E’ COSA ‘E NIENTE
Tragicommedia in 3 atti
di
Angelo Rojo Mirisciotti
Prefazione
Quest’opera necessita, mio malgrado, di una prefazione, così come una porta vuole una serratura in cui infilare il chiavino. E’ necessario, infatti, che si fornisca l’eventuale improbabile curioso, mo’ nce vò, di una chiave di lettura, per entrare dentro, sotto le motivazioni della commedia. Innanzi tutto il titolo: “ E’ cosa ‘e niente ”. Solo per i non napoletani va detto che tale espressione funge, nel lessico quotidiano, da “ placebo ” in moltissime occasioni: “ S’è scassata ‘a lastra ! ” “ ‘O guaglione è caduto d’à bicicletta ! ” “ ‘A nennella ‘e stata bocciata ! ” “ ‘O nonno s’hanno arrubbato ‘a pensione ! ” - E’ cosa ‘e niente ! - dirà, di certo, qualcuno dei presenti. Ossia, è cosa non sostanziale, spiacevole si, ma non definitiva... volendo, si rimedia... e così via. E, si sottintende, ovviamente che <<solo alla morte non c’è rimedio >>. In queste due frasi, corrispondenti e contrapposte, c’è tutta l’anima Solare del Popolo Napoletano che continua, sorridendo per non piangere, a riprendersi speranzoso dopo ogni sfregio del destino. Ecco: ancora una contrarietà ! Ancora un dispiacere ! Ancora una ruga sulla mia fronte ! Ed io, sai che faccio ? Minimizzo ! ...mi....ni....miz...zo !! E’ cosa ‘e niente...!! Ovvero, spernacchio la sfortuna, guardo il problema con la lente biconvessa in modo che tutto appaia rimpicciolito e tiro avanti. Alla faccia di tutto e di tutti !!
Il sottotitolo merita pure un chiarimento, una precisazione: tragedia comica ! E che vor’ dì ?! ( Direbbe un simpatico teatrante romanesco) Tragedia comica o meglio ancora tragi - commedia o se volete Terribile Farsa ! In realtà il dubbio dicotomico si scioglie, e rapidamente, convenendo sul fatto chi i risibili e ridicoli personaggi dell’opera vengono calati, come melanzane sott’olio, in una situazione tanto drammatica quanto insostenibile. In questo, però, non c’è molta invenzione: sono millenni che a Napoli il Padreterno si avvolge la vita delle persone al dito come uno yo - yo e si diverte a sgrullarle su e giù. E mentre il filo si scioglie e riavvolge, i poveri esserini, un po' per celia, un po' per esorcizzare il peggio, continuano ad essere ridicoli, pieni di tic, e di comici ammicamenti. Insomma, laddove l’argomento avrebbe giustificato, dovunque, un suicidio di massa, lacrime, sangue e deliqui, a Napoli pur nella disperata sofferenza, si indossa la maschera da clown bianco e si recita, segnandosi “ Signore, mai peggio ! ”.
A Milano, Stoccolma o Montreal è ovvio i protagonisti della vicenda avrebbero rappresentato una tragedia Euripidiana; qui da noi, invece, i personaggi sono troppo ridicoli, troppo pagliacci per legittima difesa e spirito di sopravvivenza. Ben venga, dunque, il sarcasmo della stupidità se, grazie ad esso, si muore un po' di meno di disperazione.
Spazzolati così i pelucchi del dubbio dall’abito di scena (chissà perché immagino la palandrana del Malato Immaginario ), si può, infine, dar conto del corpo sostanziale di quanto scritto.
Orbene, nella mente mia e di Dio ( che da’ luce in questi casi ) la Commedia era destinata ad esaurirsi in soli due atti, terminando all’arrivo della Forza Pubblica (arrivo metaforico, si capisce) e con la conclusione amletico - pirandellico - Eduardiana del “ dolore sotto chiave “ e del “ buon viso a cattivo gioco ”. Era, tutto sommato, una buona idea perché lasciava al lettore o, magari all’incauto spettatore, la possibilità, di costruire da solo, a soggetto, l’epilogo della storia, a sua immagine e sensibilità.
C’era la soluzione Drammatica: ripudio dei bambini bastardi...! Scarpettiana: riscambio dei bimbi e lieto fine...! Onirica: follia generale medicinale dei protagonisti... Vandvilliana: scambio dei padri...! Disneyana: e vissero tutti felici e contenti e così sia !
Poi, pensandoci un po' su, si è fatto strada l’idea che le tragedie non finiscono sul serio quando si chiude il sipario in ogni II° atto della vita.
E’, dunque, via ! Diamo al lettore attento, ma impigrito e un po' stanco, una soluzione “ fai da te ” già precotta, da riscaldare a microonde celebrali e mangiare come un hot - dog. Ecco, allora che i personaggi ritornano, come richiamati dall’oblio della polvere scenica: Sono tutti invecchiati di vent’anni, forse maturati, certamente inebetiti dai dispiaceri della vita. Non hanno letto Eschilo o Shakespeare; non sono capaci di azioni alte, croiche, definitive... Napoletanamente, strancamente, mestamente, dolcemente, aprono la credenza della disperazione e tirano fuori quattro tarallucci e un po' di vino . Ecco la soluzione ! Accomodiamo i cocci delle tante vite frantumate dalla vita col collante della filosofia Epicuro - Partenopea; ricomponiamo il puzzle di sentimenti, di rancori, delle delusioni reciproche. Chissà che nel rimescolare anime e corpi non si possa ritrovare lo spirito dell’amore semplice e pulito, che era proprio dei primitivi, figli di Adamo ed Eva che nel sommare ed incrociare il sangue tra fratelli, cugini, zii, nipoti, parenti e vicini di casa, hanno trovato il segreto per sopravvivere a secoli di disgrazie. E stanno ancora ccà !!........
L’autore
E’ COSA ‘E NIENTE
Tragicommedia in tre atti
di
A. Rojo Mirisciotti
E'COSA 'E NIENTE : due coppie senza figli si sottopongono alla inseminazione artificiale. Il Fato vuole che le provette col seme vengano scambiate e in ciascuna famiglia nasce il bimbo di un altro padre. I due bimbi con caratteristiche somatiche ed intellettuali diverse da quelle dell'ambiente di crescita vivono apparentemente sereni sino a che non si scopre lo scambio.. Che succederà nelle due famiglie ..???.forse un Dramma..! Forse una Farsa..!Mah..!!!...la soluzione però si troverà ..così,quasi filosoficamente..in fondo in fondo quello che è accaduto : E'
cosa 'e niente..!"
(traduzione simultanea = E' cosa di poco
conto!!!)
PERSONAGGI E TIPI
IL PROF. ARTURO FECONDATI ....................... Noto ginecologo.
CAMILLA .............................................................. La sua Infermiera.
PIPPETTO SIVODIO............................................. Papà in attesa
MARIUCCIA .......................................................... Sua moglie
CORRADO LA RANA ............................................Un altro papà in attesa
DOROTEA .............................................................. Sua moglie
IL COMPARE FERRARO I compari di Battesimo
LA COMARA FERRARO di Pasqualino
BARBARELLA FERRARO.................................... Loro figlia
SOFIA MALAFRONTE ......................................... Una povera infelice
DON CILICIO MAZZELLA .................................. Il Parroco
MILLY...................................................................... La cameriera
NAPPA...................................................................... Un brigadiere
NESPOLINO............................................................ Un poliziotto
PASQUALINO SIVODIO....................................... Un bimbo
TEODORO LA RANA............................................ L’altro bimbo
E’ COSA ‘E NIENTE
I° ATTO
La scena rappresenta la sala di attesa dell’avviatissimo studio di un noto ginecologo napoletano, il Prof. Arturo Fecondati. A sinistra, una piccola scrivania dietro la quale è assisa Camilla, l’infermiera. Al centro, saletta di ingresso (comune); a destra porte ed un divano, sul quale una coppia è in attesa della visita medica. Ancora a sinistra, la porta dello studiolo del Professore. La coppia seduta confabula sommessamente. Sono piccoli bottegai del Vasto. Lei veste con troppe “ sciacquaglie ”, lui indossa il vestito “ buono ” ed ostenta un curioso naso rosso ciliegia. Di tanto in tanto un tic gli tira la faccia a sinistra nei momenti di tensione.
MARIUCCIA: Pippè, e jammo.....nun fa accussì.... vedrai che il
Professore ‘sta vota azzecca’ a cura e ‘o criaturo
nc’‘o fa nascere pure a nuje... Un’ultima analisi e
saremo finalmente “ genitali ” !
PIPPETTO: Dice buono tu, Mariù, ....ma io nun cia faccio cchiù..
So’ cinche anne.... cinche, ca ‘o Prufessore fa lastre,
tira sanghe, prova l’urina a te e a me... nc’ ha zucato
‘a salute a tutti ‘e duje, pè nun parlà de’ sorde.......
Ma chi adda nascere, Gesù Bambino?.... Manco ‘a
Madonna ‘e San Giuseppe hanno patuto tanto !
[FA IL TIC]
MARIUCCIA: E’ bello.....è bello ... statte calmo...ja, core mio statte
calmo, ca mo fernesce tutte cose...ogge facimmo
l’urdemo prelievo e po': Oplà, nasce ‘o Bambino !
E’ overo, Signuri’ [all’infermiera ] ?
CAMILLA: E se capisce.... Oplà ! Nè, ma che stessevo ‘o Circo
Equestre ? Oplà ! Ma come parlate ? Per avere un
figlio c’è gente che aspetta lustri... Ci vogliono cure
lunghe... Poi, quando è il momento, il Professore vi
farà la grazia !
PIPPETTO: ‘A grazia? Ma che stammo in Corte d’Assise?
Guè, Signurì... nuje nun avimmo acciso a niscino...
Penammo e pavammo ... pavammo e penammo.....
Uh, Madonna... io cchiù ce penso e cchiù
S’attaccano è nierve... [Fa il tic].....
MARIUCCIA: E’ bello.... è bello.... Signurì, e num m’‘o facite
piglià collera si no chillo se fa brutto !
CAMILLA: Perchè, di solito è bello ?!?
PIPPETTO: Guè, a voi , .... state al posto vostro... Per vostra
regola io al naturale sè bellillo assaje... è overo
Mariù [TIC] ?!?
MARIUCCIA: E’ overo, core mio ..... Tu si na purcellana cinese....
Si ‘na miniatura ! Si nu bisquit ‘e Mullica ! Però mò
statte calmo ca ‘o Prufessore nce apparecchia ‘o
bambeniello !
CAMILLA: Si, facimmo ‘o Presepe ‘e contratiempo... Guè
coniugi Sivodio, basta !... Stateve zitte ed aspettate
pazientemente il vostro turno !!
PIPPETTO: Chesta ave ragione che è femmena.... si nò [TIC].....
Dall’ambulatorio di destra viene fuori il Prof. Fecondati classica figura di medico borioso, saccente ed “ onnipotente ”. Sono con lui i coniugi Corrado e Dorotea la Rana, anch’essi, da sempre in attesa del sospirato erede. Lei è in linea con il cognome: secca, occhialuta, capelli a tuppo; lui è magrissimo, alto, grigio anche nel colorito e presenta due notevoli orecchie a sventole.
PROF. Allora, signori, è tutto chiaro ? Con l’ultimo esame
che stamattina faremo, cadrà il velo ! Ci leveremo
l’ultimo pensiero, l’ultimo dubbio e poi potremo
procedere all’inseminazione artificiale. Caro
geometra esulti ! Se tutto va come deve, tra non
molto ci sarà un frugoletto ad allietare la vostra vita.
Mò, le cose dipendono da lei... Sua moglie... la
guardi.... è sana come un pesce !
PIPPETTO: [Sottovoce] si, comm’a’ nu scorfano ! [TIC]
[La moglie lo zittisce e calma con
pazienza.]
PROF. L’apparato della signora, dicevo, è un vero e proprio
orologio .... perfetto .... svizzero ! Ora dopo
l’inseminazione metteremo in moto il meccanismo e
poi .... tic.... tac.... tic...tac verrà fuori l’orologino !
MARIUCCIA: Pippè, ma che sta dicenno ‘o Prufessore ?
PIPPETTO: Mah ? Si aggio capito buono stu signore s’adda fa
accuncià ‘o rilorgio !....
Occhiataccia dell’infermiera che li zittisce.
PROF. Dunque, dicevo, caro geometra... anzi caro
imminente papà... faccia.... quanto è ancora
necessario e poi.... brinderemo !! Signorina Camilla,
provveda per l’analisi del seme al geometra La
Rana... Ah... e visto che c’è, facciamola fare anche a
Sivodio... così ci leviamo il pensiero... due piccioni
con una fava ! E’ carina, vero ? E’ carina ? Due
piccioni con una fava ! E’ carina !?
PIPPETTO: Ma chi ?
CAMILLA: La battuta del Professore, no ? Bene Professore, sarà
fatto... Preparo subito il necessario...
PROF. Bene... Signora Sivodio.... mentre il coniuge
adempie, venga, si accomodi nell’ambulatorio per la
visitina di routine... venga, Signora...
Il Prof. e la Signora Sivodio si accomodano nello studiolo. Pippetto si accosta al geometra La Rana.
PIPPETTO: E’ di gran valore ?
CORRADO: Che cosa?
PIPPETTO: L’orologio.... l’orologio che si è rotto ....
CORRADO: Ma quale orologio... Il mio va benissimo !
PIPPETTO: E le fave ? A quanto vanno, quest’anno ?
CORRADO: Amico, ma voi mi volete sfottere o siete scemo ?
L’orologio... ‘e fave... quà teniamo certi fave che ci
bollono per il cervello... Altro che scherzi...
comunque se Dio vuole....
PIPPETTO: Si vo Dio... SI... VO... DIO... ! io faccio Sivodio....
CORRADO: Sivodio ? Ah.., vi chiamate Sivodio ? Piacere... io
faccio La Rana !
PIPPETTO: Puveriello... me dispiace....
CORRADO: Ma che cosa ? Io faccio La Rana di cognome...
Corrado La Rana, geometra al Catasto... mia moglie
[indicandola] Dorotea...
PIPPETTO: La Rana...
CORRADO: E si capisce è mia moglie... fa La Rana pure lei....
PIPPETTO: Vuole o non vuole...... è obbligata !
DOROTEA: Fortunatissima Dorotea Pezzullo maritata La Rana,
moglie di geometra e presto mamma, se Dio vuole.....
PIPPETTO: SI...VO...DIO !!
DOROTEA: e SI.. VO... DIO presto mamma !
PIPPETTO: Signora, tanti auguri... sono contento per voi.....
Sapete anche noi stammo passano tanti guaie....
perciò vi capisco... Auguri di cuore ....
[si stringono la mano]
CAMILLA: Quando avete finito di festeggiare accomodatevi qui
per il prelievo del seme...
PIPPETTO: Scusate, infermiera...ma che d’è stu prelievo del
seme ? C’avita tirà ‘o sanghe o che ?
CAMILLA: Guè, ma voi siete ingnorante sul serio.... Dunque...
Santa Pazienza !... Dunque... voi dovete riempire
questa provetta col vostro seme... Il Prof. vi fa
l’analisi e vede se siete buono....
PIPPETTO: Buono? Io sono un Santo ! Se po’ soprassedè !
CAMILLA: Sivodio, basta !.... andate di là e riempite la provetta !
CORRADO: Signor Sivodio, vedo che non siete pratico....
Permettete, ora vi spiego io come fare.... Dunque....
voi.... hem... dovreste... voi dovete stare con vostra
moglie senza vostra moglie...! Ecco...! Capito ?
PIPPETTO: Manco ‘na parola... parlate più italiano !
DOROTEA: Corrà, statti zitto... così non gli fai capire... sei troppo
materiale... mò spiego io che sono femmina... con
delicatezza.... cu ne bella maniera... Allora, Signor
Sivodio..... sentite a me... Dunque, quando voi, è
vero, state con la signora vostra, e mettiamo.. fate
[mima] il salto del leone..., doppo... ittate tutte cose?
PIPPETTO: Nooo... quando majie.... nuio ‘o stipammo e mia
moglie fa ‘o casatiello! Ne, ma che so’ sti schifezze..?
Voi mi state facendo voltare lo stomaco...
CAMILLA: Basta! Chisto già è ignorante... voi le state
imbrogliando ‘e cervelle ancora ‘e cchiù! Adesso gli
fornisco io un indicazione scientifica, medica....
Dunque Sivodì, pensate ad una donna... una donna
bella, bellissima.... L’avete pensata ? Bene ! E che
facisseve cu’ na femmena accussì ? [Pippetto
gesticola a soggetto] Bravo! Allora andate
in quella stanzetta, pensate e tornate a cose fatte !
PIPPETTO: Ho capito... E va bene... però, signuri,... voi che siete
pratica... me la dareste una mano ?!
CAMILLA: A mano va facite dà da vostra sorella ! Andate.. E
pure voi Signor La Rana in quell’altra stanzetta...
Accomodatevi.....
CORRADO: Si, vado. Però io mi porto a mia moglie... Ho bisogno
di aiuto.... vieni, Doratè, ispirami !
PIPPETTO: Leonardo e Monna Lisa ! Ah, Madonna mia e che
s’adda fa’ pe’ avè ‘nu figlio.... Andiamo !....
I tre escono a soggetto infilandosi nelle stanzette indicate. L’infermiera riprende la lettura del suo fotoromanzo. Dopo pochi attimi dallo studiolo vengono fuori il Prof. e Mariuccia.
PROF. Bene... benissimo... Signora Sivodio, questa volta ci
siamo....... Tutte le analisi sono uscite perfette.......
L’organismo ha risposto alle mie cure... nel migliore
dei modi .... Ora siete pronta per diventare mamma !
MARIUCCIA: Grazie, Professò... Grazie... voi avete operato un
vero e proprio miracolo.... Mi avete ridato la
speranza.... Io e mio marito abbiamo sofferto tanto
per avere questo figlio... Soprattutto lui... Sono anni
che si tortura il cervello... simme buone... nun simme
buone.... Gli “ amici ” che sfrocoleano... la solitudine
della casa... Insomma, Prufessò se nasce ‘a creatura,
nuje turnammo a vivere....
PROF. E si capisce... il figlio è il giusto complemento del
rapporto matrimoniale. Adesso, appena avremo
verificato che anche vostro marito è fecondo...
diciamo... Martedì... tornate quà e facciamo
l’inseminaziome profonda....
MARIUCCIA: Professore... io sto pregando notte e giorno....
PROF. Brava... ma oltre al Signore Misericodioso diamo un
po' di merito anche al mio metodo contro la sterilità...
un metodo riconosciuto ed apprezato in tutti i
Congressi Medici d’Europa...
MARIUCCIA: Professore... stiamo in mano alla vostra scienza !
[Dalla stanzetta viene fuori Pippetto con la sua provetta tra le mani]
PIPPETTO: Ecco quà... fatto ! Certo, ... è quello che ho potuto
fare in queste condizioni..... Professò... A voi....
vedete se è buono....
PROF. E che stammo facenno ‘a prova d’’o mellone?
Sivodio, date la provetta alla Signorina che
provvederà alle analisi spettroscopiche e
fisico - chimiche del caso....
MARIUCCIA: Pippè, il Professore dice che io sto’ a posto.... mò, si
‘a pruvetta dice ca pure tu si buono... ce pienze.....?
Tra nove mesi....solo nove mesi arriva
Pasqualino....... che gioia .....!!
CORRADO: [venendo fuori anche lui con la moglie]
E’ permesso....? Disturbiamo.....? Noi avremmo
fatto.....
PROF. Oh bravo... bravo il nostro geometra....!
CORRADO: Scusate il ritardo, ma è stata un avventura....
Sapete, l’emozione.... le voci qua fuori.... mia moglie
che me portava pressa..... io me so’ visto avvilito !
DOROTEA: Per fortuna che c’ero io invece.... mio marito da solo
non sa fare niente ! Nenchè due uova al tegamino.....
PIPPETTO: E così l’avete aiutato a fare la frittata !
PROF.: Ah.... Ah.... Che simpatico.... la frittata.... e già.....
Va bene... Allora tutti e due potete depositare le
provette dal’infermiera e, con l’occasione saldare la
parcella..... Signori.... vi saluto.... e ricordate....
ci vediamo Martedì per l’inseminazione profonda...
Camilla, registra gli appuntamenti.... Di nuovo !....
[rientra nello studiolo]
PIPPETTO: Guè... chisto ‘a parcella nun sa scorde maje... ogni
vota che venimme so’ carte ‘e cientomila.... vediamo
quando fernesce....
CAMILLA: A voi ..... datemi le provette.... Dunque [scrive le
etichette] questa è la provetta di Sivodio
[attacca L’ETICHETTA] ecco.... e questa
invece è quella del Signor La Rana [attacca]....
Fatto... Allora.... sono trecentomila a testa....
PIPPETTO: Signorì, a me è poco poco.... putisseve fa uno
sconticino ?!
CAMILLA: Ma che siete pazzo ? Poco o assaje l’analisi è
sempre quella. Dateme ‘e solde.... muviteve !
CORRADO: E la ricevuta fiscale ?! A me fatemi la fattura.....
CAMILLA: E che state al ristorante ? Nun ve mettite scuorno ?...
‘a ricevuta fiscale... voi state per avere una grazia dal
Professore che nemmeno il Padreterno ci voleva
provare, e pensate alla ricevuta.... Andate...andate....
Ci vediamo Martedì pomeriggio....alle 16....Andate...
PIPPETTO: Geometra,.... e lasciate stà.... ‘e grazie del Professore
sono comprese di IVA, e di ILOR ...... e po’
vulimme sparagnà ncoppo ‘e figlie ?....
DOROTEA: Ha ragione il Signor Sivodio, Corrà.... Paga e non fà
storie... Signora Sivodio.... è stato un piacere
conoscerla.... siete simpatici tutti e due.... Spero che
ci rivedremo ancora....
MARIUCCIA: E si capisce..... anzi... se quest’avventura nostra
finisce con il lieto evento vi voglio al battesimo del
mio Pasqualino... D’accordo ?....
DOROTEA: Con piacere... e voi venite dal nostro Teodoro.....
si capisce....
CORRADO: Scendiamo insieme ?.... Vi offro un bel caffè... qui
all’angolo ci sta Scaturchio.....
PIPPETTO: A me farebbe meglio un VOV ..... mi sento nu poco
deboluccio.... [TIC] Anzi, io me mangiasse pure un
pajo di paste... Mi devo rimettere in forze....
CORRADO: E vi devo sostenere io ?.... Io ho detto un caffè....
DOROTEA: Guè... non fare l’avaraccio.... bisogna festeggiare
l’amicizia.... Andiamo !
Le due coppie escono confAbulando allegramente. L’Infermiera rimasta sola, pone ordine tra la carte, segna gli appuntamenti poi ripone la cassettina con le provette in un piccolo frigorifero.
PROF.: [Rientrando con le cartella cliniche
dei pazienti]
Se ne so’ ghiute ? Madonna e che sperpetuo di
clienti.... Ignoranti, zotici, stupidi...
CAMILLA: Il fatto che siano ignoranti ti fà comodo perchè si
bevono tutte le sciocchezze tu gli propini e pagano,
pagano senza fiatare anzi, più pagano e più pensano
che la cura sia efficace.....
PROF.: E si capisce... il medico si valuta dalla parcella... se è
bassa sarà uno sprovveduto, se la parcella è altissima
deve essere per forza un Padreterno. E poi, oltre alla
cura, ricordalo, io vendo la speranza... la speranza
della maternità, della fecondità..... e quanto vale,
quanto si deve pagare, per una speranza?
CAMILLA: Milioni !! I milioni, che ti fai dare da questi stupidi in
cambio del tuo metodo scientifico e miracoloso !!!....
PROF.: Miracoloso... hai detto bene... perchè il vero miracolo
è la credulità della gente... Il metodo.... il metodo
miracoloso del grande Professor Fecondati !.....
L’uovo di Colombo per spillare soldi e gloria: ed è
così semplice.... Basta aspettare la cliente giusta....
Una cisti ovarica... un restringimento delle tube.....
cose da nulla, cose che si eliminano in una seduta
ambulatoriale. Voilà.... un taglietto, una resezione di
pochi millimetri , e la riproduzione è assicurata.....
Questo per la scienza.... Per loro, invece, la cura
deve scendere dal cielo.... Innanzi tutto, problemi
di ogni tipo, paroloni scientifici, difficoltà e cure...
pillole, lavaggi, iniezioni, laser, radiazioni.....
Tutte fesserie che servono solo da “ placebo ” su di
un caso clinico che è già risolto... E intanto pagano....
pagano qualunque cifra perchè non bastano soldi per
pagare il miracolo del prof. Fecondati....
CAMILLA: Certo che sei una bella canaglia... però mi piaci
proprio per questo... Bello e cinico! [Si abbracciano
appassionatamente] ...E poi con te faccio la vita di
sogno che ho sempre desiderato.... Se non c’eri tu
stavo ancora facendo l’ infermiera all’Ostetricia del
Cardarelli !!
PROF.: Bella sei tu !.... bella e desiderabile.... altro che quella
spastica di mia moglie !... Sei bella e sei mia....!!!
Con i miei soldi ho comprato tutto....anche te...
[Si baciano]. Beh adesso, levati di dosso
altrimenti, dobbiamo chiudere l’ambulatorio...
[Si ricompongono] ... Ecco metti a posto le
cartelle cliniche di questi due babbei.... Io vado di là
a fare qualche telefonata.... E chiamo anche a mia
moglie.... dico che faccio tardi perchè ho un
intervento e ce andiamo io e te a cena da Arturo al
Fusaro... una cenetta a lume di candela e poi follie ...
follie !!.....
[ESCE]
L’infermiera si ravviva i capelli, si incipria il naso e poi mette in ordine le carte cliniche. All’improvviso, dalla comune, si introduce una figura allucinata: è una donna ancor giovane seppur sfiorita, trasandata nel vestire, scormigliata e con gli occhi sbarrati da unA oscura follia.
SOFIA: Ecco... è qui...! E’ questa la case del dolore... E’
strano come la porta sul baratro sia sempre aperta....
CAMILLA: Signora.... ma chi siete ? .... Che volete?
Avete appuntamento?
SOFIA: Si... un’appuntamento fissato due anni fa...Chi sono ?
Sono un fantasma che ritorna dalle nebbie del’oblio...
CAMILLA: Signora, ma voi state vaneggiando.... che significa
queste parole: il fantasma, la nebbia..... Ma a chi
volete ?
SOFIA: Domande.... quante domande.... Basta... Basta
domande per questa testa piena di perchè... Sono le
risposte che mancano....
CAMILLA: Non vi capisco. Ad ogni modo, di certo, avete
sbagliato il recapito... Questo è uno studio medico....
Se volete il cartomante, quello sta al piano di sotto....
Avete sbagliato ....
SOFIA: Si....ho sbagliato, ma non oggi... due anni fa, allora si
che ho sbagliato, ho sbagliato indirizzo, ho sbagliato
medico, ho sbagliato a salire quà, ho sbagliato tutto
e, si sa che chi sbaglia paga ....ed io sto paganado da
due anni e pagherò per sempre ....!!
CAMILLA: Signò, mò basta... ora chiamo il Dottore e vi faccio
buttare fuori ! [Sperando che la minaccia
spaventi la donna chiama] Dottore !!
SOFIA: Si.... Si... Chiama il Dottore... Anzi il Professore....
Il Professor Arturo Fecondati... Il Luminare della
Medicina....E’ per lui che sono qui.... chiamalo.....
avanti, chiamalo! Che venga fuori a specchiarsi nel
suo passato ! Chiamalo... Ora ! Subito !
Camilla in preda AL panico fugge nell’ambulatorio del Dottore in cerca d’aiuto. Sofia in scena gesticola e vaneggia. Dallo studio rientrano precipitosamente Fecondati e l’infermiera.
PROF.: Che c’è ? Che succede quì....? Chi è che si permette
di disturbare la sacralità del mio studio? Chi osa....?
SOFIA: Come oso io ?... Come osi tu, verme della terra.....
come osi vivere dopo aver fatto tanto male... dopo
aver versato tanto sangue innocente ?!!
PROF.: Ma che cavolo dite ? Versato sangue ? Fatto male ?
Ma chi siete.... chi siete ?
SOFIA: Scava, Professore, scava nel tuo cervellone fatto a
forma di archivio.... scava nel tuo cuore a forma di
salvadanaio... Chi sono ? E non ti ricordi, Professore,
il sangue... tutto quel sangue... il sangue di Sofia
Malafronte e del suo bamabino !!
PROF.: Sofia Malafronte ?....? Mio Dio ! Sofia Malafronte !
Voi !? Voi libera... ma io vi sapevo ricoverata al
Manicomio. Rinchiusa a vità perchè pazza, pazza
pericolosa !
SOFIA: Pericolosa ? E per chi ? Quale crimine ho
commesso?... Quale potrei commettere ?.....
Professore, io in questa storia, sono la vittima....
Io ed il mio povero bambino. Ah! Ah ! [urla
disperatamente come presa da un
disperato ricordo]Ah... Aiuto....! Il mio
bambino....!
CAMILLA: Professore, io chiamo i Carabinieri.....la facciamo
subito arrestare! Telefono ?.....
SOFIA: Si, chiama... chiama la Forza Pubblica... fai arrestare
la pazza !... Può darsi, però, che qualcuno, qualche
Giudice magari, riapra l’inchiesta, vada a cercare i
perchè... ed i percome di quello che accadde !!
PROF.: Aspetta Camilla... niente Carabinieri... non facciamo
scandali! Chiama, piuttosto, la Casa di Cura... che si
vengono a riprendere quest’ossessa !! Che mandino
subito un’Autoambulaza.... Anzi no....aspetta...
evitiamo casini inutili e rumore.... La portiamo noi
con la macchina....
SOFIA: Nooo..... la dentro non torno...non prima di aver fatto
ciò che devo e di averti sputato in viso tutto il mio
disprezzo !!
PROF.: Ma, insomma, che vuoi ? Che vuoi, maledetta.......
vuoi dei soldi ?...
CAMILLA: E si capisce... vorrà dei soldi per non fare scandali.....
è proprio il tipo della ricattatrice.... Guè, ma con noi
hai fatto palla corta... qua sotto non ci piove !
PROF.: Giusto, quà non c’è niente per una pazza come te....
[nel frattempo ha preparato una
siringa con tranquillanti soporiferi
e si appresta ad iniettarla]
Camilla... tienila ferma.... adesso la signorina qui
presente si calmerà.... dormirà... e si sveglierà nel
suo lettino di contenzione !.....
[Camilla ha immobilizzato la donna. Il Professore provvede a drogarla e subito dopo ne controlla il polso e la pupilla]
SOFIA: Professore.... Professor Fecondati.... io sono pazza,
è vero, e tu sai perchè.... la colpa è tua se la mia
mente sragiona.... La testa ah... la testa mi duole... la
vista si annebbia... Professore...che mi hai fatto?
Ancora.... ancora hai infierito sul mio corpo....
Non ti è bastato il male che già mi facesti ?!?
PROF.: E che ti feci ? Niente ! L’inchiesta giudiziaria non
accertò alcuna mia responsabilità.... La tua fu solo
una gravidanza isterica...nel tuo ventre non c’è mai
stato niente....niente !!
SOFIA: Così avete fatto creder a tutti.... il mio bambino lo
avete fatto sparire. Prima lo avete ucciso e poi ne
avete nascosto il corpicino !
CAMILLA: Ma tu sei pazza... pazza !! Il parto lo abbiamo preso
io, il Professore e l’anestesista... eravamo in tre e non
abbiamo visto il tuo bambino !! Sono tre contro uno!!
SOFIA: [Cominciando a dare sintomi di torpore]
Certo.... siete tutti complici dello stesso crimine... Il
mio bambino... la mia creatura....nascosta chissà
dove !! E non dite che ero pazza allora... Dopo, dopo
si che lo sono diventata per la disperazione,
l’angoscia, il dolore che mi ha spezzato il cuore ed
appassito il cervello !!
PROF.: Ma lo vuoi capire che non c’era bessun bambino !
SOFIA: C’era ! C’era invece..!! Era dentro di me... Per nove
mesi l’ho sentito dentro, che si muoveva... che tirava
calci con i suoi piedini, che mi carezzava il corpo e
l’anima con la sua presenza. Ed il cuore,..... il suo
cuoricino piccolo piccolo che batteva piano quando
ero calma, che batteva forte forte quando ero nervosa
ed agitata........ Nove mesi,..... seimila ore........
quattrocentomila minuti che ho diviso con lui.......
Che ha parlarto con lui...... E lui con me.......
Perchè i bambini piccoli piccoli parlano.... a modo
loro.... si fanno capire “ Mamma, non mangiare più
quel peperoncino che mi fa bruciare tutto !....
Mamma, come è buona qualle cioccolata che
mangiasti ieri....” Lui parlava... io ascoltavo per
ore.... per ore... la notte di più, perchè nel silenzio la
percezione è più forte.... intensa.... continua.... E voi
dite che il bambino non c’era... il bambino.... il mio
bam...bi...no.... bam....bi...no....
Sofia si assopisce adangiandosi su di una sedia.
PROF.: Finalmente.... finalmente tace... Non la sopportavo
più con tutte la sue chiacchere, la sue invenzioni....
CAMILLA: Invenzioni ?! Questa sciagurata non ha inventato
niente e tu lo sai... Tu !..... fu colpa tua quello che
accadde!.... Arrivasti ubriaco fradicio in sala parto...
le mani ti tremavano... sbagliasti tutto... e noi
coprimmo il tuo errore col nostro silenzio. Ti fummo
complici perchè ti lasciammo operare da ubriaco !!
PROF.: Ubriaco ?! Due o tre cognac... Fu il parto che si
presentò difficile... Fatalità.... e poi ‘e solde ve li
sapeste prendere tu e l’anestesista.... il silenzio è
d’oro, è ovè? Comunque mo’ basta ! Questa deve
tornare nell’oblio del Manicomio, altro che storie....
Mo’, tu corri in garage a prendere la station - wagon
e vieni vicino al portone secondario... La portiamo in
Clinica... Nel frattempo, io le inietto per sicurezza
un’altra dose di tranquillanti e la scendo sulla sedia a
rotelle.... Tra dieci minuti al cancello... e non fiatare
con nessuno .... Và !!
CAMILLA: Va bene [infila il cappotto, arraffa la
borsetta ed esce di corsa]
Il dottore si leva il camice, sceglie alcune medicine da una vetrinetta e poi si infila nello studiolo, dopo aver messo il chiavistello alla porta. E’ appena uscito quando Sofia si scuote, apre gli occhi, distende le membra, di stropiccia la faccia..
SOFIA: Che mal di testa !.... Che bocca amara.... mi hanno
drogata.... Si....si....mi hanno fatto dormire... ma per
poco....ormai sono assuefatta alle droghe....non
hanno più effetto su di me....Il Professore ha deciso
di tapparmi la bocca....Di seppellirmi di nuovo in
Manicomio... E faccia pure.... Io non aspetto altro
che di raggiungere il mio bambino in cielo.... Già...
perchè lui sta in cielo di certo... Invece se era vivo....
chissà che faceva....Chi era...? Che cosa poteva
diventare ? Magari uno scienziato, forse un attore
di successo....un atleta...Chissà, forse Presidente
della Repubblica... Papa...Poteva diventare tutto
ed invece non è stato niente....Perchè ?! Perchè...
perchè il Professore, quella sera, per caso...per caso
....per caso...era ubriaco e per caso, ha distrutto la
vita di mio figlio,...la mia... quella di chi da mio figlio
sarebbe nato...i suoi figli,....i suoi nipoti...Professò
tu hai fatto una strage !! Sei stato l’artefice dei nostri
destini...hai manipolato col tuo schifoso forcipe le
nostre vite...Professò, tu come una Parca, hai svolto
il filo delle nostre vite, te lo sei rigirato fischiettando
intorno ad un dito e poi...zac ! L’hai troncato !
Cù - Cù, non c’è più...niente più Sofia, niente più
bambino....via....via....!
Così vaneggiando, Sofia si aggira per la stanza....tocca distratTamente qualche strumento, legge delle ricette, scambia di posto alcune medicine.
SOFIA: Il Destino....arriva uno e ti cambia il Destino....Però..
è divertente fare la parte del destino...Vediamo...
ecco quà....una cosa sta quà...?... La metto di là... !
I tranquillanti... ecco, così al posto degli eccitanti...!
Ah...Ah... I batteri, al posto degli antibiotici...Ah...
Ah...I lassativi al posto degli astringenti....bene...
e che altro si può manipolare....?
Prende, incuriosita la cassetta frigorifera delle provette con il seme...la apre,....ne esce un vapore freddo....poi prende due provette...legge:
SOFIA: Si...vo...Dio...coltura del seme...Analisi di fertilità...
La...Rana...che nome....coltura del seme....idem
come sopra....
Guarda affascinata le due provette....poi si illumina !:
SOFIA: Ecco... ecco il Destino che ritorna....il Destino
che oggi si chiama Sofia ! Ecco...[Stacca e scambia
le etichette delle provette] Fatto ! Ecco quà....si
compie l’opera del Fato: il piccolo Sivodio, se nasce,
nasce a casa di La Rana ed il figlio di La Rana, nasce
a casa Sivodio!!! Geniale ! Tremendo ! Uno scherzo
atroce del Destino....Che sarà ? Che succederà....
come cambieranno le vite di questi due esseri....
Vivranno meglio... perderanno delle cose ?...
Mai....non si saprà mai ! Mai...mai....mai......
e tutto ciè perchè una povera pazza ha scambiato le
provette....ed ha scambiato le loro vite !
Oh, Dio....come mi sento confusa....stanca....come
stanca decidere degli altri...fare il Destino degli altri..
basta ora ho bisogno di dormire....voglio riposare....
riposa....re.....ri...po...sa...re....!
Dolcemente Sofia si lascia scivolare si di una poltroncina e crolla nuovamente vinta dal torpore. Dopo qualche attimo rientra Fecondati, spingendo una sedia a rotelle.
PROF.: Teh ! Sta ancora dormendo...non c’è nemmeno
bisogno di un’altra iniezione e nemmeno della
camicia di forza....questa dormirà per tutto il viaggio
[Solleva il povero corpo
abbandonato e lo adagia
sulla sedia a rotelle. Il corpo si
abbandona come una
marionetta senza fili] Guarda ccà...un
manichino senz’anima...! Una larva...una povera cosa
inutile...Sofia Malafronte...tu volevi far paura a me?
....Tu volevi ricattare me e...come ? Sofia....tu non
sei niente....conti meno di un escremento di mosca...
non puoi fare niente...non puoi decidere più
niente...Jammucemmo !...Ti aspetta l’oblio...
l’oblio... il nulla ! Nessuno si ricorderà più
di te...non conterai più niente per nessuno....niente
per nessuno !!!
[Esce spingendo la sedia a rotelle]
CALA LA TELA
SONO PADRE, SIVODIO
II ATTO.
La scena rappresenta il salone di una casa piccolo borghese. Porta a destra che va verso un terrazzo a livello. Porta al centro che corrisponde una saletta . La comune E’ a sinistra. La porta DI SINISTRA da’ sul corridoio e quindi alle altre stanze. L’arredamento è pacchiano e ridondante, con TROPPI mobili, mobili falso stile inglese, mentre alle pareti si aLternano quadri moderni e stampe. Sulla porta principale, la gigantografia di un neonato, brutTulillo e con strane orecchie a sventola ! L’ambientazione è quella di una festa in corso: il battesimo del piccolo Sivodio ! La tavola è imbandita di dolci e bottiglie di spumante.
Dalla sinistra, entrano i compari Ferraro, coniugi benestanti, accompagnati dalla figlia Barbarella, una stolida ed antipatica fanciullina con trecce ed occhiali.
BARB: Mammà, ma quant’è brutto chillu criaturo !
COMM.: Ma che dici, Barbarè....è criature so’ tutte belle,
so’ comme all’ Angiulille’ !
BARB.: Mammà, ma quali Angiulille ? Chille me pare ‘nu
scimpanzè... Tene l’uocchie piccoli piccoli e chelli
‘recchie enormi, a sventola !
COMPARE: Barbarè,... prima di tutto ‘e scimpanzè so’ peluse,
mentre ‘o guaglione è pelatiello e pò...basta...sti cose
nun se dicene...Pa’ cronaca se dice: quant’è
bellillo...! Com’è carino ! Assomiglia al papà !
BARB.: Ma quando mai....chillo nun c’assumiglia manco ‘nu
poco...’O pate pare ‘nu puorco..isso, ‘na scignetella !
COMM.: Te vuò sta zitta o no ?! C’avessama ricurdà ‘o
Bettesimo del compariello ? Statte zitta e cionca
llà....Mangiate doje spugliatelle, và !
BARB.: ‘E sfugliatelle nun me piaceno...so’ perute ! Me
mangio ‘e babbà....
COMM.: E magnate chella che vuò tu, basta ca te staje zitta.....
[dopo qualche attimo, cambiano
tono, VEDENDO i compari Sivodio che
soggiungono con il bambino in una
veste serica ed il parroco Don
Cilicio ].... Evviva !! Evviva !! Ecco che
sopraggiunge il dolce ritratto della felicità...!
Che bella famigliola.... !!
Auguri.... Auguri !!
COMM.: Auguri !.... Pe’ 100 anne ! E quant’è bello ‘stu
birbantello...’stu masculone ‘ngannaccato ....
Auguri!.... Auguri ! Io questo mò dicevo con mia
figlia....dicevo “ ‘e visto Barbarè, quant’è bello ‘o
cumpariello ? Una miniatura ‘e Capemonte !....
BARB.: Si...[ingozzandosi di babbà] Si di
Capemente [a bassa la voce] dè... Funtanelle
‘ncoppo Capemonte !
MARIUCCIA: Si, è bello...è ovè ? E’ un amore ! E com’è buono....
tranquillo...la notte succhia... dorme e succhia...
DON CILICIO: E si vede che già da piccolo, vuol farsi Santo...
Guè questa creatura me la voglio crescere io, in
Parrocchia....Bello e Santo !
PIPPETTO: Piano...piano don Cilì, chisto è figlio a me...e se
tanto da tanto, ne deve far piangere di gonnelle...
E po’ cu chillu uocchie....
BARB.: .....e cu’ chelli recchie ?!
PIPPETTO: Cosa ?
COMM.: Nooo, diceva la bambina... con quelle belle
orechiuzze ne sentirà preghiere di fanciulle! Ne
spezzerà di cuori !!
PIPPETTO: Ah, beh, certo.... Pur io spezzavo, cuori, fegati,
pulmoni....
MARIUCCIA: Ma che spezzavi tu ? Statti zitto, che mo’ sei padre
ed hai le tue responsabilità ! Altro che rubacuori....
Questo bimbo dovrà crescere forte, sano e col buono
esempio.... Dico bene, don Cilicio ?! E poi dovrà
studiare... Altro che ignorante come noi.... Lui dovrà
diventare Avvocato, Ingegnere, Dottore...che dico....
Professore !!
PIPPETTO: Si, Scienziato !! A proposito ‘e scienzate, Mariù... Io
ho invitato al battesimo, pure il geometra La Rana
con la moglie.... mi è sembrato opportuno... sono
quasi parenti.... Ho fatto bene ?
MARIUCCIA: E si capisce.... [ai presenti] Dovete sapere che io
e la Signora La Rana siamo state in cura dallo stesso
ginecologo, abbiamo sgravato tutte e due l’istesso
giorno della Clinica Sanatrix al Vomero... Pur’essa
ha fatto ‘o masculillo....l’ha chiamato Teodoro...
Commu è bellillo...na cerasa.... Ieri hanno fatto il
battesimo e ci hanno invitati...Oggi vengono qui da
noi!!
DON CILICIO: Bravi....avete fatto bene....l’amicizia pura e
disinteressata è alla base d’una vita Santa ! Bravi......
ed il papà... che fa il papà ?
PIPPETTO: Geometra al Catasto !! Agguazza buono ! Tene pure
a casa a Mondragone e dojie stanze a Rivisondoli !!
Nà bella amicizia...Mo ‘e vedite ‘e veni... Ma pe’
tramento.... Jamme, accomodatevi....mangiate...
bevite... accomodatevi al buffet ! Magnate alla salute
e chistu bellu masculone ‘e papà... Sono padre,
Sivodio !! Capita ‘a battuta ?!
[Tutti si accostano gioiosamente al buffet, si mangia, si parlotta, come in ogni festiNo battesimale, dopo poco, un campanello dall’esterno] DRIN.....DRIN!.....
MILLY: I signori La Rana... Patre, matre ‘e criaturo !!
ENTRA LA FAMIGLIA LA RANA
PIPPETTO: Guè, geometra bellissimo... che piacere... avanti,
avanti accomodatevi....!
MARIUCCIA: Signori.... vi presento i coniugi La Rana e
figliolanza... [Introduce e presenta agli
ospiti]...Il Compare e la Commara Ferraro...
pensionati delle Poste.... Don Cilicio Mazzella, della
Parrocchia del Cuore di Gesù quà dietro...
Barbarella, la cummarella.... va a scuola...sa leggere
e scrivere e fa pure a brake dance ! Rosina....a
cammarera....è ‘a figlia da guardaporta.... però ‘a
chiamammo Milly perchè fa più chic !!
CORRADO: Piacere....lietissimo....ben fortunato [Saluta tutti ]
Siamo passati solo un attimo per far gli auguri di
felicità al piccolo Sivodio !
DOROTEA: Gli abbiamo portato una tutina celeste “Robe de
Kappa ”.... l’abbiamo presa da “ Siola ”....a Chiaia....
MARIUCCIA: E’ un amore....grazie...com’è bella....non
dovevate.... ma prego .... accomodatevi...
scommogliatevi....datece ‘e trench ‘a cammarera.....
fa parte d’ò servizio....
BARB.: [Alla madre sottovoce] Servizio e
coperto....tutto compreso....!
COMM.: (dandole un pizzicotto) Zitta !... (Alla La
rana) Ebbene, Signora......Mariuccia ci diceva
della vostra amicizia...dei vostri trascorsi.... vi siete
conosciute durante la gestazione !.....
DOROTEA: Si....abbiamo subito lo stesso calvario per avere
questi angioletti....Cure...analisi.... prelievi...non
vi dico... quante pene....sofferenze.... Ma, infine, ne
valeva la pena !! Il bambino mi ha reso madre felice
ed appagata...ed anche mio marito...
CORRADO: E’ vero... dice bene la mia signora....Anch’io, dopo
la nascita di Teodoro, mi sento un altro... Ero una
radice secca... ora sono un oleandro in fiore !!
Emano forza.....forza...e virilità !! So’ diventato nà
furia....nà furia...è vero, Dorotè ? Nà Furia !
BARB.: Furia....cavallo del West ! Ma che sagoma !
COMM.: Zitta ! .... Benedica... cù salute ! E’ figlie so’ grazia
di Dio... provvidenza... Anche per noi fu così....
Barbarella ‘a vedite?.. nata per noi in tarda età, è
stata l’elisir di lunga vita... ci ha rigiovaniti..... ci ha
allungato la vita !!!
COMPARE: (Sottovoce) si...e c’è l’ha resa un’inferno !!
Nuje steveme accussì belle !! [La moglie lo
fulmina con un’occhiataccia]
PIPPETTO: [Prendendo dei bicchieri di spumante]
Sù...sù... brindiamo....brindiamo tutti insieme alla
nascità dei nostri eredi....al mio Pasqualino ed al
vostro Teodoro...le nostre gioie....i nostri pupatielli !!
DON CILICIO: ....Si....Brindiamo a queste due belle creature.... nate
da brave famiglie cristiane e, per ciò, già dedicate
a Nostro Signore....Io levo il calice e brindo a
Pasqualino ed a Teodoro....piccoli e valorosi
soldatini dell’esercito di Gesù Cristo... Evviva....
Evviva i vostri bimbi....Evviva nostro
Signore...Evviva la Madonna di Portosalvo !!
TUTTI: EVVIVA.....EVVIVA !!
BARB.: (Sottovoce) Ma che ce trase a Madonna ?
[calcetto della madre] Haia...!!
PIPPETTO: Che belle parole....Evviva....Auguri !!
TUTTI: Auguri... “ Evviva ” “ Pe’ ciento anne ” !
“ Felicità e Provvidenza !! ”
MARIUCCIA: [Dopo aver bevuto, al centro scena
insieme a Dorotea con i bimbi tra le
braccia]
“ Dorotea....mi devi credere... io con questo creatura
sono rinata.... A’ notte me sceto, tre, quatto, cinche
vote po' fà succhià... Pure quando nun serve, io me
sceto sulo pè mo’ guardà.... Io me ‘ncanto a vederlo
durmì... E po' quando m’addormo...mo’ sonno !...
Io so’ asciuta pazza pe stu pezzullo ‘e core !!
DOROTEA: A chi lo dici, cara Mariuccia.... E’ un miracolo....un
miracolo che il Signore ci ha fatto... Io ero come
appassita... come morta... Mio marito manco mi
guardava... Anzi mi guardava... ma con aria schifata
come per dire.... “ Tu nun sierve...Manco ‘nu figlio
sai fà !! ” Adesso invece... mi coccola.... mi riempe
di attenzioni... A me e al piccolino... Per Teodoro,
poi è addirittura impazzito... Pensa, ogni sera gli
porta un dono... Nà sera l’orsachiotto... nà sera ‘a
macchinetta... ‘a stanza do’ guaglione è diventata
l’Edenlandia !! Insomma...in casa nostra è entrata la
felicità !!
MARIUCCIA: Pure da noi.... che gioia... e che preoccupazioni
all’istesso tempo.... Basta nà tussella,... na linea ‘e
frevicciola... nu’ strillo cchiù forte... e nun se campe
cchiù.... Chiamma ‘o Duttore... No, voglio ‘o
Prufessore! ... Sarà varicella ?! Terrà ‘a brunchite !?
Maronna, e si fosse meningite ?!!
DOROTEA: E vero...è proprio così... Pure noi a volte campiamo
di palpiti.... Pensa un po' che da qualche settimana ci
siamo accorti che il bambino ha una strana
caratteristica... guarda...il nasino rosso rosso...
sembra una cilegina.... Abbiamo chiamato il medico
internista, il dermatologo... Niente... non ci
capiscono niente... E’ freddezza, dice uno... no,
sono i capillari fragili dice l’altro... passa con l’età,
dice un terzo.... Insomma non sappiamo che
pensare....
MARIUCCIA: Ma no... è cosa ‘e niente.... ‘e ‘stu problema nce
soffre pure Pippetto mio... è, come dire,... na cosa ‘e
discendenza.... se passa di padre in figlio... !
O nonno suojo beveva, ‘o pate beveva, isso beve
assaje vino,... però nun è grave...anzi è segno ‘e
salute.... A me me piace pure... Nun te proccupà....
è ‘o vino....
DOROTEA: ‘O vino a ‘nu criaturo ? Sarà, ma chillo mio marito è
astemio.... Mah... Speriamo che passi presto....
Piuttosto, che bella cuffietta di trine che ha il tuo
Pasqualino... Pare antica, è vero ? Ce la metti per
tradizione ?
MARIUCCIA: Si.... no.... sai com’è ? No... è .... che.... capisci...
Insomma, Dorotè, io ci ‘a metto, pecchè...pecchè....
insomma....perchè ‘o piccerillo.... tene ‘e recchie nu’
poco .... a sventola.... !! Guarda...
DOROTEA: Caspita ! Notevoli !! Che simpatiche ... E tu sei
preoccupata per questa sciocchezza ?.... Ma dai...
A parte che con un piccolo intervento di plastica
si eliminano..., con l’età le orecchie a sventola sono
un segno di distinzione... di personalità... Guarda mio
marito.... Sembra Dumbo.... eppure a me piace così...
è bello, è ovè ?
DON CILICIO: Guè, belle signore...ma che fate... vi siete isolate...
ci volete negare il piacere “sacrosanto ” di goderci
questi due Angioletti ??!
PIPPETTO: Don Cilì, quando mai... quelle le mamme ci godono
a parlare de’ criature... se guardano, se pesano, ‘e
cunfrontano... me parere doje piccerelle ca
giocano cu ‘e bambulelle... “ A mia nun vò mangià..”
“ A toja tene ‘a zella ”... Proprio comme se
giocassero ‘a cucenella......
DON CILICIO: Che carine... che scenetta idilliaca.. Al mondo non
c’è cosa più tenera di una mamma col pargolo tra le
braccia... non è vero geometra ?
CORRADO: E’ vero... pure mia moglie... co’ guaglione
mbraccio... pare bella.....
DOROTEA: Cosa ? E perche’ senza guaglione ....?
CORRADO: Che centra.... senza bimbo, sei un essere umano con
tutti i difetti ed i limiti della specie... Col bimbo, sei
invece, femmina, progenitrice, statua della fertilità,
madreterra....
COMPARE: Che belle parole... il geometra è un poeta, non è vero
Sisina ?... Anch’io da giovane scrivevo qualche
verso... brevi poesie... madrigali per mia moglie,
versi in libertà...
MARIUCCIA: Uh, davvero... Cumpà,... e fateci sentì qualche cosa..
DOROTEA: Si, si.... na poesia d’amore... suvvià !...
[Tutti insistono]
COMPARE: Ma no... quando mai... io nun me ricordo niente.....
so cose ‘e gioventù.... follie ‘e giuvinotto
nammurato....
COMM.: E’ vero.... mo invece si diventato nu’ cummò co’
specchio.... Ato ca’ poesia... Si pesante... pesante e
rompiscatole !!
COMPARE: Ma che dici ? Comunque,... se proprio insistete....
due versi, per buono augurio a sti piccerille...
Dunque... Allora... Questa la scrissi tredici anni fa,
pè mia figlia Barbarella... quanti sogni... quante
speranze... Mah !! Dunque...
“ PUPATELLA ‘E PAPA’ ”
E’ arrivata a primmavera
‘na Pupata dint’a casa,
tene a faccia e ‘na cerasa,
tene ‘ ricce ‘e seta nera.
‘Nu prufummo ‘e fraulella
è trasuto ‘nzieme a essa,
metr’ addore ‘e gesummino,
esce fore d’a vucchella.
Chesta bambula ‘e Bisquit
pare ‘o sole quanno ride,
si po' chiagne, se fa scuro
e stu core fa sperì.
E si a vote se sturzella,
sape già ca vence o’ punto,
si vo’ latte o cerca vase,
ce cuffea cu na mussella.
Mamma soja già s’à fa bella,
se l’acconcia.... l’appripara...
pare quase ‘na nennella
ca se veste ‘a bambulella.
Quand’envece nun se stà,
pe’ ‘na freva o ‘na tussella,
m’à cunsegna ed io cammino
tutt’a notte pa’ calmà.
Io ‘nu poco stò nquartato,
po', l’addormo dint’è braccia,
e abbracciato ‘nzieme a essa
songo ‘o meglio nammurato !
TUTTI: Bravo.... Bene... Che bei versi !.... Complimenti !
DON CILICIO: E bravo, il Compare... Avete scritto e declamato
versi pieni di sentimento e di amore paterno !
BARB.: E voi che ne sapete di paternità ? [La commara
fulmina la figlia con lo sguardo]
DON CILICIO: Che ne so ? [Visibilmente stizzito]... Che ne
so ?!E perchè i fedeli non sono tutti figli miei ?... Io
sono il padre spirituale della Parrocchia e dei
Parrocchiani, non è vero ?!.... Comunque,... scusate
ma adesso devo andare perchè si è fatto tardi...
Tengo la messa serale e si faccio tarde le mie
figliarelle settanta/ottanta anne si preoccupano...
Beh... Ancora auguri e complimenti...
[Ai due bambini]... vuje....dduje,
criscite dint’ò bene, ca benedizione d’ò Padre, d’ò
Figluolo e d’ò Spiritu Santo !!
LE DONNE: Ammen !!
MARIUCCIA: Don Cilì, grazie della presenza e della benedizione
speciale alle creature... Cca sta ‘a bomboniera......
Ci vediamo Domenica, alla Santa Messa....
DON CILICIO: Con la grazia di Dio!.... Permettete ....
COMPARE: Un momento... don Cilicio...ce ne scendiamo pure
noi... vi accompagniamo sino alla Parrocchia... così
passeggiando, vi declamo qualche altra poesia mia....
DON CILICIO: Nooo... lasciate stare....
COMPARE: Per carità... è un piacere... Jamme Sisina !...
Barbarè... Saluta....’e cumparielle !....
CONVENEVOLI... SALUTI DI COMMIATO COME D’USO... AUGURI...
COMPARE: [Prendendo sotto il braccio il prete]
Dunque... proprio l’altro ieri scrissi questi pochi
versi... Un Poemetto sul Celibato e la Castità... 82
quartine a rima sciolta .....
DON CILICIO: .....Lasciate stare.....
[ESCONO TRA SALUTI ED ARRIVEDERCI]
CORRADO: .... Che persone simpatiche...!
PIPPETTO: Si, non c’è male... So’ brava gente... Sulo ‘o
Cumpare è ‘nu poco pesante... isso e chelli poesie...
Cierti vote abboffa proprio.....
MARIUCCIA: Ma che dici.... quando mai... è un uomo così caro e
sensibile!!
CAMERIERA: [Entrando un po' scossa] Signò.... Signò....
cca fore nce sta na femmena dint’à saletta... S’è
‘mpezzata quando so’ asciute ‘e Cumpare... Ha
cercato ‘e vuje... Sta tutta agitata... tremma... se
sturzella .... Me pare nu poco fore ‘e cervella ....
PIPPETTO: Ma chi è.....? Che vò ?... Ce addimandato che vo ?!?
CAMERIERA: E comme ! Ma essa diceva sulo ...“Faciteme trasì...
è cose ‘e vita ‘o morte... Devo parlare con la Signora
Sivodio... E’ urgente....” Io me so mise ‘nu poco
appaura....
[DALLA COMUNE, D’IMPETO ENTRA SOFIA MALAFRONTE: E’ AGITATISSIMA, TREMA, SUDA. E’ ABBIGLIATA CON APPROSSIMAZIONE: HA UN SOPRABITO SULLA CAMICIA DA NOTTE, CALZA PANTOFOLE, HA TRA LE MANI ALCUNE BUSTE DI PLASTICA PIENE DI CIANFRUSAGLIE ED UN OMBRELLO SOTTO IL BRACCIO].
SOFIA: Permettete.... Scusate l’intrusione.... permettete...
Perdonatemi.....
PIPPETTO: Signò... Dite ! Che stato ?
SOFIA: Scusate Signor Sivodio se piombo così... in casa
vostra... senza essermi annunciata.... Ma la cosa è
grave.... gravissima... Non badiamo alle formalità....
PIPPETTO: E non ci badiamo.... però diteci chi site....che vulite...
Nun me pare ca nce simme già conosciute...
Comunque, chisto num me pare ‘o modo ‘e trasi
dint’à na casa.... perbene...onorata...
MARIUCCIA: Pippè, e nu poco e maniera... Signora, scusate a mio
marito... è uomo, ... nun tene garbatezza... Prego
accomodatevi... assettateve... vuie state tutta
sudata... Vulite vevere ?... Rusì [indicando alla
Cameriera di portare da bere] Porta ‘nu poco
d’acqua !!
SOFIA: No... non vi disturbate... non voglio nulla... solo una
sedia... Stò senza forze... sono due ore che corro a
perdifiato... Tutti mi inseguivano... le sirene......
gli ululati....
CORRADO: Signora.... come sarebbe vi inseguivano ?... Vi hanno
aggredita ?.... Scippata ?... E chi è che ululava ?...
SOFIA: ‘E cane ‘e Don Liborio...’o Custode d’à Casa....
DOROTEA: Don Liborio? Signò... voi siete un poco agitata...
vulite 20 gocce ‘e Valeriana... io è tengo sempre
appresso per mezzo della Criatura... no non per lui...
per me... quando non mi fa dormire la notte...
[Il marito le da un’occhiataccia]
SOFIA: No... Grazie... La Valeriana non serve per le mie
condizioni... comunque... grazie ancora... ora sto
bene... sono calma... mi sono ripresa.... abbiate
ancora pazienza e perdonatemi della maniera in cui
mi sono introdotta... ma la gravità della cosa lo
imponeva... d’altra parte, solo stamane ho rotto i
legacci !
CORRADO: Signora, scusate, ma più volte avete menzionato che
è cosa grave... Di certo sarà anche delicata e
riservata per i Signori Sivodio... Perciò a questo
punto io e mia moglie ci congediamo...
PIPPETTO: Addò jate ?.... e me vulisseve lascià sulo cu chesta...
chesta Signora... po’ essere ca’ servite pure vuje....
SOFIA: Appunto !! La cosa che si tratta riguarda anche voi,
signor La Rana... D’altra parte sapevo che stavate
qui... ho telefonato a casa vostra e mi hanno detto
che stavate al Battesimo del piccolo Sivodio......
Meglio! Quattro piccioni co’ una fava !!
PIPPETTO: Signò, ma quali piccioni... quali fave mastecate ?
Mo’ vi dovete spiegare.... che c’azzeccano i Signori
La Rana con noi... E’ vero, siamo amici... ma se è
cosa delicata, riservata, di famiglia, è meglio la
solitudine !!
SOFIA: No.... in questo caso devono restare... Sivodio e La
Rana: Il destino vi ha unito per sempre !... Il
miscuglio scellerato si compì... la catena di bronzo si
chiuse con l’anello di rame ! Capite ?? E’ chiaro
l’arcano ?!
PIPPETTO: Manco nu poco... ! [A ROSINA] A te ... vattene
dint’à cucina... e ricorda... [SOTTOVOCE] In caso
di pericolo: 113 ! Si siente alluccà,... mazzate e
violenza, sanghe..., pazzarie... Fai subito il 113.....
Pronto Intervento... va, curre !!
ROSINA: Permettete !....... [ESCE]
MARIUCCIA: Signora... adesso vi dovete spiegare... innanzitutto
chi siete... come ci conoscete....
SOFIA: E troppo giusto... Io sono Sofia, Sofia Malafronte... e
non mi dite piacere di conoscervi.... perchè quando
saprete, non sarà un piacere l’avermi incontrata...
Ah, se non fossi mai nata... me maledetta !
(SI SCHIAFFEGGIA ) Maledetta.... Maledetta !!
DOROTEA: [TRATTENENDOLA E ABBRACCIANDOLA]
Signora, per carità, calmatevi voi vi fate del male....
Su.... calma... ecco... così... un poco d’acqua.... va
meglio... si ? Ed ora volete spiegare tutto... su...
SOFIA: Si... è l’ora... è il tempo è [ SI ALZA IN PIEDI IN POSA IERATICA L’INDICE TESO IN ALTO..... GLI ALTRI SONO IMPRESSIONATI ED AMMUTOLITI] .... Fecondati !... Ricordate...
il prof. Fecondati Arturo?... che l’inferno l’inghiotta
e ne maceri la carcassa !!!
PIPPETTO: Mamma d’ò Carmene !!
MARIUCCIA: Fecondati ? Ma chi il Dottore che ci curò nella
gravidanza dei bambini ? E che ce trase ? Uh,
Madonna !....
SOFIA: (ANCORA) Si, me mann’isso !! Dall’inferno mi
manda a reclamare i crediti delle vite che profanò !
Maledetto.... Maledetto!! Ah... ma io sono fuggita...
ho spezzato le catene che mi tenevano inchiodata a
quel letto... ho sciolto i legacci... e sono tornata da
quel mondo di silenzi, per parlare..., per svelare a voi
infelici , la putrescente ignominia di quel mostro e...
mia !!
PIPPETTO: [A ROSINA CHE SI AFFACCIA ALLA
PORTA FA SEGNO: 113 !...]
SOFIA: Il dottore.... Il Professore Fecondati... il Mago della
fertilità... l’uomo che dà vita ai corpi sterili... l’idolo
delle mamme felici... dei papà gongolanti.... Lui...
Lui è un mostro... ed io... sono il suo povero
strumento !! La Dannazione... La Dannazione per lui
e per me !!
PIPPETTO: Mamma do’ Carmene !
SOFIA: Silenzio ! Signori... ascoltatemi bene: ... Io sono
pazza !!!
PIPPETTO: Nooo.... quando mai... ! [FA SEGNO A ROSINA DI
RITELEFONARE AL 113] Rusì...! Rusì.....!
SOFIA: Silenzio ! Dunque... io sono Pazza... Ma non da
sempre ... non nacqui menomata...no ! Impazziì per
le sventure, per le atrocità che la vita mi volle
riservare... Eppure da giovane ero bella.... bellissima!
Che sia maledetta pure la bellezza...! meglio brutta....
insignificante, perchè la brutta quando ha accettato la
sua condizione si da pace, si rincantuccia nel fondo
della vita, si isola, si imbozzola e parecchie sventure
le scansa. Ma io no... io ero bella... io quando
passavo... si fermava il traffico... “ Sofia sei
stupenda! ” “ Sofia, mi fai morire !” Quante belle
parole mi dicevano gli uomini... e quanti trucchi per
raggiungere il loro lurido scopo di godere del mio
corpo... Che schifo... Che schifo... Tiè... Tiè..[SI
SCHIAFEGGIA]
SOFIA E DOROTEA: Signora Sofia....no [LA CALMANO BLOCCANDOLE DOLCEMENTE LE MANI ]
SOFIA: Il primo fu un attore dei fotoromanzi... Bello e
completamente cretino.... Appena seppe che ero
incinta...., se la squagliò a Milano... E fu il primo
dolore... Il bambino lo persi quando ero di sei mesi..,
una caduta.... Secondo dolore...! Poi, per riprendermi
un po' mi misi a lavorare in una Discoteca di
Posilippo... Ballavo sul cubo.... “ Sei bella ” mi
dicevano ....e io ballavo... “ Spogliati ” e io mi
spogliavo... “ Fai la carina con me ” ed io facevo la
carina... Perchè ?.... Perchè mi volevo umiliare....
distruggere... Volevo pagare per quella vita che non
avevo saputo proteggere... Poi rimasi incinta di
nuovo... Di chi... e che ne so... e che me ne
importava... Quel bambino era mio ... solo mio... era
la mia catarsi... la purificazione... se nasceva... io
rinascevo con lui... Basta Discoteca, basta
cocaina...!! Basta uomini... ero solo una mamma !!
MARIUCCIA: Povera Signora, quanto dovete aver sofferto
CORRADO: Ma la famiglia vostra ? Vostro padre...? nessuno vi
aiutò...
SOFIA: Nessuno.... Ignoranza... Pregiudizi.... Mah..! Non
importa.... A me bastava solo il bambino... E fu
allora che per dare al mio bambino la certezza di
nascere bene mi affidai al Dottore... al Professor....
Fecondati. Maledetto ! Che sia Maledetto ! Mesi di
cure.... analisi... prove... “Tutto bene Signora -
diceva lui - Il bambino è sanissimo, guardi
l’ecografia... guardi qui ... è un maschietto...
complimenti !” Ed io gioivo tra me.... io poi
ci parlavo col mio bambino.... Gabriele.....
lo chiamavo così.... come l’Arcangelo.... perchè
doveva essere bello e buono.... Gabriele.... Aspettavo
il parto come un miracolo.... una grazia.... e invece....
Ahh.... Ahh... [LANCIA UN ALTISSIMO URLO]
Ahh... !!
MARIUCCIA: Calmatevi, signò.... vi prego... calmatevi... E allora?
SOFIA: Si, mi calmo... Sto buona... Ecco... Il parto.... il
giorno... la sera del parto, lui... il Dottore Fecondati
era al Night.... Ubriaco fradicio... Quando lo
portarono in Clinica non capiva niente... una larva....
Nessuno lo fermò... Ricordo solo il forcipe che
scavava, strappava, lacerava... Quando rinvenni... mi
dissero che il bambino non c’era....me l’ero sognato !
Gravidanza isterica ! Capite ? Gravidanza isterica !!
Maledetti.... Maledetto !!
CORRADO: E’ terribile, signora... ci avete accapponato la pelle....
siamo tutti commossi per il vostro dramma...
veramente... E vi siamo solidali.... Ma, al di là di
questo, adesso noi cosa possiamo fare per voi ? In
che modo siamo coinvolti col vostro dolore ??
DOROTEA: Si... in che modo ? Al di là del fatto che ci ha curato
lo stesso medico... Cosa ci lega ?
SOFIA: Cosa vi lega? Tutto.... Il Destino ci lega... o meglio la
mia follia... perchè io, dopo la perdita del bambino
impazzii... Si ero impazzita di dolore... di
disperazione, di collera... di solitudine... e nella follia
cercavo la vendetta contro l’assasino.... lo volevo
colpire nella sua alta professionalità... nella sua
vanità di dispensatore di vita... di grande creatore di
gioia a pagamento.... e allora...
TUTTI : E allora ?...
SOFIA: E allora... vi ricordate il giorno dell’ultima visita
ostetrica... la prova del seme ? Le provette ?
Ebbene...
TUTTI: Ebbene ?!?!
SOFIA: Ebbene, io.... Sofia Malafronte... io la pazza... io la
vittima della sorte... io mi sono sostituita al Fato ed
ho......
TUTTI: Ed ha ?!?
SOFIA: Ho scambiato le provette del seme !
MARIUCCIA: Che vuol dire ?!?
SOFIA: Che il figlio di Sivodio è di La Rana e viceversa !!
MARIUCCIA: Assassina!.... Ah....! [SVIENE]
PIPPETTO: Carogna... io t’accido !!
CORRADO: [TRATTENENDO PIPPETTO] Hai scambiato le
provette ?! Disgraziata !!... In galera... in galera devi
andare... Schifosa !... Puttana.. !! Il manicomio
criminale a vita...! Solo morta devi uscire di lì !
SOFIA: E’ giusto: devo pagare il male che ho fatto e sono
qui per questo... Perciò, se mi uccidete subito fate
giustizia ed io mi libero di questo atroce rimorso.
Avanti... acciditeme... ittateme abbascio... io so
pronta ! Accediteme !
[AL TRAMBUSTO E’ ACCORSA LA CAMERIERA CHE SI ADOPERA VICINO A MARIUCCIA ] :
Signurì, aggio chiammato ‘o 113... Stanno arrivanno !
PIPPETTO: Si, però doppo che aggio levato a copp’a terra, sta
carogna ! [SI PRECIPITA SU SOFIA, CERCANDO
DI STROZZARLA TRATTENUTO DA ROSINA E
DOROTEA] ‘O destino... ‘o destino,.... e tu,
grandissima schifosa... fai ‘o Destino co’ figlio mio...
Co’ sanghe mio... faje ‘o juoco de tre carte cu ‘a
criatura mia. Ma io t’aggia accidere !!
CORRADO: Il mio bambino... il mio bambino... nun’è figlio a me!
DOROTEA: Teodoro... Teodoro mio... io so’ ‘a mamma toje... ma
papà nun è cchiù papà !!
MARIUCCIA: Pippè... Pippè... ! Lassala stà...! nun l’accidere si no’
tu vaije ‘ngalera e tuo figlio resta senza pate !
PIPPETTO: Nun me ne importa.... Anzi no... ‘o tene ‘o pate ! ...
nce sta Corrado... mio figlio è figlio a La Rana!
Maronna .... che casino !
SIRENE DELLA POLIZIA CHE SI AVVICINANO. IL TRAMBUSTO CONTINUA. A SOGGETTO. DOPO POCHI SECONDI ENTRA IL BRIGADIERE CON UN AIUTANTE.
BRIG.: Che succede qui ? Ci hanno telefonato avvisando ca
steve succedenno n’acciso e ‘nu impiso... Addò
sta l’assassino ? Chi è ferito ? Guè... a vuje..... che è
succieso ...? In nome della legge... rispondete...!
Che è succieso ?!?
PIPPETTO: Che è succieso ?!... Niente!.. non è successo niente....
stavamo festeggiando ‘o Battesimo de’ Criature...
cose ‘e famiglia... ? E’ overo, Corrà....?
BRIG.: Ma che siete usciti pazzi tutti quanti. Stavate
festeggiando e chiamate la Questura. Ne, ma a chi
vulite fa fesso ?!
CORRADO: Per amor di Dio... quando mai... E non ci saremmo
permessi .... e stata sta signora che... ‘e criature.... ‘o
scambio...........!
BRIG.: Ha scambiato ‘e criature...... ma che state
ammaccanno?!?
MARIUCCIA [FULMINANDO CORRADO CON LO SGUARDO E SCAMBIANDO OCCHIATE E GESTI MINIMI CON I PRESENTI]
Nooo... che avete capito... La signora qui ha
scambiato il pannolino al bambino e l’ha sgraffiato...
Avete capito ?! Io mi sono innervosita perchè ha
sgraffiato al bambino... il mio bambino... questo
qua... Pasqualino... Pecchè Pasqualino è mio... mio e
di mio marito Pippetto... Io l’aggio partorito... che
me importa do’ seme... ‘a pianta... E giusto
Dorotè!?!?
DOROTEA: [DOPO QUALCHE ATTIMO DI PROFONDA E DRAMMATICA RIFLESSIONE, UNISCE IL MARITO, ED IL FIGLIOLETTO IN UN ABBRACCIO]
E’ giusto così Mariuccia!!.... E’ giusto pure per me...
Corrà,... ‘e nuttate noste l’avimmo fatte vicino a
Teodoro... Tu ‘o vuò bene cchiù da vita toia... è ovè?
Corrà ?!? Rispunne !!!
CORRADO [ASSENTISCE ABBRACIANDOLA] Si.... !
BRIG.: Guè,... ma vuie me parite ‘nu manicomio... ‘O
pannolino... ‘e nuttate...cca ce sta quacchucosa pe’
sotto... Basta, parlate... Chè succieso? Che
succieso...?
PIPPETTO: Ve l’ho detto.... Brigadiè... Vi avete scomodato
inutilmente !... Nun è succieso niente... E’ stata cosa
‘e niente.... cosa ‘e niente !!
TUTTI RESTANO IMMOBILI ED IMPIETRITI DALLA SITUAZIONE TRAGICA, OGNUNO INCHIODATO AL PROPRIO DOLORE.
CALA LA TELA
III ° ATTO
La scena rappresenta il salotto a casa Sivodio - come nel II atto - La scena è in penombra. Tutto è immoto e silente. C’è un’aria di stantio ed abbandono, ragnatele e cose degradate un po' dovunque.
Sono passati 20 anni dalla scena precedente un faro ad occhio di bue illumina con la sua luce azzurrastra ed irreale il seguente quadro: al centro scena, un divano sul quale sono sedute Dorotea La Rana e Mariuccia Sivodio. Al tavolo sulla sinistra, seduti, il Brigadiere nappa e Corrado La Rana. Tutti i personaggi sono naturalmente molto invecchiati per il tempo trascorso e, soprattutto, per i dispiaceri e le delusioni della vita.
BRIG.: E così, quella sera non era successo niente... una
chiamata inutile per la Questura... [IMITANDO LE
VOCI DI QUELLA SERA] “ Brigadiè.., nun è
succieso niente... p’ammore e’ Dio... è cosa ‘e
niente....” tenevate questo poco in corpo !...
MARIUCCIA: E che vi potevamo dire, Brigadiere ?... Mettite in
galera a sfurtuna... arrestate ‘a ciorte maligna che ha
arruvinata ‘a vita e ddoje famiglie....
BRIG.: Certo, vi capisco... però, spiegando tutto allora
almeno si sarebbe arrestata l’autrice del misfatto e
forse chissà..... le cose potevano cambiare...
CORRADO: Arrestare Sofia ?... Quella povera pazza... e che cosa
sarebbe cambiato... lei non agì con cattiveria
criminale, ma con la disperazione della madre
umiliata e privata di quanto aveva di più caro... era
già distrutta dal rimorso....
DOROTEA: E poi... la nostra scelta, allora fu istintiva...
passionale... dettata dall’amore che ciascuno di noi
andava già provando per quei bambini che da più di
tre mesi chiamavano figli...
MARIUCCIA: Figli...?! E pecchè... che cos’erano... I padri erano
stati scambiati dalla pazzia di Sofia... ma ‘e mamme
eravamo noi... Pasqualino era figlio a me... Teodoro
[A DOROTEA] figlio a te !!
BRIG.: E vero... però, chissà... crescendo ciascuno accanto al
suo vero padre... forse... avrebbero avuto un’esito...
un destino differente .... Teodoro per esempio.....
CORRADO: Per esempio... che cosa? Teodoro sta in galera ed è
giusto che ci stia... uso e spaccio di stupefacenti ....
.... fuori alle scuole medie !!.... ! Nu criminale...!
No.... No ! ‘Nu figlio mio nun avrebbe mai fatto
chesta fine....!
DOROTEA: Sei cattivo ! Cattivo e stupido... ed io c’ho messo
tant’anni per rendermene conto... Teodoro un
un criminale ?!? Chillo è stato sempre un bambino
modello... buono... rispettoso... studioso... A scuola
sempre il primo... ‘A borsa ‘e studio... ‘O viaggio
premio... Una gioia per me.... una soddisfazione....
CORRADO: Per te... per te... si... per me, invece, un tormento
quotidiano... una tortura che è durata venti
anni.... giorno dopo giorno... E si, brigadiè... una
tortura... Ma voi ci pensate ? “ Teodoro ha vinto ‘a
borsa ‘e studio ! “ Bravo ! Bravo ‘o figlio d’ò
geometra....” Tutto suo padre !” “ Che cervellone !”
“ 30 e lode all’esame di Idraulica ” “ Che genio !”
“ Geometra La Rana, Complimenti... che figlio !”
Figlio.... ! Figlio ??? Figlio di Giuseppe Sivodio....
altro che mio...
BRIG.: Si, però voi l’avete cresciuto... grazie alla vostra
educazione stava crescendo così bene... Poi si è
deviato all’improvviso..!
DOROTEA: No... non all’improvviso.... bambino mio... Tutto
cominciò quando capì di essere figlio di Pippetto
e non suo.... La somiglianza fisica e caratteriale era
inequivocabile... e poi Pippetto.... sempre d’intorno
a viziarlo a coprirlo d’affetto.... Il ragazzo fece due
più due.... d’altra parte è intelligentissimo... E da
quando capì non ebbe più pace... Si divorò per l’
umiliazione.. si tormentò... e poi si lasciò andare
Prima gli spinelli... poi l’eroina... poi lo spaccio...
una china senza fondo... ed ora la galera ! [PIANGE
DISPERATA ABBRACCIANDO MARIUCCIA]
MARIUCCIA: E Pasqualino ?... era una perla...’na perla rara di
figlio... Dint’o negozio da mattina ‘a sera a spiccià...
a vendere... a mattina ambressa al mercato.... ‘a sera
a fa ‘e cunte... Nu gioiello ! Po’... da quando
Teodoro l’ha ditto ‘a virità... E’ crollato !! Un altro,...
è diventato un altro... Scontroso... arrogante...
cattivo... Fino a che ‘o mese passato... ha cumbinato
l’ultima fesseria !....
CORRADO: ‘A Legione Straniera !! Povero figlio mio...
miezzo ‘o deserto... Miezo ‘e bestie pericolose...
contro è beduine c’accideno ‘e cristiane !!
MARIUCCIA: Una tragedia ! Ci svegliamo una mattina e troviamo il
letto vuoto ! Un biglietto sul comodino... “ Cara
Mamma, caro Papà?... papà scritto col punto
interrogativo... non resisto più a vivere con un padre
che mi disprezza perchè non è mio padre.... vivo una
vita che non è mia... Sono straniero in casa di mia
madre... Vado ad arruolarmi ... Nella Legione troverò
pace o morte... Addio !!” Avete capito... ‘A creatura
mia... va truvanno a morte... a vint’anne !!
BRIG.: Perciò don Pippo Sivodio gli è corso dietro... e da
un mese sta in Algeria, appresso a lui per fargli
cancellare la firma e riportarlo a casa... Sta
rischiando il carcere e la vita per Pasqualino...
DORODEA: [A CORRADO] Chello che aviva fa tu che sei il padre...
CORRADO: Io avevo rispettato la sua scelta... l’avevo capita se
non condivisa....
MARIUCCIA: Pippetto invece no... L’è corso appriesso... Aveva
capito nella sua ignoranza che quel ragazzo puteva
murì.... e isso.... figlio o nun figlio... O vuleva bene
cu tutt’ ‘o core......
BRIG.: Che situazione... Mah... si è fatto tardi... io devo
rientrare in Questura... d’altra parte... il mio dovere
l’ho fatto... Stamattina quando ha scippato quella
turista l’ho dovuto fermare... Anzi... meglio ca ‘o
guaglione l’ho arrestato io... che lo conosco da tanti
anni....Me so pure scurdato dello schiaffone che mi
ha dato cercando di scappare...Oltraggio...percosse...
resistenza a pubblico ufficiale... Se era un’altro, c’era
un annetto in più al fresco per le aggravanti....
DORODEA [PIANGE]: Figlio mio.... Figlio mio...core ‘e mamma soja!
CORRADO: Brigadiè, grazie.... voi siete sempre stato un vero
amico... già avete chiuso un occhio o tutti ‘e due per
le recenti mascalzonate di Teodoro....
BRIG.: L’ho visto nascere.... si può dire... Comunque...
datemi la borsa con la roba, lo spazzolino, il pigiama,
l’indispensabile per stasera in Questura... Poi
domani...dopodomani... a Poggioreale gli portate
il resto... Date qua... si c’è tutto...
DOROTEA: Brigadiè... fategli mangiare qualcosa di caldo... e
ditegli che tutti noi pensiamo solo a lui... e gli
vogliamo bene....
CORRADO: ...... Anche io.... brigadiè.... diteglielo...
BRIG.: Va bene ..... e state tranquilli.... vediamo di fargli
prendere gli arresti domiciliari.... Addio !
[ESCE]
DOROTEA: E’ una brava persona... sta facendo di tutto per
alleviarci in questo momento ed aiutare Teodoro...
CORRADO: Poteva pure non arrestarlo in flagranza.....
MARIUCCIA: E a pro di che ? Quello, indebetito come sta, lo
prendeva un altro e lo uccideva pure di mazzate....
Forse in prigione lo possiamo controllare meglio.
Piuttosto mo’ che torna Pippetto, gli viene una
cosa....quello esce pazzo per Teodoro....
DOROTEA: Ma perchè.... Pippetto sta tornando ?...
MARIUCCIA: Si... ha telefonato ieri sera che aveva grandi notizie
per noi.... buone notizie... e che oggi sarebbe tornato
a casa per metterci a parte del lieto evento....
CORRADO: Ma che dici ?.... Ch’avessa figlià n’ata vota ?.....
Nun sia maje.....
DOROTEA: Corrà non fare battute più cretine di te che non è
proprio il momento.....
DRIN....DRIN.... CAMPANELLO DELLA PORTA... MARIUCCIA FATICOSAMENTE SI ALZA E VA AD PARIRE DOPO DALLA COMUNE.
MARIUCCIA: Pippè.... Pippè... si turnato ...!? Trase... assiettate....
PIPPETTO: ‘Nu bicchiere d’acqua... damme ‘nu poco d’acqua...
Pare niente ma aggio mangiato tanta povere dint’à
deserto ca mocca tengo a carta vetrata.....
[ENTRANDO CON VALIGIA E CAPPELLO
COLONIALE, VEDE GLI AMICI. CORRADO GLI
VA INCONTRO] Guè Dorotè... Corrà... voi state
quà... siete in visita di cortesia....?
CORRADO: Assettate, Pippetto... piglia fiato... Mariù....porta nù
tè... na bottiglia d’acqua... qualcosa da mangiare ....!
PIPPETTO: Ne ma che sto al Gambrins ? Calma.... Calmatevi...
Nu bicchiere d’acqua... sulo nu bicchiere d’acqua ed
una poltrona... la mia poltrona... nun ne posso cchiù
de jeep...’e camion...’e cammelle....
DOROTEA: Povero Pippetto... quante fatiche... quante travagli...
pè chillu fetentone ‘e Pasqualino....
PIPPETTO: Nooo.... quando mai... povero guaglione mio....
povero Pasquale .... e che sta passano pur’isso...
L’inferno... sta dint’à un inferno !! Sahara... beduine..
‘o calore...’nu calore ca nun se respira... Mah....
piuttosto.... me pare che aggio visto ‘e spuggita a
macchina d’ò Brigadiere Nappa che partiva da sotto
al palazzo.... Come mai ? Quacche cosa ? Ch’ è
stato...?
MARIUCCIA: Niente... core mio.... niente... Ci è venuto a trovare
un poco... gli ho fatto un caffè e se n’è andato.....
Tu invece... stai tutto sudato.... dammi la giacca....
vai a rinfrescarti, te cagne a maglia tantu bello e
dopo parliamo....
PIPPETTO: Dopo... dopo... me metto sotto ‘a doccia per tre ore...
Mo’ pare brutto... stanno gli amici... Corrà... allora
il caro Teodoro.... come va.... come va... eh....
MARIUCCIA: Guè.... e noi stamo aspettando le grandi notizie che
ci devi dare.... Allora... chi ci ha portato di buono
dall’Africa...? Qual’è la buona notizia....?!?
PIPPETTO: Ecco qua... vengo e mi spiego... e rimanete seduti
sennò andate per terra dalla sopresa ! Dunque...
Cominciamo dall’inizio: Quando arrivai in Algeria,
mi misi di punta fuori al Forte della Legione, e
aspettai... aspettai giorni e giorni prima che
Pasqualino, quando andava in libera uscita, si
fermasse. Niente ! Non mi guardava neanche....
Allora io ebbi un idea... Mi misi fuori, vicino alla
garitta e quando Pasqualino montava di sentinella,
mi accostavo piano piano e gli parlavo... Parlavo
della mamma, della casa, di Napoli... e pure di
Corrado.... insomma di tutti quelli che gli volevano
bene... Lui, all’inizio non mi rispondeva rigido come
un baccalà... Poi, piano piano, notte dopo notte,
cominciò a sciogliersi.... Prima una lacrima tra le
ciglia...
MARIUCCIA: Core ‘e mamma soja... quante sofferenze...!
CORRADO: Tale e quale a me.... pure io faccio il tuosto e poi mi
commuovo....
DOROTEA: Tu statti zitto che sei solo un mamozio... Pippè, vai
avanti....
PIPPETTO: Dunque.... dicevo... prima una lacrima... poi un
sorriso quando gli raccontavo i fattarielli di casa,
delle scemenze che faceva Corrado che sperava di
vederlo....
CORRADO: Quando mai... Io so tuosto !
DOROTEA: Zitto tu.... ciunca là... che se ti opponevi dal primo
momento... ma tu nun si buono....
MARIUCCIA: Insomma... non l’interrompete, se no la notizia non
arriva allora... Che hai concluso ?
PIPPETTO: Tutto ! Dunque... dopo tre settimane di questo
martellaggio ai cianchi, ‘o guaglione è crollato... ha
ittato ‘o fucile... m’ha abbracciato forte e m’ha ditto:
Papà... papà puorteme a casa !
CORRADO: Papà a te ? Ma ‘o pate songh’io... lo doveva dire a
me...
PIPPETTO: Si, ma tu stavi qui con le pantofole... io stavo dint’o
deserto miezo è scarabei ed ai lacertoli.... Insomma...
ecco qua... tra tre o quattro giorni, sbrigate le
formalità mediche per congedarsi con la scusa di un
esaurimento nervoso... Pasqualino... sta qua !!
TUTTI: “ Evviva...” Finalmente. Pasqualino sta tornando !!....
TUTTI SI DANNO LA MANO, SI
ABBRACCIANO CONGRANDULANTOSI
SCAMBIEVOLMENTE.
CORRADO: Grazie, Pippè...hai salvato mio figlio... e pure a me...
grazie...
DORODEA: E vero... se no questo usciva pazzo !!
DRIN... DRIN.. CAMPANELLO INTERNO... MARIUCCIA VA AD APRIRE E TORNA INTRODUCENDO DON CILICIO ED I COMPARI FERRARO.
MARIUCCIA: Prego... accomodatevi... datemi ‘o cappottino...
Prego...
PIPPETTO: Guè... i Compari Ferraro.... Don Cilicio... che
piacere!... E a che dobbiamo l’onore ?!?!...
COMPARE: L’onore ? Noi veramente stiamo qui per recare
conforto....
PIPPETTO: Conforto?.... e di che ?
DON CILICIO: Come di che ? Stavamo in Parrocchia a vedere
la TIVÙ quando una rete privata ha dato la triste
notizia... e siamo corsi qui !
CORRADO: Insomma ci volete spiegare !
COMM.: Come ? L’arresto di Teodoro !... L’hanno detto tanto
bello... [IMITANDO LA VOCE DI UNO
SPEAKER ] “ Oggi alle ore undici, a via Cilea un
giovane incensurato, Teodoro la Rana, ha scippato
una turista francese di borsa e catenina. L’eroico
intervento di un poliziotto, il Brigadiere Nappa ha
consentito di arrestare il criminale ed assicurarlo
alla giustizia. Lo scippatore sarà processato per
diretissima ! Un encomio verrà concesso al
poliziotto !” Avete capito ?
PIPPETTO: Teodoro? Teodoro mio fi... il figlio di Corrado...
in prigione per scippo ? Corrà ? Mariuccia ? Dorotè ?
CORRADO: Mio... mio figlio Teodoro... Si... Pippè...lo sapevamo
ha fatto una sciocchezza.... perciò hai visto la
macchina di Nappa qua sotto. Ci è venuto ad
avvisare di persona... Non avevamo avuto....
il coraggio di dirtelo subito.... eri così felice
per Pasqualino !....
COMPARE: Forse abbiamo fatto male a parlare ? Noi eravamo
venuti per portare conforto...
DON CILICIO: Una parola buona... un messaggio di speranza da
buon cristiano... la promessa della remissione del
peccato nella enorme misericordia di Dio.....
COMM.: Ne... ma forse abbiamo fatto male a venire ? Forse
volevate stare soli nel vostro dispiacere... tenere
nascosta la cosa... Beh, se è per questo ormai lo sa
tutta Napoli... L’ha detto pure Canale 21... io poi ho
fatto qualche telefonata per portare....
MARIUCCIA: .....conforto.... lo so... siete tutti tanto cari...
siete sempre pronti a fare del bene... quanto siete
cari!! Addò a truvammo gente comme a vuje ?
DOROTEA: Io sono la madre e vi ringrazio della comprensione...
la vostra amicizia, cari compari ci è stata sempre
preziosa... quasi quanto la carità cristiana del santo
uomo qui presente don Cilicio !...
DON CILICIO: Guè, signora La Rana... e vorrei ben vedere che così
non fosse...E’ nei compiti del buon prete confortare
i moribondi...., assistere gli infermi, vestire gli ignudi
e....
PIPPETTO: ......e visitare i carcerati ! Don Cilicio, e verità è che
voi ve preoccupate sempre doppo, a cose fatte...
Quando ‘o guaglione se steve sturzellanno... dove
stavate...? A pregare per i carcerati....? E mo’.... mo’
che putite fà ?!?
DON CILICIO: Signor Sivodio... il compito mio è quello di alleviare
le pene dello spirito... al corpo ci devono pensare i
genitori ... e sino a prova contraria qua qualcuno non
la saputo farlo !
CORRADO: Come osate ? Come vi permettete... brutto corvaccio
nero ? Che ne sapete voi di educazione dei bambini...
dei drammi e delle delusioni che un padre patisce ?
COMPARE: E si capisce... La paternità è una missione... a volte..
senza speranza.... a tale proposito io avrei composto
un’ode di venti quartine a rima baciata....
DOROTEA: Signor Ferraro e mò non mi pare proprio il caso
di declama a poesiella.... piuttosto.... voi vantate
sempre un’amicizia fraterna col Direttore di
Poggioreale....non potreste....?
COMPARE: Altolà ! Non dite altro... Io col Direttore, buon giorno
e buonasera...Quello manco si ricorda la mia faccia...
E poi non mi posso compromettere... Sono cose
delicate.... uno scippo è uno scippo... aggravato dalla
violenza !....
COMM.: .....Giovà, non ti mettere in mezzo !! Noi con la
Questura non abbiamo avuto mai rapporti......
nell’occasione... lo vedete... al massimo possiamo
spendere una parola di....
MARIUCCIA: Conforto !! Questo s’è capito..., però noi abbiamo
bisogno pure di aiuto... Don Cilicio...’o Cappellano
d’ò Carcere lo conoscete....
DON CILICIO: Per carità.... quello è un Domenicano....Vade Retro!!
... Un sottile polemista... no... non mi ci metto....!
PIPPETTO: Aggio capito... Vuje state ccà sulo pe ve azzuppà ò
pane vicino alla nostra disperazione... Quand’è
accussi non basta a rigranziarvi... ma ve ne potete
andare... ‘O San Carlino chiude !.... Jatevenne !!
COMPARE: Ma che manere so’ cheste?! E che vi abbiamo fatto ?
E questo perchè vi siamo Comparielli ?
PIPPETTO: E nella vita si commettono tanti errori... voi siete
uno dei tanti.... Adesso se ci volete scusare....
COMM: Giovà... Don Cilì... andiamo via... qua non serviamo
più... la nostra missione è fallita.
CORRADO: Si è appicciato il modulo di allunaggio !!
DON CILICIO: Vi voglio a tutti e quattro quando vi venite a
confessare .... Domenica prima della Messa...
MARIUCCIA: Non vi disturbate... Abbiamo cambiato Parrocchia...
Accomodatevi !!
MARIUCCIA SCORTA CON DECISIONE I TRE INPORTUNI E DOPO QUALCHE ATTIMO SI SENTE UN FRAGOROSO CHIUDERSI DELLA PORTA. MARIUCCIA RIENTRA.
MARIUCCIA: Ecco qua... In una botta abbiamo liquidato ‘o Prevete
e pure i Comparielli.....
PIPPETTO: Envece ‘e penza ‘e corna ca teneno.... cu ‘a figlia
Barbarella ca fa a telefonista dint’ò 144.....!
CORRADO: Avvoltoi... Non sono altro che avvoltoi pronti a
ingozzarsi dei guai altrui con la loro falsa solidarietà!
DOROTEA: E’ vero.... Adesso, però, dobbiamo pensare a
Teodoro nostro... La borsa con l’indispensabile...
pigiama... spazzolino.. l’abbiamo mandata tramite
quel galantuomo di Nappa... Mo che facciamo ?
MARIUCCIA: Gesù... e che vogliamo fare... Ci organizziamo....
Dorotè... tu ed io andiamo subito alla Questura per
veder se ‘o guaglione tene bisogno che so’, ‘e solde,
medicine, aiuto... L’uommene vanno dall’Avvocato
che l’adda difendere....
PIPPETTO: Si. si... Corrà... Jammo addu l’Avvocato
Chichieppe.... chillo è ‘nu Mammasantissima ncoppo
‘o Tribunale !
CORRADO: E’ bravo?.... preparato...?
PIPPETTO: Noo... è nu carugnone!.. Quello che ci vuole in questi
casi.... Sape tutt’è ntrallazze d‘a legge !!...
DOROTEA: Bene... Però... Mariuccia.. Pippetto... Corrà.....
adesso andiamo... come sempre siamo corsi quando i
ragazzi hanno avuto bisogno di aiuto... Però.. per un
attimo.... guardiamoci negli occhi tutti e quattro...
parliamoci con la mano sul cuore, senza pudori o
paure... Io non ce la faccio più... ho il cuore trafito da
mille coltellate per tutti questi dispiaceri [PIANGE]
CORRADO ABBRACCIA LA MOGLIE, LA ACCAREZZA E LA CONFORTA TENERAMENTE.
CORRADO: Hai ragione Dorotè... Pure io sto male da tempo....
ed in più mi angustia il pensiero che forse, tanti anni
fa, abbiamo sbagliato tutto... Forse dovevamo non
creder a quella donna... mandarla in prigione... e
ciascuno per la sua strada....
MARIUCCIA: E che si sarebbe risolto ?! Pare che non lo sai che
quella diceva la verità.... E po'... e guagliune....:
Teodoro che è uguale identico a Pippetto... Pascalino
che è tale e quale a te... pure è carattere.. puntiglioso
precisino... difficultuso...
CORRADO: Perchè Teodoro è doce... Sempe svagato... nun ha
mai voluto fare un lavoro serio...... e pò... smanioso..,
volgare,... prepotente...
PIPPETTO: (CON ORGOGLIO) Tale e quale a me !!
DOROTEA: E’ bello ‘o mobile!.... Comunque ... mo basta.... mo’
dobbiamo prendere una decisione... Così avanti non
possiamo andare...
TUTTI SI FERMANO PENSIEROSI, IMMERSI NEL LORO GRANDE ENIGMA DOLOROSO. NESSUNO HA LA FORZA DI PARLARE. AD UN TRATTO.
PIPPETTO: Ho trovato !! Venite cca... tutte ‘e tre... sentite....
Mi è venuta un’idea... Chissà... sarà na fesseria....
na strunzata... però....Sentite.... A porta a porta cu
chesta casa.... ce sta n’ato appartamentino.... ho
cumpraie tre anne fa pè Pasqualino, pe chi sa se
spusava a na bona guagliona... E’ libero... So tre
stanze, servizi e na luggetella... E mo’ guardate a
me... arapite ‘e recchie... l’uocchie...’o core...e ....
cercate ‘e capì senza mala feda o malizie.... Oramai
simme viecchie “ A gelusia...” o “ Pare brutto...”
o “ Che dicesse a Gente...” nun nce importano
cchiù...! E allora sentite a me:. facimme una casa ...!
Corrado e Dorotea veneno a vivere a fianco...
Vuttammo ‘nterra ‘o divisiorio... ‘E guaglione, mo’
che Teodoro jesce e Pascalino torna, dormeno
‘nzieme... Dint’a stessa stanzetta... comme duje
frate... pecchè frate songo... E femmena s’aiutano
comme fossero sore... Io e Corrado ce facimme
cumpagnia cu ‘a partitella, ‘a chiacchiera, ‘o
ricurdiello... Nsomma, si ve piace, facimmo una
famiglia ! A faccia do’ò Destino che nce vuleva
mettere uno contro a n’ato !!
I TRE ASCOLTATORI MAN MANO CHE PIPPETTO PARLA SEMBRANO PIAN PIANO SCIOGLIERSI, DIVINCOLARSI DALLA RIGIDITA’ DEL LORO DOLORE COME VINTI DALLA DOLCEZZA DEL PENSIERO....IN MODO LENTISSIMO CAUTO, SI AVVICINANO A PIPPETTO SINO A QUASI CIRCONDARLO.
PIPPETTO: In fondo... si nce pensammo buono Adamo, Eva
vivevano cu figlie, nepote, zie, pariente stritte e
luntane...tutte nzieme... tutte accucchiate... tutte
arravugliate... E sapite pecchè ?.... Pecchè... vicine....
azzeccate comme a na cespa ‘e cozzeche,
se putevano aiutà... se putevano defendere....
putevano sopravivere ai nemice... all’alluvione,...
all’animale feroce... in una parola... a ‘e guaie d’à
vita.... E stanno ancora ccà !!!
I QUATTRO SI STRINGONO IN UN ABBRACCIO DI ADESIONE E SOLIDARIETA’.
CALA LA TELA