Eleonora Duse la divina

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Il Teatro degli Adriani

Giuliano Angeletti

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Titolo

Eventuale sottotitolo

Eleonora Duse la Divina

L’ultima scena della Divina

Autore ed aventi diritto

Giuliano Angeletti  poetangeletti@gmail.com

tel. 3317115597

Data pubblicazione

01.10.2018

Anno di stesura

2018

Genere

Dramma

Atti

1

Durata (minuti)

60

Lingua

italiano

Personaggi maschili

1

Personaggi femminili

3

Minimo attori maschili

1

Minimo attrici femminili

3

Premi e riconoscimenti

Depositato S.i.a.e.

Sezione DOR Numero Posizione SIAE 198563

Codice Opera

Reparto proventi : concordato tra gli Aventi Diritto

Da effettuarsi dalla SIAE

100%

100%

SINOSSI:

Eleonora Duse la Divina

Attrice originale e sperimentatrice, Eleonora affina con lo studio la propria ricerca. Di lei si ricorda la sua dote recitativa elegante, capace di innovare introducendo il concetto di verità sulla scena. Meno trucco, gesti meno appariscenti e un’immedesimazione maggiore che passava attraverso la cura di numerosi particolari, come i vestiti. Preferiva abiti larghi, molli e cadenti che potessero attenuare le pose allora in voga.  Dal carattere determinato, recitava spesso in piedi con le mani sui fianchi e seduta con i gomiti sulle ginocchia: atteggiamenti sfrontati per quei tempi, che tuttavia l’hanno fatta conoscere e amare dal pubblico e che l’hanno resa la più grande di tutte. Con questa drammaturgia Angeletti ricorda la Divina che nel 1923  ormai malata,  stanca ed oppressa dai creditori è  nel camerino di un grande teatro londinese mentre si sta preparando a portare in scena “Gli spettri” di Ibsen uno dei suoi ultimi spettacoli prima di morire. Infatti: la Divina avrebbe voluto riposarsi nel tepore primaverile della California o tornare nelle Alpi italiane, ma per incombenti impegni non le viene concesso, e quindi deve tornare tra i grattacieli e lo smog che rendono la sua salute ancora più cagionevolea. Con uno sforzo sovrumano, la Divina porta a termine quella che saranno i suoi ultimi impegni: finchè squassata da una febbre violenta e con i polmoni a pezzi, viene condotta in albergo. Il 21 aprile 1924 cessano le sue torture, e spira lasciando un vuoto incolmabile nelle scene mondiali.

Giuliano Angeletti

ELEONORA DUSE LA DIVINA

Eventuale titolo

L’ULTIMA SCENA DELLA DIVINA

Dramma

Atti 1

DOR Numero Posizione SIAE 198563

Codice Opera

Personaggi:

ELEONORA DUSE (vestita di rosso: molto vistosa )

AURORA (vestita di bianco)

MISS ONSLOW (vestita di bianco)

MARIO (vestito di bianco)

Scena:

( fondo nero: la scena si svoge nel camerino di un teatro, fondo neutro scena ezzenziale .  In alternativa e consigliata,  scena cinematografica )

Londra., maggio 1923  la Divina nel camerino del teatro aspetta di entrare in scena per recitare  “Gli spettri” di Ibsen.

SCENA 1

ELEONORA DUSE, MARIO

(musica)

( Mario accompagna Eleonora in scena: la fa sedere accanto allo specchio )

ELEONORA DUSE: (premurosa, un colpo di tosse)

Grazie Mario: se non sci fossi tu che ti occupi di me, la mia vita : la mia arte sarebbe di gran lunga  molto più limitata ( da un puffetto sul viso a Mario)

ti sarò debitrice per tutta la vita

MARIO: (premuroso)

È un onore per me: occuparmi della più grande attrice del mondo

ELEONORA DUSE: ( delusa)

io caro mio Mario ho calcato tutti i migliori teatri europei  (pausa) il pubblico  ancora al sentire il mio nome mi osanna

(pausa)

(tossisce)

(pausa)

Ormai il tempo è sovrano ( un singulto) gli acciacchi dell’età: i cervicali ( si tocca il collo) la schiena che mi tormenta ( si tocca la schiena) e questa tosse che piano piano mi soffoca

Ormai mi hanno  ridotto  ad un relitto

(un singulto)

Vedi caro Mario: come è ridotta la grande mattatrice: la donna che incantava un tempo le platee

(pausa)

Ecco come sono ridotta!

(pausa)

Mi sento come il relitto di una grande nave che ormai senza più la guida di un valente comandante: ormai è consapevole del suo infausto destino

(pausa)

Il mio futuro

(pausa)

Il mio crudele destino: morire come una vecchia nave schiantata su una barriera di invisibili scogli

(pausa)

Questa è la mia fine,  che vedo ormai sempre più prossima

MARIO: (premuroso)

Ma signora! voi non morirete mai perché siete una donna stupenda, una voce unica ed avete  una mimica perfetta: voi signora potete interpretare qualsiasi personaggio:

(pausa)

Io ho il piacere di conoscere l’attrice più importante del secolo

ELEONORA DUSE: (con orgoglio)

Si mio caro e giovane amico, stai dicendo la verità e la verità detta da una persona pura come te: pura naturalmente intendo senza infingimenti: sono le cose più vere e spontanee che ho sentito in tutti questi anni

(pausa)

Perché sai benissimo, caro  mio Mario: il mio ambiente è un  ( alta voce) un covo di vipere ( calma) tra gli attori c’è una gelosia sfrenata

(pausa)

E le attrici pur di lavorare si prostituiscono per una piccola parte con i registi e i produttori: questo è un mondo marcio

(pausa)

Ma a me: non è mai successo!

Io mi sono meritata le mie parti ed ho sempre lottato e lavorato per ottenerle: io non sono come una di cui non voglio fare il nome : lei poco attrice ma grande prostituta

(pausa)

Infatti vedi che fine a fatto, tu sai naturalmente di chi parlo vero Mario

(pausa)

MARIO: (perplesso)

si,  signora: posso intuire e mi dispiace

ELEONORA DUSE: (sorridente)

Ah! Giusto: che sbadata ma tu non puoi saperlo: e neppure hai potuto conoscerla di persona:  perché il fatto è accaduto molti anni fa! E tu all’epoca eri solo un ragazzino e forse non eri ancora nato

MARIO : (sorridente)

Si in effetti, è probabile che in quel periodo io non fossi neppure nato, però mi sono documentato su di voi e dei vostri successi:  e conservo ancora con core tutti gli articoli dei giornali che vi rappresentano

(pausa)

Ho consevato gli articoli più importanti, e li ho imparati a memoria

(pausa)

Per esempio:

“ Di voi Sergio Tofano (1886-1973) ha scritto:«la sua recitazione era ridotta alla più pura e limpida essenzialità, assolutamente scevra dei tanti barocchismi e capricci vocali cari alle attrici sue contemporanee». Interpreta Teresa Raquin di Zola, La principessa di Bagdad, La signora delle camelie, La moglie di Claudio, Cavalleria Rusticana, Antonio e Cleopatra, Casa di bambola, La donna del mare e numerosissime altre opere d’un repertorio sempre più vasto ed eterogeneo. «È molto più che bella. D’un pallore opaco e un po’ olivastro, la fronte solida sotto le ciocche nere, le sopracciglie serpentine, i begli occhi dallo sguardo clemente, una bocca grande, pesante nel riposo ma incredibilmente mobile e plastica […] La voce è chiara e fine» scrive il critico Jules Lemaitre.”

ELEONORA DUSE: (con un singulto)

Mi commuovi Mario mi commuovi!

MARIO : (premuroso)

Signora non state a piangere, voi siete una grande artista, una Divina, una donna unica al mondo … tra poco andrete in scena: e il pubblico non aspetta altro per vedervi ed applaudirvi

ELEONORA DUSE: (trattiene il singulto e cerca di darsi un contegno)

Mi emozioni, Mario mi emozioni !

MARIO : (premuroso)

Signora io lo faccio per il  vostro bene…

ELEONORA DUSE: (trattiene le lacrime)

Tesoro, da quanto tempo ti occupi di me !

MARIO : (sorridente)

Sono appena due anni, signora : due anni che collaboriamo

ELEONORA DUSE: (sorridente)

Gioia , sei proprio un angelo: tu ti occupi di me pur sapendo che non ti posso pagare: sei una cretura meravigliosa Mario: io ti voglio bene, !

(pausa)

Talmente bene da considerarti come uno  di famiglia

(piange)

Mario … Mario …

(piange)

Lo sai che io non ti posso pagare né adesso, né in futuro : i debitori ogni giorno si  fanno più assillanti, sono delle vere carogne: io ormai non so più né cosa fare, né come coportarmi :  non riesco a tenerli a freno…

MARIO: (cerca di consolarla)

Loro non capiscono, la grandezza con cui hanno a che fare: sono sono avidi come lupi … loro non hanno diritto a ricevere il dono immenso che hai da offrire al pubblico mondiale

ELEONORA DUSE: ( depressa)

Miss Onslow si che è un angelo venuto dal paradiso per me : se non ci fosse stata lei… per me non so come sarebbe andata a finire

(piange)

Ricorda che queste cose le sai solo tu: non lo sa nessun altro (piange) ti prego non divulgarlo … ti prego:

(pausa)

MARIO : (cerca di consolarlo)

Signora, lo sapete che io sono muto come un pesce e un uomo fidato : trovo offensivo solo il fatto che potete dubitare di me …

ELEONORA DUSE: ( depressa)

No, non volevo! Assolutamente non mi sarei mai permesso di offenderti e nel contempo dubitare  della tua fedeltè: non  volevo assolutamente ferirti e per questo io ti chiedo umilmente scusa

MARIO : (cerca di consolarlo)

Signora, capisco il suo grande dolore: ma non stia a piangere, tra poco bisogna entrare in scena

( nel sentire la parola scena, Eleonora Duse: si rianima, si alza e si specchia)

ELEONORA DUSE: (agitata )

Ma come sono ridotta: sono orribile… non posso entrare in scena così: (agitata) non posso: ho bisogno di essere truccata di nuovo

MARIO: ( cerca di calmarla)

Signora: fatevi  vedere ( prende il viso della signora e guarda) ma cosa dite! Ma voi signora  siete sempre bellissima

( la donna si alza di scatto ed irritata toglie stizzata la mano di Mario dal suo viso e grida)

ELEONORA DUSE: (agitata )

Mario: basta tu sei solo un neofita ! Ma cosa puoi sapere tu di teatro e di come vive un’attrice l’attesa che vive prima di entrare in scena

MARIO: ( cerca di calmarla)

Signora: chiedo umilmente scusa: vi prego perdonatemi!

ELEONORA DUSE: (agitata )

Ho bisogno di nuovo di essere truccata e pettinata, sono orribile ( grida) sono orribile! Io voglio Aurora: senza Aurora non voglio entrare in scena ! Io senza lei non entro in scena!

MARIO: ( cerca di calmarla)

Signora: Aurora doveva già essere arrivata! Ma purtroppo non è ancora entrata a teatro … e io non so che farci …

ELEONORA DUSE: (agitata )

Mario: vai a cercare Aurora, deve pettinarmi e truccarmi: voglio il rossetto rosso vermiglio

MARIO:

se volete posso chamare la truccatrice

ELEONORA DUSE: (agitata )

Mario: ti ho detto che non voglio la truccatrice, lei è un’inetta io voglio Aurora! Solo Aurora e non un’altra!

MARIO:

Ma Aurora non è una truccatrice!

ELEONORA DUSE: (sconvolta)

Ma cosa me ne importa se non è una truccatrice: io voglio Aurora

(cerca il rossetto nel cassetto sotto lo specchio, mette tutti rossetti sul tavolino li vede e poi getta tutto via sul palco )

(tossisce)

Non c’è il rossetto rosso vermiglio! Non c’è! Voglio Aurora ! Voglio Aurora!

MARIO: ( cerca di calmarla)

Signora per favore calmatevi : Aurora arriverà presto!

(intanto raccoglie tutti i rossetti e li rimette sul tavolo)

( l’attrice si accascia sul tavoilino e piange e tossisce)

ELEONORA DUSE: (piange )

Aurora ! Aurora! Dove sei! Dove sei!

MARIO: ( persuasivo)

Signora, non preoccupatevi, abbiate  fede: Aurora arriverà presto: intanto prendete  questa

( passa una pillola all’attrice: ma lei la prende e con furia la getta via)

MARIO: ( persuasivo)

Signora, non dovete fare così! Pensate al pubblico che aspetta e freme nel vedervi!

( nel sentire parlare del pubblico Eleonora Duse, si agita)

ELEONORA DUSE: (piange )

Non posso! Non posso andare sul palco così ! Non posso, cosa diranno domani i  giornali (piange) diranno che la grande Eleonora Duse ha recitato con un trucco orrendo e se un’attrice ha un trucco orrendo… non sarà mai una grande attrice

(pausa)

(con enfasi)

Diranno : la regina del palcoscenico forse prima dell’spettacolo ha pianto… e allora vorranno sapere il perché….

Sono  curiosi i  giornalisti: loro devono riempire le pagine del giornale. Loro si interessano a me e alla mia vita privata

(si specchia)

( da un grido di disgusto)

No, non entrerò mai in scena così ! Mai mai !

MARIO: ( persuasivo)

Signora, non abbattetevi, tiratevi su: e aspettate fiduciosa: Aurora mi ha assicurato che arriverà da un momento all’altro

(si sentono dei passi)

SCENA 2

ELEONORA DUSE, MARIO, AURORA

MARIO: (premuroso)

Ecco signora; dovrebbe essere Aurora!

ELEONORA DUSE: (piange )

Aurora! Aurora ! Vieni subito, ho bisogno di te

( entra Aurora di corsa,  ma parla con Mario)

AURORA: ( a Mario sottovoce)

Mario, cosa è successo?

MARIO: ( sottovoce)

Aurora, oggi la signora ha continui attacchi di panico: ossessionata dall’idea di essere stata truccata male: non vuole la truccatrice ufficiale e purtroppo non vuole saperne di andare in scena. Vuole solo te,  ed allo spettacolo manca poco.

AURORA: ( a Mario sottovoce)

Mario, non preoccuparti! Adesso ci penso io

(pausa)

Ha preso la pastiglia?

MARIO: ( sottovoce)

Purtroppo no, l’ha gettata via!

AURORA: ( a Mario sottovoce)

Non preoccuparti: ora ci penso io!

MARIO: ( sottovoce)

Posso rimanere!

AURORA: ( a Mario sottovoce)

Per me si …

ELEONORA DUSE: (piange )

Aurora, Mario: ma cosa avete da confabulare: anche voi siete contro di me ! Volete che io dopo faccia un fiasco, per dopo potervi divertire nei confronti di una povera vecchia attrice ( altezzosa) ma ricordatevi che sono anche la più grande

AURORA: ( premurosa)

No … nessuno vuole che voi  facciate una brutta figura … noi vogliamo solo essere partecipi del vostro grande successo e fare in modo che ne avrete in futuro

ELEONORA DUSE: (si rianima )

Aurora, io so che tu mi vuoi bene

(alterata nei confronti di Mario)

E tu Mario lasciaci soli!

MARIO:  ( calmo)

Ma signora: posso rimanere, mi metto  in un angolino non do assolutamente noia

ELEONORA DUSE: (alterata )

Mario ti ho detto di uscire da questa stanza!

AURORA: ( premurosa)

Signora,  ma per me potrebbe anche rimanere: poverino è un vostro ammiratore ed un bravo attore …  ci rimarrebbe troppo male se lo mandassimo via

MARIO:  ( calmo)

Ma signora: io ci terrei a rimanere … sono un suo grande ammiratore e per me sarebbe un grande onore

ELEONORA DUSE: (alterata )

Mario il grande onore per te sarebbe se ci lasciassi sole, per cui esci subito da questa stanza o con le buone o con le cattive: perché se non esci con le tue gambe io sono costretto a chiamare il signor Miller e per te sono guai

AURORA: ( rivolta a Mario)

Mario esci subito da questa stanza

MARIO: (deluso)

Va bene, vado (rivolto alle due donne) comunque se avete bisogno basta che chiamate: io sono a vostra disposizione

ELEONORA DUSE: (alterata )

Mario vai: sei ancora qua!

MARIO: (deluso)

Si signora vado

(Mario esce di scena)

SCENA 3

ELEONORA DUSE,  AURORA

ELEONORA DUSE: (alterata )

Mario ormai non lo sopporto più: ormai è sempre più assillante e protettivo: ma come si permette!

Io non lo tollero più … penso che chiederò al mio impresario di sostituirlo

(grida)

Basta non lo voglio più vedere né in scena, né in questo camerino

AURORA:

Maestra, questo non è un camerino questo è il mondo: il mondo di una grande artista

(pausa)

ELEONORA DUSE: (alterata )

Il mondo, ma che mondo!

AURORA:

Permettete: voi  siete stata troppo dura con Mario: forse non meritava tanto

ELEONORA DUSE: (alterata )

Mario, Mario ma non sai proprio dire altro, adesso cerchiamo di fare e parlare di cose importanti, che è meglio …

AURORA:

Come volete, io sono al vostro servizio: come del resto Mario  dovete capire che noi vi seguiamo da tempo anche se purtroppo visto le condizioni in cui vi trovate …

ELEONORA DUSE: (alterata )

Aurora! Cosa vuoi dire non vi pago! Vuoi dire così: ammettilo!

AURORA: (cerca di scusarsi)

No,  non volevo dire questo:  no non volevo!

ELEONORA DUSE: (alterata )

Aurora sei una delusione: anche tu sei come tutti questi lupi: sono ossessionata dai creditori

(piange e tossisce)

AURORA: (con affetto)

No,  signora sapete che non voglio vedervi piangere: tiratevi su tra poco comincia lo spettacolo e voi dovete pensare al pubblico

(pausa)

Al pubblico che vi adora

ELEONORA DUSE: (calma )

Aurora solo tu mi puoi capire, perdonami … perdonami ti prego

(l’abbraccia)

Ti pagherò: ti prometto che ti darò tutti gli arretrati, devi solo avere pazienza

(pausa)

Appena mi pagano e pagherò anche Mario: ma prima devo finire questa turnee e recitare bene … come non ho mai fatto

(tossisce)

AURORA: (con affetto)

Si signora, ma adesso dobbiamo pensare a questa tosse che deve assolutamete passare almeno per tre ore

ELEONORA DUSE: (agitata )

No non ho preso nessuna medicina

(ad alta voce)

Mario voleva impormela ed io l’ho gettata via

( si alza e gira per la scena cercando per terra la pastiglia)

Ma dov’è ! dov’è!

AURORA: (con affetto)

Signora, alzatevi:  vi prego ecco vi ho portato delle nuove medicine  per la tosse: e questo  è uno sciroppo nuovo

ELEONORA DUSE: (agitata )

Uno sciroppo nuovo! Non come quello di prima … quello di prima mi faceva male: la tosse continuoamte aumentava e mi usciva anche il  sangue dalla bocca

Continuamente mi esce sangue dalla bocca

Ho la malattia romantica che mi ha portato in cattiva salute.

Io avrei bisogno  di vivere in alta montagna dove l’aria è buona , non in questa città;

ma non perché io non amo Londra e i londinesi … ma questo smog, questa umidità mina ancora di più la mia già cagionevole salute

AURORA: avete ragione, per voi fabbisogna riposo e tranquillità: non di una vita così intensa e poi avete bisogno di un clima salutare lontano da tutta questa umidità : per voi il benessere è l’Italia e le sue montagne : le Dolomiti o la verde California

ELEONORA DUSE: (agitata )

Si come stavo bene in montagna; neppure un colpo di tosse: Aurora quando avrò pagato tutti i mie debiti: e naturalmente anche voi due , tu e Mario ci andremo tutti e tre e naturalmente pagherò tutto io

AURORA:

si ci andremo e staremo tutti bene !

ELEONORA DUSE:

Magari inviteremo anche il Vate, si  il Vate il mio mai dimenticato ed eterno amore

AURORA:

si signora, inviteremo anche lui

( Aurora tra se e se)

Il Vate gli ha “ mangiato” un sacco di soldi: ed è anche colpa del suo amato Vate se la signora è ridotta così

ELEONORA DUSE: ( sente ma non capisce tutto il discorso)

Aurora: cosa stai dicendo, parli da sola (ride) come sei ridotta: eppure sei giovane e bella come un fiore, ma ho sentito bene quando hai scandito il nome Vate

(alterata)

Perché anche a te,  come tutte quelle “ farfalline” interessa il mio Vate: ma dimmi interessa come uomo o come Sublime Poeta

O meglio voglio essere esplicita: a mia insaputa forse gli scodizoli accanto come una cagnetta in calore perché vuoi andare a letto con lui: non perché lo ami ma perché speri nei suoi buoni uffici per diventare anche tu una grande attrice

(pausa)

Si anche tu un giorno calcherai le scene, ma avrai solo ruoli di secondo o terzo ordine : non potrai mai nè imitare, né aspirarare a diventare neppure un decimo di quanto sono arrivato io

Per cui mettiti il cuore in pace

AURORA:

No, io non ho nessun interesse per quanto riguarda il Vate: potrebbe essere mio padre , no addirittura mio nonno: ed io non sono la tipa che si “ prostituisce” per una parte ; non lo farei mai per principio… e poi io non sono ancora un’attrice ma una debuttante … e non so se un giorno la diventerò: anche se non nego

Ne sono veramente attratta

(pausa)

ELEONORA DUSE: ( cerca di scusarsi)

Capisco: scusami Aurora non volevo offenderti: ma sai benissimo che quando sento il nome Vate , io non connetto più ed un insieme di ricordi, piacevoli e no si accavallano dentro di me lasciandomi  grandi sensazioni di piacere … ed il ricordo del piacere che ho avuto da lui mi è rimasto dentro … nel mio cuore che il mio Vate mi ha strappato.

(pausa)

( Eleonora è come in trance si spengono le luci: solo un occhio di bue illumina la divina che si alza dalla sedia)

( si sente  fuori campo la voce del Vate)

“Voglio possederti come la morte possiede, voglio raccoglierti come un fascio spicanardo legato con un vimine, così che possa essere impugnato come l’ asta di un gonfalone. E poi voglio disperderti, soffiare sopra te e disperderti come il tarassaco si disperde al vento, disperderti alla rosa dei venti, discioglierti nel Gran Tutto – Pan”.

ELEONORA DUSE: ( estasiata)

Aurora, hai sentito l’armoniosa voce del mio Vate: hai sentito con che parole sublimi  mi faceva volare

Come un tarassaco si disperde al vento: quali parole sono mai uscite dal cuore di un uomo

( Aurora non sente niente e pensa che sia tutto frutto della febbre e delle allucinazioni della signora Duse, però fa finta di capire )

AURORA: (tra se e se)

Io non ho sentito niente, ma mi conviene darle corda

(finge)

Si signora:   ho sentito voi siete fortunata ad essere amata da un uomo così sensibile

ELEONORA DUSE: ( estasiata)

Un uomo! Un uomo ma cosa dici … Gabriele D’Annunzio non è un uomo

(pausa)

Lui è il Vate

(pausa)

È lui l’incarnazione di Orfeo

(pausa)

L’incarnazione di Virgilio

(pausa)

Lui è l’incarnazione della Poesia e dell’Amore inteso come Eros

Aurora vieni qui! Avvicinati

( Aurora si avvicina ad Eleonora  la prende sottobraccio e  racconta)

La prima volta che ho conosciuto il Vate era nel 1882: Gabriele era un giovane affascinante tutto pieno di riccioli ed era sceso da poco dagli Abruzzi…

Era giovane ma aveva già pubblicato tre opere

(sorride)

Mi compare davanti  con melodiose parole, tout court, voleva portarmi a letto

( pausa)

Non ci crederai Aurora: ma io lo congedai con sdegno: insomma lo rifiutai perché in tutta la mia vita mai mi capitò di incontrare una persona così insolente però nel contempo ne simasi veramente affascinata

Già famoso e molto attraente, con i capelli biondi e qualcosa di ardente nella sua persona

(pausa)

Mi ricordo nel 1888 al teatro Valle a Roma, mentre  appena redenta da traviate gioie e ho preso in faccia come secondo copione una manciata di monete false e ero morta di tisi e d’amore come la sfortunata eroina della “ Signora delle camelie”.

(pausa)

Dopo gli applausi: con lacrime e sospiri di gioia , mentre stavo per avviarmi verso il camerino: vedo comparire un giovanotto esile,  esile ma tutto scatti ed eleganza uscire improvvisamente dalla penombra delcoorridoio dei camerini e gridarmi con voluttuoso entusiasmo : “ o grande amatrice” era  Gabriele ma io non mi sono fermata: ho ringraziato  con un cenno ed ho proseguito : ma il cuore mi batteva impazzito. Nel giugno del 1892 il Vate scrive una sua dedica ( alla divina Eleonora Duse) su un esemplare delle sue “ Elegie romane” . tu non ci crederai ma da quel giorno nasceva in me il desiderio di incontrarmi con lui.  E nell'incontro mi abbandonai alla presa di quegli occhi chiari, e mi sorpresi  a dimenticare tutta l’ amara sapienza della vita e a godere della lusinga che essi esprimevano.

Ma il momento fondamentale sia nella mia vita privata che nella carriera artistica  fu un altro incontro con D'Annunzio, a Venezia nel 1894. Il tempestoso legame sentimentale e artistico che si stabilì tra me e il poeta durò una decina d'anni, e contribuì in modo determinante alla fama di D'Annunzio. Io , già celebre e acclamata in Europa  e oltre oceano, portai infatti sulle scene i drammi dannunziani (Il sogno di un mattino di primavera, La Gioconda, Francesca da Rimini, La città morta, La figlia di Iorio), spesso finanziando io stessa le produzioni e assicurando loro il successo e l'attenzione della critica anche fuori dall'Italia.

(con amarezza)

Ciò nonostante, nel 1896 D'Annunzio  preferì Sarah Bernhardt  per la prima rappresentazione francese de La ville morte.

Purtroppo i periodi di vicinanza e collaborazione con il vate non furono sempre intensi  si alternarono a crisi e rotture

D'Annunzio mi seguiva raramente  nelle mie tournée, ma nel 1898 affittò la villa trecentesca della Cappocina a Firenze  nella zona di Settignano, a nord-est di Firenze, per avvicinarsi alla Porziuncola, la dimora dove vivevo . Nel 1900, D'Annunzio pubblicò il romanzo Il fuoco, ispirato alla sua relazione con Eleonora Duse, suscitando critiche vivaci da parte degli ammiratori dell'attrice.

Dopo ci siamo separati definitivamente, ma penso che  Gabriele ancora in cuor suo si strugge nel pensarmi.

AURORA: (comprensiva)

Adesso però signora prendete le medicine, perché presto dovrete andare in scena

ELEONORA DUSE: ( estasiata)

Si Aurora ! Le medicine … dammi le medicine

(Aurora tira fuori le medicine dalla borsetta)

AURORA: (soddisfatta)

Prendete signora, ecco le pastiglie e lo sciroppo

ELEONORA DUSE: ( disgustata)

Le pastiglie posso anche prenderle: ma lo sciroppo nò! E’ disgustoso

AURORA: (persuasiva)

Dovete prendere anche quello, fatelo per voi, per Mario, per me: e soprattutto per  Miss Miss Onslow

(nel sentire il nome di Miss Onslow Eleonora si calma e diventa seria e compassata)

ELEONORA DUSE: ( seriosa)

No Miss Onslow non la posso deludere:  io ho bisogno di lei

(pausa)

Se non ci fosse lei che mi sovvenzia questa tournee: come faccio a pagare tutti i debiti

Dammi la medicina Aurora! E subito!

(Aurora passa la medicina alla signora)

Grazie Aurora!

( Eleonora prende la pastiglia e beve lo sciroppo)

( dopo aver bevuto tossisce ancora più forte)

Sempre questo sangue che mi esce dalla bocca!

(piange)

Ormai sono come “ la signora delle camelie”  il male romantico mi sta minando la salute: ed anche tutte questi maledetti intrugli che i medici chiamano medicine, so che non mi servono a niente: ma servono solo per fare arricchire loro i medici… e morire me

AURORA:

Signora questo non dovete neppure pensarlo: queste pastiglie e questo sciroppo non sono italiani ma sono medicine inglesi e tutti sanno che gli inglesi in quanto a medicina sono molto più avanti di noi: anzi in Dottor Fealson mi ha assicurato per voi una  guarigione completa se seguite la sua speciale cura …

ELEONORA DUSE:

La sua speciale cura, non farmi ridere ! Per adesso il dottor Fealson sta dicendo la solita cosa che diceva il dottor Chiarini di Roma e il dottor  Martinelli di Milano : tutti super esperti della mia malattiia … ma nessuno di loro ha mai fatto miracoli

(pausa)

Va bene ma ora parliamo d’altro mia giovane e fedele amica e promettente attrice …

Tutte noi abbiamo cominciato dal basso poi il talento e la volontà fanno il resto e tu hai talento ed entusiasmo. Naturalmente anche se diventerai una discreta attrice ti ripeto che non sarai mai al mio livello

(pausa)

Perché io sono un’attrice unica ed inimitabile

AURORA: (affranta)

Io desidero fare l’attrice : ma mio padre non è contento e per me ha in serbo un altro futuro e un’altra professione : vuole che diventi una educatrice, ma io non voglio educare nessuno: perché non sono in grado neppure di educare me stessa

ELEONORA DUSE:

Anche il mestiere di educatrice, è un lavoro dignitoso fatto di tanto studio e tanti sacrifici che può dare anche soddisfazioni : non stare a disprezzarlo

AURORA:

Ma io voglio fare l’attrice, anche se capisco che è un lavoro molto duro e difficile, io mi accontenterei di diventare solo una minima parte di voi signora

ELEONORA DUSE:

Io ho la capacità di entrare in ogni personaggio: perché se sono Desdemona io divento Desdemona: e ragiono come Desdemona   … mi vesto come Desdemona : ed amo Otello come Desdemona … perché raffiguro Otello come il mio Vate  mio supremo amore

AURORA:

In questo dramma io sono Regina la vostra cameriera e per imparare bene la parte che è difficile recitare io mi sto comportando come una cameriera , perché  seguo il vostro consiglio : io non voglio deludervi signora, non voglio deludere il pubblico e soprattutto non voglio deludere me stessa

(pausa)

Signora cosa si prova ad essere una persona famosa

ELEONORA DUSE:

Che cosa si prova ad essere una persona famosa? Non saprei ? Beh, forse a volte disagio. Si piacere ma anche disagio. Quando mi acclamano, mi fa piacere, ma quando le cose non vanno come vorrei, sono irascibile per qualche giorno.

(pausa)

La mia è una vita di soddisfazioni  ma anche di tantissime privazioni e  sacrifici,

AURORA:

Io penso invece che, per colui che ha provato la delizia della creazione, non possano ormai esisterne altre soddisfazioni

ELEONORA DUSE:

in teatro non ci sono solo mattarici: perché il pubblico lo può ammansire solo una grande ammaliatrice

AURORA:

Fate di me un’ attrice di talento: ed io sarò per sempre una vostra allieva

ELEONORA DUSE:

Signorina:  il talento non si acquista al mercato, ma solo con il sacrificio

AURORA:

Io come voi: come una piccolissima parte di voi

ELEONORA DUSE:

Figliola mia: io sono nata attrice anche quando non ero sul palco ma nella vita, io ho sempre recitato: ma non quando soffrivo.

Li soffrivo veramente : ma se sapessi quante volte avrei voluto fuggire della celebrità e vivere una giornata al lago dando da mangiare alle anitre selvatiche: io adoro  una vita semplice … ma purtroppo … il destino

AURORA: (tra se e se)

Pensavo che le attrici famose fossero altere, inaccessibili, invece nella vita privata sono come tutte le altre: piangono,  ridono e vivono una vita simile a noi, povere mortali

ELEONORA DUSE:

Vedi la differenza tra noi due: io pur essendo più grande non più vecchia

(pausa)

Sono molto più dinamica, più viva: solare e brillante … perché dentro di me ho il teatro che scorre nelle mie vene e nutre la mia anima : il teatro è un fuoco vivo che arde dentro di me, ma senza il teatro sarei una donna finita

No, non finita… normale

AURORA:

Voi siete una donna senza età  e questo io lo devo ammettere, senza regole

ELEONORA DUSE:

Le mie regole sono il non avere regole: perché sono le regole che uccidono  l’arte

AURORA:

L’arte ha le sue regole e non si può biasimare

ELEONORA DUSE:

Io sono più rigorosa di una prussiana, tutti i giorni studio i copioni ed anche quando sono lontano dai palcoscenici  tengo sempre la mia mente allenata, e non solo la mente  … anche il corpo,  perchè mi tengo sempre truccata , vestita e pettinata alla moda, perché mia cara figliola il pubblico vuole che la sua diva sia sempre perfetta

AURORA: (tra se e se)

La signora  è  una grande donna d’ingegno , intelligentissima e sensibilissima capace di singhiozzare davanti ad una poesia e di declamarti  Desdemona o Giulietta a memoria sembra un angelo caduto dal cielo, ma nel contempo una diavolessa salita dall’inferno : perché prova a lodare in sua presenza un ‘ altra attrice: e lei ti tiene il “ muso” per giorni e giorni . Perché ! Bisogna lodare solo lei, bisogna scrivere solo su di lei, urlare, infervorarsi della sua straordinaria interpretazione di Roxsana o di Mirandolina.

ELEONORA DUSE:

Io purtroppo non posso permettermi leggerezze come uscire non in ordine e senza profumo francese …. Purtroppo anche se tante volte vorrei essere diversa

AURORA: (tra se e se)

E’ una donna che ha vissuto una vita al di sopra delle sue possibiltà

ELEONORA DUSE:  (ha sentito)

Cosa hai detto che ho vissuto al di sopra delle mie possibiltà! (alterata) Io sono un’artista con la A maiuscola ed io non do nessuna importanza al denaro …

Ebbene è vero,  non ho denaro: e allora io sono un'attrice, non una banca.

O meglio, non è che non abbia il denaro, ma il denaro  io lo uso così … lo getto per me è solo carta straccia che mi serve solo per le  toilettes e i capi di alta moda

(pausa)

Cose che però i miei creditori non capiscono e per questo nel loro fare animale mi perseguitano

AURORA:

Avete ragione signora: ma le mie erano solo considerazioni,fatte solo per un eccesso di volerele bene : perché io vi considero come una maestra

ELEONORA DUSE:

una specie di chioccia ( sorride ) Eccomi qua, come una bella chioccia. E tu una bella pulcina che sta imparando il mestiere di attrice .

AURORA:  (con orgoglio)

Signora io sono già una giovane attrice che tra non molto reciterà con voi, e che  molto orgogliosamente non disdegna la sua parte anche se non di primaria importanza, tutti i critici dicono di me che sono bellissima e talentuosa per la mia giovane età

ELEONORA DUSE :

Ed io ti rispondo con un brano di Cechov

(risponde citando un monologo tratto da “ il gabbiano” di

A. Cechov - (monologo di Trigorin)

Ho già dimenticato e non riesco a immaginarmi con chiarezza che cosa si senta a diciotto - diciannove anni, e per questo nelle mie commedie le ragazze giovani sono di solito false.

In quegli anni, negli anni migliori, in quelli della giovinezza, quando io cominciavo, recitare era per me un continuo supplizio. Un'attrice esordiente, specie se non ha fortuna, si crede goffa, maldestra, superflua, ha i nervi tesi, irritati; gironzola irrefrenabilmente attorno a persone partecipi del mondo del teatro e dell'arte, misconosciuta, non osservata da alcuno, temendo di guardar fisso e con audacia negli occhi, come un giocatore accanito, che non abbia denaro. Io non vedevo il mio pubblico, ma non so perché alla mia fantasia esso appariva malevolo, diffidente. Temevo il pubblico, mi faceva paura e, quando andavo in scena, mi sembrava ogni volta che i bruni mi fossero ostili e i biondi gelidamente indifferenti. Oh, che cosa terribile! Che supplizio!

Sento parlare di celebrità, di felicità, di non so che vita luminosa, interessante, mentre per me tutte queste belle parole sono come la marmellata, che non mangio mai.

Si, è bello essere un'attrice, ma appena finisco d'interpretare un personaggio, non lo sopporto più, già vedo che non mi è riuscito, che è uno sbaglio. E il pubblico dice: "Si, simpatica, bella presenza scenica, …ma ben lontana da Eleonora Duse". E così fino alla lapide sepolcrale tutto sarà solo simpatico e con presenza scenica, simpatico e con presenza scenica, nient'altro, e, quando sarò morta, i conoscenti, passando vicino alla tomba, diranno: " Eleonora Duse".

Quale successo. Non mi sono mai piaciuta. Non amo me stessa come attrice. Alla fin fine sento che so solo descrivere il personaggio, e in tutto il resto sono falsa, e falsa fino al midollo.

AURORA:

Io sono solo una giovanissima attrice, non riuscirei mai a diventerei come voi!

ELEONORA DUSE:

E tutta questione di allenamento: allenare la mente è un’arte

vuoi che ti racconto  le accoglienze che mi hanno fatto a Roma…

AURORA:

No signora me lo ha raccontato più volte

ELEONORA DUSE:

Ma a volte rinnovare la memoria fa più  che bene

AURORA:

Gli artisi sono sempre amati e me ne sto accorgendo nel mio piccolo

ELEONORA DUSE:

L’uomo ha bisogno di idealizzare e di idealizzarsi: ecco perché gli artisti sono amati molto più che i burocrati o i commercianti : l’artista viene idealizzato perché ogni essere umano lo vorrebbe essere

AURORA: (tra se e se)

La signora ama il suo lavoro tanto che le pare di servire l’umanità, la sacra arte, mentre, secondo me, non esiste solo il suo teatro che tra l’altro lo sto facendo anch’io : ma esistono anche altre forme artistiche di teatro, ma lei non le concepisce  e quindi non le accetta

ELEONORA DUSE:

Aurora!  cosa hai detto? Non ho capito?

AURORA: (cerca di riprendersi)

Signora: io volevo dire, che io non mi sentirei mai di essere una donna che pensa alla famiglia , al marito che la mantiene ed ha un mare di bambini

ELEONORA DUSE:

Si : è meglio dedicarsi all’arte , che essere una di quelle donne capricciose e smorfiose che  si alzano a mezzogiorno e finiscono di vestirsi alle due, per poi andare a prendere il caffè alle quattro, criticando la frolla dei biscottini ! Per me è molto più vita stare  chiusi nella propria stanza d'albergo a studiare la parte: perché il teatro è vita!

AURORA: (recita Cechov)

Gli uomini, i leoni, le aquile e le pernici, i cervi dalle ampie corna, le oche, i ragni, i muti pesci abitanti nell’acqua, le stelle marine e quegli esseri che non si potevano scorgere ad occhio nudo, - in breve tutte le vite, tutte le vite, tutte le vite, compiuto un malinconico ciclo, si spensero… Da migliaia di secoli ormai la terra non porta sul dorso nemmeno una sola creatura viva, e questa povera luna accende invano la propria lanterna. Sul prato ormai non si svegliano con un grido le gru, e non si sentono i maggiolini nei boschetti di tigli. Freddo, freddo, freddo. Vuoto, vuoto, vuoto. Paura, paura, paura.

(Pausa).

I corpi delle creature viventi svanirono nella polvere, e l’eterna materia li mutò in pietre, in acqua, in nuvole, e le loro anime tutte si fusero in una. La comune anima dell’universo sono io… io… In me sono le anime di Alessandro Magno e di Cesare e di Shakespeare e di Napoleone, e dell’ultima sanguisuga. In me le coscienze degli uomini si fusero con  gli istinti degli animali, ed io ricordo tutto, tutto, tutto, e rivivo in me stessa ogni vita.

ELEONORA DUSE

Ma questo è Cechov!

AURORA:

Sono sola. Una volta in cento anni io apro la bocca, per parlare, e la mia voce risuona squallida in questo vuoto, e nessuno la sente… Nemmeno voi, pallidi fuochi, mi udite… Verso il mattino vi genera la putrescente palude, e voi vagate sino all’aurora, ma senza pensiero, senza volontà, senza un palpito di vita. Temendo che in voi la vita risorga, il padre dell’eterna materia, il diavolo, ogni istante provoca in voi, come nelle pietre e nell’acqua, un avvicendarsi degli atomi, e voi vi trasformate incessantemente. Nell’universo rimane costante e immutabile soltanto lo spirito. (Pausa). Come un prigioniero gettato in un vuoto pozzo profondo, non so dove mi trovo e che cosa mi aspetti. So solo che nella caparbia, crudele lotta col diavolo, principio delle forze materiali, sarà mia la vittoria, dopo di che la materia e lo spirito si fonderanno in una meravigliosa armonia e avrà inizio il regno della volontà universale. Ma ciò accadrà solo quando, a poco a poco, attraverso una lunga sequela di millenni, anche la luna, e la luminosa Sirio, e la terra si muteranno in polvere… Ma sino a quel tempo orrore, orrore… (Pausa; sullo sfondo del lago appaiono due punti rossi). Ecco, si approssima il mio possente avversario, il diavolo. Vedo i suoi spaventevoli occhi scarlatti…

Quando si alza il sipario e nella luce serale, in una stanza con tre pareti, questi grandi ingegni, questi sacerdoti dell’arte rappresentano gli uomini intenti a mangiare, a bere, ad amare, a camminare, a portare la propria giacca; quando da frasi banali si forzano di tirar fuori una morale meschina, accessibile, utile agli usi domestici; quando in mille varianti mi offrono sempre lo stesso, lo stesso, lo stesso, allora io scappo!

ELEONORA DUSE:

Ancora Cechov : sei brava Aurora ! ma ricordati che noi dobbiamo recitare tra poco altre cose ….  Altrettanto importanti:

(tossisce si mette il fazzoletto alla bocca ed esce sangue, la ragazza interviene per auitarla)

AURORA: (preoccupata)

Signora, calma non  agitatevi ( le tiene la testa) calma,calma

ELEONORA DUSE:

Sempre questo sangue e questa tosse che mi tormenta: ormai penso che tutto e tutti

si  siano messi d'accordo per tormentarmi, oggi: non mi pare possibile che io sia tanto malata ed inabile per poter di nuovo essere una istrionica mattatrice?

AURORA:

Maestra non abbattetevi, manca ancora un po di tempo prima di entrare in scena e questa tosse cesserà …

ELEONORA DUSE: (delusa)

Io lo dicevo  che lo sciroppo mi faceva male: sento un nodo alla gola : non riesco a respirare ( ansima)

AURORA:

Maestra , calma: cercate di respirare con calma

ELEONORA DUSE: (delusa)

Non voglio più sciroppo! Non voglio più sciroppo : mi fa stare troppo male!

(tossisce di nuovo e di nuovo sangue sul fazzoletto)

AURORA:

Maestra , piano: piano …  adesso passa

ELEONORA DUSE: (delusa)

Aurora, perché mi vuoi illudere, ogni giorno è sempre peggio! Io non so per quanto tempo potrò andare avanti

(pausa)

Io morirò presto !

(abbraccia l’allieva)

Io Aurora morirò presto!

AURORA:

Maestra , voi non morirete mai perché la votra arte è eterna!

(cessa la tosse e sembra che la divina si riprenda )

ELEONORA DUSE:

Sembra che per fortuna stia passando!

AURORA: (persuasiva)

Maestra: è  lo sciroppo che comincia a fare la sua efficacia, ormai voi dovreste saperlo a memoria

ELEONORA DUSE: ( calma)

Lo so, dovrei saperlo a memoria: hai ragine! Ma mettiti nei miei panni, io non posso permettermi di stare male e non solo egoisticamente per la mia salute ma soprattutto per il mio pubblico che  in sala e mi attende

No, non posso assolutamente permettermi di stare male!

(sorride)

Aurora, mi ha fatto molto piacere quando mi hai chiamato maestra: ed è la prima volta che lo dici e per ben due volte, dopo tutto questo tempo, neppure durante l’estenuante e logorroico periodo delle prove lo hai mai detto

AURORA: (persuasiva)

Maestra: si d’ora in poi non vi chiamerò  più signora ma Maestra perche voi siete la Divina maestra del teatro mondiale

ELEONORA DUSE: ( calma)

Aurora, sei così buona e dolce , mentre io con te a volte sono sosì scortese

AURORA: (persuasiva)

Maestra: no! Voi con me non siete scortese , diciamo che siete vera! Una donna spontanea senza nessun infingimento: ed io vi ammiro per questo perché penso che non siate così  sincera con le altre persone

ELEONORA DUSE: ( calma)

Brava figliola, mi hai capito e profondamente, sei veramente entrata nella mia anima

( le due donne si abbracciano ,  dopo qualche secondo l’abbraccio cessa)

Cara Aurora, posso permettermi di darti un consiglio

AURORA: ( calma)

Un vostro consiglio per me è un segno da seguire

ELEONORA DUSE: ( calma)

Figliola, tu sei troppo brava ed educata per sfondare con questo mestiere: perché per diventare una grande attrice, devi essere cattiva e dolce nello stesso tempo

Essere una gatta morta, ma anche graffiante come una pantera: oltre che sapere il francese e l’inglese ed avere una buona preparazione artistica, perché è inutile che ti fai chiamare con il nome d’arte di Aurora di Maggio: nome stupendo ed artisticamente di impatto  ma molto impegativo … perché il pubblico quando sente il nome Aurora :  un nome talmente bello che dalle sedie sobbalza solo  nel sentirlo

Ma poi rimane deluso nel vedere una ragazza si molto bella, ma che sembra un pulcino bagnato …

E questo non va bene, perché la gente si aspetta molto dal nome : ma se non riesci ad essere l’arte che rappresenti e poi devi essere più spregiudicata Aurora: perché se non lo sei: tanto vale che ritorni al tuo nome proprio  Maria Cefaliello credo?

AURORA: ( calma)

Avete ragione: devo essere meno educata e più  grintosa : ma io non ne sono capace, perché  sono stata educata in maniera ferrea : prima da mio padre e dopo dalle suore orsoline. Tanto che mi c’è voluto molto per convincere i miei genitori a farmi avere questa opportunità che io spero tanto continui all’infinito. Perché io amo il teatro più di ogni altra cosa

SCENA 4

ELEONORA DUSE, AURORA, MISS ONSLOW, MARIO

(entra Mario di corsa e visibilmente agitato)

MARIO:

Signora! Signora!

ELEONORA DUSE: (fredda)

Prima di tutto chi ti ha permesso di entrare : e poi addirittura senza bussare ed aspettare che io ti dia il permesso di accesso

MARIO:

Signora! Vi chiedo umilmente scusa per la mia intrusione , ma ho  ritenuto opportuno avvisarvi perché!

AURORA:

Perché?

ELEONORA DUSE: (alteratsa)

Perché,  cosa sta succedendo di tanto importante?

MARIO:

Signora! Sta per venire a trovarvi Miss Onslow!

ELEONORA DUSE: (con timore)

E sta per venire qui in camerino da me !

MARIO:

Si  Miss Onslow è già in teatro e in questo momento si trova nell’ufficio di Mister Winner  ma sarà qui a momenti

ELEONORA DUSE: (calma)

Bravo Mario, hai fatto bene ad avvertirci: per questo ti ringrazio, sei sempre nel mio cuore: sei un bravo ragazzo e non capisco come fai a sopportare una donna malata e bisbetica come sono

MARIO:

Signora, per me è un onore servirvi: perché voi siete una donna unica: voi siete il teatro …  la Divina del teatro universale

ELEONORA DUSE: (calma)

Caro Mario: ti ringrazio tu mi sai apprezzare come sono ed io ti tratto come non dovrei: lo sai che morirò presto … vero

MARIO:

Signora, io sono convinto che voi tornerete presto in buona salute

ELEONORA DUSE: (calma)

Io caro Mario non sono per niente ottimista e l’aria di Londra con questa umidità, con questo freddo, con questo smog , la mia già cagionevole salute mi sembra di peggiorarla e in più quegli intrugli che mi fanno prendere i dottori sono tutto meno che un toccasana

(pausa)

Ma purtroppo sono  intrugli che devo prendere per forza, se non altro per non irritare Miss Onslow ( sorride) che mi  sta dando queste nuove opportunità per rinnovare in Inghilterra la mia istrionica grandezza e finalmente pagare tutte quelle iene dei miei creditori… dopo finalmente torneremo in Italia e andremo per tanto tempo a respirare l’aria salubre delle nostre alpi

AURORA:

Maestra, figuriamoci se riuscite a stare per troppo tempo senza gli applausi, io non ci scommetterei un centesimo ad un vostro eventuale riposo

ELEONORA DUSE: (ride)

Ormai conosci la mia anima Aurora

AURORA:

Maestra, io che sono una giovane attrice non posso fare a meno dei pochi applausi che mi fanno: figuriamoci una Divina come voi

(tutti ridono)

MARIO:

Sono sicuro che non andremo mai nelle alpi; finchè rimarranno aperti i teatri

(ride)

Ora vi lascio: prima che arrivi Miss  Onslow, ho delle cose da finire prima dello  spettacolo

ELEONORA DUSE:

Grazie Mario, sei un tesoro

AURORA:

Un abbraccio Mario, sei un angelo

MARIO:

Troppo buone …

(Mario esce di scena)

(rimaste sole)

ELEONORA DUSE:

Spero tanto  che non mi vengano colpi di tosse, proprio adesso che arriva la mia pigmaglione !

AURORA:

Maestra, sono alcuni minuti che non tossisce: forse per oggi la bestia si è calmata

ELEONORA DUSE:

Si mi sento molto meglio, avrà fatto sicuramente effetto quel maledetto intruglio che mi hai dato da bere

AURORA:

Maestra, come vi ho ripetuto più volte il medico ci ha assicurato che la sua cura è miracolosa

ELEONORA DUSE: ( delusa)

Io ormai dei medici, non mi fido più da tempo …

(piange)

AURORA:

Maestra, non state a piangere: io non voglio vedervi così, voi siete una donna forte, non dovete lasciarvi andare così

(abbraccia la Divina)

ELEONORA DUSE: ( delusa)

Figliola, io non sono una donna forte: io sono fragilissima (pausa) io sono come un bicchiere di cristallo, fragilissima

(abbraccia Eleonora)

Io non voglio morire… io non voglio morire

(piange)

AURORA: (cerca di consolarla)

Maestra, ma voi non morirete: cercate di avere fiducia nei medici e vedrete che tutto si risolverà per il meglio

(si abbracciano)

ELEONORA DUSE: ( delusa)

Aurora, Aurora io sono solo il relitto della donna che era qualche anno fa: ma quando mai io mi sono dimenticato delle battute durante una rappresentazione

(piange)

Ma anni fa io memorizzavo contemporaneamente fino a sei copioni per volta, mentre ora riesco a malapena a memorizzarne uno

(piange)

(abbraccia Aurosa)

Io sono una donna finita, sia come donna che come artista: non so proprio come finirò!

AURORA: (cerca di consolarla)

Maestra, voi siete sempre la migliore attrice del mondo, cercate di non abbattervi perché nessuna al mondo in questo momento e in futuro  potrà eguagliare la vostra arte

ELEONORA DUSE: ( si rianima)

Aurora, davvero pensi tutto questo di me in modo sincero ?

AURORA: (cerca di consolarla)

Maestra, si io vi ammoro, sia come donna che come artista: io vi voglio bene signora

ELEONORA DUSE: ( con atteggiamento da bambina )

Davvero mi vuoi bene Aurora e sei sincera con me ?

AURORA: (cerca di consolarla)

Si maestra: io sono sincera e devota come una figlia ad una madre

ELEONORA DUSE: ( con atteggiamento da bambina )

Aurora, io non ho mai avuto una figlia: ma se ne avessi una vorrei assomigliasse solo a te: perché io vi voglio bene

(le due si abbracciano con forza, dopo si staccano ed Eleonora si ricompone)

ELEONORA DUSE: ( di nuovo calma )

Figliola, vi prego: gentilmente conto sulla sua dircrezione! Signorina non stia assolutamente a divulgare quello che è successo in questa stanza

(pausa)

Perché il mio pubblico e i miei ammiratori non accetterebbero mai la mia fragilità, e la mia immagine ne uscirebbe molto oltraggiata

( servizievole)

Vi prego quello che avete visto ed udito tenetelo per voi: per favore !

AURORA: (calma)

Signora: io vi ho assicurato la mia completa discrezione: perché io sono una persona fidata: fidatevi di me: io non vi tradirò mai

ELEONORA DUSE: ( di nuovo calma )

Grazie figliola: presto per sdebitarmi mi ricorderò di te !

Anzi: ora che ci ripenso: io ti posso aiutare per il ruolo di Desdemona a Milano perché sei una attrice giovane ma di talento

(pausa)

La prossima settimana ricodamelo che mando una lettera di intercessione per te ad Arrigo e ti lascerò nelle sue mani

AURORA: (euforica)

Arrigo! Arrigo Boito

ELEONORA DUSE: ( di nuovo calma )

Si figliola, proprio lui!

AURORA: (euforica)

Grazie maestra: grazie non doveva! Non doveva!

( bacia le mani ad Eleonora, ma lei la fa alzare)

ELEONORA DUSE: ( di nuovo calma )

Figliola: cosa fai ! Alzati e piuttosto preparati che tra poco siamo in scena

(Aurora si ricompone)

(si sente bussare alla porta del camerino)

AURORA: (euforica)

Maestra, sarà Miss Onslow!

ELEONORA DUSE: ( di nuovo calma )

Aspetta ad andare ad aprire,dammi il tempo di darmi una riassettata

(si specchie e si passa in viso con un batuffolo di cipria)

Si vede che ho pianto!

AURORA: (prense con le mani il viso ad Eleonora)

No maestra: siete non bella ma meravigliosa

(di  nuovo si sente bussare)

(Eleonora emette un gran respiro)

ELEONORA DUSE: ( di nuovo calma )

Grazie Aurora, vai pure ad aprire, ora mi sento pronta

AURORA:

si vado!

( Eleonora va ad aprire: all’apertura della porta entra Miss Onslow. Una donna giunonica euforica e di per se molto vitale che non parla italiano perfetto perché ha un accento anglosassone)

MISS ONSLOW: (euforica)

(entra abbracciando a baciando le due attrici)

Elonora: Aurora siete pronte !

AURORA: ( attenta)

Miss Onslow, io sono pronta ad entrare in scena

MISS ONSLOW: (euforica)

Mi raccomando Eleonora: io ci tengo molto a questa ragazza

(sorride )

Io sono sicuro che diventerà una grande attrice

ELEONORA DUSE: ( calma )

Miss Onslow: vi posso assicurare che la ragazzina ha del talento anche se in parte è frenata ma sono sicuro che presto esploderà

AURORA: ( attenta)

Vi ringrazio maestra, ma io non merito tutti questi elogi: penso di avere ancora molto da imparare

MISS ONSLOW: (felice)

Mia cara Aurora, se la Maestra vi tesse elogi dovete solo essere grata: perché solitamente non è prodiga di complimenti

( tutte sorridono)

( Eleonora tossisce)

MISS ONSLOW: (euforica)

Ancora questa tosse: però vedo e sento anche un notevole miglioramento: sono sicuro che guarirete  presto

I medici che vi ho mandato sono i migliori di Londra per quanto riguarda le malattie all’apparato  respiratorio: quello che i molti chiamano il mal sottile

ELEONORA DUSE: ( calma )

O il male romantico

MISS ONSLOW: (euforica)

Ma noi lo debelleremo. Perché la più grande attrice del mondo non  può essere sconfitta da un colpo di tosse

ELEONORA DUSE: ( calma )

Magari si potessero con l’arte sconfiggere le malattie

AURORA: ( attenta)

Si la malattia sarà sconfitta: oggi Miss Onslow sta molto meglio ed ogni giorno sempre di più

MISS ONSLOW: (euforica)

Bisogna avere fiducia nella medicina, perchè è sempre in continua evoluzione

ELEONORA DUSE: ( calma )

Vorrei tanto pensarla come voi ma purtroppo

MISS ONSLOW: (euforica)

Adesso basta! Cerchiamo di pensare positivo: Mario dov’è Mario? Dovrà essere pronto ormai

AURORA: ( attenta)

È in camerino a cambiarsi

ELEONORA DUSE: ( calma )

Ma quanto ci mette, neanche fosse un istrione

( ridono)

MISS ONSLOW: (euforica)

Non vi permetto di fare dell’ironia è un buon attore molto stimato dal pubblico

(entra Mario con l’abito di scena )

MARIO: ( galante fa il baciamano a Miss Onslow che rimane affascinata)

I miei omaggi Miss Onslow

MISS ONSLOW: (euforica)

Voi siete sempre meravigliosamente galante: chissà quante donne cadono ai vostri piedi

MARIO: ( piacente)

Sempre troppo poche Miss Onslow

MISS ONSLOW: (euforica)

Signori, vi prego fatemi sentire qualcosa in privato: fatelo per me prima di entrare in scena:  spettri di Ibsen : io adoro il testo ma recitato da voi è sublimato, in platea il pubblico aspetta palpitante

Ma io non resisto e né amo aspettare …

(euforica)

Provate per me ve ne prego!

Eleonora voi in Spettri siete la protagonista Helene Alving, vedova del capitano eciambellano Alving

E tu Mario sei Osvald  ….

Mentre tu Aurora sei Regine Engstrand, cameriera della signora Alving

AURORA:

Miss vuole sentire qualcuna delle mie battute

MARIO:

Ed io Aurora per venirti incontro dirò le battute di Engstrand

MISS ONSLOW: (euforica)

Bravi: ero sicuro in nome dell’arte di contare su di voi: allora  mi raccomando solo poche battute perché non voglio rovinarmi la bellezza della prima in sala

MARIO: (euforico)

Si Miss solo poche battute, promesso

(pausa) sei pronta Aurora

AURORA: si sono pronta

(pausa)

MARIO: (ENGSTRAND)

E di tentazioni, lo vedi anche tu, a questo mondo ce ne sono tante - però, baldoria o non baldoria, Dio sa che stamattina alle cinque e mezzo io ero già al lavoro, io...

AURORA:  (REGINE)

Va bene, va bene, ma adesso sloggia eh? Non ho certo voglia di star qui a discorrere con te come se avessimo da parlare di chissà che cosa. Non mi pare il momento per un colloquio intimo, e poi non ho nessuna voglia...

MARIO: (ENGSTRAND)

Come, come, non hai voglia che...

AURORA:  (REGINE)

Che qualcuno ti trovi qui. Dunque, arrivederci.

MISS ONSLOW: (euforica)

Bravi  ma adesso voglio sentire il dialogo tra Osvald e la Signora Alving, avanti Eleonora fremo nel vedervi e sentirvi

ELEONORA DUSE: ( calma )

E per me è un piacere avervi come spettatrice competente, siete pronto Mario

MARIO: (OSVALD)

Prontissimo:  ora comincio

(pausa)

E tu pretendi di volermi bene, dici di volermi tanto bene e intanto mi vedi soffrire, mi vedi in quest'angoscia indicibile, senza nome e non vuoi aiutarmi, liberarmi...

ELEONORA DUSE:  ( SIGNORA ALVING)  (dominandosi perfettamente, dopo una breve pausa)

Va bene, Osvald, ti aiuterò... sì, farò quello che vorrai tu, quello che tu mi dirai di fare... te lo prometto, ti do la mia parola.

MARIO: (OSVALD)

Ma sul serio saresti pronta a...

ELEONORA DUSE:  ( SIGNORA ALVING)

Se proprio sarà necessario, sì. Ma vedrai che invece non ce ne sarà bisogno, no, mai, mai e poi mai...

MARIO: (OSVALD)

Speriamo. E intanto cerchiamo di stare insieme... di vivere insieme, finché sarà possibile... oh, ti sono tanto grato, mamma, tanto, se tu sapessi... (si siede sulla poltrona che la signora ha accostato al divano. Spunta il giorno, sulla tavola la lampada è ancora accesa)

ELEONORA DUSE:  ( SIGNORA ALVING) (si avvicina cautamente)

Ti senti più calmo, adesso, Osvald...?

MARIO: (OSVALD)

Sì...

ELEONORA DUSE:  ( SIGNORA ALVING) (chinandosi su di lui)

È stato solo un sogno, Osvald, un sogno orribile ma niente di più... tutte queste cose spaventose, questi incubi, queste angosce te le sei solo immaginate, tesoro mio, sono solo un brutto scherzo della fantasia e della stanchezza... sai, queste emozioni, questa eccitazione, queste tensioni, così, tutte in una volta... ti sei affaticato, ti sei stancato troppo e così ti hanno scosso, ti hanno un po' sconvolto... ma adesso sei qui con me, con la tua mamma, e puoi riposarti, tesoro mio, puoi rilassarti, e vedrai che tutto si aggiusterà, che starai bene, che sarai felice... io ti accontenterò in tutto, sì, avrai tutto quello che vorrai come quando eri piccolo, non hai che da dirlo e anche il più piccolo desiderio o capriccio... Ecco, vedi, così va bene... adesso l'attacco è passato, hai visto come va via presto, come dura poco... Ah, ma io lo sapevo, sai, lo sapevo benissimo... oh, guarda, Osvald, guarda che giornata magnifica sta venendo, che sole splendente, radioso... solo adesso vedrai veramente com'è bella la tua casa, com'è bello qui...

(pausa)

Adesso Miss Onslow direi di fermarci qui , manca poco ad entrare in scena e dobbiamo raggiungere la giusta concentrazione

MISS ONSLOW: (euforica)

Scusatemi, avete ragione:  ora vi lascio… fremo nel federvi tra poco in scena

( Miss Onslow esce di scena salutando e baciando tutti gli attori)

AURORA: ( ad Eleonora Duse)

Maestra, ma non ne avrà per caso avuto male

MARIO:

ma non si sarà per caso offesa: volevi dire!

AURORA: ( a disagio)

Maestra, si volevo dire così

ELEONORA DUSE: ( calma )

No non si è offesa : Miss è una donna che comprende il sacrificio degli artisti

(musica)

Ormai bisogna entrare in scena,  andiamo a raggiungere gli altri attori per il rito

(tossisce)

Di nuovo questa tosse

(tutti escono di scena )

(musica)

SIPARIO