Favola grottesca in due tempi
di Cecilia Scolari Fedele
Personaggi in ordine di entrata:
Re NELOPUE
Madonna TEPRE
Zia LIPO
NORVEGO
RUTH la ricca
RUTH la povera
NICHELINO
IL PROFETA
MAMMARINA la vivandiera
NICOLA l'eremita
LAZZARO il mendico
NICOLA l'ex prostituta
Donna ANCILLA DEI PERGOLATI
Re MIDA
Costumi, musiche, luci e suoni
sono affidati alla fantasia del regista.
21 gennaio 1981
a Richard
PRIMO TEMPO
Scena vuota con una gradinata al centro. In cima alla gradinata: un trono. entra re Nelòpue con manto a strascico sostenuto pomposamente da madonna Tepre, Zia Lipo e Norvégo, quest'ultimo ai centro, le due donne, ai lati.
Nelòpue (Siede sul trono e sbuffa. Solleva la corona e si gratta in testa. Poi, sbadiglia.) Che noia bella gente! Tutti i giorni la stessa musica: la stessa pagliacciata dell'entrata trionfale, gli stessi tre cialtroni a sostenermi lo strascico. (Pausa.) e sta corona? (Se la toglie. Pausa. Sbadiglia.) Tra l'altro pesa il doppio da quando me l'ha toccata il re Mida! (Se la rimette di traverso.)
Zia Lipo Era il suo dono per il tuo anniversario, sire,
Nelòpue Grazie. Me lo ricordo: uno splendido dono che non gli è costato un accidente a quell'animale!
Tepre Ha anche toccato il muro maestro della Cappella di palazzo!
Nelòpue Infatti, poveretto e gli si sono consumate le mani, vero? Ma a voi, razza di vipere, cosa ve ne frega? Chi vi ha interrogate?
Norvégo Sire: non adirarti già di buon mattino. Madonna Tepra e Zia Lipo son gelose perché a loro, il re Mida, non ha toccato niente.
Zia Lipo Come ti permetti, losco individuo? A me preme solo la giustizia: individuare i colpevoli com'è mio compito e dovere. L'oro, non solo non mi corrompe ma non mi sfiora nemmeno.
Tepre E a me, preme forse l'oro? Non bestemmiare Norvégo e fatti un esame di coscienza, tu che metteresti un'imposta anche sulla vecchiaia e superstiti dei pidocchi.
Norvégo Senti chi parla: lei, madonna Tepre, che, solo se la pecorella smarrita ha un filo d'oro nei riccioli, la porta in salvo nel deserto e lascia perire le novantanove nel burrone.
Nelòpue (Tuona.) Smettetela, porco d'un cane, che siete tutti di una razza! L'oro vi abbaglia e vi acceca da farvi perdere tutti i sensi a cominciare da quello del pudore e dunque anche fra di voi: giù le maschere d'ipocrisia una volta per sempre. Guardate me: mi vergogno io di possedere tant'oro? Imbecilli! (E si gratta la schiena con lo scettro.)
Ruth la ricca (Da fuori, urlando.) Ora vedremo chi ha ragione, brutta strega che non sei altro!
Ruth la povera (Da fuori, urlando lei pure.) Ti ripeto che quel bambino è il mio, puoi strepitare finché vuoi, vecchia pazza!
Nelòpue Zia Lipo: cosa fai lì impalata? Non senti, che si litiga? Aspetti che scorra il sangue per intervenire?
Zìa Lipo Corro sire.
(Esce mentre le due donne continueranno a urlare. entreranno in scena tenute separate da Zia Lipo. Si dovrà aver l'impressione delle due belve che stanno per sbranarsi.)
Nelòpue (A Zia Lipo.) Lasciale.
Zia Lipo Sire: non vedi che, se le lascio, queste si sbranano?
Nelòpue (Alzandosi.) Statemi bene a sentire voi due. Vedete questo? (Mostra lo scettro.) E' piuttosto pesantuccio e io, modestamente, ho fama di essere il più sicuro tiratore del regno. La prima di voi che fa «una mossa balossa» verso l'altra, lo riceve in piena zucca. Spero di essere stato chiaro. (Risiede.) Zia Lipo: lasciale.
Zìa Lipo Subito sire. (Le lascia.)
(Le due donne si girano di scatto la schiena, ringhiando.)
Nelòpue (Indicando la ricca.) Tu, come ti chiami?
Ruth la ricca Ruth.
Nelòpue E tu?
Ruth la povera Ruth.
Nelòpue Nelle vostre tribù si e estinta la fantasia dei nomi?
Tepre Sire: e se una di esse fosse una discendente di «Ruth la ricolma d'amore?» In questo caso dovresti dar ragione a lei senz'altro senza nemmeno ascoltare l'altra.
Nelòpue Ma chi ti ha interrogata? Possibile che tu debba sempre mettere quel tuo sacro naso dappertutto? (Alle due Ruth.) Come vi si distingue quando si parla di voi?
Zia Lipo Le chiamano «Ruth la ricca»e «Ruth la povera», sire.
Nelòpue E tu, come Io sai?
Zia Lipo Zia Lipo sa tutto, sire: è il suo mestiere,
Nelòpue Già. Mestiere di vecchia ruffiana. Bene: sentiamo prima la tua versione. (Indica Ruth la povera.)
Ruth la povera Ho un bambino che ha tre lune. L'altra notte mentre dormivo, questa donna è entrata nella mia tenda e me l'ha rubato perché il suo, che aveva pure tre lune, è morto quella stessa notte. Sire: piuttosto di dare mio figlio a questa donna, io ti giuro che lo avveleno.
Nelòpue Se dormivi, come fai a sapere che si tratta di lei?
Ruth la povera Riconosco il bambino.
Nelòpue Ha segni particolari?
Ruth la povera Sì: è il mio.
Nelòpue E' un segno troppo astratto.
Ruth la povera Il mio è circonciso. Il suo non lo era ancora.
Nelòpue Va già meglio.
Ruth la ricca Potessero le aquile beccarti gli occhi e le serpi mangiarti la lingua, vecchia megera bugiarda. Ein ogni caso non avrai quel bambino perché anche se il grande Nelòpue giudicherà che non è figlio mio, io, lo strangolerò con queste stesse mani.
Tepre Sire: secondo me, ne l'una né l'altra ha l'aria di essere la discendente della «ricolma d'amore».
Nelòpue A te, ho già detto di star zitta. (A Ruth la ricca.) Sentiamo la tua versione.
Ruth la ricca Gloria a te, o sire, che ti degni di ascoltarmi!
Nelòpue (Facendo il segno delle forbici.) Taglia taglia. Ti ho domandato di raccontarmi la tua storia e non di incensarmi.
Ruth la ricca Ho un figlio di tre lune. L'altra notte, mentre dormivo, questa schiava del demonio è entrata nella mia tenda e me l'ha rubato, perché il suo, che aveva pure tre lune, è morto quella stessa notte.
Nelòpue Vedo che anche le vostre storie si ripetono, come i vostri nomi. (Pausa.) Chi di voi è Ruth la ricca?
Ruth la ricca Sono io.
Nelòpue Perché ti chiamano così?
Ruth la ricca Perché mio padre e l'uomo più ricco in oro e greggi di tutta la regione.
Norvégo Senti senti! Ora ricordo dove l'ho vista! Ma certo: Ruth la ricca. Finalmente posso smascherarne il padre, quel vecchio impostore che per non pagare l'imposta ha sempre sostenuto che l'oro e i greggi non gli appartengono. Non so da quanto tempo sto inseguendone un fantomatico proprietario. Grande Nelòpue: ti prego di intervenire!
Nelòpue I o?! Intervenire a far che?
Norvégo Giustizia, sire.
Nelòpue Quale giustizia? Tentate di fregarvi a vicenda: un ladro è lui e un altro ladro sei tu. L'equilibrio è perfetto e la giustizia si ristabilisce da sola, automaticamente. (Alle due Ruth.) Ma torniamo a voi due. Una cosa è certa: o l'una o l'altra, mente spudoratamente.
Le due Ruth (Insieme gridano indicandosi.) Lei!
Norvégo Io, sire, se fossi in te crederei alla ricca perché i ricchi hanno sempre ragione.
Tepre Questo non è vero, però con i ricchi esiste sempre il vantaggio che anche quando hanno torto possono sempre pagare.
Zia Lipo Nelòpue: per me, quel bambino, è decisamente figlio della ricca.
Nelòpue Volete tacere, razza di fiere assetate d'oro? Prossima visita del re Mida, gli ordino dì toccarvi la lingua così la terrete finalmente a freno e di oro ne avrete la bocca piena per tutta la vita. (Si alza.) Portatemi subito quel bambino.
Le due Ruth (Quasi insieme.) Perché? Cosa vuoi farne?
Nelòpue (Risedendo.) Me lo voglio tenere: per evitare a me il rischio di un giudizio errato e per evitare a lui il rischio di una falsa madre o di una morte certa.
(Le due Ruth scoppiano a piangere buttandosi una nelle braccia dell'altra.)
Nelòpue (Equivocando il gesto, sta per lanciare lo scettro, ma si riprende sorpreso.) Ma come! Ora siete d'accordo? Chi è dunque la vera madre?
Le due Ruth (Gridano insieme, staccandosi, di nuovo nemiche.) Io!
Nelòpue Ho capito. Portate a me quel bambino e facciamola finita.
(Le due Ruth ricominciano a piangere buttandosi le braccia al collo.)
Zia Lipo: portale via. Non voglio mai più rivederle e vammi subito a prendere il bambino.
Zia Lipo Ai tuoi ordini, sire.
(Esce spingendo fuori le due Ruth che continueranno a piangere rumorosamente.)
Tepre Nelòpue: tu scherzi, vero, a proposito di quel bambino?
Nelòpue Scherzo? Sta a vedere che adesso son diventato il giullare di corte! Da quando mi avete sentito scherzare?
Tepre Non è possibile che tu abbia dimenticate le tue prossime nozze con donna Ancilla dei Pergolati!
Nelòpue E cosa diavolo c'entra il bambino?
Tepre Ma come! Vuoi farle trovare a corte un bambino prima di averla sposata e nemmeno suo?!
Nelòpue (Scoppia in una gran risata.) Ah questa è bella! Cos'è che ti preoccupa, madonna Tepre? Il rischio ch'io passi alla storia come «re Nelòpue vergine, sedotto e abbandonato» oppure ti fa paura lo scandalo, la forma seria di quel che si dirà: «re Nelòpue probabile padre di un bastardo?»
Tepre Sire: la morale...
Nelòpue (Improvvisamente terribile.) Quale morale? La vostra? Ma va all'inferno! Non esiste, la morale. L'avete inventata voi, sepolcri imbiancati, per coprire le vostre magagne. (Si alza.) In questo preciso caso, esiste solo un re che cerca di mettere in salvo un bambino. (Dopo una breve pausa.) Chiamatemi il portavoce.
Norvégo Nelòpue: degnati di guardare dietro il trono. Sai bene che è il suo posto preferito per addormentarsi.
Nelòpue Ancora! Glielo avevo proibito a quell'animale, da quando mi ha attaccato le pulci. (Urla.) Nichelino!
Nichelino (Tirandosi su da dietro il trono, tutto insonnolito.) A... agli ordini ca... capitano... (Tenta una specie di saluto militare.)
Nelòpue Ti dò un cazzotto! (Gli fa il gesto.) Ti entrerà mai in quella tua sfera di legno che siamo in una corte e non in una caserma?
Nichelino Scusasse... «Nepòlue»...
Nelòpue Ma chi me lo fa fare di tenermi a corte questo scemo?
Norvégo Sire: i portavoce, al giorno d'oggi, si fan pagare a peso d'oro. Lui è l'unico che si accontenta di un nichelino al giorno.
Nelòpue Sì, ma mangia come un bue e dorme sempre come una talpa.
lepre Non ti dimenticare, Nelòpue, che con lui hai anche il vantaggio di poter far a meno del giullare, I tuoi amici, infatti, si smascellano dalle risa appena lo vedono, anche quando gli reca tristi notizie.
Nelòpue Nichelino. Sveglia! Si parla di te. Tu cosa dici?
Nichelino Ca... capo... io dico che un nichelino al giorno va benissimo. Ne... ne ho già un mucchio: un mucchio così! (Nel gesto urta la faccia di Nelòpue.)
Nelòpue (Premendosi un occhio.) Ottimo, il giullare: anche un dito in un occhio, mi mette, sto fetente!
Nichelino Ne...Nepòlue... scusasse...
Nelòpue (Furibondo.) Norvégo: da domani, tu gli insegni a parlare o senza i verbi o con i verbi a posto. Due ore di lezione al giorno, un nichelino all'ora e te li deve dare lui!
Norvégo (Contento.) Benissimo, sire: due ore al giorno, un nichelino all'ora e me li deve dare lui.
Nichelino Ma... ma se io due nichelini a lui pagassi e tu uno al giorno mi dassi... no... mi daressi: il mucchio... (Abbassa una mano fino a terra.) tu capissi...
Nelòpue Sentimi bene Nichelino. Quando avrai imparato a usare correttamente lo «scusasse»e il «capissi» e a chiamarmi Nelòpue e non Nepòlue, da quel momento io ti darò tre nichelini al giorno. Tre, capisci? Così ti rifarai per la spesa linguistica.
Nichelino Tre... nichelini al giorno... tre... (Conta sulle dita.) Uno... due... tre...
(Si rischiara tutto mettendosi a ballare di gioia poi corre giù per la gradinata, abbraccia Norvégo e Tepre, quest'ultima finirà per sollevarla sulle braccia girando più volte su sé stesso.)
Tepre E lasciami che prenderò le pulci anch'io!
Nichelino (Lasciandola.) Tre nichelini al giorno! E' come se sogneressi... (Saluta militarmente Nelòpue.) Grazie ca... caro...Ne...nevvero?
Nelòpue (Ridendo.) Sentito come fa già attenzione, l'animale? Bene Nichelino. Vai adesso. E fai quello che ti ho detto.
Nichelino Sì sì vado. (Si avvia e si ferma.) Vado in dove?
Nelòpue Ma già, che stupido: non te l'ho ancora detto! Vai da donna Ancilla dei Pergolati e le dici così: «Donna Ancilla, il tuo futuro sposo desidera parlarti subito». Corri.
Nichelino (Memorizzando.) «Donna Ancilla il tuo futuro sposo desidera parlarti subito corri.»
Nelòpue No! Che «corri». Non è lei che deve correre; sei tu.
Nichelino Corro a piedi o sulla mula?
Nolòpue Sulla mula, imbecille, se ti dico che è urgente!
Nichelino Sì sì vado sulla mula a correre... (Corre fuori e torna.) Di...dicessi tre?!
Nelòpue (Urla.) Tre. Sparisci.
Nichelino Spariscio. (Sparisce.)
Nelòpue E ora cercate di ritrovarmi al più presto possibile Nicola.
Norvégo Nicola l'eremita?
Nelòpue Bestia! Cosa vuoi che me faccia dell'eremita per allattare il bambino? Parlo di Nicola, la donna che stava a corte. Mi dicono che vive ancora nel regno e che è nutrice.
Tepre Ma come! Vuoi che Nicola torni di nuovo qui, a corte?! Sire: io continuo a restar di «pietra»!
Nelòpue Eh lo so! Ma purtroppo sei una «pietra» alla quale e stata data la parola e tocca a noi poveri mortali sopportarti.
Tepre Rifletti bene Nelòpue! Tu stai per compiere degli atti che sono ben lungi dalla giustizia. Nicola era una prostituta, poi è stata per anni la tua concubina. Tutti lo sanno! E come osi riportarla a corte alla vigilia delle tue nozze con donna Ancilla dei Pergolati?
Nelòpue Madonna Tepre: io non so se sto compiendo degli atti che sono lungi o meno dalla giustizia, ma so che tu, con la scusa di salvarmi l'anima, me la stai rompendo come non mi e più possibile tollerare. Piantala o ti sbatto fuori dalla sala del trono.
Tepre Io sono come la tua coscienza, Nelòpue, e non riuscirai a farmi tacere.
Nelòpue Dici? Ma fra te e la mia coscienza esiste comunque una grossa differenza: tu taci con l'oro, la mia coscienza, no.
Norvégo Sire: se mi permetti...
Nelòpue (Urlando.) No! Non permetto più un accidente a nessuno. Oggi stesso voglio qui il bambino con Nicola la nutrice o la prostituta o quel ch'è diventata e oggi stesso donna Ancilla ne sarà avvertita. Starà solo a lei decidere se accettare di stabilirsi a corte o meno. E ora fuori dai piedi tutt'e due! Voglio star solo.
(Mentre Tepre e Norvégo escono parlottando, Nelòpue griderà.)
Sia fatto il buio!
(Buio per qualche secondo. Al riaccendersi delle luci, Nelòpue e sreso supino ai piedi del trono. Quasi subito entrano confabulando Tepre, Norvégo e Zia Lipo. Le due donne sì metteranno ai piedi della gradinata. Norvégo ne salirà i primi gradini.)
Norvégo Sire: l'ora della tua siesta meditativa è terminata.
Nelòpue (Senza muoversi.) Non me ne frega niente. Andatevene che sto bene solo quando non vi vedo.
Tepre Nelòpue: è quasi l'ora nona ed è giorno d'udienza.
Zia Lipo Molta gente, Nelòpue, attende il tuo consiglio, la tua giustizia, la tua saggezza...
Nelòpue ... e ungi tu che ungo anch'io eccetera. Balle Zia Lipo: tutte balle! Nessuno attende niente da me ma tutti attendono soltanto dalla mia ricchezza. (Si mette lentamente seduto.) e la noia dì questa ricchezza cresce... (Si alza levando le braccia in un grande crescendo.) cresce...cresce...cresce... (Salirà in piedi sul trono alzando sempre più le braccia.) una noia gigantesca, mortale, che a volte, mi prende qui, alla gola e mi costringe a lottare per avere un po' di respiro. (Resta in piedi sul trono con le mani attorno alla gola.)
Norvégo Sire: ma se veramente la tua ricchezza ti dà tanta angoscia, ricordati che puoi sempre disfartene.
Nelòpue (Terribile, saltando giù dal trono e installandovisi con corona e scettro che erano rimasti a terra.) Ah sì? E gettarla a voi come le perle ai porci?
Tepre Sei veramente fissato Nelòpue! Chi parla di darla a noi? Puoi sempre darla ai poveri.
Nelòpue Quali poveri; quelli della tua parrocchia? Mi libererò della mia ricchezza, state tranquilli, ma a modo mio. (Pausa.) Zia Lipo: vai a chiamarmi Lazzaro.
Zia Lipo Lazzaro!? Il risorto? Spiacente sire: ma a quest'ora dev'essere morto di nuovo!
Nelòpue Dico: stai rimbecillendo anche tu? Chi mai parla del cadavere? Intendo Lazzaro il mendico.
Zia Lipo Ah! Scusa sire: quello che sta sempre giù al portone di palazzo?
Nelòpue Quello.
Zia tipo Vado, sire. (Esce.)
Tepre Nelòpue: è ormai l'ora nona...
Nelòpue Madonna Tepre: se non fossimo lontani molti secoli dall'invenzione dell'orologio parlante, si potrebbe credere che l'uomo lo abbia già scoperto in te.
Norvégo Buona questa, sire. (Si sforza di ridere.)
Nelòpue E tu non forzarti a ridere: è notorio che non hai mai avuto il senso dell'umorismo.
Nichelino (Entrando trafelato e facendo il solito mezzo saluto militare.) Ecco... Ne...Nepòlue: donna Ancilla dei Pergolati dicesse che verrebbe qui prima di sera.
Nelòpue Come che «verrebbe»? Viene o non viene?
Nichelino No no viene: prima di sera.
Nelòpue (Con improvvisa dolcezza.) E allora si dice; «Donna Ancilla dei Pergolati ti fa dire che sarà qui prima di sera.»
Nichelino Sì, proprio così: tale e quale!
Nelòpue (Sempre con dolcezza.) Vieni qui, Nichelino.
Nichelino Sa... salisco?
Nelòpue (c.s.) Ma sì!
(Nichelino sale esitante i gradini quand'è in cima, Nelòpue si toglie di tasca i tre nichelini e glieli mette in mano uno dopo l'altro.)
Tieni.
Nichelino (Guardandoli perplesso e poi guardando il re.) Ma... ma non dicessi...
Nelòpue Sì sì, ma ho cambiato idea Nichelino. Parla come vuoi, resta quel che sei: qui dentro sei il più pulito.
Norvégo Sire: e io? Se non devo più dargli lezioni, i miei due nichelini al giorno, chi me li dà?
Nichelino Ma io... almeno uno... volentieri... se tu permetti Nepòlue... sono così felice... (Fa per baciare la mano del re.)
Nelòpue (Scansandosi.) No; i tre nichelini son per te. Va' dietro il trono Nichelino: ti sei meritato il tuo riposo.
(Nichelino obbedisce contando beatamente il suo denaro.)
Norvégo Dunque sire, ti dicevo: e i miei due nichelini?
Nelòpue Vieni a prenderli.
(Norvégo sale di corsa la gradinata. Nelòpue si alza, lo fa girare e tenendolo per le spalle gli dà un primo calcio nel sedere, il secondo glielo dà lasciandogli le spalle in modo che Norvégo si rifà la gradinata al volo con un capitombolo alla fine. In quel preciso istante entra il Profeta.)
Nelòpue (Tra sé.) Ed è arrivato anche lui. (Forte.) Madonna Tepre: va di là a controllare se il tuo collega ha tutte le ossa a posto. Lasciatemi solo con il Profeta. (Tepre e Norvégo escono: quest'ultimo zoppicante e sostenuto dalla donna.)
Profeta Ti saluto re Nelòpue.
Nelòpue Anch'io, Profeta. Ma ti avverto che non è giornata da rompermi le scatole. Al nostro ultimo incontro eravamo rimasti d'accordo che non ti risaresti più fatto vivo se non ti avessi mandato a chiamare. Ti ho forse mandato a chiamare?
Profeta No. Ma hai fatto chiamare Lazzaro il mendico.
Nelòpue Ebbene? Non capisco: ti sei trasformato in lui o lui si è trasformato in te?
Profeta Il tuo incontro con Lazzaro il mendico non è possibile in questa vita, ma solo nell'altra.
Nelòpue Ah sì? E si può sapere perché, di grazia?
Profeta Perché così sta scritto nelle Scritture e tu non puoi infrangerle, Nelòpue!
Nelòpue Invecchi, Profeta. Invecchi male e farnetichi. Tu e io siamo soltanto il parto d'una immaginazione e l'immaginazione, mio caro, non conosce limiti, né leggi, né prigioni. La fantasia è l'unico «essere» veramente libero al mondo.
Profeta Nelòpue: sei tu il pazzo. L'immaginazione è un «essere» libero solo a condizione che resti tale, ma se l'immagine si concretizza e si traduce in personaggi reali come me e te, ecco che se non dice il vero diventa condannabile.
Nelòpue A parte il fatto che se si dovessero condannare tutti i bugiardi, il mondo sarebbe tutto un processo; chi ti dice che io sono il personaggio delle Scritture?
Profeta Tutto, me lo dice: la tua ricchezza prima di tutto, poi il tuo tenore di vita e per finire me lo conferma il personaggio di Lazzaro il mendico che tu hai mandato a chiamare.
Nelòpue Balle! Te lo dico io cosa ti fa credere che io sia il personaggio delle Scritture: le apparenze te lo fanno credere, le famose apparenze alle quali purtroppo diamo sempre più valore che alla sostanza.
Profeta Ma dunque, in sostanza, tu chi sei?
Nelòpue E a me lo chiedi? E' il colmo! Chi di noi è il Profeta?
Profeta Tu mi hai sconvolto, Nelòpue; non so più dove sia il vero.
Nelòpue Non sono io che ti ha sconvolto ma è ancora quell'immaginazione che ci ha creati e che continua a prolificare i fatti ispirandosi vagamente a storie che vanno da un'era all'altra.
Profeta Tu credi dunque che se io permetto un incontro fra te e Lazzaro il mendico, nessuno avrà nulla da ridire?
Nelòpue Oh quanto sei rimasto ingenuo, mio povero Profeta! Ma tutti avranno sempre da ridire! Un antichissimo proverbio indiano dice: «Se tagli la coda dell'asino sulla pubblica piazza, aspettati di sentirti dire che l'hai tagliata troppo corta, o l'hai lasciata troppo lunga o non dovevi tagliarla affatto.»
(Entra Zia Lipo spingendo una donna con le mani legate dietro la schiena: é Mammarina la vivandiera.)
Nelòpue E questa chi è? Zia Lipo: mi porti Lazzaro il mendico, travestito?
Zia Lipo Perdonami Nelòpue se ho osato trasgredire i tuoi ordini, ma se non intervenivo tempestivamente lasciando perdere Lazzaro, avrebbero linciato questa donna.
Profeta Infatti io l'ho riconosciuta al primo colpo d'occhio: è lei! L'adultera.
Mammarina Vecchio: non dir fesserie! Non sono mai stata sposata e da come han l'aria di mettersi le cose, non mi sposerò mai.
Nelòpue Zia Lipo: di che cosa l'accusano?
Zia Lipo Di aver ammazzato dei soldati, sire.
Profeta Ma certo! Lo stavo per dire: ...proprio in questo momento: e la Pulzella d'Orléans che precede i tempi!
Mammarina Senti vecchio: o taci o vai in pensione. Che pulzella d'Egitto! Alla mia età? Ho la faccia da scema? Pulzello sarai tu!
Nelòpue Basta! Ora rispondi a me. Come ti chiami?
Mammarina Non ho mai saputo il mio vero nome perché mi hanno sempre chiamata «Mammarina la vivandiera».
Nelòpue E perché? Vi sarà pure un motivo.
Mammarina Certo che c'è. Fin da piccola, ho avuto la passione di cucinare le zuppe. Tutti i giorni facevo zuppe alle mie bambole e non smisi mai. Puoi capire, se da grande, non mi ero fatta la mano! Da molti anni ormai tengo una «pensione» e la mia zuppa di verdure e diventata celebre...
Profeta Ho capito tutto, e lei: la grande elvetica, «la mere Royaume»!
Mammarina (A Nelòpue.) Senti: da come e costruita sta baracca, ne deduco che tu devi essere il re. Non ti chiedo di graziarmi: ti chiedo di far tacere sto vecchio scimunito.
Nelòpue Profeta: lasciala continuare.
Profeta Che continui! Ma sono ormai sicuro, si tratta di lei: l'eroina elvetica che anticipa la sua epoca.
Nelòpue Raccontaci come hai ammazzato quei soldati. Una rissa nella tua pensione, suppongo.
Mammarina Macché rissa del cavolo! Stavo cuocendo la mia zuppa di verdure come ogni sera. La provo. Forse vi avevo messe troppe carote, che ne so, o forse il diavolo doveva proprio averci messa la coda; comunque era acida. Acida da sbatter via! In tanti anni, porcaccia la miseria, non mi era mai successo. M'ha preso una tal rabbia! Afferro la pentola e la vuoto giù dalla finestra. Così, di colpo. Come posso immaginare che in quel momento sfilano i soldati?
Profeta Non è così! Non è cosi vi dico! I soldati non sfilavano: i soldati erano nemici che stavano per invadere il paese, lei li ha scoperti e li ha ammazzati quasi tutti rovesciandogli addosso la sua zuppa bollente.
Mammarina Ma questo è proprio mentecatto oh! Cosa aspettate a rinchiuderlo? Che diventi furioso?
Nelòpue Zia Lipo: quanti soldati ha ammazzati questa donna?
Zia Lipo Due, sire. Ustioni di terzo grado. Son partiti per l'aldilà la scorsa notte.
Mammarina Mi dispiace molto... ma se non erano soldati mi sarebbe spiaciuto molto ma molto di più.
Nelòpue Non ti capisco. Spiegati.
Mammarina (Forte.) Detesto i soldati. Li ho sempre detestati. Perché chi glielo fa fare a questi stramaledetti cretini di essere soldati? Se ogni uomo rifiutasse di essere soldato non vi sarebbero più guerre.
Norvégo (Che è rientrato sull'ultima battuta con un braccio al collo e sempre zoppicando.) Nelòpue: chi è questa donna che nuoce allo stato e alle finanze con discorsi sovversivi? Falla bruciare subito come una strega!
Profeta Ah no! Questo è impossibile: non siamo ancora nel Medioevo.
Norvégo Ascoltami Nelòpue prima che sia troppo tardi: dalla immediatamente in pasto alle tigri del circo!
Profeta Anche questo e impossibile: è già caduto l'Impero Romano.
Norvégo Insomma: fa qualcosa Nelòpue affinché questa donna possa tacere. Scaraventala per sempre in fondo a una prigione.
Profeta Questo può andare: si è fatto e si farà in tutte le epoche.
Tepre (Entrando.) Sire: tutti parlano di una donna che ammazza i soldati perché è contro le guerre. E' questa? Una folla immensa sta reclamando la sua libertà.
Zia Lipo Ma come! Se non è neanche un'ora che volevano lapidarla!
Profeta Questo, è sempre stato il popolo. Anche dal grido di «osanna» al grido di morte, non sono corse che poche ore. Addio Nelòpue e guardati sempre dal popolo. (Esce.)
Norvégo Che ti dicevo Nelòpue? Ma forse sei ancora in tempo ad arginare il male se elimini subito questa donna.
Nicola l'eremita (Entrando.) La pace sia con te, re Nelòpue.
Nelòpue Grazie caro. In questo momento, di pace ne avrei più che mai bisogno. Suppongo che tu sia Nicola l'eremita. Da anni si parla di te come di un sant'uomo ritiratosi a far penitenza in un eremo. Cos'è che ti riporta fra noi peccatori?
Nicola l'eremita Purtroppo gli eremi non sono più tanto isolati e le voci vi arrivano ormai come i venti. Ma mi stupisce che sia tu a farmi questa domanda siccome ho sentito che avevi bisogno di me e arrivando ho visto gran subbuglio in città come se stesse per scoppiare una guerra. Supponevo perciò che tu mi avessi fatto chiamare per aiutarti a metter pace.
Nelòpue Vedi buon'uomo. Se fossi un ipocrita ti direi: «E' così. Accomodati e tante grazie di essere venuto.» Ma io sono un grande amante della verità e quindi ti dico: «E' stata fatta confusione fra te e Nicola l'ex prostituta attualmente, pare, nutrice. E' di lei, che ho bisogno, non di te.» Scusa l'errore.
Nicola l'eremita Non c'è di che. Mi sono sgranchito le gambe e mi ha fatto un po' di cambiamento.
Nelòpue Ma, a proposito Zia Lipo: si può sapere perché il bambino e Nicola la nutrice non sono ancora a corte?
Zia Lipo Il bambino è già a corte da stamane, Nelòpue, come tu hai comandato, ma strilla da spaccarsi l'ugola. Le guardarobiere con le donne di cucina gli stanno tutte attorno e non sanno più che cosa fare. Quanto a Nicola la nutrice, nessuno sa più dov'è finita e non sono ancora riuscita a rintracciarla.
Nicola l'eremita Sulla strada del monte dove sta il mio eremo, vi è una casetta isolata e vi abita una balia con sempre attorno un sacco di marmocchi. Dev'essere una donna laboriosa e allegra. Da lassù la vedo stendere i panni e la sento sempre cantare. Forse sarebbe disposta a prendere anche questo bambino...
Nelòpue Tu, l'hai mai vista bene in viso?
Nicola l'eremita Sì.Questa mattina, quando son passato. Mi ha anche dato un bicchier d'acqua e questo pezzo di pane nero.
Nelòpue Non hai osservato se ha dei segni particolari?
Nicola l'eremita Ha una voglia di lampone in mezzo alla fronte.
Nelòpue Zia Lipo, Tepre, Norvégo: avete sentito?
I tre (Più o meno insieme.) E' lei! Non può essere che lei! Non vi son dubbi!
Nicola l'eremita Ripassando, vuoi che le dica del bambino?
Nelòpue Dille solo così: «Nelòpue ha bisogno urgente di te». Basterà.
Nicola l'eremita Va bene. Vado subito e glielo dirò. La pace sia sempre con te, Nelòpue e regni sempre alla tua corte.
Nelòpue Grazie caro. E buon rientro.
(L'eremita esce.)
Nelòpue E rieccoci di nuovo in famiglia.
Mammarina Bella famiglia! Complimenti. Per fortuna, io, non ne faccio parte.
Nelòpue Già. Ci sei ancora tu. Bene. Sentiamo un po': tu, nei panni miei, cosa ne faresti di una donna come te che ammazza soldati buttando zuppe dalla finestra?
Mammaria (Indicandogli col mento i tre.)Manda via i tuoi tre mammalucchi e ti rispondo.
Nelòpue Voi. Avete sentito? Andate a vedere se la folla si è calmata.
(I tre escono.)
Nelòpue Dunque?
Mammarina Io, nei panni tuoi, a una donna come me, farei fare la mia zuppa quotidiana.
Nelòpue (Scende la gradinata e le slega le mani.) Vai, La tua zuppa ti ha salvata.
Fine primo tempo
SECONDO TEMPO
Stessa scena. Nelòpue sta installando Nichelino sul trono: gli sistema la corona, che sarà per lui troppo grande, e gli mette in mano lo scettro.
Nelòpue Ecco: come ti senti?
Nichelino Come quando da piccolo giocavo al re.
Nelòpue Perfetto Nichelino. E io mi sento come quando da piccolo giocavo al rivoluzionario. (Scende la gradinata.) Adesso io sono madonna Tepre. Entro e ti dico: «Nelòpue: il popolo mormora per la venuta a corte di Nicola e del bambino. Affretta almeno le tue nozze con donna Ancilla dei Pergolati!» e tu cosa rispondi?
Nichelino Io rispondo... che... (Prende fiato, poi d'un colpo.) che «madonna Tepre tu fossi una gran bugiarda perché fin'ora, a corte ci sta solo quello strillone d'un bambino che spacca le orecchie di tutti.»
Nelòpue D'accordo. Ma ammetti che le due donne siano arrivate a corte. Cosa risponderesti a madonna Tepre?
Nichelino Ah... se... se le due donne saressero arrivate a corte è un altro paio di maniche...
Nelòpue E dunque?
Nichelino E dunque rispondo: «Madonna Tepre non vedessi che ho già un gran da fare a tenerle separate queste due? Che... che tu pensassi ai ca... ai casini tuoi e... e basta!»
Nelòpue (Ridendo.) Bravo Nichelino! Adesso senti. Io sono Norvégo. entro e ti dico: «Sire: quest'anno il raccolto delle patate è abbondantissimo e i contadini vi guadagnano troppo. Che ne diresti di stabilire una bella imposta di dieci nichelini ogni cento patate?»
Nichelino (Sobbalzando.) Die... dieci ni... nichelini!? «Norvégo: saressi veramente un gran maiale con quei poveri contadini. Forse che loro non l'avrebbero il diritto di magnare come te, vecchio puzzone?»
Nelòpue (Divertendosi come un matto.) Perfetto Nichelino. e se entrasse Zia Lipo con un uomo legato e ti dicesse: «Nelòpue: questo uomo è un violento. Ha ucciso sua moglie in un impeto di rabbia perché lo tradiva ma ha buon cuore: aiuta i poveri pur essendo povero lui stesso e la sua casa è sempre piena di bambini abbandonati con i quali divide il suo pane raccontandogli meravigliose favole. Che ne facciamo di quest'uomo?» Cosa faresti?
Nichelino Non saperei... sei... sei proprio ben sicuro che l'averesse uccisa quella sua moglie...?
Nelòpue Sono proprio sicuro.
Nichelino Ma...ma se è tanto buono... magari... magari le ha mollato solo un gran schiaffone dalla rabbia... e lei... lei... face va la morta solo per finta... per farlo spaventare...
Nelòpue No Nichelino. Putroppo non è così. L'ha colta sul fatto, capisci? Ha estratto la sua spada e l'ha trafitta, lì, sul letto. Ti dico di più: se l'amante non fosse stato più che rapido a saltar dalla finestra, avrebbe ammazzato anche lui.
Nichelino Oh!! ma allora... ma allora è proprio una bestia sto...sto cornuto!
Nelòpue E' proprio una bestia come tu dici.
Nichelino Ma... ma dicessi anche che... che dà il pane ai poveri e ai bambini abbandonati...
Nelòpue ...e che gli racconta favole meravigliose. Dunque, cosa decideresti per quest'uomo?
Nichelino Sai... Ne.. Nepòlue, è... è così difficile che sudo tutto come se saressi in un bagnomaria... Tu cosa faressi?
Nelòpue Ah no caro! Non invertiamo le regole del giuoco. Sei tu Nelòpue. Sei tu che decidi.
Nichelino Io... beh... lo metteressi in prigione per un po'... non molto... tre o quattro lune...
Nelòpue E i bambini?
Nichelino Ah già... i bambini... ecco: i bambini li faressi venire a corte per mangiare e dormire... ma tutti i giorni li manderessi in prigione a sentire le favole di quel brav'uomo... no... insomma... di lui. Poi qualche volta ci anderessi anch'io a sentirle che mi piacciono da morire le favole,
Nelòpue Niente male, Nichelino, la tua soluzione. Ma ora stai attento. Io sono il re Mida. Entro e ti dico: «Nelòpue: eccomi qui con il mio potere a tua disposizione. Indicami cosa vuoi che tocchi. Cosa gli indicheresti?
Nichelino Ma... niente...
Nelòpue Niente! Come, «niente»?
Nichelino Niente perché lui non trasforma in nichelini...
Nelòpue Ma trasforma in oro. E lo sai quanti nichelini contiene l'oro? Mucchi, capisci? Montagne di nichelini!
Nichelino Mucchi... come quello che avessi già io?
Nelòpue Mille, Nichelino, di mucchi come quello che hai tu. Mille, duemila, un'infinità di quei mucchi ti rende l'oro.
Nichelino Ma veramente... sai... a me basta quel mucchio. Vederlo... toccarlo: è come un bel monumento... adesso basta coi nichelini. Mangio... bevo... dormo, ho vestiti per il caldo e per il freddo... e... e cosa volessi di più?
Nelòpue Non mi dirai che rifiuti anche il tuo nichelino al giorno.
Nichelino Sì. Ci pensavo proprio in questi giorni e te l'averessi detto al momento giusto...
Nelòpue (Risale di corsa la gradinata, lo fa alzare e gli scocca un gran bacio sulla fronte.) To'!
Nichelino (Toccandosi la fronte con grande stupore.) Oh... gra... grazie!
(Entra Lazzaro il mendico con spessi occhiali scuri e bastone da cieco.)
Nelòpue (Facendo risedere di scatto Nichelino sul trono.) Attento. Tu sei il re.
Nichelino Che!? che... sei matto Nepòlue?
Nelòpue (Tenendogli ferma una mano su di una spalla.) Fermo. Guai a te se non continui a sostenere il ruolo. Tu sei il re.
Lazzaro (Avanzando esitante nel modo dei ciechi fino alla gradinata.) C'è nessuno?
Nelòpue Chiedigli chi è e che cosa vuole.
Nichelino Chi... chi fossi tu... e... e che cosa volessi?
Lazzaro Come «chi fossi»! Mica son morto. Ma guarda che razza d'un modo di parlare! E tu chi sei?
Nelòpue Digli «sono re Nelòpue», ma attento a non sbagliare.
Nichelino (D'un fiato.) Sono re Napoleone.
Lazzaro Napoleone hai detto? Scherzi! Secondo il Profeta, un certo Napoleone dovrebbe nascere solo fra cinque o sei secoli. Comunque se hai voglia di scherzare, son cavoli tuoi e non me ne importa. Dimmi soltanto perché mi hai mandato a chiamare. Cosa abbiamo da dirci noi due altro che un assoluto niente?
Nichelino (Tentando dì alzarsi e togliersi la corona per metterla in testa al re.) Ba... basta oh!... basta...
Nelòpue (Saltando dietro al trono, lo costringe a risedersi tenendogli fermo le mani sulle spalle.) Non ti muovere. Tu resti il re che parla con la mia voce. (Forte a Lazzaro.) Amico...
Lazzaro «Amico»!? Amico di chi? Io non ho amici.
Nelòpue Compagno.
Lazzaro Peggio! Il Profeta mi ha detto che questo nome porterà scalogna nella futura storia dei popoli.
Nelòpue Insomma: come cacchio vuoi che ti chiami?
Lazzaro Col mio nome: Lazzaro. Io sono Lazzaro il mendico.
Nelòpue Bene. Senti Lazzaro: mi dicono che stai sempre a mendicare alportone di palazzo, che ti accontenti delle briciole della miatavola e che sei coperto di piaghe. E' vero tutto questo?
Lazzaro La gente esagera sempre. Primo: mendico solo nell'unico giorno d'udienza e ancora soltanto nell'ora di punta e quando c'è il sole. Secondo: quelle della tua tavola non sono mica briciole, mi si prende per un pollo? sono resti. Praticamente, diciamo che mangio sempre dopo di te. Quanto alle mie piaghe, chiamiamo le cose con il loro giusto nome. A periodi, soffro di foruncolosi e me ne ricopro come si ricopre di primule un prato a primavera. Il guaio vero è che la tua cucina è troppo ricca. Dovresti far eliminare le carni di maiale, le spezie, certi grassi, più quei dolci a base di zenzero dei quali vado pazzo. Chi è quell'ombra che si muove alle tue spalle?
Nelòpue (Tenendo fermo Nichelino che ritenta di alzarsi.) E' il mio portavoce.
Lazzaro Li tieni alle spalle, tu, i portavoce?
Nelòpue Io mi son sempre fidato di chi mi sta attorno.
Lazzaro Bravo! Fidati. Così farai la fine di un certo Giulio Cesare.
Nelòpue Lazzaro: bando alla politica e alle tristezze. Ti ho fatto chiamare per darti una bella notizia: ho deciso di tenerti a corte. Scegliti il posto che preferisci. Non voglio più il coro di lamenti su «quel povero Lazzaro coperto di piaghe» con tutto quel che segue. Suppongo che non hai nemmeno casa, dormi sotto i ponti eccetera. Quindi da questo preciso momento puoi stabilirti a corte. E non mi devi nemmeno ringraziare. E' un favore che tu fai a me.
Lazzaro Piano eh! Piano, coi favori! Io, a corte, non ci starei manco morto.
Nelòpue Come dici?
Lazzaro Hai udito benissimo: manco morto,
Nelòpue Ma perché?
Lazzaro Tu sarai magari il re più buono epiù giusto del mondo, ma ti manca il senso della natura. Scommetto che non hai mai visto spuntare il sole, né sai quando cade la rugiada e perché. Scommetto che non hai mai respirato l'aria aperta dopo un temporale, né ti sei mai reso conto quando partono e tornano le rondini né come nidificano. Scommetto che non sai nulla della vita dei fiori e degli alberi che crescono nei tuoi parchi. O, se conosci tutte queste cose, e solo perché le hai lette o per sentito dire.
Nelòpue Ebbene Lazzaro: ti sbagli. Io sono un re che ha sempre sofferto d'insonnia. Conosco tutti i misteri della notte e l'alba mi ritrova spesso mentre passeggio nei viali dei miei parchi. Un tempo, mi accompagnava Tiberio, il cane che mi è stato più caro di tutti i cani e le genti, ma da quando è morto, me ne vado sempre solo.
(Durante questo discorso del re, Nichelino sarà riuscito piano piano ad alzarsi, Nelòpue, senza rendersene conto, preso dalla tristezza del ricordo ma soprattutto dalla verità di quanto dice, si sarà rimesso a sedere sul trono. Nichelino, standogli ora alle spalle, si toglierà la corona e, sempre con cautela per paura che il re voglia riprendere il giuoco, gliela poserà sul capo. Poi, gli darà lo scettro che il re prenderà automaticamente. Fatto questo, sparirà dietro il trono per dormirci come sempre.)
Lazzaro Incominci a interessarmi. Anch'io passeggio molto nei tuoi parchi, ma siccome io non ho mai sofferto d'insonnia, ci vado a mattino inoltrato.
Nelòpue Capisco perché non ci siamo mai incontrati: quando io rientro, tu incominci la tua passeggiata.
Lazzaro Già. (Pausa.) Ce l'hai anche tu un viale preferito?
Nelòpue Sì. Quello degli olmi.
Lazzaro Io ne ho uno preferito per ogni stagione. In quello degli olmi, ci vado solo all'inizio di primavera, ma non ci vado per gli olmi, bensì per quell'acero che sta giù in fondo al viale, sulla manca.
Nelòpue L'acero dell'Amore1. L'ha fatto piantare mio padre quando son nato. E' un albero particolarmente caro a Nicola e a me. Quando Nicola era a corte, andavamo a rivederlo ogni sera e lo consideravamo il nostro albero.
Lazzaro Io ci vado all'inizio di primavera perché è il tempo in cui fiorisce. Ormai i suoi meravigliosi fiori bianchi non li vedo quasi più, ma ne respiro il profumo a lungo e mi sembra poi di risentirlo per tutta la giornata.
Nelòpue I suoi fiori però, quest'anno, sono molto in ritardo, l'hai notato? Vi ripensavo proprio la notte scorsa. Credi sia a causa del maltempo?
Lazzaro No. Non ti sei accorto che quell'acero sta morendo?
Nelòpue Sta morendo! Ma cosa dici? Da quando, sta morendo?
Lazzaro Non te lo saprei dire, ma ti garantisco che sta morendo. Ogni volta che un albero muore, io lo sento. Da quando ho cominciato a perdere la vista, e non so nemmeno più dirti da quante lune, i miei soli amici sono gli alberi e ho imparato a dialogare con loro. Ebbene: credimi, da qualche tempo quell'acero tace.
Nelòpue Tu m'inquieti, Lazzaro. Quell'albero mi è molto molto caro. Ma perché il mio giardiniere non mi ha avvertito se sta veramente morendo?
Lazzaro Perché il tuo giardiniere sa guardare gli alberi solo dall'esterno mentre io li vedo dentro.
Nelòpue Eppure, se è vero quel che mi dici, dovrebbero pur esservi segni esteriori di parassiti o di malattie. (Si alza.) Basta. Mi hai messo la smania di andar subito a rivederlo.
Lazzaro E chi te lo proibiste?
Nelòpue (Depone corona e scettro sul trono e scende la gradinata dicendo.) Lazzaro: ti spiace accompagnarmi?
Lazzaro No. Anzi. Ci vengo volentieri.
Ancilla (Entrando.) Eccomi finalmente, Nelòpue. Ho fatto tardi perché il tuo amico re Mida mi ha combinato un guaio. Stammi a sentire...
Nelòpue (Baciandola rapidamente sulla fronte.) Benvenuta cara, ma mi dirai dopo. Pare che l'acero dell'Amore stia morendo e vado a dargli un'occhiata con Lazzaro. Intanto accomodati. Ti mando subito madonna Tepre.
(Esce con Lazzaro sempre discutendo dell'albero.)
Ancilla (Restando perplessa e contrariata.) Ah ma questa poi! Si è mai vista un'accoglienza simile!?
(Aspetta un attimo guardandosi attorno, poi la contrarietà si fa furia e incomincia a passeggiare avanti e indietro.)
Tepre (Entrando.) Benvenuta donna Ancilla! Re Nelòpue mi ha detto che siete appena arrivata.
Ancilla Appena arrivata e bene accolta! A questa corte, gli alberi, hanno la precedenza sulle future regine?
Tepre Come dite? Non capisco.
Ancilla Non importa. Di chi è quel neonato che strilla come se lo scannassero?
Tepre Un... un neonato... dite?
Ancilla Già. Un neonato. Se non lo sentite vuol dire che siete sorda.
Tepre A corte, non vi sono neonati, donna Ancilla. Forse si tratta di un gatto. Di questa stagione, vanno in amore e sembrano proprio neonati che vagiscono...
Zia Lipo (Entra turandosi le orecchie.) Ma possibile che nessuno riesca a farlo tacere quel... (Si riprende vedendo Ancilla.) Oh: benvenuta donna Ancilla! Vi si aspettava...
Ancilla Grazie. Chi dicevate di voler far tacere?
Zia Lipo Quel... quel cane donna Ancilla. Da qualche giorno vi è un cane che ulula nascosto da qualche parte nel palazzo e non si riesce a scovarlo.
Ancilla (Ironica.) Ah sì! Povera bestia! (Altro tono.) Ma sapete che ne avete di fantasia a questa corte? Scambiare gli strilli di un neonato con il miagolio d'un gatto in amore o addirittura con l'ululato d'un cane! (Una pausa durante la quale scoppieranno improvvise e fortissime le grida di un neonato, poi, di nuovo il silenzio) Bisogna già essere forti, dico io... in fantasia! (Di scatto.) Perché mi si vuol nascondere che vi è un neonato a corte?
Tepre Donna Ancilla: vi giuriamo che...
Ancilla ...che sì tratta di un gatto in amore o d'un cane allergico al suono delle campane. Ho capito. Devo scoprire da sola il mistero. (Esce.)
Tepre Che facciamo?
Zia Lipo A me, io chiedi?
Tepre Non particolarmente. Lo chiedo anche a me. Certo è che Nelòpue sembra fatto apposta per creare imbrogli di questo tipo e mettere gli altri in imbarazzo.
Zia Lipo Non mi sembra che Nelòpue abbia creati imbrogli di nessun tipo e personalmente non mi sento affatto in imbarazzo.
Tepre A no? E perché hai inventata la storia del cane?
Zia Lipo Perché non sono ancora autorizzata a dire la verità.
Norvégo (Entrando.) Io ci divento pazzo con questo maledetto bambino! Per fortuna sta arrivando Nicola, la nutrice. Stavo or ora nella «Galleria degli Antenati», do per caso uno sguardo dal balcone e la vedo risalire il viale dei tigli. Perché fate quella faccia?
Tepre Perché se tu ti fossi affacciato al balcone della «sala dei re», dalla parte opposta, avresti visto arrivare donna Ancilla dei Pergolati.
Norvégo Come?! E'qui anche lei? E dov'è?
Zia Lipo In giro per il palazzo a rubarmi il mestiere; sta indagando sul bambino.
Norvégo Come si chiama quella nuova invenzione culinaria a base di uova sbattute? «Frittata», mi sembra. Ecco: direi che è fatta. Ma Nelòpue, si può sapere dove si è cacciato?
Tepre Nelòpue l'ho incontrato con Lazzaro il mendico. Discutevano animatamente di alberi. Mi ha detto soltanto; «E' arrivata donna Ancilla dei Pergolati. Occupati di lei» e se n'è andato con Lazzaro quasi di corsa giù per il viale degli olmi.
Norvégo Che sia impazzito?
Zia Lipo Macché impazzito! Qualcuno l'ha già visto comportarsi normalmente come un comune re?
Tepre Colleghi: torniamo alla realtà. Chi riceve Nicola la nutrice?
Norvégo Con donna Ancilla dei Pergolati a corte?! No grazie. Io cedo l'onore alle signore e sparisco all'istante. (Esce.)
Tepre Non pretenderai che la riceva io! Un'ex prostituta...
Zia Lipo Strano! Quand'era a corte, beniamina del re, ti eri scordata la sua professione. Come mai ti ritorna ora la memoria?
Tepre Dev'essere perché nel frattempo non ho fatto che mangiar pesce. (Esce.)
Zia Lipo Ahsì? E dovrei dunque riceverla io? E perché, di grazia? Andate tutti a farvi sodomizzare! (Esce.)
Nicola (Entra. Grossa voglia di lampone in mezzo alla fronte e sembra l'incarnazione stessa della serenità. Gira uno sguardo attorno, poi va lentamente a sedersi sui primi gradini della gradinata con un grande sospiro di sollievo. Si guarda le unghie, poi di nuovo attorno. Infine canta: una nenia, piano piano, con una voce dolcissima. Indicata potrebbe essere, per esempio, quella infantile: «Lucciola lucciola, vien da me / Ti darò il pan del re, / Pan del re o di regina, / Lucciola lucciola, vienmi vicina.)
Ancilla (Entrando.) «Il neonato fantasma», si direbbe. Lo si sente strillare e non c'è verso di trovarlo da nessuna parte. (Si accorge di Nicola e le si avvicina aggressiva.) E voi, chi siete? Cosa fate qui?
Nicola Re Nelòpue mi ha mandata a chiamare e lo sto aspettando. (Dolcemente.) E voi, chi siete?
Ancilla (Inalberandosi.) Io sono donna Anelila dei Pergolati, futura moglie di re Nelòpue.
Nicola (Che si sarà lentamente alzata. Semplice.) Ah, piacere. Io sono Nicola, la sua ex concubina.
Ancilla Già. Quella brutta cosa che avete sulla fronte avrebbe dovuto dirmelo subito, ma sul momento non ho realizzato. (La scruta dall'alto in basso.) Dunque siete voi, Nicola la prostituta. Vi vedo finalmente dopo aver tanto sentito parlare di voi!
Nicola Perché dite «finalmente»? Desideravate vedermi?
Ancilla Sì. Quel tanto necessario per dirvi tutto il disprezzo che provo per le donne della vostra specie!
Nicola (Sorridendo placidamente.) Sapete signora: noi della «nostra specie», siamo talmente abituate al disprezzo della «vostra specie» che, guai se ci mancasse! Vi ci dormiamo ogni notte, nel vostro disprezzo, come nel nostro letto.
Ancella Come vacche nello strame, volete dire,
Nicola Se il confronto vi soddisfa di più, fatelo pure. Permettete che mi risieda? Ho camminato per tre ore e sono molto stanca.
Ancilla (Perdendo le staffe all'invulnerabilità della donna.) No! Non permetto che vi risediate, come non permetto che rimaniate un minuto di più a questa corte. Fuori subito di qui! Andatevene da dove siete venuta e guai a voi se vi riprovate a tornare!
Nicola Questo, signora, me lo deve direi l re.
Ancilla (Urlando.) E invece ve lo dico io con tutti i diritti della futura regina!
Nicola Signora: abbiate pazienza, tutto ciò che è futuro non è mai certo, salvo la morte. Ve lo ripeto: il re mi ha mandata a chiamare, non so per quale motivo ma so che ha bisogno di me e devo aspettarlo. (Risedendo sui gradini.) Vogliate scusare se mi risiedo contrariamente ai vostri ordini ma sono veramente molto stanca.
Ancilla (Strappandola rabbiosamente in piedi.) Sentimi bene donnaccia: o te ne vai da sola e immediatamente o chiamo e ti faccio buttar fuori a calci come una cagna rognosa.
Nicola Chiamate pure, ma vedrete che sarà mutile perché nessuno oserà trasgredire gli ordini del re.
Ancilla (Con uno scatto felino tentando di tirarle i capelli o di graffiarle il viso.) Adesso gli ordini del re te li faccio vedere io, brutta puttana!
Nicola (Afferrandole i polsi e tenendogli fermi con una forza e una rapidità impreviste.) Calmatevi buona donna. Capisco che la vostra furia cresca in ragione della mia calma e non avete torto perché dovrei perdere le staffe anch'io, insultarvi e prendervi a schiaffi. Ma, che volete, non posso abbandonare la calma per via del latte.
Ancilla (Presa alla sprovvista, restando.) Il latte!? Che latte?
Nicola Il latte con il quale nutro tre neonati: due gemelli miei e il bambino di una povera donna che è morta nel metterlo al mondo. Sapete: succede spesso da noi, dalle nostre parti voglio dire e allora ci si aiuta come si può.
Ancilla (Dopo essersi liberata con uno strattone.) E non toccarmi, sudiciona! (Sale la gradinata dignitosamente, prende la corona e se la mette in testa, poi afferra io scettro e siede.) Ecco. Cosa ne dici? Se non vuoi andartene, ognuno sta al posto suo: io qui. e tu lì: a quello dei cani.
Nicola (Risiedendo.) Grazie. Io ci sto benissimo. e voi?
Ancilla Come una regina.
Nicola Vi auguro di starci sempre così.
(Lunga pausa, dopo la quale Nicola ricomincia la sua nenia: «Lucciola lucciola, vien da me /» eccetera.)
Ancilla Cosa vi prende adesso? Smettetela di provocarmi o stavolta vi sbatto fuori sul serio con le mie stesse mani.
Nicola Scusatemi. Vi avevo completamente dimenticata e quando son sola, canto sempre. E' un modo come un altro per tenermi compagnia. (Si alza di scatto vedendo entrare il re.)
Nelòpue (Non si accorge di Ancilla o finge? Interpretazione libera.) Nicola! (Corre ad abbracciarla.) Nicola cara! Quanto tempo ed è come se fosse ieri! Tu sapessi quanto piacere mi fa rivederti! Come stai?
Nicola Bene. E voi, sire?
Nelòpue Così così, come un re con i suoi alti e bassi.
Nicola Mi avete fatta chiamare. Posso fare qualcosa per voi?
Nelòpue Sì. Stammi a sentire. (La fa sedere e siede sui gradini.) Questa mattina, due donne son venute a chiedermi giustizia: si contendevano unbambino di tre lune reclamandone ognuna la maternità. Ma quello che mi ha impressionato è che ambedue giuravano di ammazzarlo se lo avessi concesso all'altra.
Nicola Nessuna delle due doveva esserne la madre, o se lo era non ne era degna di esserlo.
Nelòpue E' appunto quel che anch'io ho pensato e che mi ha deciso a farlo portare a corte.
Nicola Penso che abbiate fatto bene. E' dunque lui quel neonato che si sente strillare per tutto il palazzo?
Nelòpue E' lui. Tu puoi occupartene? L'eremita mi ha detto che ci sai fare con i bambini. Quanti ne hai?
Nicola Di miei, solo due gemelli. Gli altri, quelli che vede l'eremita, me li portano di tanto in tanto i contadini quando le madri si ammalano o, per qualche altra ragione non se ne possono occupare.
Nelòpue Puoi restare a corte qualche giorno?
Nicola Sì, ma non di più. Per qualche giorno ha accettato di sostituirmi la lavandaia del paese. Ci sa fare anche lei con i bambini, ma sarei molto più tranquilla se tu mi affidassi questo bambino e potessi tornarmene a casa subito.
Nelòpue Subito! Ma non se ne parla nemmeno. Quante ore ti sei fatta a piedi?
Nicola Tre...
Nelòpue E vorresti farne altre tre con un neonato in braccio?
Nicola Potresti farmi accompagnare con una mula...
Nelòpue Vedo che il tuo coraggio èrimasto quello di sempre. (Si alza e la fa rialzare.) No cara. Ora, tu vai per prima cosa a farti un buon pranzo. Poi dai un'occhiata a questo bambino che sembra proprio infernale e in seguito, decideremo.
Nicola Sire: la notte scorsa, ho fatto un gran brutto sogno.
Nelòpue Su di noi due?
Nicola Sì.
Nelòpue Dimmi.
Nicola Ho sognato che una bestia voracissima rodeva le radici dell'acero dell'Amore facendolo morire. Al tempo stesso la voce del re Mida ripeteva come in un'eco paurosa: «Il regno di Nelòpue è alla fine.»
Nelòpue Hai ragione, cara: è un gran brutto sogno. Bisogna cercare di dimenticarlo, Andiamo. Ti accompagno a tavola.
(Escono. Nelòpue tenendola e continuando a parlarle affettuosamente.)
Ancilla (Fino a questo momento combattuta tra la furia di intervenire e la curiosità morbosa di seguire fino in fondo la scena, avrà una crisi isterica e butterà a terra la corona e lancerà con un grido rabbioso lo scettro dietro i due.)
Nichelino (Balzando su da dietro il trono.) Eh... eh!! che... che succedesse...!?
(Buio.)
(Al riaccendersi delle luci, Nelòpue siede sul trono senza corona né scettro. Sta ascoltando il re Mida che gli siede di fronte, spalle al pubblico.)
Re Mida (Dovrà portare uno strano paio di guanti di tela bianca.) Credevo che donna Ancilla te ne avesse parlato.
Nelòpue Ti dirò che l'altro giorno, quand'è arrivata, Lazzaro mi aveva appena parlato dell'acero che stava morendo. Ora ricordo infatti che donna Ancilla mi disse: «Ho fatto tardi perché il re Mida mi ha combinato un guaio», ma lì per lì non l'ho ascoltata appunto per correre a vedere l'acero. Poi, sai cos'è accaduto: rottura del fidanzamento eccetera. Per finire, non so ancora quale guaio le hai combinato.
Re Mida Ha proprio detto «guaio»? Che classe! Dunque figurati: son passato per salutare suo padre che non rivedevo da molto tempo. Il padre, mi aveva appena offerto da bere e come sempre, quando mi offrono da bere, mi tolgo il guanto isolante affinché il bicchiere diventi d'oro e resti in mio ricordo. Donna Ancilla veniva da te e siamo scesi nel parco per salutarla. Stava montando in sella a quel suo purosangue, te lo ricordi? Bello da mettersi in ginocchio! Io mi avvicino e senza minimamente ricordarmi di rimettermi il guanto, accarezzo quello stupendo animale. Addio: di colpo, cinque quintali d'oro stavano sotto il sedere di donna Ancilla dei Pergolati.
Nelòpue E se tu avessi accarezzato lei, invece del cavallo...
(A questo punto tutti i personaggi della commedia, salvo Nichelino e Ancilla, rientreranno in scena miniando il più fedelmente possibile le scene già avvenute, o comunque, in atteggiamenti del tutto naturali in rapporto al personaggio rappresentato.)
Re Mida Già. O t'immagini se io avessi toccato suo padre, o il suo stalliere, il maggiordomo, il cuoco, le guardarobiere, i servi, i contadini (Si sarà alzato nell'enumerarli andando in crescendo anche con la voce e avrà lanciato lontano i suoi strani guanti mentre le luci avranno reso un'atmosfera irreale. Si volterà verso il pubblico dicendo.) T'immagini se io toccassi tutti i tuoi sudditi... (Scenderà la gradinata lento o rapido ed eseguirà la scena a seconda della regìa: porrà le mani sul capo del personaggio che nominerà, il quale, di colpo, rimarrà immobile nella posizione in cui si ritrova.) Madonna Tepre. Zia Lipo... Norvégo... Ruth la ricca... Ruth la povera.,, il Profeta... Mammarina la vivandiera... Nicola l'eremita... Lazzaro il mendico... Nicola l'ex prostituta...
Re Mida (Comincerà a risalire la gradinata dicendo.) Il tuo regno è alla fine Nelòpue!
Nelòpue1 (Sempre sul trono e senza muoversi.) Di quale fine parli? Tu non puoi che creare un inizio.
Re Mida Trasformerò anche te in una statua d'oro, come ho fatto con tutti i tuoi sudditi. Solo Ancilla e Nichelino sono sfuggiti. Ma presto anche loro saranno in mio potere.
Nelòpue Non ti temo: tu non sei la morte ma la vita. (Estrae un coltello.) Se vincerò la mia battaglia, passerò alla storia come colui che ha ucciso il bene più grande, la ricchezza ineguagliabile: sarò il simbolo degli idealisti. Se mi toccherai diverrò di quella sostanza per un pugno della quale gli uomini sono disposti a vendere sé stessi. Vieni dunque, benefattore!
(Re Mida si scaglia su Nelòpue. Lottano, quindi Nelòpue uccide il Re Mida, il quale cadendo si aggrappa a una gamba di Nelòpue.)
Quale dolce carezza sta prendendo il mio corpo! (Tenta di muoversi ma le gambe sono rigide.)
Né amore pagano, né grande amore hanno mai avuto questo lieve calore. Né donne, né efebo, né Dio mi hanno mai ripagato con la stessa gioia, né vittoria sul nemico più feroce, con lo stesso entusiasmo. Niente è paragonabile al tuo potere e delizioso è soccombere alla tua magia. (E' tutto rigido.)
(Musica. Re Mida è scivolato ai piedi della pedana. Nelòpue è fermo, ritto al centro. Luci giuste. Nichelino sorge stirandosi e sbadigliando da dietro il trono. A un tratto si ferma e annusa come un cane da caccia.)
Nichelino Cos'è questo strano odore? Si respira... si respira tutta un'altra aria... come fossimo in un altro mondo... (Comincerà a scendere la gradinata continuando ad annusare e soffocandosi gli occhi sempre più sbalordito.) Ma... ma cos'è mai accaduto??! (Vagherà fra le statue riconoscendole.) Tepre... Norvégo... Zia Lipo... cos'e accaduto... o sto forse sognando?... (Si fermerà presso il Profeta.) Cos'e accaduto mentre dormivo? Dimmelo tu Profeta! (Lo scuote.)
Voce del Profeta (Molto amplificata da un altoparlante.) Il regno di Nelòpue e alla fine. La maledizione dell'oro grava sulla sua corte.
Nichelino (Un urlo, voltandosi verso Nelòpue.) No! (Risale di corsa la gradinata.) No! Lui no! Non e possibile! (Cade piangendo ai piedi dì Nelòpue. A questo punto entra Ancilla che starà tranquillamente ad ascoltare Nichelino.) Nelòpue, mio re... anche tu... anche tu ridotto così... (Si accorge del Re Mida e gli si butta addosso.) Sei stato tu, maledetto, tu e il tuo fottuto potere! Maledetto! Maledetto perché sei vissuto e maledetto perché sei morto togliendomi la gioia di essere io l'autore della tua fine! (Si risolleva stancamente e abbraccia Nelòpue dando il profilo al pubblico. Dir:) Oh quanto ti amavo Nelòpue! Quanto ho amato la tua saggezza, la tua giustizia, il tuo cuor d'oro! E non rimane più nulla!
Ancilla (Con una risata.) Ti sbagli. Il suo cuor d'oro è rimasto.
Nichelino (Senza lasciare il Re.) Vattene, tu che non l'hai mai amato! Tu, che più degli altri amavi solo la sua ricchezza. Lasciami solo con lui: vattene!
Ancilla Andarmene? E dove, senza di te? Siamo i soli sfuggiti alla maledizione. Siamo gli unici eredi di questo regno.
Nichelino Io non lo voglio, questo regno, senza il suo Re.
Ancilla (Comincia a salire la gradinata.) Che tu lo voglia o no, non potrai sfuggire agli eventi.
Nichelino Son pur sfuggito alla maledizione! Resterò puro, fedele al ricordo del mio Re.
Ancilla (Continuando a salire.) Ma non t'accorgi che già ti sei trasformato? Hai imparato a parlare. L'oro si respira e trasforma. (Lo avrà raggiunto.)
Nichelino (Abbracciando più forte il Re.) Vattene maledetta baldrac-ca! Non voglio trasformarmi: non parlerò più. Vattene.
Ancilla (Esercitando un fascino tutto femminile, tenterà di staccarlo dal Re dicendo.) Sì, me ne andrò, ma con te. Andremo via insieme da questo cimitero d'oro che venderemo per fondare un'intera nazione.
Nichelino Tu sei pazza!
Ancilla No. Sono soltanto realista. Con Nelòpue tu non hai imparato la lezione dell'oro. Te la insegnerò io.
Nichelino Con Nelòpue ho imparato la lezione dell'amore.
Ancilla L'oro è più forte dell'amore. L'oro è potere, è religione, è ordine, è tutto. Noi abbiamo questo «tutto». Noi siamo già padroni di questa nazione che avrà splendidi pascoli e campi fertili e contadini, guerrieri, montanari, gente che sa obbedire ma anche comandare e governare. Tutto rientrerà in un perfetto ordine costituito grazie a quest'oro.
Nichelino Quest'oro sa di morte!
Ancilla (Tentando di abbracciarlo.) E cosa importa? Guarda: anche i morti sorridono quando son fatti d'oro!
Nichelino (Sempre più debolmente, cominciando a subire il fascino della donna.) No... no... Non voglio! Lasciami...
Ancilla (Parlandogli sulla bocca.) Siamo rimasti soli; non capisci? Una donna e un uomo, soli, padroni di un regno. Non capisci? Dobbiamo sopravvivere! (Cadono abbracciati ai piedi di Nelòpue.)
(Buio.
Al riaccendersi delle luci, Ancilla, in abiti moderni è seduta dietro a una specie di banco che potrebbe essere il trono capovolto o messo in modo da sembrare un banco. I personaggi della commedia, pure in abiti moderni, o che solo li richiameranno con dei dettagli dato che lo spazio di tempo a luci spente dev'essere limitato, fanno la coda davanti al banco portando degli oggetti.)
Tepre (Mostrandole una tiara.) Quanto mi dai per questa?
Ancilla (Dandole appena uno sguardo.) Niente. E' falsa. Sgombra che è ora di punta.
Tepre Falsa!! Santi del Paradiso! Falsa la tiara di Urbano V! Tu non sai cosa stai perdendo!
Ancilla Sì che lo so: tempo. Vattene t'ho detto. Non vedi la coda?
Tepre Senti: come fai a dire che è falsa se non l'hai nemmeno guardata?
Ancilla Io, l'autentico lo sento all'odore: come il falso.
Tepre Sull'onore della santa Chiesa, io ti giuro che questa tiara ha ricoperto il capo di Urbano V!
Ancilla Facciamola finita: ti credo.
Tepre (Raggiante.) Grazie! Quanto mi dai?
Ancilla (Urlando.) Niente.
Tepre Ma se dici che mi credi...
Ancilla (c.s.) Posso credere che sia stata sul capo di Urbano V, ma vuol dire che vi è stata gente capace di fregare anche Urbano V. Questa tiara è falsa e adesso fila o ti faccio buttar fuori! (Tepre va verso l'uscita mentre sta entrando Nichelino: ha uno strano aspetto tra il pazzo e il pagliaccio. Corre incontro a Tepre e le mormora qualcosa all'orecchio. Tepre lo guarderà come si guardano i pazzi. Nichelino vagherà poi per il palcoscenico, togliendosi ogni tanto il berretto e porgendolo a un inesistente passante come fanno i mendicanti.)
Zia Lipo (Mostrando un pezzo di grossa catena.) Sai chi ha spezzato questa?
Ancilla Dico: mica è il banco degli indovinelli!
Zia Lipo Spartaco in carne ed ossa l'ha spezzata!
Ancilla Spiacente per il tuo mastino scappato, ma io, che ci posso fare?
Zia Lipo (Scandalizzata.) Ma... ma Spartaco non è il mio mastino! Spartaco è colui che spezzò le catene della schiavitù liberando i suoi compagni. Quanto mi dai per questa catena dall'inestimabile valore simbolico?
Ancilla Ti dò tutta la mia ammirazione dal valore altrettanto inestimabile e simbolico, da presentare a quel signore.
Zia Lipo Tuttavia...
Ancilla Tuttavia ti faccio dare anche una scarica di legnate se non te ne vai immediatamente.
(Zia Lipo, prima d'uscire, viene trattenuta da Nichelino per la solita storiella in un orecchio; avrà la stessa reazione di Tepre, e esce.)
Norvégo (Puntando un vecchio fucile da caccia su Ancilla.) Che ne dici?
Ancilla Che dev'essere il fucile di una Diana cacriatrice moderna. (Lo scansa e grida.) Voi in coda, sentitemi bene: se vi è qualcuno con il settimo velo di Salomè, l'uovo di Colombo, i calzari del Barbarossa, il latte d'asina di Poppea o il setto nasale di Cleo-patra; faccia dietro-front seduta stante.
Norvégo Sei ben sicura che questo fucile non t'interessa?
Ancilla Tu l'hai detto. Avanti un altro. Vai via.
Norvégo Non prima di avertelo scaricato tutto addosso se non mi dai l'intera cassa. Mani in alto.
Ancilla (Impassibile.) La cassa è in basso. Se tengo le mani in alto come faccio a dartela?
Norvégo Meno chiacchiere. Mi servo da solo. (Scavalca il banco, prende la cassa e corre via.)
(Rapido cambiamento di luci con eventuale musica.)
Profeta E fu così che si introdusse il sistema del «servisol» nei supermercati.
Ancilla (Montando in piedi sul banco, tono slogan.) «Per la sicurezza dei vostri risparmi, fidatevi delle banche, ma soprattutto della Banca Statue D'oro: una per tutti, tutti per una. E l'irresistibile invito della vostra B.S.D. Ricordate: Banca Statue D'oro!»
Ruth la ricca Ricordate: non fate bambini: fate la guerra!
Ruth la povera Non fate la guerra: fate l'amore!
Mammarina Per una zuppa reale? Doppio brodo Radar! (Leccandosi le labbra.) Mmm!!! Per questa zuppa sacrificherei un esercito!
Nicola l'eremita Dove attingo la mia calma serenità? Ma a una sola fonte; quella della camomilla Campigialli! Perché con la camomilla Campigialli anche gli incubi sono d'oro. Ricordate: Campigialli: la camomilla dell'eremita!
Lazzaro Aiutate l'antipolluzione, sopprimendo per le vostre piante tutti i prodotti chimici. Il trattato «Conversare con le piante» del professor erbaccia, vi indicherà la strada.
Nicola l'ex prostituta. Con i pannolini Favola, il vostro bambino non si bagna e non si sporca più. Perché i pannolini Favola assorbono, assor-bono, assorbono. Assorbono per telepatia!
Nichelino (Dando le spalle al pubblico e rivolgendosi agli attori schierati sulla gradinata.) Zitti tutti. Adesso l'ultima verità ve la dico io: se mi date un nichelino io vi dò una statua d'oro. (Si volta verso il pubblico.) Ricordate: per la sicurezza dei vostri risparmi «una per tutti, tutti per una sola Banca. E' l'invito della vostra B.S.D. Ricordate: Banca Statue D'oro!
F I N E
1 Acer ginnala.
1 La scena che segue, fino al risveglio di Nichelino, è di Silvio Manini.