E rostie sotto a cenie

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E ROSTÏE SOTTO A CENIE

TRE ATTI BRILLANTI

di

ENRICO   SCARAVELLI

               Personaggi:

                                    CATTAÊN                 -                    donna di casa

                                    GNAZIO                 -                 sêufraê

                              ROSANNA                 -                    figgia do Gnazio

                                    PREVOSTO               -                    praêve do pàise

                                    MICHE'                      -                    o fornà

                                    MANUELA                 -                    'navexinn-a

                                    NESTO                        -                    contadìn

                                    CHECCO                    -                    amigo do Gnazio

                                    BERTOME'                -                    amigo do Gnazio

                                    GIANNI                       -                    ferroviere

                                    CARMELINN-A        -                     vexinn-a.. de banco

In Valbrevenna ai tempi nostri

E ROSTÏE SOTTO A CENIE

ATTO PRIMO

(Interno di una tipica casa di campagna. Tavolo rustico con quattro sedie, una panca di legno accanto ad una stufa a legna. Una credenza, una cassapanca o madia, sulla quale è in fase di ultimazione un presepio. Una finestra sul fondale. Alla sinistra due porte; una va all'andito e di lì alla stalla, al ripostiglio e l'altra conduce all'uscita. A destra una porticina conduce alla cucina e alle camere. Fuori si sente il vocio di ragazzi che giocano nella neve.

                                                                 SCENA I

                                                          (Cattaên - Gnazio)

CATTAÊN     :- (sulla cinquantina). Vestita da contadina, grembiule, fazzoletto in testa se si vuole. Ha uno scialle sulle spalle e porta dei calzettoni. Va alla finestra, con i vetri che  hanno del nevischio, e guarda fuori brontolando) "Mîili là quelli fuénti comme de demôan in ta néie" (apre la finestra e li sgrida) "Ehi.. voiätri.. staêve ben attenti de no spaccäme i vreddi se de nò ve i fasso pagà éi accapîo" (richiude la finestra) "O sci ben.. pan aççidentaê.. Brrr, che freido.. n'è intrôu 'na bella brancà" (guarda ancora attraverso i vetri della finestra) "Scì zûgaê, zûgaê.. poi andiei a casa tûtti insûppaê e ve piggiei 'na polmonite.. E poi e mamme no i mandan a schêua perché gh'è a néie.." (si avvicina alla stufa e si scalda le mani)

GNAZIO      :- (poco più anziano della sorella, anch'egli vestito da contadino; pantaloni di fustagno, calzettoni colorati e scarponi.. sciarpa al collo e cappellaccio o berretto di lana in testa che si toglie entrando e brontolando) "Manco 'na stissa d'aêgua da o bronzîn" (prende un catino vicino alla stufa e sopra di questa prende, col mestolo o da un pentolino sul fuoco, dell'acqua calda che versa nel bacile. Guardato con aria critica dalla sorella, posa il catino sulla panca o su di uno sgabello e si lava le mani, nel frattempo parla) "Tûtto corpa de quello giascialòffe do Nesto.. co n'ha taggiôu l'aêgua da vivagna.." (scrolla l'acqua dalle mani, prende un asciugamano posto vicino al 'cannone' della stufa e si asciuga)

CATTAÊN     :- "E anche corpa têu.. de quello caratteraccio che ti t'attrêuvi.." (nervosa, prende una scopa e netta il pavimento)

GNAZIO        :- "E ti difendilo ancòn.." (agitando le braccia a mo' di volo) "..perché o te rondezza vixin.." (guarda la sorella che continua a scopare) "L'ho visto saê l'ätro giorno co   l'aggueitäva da o barcòn.. o faxeiva i êuggi dösci.." (mette le mani a corna sulla fronte e si china in avanti) "O pàiva 'na cräva ca l'aspëttava 'na magnà de sâ"

CATTAÊN     :- (fa un gesto di sopportazione verso il fratello interrompendo, a tratti, il suo lavoro) "Mi no accapìscio perché l'ätro giorno éi faêto 'na rattella tanto grossa.. poco gh'e mancôu che passesci da e parolle ai faêti.. röba da matti" (alza una mano al cielo) "Segnô benéito.. comportäse comme duî allandronaê..!"

GNAZIO          :- (interrompendola bruscamente, minaccioso) "Mîa.. co stagghe lontàn da noiätri se donca.." (misura un pugno)

CATTAÊN     :- (adirata, con le mani sui fianchi a mo' di sfida) "Se donca?.. Cöse t'orriesci dî?"

GNAZIO        :- "Te diggo che se.."

CATTAÊN     :- (interrompendolo) "Ma diggo mì.. duî ommi ch'han perso o primmo péi da quello dì.. duî ommi zà in etaê che se comportan comme duî accanaggiaê" (verso il pubblico, compiaciuta) "Ma ammîa 'n po' che gh'h'o faêto anche a rimma"

GNAZIO      :- (avvicinandosi) "Ti vediaê che quarche 'òtta l'arrubatto zû pë fascie e" (nel frattempo aveva preso il catino uscendo verso l'andito per gettare via l'acqua)

CATTAÊN      :- (pensierosa, raccoglie con la paletta la spazzatura e la versa nella pattumiera, commentando) "Chissà poi perché o se a piggia coscì tanto.. Mi no l'accapiscio proppio, nisciûn me spiega i faêti.. L'ûnica ca spiega tûtto e a tûtti a l'è a Manuela"

GNAZIO          :- (rientra e ripone il catino. Mette un ceppo di legna nella stufa. E' nervoso) "Ma ammîa 'n po' se ä giornà d'anchêu bezêugna laväse e man in te'n baçî.. e no gh'è manco o treipé pé arrëzilo"

CATTAÊN     :- "Perché no ti gh'ô faê ti da tripé visto che ti l'haê daêto a o ferrâ?"(scimmiotta il fratello) "Tanto o no serve ciû t'haê dïto.. ôa gh'emmo l'aêgua corrente comme a Zena.. Me pâ che da corrente ghe ne segge.. ma d'äia però" (si aggiusta lo scialle sulle spalle come a far osservare che c'è freddo in casa) "Ti voevi rimodernà a casa.."

GNAZIO         :- (gira la mano come a rimescolare la solita zuppa)"A no s'è ancòn consûmmà a puntinn-a?"

CATTAÊN      :- (proseguendo come se non fosse stata interrotta) "..e semmocomm'éivimo prim- ma da guaêra! Tale e quale!"

GNAZIO          :- "E l'è ben pe' questo co misso o banco in sciò mercôu.. vendita diretta.. dal produttore al consumatore" (mima il passaggio della merce)".. e porriemo fäse a casa ciû bella, con tûtte e comoditaê.. e con o riscaldamento autonomo"

CATTAÊN     :-  (agita comicamente le braccia come a volersi riscaldare) "Ciû autonomo de coscì.. ammîa.." (prosegue comicamente ad agitare le braccia)"E no spendemmo manco guaêi" (pausa) "A casa ciû bella e ciû comoda a fa sempre piaxéi.. specialmente a 'na donna che a ghe fa ciû öe che o relêuio.." (cambiando tono, insinuante) "E  comme mai tûtta 'sta sprescia in questi ûrtimi tempi?.. Primma no te passava manco in te l'anticamera do çervello"

GNAZIO      :- (imbarazzato) "Ma pé.. pé a Rosanna, ecco! Proppio pé a Rosanna. Coscì o giorno ca voesse maiäse a porrieiva stäsene chì in Valbrevenna e a l'avieiva tûtte e comoditaê comme in çittaê"

CATTAÊN     :- (ironica)"Euh.. tûtto pé a Rosanna. Ma se no ti vêu  manco che l'ammïan"

GNAZIO        :- (severo)"No vêuggio che l'ammïe chi diggo mì e ti ti ôu saê"

CATTAÊN    :- "Comoditaê.. tsè.. con a spûssa da stalla attaccà ä cûxinn-a" (accenna alla porta dell'andito e con ironia) "Dal produttore al consumatore.. dalla stalla alla cucina"

GNAZIO        :- "A propöxito de spûssa.. accàtta 'n po' de gorgonzola cö i grilli"

CATTAÊN    :- (schifata)"Beh.. va a finì che ti asfìssi e mosche in ta stalla"

GNAZIO        :- "A mi a me stûzzica l'appetitto, 'mia ìn po' " (pausa) "Ben vaddo in te l'orto a vedde se m'arriesce de recûperà quarcösa sotta a néie da portà doman in sciò mercôu a Zena.." (prende il cappellaccio, indossa un giaccone che prende dall'attaccapanni ed esce)

SCENA II

(Cattaên - Rosanna)

CATTAÊN   :- (dopo aver controllato il fuoco nella stufa chiama) "Rosanna!"

ROSANNA    :- (fuori scena) "Vegno, lalla"

CATTAÊN     :- (brontolando ad alta voce) "Portemmo ûn po' de röba in sciò mercôu pé due castagne baûssaê e poi, s'andemmo  pé accattäla a l'ha di prëxi.. noiätri zembemmo e i ätri fan e palanche" (nel frattempo si siede e scrive su di un foglietto)

ROSANNA    :- (sui diciott'anni circa, vestita con gonna scozzese, entra)"Dimme, lalla"

CATTAÊN     :- "Crêuvite ben e vanni ä accattà" (porge il biglietto) "Tè, chi gh'è quello che ne serve.. ah, azzunzighe a gorgonzola pé têu poaê.. duî etti.."

ROSANNA     :- (dà una scorsa alla lista poi, soddisfatta) "Ah.. devo andà anche a o forno?"

CATTAÊN     :- (guardandola con malizia) "Scì, anche a o forno.. bezêugna preparà quarcösa de bon.. fra poco l'è Natale"

ROSANNA     :- "Femmo anche a çimma?"

CATTAÊN     :- "O çimma o fondo quarcösa faiemo.. ôa vanni e datte da fa" (con finta severità) "E stanni attenta a o forno, de no invexendäte e de no perdime a lista"

ROSANNA     :- "Femmo o pandöçe comme l'anno passôu?"

CATTAÊN     :- "Ho zà troppo da giaminà senza o pandöçe" (indicandola lista) "O gh'è zà in ta lista.. accàtine ûn ti de pandöse ma.. de quello zeneize eh?.. No de quello ërto, se no s'impìmmo d'äia e poi.." (sorridendo)".. poi o l'è 'n guäio"

ROSANNA     :- (indossa il cappotto dall'attaccapanni, si mette un fazzoletto in testa e poi prenderà una sporta. Addita al presepio) "Ti vêu che o finisce mì?"

CATTAÊN     :- "Che ti vaddi ä accattà.. sciû, vira.." (guardando il presepio) "Ghe n'ammanca di tocchi a son de rompïsene.." (alla nipote) "Allòa cöse t'ammanca ancòn?"

ROSANNA     :- "E palanche.. Devo fa segnà?"

CATTAÊN     :- "Fanni marcà.. Ghe passiôu appenn-a posso.. E no perde do tempo a ciccioezzâ cö fornaretto"

ROSANNA    :- (sull'uscio) "O Miché o l'avià da fa. Sotto e feste, tra pan, pastiççin e pandöse o no l'avià manco o tempo de vedde a gente"

CATTAÊN     :- "Mëgio coscì; armeno o no faià comme l'ätra 'otta che, pé ammiäte, o s'è faêto 'na brûxêua in te 'na man" (guarda la nipote)"E ben?.. Se mescemmo?"

ROSANNA    :- "Ma.. chi te l'ha dïto?"

CATTAÊN     :- "Radio Valbrevenna"

ROSANNA    :-"Ho accapîo..a Manuela. A l'è ciû informà lé che o Gazzettìn da Ligüia" (esce)

                                                                 SCENA III

                                                          (Cattaên - Prevosto)

CATTAÊN     :- "Veddemmo ûn po' 'sto preseppio.." (controlla)"Ghe devo mette 'n po' de cottòn.. ûn  po d'erba cocca.. due o tre statuinn-e nêuve.. se ne rompe de longo.."(suonano alla porta e Cattaên va ad aprire. E' il Prete del paese) "Oh, sciò Prevosto.. scià l'intre che se no quello poco de cädo ch'emmo misso insemme con ûn po' de legna e de sciôu o se ne va"

PREVOSTO    :- (che nel frattempo era entrato e si stava fregando le mani per scaldarsele) "Che bollà de freido Cattaên " (pausa. Squadra la donna) "Ho visto a Rosanna ca corrïva comme 'na balla de scc-êuppo"

CATTAÊN     :- "Eh scì.. dipende dä bûttëga.. s'a dovesse andà in farmacia a l'andieiva ciû cianin.." (pausa)"E comme mai da 'ste parti? Scià l'è vegnûo pè ascadäse?.. Scià no l'ha ninte da fà in Gëxa?"

PREVOSTO :- "Cöse voei mai.. da anni in to pàise no gh'è né matrimoni, né battëximi.." (alzandogli occhi al cielo) "Solo fûnerali" (pausa)"Ehm.. posso assettäme?"

CATTAÊN       :- "Oh, scì.. scià scûse.." (porge una sedia accanto alla stufa) "Posso offri-                         ghe ûn grappìn?"

PREVOSTO   :- "No, grassie.. L'è vegnûo da mi o Miché"

CATTAÊN     :- "O fornà?"

PREVOSTO    :- "Scì .. e o m'ha parlôu da Rosanna"

CATTAÊN      :- (si siede)"O no l'avià miga combinôu di pacciûghi, véa?"

PREVOSTO    :- "No, no.. no staê in anscietaê.. son duì bravi figgêu"

CATTAÊN    : - "E cöse o voeiva?"

PREVOSTO :-  "Vostro fraê o gh'ha proibîo ä Rosanna de veddilo e mi penso che no segge giûsto perché o Miché o l'è 'n bravo germàn, ûn zoeno cose ïssa a tre öe de nêutte pe' andà a travaggià in to forno, manco o fïsse o sêu. L'è questo sorviatûtto ä giornà d'anchêu gh'è da vedde in te 'n'ommo.. so l'a cuaê de louà"

CATTAÊN    :- "E perché o no l'è vegnûo a dïlo a-o Gnazio?"

PREVOSTO  :- "Ma pe' no fässe quantomeno dì de tûtto e pe' no compromettise"

CATTAÊN    :- "Comme saieiva a dì?"

PREVOSTO  :- "Oh,  benedetta donna, ma no séi ninte?"

CATTAÊN    :- "No, a Manuela a no l'è ancon passà.. Cöse dovieiva savéi?"

PREVOSTO   :- "Primma che neiesse o Miché o ghe 'n'ha parlòu a-o Gnazio e quello o gh'è corso apprêuvo con a messùia.."

CATTAÊN     :- (interrompe scattando in piedi) "Co a messùia?"

PREVOSTO   :- "Son segûo co l'ha faêto pe' spaventälo intendemmose.. e o ghe criäva che o saveiva lé cöse taggiäghe.."

CATTAÊN    :- "Ma sciò Prevosto.. me mäveggio de voscià" (si siede)

PREVOSTO  :- "E no. Dovei mäveggiäve do Gnazio.. O ghe l'aveiva lé a messùia, miga mi.. Ben, ritornando a-o Michè, capiéi ben che andà da o Gnazio.. doppo quelle minacce.."

CATTAÊN    :- " So vegne in casa, messùia no ghe n'è"

PREVOSTO   :- "Gh'ho promisso che avieiva ammiòu cöse se poeiva fa e che v'avieiva parlòu.. Ou so che o vedei de bon êuggio"

CATTAEN     :- "Ma scià sa squaexi tûtto ... scià batte finn-a a Manuèla".

PREVOSTO   :- (sorridendo e guardandosi attorno) " Saià un po' diffiçile " (sorridono tutti e due) "Gh'ho dïto che intanto o deve fa o sordatto e che poi.. cö tempo e con a pàggia.."

CATTAEN     :- (amareggiata e triste) "Eh...cö tempo e con a pàggia... a Rosanna a faià a maê fin.. a perdià canäio e gàggia"

PREVOSTO   :- (severo) "Lasciae perde o canäio.."

CATTAEN     :- "Eh.. éi accapìo cöse intendeivo dì"

PREVOSTO   :- (alzandosi)"Va ben.. mi ve l'ho dïto, coscì savei comme regolave con vostro frae. Vedei se poei mette 'na bonn-a pezza.. se o méitan" (cambiando tono, con voce misteriosa) "Perché.."

CATTAEN    :- (alzandosi assieme al Prevosto) "Perché?.."

PREVOSTO  :- (sempre misterioso e sospettoso) "No vorrieiva che fessan quarche corpo de testa e che.. canàio e canarinn-a.." (fa il gesto di chi taglia la corda) ".. andessan a fiezzà in sciè ätre ramme.. M'éi inteiso?"

CATTAEN     :- (imita il gesto del Prevosto) "E gh'ammanchieiva ätro"

PREVOSTO   :- "Mi dieiva de tegnili d'euggio.. coscì.. faxendo finta de ninte" (pausa) "Ben..ve lascio pèrchè devo ancon andà dä vëgia Gneise, meschinetta"

CATTAEN     :- "Vixin ä cà di spiriti?"

PREVOSTO   :- "Macchè spiriti.. No stae a dì eresie.. A Gneise a l'è in letto da tanto tempo e a l'ha bezeugno de 'n po' de conforto"

CATTAEN    :- "Aspëttae. Gh'ho de là 'na bottiggia de quello bon" (va in cucina)

PREVOSTO  :- (soddisfatto, indossa il mantello nero ed alza la voce per farsi sentire) "Magara sa fïsse torna 'na bottiggia de quello gianco e secco de l'ätra 'otta.."

CATTAEN    :- (rientra con una bottiglia incartata alla bell'e meglio) "Ecco.. Ghe daggo 'n sacchettin?"

PREVOSTO  :- "No, no.. Me a metto chi sotto" (la prende e la mette sotto il mantello)

CATTAEN    :- "Attento ca no scûgge pe' de sotta.. se no scià sente che botta.."

PREVOSTO  :- "Tranquilla.. Grazie Cattaen.." (serio) "E.. euggio eh?"

CATTAEN    :-"L'è 'n bello dì 'euggio'.. Comme se fa a stagghe appreuvo con 'sta néie"

PREVOSTO  :- (scherzando) "Se no ätro.. con 'sta néie poei stà tranquilla che.. in to bosco no gh'andian.." (sornione) "S'accapimmo eh, Cattainin?" (esce)

CATTAEN     :- (pensosa)"Capiscio anche mì che in to bosco no gh'andian.. armeno spero.. con 'sto freido.."(pausa) "Ma perché quande o l'ha parlòu do bosco o m'ammiava in moddo coscì malizioso.." (pensierosa) "O no l'avià mïga sacciô che mì..Mah! Gatta ci cova" (riassetta un po' l'ambiente)"Quei dui figgieu staieivan ben insemme, zoveni comme l'aegua" (con una punta di rabbia repressa) "Mentre mì a mae zoventû l'ho straggià pe' stà appreuvo ai ätri"(si avvia alle stanze)"Ah, se nascio 'n'ätra 'otta.."(esce)

                                                                                 

SCENA IV

(Rosanna - Miché)

ROSANNA   :- (rientra dall'esterno con una sporta piena. E' allegra) "Lalla?.." (si toglie la sciarpa e scrolla i piedi per terra) "Lalla?" (va a vedere verso l'andito poi apre la  porta esterna) "Vegni Michè.. No gh'è nisciûn"

MICHE'        :- (Sui vent'anni. Giaccone e berretto da fornaio. Si guarda attorno circospetto ed ha con se una borsa) "Ecco l'ätra borsa" (la posa)

ROSANNA  :- "Meno male che ti m'hae aggiûttòu.. Con 'sto freido e quelle due borse pesanti.. me se zeava e dïe.. Me sento tûtta abbessìa"

MICHE'        :- (si avvicina alla ragazza tentando di abbracciarla) "Rosanna!"

ROSANNA  :- (si guarda attorno apprensiva e respinge il ragazzo) "Stanni in là che m'ascädo da sola. Se intra quarchedûn.."

MICHE'        :- (cerca ancora di abbracciarla) "Ma se no gh'è nisciûn.. No se vedemmo ciû.. no stemmo ciû insemme.." (si avvicina)

ROSANNA   :- (si allontana prestamente) "Ma ti t'è bello matto.. Ti o sae comme o ä pensa mae poae.. se o no vedde.."

MICHE'         :- (innervosito)"Solo perché a-o posto de questo berettìn.." (se lo toglie) "..No gh'è 'n cappello da stûdente!"

ROSANNA   :- (si avvicina lentamente) "Michè, ti òu sae che te veuggio ben con o senza capello. Te veuggio ben perché t'è ti..  o mae Miché"

MICHE'         :- (L'attira a se e l'abbraccia)"Rosanna..!"

                                                                            SCENA V

                                                           (Rosanna - Michè - Cattaen)

CATTAEN    :- (entra in scena con due statuine per il presepio. Vede i due e si ferma di botto)"E ben?.. Cöse fae chi voiätri duì?.. Han za averto e gàgge?"

ROSANNA e MICHE':- (si scostano rapidamente)

ROSANNA    :- (imbarazzata come del resto il ragazzo) "Ehm.. lalla. o Miché o m'ha aggiûttòu a portà a sporta.. ti sae.. ti m'hae faeto accattà tanta roba e coscì.. e poi gh'è anche freido e.. e man me s'éan tûtte.."

CATTAEN    :- (interrompendola)"E lé o te l'ascädava.. Stanni a vedde che òa l'è corpa mae..pe' aveite faeto accattà anche pe' Natale.."(guarda i due severamente)"Ma dimme 'n po.. o no l'éa impegnòu a fa pastiççin, pandöçe, eccetera, eccetera?" (a Miché)"Mia che te licenzian e alloa.. addio speranze.."

MICHE'        :- (imbarazzatissimo) "Scià Cattaen mi.. mi.."

CATTAEN   :- "Te s'è incantòu o disco?" (a Rosanna) "T'ho mandà a-accattà a-o forno, no t'ho dito de portäme chi o fornà"

MICHE'         :- "Scià Cattaen.. scià ne dagghe 'na man.."

CATTAEN   :- "In sciò coppûsso.. Ti intanto e moen mettile 'n po' in sciò pan.. Ti m'òu s'è dï s'accapita chi o Gnazio? O te cöre appreuvo co a messuia e poi.. te ciammiàn Michelinn-a.." (pausa) "Vanni sciû.. vanni in to forno primma che ti lasci quarchedûn senza pan" (apre la porta)

MICHE'        :- (si sofferma sull'uscio, guarda sconsolato la ragazza allargando le braccia)

CATTAEN   :- "E alloa?.. T'aspëti o secondo tempo?"

ROSANNA  :- (con affetto)"Ciao Michè.. vanni e.. grazie"

CATTAEN   :- (con comicità) "Eh, scì.. ancon grazie"

MICHE'         :- (guardando Rosanna)"Arrivederci scià Cattaen"

CATTAEN    :- "Scì, a-o forno però.. virà, sciû"

MICHE'         :- (esce mentre Cattaen richiude la porta rabbrividendo dal freddo)

CATTAEN     :- "Ma cöse t'è giòu de fällo intrà in casa? Se o vegne a savei teu poaè o se a piggia con mi.. Figûrite poi se o vegne a saveilo a Manuela, ou dieivan a-o telegiornale.."

ROSANNA   :- (riprende la sporta ed esce nell'andito)"Ma lalla.. no faxeivimo ninte de mâ"

                                                                SCENA VI

                                                         (Cattaen - Manuela)

CATTAEN     :- (voltandosi verso il presepe incompleto)"E 'sto preseppio quande o finiscio?.. Pe' Pasqua?" (mette a posto le due statuine che aveva in mano quando è entrata. Suonano alla porta) "E chi gîa con 'sto freido.. Quarche rompib.." (frena portando la mano alla bocca. Guarda alla finestra) "Oh, Segnô.. gh'è quella caroggéa da Manuela.." (va ad aprire)

MANUELA   :- (circa della stessa età di Cattaen. Vestita da contadina come nel nostro entroterra, entra come una bersagliera. Ha con se una sporta piena) "Ciao Cattaen.. Son andaeta a ordinà ûn cappòn de quelli ruspanti da o Bedìn.. Vorrieiva fà o pranzo de Natale comme se faxeiva 'na votta.."

CATTAEN    :- "Assettite" (siedono entrambe accanto al tavolo) "Eh, alloa s'aspëttava o Natale pe' levase 'n po' de famme; oua, fortûnatamente, l'è quaexi Natale tûtto l'anno.." (pensando) "O l'èa o Natale vixin a-o fogoà, con tûtta a famiggia riûnîa.."

MANUELA   :- "Vegne o prinçipà do mae Checco e o gh'ha promisso o pranzo de Natale de 'na votta, ma mi no me ricordo.. Ti me o daiesci 'n conseggio?"

CATTAEN     :- "Visto che t'è ordinòu o cappòn ti o vae a piggià e ti o metti sotto o lavello in te 'n rastrelletto.. e che ti ghe dagghi da mangià.. che ti l'ingrasci se no a Natale t'arresta pelle e osse. Ti o cheuxi e ti fae o broddo con i maccaroìn. Ä vigilia ti peu preparà 'na cassoulà de trippe"

MANUELE   :- "Trippe?.. E dovve ë piggio?"

CATTAEN    :- (ironica) "Da o ferramenta.. E ti ghe mandiae teu màio a Monteuggio, o a Bûsalla  a-accattale, doppo tûtto o l'è lé co te porta a gente, no?" (riprendendo) "Oppûre.. trippe ben cheutte con a zunta de broddo de cappòn poi, se ti creddi, ti peu fälle anche ä sbîra"

MANUELA    :- (non convinta)"Sûppa ä sbîra?"

CATTAEN     :- "Ti ghe metti fette de pan insûppae in to broddo, visto che ti ghe l'è e no risparmià in to formaggio, grattighene ben ben e ti gh'azzunzi duì o trei cûggiae de trippe accomodae. Se poi ti veu fa proppio 'na scignorata ti ghe metti insimma a pançetta de porco"

MANUELA     :- (titubante)"Mah.. comme pranzo de Natale o me pà 'n po' magretto"

CATTAEN     :- "Ma doppo ghe saiàn i formaggi, früta secca e fresca, pandöçe.. e poi mia, se o pranzo o l'è magretto ti ou porti a-o ristorante e là a scignorata ti peu fälla ciû grossa" (volta il capo verso l'andito e chiama) "Rosanna.."

MANUELA    :- (malignetta) "Me pä che ä Rosanna.. quarchedûn ghe fasse o fì"

CATTAEN     :- "Quarchedûn?.. E quanti?" (ancora verso l'andito) "O Rosanna!"

MANUELA    :- "Do resto a l'ha l'etae giûsta"

CATTAEN     :- "L'importante l'è che o fì no te o fassan a ti, se no o Checco.."

MANUELA    :- "E ti cöse ti fae pe' Natale?"

CATTAEN     :- (con sfottò) "Ghe pensiòu.. se mai te o mandiò a dì"

MANUELA     :- "Oh, ma a mi no me interessa quello che ti faiae"

CATTAEN     :- "Ancon da sae"

MANUELA    :- "Alloa?"

CATTAEN    :- "Alloa.. cöse?"

MANUELA   :- "A Natale.. Cöse ti mangi.."

CATTAEN    :- "All'anima do disinteressamento eh?.. Faiò: antipasto de mâ e de taera, cravetta con a scorzonèa e peccòu che no s'attreuvan péie martinn-e da cheuxe cö vin esûccao" (ancora verso l'andito) "O Rosanna! Poscito vegnì.."

                                                                         SCENA VII

                                                        (Cattaen - Manuela - Rosanna)

ROSANNA     :- (entra) "Eccome"

CATTAEN    :- "Rapida eh?.. L'è bastòu ciammäte tre 'otte e doppo mëz'öa t'è arriva sûbito" (cambiando tono) "Vanni 'n po' dä Cesira a piggià 'na resta de çioule e 'na dozzen-a de euve "

ROSANNA    :- (mette il cappotto) "Va ben" (a Manuela, con ironia)"Staeve ben Manuela"

MANUELA    :- "Anche ti.. e stanni attenta a-e sporte pinn-e.."

ROSANNA    :- (scrolla le spalle ed esce)

MANUELA    :- "Vaddo mi ascì e.."

CATTAEN     :- (va ad aprire rapidamente l'uscio tanto che Manuela non se ne accorge)

MANUELA    :- (credendo di avere sempre vicino Cattaen, si alza e prosegue) "..te ringrazio.. ma dovve t'è?" (la vede ritta accanto all'uscio aperto e si avvia)"te ringrazio do conseggio.."

CATTAEN     :- "De ninte.. stanni ben.  Ah.. se te interessa pe' San Steva faiòu i raieu cö tocco de carne.."

MANUELA   :- (la guarda indispettita ed esce)

CATTAEN    :- (richiude sgarbatamente la porta) "Coscì a l'è informà de tûtto" (pensosa) "Saià mëgio che vadde a mette a mollo a giancàia" (esce verso l'andito)

SCENA VIII

(Cattaen - Nesto)

(SUONANO ALLA PORTA)

CATTAEN    :- (rientra e si avvia ad aprire) "Ancheu no se combinn-a 'n berettìn" (apre)

NESTO         :- (Contadino del luogo. Baffoni spioventi, cappello in mano, di poco più anziano di Cattaen. Ha in mano un pacchettino fasciato con giornale) "Posso?" 

CATTAEN   :- (si porta apprensiva le mani al petto) "Nesto!. Ma comme mai chi?" (sporge la testa fuori della porta) "Intra fïto..primma che te veddan.."

NESTO         :- (entra e la donna chiude rapidamente la porta) "Ho visto a Manuela già o canton e me son ascöso"

CATTAEN   :- (ansiosa) "Ma Nesto.. se vegne o Gnazio.."

NESTO         :- "L'ho visto primma co l'andava verso a creuza da Gneise e ho accapìo co l'andava in te l'orto e coscì ho pensòu de vegnite 'n po' a vedde.. T'ho portòu de euve fresche.. semmai ti faiae 'na torta.. e.." (maliconico)"..ti me ne daiae 'na fetta pe' Natale" (posa il pacchetto sul tavolo)

CATTAEN  :- "Oh, Nestin.. t'è sempre gentile e aggaibòu con mì.." (le posa una mano sulla spalla)"Scûsime se no te fasso assettà.. ma l'è mëgio che ti vaddi.. se vegne o Gnazio scc-euppa 'na bega e no vorrieiva che finisci in cà quello ch'éi interrotto in te fasce l'ätro giorno primma che neiesse.."

NESTO         :-  (sempre malinconico) "Ho accapìo.." (pausa)"O t'ha contòu comme a l'è andaeta?"

CATTAEN   :- "O m'ha dïto che son cöse da ommi ma.. " (dà una sbirciata dai vetri della finestra) "Dimme 'n po' cöse l'è sûccesso?"

NESTO        :- "No. No veuggio mettite contro a teu frae.. Preferiscio co te conte lé.. magara a seu moddo.." (allunga una mano e accarezza il viso di Cattaen)     

CATTAEN    :- (raccoglie con grazia la carezza dell'uomo) "Oh, Nesto. Perché no poemo mai quëtà?"

NESTO         :- "No te aççimentà. In tûtte e case ghe n'è ûnna.. anche se çercan de no mosträlo"

CATTAEN   :- (con affetto) "No porriemo mai avei 'na casa nostra e fa tûtti i proscimi Natale insemme?"                           

NESTO          :- (deciso) "Mi son sempre pronto.. Perché no vegni via con mi?"

CATTAEN    :- (in difficoltà) "E, sci.. Fasso fagotto e scappo de cà comme 'na figgetta.." (si guarda le mani) "I anni però passan.. e moen diventan comme a taera arà e poi... no te piaxòu ciû.."

NESTO         :- (si avvicina affettuoso)"No dì coscì. Son tanti anni ch'aspëttemmo che teu frae o se rispöse. Ti m'hae sempre dïto  ch'han de bezeugno de ti in casa" (alterando la voce) "..ma ti vediae co no l'avià bezeugno ancon guaei"

CATTAEN    :- "Sssst... Abbassa a vöxe.. No t'orriae miga combinà di guai, eh?"

NESTO          :- (rassegato)"Stanni tranquilla"

SCENA IX

(Cattaen - Nesto - Rosanna - Checco)

ROSANNA    :- (dall'esterno) "Lalla..?" (Un po' di confusione in scena. Nesto non sa se uscire o nascondersi. Cattaen alza la lunga tovaglia del tavolo inducendo Nesto ad infilarvisi sotto. Nesto cerca di obbiettare e poi, rassegnato si abbassa e si nasconde sotto il tavolo)

CATTAEN     :- (cercando di guadagnar tempo, a Rosanna ch'è fuori) "Ma no t'è andaeta dä Cesira?" (si avvia alla porta dopo aver controllato se Nesto è ben riparato dalla lunga tovaglia. Apre)

ROSANNA    :- (entra) "Gh'éo squaexi arrivà quande me son accorta che no ti m'hae daeto e palanche"

CATTAEN     :- (sbottando)"Oh, queste palanche.." (prende il borsellino dalla tasca del grembiule e porge dei soldi) "Ti ghe poeivi dì che ti passavi doppo, no?"

ROSANNA     :- (dopo aver preso i soldi apre la porta) "Vaddo" (esce)

CATTAEN    :- (sulla soglia) "Passa poi in ta stalla, munsi a vacca e porta 'n bolacchetto de laete, che devo fa o budìn" (chiude, controlla dalla finestra la situazione e poi alza la tovaglia) "Penso che ti posso sciortì"

NESTO         :- (si appresta ad uscire quando si sente vociare da fuori. Cattaen sente che stanno per entrare e gli fa premura affinchè ritorni.. sotto)

CHECCO     :- (da fuori)"Sciû coraggio Gnazio.. semmo arrivae"

CATTAEN   :- (trepidante, a Nesto - sottovoce) "No te mescià, pe' caitae"

NESTO         :- (c.s.)"Me fa ma zà a schenn-a, ma stanni tranquilla"

CATTAEN   :- (c.s.) "Mi vaddo de là. Stanni sitto se donca gh'è scappa o morto" (esce nell'andito appena in tempo)

                                                                         SCENA X

                                                     (Nesto - Checco - Bertomé - Gnazio)

                           (la porta si apre ed entra gnazio sorretto dai due amici checco e bertome'. gnazio e' spaventato e balbetta. bertome' richiude l'uscio con un calcio essendo impegnato a sostenere l'amico)

CHECCO      :- (coetaneo di Gnazio come Bertomé. Vestiti da contadini in inverno) "Ecco.. assettite chi" (fanno sedere Gnazio vicino al tavolo)

BERTOME'    :- "Beivite 'n gottìn de quello bon.. dovv'o l'è?"

GNAZIO        :- (assente ed impaurito, balbetta segnando la credenza) "Lì.. ghe dev'ëse 'n fiasco, 'na bottiggia.."

BERTOME'   :- (a Checco) "Dagghe a mente co no pigge 'na salaccà pe' taera.." (prende da bere e tre bicchieri che posa sul tavolo. Ne riempe solo due)

CHECCO      :- "Ecco, bravo.. împili"

BERTOME'   :- (a Gnazio)"Ä teu salûtte" (beve con Checco senza offrirne a Gnazio che prende e guarda il bicchiere vuoto)

GNAZIO       :- (con laconicità) "Eh.. ä salûtte" (fa per allungare la mano verso la bottiglia per servirsi)

CHECCO      :- (premuroso) "Ghe penso mì"

GNAZIO       :- (rilassandosi) "Grazie"

CHECCO      :- "Prego" (riempe il bicchiere di Gnazio che allunga il braccio per prenderlo, ma viene preceduto da Checco che.. se lo trangugia)

GNAZIO       :- (rimane con braccia a mezz'aria come un allocco)

CHECCO      :- (a Gnazio) "Coscì o te tïa 'n po' sciû"

BERTOME'   :- "Fäte coraggio"

GNAZIO        :- (Prende la bottiglia e si versa da bere. Quando depone la bottiglia, o il fiasco, Bertomè gli soffia il bicchiere e se lo vuota)

BERTOME'    :- "Grazie Gnazio.. ben gentile"

GNAZIO        :- (incavolato e salace)"O l'è armeno bon?"

BERTOME'    :- (gustandolo a mo' di sommeiller)"O sa 'n po' de tappo ma... o se lascia béie" (ogni tanto si vedono le mani di Nesto, sotto il tavolo)

CHECCO        :- "Scì, scì.. o se peu beive"

GNAZIO         :- (ironico) "E meno male"

SCENA XI

(Checco - Bertomè - Gnazio - Nesto - Rosanna)

ROSANNA     :- (entra con una sporta ed un pentolino col latte. Posa il tutto sulla credenza si toglie il cappotto. Intanto parla) "Salve Checco.. Bertomé.." (guarda il padre e le si avvicina) "Ma.. Papà.. ti te senti mà?"

BERTOME'    :- "L'han visto corrì comme 'n matto zû pe' a creuza da Gneise.."

CHECCO       :- "O criava comme 'n'aquila: <i spiriti, i spiriti>" (ride) "O l'aveiva i euggi coscì in feua che paivan due balle gianche da biliardo"

ROSANNA :- "Ma papà.. comme mai? Proppio ti che no ti ghe credeivi, che ti piggiavi in gïo i ätri"

GNAZIO         :- (massaggiandosi il ventre o lo stomaco) "Eh.. Bezeugnava ësighe.." (sempre più agitato e guardandosi attorno) "Sciortìva di lamenti.. ma di lamenti che.. paivan di gatti ghe gh'avessan serròu a cöa in mëzo ä porta.. Gnaaauuu.."

BERTOME'    :- (versa del vino)"Beivighe sciù" (anticipa Gnazio che è lento nei riflessi, e se lo tracanna)

GNAZIO        :- (stizzito)"Insomma.. me pà che l'ûnico che no beive segge mi.."

CHECCO      :- "O mëgio vin l'è quello che se beive in cà di ätri"

GNAZIO       :- (comico, quasi singhiozzando) "Ma o no saveiva de tappo?"

ROSANNA   :- "Contime papà"

GNAZIO       :- "A sentì quelli lamenti me s'éa accapponòu a pelle e me son dïto: <Cäo Gnazio, se e gambe t'arrëzan dattela se no ti tî o gambìn>"

ROSANNA   :- "E coscì?"

GNAZIO       :- "E coscì me a son daeta a gambe"

BERTOME'   :- "O corïva ciû forte comme s'o faxesse e Olimpiadi"

CHECCO      :- "Te convochian.."

GNAZIO     :- (stizzito) "Mìa Olimpiadi.. ti me o paggi ti 'n'olimpiastro" (alla figlia) "Quande corïvo t'ho piggiòu 'n schincapé che son andaeto a finì drïto.. in ta liammaea do Berto"

BERTOME'   : "Proppio ti che t'è coscì schinfioso"

GNAZIO        :- ".. e quande me son attrovòu in ta me.. in ta liammaea, ho sentîo 'na scc-iûpponà de rïe.. 'na risata forte.. sarcastica.. maligna.." (agli amici) "Ciû o meno comme quande o Berto o ne guagna a sgobbòn  .. 'na risata comme.." (SI SENTE DALL'ANDITO UNA SGHIGNAZZATA, UNA RISATA SARCASTICA, FORTE, CHE IMPAURISCE TUTTI)

GNAZIO       :- (balbettando) "Comme.. comme questa.. me sento mancà.." (molla un calcio sotto il tavolo e sviene)

NESTO        :- (che riceve il calcio) "Ahia!" (si sposta e fa traballare il tavolo)

CHECCO - BERTOME' e ROSANNA:- (vedono il tavolo muoversi e si agitano)

CHECCO     :- "Dattela Bertomè.. i spiriti!" (guadagnano con rapidità la porta)

ROSANNA  :- (corre verso le camere gridando)"Lalla, lalla..." (esce)

                                                                        SCENA XII

                                                                   (Cattaen - Nesto)

CATTAEN   :- (entra ridendo della grossa) "Ah, ah, ah.. Che rîe.. o Gnazio in ta liammèa.. ah, ah"(solleva la tovaglia e a Nesto tutto rattrappito) "Dài, dattela anche ti.."                         

NESTO         :- (esce carponi e indolenzito da sotto il tavolo) "O m'ha daeto 'na carcagnà in te 'na man.. Ma dimme ìn po'.. t'éi ti che ti rieivi a quello moddo?"

CATTAEN    :- "E chi se no?.. I spiriti?.. Ancon da sae che m'è scappou 'na scc-iupponà de rïe, coscì ti peu andà"

NESTO       :- (si avvia indolenzito verso l'uscio palpandosi una mano. Guarda serio la donna) "Mia, se staiemmo insemme.. no famme de questi schersci eh?" (esce)

CATTAEN     :- (si avvicina al fratello svenuto, gli mette una mano sulla fronte e tra sé) "E anche pe' stavotta emmo misso e cöse a posto.. coraggio Gnazio..."

             

                                                           (SI CHIUDE IL SIPARIO)

                             

                                                                  Fine del primo atto                                                                                                                                                            

                                                                ATTO SECONDO

                                                           Stessa scena del primo atto

                                         

                                                                        SCENA I

                                                                (Gnazio - Rosanna)

GNAZIO     :- (seduto accanto al tavolo, si frega lo stomaco e l'addome.  Si lamenta con la figlia) "Ahi mè mì.. Me sento ancon e bële tûtte arrensenïe e o steumago aggroppòu. Dovieiva piggià quarcösa pe' accomodälo.. se no a Natale.. me tocchià sätà pasto"                                                   

ROSANNA   :- (sta trafficando alla stufa e poi passa a dare un ritocco al presepio) "Devo preparà 'na limonata Roxé pe' a lalla; ti porriesci piggiäla anche ti..ti te rinfreschi 'n po'"

GNAZIO      :- (tentando di scherzare)"Se l'è pe' questo, basta assettäse de feua"

ROSANNA  :- "Alloa, ti ne veu?"

GNAZIO      :- "Ma devo andà a Zena, in sciò mercòu e se m'acciàppa o remescio là.. no posso tegnì d'euggio a verdûa e finievia.. pe' perde da o tappo e dä spinn-a"

ROSANNA   :- "Mi te a preparo, poi ti vediae ti" (prende dalla credenza due bicchieri e prepara il purgante. Suonano alla porta. Rosanna interrompe e va ad aprire. Entrano Checco e Bertomé)

                                                                         SCENA II

                                                     (Rosanna - Gnazio - Checco - Bertomé)

ROSANNA  :- "Bongiorno"

CHECCO     :- (baldanzoso) "Ciao Rosanna, ciao Gnazio"(dà a Gnazio una pacca sulla schiena che Gnazio, comicamente accusa, piegandosi verso il tavolo)

GNAZIO       :- "Cöse t'hae mangiòu ancheu?.. Spinasci?"

BERTOME'   :- "Veddo che a lampetta de vin a t'ha tiòu 'n po' sciû, eh?"

GNAZIO        :- "Quae lampetta?.. Quella ch'ei bevûo voiätri?"

ROSANNA    :- (posa sul tavolo due bicchieri con la limonata, Poi al padre)"Ecco chi"

CHECCO e BERTOME' :- (credendo che la bevanda fosse per loro) "Grazie"

ROSANNA    :- (non comprende anche perché stava andando verso l'andito)"Ciàmmo a lalla ca se a vegne a beive" (esce verso le camere) 

GNAZIO        :- (si massaggia il ventre)"Scûsae 'n momento ma.. no son guaei a posto" (si alza) "Me ven da.." (fa l'atto che gli viene da rimettere ed esce sveltamente)

BERTOME'    :- (a Checco)"Segûo co s'è piggiòu 'na bella pansà de puîa"

CHECCO      :- "Ma ti, no ti creddi ai spiriti da cà da creuza?"

BERTOME'   :- (fanfaronando)"Mi proppio no"

CHECCO      :- "No fa tanta caladda!.. Dovve ti scappavi quande t'è sentîo quello scc-iuppon de rîe e s'è mesciòu a tòa?"

BERTOME'    :- (ironico) "Te vegnivo appreuvo pe' fäte compagnia"

CHECCO      :- (guarda e prende il bicchiere) "Preferivo 'n gottìn de quello barberìn de l'ätro giorno ma, visto che a Rosanna a l'è staeta coscì gentile da versäne da beive.."

BERTOME'    :- (prende a sua volta il bicchiere e ne osserva il contenuto) "Lèmon Soda.. Ho accapìo sûbito che roba a l'è.. Salûtte"

CHECCO        :- "Salûtte" (bevono)

                                                                            SCENA III

                                             (Gnazio - Checco - Bertomé - Cattaen - Rosanna - Gianni)

GNAZIO         :- (rientra con Cattaen e va a sedersi fregandosi soddisfatto lo stomaco) "Ah.. a va 'n po' ciû ben.. me son liberòu"

CATTAEN     :- (salutando i due) "Ciao.. comme mai chi?"

BERTOME'    :- "Ciao Cattaen.. Emmo visto o Gianni"

CATTAEN     :-(al fratello)"Teu cûgnòu?" (a Checco) "Ma o no doveiva ëse a travaggià?"

BERTOME'    :- "O l'éa vestîo da ferroviere"

GNAZIO         :- "Allòa l'ha piggiòu in ferrovia!?"

CHECCO       :- "O l'ha dïto co l'è sempre in primma classe"

CATTAEN    :- "Zà o l'è sempre staeto 'n'ignorante e in primma classe penso co ghe staià de longo .. ûn po' de parente ascì.. te l'arraccomando" (suonano alla porta)

ROSANNA    :- (entra in scena e va ad aprire) "Ammiae che sorpreisa"

GIANNI        :- (sui venticinque anni, in divisa da ferroviere appare sulla porta) "Salve gente"

CATTAEN    :-  "Ti parli do diào e spuntan e corne"

GNAZIO       :- "Ciao cûgnòu.. Ti me paggi 'n'uffiziale de forze.. disarmae"

CHECCO      :- "Te veddo ben"

BERTOME'   :- (a Checco) "T'hae sempre avûo 'na bella vista"

GNAZIO        :- "No t'emmo ciû visto"

GIANNI         :- (si aggira un po' nell'ambiente) "Da quande l'è morta mae seu, no son ciû intròu chi"(a Gnazio)"Quande gh'éa teu moggé, pe' mi l'éa 'n'ätra cösa.."

ROSANNA   :- "Ma barba.. anche se a mamma a no gh'è ciû, t'è sempre o benvegnûo.. t'è sempre o Gianni, mae barba"

CATTAEN    :- (sottilmente ironica) "Eh, scì.. o barbagianni"

GIANNI        :- "Mìa Cattaen.. stacca ûn po' de ciû e parolle.. barba, lineetta, Gianni e no barbagianni"

GNAZIO      :- (sorridendo)"E oa no piggiatela anche se no gh'è a lineetta"

ROSANNA  :- "Barba.. ti stae ben in divisa"

GIANNI       :- "Eh, grazie" (si aggiusta la cravatta) "Me l'han dïto"

CHECCO     :- (ironico) "O pà ûn de l'aviaziòn"

BERTOME'  :- "Invece o l'è in ferrovia.. nelle Effe Esse.. Fai Silenzio.."

CHECCO    :- "O pertûsa i biggetti a-e personn-e importanti, ai scignori.. Son quelli che van in primma classe"

CATTAEN   :- "Stanni attento a no pertûsate a crövata quande.."(inchina il busto ed imita chi buca i biglietti) "..ti pertûsi i biggetti"

GNAZIO      :- "Ti vegni a disnà da nuiätri a Natale?"

GIANNI       :- "No, grazie. Son de servissio"

GNAZIO     :-  "Eh, capiscio.. i treni no se ferman"

BERTOME' :- "Solo quande fan sciopero"

GIANNI       :- "Comunque ve ringrazio. Oa scappo e, se no se rivedemmo, ve auguro zà o Bon Natale fin d'òa" (si volta per avviarsi all'uscita)

TUTTI         :- "Bon Natale"

ROSANNA :- (va ad aprire) "Ciao barba Gianni"

GIANNI      :- (un po' stizzito) "Ho dïto barba.."

CATTAEN  :- (interrompendo, con ironia) "..lineetta, Gianni!"

ROSANNA :- "Ma mi l'ho dïto giûsto"

GIANNI      :- "Ti scì ma.. teu lalla.. De neuvo, ciao a tûtti" (esce)

GNAZIO      :- "Mia de no perde o treno"

BERTOME' :- (a Gnazio) "Come o se l'è piggià .. ma se o se ciàmma Gianni.."

ROSANNA  :- (alla zia) "Vaddo de là a vedde a giancàia" (suonano alla porta e Cattaen va ad aprire. E' Manuela)

                     

                                                                       SCENA IV 

                                            (Checco - Bertomé - Gnazio - Cattaen - Manuela)

CATTAEN       :- "Ciao Manuela" (sarcastica)"Comme mai chi?" T'è portòu quarche gramma neuva?"

MANUELA    :- "Ho sentîo 'na cröxe.. quarchedûn o staià pe' moì.. Son vegnûa a dì a-o Checco s'o me piggia e trippe a Monteuggio o a Bûsalla.." (notando il bicchiere e prendendolo) "..primma co me divente allegro con i gottìn"

CHECCO      :- "Ma che gottìn.." (guarda Bertomé)"Emmo bevûo da lèmon soda, véa Bertomé?"

BERTOME'    :- "Parolle sante ma.. mëgio che ninte"

MANUELA   :- (a Gnazio)"Comm'a boccia, Gnazio?.. Tranquillo che in to te orto no t'arröban ninte.." (ironica) "O l'è troppo vixin ä cà di spiriti"

CHECCO       :- (a Bertomé) "Me sa che anche in questa casa, comme spiriti.."

GNAZIO        :- (scocciato) "Segûo che se i spiriti te veddan.. se spaventan loiätri.."

CHECCO       :- (comincia a sentire dei disturbi all'intestino. Il purgante comincia a fargli effetto e si passa una mano sul ventre guardandosi attorno imbarazzato)

BERTOME'  :- (stessi sintomi di Checco) "Anche mì.. me sento 'n remescio tûtto drento.."

CATTAEN   :- "Aviei piggiòu 'na bòtta de freido" (suonano alla porta e Cattaen va ad aprire. E' il Prevosto)

                                                                         SCENA V      

                                     (Checco - Bertomè - Gnazio - Cattaen - Manuela - Prevosto)

CATTAEN    :- "Oh, sciò Prevosto.. Prego, scià l'intre.."

PREVOSTO  :- (gioioso) "Salûtte e paxe a tûtti"

TUTTI           :- "Salve.. bongiorno"

GNAZIO        :- "Scià l'è vegnûo pe'.."  (fa l'atto dell'aspersione) "..contro i spiriti?"

PREVOSTO   :- "Sempre scherzoso o nostro Gnazio.." (guarda il presepio) "Che bello vedde che quarchedûn o fa ancon o presepio.. "

CHECCO      :- (con comicità si porta di colpo una mano al ventre e si alza dalla sedia)

BERTOME'  :- (lo imita. Si muovi a scatti come una scimmia)

TUTTI          :- (guardano incuriositi, interrogandosi)

GNAZIO       :- "Ma cöse gh'éi?.. O ballo de San Vitto?"

CATTAEN   :- "Eh.. ma 'n po' de contegno.. gh'è anche o Prevosto"

PREVOSTO  :- (li redarguisce con lo sguardo) "Ma.. diggo mi.."

MANUELA  :- "Ma Checco cöse t'hae?.. Se fïse d'estae dieiva che t'è piggiòu 'n'insolaziòn, ma òa"                                                                                                                                     

PREVOSTO :-  "Ammiae che vegne Natale, no vegne Carlevà"

CHECCO      :- (alla moglie) "Ma cöse ti m'hae daeto da mangià.. da scialappa?"

BERTOME'  :- "Mi no ho mangiòu da ti .. e pûre.. Ahia!"

PREVOSTO :- (preoccupato) "Ve ciammo o farmacista?"

CHECCO     :- (imbarazzato, a Cattaen)"Scûsae Cattaen.. gh'è.. gh'è libero de là?"

CATTAEN  :- (indica via libera) "Oh, scì.. "

CHECCO    :- "Alloa.. vaddo perché.. me scappa.. me scappa de lavame e moen" (esce)

BERTOME'   :- "Mi ascì.." (lo segue)

MANUELA    :- "O l'avià desandiòu.. bevûo.. gh'avià faeto mà o vin" (indica il bicchiere)

PREVOSTO   :- (congiungendo le mani) "Ne sûccede de tûtti i colori"

GNAZIO        :- (si avvede dei bicchieri vuoti. Li controlla) "E dovve a l'è finîa a limonata Roxè..?" (alla sorella) "Gh'ea anche quella pe' ti.." (poi, immaginando com'è andata, scoppia a ridere, sghignazza contorcendosi) "Ah, ah... ah, ah, ah.." (accenna i bicchieri vuoti)

CATTAEN    :- (preoccupata) "Sciò Prevosto, scià me ghe dagghe'na benediziòn.. o me diventa matto.. Primma o checchezzava dä puïa e òa o scc-euppa da-o rïe" (avvicinandosi al fratello) "Gnazio.. cöse ti te senti?.. Te s'è mïga zeòu o çervello?"

GNAZIO      :- (continuando a sghignazzare) "Coscì imparan a vûa i gotti ch'attreuvan.. Ma no t'hae ancòn capìo? Han vûou i nostri gotti.. quelli con a limonata Roxé, ah, ah, ah.."

PREVOSTO :- (sorridente) "A ghe sta proppio ben.. ätro che gottìn"

MANUELA  :- "No poeiva ëse de segûo o mae mangià"

CATTAEN   :- (ironica) "E s'accapisce.. tanto ciû che se vegne a disnà o seu prinçipà.."

PREVOSTO :- "Beh.. visto che l'allegria a no ve manca, ne lascio.." (a Cattaen, sottovoce)"Ei parlòu pe' quella faccenda.. pe' quelli duì figgieu?"

GNAZIO      :- (che ha udito, sospettoso) "Quae figgieu?"

CATTAEN  :- (pronta) "Ma  scì.. quelli che se demoavan in ta néie.. che tiavan e balle de néie verso i vreddi"

PREVOSTO  :- (scuote il capo accompagnando con la mano il fatto che.. ha detto una bugia) "Staeve ben"

TUTTI            :- "Salve.. arrivederci"

CHECCO        :- (rientra mogio, mogio, guarda comicamente tutti e va accanto a Manuela)

MANUELA    :- "E o Bertomé?"

CHECCO       :- "Gh'ho lasciò o posto appenn-a in tempo.."

MANUELA   :- "Andemmo sciù.. che t'hae d'andà a-accattà e trippe"

CHECCO       :- (malinconico) "E andemmo" (si avviano all'uscita)

CATTAEN    :- (apre la porta) "Staeve ben"

BERTOME'   :- (entra, attraversa la scena per uscire) "Sciorto anche mi"

GNAZIO       :- (ironico) "M'arraccomando a Lemon Soda!" (Manuela, Checco e Bertomé, escono)

                                                                    SCENA VI

                                                     (Gnazio - Cattaen - Rosanna)

GNAZIO        :- (soddisfatto) "Che strano.. Loiätri han bevûo e mi me sento ciû ben"

CATTAEN    :- "N'ho piaxei"

GNAZIO        :- (si alza e prende il giaccone che indossa)"Sciorto mi ascì" (esce)

CATTAEN    :- (sgombera il tavolo dai bicchieri scuotendo la testa al pensiero della lemon soda)

ROSANNA    :- (rientra in scena pronta per uscire all'esterno)

CATTAEN    :- "E dovve ti vae a quest'òa? Da chi 'n po' se mangia"

ROSANNA    :- (quasi a supplicare) "Lalla.. ti me dae quarche palanca..? Vorrieiva fa 'n regallo"

CATTAEN   :- (pensando che sia per lei) "Grazie Rosanna.. ma no te destûrbà"

ROSANNA   :- "Ma o no l'è pe' ti"

CATTAEN   :- "Ah!.. Doveivo immaginalo.." (guarda sottecchi la nipote) "Ti veu mïga accattà 'na beretta neuva da fornà?"

ROSANNA   :- "Lalla.. no posso domandali a o papà"

CATTAEN   :- (sospirando)"Eh.. no t'è a sola a-avei di problemi figgia cà-a" (con bontà) "Quante te serve?"

ROSANNA   :- "No saviae"

CATTAEN   :- "Mia.. basta che no ti gh'accatti de crövate.. Tanto i ommi han gûsti diversi"( prende dalla saccoccia il borsellino che apre porgendo dei soldi) "Tè accattighe 'n portafeuggio, coscì ghe vegne a cuae de risparmià.."

ROSANNA   :- (prende i soldi) "Grazie"

CATTAEN   :- "Ma no esagerà.. basta o pensiero"

ROSANNA   :- (abbraccia la zia con affetto)"Te veuggio ben comme se ti fïsci mae moae"

CATTAEN   :- (commossa, scosta la nipote, prende il fazzoletto e se lo porta agli occhi) "M'è acciappòu 'na costipaziòn..vanni sciù.."(riprendendosi) "Vira de bordo e digghe co stagghe attento a no brûxase in to forno quande o te vedde"

ROSANNA   :- (contenta)"Stanni tranquilla.. ghe o diòu.. ciao.." (esce)

                                                                      SCENA VII

                                                                 (Cattaen - Nesto)

CATTAEN     :- "Eh, quanti pensieri.." (scuotendosi)"Forza Cattaen.. fatte sciû e maneghe che t'è da passà o tempo libero" (bussano) "E mou bellero.. no se riesce a combinà proppio ninte" (va ad aprire ed appare Nesto)

NESTO          :- "Se peu?"

CATTAEN    :- (lo fa entrare) "Ma diggo.." (chiude la porta ed indica il tavolo) "Mia che la sotta che devo ancon spassà"

NESTO         :- (deciso)"Son vegnûo a dïte che doppo e feste, pe' l'anno neuvo, ti te devi decidde. O ti vegni con mi, o mi.." (mima che lui taglia la corda)

CATTAEN    :-  (amareggiata) "E te lascio dì.. l'è tûtto lì o ben che ti me veu?.. O me deciddo o ti.." (imita il suo gesto)

NESTO         :- (malinconico) "L'ho dïto pe' convinsite perché coscì ti ghe parli ciaeo a-o Gnazio.. perché.. anche pe' mi i anni passan.. e me sento sempre ciû solo" (sta per avvicinarsi alla donna quando si sente la voce dall'esterno di Gnazio che parla con qualcuno)                                                         

                                                                              

                                                                         SCENA VIII

                                                      (Cattaen - Nesto - Gnazio - Carmelin-a)

GNAZIO      :- (da fuori) "E pe' ancheu a l'è finìa"

CATTAEN e NESTO:- (si agitano e si guardano imbarazzati)

CATTAEN  :- (fa cenno a Nesto di andare sotto il tavolo) "Fïto.. li sotta.."

NESTO        :- "Torna?"

CATTAEN  :- "Dài.."

NESTO        :-"Ho accapìo.  A-o mae posto" (va sotto il tavolo con fatica e comicità)

CATTAEN  :- (va lestamente verso la propria camera)

GNAZIO     :- (apre la porta lentamente, si guarda un po' i giro e chiama, dapprima sottovoce e poi più forte) "Cattaen?.. Rosanna?.. Cattaen?.." (va verso la porta dell'andito e poi a quelle delle stanze. Ascolta se sente rumori, poi apre la porta esterna e chiama) "Carmelinn-a.. vegni.. intra.."

CARMELINN-A:- (sui venticinque-trent' anni circa. Vestita un po' eccentrica. Veletta e cappellino, pellicciotto o giaccone. Entra dimenandosi come una modella. Guarda, con sufficienza, la casa)

GNAZIO      :- (soddisfatto, si frega le mani)"No gh'è nisciûn.. ûn attimo e poi te riaccompagno" (si toglie il cappotto)

CARMELINN-A:-(con voce sofisticata, mostrandosi delusa) "E questa.. saresse la tua casa?"

GNAZIO      :- "Beh.. ti sae.. devo dagghe un po' recatto"

CARMELINN-A:- (passeggia, guarda, curiosa, si ferma accanto al tavolo) "Qui del recatto ce n'è da dare a mucchi"

GNAZIO      :- (imbarazzato) "Beh, 'n po'.. E de là gh'emmo a dispensa e da quella parte gh'è a stanzia de mae seu e.. de sa.. a mae.." (con voce profonda, che vorrebbe essere da seduttore) "Vuoi mica darci un'occhiata?"

CARMELINN-A:- (ironica e annoiata)"No ti me vorriae miga dì che anche ti, ti gh'è a solita colleziòn de statuinn-e cinexi, véa?"

GNAZIO      :- (impacciato) "No..quella no ghe l'ho.. de sà, doppo a dispensa e a cantinn-a, gh'emmo a stalla, con due crave e 'na vacca"

CARMELINN-A:- (alludendo.. con aria annoiata)"E l'âse"

GNAZIO      :- (che non ha compreso la frecciata)"Ma no.. Ti ou sae che l'âse l'ho vendûo pe' poei mette o banco in scià mercòu.." (si avvicina affettuoso ma appare comico senza volerlo) ".. vixin a ti.. Carmelinn-a"

CARMELINN-A:- (si scosta avvicinandosi alla porta d'ingresso)

NESTO          :-  (spunta ogni tanto da sotto il tavolo, gesticolando con comicità)

CARMELINN-A:- "Davvero hai venduto l'ase per starmi vicino?"

GNAZIO      :- "Scì.." (cerca di abbracciarla) "Ma ti me veu armeno ben?"

NESTO        :- (da sotto il tavolo mima con comicità 'chele vuol tanto bene')

CARMELINN-A:- (con noncuranza) "Ma scì, ma scì.. ti òu sae, uffa.."

GNAZIO      :- "Ti veddi, mi no l'è che ghe patisce, ma quande ho visto quello zoenotto sempre arrembòu a tì.. e ben a mi.."

NESTO        :- (mima che gli giravano..)

CARMELINN-A:- "A ti.. cöse? "

GNAZIO      :- "Me giava o berettin!"

CARMELINN-A:- (seccata) "No fa comme o mae pövio Rosario, che no poeivo manco ammià a talevixòn perché quande gh'éa quarche attore o quarche bello presentatò o me dixeiva: "(punta un dito accusatore in avanti)"<Isso te guadda con occhi fetösi!> E o l'éa tanto giöso co finiva pe' asmortäla. O l'éa tanto fissòu, co l'ha finîo pe' tiäse 'na revorverà in testa"

GNAZIO      :-(con slancio fuori luogo)"A l'è staeta a mae fortûnn-a.. scûsa.. a me scappà"

NESTO        :- (da sotto mima 'vedrai che fortuna')

GNAZIO      :- "Carmelinn-a.. no so comme fa…"

CARMELINN-A:- (interrompe meravigliata) "No ti sae comme fa..?"

GNAZIO          :- "Oh scì.. savieiva comme fa con ti.. No so comme fa con mae seu"

CARMELINN-A: "Ma.. non ci stava approvo uno del paese?"

NESTO        :- (ascolta interessato)                                      

GNAZIO      :- (seccato)"Chi? Quello braghe molle do Nesto?"

NESTO        :- (mima che gliela pagherà)

CARMELINN-A:-"Ma se se veuan ben, e poi ti.."(furbastra)"..ti saiesci senza pensciéi"

GNAZIO       :- "O sa assae lé de famiggia.. de amô.." (con occhi languidi) "..de sesso"

NESTO         :- (si agita e poi gli scappa detto sottovoce)"Ti te 'n'accapisci ti.. barudda"

GNAZIO       :- (perplesso, a Carmelinn-a) "Cöse t'hae dïto.. no ho accapìo"

CARMELINN-A:- "Mi?.. Ninte"

GNAZIO       :- "..me pàiva che.. Comunque no veuggio co l'intre in te questa casa"

CARMELINN-A:- "E perché? Pe' spendighe tante palanche ti a dà recatto ä casa co se i spende lé e ti.." (gattona) "Ti peu sempre spendile in ta mae.. a Zena.. saiescimo anche ciû vixin a-o mercòu.."

NESTO       :- (mima a dimostrare quant'è volpona la donna)

GNAZIO      :- (imbarazzato)"Eh.. capiscio.. ma gh'è da rûzze con quello merlo.."

NESTO        :- (fa scena)

GNAZIO     :- (non sa che pesci pigliare)"E poi 'sta casa a saieiva da Rosanna.. devo pensà anche a lé" (rumore dalla camera; cade qualcosa a terra. Impreca Cattaen)              

GNAZIO      :- "Mae seu.. vanni, vanni" (la sospinge verso la camera sua)

CARMELINN-A:- "Ma cöse t'arrunsi?"

GNAZIO      :- (la spinge dietro la porta della sua camera) "Ma no che no t'arrunsu.."

                                                                            SCENA IX

                                                                (Gnazio - Nesto - Cattaen)

CATTAEN    :- (da fuori scena) "Gnazio.. t'è ti? (entra in scena e guarda preoccupata il tavolo poi, al fratello che è tutto agitato)   "Cöse t'hae?"

                      

GNAZIO      :-(cerca di darsi un contegno e sta a difesa della porta) "Mi?..Ninte"

CATTAEN   :- "T'è ciû rosso de 'na bräxa"

GNAZIO      :-  (con malcelata noncuranza, si sbottona il colletto della camicia) "Mi, rosso?.. Figûrite!.. Saià o cädo.. se scc-euppa chi drento" (si fa vento con la mano)

CATTAEN  :- "E da quande?.. Mo ho de lungo freido e poi, ammia.." (apre la stufa) "A l'è asmorta.. No ti porti mai di çeppi che dûan"

GNAZIO       :- (impaziente e imbarazzato) "Ma.. no ti sciorti?"

CATTAEN   :- (si avvicina al tavolo come a pararne la visuale)"Sciortì?.. E dovve vaddo.. pe' reixette?.. L'è sciortïa a Rosanna a piggià quello che me serve"

GNAZIO      :- (ha un'incontrollabile gesto di stizza e tra sé) "Assidoro.."

CATTAEN  :- (cerca di dare un'occhiata sotto il tavolo, non vista, ma si trattiene) "Ti, ciûttosto che t'è zà pronto.. perché no ti sciorti?"

GNAZIO     :- (allargando inconsciamente le braccia come a dire: 'di qui non si passa') "No!. Mi staggo chi"

CATTAEN  :- (accanto al tavolo) "E alloa stemmo tûtti duì chi.. a tegnise compagnia"

GNAZIO      :- (ritentando) "Ti porriesci.. ti porriesci andà a-accattà duì remescelli de lann-a pe' famme 'n pä de cäsettoìn.. ti òu sae che fa freido"

CATTAEN   :- "Deciddite 'n po'.. Primma t'aveivi cädo e òua t'è freido"

GNAZIO      :- (deciso, prende il cappotto della sorella appeso all'attaccapanni)"Infïte o cappotto che andemmo a piggià 'n regallo pe' Natale"

CATTAEN    :- "E pe' chi?"

GNAZIO       :- "Pe ti"

CATTAEN   :- (stupita)"Pe' mi?.. E comme mai?" (si mette il cappotto aiutata dal fratello e battendo colpetti con una mano sul tavolo)"Me sa tanto che chi sotta ghe segge quarcösa"

GNAZIO      :- "Tranquilla, no ghe ninte.. Solo che veuggio fäte 'n regallo pe' Natale.." (nel frattempo anche lui indossa un giaccone)"..no te n'ho mai faeto"

CATTAEN    :- "E l'è ben pe' quello ca me spûssa"

GNAZIO       :- (va verso la porta delle camere) "Ehm.. scûsa 'n momento.. piggio e sigarette in sciò comò" (esce)

CATTAEN    :- (appena il fratello è uscito, tira su la tovaglia dalla parte del pubblico e sussurra a Nesto)"Appenn-a semmo sciortìi dattela, eh?"

NESTO         :- "Ti sae che de là gh'è.." (viene interrotto dall'arrivo di Gnazio)

GNAZIO       :- "Son pronto"

CATTAEN   :- (lascia cadere prontamente la tovaglia, sta ferma un attimo e poi, per farsi capire da Nesto, con voce alta) "Andemmo a-accattäse a sorpreisa pe' Natale" (si avvia)

GNAZIO       :- (indirizzando la voce verso le camere)"Andemmo a-accattà o regallo pe' Natale" (escono)

                                                                      SCENA X

                                                (Nesto - Carmelinn-a - Rosanna - Miché)

CARMELINN-A:- (spunta fuori dalla porta con la testa. Si guarda attorno e si ritrae)

NESTO       :- (fa altrettanto. Poi si decide ed esce. Si raddrizza lamentandosi sottovoce per il ma- le alla schiena. Si avvia all'uscita quando sente la voce di Rosanna dall'esterno)

ROSANNA  :- (da fuori) "Lalla.. ti me arvi?"

NESTO        :- (sta per infilarsi sotto il tavolo ma poi mima la rinuncia e corre verso la dispensa)

CARMELINN-A:- (esce a sua volta dal nascondiglio, si guarda attorno e poi si infila sotto il tavolo, con comicità visto che indossava pellicciotto e cappellino)

ROSANNA  :- (apre la porta) "Lalla?" (entra con la sporta piena e si guarda attorno) "Papà?"

                         (apre la porta esterna e chiama)"Michè, vegni.."

MICHE'        :- (entra guardingo) "Rosanna.. saià prûdente?

ROSANNA  :- "Strano.. no gh'è manco mae lalla.." (si toglie il cappotto) "Te faiòu o caffè.. me parrià d'ëse in ta casa che se faiemo 'n giorno.."(sospirando estasiata) "..e mi che te preparo o caffè doppo disnà"

MICHE'        :- "Se vegne teu poae o n'òu dà lé o caffè.. Comunque ghe parliòu ciaeo"

ROSANNA  :- "Con gaibo però"

MICHE'        :- "Ghe diòu che so l'acconsente va ben, se donca te porto via o maeximo"

ROSANNA     :- (si avvicina al ragazzo)"Speremmo de fa e cöse sotto a lûxe do sô e pe' a contentezza de tûtti.. Veuggio sposäme cö seu consenso.. Ti vediae che o l'accapià che se voemmo ben in sciò serio"

                         (DALLA DISPENSA SI ODE IL RUMORE DI QUALCOSA CHE CADE)   

ROSANNA  :- (spaventata come Miché) "Chi.. chi gh'é..?.. Lalla t'è ti?"

NESTO        :- (da fuori scena fa il verso del gatto) "Gnauuuu"

MICHE'        :- (rilassandosi) "Ah.. o l'è o gatto"

ROSANNA  :- (sospirando) "Meno male.. Che resäto.." (riflettendo)"Ma quae gatto?.. Noiätri no emmo de gatti" (si attacca al braccio di Miché)

MICHE'        :- "Saià staeto 'n gatto co l'è intròu dä stalla" (rinfrancandosi e dandosi un atteggiamento)"So l'è teu poae ghe diòu: 'Cäo sciò Ignazio, mi veuggio ben ä Rosanna e spero che vorriei accettame comme zéneo, comme mì do resto accetto voì comme seuxo.." (Nuovo rumore di oggetti che cadono)

ROSANNA   :- "Gatto o no gatto, vaddo a vedde" (va verso la dispensa)

MICHE'         :- (va a nascondersi nella camera di Cattaen)

                                                                        SCENA XI

                                                    (Rosanna - Miché - Nesto - Carmelinn-a)

ROSANNA   :- (rientra in scena con Nesto)"Che bello gatto!"

NESTO         :- (si pulisce le maniche)"Gh'è ciû pin de de là che in te 'n magazìn.. cazze tûtto" (si guarda; Rosanna fa altrettanto) "O l'è zà sparïo?"

ROSANNA  :- "Miché?.." (silenzio)"Miché.. ti peu vegnì"

MICHE'        :- (rientra mogio) "Bongiorno.."

NESTO        :- "Ciao Michè.." (lo guarda sornione)

MICHE'       :- "E comme mai de là.. a fà o gatto?"

NESTO       :- "Intanto dimme ti, comme mai ti spunti da-e stanzie"

MICHE'      :- (imbarazzato) "Eh.. ho accompagnòu a Rosanna"

NESTO       :- "E ti l'accompagni in te stanzie?"

MICHE'      :- (agitandosi) "O no, no.. m'eo misso lì òua perché.." 

NESTO       :- "Ou so o perché, no te sciätà ma..dimme 'n po'..no t'hae incontròu nisciûn de de là..?"

ROSANNA:- (stupita) "E chi dovieiva ësighe?"

NESTO      :- (con noncuranza) "Ninte.. nisciûn.. Ve domandiei perché éo de là.. A risposta a l'è molto semplice.. Perché no poeivo sta de sà.. Primma gh'éa o Gnazio con.. va ben lascemmo perde, e poi voiätri"

ROSANNA :- "Scì, ma no capiscio o maeximo"

NESTO       :- "Eo chi con teu lalla. T'òu sae che se voemmo ben.. e sciccomme l'è arrivòu teu poae, ho preferìo.. ascondime. In te primmo tempo me so infiòu chi sotta.." (alza la tovaglia e vede Carmelinn-a, cappellino e veletta di traverso, impacciata. Resta comicamente ferma. Stupore dei presenti)

ROSANNA :- (arretra con un gridolino) "Ma.. lì gh'è 'na.."

MICHE'       :- (guarda Nesto) "Ah, e coscì tegnivi o pé in due scarpe"

NESTO       :- "Ma che scarpe e savatte" (a Carmelinn-a) "Scià CARAMELINN-A.. scià peu sciortì da-o refûggio"

CARMELINN-A:- (esce a fatica, si alza e sta comicamente ferma, in disordine. Poi, nervosa, si aggiusta e parla) "Comme scià fa a savei o mae nomme?"

NESTO        :- (comicamente) "S'è l'è pe' questo.. so anche de l'ätro!"

CARMELINN-A:- "Ma.. scià l'ha sentîo tûtto?"

NESTO       :- "Gh'ho lasciòu o posto cädo… Saiò 'n braghemolle ma no son sordo"

ROSANNA :- (scoppia a ridere) "Ma che bella situaziòn" (a Miché) "E noiätri che credeivimo d'ëse soli"

NESTO        :-"Miga solo voiatri.. Ma ammiae 'n po' donde se semmo cacciae pe' no dì pan a-o pan e vin a-o vin"

CARMELINN-A:- (imbarazzata)"Mì, pè quello che me riguarda, a-o Gnazio gh'ho parlòu abbastanza ciaeo"

NESTO       :- "Abbastanza?.. All'anima de abbastanza.. Ci ha parlato chiarissimo"

CARMELINN-A:- "Saià mëgio che se n'andemmo primma che fassan ritorno"

NESTO       :- "Saià mëgio.. s'a-o dixe lé ch'a me pà abbastanza pratica.." (escono alla spicciolata)  

ROSANNA :- "Andae, andae.. äspeto mì" (richiude la porta) "Ma dovve saian? A lalla a no sciorte mai" (sorridendo) "A lalla con l'ommo ascöso.. o papà.. ah, ah, ah.. S'a no fïse 'na cösa seria ghe saieiva finn-a da rïe.. O Nesto de là..a fà o gatto ä seu etae.. O Miché meschin, o s'è spaventòu.. e quella Carmelinn-a, ah,ah.. cö cappellin pe' traverso"

                                                                   SCENA XII

                                                      (Cattaen - Gnazio - Rosanna)

CATTAEN e GNAZIO:- (rientrano. Cattaen ha un pacchettino fasciato con carta natalizia)

CATTAEN    :- "Oh, Rosanna" (porge il pacchetto) "Mettilo 'n po' vixin a-o preseppio.. l'arviòu pe' Natale e faiò finta de no savei cöse ghe saià drento" (intanto si toglie il cappotto assieme a Gnazio. Nota che Rosanna è tûtto allegra. La guarda incuriosita e poi guarda verso il tavolo)

GNAZIO     :- (va verso le camere) "Me vaddo a cangià" (esce verso la sua camera)

CATTAEN :- (fingendo noncuranza si avvicina al tavolo, solleva appena la tovaglia e dà una sbirciata. Cerca di non farsi notare da Rosanna)

ROSANNA :- (vede la manovra e ridacchia portandosi la mano alla bocca)

CATTAEN  :- (se ne accorge)"Cöse t'hae da rîe?"

ROSANNA  :- "Mi?"

CATTAEN  :- "No, quell'ätro!"

ROSANNA :- "Ninte.." (cerca di frenare il riso)

CATTAEN  :- (ripeta la manovra della tovaglia) "Chi rîe in zoventû cianze in vëggiàia" (la osserva) "Ti stae tramando quarcösa?"

ROSANNA  :- (sorniona)"Lalla.. cöse ti çerchi li sotta?"

CATTAEN   :- (lascia di colpo la tovaglia che stava alzando)"Ho perso.. ho perso ûn diâ e òu çercavo.. devo cûxì"

ROSANNA :- (con aria di complicità) "Lalla. Quello.. diâ.. o l'è sciortîo con.. ûnn'ätro diâ e.. con 'na spagnoletta"

CATTAEN  :- (agitata) "Quae ätri diâ.. Mi n'ho perso ûn solo.. no capiscio"

ROSANNA :- "Ou so che t'hae solo 'n di.. ûn l'ho anche mi e.. o papà o l'ha 'na spagnoletta"

CATTAEN  :- (guardinga e sospettosa)"Me pä d'ëse a fa o quiz con  Mike Bongiorno.. E parla ciaeo coscì t'accapiscio e se levemmo o pensiero"

ROSANNA  :- (sottovoce) "O Nesto o l'è.." (fa cenno che ha tagliato la corda) "..e con lé o Michè co m'aveiva accompagnòu"

CATTAEN   :- (vincendo l'imbarazzo)"O t'accompagna 'n po' troppo spesso o fornaretto.. Ma cö- se a l'è a spagnoletta?"

ROSANNA  :- "A l'è.. o diâ do papà"

CATTAEN   :- (sorpresa) "A Carmelinn-a?"

ROSANNA  :- "Ti sae o seu nomme?.. E chi te l'ha dïto?"

CATTAEN  :-"E chi peu aveimelo dïto?"

ROSANNA  :- "Ho accapìo.. a Manuela"

CATTAEN   :-  (ridendo)"E dovve a l'éa?"

ROSANNA  :- "Sotto a tòa"

CATTAEN  :- "Sotto a tòa cö Nesto?

ROSANNA :- (sempre sorridendo) "No, o Nesto o s'éa trasferïo de là.." (accenna all'andito) "..a fa o gatto"

CATTAEN :- "A fa o gatto?.." (preoccupata) "Stanni a vedde che pe' Natale, invece de dägge 'na fetta de torta.. me tocchià accattäghe o Kitte Katte" (si avvia sveltamente alle camere)

                                              

                                                 (SI CHIUDE IL SIPARIO)

                                                      fine del secondo atto

ATTO TERZO

SCENA I

                                                  (Cattaen - Manuela - Gnazio)

CATTAEN    :- (guarda dai vetri della finestra) "Oh, bello Segnô cäo.. gh'è torna a Manuela.. de segûo quarche desgrazia" (apre la porta senza aspettare che bussi)

MANUELA    :- (entra di botto e poi si blocca) "Ti m'aspëttavi?"

CATTAEN    :- (sarcastica)"Scì"

MANUELA   :- "T'hae sacciûo a novitae?"

CATTAEN    :- "No, ma segûa che òa a saviò"

MANUELA   :- "O Nesto o l'è.."

CATTAEN    :- (che non sa trattenere l'apprensione) "O Nesto.. cöse..?"

MANUELA   :- "O l'è cheito zû pe' a fascia da mûaggetta a secco.. a mûagia a l'ha faeto pansa e lé.." (fà segno comicamente, che è finito in basso dentro alla sorgente)"Plaff.. drïto drento a seu vivagna" (contenta di aver dato la notizia)

CATTAEN   :- (portandosi le mani al petto) "Oh.. e o s'è faeto mâ?"

MANUELA  :- "No, no.. tranquilla.. o s'è solo rotto 'na gamba"

CATTAEN   :- (sbottando)"E cöse o doveiva fässe pe' pe' fässe mâ?.. O dovieiva scavenäse o collo?" (viene presa dal timore che c'entri il fratello) "O Gnazio!.." (chiama) "Gnazio?" (silenzio) "Oh, Segnô benéito.. o l'aveiva dïto.."

MANUELA   :- (incuriosita)"Dïto cöse?"

CATTAEN    :- (riprendendosi e con ironia)"Che.. se o Nesto o no stava attento o saieiva.. plaff.. cheito in ta vivagna" (imita il gesto di Manuela) "Perché.. cöse ti credeivi?" (verso la porta che va alle camere chiama ancora) "Gnazio!"

GNAZIO      :- (con voce alta, da fuori scena) "E cöse gh'è da crià?.. L'è scappòu o bae?"

CATTAEN   :- (tira un sospiro di sollievo) "Meno male.. o l'è in casa"

MANUELA  :- (si guarda attorno stupita) "O bae, in casa?"

CATTAEN   :- "Ma che bae.. o Gnazio o l'è in casa" (al fratello) "Ninte, no te sentivo ciû e pensavo che ti fissi sciortïo" (a Manuela) "E comme l'è sûccesso?"

MANUELA  :- (stupita di non saperlo) "Veramente no so"

CATTAEN   :- (sarcastica) "No ti òu sae?.. E comme mai?.. Semmo in ribasso?"

MANUELA  :- "So che a prìa a locciava e che l'han portòu con a Cröxe a Zena, a San Martin de bonn'òa" (sottile) "Manco se quarchedûn o gh'avesse mandòu 'n'aççidente"

CATTAEN    :- (ironica) "L'ho sempre dïto mi che t'è 'n'anima bonn-a"

MANUELA   :- (pensando a un complimento) "Ti peu proppio dïlo..Ben, òa vaddo perché.."

CATTAEN    :- (interrompendo) "T'hae d'andà a fa 'n'ätra operaziòn bonn-a. Mia che ti l'è zà faeta"

MANUELA   :- "Eh, òu so. A l'è coscì" (si avvia)

CATTAEN    :- (apre la porta a Manuela) "Ciao.. e stanni attenta a-e prîe che loccian"

MANUELA   :- "Se vedemmo" (esce)

                                                                           SCENA II

                                                                    (Cattaen - Gnazio)

CATTAEN    :- (va verso la capanna del presepio e prega)"Segnô, agiûttae quello pövi'ommo do Nesto"

GNAZIO       :- (entra in scena elegantemente vestito di blù. Tiene il soprabito sul braccio. Si palpa le tasche come a controllare che non ha dimenticato nulla)    

CATTAEN     :- (vede il fratello e gli accenna il presepio) "Gnazio, o te piaxe?"

GNAZIO      :- (si avvicina e lo guarda) "Scì, scì.. o l'è poi quello de l'anno passòu.. Ma bella seu cäa, che ti 'n'àggi ancon cuae de presepi a teu etae.."

CATTAEN   :- "E perché?.. Ti a teu etae no ti vae a dà de salacchè in ta liamméa do Berto?"

GNAZIO      :- "Ma cöse gh'intra questo"

CATTAEN  :- "Ou fasso perché l'ho sempre faeto.. pe' no ascordäse e nostre tradizioìn" (pausa) "Se ti te ricordi ben, quand'eivimo fuenti, ti me fregavi de longo o Bambin" (guarda le statuine) "No ghe n'è squaexi ciû de statuinn-e a son de rompïsene.. Ammia o beu.. se gh'e rotto finn-a e corne"

GNAZIO      :- (scrollando le spalle) "Tanto se sa che i beu han e corne e poi, ammia che ä giornà d'ancheu o no se fa ciû o preseppio.. Che ti te modernizzi, che ti t'aggiorni.. ancheu se fa.." (assume una posa enfatica e sembra declamare) "..l'albero di Natale col puntale fiammeggiante e con tante palle colorate che allietano la vista"(infervorandosi ondeggia le braccia come bandiera al vento) "..e poi strisce luccicanti che ondeggiano fra ramo e ramo.."

CATTAEN    :- (osserva con comicità il fratello, annuendo e, con le mani sui fianchi si avvicina)

GNAZIO       :- "Thae accapìo?"

CATTAEN   :- "E o ben accapìo.. Ma dimme 'n po'.. òua che ti frequenti e çittadinn-e, ti t'è affrescòu e ti t'è misso a parlà sofisticòu?" (lo squadra)"E comme mai ti t'è ingiarmòu coscì..vestìo da primma commeniòn?" (sciommiotta il fratello) "Vai ad appendere le palle colorate all'albero di piazza De Ferrari a Genova?"

GNAZIO       :- "A Zena, a-o mae banco, vegne a-accattà da gente per ben.. di scignori e mi no veuggio fa a figûa do paisanûzzo.. Mi adeguo.. IO"

CATTAEN    :- (impermalita) "E perché noiätri foscia no semmo gente per ben?.. Magara no se vestiemo tûtti i giorni da primma commeniòn.. no parliemo sofisticòu ma, i nostri dinae, han o maeximo colore de quello di ätri.." (pausa) "Visto che ti vae a Zena passa dä Standa e piggia 'n'angioetto da mette in scià capann-a e anche un beu.. e co l'agge e corne"

GNAZIO      :- "Ma se ti faxessi l'aerbo.. magara de plastica, o te dûa de ciû e ti porriesci appendighe.."

CATTAEN     :- (interrompendo) ".. e ballette!.. Savieiva mi quae appendighe!" (si porta una mano alla bocca) "Segnô perdonnaeme.. ciû 'n po' ne diggo 'na grossa" (al fratello) "Mi fasso o preseppio perché Nostro Segnô o l'è nasciûo in te 'na stalla.. o no l'è nasciûo in sciè 'n'aerbo dovve gh'ean e ballette colorae e o puntale fiammezzante.. Son i öxelli che nascian in scì aerboi.. e no me risûlta manco che là insimma ghe fïsse o beu, con o senza corne.." (guardando di sottecchi Gnazio) "Foscia ghe saià staeto ûnn'äse"

GNAZIO        :- (sbottando)"Ma ti òu sae che quande t'incommençi no ti a finisci ciû?.. Va ben, mia.. se vedemmo.." (si appresta ad uscire)

CATTAEN    :- "Ti poeivi piggià due fascinn-e e quarche çeppo pe' o foguà primma de mettite i lûstrin"

GNAZIO        :- (sulla porta) "E ti m'òu dixi òua? " (si guarda attorno) "E dovve a l'è a Rosanna?"

CATTAEN    :- "L'ho manda a-accattà"

GNAZIO      :- (richiude sospettoso la porta) "Miga a-o forno?"

CATTAEN   :- "E dovve se no?. In farmacia?.. Coscì te fasso 'na fiammengilla de antibiotici condìi cö sciöpo de reuza"

GNAZIO      :- "Ti tegnighe man.. Ti òu sae che a-o forno a fa i euggi döçi a quello grissin do Miché e mi no gh'ho testa"

CATTAEN   :- (calma) "T'è ti seu poae e invece de andà a Zena pe' i faeti teu, t'andavi a-o forno a fa speize, coscì ti risolveivi tûtto"

GNAZIO       :- "Ma cöse t'è ancheu?"

CATTAEN    :- (incavolata) "Un giorno ciû che véi.." (pausa) "Da quande l'è morta teu moggé ghe fasso anche da moae ä Rosanna e saviòu anche mi quello che l'è ben e quello che l'è mâ.." (addolcendosi) "Ah.. senti 'n po'.. ti peu avanzà de caccià zû o Nesto pe' e fasce.."

GNAZIO       :- "Comme saieiva d ì?"

CATTAEN    :- "Saieiva a dì che, pe' no compromettite.. o se gh'è cacciòu da solo"

GNAZIO       :- (incredulo) "Eh?.. Cöse?"

CATTAEN   :- (triste) "O l'è scuggiòu e o s'è rotto 'na gamba"

GNAZIO      :- (scoppia a ridere) "Ah, ah, ah.. ma davvei?"

CATTAEN   :-  (allarga sconsolata le braccia ed accenna di si)

GNAZIO      :- (soddisfatto) "A ghe sta ben" (pausa) "Ma ti comme ti fae a saveilo?"

CATTAEN  :- "Giornale locale"

GNAZIO      :- "Ah.. ho accapìo"

CATTAEN  :-"E poi no ghe sta ben pe' 'n bello ninte. No se augura do mâ manco a-o teu nemigo" (con tristezza) "Ti porriesci fa 'n säto a San Martin.. andälo a trovà.. a vedde so l'ha bezeugna de quarcösa"

GNAZIO     :- (che cominciava ad alterarsi) "Mi andà da o Nesto?.. Ma manco se me paghessan. Ma ti t'è ascordà a faccenda de l'aegua e quella do.. va ben lascemmo perde"

CATTAEN  :- (cercando di convincerlo) "O l'è a l'ûspià.. solo povi'ommo.." (triste)"..e fra poco l'è Natale.."

GNAZIO     :- "Natale o Pasqua, mi no ghe a perdonn-o"

CATTAEN  :- (sbottando) "E ti peu accapì"

GNAZIO     :- "Ti peu accapì, ti peu accapiì.. Ti t'è zà ascordà che quande l'è mancòu seu poae o no n'ha ciû daeto l'aegua e ti sae quante a segge importante pe' l'orto, a stalla, a casa, pe' tûtto, no solo, ma seu poae o l'aveiva promisso che ä seu morte o l'avieiva pensòu anche a noiätri.. E ben, son tre meixi co l'è morto e no emmo visto 'n bello ninte"

CATTAEN  :-(adirata)"E cöse ti veu co lascesse..a casa? O l'avià lascià a seu figgio, no?"

GNAZIO     :- "Son segûo che o Nesto o l'ha faeto sparì o scrïto, ma.. chi la fa l'aspetti. Intanto o s'è piggiòu 'na bella salaccà!"

CATTAEN   :- "Ma Gnazio! No se dixan queste cattivéie.. Pe' quello che ti ne sae ti, o Bastian o peu no avei faeto in tempo a lascià o testamento e poi.. se o l'ha pensòu de no dänne ciû l'aegua ghe saian de bonn-e raxoìn"

GNAZIO     :-  (imitando la sorella)"Ghe saian de bonn-e raxoìn.. Ma quae bonn-e raxoìn.. Tanto amigo, tanto amigo e poi o n'ha serròu l'aegua. Te òu diggo mi o perché.. Coscì o se peu piggià o nostro terren pe' quattro palanche e allargase a proprietae"

CATTAEN   :- (adirata) "Ma cöse t'eu co l'allarghe.. e brasse o l'allarga, tsè.. O gh'è solo e ciû de quelle due brazze o no l'ha.. Cöse o se ne faieiva de ätra taera.. pe' assoterraseghe?" (pausa. Poi sospettosa) "Me sa che sotta ghe segge no solo a vivagna o quello tocco de testamento.. se mai che segge véa"

GNAZIO       :-"L'è vea e comme!. Comunque o terren òu vendieiva a tûtti feua che a- Nesto"

CATTAEN  :- "Ti creddi perché son sempre in casa che no sacce quello che sûccede de feua.." (con sottigliezza, avvicinandosi al fratello)"..a Zena?" (pausa) "Va ben mia, demmoghe 'n taggio. Se no ti veu andà a San Martin no andaghe. Piggiòu a corriera e gh'andiòu mi" (malinconica) "Pövi'ommo.. i anni passan anche pe' lé.."

GNAZIO       :- "N'ätr'òtta o sta ciû attento dovve o mette i pé"

CATTAEN  :- "Oh, Madonna da Guardia.. mia, vanni.. t'è ancòn chi?.. Vanni a Zena.." (sorniona) "..e no vegnì a casa comme l'ätra òtta tûtto alleitûgòu.. No t'è miga ciû tanto zoveno sae.. e troppi sforsci.. ä teu etae.. fan mâ"    

GNAZIO       :- (stizzito, fa un gesto di mala sopportazione e si avvia alla porta) "Ciao, se vedemmo" (esce)

                                                                 SCENA III

                                                           (Cattaen - Nesto)

CATTAEN    :- "Lé o va e mi chi, sempre in casa, sempre da fa" (si avvia alle camere; suonano alla porta e la donna va ad aprire) "Saià a Rosanna" (apre la porta e sulla soglia appare Nesto)

NESTO       :- (ha con sé un pacchettino con un quadretto incartato. Una caviglia bendata e si sostiene con un bastone) "Se peu?"

CATTAEN :- (stupita) "Nesto?.. Ma no t'éi a l'ûspià?" (breve pausa)"Intra, intra.. Ma che sorpreiza" (dà un'occhiata fuori) "Stavo preparandome pe' vegnite a trovà.. A Manuela a m'aveiva dïto che ti t'è rotto 'na gamba.." (osserva la gamba di Nesto)

NESTO       :- "Gh'è ammancòu poco che no me a segge scc-iancà. Dai raggi l'è risûltòu 'na brûtta deslogatûa.. m'han faeto 'na fasciatûa streita e o firmòu pe' sciorti.." (con molto affetto porge il pacchettino alla donna) "Ecco.. pe' ti.. ûn pensierin.."

CATTAEN   :- (commossa) "Oh, Nestin.. ti m'hae pensòu anche con i teu guai"

NESTO        :- (si regge a fatica e se ne avvede la donna)

CATTAEN  :- "Oh, scûsa Nesto.. assettite.." (porge premurosamente una sedia accanto al tavolo e pone sul tavolo stesso il pacchetto) ".. son ûn po' confûxonà"

NESTO        :- "Grazie" (siede) "Ho visto sciortì o Gnazio..no me son faeto vedde"

CATTAEN  :- "O l'è andaeto a Zena.. a fa 'na comisciòn.."

NESTO        :- "O ghe l'ha de lungo con mi?"

CATTAEN  :- (dispiaciuta) "Sci.. pe' via da vivagna, ti sae.."

NESTO        :- "Ah!.. O t'ha dïto che l'è pe' via da vivagna?"

CATTAEN :- (quasi parteggiando per il fratello)"No l'è foscia véa?.. L'aegua a piggemmo solo da o pozzo.. quella in ta cisterna in sciò teito a l'è zeà.. Ma contime ti ciûttosto pe' a gamba.. comme a l'è andaeta?"

NESTO      :- "Ho misso 'n pé in bilico e ti sae.. çerte cöse quande veuan sûccede.. T'ho zà dïto di raggi?"

CATTAEN  :-"Scì"

NESTO       :- "Quande l'è passòu o Primäio o l'ha domandòu che voeiva fa o Natale a casa.." (con un velo di tristezza e di estrema dolcezza) "E mi.. in te'n primmo tempo gh'ho dïto che poeivo fällo a l'ûspià che tanto 'n'aveivo nisciûn.. Ma poi.. quande i m'han faeto 'sta fasciatûa e ho visto che poeivo stà in pé.. ho sentîo drento de mi o dexideio de veddite.. e de vegnì da ti"(allunga una mano toccando quella di lei)

CATTAEN  :- (commossa)"Oh, Nestin cäo.. t'hae faeto ben.. Ma òa, comme ti te senti?"

NESTO       :- (si tocca la gamba inferma)"I m'han dito de no sforzäla e cianìn, cianìn a l'andià a posto.. Speremmo fito se donca o l'è 'n disastro"

CATTAEN  :- "Ti doviae avei pazienza.. o mâ o ven in carossa e o va via a pé.. Però son contenta che ti seggi chi"

NESTO       :- "Digghelo pûre a-o Gnazio che son o passòu a fäve i augûri.. chi o sa che o Natale.."

CATTAEN  :- "Ghe o diòu.. Però ti sae perché o ghe l'ha con ti"

NESTO       :- "O t'ha dïto pe' via da vivagna, no?"

CATTAEN :- "Scì.. e pe' via de 'n testamento.."

NESTO       :- "No l'è ca segge proppio coscì"

CATTAEN  :- (siede) "Contime alloa"

NESTO       :- "Ti te ricordi quell'òtta che semmo andaeti in to bosco de Boaxi, mi e ti soli.. dimmoghe.. pe' funzi?.."

CATTAEN   :- (con dolce malinconia)"E ti pensi che me segge ascordà?.. No son miga 'na fraschetta sae?.. " (toccandosi il petto) "L'ho sempre chi drento quello giorno.. anche se l'è passòu quarche stagiòn"

NESTO        :- (accarezza la mano dei lei) "E te pä che mi veugge ben a 'na fraschetta?.." (pausa e con tono serio) "E ben.. teu frae o no me l'ha mai perdonnà!"

CATTAEN  :- "E cöse gh'intra mae frae?.. Comme o faxeiva a saveilo.. aveivo dïto ch'andavo a Torriggia" (sospettosa) "Ghe scommetto ch'a l'è quella lengua de biscia"

NESTO         :- "Mah.. Forse a Manuela.. forse teu frae o n'ha tegnûo d'euggio.." (scrollando il capo) "..comme fiscimo duì pelandronetti de vint'anni.. o forse saià staeto ûn cäxo che anche lé o fïsse là"

CATTAEN    :- (timorosa) "E.. o n'ha visto?"

NESTO       :- "Eh, scì.. e proppio quande.. quande no stavimo cheuggendo di funzi.."

CATTAEN  :- (si porta le mani al viso come a vergognarsi) "Ma.. t'è segûo?"

NESTO      :-  (accenna di si) "Eh, sci"

CATTAEN  :- (vergognosa) "Che figûa.. ä nostra etae.."

NESTO        :- (affettuoso)"No dì coscì.. gh'è forse 'n'etae pe' voeise ben e ûnn-a pe' voeise mâ?.. Ti òu sae Cattaen che t'ho sempre vosciûo ben.. e anche mae poae bon'anima.. tanto l'è véa co m'aveiva dïto co t'avieiva lasciòu 'n scrïto.."

CATTAEN   :- "Oh, ma.. alloa o Gnazio o l'aveiva raxòn"

NESTO         :- "Forse.. Ma te zûo Cattaen pe' tûtto o ben che te veuggio che o ho çercòu in tûtti i recanti, in tûtti i pertûzi poscibili e no ho attrovòu ninte.. Ho attrovòu solo questo quadretto sotto a ciappella dovve o tegniva i dinae pe' e cöse de tûtti i giorni.. o saveiva co te piaxeiva e o te l'ha lasciòu" (malinconico)"Capiscio ca l'è ben poca cösa ma.." (allarga sconsolato le braccia)

CATTAEN    :- "Oh, Nesto.. Pe' mi l'è ciû de quello che ti pensi.. Grazie.." (commossa) "O l'éa 'n brav'ommo o Bastian" (pausa) "Però no ti m'aveivi dïto che o Gnazio o n'aveiva visto" (intanto sfascia il pacchetto)

NESTO         :- "Penso co l'agge agîo coscì pe' gelosia"

CATTAEN   :- "O Gnazio giöso.. de mi?"

NESTO        :- "Se ti te fïsci maià lé o l'arrestava solo.. Scì co l'aveiva a Rosanna, ma forse o no voeiva sacrificà a figgia"

CATTAEN    :- "Eh, zà.. l'éa mëgio sacrificà a seu.. tanto ciû ca l'è anche 'n po' bazanotta"

NESTO         :- (sospirando) "O l'aveiva bezeugna de ti"

CATTAEN   :- (nervosamente)"Se l'è pe' quello o l'ha sempre bezeugno de mi"

NESTO         :-"Son mi quello co de bezeugno de ti.. ho sempre avûo bezeugno de ti.." (pausa. I due si guardano toccandosi le mani con dolcezza) "Anche se i anni son passae, in to cheu semmo sempre zoveni.. foscia o Segnô o n'avià levòu ûn po' de forze ma.. l'intenziòn, quella.. o ne l'ha lascià.."

CATTAEN   :- (rimane un attimo a guardarlo e poi ritrae la mano) "Contime 'n po' ben a faccenda de l'aegua"

NESTO        :- "O giorno doppo che o Gnazio o n'ha visto in to bosco, o m'agguanta pe' o gipponetto e me dixe che doveivo lasciate perde se de no o me rompïva o müro"

CATTAEN   :- (sobbalzando) "E ti?"

NESTO        :- "E mi perintanto gh'ho levòu e moaen da-o gipponetto co l'éa anche neuvo e gh'ho risposto ch'eimo tûtti duì maggiorenni da quello dì.. e lé o me crìa che no m'avvixinesse manco a cà vostra e che de l'aegua da vivagna o no saveiva cöse fässene e che me a tegnisse.."

CATTAEN    :-  (sorpresa) "O t'ha dïto coscì?"

NESTO          :- "Domandighelo"

CAYTAEN    :- (dispiaciuta) "O m'ha contòu de böxìe"

NESTO         :-"Segûo che doppo o l'avià dovûo bagnà ätre sûppe.. Ti sae comm'a l'è.. e böxie son comme e sëxe, appreuvo a ûnn-a ne ven dëxe.. A quello tempo o l'aveiva smisso de corî appreuvo a-e fädette da Feliçinn-a, pö- via donna.. ma a Zena gh'éa de mëgio secondo lé"

CATTAEN    :- "Comme saieiva a dì?"

NESTO         :- "Ma bella donna ca-a.. donde ti vivi?"

CATTAEN   :- (si alza innervosita) "A Valbrevenna vivo.. so l'è 'n vive questo.. sempre attappà in casa comme 'n ratto" (a Nesto, con tenerezza)"A mae zoentû a l'è arrestà in to bosco de Boaxi.. con ti.."

NESTO        :- (come se rivelasse un segreto) "O Gnazio o gh'ha ûnn-a a Zena.. A me pä 'na fraschetta.. comunque son affari seu"

CATTAEN   :- "O so.. a l'è 'na vexinn-a de banco.."

NESTO         :- (meravigliato)"O va a e scheue serali?. O s'è misso a stûdià?"

CATTAEN   :- "Macché scheua.. 'na vexinn-a de banco do mercòu" (pausa) "Penso anche mi che t'aggi raxon.. O poeiva cazze da ciû ërto e fässe meno mâ.. O l'ha lasciòu perde a Feliçinn-a ca l'è 'na brava donna.. ërba de casa nostra, pe' impëxäse in çittae"

NESTO       :- "No digghe ninte de noiätri quande o vegnà.. troviòu mi o moddo"

CATTAEN  :- (decisa) "A-o conträio. Questa votta parliò mi.. Te ringrazio Nesto, ma no creddo de avei bezeugno de tûtela. I faeti che riguardan i mae sentimenti me i regolo da sola"

NESTO         :- (fingendo di non esserne certo)"Ma alloa.. ti me veu sempre ben"

CATTAEN   :-"E s'accapisce scemellàn"

NESTO         :- (un po' traballante, si alza a fatica)"Cattainin.." (cerca di avvicinarsi) "Appenn-a porriòu camminà senza bacco.. se sposiemo, in ta nostra vëgia Gëxa.. faiemo contento anche o Prevosto"

CATTAEN   :- (con tenerezza, poggiandole le mani sulle spalle) "Scì Nesto.. anche mi ho bezeugno de ti.. O Gnazio o se faià, so credde, a seu casa a Zena e noiätri.." (si abbracciano)

                       

                                                                         SCENA IV

                                                            (Cattaen - Nesto - Gnazio)

GNAZIO      :-(ENTRA IN QUELL'ISTANTE E CON VOCE ALTERATA) "Cös'a l'è 'sta stöia?!" (si avvicina minaccioso a Nesto) "Feua de casa mae!" (indica la porta)

CATTAEN   :- (dopo il primo attimo di smarrimento, riprende il controllo su sé stessa e con calma alza la mano come un vigile a bloccare il fratello) "E no! E no! Proppio no!.. Ferma i beu cäo Gnazio" (si frappone fra i due)"Chi, l'è anche casa mae!" (I DUE LA GUARDANO STUPITI DELLA SUA REAZIONE)"E comme mai t'è zà chi?.. No ti doveivi andà a Zena?"

GNAZIO      :- (su di voce) "Me son ascordòu o libretto da macchina e quande me ne son accorto son tornòu inderé.. giûsto in tempo pe' vedde cöse sûccede in casa mae quande gïo e spalle"(alla sorella)"E proppio da ti no me l'aspëttavo"

CATTAEN   :- (grintosa) "Primma de tûtto no son teu moggé pe' fortûnn-a e no ho da rendite conto de ninte" (immagonata)"Anche mi ho 'n cheu chi drento.. co me picca comme 'n releuio e o conta o tempo co passa.."

GNAZIO        :- (impacciato dalla reazione della sorella) "No diggo questo, anzi.. ma.."

CATTAEN    :- (con inaspettato gesto imperioso) "Assettite lì" (indica una sedia e a Nesto, con tono più dolce) "E anche ti" (i due siedono guardandola confusi)

GNAZIO        :- (tenta una reazione) "Ma mi.."

CATTAEN     :- "Ti, ti taxi!.. Oa parlo mi.. Ti no dixi 'n bello ninte e ti stae assettòu"

GNAZIO        :- (a Nesto, con ostentata ironia) "A parla lé.."

CATTAEN    :- (passeggia) "Saià öa che parlemmo.. che se scangemmo duì raxonamenti.. con calma, ma che parlemmo.." (pausa) "Son stûffa de tegnïme in to göscio quello che me monta in göa.."

NESTO          :- "Stanni calma.. ti veu che parle mi?"

GNAZIO       :- (salace)"A parla lé.. ti ghe l'hae testa.."

CATTAEN  :- (a Nesto) "No te preoccupà.." (riprende a passeggiare)"Porrieiva commençà comme in te föe.." (fermandosi davanti al fratello) "G'éa 'na votta 'na donna, zà 'n po 'brigiassotta se voemmo, ca corïva in to bosco cö seu promisso.." (guarda Nesto) ".. con a scûsa, in parte, de andà pe' funzi"

GNAZIO       :- (si agita sulla sedia ed alza una mano come a voler parlare)

CATTAEN   :- (gli fa cenno di zittire e prosegue) "..questa donna a l'éa innamoà de quell'ommo anche se i seu anni no éan ciû tanto verdi e a pensava, pe' amô do frae e da nessa, pe' no lasciälo solo, de rinunzià a-o seu futûro.. Coscì, quella donna a l'ha lasciòu passà do tempo, forse troppo, credendo anche a-e parolle.." (guarda il fratello) "..che seu frae o gh'aveiva dïto a proproxito de 'na çerta vivagna, anche se poi.. l'è sciortîo de l'ätro.. ûn papè co saieiva sparîo.."

GNAZIO      :- "Veramente.."

NESTO        :- "Lascilà parlà.. a l'è informà.."

CATTAEN  :- "A föa a l'è finîa perché quella donna òua, a dixe basta e basta" (al fratello)"Ti t'hae cacciòu in te ortïghe 'na brava donna comme a Feliçinn-a pe' avventûe da zoeni.."

GNAZIO      :-(a capo chino) "Foscia t'hae raxòn.. l'ho vista a Feliçinn.a e.. me despiaxe"

CATTAEN  :- (si avvicina al presepio) "Chi gh'è o preseppio e doman nascià o Bambin e veugge o Segnô che o Natale o posse arvì i euggi e o cheu a tûtti" (a Gnazio) "E anche ti lascia che a Rosanna a se pigge o Miché meschin, co l'è 'n bravo zoveno"

GNAZIO      :- "No tocchemmo quello tasto!"

NESTO        :- "Ma Gnazio.."

GNAZIO      :- (si alza infastidito) "Ti no ti gh'intri!"

CATTAEN   :- "Bezeugna levà e rostïe de sotto a çenie primma che brüxan.. Perché no te garba o Miché?" (cercando di scherzare) "Armeno a teu figgia, con ûn fornà, no gh'ammanchià o pan"

GNAZIO      :- (si alza e si avvicina al tavolo) "Mi diggo de no.. mi.."

CATTAEN  :- "Mi, mi 'n bello berettin!" (pausa) "Lascia ca pèrcöre a seu stradda. E anche ti percöri a teu, lascia perde quelle che anchezzan"(sculetta ad imitare Carmelinn-a)"..e beivi aegua da teu fontann-a..piggite a Feliçinn-a"

GNAZIO      :- "E comme ti fae a savei che a Carmelinn-a a camminn-a coscì"

CATTAEN  :- "Ûn öxellin.."

GNAZIO      :- (fa un gesto eloquente) "Ah.. ho accapìo.."

CATTAEN  :- "Vorrià dì che in sciò mercòu ti porriae sempre mettighe quella donna ca te veu ancòn ben.. Fïte de quello che te diggo" (avvicinandosi a Nesto)"E mi, vorrià dì che aviòu sempre vixin ûnn'ommo co l'ha sacciûo aspëttame con tanta pazienza.." (si avvicina a Nesto mentre Gnazio si avvede del quadretto sul tavolo)

GNAZIO      :- (prende il quadretto) "Cöse o ghe fa chi questo quadretto?"

CATAEN     :- "Me l'ha portòu o Nesto.. ghe l'ha lasciòu pe' mi o Bastian"

GNAZIO      :- (inviperito) "O Bastian?" (indicando Nesto)"E questo merlo chi o t'ha daeto da intende che o t'ha lasciòu solo 'st'anghaezo?" (lo getta a terra)

NESTO       :- (si alza traballando) "Ma come ti te permetti?"

CATTAEN :-  "Oh, no.."(raccoglie il quadretto dal quale spunta un foglio) "Ma.. cöse o l'è questo?" (prende il foglio e si avvicina al tavolo)

GNAZIO e NESTO:- (guardano incuriositi)

CATTAEN    :- (apre e legge lentamente) "Testamento olografo di Sebastiano Moresco"

GNAZIO       :- (stupito) "O testamento?" (interessato) "Dài, lëzi, lëzi"

NESTO       :- (meravigliato, si siede)"Ecco dovv'o l'éa e perché o l'ha vosciûo lasciäte o quadretto"

CATTAEN   :- "Oggi, addì.. " (legge dei tratti a mente mentre Gnazio tribola) "..a Valbrevenna, nel pieno possesso delle mie facoltà mentali, nonché.." (legge mentalmente)

GNAZIO      :- (che sta sulle spine) "E alloa.. Te s'è seccòu a göa?"

CATTAEN  :- (commossa) "Oh, Nesto.. O Bastian o l'ha lasciòu a taera a ti e a casa a mi.. O voeiva che se decidescimo a tegnì insemme a proprietae.." (lascia il foglio sul tavolo e si avvicina a Nesto)

NESTO        :- "Son proppio contento Cattaen"

GNAZIO      :- "Ûn momento.. e a mi?" (si impadronisce del testamento e lo scorre)

NESTO        :- (con tono scherzoso che sa di rivincita) "Ti.. ti porriae sempre andà in gïo a dì che t'è mae cûgnòu"

GNAZIO      :- "E bella soddisfaziòn"

NESTO      :- (alla donna) "O te voeiva ben anche mae poae" (tenta di alzarsi e per poco non perde l'equilibrio. Viene sorretto da Cattaen)

GNAZIO     :- (se ne avvede e corre incontro a sostenere Nesto) "Attento Nesto.."

NESTO       :- "Grazie, Gnazio.. Me sento 'n po' imbranòu"

GNAZIO     :- (in evidente imbarazzo)"Nesto.. te. . te domando scûsa pe' tûtto e.." (gli porge la mano)"..e... benvegnûo in questa casa" (lo aiuta a sedere)

NESTO        :- "Pài.. tûtto ascordòu.. Grassie Gnazio"

                        

                                                                 SCENA V

                                   (Cattaen - Gnazio - Nesto - Gianni - Carmelinn-a)

                          (suonano alla porta e Cattaen va ad aprire. Entrano Gianni, in divisa da ferroviere con Carmelinn-a che ancheggia come al solito)

GIANNI      :- "Salve a tûtti"

CATTAEN  :- (stupita) "Che sorpreiza.. Intrae, intrae.." (lascia il passo a Carmelinn-a che fa alcuni passi e poi guarda interrogativamente il fratello)

GNAZIO     :- (stupito a sua volta) "Carmelinn-a?"

CATTAEN  :- "Comme mai da 'ste parti?.. No ti doveivi ëse in servissio?"  

GIANNI      :- (consultando l'orologio al polso) "Scì.. da chi 'n po' devo andà a Prinçipe"

NESTO       :-(a Gnazio, indicando Carmelinn-a) "E quella a saieiva..a vexinn-a de banco?"

GIANNI     :- "Salve Nesto! Veddo che ve a séi cavà abbastanza ben.. mëgio coscì" (a Gnazio che guarda con viso scuro il cognato accanto a Carmelinn-a)"Gnazio.. semmo vegnûi a dïte, pe' onestae, che mi e a Carmelinn-a..se semmo.." (si raschia la gola, imbarazzato) "..fidanzè"

GNAZIO     :- (come punto da una vespa) "Comme saieiva a dì?.. A Carmelinn-a a s'éa impegnà con mi"

CARMELINN-A:- (prendendo sottobraccio Gianni)"Ç'est la vie.. e poi no m'éo impegnà proppio pe' ninte.. T'éi ti che ti faxeivi o cascamorto"

CATTAEN   :- (al fratello) "Becchite questa!"

GNAZIO      :- (siede avvilito)

NESTO       :- (a Gnazio, con amicizia) "Gnazio, foscia l'è mëgio coscì"

CATTAEN  :- "No piggiätela, Gnazio.. l'è o destin.. A Feliçinn-a a l'è a donna pe' ti"

GNAZIO     :-(avvilito, a Gianni)"Ma che razza de cûgnòu t'è? Cöse a gh'ha trovòu in ti"

CARMELINN-A:- "O fascino da divisa e.. i anni de meno cäo Gnazio"

CATTAEN  :- "E ribecchite quest'ätra.. Gnazio, seggi contento.. Piggilio comme 'n regallo de Natale" 

GNAZIO     :- (seccato) "E bello regallo!"

GIANNI      :- "Ti veddi Gnazio, semmo vosciûi ëse onesti con ti. L'è 'n po' che se parlemmo mi e Carmelinn-a ma ti, t'éi tanto inveddròu che no ti capivi ciû ninte"

GNAZIO          :-"Eh, scì.. m'accorzo proppio d'avéi faeto a figûa do nescio. I zeneixi se 'n'han preamà da veitae.. ma se a veitae a l'è questa, mëgio òua che doppo" (a Carmelinn-a)"Cöse devo dì.. augûri"

CARMELINN-A:- (attaccandosi ancor di più al braccio di Gianni) "Anche a ti"

                           (Suonano alla porta e Cattaen va ad aprire. C'è il Prevosto con Rosanna)

                                                                    SCENA VI

                              (Cattaen - Gnazio - Nesto - Rosanna - Gianni - Carmelinn-a - Prevosto)

CATTAEN    :- (sull'uscio aperto) "Oh, sciò Prevosto, scià s'accomode"

ROSANNA   :- (stupita di vedere tanta gente)"Bongiorno" (posa la sporta e va vicino a Nesto a parlottare)

PREVOSTO:- (a Cattaen che sta richiudendo l'uscio) "Ho accompagnòu a figgieua e.." (si avvede di Nesto e si avvicina a lui) "Ueilà, Nesto.. Comme a l'è andaeta?" (si danno la mano) "Zà a casa?"

NESTO        :- "A poeiva andà pëzo.. son rango ma intrego"

PREVOSTO :- (a Gianni) "Ciao, ferroviere de prima classe" (scambio di saluti)

GIANNI       :-(scherzando) "Sciò Prevosto.. Scià l'ha sempre a faccia bella abbrustolîa.." (segna il trincare) ".. da o freido, eh?"

PREVOSTO :- (volge lentamente lo sguardo verso Carmelinn-a) "Con chi ho o piaxei?"

GIANNI        :- (la presenta) "A scià Carmelinn-a"

CARMELINN-A:- "Molto lieta"

PREVOSTO  :-(volge lentamente lo sguardo a Gnazio, ammiccando)"Ah..quella Carmelinn-a"

GNAZIO       :- (accenna comicamente col dito di no e accenna a Gianni) "No, no.. gh'è staeto .. ûn dirottamento ferroviario.."

PREVOSTO  :- "Ho accapìo.. bene, bene.." (fa cenno a Cattaen col dito pollice di guardare fuori dalla finestra)

GNAZIO       :- "Scià s'accomode sciò Prevosto" (indica a Rosanna di porgere una sedia) "Rosanna.."

CATTAEN   :- (va a vedere dal vetro della finestra)

NESTO         :- (al Prevosto, accennando Gnazio) "Festezzemmo a l'amicizia"

PREVOSTO :- "Vediemo.. se festezzemmo a l'amicizia"(Gianni e Carmelinn-a parlottano fra loro e Cattaen fa cenni a qualcuno alla finestra di entrare)                     

PREVOSTO  :- (a Gnazio, sorridendo) "Alloa, no tè ciû andaeto in te l'òrto.. dai spiriti?"

GNAZIO        :- "Ma mi no ho miga avûo puìa scià sa?"

ROSANNA    :- "Macchè"

GNAZIO        :- "Corpa do Berto.. O l'éa lé co l'èa scc-iûppòu da o rïe quande son cheito in ta liammëa"

ROSANNA     :- (impacciata) "Papà.. voeivo domandate 'na cösa"

GNAZIO       :- "E dimme"

ROSANNA   :- (titubante) "Fra poco l'è Natale e.."

GNAZIO      :- "Ûn po' se scoverta.. o giorno doppo a da vigilia l'è sempre staeto Natale.. anche chi a Valbrevenna"

ROSANNA  :- (guarda il Prevosto e la zia che la incoraggiano) "Ghe saieiva lì de feua o.."

CATTAEN   :- (in aiuto alla nipote, la interrompe) "E fallo vegnì drento meschin primma co divente 'n candiöto.. o l'è za tanto magro co se deslengua" (va lei stessa ad aprire e fa cenno a Miché di entrare)

 

                                                                      SCENA VII

                      (Cattaen - Gnazio - Nesto - Carmelinn-a - Gianni - Rosanna - Prevosto - Miché)

MICHE'      :-  (appare sulla soglia; si toglie il berretto bianco. Sporco di farina al viso e alle mani. Ha con sé un pacchetto. E' molto impacciato) "Bo.. bongiorno"

TUTTI        :- (salutano e lo guardano incuriositi)

CATTAEN :- (amorevolmente) "Intra Miché.. fatte avanti che sëro a porta"

MICHE'    :- (tituba e poi, comicamente viene trascinato all'interno per un braccio da Cattaen)

CATTAEN :- "Ti saiae mïga vegnûo solo pe' dänne o bongiorno, con tûtto quello che t'hae da fa in to forno"

MICHE'    :- (imbarazzato)"Son vegnûo.. son vegnûo.." (con rapidità) "A portave questo!" (dà il pacchetto)

ROSANNA   :- (cercando di incoraggiarlo) "Miché.." (le battute avvengono con rapidità)

NESTO         :- "Coraggio zoenotto.. Spara!"

GIANNI        :- (gli fa un cenno di incoraggiamento)"Dài.."

MICHE'        :- "Voeivo.. augûrave o Bon Natale, ecco!"

PREVOSTO :- (scoraggiato)"Scì.. e Bonn-a Pasqua"

GNAZIO      :- "Coraggio.. o la va o la spacca"

PREVOSTO:- "E coraggio.. t'aveivi preparòu tûtto 'n discorsetto e òua?.."

MICHE'       :- "Me despiaxe sciò Gnazio de no andave a génio.." (si rigira il berretto fra le mani) "Mi no gh'ho titoli de stûdio però, o mae travaggio o l'è richiesto.. o l'è 'n mesté fadigöso ma o me permette de mantegnì 'na famiglia" (tutto d'un fiato)"Mi e a Rosanna se voemmo ben e saiescimo contenti se scià o fisse anche voscià!"

NESTO         :- "Belle parolle Miché"

GNAZIO       :- (vedendo anche le sollecitazione del Prevosto) "E va ben. D'accordio.. se l'è questo che voei"

ROSANNA   :- (abbraccia entusiasta il padre) "Oh, papà.. finalmente.. E anche a ti te auguro tanto ben con a teu Carmelinn-a"

CARMELINN-A:- (scocciata) "Ma cöse t'aveivi misso.. o bollettin in Gëxa?"

TUTTI            :- (fanno scena e sorridono)

GIANNI         :- (alla nipote) "Ti t'è sbaglià de nomme"

CATTAEN      :- "A voeiva dì Feliçinn-a.. véa Rosanna che ti voeivi dì Feliçinn-a?"

NESTO e GNAZIO:- (fanno cenno alla ragazza che è così)

ROSANNA   :- (comprendendo) "Oh, scì.. voeivo dì Feliçinn-a"

CATTAEN   :- (contenta) "Bene gente. Doman ve veuggio tûtti chi a disnà da mì "(a Gnazio) "Me sa tanto che doviemo tià o collo a o bibbìn"

PREVOSTO  :- "Posso vegnì anche mì?"

NESTO        :- "Se no l'ò peccòu"

PREVOSTO :- "Alloa vegno.. No l'è mïga Quarexima e.. mangià ben me piaxe mi ascì"

CARMELINN-A:- (con ironia) "E se vedde anche dovve o mettei" (guarda la sua pancia)

CATTAEN    :- (a tutti) "Coraggio gente.. Tûtto l'è andaeto pe' o mëgio e ognidûn o l'ha posciûo levà in tempo e rostîe dä sotto a çennie.. e senza brûixäse e dïe"

PREVOSTO  :- "E finalmente in Gëxa faieno trei maiezzi"

GNAZIO       :- "A propoxito.. scûsae.. devo invità 'n'ätra personn-a" (esce rapidamente)

PREVOSTO :- (correggendosi, si alza e va verso il proscenio) "ANZI, QUATTRO!"

(Si chiude il sipario)

                                                                F I N E