E’ solo un sogno

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E' sule nu sonne

Titolo: E’ SOLO UN SOGNO !

             (di PICCIRILLO Alfonso & GAUDIANO Carmelo)

        Commedia in due Atti

          Versione in lingua italiana

    Personaggi:

Maria  Ricamatrice                        la padrona di casa, casalinga;

PasqualeGaudillo                          suo marito, bracciante in pensione;

RosinaNovena                               amica di Chiesa di Maria;

Carmela La Dote                            vicina di casa di Maria;

Don Alfonso “Caporale”                 dedito al “caporalato”, amico di Pasquale;                                       

Felicia D’Amore                             dottoressa della Guardia Medica.

Corre l’anno 1970 in una cittadina italiana.

La scena si svolge in un semplice soggiorno-cucina di una famiglia umile, ma onesta. Arredamento e ingressi a piacere del regista. Primo mattino. Pasquale, uomo sulla sessantina, capelli grigi e pancia pronunciata, entra in scena provenendo dalla camera da letto coniugale. E’ ancora un po’ assonnato e vestito a metà (maglia intima da notte e papalina, pantaloni, ciabatte); completera’ di vestirsi durante il dialogo con sua moglie (camicia, giacca, scarpe e coppola). Durante il dialogo sara’ anche occupato a preparare la colazione per sé e per sua moglie…

N.B.  Il linguaggio utilizzato nel testo - un italiano semplice e spesso sgrammaticato in uso negli anni ’60/‘70 - è quello che meglio si presta, anche per naturale cadenza, alla trasposizione in vernacolo.

Breve trama

Corre l’anno 1970 in una cittadina italiana. Maria e Pasquale Gaudillo, sono due coniugi di 60 anni, che, data la lontananza dei figli, vivono ormai da soli. Maria riempie i propri vuoti esistenziali con la Chiesa, mentre Pasquale, dopo una vita dedicata al lavoro e alla famiglia, coltiva l’unico svago di scambiare quattro chiacchiere con gli amici nella piazza grande del paese. In verità i due coniugi si evitano garbatamente poiché, con l’avanzare degli anni e dopo 40 anni di Matrimonio, anch’essi hanno visto pian piano spegnersi la fiammella del loro amore. Se a questo si aggiunge quel timore della morte che sovente si insinua negli anziani, capiremo il clima che si respira in casa Gaudillo. Ma a sconvolgere il loro pigro menage familiare subentrera’ un sogno venuto dal Cielo. Maria aspira al Paradiso, ma non vuol morire prima di suo marito, temendo che questi si risposi. Pertanto, Pasquale verrà coinvolto suo malgrado nel dramma tragicomico che ha investito sua moglie. Su una cosa concordano i due: visto che sono sempre i migliori a morire per primi, faranno di tutto per assicurarsi una più lunga permanenza terrena. Infatti, vivranno il loro inferno sulla terra proprio nella loro casa, nel gelo del disamore, della solitudine e dell’indifferenza reciproca.

Ma nel finale, “messi alla prova” da sapienza Divina, capiranno “insieme” che il Paradiso non è poi così distante come tutti immaginiamo…

ATTO  PRIMO

Scena I

Pasquale e Maria

PASQUALE : (stupito di notare l’assenza di sua moglie che si attarda a letto) E questa non s’è mai svegliata così tardi! Tra poco suona la novena! Be’, intanto io mi preparo la colazione. (Chiamando) Marì, vedi che tra poco suonano le campane. Ma mi ha sentito?... Stamattina a mia moglie l’è scappato sonno… Io ora mi faccio la caffettiera piccola, così il caffe esce prima. Eh, senza caffè non si può cominciare bene la giornata… Ma che pesantezza di testa: è stata tutta quella birra di ieri sera.

Irrompe agitata sua moglie.

 

MARIA : (sconvolta) Pasqua’, mi devo sedere... Sto ancora tremando… Fammi sedere....

PASQUALE : E siediti! (Maria si siede) Che é, Marì? Ti stai sentendo male ?...

MARIA : Male? Malissimo!

PASQUALE : …Ma che cosa ti è successo?

MARIA : Un sogno, Pasqua’, un sogno bruttissimo...

PASQUALE : Bruttissimo? E che hai sognato per stare di questa maniera, i diavoli?

MARIA : Peggio ancora! Questo non è un sogno come quelli che faccio la notte, che poi la mattina me lo ricordo a pezzettini; questo l’ho fatto stamattina presto e me lo ricordo bene!... Perché non mi pare un sogno Pasqua’: pare una cosa troppo vera!…

PASQUALE : Marì, ma si può sapere che cavolo ti sei sognato così brutto? Mi fai stare sopra le spine!

MARIA : La verità Pasqua’, il sogno poteva essere pure bello, ma a me non mi piace proprio…

PASQUALE : (perplesso, ripete) Un sogno bello che non ti piace… Questo non l’ho capito Marì…

MARIA : (contraendo il viso al pianto) Pasqua’, tra poco Maria tua ti lascia...

PASQUALE : Mi lasci?... E dove te ne vai?

MARIA : Dove te ne vai? Pasqua’: me ne vado all’altro mondo!

PASQUALE : (tradendo un'espressione lieta) Veramente!... (Ravvedendosi) Ehm, ma che dici, Marì?

MARIA :  Una voce, Pasqua’, una voce che usciva da una nuvola bianca mi ha detto (ed imita una voce profonda) "Maria, tu sei un'anima buona! E presto sarai in Paradiso come premio."

PASQUALE: All’anima del premio Marì… Uno muore “per premio?”…

MARIA: Non hai capito Pasqua’: il premio è il Paradiso!

PASQUALE : Ah, ho capito!...E allora ti devi stare contenta!

MARIA : Pasqua’, ma io muoio…

PASQUALE : Si, ma vai in Paradiso…

MARIA : Pasqua’, io me ne vado al camposanto…

PASQUALE : Ho capito Marì… ma l’anima tua se ne va (accenna un volo con le braccia) in Paradiso…

MARIA : …(pensa e poi sbotta) E tu rimani qua?

PASQUALE : Scusa Marì: e dove me ne devo andare?

MARIA: Ah, e me lo dici così?

PASQUALE: Ma perché sono io che ti sto cacciando?  

MARIA : (sentenziando)… E si, è proprio vero che le persone buone se ne vanno (muoiono) per prime… Come si dice: “La carne triste non la vuole manco Cristo”…

PASQUALE: Marì, mo stai facendo peccato a dirmi queste cose… Così il Paradiso te lo perdi…

MARIA: Si, scherza, scherza tu… “carne triste!”

PASQUALE : (paziente) E va bene Marì!... Ma facciamo colazione e non ci pensare più: vuoi litigare per un sogno?

MARIA : Ma era troppo vero, Pasqua’. Tu lo sai che i sogni anticipano la verità. Pure nella Bibbia sta scritto che quando il Padre Eterno voleva parlare con qualche cristiano lo faceva durante i sogni; … e dopo i fatti succedevano veramente...

PASQUALE : Ma tu sei sicura che la voce era proprio… del Padre Eterno?

MARIA : Veniva dal Cielo, Pasqua’; usciva da dentro una nuvola; m’è rimasta così impressa la frase, che quando mi ricordo mi s’arrizzano le carni: "Maria, tu sei un'anima buona e presto sarai in Paradiso come premio."

PASQUALE : (senza darle troppa importanza) Si, ho capito Marì, ma ora facciamo colazione…

MARIA : (inquieta verso suo marito) Pasqua’, tu non mi credi!

PASQUALE : Marì, io ti credo, ma è solo un sogno...

MARIA : Ma questo non è come gli altri sogni, Pasqua’: qua si muore!

PASQUALE : E chi lo dice?

MARIA : Lo dico io! E che lo vuoi sapere meglio di me? (E notando suo marito alle prese con la colazione) Pasqua’! Io me ne vado e tu te ne freghi… pensi solo a mangiare (gli punta il dito)… Tu devi rimanere vedovo, mica un altro…

PASQUALE : (verso il pubblico) Questa grazia non l’avrò mai!

MARIA: (percepisce appena) Che cosa hai detto Pasqua’?

PASQUALE: (mette una pezza) Ho detto: “Questo non sia mai!”

MARIA : Ah! (pausa) …Hai visto a Saverio “il Bestione”, quel vecchio “recrepito”?   (decrepito)

PASQUALE : E che c'entra mo?

MARIA : E’ vecchio e rimbambito, ma è così delinquente che campa ancora. Tiene almeno novant’anni e va ancora tutti i giorni a lavorare nella masseria sua…

PASQUALE : Ma quello non è un cristiano, quello è un diavolo!

MARIA : E perciò campa ancora! Non è mai entrato in una Chiesa; va solo da un Tribunale all’altro per rovinare la gente; e quando era giovane pensava solo a rovinare le povere figlie di mamma…

PASQUALE : Marì, quello è la malignità in persona… (pensa) Moglie, ma non è che per campare di più, vuoi diventare maligna come lui?...

 

MARIA : Ma io ti fatto l’esempio suo, per farti capire che le brave persone muoiono sempre prima (delle altre). A Saverio “Bestione” il Padre Eterno non se lo vuole chiamare. Solo quante volte è stato in Ospedale… Ti ricordi che tutti speravano: “se muore, e se muore”; invece quello ha sotterrato tutti i nemici che teneva… E continua a vincere tutte le cause…

PASQUALE : E ti credo!  Per quanto durano le cause, i suoi avversari tanto si abbattono, che muoiono prima del tempo….

MARIA : Solo a lui fanno bene le cause: per lui so’ meglio delle medicine…

PASQUALE : Così è! Quando hai a che fare con certe persone, la migliore cosa è lasciare perdere: la causa gliela dai vinta subito, se no, perdi la causa, cadi malato, e ci rimetti pure le penne…

MARIA : Così quello se la passa ancora meglio…  La fregatura è la nostra Pasqua’… anzi, è la mia che me ne devo andare prima di tutti…

PASQUALE : E dai finiscila Marì! Ma ti sei proprio fissata!

MARIA : Non è una fissazione, è la verità!… Pasqua’, ma io non voglio morire, io so’ ancora giovane…

PASQUALE : Be’, Marì, tanto giovane non sei! Tieni pure sessant’anni…

MARIA : Embe’? ‘Ché a sessant’anni una donna è vecchia?

PASQUALE: Dipende Marì...

MARIA: … Per arrivare a 80 anni ce ne vogliono altri venti… Hai detto niente di campare altri vent’anni, è vero Pasqua'?

PASQUALE : (tra sé, girandosi di lato verso il pubblico) Ma come si fa a starle dietro quando ragiona così?…

MARIA : (percepisce appena) Che hai detto Pasqua’?

PASQUALE : (ripara) Ah, ho detto: ma come si fa a darti torto quando ragioni così?... (timoroso) Ne, Marì, ma tu per campare di più, sei capace di fare pure… un “uomicidio?”…

MARIA : Io? Un Uomicidio! Nooo… (Pensandoci) Però, Pasqua’, qualche piccolo peccatuccio, ogni tanto lo posso pure fare…

PASQUALE : Giusto giusto per darti un poco d’ossigeno…… Ma non ti preoccupare, ‘ché tu tieni da campare ancora molto… Non ti credere Marì, che tu non sei tanto « dolce di sale »… (remissiva)

MARIA : Ah, io mo so’ cattiva Pasqua’? E come ce lo facciamo capire al « Principale di sopra » che sono cattiva? Ormai Lui me l’ha « menata » la sentenza...

PASQUALE : E tu nel sonno, mentre ti parlava Marì, non ce lo potevi dire?

MARIA : M'ha pigliata alla sprovvista! So' rimasta senza parole come ‘na scema ! (Singhiozzando)  Beato te, che a Messa non ci vai mai, neanche a Natale e a Pasqua. Di questo passo camperai cent’anni. Basta che invogli a me di andare alla Chiesa tutti i santi giorni. Perciò sei arrivato a 60 anni con questa salute di ferro! Ti freghi ancora mezzo litro di latte a colazione; ti fai la zuppetta col pane come i bambini e tieni lo stomaco come uno di vent’anni (uno struzzo). Io invece non posso mangiare niente, sto sempre a dieta e le analisi sono sempre una schifezza… Ti pare giusto?

 

PASQUALE : Ma che ne so io Marì! (verso il pubblico) Ma vedi tu questa con che pensieri s’è svegliata stamattina! (a Maria) Sbrigati, vatti a vestire che fra poco suona la campana della Messa delle sette…

MARIA : (scatto infuriato)  Io non tengo da andare a nessuna Messa delle sette!

PASQUALE : Che cosa? Sono 40 anni che ci vai tutte le sante mattine!

MARIA : E da stamattina non ci vado più!... E’ tutta “acquasanta perduta”…

PASQUALE : Non ci posso credere. Ma se mi hai detto sempre che andavi a Messa per comprarti il posto in Paradiso...

MARIA : (sempre infuriata) E mo' me lo vendo…  Te lo vuoi comprare tu? Vai tu alla Chiesa!

PASQUALE : Uè, signo’, calmati! Ma che la paura di morire t’ha fatto cacciare gli spiriti?...

.

MARIA :  Caro mio: non hai visto ancora niente…

Suona la campana che annuncia la novena.

PASQUALE :  (debolmente, si lascia sfuggire) Marì, la campana…

MARIA : (gridando) E suona, suona tu: e chi si muove!

PASQUALE : (stupito) Marì, ma che ti sei scimunita?

MARIA : (nervosa) Dammi il latte, ‘ché pure io voglio la zuppetta col pane! … (guarda nella sua tazza)… Ma perché me ne metti così poco, Pasqua’ ?...

PASQUALE : Marì, tu sempre tanto te ne bevi di latte…

MARIA : E non ci hai messo manco una goccia di caffè…

PASQUALE : Ma se il latte tu lo vuoi sempre (in) bianco….

MARIA : Ma insomma, se la caffettiera non te la scoli tutta alla faccia mia, non stai contento…

PASQUALE : Marì, ma tu stamattina vuoi fare per forza peccato con me?

MARIA : E si, devi campare solo tu! Ti piacerebbe rimanere vedovo, con i soldi attaccati al sedere e con una bella femmina che ti fa i servizi dentro casa?

PASQUALE : Marì, ma come ti vengono in testa questi ragionamenti?

MARIA : (con più rabbia) Ti sfascio le corna a te e a lei! Ti vengo a tirare i capelli di notte: te lo faccio io un bel servizio; così ti faccio togliere tutti i “pensieri” dalla testa…

PASQUALE : Ma che dici? Che pensieri?

MARIA : Porco! Ti credi che non lo so che ti piacciono ancora le signorine!

PASQUALE : (balbetta) Ma... ma...

MARIA : ‘Ché non lo vedo, quando andiamo da qualche parte, che gli occhi ti girano solo per guardare le femmine…

PASQUALE : Ma che dici, Marì?... E pure se guardo, io guardo né più, né meno degli altri uomini; o quando passa una donna devo abbassare la testa come un caprone?

MARIA : Pasqua’, tu le guardi per fare peccato, perciò tieni ‘sta salute di ferro. Vedi, vedi come tieni ancora la pelle lucida lucida: non sembra proprio che hai 60 anni. Tu mi sa, che di questo passo, freghi pure a Saverio “Bestione”, perché tu, zitto zitto, fai i fatti. E io invece che mi mantengo sempre: e calma, e ferma, attenta attenta, e quando sono sola in casa non faccio entrare mai nessuno..

PASQUALE : Marì, ma tu mi stai accusando ingiustamente!... Io non ho fatto mai niente Marì ...

MARIA : Ah! Niente? E quei brutti pensieri da maiale che fai, quando vedi una bella gonnella, li chiami niente?

PASQUALE : I brutti pensieri li stai facendo tu stamattina…

MARIA: Per forza! Questa è un’altra ingiustizia! Se vogliamo stare alla regola, dovevi morire prima tu, che sei 5 mesi più vecchio di me!

PASQUALE: Ah! A questo siamo arrivati? Fai la pignola “tirapiedi” e stai pure a badare a 5 mesi… Marì, lo sai che ti dico?... (poi ci ripensa) Be’, è meglio che me ne vado, che oggi non è giornata…

MARIA : E dove te ne vai?

PASQUALE : In mezzo alla piazza a trovare gli amici!

MARIA : E si,  solo questo sai fare! Non vedevi l’ora di andartene in pensione, per andarti a sedere in mezzo alla piazza a raccontare fesserie…

PASQUALE : E che cosa devo fare Marì? Devo stare in casa per litigare con te?

MARIA : (piagnucola) Sei senza cuore Pasqua’! A te non te ne frega niente che sto per morire…

PASQUALE : Non è vero!... Allora dimmi tu che cosa devo fare, forza!

MARIA : Un altro marito doveva stare preoccupato e mi doveva dare coraggio…

PASQUALE : Ma se te lo sto dicendo dall’inizio: Marì, non ti preoccupare che è solo un sogno...

MARIA : E ti sei sforzato! E intanto adesso te ne vai. Stare a casa con me ti puzza. Io avevo pensato: “Be’, quando Pasquale andrà in pensione, potremo stare un poco più vicino; possiamo fare qualche gita, magari andiamo a trovare nostra figlia a Milano e ci stiamo un poco a casa sua coi nipotini: facciamo i “bambi-sister”… Invece no! Basta che te ne vai a raccontare fesserie in piazza…

PASQUALE : Marì, vedi che in piazza non si raccontano fesserie, in piazza uno si aggiorna…

MARIA : Pasqua’: voi vi aggiornate a sparlare delle corna di tutti quanti…

PASQUALE : Quello che fate voi la mattina durante la Messa.

MARIA : Io alla Messa ci so’ sempre andata per pregare. Ecco perché il Signore m’accarezza…

PASQUALE: (tra sé) Si, aspetta: vedrai come ti accarezza! (Poi, ravvedendosi) E, comunque, se vogliamo fare un viaggio, domenica possiamo andare al Santuario della Madonna Incoronata…

MARIA: Pasqua’, ma io non credo proprio che ci arrivo a domenica…

PASQUALE: Ma si che ci arrivi Marì! E alla Madonna ci puoi domandare pure la “Grazia”…

MARIA: … E che figura ci faccio con il Figlio, Pasqua’? Quando lo viene a sapere (il Signore) mi dira’: “Brava Maria! Non la potevi spuntare con me e sei andata a ricorrere da mia Madre!”

PASQUALE : (non gli resta che assecondarla) Hai ragione Marì… Allora prepariamo le valigie che ce ne andiamo un paio di giorni a Milano a trovare Luisella nostra…

MARIA : E si! Così vado a morire lì, neanche dentro casa mia.

PASQUALE : (gli scappa tra il serio e il faceto) Hai ragione di nuovo! Gia’ se succede in casa (il funerale), mi costera’ un occhio della testa… Figuriamoci a Milano… (solo di trasporto…)

Maria lo fissa accigliata.

MARIA : (inviperita) Pasqua’, stammi a sentire:  se io me ne vado, tu verrai con me!…

PASQUALE : Un altro fatto adesso! Marì, questi sono ordini che tu non mi puoi ordinare…

MARIA : Ma tu qui non hai più niente da fare Pasqua’...

PASQUALE : Lo dici tu!

MARIA : (ferita, non trattenendo il pianto) Senza cuore! Come abbiamo fatto a stare quarant’anni insieme?  Io per sposarti ho litigato pure con mio padre…

PASQUALE : (tra sé) Ma chi te lo ha chiesto? (Poi sdrammatizza) Marì, ma erano altri tempi: la testa allora non tanto ci aiutava…

MARIA : No, è adesso che non ci aiuta la testa…

PASQUALE :  E me ne sono accorto…

MARIA : (singhiozzando) Questo è il bene che mi vuoi?  Questo è?

PASQUALE : Marì, ma tu mi dici certe cose. Quando mai li hai fatti questi discorsi?…

 

MARIA : Sono anni ed anni che non ci parliamo più; abbiamo smesso pure di litigare… Stiamo nella stessa casa come due estranei… ci stiamo confrontando solo adesso che sto per morire…

PASQUALE : Ma toglitela questa fissazione dalla testa, Marì!

MARIA : (piagnucolando) Tu lo sai che quando mi sono sognata qualche cosa, dopo si è sempre avverata. Ti ricordi quella volta che mi sognai che cadevi dalla scala? Ti avevo avvisato: “Pasqua’, non andare a lavorare oggi, non andare, e se vai non salire sulla scala”… E dopo ti so’ venuta a trovare in Ospedale…

 

PASQUALE : Marì, ma quella è stata solo una combinazione!

MARIA : (ancora piagnucolando) Si? E quell'altra volta che mi sognai che ti tagliavi con la motosega? Ti dissi: “Pasqua’, non ci andare a tagliare la legna oggi, lascia stare!” Ma tu facevi lo sbruffone (ed imita la voce grossa di suo marito) "E che la mattina, prima di andare a lavorare devo sentire prima l’oroscopo!”… E ti sei tagliato il piede!

PASQUALE: (preoccupato) …Scusa Marì, , ma ‘sta voce che usciva dalle nuvole, questa volta, ce l’aveva con te?

MARIA: (in lacrime) Sì... con me, con me…

Pasquale tira un sospiro di sollievo e si asciuga la fronte con un fazzoletto.

PASQUALE:  Meno male!

MARIA : Io ti sognavo sempre, perché ti ho voluto sempre bene...

PASQUALE : Ma stavolta non mi hai sognato, eh? Non è vero Marì?

MARIA : No, stavolta tu non ci stavi…

PASQUALE : (tra sé) Ahhh… stavolta me la sono scampata: il guaio era grosso!

MARIA : E ti ricordi quando mi sono svegliata quella mattina e ti ho detto: "Luisella ha avuto una femminuccia!". Abbiamo telefonato a Milano e la notte aveva partorito veramente…

PASQUALE: Certo che me lo ricordo Marì... A te Padre Indovino ti fa un baffo!

MARIA: …Com’è strano però… Tu nei sogni miei ci stavi sempre, ma ‘sta volta, niente! Ho chiesto pure alla nuvola se ce l’aveva con me, e mi ha risposto: "E chi se no? Marì, ci stai solo tu!"… Allora mi sono girata, ma tu nel letto non ci stavi: ti eri alzato per andare al gabinetto…

PASQUALE: (tra sé) Benedetta tutta quella birra che mi scolai ieri sera! M’ha salvato la vita!

Dopo una breve pausa.

MARIA : (urla terrorizzata) La vita scorre e mi passa davanti come un fiume in piena...

PASQUALE : (allarmato accorre) Marì, calmati: chiamiamo il dottore!

MARIA : Ma che dottore e dottore: tra poco si secca tutto e addio Pasquale mio.

PASQUALE : Che cosa si deve seccare, Marì?  

MARIA : L'acqua, la sorgente, la vita!

PASQUALE : (in preda all'ansia per il delirio della  moglie) Marì, ma tu devi reagire, non ti devi abbandonare così…

MARIA : (si abbandona sulla sedia) E che vuoi reagire Pasqua’! Come faccio a reagire contro una sentenza che viene dal Cielo. Posso fare solo un patto col diavolo, ma io sono cristiana di Chiesa…

PASQUALE : Marì, io vado a chiamare il dottore: tu aspettami qua calma calma...

MARIA :  Ma questa non è una malattia che può guarire il dottore Pasqua’…

PASQUALE : (ironico) E allora vado a chiamare il prete…

MARIA : E che mi deve fare don Tonino? L’estrema unzione? (pensa) Pasqua’, e se invece diciamo qualche bella bestemmia insieme, così può darsi che il Paradiso me lo perdo

PASQUALE : Ah, ci dobbiamo mettere a bestemmiare così, a vanvero?  (vanvera)

MARIA : Si, facciamo una prova! Suggeriscimi tu che sei esperto del mestiere…

PASQUALE : Io?... Ma così, su due piedi Marì, non mi viene proprio! Uno bestemmia quando sta di quarto storto. E tu lo sai che pure se mi succede, io dico solo: "porca la miseria!"… Marì, e tu dici: (grida) "porca la miseria!".

MARIA: E che ci faccio! Il brodino vegetale ? Pasqua’, io ciò una vita di preghiere sopra le spalle… Vieni qua, avvicinati che te ne dico una all’orecchio…

E Maria sussurra, inudibile al pubblico, alcune imprecazioni all'orecchio di Pasquale.

PASQUALE : (sbigottito)  Ma...  ma... Marì, che ti sei impazzita? Che so’ ‘ste parole in bocca a te! Io scappo dal dottore…tu non ti muovere…

Maria inveisce verso Pasquale che esce in fretta...

MARIA : Altro che “porca la miseria” Pasqua’: tu sei un disonesto, farabutto e disgraziato, scornacchiato, ladro e traditore…

Scena II

Maria, soliloquio

MARIA :  Forse ho esagerato: mi dovevo mantenere un poco più leggera (pausa)… Però, la verità: io gia’ mi sento un po’ meglio; almeno m’è tornato un poco di respiro. Dice lui: “Quello è un sogno!”. Volevo vedere se capitava a lui come si doveva sentire. E gia’, ma a lui non gli può capitare mai: è entrato in Chiesa solo il giorno che ci siamo sposati. Basta che la mattina si frega uno zuppone di pane e latte e poi va a fare il vagabondo in mezzo alla piazza. E io, invece, che me ne vado scalza tutte le mattine a Messa. (Pausa; poi con lo sguardo al Cielo) Signore, ma io non lo dico perché non voglio morire, per carità! Lo sappiamo che quella è la fine che faremo tutti quanti, però se io muoio a mio marito lo perdiamo completamente: quello subito si risposa. (Come per rispondere ad una voce dall'alto) Noo, non sia mai! Io non voglio diventare come a Saverio “Bestione”! Io per campare di più, mi vendo l’anima al diavolo? Noo… Se voglio rimanere è per il bene di mio marito… E se faccio qualche peccatuccio, ma proprio leggero leggero, è perché non voglio che mio marito rimane solo e cade in tentazione…

                                                                Campanello.

MARIA : (andando ad aprire con calma) Mah, penso che stamattina, senza novena e con quelle belle parolacce che ho detto a mio marito, me li sono guadagnati un altro paio di giorni? O no?... E a mezzogiorno non gli cucino nemmeno... (poi riflette) Ma che ci guadagno? Quello manco viene considerato in confronto a una vita di Messe, novene e processioni. E pure io però: so’ stata troppo esagerata. Non bastava la Messa alla domenica? No, tutti i santi giorni ci dovevo andare, e che è?…

                                                Altro campanello più insistente…

MARIA: Arrivo, arrivo, e questo tiene fretta! E io invece no! (esce a vedere) Ah, tu sei?

Rientra seguita da comare Rosina.

Scena III

Maria e Rosina

ROSINA: Marì, ti ho aspettato finora sotto casa per andare alla novena; ho visto che non scendevi più e sono salita io…Tu la mattina sei sempre la prima all’appuntamento. Ho chiesto a tuo marito e mi ha detto di non aspettarti, che tu in Chiesa non ci verrai mai più… Ma è vero?

MARIA : (prima bugia) Ma sentite che va dicendo quel baccalà! Ho detto che oggi non mi sento di venire in Chiesa perché non mi sento bene…

ROSINA: E che ti senti? Hai chiamato il dottore? Ma che ci stava andando Pasquale?

MARIA : (seconda bugia) No, Pasquale se ne stava andando in mezzo alla piazza a dire fesserie...

ROSINA: Niente di meno: e ti lascia così? Scusa Marì, ma non si lasciano le mogli sole in casa quando non si sentono bene.

MARIA : (terza) Diglielo tu a quella testa di rapa...

ROSINA:  Quell’incosciente! Ma di preciso che ti senti, Marì?

MARIA : La vita, sento che la vita mia se ne va…

ROSINA : Che?... Ma dov’è che ti fa male?

MARIA : Mi sento di perdere il respiro… E’ una cosa che viene da dentro. (Pausa di ascolto) Mi sento qua (preme il torace) come un fiume in piena che scorre. Un fiume! (grida) Ce l’hai presente il fiume che scorre?...(grida più forte) Che scorre Rosì!…

ROSINA: (sbigottita, si rivolge al pubblico) Mamma mia, questa ha preso qualche botta in testa, straparla!... Marì, dove lo tieni l’elenco del telefono? Così chiamo il dottore…

MARIA : Noo, e a che mi serve il dottore? Qua ci vuole qualcuno che non mi fa seccare l’acqua, che mantiene viva la sorgente. Chiama il fontaniere dell’Acquedotto.  Senti, senti! Mo si finisce l’acqua…

ROSINA : (gridando al pubblico) Correte, chiamate il dottore!

MARIA : Calma Rosì, calma: mi fai prendere un accidente. 

ROSINA:  Ma si può sapere che cosa ti sta succedendo?

MARIA : Quando s’avvicina la morte Rosì, si sente il mare, i cavalloni. E’ come se mi sento che…

ROSINA : Come se l’acqua che stai perdendo, se ne va tutta a mare?

MARIA : Eh, brava! Ma passando da dentro la fognatura... Ma tu non mi puoi capire Rosì!

ROSINA : (assecondando) Marì, non ti sforzare più…. Io ho capito: quando uno sta per morire è come se si aprono i rubinetti...

MARIA: Gli intestini...

ROSINA:  Le tubazioni…

MARIA: Scusa, Rosì, ma devo andare un poco al bagno...

ROSINA: Ti accompagno, Marì.

MARIA : Lascia stare Rosì, mica mi sono rimbambita…

ROSINA : Però lascia la porta aperta, non la chiudere: ‘ché dopo siamo costretti a sfondarla…

MARIA : Ne Rosì: secondo te io devo morire proprio nel gabinetto?... Boh! (ed esce)

ROSINA: (al pubblico, sola) Eh, perché le cose brutte succedono sempre lì dentro. Mi ricordo che mio marito, quando ha avuto la paralisi, gli è venuta nel bagno. Ce ne siamo accorti in ritardo perché lui se la prendeva sempre comodo… Abbiamo dovuto rompere la porta! Che disastro!... Comunque Maria una bottarella in testa l’ha presa sicuro. Leggera leggera ma l’ha presa. Io mi meraviglio del marito, che non se n’è accorto e la lascia sola sola. Lui se lo doveva immaginare per il fatto che non voleva venire in Chiesa: e quando mai!  Eh, ma io non la posso lasciare in queste condizioni…

Si sente lo scarico del bagno. Maria ricompare.

MARIA: (debole) Quant'acqua che si perde… 

ROSINA: Come ti senti, Marì? Va meglio adesso?

MARIA : E che è cambiato Rosì? Solo perché sono andata al bagno devo stare meglio?…

ROSINA : Marì, chiamiamo il dottore, senti a me. Almeno viene e ti misura la pressione, perché può essere pure un fatto di pressione…

MARIA : Rosì, qua ci vuole uno che sa regolare la pressione dell’acqua…

ROSINA : (va rovistando) Ma dove lo tieni questo cavolo di elenco del telefono?

MARIA : Ma lascia stare l’elenco Rosì… Anzi, vattene alla novena che è tardi.

ROSINA: Noooo, Maria mia: se tu stai così io non ci posso andare!

MARIA : Siiii, Rosina mia: tu ti devi guadagnare il “premio”, come fai tutte le mattine…  

ROSINA: (non capisce) Che premio d’Egitto! Io non me ne vado di qui fino a quando non viene il dottore!

MARIA: Ah, si?...

Maria esce e ricompare subito con una scopa in mano.

ROSINA :Marì, mo' devi passare la scopa che non ti senti bene? Posa quella scopa e siediti…

MARIA : No Rosì, io non l’ho presa per passare il pavimento: questa scopa te la spacco in testa se non te ne vai subito alla Chiesa…

ROSINA: Ma… ma stai dicendo veramente o stai scherzando Marì?

MARIA : E mo te ne accorgerai, scema mia…

Alza la scopa e la rincorre. Rosina esce spaventata e urlando.

 

ROSINA: Correte che Maria è uscita pazza. Correte tutti quanti! Correte…

MARIA : (gridandole dietro) Vattene in Chiesa! BIZZOCA!

Rumore dietro le quinte di chi cade per le scale e impreca a soggetto. Maria, che era uscita un attimo, ricompare con la scopa in mano più rilassata.

Scena IV

Maria, soliloquio.

MARIA: (si strofina le mani) Ahhh! Ora me lo sono guadagnato un altro mesetto? O no? (Pensando ad alta voce)  Chissà quali saranno i peccati più grossi dei dieci comandamenti? (riflette) Gli ultimi! Si, sì, gli ultimi sono i più brutti: se ti appiccichi addosso uno di quelli e chi ti smuove più dalla faccia della terra! Così ha fatto Saverio Bestione: ha pigliato tutti i (dieci) peccati e uno alla volta se l’è fatti tutti quanti. E mo crepa quello la…

                                                            Suonano alla porta

MARIA: (andando ad aprire) E questi rompiscatole, non hanno capito stamattina che mi devono lasciare in pace…

Scena V

Maria e Carmela La Dote

CARMELA: (dall’esterno) Marì, è permesso?

MARIA: Carmela, tu sei? (sbuffa)  Avanti…

CARMELA: Mo vengo dalla Chiesa, ‘ché io ti volevo parlare; ma quando ho visto che non c’eri ho pensato che stavi ancora lavorando sul corredo di mia figlia Titina…

MARIA: (verso il pubblico) Si, “stamattina non tenevo dove pensare”…

CARMELA: Non ho capito Marì…

MARIA: Ho detto che “stamattina non tenevo dove andare”. Carme’, ciò una stanchezza addosso...

CARMELA: Hai ragione sorella mia: tutto quel lavoro che ti ho dato da fare in pochi giorni…

MARIA: Eh, sto ricamando giorno e notte e non arrivo a finire ancora…

CARMELA: Gesù! Che quella, mia figlia, si sposa sabato prossimo …

MARIA: E che è colpa miase è uscita in cinta?

CARMELA: No, ma oggi è gia’ martedì e tu mi avevi promesso che per domani avresti finito…

MARIA: Carme’, io sto per partire “da un momento all’altro” e non ti posso finire niente…

CARMELA: O che tragedia! E dove te ne devi andare?

MARIA: All’altro mon… A Milano Carmè! Devo andare per forza! Perciò mo ti restituisco la roba che mi è rimasta…(va all’interno e prende gli scatoli di tovaglie, tovaglioli, fazzoletti, lenzuola etc. oltre a delle buste piene di mantelle per la puerpera, c.d. “liseuses”, babbucce, papaline di lana, etc. etc.)

CARMELA: Ma io giovedì devo esporre in casa la dote di mia figlia: come devo fare Marì?

MARIA: Come facevano gli antichi Carme’! Tua sorella fa la magliaia e tu il lavoro lo porti a me…

CARMELA: Ma io te lo porto perché tu sei brava Marì, e mi fai pure risparmiare…

MARIA: A proposito Carme’: il conto viene 50 mila lire!

CARMELA: Ma avevamo detto 40 Marì, non ti ricordi più?…

MARIA: Mi ricordo che tua sorella ne voleva 70, perciò il lavoro l’hai portato a me…

CARMELA: E’ vero! Ma noi ci accordammo per 40 e adesso tu aumenti a 50…

MARIA:  Carme’, oggi la vita aumenta per tutti… (allude) Solo per me deve diminuire?

CARMELA: A me lo dici Marì! Tu non hai idea di quanto mi costera’ questo Matrimonio…

MARIA: Perché tu lo sai quanto mi costera’ questo Funerale?

CARMELA: Funerale?... Marì, ma qualcuno della famiglia vostra sta male?

MARIA: E ognuno sa i fatti suoi Carme’; se non ti dispiace mi servono urgente i soldi…

CARMELA: (prende i soldi dalla borsa e paga)…Ah, i guai, Marì: io per questo ti vedevo strana… Ma che lo tieni il resto della 50 mila?...

MARIA: Il resto? Che resto Carme’? (si prende la banconota) Ti ho detto che viene 50 mila lire giusto giusto… (E’ aumentato il prezzo del cotone, della lana)

CARMELA: Scusa se insisto Marì, ma tu il lavoro neanche me l’hai finito tutto…

MARIA: (la accompagna alla porta con scatoli e buste) Dove stai a badare! E’ quasi finito Carme’! Te lo finisce tua sorella la magliaia. Statti bene! Buon Funera… Buon Matrimonio!…

CARMELA: (uscendo con tutto l’ingombro) Marì! Non ti conosco più: poi mi spiegherai che cavolo ti è successo…

MARIA: (cantilena popolare materana) E’ successo un gran processo: Monsignore “azziso” (seduto) al cesso…

Rumore dietro le quinte di scatoloni che cadono per le scale e imprecazioni di Carmela, mentre Maria si mostra sempre più soddisfatta e rilassata.

MARIA: (si strofina le mani) Ahhh! E mo mi so’ guadagnato almeno un annetto! (Pensando ad alta voce)  Queste 50 mila lire me le spendo solo per me: alla faccia di Pasquale! La prima cosa (pensa)… una cosa scandalosa, per esempio… i trucchi, si! Mi devo comprare un rossetto viola acceso, accesissimo; e poi un bel paio di calze a rete, rosso fuoco, fuochissimo; e poi le scarpe col tacco a spillo, a spillissimo; (si atteggia in tono francese) e dop un bel “teier”, co la gonn cort cort e lo spacch provocand, com si us mua’ (ora), … che quando in Chiesa mi vedra’ Don Tonino, mi deve “scommonicare” (scomunicare) subito…

Si sentono voci provenire dalla scala d'ingresso

Scena VI

Maria, Pasquale e la dottoressa Felicia D’Amore

PASQUALE: (solo la voce, estremamente gentile) Prego, salite, dopo di voi, prego…

MARIA: Ecco, mo si ritira lui: gli rimorde la coscienza al traditore… E’ andato a chiamare il dottore, ma che ci devo fare col dottore? Che ci devo dire? Quando gli racconterò il fatto, mi dira’ che è solo un sogno e che non mi devo preoccupare. Tanto piacere!…

                           Entra Pasquale con una giovane ed elegante dottoressa. Saluti a soggetto.

PASQUALE : (sorridente) Marì, sta la dottoressa.

MARIA : (tra sé) Oh, mamma mia: questa è quella giovane della Guardia Medica…

PASQUALE : Il medico nostro sta in ferie e lo sostituisce lei; (alla dottoressa) ve la ricordate mia moglie?…

DOTTORESSA : Certo! Allora signora, come sta?

MARIA : Dottore’, io sto conciata per le feste grandi!

PASQUALE : (petulante) La dottoressa fa molto spesso la Guardia Medica al paese. Ti ricordi, Marì? L’abbiamo chiamata di nuovo quella notte che tenevi quel mal di pancia forte. E’ sempre lei!

MARIA : Pasqua’, quando la finisci?

PASQUALE : Non ti ricordi?

MARIA : Si che mi ricordo! Che sono la “smemoriata del Collegio?” (smemorata di Collegno)

DOTTORESSA: (li interrompe) Intanto, misuriamo prima la pressione!

MARIA : (pensa a voce alta) E tanto si sa, quando vengono i dottori, questa è la prima cosa che ti fanno…

 

DOTTORESSA : La pressione è importante signora, e va tenuta sempre sotto controllo.

E mentre le misura la pressione con il suo strumento portatile, Maria divaga…

MARIA :  E come non lo so. Il paese è pieno di queste macchinette. Stanno quelle che si ordinano pure col giornale e si vendono in tutte le Farmacie. La gente che non sa che cosa fare si misura la pressione: i vecchi fanno sempre quest’arte. Pure mio marito va tutti i giorni in Farmacia a misurarla, perché è gratis. Come si dice: “Se la pomata è franca (gratis) ungimi tutto”. Mio marito e gli altri la mattina fanno la fila gia’ pronti con la manica alzata. Quando il dottore apre la Farmacia e li vede, gli viene l’abbassamento di pressione. Ma quello lo fa per pubblicita’, per vendere le macchinette…

PASQUALE : Marì, ma lascia stare questi ragionamenti: alla dottoressa che gliene importa di quello che faccio io e gli altri come me?

DOTTORESSA : No, la lasci parlare.

MARIA :  Hai sentito? Per quel poco tempo che devo campare ancora, ha detto che posso parlare! Dottore', come sto “in pressione?”

DOTTORESSA : Be’, tende a salire, signora… (rimette a posto lo strumento e mentre parla con i coniugi continuerà la visita di routine con lo stetoscopio etc.)

MARIA: Ecco: me lo sentivo che stava salendo… e sale, sale, sale fino alle nuvole…

PASQUALE: Veramente, mia moglie ha sempre sofferto di « alta pressione ». Dottore’, come vi dicevo, stamattina presto mia moglie ha fatto un brutto sogno, e sta ancora tutta “scombossolata”. Io ho cercato di calmarla, ma lei niente, dottore’, è rimasta “impressa”. Stamattina era… “inaccertabile”.

MARIA: Pasqua’, ma statti zitto che fai più bella figura!

DOTTORESSA: Si, il sogno della nuvola. Signora, suo marito ha ragione: non si deve preoccupare e deve stare più serena. I sogni, per quanto possano essere importanti, non sono la verità. Essi appartengono alla sfera dell'immaginario, della fantasia.

PASQUALE: Insomma, Marì, dice la dottoressa che i sogni certe volte sono falsi…

MARIA: Dottore’, il sogno mi diceva la verità, la verità che devo morire e pure subito…

DOTTORESSA: Che dobbiamo morire è fuori di dubbio, ma che questo sia un fatto imminente lo escludo.

MARIA: Dottore’, voi pure non mi credete come mio marito. Ma quella voce che usciva dalle nuvole era la voce del Padre Eterno… io sono sicura!

DOTTORESSA: Signora, io non sono uno psicologo, ma è chiaro che questo sogno nasce da una sua paura inconscia della morte. In altre parole, lei è ossessionata dall'idea della morte, e l'inconscio, ossia quella parte profonda e buia di noi dove è depositato questo sentiimento, la notte emerge con tutta la sua inquietudine e sollecita una risposta che l'io razionale, purtroppo, non sa dare.

MARIA: Dottore’, anche se non vi so rispondere, comunque di una cosa so’ sicura: che tutti quanti abbiamo paura di morire!... Perché, i dottori non hanno paura come noi?

DOTTORESSA: Peggio, signora, peggio! Noi abbiamo più paura degli altri, perché un medico è abituato a vedere la morte sotto un profilo biologico: e questa prospettiva non lascia spazio alla salvezza.

MARIA: Dottore’, la verità non ho capito proprio tutto tutto! Comunque, grazie lo stesso perché mi volete dare coraggio.

DOTTORESSA: E' la prima volta che mi capita un paziente turbato da un sogno... un sogno profondo, ma pur sempre un sogno. (Dopo una breve pausa)  Allora, a parte un po' di pressione alta, si rassicuri.

MARIA: Mi rassicuro che devo morire?

DOTTORESSA: No, si rassicuri che vivrà e che si è trattato solo di un brutto sogno.

MARIA : (tra sé) E dalle!... Dottore’, e non mi segnate manco una medicina?

DOTTORESSA: Non ce n'è bisogno, ma se questo serve a farla stare più serena, ecco qua: (prende il ricettario) vi faccio questa ricetta: sono gocce; ne prenda quindici prima di dormire e si sentira’ in Paradiso (si accorge della gaffe)… Ehm, cioè dormira’ bene come le altre volte.

MARIA: E questo è tutto? Contro la morte ci bastano 15 gocce? Giacché siete venuta, dottore’, potevate segnarmi almeno qualche siringa! Anzi, per me mi potete pure scrivere il ricovero…

DOTTORESSA : E a cosa serve? Signora lei sta bene! E' solo suggestionata: passera’.

MARIA: Dottore’, prima che ve ne andate, vi posso fare una domanda?... (la dottoressa fa un cenno d’assenso) E’ vero quella cosa che si dice...

DOTTORESSA: Cosa?

MARIA: Quel “morto proverbo”...

DOTTORESSA: Ah, quel motto, quel proverbio!

MARIA: Eh, dove si dice che i buoni cristiani, (cenno a tre dita) se ne vanno sempre prima degli altri? (La carne triste, non la vuole manco Cristo)

DOTTORESSA: Beh, se per “buoni” intendiamo quelle persone che  soffocano i sentimenti di rabbia e di ribellione, quando le circostanze lo richiedono; secondo una ricerca condotta in America, da prendere però con le dovute cautele, potrebbe esserci in questo aforisma, diciamo, un fondamento di verità.

MARIA: Dottore’, scusate, ma io ciò un mal di testa tremendo e non tanto vi sto capendo.

PASQUALE: Marì, la dottoressa ha detto che queste so’ tutte fesserie.

MARIA : Ecco, è arrivato lo scienziato! (a lei)  Dottore’, ma è vero o non è vero?

DOTTORESSA: Cercherò di spiegarlo in altre parole. Secondo questa ricerca statistica americana molto discutibile - eh, lì sono pionieri, avventurieri nelle scienze -  i cristiani, cioè le persone di religione cattolica, sono quelli che muiono più facilmente d'infarto rispetto a quelli che professano altre religioni.

MARIA: (grida allarmata) A si? Mamma mia!

DOTTORESSA: Che cosa le succede adesso?

MARIA: Il cuore: mo se ne scappa dal petto.

DOTTORESSA: Ma no, è solo suggestionata.

PASQUALE: Marì, ma so’ tutte fesserie…

DOTTORESSA: (ammonisce Pasquale) Ma cosa dice?

PASQUALE: (timidamente) Iolo dicevo per darle coraggio!

 

DOTTORESSA: (A Pasquale)  La ricerca di questi studiosi americani è discutibile, ma arrivare a dire che sia una “fesseria”, mi sembra esagerato.

MARIA: Pasqua’, non la fare arrabbiare la dottoressa. Insomma, che hanno detto questi americani?... Ma ditelo terra terra, che quello, mio marito, è un poco “gnorande”...

PASQUALE: (gli sfugge) Ma che me ne frega a me!

La dottoressa gli lancia un'altra occhiata di ammonimento.

DOTTORESSA: Lo so che mi esprimo in modo poco chiaro...

MARIA: “Grazia!”

DOTTORESSA: ... Ma non riesco ad andare al di sotto di un certo linguaggio. Comunque, il fatto, in parole povere è questo: secondo gli americani, i cattolici, a causa della loro religione, reprimono molti sentimenti ed emozioni, soprattutto quelli della sfera sessuale; così dentro di loro si forma una pentola a pressione, un coacervo di emozioni represse pronto a esplodere.

Maria  e Pasquale seguono faticosamente.

 

DOTTORESSA: Non ci siamo ancora, eh?

MARIA: No, dottore’: mio marito è stato bocciato pure alle scuole piccole...

PASQUALE : Ah, perché tu tieni le scuole grosse?…

MARIA : Almeno ciò la scuola che leggo in Chiesa…

PASQUALE : E che c'entra?

DOTTORESSA: (interrompe il puerile diverbio) Insomma, signora mia, ‘sti cristiani non si sfogano e muiono di crepacuore, ecco!

MARIA: Come sarebbe “non si sfogano”, dottore’?

DOTTORESSA: (Un po’ irritata)  Non sfogano i sentimenti di odio perché non devono odiare, non solo, ma devono amare i loro nemici; non possono guardare la donna degli altri perché è peccato;  non possono desiderare la roba degli altri perché è peccato;  tutto quello che fanno o pensano diventa  peccato; soprattutto, poi, per quanto concerne l'attivita’ sessuale. Anche degli autorevoli scienzati polacchi, pure cattolici, in una loro validissima indagine in merito, hanno confermato che tale attività risulti molto salutare, se non addirittura il segreto della longevità.

MARIA: Che cosa? Che è il fatto?

DOTTORESSA: (Finalmente chiara) Sarebbe che fare l'amore, fa bene, signora! (sognante) La gente crede che, una volta diventati anziani, sia normale smettere di amarsi! Invece è vero il contrario: si diventa vecchi quando smettiamo di amare…

PASQUALE: (un po’ seccato) Dottore’! E porca della miseria! Per favore non ci mettete queste cose in testa a mia moglie, ‘ché io non me la fido più.

MARIA: Hai sentito Pasqua’? Uno se vuole campare assai, deve fare “i peccati carnosi”; si deve “sfogare” in tutte le maniere!

PASQUALE: Dottore’, ditelo voi che a una certa eta’ queste cose non si possono fare più, che non sono consigliate...

DOTTORESSA: Ma non dica eresie! Per amarsi non esiste eta’, caro signore! (Estasiandosi) Amarsi è l'attività più bella e salutare che esista. Amarsi è liberare le energie e le forze indistinte chiuse in ognuno di noi. (Poeticamente, con enfasi) Amare è rigenerarsi. E' con l'amore che il mondo, l'universo, si rinnova alla vita… Arrivederci!  (ed esce).

Maria fissa Pasquale; questi ne è imbarazzato e cammina visibilmente a disagio sulla scena, evitando il suo sguardo. Maria si alza di scatto e… lo insegue.

PASQUALE:Marì lasciami stare! So’ tutte fesserie…

 

MARIA:Pasqua’! Vieni qua! Dove te ne vai? E’ inutile che scappi!... Fai il dovere tuo…

E dopo qualche giro intorno al tavolo Pasquale ripara nella camera da letto inseguito da Maria.

Sipario

FINE PRIMO ATTO

SECONDO ATTO

Due giorni dopo Maria, in piedi nello stesso ambiente di casa, sbatte nervosamente col cucchiaio uno zabaione di uova in una tazza. Non ha avuto il coraggio di comprare i trucchi, ma si è arrangiata con la marmellata di amarene fatta in casa… Pasquale la osserva seduto al tavolo. E’ in canottiera ed appare stanco e avvilito.

Scena I

Pasquale e Maria, poi la voce dall'alto

PASQUALE: Marì, è inutile che perdi tempo! La mia non è debolezza! Quella è la testa che non ci sta più!… Perciò, vatti a lavare la faccia che sei ridicola…

MARIA: Ah, io sono ridicola? Ma le altre donne truccate ti piacciono, eccome se ti piacciono! Invece io… io sono “ridicola”…

PASQUALE: Per forza Marì: si vede da lontano che quella è la marmellata di amarene che hai fatto ieri…

MARIA: E ho voluto fare una prova! Ma tu invece di apprezzarmi…

PASQUALE: Ma se ti sei conciata come un pagliaccio Marì; ti sei fatta le guance e le labbra tutte viola… ma guardati allo specchio! Solo se ti vede qualcuno… tutta sbavata… Ecco, mo ti stanno apprezzando le mosche…

MARIA: (scacciando delle ipotetiche mosche dal viso e togliendosi il “trucco” con uno straccio) Tu invece il “moscone” lo fai fuori di casa… Io le sto provando tutte Pasqua’: (allude) vediamo se ti svegli un poco… e mi dai un piccolo “aiuto”… 

PASQUALE: Ma che aiuto d’Egitto ti devo dare Marì?… E poi, il sogno ormai non vale più: so’ passati due giorni e se tenevi da morire (accenna un volo con le braccia), dovevi essere gia’ “volata”…

MARIA: Questo perché mi sto mantenendo: non vado più a Messa, tratto male la gente e dico almeno tre bestemmie al giorno. E non sia mai che smetto (questa cura).

PASQUALE: Embe’? Allora vai avanti così!

MARIA: …Tu dici che così ci arrivo alla vecchiaia?

PASQUALE: Ci arrivi, ci arrivi…

MARIA: (porgendo nervosa la tazza a suo marito) Pasqua’, bevi!

PASQUALE: (guarda nella tazza) Porca la miseria! E quante uova ci hai messo?

MARIA: E’ uno solo.

PASQUALE: Uno solo? Mi pare che con queste si possono fare due torte di compleanno…

MARIA: Quanto la fai lunga Pasqua’: è l’uovo della papera di Zio Michele.

PASQUALE: Alla faccia di Zì Michele! Quella papera fa certi palloni così (accenna un bel cerchio con le mani), altro che uovo… Marì, ma non mi posso bere il latte, come le altre mattine?

MARIA: Pasqua’, tu ti devi decidere, se no… (minacciosa) se no io provvedo diversamente…

PASQUALE: Ué... Ué... ma che sei uscita pazza? Alla vecchiaia faremo ridere la gente? Vogliamo finire in bocca a tutta Matera?

MARIA: Eh, si: volevo vedere se ero ancora bella giovane…

PASQUALE: (paziente) Maria mia, ma lo vuoi capire che io non ce l’ho più quell’età?

MARIA: Pasqua’, se è per questo fatto, tu l’eta’ non l’hai tenuta mai!

PASQUALE: Non è vero: io quando ero giovane...

MARIA : Quand’eri giovane Pasqua’, tu eri come adesso…

PASQUALE : Marì, stammi a sentire: tu continua così che vai bene. Dici qualche bestemmia di troppo, manda a quel paese i cristiani, e tira a campare…

MARIA: E se qualche volta me la scordo questa medicina?

PASQUALE: Non te la scordi sicuro! Con questo chiodo fisso che hai. E poi, Marì, questa cosa, “tra marito e moglie” non è considerato “peccato”. Vale la pena fare tutti questi sacrifici per niente?

MARIA: (esce in italiano) Ma almeno libera il coacervio delle emozioni ripresse (o depresse)

PASQUALE: (meravigliato) Che hai detto?

MARIA: Quello che ha detto la dottoressa della Guardia Medica.

PASQUALE: E tu ti ricordi che ha detto preciso queste parole?

MARIA: Si. Sono andata a trovarla all’ambulatorio e m'ha spiegato tutto lo studio che hanno fatto gli americani e i russi...

PASQUALE: Quali russi! I polacchi!

MARIA: Giusto, i polacchi. L'ho sentito pure alla televisione. Hanno detto che fare “l’amore”, vale come se… come se uno si mette a correre da qui, fino all’altra periferia di Matera…

PASQUALE: E tu mettiti a correre e vai da una punta all’altra di Matera…

MARIA: E si, così tutti quelli che mi vedranno mi prenderanno per scimunita…

PASQUALE: Marì, ma io non ti posso aiutare! E’ inutile che mi sbatti l’uovo di papera ogni mattina. Mi farai solo facendo crescere la “panza” come a Zì Michele…

MARIA: Ma voi sentite un poco a questo come ragiona! Ma se io posso trovare il “giovamento” dentro casa mia, ma perché mi devi costringere a correre, a dire parolacce e a litigare con le persone?

PASQUALE: … A proposito, che ti è successo con Consiglia, la signora di fronte? Dice che ti ha mandato Francuccio il figlio per chiederti uno spicchio d’aglio, e tu al bambino, l’hai risposto a maleparole. Pure ai bambini! Da quando hai fatto quel diavolo di sogno non hai perso tempo: in due giorni ti sei data un sacco da fare Marì. Ma perché non ti stai un poco più calma?

MARIA: Ah, mi devo stare pure più calma?... E mo vi faccio vedere io!... Allora: Consiglia e il marito devono chiudere subito quelle finestre che hanno aperto sul confine del terreno nostro: la legge dice che non si può fare…perché devono mantenere la distanza…

PASQUALE: Ma ce lo dovevamo dire prima Marì! Il cristiano prima di aprire le finestre ci ha chiesto il permesso, e sei stata proprio tu che gli hai detto: “Non ti preoccupare, sulla faccia della terra ci dobbiamo solo volere bene!"

MARIA: E mo' le finestre le devono chiudere, e se non lo fanno subitissimo, gli facciamo una bella causa…

PASQUALE: Marì, ma una causa dura almeno dieci anni, se tutto va bene…

MARIA: Embe’? Allora perché gli faccio causa? E’ tutta salute!

Pasquale si fa davanti al proscenio e guarda verso l'alto.

PASQUALE: (implorando a mani giunte) Oh, Signore: questa è uscita pazza! Che cosa ci posso dire? Diglielo Tu che è stato solo un sogno, dille che quella voce non era Tua, se no questa mi fa vivere dentro l’inferno…

                               A QUESTO PUNTO SI SPENGONO LE LUCI SULLA SCENA

Irrompe dall’alto una voce greve e profonda, mentre Maria e Pasquale rimangono immobili.

LA VOCE: Maria, hai scelto di restare su questa terra rinunciando al Paradiso. Ebbene, ti darò lunga vita; ma quando verra’ quel giorno “poi faremo i conti”. In compenso porterò via tuo marito, uomo onesto, che per la sua sopportazione si è mostrato degno della Gloria degli Angeli…

SI RIACCENDONO LE LUCI DI SCENA

Lunga pausa di silenzio e sgomento di Pasquale, rimasto di stucco…

PASQUALE: Marì! Ma hai sentito pure tu quello che ho sentito io?

MARIA: (le viene quasi da ridere) Eh si, Pasqua’!    (tra sé)    La ruota gira…

PASQUALE: (urlando verso il vicino di casa) A Consiglia e al marito non gli farò chiudere solo le finestre, gli farò gettare a terra (demolire) tutta la casa!...

MARIA: (passato il pericolo, ritorna mite) Uè, calmati, Pasqua’!

PASQUALE: E se il marito mi dice qualche cosa, gli rompo pure la testa a quel cornutone…

MARIA: Madonna mia! Che dici Pasqua’? Quelli sono tanto dei bravi cristiani…

PASQUALE: E pure io sono stato sempre un bravo cristiano Marì, e questo è il risultato! Ma dov’è che ho sbagliato?… Dove?...

A queste parole Maria ci ripensa e si fa prendere da uno sconforto opposto al precedente…

MARIA: Non dire così: sono io che ho sbagliato tutto Pasqua’! Prima ero scontenta perché non volevo andare in Paradiso, e adesso mi viene da piangere perché non voglio andare all’inferno… Io, dopo, “non li voglio fare i conti”…

PASQUALE: (agitato, comincia a camminare su e giù) E io invece non voglio morire adesso: io so’ ancora giovane! Ciò appena sessant’anni: per arrivare a 80 anni ce ne vogliono venti. Mica sono fessi altri vent’anni, Marì?

MARIA: (piangendo, riferendosi a Pasquale) E chi lo sopporta adesso? Questo è il problema!...

PASQUALE: (percepisce appena) Che hai detto Marì?

MARIA: (mette una pezza) Ah? Ho detto: E chi lo risolve adesso questo problema?

PASQUALE: (sfoga la rabbia accumulata) Nessuno! Quelli migliori muoiono sempre prima!… Ecco, ora tiene pure il coraggio di piangere! Intanto io muoio e lei rimane qua, alla faccia mia! Guardatela, guardatela come si mantiene giovane, tiene ancora la pelle lucida lucida. E chi la smuove di qua, dopo il veleno che ha sputato fuori in questi giorni…

MARIA: Pasqua’, ma io non voglio andare all’inferno.

PASQUALE:  Tu, se continui a comportarti così, fregherai pure a Saverio il “Bestione”….

MARIA: Io voglio venire in Paradiso con te, non voglio andare all’inferno col “Bestione”… Per venti, trent’anni in più sulla terra non posso rinunciare al Paradiso (Inizia una cantilena come se gia’ piangesse la morte di suo marito) Pasqua’, voglio venire con te… Pasqua’, voglio venire con te...

PASQUALE: (su tutte le furie) Marì! Allora non hai capito niente? Io questo “premio” che dici tu, non lo voglio vincere! Ohhhh…

MARIA: (continua, ma cambiando motivo silenziosamente) Voglio stare con Pasquale mio in Paradiso... Voglio stare con Pasquale mio in Paradiso...

PASQUALE: Mo' incomincia con un’altra canzone. Uè! Ti vuoi stare zitta o no! Bugiarda, vipera velenosa e bestemmiatrice…

Squilla il telefono: spavento di Pasquale.

Scena II

Pasquale, Maria e la telefonata da Milano

PASQUALE: (risponde scorbutico) Chi è! (E subito passa la cornetta alla moglie) E’ tua figlia da Milano.

MARIA: (risponde  debolmente, ma felice di sentire sua figlia) Luisella, come stai, a mamma? Da quanto tempo che non ci sentiamo. Che fa papà? Niente, sta bene, così, così! Come? La piccolina, Marianna, vuol dire "Ciao a nonna?” (ride) Ciao a nonna, ciao. Vuol dire pure "ciao" a nonno? E mo te lo passo a nonno...

Gli porge la cornetta, ma Pasquale non ha nessuna voglia di parlare…

PASQUALE: (irascibile) Ancora?

MARIA: E’ la piccolina, Marianna: ti vuole salutare, ti deve dire "ciao".

PASQUALE: Questi hanno tempo da perdere! Io devo vedere cosa devo fare stamattina: mo devo correre subito dall’avvocato…

MARIA: Ma tua nipote ti vuole dire solo "ciao".

PASQUALE: (scostante, prende la cornetta)  Ciao, a nonno, ciao. Statti bene! E dai, che nonno non può perdere tempo che tiene i giorni… che giorni?  Tiene le ore contate…

MARIA: (riprendendosi la cornetta) Pronto? Luisella? Quant’è fatta grande Marianna! Quest’anno andrà all’asilo? Che c’è? Ah, hai comprato la casa? Ti dobbiamo mandare i soldi! Quanti dicesti che erano? Cinquanta milioni! (Ottura l'apparecchio con la mano e si rivolge al marito) Hai sentito? Ci dobbiamo mandare i cinquanta milioni perché si sono comprati la casa…

PASQUALE: (sentenzia) I soldi non si possono toccare: stanno vincolati e se li prendo prima ci perdo gli interessi...

MARIA: Ma ce l'abbiamo promessi e se non ce li diamo Luisella perde la caparra.

PASQUALE: Lei perde solo la caparra, ma io se ce li do, perdo la vita…

MARIA: (riprendendo a parlare all'apparecchio) Si, a mamma, si, non ti preoccupare! Per quanto te li devo mandare? Per martedì prossimo? Va bene, a mamma, penso che per martedì (fissando suo marito) non ci saranno più questi problemi… (allude al marito in procinto di “andarsene”)

PASQUALE: (ribadisce) I soldi non si possono svincolare!

MARIA: (con la mano sull’apparecchio) Pasqua’, ma i soldi, sempre ai figli nostri ce li dobbiamo dare, mica ce li possiamo portare appresso! Li dobbiamo aiutare adesso che hanno bisogno.

PASQUALE: (ancora più categorico) I soldi non si possono svincolare! Cavolo!!!

MARIA: (riprendendo sottovoce) Non ti preoccupare, dopo te li mando io i soldi. Come? Lo vuoi salutare? E Marianna ci vuole mandare pure un bacetto! Eh... un’altra volta Luisè, papa’ stamattina si è alzato girato alla rovescia… Beh, ciao, ciao, ciao a nonna… (chiude)

PASQUALE: (burbero, mentre cerca concitatamente un numero sull’elenco telefonico) Lo capisci che non possiamo perdere tempo al telefono?... Tengo da fare cose più importanti!

MARIA: (cercando di intenerire Pasquale) Quant’è fatta bella Marianna: non ha compiuto ancora tre anni e gia’ ti vuole dire ciao ciao “in faccia al telefono”…

PASQUALE: (non abbocca) Si,canta tu:  io i soldi non li posso svincolare. Ohhh!!!...

MARIA: (pensa ad alta voce) Tanto, fino a martedì prossimo…

PASQUALE: (fissandola torvo) Che cosa vuoi dire Marì?

MARIA: Niente: c’è tempo! (cambia discorso)  Che stai cercando?

PASQUALE: Il numero di telefono dell’avvocato Favugno…

MARIA: Perché? Che cosa ci devi fare?

PASQUALE: Dobbiamo fare causa a Consiglia e a suo marito …

MARIA: Di nuovo? Ma non ci sta bisogno Pasqua’: se glielo diciamo con le buone, vedrai che troviamo l’accordo…

PASQUALE: L’accordo? Che cavolo me ne faccio dell’accordo? Io voglio fare una causa che non finisce mai, Marì! E all’avvocato gli devo dire che non si fermasse alla prima sentenza, si preparasse già all’appello. (Spazientito) Dove cavolo sta ‘sto numero? Possibile che un avvocato di questa fatta, non tiene un diavolo di numero sulla rubrica? Marì, cercalo tu il numero che io, tanto il giramento, non ci vedo più…

Maria, obbediente suo malgrado, trova il numero sull’elenco.

MARIA: … L’ho trovato Pasqua’!

PASQUALE : Allora dettami il numero! Subito il numero…

Pasquale va all’apparecchio e si appresta a comporre il numero che gli detta Maria.

Scena III

Pasquale, Maria e la telefonata all'avvocato

PASQUALE:  (al telefono) Pronto? L'avvocato Favugno? Come non ci sta? E dove è andato? (Dopo un po') Scusate signori', se mi fate parlare un po’ a me, forse è meglio, così mi spiego. (A sua moglie) E questa dice sempre le stesse cose! 

MARIA: Ah, allora quella èla segretaria (segreteria) a “pappagallo”: devi lasciare un messaggio…

PASQUALE: (Si dispone per il messaggio, tenendo la cornetta a mo’ di microfono, parlando per il verso dal quale si ascolta)  Avvocato Favugno, sono Pasquale Gaudillo, ho i minuti contati! Dovete telefonare subito a casa mia, perché dobbiamo fare demolire una casa abusiva vicina al mio confine. (Sussurrando in confidenza) Sono disposto a cacciare ogni cifra, ripeto: ogni cifra! Telefonare! E’ urgentissimo! Questione di vita o di morte! (e chiude) Allora, facciamo un riassunto: i cinquanta milioni non si toccano; avviamo subito la causa contro l’abusivo; alla Messa non c’è pericolo che ci vado… Ah, le bestemmie! (Inveisce a scena muta contro sua moglie, come ha fatto Maria contro di lui nel primo atto; quando smette ha un respiro liberatorio) Ohhh! Penso che fino a martedì prossimo me la sono scansata (e siede soddisfatto; ma poi riflette) Ma che ci faccio! Che ci faccio! “Quello”, il “Principale di sopra”, queste cose non me le considera proprio, dopo una vita onesta di lavoro per la famiglia. (Verso sua moglie) Mi viene proprio da ucciderti! Manco a farmi fare la vecchiaia tranquilla. Primo: mi hai fatto cadere dalla scala, a rischio di farmi rimanere sulla sedia a rotelle; Secondo: mi hai fatto tagliare un piede con la motosega, a pericolo di farmi rimanere zoppo; Terzo: quell’unica volta che non mi avevi sognato, hai fatto di tutto per trascinarmi nella tua disgrazia. Tu non sei una moglie: sei un diavolo! 

MARIA: (lamentosa) Si Pasqua’, ma andiamocene in Paradiso…

PASQUALE: Vacci tu in Paradiso, perché così era cominciata ‘sta commedia! Eh, come ti piacerebbe a rimanere vedova, eh? Magari ti sposi di nuovo, con tutti i risparmi miei… Ti prendi un bel giovanotto e chi s’è visto s’è visto… Ma io ti sfascio le corna a te e a lui! Te li faccio togliere subito questi pensieri dalla testa…

MARIA: Ma che dici? Che pensieri? 

PASQUALE: Stai zitta, svergognata!

Maria singhiozza, Pasquale smania, e improvvisamente....

PASQUALE: (urla) La vita scorre e se ne va!

MARIA: (accorre spaventata) Pasqua’, calmati, Pasqua’.

PASQUALE: (si abbandona sulla sedia) Senti se’! Senti l’acqua e i cavalloni come gorgogliano.

MARIA: Chiamiamo il dottore, Pasqua’.

PASQUALE: Chiama il fontaniere dell’Acquedotto…

MARIA: (prova a incoraggiarlo) Statti calmo... quella voce era solo un’impressione…

PASQUALE: Ah, era solo un’impressione? E allora perché adesso tieni paura di andare all’inferno?

MARIA: (lo prega) Pasqua’, ma salviamoci l’anima: andiamocene in Paradiso...

PASQUALE: Nossignore, io devo fare la parte del “malamente”. Mi posso assicurare almeno altri vent’anni di bella vita… Si, voglio mangiare, bere e provare tutti i vizi di questo mondo, come a… Saverio “Bestione” …

MARIA: (preoccupata da quel delirio) No, no, ce ne dobbiamo andare in Paradiso Pasqua’!

PASQUALE: Marì, io non ciò da fare la bella statuina sopra le nuvole. T’ha chiamato a te, perché non ci sei voluta andare? Tanto hai fatto e tanto hai detto, che alla fine mi hai inguaiato…

MARIA: Perché da sola ho avuto paura Pasqua’; ma se ce ne andiamo insieme, io sto contenta…

PASQUALE: E si! Ti sei attaccata come una zecca alle costole che mi tira il sangue… (Impreca) Maledizione a me e quando mi feci convincere quel giorno: “Scappiamo Pasqua’, scappiamocene col tre ruote!”…

 Suona il campanello. Spavento dei coniugi: è una visita poco gradita da Pasquale…

Scena IV

Pasquale, Maria e Don Alfonso Caporale.

Don Alfonso è un tipo poco raccomandabile; legato alla malavita, ha fatto i soldi quale “caporale” sfruttando i braccianti della zona, tra cui Pasquale. Don Alfonso ostenta spavalderia ed eleganza; ha capelli impomatati e baffetto seduttore, ma in realtà è soltanto “un guappo di cartone”.

PASQUALE: (timoroso dirà piano) Marì che paura; io mi nascondo: non ci sono per nessuno!

MARIA: Non ti preoccupare: chiunque sia lo caccio! (apre gentilmente) Oh, Don Alfonso, avanti…

Pasquale si arrabbia a soggetto e va a nascondersi all’interno

DON ALFONSO CAPORALE: (entrando) Buon giorno comare Maria, ci sta il vostro “giovanotto?” Vengo ora dalla piazza ma non l’ho potuto incontrare…

MARIA: Eh, il mio giovanotto non mi lascia mai; sta qua, accomodatevi, sedetevi… Pasqua’ esci…

Pasquale esce contrariato guardando Maria di traverso

DON ALFONSO: (appena vede Pasquale gli va incontro e lo abbraccia) Uè, Pasquale bello…

PASQUALE: (fingendo) Uè, don Alfonso carissimo come stai? Siediti… (i due si siedono a tavola) Gradisci un Amaro Lucano?

MARIA: Pasqua’, di prima mattina? (intanto prenderà a lavorare all’uncinetto)

PASQUALE: Tu stai zitta! Fatti gli affari tuoi…

DON ALFONSO: Be’, veramente, pure io a prima mattina, Pasqua’…

PASQUALE: (autoritario) No, no, no… Don Alfonso, mi devi fare compagnia altrimenti mi offendo… Marì, prendi l’Amaro Lucano e due bicchieri… Scattare!

MARIA: (verso il pubblico) Mamma mia oggi! Questo mi fara’ passare le pene dell’inferno …

PASQUALE: (riferendosi alla probabile proposta di lavoro) Be’, dove mi vuoi portare ‘sta volta?

DON ALFONSO: C’è un grosso proprietario terriero di Pietramontervino, in provincia di Foggia, un certo Picciano, che tiene 1.500 alberi di ulivo; vieni tu, Rocco “la fiacca” etc. etc. insieme con i soliti (nomi e soprannomi locali da inserire)… il furgone pieno insomma… tutti uomini esperti come te…

Maria porta sul tavolo l’Amaro Lucano che Pasquale versa a piacimento. Per la verità Pasquale, ora che non ha più nulla da perdere, vuole togliersi un sassolino dalla scarpa…

DON ALFONSO: A me solo un goccetto per farti compagnia… (Pasquale gli riempie il bicchiere) Ma no, è troppo Pasqua’…

PASQUALE: Ma siamo amici o non siamo amici da trent’anni, Alfo’?... Bevi tutto! Oh!... E le condizioni di pagamento quali sono?

DON ALFONSO: (bevendo di malavoglia) Sempre le stesse Pasqua’: io vi trasporto andata e ritorno e vi do le duemila lire al giorno…

PASQUALE: (appena Alfonso lascia il bicchiere, lui provvede a rabboccarlo) Ah! Come al solito… (comanda) Bevi! …. Ma tu Alfo’, non fumi il sigaro?

DON ALFONSO: (sorseggia; è un po’ sorpreso dal comportamento inusuale di Pasquale) Certo! Dalla nascita! E tu non hai mai fumato?

PASQUALE: Mai! Perché mia moglie prima non voleva … Ma adesso… fammene assaggiare uno Alfo’!

MARIA: Pasqua’, ma che vuoi farmi fare peccato mortale? Non ti permettere…

PASQUALE: E io invece mi permetto Marì, eccome se me lo posso permettere…

DON ALFONSO: (prima di dare il sigaro a Pasquale) Col vostro permesso comare Maria…

MARIA: Basta che non mi appestate la casa di fumo tutti e due…

PASQUALE: E che modi sono questi Marì! (allude al suo prossimo trapasso) Pure a un condannato a morte gli fanno fumare l’ultima sigaretta…

MARIA: E gliela fanno fumare in casa mia? Ma tu ti sei impazzito Pasqua’… Solo che puzza…

PASQUALE: (funereo) Sentirai che puzza fra qualche giorno… (poi annusa il sigaro spento) Ah, che profumo… Scusala Alfo’, quella non capisce niente: questi sono sigari di prima qualità…

DON ALFONSO: Cubani! Li vado a comprare a Bari…

PASQUALE: E chissà quanto ti costano… Bevi!

DON ALFONSO: (sorseggia) Uhm! Un occhio!... Ma vale la pena Pasqua’…

PASQUALE: E certo! E chissà come aumentano di prezzo… Bevi!

DON ALFONSO: (risorseggia) Uhm!  Una continuazione Pasqua’…

PASQUALE:  Ma tanto tu Alfo’, parliamoci chiaro: tu te lo puoi permettere…

DON ALFONSO: E certo che me lo posso permettere Pasqua’, modestamente…

PASQUALE: (si fa molto serio) …“Modestamente” lo dovrei dire io Alfo’, perchè con quella pensione di fame che mi danno, il vizio del fumo non me lo posso permettere…

MARIA: E non dici grazie alla Madonna?

PASQUALE: Marì, tu è molto meglio che ti stai zitta!

DON ALFONSO: (vorrebbe sdrammatizzare) Pasqua’, le mogli hanno sempre ragione. Pure mia moglie odia la puzza di sigaro che mi porto addosso… Per non parlare della salute… Tu sei un uomo fortunato Pasqua’…

PASQUALE: Ah, so’ fortunato perché non ho i soldi per fumare?

DON ALFONSO: No, Pasqua’! Volevo dire che senza vizi si campa meglio e anche molto di più…

PASQUALE: Ah, adesso ho capito Alfo’! Ecco perché tu (da più di dieci anni) a noi poveri operai ci dai sempre duemila lire al giorno… e ti intaschi tutto il resto alla faccia nostra… Tu lo fai per la nostra salute…

DON ALFONSO: (solo ora realizza l’intento di Pasquale) Pasqua’, ma che cosa vuoi dire?

MARIA: (cerca di mettere una pezza) Niente don Alfo’. Pasquale oggi sta nervoso perché…

PASQUALE: Perché pure io voglio tenere i vizi come te Alfo’: voglio essere sfortunato, rubare un sacco di soldi ai fessi e mantenere due amanti come fai tu (si alza e passeggia)… Ah, che bella vita…

A questo punto Pasquale, fingendo di essere fuori di testa si estranea dalla scena; fuma a grandi boccate il sigaro spento e imita Don Alfonso assumendo varie pose spavalde.

DON ALFONSO: (si alza intimorito e si avvicina a Maria) Comare Maria, ma Pasquale che tiene?

MARIA: (regge il gioco del marito) Don Alfo’, non fateci caso; è da stamattina che smania di questa maniera… Ho gia’ chiamato urgente il dottore e lo aspetto da un momento all’altro…

DON ALFONSO: Comma’ Marì, non è più lui!… Che impressione! Così, da un momento all’altro, è uscito…

MARIA: E’ uscito pazzo!... E sparla Don Alfo’, sparla di tutti quanti… E meno male che non v’ha detto che siete un ladro, furfante, sanguisuga, sfruttatore, usuraio, strozzino, carogna, traditore e puttaniere…

DON ALFONSO: Meno male!... Mi raccomando comma’, non lo fate uscire di casa, ‘ché se questo va in piazza e ricomincia a calunniare… mi fa passare un capo-guaio con mia moglie…

MARIA: Non sia mai Don Alfo’: quella poverina di vostra moglie vi crede così onesto…

 

DON ALFONSO: (perplesso) Già… (da un’ultima occhiata a Pasquale che si atteggia come prima) Gesù, Gesù… Arrivederci…  (esce)

MARIA: (grida dalla porta, mentre Pasquale le si avvicina) DON ALFONSO CAPORALE…

DON ALFONSO: (risponde dall’esterno) SI…???

PASQUALE: (prepara le mani nella maniera tipica e fara’ una sonora pernacchia) PRRRRRRR…

Si udra’ per le scale il solito rumore di qualcuno che cade ed impreca; quindi Maria chiudera’ la porta…

MARIA: (ride) Be’ Pasqua’! Almeno ti sei tolta una bella soddisfazione…

PASQUALE: E che me ne faccio, Marì? Il “Principale” questa cosa non me la considera, perché Don Alfonso è stato sempre un mascalzone senza scrupoli e gli ho detto quello che si merita…

MARIA: Lo vedi Pasqua’? Non è mai troppo tardi…

PASQUALE: Invece per me è troppo tardi Marì! Sono un vigliacco: solo oggi ho trovato il coraggio perché mi sento già un piede nella fossa…

MARIA: In Paradiso…

PASQUALE: Nella fossa!

                                                                

Campanello

Scena V

Pasquale, Maria e Francuccio (che rimarra’ all’esterno senza parlare)

PASQUALE: (impugna la bottiglia sul tavolo) Apri  Marì, ‘ché se è tornato Don Alfonso faccio davvero peccato mortale…

MARIA: Che sei uscito pazzo? (si accerta guardando dallo spioncino) Lascia quella bottiglia: è Francuccio di Consiglia…

Francuccio è un bambino di 7 anni, figlio della vicina, che nel primo atto a detta di Pasquale è stato trattato maleducatamante da Maria per via del malcontento nei confronti dei suoi genitori.

PASQUALE: Caccialo via Marì: non teniamo da dargli più niente…

MARIA: Ma che c’entra il bambino Pasqua’?… (apre)  Uè, Francuccio, cuore di zia, entra…(pausa mentre il bambino risponde)… Ah, non vuoi entrare? Vuoi solo una foglia di prezzemolo… subito!

MARIA: (mentre va alla finestra e prende il vaso nel quale ha il prezzemolo) Francù, scusa a zia se ti ho risposto male l’altro giorno, ma io non ce l’avevo con te: tu sei tanto bravo! Ecco, tieni questo vaso col prezzemolo fresco e portalo a mamma…(pausa mentre il bambino ringrazia)… di niente… saluta a mamma… (mentra sta per chiudere, lo richiama per una commissione)

Ah, Francù, senti, vieni a zia: per piacere, devi portare questi soldi a Carmela di sopra?

PASQUALE: Che so’ sti soldi? Uè, Marì, non pagare a nessuno! (osserva curioso sua moglie)

MARIA: (prende dal petto le 50 mila lire avute da Carmela) Questa è la 50 mila lire e questa è una cioccolata per te… (pausa mentre il bambino ringrazia) Prego! Portali subito a zia Carmela…bravo! (chiude la porta)

Scena VI

Pasquale e Maria

PASQUALE: Marì, che sei scema? Perché hai dato tutti quei soldi a Carmela…

MARIA: Per forza! Perché Carmela sabato prossimo deve sposare la figlia…

PASQUALE: (irato) E allora? Io non tengo da fare regali a nessuno Marì… Vatti a riprendere i soldi… se no vado io…

MARIA: Uè, Pasqua’, calmati: quelli sono gli stessi soldi che mi ha dato Carmela l’altro ieri, per i ricami e i lavori che ho fatto sul corredo della figlia…

PASQUALE: Embe’? Mica si lavora gratìs? Prima ti cechi gli occhi di notte e poi facciamo pure beneficienza…

MARIA: Ma che sono i soldi, Pasqua’? Pezzi di carta! I soldi sono la rovina della gente: noi, sopra la terra, ci dobbiamo volere bene…

PASQUALE: Marì, è inutile che mo fai la santarella: tu non la pensavi così fino a poco tempo fa…

 

MARIA: Ma da quando il Padre Eterno m’ha condannato all’inferno, ho cambiato la politica…

PASQUALE: E allora diglielo, diglielo che hai cambiato idea e mi lasciasse stare; perché a me non me ne frega niente di andare all’inferno… Ohhhh!...

MARIA: … Ma lì fa troppo caldo Pasqua’!

PASQUALE: Mi starò in mutande e canottiera...

MARIA: Tieni il fuoco e la brace tutto intorno intorno….

PASQUALE: Meglio! Perché coi termosifoni sempre accesi, si crea la condensa…

Maria si affaccia sul proscenio timorosa e discreta e si rivolge verso l’alto.

MARIA: …Signore, ho cambiato idea. Lascialo stare a mio marito e portati a me...

Si attende una risposta. Silenzio.

MARIA: Non mi risponde Pasqua’: se n’è andato! Forse quella voce di prima è stata tutta un’impressione…

PASQUALE: Perché hai parlato troppo piano Marì, come ti deve sentire? Grida più forte!

MARIA: (alzando il tono di voce) Signore, portati a me, lascialo stare a mio marito!

PASQUALE: (dopo un po’ di attesa) Niente Marì?

MARIA: Niente, Pasqua’…. Vuoi vedere che tiene ragione la dottoressa?

PASQUALE: E perché?

MARIA: Quella ha detto che è tutta una suggestione: il sogno, la voce che abbiamo sentito… Questo ci succede perché noi teniamo paura di morire…

PASQUALE: Nooo… La voce era vera! Sicuro Marì! Perché quella l’ho sentita io…

MARIA: E se la voce era vera, è vero pure il sogno mio…

PASQUALE: E gia’!

MARIA: Che faccio, Pasqua’?

PASQUALE: E che fai?  Lasciagli un messaggio, così quando torna “il Principale” lo legge…

MARIA: Ma che stai scherzando Pasqua’? Il Padre Eterno non tiene altro da fare che andarsi a leggere i messaggi di tutti quanti…

PASQUALE: Che ne so io, Marì? Che ne so come fai tu a stare in contatto col Padre Eterno...

MARIA: A me mi succede quando dormo: perché non andiamo a dormire?...

PASQUALE: Ma como faccio a dormire con questa agitazione che tengo addosso; e poi adesso non è l’ora di andare a coricarsi…

MARIA: Pasqua’, allora devi aspettare stanotte…

PASQUALE: Fino a stanotte? (si fa nervoso sul  proscenio e con lo sguardo verso l'alto) Signo', mia moglie Maria ha cambiato idea; e Tu lo dovresti sapere, perciò, portatela una volta e buona!

Maria si precipita anche lei e cade in ginocchio..

MARIA: (gridando) Si, Signore! Io mi sono pentita dei peccati che ho fatto in questi giorni; sono pronta a scontare tutti i peccati, ma salvatemi dal fuoco dell'inferno.

PASQUALE: (sorpreso dalla moglie) Calma, Marì, ce lo sto spiegando io: che è tutta questa furia?

SI SPENGONO DI NUOVO LE LUCI SULLA SCENA

Irrompe di nuovo la “voce”

Scena VII

Pasquale, Maria e la voce dall'alto

LA VOCE: Va bene Maria, non mi ero sbagliato sul tuo conto. Gli Angeli del cielo ti aspettano.

MARIA: (estasiata) Grazie, grazie!  E... quando dovesse succedère questa partoriènza?

LA VOCE: Maria, non ti sforzare, parla pure la tua lingua: cosa vuoi chiedermi?

MARIA:  Signore, e quando “li devo stendere i piedi?”

LA VOCE: Subito, Maria. Proprio come dite voi:  « Su due piedi ! »

PASQUALE: Noi diciamo pure: “fritto, cotto e mangiato!”

La VOCE: (ammonendo) Zitto, peccatore! Fritto, cotto e mangiato, è la fine che farai tu!

Pasquale si allontana mogio mogio dal proscenio, mettendosi in disparte.

MARIA: …E non ho neanche il tempo di andarmi a comprare un vestito?

LA VOCE: Non serve Maria! Metti l'abito nuziale. La morte per i buoni non è una cerimonia funebre, ma una festa di sposalizio.

MARIA: Ma la gente che dirà quando verrà a farmi visita?

LA VOCE: Dirà: "Che bella sposa!"… Vai, vai a vestirti.

MARIA: E Pasquale mio marito?

LA VOCE: Lascialo campare! Con lui “dopo faremo i conti”…

Maria esce, rivolgendo un intenso sguardo nei confronti del marito… il quale si mostra alquanto imbarazzato; ma Pasquale è comunque convinto di restare.

Scena VIII

Pasquale

Pasquale, sollevato ma non troppo, si concede pensoso un altro po’ di Amaro che era sul tavolo.

PASQUALE: (guardando verso la camera da letto) Marì, il vestito da sposa non ti entra più: quando l’abbiamo comprato eri magra magra come una sardina: è inutile che ti sforzi… Ma che stringi con la pancera? Che vuoi stringere? La trippa da qualche parte deve andare: o la sali sopra o la scendi sotto. Marì, senti a me: non ti sforzare se no il vestito si strappa.... Che poi la gente dirà che io non sono stato neanche capace di vestirti...

Scena IX

Pasquale e Maria, poi la Voce

Maria entra col vestito nuziale, garbata e graziosa nel portamento: sembra davvero una giovane sposa. Pasquale ne resta incantato.

MARIA: Come ti sembro, Pasqua’?

Pasquale, a bocca aperta per l'effetto della visione, non risponde.

MARIA: Mi va ancora bene! Non mi fai nemmeno un complimento?

PASQUALE:  (con un filo di voce riesce a sillabare) Si... si... perònon ti sta male…

MARIA: Grazie Pasqua’… Allora, ci dobbiamo salutare?... Me lo dai un bacio?

PASQUALE: (sempre emozionato) Aspetta...

MARIA: Ma io non posso più aspettare, Pasqua’.

PASQUALE: Porti fretta Marì?

MARIA: Sì, Pasqua’, porto fretta, come quando ci siamo sposati.

PASQUALE: Mi ricordo… e il viaggio di nozze col tre ruote? Non potevi più aspettare!... Però adesso  te ne vai sola sola...

MARIA: Si.

PASQUALE: E non ti dispiace che mi lasci solo?

MARIA: Sei tu che mi lasci andare da sola, Pasqua’…

Silenzio

 

PASQUALE: … (si commuove)  Io ti voglio bene, Marì…

MARIA: E io pure. (Si avvicina e gli da un casto bacio di addio) Statti bene, Pasqua’…

Maria si gira e fa per andarsene in camera, per “adagiarsi sul letto”… Ma prima di entrare….

PASQUALE: Aspetta, Marì!

MARIA: Che c’è?

PASQUALE: Mica me l’hai buttato il vestito di quando ci siamo sposati?

MARIA: No. Sta ancora nell’armadio, appeso nel “cellofòn”...

PASQUALE: Chissà se faccio ancora in tempo?

Maria alza appena le spalle. Pasquale si affaccia al proscenio e guarda verso l'alto.

LA VOCE: (solenne) Fai presto! Vatti a cambiare!

Pasquale corre per andarsi a vestire.

Scena X

Maria e la voce fuori campo di Pasquale

Maria, rimasta sola, è una statuina in posa con sguardo fisso e illuminato…

PASQUALE: (parla dalla camera) Marì, forse mi va ancora bene. Dove l’hai messa la cravatta?

MARIA: (sicura) Sta nella tasca della giacca.

PASQUALE: (sorpreso) E tu, dopo quarant’anni ti ricordi ancora che la cravatta sta nella tasca della giacca… Tu non sei una donna Marì, sei una Santa… Che dici? Me le tengo queste scarpe?

MARIA: No, mettiti quelle nuove.

PASQUALE: Mi sento emozionato, Marì. Mi pare come quel giorno che siamo partiti per il viaggio di nozze… E le calze me le cambio?

MARIA: Pasqua’, ma tu lo fai apposta per perdere tempo?

PASQUALE: No, Marì, è che...

MARIA: Stai facendo come quel giorno che siamo partiti: la ruota di scorta, il pieno, la lattina di benzina, i freni…

PASQUALE: Però poi siamo partiti…

MARIA: Si, poi siamo partiti…

Scena XI

Maria e Pasquale

Pasquale esce vestito da sposo. Anche lui non è niente male.

PASQUALE: (emozionato) Come sto Marì?

MARIA: (accomodandogli il nodo della cravatta) Stai bene, sembri un giovanotto di vent’anni.

PASQUALE: Grazie Marì!

 

Pausa

PASQUALE: E mo che si fa?

MARIA: Si parte!

PASQUALE: E non lasciamo detto niente a nessuno? Almeno un biglietto... per educazione... ci vedranno sparire così...

MARIA: Pasqua’, tu vuoi perdere tempo, come quarant’anni fa…

PASQUALE: Almeno due righe, per dire che non stessero in pensiero…

MARIA: E va bene.

Pasquale prende un foglietto di carta e una penna.

PASQUALE: Che ci scriviamo? Noi sottoscritti... Maria e Pasquale Gaudillo,  nati a...

MARIA: (interrompendo) E si! Così ci stiamo un altro paio d’ore! Scrivi una frase più semplice…

PASQUALE: Una frase! E’ una parola! Tu vai a Messa, sei più brava di me… dettamela tu!

 

MARIA: (ci pensa un attimo)  "Per sempre" puntini puntini.

PASQUALE: E che significa Marì?

MARIA: Me l’hai scritta tu quando ci fidanzammo: mi dicesti che era una poesia per me…

PASQUALE: Veramente? Non mi ricordavo più!  Ed era così corta?

MARIA: Ci bastava…

PASQUALE: Con le scuole che abbiamo fatto, ci bastava si!... "Per sempre..." puntini puntini… Però è bella, fa una certa impressione… Ma che ci vogliamo aggiungere qualche altra cosa Marì?…

MARIA: Non serve Pasqua’: stanno i puntini che dicono tutto; tutte le cose che uno vuole dire e non è capace di spiegare…

PASQUALE: (la ripete) "Per sempre..." puntini puntini… Ma non è che la gente si crede che scriviamo così perché siamo ignoranti?

MARIA: Ogni parola è inutile di fronte alla verità, Pasqua’: il foglio lo puoi lasciare pure in bianco.

PASQUALE: Ma se lo lasciamo in bianco Marì, diranno che non l’abbiamo neanche incominciato, mentre "per sempre..." puntini puntini,  penseranno che tenevamo da scrivere tante cose, ma non abbiamo fatto in tempo, perché la morte…

MARIA: (corregge) L'Angelo.

PASQUALE: … Perché l’Angelo ci ha preso all’improvviso...

Squilla il telefono.

Scena XI

Pasquale, Maria e la telefonata dell'avvocato

MARIA: Pasqua’, non ci rispondiamo....

PASQUALE: Sara’ Luisella che ci richiama: la bambina voleva dire “ciao” al nonno…

MARIA: Pasqua’, quando il Padre Eterno ci chiama, dobbiamo correre, scappare; se vai salutando, facendo e dicendo, ti perdi per strada e non arrivi mai…

PASQUALE: Quando dico solo ciao a Marianna. (E risponde al telefono)  Pronto? Chi è? L'avvocato Favugno! (A Maria)  E’ l'avvocato Favugno! E che vuole questo da noi? (Ascolta un po' e poi di nuovo a sua moglie) Dice che l’abbiamo chiamato per fare causa. (E rivolgendosi all'avvocato) Avvoca’, forse vi hanno fatto qualche scherzo; qualcuno vi ha fatto il nome nostro per divertirsi… Noi siamo vicini di casa, ci rispettiamo e ci trattiamo da una vita… Statevi bene avvoca’, scusate ma io non posso perdere tempo… vado di fretta… per piacere… ciò una cerimonia importante, tengo un Matrimonio! (e chiude). Oh!... Ma tu vedi questo come insisteva che dovevamo fare per forza una causa…

 

Scena XII

Pasquale e Maria verso il finale

MARIA: Sei pronto adesso?

PASQUALE: Devo scrivere la frase.

MARIA: (dolce rimprovero) Pasquale!

PASQUALE: (fatica a scrivere) "Per sempre" con la “P” o con la “B”?

MARIA: Scrivila come vuoi tu, basta che ti spicci.

PASQUALE: Non mi ricordo. Quando ci siamo fidanzati come l’ho scritto?

MARIA: Con due "PP".

PASQUALE: E andava bene?

MARIA: Quando lo dissi a Luisella si mise a ridere.

PASQUALE: Allora, se con due "PP" s’è messa a ridere, figurati con una. Mo' ci mettiamo una "B" (di Bar)…

MARIA: Pasqua’, Luisella mi disse che ci voleva solo una “P” (di Poste)

PASQUALE: Possibile? E' troppo debole con una P sola. Senti: (Pronunciando debolmente) "Per sempre",  senti che debolezza con una "P" sola. Mentre con due "B" viene meglio (pronuncia forte): "Per sembbre", come per dire: "A noi non ci dividono nemmeno le cannonate".

MARIA: E mettici due "B",  Pasqua’, e mettile pure “Maiuschiole”… (grandi)

PASQUALE: Si, con due "B" grosse e tre puntini, penso che va meglio (e scrive). Si vedono ‘sti puntini? Sembrano le puntine del calzolaio (semenze), facciamole con la testa più grossa… ‘ché la sta tutto il significato loro... (dopo aver calcato un po') Porca la miseria!  Mo' sembrano i centroni grossi (chiodi grossi).

MARIA: Be’, sei pronto, Pasqua’?

PASQUALE: (suggestionato) Ma che ha squillato il telefono?

MARIA: Pasqua’!

PASQUALE: Ma tu non hai paura Marì? Tu stai così pacifica…

MARIA: Perché ce ne stiamo andando in Paradiso, Pasqua’...

PASQUALE: Vestìti da sposalizio… come quarant’anni fa… col tre ruote…

MARIA: Con l’Angelo!

PASQUALE: Gia’, con l’Angelo!

MARIA: Siediamoci, Pasqua’!

E siedono al tavolo, di fronte alla platea.

PASQUALE: Io ho paura Marì…

MARIA: Ma è solo un salto, Pasqua’.

PASQUALE: E che salto, Marì...

MARIA: Stringimi le mani...

Allungano le braccia sul tavolo e si stringono le mani.

 

PASQUALE: Che facciamo adesso?...

MARIA: Sssh… Silenzio…

Si spengono le luci sulla scena. Verranno illuminati solo i due sposi seduti al tavolo.

PASQUALE: (timoroso) Marì, hanno spento la luce…

MARIA: E’ arrivato l'Angelo!

PASQUALE: Maria mia, non mi lasciare, stringimi forte…

MARIA: Per sempre, Pasqua’…

Ma Pasquale non risponde più: ha reclinato piano il capo ed ha chiuso gli occhi. Anche Maria li chiude dopo l’ultima battuta. Mentre cala il buio totale sulla scena si sentira’ una musica celestiale… Dopo una dozzina di secondi la musica sfumera’; quindi tornera’ la luce sui personaggi e si udra’ di nuovo la Voce.

VOCE: Maria, sono io che ti chiamo: svegliati!

Maria, dopo il “grande salto”, si ridesta piano come da lungo sonno.

MARIA: … Sei Tu Signore?

VOCE: Si! Ho voluto mettervi alla prova… ma come per Abramo sul monte, sarò indulgente…

MARIA: Che significa?

VOCE: Prima eravate distanti, con l’inferno nel cuore, ma adesso…

MARIA: Noi ci amiamo ancora… e niente ci fa paura…

VOCE: L’Amore vi ha unito, e questa casa è il vostro Paradiso…

MARIA: Siamo gia’ arrivati?

E con la casa che risplendera’ di luce luminosissima, Maria si guarda intorno.

MARIA: Ma questa è casa nostra! Le stesse cose! Allora noi, non siamo mai partiti?

VOCE: No, Maria.

MARIA: E perché?

VOCE: Perché la vita è solo un sogno! E ora sveglia tuo marito!

MARIA: (lo chiama sottovoce) Pasquale! Pasqua’!

PASQUALE: (destandosi da uno strano torpore) Eh!... Siamo arrivati Marì?

MARIA: Si, siamo arrivati!

PASQUALE: E il viaggio non è stato neanche tanto brutto! Anzi, non me ne sono accorto proprio! (E guardandosi intorno) Boh!... Ma qui è come casa nostra! Uguale uguale!... Marì, io però me lo immaginavo diverso il Paradiso...

MARIA: Questa è casa nostra Pasqua’!

PASQUALE: Che? Ma allora … quella voce Marì? Quella voce che abbiamo sentito? 

MARIA: E’ stato solo un sogno!

PASQUALE: Un sogno?... Ma non può essere!... Ma non vedi come siamo vestiti, Marì? Siamo vestiti come il giorno che ci sposammo…

MARIA: (frastornata si guarda il vestito) E’ vero Pasqua’!... Eppure siamo qui!     

PASQUALE: (guardando con gli occhi dell’amore) Però, come sei bella Marì…

MARIA: E pure tu Pasqua’…

Parte un valzer… di quelli da matrimonio

PASQUALE: Sai ballare ancora Marì?  

MARIA: E chi lo sa? L’ultimo che mi ha invitato a ballare sei stato tu, quando ci siamo sposati…

PASQUALE: Permetti?

MARIA: Si, ma stai attento all’abito... sta nuovo nuovo…

E si uniscono per ballare…. Lentamente girano intorno per la scena …

MARIA: Pasqua’…

PASQUALE: Di’, Marì!

MARIA: Lo sai che io ti voglio bene come il primo giorno?

PASQUALE: Lo so, lo so…

MARIA: E tu?

PASQUALE: E certo! Pure io Marì…

MARIA: Me l’hai detto solo quando ci siamo fidanzati e il giorno che ci siamo sposati.

PASQUALE: E te lo dico di nuovo oggi Marì; e da ora in poi te lo dirò tutti i giorni…

MARIA: Pasqua’, ma perché in tutti questi anni, non ce lo dicevamo più?

PASQUALE: Perché certe volte uno pensa, che si dice una volta e poi vale “per sempre”…

MARIA: (ricordandosi della poesia) Come hai detto Pasqua’?

PASQUALE: (ricordando anche lui) Ho detto: “Per sempre”…

MARIA: (commossa) Pasqua’, ripetilo!…

PASQUALE: (commosso anche lui) Per sempre Marì! 

Si guardano come due innamorati… Attacca “Il bel Danubio blu”, bellissimo valzer viennese

MARIA: (romanticamente) Pasqua’, quant’è bello… te lo ricordi?

PASQUALE: Si, è il valzer del Matrimonio… chiudi gli occhi Marì… (lui li chiude, estasiato)

MARIA: (anche lei chiude gli occhi e mentre balla in circolo descrive l’incanto vissuto) Si, Pasquale: mi sembra di stare nella sala, con tutti gli invitati che girano intorno e ci sorridono…

PASQUALE: (poeticamente) E’ il nostro ballo, Marì… quello degli sposi…

MARIA: Pasqua’, abbracciami forte! Io non so se sto sveglia o sto sognando: ma questo è il Paradiso!

PASQUALE: Si, Marì: questo è il Paradiso!

E mentre la musica sale, Maria e Pasquale ballano felici, cullati dal medesimo sogno d’amore.

Se siano “partiti” o meno, nessuno mai lo sapra’…

 

                                                                     Cala la tela

FINE

Opera tutelata dalla S.I.A.E.