosa avrebbe reso difficile la tua vita? Da quando ti conosco non ti ho mai visto soffrire!

Serena: Ma smettila, Fabio, ti ha chiesto di lasciar stare, perché insisti?

Fabio: Perché sono curioso!

Serena: Ho capito, ma non sono affari tuoi…se uno non vuole dirtelo, non devi insistere!

Fabio: Ma siamo o non siamo amici?! Come si fa ad essere amici se non si raccontano le cose?!

Serena: Ma anche tra amici ci possono essere delle cose che non si vogliono rendere pubbliche!

Fabio: Ma io non voglio mica scrivere un articolo sul giornale, voglio saperlo solo perché penso che tra amici sia giusto così…

Mario: (intervenendo) Per amore, va bene?! Ho sofferto per amore!

Fabio: (meravigliato) Tu?! Tu avresti sofferto per amore?!

Mario: Certo, perché, cosa c’è di strano?

Fabio: C’è di strano che da quando ti conosco non ti ho mai visto soffrire per una donna…al massimo il contrario…

Mario: (arrabbiandosi) Ancora con questo “da quando ti conosco”! Guarda che non ero in fasce quando mi hai conosciuto, non è che la mia vita è cominciata da quando io e te ci conosciamo, sai?!

Fabio: Lo so, che c’entra?!

Mario: E allora smettila di ripetere “da quando ti conosco”!

Fabio: Ho capito, non ti arrabbiare!

Mario: Del resto i capelli li avevo già persi quando ci siamo conosciuti, quindi…

Fabio: Quindi si tratta di qualcosa legata al periodo precedente…

Mario: Esatto!

Serena: (intervenendo) Su, ragazzi, giocate, sono cose passate, non interessano a nessuno!

Fabio: A me sì…Mario è mio amico…

Serena: Ma questo è un campo da tennis, Fabio…e sai perché si chiama così?

Fabio: Non fare la spiritosa…

Mario: Ha ragione Serena, Fabio, siamo venuti qui per giocare, non per parlare dei nostri problemi del passato, giusto?!

Fabio: Giusto!

Mario: E allora giochiamo!

Serena: Giocate!

Fabio: Sì, giochiamo!

Serena: Oh, almeno per una volta siamo tutti d’accordo!

Mario va a prepararsi per la battuta. Fabio, come sempre, si prepara a riceverla, ma sembra pensieroso. Serena li osserva. Ma quando finalmente Mario lancia la palla in alto per poi colpirla, Fabio si ferma nuovamente.

Fabio: Scusami, Mario, c’è una cosa che non mi è chiara…

Serena: Oh no, non può essere vero!

Mario: Che c’è ancora, Fabio?

Fabio: Tu hai detto di aver sofferto per amore prima di conoscere me, giusto?!

Mario: Giusto!

Fabio: E che, in conseguenza di quel dolore, hai perso tutti i capelli, giusto?!

Mario: Sì, giusto!

Fabio: Ma io ricordo dalle foto che mi hai fatto vedere che tu di capelli, sino a poco prima di conoscere me, ne avevi…e tanti pure, giusto?!

Mario: Sì, l’ho detto poco fa!

Fabio: E tu prima di conoscere me sei stato tre anni con una sola donna, giusto?!

Mario: Sì, quindi?

Fabio: Quindi è di lei che sei stato talmente innamorato da perdere i capelli quando la vostra storia è finita!

Mario: E allora?

Fabio: E per quale cazzo di motivo non me lo hai mai detto?

Mario: Be’, non sarebbe stato molto carino dirtelo!

Fabio: Ma noi siamo amici!

Mario: Appunto!

Serena: (intervenendo) E di cosa ti meravigli, Fabio?! Quando mai è stato capace di tirar fuori i suoi sentimenti!

Mario: Che c’entra questo, Serena?! Come avrei potuto dire una cosa del genere?

Serena: (scendendo dal seggiolone e mettendosi dalla parte di Fabio, come se adesso la partita fosse tra loro) Troppo onesto, vero?! E tu non sai neanche cosa sia l’onestà…non l’hai mai saputo!

Mario: Io sono quello che sono, e non sei tu a dovermi dare insegnamenti, non te lo puoi proprio permettere! Io sono così…e mi piace esserlo!

Serena: (in crescendo) Ma bravo, Narciso, specchiati pure nel tuo ruscello!

Mario: Meglio il mio ruscello del tuo stagno…almeno nella mia vita qualcosa di muove!

Serena: Sei un arrogante presuntuoso, oltre che offensivo…lo sei sempre stato!

Mario: Sempre?

Serena: Sempre…ed è per questo che ti ho lasciato!

Mario: Ah, quindi adesso saresti stata tu a lasciare me?!

Serena: Certo…e sai perché?

Mario: Perché?

Serena: Perché tu, da uomo medio quale sei, non saresti mai stato in grado di farlo, nonostante non andassimo più d’accordo da mesi!

Mario: Ma non dire idiozie!

Serena: E oggi vengo a scoprire che hai sofferto per me…che sei stato così male da perdere i capelli!

Mario: E allora?

Serena: E allora perché non me l’hai mai detto?

Mario: E cosa sarebbe cambiato? Tu stavi con Fabio!

Serena: Che c’entra Fabio in questo discorso?

Mario: Ma come che c’entra?!

Serena: Questa cosa riguardava noi, me e te, ed io dovevo saperlo…me lo dovevi!

Fabio: (intervenendo) Fate eh, fate pure come se io non ci fossi!

Serena: Scusa, Fabio, è una cosa che riguarda me e Mario!

Fabio: Ho capito, ma ci sono anch’io qui!

Serena: E allora?

Fabio: Come “e allora”?! Vi parlate della vostra storia, del vostro amore davanti a me?! Queste cose si fanno di nascosto! Volevate parlare del vostro amore passato? Vi sentivate, vi mettevate d’accordo per incontrarvi rigorosamente di nascosto e, senza farmi sapere niente, vi parlavate…così si fa…da che mondo è mondo!

Serena: Quindi avresti preferito essere preso in giro?!

Fabio: Ignaro…avrei preferito essere ignaro, non preso in giro!

Mario: Fabio, tu non sei normale!

Fabio: Invece lo sono…ed è per questo vorrei che anche le cose intorno a me lo fossero!

Serena: E’ pazzesco!

Fabio: Cosa?

Serena: Quello che dici!

Fabio: Perché? Cosa ho detto di così pazzesco?

Serena: Niente, Fabio, niente!

Fabio: Senti, Serena, ti ho già detto e ripetuto mille volte che odio quando dici “niente, Fabio, niente” mentre pensi “tutto, Fabio, tutto”!

Serena: Il tuo problema è che una cosa succeda o solo che tu non lo sappia?

Fabio: Ma che domanda è?! Ovvio che quando una cosa la so, preferisco saperla, ma finché non la so, quella cosa non esiste…quindi non m’interessa neanche saperla!

Serena: Ma si può sapere cosa stai dicendo?!

Fabio: Insomma, Serena, cosa vuoi da me?

Serena: (spostandosi dalla parte di Mario come se la partita adesso fosse tra lei e Fabio) Vorrei che ogni tanto mostrassi un po’ d’interesse nei miei confronti!

Fabio: Ma io ce l’ho l’interesse per te…e tanto anche!

Serena: E la gelosia? La gelosia non fa parte dell’interesse per una persona?

Fabio: No…la gelosia fa parte dell’interesse per una terza persona!

Serena: Ma che dici?

Fabio: E comunque non c’è niente di più stupido della gelosia per il passato, anche per chi è geloso!

Mario: Fabio, la gelosia è gelosia, che si tratti di passato, presente o futuro!

Fabio: Il passato è passato, per quale motivo dovrei essere geloso di qualcuno che tu hai amato quando io non facevo parte della tua vita?! Che senso avrebbe?!

Mario: Quindi del futuro, invece, sei geloso?!

Fabio: Del futuro no! Come potrei essere geloso di qualcuno che ancora non fa parte né della mia vita, né tanto meno di quella della mia fidanzata?!

Mario: E del presente?

Fabio: Il presente?! Ma il presente non esiste…esistono solo il passato ed il futuro! Una cosa o è passata o è futura! Se deve ancora succedere è futura, se succede, nel momento stesso in cui ci stiamo rendendo conto che succede è già passata!

Serena: Fabio, non avresti fatto prima a dirmi che non sei geloso?

Fabio: E chi l’ha detto?! Io sono geloso…ma non del passato e del futuro!

Mario: Ma se il presente per te non esiste…

Fabio: Che c’entra, questo è un altro discorso!

Serena: E no, invece è proprio questo il discorso!

Fabio: Quale?

Serena: Che il presente non esiste…ed è per questo che non cambia mai niente! Tu sei totalmente incapace di prendere una decisione!

Fabio: E chi l’ha detto?

Serena: Te lo dico io! Sono anni che io e te stiamo insieme e non hai mai cambiato di una virgola il nostro rapporto…sempre uguale…tu ti svegli a casa tua ed io a casa mia, tu pranzi a casa tua ed io nella mia, e la sera mi accompagni a casa mia e te ne torni nella tua! Ho provato persino ad andare a vivere da sola, anche se non potevo permettermelo, solo per spingerti a fare qualcosa per cambiare strada alla nostra vita!

Fabio: Ed è cambiata la strada!

Serena: Ah sì?!

Fabio: Certo…prima ti accompagnavo a casa dei tuoi in una strada, adesso a casa tua, in un’altra strada! (scoppia a ridere trovando la complicità di Mario)

Mario: Giusto, Fabio! (gli dà un cinque)

Serena: Sei un ragazzino viziato, Fabio!

Fabio: E no, Serena, questo non ti permetto di dirlo!

Serena: Cosa?

Fabio: Che sono viziato!

Mario e Fabio scoppiano di nuovo a ridere.

Serena: Siete due idioti!

Mario: Dai, Serena, non te la prendere, stiamo solo cercando di sdrammatizzare!

Fabio: Infatti…stiamo sdrammatizzando!

Serena: Certo…il problema è che l’idiozia è davvero difficile da sdrammatizzare!

Fabio: Stai diventando troppo offensiva per i miei gusti! 

Serena: Be’, questo mi fa piacere!

Fabio: Perché?

Serena: Perché almeno divento qualcosa per i tuoi gusti…sono anni che mi sembra di non diventare mai niente per te, di essere sempre la stessa!

Fabio: Questo non è vero!

Serena: Ah no?! E cosa sarei diventata, sentiamo?!

Fabio: Una rompicoglioni!

Serena: Bravo!

Fabio: Vedi che qualcosa sei diventata?!

Serena: Tu neanche questo sei diventato, sei solo il nulla…e niente più!

Fabio: E allora perché vuoi che ti sposi se pensi solo cose negative di me?

Serena: Infatti…spesso me lo chiedo anch’io!

Fabio: E faresti bene a risponderti ogni tanto!

Mario: (intervenendo) Su, ragazzi, non esagerate!

Fabio: Non metterti in mezzo, Mario!

Mario: Ma come, stavamo sdrammatizzando!

Fabio: Sì, ma decido io quando sdrammatizzare, dato che il dramma è mio!

Mario: Senti, Fabio, non prendertela con me…non è colpa mia se tu e Serena non vi sopportate più!

Fabio:  Non è vero…io e Serena ci sopportiamo benissimo, caro Mario!

Serena: Certo che ci sopportiamo! Il problema è che in un rapporto di coppia che si rispetti ci vorrebbe qualcosa di più di una semplice sopportazione!

Fabio: In un rapporto rispettato!

Serena: Certo!

Fabio: E chi ha mai chiesto un rapporto di coppia rispettato?! A me non interessa il rispetto degli altri!

Serena: Infatti…ma dovrebbe interessarti il mio!

Fabio: E cosa c’è che non va nel nostro rapporto, scusami?!

Serena: Non c’è niente che vada, Fabio…niente! E’ tutto sbagliato, tutto inutile! Non c’è evoluzione, non si vede un obiettivo, uno sbocco…niente…è tutto fermo!

Fabio: Perfetto!

Serena: In che senso?

Fabio: Serena, il rapporto di coppia è come un piano sul quale sono poggiati, in un equilibrio spaventosamente instabile, dei delicatissimi bicchieri di cristallo…

Serena: In che senso?

Fabio: Che meno si muove, meglio è…se no si rompe tutto!

Serena: Meglio la rottura del rapporto che una rottura di palle di rapporto!

Fabio: Io non voglio che il nostro rapporto vada in frantumi!

Serena: E sei così convinto che continuare a non cambiare neanche una virgola della nostra storia, non prendere una decisione che ci dia più stabilità, tenga il rapporto in piedi? 

Fabio: Certo! Nella vita ci vuole equilibrio…e noi ce l’abbiamo!

Serena: (gridando) Forse ce l’avrai tu, Fabio, non certo io!

Fabio: Infatti devo fare il doppio della fatica per mantenerlo!

PAUSA

Serena: (avvicinandosi a lui) Fabio, da quanto tempo io e te non facciamo l’amore?

Fabio: Che c’entra questo discorso, adesso?

Serena: C’entra, certo che c’entra!

Fabio: Ne parleremo quando saremo io e te da soli!

Mario: E no, adesso rispondi! (sorridendo) E’ un’ora che vi sento parlare di cose inutili…adesso che finalmente il discorso si fa interessante, tu vuoi interromperlo?

Fabio: Mario, fatti i cazzi tuoi!

Mario: Va bene, non t’innervosire!

Serena: Fabio, rispondimi!

Fabio: Non me lo ricordo!

Serena: Te lo ricordo io…due mesi!

Mario: Mamma mia!

Fabio: Mario, non ho bisogno del tuo commento!

Mario: Scusa, è stato istintivo!

Fabio: (a Serena) E questo che c’entra?

Serena: C’entra!…Fabio tu non mi cerchi più!

Fabio: E perché dovrei farlo?!

Serena: In che senso?

Fabio: So perfettamente dove trovarti! (scoppia a ridere cercando la complicità di Mario che non reagisce) Dai, Mario, sto sdrammatizzando!

Mario: Ah, posso?

Fabio: Adesso sì! (scoppiano a ridere)

Serena: Che bella battuta!

Fabio: Dai, non era male!

Serena: Era orrenda!

Fabio: Ah, quindi vuoi che ne parliamo seriamente?

Serena: Mi piacerebbe per una volta!

Fabio: Come vuoi! Io non ti cerco perché quando l’ho fatto tu mi hai respinto…

Serena: E ti sei mai chiesto il perché?

Fabio: No…ero troppo impegnato a ricostruirmi un po’ di autostima!

Serena: E certo, perché è sempre quello il problema…tu, tu, tu e solo tu! Avresti fatto bene, invece, a chiederti cosa ci fosse in me che non andava!

Fabio: Per sentirmi rispondere cosa? Che non eri più attratta da me?! E credi che mi avrebbe fatto piacere?

Serena: Classico degli uomini come te…meglio restare col dubbio che toglierselo sentendosi dire qualcosa che faccia male!

Fabio: E’ una questione di sopravvivenza!

Serena: Fabio, sai perché io non voglio più fare l’amore con te?

Fabio: No e non lo voglio sapere!

Serena: Perché sei immobile!

Fabio: Lo so…non mi piace muovermi troppo! (ride con Mario)

Serena: E smettila di fare l’idiota! Io non ce la faccio più! Non me la sento di andare avanti così!

Fabio: L’ho capito, me l’hai detto cento volte!

Serena: E te lo dirò altre mille, se sarà necessario!

Fabio: Perfetto, quindi adesso possiamo giocare…avremo tante altre occasioni per parlarne, mi pare…almeno mille!

Serena: E certo, è più importante una stupida partita di tennis del discorso che stiamo facendo!

Fabio: Ancora?! Non mettertici anche tu adesso con questa storia delle partite di tennis stupide o intelligenti…

Serena: Ma vai a quel paese, Fabio!

Fabio: Volentieri…ma prima di andarci vorrei giocare un po’! (a Mario) Che ne dici di battere, Mario?

Mario: Va bene!

Serena: Gioca, Fabio, gioca pure! Ma poi non lamentarti…

Mario si prepara a battere e Fabio a ricevere.

Serena: …gli uomini come te se lo meritano!

Mario sta per battere, ma si accorge che Fabio si è fermato e guarda Serena.

Mario: Che c’è ancora?

Fabio: Ma non hai sentito cos’ha detto? L’ho sentito solo io? Forse è stata un’allucinazione, sì, dev’essere stato così, (andando verso Serena) perché non può essere che tu l’abbia detto davvero!

Mario: Detto cosa, Fabio?

Fabio: Che gli uomini come me se lo meritano! Cosa meriterebbero gli uomini come me, sentiamo?

Mario: Dai, lascia stare…sono cose che si dicono quando si è arrabbiati!

Fabio: (in crescendo) E no, Mario, Serena ha detto una cosa precisa…una cosa talmente grave che la si dice solo se la si pensa davvero! O, ancora meglio, se la si fa!

Mario: Ma non esagerare, stai calmo!

Fabio: Non sto calmo per niente!

Mario: Dai, Fabio, giochiamo…così vi tranquillizzate tutti e due e stasera ne parlate serenamente!

Fabio: E no…Serena non mente! Io voglio chiarire adesso…a costo di essere poco sereno! Serena, mi dici cosa meriterebbero gli uomini come me?

Serena: Ne parliamo stasera, ha ragione Mario…magari durante la divertentissima cena di famiglia!

Fabio: Ah, hai anche il coraggio di fare la spiritosa?!

Serena, con le braccia conserte e lo sguardo rivolto verso la parte opposta a quella di Fabio, non risponde.

Fabio: Serena, rispondimi!

Serena: Non ho niente da dirti!

Fabio: (sempre più incalzante) E invece hai parecchio da dirmi, Serena…Cosa volevi dire?

Serena: Niente, Fabio, niente!

Fabio: E non dirmi “Niente, Fabio, niente”, quando stai pensando…

Serena: (sbottando ed interrompendolo) Che ti ho tradito, Fabio, ti ho tradito…questo volevo dirti…e sono contenta di averlo fatto perché te lo meriti!

Pausa lunga. Fra i tre si crea il gelo. Fabio si avvicina alla sua sedia, butta la racchetta per terra accanto alla sedia e si siede mettendo la testa tra le mani.

Mario: (avvicinandosi a Fabio ed appoggiandogli una mano sulla spalla cercando di minimizzare) Dai, Fabio, non fare così, sono sicuro che Serena abbia esagerato!

Fabio:  (allontanando al mano di Mario) Mario, ti prego, lasciami stare, non sto bene!

Pausa

Fabio: (con la testa tra le mani) Perché, Serena, perché mi hai fatto questo? Non è giusto! Non posso pensarci…tu che fai sesso con un’altra persona! Mi sta venendo da vomitare!

Serena: (ironica) Ma tu non sei geloso del passato, Fabio!

Fabio: (gridando) Del passato no…ma del presente sì!

Serena: (sempre ironica) Ma il presente non esiste, l’hai detto tu…una cosa, nel momento in cui sta succedendo, è già passata! Quindi tu non puoi esserne geloso del mio tradimento…è già passato!

Fabio: (balzando in piedi) Sei una stronza, Serena, questo sei! Io ti ho dato tutto quello che potessi darti!

Serena: Ah sì?!

Fabio: Certo!

Serena: E allora si vede che siamo lontani…la domanda è molto superiore all’offerta…e devo dire che mai come in questo caso l’offerta era davvero misera!

Fabio: E quindi meritavo questo?!

Serena: Certo…così la smetterai una buona volta di dare tutto per scontato! Il rapporto va innaffiato giorno dopo giorno, solo così può crescere!

Fabio: Ti prego, Serena, ti ho già detto che mi sta venendo da vomitare, per cui t’inviterei ad evitare qualsiasi forma di allusione sessuale!

Mario: Ma non era un’allusione sessuale!

Serena: Infatti, non era un’allusione sessuale…parlavo dell’amore come di una pianta che deve crescere!

Fabio: E questa cosa che cresce mi fa schifo…evidentemente sono suggestionato!

Mario: (intervenendo)  Ma che dici, Fabio?!

Fabio: Tu non c’entri, Mario, ti prego!

Mario: D’accordo, stai calmo!

Fabio: (a Serena) E quindi tu vorresti dire che è colpa mia, che sei andata a letto con un altro uomo solo per un motivo…botanico!

Serena: Sì…direi bucolico!

Fabio: Ancora?! E ti ho pregato, Serena…

Mario: Ma dai, Mario, non può dire niente!

Fabio: Tutto quello che vuole…ma proprio bucolico, no!

Serena: Fabio, se tu mi avessi dato tutto quello che volevo, io non avrei avuto bisogno di altro!

Fabio: Non ci posso credere…parli del matrimonio?…Ancora di questo maledetto matrimonio?

Serena: Anche!

Fabio: Anche o solo?

Serena: E va bene…soprattutto! Non per il matrimonio in sé, ma per quello che rappresenta! Per iniziare a costruire qualcosa insieme!

Fabio: E siccome io sino ad ora non ho voluto sposarti, tu sei andata a buttarti tra le braccia di un estraneo? Ti sembra giusto?

Serena: No, non è così!

Fabio: Ah be’, almeno non ti sembra giusto!

Serena: Certo che mi sembra giusto, se no non l’avrei fatto!

Fabio: E allora perché un attimo fa mi hai detto no, no?

Serena: Ma non era riferito a quella domanda, era riferito a quella di un attimo prima!

Mario: (intervenendo) Ragazzi, forse è meglio che io vada, il discorso è diventato troppo intimo per i miei gusti!

Serena: (arrabbiandosi) No, Mario, tu adesso resti qui!

Mario: Ma perché?

Serena: Perché è giusto così!

Mario: ma perché?

Fabio: Ti prego, Mario, smettila…non farci perdere tempo con cose inutili!

Mario: E va be’, ma che palle!

Fabio: Allora, Serena, a cosa ti riferivi quando hai detto no, no?

Serena: Alla domanda che mi hai fatto subito prima di chiedermi se lo ritenessi giusto!

Fabio: Quando ti ho chiesto se era per il fatto del matrimonio che mi avevi tradito?

Serena: No, quella dopo!

Fabio: Ti ho chiesto se fosse anche o solo per quello!

Serena: Ancora dopo!

Fabio: (gridando) Cazzo, Serena, non ho mica la registrazione di tutto quello che dico!

Serena: Mi hai chiesto se per non avermi chiesto di sposarti, io mi fossi buttato tra le braccia di un estraneo!

Fabio: E che c’entra la risposta “no, no”… me l’hai detto tu di avermi tradito!

Serena: Certo che te l’ho detto!

Fabio: E allora?

Serena: Fabio, è vero che ti ho tradito…

Fabio: Eh!

Serena: …ma non con un estraneo!

Pausa. Nuovo momento di gelo.

Fabio: Temo di non aver capito!

Mario: (alzandosi di scatto) Neanche io…e siccome non m’interessa capirlo,  vorrei andarmene!

Fabio: (gridandogli contro) Aspetta, Mario, per favore!…Serena, cosa vuoi dirmi?

Serena: Che la persona con cui ti ho tradito la conosci…e anche molto bene!

Mario: Davvero?

Serena: Certo, Mario!

Fabio: Ah…e saresti così carina da dirmi di chi si tratta?

Serena: Io no!

Fabio: Ah, no?

Serena: No…ma magari potrebbe dirtelo direttamente lui, se ne avesse il coraggio!

Serena guarda Mario. Fabio, dopo un breve attimo di riflessione, sposta anche lui lo sguardo verso l’amico.

Mario: (preoccupatissimo) Ohu, ragazzi, perché mi guardate così, io non c’entro niente!

Serena: E figurati se, almeno per una volta nella vita, sei in grado di prenderti le tue responsabilità!

Mario: (incredulo) Ma di quali responsabilità parli, scusa? Io non ho alcuna responsabilità…non ne so niente di tutta questa storia!

Fabio: Mario, come hai potuto farmi questo? E’ vero, io e te abbiamo sempre avuto forti contrasti, ma ti reputavo un amico vero e pensavo che mi volessi bene come io ne ho sempre voluto a te!

Mario: E infatti te ne voglio, Fabio!

Fabio: Ah sì?!..Ed è per questo che sei andato a letto con la mia fidanzata?

Mario: No!

Fabio: E allora perché?

Mario: Ma no…”no” nel senso che non ci sono andato!

Serena: Ma senti che bugiardo! Su, raccontagli tutto quello che hai fatto per portarmi a letto!

Mario: Serena, ma sei impazzita?

Serena: Mi dispiace, Mario, è solo che ritengo giusto che Fabio sappia tutto! Io ammetto le mie colpe e tu devi accettare le conseguenze dei tuoi gesti!

Mario: Ma di quali gesti parli? Non c’è stato nessun gesto…almeno da parte mia!

Serena: Che vuoi dire adesso, che ho fatto tutto da sola?

Fabio: (a Mario) Come un fratello ti ho trattato, nonostante fossi insopportabilmente arrogante e sempre offensivo nei miei confronti!

Mario: E hai fatto bene a farlo, perché io ho sempre apprezzato e ricambiato il tuo affetto!

Fabio: E come, pugnalandomi alle spalle?

Mario: Alle spalle?! No, che dici?!

Fabio: Ah bene, non ti sei preoccupato neanche di farlo alle spalle!

Mario: Ma che cazzo stai dicendo, Fabio?!

Fabio: Sono schifato! Non voglio più sapere niente di te…dove sei, cosa fai…non voglio più neanche sentirti nominare!

Mario: Ma perché te la prendi con me? Prenditela con la tua fidanzata!

Fabio: Io me la prendo con tutti e due…mi fate schifo entrambi e mi tolgo il pensiero!

Serena: (scendendo dal seggiolone e avvicinandosi a Fabio con atteggiamento dimesso) Fabio, io non volevo farti del male!

Fabio: Come no?! Hai detto poco fa che le persone come me se lo meritano!

Serena: Ma ero arrabbiata!

Fabio: Perfetto…e adesso lo sono io!

Serena: Perdonami, ho sbagliato! Non avrei dovuto farlo, ma non mi sentivo più desiderata, non vedevo sbocchi…e così mi sono sentita una pecorella smarrita!

Fabio: Certo! E vagando vagando ti sei trovata a casa di Mario…a fare la pecorella!

Mario: (intervenendo) Ma che stai dicendo, Mario?!

Fabio: (a Mario) Tu sta zitto, Giuda!

Mario: Giuda?!

Serena: Mario è solo stato furbo a capire il momento difficile che stavo vivendo ed entrare nel mio vuoto!

Fabio: E tu, educatamente, l’hai fatto accomodare, giusto?!

Serena: E cosa avrei dovuto fare?

Fabio: Qualsiasi cosa per dissuaderlo…dirgli che non c’eri, fargli trovare la porta chiusa, persino cambiare la serratura!

Serena: E l’ho fatto! Ma lui ha fatto di tutto per entrare!

Mario: E sì…ho buttato giù la porta!

Serena: Mario, smettila!

Mario: Io?! Smettetela voi di dire cazzate, piuttosto!

Serena: E’ vero, Fabio, ho sbagliato…ma anche tu hai le tue colpe!

Fabio: E’ vero, una colpa ce l’ho e come!

Serena: Quale?

Fabio: Aver continuato a frequentare questo stronzo!

Mauro: Non starai mica parlando di me, spero!

Fabio: Noooooo, cosa te lo fa pensare?

Serena: (intervenendo) Lascia stare Mario, adesso…lui non c’entra più!

Fabio: Eh, ma c’è entrato, c’è entrato…(guardando Mario) e come se c’è entrato!

Serena: Fabio, perdonami e ricominciamo da capo…ma ripartiamo con un progetto serio! Diamo uno scossone alla nostra storia!

Fabio: Cosa?! E tu, dopo quello che hai fatto, hai anche il coraggio di chiedermi di prendere una decisione importante per il nostro futuro?

Serena: Certo, amore…siamo ad un bivio e bisogna decidere dove andare!

Fabio: Be’, per quanto riguarda te, so precisamente dove devi andare (si avvicina alla sedia e prende il borsone)…per quanto riguarda me, non lo so, ma ho una sola certezza…

Serena: Quale?

Fabio: Andrò il più lontano possibile da te! E’ finita, Serena!

Serena: Ma no, amore, ti prego…non rovinare tutto così! La nostra storia è troppo importante per buttarla via in un attimo!

Fabio: Hai ragione, Serena…(ironico) scusami se ti ho costretto ad andare a letto con il mio migliore amico!

Serena: Ti scongiuro, amore mio, cerca di capire perché l’ho fatto…non può essere finita…

Fabio: Ah no?!

Si sente la voce dell’altoparlante.

VFC: Campo 2, sig. Martini…è finita!

Fabio: Visto?! Lo dice anche lui! Addio Serena!

Fabio esce di scena. Mario e Serena restano lì. Dopo qualche attimo di silenzio, Mario si rivolge a Serena.

Mario: Perché l’hai fatto?

Serena: (con lo sguardo da pazza perso nel vuoto) Non potevo continuare così, dovevo tentare il tutto per tutto!

Mario: E cosa speravi di ottenere?

Serena: Non lo so…volevo scuoterlo! Volevo fargli intravedere la possibilità di perdermi e spingerlo a prendere una decisione!

Mario: Ed eri convinta che dicendogli che l’avevi tradito si sarebbe deciso a sposarti?

Serena: Forse sì! E comunque l’importante era che qualcosa cambiasse…o dentro o fuori! 

Mario: E mi spieghi cosa c’entravo io in tutto questo?

Serena: Be’, so quanto Fabio abbia sempre sofferto il nostro rapporto, nonostante abbia fatto di tutto per far finta che così non fosse! Ho voluto colpirlo lì dov’era più debole!

Mario: E ti sei inventata di essere venuta a letto con me…senza pensare che avresti distrutto il rapporto tra me ed il mio migliore amico?!

Serena: Certo che ci ho pensato, Mario, ma se avesse perdonato me e mi avesse sposato, ancora di più avrebbe perdonato te!

Mario: E adesso cos’hai ottenuto?

Serena: Che almeno so che voi due non vi vedrete mai più!

Mario: Cosa?!

Serena: Se non lo avrò io non lo avrai neanche tu! Non avrei mai sopportato di sapervi insieme, i due grandi amori della mia vita, senza che io ci fossi!

Fabio: Serena, tu sei pazza…devi farti vedere da qualcuno!

Serena: Non ho ottenuto quello che volevo…ma almeno così nessuno avrà niente!

Mario: Spiegherò tutto a Mario e vedrai che mi crederà!

Serena: (avvicinandosi a Mario e facendogli una carezza ironica) Mio dolce Mario, dimentichi che, nonostante tutto, Fabio ha creduto sempre e solo a me! (si avvia verso l’uscita) Addio Mario…ti auguro una vita piena di nuovi amici! (ride follemente)

Serena esce di scena. Mario, rimasto solo, comincia a prendere le sue cose con fare dimesso. Improvvisamente rientra Fabio con il telefono sull’orecchio. Si è cambiato ed è pronto ad andar via. Mario, non appena lo vede, gli corre incontro.

Mario: Fabio, sono contento che tu non sia ancora andato via! Devo dirti una cosa a cui tengo tantissimo…

Fabio: (interrompendolo) Aspetta, devo prima fare una telefonata importante! (al telefono) Pronto, Ristorante “Il camino”? Buonasera, sono Martini, avevo prenotato un tavolo per due per stasera, ma c’è stato un problema, per cui non ci sarà più possibile esserci! Grazie, buonasera! (chiude il telefono)

Mario: Ma la cena dei tuoi nonni?

Fabio sorride

Mario: Senti, Fabio, io devo dirti una cosa e pretendo che tu mi dia scolto…

Fabio: (interrompendolo) No, Mario, tocca prima a me dirti una cosa!

Mario: Cosa?

Fabio: So benissimo perché l’hai fatto!

Mario: Fatto cosa?

Fabio: Andare a letto con lei!

Mario: Ma no, Fabio, ascoltami…

Fabio: Non ha importanza, ti ho detto che so perché l’hai fatto…Ho solo fatto finta di arrabbiarmi con te per essere più credibile!

Mario: Ah sì?

Fabio: Hai voluto aprirmi gli occhi e farmi capire con che persona avessi a che fare e che stavo sbagliando tutto!

Mario: In che senso?

Fabio: Sapevi che avevo preso una decisione della quale mi sarei presto pentito ed hai voluto fermarmi prima che fosse troppo tardi! E infatti stasera avevo inventato l’anniversario di matrimonio dei miei nonni per fare una sorpresa a Serena e chiederle di sposarmi…(prende uno scatolino dalla tasca e ne tira fuori un anello) Pensa, le avevo persino preso questo! Meglio così, lo restituirò alla gioielleria…del resto si sa che sono tirchio, giusto?!

Mario: (sorridendo) Giusto!

Fabio: Grazie…grazie, Mario, sei un vero amico! (lo abbraccia)

Mario: (incredulo) Di niente, Fabio!

I due cominciano ad avviarsi verso l’uscita, quando Fabio si blocca di scatto.

Fabio: Ah, piuttosto, Mario, che cos’è che volevi dirmi?

Mario: Io?!

Fabio: Sì, tu…mi hai detto che dovevi dirmi una cosa importante!

Mario: Ah già…(indeciso) Volevo dirti che…

Fabio: Cosa?

Mario: …La cena!

Fabio: Quale cena?

Mario: Ho perso la scommessa, no?! Sono arrivato per ultimo!

Fabio: Ah già, è giusto…le scommesse si pagano! E quando pensi di offrirmela questa cena?

Mario: Be’, calcolando che stasera ti sei liberato, potremmo approfittarne!

Fabio: Ottima idea…e dove pensi di portarmi?

Mario: (avviandosi verso l’uscita) C’è un ristorantino molto carino appena fuori città dove è difficile trovare posto, ma ho saputo che si è appena liberato un tavolo per due!

Fabio: Davvero?! Ma guarda che fortuna…e come si chiama?

Mario: Il camino! Certo, bisognerebbe trovare il numero, adesso…e non sarà facile!

Fabio: E invece io ce l’ho!

Mario: Veramente?! Incredibile!

Fabio: (uscendo) Visto?! Oggi è proprio la nostra giornata fortunata!

Escono di scena, mentre cala il sipario.