…E ALLORA, DANZA!
Testo drammaturgico di
MARIA PIA BATTAGLIA
SCENOGRAFIA
Serie di scale su vari livelli distribuite nello spazio scenico in modo apparentemente casuale,asimmetrico.
I personaggi adoperano i dislivelli per creare le coreografie previste.
In apertura,le donne adoperano piccoli telai da ricamo ; in seguito,i telai si trasformeranno in strumenti da percussione.
I fili da ricamo si trasformeranno in lunghi nastri colorati.
Le donne vestiranno leggere tuniche color pastello sotto le quali ognuna indosserà una corta sottoveste semplice ( colori assortiti); il colore della sottoveste indica le donne accomunate da esperienze simili che si evincono dai brani recitati.
In alcuni momenti, le coreografie giocheranno sull’uniformità dei colori, in altri sul contrasto di essi.
Il testo prevede la partecipazione di trenta donne.
Luci soffuse.Scena vuota tranne la ragazza sull’altalena.
Sui gradini,telai da ricamo.Sullo sfondo,al centro, un’altalena.
Sull’altalena,spalle al pubblico,una ragazza si dondola lentamente.
Musica appena percettibile, lieve,gioiosa.
Una voce fuori scena recita:
Da qualche parte
nascosto chissà dove
esiste il senso dei miei giorni.
A volte lo cerco
A volte mi sfiora appena
A volte…
E mentre il tempo scorre inesorabile
scivolo accanto agli anni
che non mi appartengono
Da bambina cercavo d’immaginarmi donna
Da donna cerco di ricordarmi bambina
Avrò i capelli bianchi
un giorno
Camminerò tra confuse memorie
Ricordi,progetti e sogni
Saranno fusi insieme
Grumo di pensieri spenti
Magma incontrollabile
E forse allora
Finalmente
Il senso che mi sfugge
Mi raggiungerà.
A fine brano,musica tace; voce di donna che canta una filastrocca; la ragazza sull’altalena cambia posizione e rivolge il viso verso il pubblico modificando la velocità deldondolìo.
FILASTROCCA
Vestirò di bianco
I gigli sulla testa
La gonna vaporosa
Le rose in mano avrò
La pelle profumata
Rossetto sulle labbra
L’anello d’oro al dito
Le rose in mano avrò
Sarò una principessa
E l’organo che suona
Farà tramare il cuore
Le rose in mano avrò
Lo sguardo del mio Amore
Mi porterà lontano
Con lui sarò felice
Le rose in mano avrò
Le rose in mano avrò
Le rose in mano avrò…
Sulle ultime note della filastrocca,la musica in crescendo; entrano trenta donne che eseguono una gioiosa coreografia con lunghi veli bianchi. La coreografia si chiude con la ragazza dell’altalena che,raggiunto il centro scena,viene avvolta dai veli; sembrerà una sposa con abito molto vaporoso ed un lungo velo in testa. Avrà tra le braccia un fascio di rose rosse.
Alcune ragazze reciteranno brevi frammenti; ogni frammento si concluderà con una rosa sfilata dal mazzo.
FRAMMENTI
Auguri! Auguri! Candida sposa!
Sorridi!
E piangi pure,di gioia
Piangi di gioia…
Piangi!
Piangi di gioia
Hai reciso i legami
Oggi
Hai reciso i legami
Che t’imprigionavano
Ai doveri di figlia
Non devi più obbedire
A tuo padre
Non devi più obbedire!
C’è un uomo accanto a te
Adesso
Adesso c’è un uomo
C’è un uomo che ti ama
E ti proteggerà
E conterà i tuoi passi
E ascolterà il tuo canto
Un canto che parla di lui
Ascolterà
Solo di lui deve parlare
Il tuo canto
Non ci sarà posto per la primavera
Né per il sole estivo
Né per gli spruzzi d’acqua
Solo per lui,vivrai
E canterai per lui
Ma ti sarà concessa
La dolce ninnananna
Di quando,madre,cullerai
Suo figlio
Suo figlio,cullerai
E non avrai più notti
Per dormire
E non avrai più giorni
Per sognare
Perché la vita
Non ti apparterrà
Non ti appartiene più la vita
Adesso
Sei sposa
Sarai madre
E riderai soltanto
Per le gioie altrui
Danza
Piccola sposa bianca
Danza
Tra i veli dell’eterno amore
Danza
Adesso che puoi
Chè da domani
Le ali,insieme al velo,riporrai.
Musica.
Coreografia: si disfa l’abito bianco; i veli verranno utilizzati come elementi scenografici simili a pareti trasparenti; durante la coreografia, la ragazza dell’altalena uscirà di scena.
Le donne utilizzeranno le scale per creare la scenografia con i veli; sul finale,ogni donna occuperà un posto preciso sui gradini; ogni posto sarà indicato dal telaio.
Simultaneamente,le donne siederanno,poseranno in grembo il telaio e ricameranno con perfetto sincronismo.
La ragazza dell’altalena rientra e,scimmiottando i gesti delle donne, le canzona recitando brevi frammenti.
FRAMMENTI
Ma guarda questa fogliolina…
Come sta venendo beeeneee!…
Sembra vera, sembra…
Il rametto centrale lo farò di un verde più chiaro…
Che verde scelgo?…Verde bosco o verde pisello?!?…
Piselloooo???!!!…Ohhh!…
Meglio dire verde chiaro,va’!…
E guarda questo fiore!…
Cariiinooo!!!…
Quando la tovaglia sarà finita,
devo iniziare subito i tovaglioli,sennò lascio incompleto
anche questo lavoro…
Ma…Che ore sono?…
Che incosciente!…Me ne sto qui a ricamare
Mentre avrei miliardi di altre cose da fare…
Ma ricamare è così divertente!
Giochi coi colori e intanto la mente vola lontano…
E visto che posso andarmene solo con la mente,
chissenefrega…Vado!!!
Uno di questi giorni
Devo mettere ordine nell’armadio!
Oddio!!!Mi sono punta!!!
(succhiando il dito ferito)
Accidenti a me! Adesso rischio di macchiare la stoffa!!!
C’è un caos incredibile nell’armadio…
Dicono che il disordine negli armadi
Rispecchi la confusione interiore!!!
Ma metterò tutto in ordine
Uno di questi giorni
Così sarò costretta a pensare
Ordinatamente
E forse sparirà questo casino che ho dentro!
Tra poco torneranno i bambini…
Devo preparare il pranzo…
Tanto,qualsiasi cosa cucini
Si lamenteranno…
Su questo fiore voglio ricamare una piccola farfalla…
No…Sulla tovaglia da tavola non si ricamano farfalle…
Le farfalle vanno bene sui cuscini dove si può sognare…
E chissenefrega…
Voglio le farfalle anche sulla tovaglia…
Una farfalla piccola piccola
Che possa volare via
Senza che nessuno se ne accorga…
Una farfalla piccola piccola
Che faccia sogni piccoli piccoli
Piccoli sogni che non fanno male a nessuno…
L’ultima parte dei frammenti sarà recitata sull’altalena.
In questa scena la ragazza assumerà posizioni insolite e si dondolerà in equilibrio precario mentre le donne assumeranno varie posizioni caratterizzate dal sincronismo e da momenti di immobilità assoluta.
Poter volare…
Giocare un po’ col tempo…
Inventarsi uno spazio
Dove i desideri
Non sono follia…
Le donne tirano fuori l’estremità di un lungo nastro colorato che avvolgeranno in una mano come fosse un gomitolo.
Durante l’azione viene recitato il brano seguente.
Lo spazio è donna ed è pieno di buchi neri.
Tra un’insidia e l’altra disegno faticosi percorsi cercando di riappropriarmi di ciò che ho intravisto e non ho saputo raggiungere.
Tra un canto e una poesia m’illudo di vivere oltre ogni incertezza.
Tra una frase accomodante e un silenzio ostinato mi regalo la possibilità di progetti irrealizzabili.
Annaspo tra i sensi di colpa che m’inchiodano il cuore alle macerie dei miei errori.
Sull’anima ho una maschera che protegge verità che non devono essere svelate.
A volte,la bugia è coraggio.
E non è faticoso spaziare nei sogni impossibili; sono goffa e insicura dentro i giorni banali e semplici che mi terrorizzano con il loro piatto buonsenso.
Di tanto in tanto incrocio qualche sguardo di donna che,mi sembra,ha sognato gli stessi miei sogni.
E non ho voglia di parlare,voglio solo ascoltare i silenzi che raccontano il vuoto conquistato.
Dagli uomini sento parole che spesso sono belle come melodie di speranza.Ma dopo un po’ ho bisogno di tapparmi le orecchie e pensare.
Come ho potuto essere bambina? Quale porta ho spalancato senza chiedere il permesso? Quale finestra ho sbarrato offendendo il sole? Quale strada ho percorso al contrario? In quale vita ho scelto di farmi così male?
Musica.
Le donne eseguono una coreografia con i nastri colorati.
A fine coreografia i nastri dovranno formare una sorta di ragnatela.
La ragazza dell’altalena gioca con la ragnatela fino a disfarla .
Durante quest’azione,le donne hanno raggiunto il loro posto sui gradini.
Mentre la ragazza dell’altalena gioca con i nastri,le donne si sfilano le veste e rimangono in sottoveste.
Le sottovesti coloratissime permettono di creare una coreografia che gioca sull’uniformità dei colori e sul contrasto di essi.
Le donne lasciano il loro posto sui gradini ed eseguono una coreografia utilizzando i veli bianchi ed i nastri colorati.
A fine coreografia ogni donna sembrerà una sposa ed avrà in mano alcuni nastri sistemati in modo da ricordare un mazzo di fiori.
La ragazza dell’altalena recita il brano seguente e per la prima volta,nel suo tono non c’è traccia di sarcasmo.
Tra i miei passi intravedo una donna.
Si aggira silenziosa tra dubbi e certezze e quando canta, a stento riconosce la sua voce.
Di tanto in tanto ripercorre memorie e le sale alla gola il peso di errori a cui non sa dare un nome e i suoi singhiozzi non trovano specchi a cui raccontare il dolore.
E’ una donna: apprezza il buonsenso ma ha bisogno di slanci inattesi; suo malgrado arrossisce,talvolta, e l’abbraccio la fa stare quasi male: troppe volte ha sentito il gelo nel cuore.
Ha lo sguardo annebbiato da emozioni insistenti e ritorna bambina quando incontra una voce arrogante.
Ha il coraggio del silenzio e sa mettere in fila i pensieri.
Non crescerà abbastanza.Non morirà contenta.Non sarà saggia.
Mai.
E’ nata per esigere e per dare.
Non sa chiedere e quando dà, si annulla e poi impreca guardandosi sbagliare.
E ricomincia,scordando ogni dolore.
A volte l’amo, a volte la detesto.
Vorrei insegnarle quello che non so.
A fine brano le donne lanciano i nastri e si tolgono i veli recitando i seguenti frammenti:
…E mi correva incontro
a braccia aperte
con una nuova luce nello sguardo
Regalami la libertà
E mi abbraccia ancora
L’angoscia dei miei giorni passati
Come petali consumati
Le mie lacrime
E sarà brivido
Ancora
sulla mia pelle
Nonostante tutto
La magia
Ancora
Stringimi forte
Forte
Come se fosse
Amore
Lasciandoti andare
Ti ho amato
Una voragine di solitudine
E poi niente
Scavare nei ricordi
Per capire
Quando hanno iniziato
A strapparti le ali
E’ come il cigolìo di una giostra antica
Questo groviglio
Che mi macera dentro
Non ho più anima
E chiedo aiuto
Urlando all’eco
E mi perdo in silenzi come abissi
E mi schiaffeggio la mente
Con folli pensieri
Arrampicata
Sulla fune consunta
Della mia fantasia
Ho bruciato ogni volo
Ed io,sola, mi amo controvento
Bianca di luna
Vestita di cielo
Correvo
Ma le mani avevo legate
Dietro la schiena
Con gli occhi
Di bambola spenta
Guardavo la vita fuggire da me
Nell’anima
Ho inciso
Ridendo
La mia assurda storia
Inventata
Accanto al camino
Le fiabe
Ti sembrano vere
Da piccola
Fiabe ascoltavo
Ma non ho mai avuto un camino
In punta di piedi me ne andrò…
Volerò
Con l’anima a pezzi
Sui sentieri
Lastricati di niente
Dormirò
E sarà folle corsa
Che saprà regalarmi
La pace
Perché
Non so navigare
Nelle tranquille acque
Dei miei lenti istanti
Nemmeno tu
Saprai
Accarezzarmi il cuore
C’è un sentiero
Nel mio cuore
Che non si può toccare
Il lamento è canto
Ormai
E le note di terra
Sono lacrime mute
E vorrei addormentarmi
Col tuo viso vicino
Ma la mia ninnananna
È il rumore di un treno
Taci,adesso,
chè solo il silenzio e il tempo
parlano per te
Tutte uguali
Le mie notti:
dondolare su un pensiero assillante
che pian piano
si spegne
Portami con te
Lontano
Oltre le stelle
Al di là degli oceani
Al centro della vita
Non mi cercare
Non mi uccidere
Non ho corpo,non ho risposte
Non esisto:
non mi puoi mandare via
Sognavo
Di nuotare
In un cielo pulito
Di mangiare
Un frutto proibito
Di guardare
Un pudore vestito
Raccolgo
Ghiacciai
Stritolati da un sole impazzito
Una lucida mela
Brulicante di vermi
La melodia
Di un ritornello irritante
Mi perdo
Aggrappata al mio cuore
Il solo rifugio
Che non mi ha sbarrato le porte.
E canto.
L’ultimo frammento sarà recitato quando ogni donna sarà tornata al proprio posto,avrà indossato il vestito e,sedutasi, avrà ripreso in grembo il telaio.
La ragazza tornerà sull’altalena e rimarrà di spalle,immobile.
Voce fuori scena:
Quali sogni avevo
Quandogiocavo coi petali di rosa?…
Quali colori immaginavo
Mentre danzavo tra le poesie d’amore?…
Quali sospiri custodivo
Camminando tra le pieghe del vestito nuovo?…
Non ricordo più
Sono sbiaditi i fiori intrecciati sul guanciale
E l’uomo che mi scelse
Ha dimenticato il colore dei miei occhi
Troppe lacrime ho sigillato dietro le palpebre
I solchi sul mio viso
Sono solo singhiozzi senza voce
Sono curve le mie spalle
Perché è pesante l’urlo che non ho mai lasciato andare
Adesso voglio solo riposare
Immobile
Senza più speranze,né ricordi
Voglio solo sentire il sole,sulla pelle
Sono stanca.Non volgio raccontare la mia storia
Non voglio dire parole che nessuno
Ascolterà.
La ragazza dell’altalena scende e dà uno spintone all’oggetto che oscillerà vivacemente,quindi avanzerà molto lentamente ma con passi decisi,a testa alta,fissando dritto davanti a sé mentre le donne recitano accompagnate dal suono delle percussioni e simulando le movenze dei suonatori,adoperando i telai come tamburi.
Le donne scandivano ritmi su esili tamburi costruiti con l’eco del tempo.
Gli sguardi fissi nel vuoto non udivano ingiurie e risate.
Le mani battevano colpi che annientano i cuori indecisi.
Le fronti macchiate di rughe custodiscono gelosamente risposte.
Sono vestite di bianco e i loro capelli non hanno colori.
Se cantano,dalle loro gole sfuggono lamenti agghiaccianti perché troppo dolci.
Hanno vissuto ai margini dei giardini e conoscono il sapore amaro delle radici.
Hanno conosciuto lo squarcio del ventre che offre nuovi spazi alla vita.
Sanno cos’è un sorriso perché hanno vissuto l’urlo.
Sanno cos’è la gioia perché hanno bevuto lacrime silenziose.
Sanno cos’è la rabbia perché hanno offerto il seno senza fare domande.
E adesso suonano,suonano il loro rancore.
E i tamburi rispondono al richiamo della vita che esige un riscatto
E mentre le mani,lievi,sfiorano le pelli tese che restituiscono boati,le lacrime possono finalmente scivolare libere sulle guance inaridite dal pudore preteso.
Le candide vesti,di tanto in tanto,si tingono di rosso
Ma il suono non s’interrompe.
Di tanto in tanto, un brandello di stoffa bianca volteggia trasportato dal vento che pretende di giocare come se nulla fosse…
Ma il suono non s’interrompe.
Sfilano uomini che esibiscono accattivanti sorrisi
Offrono monete,promesse,garanzie di libertà e persino veri sguardi affettuosi…
Ma le donne scuotono la testa e sorridono…Ormai sanno…
E il suono non s’interrompe…
Crescendo di percussioni.Silenzio.Immobilità.Buio.
FINE