Eclisse di luna

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ECLISSE DI LUNA

Commedia in due parti e nove quadri

di HOWARD RICHARDSON E WILLIAM BERNEY

VERSIONE ITALIANA DI GIGI CANE

PERSONAGGI

JOHN – IL MAGO

LISTA, la strega nera – CROMA, la strega bianca

LA MAGA – HANK GUDGER

MISS METCALF – MISTER JENKINS

UNCLE SMELIGUE – MISTRESS SUMMEY

MISTER ATKINS – MISTRESS BERGEN

ELLA BERGEN – EDNA SUM­MEY

BURT DINWITTY – HATTIE HEFFNER

MISTER BERGEN – MISTER SUMMEY

MARVIN   HUDGENS   -  BARBARA  ALLEN

FLOYD ALLEN – MISTRESS ALLEN

MISTER ALLEN – IL PREDICATORE HAGGLER

GREENY   GORMAN   -   FLAYDIE,

FERTH, - ESA, - GERN,

streghe   che  danzano.

Commedia formattata da

PARTE PRIMA

PRIMO   QUADRO

La scena s'immagina sulla cima a un colle delle Rochy Mountains. Nell'oscurità, disegnata contro il fondo grigio del cielo disseminato di nuvole scom­pigliate dal vento, si può intravvedere la sagoma di un grande albero nodoso e contorto.

(Di fuori scena giunge la voce di un giovane che chiama).

John                              - (con voce dapprima soffocata) Mago, oli mago. (Poi, più forte) Mago, ci sei? (Issandosi sulla sommità della balza emerge dall'oscurità. È vestito di nero, con camicia di flanella e pantaloni lunghi. Si muove con la leggerezza e la circospezione di un ani­male selvaggio) Mago, oh mago!

Il Mago                         - (dall'oscurità sottostante) Chi è là?

John                              - (cominciando a scendere dal roccione) Sono io, mago.

Il Mago                         - (più vicino, ma sempre invisibile) Io, chi?

John                              - (carponi,   sul  roccione) Io,   John.

Il Mago                         - (un vecchio nodoso e contorto come l'al­bero, mostrandosi) E che cosa fai tu qui, figlio di strega? Non c'è ragione al mondo che tu te ne vada bighellonando in giro.

 John                             -  Ma io ti dovevo vedere, mago. Ho qual­cosa da chiederti.

Il Mago                         -  Non hai nulla da chiedermi di cui non sappia già la risposta.

John                              -  Ho camminato e camminato per venirti a trovare. E questo non è il modo di trattarmi.

Il Mago                         -  Che tu abbia camminato e camminato non cambia proprio niente. Non fa la più piccola differenza.

John                              -  Mago, oh mago, ma sfammi un po' a sentire. Che se tu mi fai quella cosa che io ti chiedo, prometto e giuro che ti pago qualunque prezzo. Ma tu trasformami in una creatura umana.

Il Mago                         -  Ma dove sta il tuo aquilotto, figlio di strega,  l'aquilotto che cavalchi dove sta?

John                              - (raddrizzandosi e riprendendo a scendere) Non mi chiamare figlio di strega; io sono John.

Il Mago                         -  John o figlio di strega fa proprio lo stesso. È sull'Old Baldy che hai lasciato il tuo aquilotto?

John                              -  Ci sono venuto a piedi, qui. Posso cammi­nare con i miei piedi come chiunque altro.

Il Mago                         -  Come chiunque altro che non sia un figlio di strega, tanto per mettere le cose a posto.

John                              -  Come chiunque altro: figlio di strega o no.

Il Mago                         -  Deve sentirsi solo, il tuo aquilotto, lassù sull'Old Baldy... proprio solo, deve sentirsi, sull'Old Baldy. È scuro, buio pesto...

John                              -  Può benissimo andarsene in giro senza di me, il mio aquilotto. E ad ogni modo, bisogna pur che impari a cavarsela da solo.

Il Mago                         - (facendosi più vicino a John) E anche tu, figlio di strega, vorresti imparare a cavartela da solo, vorresti imparare ad andartene in giro da solo, senza aquile né niente? Guarda che stanca assai cam­minare a piedi, camminare sempre senza mai aver qualcosa da volarci su.

John                              - (balzando giù dal cornicione) Niente affatto, nient'affatto: non fa proprio nessuna dif­ferenza. Almeno, per quelli che non hanno mai volato.

Il Mago                         -  Già. Ma tu non sei come loro, figlio di strega. Tu non sei come il popolo della valle.

John                              -  Bè, mica siamo poi tanto diversi, in fondo.

Il Mago                         -  Siamo assai più diversi di quanto tu non creda. Essi hanno un'anima intanto, e vanno in cielo. E poi nascono, va bene?, e vivono e muoiono.

John                              -  Ma, oh mago, anch'io son nato. E morirò.

Il Mago                         -  Nossignore, figlio di strega: un bel niente che tu morirai. Tu farai come tutti gli altri figli di strega. Vivrai i tuoi trecent'anni e poi, là!, ti trasformerai anche tu in un velo di nebbia di montagna.

John                              -  No, che non sono come gli altri figli di strega. Io ho fatto un mucchio di quelle cose che fanno gli uomini.

Il Mago                         -  Cose... come, figlio di strega!

John                              -  Bè, cose come... amore, ecco.

Il Mago                         -  Ma se papà tuo era un falco, e mammà una strega.

John                              -  Sì, non fa mica niente. Tu mi puoi tra­sformare, mago. L'hai detto tu stesso che mi puoi far diventare come gli altri, gli altri che vivono nella valle, quelli che ci hanno l'anima e vanno in cielo.

Il Mago                         -  Ma me lo dici a che scopo vuoi fare una cosa simile, figlio di strega? Ma ti rendi conto di quel che mi chiedi? Ma lo sai com'è scomodo fare l'uomo? Ma te l'ha mai detto nessuno che l'uomo, questo sciagurato, ha da lavorare tutto il tempo, da lavorare giorno e notte nei campi col mulo e l'aratro?

John                              -  So tutto benissimo. Li ho visti. Lavorare non è poi una cosa che stanchi molto. E ci sono anche i balli, le chitarre, i canti in chiesa.

Il Mago                         -  Ma che chiesa e non chiesa. Che ci vuoi fare tu in chiesa, ragazzo! Tu figlio di strega sei, e la chiesa è proprio il solo posto dove non puoi entrare.

John                              -  Io ho provato a starmene di fuori, dalla finestra, e guardavo la gente che stava di dentro. Non c'è nessun pericolo, uno che se ne stia a guar­dare di fuori.  Nessun pericolo, ti dico.

Il Mago                         -  Statti lontano da quella chiesa, figlio di strega. Quello non è posto dove ci possano bazzi­care le streghe. E quand'anche mi decidessi a tra­sformarti in uomo, quello, mio caro, è un posto dove tu non potrai mai mettere piede.

John                              -  Ci metto piede sì, se voglio. Basta che mi faccia esorcizzare.

Il Mago                         -  Figlio di strega: apri bene le orecchie e ascolta quel che ti dico. Le streghe non si possono trasformare completamente. C'è qualcosa nelle stre­ghe di cui esse, per quanto facciano, non riescono mai a liberarsi del tutto. C'è in esse qualcosa che non può essere cambiato. E questo qualcosa se ne sta dentro di loro, mi spiego?, sonnecchiando e in­tanto che sonnecchia sogna dei tempi in cui era tutto strega, sogna delle notti in cui cavalcava gri­dando e cantando nell'oscurità dei cieli notturni. Ed ecco che allora c'è qualcosa che lo viene a sve­gliare, e questo qualcosa è il Signore Iddio Gesù. (Sull'alto del roccione appare la strega Nera).

John                              -  Non ci ho niente a che fare con nessun Iddio Gesù, io. Non ci ho mai avuto nessun rapporto. (Su un'altra roccia appare la strega Bianca e, insieme con l'altra, scoppia in una risata ironica) Che ci fate qui,  voi  due?

 La Strega Nera             -  Oh, niente: stiamo solo al guardare.

John                              -  Qui non c'è nulla che vi possa interes­sare. Ascoltami, mago, se tu fai questa cosa che ti chiedo,  se  mi trasformi in  uno  di  quegli uomini...

La Strega Bianca          -  E così, ci vuoi lasciare, figlio di strega? Ti sei stancato del chiaro di luna!

Il Mago                         -  Ti ho già detto di no, e ti ripeto che no. (Comincia ad allontanarsi) E adesso lasciami in pace e non ti far ripescare un'altra volta qui attorno a seccarmi. Intesi? Figlio di strega sei, e figlio di strega seguiterai a essere.

La Maga                        - (fuori scena) Che diavolo succede, oh mago? Che cosa combini là fuori, che fai tutto quel chiasso?

Il Mago                         -  È John, il figlio di strega.

La Maga                        - (scendendo in scena) E che cosa vuole?

La Strega Nera              -  Sta chiedendo al mago di trasformarlo.

La Strega Bianca          -  È stufo di essere un figlio di strega. (Scoppio di tuono).

John                              -  Voglio essere un uomo. È un bel po' che: glielo continuo a chiedere, ma lui seguita a dir di no.

La Maga                        -  Già. Ma non l'hai ancora chiesto a me.

Il Mago                         -  Mia vecchia coniuge, ti prego: non cominciare ad occuparti delle faccende delle streghe,

La Maga                        -  Non l'hai ancora chiesto a me, figlio di strega.

John                              -  E tu lo faresti, maga?

La Maga                        -  Capace che potrei essere persuasa. Sì; capace proprio che potrei essere persuasa, ma . certo  che non è mica tanto facile persuadere me.

Il Mago                         -  Ecco, mia vecchia coniuge...

La Maga                        -  Tu tieni chiuso il becco.

Il Mago                         - (uscendo di scena) E poi non venirmi E a dire che io non ti avevo messo in guardia, figlio di strega. Essere un uomo non è così divertente come andarsene in giro la notte a cavalcare nel cielo. (Scoppio di tuono. Il mago scompare nell'oscurità, Il tuono continua a brontolare e le streghe s'inchinano come  a salutarlo).

John                              -  E davvero che lo vorrai fare, quello che mi hai detto... che mi potresti trasformare in uomo?   Davvero che dirai le parole per farmi diventare un uomo?

La Maga                        -  Ma prima rispondi a quel che ti chiedo, figlio di strega. Sei mai stato innamorato, tu?

La Strega Bianca          -  Io credo di sì, maga.

La Maga                        -  Non gli ho chiesto s'era mai stato j innamorato di una strega. (La strega Nera ride sprezzantemente) No, volevo dire se era mai stato innamorato  di una creatura.

John                              -  Creatura umana. Sicuro: lei è una creatura umana.

La Maga                        -  Allora questa è la vera ragione. È difficile fare il cascamorto a una ragazza quando uno  i è figlio di strega.

John                              -  Bè, veramente questa non sarebbe l'unica ragione. Però, devo ammettere ch'è la più importante.

La Maga                        -  E come si. chiama la ragazza, figlio di strega John?

John                              - (mettendosi a ridere) Barbara, si chiama. Si chiama Barbara Alien. (Musica) Barbara Alien dagli occhi blu e dai capelli di rame.

La Maga                        - (con una risata ironica) È proprio la ragazza di cui ti dovevi innamorare!

John                              -  Ora io le voglio bene, maga. La prima volta che l'ho vista si stava arrampicando sulla montagna... e aveva il sole nei capelli. Io me. ne stavo sul mio aquilotto, e andavo adagio adagio per guardarla. Lei alzò gli occhi come a schermirsi, ma poi sorrise e mi salutò con la mano. Io sapevo che non avrei dovuto, che soltanto la notte è permesso scorrazzare per il cielo, ma lei è la più bella ragazza che io abbia mai vista.

La Strega Nera              -  Non è bella affatto. È solo a te che sembra bella.

La Maga                        -  È vero. Non è bella affatto.

John                              -  E invece è bella sì. Io lo so di sicuro. L'ho anche baciata. (Le streghe e la maga ridono).

La Maga                        -  Questa sì ch'è grossa: un figlio di strega che se ne va in giro a baciare una ragazza d'uomo! E non è la sola cosa che hai fatto, fra l'altro. (Scoppio di tuono).

John                              -  Mi pare di no. Non ci siamo detti neppure una parola, ma il fatto è che non c'era tempo per parlare. Lei aveva il sole nei capelli, mi spiego? E questi capelli erano d'oro e, mentre ci passavo dentro le dita, luccicavano e prima che mi decidessi a lasciarla si fece notte.

La Strega Nera              -  Tu non sarai felice. (Scompare dietro il roccione).

La Strega Bianca          -  Tu non sarai felice. (Scom­pare anch'essa).

La Maga                        -  Ne so più io di questa faccenda, figlio di strega, di quanto non ne potrai sapere tu.

John                              -  Cos'è che tu sai che non sappia anch'io?

La Maga                        -  Bè, io so che Barbara Alien sta per partorire tuo figlio. (Bombo di tuono).

John                              -  Che cosa vuoi dire? (Tuono).

La Maga                        -  Che Barbara Alien sta per partorire tuo figlio.

John                              -  E allora tu mi devi far diventare uomo. Parò qualunque cosa tu vorrai in cambio.

La Maga                        -  E come la mettiamo con le tue gio­vani amichette streghe? Capace che quelle faranno un chiasso d'inferno.

John                              -  Capace sì: ma per me non cambia niente.

La Maga                        -  Mi sa che tu hai bisogno che ti si insegni qualcosa, figlio di strega, che tu devi impa­rare una lezioncina. Ti darò quello che chiedi. Ma tu mi devi fare una promessa.

John                              -  Prometto tutto  quello  che vuoi.

La Maga                        -  Mi devi promettere che sposerai Barbara Alien. (Un altro rombo di tuono).

John                              -  E questo è tutto quello che devo pro­mettere?

La Maga                        -   Questo  è tutto.

John                              -  Soltanto che mi devo sposare con Barbara? (Tuono).

La Maga                        -  Questo è tutto quello che devi pro­mettere per ottenere ciò che tu vuoi.

John                              - (balzando sul roccione) E allora sarò finalmente un uomo! Basta con questa storia di caval­care  sugli  aquilotti,   nera   macchia  svolazzante   nel chiaro della luna, sfregio al cielo. Basta di frugare nei sepolcri, basta di urlare nella notte, basta di mandare alte lunghe strida a rompersi contro le stelle.

La Maga                        -  E non t'importerà di perdere tutte queste cose? Non t'importerà, figlio di strega?

John                              - (arrampicandosi più in alto) Credo di no, maga.

La Maga                        -  Il tuo aquilotto comunque, rimarrà sempre qui ad aspettarti... rimarrà qui ad aspet­tarti e a desiderare la notte in cui tu possa tornare. E tu perderai il chiaro della luna. Per tutto il tempo che tu sarai uomo tu non vedrai più la luna. E ti stancherai della terra e ti annoierai a morte.

John                              -  Non verrà mai quel giorno. Io posso vivere benissimo senza la luna.

La Maga                        -  Porse che sì e forse che no. Staremo a vedere. (Tuono. La strega si avvia per uscire).

John                              -  Ma tu mi trasformerai per sempre, non è vero? Tu mi cambierai in un uomo che sarà sempre tale, vero, maga?

La Maga                        -  Questo  dipende da Barbara Alien.

John                              -  Che cosa vuoi dire con questo, maga? (Tuono e lampi).

La Maga                        -  Voglio dire, ragazzo, che starà legata a te, che ti sarà fedele per un anno. Se tu non vorrai più essere sposato, se non vorrai più essere suo marito, se la tua ragazza se ne andrà con un altro uomo, non dimenticare che il tuo aquilotto sarà sempre pronto a volar giù a riprenderti, a volar giù dall'alto del Baldy attraverso il chiaro di luna, perché tu sarai sempre un figlio di strega.

John                              - (in tono ricordevole, mentre scala il roccione) Certo che è una gran bella ragazza... Barbara.

La Maga                        -  Sei pronto, figlio di strega, sei pronto per la trasformazione?

John                              -  Certo che sì, maga. Certo che son pronto.

La Maga                        -  Non è facile trasformare le streghe e i figli di strega. È la cosa più difficile che io conosca. Occorrono tele di ragno e polvere di sepoltura e gli unghioli di venti pipistrelli.

John                              - (ormai di nuovo issato sulla sommità del roccione) Te li procurerò senz'altro, maga. So dove andarli a prendere. Te li porterò e tu mi tra­sformerai e io non sarò figlio di strega mai più. (Una scarica di lampi illumina la scena e la segue uno scoppio di tuono mentre la luce lentamente scompare).

SECONDO QUADRO

La piazza centrale di Bude Greék sbarrata con grosse funi per la solita danza notturna del sabato. Le lanterne appese un po' dovunque danno alla scena un'aria festosa. (Qua e là, i gruppi dei primi arrivati che ridono e si scambiano saluti. Su una piattaforma sopraelevata è la banda formata da unele Smelicue con la sua chitarra e da un suonatore di fisarmonica. Si sentono frammenti di conversazione mentre, di tanto in tanto, un gruppo si unisce a far coro con il signor Jenkins che canta perentoriamente una canzoncina. In mezzo alla   folla   alcune   ragazze   gareggiano   in   accenni   di danza, e qua e là si ripetono in mimica i gesti del corteggiamento ).

Jenkins                          - (canta) Ragazza non c'è pari a quella in montagna Amante di notte e di giorno compagna. Lavora per te, se per lei sai cantare, Ma al chiaro di luna t'incanta a danzare.

Il Coro                          - Ragazza dei monti a me non fa danno Io l'amo, l'adoro e con lei non m'inganno.

Atkins                           - Rag dei monti è come vento aprilante È subito a valle e s'appiglia alle piante. Ti spende i quattrini finché sei fuor di mente, Ti dice che t'ama e ti lascia con niente.

Il Coro                          - Ragazza dei monti a me non fa danno Io l'amo, l'adoro e con lei non m'inganno.

Edna                             - Ho messo su casa, ho raccolto il corredo Non sono maritata: e con ragion, credo.

Smelicue                       - Ragazza dei monti non farti pregare, Qualcosa ti debbo, ti voglio mostrare.

Il Coro                          - Ragazza dei monti a me non fa danno Io l'amo, l'adoro e con lei non m'inganno. (La canzoncina finisce in un brusìo allegro e indistinto).

Hank                             - (come   miss   Metcalf   esce   dall'emporio)  Come va, miss Metcalf? Piacere di vedervi.

Miss Metcalf                 -  Come va? (Va a stringere la mano a Jenkins).

Jenkins                          -  C'è una tale umidità in giro ch'è roba da buscarsi un malanno come niente.

Miss Metcalf                 -  Proprio così, mister Jenkins, ed ha anche tutta l'aria di voler piovere, stanotte. (Guizzo di  fulmine).

Smelicue                       - ,Bè, quant'è vero Dio, mistress Sum-mey: è un bel mucchio di tempo che non vi vedevo, dalla fioritura  del mandorlo  a dir poco.

Mistress Summey          - (avvicinandoglisi) Bè, non sono uscita molto di casa, ultimamente. Stavo poco bene.

Smelicue                       -  Bè, ma adesso avete un bell'aspetto.

Mistress Summet          -  Bè, un bell'aspetto ma mica tanto. Avuti parecchi guai, in questi ultimi tempi.

Ella                                - (entrando) Come   va,   Floyd  Alien.   C'è posto per me in palco?

Floyd                            -  Direi di sì. Perché, non ce lo faresti un  balletto?

Ella                                -  No, stasera ho più voglia di star seduta che altro. (Colpo di tuono. Floyd l’aiuta a salire sulla piattaforma dove stanno già Smelicue e il suonatore di fisarmonica. Bombo di tuono).

Atkins                           -  Signore Iddio, sentite che tuono. Bella noia sarebbe se non potessimo neanche ballare.

Hank                             -  Bella noia sì, questo è un fatto.

Mistress  Bergen           -  Come va,  uncle  Smelicue. Che bell'aria vispa che avete. Avevo sentito qual­cosa come che v'erano venuti i dolori reumatici.

Smelicue                       -  Sì, ma mi sono poi andati via da quando ho cominciato ad andare in giro con le casta­gne d'India in tasca.

Mistress Bergen            -  Ma dite davvero?

Smelicue                       -  Davvero com'è vero Dio. Spero sol­tanto che non venga giù questo temporale che minac­cia. (Guizzo di fulmine seguito da uno scoppio di tuono).

Edna                             -  Non verrà giù nessun temporale. Basta alzare gli occhi per capirlo. Sono soltanto fulmini a ciel sereno. (Tuono).

Atkins                           -  I fulmini a ciel sereno non fanno tuono. Non fanno tuono, vi dico. E questa non è una notte adatta per ballarci.

Mistress Bergen            -  Avete ben ragione, mister Atkins. Come dicevo a mio marito, questa è una notte buona per le streghe, da volarci dentro.

Bergen                          -  Non cominciare con queste storie, Gabby Bergen. Queste non son cose di cui possa parlare un'anima cristiana.

Mistress Bergen            -  Queste son le cose che sento io. Oh, ecco Greeny Gorman. Dove t'eri cacciata, Greeny   Gorman? (Va  incontro  a  Greeny   Gorman).

Greeny                          -  Sono stata una quindicina di giorni a Coen Holler.

Bergen                          -  Come va la salute da  quelle parti?

Summey                        - (avvicinandosi a Smelicue) Come sta tuo nipote, Smelicue? Ho inteso che tua cugina Emmer s'è maritata. (Entrano Barbara e Marvin, distribuendo saluti e convenevoli a tutti quelli che incontrano).

Smelicue                       -  Sì, magari! Macché maritata: con­tinua a mungere le mie vacche come prima e a sparger concime per campi come sempre.

Marvin                          -  Però, siete ben graziosa stasera, miss Barbara. Siete graziosa forte dentro quel vestitino.

Barbara                         -  Ci ho piacere a sentirvelo dire, Marvin Hudgens.  Me l'ha regalato  un  compagnuccio  mio.

Marvin                          -  Avreste mica accettato un regalo da quel Rome Agar, alle volte?

Barbara                         -  Potrebbe anche essere, guarda.

Marvin                          -  Quello è uno che fareste meglio a non dargli  tanta  confidenza.

Barbara                         -  Rome Agar è amico mio. E poi, mica vi ho detto che il vestito me l'ha regalato lui, guarda. (Bidè burlandosi, e gli getta la sua sciarpa).

Floyd                            -  È  una splendida notte per ballarci.

Miss Metcalf                 -  Proprio un peccato che ci sia così poca gente.

Jenkins                          -  Io dico ch'è 'sto temporale che li ha convinti a stare in casa.

Miss  Metcalf                -  Anch'io dico.

Summey                        -  E se ci cantassimo qualcosa sopra, prima  di  cominciare?

Tutti                              -  Sì, sì, cantiamo qualcosa. Facciamo can­tare qualcosa da Barbara Alien. Una delle tue can­zoni,  Barbara.  Cantaci una delle tue canzoni.

Miss Metcalf                 - (avvicinandosi a Barbara) Canta la tua canzone, quella di di Barbara e del figlio di strega.

Barbara                         -  Ma è una canzone malinconica. A me piaccion di più  quelle  allegre.

Jenkins                          -  Questa è una bella canzone, Barbara Alien.

Atkins                           -  Io trovo ch'è la più bella canzone che ho mai sentita.

Miss Metcalf                 -  È bella sì: a me, ogni volta mi fa venir voglia di piangere.

Barbara                         -  A me no, invece. Tutte le ragazze che non sanno badarsi da sé, gli capita lo stesso, dico io.

Edna                             -  Eppure a te è capitata, Barbara Alien.

Barbara                         -  Ma io so badare a me, Edna Summey. So badare a me così bene che non si potrebbe meglio.

Edna                             -  Però, un marito mica sei stata buona a trovartelo, mica lo hai chiappato uno che ti sposasse. Mica lo hai preso il tipo  che ti volesse in moglie.

Mistress Summey          -  Tieni chiuso il becco, Edna Summey.

Edna                             -  Ma se è vero, mamma.

Mistress Summey          -  Vero o no, non sei ancora tu quella che hai la voce in capitolo per dire di queste cose.

Edna                             -  Vabbene, vabbene.

Mistress Summey          -  Barbara si mariterà quando sarà venuto il suo momento.

Edna                             -  Però, sarebbe meglio che questo momento non tardasse tanto, mamma. Già: sarebbe proprio meglio che non tardasse tanto. (Barbara fa per avven­tarsi contro Edna ma è trattenuta da mister Jenkins, intanto che Bank e mistress Summey tirano indietro Edna).

Burt                               -  Floyd Alien, e tu permetti che quella ragazza parli in quel modo a tua sorella?

Floyd                            -  E che ci posso fare io, se quel che dice è vero?

Edna                             -  L'ho detto e lo ridico: più presto si sposa e meglio è.

Barbara                         -  Mi sposerò quando mi farà piacere. E posso anche dirvi con chi, dove e quando. (Tuono) E voi potrete venire alle nozze.

Edna                             -  Temo che non vivrò abbastanza per vedere quel giorno. Tu ti puoi sollazzare tutte le notti, se così ti piace... ma da questo a dire che il tuo uomo ti vuol sposare, ce ne corre. (Hank le batte sulla spalla in segno di approvazione).

Barbara                         -  Io invece non la penso così, Edna Summey.

Edna                             -  Bè, allora sarà meglio che si sbrighi, prima che tu sia nei guai. Prima che tu abbia il guaio di cullare un bastardo. (Barbara le si scaglia contro: le due donne s'azzuffano. Marvin, Jenkins, Hanlc e mistress Summey le separano).

Mistress Summey          -  Alla faccia tua, Edna Sum­mey. (Le appioppa un paio di ceffoni).

Edna                             -  Oh, ma: mi fai male.

Mistress Summey          -  E questo non è che un an­ticipo di quelli che ti darò se non ti decidi a tener la lingua a posto.

Edna                             -  Ma, mamma: è proprio vero. Ma se lo sanno tutti che quel che ho detto di Barbara Alien è vero. (Tuono).

Mistress Summey          -  Tu sei qui per ballare, Edna Summey: bada ai fatti tuoi, e non pensare ad altro.

Miss Metcalf                 -  Allora, Barbara, ce la canti questa  canzone?

Tutti                              -  Sì, Barbara, cantaci la tua canzone.

Smelicue                       -  Canta per noi, Barbara, e io ballerò per te il giorno che ti sposi.

 Edna                            -  Non canterà, non può più cantare...

Barbara                         -  Dici? Bè, io credo che posso cantare, invece. Attacca, uncle  Smelicue.  Canterò. (Smelicue pizzica una  corda,  poi un'altra   e   Barbara   canta): Il figlio di strega discende dal monte E vuol diventare un essere umano Perché ha veduto lontano lontano La bella più bella di tutte le belle, Barbara Alien Oh mago, oh mago, oh mago, oh mago Ti prego, ti chiedo, ti bacio la mano Trasformami dunque in un essere umano Ch'io possa amare Barbara Alien, Barbara Alien Barbara aveva una veste rossa, Barbara aveva una veste nera Barbara Alien non era sincera Quando con molti parlava d'amore Barbara Alien

Tu sarai dunque un essere umano

Se Barbara Alien non t'ingannerà

Se per un anno fedel ti sarà

Tu sarai dunque un essere umano

Barbara Alien.

(Entra John che,  non visto da nessuno,  si  ferma a guardarla). O Barbara Alien vuoi tu sposarmi? 0 Barbara Alien, né mai più lasciarmi? Certo, tesoro che ti sposerò E al tuo fianco per sempre vivrò Barbara Alien. (Sempre inosservato, John si fa più vicino). Per sempre è un tempo che non passa mai Ma forse un anno è più lungo assai. (Interrompe  bruscamente  la canzone  e  l'accompagna­mento di Smelicue si perde nel vuoto).

Summey                        - (dopo un momento di pausa) Bè, Bar­bara Alien, che cosa succede?

Barbara                         -  Niente, succede. (Prima Marvin e poi altri si voltano a guardare John che non stacca gli occhi da Barbara).

Bergen                          -  Avanti, Barbara, canta.

Barbara                         -  Non ne ho più voglia.

Smelicue                       -  Porta male non finire una canzone.

Barbara                         -  Me la sono scordata. Non mi riesce di ricordare quello che vien dopo. (Si volta lenta­mente  finché  incontra  gli  occhi  di  John)   Balliamo.

Atkins                           -  Sì, gente,  si dia inizio  alle danze.

Tutti                              -  Balliamo.

Smelicue                       -  Sceglietevi il ballerino, gente. In­trecciate le mani e cominciamo. (Tutti tacciono mentre John si avvicina lentamente a Barbara cui Marvin tiene le mani).

John                              -  Posso essere io il tuo ballerino?

Marvin                          -  Barbara Alien sta ballando con me.

John                              -  Posso essere io il tuo ballerino, Barbara Alien?

Marvin                          -  Hai sentito cosa ho detto?

John                              -  Non è a te che mi son rivolto.

Marvin                          -  Ho l'impressione che tu non sappia con chi stai parlando.

John                              -  Ho l'impressione anch'io, e ho anche l'impressione che non me ne importa niente.

Marvin                          -  Io sono Marvin Hudgens.

John                              - (sempre con gli occhi fissi su Barbara) Piacere di conoscerti.

Marvin                          -  Hai mai sentito parlare di me?

John                              -  Non mi pare proprio, « mister » Hudgens.

Marvin                          -  Sono l'uomo più forte di questo paese e dintorni. (Rivolto agli altri) Non c'è nessuno, qui, che possa misurarsi con me.

John                              - (tenendogli testa) Ma io non sono di qui, Marvin Hudgens. Io non sono di questo paese, per cui resto escluso dal tuo conto.

Marvin                          -  Mi sa che tu vai cercando guai.

John                              -  Può essere.

Marvin                          -  Bè, allora puoi dire che l'hai trovati. Ti sto dicendo che Barbara è la mia ragazza e balla con me.

John                              -  Col fischio, che Barbara è la tua ragazza.

Marvin                          -  Preferirei non far baruffa, stasera, ma bisogna proprio che ti ritiri quello che hai detto, prima che succeda qualcosa.

John                              -  Forse lo farò, Marvin Hudgens. Forse che sì e forse che no. (Tuono).

Marvin                          -  Son qui che aspetto che tu ritiri quel che hai detto di Barbara.

John                              -  Col fischio, che Barbara è la tua ragazza.

Miss Metcalf                 -  Andiamo, andiamo: siamo qui per ballare e non abbiamo nessuna voglia di far baruffa.

John                              -  Io non ho voglia di far baruffa. Io ho voglia di ballare.

Marvin                          -  Bè, te a questo ballo nessuno ti ha invitato: e così fai il piacere e vattene fuori dai piedi.

John                              -  No, no. Io sto qui, e ballo. E ballo con Barbara Alien.

Marvin                          -  Conto fino a tre per darti il tempo di levarti dai piedi. Se dopo che ho contato fino a tre tu sei ancora qui io ti pesto. Ti pesto in modo tale che ti troverai come t'avesse colpito il fulmine. (Guizzo di fulmine seguito da uno scoppio di tuono. La gente ride).

John                              -  Sto aspettando, Marvin Hudgens.

Marvin                          -  Uno!

Summey                        -  Scommetto che non se ne va.

Miss Metcalf                 -  Sembra piuttosto forte.

Summey                        -  Però non conosce Marvin.

John                              -  Aspetto sempre.

Marvin                          -  Due!

Mistress Bergen            -  È meglio che il giorno della fiera.

Miss Metcalf                 -  Mi rincresce proprio per lo stra­niero.

Barbara                         -  Saprà badare a sé, suppongo.

John                              -  Riconoscente. Lo suppongo anch'io.

Marvin                          -  Bè, ti vuoi togliere dai piedi o insisti proprio  a cercar grane?

John                              -  Bè, hai dimenticato quel che viene dopo il due?

Marvin                          -  Brutto animale carogna vigliacco imbecille, ora ti concio. Fate largo, ragazzi, dopo il due viene il tre. (Fa qualche passo indietro, poi si avventa  su  John.   Com'egli  alza  il  braccio,  John  lo tocca appena e - in quell'istante - guizza un lampo abbacinante. Come dilegua, Marvin è caduto e cerca faticosamente di rialzarsi.  Scoppio  di tuono).

Jenkins                          -  Perdìo,  ma se l'ha toccato appena.

Burt                               -  Tirati su, Marvin. Tirati su e fagli vedere chi  sei.

Bergen                          -  Che ti succede, Marvin Hudgens?

Edna                             -  Lo straniero picchia troppo forte, sup­pongo.

Miss Metcalf                 -  Bè, non l'ha pestato a quel modo.

John                              -  Io continuo ad aspettare, Marvin Hudgens. Aspetto sempre che tu mi dia quel che hai promesso.

Marvin                          -  Tu non combatti lealmente. (Si rimette in piedi).

John                              -  Io combatto a modo mio, e tu combatti a modo tuo.

Burt                               -  Ehi, mica gli lascierai prendere la tua ragazza, vero, Marvin? Perché non gliene molli uno sul naso?

Marvin                          -  Me ne vado, invece.

Burt                               -  Ma le danze non sono ancora neanche cominciate.

Marvin                          - (respingendolo) Non mi va di ballare. (Si fa largo tra la gente ed esce. Scoppio di tuono).

Bergen                          -  Non so se dobbiamo ballare o no.

Miss Metcalf                 -  È inutile che ci mettiamo a ballare,   se adesso comincia a piovere.

Bergen                          -  S'è fatto buio forte. Qui si prepara un bel temporale, sicuro. (John s'avvicina lentamente a Barbara: i loro occhi non si staccano un momento).

Edna                             -  Le nuvole sono basse e nere. Questa non è sera da ballare.

Atkins                           -  È una sera come quella che uccisero Agnes  Biddle.

Hank                             -  Proprio così, mister Atkins. Proprio una sera come quella. Le nuvole erano basse sulla mon­tagna e una civetta urlava. (John ha raggiunto Bar­bara e alza la mano a carezzarle i capelli).

Mistress Bergen            -  È proprio una notte da volarci le streghe.

Miss Metcalf                 -  Non parlare di queste cose. Mi fanno venire la pelle d'oca.

Atkins                           -  Balliamo.

Tutti                              -  Balliamo. (Si formano le coppie di balle­rini, Barbara e John danzano insieme. John non lascia un momento gli occhi di Barbara. Dopo qualche momento, un nuovo guizzo di fulmine interrompe le danze: Barbara,  spaurita, si stringe a John).

Miss Metcalf                 -  Comincia a piovere. (Qualche coppia smette immediatamente di danzare; qualche altra, invece, prosegue. John, stretto a Barbara, comincia lentamente a guidarla nel ballo).

Atkins                           -  Cosa vi dicevo, io, che non erano sol­tanto fulmini a ciel sereno.

Bergen                          -  Però, è una bella seccatura interrom­pere il ballo. Capace magari che non duri tanto.

Mistress Summey          -  Tanto quanto dura un tem­porale, comunque.

Summey                        -  Su, mamma, andiamo dentro. Svelta, Edna. (Nel giro di pochi momenti tutti hanno sgom­berato   la   scena.   Si   accendono   le   luci   nell'emporio.

Barbara e John, soli, danzano ancora per un minuto. Poi Barbara si arresta).

Barbara                         -  Perché se ne sono andati, gli altri?

John                              -  Credo sia stato per via della pioggia.

Barbara                         -  Ma mica sta piovendo... non su di noi, almeno. Io non sono affatto bagnata.

John                              -  È perché tu ed io stiamo ballando. (Ac­cenna a riprendere la danza interrotta ma, poiché Barbara non lo segue, si ferma).

Barbara                         -  Mi viene in mente che non so ancora come ti chiami.

John                              -  Eppure ci siamo già incontrati, Barbara Alien. La notte che soffiava un gran vento e s'oscurò la luna. Ricordi?

Barbara                         -  Ricordo. E anche stasera la luna è velata.

John                              -  E soffia il vento. (Pausa) John. Mi chiamo John. /

Barbara                         -  John...  che cosa?

John                              -  John e basta. (Tuono).

Barbara                         -  John è un bel nome. Come quello della ballata.

John                              -  Confesso che non ne so niente di questa ballata.

Barbara                         -  È solo una canzone. La canzone che cantavo  prima.

John                              -  Ma poi l'hai interrotta.

Barbara                         -  È una canzone malinconica. Mi piacciono più quelle allegre.

John                              -  Non deve essere malinconica. E tu non sai come va a finire.

Barbara                         -  Allora la faremo diventare allegra, e inventeremo noi una belle fine. (Oli prende la mano).

John                              -  Io dico che tu sei un poco pazza, Barbara Alien.

Barbara                         -  Lo dico anch'io. Balliamo.

John                              -  Balleremo più rapidi del fulmine, più rapidi del temporale. (Stanno per ricominciare a ballare quando un nuovo guizzo di fulmine impaurisce Barbara che si getta fra le braccia di John).

Barbara                         -  Ho paura. Il fulmine mi fa paura.

John                              - (tenendola stretta fra le braccia) Tu non devi aver paura. Perché io ti amo, Barbara Alien. Io sono un uomo e tu sei una donna, e davanti a noi c'è almeno un anno. (Tuono. John la bacia mentre la luce lentamente s'abbassa e la scena s'immerge nella oscurità).

TERZO QUADRO

La scena è ambientata nella camera da pranzo - stanza di soggiorno - cucina della capanna degli Alien sulla Chunky Gal Mountain. Un tavolo, qualche sedia, una credenza, una stufa. Floyd Alien, ragazzo sui quindici anni, canta accompagnandosi con la chitarra).

Floyd                            - Giù nella valle. Giù in fondo alla valle Ascolta, tesoro, l'urlo del vento Ascolta, tesoro, l'urlo del vento Giù nella valle, giù in fondo alla valle.

 Misteess Allen             - (fuori scena) Floyd Alien! Ci hai già badato  ai maiali?

Floyd                            -  No, mamma. Adesso ho da fare. (Seguita a cantare). Ogni cosa che ho fatto, l'ho fatta per te Abbracciami forte e ascolta il mio cuore Abbracciami forte e ascolta il mio cuore Ogni cosa che ho fatto, l'ho fatta per te. (Entra mistress Alien con un secchio di latte).

Misteess Allen              -  Meglio che tu vada a badare ai maiali prima che faccia scuro, figliolo.

Floyd                            -  Qui mi pare che 'sti maiali diventino sempre più signori. Quasi quasi mi metto a fare il maiale anch'io. Comunque, per presto che li ammaz­ziamo  sarà  sempre  tardi.

Mistress Allen               -  Le stelle non sono buone adesso, figliolo. Continua a badare ai maiali finché le stelle non si faranno buone.

Floyd                            -  Ma guarda, ma, che comincia già a gelare.

Mistress Allen               -  Fa niente. Lo scorpione non è ancora uscito dall'ottava casa, e lo zodiaco non sbaglia mai. (Tira fuori la zangola in cui versa il latte).

Floyd                            -  I socialisti dicono che quelle degli al­manacchi sono tutte scemenze.

Mistress Allen               -  Allora si vede che i socialisti non leggono i loro giornali. Dov'è tuo padre?

Floyd                            -  È fuori in cortile.

Mistress Allen               - (si mette a sedere davanti alla zangola) Digli che lo voglio vedere prima che se ne vada. (Floyd si avvia verso la porta ma si ferma sulla soglia e ricomincia a cantare e suonare. Mistress Alien si unisce a lui).

Floyd e mistress Allen - (insieme) Una povera figlia lasciò la mamma e la e per la strada camminò fino  a Asheville. Freddo aveva. Era sola. Un uomo le venne incontro. E le toccò il braccio. E le disse sarò buono con te che sei senza difesa. E  la guidò in una casa, una casa di peccato E la figlia ci entrò. Né mai più potè uscire. È la storia di cose che accadono in vita La storia di una, caduta per via, Una che forse poteva essere felice, In una casa una madre è sola, In una casa una madre piange, In una casa una madre ascolta Se sente il passo della sua povera figlia. È la storia di cose che accadono in vita. (Floyd esce).

Mistress Allen               -  E adesso, prima di uscire, vai a badare ai maiali, figliolo. (Entra mister Alien con un fucile a spalla).

Allen                             -  Sembra proprio che non si possa trovare nessuno disposto a maritare Barbara. (Appende il fucile a un chiodo sopra il caminetto).

Mistress Allen               -  Ma oggi non hai visto Marvin Hudgens?

Allen                             -  L'ho visto sì a Chunky Gal Gap.

Mistress Allen               -  E non gli hai detto che do­vrebbe maritare  Barbara?

Allen                             -   Sicuro  che  glie  l'ho   detto.   Abbiamo discorso un bel po', e alla fine lui mi ha promesso una mula se lasciavo perdere.

Mistress Allen               -  Ti ha detto che ti dava quella sua mula che si chiama Sally?  Quella buona?

Allbn                             -  Proprio quella. Aveva l'aria di uno che con questo sistema ogni cosa.

Mistress Allen               -  Ma allora non la sposa.

Allen                             -  Aveva l'aria di uno che pensa che in fondo una mula può valere quanto un genero.

Mistress Allen               -  E Rome Agar? Ci hai pensato?

Allen                             -  L'ho visto all'emporio di Buck Creek.

Mistress Allen               -  Rome Agar non ha nulla.

Allen                             -  No. Ma mi ha dato otto dollari. È un bel po' di quattrini.

Mistress Allen               -  Incredibile come sia difficile trovare un marito per la propria figlia.

Allen                             -  Ma se anche Barbara si desse un po' d'attorno per conto suo per cercarsi un uomo...

Mistress Allen               -  E ad Harmon Putnam, ci hai pensato?   Sei  stato  a trovarlo?

Allen                             -  Deve sposare con la ragazza dei Bergen.

Mistress Allen               -  Deve: ma non si è ancora sposato.

Allen                             -  Si sposerà quest'altro sabato. E poi, suo padre è amico mio.

Mistress Allen               -  Ragione di più, allora, perché ci dia una mano a far sposare Barbara.

Allen                             -  Già.  E  allora chi sposa Ella Bergen?

Mistress Allen               -  C'è sempre qualcosa per tra­verso. E oltre a tutto sembra anche che Barbara debba avere un figlio di padre ignoto. Dio sa se glie l'ho detto che sarebbe andata a finire così. D'altra parte è logico che chi scherza col fuoco una volta o l'altra si brucia. (Bientra Floyd).

Flotd                             -   Sta  arrivando  il predicatore  Haggler.

Mistress Allen               -  E chi è che l'ha chiamato?

Allen                             -  Il predicatore è un uomo di Dio, ma. Se viene qui, ci avrà le sue buone ragioni.

Flotd                             -  Io dico che viene per via di Barbara. Probabilmente la vorrà esorcizzare.

Mistress Allen               -  Barbara è già stata lavata col sangue dell'Agnello celeste.

Allen                             -  Comunque, un bell'esorcismo non le farebbe male. (Appare sulla soglia il predicatore Haggler).

Haggler                         -  Come va, sorella Alien.

Mistress Allen               -  Come va, predicatore Haggler.

Haggler                         -  Come va, fratello Alien.

Allen                             -  Come va, predicatore Haggler. Mette­tevi a sedere e fateci un esorcismo.

Haggler                         -  Voi non ve ne occupate. (Si mette a sedere).

Allen                             -  Che ne direste d'un goccetto?

Haggler                         -  Niente in contrario, se le l'avete sottomano e se non vi disturba.

Allen                             -  Nessun disturbo, nessun disturbo. Figliolo, dai un bicchiere di whisky al predicatore. È il più buon whisky ch'io abbia fatto quest'anno.

Mistress Allen               - (mentre Floyd prende un orcio e lo porge ad Haggler che ne trae una gran sorsata) Proprio così, predicatore, proprio così.

Haggler                         - (tergendosi la bocca) Fratello Alien, io lo dico sempre: non ce n'è uno in tutta la parrocchia, non uno in tutta la parrocchia, che sappia fare un whisky migliore del vostro.

Allen                             -  Detta da voi, predicatore, è una gran lode.

Mistress Allen               -  Al pastore che c'era prima non siamo mai riusciti a farglielo assaggiare.

Haggler                         -  Era un battista lavator di piedi, sorella Allen. E non aveva ancora visto la vera luce. (Beve un altro lungo sorso dall'orcio).

Mistress Allen               -  Com'è che voi non siete con­trario all'alcool, predicatore?

Haggler                         -  Per via della Bibbia, sorella. La Bibbia dice che il vino rallegra il cuore.

Allen                             -  Avete proprio ragione. Lo so anch'io, per esperienza personale.

Haggler                         -  E voi, fratello Alien, non lo berreste un goccetto?

Allen                             -  Perché no, predicatore, perché no? (Prende Vorcio e beve).

Mistress Allen               -  Sì: è proprio una cosa che rallegra il cuore vedere un uomo che si beve il suo whisky.

Allen                             -  Ne vuoi un sorso anche tu, ma?

Mistress Allen               -  Bè, sì... ma proprio solo un sorsettino... perché è così buono.

Haggler                         - (mentre mistress Alien beve) Non un sorsettino, sorella: un lungo sorso. Il liquore rende scorrevole la parola.

Flotd                             -  Ma, potrei bere anch'io?

Mistress Allen               -  Tu sei troppo giovane, figliolo.

Flotd                             -  Nient'affatto, ma. È da quando avevo dieci anni che bevo whisky.

Haggler                         -  Io dico che un goccetto ogni tanto non può far male al ragazzo. È la miglior cosa che ci sia al mondo per dar forza al sangue.

Flotd                             -  Allora posso, ma?

Mistress Allen               -  Bè, visto che il predicatore dice che non fa niente, io non ho niente in contrario.

Allen                             -  Sì, ma non farlo bere troppo, ma.

Mistress Allen               - (guardando Floy che beve) Là, là, adesso basta, figliolo se no rischi di bruciarti la gola.

Allen                             -  E  voi, predicatore,  ancora un  sorso?

Haggler                         -  Credo sia meglio che no.

Allen                             -  Bè allora, figliolo, rimetti l'orcio al suo posto sullo scaffale. (Floyd ripone l'orcio sulla credenza).

Mistress Allen               -  Gradireste un boccone, pre­dicatore? Ci avrei qui uno scoiattolo che il mio vecchio ha sparato stamattina. Una vera fortuna, questo anno si riesce a chiappar  qualcosa.

Haggler                         -  Grazie, sorella Alien. Ho già fatto colazione.

Allen                             -  Anche noi abbiamo già mangiato. Giusto un momento prima che arrivaste voi.

Haggler                         -  Bè, vi dirò qual è lo scopo della mia visita. Pastore sono, sorella Alien, e devo badare al mio gregge.

Allen                             -  Parole sante.

Mistress Allen               -  Non c'è miglior predicatore per tutta l'estensione delle Smoky Mountains, da Chunky Gal all'Old Baldy a Buck Creek. Quando cominciate voi a parlare del fuoco eterno e della dannazione  è proprio  come  si vedesse sorgere l'inferno dalla terra. Non c'è barba di peccatore nella valle che vi possa ascoltare senza sentirsi costretto a confessare i suoi peccati.

Allen                             -  Non posso dimenticare come, durante l'ultima predica, siete riuscito a salvare miss Gudger... gli urli che le avete fatto contro, gli scongiuri e gli esorcismi che avete messo in opera. L'anima sua ne fu colpita a tal punto che il suo corpo cadde lungo disteso sul pavimento. Miss Metcalf, ricordo, si precipitò su di lei ma voi le indirizzaste un urlaccio e « È il Signore che l'ha atterrata » diceste « lasciatela stare dov'è! ». E poi miss Gudger si alzò e cominciò a cianciare in una lingua sconosciuta. Fu un grande miracolo.

Haggler                         -  Proprio così, fratello Alien, proprio così.

Mistress Allen               -  Ve lo dico proprio col cuore in mano, predicatore: quando si tratta di salvare un peccatore non c'è nessuno capace di tenervi testa.

Allen                             -  È proprio la mano di Dio...

Hagglee                         -  Non appena mi giunge all'orecchio che una delle mie pecorelle s'è smarrita mi dò d'at­torno e non ho più pace finché non l'ho riportata nel gregge del  Signore.

Mistkess Allen              -  E fate proprio bene, predi­catore.

Haggler,                        -  Stando così le cose, vi dirò che non ho potuto fare a meno di sentire quel che si racconta a proposito del ballo di sabato scorso. Edna Summey dovrebbe vergognarsi di quel che ha detto.

Misibess Allen              -  Ma era tutto vero, predicatore Haggler. Non lo avrebbe dovuto dire, ma in faccia a Dio era tutto vero.

Haggler                         -  Lo sospettavo anch'io, visto che tutti ne parlavano. E questo mi decide a porgervi una soccorrevole mano.

Mistress Allen               -  Ve ne siamo proprio grati, predicatore.

Haggler                         -  Per carità: è mio dovere e mio piacere. L'unica cosa che desidero è di veder Barbara sposata.

Floyd                            -  Allora lo potete desiderare un. bel pezzo, se volete che ve lo dica.

Mistress Allen               -  Floyd, questi non sono affari che ti riguardano. Fai il piacere di andartene.

Floyd                            -  Ma, ma, io vorrei stare a sentire.

Mistress Allen               -  Hai già sentito quel che ti ho detto. Vattene.

Floyd                            -  Barbara è mia sorella. E poi io so tutto di lei. So che deve avere un figlio di padre ignoto.

Allen                             -  Sono cose personali. Obbedisci a tua madre.

Floyd                            - (andandosene) Ma verrò il giorno che sarò grande anch'io. Allora non dovrò più andar­mene quando ci si comincia a divertire.

Haggler                         -  Trovo saggio che abbiate mandato via il ragazzo perché le cose che sto per dirvi non sono adatte ad orecchi giovanili.

Allen                             -  Di che si tratta, predicatore Haggler?

Mistress  Allen              -   Già,   che  cos'è che  volete?

Haggler                         -  Dov'è Barbara, adesso, mistress Alien?

Mistress Allen               -  In giro da qualche parte. Non so dove.

 Haggler                        -  È un'abitudine, questa di lasciarla uscire sola di notte?

Mistress Allen               -  Ormai è una ragazza grande, predicatore. Non le posso impedire di uscire.

Haggler                         -  Ma ne portate pena anche voi, quando la ragazza si mette nei guai.

Mistress Allen               -  Lo so, predicatore, ma che cosa ci possiamo fare?

Haggler                         -  Bè, io avrei pensato a una via d'uscita. Un sistema per darle marito.

Allen                             -  È proprio questo il punto.

Mistress Allen               -  Sicuro. Diteci che cosa avete pensato.

Haggler                         -  Ecco. C'è un tipo che le ronza intorno, un tipo che nessuno sa chi sia.

Mistress Allen               -  Volete dire il forestiero che ballò con Barbara l'altra sera?

Haggler                         -  Proprio lui. Bè, l'ho rivisto ancora questo pomeriggio dalle parti del Hawg Back Holler. È qui da poco e credo sia proprio l'uomo che fa per noi.

Allen                             -  Di dove viene?

Haggler                         -  Bè, non lo so. Gliel'ho domandato, e lui mi detto che veniva dall'Old Baldy Mounting.

Mistress Allen               -  Ma se non ci abita nessuno, lassù.

Haggler                         -  Lo so e gliel'ho fatto notare. Ma se anche non venisse di là, mi pare che non cambi niente, non è vero sorella Alien?

Allen                             -  Non mi va di avere a che fare con i forestieri.

Haggler                         -  Già. Ma è sempre meglio che niente.

Mistress Allen               -  Questo è un fatto, predicatore.

Haggler                         -  Senza contare che, fino ad ora, quello non ha ancora avuto modo di sapere come stanno effettivamente le cose qui.

Mistress Allen               -  E voi credete che sarebbe disposto a sposare Barbara?

Haggler                         -  Certo che sposerà Barbara. Me l'ha detto lui stesso. Mi ha fatto un sacco di domande sul suo conto.

Mistress Allen               -  Gli avete mica detto niente?

Haggler                         -  Bè, qualcosa bisognava pure che gli dicessi. Questa faccenda di Barbara che se ne va in giro di notte, in un modo o nell'altro dovevo spiegarla. E così gli ho detto che non c'era niente di male, che Barbara stava per sposarsi e che tutto era pronto,  quando il fidanzato morì.

Mistress Allen               -  E lui vi ha creduto?

Haggler                         -  Si capisce che mi ha creduto. Non c'era nessun motivo che non mi credesse. E credo comunque che sarebbe disposto a sposarla anche se sapesse tutta la verità.

Mistress Allen               -  Certo che eviteremo un mucchio di guai se potessimo dar marito a quella ragazza; e se voi dite che questo giovanotto la vuole...

Haggler                         -  La vuole.

Mistress Allen               -  Bè, io trovo che va benissimo.

Allen ;                           -  E io invece trovo che non va nient'affatto bene. Non sappiamo niente di questo tale.

Mistress Allen               -  Ha un bell'aspetto, e il modo come ha cazzottato Marvin Hudgens era una cosa da vedere.

Allen                             -  Bè, certo che l'ha messo a terra con una facilità unica. Quasi, non l'ha neanche toccato. Ero là anch'io e ho visto tutta quanta la scena.

Haggleb                        -  Bè, avrete presto l'occasione di ve­derlo e glielo potrete chiedere di persona. M'ha detto che vi verrà a trovare stasera stessa.

Mistress Allen               -  Credete che intendesse questo, quando vi parlava di Barbara?

Hagglee                         -  Non vedo che motivo avrebbe di dirvi una bugia.

Allen                             -  Mi ha l'aria di essere un attaccabrighe.

Haggler                         -  Bè, ognuno se lo immagina a modo suo. E adesso credo sia proprio ora che me ne torni a casa. (Si alza).

Allen                             -  Non ve ne andate ancora, predicatore. Rimanete ancora qualche giorno con noi.

Haggler                         -  Non credo che posso. Venite voi con me, invece.

Allen                             -  Non credo che posso. Rimanete con noi.

Haggler                         -  Non credo che posso. (Esce).

Mistress Allen               -  Il predicatore Haggler è pro­prio un brav'uomo.

Allen                             -  Già. Un bel tipo.

Floyd                            - (entrando di corsa) Papà, papà. C'è un'aquila là fuori. Vola e grida. Credo che sia l'aquila più grossa che ho mai visto.

Mistress Allen               -  Fa la posta ai pollastri. Hai chiuso il pollaio?

Floyd                            -  Certo che l'ho chiuso, ma. A noi non ci può far danno. Però è ben grossa.

Allen                             -  Vammi a prendere lo schioppo a pai-lettoni, figliolo. Voglio vedere se mi riesce di chiap­parla.

Floyd                            -  Lascia che provi io, pà. Sono sicuro che  la  chiappo.

Allen                             -  Ho detto che « io » la chiappo, non che la chiappi « tu ». (Prende il fucile che Floyd intanto ha staccato dal chiodo e s'avvicina alla porta. Come l'ha raggiunta, la porta si apre e appare John sulla soglia).

John                              -  Cercavo Barbara Alien.

Mistress Allen               -  Adesso non c'è.

John                              -  Ma questa è casa sua, dico bene?

Mistress Allen               -  Direi di sì. Non volete entrare un momento?

John                              -  Perché no?

Allen                             -  Avvicinatevi la sedia al fuoco. Barbara verrà subito.

Floyd                            -  Papà, lascia che gli spari io all'aquila. Per piacere, dammi lo schioppo.

John                              -  Non c'è nessuna aquila, là fuori.

Floyd                            -  Ma se l'ho vista io, mister.

John                              -  Non c'è nessuna aquila. Vai a vedere.

Floyd                            -  Posso prendere il fucile, pà?

Allen                             -  Credo di sì. (Floyd prende il fucile e si precipita fuori. John lo squadra con una certa aria preoccupata. Alien grida dietro a Floyd) Ma bada di non sparare il colpo se non la vedi ben davanti al mirino.

Mistress Allen               - (a John) Mangereste un boc­cone?

John                              -  Bè, certo che l'appetito ce l'avrei.

Mistress  Allen              -  Vi preparo  qualcosa in un momento. (Appare Barbara sulla  soglia; vede John in casa ed entra).

Allen                             -  Dove sei stata, Barbara?

Barbara                         - (a John, mentr'egli si volge e la vede) ' Che cosa fai tu, qui?

John                              -  Son venuto a domandare qualcosa ai tuoi. Gli voglio domandare se hanno niente in con­trario che io ti sposi.

Allen                             -  Ma non sappiamo niente di voi, giova­notto, né come vi chiamate né di dove venite.

John                              -  Non fa niente di dove vengo, visto che ho l'intenzione di stabilirmi qui.

Allen                             -  Ma vostro padre e vostra madre...

Mistress Allen               -  Non ha nessuna importanza. Se Barbara è d'accordo, io trovo che va benissimo. (Echeggia un colpo di fucile).

Allen                             -  Ma, ma...

Mistress Allen               -  Se il predicatore Haggler dice che tale è la volontà di Dio...

Allen                             -  Ma mi pare che gli dovremmo dire dov'è andata Barbara e che cosa ha fatto.

John                              -  So già tutto, mister Alien. Il predicatore Haggler mi ha informato, Ma non me ne importa niente, se Barbara vuol diventare mia moglie.

Mistress Allen               -  E tu che ne dici, bambina? Lo vuoi per marito?

Barbara                         -  Sarebbe una bella fortuna per voi, se mi maritassi.

Allen                             -  Non più bella di quanto non lo sarebbe per te, figliola, se debbo dire cosa ne penso.

Barbara                         -  Che ti succede, pà? Non vuoi che mi sposi?

Allen                             -  Niente affatto, visto ch'è la sola occa­sione che ti si presenti.

Barbara                         -  Ma come, papà: se c'è un mucchio di giovanotti che mi vorrebbero in moglie.

Allen                             -  Sicuro. Ma ti vorrebbero in moglie di qualcun altro.

Mistress Allen               -  Tieni chiuso il becco, tu. Non hai diritto di parlare in quel modo a tua figlia.

John                              -  Mi vuoi sposare, Barbara Alien? Aspetto la tua risposta.

Barbara                         -  La mia risposta è sì, visto che non posso dire di no.

Mistress Allen               -  Oh, così va bene. Credo che sarete molto felici. (Si sente un altro colpo di fucile. Alien si avvicina alla porta).

Allen                             -  L'hai chiappata, Floyd? Hai chiappato l'aquila?

Floyd                            - (fuori scena) No, papà: mi è scappata.

John                              -  Ve l'avevo detto che non c'era nessuna aquila.

Allen                             -  Ma Floyd diceva di averla vista.

Mistress Allen               -  Bè, si sarà sbagliato. Bè, credo che voi due abbiate un sacco di cose da dirvi.

Barbara                         -  Credo anch'io, ma.

Allen                             -  Io invece me ne sto qui finché non vien l'ora d'andare a letto.

Mistress Allen               -  Con tua figlia che sta per spo­sarsi, dovresti avere tanto buon senso da fare quel che ti dico. Avanti, alzati e vientene via. (Smuove Alien e lo sospinge dinanzi a sé. Escono).

John                              - (fissando Barbara) Barbara!

Barbara                         -  Sì?

John                              -  Non m'importa niente di quel che ha detto la maga: tu sei la più bella ragazza del mondo.

Barbara                         -  La maga? Hai parlato con lei?

John                              -  Direi di sì.

Barbara                         -  E che ci hai da fare tu, con la maga?

John                              -  Bè...   avevo   qualcosa  da   domandarle.

Barbara                         -  Non puoi aver niente da domandarle, niente di buono, almeno. Devi stare lontano dai maghi se tu e io ci vogliamo sposare. Il sangue dell'agnello di Gesù ci dà tutta la forza che ci occorre.

John                              -  Non c'è sangue di nessun agnello che mi possa aiutare, a me.

Barbara                         -  Non sei cristiano?

John                              -  Credo di no.

Barbara                         -  Non avevo mai conosciuto nessuno che non fosse cristiano, prima.

John                              -  Vuoi dire che non mi sposerai se non mi lavo nel sangue?

Barbara                         -  Non ho detto niente del genere, non ho detto. A salvarti l'anima ci sarà tempo dopo. Per adesso, basta che mi ami e io non ti chiedo altro.

John                              -  Ti amo, Barbara Alien. Te lo giuro. (La prende fra le braccia e la bacia. E intanto si spalanca la finestra e appare la strega Nera).

La Strega Nera              -  Piglio di strega! Che cosa fai tu, qui? Che cosa fai tu in una casa di uomini?

John                              -  Credo di averci le mie buone ragioni. (Sull'orlo del tetto appare la strega Bianca).

La Strega Bianca          -  Perché vuoi essere un uomo? Non lo sai che sarai infelice?

La Strega Nera              -  La maga ti ha trasformato con un inganno.

La Strega Bianca          -  E il tuo aquilotto è tutto solo. E tu non puoi cavalcare nel cielo senza di lui.

La Strega Nera              -  E io sono tutta sola, figlio di strega. Anch'io sono tutta sola.

John                              -  E a me, che me ne importa?

La Strega Nera              -  Non è bella! Soltanto tu credi che sia bella!

La Strega Bianca          -  Ci lascerai davvero, figlio di strega? Ci lascerai per una donna umana? (Le due streghe scompaiono).

John                              -  Ho preso la mia decisione e non ci torno sopra.

Barbara                         - (allontanandosi un po' per guardarlo meglio) Che cosa ti succede, John? Hai l'aria di uno che abbia visto le streghe nella notte.

John                              -  Pensavo a certa gente... certa gente che conoscevo. Ma ora è molto lontana.

Barbara                         -  Ti amo, John. Puoi anche baciarmi, se vuoi. (John comincia a baciarla ma è interrotto da un gran picchiare alla porta. Barbara, contrariata, va ad aprire. Fuori c'è Marvin Hudgens).

Marvin                          -   Buona   sera,   Barbara   Alien. (Vede John e fa un passo indietro) Posso entrare?

Barbara                         -  Credo.

Marvin                          - (entrando lentamente) Pensavo a quel che mi ha detto oggi tuo padre e m'è venuto il sospetto che gli ho dato una risposta troppo affrettata.

Barbara                         -  Che cosa ti ha detto papà?

Marvin                          -  Qualcosa come tu e io ci dovremmo sposare. Ora, non è che io sia contrario all'idea, ma mi piace fare le cose a modo mio e al tempo debito.

Barbara                         -  Già, ma questa mica è una faccenda che riguardi papà!

Marvin                          -  È quel che pensavo anch'io. Un uomo non può essere costretto a fare una cosa così e allora gli ho promesso che, se lui mi lasciava perdere, io gli regalavo la mia mula Sally. Ma poi dopo ci ho riflettuto sopra. E mi sono ricordato di quanto mi è utile la mula Sally e così son venuto qui a chie­derti di diventare mia moglie.

John                              -  Ho paura che sei arrivato troppo tardi, Marvin Hudgens. E adesso vuoi levarti dai piedi o vuoi che cominci a contare fino a tre?

Marvin                          -  Io... io me ne vado subito, se le cose stanno così.

John                              -  Già. È proprio così che stanno le cose. (Marvin se ne va rapidamente mentre Barbara s'av­vicina a John e gli prende la mano).

Barbara                         -  L'hai trattato come meritava, John. Sono fiera di sposare uno come te. (John la sospinge dolcemente verso la porta, le passa un braccio intorno alla vita ed esce con lei nella notte).

QUARTO QUADRO

Il grande emporio di Buclc Greek.

 (Scaffali, un banco, una stufa, alcune sedie e un grosso barile di mele. Dietro il banco è mister Summey, il proprietario. Atkins e Bergen stanno giocando a scacchi e Buri Dinwitty armeggia per pescare una mela nel barile. Smelicue canta accompagnandosi sulla chi­tarra. Floyd Alien lo ascolta).

Smelicue                       -  John Williams,  John  Williams,  su  dimmi che fai: Se proprio mi sposi o se mi lascerai. John salta a cavallo e galoppa lontan Tenendo al suo fianco la piccola Onie.

Gli Altei                        -  Tenendo al suo fianco la piccola Onie.

Smelicue                       - Arrivano al fiume abbracciati così, S'arrestan John Williams e la piccola Onie. John  Williams,   John  Williams,   su dimmi che fai: Se proprio mi sposi o se mi lascerai.

Gli Altri                        -  Se proprio mi sposi o se mi lascerai. (Entra Bank Gudger che, per prima cosa, va a rubarsi una mela).

Smelicue                       -  John   Williams   la   stringe,   la   bacia   e   l'abbraccia E poi dentro al fiume di colpo la caccia.

Gli Altri                        -  E poi dentro al fiume di colpo la caccia.

Hank                             -  Se ve ne state qui voialtri a cantare e suonare è segno che s'è rimesso a far freddo forte.

Atkins                           -  Già. Fa un freddo boia: è buono per ammazzare il maiale. Stamattina Gormans ha ammaz­zato una scrofa. La più bella carne di porco ch'io abbia mai visto.

Bergen                          -  Quest'anno ha gelato presto.

Smelicue                       -  È un brutto segno, un gran brutto segno. Gelo in settembre, morte a novembre.

Hank                             -  La gente muore in tutti i mesi. (Bidè).

Smelicue                       -  Non c'è niente da ridere, amico. Senti bene quello che ti dico: stanno succedendo cose che non erano nella volontà di Dio.

Bergen                          -  Non succede niente che non sia nella volontà di Dio. Tutto quel ch'Egli fa è perché doveva esser fatto.

Smelicue                       -  Ma ci son cose che son fatte ad offesa di Gesù. E sono le cose che fanno le potenze delle tenebre e vengono direttamente dall'inferno.

Atkins                           -  Qui hai torto, uncle Smelicue.

Smelicue                       -  So quel che mi dico.

Burt                               -  Hai ragione, uncle Smelicue. Ci sono delle cose che vengono direttamente dall'inferno.

Smelicue                       -  Tanto per dirne una, mister Biddle mi ha raccontato che l'altra sera sua moglie voleva l'anello che portava la loro figliola Agnese.

Atkins                           -  L'anello con la pietra verde che luc­cicava al buio?

Bergen                          -  L'anello che le aveva dato Jed Huggins prima di tagliarle la gola*

Summey                        -  L'anello che lei aveva accettato e che non le si potè più togliere, cosicché glielo lascia­rono nel dito.

Smelicue                       -  Bè, mister Eiddle ha detto che sua moglie pensava che ormai il dito di Agnese era diven­tato molto piccolo e si poteva togliere l'anello.

Summey                        -  Ma Agnes Biddle è stata sepolta.

Bergen                          -  È stata sepolta nel cimitero.

Burt                               -  Sepolta nel cimitero sotto sei piedi di terra.

Atkins, Bergen e Hank           -  Sotto sei piedi di terra.

Summey e Burt             -  Sotto sei piedi di terra.

Smelicue                       -  Bè, immagino che lo sapessero anche loro, ma questo non cambiò niente. E cosi presero una lanterna, una' pala e una vanga.

Gli Altri                        -  Una pala e una vanga, una pala e una vanga.

Smelicue                       -  E cominciarono a scavare, comincia­rono a scavare nella notte e scavarono nell'oscurità senza  nessun'altra  luce  che  quella  della  lampada.

Atkins                           -  E scavarono finché trovarono la bara?

Bergen                          -  E apersero poi la bara?

Hank                             -  E presero l'anello con la pietra verde e luccicante?

Smelicue                       -  Bè, scavarono fino alla bara e apersero la bara, ma l'anello non c'era più e la mano era stata tagliata.

Gli Altri                        -  E la mano era stata tagliata.

Smelicue                       -  E il viso era tutto nero e gonfio, e gli occhi aperti e fissi e i capelli scarmigliati e strappati.

Hank                             -  Chi può aver fatto una cosa simile?

Smelicue                       -  Certo, non una creatura umana.

Burt                               -  Vuoi  dire che sarà  stata una strega?

Smelicue                       -  Su questo non ho il minimo dubbio. È stata una strega, vero com'è vero Dio.

Tutti                              -  È stata una strega, certo, è stata una strega!

Burt                               -  Io ho paura!

Summey                        -  Andiamo, non c'è niente da aver paura. Forse che non sei stato rigenerato dalla grazia di Nostro Signore Gesù Cristo?

Burt                               -  Sono stato rigenerato sì, ma con le streghe non c'è mica da scherzare. Le streghe fanno gli incan­tesimi alla gente e gli corrono dietro e gli saltano sulle  spalle  e  li  obbligano   a  galoppare  finché gli scoppia il cuore.

Summey                        -  E allora fai bene attenzione a quel che ti dico: non dare alle streghe la più piccola occasione di occuparti di te. (Entra miss Metcalf) Come va, miss Metcalf?

Miss Metcalf                 -  Come va.

Smelicue                       -  Come va, miss Metcalf? Come Vi vanno gli affari?

Miss Metcalf                 -  Come al solito, più o meno. (Si volge a Summey) Oh, mister Summey. Vorrei vedere del calicò. Prendo la scusa delle nozze pei; farmi fare un abito nuovo.

Summey                        -  Ella Bergen e Harmon Putnam sii sposano domani. Dovrete sbrigarvi mica male se ci, volete arrivare in tempo.

Miss Metcalf                 -  Ma io mica parlo delle nozze di Ella Bergen e Harmon Putnam.

Bergen                          -  E chi altri si sposa, allora?

Miss Metcalf                 -  Cosa, non avete ancora sentito la nuova? È Barbara Alien che prende marito.

Floyd                            -  Già, stavolta Barbara si sposa proprio.,

Atkins                           -  E così, Marvin Hudgens si è deciso, eh!

Miss Metcalf                 -  Marvin Hudgens non ha deciso un bel niente. Lo sposo è quel tipo ch'è arrivato dal Baldy.

Bergen                          -  Quello che le ha suonate a Marvin!

Miss Metcalf                 -  Proprio quello. Un giovanotto, piuttosto in gamba.

Burt                               -  Non gliele ha suonate lealmente... non l'ha quasi neanche toccato.

Hank                             -  E a quando le nozze?

Miss Metcalf                 -  Di sicuro non so ancora niente.

Floyd                            -  Più presto che si potrà, ha detto mamma.

Hank                             -  E così, Barbara si sposa.

Smelicue                       -  Non vedo perché non si sarebbe dovuta sposare. È più bella a vedersi di una cocci­nella nel mese di giugno.

Miss Metcalf                 - (esaminando la stoffa che Summey Jia srotolato sul banco) È graziosa, direi.

Summey                        -  Mai quanto voi, miss Metcalf.

Miss Metcalf                 -  Già. Però è un bel po' più gioì vane. (Con Summey seguita a passare in esame altre pezze di calicò).

Bergen                          -  L'età non vuol dire niente. Miss Greeny Gorman aveva i suoi cinquant'anni suonati, e non c'era ragazza giovane che potesse competere con lei,

Burt                               -  Sì. Ma guarda un po' chi è che l'ha sposata.

Smelicue                       -  E voi, com'è che non vi maritate, miss Metcalf? Un pezzo di donna come voi. (Miss Metcalj fa una risatina) Bè, certo che non è facile metter la mano su un uomo, al giorno d'oggi.

Miss Metcalf                 -  Proprio così, uncle Smelicue. Non è niente affatto facile e dipende soprattutto dalla volontà di Dio. (Smelicue pizzica una corda, della sua chitarra e, accompagnato dagli altri, comincia a cantare).

Smelicue                       -

Oh, non è facile, facile, facile

Amar d'amore chi non ti amò mai,

Oh, non è facile facile facile

Amar d'amore chi sempre ti mentì. (A solo)

Chi bacerà le sue labbra di rubino,

Hank                             -  Chi al petto forte se la stringerà.

Floyd                            -  E chi sarà il suo sincero amante

Miss Metcalf                 -  Cerco qualcuno che m'ami d'amore.

Coro                              -  Ma non è facile facile facile Amar d'amore chi non ti amò mai Oh, non è facile facile facile...

Miss Metcalf                 - (ricuperando improvvisamente la propria dignità) Stupidi. (Si volge a riesaminare il suo calicò mentre gli uomini cantano l'ultima bat­tuta della canzoncina).

Coro                              -  Amar d'amore ehi sempre ti mentì. (Come il coro finisce entra il predicatore Haggler).

Haggler                         -  Il Signore sia con voi, fratelli.

Gli Uomini                    -    Come va,  predicatore   Haggler.

Haggler                         -  Come va, miss Metcalf.

Miss Metcalf                 -  Come va.

Haggler                         -  Mi avete l'aria di star piuttosto bene, fratello Smelicue.

Smelicue                       -  Già. Bene come una lucertola cui abbiano appena tagliata la coda.

Haggler                         - (vedendo Floyd) Tua madre ti sta cer­cando in cielo e in terra, Floyd Alien. Vuole che prima di cena tu abbia sbrigato tutto.

Floyd                            -  Si capisce: adesso che Barbara si sposa, io devo sbrigare tutto. (Si alza ed esce).

Bergen                          -  Vai a casa, Floyd.

Miss Metcalf                 -  Oh, vorrei sentire il vostro parere, predicatore Haggler. Vorrei che mi diceste quale di questi calicò vi sembra il più adatto a me.

Haggler                         -  Eh... non è facile a dirsi, non è proprio facile. È una cosa delicata come fosse indorare un giglio.

Miss Metcalf                 -  Oh, predicatore Haggler!

Haggler                         -  Voi vi vestite sempre con tanto gusto !

Smelicue                       -  Proprio quel Che le stavo dicendo, predicatore.

Haggler                         -  Come dice la Bibbia, Salomone in tutta la sua gloria non era paludato come una di queste femmine.

Miss Metcalf                 - (con un risolino di modestia) Bè, bisogna proprio che mi decida fra questo rosso e quest'altro a fiorellini blu.

Haggler                         -  Quello a fiorellini blu è veramente grazioso.

Miss Metcalf                 -  Sì, perché no? (A Summey) Quanto?

Summey                        -  Quindici centesimi il metro.

Miss Metcalf                 -  Ne prendo sei metri. (Ad Haggler) L'altro mi sembra un po' miserello. (Sipalpa il tes­suto) Mentre  questa  mi  sembra  una  buona  pezza.

Haggler                         -  Oh sì, certo.

Smelicue                       -  Scusate, miss Metcalf, ma non con­netto bene. Siete proprio sicura di poter rimediare una bella gonna ondeggiante con sei metri di stoffa?

Miss Metcalf                 -  Posso rimediare una gonna on­deggiata da qualunque cosa, uncle Smelicue, se la fortuna mi assiste. (Si fa vicina a Summey che sta misurando la stoffa e con lui porta a termine il con­tratto. Entra a precipizio Marvin Hudgens che si ferma a guardare i giocatori di scacchi).

Hank                             -  Come va, Marvin Hudgens. Hai sentito delle nozze?

Marvin                          -  Sì, ho sentito delle nozze. E a te che te n'importa?

Hank                             -  Oh, niente. Proprio niente, ti assicuro. Solo, sembra che qualcuno ti abbia soffiato la ragazza.

Marvin                          -  Non mi piace il modo come parli. Se l'avessi voluta me la sarei potuta tenere.

Smelicue                       -  Già. Mi sembra che anche suo padre dicesse la stessa cosa.

Marvin                          -  L'avrei potuta sposare, ad ogni modo. E voi cercate di non dimenticarlo. (Punta un dito minaccioso  contro Smelicue).

Smelicue                       -  Andateci piano, andateci piano, andateci piano.

Marvin                          -  Comunque, io mi faccio gli affari miei da persona pulita. Non ho bisogno, io, di fare il malocchio  alla gente per  ottenere  ciò  che  voglio.

Haggler                         -  Cosa volete dire con « fare il ma­locchio? ».

Marvin                          -: Niente, non voglio dire. Ma so quello che so.

Bergen                          -  Ci ha ancora la testa che ronza per la batosta.

Atkins                           -  Eppure gliele hanno date a perfetta regola d'arte.

Marvin                          -  Io non direi a regola d'arte. Quel tipo mi ha picchiato con un fulmine.

Smelicue                       -  Sicuro. Un fulmine per ogni pugno.

Marvin                          -  Era un fulmine vero quello che mi mise fuori combattimento. (Entrano John e Barbara che colgono le ultime parole di Marvin) Ma non avrei difficoltà a rompergli le ossa se ci si volesse provare di nuovo.

John                              -  Ti ci puoi provare senz'altro, se ti va. In qualunque momento che ti pare: io sono sempre a tua disposizione.

Barbara                         -  L'uomo che sto per sposare è forte assai. Io credo ch'egli sia l'uomo più forte di tutta la vallata.

Marvin                          -  Mai forte come me... quando si tratti di sollevar pesi.

John                              -  Fammi vedere, Marvin Hudgens. Fammi vedere qualche sollevamento.

Marvin                          -  Posso sollevare quel barile. Lo posso sollevare da terra e lo posso tenere ben alto senza farne  cadere neanche una mela.

Burt                               -  Certo che puoi, Marvin. Faglielo vedere, che puoi.

Summey                        -  È un barile molto pesante.

Atkins                           -  Pieno di mele che versa.

Marvin                          -  Non vuol dir niente, per me. Fatemi un po' di spazio, e state a vedere. (Il gruppo si allarga facendo circolo intorno a Marvin che si avvicina al barile seguito da un coro di incoraggiamenti e di com­menti. Barbara e John stanno tranquillamente a guar­dare. Marvin afferra il barile e con abbondanti gru­gniti riesce finalmente a sollevarlo a cinque o sei piedi da terra e, dopo pochi istanti, lo ridepone pesantemente. Tutti gli si fanno intorno a stringergli le  mani).

Hank                             -  Miss Metcalf, qua la mano. Il vostro uomo è forte davvero.

Atkins                           -  Sapevo che ce l'avrebbe fatta.

Burt                               -  È proprio l'uomo più forte di tutta la contea.

 

Marvin                          - (volgendosi a John con aria trionfante) Bene, straniero; e adesso, se te la senti, puoi provare tu.

Smelicue                       -  Vogliamo farci una piccola scommessa, predicatore?

Haggler                         -  Il Vangelo non approva le scommesse. Io non gioco mai. (Di nuovo si alzano commenti dal gruppo mentre John si avvicina al barile. John afferra il bordo superiore del barile con la mano sinistra e lo solleva senza difficoltà all'altezza della spalla e quindi lo depone lentamente sul pavimento).

Miss Metcalf                 -  Guardate! Questa è certo opera del  diavolo!

Haggler                         -  Non può essere altro.

Marvin                          -  Che cosa vi avevo detto, io, del ma­locchio? (Esce correndo).

Hank                             -  Costui comanda alle potenze infernali.

Smelicue                       -  E chi lo avrebbe mai creduto! (John si volge a Barbara e ad Haggler).

Barbara                         -  È un vero uomo quello che io sposo.

Haggler                         -  Ma io ho mai visto nessuno che potesse fare una cosa simile.

Barbara                         -  Bè, più si vive più s'impara.

Haggler                         -  Quand'è che penserete di sposarvi!

John                              -  È appunto per questo che siamo venuti a cercarvi, predicatore. Pensiamo che prima ci spo­siamo meglio è.

Haggler                         -  Debbo già celebrare un matrimonio domattina. Vi spiacerebbe aspettare una settimana?

John                              -  Non capisco perché dovremmo aspettare tanto?

Smelicue                       -  Sembra che non abbia voglia d'aspet­tare, eh, miss Metcalf.

Miss Metcalf                 -  A me sembra che non aspetterà affatto.

John                              -  Cos'è che state dicendo?

Miss Metcalf                 -  Ciò che sto dicendo è solo questo: che non c'è senso comune ad aspettare quando uno ha deciso una cosa.

Smelicue                       -  Deciso che cosa, miss Metcalf?

Miss Metcalf                 -  Deciso di sposarsi.

Smelicue                       -  Oh!

John                              -  E questo è appunto quel che faremo: per cui, predicatore, noi vorremmo che ci sposaste subito.

Haggler                         -  Ma lo avete almeno detto ai vostri genitori?

Barbara                         -  Glie l'ho detto e loro mi hanno dato il consenso. Non chiedono di meglio che di vedermi maritata.

Smelicue                       -  Questo è vero. Suo padre non ha fatto che parlarmi di questo, ultimamente.

Haggler                         -  Intendete dire che vorreste ch'io vi sposassi oggi stesso?

John                              -  Esattamente. Vogliamo che ci sposiate oggi stesso, anzi subito. E in fretta, anche. Potete farlo?

Haggler                         -  Bè, credo che si possa tentare. Vi occorre un permesso, prima di tutto.

John                              -  E non ce lo potete procurare voi?

Haggler                         -  Ce ne avrei qui uno. Due dollari e mezzo. (Estrae un foglio di tasca).

John                              -  Ma io non ho due dollari e mezzo. Questa è l'ultima cosa che mi sarei andato a pensare.

 

Barbara                         -  Ce l'ho io, John, ce l'ho qui in tasca. (Tira fuori alcuni biglietti e comincia a contare) Ecco qua: uno, due... due dollari e cinquanta.

Hank                             -  Quei cinquanta centesimi rappresentano da soli più che il prezzo del peccato.

Smelicue                       -  I prezzi sono ben aumentati dai tempi miei.

Haggler                         - (intascando il danaro di Barbara) Perché il matrimonio sia legale bisogna riempire questo. (Si volge a John e gli porge un foglio di carta e una matita) Adesso, tutto quel che vi resta da fare è di rispondere a questo questionario.

John                              -  Mi spiace, predicatore, ma io non so né leggere ne scrivere.

Haggler                         -  Bè, allora mi toccherà farlo al posto vostro; suppongo. Prima domanda: come vi chiamate?

John                              -  John, mi chiamo John.

Haggler                         - (scrivendo) John, che cosa?

John                              -  John e basta.

Miss Metcalf                 -  Sarete mica un trovatello, alle volte?

John                              -  Bè, non proprio.

Haggler                         -  Ma un cognome ce lo dovete pur avere.

Miss Metcalf                 -  Possibile che non abbia cognome!

Haggler                         -  Dovete avere un cognome da scrivere sul modulo.

John                              -  Bè, potete scrivere... Umano! Così mi chiamo io, John Umano.

Haggler                         - (scrivendo) Umano. È un cognome che non avevo mai sentito. Quanti anni avete?

John                              -  Non saprei con precisione.

Haggler                         -  Bè, allora diciamo ventitré. Qualcosa bisogna pur scrivere.

John                              -  Ma sì, ventitré va venissimo. Ma se le cose vanno per il loro verso io godrò di vita eterna.

Haggler                         -  Amen, fratello. È così che deve par­lare un cristiano. Siete stato battezzato, vero?

John                              -  Nossignore: mai stato battezzato.

Gli Altri                        -  Mai stato battezzato?

John                              -  Che io me ne ricordi, no.

Haggler                         -  Pregherò il Signore che vi illumini per mezzo dello Spirito Santo.

Summey                        -  Amen, predicatore Haggler. Lo Spirito Santo non mancherà di scendere in lui quando comin­cerete a nominare l'inferno, il peccato e la dannazione eterna.

Smelicue                       -  Lo verrà a trovare sul banco dell'e­spiazione cantando alleluia al Signore.

Tutti                              -  Amen, lodate il santo nome di Dio, alleluja...

Barbara                         - (come John comincia a protestare) Una cosa alla volta. Adesso cominciate a sposarci. Io mi chiamo Barbara Alien e ho diciannove anni il mese prossimo.

Smelicue                       -  Pensa un po' che esperienza di vita deve avere coi suoi diciannove anni.

Haggler                         -  Bè, se proprio vi volete sposare di oggi sarà bene che cominciamo ad andare in chiesa.

John                              -  Non desideriamo fare un matrimonio religioso, predicatore.

Haggler                         -  E come diavolo lo volete fare, sto matrimonio?

John                              -  Vogliamo farlo subito,  qui dove siamo.

Haggler                         -  Non ho mai sentito dire di un matri­monio celebrato in una bottega. Non mi sembra una cosa cristiana e nemmeno decente.

John                              -  Io non ho mai chiesto di fare un matri­monio cristiano.

Miss Metcalf                 -  Ma questo è peccato e grida al castigo... Voi vi dovete sposare davanti agli occhi del Signore.

John                              -  Non m'importa di chi mi sta a guardare, ma rifiuto assolutamente di sposarmi in una chiesa di Dio.

Gli Altri                        -  Rifiuta assolutamente di sposarsi in una chiesa di Dio.

John                              -  Però mi voglio sposare: per cui, predi­catore, cominciate.

Barbara                         -  Meglio che facciate come dice lui. È molto forte, sapete.

Haggler                         -  Credo proprio che si potrà aggiustare. Dice la Bibbia: dovunque voi vi raccogliate nel mio nome, là sarò anch'io. Preghiamo. O Gesù, volgi il tuo sguardo su quest'uomo e su questa donna.

Gli Altri                        -  Amen, Gesù. (Durante la preghiera Barbara sta a capo chino. John guarda con sorpresa lei e con ira crescente gli altri che evocano lo spirito della salvazione).

Haggler                         -  Mostra loro, o Signore, le conseguenze del peccato, lavali nel sangue dell'agnello.

Gli Altri                        -  Lavali nel sangue dell'agnello.

John                              - (esplodendo) Se questo ha da essere un matrimonio, fatela finita con le preghiere. Io voglio essere sposato, e sposato in fretta, anche.

Haggler                         -  Non si può precipitare, non si può interrompere il discorso coi Signore.

John                              -  Non vorrei interrompere una conversa­zione così importante; ma ho urgenza di essere sposato.

Barbara                         -  Certo, predicatore Haggler: è meglio che facciate come dice John. È un uomo potente, sapete, e non gli va di essere contraddetto.

Haggler                         -  Bè, datevi la mano. (Barbara e John eseguono) Carissimi tutti, siamo qui riuniti in pre­senza del Signore e di questa distinta compagnia per congiungere quest'uomo e questa donna nel santo vincolo del matrimonio. Dice la Bibbia che l'uomo lascerà suo padre e sua madre e raggiungerà la sua sposa. John volete voi che questa donna sia vostra legittima sposa in salute o in malattia, in ricchezza o in povertà, nel meglio o nel peggio per amarla, onorarla e proteggerla finche morte vi divida?

John                              -  Finche morte ci divida.

Haggler                         -  Rispondete sì.

John                              -  Sì.

Haggler                         -  E voi, Barbara, volete voi che que­st'uomo sia vostro legittimo sposo in salute o in malattia, in ricchezza o in povertà, nel meglio o nel peggio per amarlo, onorarlo ed obbedirlo finché morte vi divida?

Barbara                         - - Sì.

Haggier                         -  Davanti a Dio e a questa distinta compagnia, qual è il pegno che voi date per consa­crare questo patto?

John                              -  Pegno?

 Haggler                        -  Ma l'anello non ce l'avete?

John                              -  Non ho nessun anello.

Tutti                              -  Non ha neanche l'anello.

Smelicue                       -  Non ci si può sposare  senz'anello.

John                              - (improvvisamente) Ma sì, che ho l'anello. (Si fruga in tasca) Eccolo qua.

Haggler                         -  Mettetelo in dito alla sposa e ripetete dopo di me. Con quest'anello ti sposo.

John                              - (infilando l'anello al dito di Barbara) Conquest'anello ti sposo.

Haggler                         -  Coloro che Iddio ha uniti nessun uomo potrà mai separare. E adesso, baciate la sposa. (Bar­bara e John si scambiano un bacio. Smelicue si alza per baciare la sposa ma Haggler lo respinge. Barbara si guarda ammirata la mano).

Barbara                         -  È proprio un bell'anello, John. Proprio un bellissimo anello.

John                              -  Ci ha su una pietra verde, Barbara. Una gran pietra che brilla nel buio. (La bacia di nuovo mentre il gruppo guarda con orrore la mano di Barbara).

Tutti                              -  Che brilla nel buio!

                Fine della parte prima

PARTE SECONDA

PRIMO   QUADRO

La scena rappresenta una radura nei boschi vicino alla capanna di John e Barbara.

 (John sta tagliando legna: armeggia goffamente intorno a un grosso ceppo dimostrando senza possi­bilità di dubbio che quel genere di lavoro è nuovo per lui. Dopo alcuni colpi male assestati, depone l'accetta da una parte e si asciuga la fronte. Si ferma un mo­mento, in collera con se stesso, ma la sua attenzione è ben presto distratta dai rumori della foresta. Si stira, poi comincia a ballare ma subito si controlla e si sdraia accanto al ceppo. Dietro a lui entra a volo la strega Bianca che si rende conto della situazione. S'av­vicina danzando a John, richiama l'attenzione di lui e cominciano a danzare insieme. Entrano altre streghe e John intreccia con esse una danza gioconda e sfre­nata che gli ricorda la vita da lui lasciata per assumere spoglie umane. D'improvviso si sente fuori scena la voce di Barbara che chiama).

Barbara                         - (fuori scena) John! (John interrompe il ballo e si volge nella direzione della voce ma le streghe lo circondano impedendogli di andar via) Dove sei, John? (John cerca di raggiungerla, ma le streghe lo trattengono) John! (John spicca un salto e comincia ad allontanarsi dal gruppo delle streghe che lentamente si disperdono tranne una che si piega su di lui mentr'egli si appoggia col dorso a un albero) John, dove sei? (Com'egli alza le mani per rispondere, la strega ripara dietro l'albero e girandogli intorno agita len­tamente le dita davanti agli occhi di John e infine scompare. John si ricompone e poi si guarda attorno per assicurarsi d'essere rimasto solo).

John                              -  Son qui, Barbara, son qui.

Barbara                         - (entra e dà un'occhiata al ceppo) Ne hai mica tagliata, di legna, non mi sembra.

John                              -  No, direi di no. Ma credo che comunque questa possa durare fino alla primavera.

Barbara                         - (deponendo una cesta che ha con sé) Fino alla primavera! Signore Iddio, ragazzo! Ma che stai vaneggiando? Quella, è tanto se dura un giorno.

John                              -  G-ià. Si vede che ce ne vuole più di quanto io non pensassi.

Barbara                         - (sedendo accanto a lui) Proprio così. Fa freddo assai sulle montagne, d'inverno. E ei vuole un bel po' di legna per stare al caldo.

John                              -  Ricomincerò fra un momento. Lascia solo che mi riposi un poco.

Barbara                         - (indicando la cesta) Ti ho portato la colazione. Pane e maiale salato.

John                              -  Grazie, Barbara. Credo proprio che non potrei andare avanti senza di te.

Barbara                         -  Di niente, John. È naturale che la moglie pensi al marito.

John                              -  Ma non tutte le mogli sono graziose come te. Tu sei la più bella ragazza della valle. (La bacia).

Barbara                         -  E tu sei il più bell'uomo. E quel che dicono gli altri non conta niente.

John                              -  Quali altri? Che cosa dicono, Barbara?

Barbara                         -  È soltanto perché sono invidiosi. È per questo che dicono certe cose.

John                              -  Quali cose?

Barbara                         -  Ma non fa niente, assolutamente niente. Io non gli dò retta.

John                              -  Ma chi è che parla, Barbara? Chi è che dice  queste cose?

Barbara                         -  La gente in chiesa, domenica scorsa. Parlavano di te.

John                              -  E che cosa dicevano?

Barbara                         -  Che in te c'è qualcosa che non va, che sei diverso dagli altri.

John                              -  Ognuno di noi è diverso dagli altri, im­magino.

Barbara                         -  Ma, di te, dicono che sei diverso da tutti. E questo è vero e io non ci trovo niente da ridire; ma molti parlano veramente male di te.

John                              -  E che cos'hanno da dire, di tanto male?

Barbara                         -  Ma poi non t'arrabbi se te lo dico?

John                              -  Non m'arrabbio.

Barbara                         -  Dicono che sei un figlio  di strega.

John                              -  Chi l'ha detto?

Barbara                         -  Uncle Smelicue e miss Metcalf e qualcun  altro.

John                              -  Bugiardi! Non sono un figlio di strega.

Barbara                         -  Lo so, John caro. Glie l'ho anche detto. Ma loro non ci vogliono credere.

John                              -  Non m'importa niente di cosa credono.

Barbara                         -  Ma io non voglio che quella gente creda cose che non sono vere.

John                              -  Io sono un uomo come tutti gli altri. La maga me lo ha assicurato.

Barbara                         -  E allora perché non glielo dimostri? Sarebbe così facile se soltanto tu volessi.

John                              -  Te l'ho già detto e te lo ripeto. Non posso mettere i piedi in una casa di Dio.

Barbara                         -  Ma non potresti farlo almeno una volta, John? Solo una volta per salvarti dalla collera del Signore. Ti lavi nel sangue e ti salvi con la grazia ed essi si persuaderanno che non sei un figlio di strega.

John                              -  Impossibile, Barbara. Questa è la sola cosa che non posso fare.

Barbara                         -  Neanche per me? Neanche se te lo I chiedo io?

John                              -  No, Barbara: neanche per te.

Barbara                         -  Non te lo chiederò più, John.

John                              -  Ma tu mi credi, Barbara? Mi credi quando ti dico che non sono un figlio di strega?

Barbara                         -  Sì. Non m'importa niente di quel j che dicono gli altri. Anche se nessuno ti crede, ti I credo io, John. Io credo a ciò che tu mi dici.

John                              -  Ti dico la verità. Io non sono un figlio di strega. (Entra Marvin).

Marvin                          -  Come va, Barbara. Come va, John.

John                              -  Come va, Marvin Hudgens.

Marvin                          - (dando un'occhiata al ceppo) Stai tagliando legna per l'inverno?

John                              -  Già.

Marvin                          -  Però non si può dire che tu ei abbia proprio la vocazione.

John                              -  Comunque non ho bisogno del tuo aiuto.

Marvin                          -  Non sembrerebbe. Ad ogni modo non è difficile mettere insieme un po' di legna da bruciare.

Barbara                         -  John non è ancora tanto bravo a tagliar legna, un poco alla volta imparerà.

Marvin                          -  Già: tagliar legna non è affare da incan­tesimo. Credo che te ne sia accorto anche tu. Noni è come sollevare barili di mele o come vincere una i partita a pugni.

John                              -  Io posso tagliar legna come chiunque altro.

Marvin                          -  E tu, quello che stai facendo, lo chiami tagliar legna? Un tronco mezzo spaccato e ancor con tutti i rami attaccati? Qua, lascia che ti faccia vedere io, amico. Lascia che ti insegni cosa vuol dire spaccar legna sul serio. (S'avvicina al ceppo e raccoglie l'accetta. I colpi ch'egli vibra sono lunghi ed uniformi e sottolineano le sue parole) Devi postare sul ceppo con tutta la tua forza: colpi lunghi ed eguali. C'è un modo solo per spaccare legna: questo che Marvin Hudgens ti sta facendo vedere. (Depone l'accetta e s'avvicina a Barbara e a John) Tutto sta nel saper dare il colpo, amico. Tutto sta in quello.

John                              -  Suppongo che ti credi bravo assai.

Marvin                          -  Infatti.  E  quando avrai imparato. a ' tagliar legna come t'ho fatto vedere adesso, vieni a trovarmi  che  t'insegno   qualcos'altro.   Povera   Bar­bara Alien: mi spiace proprio tanto per te.

John                              -  Non  ha bisogno  che tu la compiangi.

Marvin                          -  Già, in fondo ha avuto quel che si meritava.

Barbara                         -  Io sono contenta, Marvin Hudgens, e non mi serve il tuo aiuto.

Marvin                          -  Forse il mio, no; ma un aiuto ti serve certo.  Quanto manca al lieto evento?

Barbara                         -  Miss Summey dice che può capitare da un momento all'altro.

Marvin                          - E tu cosa farai allora, caro John? Che cosa farai tu quando ti troverai con Barbara a letto!

John                              -  M'arrangerò.

Marvin                          -  E chi ti farà da mangiare e chi lavo­rerà per te mentre tu te ne stai in panciolle nei prati o dormi nel fieno?

Barbara                         -  Non ti preoccupare per noi, Marvin Hudgens. Non abbiamo bisogno che tu ci compatisca. Badiamo da soli ai fatti nostri.

John                              -  Proprio così, Marvin: badiamo da soli ai fatti nostri.

Barbara                         -  Bè, adesso sarà meglio che me ne torni a casa. Posso ancora battere un bel po' di grano prima che sia ora di mungere.

Marvin                          -  Vado anch'io da quella parte. Ti accom­pagno.

John                              - (mentre Barbara esce e Marvin s'avvia a seguirla) Credo che ci possa andare da sola, Marvin Hudgens, anche se tu non l'accompagni.

Marvin                          -  Certo, John: ma la strada appartiene a tutti. E se mi fa comodo andare da quella parte credo proprio che nessuno ci abbia a ridire. (Marvin fa qualche passo mentre John cerca di sbarrargli la strada. Marvin lo getta a terra) Non dimenticare quel che ti ho insegnato in fatto di tagliar legna: i colpi lunghi sono i più efficaci. (Esce mentre pare che John, , a metà sollevato, lo voglia di nuovo colpire con un fulmine ma poi s'arresta. Lentamente si rialza, torna al ceppo, raccoglie da terra l'accetta e riprende a lavo­rare. La strega ch'era nascosta dietro l'albero riappare e, danzando, gli si avvicina).

La Strega                      -  Figlio di strega! (Compaiono altre streghe che ridono e lo chiamano).

Le Streghe                    -  Piglio di strega! Figlio di strega! Piglio di strega! (Bidono e gli danzano intorno ma John finge di non accorgersi della loro presenza e seguita furiosamente a picchiare mentre la luce s'abe a poco a poco si spegne).

SECONDO   QUADRO

La scena è ora nell'unica stanza della capanna di John e Barbara.

            - (Barbara è a letto e dorme. Ai piedi del letto è anno­dato un lenzuolo. Mistress Summey, la levatrice, entra riportando un calderotto e mentre passa accanto al letto si ferma a riassettarlo rapidamente poi va a posare il recipiente sulla stufa intanto che entra mistress Alien).

Mistress Allen               -  Come sta?

Mistress Summey          -  Dorme.

Mistress Allen               -  Come l'ha presa, quando glie l'avete detto?

Mistress Summey          -  Non glie l'ho ancora detto. Meglio che si faccia una bella dormita, prima.

Mistress Allen               -  John s'è visto?

Mistress Summey          -  Neanche l'ombra. Neanche l'ombra di quel nero figlio di strega, s'è visto.

Mistress Allen               -  Non è un figlio di strega. O quantomeno  non  lo  possiamo   dire   con   sicurezza.

Mistress Summey          -  Per conto mio ne so tanto da esserne più che sicura. Son più di quindici anni che faccio la levatrice dall'Hawg Back Holler alla Chanky Gal e non m'è mai capitato di vedere una cosa simile.

Mistress Allen               -  Ma di che state parlando?

Mistress Summey          -  Del parto.

Mistress Allen               -  Capita spesso che il bimbo nasca morto.

Mistress Summey          -  Già. Ma questo non era un bimbo.

 Mistress Allen              -  Cosa volete dire? Fatemelo vedere.

Mistress Summey          -  Non è qui.

Mistress Allen               -  Non è qui? E cosa ne avete fatto?

Mistress Summey          -  Mistress Bergen l'ha por­tato via.

Mistress Allen               -  Non avrebbe dovuto.

Mistress Summey          -  Glie l'ho detto io.

Mistress Allen               -  Glie l'avete detto voi? E perché?

Mistress Summey          -  È meglio che non l'abbiate visto, vi assicuro. E vi dico anche che son ben felice di non avere un nipote di quella fatta. (Entra Mistress Bergen).

Mistress Bergen            -  Ho fatto come m'avete detto. D'ho bruciato.

Mistress Allen               -  Volete dire che avete bruciato il bambino?

Mistress Bergen            -  Non era un bambino, mistress Alien. Era una maglieria.

Mistress Allen               -  Una maglieria?

Mistress Bergen            -  Mai visto un bambino di quel genere. Era tutto nero, senza faccia e aveva certe  braccia  contorte  come  zampe   di  pipistrello.

Mistress  Allen              -  Come zampe di pipistrello?

Mistress Summey          -  John è un figlio di strega, mistress Alien. Non c'è possibilità di dubbio. È un figlio  di strega  e ha  stregato  persino  sua  moglie.

Barbara                         - (agitandosi debolmente) John? Dov'è John?

Mistress Allen               -  Ecco, adesso l'avete svegliata. Con  tutte  le   vostre   chiacchiere  l'avete   svegliata.

Barbaka                         -  Dov'è John, mamma? Voglio John.

Mistress Allen               -  È uscito un momento, cara. Sono andati a chiamarlo.

Barbara                         -  Dov'è il mio bambino, mamma? Non me l'hanno voluto dare.

Mistress Allen               -  Non pensare a questo, adesso, tesoro.

Barbara                         -  Ma io lo voglio vedere, mamma. Dov'è? (Mistress Alien si volge da un'altra parte) Dov'è il mio bambino?

Mistress Allen               -  È morto.

Barbara                         - (cominciando a piangere flebilmente) Morto? Il mio bambino è morto?

Mistress Allen               -  Mi dispiace, tesoro. Il Signore ha dato, il Signore si è ripreso.

Barbara                         -  Ma io sono stata attenta, mamma. Ho fatto tutto quello che mi avevano detto. Ho tirato il lenzuolo finché la stanza era piena di urla.

Mistress Summey          -  Tu non ci hai nessuna colpa, figliola. Era il frutto di quel tuo marito. Tu non potevi evitare quel che è successo.

Mistress Allen               -  E tenete chiusa quella bocca!

Mistress Summey          -  Una volta o l'altra bisogna pur che lo sappia.

Barbara                         -  Che cosa volete dire, mistress Summey? Mamma, che cosa vuol dire mistress Summey?

Mistress Allen               -  Te lo dirò io un'altra volta, tesoro, quando sarai più forte.

Barbara                         -  Voglio saperlo subito, mamma, tanto più se è una cosa che riguarda John.

Misteess Summet          -  Bè, una volta o l'altra lo deve venir a sapere e tanto vale dirglielo subito. Tuo marito è un figlio di strega.

Barbara                         -  No, non è vero! Lo so che la gente lo dice, ma non è vero.

Misteess Summet          -  È un figlio di strega, e questa ne è la prova.

Barbara                         -  Non è vero! Non è un figlio di strega!

Mistress Summet          -  E allora come si spiega che t'ha dato per figlio un figlio di strega?

Barbara                         -  Un figlio di strega?

Mistress Bergen            -  Quello che adesso sta bru­ciando là fuori. (Barbara getta un grido e comincia a singhiozzare).

Mistress Summet          -  È la sola cosa da farsi quando nasce un figlio di strega che non può aver sepoltura nella di Dio.

Mistress Bergen            -  Non può aver sepoltura nella casa di Dio.

Allen                             - (entrando) Bene, mamma, credo che tu possa esser soddisfatta, adesso. Questo matrimonio non l'ho poi voluto io.

Mistress Allen               -  Ma come potevo immaginare che lui era un figlio di strega?

Allen                             -  Te l'avrei potuto dire, se solo tu m'avessi voluto  ascoltare.

Barbara                         -  Non è un figlio di strega! Non è un figlio di strega!

Allen                             -  Zitta, figliola. Sicuro che è un figlio di strega. E tu vattene via di qui prima che sia troppo tardi.

Mistress Allen               -  Ma non si può muoverla adesso, papà. Ha appena partorito. Tirarla via da quel letto è come farla morire subito.

Allen                             -  Già, ma neanche non può restare qui.

Mistress Summet          -  Finché non c'è suo marito non le può  succedere niente.

Allen                             -  Lo sapevo, io, che non poteva venire niente di bene da un matrimonio celebrato in una bottega.

Mistress Allen               -  Ormai la frittata è fatta, papà. È troppo tardi per piangere.

Allen                             -  Ma non è ancora troppo tardi per ripor­tarla a casa.

Barbara                         -  La mia casa è questa, papà. E io di qui non me ne vado.

Allen                             -  E allora dov'è tuo marito, figliola?

Mistress Bergen            -  Ve lo dico io, dov'è. È in giro che vola con le aquile. È in giro che fruga nelle tombe.

Barbara                         -  Non è vero. Non è un figlio di strega.

Mistress Summet          -  Bè, adesso non ti agitare, figliola. Bimani lì tranquilla e rimettiti in forze. Hai sofferto piuttosto e adesso ti devi riposare da brava. (Entra il predicatore Haggler).

Haggler                         -  Come va fratelli e sorelle?

Tutti                              -  Come va predicatore Haggler?

Haggler                         -  Ho sentito la notizia e così ho cre­duto bene  di interrompere le preghiere.

Mistress Allen               -  Voi siete un uomo di "Dio, predicatore  Haggler.

Haggler                         -  Bè, sorella Alien, mi dò pensiero del mio gregge quand'è infermo e  quando ha peccato e quando è disperso.

Mistress - Summet        -  Questa è la verità di Dio! Signore.

Mistress Allen               -  Che cosa dobbiamo fare, predicatore Haggler? La mia figliola è stata stregata, ha sposato un figlio di strega.

Barbara                         -  No, non è vero. Non è un figlio di strega.

Haggler                         -  Quando la sventura ci tocca e noi non sappiamo che cosa fare o che strada prendere/ rivolgiamoci a Gesù.

Mistress Summet          -  Amen. Rivolgiamoci a Gesù.

Haggler                         -  È a Gesù che ci dobbiamo rivolgere, Egli ci indicherà la via.

Mistress Summet          -  Sì, indicaci la via, Signore, indicaci la via.

Haggler                         -  O Signore, volgi i tuoi occhi su questa donna.  Essa ha peccato.  Signore, essa ha peccato,!

Allen                             -  Amen.

Haggler                         -  Essa ha voluto ascoltare la voce della carne. Ha tratto piacere prima del matrimonio.! Signore, essa ha peccato.

Tutti                              -  Amen.

Haggler                         -  Ma Tu, nella tua infinita bontà,; perdonala.

Mistress Bergen            -  Perdonala, Signore, perdonala.

Haggler                         -  Essa ha preso per marito un figlio di; strega, Signore, il quale la stregò e le fece incan­tesimo ed essa non potè difendersene. Ma ora costui se n'è andato e l'ha lasciata.

Barbara                         -  Non mi ha lasciata. Tornerà.

Haggler                         -  E Tu, o Signore, mostrale che cos'essa deve fare perché il peccato esca dalla sua vita.

Mistress Allen               -  Sì, mostrale che cosa deve fare, o Signore, mostrale che cosa deve fare.

Haggler                         -  Il fuoco del demonio avvampa in­torno a lei, ma essa non se ne dà pensiero e non sii pente.

Mistress Bergen            -  Non si pente.

Allen                             -  Non si pente.

Haggler                         -  Cancella il suo peccato, Signore, can. cella il peccato dalla sua vita. Sradicalo dal suoi cuore come un sasso che si getta lontano.

Tutti                              -  Come un sasso che si getta lontano, come, un sasso che si getta lontano. (Appare improvvisa­mente John).

John                              -  Che cosa fate qui voi, nella mia casa!

Barbara                         -  John! Lo sapevo che saresti tornato. Lo sapevo.

Haggler                         -  Preghiamo il Signore perché Egli salvi questa creatura, questa fanciulla che voi avete stregata.

John                              -  Io l'ho stregata? Barbara è mia moglie.

Mistress Allen               -  Dov'eri, figliolo, dov'eri mentre Barbara stava partorendo?

John                              -  Ero fuori. Ero in giro per l'Old Baldy.

Allen                             -  E ti par che sia il caso di andare in giro per l'Old Baldy mentre la propria moglie è in letto che partorisce? Può darsi che tu desideri sapere cos'è stato di tuo figlio. Bè, te lo dirò io, figlio di strega. La tua creatura è fuori che brucia. Brucia nel fuoco perché era nato figlio di strega.

John                              -  Fuori di qui! Fuori tutti!

Hagglee                         -  Siamo venuti per aiutare... Non è questo il modo di trattare.

John                              -  Fuori, vi dico, fuori se vi preme la salute.

Mistress Summey          -  Me ne vado, figlio di strega. Non stregare anche me. (Esce seguita da mistress Alien e mistress Bergen).

John                              -  Fuori di qui, fuori tutti. (Haggler e Alien escono) E non fatevi pescare in giro qua intorno. (Li guarda uscire, poi fa qualche passo verso la porta) Perché hanno bruciato il mio bambino? Perché hanno fatto una cosa simile?

Barbara                         -  Dicevano ch'era un figlio di strega.

John                              -  Non è vero. Era il nostro bambino. Non era un figlio di strega.

Barbara                         -  Avrei voluto che tu fossi a dirglielo.

John                              -  Ero fuori. In giro per le montagne.

Barbara                         -  Perché mi hai lasciato, John?

John                              -  Non lo so. (Pausa) È come se ad essere umano occorresse più di quanto io non abbia. So che cosa debbo essere, ma qualche volta mi sfugge.

Barbara                         -  Che cosa ti sfugge?

John                              -  Non ti posso spiegare, Barbara. Non capiresti. Ma qualche volta dopo che ho lavorato tutto il giorno nei campi sotto il sole, devo andar­mene in giro la notte... lontano, dov'è scuro e nero. Per questo me ne vado all'Old Baldy. Sulle montagne. Guardo le stelle, i pianeti che s'incontrano e si spo­stano nello spazio. E allora mi rendo conto di quanto piccolo è il mio mondo, di come è ridotto il mio spazio. E desidero qualcosa di più grande di questo. E perciò voglio che ogni cosa sia diversa, ed io stesso voglio essere diverso da quello che sono durante il giorno.

Barbara                         -  Che cosa vuoi, John?

John                              -  Non te lo posso dire, Barbara. Se te lo dicessi non mi ameresti più.

Barbara                         -  No, forse è meglio di no. Forse lo so già. Forse è vero quello che dicono gli altri.

John                              -  Dicono... a proposito di che?

Barbara                         -  Riguardo al bambino. Ma come avrebbe potuto essere un figlio di strega se tu ed io siamo creature umane?

John                              - (prendendola fra le braccia) « Ora », siamo creature umane.

Barbara                         -  Che cosa vuol dire « ora? ».

John                              -  Voglio dire che quando avremo un altro bimbo sarà certamente una creatura umana.

Barbara                         -  Allora è vero quello che dicono. È vero che quando m'incontrasti, quella prima notte, eri proprio un figlio di strega, quella notte che ci fu l'eclisse di luna.

John                              -  Questo fu prima che la maga mi trasfor­masse. Non sono più un figlio di strega.

Barbara                         -   E   ti  ha  trasformato   per   sempre?

John                              -  Credo di sì, se tu mi vuoi.

Barbara                         -  Non ti trasformerai più in figlio di strega?

John                              -  Dipende da te.

Barbara                         -  Da me?

John                              -  La maga mi ha detto che avrei potuto essere uomo se tu mi fossi rimasta fedele almeno un anno.

Barbara                         -  Non sono mai stata con nessun altro da quando conosco te.

John                              -  Ti amo, Barbara Alien. (La bacia).

Barbara                         -  Ti amo, John. (John le accomoda dol­cemente il guanciale e Barbara si volge per dormire. Egli la guarda per qualche istante poi, automaticamente, gli occhi gli si volgono a cercare l'Old Baldy e le stelle. Improvvisamente sta per scivolare fuori e tornare alle montagne ma si ferma e guarda ancora Barbara. Poi si prende la testa fra le mani ed esce in cortile. Sull'albero appare la strega Nera).

La Strega Nera              -  E così tu avevi un bimbo, figlio di strega.

John                              -  Non hai niente da fare, qui. Questo non è posto per streghe.

La Strega Nera              -  Vedo che ha i capelli rossi.

John                              -  Capelli di rame. Che cosa fai qui?

La Strega Nera              -  Ho fatto un volo a vedere tua moglie.

John                              -  Bene, adesso l'hai vista. Ora è meglio che tu te ne vada. (Accanto alla strega Nera appare la strega  Bianca).

La Strega Bianca          -  John Umano!

John                              -  Che cosa vuoi anche tu? (Si appoggia col dorso  contro l'albero).

La Strega Bianca          -  Tutto solo, eh?

La Strega Nera              -  Gli uomini sono sempre soli. Nel momento stesso in cui si diventa uomini si co­mincia a rimpiangere qualcosa.

La Strega Bianca          -  Questa è la ragione per cui si sposano.

La Strega Nera              -  Lei non potrà mai capirti.

La Strega Bianca          -  Lei non potrà mai seguirti.

John                              -  Lasciatemi stare!

La Strega Bianca          -  Rimpiangi il chiaro di luna, eh?

La Strega Nera              -  Rimpiangi la luna che sorge.

La Strega Bianca          -  È così dolce quando mi accarezza le spalle. Mi ci sono immersa dentro a cantare una canzone.

La Strega Nera              -  C'era anche la tua aquila, John. È così sola, adesso.

La Strega Bianca          -  Barbara non è adatta a te.

John                              -  Ormai sono un uomo.

La Strega Nera              -  Non potrai mai tenerla.

La Strega Bianca          -  Non potrà mai capirti. Gli uomini non si capiscono l'un l'altro.

La Strega Nera,             -  Non si trovano mai fra loro.

La Strega Bianca          -  Tu la baci, ma rimani solo. La baci, ma sei perduto.

John                              -  Vi chiedo di lasciarmi stare.

La Strega Nera              -  Tu chiedi sempre, ragazzo, invece di chiedere solo questa notte.

La Strega Bianca          -  Trecento anni... non chie­dere di più.

John                              -  Che cosa volete da me?

La Strega Nera              -  La terra sta tornando indietro a quella notte in cui Barbara ti lasciò. La senti che torna indietro? La senti che torna indietro? (John si nasconde il viso fra le mani) Sarai infelice, ragazzo. (Scompare).

La Strega Bianca          -  Sarai infelice! (Scompare. John leva il capo e si guarda attorno abbagliato).

John                              -  Barbara! Barbara Alien! (Vede Barbara addormentata e le corre vicino) Barbara! Barbara Alien! (Cade singhiozzando sul letto e abbraccia Bar­bara) Barbara! Barbara! Barbara!

TERZO   QUADRO

Il dosso montano del primo quadro del primo atto. (La strega Nera è seduta sul sommo del roccione e chiama verso il basso).

La Strega Nera              -  Mago, o mago! (Appare il mago).

Il Mago                         -  Che c'è"?

La Strega Nera              -  C'è qualche notizia per voi.

Il Mago                         -  Dov'è che sei?

La Strega Nera              -  Sono qui. Sapete niente della grande funzione che si celebrerà stanotte giù in chiesa? (Sul roccione appare la strega Bianca).

Il Mago                         -  Che cosa vuoi dire?

La Strega Nera              -  Il figlio di strega è venuto meno all'impegno... l'impegno che aveva preso con voi.

Il Mago                         -  Non c'era nessun impegno fra lui e me. Io non c'entro per niente.

La Strega Bianca          -  È venuto meno all'impegno e sarà di nuovo un figlio di strega.

Il Mago                         -  Il che vi fa piuttosto piacere, suppongo.

La Strega Nera              -  E come no?

Il Mago                         -  Ciò, però, non vuol ancora dire ch'egli torni indietro. John è ancora innamorato di Barbara Alien.

La Strega Nera              - (cominciando a scendere dal roc­cione) Ma non lo sarà più dopo che lei l'avrà ingannato. Non lo sarà più dopo che lei gli sarà stata infedele con un altro uomo.

La Strega Bianca          -  È venuto meno all'impegno e sarà di nuovo un figlio di strega.

Il Mago                         -  Ma ama ancora Barbara. Vuol ancora bene a Barbara Alien.

La Strega Nera              -  Non dopo che lei lo avrà la­sciato. Voi dimenticate ch'egli è un uomo.

La Strega Bianca          -  È ancora un uomo finché tornerà ad essere un figlio di strega. E gli uomini, oh, gli uomini sono differenti. Il loro amore può trasformarsi in odio quando la loro ragazza è infedele.

Il Mago                         -  E Barbara lo lascerà?

La Strega Nera              -  Questa è la volontà del cielo.

La Strega Bianca          -  Sissignore. Questa è la volontà del cielo.

Il Mago                         -  So che non è affar mio ma mi spiace per il ragazzo, mi spiace proprio.

La Strega Nera              -  Bè, questa per lui è ancora la cosa migliore.

La Strega Bianca          -  Con noi starà certo meglio.

Il Mago                         -  Non è ancora tornato con voi, stregacce mie.

La Strega Bianca          -  Ma sappiamo dove andrà, dopo.

La Strega Nera              -  Noi non ci tiriamo indietro, una volta che abbiamo deciso qualcosa.

Il Mago                         -  Sembrate piuttosto sicure del fatto vostro.

 La Strega Bianca         -  Lo siamo. Voi non l'avete  più veduto da quando è stato mutato in uomo,  non è vero?

Il Mago                         -  No, non l'ho più veduto.

La Strega Bianca          -  Bene, avrete occasione di vederlo presto. Stasera, dopo la chiesa, lo vedrete.

La Strega Nera              -  Il patto è sempre in vigore!

Il Mago                         -  Sempre.

La Strega Bianca          - (correndo di nuovo sul roccione) E allora preparatevi pure a mutare l'uomo in figlio di strega. (Il mago esce sulla grotta, guarda verso di j loro e quindi si allontana).

Il Mago                         -  Non è affar mio. Io non l'ho trasfor­mato in uomo e non sarò io a ritrasformarlo in figlio di strega. Senza contare che John non ha ancora perduto.

La Strega Nera              - (mentre le campane della chiesa cominciano a suonare in distanza) Sentite le cam-1 pane  che suonano?  Comincia la funzione.  Barbara sarà redenta e John tornerà ad   essere un figlio di strega   stasera   stessa! (Si   allontana   con   la Bianca).

QUARTO QUADRO

La scena rappresenta l'interno della chiesa di Dio in Buck Oreek. Una piccola costruzione nel centro rappresenta il pulpito di fronte al quale sono disposti alcuni banchi di pino grezzo. A sinistra del pulpito è il banco del pentimento e il coro dove prende posto l’organista. È una domenica sera e la gente ha già cominciato ad affollare la chiesa.

                                      - (I presenti, fra cui è Hank  Gudger al banco del pentimento e il predicatore Haggler, cantano).

Tutti                              -  La religione dei miei vecchi la religione dei miei vecchi. La religione dei miei vecchi va benissimo pure a me. Andava bene per mia madre,  andava bene per il profeta Daniele, Andava bene per i figli d'Israele... Andrà bene anche nel giorno della mia morte Andrà bene per guidarci in paradiso...

Haggler                         - (salutando altri che arrivano) Benve­nuta, sorella Hattie. È splendido quel vestito nuovo.

Hattie                            - (stringendogli la mano) Ma cosa dite mai, predicatore Haggler! Non sono una di quelle che rallegrano la vista agli uomini, io, e voi lo sapete benissimo. (Si  unisce  agli  altri).

Haggler                         -  Buonasera, sorella Greeny. Come state, adesso?

Greeny                          -  Buonasera, predicatore. (Si mette a sedere) Buonasera, sorella Summey. Lieto di vedervi.

Mistress Summey          -  Buonasera, sorella Greeny. Sapeste i pensieri che ho. Nonostante questa fun­zione lo spirito di Edna non è ancora stato toccato,, ma neanche tanto così.

Miss Metcalf                 -  Pregate, sorella, pregate. Lo spirito di Edna potrebbe esser toccato proprio stasera.

Mistress Summey          -  Lo spero che il Signore lo voglia. (A Edna) Avanti, Edna, vatti a sedere nel banco del pentimento.

Edna                             -  Ma io non mi sto ancora pentendo. Pre­ferisco starmene qui.

Mistkess Summey         -  Hank Gudger è andato a sedersi sul banco del pentimento. E se può pentirsi lui, non vedo perché non ti possa pentire pure tu.

Edna                             -  Io non sono ancora stata toccata, mamma. Meglio che me ne stia qui.

Haggleb                        -  Buonasera, fratello Hatkins.

Hatkins                         -  Buonasera, predicatore Haggler. Gran folla, stasera. (Entra mistress Alien spingendo Bar­bara davanti a sé).

Haggler                         -  Si sta facendo la volontà di Dio. Il Signore riconduce all'ovile la pecorella smarrita. (Barbara, che ha un aspetto cupo e diffidente, libera violentemente la mano dalla stretta di mistress Alien come si avvicina loro il predicatore Haggler) Benvenuta, sorella Alien. Era un po' di tempo che non si vedeva qui vostra figlia Barbara.

Mistkess Allen              -  È stata una battaglia dura, predicatore Haggler, ma alla fine il Signore ha vinto.

Haggler                         -  Sia lodato il suo Santo nome!

Tutti                              -  Amen, Signore, amen!

Mistress Bergen            -  Come va, mistress Alien. E così, siete riuscita a convincere Barbara.

Mistress Allen               -  Ho insistito perché venisse. È la prima volta che mette piede in una chiesa dopo il parto.

Mistress Bergen            -  Bè, ti sarà di giovamento, Barbara. Darà pace e riposo alla tua anima inquieta.

Barbara                         -  La mia anima non è inquieta affatto, mistress  Bergen.

Greeny                          -  Dov'è vostro marito, figliola? (Barbara si volge a guardare altrove).

Mistress Allen               -  Non ha voluto venire. Abbiamo cercato in tutti i modi di persuaderlo. Ma sembra che nulla lo possa scuotere.

Floyd                            -  Dice che non metterà mai piede in una casa di Dio.

Hattie                            -  Avrà paura, immagino.

Mistress Bergen            -  I figli di strega non possono sopportare il sangue dell'agnello.

Mistress Allen               -  Credo che abbiate proprio ragione, sorella Bergen.

Mistress Summey          -  E vive ancora con quel suo marito?

Mistress Allen               -  Suo padre ha tentato ogni mezzo per farglielo lasciare. Ma lei sembra come stregata.

Mistress Bergen            -  Bè, troverà la via giusta in Nostro Signore, sorella. Pregate: il Signore vi indi­cherà la strada.

Mistress Allen               -  Avanti, Barbara. Andiamo a sederci al banco del pentimento.

Barbara                         -  Vacci tu, se vuoi; io no.

Mistress Allen               -  Tu farai come ti ho detto.

Barbara                         -  Non voglio saperne di religione. Non porta bene. (Barbara e mistress Alien raggiungono Earik al banco).

Haggler                         -  C'è ancora posto sul banco del penti­mento per i peccatori che vogliono essere salvati.

Smelicue                       - (entrando) Vengo, predicatore Haggler. Vengo. La grazia mi ha toccato, stasera. (Va ad unirsi agli altri al banco del pentimento).

Haggler                         -  Cominceremo la funzione con un inno.

 Mistress Bergen           -  « Mentr'io cammino », predi­catore Haggler.

Haggler                         - (all'organista) « Mentr'io cammino lungo la piazza solitaria ».

Tutti                              -  Prendimi la mano, prendimi la mano e guidami alla terra promessa! O Gesù benedetto prendi la mia ma-ma-mano. Prendimi la mano, prendimi la mano e guidami attra­verso le sabbie del peccato. O Gesù benedetto, prendi la mia mano. Mentr'io cammino lungo la spiaggia solitaria c'è un amico che m'aspetta Egli verrà e prenderà la mia mano, egli è il Cristo del Calvario. Questa è la mia debole preghiera, o Signore, e il meglio che posso fare. Io mi piego in ginocchio, e spero di trovarti. O Gesù benedetto, prendi la mia mano.

Haggler                         -  Amen, Signore, amen. Prendici per mano e guidaci alla terrà di Canaan. C'è ancora posto per un peccatore sul banco del pentimento. Chi vuol venire? Chi si sente pieno di peccati, stasera? (Va in giro fra i fedeli e si ferma davanti a Edna che ancora rifiuta di muoversi) Chi vuole accogliere la grazia rigeneratrice di Nostro Signore Gesù Cristo? Chi vuol deporre il suo fardello nelle mani di Dio?

Marvin                          - Io sono un peccatore, predicatore Haggler, agli occhi del Signore. (Va a prender posto al banco).

Haggler                         -  Pentiti,  fratello  Hudgens,  e i tuoi peccati saranno  cancellati. (Hank e Smelicue  salu­tano Marvin e gli fanno posto accanto a loro).

Tutti                              -  Amen,  Signore,  amen.

Haggler                         -  Ancora un inno, prima della preghiera.

Hattie                            -  « Valle solitaria ».

Haggler                         - (all'organista che dà il « la ») « Ti sei incamminato per la valle solitaria ».

Tutti                              -  Ti sei incamminato per la valle solitaria, Ti sei incamminato tutto solo, E non c'era nessuno ad accompagnarti, Ti sei incamminato tutto solo.

Smelicue                       -  Ci  sarà  una  corona  ad  aspettarmi Quando dirò addio a questo mondo Lascierò questa valle di lacrime E avrò la mia dimora in cielo.

Tutti                              -  Ti sei incamminato, ecc.

Miss Metcalf                 -  C'erano sette vergini pazze e altre sette graziose e sagge.

Haggler                         -  Apri il libro, sorella.

Miss Metcalf                 -  Conserva l'olio per la tua lampadaScegli la strada pel tuo cammino.

Tutti                              -  Ti sei incamminato,  ecc.

Haggler                         -  Giovanni Battista era un predicatore.

Smelicue                       -  Un predicatore.

Haggler                         - Qualcuno diceva ch'egli era un ebreo, Qualcuno diceva ch'egli era un cristiano, Ma egli era un predicatore.

Tutti                              -  Ti sei incamminato, ecc.

Haggler                         - (alla  fine  dell'inno)  Preghiamo. Oh, Signore  noi  siamo   qui  riuniti  stasera  e  un  dolore è nel nostro petto. Perché sono in mezzo a noi alcuni peccatori.

Misteess Bbkgen           -  È la verità di Dio, Signore.

Hagglee                         -  Ma noi sappiamo a chi possiamo rivol­gersi da questa povera terra. Noi sappiamo a chi possiamo rivolgerci e chi ci libererà dalle nostre pene, chi ci solleverà dal nostro peso con la sua mano trafitta e  sanguinante.

Tutti                              -  Con la sua mano trafitta e sanguinante.

Hagglee                         -  Noi conosciamo chi ci trarrà dalle tenebre della notte,  dalla valle dell'ombra...

Smelicue                       -  Dal fuoco del demonio...

Hagglee                         -  E seppure i nostri peccati ci abbian fatti di color scarlatto, egli ci renderà bianchi del color di neve.

Tutti                              -  Ci renderà bianchi del color di neve, ci renderà bianchi del color di neve.

Hagglee                         -  Imploriamo misericordia per i pecca­tori al banco del pentimento.

Quelli del banco            -  O dolce Gesù, donaci la tua grazia.

Gli Altri                        -  O dolce Gesù, mostra il tuo santo viso.

Smelicue                       -  Aiutami, Gesù, liberami dal peccato.

Tutti                              -  Aiutalo Gesù, intendi il suo soffrire.

Hagglee                         -  Piangi, fratello, che ti ascolti il Signore.

Misteess Beegen           -  Pentiti dèi tuoi peccati che ti ascolti il Signore.

Tutti                              -  Salvalo con la tua grazia, Signore, sal­valo con la tua grazia.

Hagglee                         -  Uncle Smelicue, confessa la tua ver­gogna.

Smelicue                       -  Le mie tasche erano così vuote e le mie scarpe così logore che fui costretto ad alzar la mano al cassetto degli spiccioli.

Tutti                              -  Fu costretto ad alzar la mano al cassetto degli spiccioli; fu costretto ad alzar la mano al cas­setto degli spiccioli.

Smelicue                       -  C'erano dentro due dollari e settan­tacinque ma io me ne comprai un paio di scarpe nuove per camminare nella luce, per camminare nella luce del Signore.

Tutti                              -  Ma egli se ne comprò un paio di scarpe nuove per camminare nella luce, per camminare nella luce del Signore.

Smelicue                       -  Ma ora sono addolorato e me ne pento.

Miss Metcalf                 -  Egli se ne pente, Signore, egli se ne pente.

Smelicue                       -  E quindi perdonami e dammi la tua grazia.

Tutti                              -  Salvalo con la grazia dell'agnello celeste, con la grazia dell'agnello celeste. (L'organista dà il « la » e tutti cantano). È stato lavato nel sangue e salvato dalla grazia, Salvato dal peccato, dalla vergogna e dalla disgrazia. È caduto lungo la via, ma ha pregato il Signore E il sangue dell'agnello l'ha lavato.

Hagglee                         -  Sei salvo, sei salvo. Va e non pec­care più.

Smelicue                       - (alzandosi) Sono salvo! Alleluia! Sono salvo! (Si allontana dal banco fra le congratulazioni generali e va ad unirsi agli altri).

Hagglee                         -  Altri ne rimangono sul banco del pentimento. Chi sarà il prossimo Signore, chi sarà il prossimo? Toccherà te, Hank Gudger, lo spirito! Ti spingerà a confessare la tua vergogna?

Hank                             -  Non mi ha ancora toccato.

Misteess Summey         -  Vai con lui, Edna SummejH Vai con lui al banco del pentimento.

Edna                             -  Io non provo alcun dolore. Non ci voglio ancora andare.

Misteess Summey         -  Non puoi provar dolore s| prima non vai al banco.

Smelicue                       -  Vai al banco, Edna, vai al banco, (Edna non si muove).

Hagglee                         -  Canteremo  un inno per convincer! fratello Gudger del suo peccato.

Misteess Summet          -  « No, non mai solo ».

Hagglee                         - (all'organista) No, non mai solo.

Tutti                              -  No, non mai solo, No, non mai solo; Egli ha promesso di non lasciarmi mai! Di non lasciarmi mai solo. No, non mai solo, No, non mai solo; Egli ha promesso di non lasciarmi mail Di non lasciarmi  mai solo. (Durante l'inno Haggler è andato accanto ad Hank «È i due uomini discutono animatamente finché Hank è  persuaso. Come il coro tace Haggler lascia Hank e m rivolge agli altri).

Hagglee                         -  Avanti ancora un po' al coro e ili Signore scenderà in lui. (Torna ad inginocchiare accanto ad Hank che comincia ad avvertire lo spiriti della salvazione).

Tutti                              -  No, non mai solo, ecc. (Alle ultime parolM Hank si precipita fuori del banco e cade in ginocchio davanti al pulpito).

Hank                             -  Sono convinto!  Sono convinto!

Tutti                              -  Alleluia!  È  convinto  del suo pecca»

Hagglee                         -  Hank Gudger, confessa la tua vergogna.

Hank                             -  Vedo il fuoco d'inferno che s'avvicina a me. Odo il ruggito delle fiamme. Mi sento già bruciare. (Edna lo osserva intenta, reagendo in simpatku con lui).

Hagglee                         -  Confessa il tuo peccato a Gesù, rivol­giti a lui.

Tutti                              -  Rivolgiti a lui, rivolgiti a lui.

Hagglee                         -  Egli allontanerà il fuoco col suol rosso sangue. Deponi il tuo fardello ed egli ti laverà f col suo sangue.

Edna                             - (vinta) Lo spirito mi ha toccata! Santo' dolore  e  vergogna.

Misteess Summey         -  Lodato sia il Signore, la mia figliola si pente.

Hagglee                         -  Vieni, sorella Summey, vieni ali banco del pentimento.

Edna                             - (avvicinandosi) Vengo,   Signore,   vengo.

Hagglee                         -  Prosegui, fratello Gudger. Confessa al Signore la tua vergogna.

Edna                             -  E anche la mia vergogna. E anche la mia vergogna.

Miss Metcalf                 -  Lodato sia l'agnello del Signore, essi confessano insieme la loro vergogna.

Hank                             -  Eravamo nel granaio, a battere il grano.

Edna                             -  Il grano è morbido, il grano è caldo.

Hank                             -  Il suo seno era così duro e pieno ed eretto; che noi prendemmo piacere l'uno dell'altra e dalla grazia precipitammo nel granaio.

Tutti                              -  Essi presero piacere l'uno dell'altra e dalla grazia precipitarono nel granaio.

Hank                             -  Ma siamo addolorati e ce ne pentiamo.

Misteess Summet          -  Essi se ne pentono, Signore, essi se ne pentono.

Edna                             -  E perciò tu perdonaci, Signore, salvaci con la tua grazia.

Tutti                              -  Salvali con la grazia dell'agnello celeste, con la grazia dell'agnello celeste. (L'organista accenna un accordo d'apertura e gli altri cominciano a cantare) Sono stati lavati nel sangue e salvati dalla grazia, Salvati dal peccato, dalla vergogna e dalla disgrazia. Son caduti lungo la via, ma han pregato il Signore E il sangue dell'agnello li ha salvati.

Hagglee                         -  Salvi, salvi. Andate e non peccate più. (Haute e Edna si alzano tenendosi per mano e ricevono la congratulazioni dei presenti. Mistress Summey li separa).

Misteess Allen              -  Oh Signore, salva la mia bambina.

Hagglee                         -  Qual è il vostro dolore, sorella Alien?

Misteess Allen              -  Io ho una figlia, Signore, ch'è uscita dalla via retta ma non ne ha vergogna e non si vuol pentire.

Hagglee                         -  Deponi il tuo fardello nelle mani del Signore. Egli capisce.

Misteess Allen              -  Io ho allevata Barbara nelle vie del Signore ma un figlio di strega l'ha stregata e s'è portato via l'anima sua.

Allen                             -  Questa è la verità davanti a Dio. È stata stregata.

Misteess Allen              -  Essa concepì una creatura ma diede alla luce un figlio di strega e noi fummo costretti a bruciarlo   col  fuoco   davanti  alla  casa.

Tutti                              -  Essi furono costretti a bruciarlo col fuoco davanti alla casa.

Misteess Allen              -  Ma essa non volle lasciare il figlio di strega. E vive nella sua casa. E perciò tu, o Signore, cancella la stregoneria e salva la mia bambina.

Hagglee                         -  Il Signore cancellerà la stregoneria secondo i suoi disegni. Ascoltate la voce del Signore.

Barbara                         - (che fin'ora è rimasta seduta in atteggia­mento di glaciale diffidenza rifiutando di partecipare alla funzione) Può darsi ch'egli mi abbia stregata, ma non me ne importa niente. (Si alza e si volge verso la folla dei presenti).

Tutti                              -  Certo ch'è stata stregata, certo ch'è stata stregata.

Barbara                         - (affrontandoli) Una volta egli era un figlio di strega, ma ora non lo è più! La maga lo ha trasformato in uomo.

Hagglee                         -  Chiunque sia stato una volta figlio di strega non potrà mai essere trasformato in uomo. Non è possibile mutare in uomo un figlio di strega.

Tutti                              -  È vero, Signore, non si può mutare in uomo un figlio di strega.

Barbara                         -  Ma la maga lo ha mutato, lo ha mu­tato davvero.

Hagglee                         -  E che cosa ha dovuto fare per essere trasformato?

 

Barbara                         -  Lo ha domandato lui. E io avrei do­vuto restargli fedele per un anno. E l'anno scade proprio  stanotte.

Tutti                              -  Non è ancora scaduto, non è ancora scaduto.

Hagglee                         -  E se tu non gU sarai stata fedele, che cosa accadrà?

Bakbaba                        -  Sarà trasformato di nuovo in figlio di strega. Ma per questo non c'è da aver timore. Io manterrò la mia promessa. Gli sarò fedele.

Hagglee                         -  Il Signore parla a gran voce. Il Signore mi dice che cosa debbo fare.

Misteess Allen              -  Che cosa dice, predicatore Haggler? Che cosa dice?

Hagglee                         -  Barbara Alien, tu sei la serva del Signore. E perciò devi aiutare questa valle e libe­rarci del figlio di strega.

Tutti                              -  Del figlio di strega.

Barbara                         -  Ma non è un figlio di strega. È un uomo!

Hagglee                         -  Egli tornerà ad essere un figlio di strega e ci lascerà stare. Tu devi spezzare l'incante­simo e ritrasformarlo in figlio di strega.

Barbara                         -  Ma io ho promesso che sarei stata fedele!

Haggler                         -  È il Signore che parla, Barbara Alien. Ascolta la sua voce, fa ciò ch'egli comanda. Tu non puoi seguire la tua strada, questa strada che ti porta nella valle dell'ombra e delle tenebre.

Barbara                         -  John! Voglio John! (Si guarda intorno, spaurita).

Misteess Allen              -  Egli non ti può aiutare, ora, figliola.

Barbara                         -  Mi aiuterà, se riesco a trovarlo. (Fa per uscire dalla chiesa, ma Alien le sbarra la strada).

Allen                             -  Non ti vuol più bene, figliola.

Hagglee                         -  E tu hai bisogno dell'amore di Dio.

 Barbara                        -    John   m'ama   ancora. (Indietreggia davanti ad Alien e ad alcuni altri che si sono alzati).

Misteess Beegen           -  E allora perché t'ha dato un figlio di strega anziché un figlio d'uomo? (Barbara si nasconde il volto fra le mani).

Marvin                          -  E perché non è qui con te?

Hagglee                         -  Non è in chiesa.

Bakbaba                        -  Non può entrare in chiesa.

Tutti                              -  Perché è un figlio di strega, perché è un figlio di strega. (Barbara, disperata, si volge al pulpito).

Barbara                         -  Oh, predicatore Haggler, che cosa posso fare?

Hagglee,                        -  Non puoi contestare la volontà del Signore. Il Signore ha parlato a gran voce.

Maevin                          -  Predicatore Haggler! Predicatore Hag­gler! Stasera son venuto qui a pentirmi del mio pec­cato, ma il Signore m'ha detto che peccato non è.

Tutti                              -  Peccato non è. Peccato non è.

Marvin                          - (mentre Barbara lo guarda con crescente orrore) Sono venuto qui per pentirmi del peccato di concupiscenza. Io ho desiderato una donna spo­sata, ho desiderato la carne di Barbara Allen. Ma il Signore m'ha detto che non è peccato.

Tutti                              -  Non è peccato. Non è peccato.

Barbara                         - (precipitandosi verso la porta) John! John!

Haggler                         - (mentre alcuni fedeli sbarrano la strada a Barbara e la riportano a forza verso il centro) Ingi­nocchiati e ascolta la voce del Signore.

Tutti                              -  Inginocchiati, inginocchiati, inginocchiati e lavati nel sangue. (Barbara si ritrova praticamente prigioniera della folla che la circonda. Si volge da una parte e dall'altra ma non vede via d'uscita).

Haggler                         -  Mostrale, o Signore, il frutto del suo peccato.

Tutti                              -  Aiutala, Signore, volgi gli occhi alla sua pena. (Barbara si copre il viso con le mani, agitan­dosi dolorosamente).

Haggleb                        -  Ascolta il Signore: egli lenirà la tua pena, laverà il tuo peccato come pioggia di monte.

Tutti                              -  Come pioggia di monte, come pioggia di monte.

Hagglek                        -  Inginocchiati e confessa il tuo peccato.

Barbara                         - (piangendo) Che cosa posso fare? Che cosa posso fare?

Haggler                         -  Invoca l'aiuto di Dio che ti vede.

Tutti                              -  Confessa il tuo peccato a Dio perché il Signore ti ascolta.

Haggler                         -  Lavala nel sangue dell'agnello, o Signore.

Tutti                              -  Lavala nel sangue dell'agnello. (Bar -bara cade esausta).

Barbara                         -  Oh, Gesù mio, cancella il mio peccato.

Tutti                              -  Alleluia, comincia a pregare.

Haggler                         -  Piangi, sorella, perché ti ascolti il Signore. Egli morì in croce per salvarti dal peccato. Marvin è qui per aiutarti e a lui ti puoi rivolgere.

Marvin                          - (avvicinandosi a Barbara che continua a singhiozzare piano) Certo, Barbara. È la volontà di Dio. (La solleva fra le braccia e la stringe a sé nono­stante gli sforzi che fa Barbara per liberarsi).

Tutti                              -  È la volontà di Dio! La volontà di Dio.

Marvin                          -  Senti le mie braccia attorno al tuo corpo. Danno gioia e sicurezza.

Barbara                         - (cominciando a stringersi a Marvin) John!...  John!...

Tutti                              - (mentre Marvin e Barbara scivolano sul pavi­mento) Alleluia, essa è salva per la grazia, è salva per la grazia, salva per la grazia dell'agnello celeste, per la grazia dell'agnello celeste. (Di fuori scena giunge, simile al lamento d'uno spettro smarrito, la voce di John).

John                              -  Barbara! Barbara Alien!

QUINTO   QUADRO

La scena è di nuovo sulle montagne. La strega Nera e la strega Bianca sono appollaiate sul roccione. (Si sente fuori scena Barbara che chiama).

Barbara                         -  John! John! (Entra e si siede un attimo a riposare) John! (Si alza e s'aggira per la scena, piangente ed evidentemente stanca) John!

La   Strega  Nera           -   Che  ti  succede,  ragazza?

Barbara                         - (cercando con gli occhi l'invisibile inter­locutore) Oh!

La Strega Bianca          -  Hai paura, ragazza?

Barbara                         -  Chi siete voi?

La Strega Nera              -  Noi ti conosciamo, ragazza.

 La Strega Bianca         -  Si chiama Barbara. (Bar­bara, senza poterle vedere, si mette a sedere su uno spigolo di roccione più vicino possibile al luogo dona giungono le voci).

Barbara                         -  Siete streghe, vero?

La Strega Nera              -  Si direbbe.

Barbara                         -  E non avete visto John? Non avete visto mio marito?

La Strega Nera              -  Che ti succede, ragazza? Ti ha lasciata?

Barbara                         -  Non era in casa, stanotte, quando io son tornata. Devo trovarlo.

La Strega Bianca          -  Non lo troverai più. Se n'è andato per sempre.

Barbara                         -  Ma bisogna che lo veda. Bisogna che gli spieghi.

La Strega Nera              -  Non si può spiegare la volontà del cielo.

La Strega Bianca          -  E meno che mai a un figlio di strega.

Barbara                         -  Ma John non è un figlio di strega. È un uomo.

La Strega Bianca          -  Credi?

Barbara                         -  Non si lascerà trasformare di nuovo in figlio di strega senza prima dirmi addio.

La Strega Nera              -  Ti ha lasciato, ragazza. Set n'è andato per sempre.

Barbara                         -  Devo vederlo. Non me lo potete dire! Non mi potete dire dov'è?

La Strega Nera              -  Non ti vuol vedere, ragazza.

La Strega Bianca          -  Non ti vuol più vedere, dopo quel che è successo stanotte.

Barbara                         -  Non ho potuto farne a meno. Mi ci hanno  obbligata.

La Strega Nera              -  Ma non hai mantenuto fede alla tua promessa e lui è venuto meno al suo impegno. La maga gliela farà pagare.

Barbara                         -  E io non posso fare nulla?

La Strega Nera              -  Nulla.

La Strega Bianca          -  È meglio che tu te ne torni giù nella valle.

Barbara                         -  No, John dev'essere qui e io lo troverò. (Si alza ed esce correndo) John! John!

La Strega Nera              - (come Barbara scompare) Noni lo troverai mai, ragazza.

La Strega Bianca          -  Se n'è andato per sempre. Ha lasciato la valle.

La Strega Nera              -  La valle è tanto bassa.

La Strega Bianca          -  Alza il capo, ragazza.

La Strega Nera              -  Senti come soffia il vento,

La Strega Bianca          -  Senti come soffia il vento.

La Strega Nera              -  Senti come soffia il vento, (Il mago emerge dall'oscurità).

Il Mago                         -  Che ci fate ancora qui?

La Strega Nera              -  Aspettiamo.

Il Mago                         -  Chi era quella ragazza che se n'è andata or ora?

La Strega Nera              -  Barbara Alien. Era venuta a  cercare John.

La Strega Bianca          -  Povera ragazza. Prima di  domani sarà morta.

La Strega Nera              -  Prima che faccia giorno sarà morta.

Il Mago                         -  Ne sembrate piuttosto sicure.

La Strega Nera              -  Non ho mai perso una scom­messa.

La Strega Bianca          -  Noi non facciamo scommesse se non siamo sicure di vincerle.

Il Mago                         -  Bene, vedremo. Aspettiamo e vedremo. (La strega Bianca si appoggia improvvisamente contro il roccione: John si sta arrampicando faticosamente per la stessa balza su cui lo vedemmo apparire la prima volta).

John                              -  Dov'è... (Scorge le streghe e si ferma, poi vede il mago disotto) Dov'è la maga?

Il Mago                         -  Che cosa succede?

John                              - (scendendo goffamente) Debbo vedere la maga.

Il Mago                         -  Vivere nella valle non era così piace­vole, non era così facile come galoppare sull'aquila nella notte. Ho fatto tutto quel che potevo per met­terti in guardia, ma tu non mi hai voluto dare ascolto. E adesso ti rincresce.

John                              -  No. Non mi rincresce affatto. Ma devo vedere la maga. Devo chiederle qualche cosa.

Il Mago                         -  Meglio che tu le chieda niente. Meglio che tu la lasci stare.

John                              -  Ma allora mi cambierà di nuovo in Aglio di strega. (È ormai sceso dal roccione).

Il Mago                         -  E perché?

John                              -  Perché io son venuto meno al mio impegno.

La Strega Bianca          -  Barbara è stata di un altro uomo. (La strega Sera fa eco alla sua risata).

John                              -  Andatevene via,  voialtre.

Il Mago                         -  Dal che suppongo che tu sia in collera con lei.

John                              -  Non sono in collera con lei. Non posso essere in collera con Barbara Alien.

Il Mago                         -  Allora l'ami ancora.

John                              -  L'amerò  sempre.

Il Mago                         -  Anche quando sarai di nuovo un figlio di strega?

John                              -  Anche allora, credo.

La Strega Nera              -  Ma supponi che lei si sposi con qualcun altro.

John                              -  Che cosa c'entri tu?

La Strega Nera              -  Aspetto che tu faccia ciò che stai per fare.

John                              -  Non ho niente da fare che ti riguardi.

Il Mago                         -  Lascia che t'avverta, figlio di strega...

La Strega Bianca          -  Non glielo puoi dire, mago. Se glielo dici manchi alla parola.

John                              -  Parola? Che parola? Parla, mago.

Il Mago                         -  Vai via di qui, John, e non tornare mai più.

John                              -  Ma io devo vedere la maga. Devo chie­derle qualcosa.

Il Mago                         -  Non fare niente, figlio di strega. Io t'avverto.

John                              -  Non m'interessano i tuoi avvertimenti. M'avevi detto di non diventare uomo. Mi sei sempre stato contro.

Il Mago                         -  Te l'avevo detto per il tuo bene.

La Maga                        - (fuori scena) Sei tu, John? (Entra).

John                              - (correndole incontro) Maga!

La Maga                        -  Ti aspettavo, stanotte. Mi fa piacere vedere che stai agli impegni.

John                              -  È appunto per questo che sono qui.

La Strega Nera              -  Avanti, chiediglielo.

Il Mago                         - (mettendolo in guardia) John!

John                              -  Voglio che tu mi dia un'altra possibilità...

Il Mago                         -  No, John, aspetta...

John                              -  Lascia ch'io sia uomo ancora per un po'...

La Strega Bianca          -  Abbiamo vinto!

La Strega Nera              -  Hai sentito, mago? Abbiamo vinto.

John                              -  Di che state parlando?

La Strega Nera              -  Abbiamo vinto la vita di Barbara Alien.

John                              -  Come?

La Strega Nera              -  Noi sapevamo che tu avresti voluto annullare l'impegno. Abbiamo scommesso col mago che l'avresti voluto. Abbiamo vinto la vita di Barbara Alien e vogliamo essere pagate prima di domattina.

John                              - (saltando sul roccione per affrontarla) Ma cosa importa  a  voi  della  vita  di  Barbara  Alien?

La Strega Bianca          -  Non abbiamo soltanto vinto la sua vita. Ti riportiamo a noi. Ti riportiamo a noi e al chiaro di luna.

John                              -  No, non ci riuscite.

La Strega Bianca          -  Al chiaro di luna e a noi.

John                              -  Son cose che non m'interessano.

La Strega Bianca          -  Ricorda, John, non puoi non ricordare. Ricorda quelle notti nel cielo, quando tu mi stavi fra le braccia nella carezza del vento... com'eravamo liberi,  allora.  Non ricordi?

John                              -  Ma è passato. È finito.

La Strega Nera              -  Non era che il principio. Quando sarai di nuovo un figlio di strega vedrai le cose  diversamente.

John                              -  Ma io la ricorderò sempre, l'amerò sempre.

La Strega Bianca          -  Cambierai idea. (Scompare).

La Strega Nera              -  Aspetteremo. (Scompare anch'essa).

John                              -  Se Barbara muore, fatemi morire con lei.

Il Mago                         -  Tu sei figlio di strega e devi vivere tutti gli anni che ti son stati assegnati.

La Maga                        -  Sei pronto per la trasformazione, John? È tempo ormai che tu torni ad essere un figlio di strega.

John                              -  Dammi ancora un po' di tempo.

La Maga                        -  L'anno scade stanotte. E lei sarà morta prima del nuovo giorno.

John                              -  Non lasciate che mi veda quando sarò di nuovo un figlio di strega.

Il Mago                         - (avviandosi alla sua grotta) Diventerai figlio di strega nel momento stesso in cui lei morirà.

John                              -  Ma io la vedrò ancora. Volerò da lei sulla mia aquila. (Si avvia per uscire).

La Maga                        -  Non puoi ancora volare. Sei ancora un uomo.

Barbara                         - (fuori scena) John!

La Maga                        -  La luna, figlio di strega. Quando la luna forerà le nuvole, tu sarai di nuovo un figlio di strega. (Scompare  anch'essa  nelle  tenebre).

Barbara                         - (entrando) John. (Lo vede e si ferma) John.

John                              -  Ci siamo già incontrati, Barbara Alien. La notte che soffiò il gran vento e s'offuscò la luna. Ricordi?

Barbara                         -  Ricordo.

John                              -  E neppure stanotte c'è luna.

Barbara                         -  E soffia il vento.

John                              -  Ricordi la tua canzone? Dicevi che non avrebbe dovuto esser triste. Ti son sempre piaciute le canzoni allegre.

Barbara                         -  Mi spiace. Mi spiace che ho sciupato la canzone.

John                              -  Non l'hai sciupata. Solo che finisce tri­stemente. Ma ciò che importa è come si canta e quella era una bella canzone.

Barbara                         -  Diceva di un figlio di strega che volle diventare uomo.

John                              -  E della ragazza ch'egli stregò, che gli fu infedele.

Barbara                         -  Non ne potè fare a meno. Mi ci hanno costretta.  Dissero  che tale era la volontà di Dio.

John                              -  La volontà di Dio. Non ne so niente, io, della volontà di Dio. Non sono cristiano.

Barbara                         -  Prendimi con te, John, prendimi con te. Non m'importa dove tu andrai, non m'importa cosa accadrà. Portami via dalla valle. Voglio stare con te.

John                              -  Non si può evitare. Non si può più evitare.

Barbara                         -  Che cosa dici, John?

John                              -  Tu devi morire, Barbara Alien.

Barbara                         -  Devo morire?

John                              -  Proprio come nella canzone, la canzone che tu cantavi. Qualcuno deve morire quando la canzone finisce male.

Barbara                         -  E io posso far niente per evitarlo?

John                              -  Non c'è più niente da fare. La canzone è quasi finita.

Barbara                         -  Non ancora. C'è ancora tempo.

John                              -  Non c'è più molto tempo. Quando la luna forerà le nuvole io sarò di nuovo un figlio di strega.

Barbara                         -  Prometti che mi ritroverai. Prometti che verrai da me.

John                              -  Non posso promettere. I figli di strega non hanno anima. Trecent'anni e poi... nebbia di monte.

Barbara                         -  E nient'altro?

John                              -  E nient'altro.

Barbara                         - (sciogliendosi dal suo velo di sposa) Prendi il mio anello, John, l'anello che tu mi desti. Ha una gran pietra che brilla nell'oscurità.

John                              -  Il nostro anello di nozze, del giorno che ci sposammo. (Guarda  l'anello).

Barbara                         -  Prometti che lo porterai, che lo por­terai sempre.

John                              -  È qualcosa del tempo in cui non ero un figlio di strega, del tempo in cui lavoravo sotto il sole ardente, delle notti in cui ti tenevo fra le braccia (la prende fra le braccia: ed è la prima volta, in questo quadro, che si toccano l’un l'altra) e parlavamo del figlio che avremmo avuto. Dicevamo che avrebbe avuto occhi azzurri.

Barbara                         -  Perdonami, John. Perdonami.

John                              -  È l'ultima notte in cui ti posso vedere così come sei ora, l'ultima volta che posso prendere la tua mano, l'ultima volta che ti posso stringere fra le braccia e sentire il tuo respiro tepido contro le guance...

Barbara                         - (sussultando) Che cos'è che sento, John? Qualcosa che fruscia, come un batter d'ali leggere?

John                              -  È la mia aquila. Viene con il chiaro di luna. Viene a prendermi.

Barbara                         -  Così presto! Così presto!

John                              -  La luna! La luna, Barbara! Posso quasi vederla.

Barbara                         -  Ho paura! Ho paura di morire. (Va­cilla e quasi cade).

John                              -  Barbara! (L'abbraccia e la bacia. Barbara gli si stringe contro).

Barbara                         - (debolmente) Stringimi  forte,   John.

John                              - (la prende fra le braccia mentre a poco a poco Barbara si abbandona senza vita. Lentamente la porta al roccione e dolcemente la depone. La luna comincia a far capolino dalle nuvole) E questa è la fine della canzone. E nulla è rimasto. Neanche una parola. (Improvvisamente, come la luna l'illumina, il suo corpo s'irrigidisce ed egli lancia lentamente un'oc­chiata selvaggia intorno a sé. Come vede la luna, ormai piena e lucente, scivola via da Barbara, del tutto estraneo al corpo inanimato della fanciulla).

La Strega Nera              - (entrando) Piglio di strega. (Gli prende la mano).

La Strega Bianca          - (prendendogli l'altra mano) Siamo venute a cercarti, figlio di strega.

La Strega Nera              -  La tua aquila t'aspetta. È qui e aspetta che tu le salti in groppa. (Tutt'e tre escono: John appare ancora affascinato dalla luna. Si ferma per guardarla ancora mentre le streghe gli vedono l'anello) Dove hai preso quell'anello, figlio di strega?

La Strega Bianca          -  Ha una gran pietra verde, e brilla nell'oscurità. (John sfila l'anello dal dito e lo guarda per un attimo).

John                              -  L'ho preso... l'ho preso dalla tomba di Agnes Biddle! (Tutt'e tre ridono).

La Strega Bianca          -  Dallo a me, figlio di strega. Lascia che te lo tenga io. (John ha un momento d'esi­tazione e poi glielo porge).

John                              -  Sta bene. (La strega Bianca esce correndo).

La Strega Nera              -  Vieni, figlio di strega. È ora d'andare. (Lisce. John s'avvia per seguirla poi, di nuovo, si ferma a guardare la luna).

John                              -  Ma guarda che luna. (Mentre così guarda gli cadon gli occhi su Barbara che giace morta sul roccione. Corre da lei, le prende una mano che poi lascia ricadere inerte) Chi è questa ragazza? Chi è questa ragazza? Chi può mai essere?

La Strega Nera              - (fuori scena) John! (Come se la voce gli ricordasse il tempo della sua vita umana, John si volge verso Barbara e si piega sul suo corpo).

La Strega Bianca          - (fuori scena) Piglio di strega! (Tornato ormai ad essere un figlio di strega, John, quasi volando, scala rapidamente il roccione sulla cui sommità si ferma a guardare la luna aprendo le braccia come fossero le ali che lo porteranno a solcar l'aria).

FINE