…E TUTTI RISERO
di G. Marzano e M. Brancaccio
PASSERELLA DEGLI INTERPRETI SULLE STROFETTE CANTATE
MARIO
Con notevole intenzion, un poeta d’occasion, certi versi combinò ed a me li dedicò, le strofette son pepate e le rime scellerate, or le voglio a voi cantare, ma già sento di esclamare: Uh, le solite canzoni che ci rompono… Trullallà, trullallà, trulla trulla là.
II
Passeggiando la Nanà, per la villa nazional raccontò che un signor pien di grazia e pien d’ardor, per poter pigliarla al laccio, se la mise sotto il braccio, quando a casa ritornò, pien di rabbia raccontò che quel vile mascalzone le volea brucià il… Trullallà, trullallà, trulla trulla là.
III
Un valente marinar che sol pensa a navigar lascia sola la metà e s’imbarca pel Parà, la sposina stando sola, trova ben chi la consola, quando poi torna lo sposo, lo baciò tutta vezzosa, ma passato il primo amplesso, poi gli disse: sei un… Trullallà, trullallà, trulla trulla là.
IV
Ieri mattina alla stazion per errore un buontempon, sbaglia, e un piccolo suo affare va nel water delle dame, la custode con furore dice a questi: è per signore! E impedendogli di entrare, quando lui le fa osservare che alle donne non rincresce di vedere spesso il… Trullallà, trullallà, trulla trulla là.
V
La Maria volle andar dal curato a confessar ciò che fecele un birbone per condurla a perdizione, incomincia, ma s’arresta, pel rossor china la testa, il curato l’incoraggia eh! Maria fatta più saggia con la voce un po’ interrotta, disse: Padre me l’ha… Trullallà, trullallà, trulla trulla là.
MARIO
Certamente mi direte e da me saper volete cos’è questo trullallà che ripeto nel cantar, or vi dico è una canzone che a seconda l’occasione io mi servo per coprire quello che non si può dire e per questo Tina Oracche mi mostrò un bel dì le… Trullallà, trullallà, trulla trulla là. Trullallà, trullallà, trulla trulla là.
VIRGILIO
Signore e signori, buonasera e benvenuti al nostro spettacolo in cui sfileranno le migliori vedette internazionali. In questo spettacolo c’è un po’ di tutto: sketch, duetti, attrazioni, canzoni classiche e macchiette, ma su tutto campeggia la figura della donna, la donna sexy che spogliandosi con grazia ed eleganza e charme si dona ai vostri occhi… Anche se purtroppo si rimane, come si dice a Napoli: “cu ll’uocchie chine e ‘e mmane vacante!” Sperando che il nostro spettacolo sia di vostro gradimento, da parte mia, dell’impresa e del capocomico Marionetti, vi auguriamo il buon divertimento. Ma ora, premettetemi di presentarvi colei che con la sua grazia e la sua femminilità collaborerà a tutti i nostri appuntamenti. Signori, ecco a voi: April Egamber!
APRIL
(con accento inglese) Grazie signori. E ringrazio anche il comico Marionetti che mi ha voluto al suo fianco.
VIRGILIO
Lascia perdere Marionetti. Dimmi, ci porti qualche novità dall’Inghilterra, perché tu sei inglese, vero?
APRIL
Sì, perché tu non lo sai?
VIRGILIO
Sì, ma per farlo sapere anche al nostro pubblico.
APRIL
Oh, io manco da molto tempo a Napoli, piuttosto dimmi: che si dice a Napoli? Che si fa?
VIRGILIO
Mi dispiace, ma non so niente.
APRIL
Perché, non sei napoletano?
VIRGILIO
Sì, ma io sono uno dei pochi napoletani ca se fa ‘e fatte suoie, quindi non posso accontentarti.
APRIL
Uh, e come si fa…?
VIRGILIO
Scusa, ma perché, è tanto necessario?
APRIL
Per me, tu sei poco gentile se non mi accontenti…
VIRGILIO
Se non posso io, vediamo se c’è qualcuno tra il pubblico può farlo…?
APRIL
Oh, se c’è un uomo coraggioso, io prometto che come premio gli do un bacio.
MARIO
(dalla sala) Il coraggioso sono io!
VIRGILIO
E poteva mancare… E’ sempre lui! Sta sempre in tredici!
APRIL
Oh, sì, sale, sale!...
MARIO
Eh, pepe, pepe!... Io salo, anche se mi vergogno.
VIRGILIO
Che devi vergognarti, ti conosco, tu tieni ‘a faccia d’’e ccorne.
MARIO
Lasciamo stare le corna ca si’ no pàtete s’offende!
VIRGILIO
Dunque, hai capito cosa ha detto la signorina?
MARIO
Sì, che mi deve dare un bacio, jammo facite ampressa… datemmillo, ca me ne vaco!
APRIL
No, no, io prima voglio sapere cosa succede a Napoli?!
MARIO
Signurì, v’’o ddico io: a Napoli succede il finimondo se non vi spogliate!
APRIL
Eh, addirittura!... Io voglio sapere cosa succede a Napoli… Cosa succede a Margellina… A Santa Lucia… (carezza Mario)
MARIO
Santa Lucia mia, aùtame tu… Venite signurì ca ve spiego tutto io… A Santa Lucia… (escono)
Virgilio canta strofa e ritornello di “Santa Lucia luntana”
MARIO
Così cominciava al Salone Margherita di Napoli l’Avanspettacolo negli Anni ’50. Prese il posto del varietà alla fine della seconda guerra e nacque come intrattenimento tra un film e un altro. Diventò famoso anche grazie al numero di spogliarello che aveva al suo interno. Al Salone Margherita si sono esibiti artisti straordinari quali: Trottolino, Aldo Tarantino, i fratelli Maggio: Rosalia e Beniamino, Isa Danieli, Rino Marcelli, Nino Formicola, Pino Sales e tanti altri… E… si sono spogliate soubrette internazionali mozzafiato.
Il pretesto per l’esile trama dell’Avanspettacolo era sempre la Donna e Napoli.
E anche stasera, Napoli e la donna, la faranno da padrona… Cominciamo! Chi dice donna dice danno?... E quanti scherzi ti fa Cupido?!
SEGUE STROFA E RITORNELLO DI:
Cupido questo ti fa; Te scasso ‘e scì; M’abbrucia e me fa male; M’aggia curà; Ti ti tì, Bu bu bù.
MARIO
Napoli è un palcoscenico, un grande teatro; per strada si possono incontrare le persone più bizzarre e divertenti, i personaggi più strani e invadenti… ti può capitare di essere avvicinato da una donna apparentemente normale, ma…
PATRIZIA
Scusate, scusate. Dottor Carlo? Scusate, signore…
MARIO
Prego, mi dica.
PATRIZIA
Avete visto Carlo?
MARIO
A chi?
PATRIZIA
Carlo, il dottor Carlo?
MARIO
(Dopo un tempo) Mi spiace, ma non lo conosco.
PATRIZIA
Ma non vi ho chiesto se lo conoscete, vi ho chiesto se l’avete visto.
MARIO
Ma se non lo conosco, come lo vedo?
PATRIZIA
Perché, voi a me mi conoscete?
MARIO
No.
PATRIZIA
Allora non mi vedete!
MARIO
(Dopo un tempo) No, io a voi vi vedo…
PATRIZIA
Ah, mi vedete?
MARIO
Sì.
PATRIZIA
Mi vedete? E allora perché a Carlo, che io conosco e voi non conoscete, non lo vedete, mentre a me, che non mi conoscete, mi vedete? Perché, perché?
MARIO
(Dopo un tempo) Mado’, ma chesta è scema!
PATRIZIA
(Starnutisce tre volte)
MARIO
Salute!
PATRIZIA
No, non vi preoccupate: ho preso freddo alle spalle e ne devo fare nove.
MARIO
Quanti ne dovete fare?
PATRIZIA
Nove.
MARIO
E quanti ne avete fatti?
PATRIZIA
Tre.
MARIO
Mado’, cca ce spicciammo ‘a Vigilia ‘e Natale!
PATRIZIA
Per piacere, mi date un poco il fazzoletto?
MARIO
Il fazzoletto? (Poi, dopo un tempo, le dà il fazzoletto).
PATRIZIA
(Si soffia il naso, rumorosamente, poi ridà il fazzoletto a MARIO) Grazie.
MARIO
(Guarda il fazzoletto sporco, è interdetto, lo tocca) All’anima! Signo’, lo sapete che siete proprio una sporcacciona?
PATRIZIA
E perché?
MARIO
E come, vi soffiate il naso proprio vicino al fazzoletto mio!
PATRIZIA
Perché, voi col fazzoletto che ci fate?
MARIO
Io mi ci soffio il naso!
PATRIZIA
Ebbè, e io che ho fatto, non mi ci sono soffiata il naso?
MARIO
(Dopo un tempo) Ma voi quale naso ci avete soffiato?
PATRIZIA
Il mio, il mio! E non volevate mica che vi soffiavo il naso a voi?
MARIO
Il naso mio me lo soffio io.
PATRIZIA
E soffiate, forza soffiate…
MARIO
(Guarda il fazzoletto sporco, lo tocca, poi, dopo un tempo, infastidito) No, adesso non mi va!
PATRIZIA
(Aggressiva) E allora non ve lo soffiate. Che colpa ne ho io se ho il raffreddore.
MARIO
(Stizzito) E se avete il raffreddore vi comprate un fazzoletto!
PATRIZIA
Ma io il fazzoletto ce l’ho (mostra il suo fazzoletto), eccolo.
MARIO
E come, avete il fazzoletto vostro e venite a prendere il fazzoletto mio?
PATRIZIA
E si capisce: perché poi se qualcuno mi chiede il fazzoletto io poi che faccio, gli do il fazzoletto sporco?
MARIO
E allora pigliatevi questo (le dà il suo fazzoletto sporco) e datemi questo (fa per prendere il fazzoletto pulito di PATRIZIA).
PATRIZIA
Ma nossignore, ma come, avete il vostro fazzoletto e volete sporcare il mio?
MARIO
Ma voi il mio l’avete sporcato!
PATRIZIA
Ma che c’entra questo, io ve l’ho chiesto per piacere…
MARIO
Eh… piacere fino a un certo punto. (Dopo un tempo) Allora io vi dico, per piacere, datemi cinque lire!
PATRIZIA
Perché voi con le cinque lire vi ci soffiate il naso?
MARIO
No, io ‘e cinche lire me le vaco a mangia’.
PATRIZIA
Perché, io sono andata a mangiare con il vostro fazzoletto?
MARIO
(Dopo un tempo, spazientito) Ma come ragione chesta!
PATRIZIA
Ma lo sapete che siete un bel tipo: prima mi date il vostro fazzoletto e poi volete sporcare il mio. Eppoi chiedete cinque lire a una donna… ma lo sapete chi chiede cinque lire a una donna? Lo sapete, lo sapete? I magnaccia. Eppoi lo sapete quanto ci metto a guadagnare cinque lire io? Una settimana. (Poi pronta, aggressiva) Ma insomma, voi che volete ‘a me?
MARIO
(Dopo un tempo. Ha perso completamente la pazienza) Ma tu che vuo’ ‘a me! (Esce).
PATRIZIA
Ma io cercavo un mio amico, Carlo, il dottor Carlo… (Esce).
CANZONE: “TU SI’ NA COSA GRANDE”
MARIO
Ma voi, Napoli nel mese di maggio la conoscete?
SEGUE POUT POURRIE D CANZONI NAPOLETANE:
Torna maggio; Era de maggio; Maggio si’ tu; Na sera ‘e maggio; Rose ca mmiezz’’e rrose
MARIO
(entra con April) Spogliati fai presto, ci ho pochi secondi di autonomia…
APRIL
Che significa?
MARIO
Che se non ti spogli, ccà scoppia ‘a bomba…
APRIL
La bomba?
MARIO
Ehhh, arriva mia moglie. L’aggio lasciata a piazza Carlo terzo dint’o deposito d’’e pulmann, ho visto la pubblicità dello spettacolo e so’ curruto pe’ vvede’ ‘o spogliarello.
APRIL
Ma se tua moglie non sa dove sei, come fa a trovarti?
MARIO
Tu nun ‘a cunusce… chella sent’’addore comm’’e cane.
APRIL
E su, fai il bravo, dimmi che si dice a Napoli…
MARIO
‘A Napoli non si dice niente di strano. Tutto tranquillo. La vita nun è cara, so’ ‘e sorde ca ce mancano.
APRIL
E il traffico? Per strada ‘è sempre quell’incasamento?
MARIO
No, sciocchezze, quanto tieni un appuntamento t’avvie tre gghiuorne primma e arrivi in orario. Ma adesso stanno per progettare un ponte che da Forcella arriva a Fuorigrotta…
APRIL
Ma è pericoloso. Chi vuoi che lo collaudi?
MARIO
Ci hanno pensato pure a questo. Passerà un pulman con tutti i ministri dentro... se il ponte resiste: bene.
APRIL
E se non resiste?
MARIO
Meglio ancora. Ma, mo me lo vuoi dare il bacio? Me lo merito…
APRIL
E va bene. (mentre sta per dargli un bacio si sente la moglie gridare)
PATRIZIA
Disgraziato! Io aspetto al Deposito e tu fai il cretino qui sopra… Ah, ma si’ t’acchiappo!
MARIO
E’ scoppiata ‘a bomba! (esce, inseguito dalla moglie)
NUMERO DI SPOGLIARELLO
A SEGUIRE MACCHIETTE:
“In rotta”; “’A manicurista”; “Non lo temgo”;
INDI:
“Na voce, na chitarra e ‘o ppoco ‘e luna”; “Nun è peccato”
PIPPO
(Al tavolo che scrive) È inutile le idee non possono venire, con tanti debiti, il pigione da pagare, la luce come posso avere l’estro di scrivere romanzi… maledico la miseria e chi la inventò…sono proprio scarognato… ogni libro che scrivo non ottiene mai un premio… l’unica salvezza sarebbe mia cugina che vorrebbe sposarmi ed è ricchissima ma dice che io non sono l’uomo adatto per lei…
AGATA
(Da dentro) È permesso caro?
PIPPO
Lupus in fabula!! Ecco mia cugina. Prego cara cugina entra.
AGATA
(Entra vestita molto sportivamente pantaloni, ecc…) Caro cugino come va la pellaccia? (Gli batte un forte colpo sulla spalla).
PIPPO
Per dire la verità non sto troppo bene. Ho un forte dolore ai reni.
AGATA
Per forza stai sempre rinchiuso qui dentro, con queste scartoffie. Ginnastica ci
vuole ( facendo alcune flessioni) uno, due, tre, quattro, uno, due, tre, quattro dai
prova anche tu.
PIPPO
(Imitandola) Uno, due… tre… (comprimendosi su un fianco) mamma mia…
AGATA
Ho capito, qua ci vuole grappa, gin, pernod…
PIPPO
Tu sei matta, quello il dottore mi ha proibito gli alcolici.
AGATA
Per forza, il medico è un rammollito come te…
PIPPO
Ma che rammollito. Io sono uno scrittore serio, onesto, buono.
AGATA
Tu sei tre volte buono, cioè sei fesso… io sono esuberante… poi lo sai sono campionessa di tiro alla pistola; un eccellente rocciatrice, conosco la lotta giapponese… sono appassionata di romanzi a fumetti no per i libri che scrivi tu… a me piacciono gli uomini di azione: gangster, banditi ed ogni altra sorta di prepotenti.
PIPPO
E come mai ti sei innamorata di me?
AGATA
Di te, ma non del tuo carattere… mio caro tu sai che io ho una dote di tre milioni di euro, ma se non dimostrerai di essere un uomo forte coraggioso e brutale, sarà un altro a godersi i miei soldi.
PIPPO
Ma che atto di coraggio vuoi che faccio io poveretto…
AGATA
Picchia, ammazza… caccia fuori se ce l’hai il coraggio…ti voglio come dico io… sai che facciamo, ci vediamo dopo e andremo ad un incontro di boxe! (esce)
PIPPO
Ciao cugina… chella nun è na femmena è nu terremoto. Eppure non voglio perdere quei tre milioni di euro. Ci vorrebbe uno stratagemma per dimostrare che sono coraggioso. Certo che per poter fare un atto di prepotenza dovrei trovare un rivale molto più cretino di me…
MARIO
(Entrando) È permesso?
PIPPO
Mio caro MARIO… che sorpresa: e dimmi come stai, come te la passi?
MARIO
Non c’è bene.
PIPPO
Vorrai dire non c’è male.
MARIO
Non c’è male lo dice chi sta bene, io sto male; e quindi dico non c’è bene.
PIPPO
Però vedo che il buon umore non ti manca mai…
MARIO
Oggi sono allegro, perché se Dio vuole, e sofferenze sono finite.
PIPPO
Meno male! E perché?
MARIO
Stamattina me so parlato io stesso; e ho detto: perché e a suffrì ‘a famme e a miseria quante tiene n’amico ricco? Adesso vado da lui e mi faccio dare qualcosa di soldi.
PIPPO
È giusto. Si tiene un amico ricco approfitta dell’occasione.
MARIO
Ne’ stò apprufittanno… dammelle…
PIPPO
(Dopo lazzi) Ah, l’amico ricco sarei io? Caro mio, sei cascato male. Io nun tengo un euro.
MARIO
Overo? E come mai uno che scrive e romanze comme a te nun tene soldi… e nun te miette scuorno?
PIPPO
È tutta colpa del mio carattere. Non ho il coraggio di chiedere grosse cifre per i miei romanzi.
MARIO
Chi sa che schifezze scrive…
PIPPO
Che dici mai… a me mi hanno proposto per dei premi… io ho scritto romanzi favolosi… “Vita disperata”… “Il romanzo della miseria”, “I morti di fame”… “Morire digiuni”…
MARIO
(Lazzi) E pe’ nu premio hai voglia d’ aspetta!
PIPPO
In attesa tu non conosci qualcuno che me pò prestà na piccola somma.
MARIO
Io? Io stò più inguaiato di te.
PIPPO
Aspetta mi è venuta un idea luminosa. Se tu mi aiuterai diventeremo ricchi.
MARIO
Fosse ‘o cielo! Di che si tratta?
PIPPO
Ascolta. Io ho una cugina ricchissima che è innamorata di me…
MARIO
E pecchè nun t’’a spuse?
PIPPO
È quello che vorrei fare, però lei è una donna di sport… sportiva, energica, non mi vuole per il mio carattere. Mi sposerebbe solo se le dimostrassi di essere un tipo coraggioso, brutale.
MARIO
Aggio capito, per tua cugina ci vorrebbe un tipo bruttuale come me.
PIPPO
Non scherzare e stai bene attento a quello che dico. Tu andrai in anticamera, quando entrerà mia cugina AGATA, io per farti capire che è lei, farò uno starnuto. A questo segnale tu irromperai in questa stanza e mi dirai: mascalzone, farabutto, finalmente ti ho trovato! Lei dirà sorpresa: ma chi è costui? Io risponderò: non lo conosco. E tu dirai: signora è lui che l’ha sedotta! Mia cugina dirà: ma a chi ha sedotta? Tu risponderai: ha sedotto a mia sorella.
MARIO
Sta parte nun ‘a pozzo fa…
PIPPO
E pecchè?
MARIO
Pecchè sore nun ne tengo… pozze dicere ha sedotto mio fratello, chillo ‘o tengo…
PIPPO
Non fare il cretino. Tu dovrai dire: ha sedotto mia sorella e le ha fatto fare un figlio.
MARIO
‘O figlio mio fratello nun t’’o po’ fà .
PIPPO
Io griderò! Non è vero! E tu dirai: si è vero! A questo punto io al colmo dell’ira, estrarrò la rivoltella e pam-pam ti ucciderò.
MARIO
Tu si sceme… statte buono. (fa per andare)
PIPPO
Ma ch’è capito?
MARIO
Aggio capito chelle che ditto, io pavè ‘e solde aggia murì e dopo che me ne faccio?
PIPPO
Ma no, si tratta di una finzione, la pistola sarà caricata a salve.
MARIO
Ah…beh!
PIPPO
Quando sentirai il colpo ti getterai a terra fingendoti morto. Io griderò: Agata… guarda!... guarda che ho fatto… è morto…
MARIO
Io risponderò: si sono muorto…
PIPPO
Si si muorte non puoi parlare! Mia cugina vedendo il mio gesto brutale, acconsentirà a sposarmi e cosi entrerò in possesso dei tre milioni di euro.
MARIO
E a me cosa mi dai?
PIPPO
A te ti do indovina? Trenta euro…
MARIO
Noo è poco…
PIPPO
Vabbè trentadue euro e cinquanta.
MARIO
Accetto, però voglio un anticipo.
PIPPO
Prendi questo è tutto il mio capitale. Però mi raccomando a te. Hai capito bene
cosa devi fare?
MARIO
Tutto. Mo vaco là e quando viene tua cugina vengo fuori…
PIPPO
‘E già sbagliato ti sei dimenticato lo starnuto. Vedimme nu poco, quando io faccio eccì tu che fai?
MARIO
Io esco e dico: salute!
PIPPO
Che centra salute?!
MARIO
È educazione.
PIPPO
Qui non ci vuole l’educazione. Mi raccomando non sbagliare.
MARIO
Nun t’e preoccupà stai ‘nmano a l’arte!
PIPPO
Signore mio mandamela buona.
SEGRETARIA
(Entrando) È permesso?
PIPPO
Prego accomodatevi.
SEGRETARIA
Mi scusi ma la porta era aperta e mi sono permessa di entrare.
PIPPO
Avete fatto benissimo.
SEGRETARIA
Io sono la segretaria della casa editrice francese “Laroussell”
PIPPO
La casa che stampò il mio romanzo “L’amore vestito”?
SEGRETARIA
Esatto… voi siete un uomo fortunato…
PIPPO
Perché, forse è stato premiato il mio libro?
SEGRETARIA
No… però l’uomo che l’ha scritto. Da informazioni prese durante l’anno ci risulta che voi vi siete distinto per generosità ed onestà, e siccome era stato stabilito un premio per il romanziere più retto; onesto e illibato così avete vinto tale premio…
PIPPO
Davvero? E in che consiste questo premio?
SEGRETARIA
Alla bella somma di trentamila euro… (gioia di lui) ma lei è veramente tale? (con civetteria) l’amore e tanto serio per lei?
PIPPO
Certo.
SEGRETARIA
Sapete perché hanno mandato me con l’assegno dei soldi? Perché io me ne intendo di uomini…io cherì, so fare l’amore libero…sai resistere al mio fascino? Al mio corpo?
PIPPO
Signorina cosa fate pensato dove e con chi vi trovate…
SEGRETARIA
E voi non pensate che sono una donna…
PIPPO
Una donna che non mi appartiene perciò vi prego…
SEGRETARIA
Veramente che avete tutti i requisiti per vincere il premio quindi non mi resta che consegnarvi l’assegno. ( mentre estrae l’assegno dalla borsetta starnutisce) ecci… ecci!
MARIO
(Entrando di corsa) Mascalzone, delinquente, farabutto!
PIPPO
Ma che fai? Non è lei idiota.
MARIO
‘O sentite? Prima l’ha sedotta e po’ dice che non è lei.
SEGRETARIA
(Meravigliata) Ma chi ha sedotta?
MARIO
Ha sedotto mia sorella, anzi le mie sorelle, erano otto, l’ha fatto ‘o malamente a tutte e otto…
PIPPO
Questo è pazzo!... puozze passà nu guaio…
MARIO
Vattenne e mannato mieze a via na’famiglia… scellerato…
SEGRETARIA
Quindi sotto le spoglie di un uomo probo, si nasconde un vile seduttore… signore voi siete indegno del premio…
UMBERT0
Jatevenne se no v’’o fa pure a vuje…
SEGRETARIA
Si me ne vado e non mi vedrete mai più…via, via… coscionn…
MARIO
So’ ghiute bello o no?
PIPPO
Tu mi hai rovinato (soggetto che spiega tutto, e che lui non ha fatto starnuto, con lazzi via MARIO) speriamo che non mi combina un altro guaio
AGATA
Ma come non sei ancora pronto?
PIPPO
Scusami ho appena terminato un capitolo… ma farò presto (starnutendo forte) eccì.
AGATA
Salute, sei raffreddato?
PIPPO
No… cioè si… un piccolo raffreddore (c.s.) eccì… chillu disgraziato è muorte… Eccì… e non viene…
AGATA
E chi è che non viene?
PIPPO
Il dottore… non viene il dottore… l’ho fatto chiamare (strillando verso la quinta) e quello non viene.
AGATA
Vuoi che telefoni?
PIPPO
No… eccì… eccì … me stà facenne venì na pulmunite doppia.
MARIO
Pozzo venì?
PIPPO
A chi aspiette?
MARIO
(Entra di corsa) Ma… ma… me so scurdato comme aggia dicere.
PIPPO
Dai imbecille
MARIO
Mascalzone, farabutto…cosa ha fatto…che ha fatto…che ha fatto…
AGATA
Ma cosa ha fatto?
MARIO
Nun ho saccio ma na cosa ha fatto…
AGATA
Ma chi è costui?
PIPPO
Cara, io non lo so, non lo conosco… signore come vi permettete di insultarmi in casa mia? Uscite.
MARIO
Statte buono…
PIPPO
(l’afferra) Ma dove vai?
MARIO
Tu mi hai detto vai fuori…
PIPPO
No fai la scena drammatica. Signore vi ripeto che non vi conosco.
MARIO
Signora dice che non mi conosce, e invece me sape…e come me sape… lui è il conduttore (dirà tanti fino al) è il seduttore.
AGATA
Ma chi ha sedotto?
MARIO
A sedotto mio zio.
AGATA
Vostro zio?
MARIO
No, mia sorella e ci ha fatto fare quattro figli tre bianchi e uno niro.
AGATA
Come bianchi e neri?
MARIO
Si è un seduttore a colori. Ma se non la sposi io te faccio il carachiri e il caracacai…
PIPPO
Signore basta, voi mi avete insultato in casa mia, ora vi ucciderò come un cane (estrae la pistola).
MARIO
(Cadendo a terra) Dio so’ muorto!
PIPPO
Aspetta io ancora aggia sparà (fa partire il colpo) prendete.
MARIO
(Comicamente contorcendosi poi cade al tappeto) sono moruto.
PIPPO
(Drammatico) Agata… Agata sono un assassino…
AGATA
Sei stato meraviglioso.
PIPPO
Ora verrà la polizia e troverà il cadavere.
AGATA
È vero… bisogna farlo sparire. Facciamolo a pezzi (MARIO trema) guarda il cadavere si muove.
PIPPO
Saranno i nervi che si stendono (chinandosi su MARIO) stai fermo… si si sono i nervi…
MARIO
No, no è ‘a paura…
PIPPO
Sarà meglio che mi vado a costituire… dirò che era un ricattatore e forse me la
caverò con una mite condanna.
AGATA
Ebbene, se questa è la tua decisione, io seguirò la tua sorte. Dirò che l’abbiamo ucciso insieme.
PIPPO
Ma non ci sono prove contro di te…e poi il colpo è uno.
AGATA
È vero…ma quando arriverà la polizia sul cadavere troveranno due proiettili uno della tua pistola e uno della mia (prende la sua pistola e fa per spararlo..) troveranno due buchi il tuo e il mio…
MARIO
(Alzandosi e ridandogli i soldi) Tecchete ‘e sorde … ’o pertuso tuoje era apposte… ma ’o pertuso e cheste è overo, tu si sceme!!
INDI:
“Torero”; “Chella llà”; “Tu vuo’ fa’ l’americano”
SECONDO NUMERO DI SPOGLIARELLO
MARIO
(sottovoce) Signorina?... Signorina?... Aggio sperzo n’ata vota a muglierema… Venite qui…(al pubblico) Eh, io sono sfortunato con le donne… Mo, ultimamente ne avevo acchiappata a una… E quant’era bella! Se chiamava: Juana!... (canta “Juana; a fine canzone) Io sono sfortunato con le donne… L’amore, comme se dice: gioie e dolori! Inferno e Paradiso… (esce)
INDI:
“Indifferenza”
A SEGUIRE LE AUDIZIONI:
“Core grato”; Fascino d’apache”; “Purgate Matalè”; “Zucconas”; “Pisce, pi’”;
PASSERELLA DEGLI INTERPRETI SULLE STROFETTE CANTATE
VI
Un signore di Tolone incontrò un gran birbone che per scherzo gli tirò un gran torzo sul groppon, il signore infuriato che il cappel vide sfondato, corre appresso a quel monello che rideva a crepapelle, lui stizzito come un pazzo, disse: Io ti rompo il… Trullallà, trullallà, trulla trulla là.
PATRIZIA
La signora Tina Arienzo, che le prode la coscienza, ogni dì fa entrar l’amante, non si cura del restante. Il marito incoronato, vive sol come beato, dice a tutti che la sposa, questo fa perché è nervosa, quando vien Raimondo Lulo, lei lo manda a piglia’ in… Trullallà, trullallà, trulla trulla là.
Un pittore parigino che trovatasi a Torino dipingeva le modelle e formandole più belle, facea vender le figure ch’eran proprio miniature, un bel dì ci va una dama: Son modella, servo! Chiama!... Esce lui e la conosce, quella avea così… Trullallà, trullallà, trulla trulla là.
Si mostrava una sciantosa coll’amante assai amorosa, lui una sera fu avvertito: sorvegliarla mi capite? Va a spiar nel camerino e che vide… poverino! Entra allor: Così vi voglio! Tu vuoi essere mia moglie? Questa è una speranza vana, giacché sei una… Trullallà, trullallà, trulla trulla là.
PATRIZIA
Era Lina la sartina, una elegante signorina, le va appresso un militare che comincia ad amoreggiare, ma per possedere la Lina sciupa soldi e si rovina, a sfruttar lei si provava, poi tra sé e sé pensava, quando il militar si stizza, tutt’al più gli do una… Trullallà, trullallà, trulla trulla là.
Mentre dorme il buon gagà con la dolce sua metà, lei sognava bere vino in uno splendido giardino, poi impazzir e venir voglia di strappare fiori e foglie, e strappando, così ardito, fa svegliare suo marito. La finisci? Dio dei cieli! Tu mi strappi tutti i… Trullallà, trullallà, trulla trulla là.
MARIO
Certamente mi direte e da me saper volete cos’è questo trullallà che ripeto nel cantar, or vi dico è una canzone che a seconda l’occasione io mi servo per coprire quello che non si può dire e per questo Tina Oracche mi mostrò un bel dì le… Trullallà, trullallà, trulla trulla là. Trullallà, trullallà, trulla trulla là.
FINE