E’ cosa ‘e niente

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E’ COSA ‘E NIENTE

E’ COSA ‘E NIENTE

Tragicommedia in 3 atti

di

Angelo Rojo Mirisciotti

Prefazione

Quest’opera necessita, mio malgrado, di una prefazione, così come una porta vuole una serratura in cui infilare il chiavino. E’ necessario, infatti, che si fornisca l’eventuale improbabile curioso, mo’ nce vò, di una chiave di lettura, per entrare dentro, sotto le motivazioni della commedia. Innanzi tutto il titolo: “ E’ cosa ‘e niente ”. Solo per i non napoletani va detto che tale espressione funge, nel lessico quotidiano, da “ placebo ” in moltissime occasioni: “ S’è scassata ‘a lastra ! ”               “ ‘O guaglione  è caduto d’à bicicletta ! ” “ ‘A nennella ‘e stata bocciata ! ” “ ‘O nonno s’hanno arrubbato ‘a pensione ! ” - E’ cosa ‘e niente ! - dirà, di certo, qualcuno dei presenti. Ossia, è cosa non sostanziale, spiacevole si, ma non definitiva... volendo, si rimedia... e così via. E, si sottintende, ovviamente che <<solo alla morte non c’è rimedio >>. In queste due frasi, corrispondenti e contrapposte, c’è tutta l’anima Solare del Popolo Napoletano che continua, sorridendo per non piangere, a riprendersi speranzoso dopo ogni sfregio del destino. Ecco: ancora una contrarietà ! Ancora un dispiacere ! Ancora una ruga sulla mia fronte ! Ed io, sai che faccio ? Minimizzo ! ...mi....ni....miz...zo !! E’ cosa ‘e niente...!! Ovvero, spernacchio la sfortuna, guardo il problema con la lente biconvessa in modo che tutto appaia rimpicciolito e tiro avanti. Alla faccia di tutto e di tutti !!

Il sottotitolo merita pure un chiarimento, una precisazione: tragedia comica ! E che vor’ dì ?! ( Direbbe un simpatico teatrante romanesco) Tragedia comica o meglio ancora tragi - commedia o se volete Terribile Farsa ! In realtà il dubbio dicotomico si scioglie, e rapidamente, convenendo sul fatto chi i risibili e ridicoli personaggi dell’opera vengono calati, come melanzane sott’olio, in una situazione tanto drammatica quanto insostenibile. In questo, però, non c’è molta invenzione: sono millenni che a Napoli il Padreterno si avvolge la vita delle persone al dito come uno yo - yo e si diverte a sgrullarle su e giù. E mentre il filo si scioglie e riavvolge, i poveri esserini, un po'  per celia, un po' per esorcizzare il peggio, continuano ad essere ridicoli, pieni di tic, e di comici ammicamenti. Insomma, laddove l’argomento avrebbe giustificato, dovunque, un suicidio di massa, lacrime, sangue e deliqui, a Napoli pur nella disperata sofferenza, si indossa la maschera da clown bianco e si recita, segnandosi “ Signore, mai peggio ! ”.

A Milano, Stoccolma o Montreal è ovvio i protagonisti della vicenda avrebbero rappresentato una tragedia Euripidiana; qui da noi, invece, i personaggi sono troppo ridicoli, troppo pagliacci per legittima difesa e spirito di sopravvivenza. Ben venga, dunque, il sarcasmo della stupidità se, grazie ad esso, si muore un po' di meno di disperazione.

Spazzolati così i pelucchi del dubbio dall’abito di scena (chissà perché immagino la palandrana del Malato Immaginario ), si può, infine, dar conto del corpo sostanziale di quanto scritto.

Orbene, nella mente mia e di Dio ( che da’ luce in questi casi ) la Commedia era destinata ad esaurirsi in soli due atti, terminando all’arrivo della Forza Pubblica (arrivo metaforico, si capisce) e con la conclusione amletico - pirandellico - Eduardiana del “ dolore sotto chiave “ e del “ buon viso a cattivo gioco ”. Era, tutto sommato, una buona idea perché lasciava al lettore o, magari all’incauto spettatore, la possibilità, di costruire da solo, a soggetto, l’epilogo della storia, a sua immagine e sensibilità.

C’era la soluzione Drammatica: ripudio dei bambini bastardi...! Scarpettiana: riscambio dei bimbi e lieto fine...!  Onirica: follia generale medicinale dei protagonisti... Vandvilliana: scambio dei padri...! Disneyana: e vissero tutti felici e contenti e così sia !

Poi, pensandoci un po' su, si è fatto strada l’idea che le tragedie non finiscono sul serio quando si chiude il sipario in ogni II° atto della vita.

E’, dunque, via ! Diamo al lettore attento, ma impigrito e un po' stanco, una soluzione “ fai da te ” già precotta, da riscaldare a microonde celebrali e mangiare come un hot - dog. Ecco, allora che i personaggi ritornano, come richiamati dall’oblio della polvere scenica: Sono tutti invecchiati di vent’anni, forse maturati, certamente inebetiti dai dispiaceri della vita. Non hanno letto Eschilo o Shakespeare; non sono capaci di azioni alte, croiche, definitive... Napoletanamente, strancamente, mestamente, dolcemente, aprono la credenza della disperazione e tirano fuori quattro tarallucci e un po' di vino . Ecco la soluzione ! Accomodiamo i cocci delle tante vite frantumate dalla vita col collante della filosofia Epicuro - Partenopea; ricomponiamo il puzzle di sentimenti, di rancori, delle delusioni reciproche. Chissà che nel rimescolare anime e corpi non si possa ritrovare lo spirito dell’amore semplice e pulito, che era proprio dei primitivi, figli di Adamo ed Eva che nel sommare ed incrociare il sangue tra fratelli, cugini, zii, nipoti, parenti e vicini di casa, hanno trovato il segreto per sopravvivere a secoli di disgrazie. E stanno ancora ccà !!........

                                                                                    L’autore

E’ COSA ‘E NIENTE

Tragicommedia in tre atti

di

A. Rojo Mirisciotti

E'COSA 'E NIENTE : due coppie senza figli si sottopongono alla inseminazione artificiale. Il Fato vuole che le provette col seme vengano scambiate e in ciascuna famiglia nasce il bimbo di un altro padre. I due bimbi con caratteristiche somatiche ed intellettuali diverse da quelle dell'ambiente di crescita vivono apparentemente sereni sino a che non si scopre lo scambio.. Che succederà  nelle due famiglie ..???.forse un Dramma..! Forse una Farsa..!Mah..!!!...la soluzione però si troverà ..così,quasi filosoficamente..in fondo in fondo quello che è accaduto : E'

cosa 'e niente..!"

 (traduzione simultanea =  E' cosa di poco conto!!!)
PERSONAGGI E TIPI

IL PROF. ARTURO FECONDATI ....................... Noto ginecologo.

CAMILLA .............................................................. La sua Infermiera.

PIPPETTO SIVODIO............................................. Papà in attesa

MARIUCCIA .......................................................... Sua moglie

CORRADO LA RANA ............................................Un altro papà in attesa

DOROTEA .............................................................. Sua moglie

IL COMPARE FERRARO                                       I compari di Battesimo

LA COMARA FERRARO                                        di Pasqualino

BARBARELLA FERRARO.................................... Loro figlia

SOFIA MALAFRONTE ......................................... Una povera infelice

DON CILICIO MAZZELLA .................................. Il Parroco

MILLY...................................................................... La cameriera

NAPPA...................................................................... Un brigadiere

NESPOLINO............................................................  Un poliziotto

PASQUALINO SIVODIO.......................................  Un bimbo

TEODORO LA RANA............................................   L’altro bimbo


E’ COSA ‘E NIENTE

I° ATTO

La scena rappresenta la sala di attesa dell’avviatissimo studio di un noto ginecologo napoletano, il Prof. Arturo Fecondati. A sinistra, una piccola scrivania dietro la quale è assisa Camilla, l’infermiera. Al centro, saletta di ingresso (comune); a destra porte ed un divano, sul quale una coppia è in attesa della visita medica. Ancora a sinistra, la porta dello studiolo del Professore. La coppia seduta confabula sommessamente. Sono piccoli bottegai del Vasto. Lei veste con troppe “ sciacquaglie ”, lui indossa il vestito “ buono ” ed ostenta un curioso naso rosso ciliegia. Di tanto in tanto un tic gli tira la faccia a sinistra nei momenti di tensione.

MARIUCCIA:     Pippè, e jammo.....nun fa accussì.... vedrai che il

                            Professore ‘sta vota azzecca’ a cura e ‘o criaturo

                            nc’‘o fa nascere pure a nuje... Un’ultima analisi e

                            saremo finalmente “ genitali ” !

PIPPETTO:         Dice buono tu, Mariù, ....ma io nun cia faccio cchiù..

                            So’ cinche anne.... cinche, ca ‘o Prufessore fa lastre,

                            tira sanghe, prova l’urina a te e a me... nc’ ha zucato

                            ‘a salute a tutti ‘e duje, pè nun parlà de’ sorde.......

                            Ma chi adda nascere, Gesù Bambino?.... Manco ‘a

                            Madonna ‘e San Giuseppe hanno patuto tanto !

                                                                                       [FA IL TIC]

MARIUCCIA:     E’ bello.....è bello ... statte calmo...ja, core mio statte

                            calmo, ca mo fernesce tutte cose...ogge facimmo

                            l’urdemo prelievo e po': Oplà, nasce ‘o Bambino !

                            E’ overo, Signuri’ [all’infermiera ] ?

CAMILLA:         E se capisce.... Oplà ! Nè, ma che stessevo ‘o Circo

                            Equestre ? Oplà ! Ma come parlate ? Per avere un

                            figlio c’è gente che aspetta lustri... Ci vogliono cure

                            lunghe... Poi, quando è il momento, il Professore vi

                            farà la grazia !

PIPPETTO:         ‘A  grazia? Ma che stammo in Corte d’Assise?

                            Guè, Signurì... nuje nun avimmo acciso a niscino...

                            Penammo e pavammo ... pavammo e penammo.....

                            Uh, Madonna... io cchiù ce penso e cchiù

                            S’attaccano è nierve... [Fa il tic].....

MARIUCCIA:     E’ bello.... è bello.... Signurì, e num m’‘o facite

                            piglià collera si no chillo se fa brutto !

CAMILLA:          Perchè, di solito è bello ?!?

PIPPETTO:         Guè, a voi , .... state al posto vostro... Per vostra

                            regola io al naturale sè bellillo assaje... è overo

                            Mariù [TIC] ?!?

MARIUCCIA:     E’ overo, core mio ..... Tu si na purcellana cinese....

                            Si ‘na miniatura ! Si nu bisquit ‘e Mullica ! Però mò

                            statte calmo ca ‘o Prufessore nce apparecchia ‘o

                            bambeniello !

CAMILLA:          Si, facimmo ‘o Presepe ‘e contratiempo... Guè

                            coniugi Sivodio, basta !... Stateve zitte ed aspettate

                            pazientemente il vostro turno !!

PIPPETTO:         Chesta ave ragione che è femmena.... si nò [TIC].....

Dall’ambulatorio di destra viene fuori il Prof. Fecondati classica figura di medico borioso, saccente ed “ onnipotente ”. Sono con lui i coniugi Corrado e Dorotea la Rana, anch’essi, da sempre in attesa del sospirato erede. Lei è in linea con il cognome: secca, occhialuta, capelli a tuppo; lui è magrissimo, alto, grigio anche nel colorito e presenta due notevoli orecchie a sventole.

PROF.                 Allora, signori, è tutto chiaro ? Con l’ultimo esame

                            che stamattina faremo, cadrà il velo ! Ci leveremo

                            l’ultimo pensiero, l’ultimo dubbio e poi potremo

                            procedere all’inseminazione artificiale. Caro

                            geometra esulti ! Se tutto va come deve, tra non

                            molto ci sarà un frugoletto ad allietare la vostra vita.

                            Mò, le cose dipendono da lei... Sua moglie... la

                            guardi.... è sana come un pesce !

PIPPETTO:         [Sottovoce] si, comm’a’ nu scorfano ! [TIC]                          

                            [La moglie lo zittisce e calma con

                            pazienza.]

PROF.                 L’apparato della signora, dicevo, è un vero e proprio

                            orologio .... perfetto .... svizzero ! Ora dopo

                            l’inseminazione metteremo in moto il meccanismo e

                            poi .... tic.... tac.... tic...tac verrà fuori l’orologino !

MARIUCCIA:     Pippè, ma che sta dicenno ‘o Prufessore ?

PIPPETTO:         Mah ? Si aggio capito buono stu signore s’adda fa

                            accuncià ‘o rilorgio !....

Occhiataccia dell’infermiera che li zittisce.

PROF.                 Dunque, dicevo, caro geometra... anzi caro

                            imminente papà... faccia.... quanto è ancora

                            necessario e poi.... brinderemo !! Signorina Camilla,

                            provveda per l’analisi del seme al geometra La

                            Rana... Ah... e visto che c’è, facciamola fare anche a

                            Sivodio... così ci leviamo il pensiero... due piccioni

                            con una fava ! E’ carina, vero ? E’ carina ? Due

                            piccioni con una fava ! E’ carina !?

PIPPETTO:         Ma chi ?

CAMILLA:          La battuta del Professore, no ? Bene Professore, sarà

                            fatto... Preparo subito il necessario...

PROF.                 Bene... Signora Sivodio.... mentre il coniuge

                            adempie, venga, si accomodi nell’ambulatorio per la

                            visitina di routine... venga, Signora...

Il Prof. e la Signora Sivodio si accomodano nello studiolo. Pippetto si accosta al geometra La Rana.

PIPPETTO:         E’ di gran valore ?

CORRADO:        Che cosa?

PIPPETTO:         L’orologio.... l’orologio che si è rotto ....

CORRADO:        Ma quale orologio... Il mio va benissimo !

PIPPETTO:         E le fave ? A quanto vanno, quest’anno ?

CORRADO:        Amico, ma voi mi volete sfottere o siete scemo ?

                            L’orologio... ‘e fave... quà teniamo certi fave che ci

                            bollono per il cervello... Altro che scherzi...

                            comunque se Dio vuole....

PIPPETTO:         Si vo Dio... SI... VO... DIO... ! io faccio Sivodio....

CORRADO:        Sivodio ? Ah.., vi chiamate Sivodio ? Piacere... io

                            faccio La Rana !

PIPPETTO:         Puveriello... me dispiace....

CORRADO:        Ma che cosa ? Io faccio La Rana di cognome...

                            Corrado La Rana, geometra al Catasto... mia moglie

                            [indicandola] Dorotea...

PIPPETTO:         La Rana...

CORRADO:        E si capisce è mia moglie... fa La Rana pure lei....

PIPPETTO:         Vuole o non vuole...... è obbligata !

DOROTEA:        Fortunatissima Dorotea Pezzullo maritata La Rana,

                            moglie di geometra e presto mamma, se Dio vuole.....

PIPPETTO:         SI...VO...DIO !!

DOROTEA:        e SI.. VO... DIO presto mamma !

PIPPETTO:         Signora, tanti auguri... sono contento per voi.....

                            Sapete anche noi stammo passano tanti guaie....

                            perciò vi capisco... Auguri di cuore ....

                            [si stringono la mano]

CAMILLA:         Quando avete finito di festeggiare accomodatevi qui

                            per il prelievo del seme...

PIPPETTO:         Scusate, infermiera...ma che d’è stu prelievo del

                            seme ? C’avita tirà ‘o sanghe o che ?

CAMILLA:          Guè, ma voi siete ingnorante sul serio.... Dunque...

                            Santa Pazienza !... Dunque... voi dovete riempire

                            questa provetta col vostro seme... Il Prof. vi fa

                            l’analisi e vede se siete buono....

PIPPETTO:         Buono? Io sono un Santo ! Se po’ soprassedè !

CAMILLA:         Sivodio, basta !.... andate di là e riempite la provetta !

CORRADO:        Signor Sivodio, vedo che non siete pratico....

                            Permettete, ora vi spiego io come fare.... Dunque....

                            voi.... hem... dovreste... voi dovete stare con vostra

                            moglie senza vostra moglie...! Ecco...! Capito ?

PIPPETTO:         Manco ‘na parola... parlate più italiano !

DOROTEA:        Corrà, statti zitto... così non gli fai capire... sei troppo

                            materiale... mò spiego io che sono femmina... con

                            delicatezza.... cu ne bella maniera... Allora, Signor

                            Sivodio..... sentite a me... Dunque, quando voi, è

                            vero, state con la signora vostra, e mettiamo.. fate

                           [mima] il salto del leone..., doppo... ittate tutte cose?

PIPPETTO:         Nooo... quando majie.... nuio ‘o stipammo e mia

                          moglie  fa ‘o casatiello! Ne, ma che so’ sti schifezze..?

                            Voi  mi state facendo voltare lo stomaco...

CAMILLA:         Basta! Chisto già è ignorante... voi le state

                            imbrogliando ‘e cervelle ancora ‘e cchiù! Adesso gli

                            fornisco io un indicazione scientifica, medica....

                            Dunque  Sivodì, pensate ad una donna... una donna

                            bella, bellissima.... L’avete pensata ? Bene ! E che

                            facisseve cu’ na femmena accussì ? [Pippetto

                            gesticola a soggetto] Bravo! Allora andate

                            in quella stanzetta, pensate e tornate a cose fatte !

PIPPETTO:         Ho capito... E va bene... però, signuri,... voi che siete

                            pratica... me la dareste una mano ?!

CAMILLA:         A mano va facite dà da vostra sorella ! Andate.. E

                            pure voi Signor La Rana in quell’altra stanzetta...

                            Accomodatevi.....

CORRADO:        Si, vado. Però io mi porto a mia moglie... Ho bisogno

                            di aiuto.... vieni, Doratè, ispirami !

PIPPETTO:         Leonardo e Monna Lisa ! Ah, Madonna mia e che

                            s’adda fa’ pe’ avè ‘nu figlio.... Andiamo !....

I tre escono a soggetto infilandosi nelle stanzette indicate. L’infermiera riprende la lettura del suo fotoromanzo. Dopo pochi attimi dallo studiolo vengono fuori il Prof. e Mariuccia.

PROF.                 Bene... benissimo... Signora Sivodio, questa volta ci

                            siamo....... Tutte le analisi sono uscite perfette.......

                            L’organismo ha risposto alle mie cure... nel migliore

                            dei modi .... Ora siete pronta per diventare mamma !

MARIUCCIA:     Grazie, Professò... Grazie... voi avete operato un

                            vero e proprio miracolo.... Mi avete ridato la

                            speranza.... Io e mio marito abbiamo sofferto tanto

                            per avere questo figlio... Soprattutto lui... Sono anni

                            che si tortura il cervello... simme buone... nun simme

                            buone.... Gli “ amici ” che sfrocoleano... la solitudine

                            della casa... Insomma, Prufessò se nasce ‘a creatura,

                            nuje turnammo a vivere....

PROF.                 E si capisce... il figlio è il giusto complemento del

                            rapporto matrimoniale. Adesso, appena avremo

                            verificato che anche vostro marito è fecondo...

                            diciamo... Martedì... tornate quà e facciamo

                            l’inseminaziome profonda....

MARIUCCIA:     Professore... io sto pregando notte e giorno....

PROF.                 Brava... ma oltre al Signore Misericodioso diamo un 

                            po' di merito anche al mio metodo contro la sterilità...

                            un metodo riconosciuto ed apprezato in tutti i

                            Congressi Medici d’Europa...

MARIUCCIA:     Professore... stiamo in mano alla vostra scienza !

[Dalla stanzetta viene fuori Pippetto con la sua provetta tra le mani]

PIPPETTO:         Ecco quà... fatto ! Certo, ... è quello che ho potuto

                            fare in queste condizioni..... Professò... A voi....

                            vedete se è buono....

PROF.                 E  che stammo facenno ‘a prova d’’o mellone?

                            Sivodio, date la provetta alla Signorina che

                            provvederà alle analisi  spettroscopiche e

                            fisico - chimiche del caso....

MARIUCCIA:     Pippè, il Professore dice che io sto’ a posto.... mò, si

                            ‘a pruvetta dice ca pure tu si buono... ce pienze.....?

                            Tra nove mesi....solo nove mesi arriva

                            Pasqualino....... che gioia .....!!

CORRADO:   [venendo fuori anche lui con la moglie]

                            E’ permesso....? Disturbiamo.....? Noi avremmo

                            fatto.....

PROF.                 Oh bravo... bravo il nostro geometra....!

CORRADO:        Scusate il ritardo, ma è stata un avventura....

                            Sapete, l’emozione.... le voci qua fuori.... mia moglie

                            che me portava pressa..... io me so’ visto avvilito !

DOROTEA:        Per fortuna che c’ero io invece.... mio marito da solo                

                            non sa fare niente ! Nenchè due uova al tegamino.....

PIPPETTO:         E così l’avete aiutato a fare la frittata !

PROF.:                Ah.... Ah.... Che simpatico.... la frittata.... e già.....

                            Va bene... Allora tutti e due potete depositare le

                            provette dal’infermiera e, con l’occasione saldare la

                            parcella..... Signori.... vi saluto.... e ricordate....

                            ci vediamo Martedì per l’inseminazione profonda...

                            Camilla, registra gli appuntamenti.... Di nuovo !....

                                                     [rientra nello studiolo]

PIPPETTO:         Guè... chisto ‘a parcella nun sa scorde maje... ogni

                            vota che venimme so’ carte ‘e cientomila.... vediamo

                            quando fernesce....

CAMILLA:          A voi ..... datemi le provette.... Dunque [scrive le

                            etichette] questa è la provetta di Sivodio

                            [attacca L’ETICHETTA] ecco.... e questa

                            invece è quella del Signor La Rana [attacca]....

                            Fatto... Allora.... sono trecentomila a testa....

PIPPETTO:         Signorì, a me è poco poco.... putisseve fa uno

                            sconticino ?!

CAMILLA:          Ma che siete pazzo ? Poco o assaje l’analisi è

                            sempre quella. Dateme ‘e solde.... muviteve !

CORRADO:        E la ricevuta fiscale ?! A me fatemi la fattura.....

CAMILLA:          E che state al ristorante ? Nun ve mettite scuorno ?...

                            ‘a ricevuta fiscale... voi state per avere una grazia dal

                            Professore che nemmeno il Padreterno ci voleva

                            provare, e pensate alla ricevuta.... Andate...andate....

                            Ci vediamo Martedì pomeriggio....alle 16....Andate...

PIPPETTO:         Geometra,.... e lasciate stà.... ‘e grazie del Professore

                            sono comprese di IVA, e di ILOR ...... e po’

                            vulimme sparagnà ncoppo ‘e figlie ?....

DOROTEA:        Ha ragione il Signor Sivodio, Corrà.... Paga e non fà

                            storie... Signora Sivodio.... è stato un piacere

                            conoscerla.... siete  simpatici tutti e due.... Spero che

                            ci rivedremo ancora....

MARIUCCIA:     E si capisce..... anzi... se quest’avventura nostra

                            finisce  con il lieto evento vi voglio al battesimo del

                            mio Pasqualino... D’accordo ?....

DOROTEA:        Con piacere... e voi venite dal nostro Teodoro.....

                            si capisce....

CORRADO:        Scendiamo insieme ?.... Vi offro un bel caffè... qui

                            all’angolo ci sta Scaturchio.....

PIPPETTO:         A me farebbe meglio un VOV ..... mi sento nu poco

                            deboluccio.... [TIC] Anzi, io me mangiasse pure un

                            pajo di paste... Mi devo rimettere in forze....

CORRADO:        E vi devo sostenere io ?.... Io ho detto un caffè....

DOROTEA:        Guè... non fare l’avaraccio.... bisogna festeggiare

                            l’amicizia.... Andiamo !

Le due coppie escono confAbulando allegramente. L’Infermiera rimasta sola, pone ordine tra la carte, segna gli appuntamenti poi ripone la cassettina con le provette in un piccolo frigorifero.

PROF.:                [Rientrando con le cartella cliniche

                            dei pazienti]

                            Se ne so’ ghiute ? Madonna e che sperpetuo di

                            clienti.... Ignoranti, zotici, stupidi...

CAMILLA:          Il fatto che siano ignoranti ti fà comodo perchè si

                            bevono tutte le sciocchezze tu gli propini e pagano,

                            pagano senza fiatare anzi, più pagano e più pensano

                            che la cura sia efficace.....

PROF.:                E si capisce... il medico si valuta dalla parcella... se è

                            bassa sarà uno sprovveduto, se la parcella è altissima

                            deve essere per forza un Padreterno. E poi, oltre alla

                            cura, ricordalo, io vendo la speranza... la speranza

                            della maternità, della fecondità..... e quanto vale,

                            quanto si deve pagare, per una speranza?

CAMILLA:          Milioni !! I milioni, che ti fai dare da questi stupidi in

                            cambio del tuo metodo scientifico e miracoloso !!!....

PROF.:                Miracoloso... hai detto bene... perchè il vero miracolo

                            è la credulità della gente... Il metodo.... il metodo

                            miracoloso del grande Professor Fecondati !.....

                            L’uovo di Colombo per spillare soldi e gloria: ed è

                            così semplice.... Basta aspettare la cliente giusta....

                            Una cisti ovarica... un restringimento delle tube.....

                            cose da nulla, cose che si eliminano in una seduta

                            ambulatoriale. Voilà.... un taglietto, una resezione di

                            pochi millimetri , e la riproduzione è assicurata.....

                            Questo per la scienza.... Per loro, invece, la cura

                            deve scendere dal cielo.... Innanzi tutto, problemi

                            di ogni tipo, paroloni scientifici, difficoltà e cure...

                            pillole, lavaggi, iniezioni, laser, radiazioni.....

                            Tutte fesserie che servono solo da “ placebo ” su di

                            un caso clinico che è già risolto... E intanto pagano....

                            pagano qualunque cifra perchè non bastano soldi per

                            pagare il miracolo del prof. Fecondati....

CAMILLA:          Certo che sei una bella canaglia... però mi piaci

                            proprio per questo... Bello e cinico! [Si abbracciano

                            appassionatamente] ...E poi con te faccio la vita di

                            sogno che ho sempre desiderato.... Se non c’eri tu

                            stavo ancora facendo l’ infermiera all’Ostetricia del

                            Cardarelli !!

PROF.:                Bella sei tu !.... bella e desiderabile.... altro che quella

                            spastica di mia moglie !... Sei bella e sei mia....!!!

                            Con i miei soldi ho comprato tutto....anche te...

                            [Si baciano]. Beh adesso, levati di dosso

                            altrimenti, dobbiamo chiudere l’ambulatorio...

                            [Si ricompongono] ... Ecco metti a posto le

                            cartelle cliniche di questi due babbei.... Io vado di là

                            a fare qualche telefonata.... E chiamo anche a mia

                            moglie.... dico che faccio tardi perchè ho un

                            intervento e ce andiamo io e te a cena da Arturo al

                            Fusaro... una cenetta a lume di candela e poi follie ...

                            follie !!.....

                                                                                      [ESCE]

L’infermiera si ravviva i capelli, si incipria il naso e poi mette in ordine le carte cliniche. All’improvviso, dalla comune, si introduce una figura allucinata: è una donna ancor giovane seppur sfiorita, trasandata nel vestire, scormigliata e con gli occhi sbarrati da unA oscura follia.

SOFIA:                Ecco... è qui...! E’ questa la case del dolore... E’

                            strano come la porta sul baratro sia sempre aperta....

CAMILLA:          Signora.... ma chi siete ? .... Che volete?

                            Avete appuntamento?

SOFIA:                Si... un’appuntamento fissato due anni fa...Chi sono ?

                            Sono un fantasma che ritorna dalle nebbie del’oblio...

CAMILLA:          Signora, ma voi state vaneggiando.... che significa

                            queste parole: il fantasma, la nebbia..... Ma a chi

                            volete ?

SOFIA:                Domande.... quante domande.... Basta... Basta

                            domande per questa testa piena di perchè... Sono le

                            risposte che mancano....

CAMILLA:          Non vi capisco. Ad ogni modo, di certo, avete

                            sbagliato il recapito... Questo è uno studio medico....

                            Se volete il cartomante, quello sta al piano di sotto....

                            Avete sbagliato ....

SOFIA:                Si....ho sbagliato, ma non oggi... due anni fa, allora si

                            che ho sbagliato, ho sbagliato indirizzo, ho sbagliato

                            medico, ho sbagliato a salire quà, ho sbagliato tutto

                            e, si sa che chi sbaglia paga ....ed io sto paganado da

                            due anni e pagherò per sempre ....!!

CAMILLA:          Signò, mò basta... ora chiamo il Dottore e vi faccio

                            buttare fuori ! [Sperando che la minaccia

                            spaventi la donna chiama] Dottore !!

SOFIA:                Si.... Si... Chiama il Dottore... Anzi il Professore....

                            Il Professor Arturo Fecondati... Il Luminare della

                            Medicina....E’ per lui che sono qui.... chiamalo.....

                            avanti, chiamalo! Che venga fuori a specchiarsi nel

                            suo passato ! Chiamalo... Ora ! Subito !

Camilla in preda AL panico fugge nell’ambulatorio del Dottore in cerca d’aiuto. Sofia in scena gesticola e vaneggia. Dallo studio rientrano precipitosamente Fecondati e l’infermiera.

PROF.:                Che c’è ? Che succede quì....? Chi è che si permette

                            di disturbare la sacralità del mio studio? Chi osa....?

SOFIA:                Come oso io ?... Come osi tu, verme della terra.....

                            come osi vivere dopo aver fatto tanto male... dopo

                            aver versato tanto sangue innocente ?!!

PROF.:                Ma che cavolo dite ? Versato sangue ? Fatto male ?

                            Ma chi siete.... chi siete ?

SOFIA:                Scava, Professore, scava nel tuo cervellone fatto a

                            forma di archivio.... scava nel tuo cuore a forma di

                            salvadanaio... Chi sono ? E non ti ricordi, Professore,

                            il sangue... tutto quel sangue... il sangue di Sofia

                            Malafronte e del suo bamabino !!

PROF.:                Sofia Malafronte ?....? Mio Dio ! Sofia Malafronte !

                            Voi !? Voi libera... ma io vi sapevo ricoverata al

                            Manicomio. Rinchiusa a vità perchè pazza, pazza

                            pericolosa !

SOFIA:                Pericolosa ? E per chi ? Quale crimine ho

                            commesso?... Quale potrei commettere ?.....

                            Professore, io in questa storia, sono la vittima....

                            Io ed il mio povero bambino. Ah! Ah ! [urla

                            disperatamente come presa da un

                            disperato ricordo]Ah... Aiuto....! Il mio

                            bambino....!

CAMILLA:          Professore, io chiamo i Carabinieri.....la facciamo

                            subito arrestare! Telefono ?.....

SOFIA:                Si, chiama... chiama la Forza Pubblica... fai arrestare

                            la pazza !... Può darsi, però, che qualcuno, qualche

                            Giudice magari, riapra l’inchiesta, vada a cercare i

                            perchè... ed i percome di quello che accadde !!

PROF.:                Aspetta Camilla... niente Carabinieri... non facciamo

                            scandali! Chiama, piuttosto, la Casa di Cura... che si

                            vengono a riprendere quest’ossessa !! Che mandino

                            subito un’Autoambulaza.... Anzi no....aspetta...

                            evitiamo casini inutili e rumore.... La portiamo noi

                            con la macchina....

SOFIA:                Nooo..... la dentro non torno...non prima di aver fatto

                            ciò che devo e di averti sputato in viso tutto il mio

                            disprezzo !!

PROF.:                Ma, insomma, che vuoi ? Che vuoi, maledetta.......

                           vuoi dei soldi ?...

CAMILLA:         E si capisce... vorrà dei soldi per non fare scandali.....

                            è proprio il tipo della ricattatrice.... Guè, ma con noi

                            hai fatto palla corta... qua sotto non ci piove !

PROF.:                Giusto, quà non c’è niente per una pazza come te....

                            [nel frattempo ha preparato una

                            siringa con tranquillanti soporiferi

                            e si appresta ad iniettarla]

                            Camilla... tienila ferma.... adesso la signorina qui

                            presente si calmerà.... dormirà... e si sveglierà nel

                            suo lettino di contenzione !.....

[Camilla ha immobilizzato la donna. Il Professore provvede a drogarla e subito dopo ne controlla il polso e la pupilla]

SOFIA:                Professore.... Professor Fecondati.... io sono pazza,

                            è vero, e tu sai perchè.... la colpa è tua se la mia

                            mente sragiona.... La testa ah... la testa mi duole... la

                            vista si annebbia... Professore...che mi hai fatto?

                            Ancora.... ancora hai infierito sul mio corpo....

                            Non ti è bastato il male che già mi facesti ?!?

PROF.:                E che ti feci ? Niente ! L’inchiesta giudiziaria non

                            accertò alcuna mia responsabilità.... La tua fu solo

                            una gravidanza isterica...nel tuo ventre non c’è mai

                            stato niente....niente !!

SOFIA:                Così avete fatto creder a tutti.... il mio bambino lo

                            avete fatto sparire. Prima lo avete ucciso e poi ne

                            avete nascosto il corpicino !

CAMILLA:          Ma tu sei pazza... pazza !! Il parto lo abbiamo preso

                            io, il Professore e l’anestesista... eravamo in tre e non

                            abbiamo visto il tuo bambino !! Sono tre contro uno!!

SOFIA:          [Cominciando a dare sintomi di torpore] 

                            Certo.... siete tutti complici dello stesso crimine... Il

                            mio bambino... la mia creatura....nascosta chissà

                            dove !! E non dite che ero pazza allora... Dopo, dopo

                            si che lo sono diventata per la disperazione,

                            l’angoscia, il dolore che mi ha spezzato il cuore ed

                            appassito il cervello !!

PROF.:                Ma lo vuoi capire che non c’era bessun bambino !

SOFIA:                C’era ! C’era invece..!! Era dentro di me... Per nove

                            mesi l’ho sentito dentro, che si muoveva... che tirava

                            calci con i suoi piedini, che mi carezzava il corpo e

                            l’anima con la sua presenza. Ed il cuore,..... il suo

                            cuoricino piccolo piccolo che batteva piano quando

                            ero calma, che batteva forte forte quando ero nervosa

                            ed agitata........ Nove mesi,..... seimila ore........

                            quattrocentomila minuti che ho diviso con lui.......

                            Che ha parlarto con lui...... E lui con me.......

                            Perchè i bambini piccoli piccoli parlano.... a modo

                            loro.... si fanno capire “ Mamma, non mangiare più

                            quel peperoncino che mi fa bruciare tutto !....

                            Mamma, come è buona qualle cioccolata che

                            mangiasti ieri....” Lui parlava... io ascoltavo per

                            ore.... per ore... la notte di più, perchè nel silenzio la

                            percezione è più forte.... intensa.... continua.... E voi

                            dite che il bambino non c’era... il bambino.... il mio

                            bam...bi...no.... bam....bi...no....

Sofia si assopisce adangiandosi su di una sedia. 

PROF.:                Finalmente.... finalmente tace... Non la sopportavo

                            più con tutte la sue chiacchere, la sue invenzioni....

CAMILLA:          Invenzioni ?! Questa sciagurata non ha inventato

                            niente e tu lo sai... Tu !..... fu colpa tua quello che

                            accadde!.... Arrivasti ubriaco fradicio in sala parto...

                            le mani ti tremavano... sbagliasti tutto... e noi

                            coprimmo  il tuo errore col nostro silenzio. Ti fummo

                            complici perchè ti lasciammo operare da ubriaco !!

PROF.:                Ubriaco ?! Due o tre cognac... Fu il parto che si

                            presentò difficile... Fatalità.... e poi ‘e solde ve li

                            sapeste prendere tu e l’anestesista.... il silenzio è

                            d’oro, è ovè? Comunque mo’ basta ! Questa deve

                            tornare nell’oblio del Manicomio, altro che storie....

                            Mo’, tu corri in garage a prendere la station - wagon

                            e vieni vicino al portone secondario... La portiamo in

                            Clinica... Nel frattempo, io le inietto per sicurezza

                            un’altra dose di tranquillanti e la scendo sulla sedia a

                            rotelle.... Tra dieci minuti al cancello... e non fiatare

                            con nessuno .... Và !!

CAMILLA:          Va bene [infila il cappotto, arraffa la

                             borsetta ed esce di corsa]

Il dottore si leva il camice, sceglie alcune medicine da una vetrinetta e poi si infila nello studiolo, dopo aver messo il chiavistello alla porta. E’ appena uscito quando Sofia si scuote, apre gli occhi, distende le membra, di stropiccia la faccia..

SOFIA:                Che mal di testa !.... Che bocca amara.... mi hanno

                            drogata.... Si....si....mi hanno fatto dormire... ma per

                            poco....ormai sono assuefatta alle droghe....non

                            hanno più effetto su di me....Il Professore ha deciso

                            di tapparmi la bocca....Di seppellirmi di nuovo in

                            Manicomio... E faccia pure.... Io non aspetto altro

                            che di raggiungere il mio bambino in cielo.... Già...

                            perchè lui sta in cielo di certo... Invece se era vivo....

                            chissà che faceva....Chi era...? Che cosa poteva

                            diventare ? Magari uno scienziato, forse un attore

                            di successo....un atleta...Chissà, forse Presidente

                            della Repubblica... Papa...Poteva diventare tutto

                            ed invece non è stato niente....Perchè ?! Perchè...

                            perchè il Professore, quella sera, per caso...per caso

                            ....per caso...era ubriaco e per caso, ha distrutto la

                            vita di mio figlio,...la mia... quella di chi da mio figlio

                            sarebbe nato...i suoi figli,....i suoi nipoti...Professò

                            tu hai fatto una strage !! Sei stato l’artefice dei nostri

                            destini...hai manipolato col tuo schifoso forcipe le

                            nostre vite...Professò, tu come una Parca, hai svolto

                            il filo delle nostre vite, te lo sei rigirato fischiettando

                            intorno ad un dito e poi...zac ! L’hai troncato !

                            Cù - Cù, non c’è più...niente più Sofia, niente più

                            bambino....via....via....!

Così vaneggiando, Sofia si aggira per la stanza....tocca distratTamente qualche strumento, legge delle ricette, scambia di posto alcune medicine.

SOFIA:                Il Destino....arriva uno e ti cambia il Destino....Però..

                            è divertente fare la parte del destino...Vediamo...

                            ecco quà....una cosa sta quà...?... La metto di là... !

                            I  tranquillanti... ecco, così al posto degli eccitanti...!

                            Ah...Ah... I batteri, al posto degli antibiotici...Ah...

                            Ah...I lassativi al posto degli astringenti....bene...

                            e che altro si può manipolare....?

Prende, incuriosita la cassetta frigorifera   delle provette con il seme...la apre,....ne esce un vapore freddo....poi prende due provette...legge:

SOFIA:                Si...vo...Dio...coltura del seme...Analisi di fertilità...

                            La...Rana...che nome....coltura del seme....idem

                            come sopra....

Guarda affascinata le due provette....poi si illumina !:

SOFIA:                Ecco... ecco il Destino che ritorna....il Destino

                            che oggi si chiama Sofia ! Ecco...[Stacca e scambia

                            le etichette delle provette] Fatto ! Ecco quà....si

                            compie l’opera del Fato: il piccolo Sivodio, se nasce,

                            nasce a casa di La Rana ed il figlio di La Rana, nasce

                            a casa Sivodio!!! Geniale ! Tremendo ! Uno scherzo

                            atroce del Destino....Che sarà ? Che succederà....

                            come cambieranno le vite di questi due esseri....

                            Vivranno meglio... perderanno delle cose ?...

                            Mai....non si saprà mai ! Mai...mai....mai......

                            e tutto ciè perchè una povera pazza ha scambiato le

                            provette....ed ha scambiato le loro vite !

                            Oh, Dio....come mi sento confusa....stanca....come

                            stanca decidere degli altri...fare il Destino degli altri..

                            basta ora ho bisogno di dormire....voglio riposare....

                            riposa....re.....ri...po...sa...re....!

Dolcemente Sofia si lascia scivolare si di una poltroncina e crolla nuovamente vinta dal torpore. Dopo qualche attimo rientra Fecondati, spingendo una sedia a rotelle.

PROF.:                Teh ! Sta ancora dormendo...non c’è nemmeno

                            bisogno di un’altra iniezione e nemmeno della

                            camicia di forza....questa dormirà per tutto il viaggio

                            [Solleva il povero corpo

                            abbandonato e lo adagia

                            sulla sedia a rotelle. Il corpo si

                            abbandona come una

                            marionetta senza fili] Guarda ccà...un

                            manichino senz’anima...! Una larva...una povera cosa

                            inutile...Sofia Malafronte...tu volevi far paura a me?

                            ....Tu volevi ricattare me e...come ?  Sofia....tu non

                            sei niente....conti meno di un escremento di  mosca...

                            non puoi fare niente...non puoi decidere più

                            niente...Jammucemmo !...Ti aspetta l’oblio...

                            l’oblio... il nulla ! Nessuno si ricorderà più

                            di te...non conterai più niente per nessuno....niente

                            per nessuno !!!

                            [Esce spingendo la sedia a rotelle]

CALA LA TELA

SONO PADRE, SIVODIO

II ATTO.

La scena rappresenta il salone di una casa piccolo borghese. Porta a destra che va verso un terrazzo a livello. Porta al centro che corrisponde una saletta . La comune E’ a sinistra.  La porta DI SINISTRA da’ sul corridoio e quindi alle altre stanze. L’arredamento è pacchiano e ridondante, con TROPPI mobili,  mobili falso stile inglese, mentre alle pareti si aLternano quadri moderni e stampe. Sulla porta principale, la gigantografia di un neonato, brutTulillo e con strane orecchie a sventola ! L’ambientazione è quella di una festa in corso: il battesimo del piccolo Sivodio ! La tavola è imbandita di dolci e bottiglie di spumante.

Dalla sinistra, entrano i compari Ferraro, coniugi benestanti, accompagnati dalla figlia Barbarella, una stolida ed antipatica fanciullina con trecce ed occhiali.

BARB:                Mammà, ma quant’è brutto chillu criaturo !

COMM.:             Ma che dici, Barbarè....è criature so’ tutte belle,

                            so’ comme all’ Angiulille’ !

BARB.:                Mammà, ma quali Angiulille ? Chille me pare ‘nu

                            scimpanzè... Tene l’uocchie piccoli piccoli e chelli

                            ‘recchie enormi, a sventola !

COMPARE:         Barbarè,... prima di tutto ‘e scimpanzè so’ peluse,

                            mentre ‘o guaglione è pelatiello e pò...basta...sti cose

                            nun se dicene...Pa’ cronaca se dice: quant’è

                            bellillo...!  Com’è carino ! Assomiglia al papà !

BARB.:                Ma quando mai....chillo nun c’assumiglia manco ‘nu

                            poco...’O pate pare ‘nu puorco..isso, ‘na scignetella !

COMM.:             Te vuò sta zitta o no ?! C’avessama ricurdà ‘o

                            Bettesimo del compariello ? Statte zitta e cionca

                            llà....Mangiate doje spugliatelle, và !

BARB.:                ‘E sfugliatelle nun me piaceno...so’ perute ! Me

                            mangio ‘e babbà....

COMM.:             E magnate chella che vuò tu, basta ca te staje zitta.....

                            [dopo qualche attimo, cambiano

                            tono,  VEDENDO i compari Sivodio che

                            soggiungono con il bambino in una

                            veste serica ed il parroco Don

                           Cilicio ].... Evviva !! Evviva !! Ecco che

                            sopraggiunge  il dolce ritratto della felicità...!

                            Che bella famigliola.... !!

                            Auguri.... Auguri !!

COMM.:             Auguri !.... Pe’ 100 anne ! E quant’è bello ‘stu                            

                            birbantello...’stu masculone ‘ngannaccato ....

                            Auguri!.... Auguri ! Io questo mò dicevo con mia

                            figlia....dicevo “ ‘e visto Barbarè, quant’è bello ‘o

                            cumpariello ? Una miniatura ‘e Capemonte !....

BARB.:                Si...[ingozzandosi di babbà] Si di

                            Capemente [a bassa la voce] dè... Funtanelle 

                            ‘ncoppo Capemonte !

MARIUCCIA:     Si, è bello...è ovè ? E’ un amore ! E com’è buono....

                            tranquillo...la notte succhia... dorme e succhia...

DON CILICIO:    E si vede che già da piccolo, vuol farsi Santo...

                            Guè questa creatura me la voglio crescere io, in

                            Parrocchia....Bello e Santo !

PIPPETTO:         Piano...piano don Cilì, chisto è figlio a me...e se

                            tanto da tanto, ne deve far piangere di gonnelle...

                            E po’ cu chillu uocchie....

BARB.:                 .....e cu’ chelli recchie ?!

PIPPETTO:          Cosa ?

COMM.:             Nooo, diceva la bambina... con quelle belle

                            orechiuzze ne sentirà preghiere di fanciulle! Ne

                            spezzerà di cuori !!

PIPPETTO:         Ah, beh, certo.... Pur io spezzavo, cuori, fegati,

                            pulmoni....

MARIUCCIA:     Ma che spezzavi tu ? Statti zitto, che mo’ sei padre

                            ed hai le tue responsabilità ! Altro che rubacuori....

                            Questo bimbo dovrà crescere forte, sano e col buono

                            esempio.... Dico bene, don Cilicio ?! E poi dovrà

                            studiare... Altro che ignorante come noi.... Lui dovrà

                            diventare Avvocato, Ingegnere, Dottore...che dico....

                            Professore !!

PIPPETTO:         Si, Scienziato !! A proposito ‘e scienzate, Mariù... Io

                            ho invitato al battesimo, pure il geometra La Rana

                            con la moglie.... mi è sembrato opportuno... sono

                            quasi parenti.... Ho fatto bene ?

MARIUCCIA:     E si capisce.... [ai presenti] Dovete sapere che io

                           e la Signora La Rana siamo state in cura dallo stesso

                            ginecologo, abbiamo sgravato tutte e due l’istesso

                            giorno della Clinica Sanatrix al Vomero... Pur’essa

                            ha fatto ‘o masculillo....l’ha chiamato Teodoro...

                            Commu è bellillo...na cerasa.... Ieri hanno fatto il

                            battesimo e ci hanno invitati...Oggi vengono qui da

                            noi!!

DON CILICIO:   Bravi....avete fatto bene....l’amicizia pura e

                            disinteressata è alla base d’una vita Santa ! Bravi......

                            ed il papà... che fa il papà ?

PIPPETTO:         Geometra al Catasto !! Agguazza buono ! Tene pure

                            a casa a Mondragone e dojie stanze a Rivisondoli !!

                            Nà bella amicizia...Mo ‘e vedite ‘e veni... Ma pe’

                            tramento.... Jamme, accomodatevi....mangiate...

                            bevite... accomodatevi al buffet ! Magnate alla salute

                            e chistu bellu masculone ‘e papà... Sono padre,

                            Sivodio !! Capita ‘a battuta ?!

[Tutti si accostano gioiosamente al buffet, si mangia, si parlotta, come in ogni festiNo battesimale, dopo poco, un campanello dall’esterno] DRIN.....DRIN!.....

MILLY:              I signori La Rana... Patre, matre ‘e criaturo !!

 ENTRA LA FAMIGLIA LA RANA

PIPPETTO:         Guè, geometra bellissimo... che piacere... avanti,

                            avanti accomodatevi....!

MARIUCCIA:     Signori.... vi presento i coniugi La Rana e

                            figliolanza... [Introduce e presenta agli

                            ospiti]...Il Compare e la Commara Ferraro...

                            pensionati delle Poste.... Don Cilicio Mazzella, della

                            Parrocchia del Cuore di Gesù quà dietro...

                            Barbarella, la cummarella.... va a scuola...sa leggere

                            e scrivere e fa pure a brake dance ! Rosina....a

                            cammarera....è ‘a figlia da guardaporta.... però ‘a

                            chiamammo Milly perchè fa più chic !!

CORRADO:        Piacere....lietissimo....ben fortunato [Saluta tutti ]

                            Siamo passati solo un attimo per far gli auguri di

                            felicità al piccolo Sivodio !

DOROTEA:        Gli abbiamo portato una tutina celeste “Robe de

                            Kappa ”.... l’abbiamo presa da “ Siola ”....a Chiaia....

MARIUCCIA:     E’ un amore....grazie...com’è bella....non              

                            dovevate.... ma prego .... accomodatevi...

                            scommogliatevi....datece ‘e trench ‘a cammarera.....

                            fa parte d’ò servizio....

BARB.:                [Alla madre sottovoce] Servizio e

                            coperto....tutto compreso....!

COMM.:             (dandole un pizzicotto) Zitta !... (Alla La

                            rana) Ebbene, Signora......Mariuccia ci diceva

                            della vostra amicizia...dei vostri trascorsi.... vi siete

                            conosciute durante la gestazione !.....

DOROTEA:         Si....abbiamo subito lo stesso calvario per avere

                            questi angioletti....Cure...analisi.... prelievi...non

                            vi dico... quante pene....sofferenze.... Ma, infine, ne

                            valeva la pena !! Il bambino mi ha reso madre felice

                            ed appagata...ed anche mio marito...

CORRADO:        E’ vero... dice bene la mia signora....Anch’io, dopo

                            la nascita di Teodoro, mi sento un altro... Ero una

                            radice secca... ora sono un oleandro in fiore !!

                            Emano forza.....forza...e virilità !! So’ diventato nà

                            furia....nà furia...è vero, Dorotè ? Nà Furia !

BARB.:                Furia....cavallo del West ! Ma che sagoma !

COMM.:             Zitta !  .... Benedica... cù salute ! E’ figlie so’ grazia

                            di Dio... provvidenza... Anche per noi fu così....

                            Barbarella ‘a vedite?.. nata per noi in tarda età, è

                            stata l’elisir di lunga vita... ci ha rigiovaniti..... ci ha

                            allungato la vita !!!

COMPARE:         (Sottovoce) si...e c’è l’ha resa un’inferno !!

                            Nuje steveme accussì belle !! [La moglie lo

                             fulmina con  un’occhiataccia]

PIPPETTO:          [Prendendo dei bicchieri di spumante]

                            Sù...sù... brindiamo....brindiamo tutti insieme alla

                            nascità dei nostri eredi....al mio Pasqualino ed al

                            vostro Teodoro...le nostre gioie....i nostri pupatielli !!

DON CILICIO:   ....Si....Brindiamo a queste due belle creature.... nate

                            da  brave famiglie cristiane e, per ciò, già dedicate 

                            a Nostro Signore....Io levo il calice e brindo a

                            Pasqualino ed a Teodoro....piccoli e valorosi

                            soldatini dell’esercito di Gesù Cristo... Evviva....

                            Evviva i vostri bimbi....Evviva nostro

                            Signore...Evviva la Madonna di Portosalvo !!

TUTTI:                EVVIVA.....EVVIVA !!

BARB.:                (Sottovoce) Ma che ce trase a Madonna ?

                             [calcetto della madre] Haia...!!

PIPPETTO:          Che belle parole....Evviva....Auguri !!

TUTTI:                 Auguri... “ Evviva ” “ Pe’ ciento anne ” !

                             “ Felicità e Provvidenza !! ”

MARIUCCIA:     [Dopo aver bevuto, al centro scena

                            insieme a Dorotea  con i bimbi  tra le

                            braccia]

                            “ Dorotea....mi devi credere... io con questo creatura

                            sono rinata.... A’ notte me sceto, tre, quatto, cinche

                            vote po' fà succhià... Pure quando nun serve, io me

                            sceto sulo pè mo’ guardà.... Io me ‘ncanto a vederlo

                            durmì... E po' quando m’addormo...mo’ sonno !...

                            Io so’ asciuta pazza pe stu pezzullo ‘e core !!

DOROTEA:        A chi lo dici, cara Mariuccia.... E’ un miracolo....un

                            miracolo che il Signore ci ha fatto... Io ero come

                            appassita... come  morta... Mio marito manco mi

                            guardava... Anzi mi guardava... ma con aria schifata

                            come per dire.... “ Tu nun sierve...Manco ‘nu figlio

                            sai fà !! ” Adesso invece... mi coccola.... mi riempe

                            di attenzioni... A me e al piccolino... Per Teodoro,

                            poi è addirittura  impazzito... Pensa, ogni sera gli

                            porta un dono... Nà sera l’orsachiotto... nà sera ‘a

                            macchinetta... ‘a stanza do’ guaglione è diventata

                            l’Edenlandia !! Insomma...in casa nostra è entrata la

                            felicità !!

MARIUCCIA:     Pure da noi.... che gioia... e che preoccupazioni

                            all’istesso tempo.... Basta nà tussella,... na linea ‘e

                            frevicciola... nu’ strillo cchiù forte... e nun se campe

                            cchiù.... Chiamma ‘o Duttore... No, voglio ‘o

                            Prufessore! ... Sarà varicella ?! Terrà ‘a brunchite !?

                            Maronna, e si fosse meningite ?!!

DOROTEA:        E vero...è proprio così... Pure noi a volte campiamo

                            di palpiti.... Pensa un po' che da qualche settimana ci

                            siamo accorti che il bambino ha una strana

                            caratteristica... guarda...il nasino rosso rosso...

                            sembra una cilegina.... Abbiamo chiamato il medico

                            internista, il dermatologo... Niente... non ci

                            capiscono  niente... E’ freddezza, dice uno... no,

                            sono i capillari fragili dice l’altro... passa con l’età,

                            dice un terzo.... Insomma non sappiamo che

                            pensare....

MARIUCCIA:     Ma no... è cosa ‘e niente.... ‘e ‘stu problema nce

                            soffre  pure Pippetto mio... è, come dire,... na cosa ‘e

                            discendenza.... se passa di padre in figlio... !

                            O nonno suojo beveva, ‘o pate beveva, isso beve

                            assaje vino,... però nun è grave...anzi è segno ‘e

                            salute.... A me me piace pure... Nun te proccupà....

                            è ‘o vino....

DOROTEA:        ‘O vino a ‘nu criaturo ? Sarà, ma chillo mio marito è

                            astemio.... Mah... Speriamo che passi presto....

                            Piuttosto, che bella cuffietta di trine che ha il tuo

                            Pasqualino... Pare antica, è vero ? Ce la metti per

                            tradizione ?

MARIUCCIA:     Si.... no.... sai com’è ? No... è .... che.... capisci...

                            Insomma, Dorotè, io ci ‘a metto, pecchè...pecchè....

                            insomma....perchè ‘o piccerillo.... tene ‘e recchie nu’

                            poco .... a sventola.... !!  Guarda...

DOROTEA:         Caspita ! Notevoli !! Che simpatiche ... E tu sei 

                            preoccupata per questa sciocchezza ?.... Ma dai...

                            A parte che con un piccolo intervento di plastica

                            si eliminano..., con l’età le orecchie a sventola sono

                            un segno di distinzione... di personalità... Guarda mio

                            marito.... Sembra Dumbo.... eppure a me piace così...

                            è bello, è ovè ?

DON CILICIO:   Guè, belle signore...ma che fate... vi siete isolate...

                            ci volete negare il piacere “sacrosanto ” di goderci

                            questi due Angioletti ??!

PIPPETTO:         Don Cilì, quando mai... quelle le mamme ci godono

                            a parlare de’ criature... se guardano, se pesano, ‘e

                            cunfrontano... me parere doje piccerelle ca

                            giocano cu ‘e bambulelle... “ A mia nun vò mangià..”

                            “ A toja tene ‘a zella ”... Proprio comme se

                            giocassero ‘a cucenella......

DON CILICIO:   Che carine... che scenetta idilliaca.. Al mondo non

                            c’è cosa più tenera di una mamma col pargolo tra le

                            braccia... non è vero geometra ?

CORRADO:        E’ vero... pure mia moglie... co’ guaglione

                            mbraccio... pare bella.....

DOROTEA:        Cosa ? E perche’ senza guaglione ....?

CORRADO:        Che centra.... senza bimbo, sei un essere umano con

                            tutti i difetti ed i limiti della specie... Col bimbo, sei

                            invece, femmina, progenitrice, statua della fertilità,

                            madreterra....

COMPARE:         Che belle parole... il geometra è un poeta, non è vero

                            Sisina ?... Anch’io da giovane scrivevo qualche

                            verso... brevi poesie... madrigali per mia moglie,

                            versi in libertà...

MARIUCCIA:     Uh, davvero... Cumpà,... e fateci sentì qualche cosa..

DOROTEA:         Si, si.... na poesia d’amore... suvvià !...

                                                    [Tutti insistono]

COMPARE:        Ma no... quando mai... io nun me ricordo niente.....

                            so cose ‘e gioventù.... follie ‘e giuvinotto

                            nammurato....

COMM.:             E’ vero.... mo invece si diventato nu’ cummò co’

                            specchio.... Ato ca’ poesia... Si pesante... pesante e

                            rompiscatole !!

COMPARE:         Ma che dici ? Comunque,... se proprio insistete....

                            due  versi, per buono augurio a sti piccerille...

                            Dunque... Allora... Questa la scrissi tredici anni fa,

                            pè mia figlia Barbarella... quanti sogni... quante

                            speranze... Mah !! Dunque...

“ PUPATELLA ‘E PAPA’ ”

                                    E’ arrivata a primmavera

                                    ‘na Pupata dint’a casa,  

                                    tene a faccia e ‘na cerasa,

                                    tene ‘ ricce ‘e  seta nera.

                                    ‘Nu prufummo ‘e fraulella

                                    è trasuto ‘nzieme a essa,

                                    metr’ addore ‘e gesummino,

                                    esce fore d’a vucchella.

                                    Chesta bambula ‘e Bisquit

                                    pare ‘o sole quanno ride,

                                    si po' chiagne, se fa scuro

                                    e stu core fa sperì.

                                    E si a vote se sturzella,

                                    sape già ca vence o’ punto,

                                    si vo’ latte o cerca vase,

                                    ce cuffea cu na mussella.

                                    Mamma soja già s’à fa bella,

                                    se l’acconcia.... l’appripara...

                                    pare quase ‘na nennella

                                    ca se veste ‘a bambulella.

                                    Quand’envece nun se stà,

                                    pe’  ‘na  freva o ‘na tussella,

                                    m’à cunsegna ed io cammino

                                    tutt’a notte pa’ calmà.

                                    Io ‘nu poco stò nquartato,

                                    po', l’addormo dint’è braccia,

                                    e abbracciato ‘nzieme a essa

                                    songo ‘o meglio nammurato !

TUTTI:                Bravo.... Bene... Che bei versi !.... Complimenti !

DON CILICIO:   E bravo, il Compare... Avete scritto e declamato

                            versi pieni di sentimento e di amore paterno !

BARB.:                E voi che ne sapete di paternità ? [La commara

                            fulmina la figlia con lo sguardo]

DON CILICIO:    Che ne so ? [Visibilmente stizzito]... Che ne

                            so ?!E perchè i fedeli non sono tutti figli miei ?... Io

                            sono il padre spirituale della Parrocchia e dei

                            Parrocchiani, non è vero ?!.... Comunque,... scusate

                            ma adesso devo andare perchè si è fatto tardi...

                            Tengo la messa serale e si faccio tarde le mie

                            figliarelle settanta/ottanta anne si preoccupano...

                            Beh... Ancora auguri e complimenti...

                            [Ai due bambini]...  vuje....dduje,

                            criscite dint’ò bene, ca benedizione d’ò Padre, d’ò

                            Figluolo e d’ò Spiritu Santo !!

LE DONNE:        Ammen !!

MARIUCCIA:     Don Cilì, grazie della presenza e della benedizione

                            speciale alle creature... Cca sta ‘a bomboniera......

                            Ci vediamo Domenica, alla Santa Messa....

DON CILICIO:   Con la grazia di Dio!.... Permettete ....

COMPARE:        Un momento... don Cilicio...ce ne scendiamo pure

                            noi... vi accompagniamo sino alla Parrocchia... così

                            passeggiando, vi declamo qualche altra poesia mia....

DON CILICIO:    Nooo... lasciate stare....

COMPARE:         Per carità... è un piacere... Jamme Sisina !...

                             Barbarè... Saluta....’e cumparielle !....

CONVENEVOLI... SALUTI DI COMMIATO COME D’USO... AUGURI...

COMPARE:       [Prendendo sotto il braccio il prete]

                            Dunque... proprio l’altro ieri scrissi questi pochi

                            versi... Un Poemetto sul Celibato e la Castità... 82

                            quartine a rima sciolta .....

DON CILICIO:   .....Lasciate stare.....

                                   [ESCONO TRA SALUTI ED ARRIVEDERCI]

CORRADO:        .... Che persone simpatiche...!

 PIPPETTO:         Si, non c’è male... So’ brava gente... Sulo ‘o

                            Cumpare è ‘nu poco pesante... isso e chelli poesie...

                            Cierti vote  abboffa proprio.....

MARIUCCIA:     Ma che dici.... quando mai... è un uomo così caro e

                            sensibile!!

CAMERIERA:    [Entrando un po' scossa] Signò.... Signò....

                            cca fore nce sta na femmena dint’à saletta... S’è

                            ‘mpezzata quando so’ asciute ‘e Cumpare... Ha

                            cercato ‘e vuje... Sta tutta agitata... tremma...  se

                            sturzella .... Me pare nu poco fore ‘e cervella ....

PIPPETTO:         Ma chi è.....? Che vò ?... Ce addimandato che vo ?!?

CAMERIERA:    E comme ! Ma essa diceva sulo ...“Faciteme trasì...

                            è cose ‘e vita ‘o morte... Devo parlare con la Signora

                            Sivodio... E’ urgente....” Io me so mise ‘nu poco

                            appaura....

[DALLA COMUNE, D’IMPETO ENTRA SOFIA MALAFRONTE: E’ AGITATISSIMA, TREMA, SUDA. E’ ABBIGLIATA CON APPROSSIMAZIONE: HA UN SOPRABITO SULLA CAMICIA DA NOTTE, CALZA PANTOFOLE, HA TRA LE MANI ALCUNE BUSTE DI PLASTICA PIENE DI CIANFRUSAGLIE ED UN OMBRELLO SOTTO IL BRACCIO].

SOFIA:                Permettete.... Scusate l’intrusione.... permettete...

                            Perdonatemi.....

PIPPETTO:         Signò... Dite ! Che stato ?

SOFIA:                Scusate Signor Sivodio se piombo così... in casa

                            vostra... senza essermi annunciata.... Ma la cosa è

                            grave.... gravissima... Non badiamo alle formalità....

PIPPETTO:         E non ci badiamo.... però diteci chi site....che vulite...

                            Nun me pare ca nce simme già conosciute...

                            Comunque, chisto num me pare ‘o modo ‘e trasi

                            dint’à na casa.... perbene...onorata...

MARIUCCIA:     Pippè, e nu poco e maniera... Signora, scusate a mio

                            marito... è uomo, ... nun tene garbatezza... Prego

                            accomodatevi... assettateve... vuie state tutta

                            sudata... Vulite vevere ?... Rusì [indicando alla

                            Cameriera di portare da bere] Porta ‘nu poco

                            d’acqua !!

SOFIA:                No... non vi disturbate... non voglio nulla... solo una

                            sedia... Stò senza forze... sono due ore che corro a

                            perdifiato... Tutti mi inseguivano... le sirene......

                            gli ululati....

CORRADO:        Signora.... come sarebbe vi inseguivano ?... Vi hanno

                            aggredita ?.... Scippata ?... E chi è che ululava ?...

SOFIA:                ‘E cane ‘e Don Liborio...’o Custode d’à Casa....

DOROTEA:         Don Liborio? Signò... voi siete un poco agitata...

                            vulite 20 gocce ‘e Valeriana... io è tengo sempre

                            appresso per mezzo della Criatura... no non per lui...

                            per me... quando non mi fa dormire la notte...

                            [Il marito le da un’occhiataccia]

 SOFIA:               No... Grazie... La Valeriana non serve per le mie

                            condizioni... comunque... grazie ancora... ora sto

                            bene... sono calma... mi sono ripresa.... abbiate

                            ancora pazienza e perdonatemi della maniera in cui

                            mi sono introdotta... ma la gravità della cosa lo

                            imponeva... d’altra parte, solo stamane ho rotto i

                            legacci !

CORRADO:        Signora, scusate, ma più volte avete menzionato che

                            è cosa grave... Di certo sarà anche delicata e

                            riservata per i Signori Sivodio... Perciò a questo

                            punto io e mia moglie ci congediamo...

PIPPETTO:         Addò jate ?.... e me vulisseve lascià sulo cu chesta...

                            chesta Signora... po’ essere ca’ servite pure vuje....

SOFIA:                Appunto !! La cosa che si tratta riguarda anche voi,

                            signor La Rana... D’altra parte sapevo che stavate

                            qui... ho telefonato a casa vostra e mi hanno detto

                            che stavate al Battesimo del piccolo Sivodio......

                            Meglio! Quattro piccioni co’ una fava !!

PIPPETTO:         Signò, ma quali piccioni... quali fave mastecate ?

                            Mo’ vi dovete spiegare.... che c’azzeccano i Signori

                            La Rana con noi... E’ vero, siamo amici... ma se è

                            cosa delicata, riservata, di famiglia, è meglio la

                            solitudine !!

SOFIA:                No.... in questo caso devono restare... Sivodio e La

                            Rana: Il destino vi ha unito per sempre !... Il

                            miscuglio scellerato si compì... la catena di bronzo si

                            chiuse con l’anello di rame ! Capite ?? E’ chiaro

                            l’arcano ?!

PIPPETTO:         Manco nu poco... ! [A ROSINA] A te ... vattene

                            dint’à cucina... e ricorda... [SOTTOVOCE] In caso

                            di pericolo: 113 ! Si siente alluccà,... mazzate e

                            violenza, sanghe..., pazzarie... Fai subito il 113.....

                            Pronto Intervento... va, curre !!

ROSINA:             Permettete !.......                              [ESCE]

MARIUCCIA:     Signora... adesso vi dovete spiegare... innanzitutto

                            chi siete... come ci conoscete....

SOFIA:                E troppo giusto... Io sono Sofia, Sofia Malafronte... e

                            non mi dite piacere di conoscervi.... perchè quando

                            saprete, non sarà un piacere  l’avermi incontrata...

                            Ah, se non fossi mai nata... me maledetta !

                            (SI SCHIAFFEGGIA ) Maledetta.... Maledetta !!

DOROTEA: [TRATTENENDOLA E ABBRACCIANDOLA]

                            Signora, per carità, calmatevi voi vi fate del male....

                            Su.... calma... ecco... così... un poco d’acqua.... va

                            meglio... si ? Ed ora volete spiegare tutto... su...

SOFIA:             Si... è l’ora... è il tempo è [ SI ALZA IN PIEDI IN POSA IERATICA L’INDICE TESO IN ALTO..... GLI ALTRI SONO IMPRESSIONATI ED AMMUTOLITI] .... Fecondati !... Ricordate...

                            il prof. Fecondati Arturo?... che l’inferno l’inghiotta

                            e ne maceri la carcassa !!!

PIPPETTO:         Mamma d’ò Carmene !!

MARIUCCIA:     Fecondati ? Ma chi il Dottore che ci curò nella

                            gravidanza dei bambini ? E che ce trase ? Uh,

                            Madonna !....

SOFIA:                (ANCORA) Si, me mann’isso !! Dall’inferno mi

                            manda a reclamare i crediti delle vite che profanò !

                            Maledetto.... Maledetto!! Ah... ma io sono fuggita...

                            ho spezzato le catene che mi tenevano inchiodata a

                            quel letto... ho sciolto i legacci... e sono tornata da

                            quel mondo di silenzi, per parlare..., per svelare a voi

                            infelici , la putrescente ignominia di quel mostro e...

                            mia !!

PIPPETTO:         [A ROSINA CHE SI AFFACCIA ALLA

                            PORTA FA SEGNO: 113 !...]

SOFIA:                Il dottore.... Il Professore Fecondati... il Mago della

                            fertilità... l’uomo che dà vita ai corpi sterili... l’idolo

                            delle mamme felici... dei papà gongolanti.... Lui...

                            Lui è un mostro... ed io... sono il suo povero

                            strumento !! La Dannazione... La Dannazione per lui

                            e per me !!

PIPPETTO:         Mamma do’ Carmene !

SOFIA:                Silenzio ! Signori... ascoltatemi bene: ... Io sono

                            pazza !!!

PIPPETTO:         Nooo.... quando mai... ! [FA SEGNO A ROSINA DI

                            RITELEFONARE AL 113] Rusì...! Rusì.....!

SOFIA:                Silenzio ! Dunque... io sono Pazza... Ma non da

                            sempre ... non nacqui menomata...no ! Impazziì  per

                            le sventure, per le atrocità che la vita mi volle

                            riservare... Eppure da giovane ero bella.... bellissima!

                            Che sia maledetta pure la bellezza...! meglio brutta....

                            insignificante, perchè la brutta quando ha accettato la

                            sua condizione si da pace, si rincantuccia nel fondo

                            della vita, si isola, si imbozzola e parecchie sventure

                            le scansa. Ma io no... io ero bella... io quando

                            passavo... si fermava il traffico... “ Sofia sei

                            stupenda! ” “ Sofia, mi fai morire !” Quante belle

                            parole mi dicevano gli uomini... e quanti trucchi per

                            raggiungere il loro lurido scopo di godere del mio

                            corpo... Che schifo... Che schifo... Tiè... Tiè..[SI

                            SCHIAFEGGIA]

SOFIA E DOROTEA: Signora Sofia....no [LA CALMANO BLOCCANDOLE DOLCEMENTE LE MANI ]

SOFIA:                Il primo fu un attore dei fotoromanzi... Bello e

                            completamente cretino.... Appena seppe che ero

                            incinta...., se la squagliò a Milano... E fu il primo

                            dolore... Il bambino lo persi quando ero di sei mesi..,

                            una caduta.... Secondo dolore...! Poi, per riprendermi

                            un po' mi misi a lavorare in una Discoteca di

                            Posilippo... Ballavo sul cubo.... “ Sei bella ” mi

                            dicevano ....e io ballavo... “ Spogliati ” e io mi

                            spogliavo... “ Fai la carina con me ” ed io facevo la

                            carina... Perchè ?.... Perchè mi volevo umiliare....

                            distruggere... Volevo pagare per quella vita che non

                            avevo saputo proteggere... Poi rimasi incinta di

                            nuovo... Di chi... e che ne so... e che me ne

                            importava... Quel bambino era mio ... solo mio... era

                            la mia catarsi... la purificazione... se nasceva... io

                            rinascevo con lui... Basta Discoteca, basta

                            cocaina...!!  Basta uomini... ero solo una mamma !!

MARIUCCIA:     Povera Signora, quanto dovete aver sofferto

CORRADO:        Ma la famiglia vostra ? Vostro padre...? nessuno vi

                            aiutò...

SOFIA:                Nessuno.... Ignoranza... Pregiudizi.... Mah..! Non

                            importa....  A me bastava solo il bambino... E fu

                            allora che per dare al mio bambino la certezza di

                            nascere bene mi affidai al Dottore... al Professor....

                            Fecondati. Maledetto ! Che sia Maledetto ! Mesi di

                            cure.... analisi... prove... “Tutto bene Signora -

                            diceva lui - Il bambino è sanissimo, guardi

                            l’ecografia... guardi qui ... è un maschietto...

                            complimenti !” Ed io gioivo tra me.... io poi

                            ci parlavo col mio bambino.... Gabriele.....

                            lo chiamavo così.... come l’Arcangelo.... perchè

                            doveva essere bello e buono.... Gabriele.... Aspettavo

                            il parto come un miracolo.... una grazia.... e invece....

                            Ahh.... Ahh... [LANCIA UN ALTISSIMO URLO]

                            Ahh... !!

MARIUCCIA:     Calmatevi, signò.... vi prego... calmatevi... E allora?

SOFIA:                Si, mi calmo... Sto buona... Ecco... Il parto.... il

                            giorno... la sera del parto, lui... il Dottore Fecondati

                            era al Night.... Ubriaco fradicio... Quando lo

                            portarono in Clinica non capiva niente... una larva....

                            Nessuno lo fermò... Ricordo solo il forcipe che

                            scavava, strappava, lacerava... Quando rinvenni... mi

                            dissero che il bambino non c’era....me l’ero sognato !

                            Gravidanza isterica ! Capite ? Gravidanza isterica !!                     

                            Maledetti.... Maledetto !!

CORRADO:        E’ terribile, signora... ci avete accapponato la pelle....

                            siamo tutti commossi per il vostro dramma...

                            veramente... E vi siamo solidali.... Ma, al di là di

                            questo, adesso noi cosa possiamo fare per voi ? In

                            che modo siamo coinvolti col vostro dolore ??

DOROTEA:        Si... in che modo ? Al di là del fatto che ci ha curato

                            lo stesso medico... Cosa ci lega ?

SOFIA:                Cosa vi lega? Tutto.... Il Destino ci lega... o meglio la

                            mia follia... perchè io, dopo la perdita del bambino

                            impazzii... Si ero impazzita di dolore... di

                            disperazione, di collera... di solitudine... e nella follia

                            cercavo la vendetta contro l’assasino.... lo volevo

                            colpire nella sua alta professionalità... nella sua

                            vanità di dispensatore di vita... di grande creatore di

                            gioia a pagamento.... e allora...

TUTTI :               E allora ?...

SOFIA:                E allora... vi ricordate il giorno dell’ultima visita

                            ostetrica... la prova del seme ? Le provette ?

                            Ebbene...

TUTTI:                Ebbene ?!?!

SOFIA:                Ebbene, io.... Sofia Malafronte... io la pazza... io la

                            vittima della sorte... io mi sono sostituita al Fato ed

                            ho......

TUTTI:                Ed ha ?!?

SOFIA:                Ho scambiato le provette del seme !

MARIUCCIA:     Che vuol dire ?!?

SOFIA:                Che il figlio di Sivodio è di La Rana e viceversa !!

MARIUCCIA:     Assassina!.... Ah....! [SVIENE]

PIPPETTO:         Carogna... io t’accido !!

CORRADO:        [TRATTENENDO PIPPETTO] Hai scambiato le

                            provette ?! Disgraziata !!... In galera... in galera devi

                            andare... Schifosa !... Puttana.. !! Il manicomio

                            criminale a vita...! Solo morta devi uscire di lì !

SOFIA:                E’ giusto: devo pagare il male che ho fatto e sono

                            qui per questo... Perciò, se mi uccidete subito fate

                            giustizia ed io mi libero di questo atroce rimorso.

                            Avanti... acciditeme... ittateme abbascio... io so

                            pronta ! Accediteme !

[AL TRAMBUSTO E’ ACCORSA LA CAMERIERA CHE SI ADOPERA VICINO A MARIUCCIA ] :

                           Signurì, aggio chiammato ‘o 113... Stanno arrivanno !

PIPPETTO:         Si, però doppo che aggio levato a copp’a terra, sta

                            carogna ! [SI PRECIPITA SU SOFIA, CERCANDO

                            DI STROZZARLA TRATTENUTO DA ROSINA E

                            DOROTEA] ‘O destino... ‘o destino,.... e tu,

                            grandissima schifosa... fai ‘o Destino co’ figlio mio...

                            Co’ sanghe mio... faje ‘o juoco de tre carte cu ‘a

                            criatura mia. Ma io t’aggia accidere !!

CORRADO:        Il mio bambino... il mio bambino... nun’è figlio a me!

DOROTEA:        Teodoro... Teodoro mio... io so’ ‘a mamma toje... ma

                            papà nun è cchiù papà !!

MARIUCCIA:     Pippè... Pippè... ! Lassala stà...! nun l’accidere si no’

                            tu vaije ‘ngalera e tuo figlio resta senza pate !

PIPPETTO:         Nun me ne importa.... Anzi no... ‘o tene ‘o pate ! ...

                            nce sta Corrado... mio figlio è figlio a La Rana!

                            Maronna .... che casino !

SIRENE DELLA POLIZIA CHE SI AVVICINANO. IL TRAMBUSTO CONTINUA. A SOGGETTO. DOPO POCHI SECONDI ENTRA IL BRIGADIERE CON UN AIUTANTE.

BRIG.:                Che succede qui ? Ci hanno telefonato avvisando ca

                            steve succedenno n’acciso e ‘nu impiso... Addò

                            sta l’assassino ? Chi è ferito ? Guè... a vuje..... che è

                            succieso ...? In nome della legge... rispondete...!

                            Che è succieso ?!?

PIPPETTO:         Che è succieso ?!... Niente!.. non è successo niente....

                            stavamo festeggiando ‘o Battesimo de’ Criature...

                            cose ‘e famiglia... ? E’ overo, Corrà....?

 

BRIG.:                Ma che siete usciti pazzi tutti quanti. Stavate

                            festeggiando e chiamate la Questura. Ne, ma a chi

                            vulite fa fesso ?!

CORRADO:        Per amor di Dio... quando mai... E non ci saremmo

                            permessi .... e stata sta signora che... ‘e criature.... ‘o

                            scambio...........!

BRIG.:                Ha scambiato ‘e criature...... ma che state

                            ammaccanno?!?

MARIUCCIA [FULMINANDO CORRADO CON LO SGUARDO E SCAMBIANDO OCCHIATE E GESTI MINIMI CON I PRESENTI]

                            Nooo... che avete capito... La signora qui ha

                            scambiato il pannolino al bambino e l’ha sgraffiato...

                            Avete capito ?! Io mi sono innervosita perchè ha

                            sgraffiato al bambino... il mio bambino... questo

                            qua... Pasqualino... Pecchè Pasqualino è mio... mio e

                            di mio marito Pippetto... Io l’aggio partorito... che

                            me importa do’ seme... ‘a pianta... E giusto

                            Dorotè!?!?

DOROTEA: [DOPO QUALCHE ATTIMO DI PROFONDA E DRAMMATICA RIFLESSIONE, UNISCE IL MARITO, ED IL FIGLIOLETTO IN UN ABBRACCIO]

                            E’ giusto così Mariuccia!!.... E’ giusto pure per me...

                            Corrà,... ‘e nuttate noste l’avimmo fatte vicino a

                            Teodoro... Tu ‘o vuò bene cchiù da vita toia... è ovè?

                            Corrà ?!? Rispunne !!!

CORRADO [ASSENTISCE ABBRACIANDOLA] Si.... !

BRIG.:                Guè,... ma vuie me parite ‘nu manicomio... ‘O

                            pannolino... ‘e nuttate...cca ce sta quacchucosa pe’

                            sotto... Basta, parlate... Chè succieso? Che

                            succieso...?

PIPPETTO:         Ve l’ho detto.... Brigadiè... Vi avete scomodato

                            inutilmente !... Nun è succieso niente... E’ stata cosa

                            ‘e niente.... cosa ‘e niente !!

TUTTI RESTANO IMMOBILI  ED IMPIETRITI DALLA SITUAZIONE TRAGICA, OGNUNO INCHIODATO AL PROPRIO DOLORE.

CALA LA TELA

III ° ATTO

La scena rappresenta il salotto a casa Sivodio - come nel II atto - La scena è in penombra. Tutto è immoto e silente. C’è un’aria di stantio ed abbandono, ragnatele  e cose degradate un po' dovunque.

Sono passati 20 anni dalla scena precedente un faro ad occhio di bue illumina con la sua luce azzurrastra ed irreale il seguente quadro: al centro scena, un divano sul quale sono sedute Dorotea La Rana e Mariuccia Sivodio. Al tavolo sulla sinistra, seduti, il Brigadiere nappa e Corrado La Rana. Tutti i personaggi sono naturalmente molto invecchiati per il tempo trascorso e, soprattutto, per i dispiaceri e le delusioni della vita.

BRIG.:                E così, quella sera non era successo niente... una

                            chiamata inutile per la Questura... [IMITANDO LE

                             VOCI DI QUELLA SERA] “ Brigadiè.., nun è

                            succieso niente... p’ammore e’ Dio... è cosa ‘e

                            niente....” tenevate questo poco in corpo !...

MARIUCCIA:     E che vi potevamo dire, Brigadiere ?... Mettite in

                            galera a sfurtuna... arrestate ‘a ciorte maligna che ha

                            arruvinata ‘a vita e ddoje famiglie....

BRIG.:                Certo, vi capisco... però, spiegando tutto allora

                            almeno si sarebbe arrestata l’autrice del misfatto e

                            forse chissà..... le cose potevano cambiare...

CORRADO:        Arrestare Sofia ?... Quella povera pazza... e che cosa

                            sarebbe cambiato... lei non agì con cattiveria

                            criminale, ma con la disperazione della madre

                            umiliata e privata di quanto aveva di più caro... era

                            già distrutta dal rimorso....

DOROTEA:        E poi... la nostra scelta, allora fu istintiva...

                            passionale...  dettata dall’amore che ciascuno di noi

                            andava già provando per quei bambini che da più di

                            tre mesi chiamavano figli...

MARIUCCIA:     Figli...?! E pecchè... che cos’erano... I padri erano

                            stati scambiati dalla pazzia di Sofia... ma ‘e mamme

                            eravamo noi... Pasqualino era figlio a me... Teodoro

                            [A DOROTEA] figlio a te !!

BRIG.:                E vero... però, chissà... crescendo ciascuno accanto al

                            suo vero padre... forse... avrebbero avuto un’esito...

                            un destino differente .... Teodoro per esempio.....

CORRADO:        Per esempio... che cosa? Teodoro sta in galera ed è

                            giusto che ci stia... uso e spaccio di stupefacenti ....

                            .... fuori alle scuole medie !!.... ! Nu criminale...!

                            No.... No ! ‘Nu figlio mio nun avrebbe mai fatto

                            chesta fine....!

DOROTEA:         Sei cattivo ! Cattivo e stupido... ed io c’ho messo

                            tant’anni per rendermene conto... Teodoro un

                            un criminale ?!? Chillo è stato sempre un bambino

                            modello... buono... rispettoso... studioso... A scuola

                            sempre il primo... ‘A borsa ‘e studio... ‘O viaggio

                            premio... Una gioia per me.... una soddisfazione....

CORRADO:        Per te... per te... si... per me, invece, un tormento

                            quotidiano... una tortura che è durata venti

                            anni.... giorno dopo giorno... E si, brigadiè... una

                            tortura... Ma voi ci pensate ? “ Teodoro ha vinto ‘a

                            borsa ‘e studio ! “ Bravo ! Bravo ‘o figlio d’ò

                            geometra....” Tutto suo padre !” “ Che cervellone !”

                            “ 30 e lode all’esame di Idraulica ” “ Che genio !”

                            “ Geometra La Rana, Complimenti... che figlio !”

                            Figlio.... ! Figlio ??? Figlio di Giuseppe Sivodio....

                            altro che mio...

BRIG.:                Si, però voi l’avete cresciuto... grazie alla vostra

                            educazione stava crescendo così bene... Poi si è

                            deviato all’improvviso..!

DOROTEA:        No... non all’improvviso.... bambino mio... Tutto

                            cominciò quando capì di essere figlio di Pippetto

                            e non suo.... La somiglianza fisica e caratteriale era

                            inequivocabile... e poi Pippetto.... sempre d’intorno

                            a viziarlo a coprirlo d’affetto.... Il ragazzo fece due

                            più due.... d’altra parte è intelligentissimo... E da

                            quando capì non ebbe più pace... Si divorò per l’

                            umiliazione.. si tormentò... e poi si lasciò andare

                            Prima gli spinelli... poi l’eroina... poi lo spaccio...

                            una china senza fondo... ed ora la galera ! [PIANGE

                            DISPERATA ABBRACCIANDO MARIUCCIA]

MARIUCCIA:      E Pasqualino ?... era una perla...’na perla rara di

                            figlio... Dint’o negozio da mattina ‘a sera a spiccià...

                            a vendere... a mattina ambressa al mercato.... ‘a sera

                            a fa ‘e cunte... Nu gioiello ! Po’... da quando

                            Teodoro l’ha ditto ‘a virità... E’ crollato !! Un altro,...

                            è diventato un altro... Scontroso... arrogante...

                            cattivo... Fino a che ‘o mese passato... ha cumbinato

                            l’ultima fesseria !....

CORRADO:        ‘A Legione Straniera !! Povero figlio mio...

                            miezzo ‘o deserto... Miezo ‘e bestie pericolose...

                            contro è beduine c’accideno ‘e cristiane !!

MARIUCCIA:     Una tragedia ! Ci svegliamo una mattina e troviamo il

                            letto vuoto ! Un biglietto sul comodino... “ Cara

                            Mamma, caro Papà?... papà scritto col punto

                            interrogativo... non resisto più a vivere con un padre

                            che mi disprezza perchè non è mio padre.... vivo una

                            vita che non è mia... Sono straniero in casa di mia

                            madre... Vado ad arruolarmi ... Nella Legione troverò

                            pace o morte... Addio !!” Avete capito... ‘A creatura

                            mia... va truvanno a morte... a vint’anne !!

BRIG.:                Perciò don Pippo Sivodio gli è corso dietro... e da

                            un mese sta in Algeria, appresso a lui per fargli

                            cancellare la firma e riportarlo a casa... Sta

                            rischiando il carcere e la vita per Pasqualino...

DORODEA: [A CORRADO] Chello che aviva fa tu che sei il padre...

CORRADO:        Io avevo rispettato la sua scelta... l’avevo capita se

                            non condivisa....

MARIUCCIA:     Pippetto invece no... L’è corso appriesso... Aveva

                            capito nella sua ignoranza che quel ragazzo puteva

                            murì.... e isso.... figlio o nun figlio... O vuleva bene

                            cu tutt’ ‘o core......

BRIG.:                Che situazione... Mah... si è fatto tardi... io devo

                            rientrare in Questura... d’altra parte... il mio dovere

                            l’ho fatto... Stamattina quando ha scippato quella

                            turista l’ho dovuto fermare... Anzi... meglio ca ‘o

                            guaglione l’ho arrestato io... che lo conosco da tanti

                            anni....Me so pure scurdato dello schiaffone che mi

                            ha dato cercando di scappare...Oltraggio...percosse...

                            resistenza a pubblico ufficiale... Se era un’altro, c’era

                            un annetto in più al fresco per le aggravanti....

DORODEA [PIANGE]: Figlio mio.... Figlio mio...core ‘e mamma soja!

CORRADO:        Brigadiè, grazie.... voi siete sempre stato un vero

                            amico... già avete chiuso un occhio o tutti ‘e due per

                            le recenti mascalzonate di Teodoro....

BRIG.:                 L’ho visto nascere.... si può dire... Comunque...

                            datemi la borsa con la roba, lo spazzolino, il pigiama,

                            l’indispensabile per stasera in Questura... Poi

                            domani...dopodomani... a Poggioreale gli portate

                            il resto... Date qua... si c’è tutto...

DOROTEA:        Brigadiè... fategli mangiare qualcosa di caldo... e

                            ditegli che tutti noi pensiamo solo a lui... e gli

                            vogliamo bene....

CORRADO:        ...... Anche io.... brigadiè.... diteglielo...

BRIG.:                Va bene ..... e state tranquilli.... vediamo di fargli

                            prendere gli arresti domiciliari.... Addio !

                                                                                 [ESCE]

DOROTEA:        E’ una brava persona... sta facendo di tutto per

                            alleviarci in questo momento ed aiutare Teodoro...

CORRADO:        Poteva pure non arrestarlo in flagranza.....

MARIUCCIA:     E a pro di che ? Quello, indebetito come sta, lo

                            prendeva  un altro e lo uccideva pure di mazzate....

                            Forse in prigione lo possiamo controllare meglio.

                            Piuttosto mo’ che torna Pippetto, gli viene una

                            cosa....quello esce pazzo per Teodoro....

DOROTEA:         Ma perchè.... Pippetto sta tornando ?...

MARIUCCIA:     Si... ha telefonato ieri sera che aveva grandi notizie

                             per noi.... buone notizie... e che oggi sarebbe tornato

                            a casa per metterci a parte del lieto evento....

CORRADO:        Ma che dici ?.... Ch’avessa figlià n’ata vota ?.....

                            Nun sia maje.....

DOROTEA:        Corrà non fare battute più cretine di te che non è

                            proprio il momento.....

DRIN....DRIN.... CAMPANELLO DELLA PORTA... MARIUCCIA FATICOSAMENTE SI ALZA E VA AD PARIRE DOPO DALLA COMUNE.

MARIUCCIA:     Pippè.... Pippè... si turnato ...!? Trase... assiettate....

PIPPETTO:         ‘Nu bicchiere d’acqua... damme ‘nu poco d’acqua...

                            Pare niente ma aggio mangiato tanta povere dint’à

                            deserto ca mocca tengo a carta vetrata.....

                            [ENTRANDO CON  VALIGIA E CAPPELLO

                            COLONIALE, VEDE GLI AMICI. CORRADO GLI

                            VA INCONTRO] Guè Dorotè... Corrà... voi state

                            quà... siete in visita di cortesia....?

CORRADO:        Assettate, Pippetto... piglia fiato... Mariù....porta nù

                            tè... na bottiglia d’acqua... qualcosa da mangiare ....!

PIPPETTO:         Ne ma che sto al Gambrins ? Calma.... Calmatevi...

                            Nu bicchiere d’acqua... sulo nu bicchiere d’acqua ed

                            una poltrona... la mia poltrona... nun ne posso cchiù

                            de jeep...’e camion...’e cammelle....

DOROTEA:         Povero Pippetto... quante fatiche... quante travagli...

                            pè chillu fetentone ‘e Pasqualino....

PIPPETTO:         Nooo.... quando mai... povero guaglione mio.... 

                            povero Pasquale .... e che sta passano pur’isso...

                            L’inferno... sta dint’à un inferno !! Sahara... beduine..

                            ‘o calore...’nu calore ca nun se respira... Mah....

                            piuttosto.... me pare che aggio visto ‘e spuggita a

                            macchina d’ò Brigadiere Nappa che partiva da sotto

                            al palazzo....  Come mai ? Quacche cosa ? Ch’ è

                            stato...?

MARIUCCIA:     Niente... core mio.... niente... Ci è venuto a trovare

                            un poco... gli ho fatto un caffè e se n’è andato.....

                            Tu invece... stai tutto sudato.... dammi la giacca....

                            vai a rinfrescarti, te cagne a maglia tantu bello e

                            dopo parliamo....

PIPPETTO:         Dopo... dopo... me metto sotto ‘a doccia per tre ore...

                            Mo’ pare brutto... stanno gli amici... Corrà... allora

                            il caro Teodoro.... come va.... come va... eh....

MARIUCCIA:     Guè.... e noi stamo aspettando le grandi notizie che

                            ci devi dare.... Allora... chi ci ha portato di buono

                            dall’Africa...? Qual’è la buona notizia....?!?

PIPPETTO:         Ecco qua... vengo e mi spiego... e rimanete seduti

                            sennò andate  per terra dalla sopresa ! Dunque...

                            Cominciamo dall’inizio: Quando arrivai in Algeria,

                            mi misi di punta fuori al Forte della Legione, e

                            aspettai... aspettai giorni e giorni prima che

                            Pasqualino, quando andava in libera uscita, si

                            fermasse. Niente ! Non mi guardava neanche....  

                            Allora io ebbi un idea... Mi misi fuori, vicino alla

                            garitta  e quando Pasqualino montava di sentinella,

                            mi accostavo piano piano e gli parlavo... Parlavo

                            della  mamma,  della casa, di Napoli... e pure di

                            Corrado.... insomma di tutti quelli che gli volevano

                            bene... Lui, all’inizio non mi rispondeva rigido come

                            un baccalà... Poi, piano piano, notte dopo notte,

                            cominciò a sciogliersi.... Prima una lacrima tra le

                            ciglia...

MARIUCCIA:     Core ‘e mamma soja... quante sofferenze...!

CORRADO:        Tale e quale a me.... pure io faccio il tuosto e poi mi

                            commuovo....

DOROTEA:        Tu statti zitto che sei solo un mamozio... Pippè, vai

                            avanti....

PIPPETTO:         Dunque.... dicevo... prima una lacrima... poi un 

                            sorriso quando gli raccontavo i fattarielli di casa,

                            delle scemenze che faceva Corrado che sperava di

                            vederlo....

CORRADO:        Quando mai... Io so tuosto !

DOROTEA:         Zitto tu.... ciunca là... che se ti opponevi dal primo

                            momento... ma tu nun si buono....

MARIUCCIA:     Insomma... non l’interrompete, se no la notizia non

                            arriva allora... Che hai concluso ?

PIPPETTO:          Tutto ! Dunque... dopo tre settimane di questo

                            martellaggio ai cianchi, ‘o guaglione è crollato... ha

                            ittato ‘o fucile... m’ha abbracciato forte e m’ha ditto:

                            Papà... papà puorteme a casa !

CORRADO:        Papà a te ? Ma ‘o pate songh’io... lo doveva dire a

                            me...

PIPPETTO:         Si, ma tu stavi qui con le pantofole... io stavo dint’o

                            deserto miezo è scarabei ed ai lacertoli.... Insomma...

                            ecco qua... tra tre o quattro giorni, sbrigate le

                            formalità mediche per congedarsi con la scusa di un

                            esaurimento nervoso... Pasqualino... sta qua !!

TUTTI:                “ Evviva...” Finalmente. Pasqualino sta tornando !!....

                            TUTTI SI DANNO LA MANO, SI

                            ABBRACCIANO CONGRANDULANTOSI

                            SCAMBIEVOLMENTE.

CORRADO:        Grazie, Pippè...hai salvato mio figlio... e pure a me...

                            grazie...

DORODEA:        E vero... se no questo usciva pazzo !!

DRIN... DRIN.. CAMPANELLO INTERNO... MARIUCCIA VA AD APRIRE E TORNA INTRODUCENDO DON CILICIO ED I COMPARI FERRARO.

MARIUCCIA:     Prego... accomodatevi... datemi ‘o cappottino...

                            Prego...

PIPPETTO:         Guè... i Compari Ferraro.... Don Cilicio... che

                            piacere!... E a che dobbiamo l’onore ?!?!...

COMPARE:        L’onore ? Noi veramente stiamo qui per recare

                            conforto....

PIPPETTO:         Conforto?.... e di che ?

DON CILICIO:   Come di che ? Stavamo in Parrocchia a vedere

                            la TIVÙ quando una rete privata ha dato la triste

                            notizia... e siamo corsi qui !

CORRADO:        Insomma ci volete spiegare !

COMM.:             Come ? L’arresto di Teodoro !... L’hanno detto tanto

                            bello... [IMITANDO LA VOCE DI UNO

                            SPEAKER ]  “ Oggi alle ore undici, a via Cilea un

                            giovane incensurato, Teodoro la Rana, ha scippato

                            una turista francese di borsa e catenina. L’eroico

                            intervento di un poliziotto, il Brigadiere Nappa ha

                            consentito di arrestare il criminale ed assicurarlo

                            alla giustizia. Lo scippatore sarà processato per

                            diretissima ! Un encomio verrà concesso al  

                            poliziotto !” Avete capito ?

PIPPETTO:         Teodoro? Teodoro mio fi... il figlio di Corrado...

                            in prigione per scippo ? Corrà ? Mariuccia ? Dorotè ?

CORRADO:        Mio... mio figlio Teodoro... Si... Pippè...lo sapevamo

                            ha fatto una sciocchezza.... perciò hai visto la

                            macchina di Nappa qua sotto. Ci è venuto ad

                            avvisare di persona... Non avevamo avuto....

                            il coraggio di dirtelo subito.... eri così felice

                            per Pasqualino !....

COMPARE:        Forse abbiamo fatto male a parlare ? Noi eravamo

                            venuti per portare conforto...

DON CILICIO:    Una parola buona... un messaggio di speranza da

                            buon cristiano... la promessa della remissione del

                            peccato nella enorme misericordia di Dio.....

COMM.:             Ne... ma forse abbiamo fatto male a venire ? Forse

                            volevate stare soli nel vostro dispiacere... tenere

                            nascosta la cosa... Beh, se è per questo ormai lo sa

                            tutta Napoli... L’ha detto pure Canale 21... io poi ho

                            fatto qualche telefonata per portare....

MARIUCCIA:     .....conforto.... lo so... siete tutti tanto cari...

                            siete sempre pronti a fare del bene... quanto siete

                            cari!! Addò a truvammo gente comme a vuje ?

DOROTEA:        Io sono la madre e vi ringrazio della comprensione...

                            la vostra amicizia, cari compari ci è stata sempre

                            preziosa... quasi quanto la carità cristiana del santo

                            uomo  qui presente don Cilicio !...

DON CILICIO:   Guè, signora La Rana... e vorrei ben vedere che così

                            non fosse...E’ nei compiti del buon prete confortare

                            i moribondi...., assistere gli infermi, vestire gli ignudi

                            e....

PIPPETTO:         ......e visitare i carcerati ! Don Cilicio, e verità è che

                            voi ve preoccupate sempre doppo, a cose fatte...

                            Quando ‘o guaglione se steve sturzellanno... dove

                            stavate...? A pregare per i carcerati....? E mo’.... mo’

                            che  putite fà ?!?

DON CILICIO:    Signor Sivodio... il compito mio è quello di  alleviare

                            le pene dello spirito... al corpo ci devono pensare i

                            genitori ... e sino a prova contraria qua qualcuno non

                            la saputo farlo !

CORRADO:        Come osate ? Come vi permettete... brutto corvaccio

                            nero ? Che ne sapete voi di educazione dei bambini...

                            dei drammi e delle delusioni che un padre patisce ?

COMPARE:         E si capisce... La paternità è una missione... a volte..

                            senza speranza.... a tale proposito io avrei composto

                            un’ode di venti quartine a rima baciata....

DOROTEA:        Signor Ferraro e mò non mi pare proprio il caso

                            di declama a poesiella.... piuttosto.... voi vantate

                            sempre un’amicizia fraterna col Direttore di

                            Poggioreale....non potreste....?

COMPARE:        Altolà ! Non dite altro... Io col Direttore, buon giorno

                            e buonasera...Quello manco si ricorda la mia faccia...

                            E poi non mi posso compromettere... Sono cose

                            delicate.... uno scippo è uno scippo... aggravato dalla

                            violenza !....

COMM.:              .....Giovà, non ti mettere in mezzo !! Noi con la

                            Questura non abbiamo avuto mai rapporti......

                            nell’occasione... lo vedete... al massimo possiamo

                            spendere una parola di....

MARIUCCIA:     Conforto !! Questo s’è capito..., però noi abbiamo

                            bisogno pure di aiuto... Don Cilicio...’o Cappellano

                            d’ò Carcere lo conoscete....

DON CILICIO:    Per carità.... quello è un Domenicano....Vade Retro!!

                         ... Un sottile polemista... no... non mi ci metto....!

PIPPETTO:         Aggio capito... Vuje state ccà sulo pe ve azzuppà  ò

                            pane vicino alla nostra disperazione... Quand’è

                            accussi non basta a rigranziarvi... ma ve ne potete

                            andare... ‘O San Carlino chiude !.... Jatevenne !!

COMPARE:        Ma che manere so’ cheste?! E che vi abbiamo fatto ?

                            E questo perchè vi siamo Comparielli ?

PIPPETTO:         E nella vita si commettono tanti errori... voi siete

                            uno dei tanti.... Adesso se ci volete scusare....

COMM:              Giovà... Don Cilì... andiamo via... qua non serviamo

                            più... la nostra missione è fallita.

CORRADO:        Si è appicciato il modulo di allunaggio !!

DON CILICIO:    Vi voglio a tutti e quattro quando vi venite a

                              confessare .... Domenica prima della Messa...

MARIUCCIA:     Non vi disturbate... Abbiamo cambiato Parrocchia...

                            Accomodatevi !!

MARIUCCIA SCORTA CON DECISIONE I TRE INPORTUNI E DOPO QUALCHE ATTIMO SI SENTE UN FRAGOROSO CHIUDERSI DELLA PORTA. MARIUCCIA RIENTRA.

MARIUCCIA:     Ecco qua... In una botta abbiamo liquidato ‘o Prevete

                            e pure i Comparielli.....

PIPPETTO:         Envece ‘e penza ‘e corna ca teneno.... cu ‘a figlia

                            Barbarella ca fa a telefonista dint’ò 144.....!

CORRADO:        Avvoltoi... Non sono altro che avvoltoi pronti a

                            ingozzarsi dei guai altrui con la loro falsa solidarietà!

DOROTEA:        E’ vero.... Adesso, però, dobbiamo pensare a

                            Teodoro nostro... La borsa con l’indispensabile...

                            pigiama... spazzolino.. l’abbiamo mandata tramite

                            quel galantuomo di Nappa... Mo che facciamo ?

MARIUCCIA:     Gesù... e che vogliamo fare... Ci organizziamo....

                            Dorotè... tu ed io andiamo subito alla Questura per

                            veder se ‘o guaglione tene bisogno che so’, ‘e solde,

                            medicine, aiuto... L’uommene vanno dall’Avvocato

                            che l’adda difendere....

PIPPETTO:         Si. si... Corrà... Jammo addu l’Avvocato

                            Chichieppe.... chillo è ‘nu Mammasantissima ncoppo

                            ‘o Tribunale !

CORRADO:        E’ bravo?.... preparato...?

PIPPETTO:         Noo... è nu carugnone!.. Quello che ci vuole in questi

                            casi.... Sape tutt’è ntrallazze d‘a legge !!...

DOROTEA:        Bene... Però... Mariuccia.. Pippetto... Corrà.....

                            adesso andiamo... come sempre siamo corsi quando i

                            ragazzi hanno avuto bisogno di aiuto... Però.. per un

                            attimo.... guardiamoci negli occhi tutti e quattro...

                            parliamoci con la mano sul cuore, senza pudori o

                            paure... Io non ce la faccio più... ho il cuore trafito da

                            mille coltellate per tutti questi dispiaceri [PIANGE]

CORRADO ABBRACCIA LA MOGLIE, LA ACCAREZZA E LA CONFORTA TENERAMENTE.

CORRADO:        Hai ragione Dorotè... Pure io sto male da tempo....

                            ed in più mi angustia il pensiero che forse, tanti anni

                            fa, abbiamo sbagliato tutto... Forse dovevamo non

                            creder a quella donna... mandarla in prigione... e

                            ciascuno per la sua strada....

MARIUCCIA:     E che si sarebbe risolto ?! Pare che non lo sai che

                            quella diceva la verità.... E po'... e guagliune....:

                            Teodoro che è uguale identico a Pippetto... Pascalino

                            che è tale e quale a te... pure è carattere.. puntiglioso

                            precisino... difficultuso...

CORRADO:        Perchè Teodoro è doce... Sempe svagato... nun ha

                            mai voluto fare un lavoro serio...... e pò... smanioso..,

                            volgare,... prepotente...

PIPPETTO:         (CON ORGOGLIO) Tale e quale a me !!

DOROTEA:        E’ bello ‘o mobile!.... Comunque ... mo basta.... mo’

                            dobbiamo prendere una decisione... Così avanti non

                            possiamo andare...

TUTTI SI FERMANO PENSIEROSI, IMMERSI NEL LORO GRANDE ENIGMA DOLOROSO. NESSUNO HA LA FORZA DI PARLARE. AD UN TRATTO.

PIPPETTO:         Ho trovato !! Venite cca... tutte ‘e tre... sentite....

                            Mi è venuta un’idea... Chissà... sarà na fesseria....

                            na strunzata... però....Sentite.... A porta a porta cu

                            chesta casa.... ce sta n’ato appartamentino.... ho

                            cumpraie tre anne fa pè Pasqualino, pe chi sa se

                            spusava a na bona  guagliona... E’ libero... So tre

                            stanze, servizi e na luggetella... E mo’ guardate a

                            me... arapite ‘e recchie... l’uocchie...’o core...e ....

                            cercate ‘e capì senza mala feda o malizie.... Oramai

                            simme viecchie “ A gelusia...” o “ Pare brutto...”

                            o “ Che dicesse a Gente...” nun nce importano

                            cchiù...! E allora sentite a me:. facimme una casa ...!

                            Corrado e Dorotea veneno a vivere a fianco...

                            Vuttammo ‘nterra ‘o divisiorio... ‘E guaglione, mo’

                             che Teodoro jesce e Pascalino torna, dormeno

                            ‘nzieme... Dint’a stessa stanzetta... comme duje

                            frate... pecchè frate songo... E femmena s’aiutano

                            comme fossero sore... Io e Corrado ce facimme

                            cumpagnia cu ‘a partitella, ‘a chiacchiera, ‘o

                            ricurdiello... Nsomma, si ve piace, facimmo una

                            famiglia ! A faccia do’ò Destino che nce vuleva

                            mettere uno contro a n’ato !!

I TRE ASCOLTATORI MAN MANO CHE PIPPETTO PARLA SEMBRANO  PIAN PIANO SCIOGLIERSI, DIVINCOLARSI DALLA RIGIDITA’ DEL LORO DOLORE COME VINTI DALLA DOLCEZZA DEL PENSIERO....IN MODO LENTISSIMO CAUTO, SI AVVICINANO A PIPPETTO SINO A QUASI CIRCONDARLO.

PIPPETTO:         In fondo... si nce pensammo buono Adamo, Eva

                            vivevano cu figlie, nepote, zie, pariente stritte e

                            luntane...tutte nzieme... tutte accucchiate... tutte

                            arravugliate... E sapite pecchè ?.... Pecchè... vicine....

                            azzeccate comme a na cespa ‘e cozzeche,

                            se putevano aiutà... se putevano defendere....

                            putevano sopravivere ai nemice... all’alluvione,...

                            all’animale feroce... in una parola... a ‘e guaie d’à

                            vita.... E stanno ancora ccà !!!

I QUATTRO SI STRINGONO IN UN ABBRACCIO DI ADESIONE E SOLIDARIETA’.

CALA LA TELA