Ennio lo smemorato

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In casa

ENNIO, LO SMEMORATO

di Rino Gobbi

(atto unico: variazione de “Il quarto compagno”, in 16 scene)

Personaggi:

OSCAR                                 ALBERGATORE

GINO                                     PORTIERE

ENNIO                                  PERSONAGGIO FAMOSO, SMEMORATO

GUSTAVO                           FACCHINO

ROSETTA                             SORELLA DI ENNIO

trama

Nell’albergo Rosalpina, Oscar il proprietario, e Gino il portiere stanno aspettando Gustavo, che deve avvisarli dell’arrivo di Ennio in paese, un loro ex compagno di scuola, che in seguito a un incidente è diventato ricco e famoso. Vogliono portarlo ad alloggiare nel loro hotel nonostante che ai tempi della scuola Ennio fosse stato ripetutamentepreso in giro da Oscar.

Mentre aspettano arriva uno strano tipo: è Ennio, che loro non riconoscono perché l’incidente gli ha cambiato i connotati. E lui non riconosce i due perché, sempre a seguito dell’incidente, a tratti perde la memoria. E lo vogliono cacciare in malo modo. In un momento in cui Oscar non c’è, Gino racconta all’ospite della imbecillità di Ennio e dell’inganno che stannotramandoper portarlo nel loro albergo, senza sapere che Ennio è proprio la persona a cui sta parlando. Mentre Gino parla a Ennio, a quest’ultimo torna la memoria, venendo così a scoprire la malignità dei due, e se se ne va.

Quando Oscar telefona a Gustavo per sapere se Ennio era arrivato in piazza, questi gli fa capire che Ennio era proprio quello che era andato nel suo albergo. Oscar rincorre Ennio e lo riporta indietro, facendosi riconoscere, e gli chiede di restare nel suo albergo.

Nel frattempoGustavo avvisa Gino che la proprietaria del Mirage, un albergo concorrente, è Rosetta, la sorella di Ennio, che pure lei veniva presa in giro dai due al tempo della scuola.Oscar, davanti a Ennio critica fortementela proprietaria del Mirage, ignorando che è sua sorella. Gino tenta di zittirlo, ma non ci riesce.

In seguito Oscar presenta Ennio ai clienti altolocati del suo ristorante; ma lui di proposito ne combina di tutti i colori, finché alla fine i clienti se ne vanno.

Arriva Rosetta per prelevare Ennio, e dirà che al Mirage (l’albergo che lei gestisce per conto di Ennio) sta arrivando una marea di clienti (quelli scappati dal Rosalpina). Siccome ora il lavoro al Mirageè tanto e occorre un altro facchino, Ennio pensa bene di assumere Gustavo, persona semplice e onesta.

Dato che ilRosalpinaè rimasto senza facchini, con i clienti che partono, Gino e Oscar non possono fare altro che, di malavoglia, prendere “loro” le valigie dei clienti e portarle in strada per essere caricate nelle auto.


Nella hall dell’albergo Rosalpina, in montagna.

Scena I

OSCAR, GINO

OSCAR          Non fare quella faccia, tu non devi preoccuparti di niente, farò tutto io.

GINO             Sì, ma qualche parola bisognerà pure che la dica: ero anch'io un suo ex compagno di scuola, non voglio fare la figura dello sciocco.

OSCAR          Tu, la figura dello sciocco? Ce ne sono già due di sciocchi in questa storia.

GINO             Chi, noi?

OSCAR          Allora sei proprioscemo! Intendo Ennio, che se anche famoso resta sempre uno sciocco.

GINO             E l’altro?

OSCAR          Gustavo, ti sei dimenticato che è sciocco anche lui? Ma guarda un po' se a un tipo così doveva capitare questa fortuna!

GINO             A Gustavo, perché è sciocco?

OSCAR          Cosa dici, sto parlando di Ennio.

GINO             È una fortuna se capita un incidente?...

OSCAR          Certo che è una fortuna: quasi tutti rimangono secchi, lui invece, da quella disgrazia è diventato ricchissimo e famoso, non per niente lo stanno aspettando tutti in piazza.

GINO             Perché aveva ragione lui…

OSCAR          Per il codice della strada sì; ma vorrei vedere te andare come una lumaca, e far rimanere in fila tutti quelli che ti sono dietro, se uno non si incazza e sorpassa tutte le auto, e poi questi cosa va a tamponare? Proprio l'auto di Ennio. Dico, con tutte quelle che c'erano, proprio la sua è stata investita? Ah, la fortuna!

GINO             Deve avere percepito un sacco di euro dall'assicurazione per esserseli giocati in borsa e diventare quel che è diventato. Poi, dalla ricchezza alla fama il passo è breve, e così lui è diventato anche un personaggio. Dicono che sia stravagante oltre che ricco.

OSCAR          Tanti di quelli che hanno soldi sono stravaganti: se lo possono permettere; ma per quanto ricco sia, se prima era tonto, tonto lo sarà anche adesso.

GINO             Sei sicuro che non sia cambiato dopo l'incidente? Guarda che era brutto, sai?

OSCAR          Chi, lui?

GINO             Ma no, l’incidente: qui non ci capiamo proprio! Come soldi è cambiato di sicuro, ma anche se a scuola era tanto ingenuo: gli anni e l’incidente possono averlo svegliato.

OSCAR          Ma dai, scemo!

GINO             Allora sono proprio scemo!

OSCAR          Scemo nel senso che tu non hai dimestichezza con la psicologia umana: il tempo e i traumi non modificano il carattere di una persona: lui era un povero tonto che dava tutto agli altri, e vedrai che anche ora sarà così. Ti ricordi almeno quando gli raccontavo la storia dell'orso dicendo che non avevo i soldi per comprarmi la merendina e lui mi dava subito la sua?

GINO             Sì che mi ricordo, mi ricordo anche come mi vergognavo per la sfacciataggine che avevi.

OSCAR          Ma datti una mossa, stupido!

GINO             Hai cambiato offesa stavolta.

OSCAR          Insomma, è un modo di dire per farti capire che sei ingenuo anche tu se non vedi il lato altruista della cosa.

GINO             Di quale cosa?

OSCAR          Ma della merendina che gli sgraffignavo, no? Dimmi, perché lo facevo?

GINO             Per mangiartela tu.

OSCAR          E tu pensi che lo facessi solo per questo? Che non avessi pensato anche alla sua salute?

GINO             Alla sua salute?…

OSCAR          Alla sua salute sì: non ti ricordi quanto grasso era, aveva una faccia come il sole.

GINO             Bè, sì, e allora?

OSCAR          Allora se lui continuava a mangiare le pastine, a un certo punto sarebbe scoppiato, o sbaglio?

GINO             Sì, questo è vero.

OSCAR          Vedi allora che io sono altruista: pensavo anche per lui.

GINO             Mangiandogli le pastine?

OSCAR          Mangiandogli le pastine sì, perché lui dimagrisse un poco.

GINO             E quella volta che avevi voluto il suo panino per mangiartelo più tardi, e l'avevi nascosto tra il muro e il cestino dei rifiuti?…

OSCAR          Quella volta che era stato ghermito dalle formiche, e io non ho più voluto mangiarlo?

GINO             Quella volta là, sì.

OSCAR          Ma ammetterai che Ennio si era accorto di dove l'avevo nascosto, con quella vista che aveva…

GINO             Lo chiamavamo occhio di lince; mi ricordo bene come riusciva a leggere i voti sul registro dal suo banco: una cosa incredibile!

OSCAR          Vero, e poi, se non ha più voluto mangiare il suo panino non sarà mica stata colpa mia?

GINO             Di chi allora?

OSCAR          Ma delle formiche, no? E ti ricordi come è andata a finire la storia?

GINO             Delle formiche?

OSCAR          Sì, delle formiche, del panino…

GINO             No, non mi ricordo.

OSCAR          Che il panino se l'è mangiato il secondo sciocco, che per niente fa il facchino (risata). Quello che deve venire qui dalla piazza per avvisarci quando arriva Ennio. Mi raccomando quando arriva…

GINO             Chi? Gustavo?

OSCAR          Non Gustavo: Ennio! Ricordati che ora è una celebrità, non trattarlo come quando eravamo a scuola.

GINO             Eri tu che lo trattavi male.

OSCAR          Comunque adesso, visto che ha messo su un impero con la finanza, dobbiamo portarlo nel mio albergo, sarà un motivo di prestigio e i clienti si ammazzeranno per venire qua (bussano).

OSCAR          Ecco Gustavo, su, andiamo a prelevare Ennio prima che se lo accaparrino gli altri. (apre la porta. Si presenta Ennio, irriconoscibile perché dimagrito, con un paio di occhiali dalle lenti spesse, e claudicante).

Scena II

OSCAR, GINO, ENNIO

OSCAR          Chi è lei? Cosa è venuto a fare qua?

ENNIO           Una cosa alla volta altrimenti non capisco.

OSCAR          Allora: chi è lei?

ENNIO           Non lo so.

OSCAR          Come non lo sa, sta prendendomi in giro, per caso?

ENNIO           Non lo so, non mi ricordo.

OSCAR          Allora passiamo alla seconda domanda: cosa è venuto a fare qua?

ENNIO           Non mi ricordo chi sono, pensi lei se mi ricordo il motivo perché sono venuto qua. (guardando da vicino Oscar) Ma lei, chi è lei?

OSCAR          Come chi sono io? Io sono il padrone dell'albergo.

ENNIO           (accorgendosi di Gino) E lui, è anche lui il padrone dell'albergo?

OSCAR          Quanti padroni vuole che ci siano! Io solo sono il padrone, lui è il portiere.

ENNIO           Il portiere? E cosa fa qua?

OSCAR          Fa il portiere, cosa vuole che faccia? E adesso che lo sa dovrebbe andarsene.

ENNIO           Il portiere?

OSCAR          Il portiere?… No, no: deve andarsene lei, perché stiamo aspettando una persona che deve avvisarci dell’arrivo di un'altra persona.

ENNIO           Aspetti un po’,visto che sono un po’ duro di comprendonio, non capisco la storia di uno che deve venire ad avvisare lei che deve arrivare un altro.

OSCAR          A me sembra che faccia apposta per prenderci in giro.

GINO             Oscar, non è che questo signore voglia una camera?

OSCAR          Signore?... Questo è un miserabile che vuole farsi beffe di noi.

GINO             Allora bisognerebbe che andasse via subito, perché se arriva Gustavo noi dobbiamo partire subito per andare a prendere Ennio.

OSCAR          È da un pezzo che cerco di farglielo capire. (a Ennio) Ha sentito cosa ha detto il portiere?

ENNIO           Sicuro che ho sentito: ne avrò tante, ma non sono ancora sordo.

OSCAR          E allora?…

ENNIO           Allora niente: il medico mi ha detto che ogni volta che perdo la memoria devo rimanere sul posto, e io resto qua, vuole che le mostri la ricetta?

OSCAR          Roba da matti!

ENNIO           Stia attento a come parla.

OSCAR          Mi ascolti, ha la macchina qui fuori?

ENNIO           Penso di sì…

GINO             (affacciandosi alla finestra) Accidenti se ce l'ha! Guarda con che macchinone è arrivato (Oscar si affaccia).

OSCAR          Visto che ha l'auto e che è così grande, mi faccia il piacere, vada fuori, e là dentro la sua macchina può stendersi finché non le torna la memoria.

ENNIO           Ascoltate cari signori: se sono venuto qua ci sarà un motivo, o sbaglio?

GINO             Lo penso anch'io.

ENNIO           Allora io non mi muovo se prima non mi torna la memoria.

OSCAR          No, questo è troppo!

ENNIO           Sarà anche troppo, ma io resto qua.

OSCAR          (titubante) Di solito, quanto tempo ci vuole perché ritorni?

ENNIO           Cosa?

OSCAR          La memoria, non stiamo parlando della memoria?

ENNIO           Se lo dice lei… Comunque mi dicono che di solito l'amnesia, questa è la parola giusta, dura un quarto d'ora…

GINO             Allora lasciamolo qua, e speriamo che nel frattempo non arrivi Gustavo.

ENNIO           …Qualche volta mi dicono che dura anche un’ora.

OSCAR          Cosa?! Lei va fuori subito, altrimenti chiamo i carabinieri!

ENNIO           E io mostro la ricetta anche a loro.

GINO             Lasciamolo qui e speriamo che Ennio arrivi più tardi.

OSCAR          Tu sei troppo buono. (osserva Ennio che prende il giornale da sopra il mobile, se lo porta sul divano e con le gambe accavallate lo legge). Questa poi!

GINO             Lascialo stare, basta che non rompa.

OSCAR          Ti sembra che non stia rompendo! Se arriva Gustavo, dimmi, cosa facciamo?

GINO             Sai cosa facciamo? Andrò solo io a ricevere Ennio, mentre tu starai qui con questo tizio.

OSCAR          Vestito da portiere? Ennio sarà anche un grande fesso, ma non riuscirai a portarlo qui: lui è abituato a essere accolto da direttori.

GINO             Allora vai tu, che sei il proprietario.

OSCAR          Niente da fare: quello stupido si ricorderebbe subito dei piccoli dispetti che gli facevo: bisogna andare tutti e due da lui, e vedendo anche te può darsi che accetti di venire qua…  Sì, ma bisogna che gli venga presto la memoria a questo rompiballe. (a Ennio) Ascolti, non potrebbe sforzarsi magari un poco perché gliela ritornasse più presto?

ENNIO           Più presto cosa? (segno di sconforto di Oscar).

GINO             La memoria, la memoria!

ENNIO           Soffro o non soffro di amnesia? Bisogna capirmi, no? Anzi, non ci sarebbe un panino, un toast, un qualcosa da mettere sotto i denti?

OSCAR          Questo è inconcepibile, anche un panino vuole!

ENNIO           Non volete che mi ritorni la memoria? Allora i medici dicono che perché la memoria mi torni presto io devo essere rilassato… e io sono rilassato solo quando mangio.

OSCAR          (sconsolato) Tu sta qua Gino, e controlla se arrivano clienti o Augusto; andrò io a fargli questo panino. (a Ennio) Ma guardi di farsela tornare presto la memoria, altrimenti qui si mette male.

ENNIO           Per lei o per me?

OSCAR          Provi ad indovinare? (va in cucina).

Scena III

GINO, ENNIO

ENNIO           Anche un bicchiere di vino già che c'è. (a Gino) Cos’ha il suo amico, mi sembra un tantino agitato?

GINO             Il fatto è che stiamo aspettando una persona che deve riferirci quando arriva un'altra persona per andarla a prendere e farla alloggiare nel nostro albergo.

ENNIO           Anche lei con questi giochi di parole. Quale persona, ne ha nominate così tante… Io non capisco.

GINO             Allora le dirò i nomi, così potrà raccapezzarsi meglio: Gustavo…

ENNIO           (ricordando, tra sè) Ecco che sta tornandomi la memoria… ecco perché sono venuto qua. (a Gino) Che paese è questo?

GINO             Canazei.

ENNIO           Proprio a Canazei dovevo venire. Dovevo venire all'albergo Mirage.

GINO             Ma questo non è l'albergo Mirage, questo è il Rosalpina.

ENNIO           Il Rosalpina?… Ma io dovevo andare al Mirage perché là… Ma mi racconti primalei, che dopo le racconterò perché sono qua.

GINO             Se proprio mi vuole sentire… Allora c'è Gustavo che deve venire qua per avvisarci quando arriva il tonto di Ennio, un nostro ex compagno di scuola, che è diventato molto ricco.

ENNIO           “Il tonto di Ennio?…” E Gustavo deve venire qua per avvisarvi del suo arrivo?

GINO             Sì, anche Gustavo, il nostro facchino, non è che sia tanto sveglio.

ENNIO           Ah!

GINO             È un povero stupido che Oscar…

ENNIO           Chi è Oscar?

GINO             Quello di là, il padrone dell'albergo.

ENNIO           Ah!…

ENNIO           (avvicinandosi furbescamente a Gino, avendolo riconosciuto) E lei, chi è lei?

GINO             Io sono Gino, il portiere di questo albergo.

ENNIO           Ah!… Come mai lavora qui?

GINO             Perché conosco il padrone dell'albergo da una vita, da quando frequentavamo la stessa scuola.

ENNIO           Perché Gustavo deve venire ad avvisarvi quando arriva “il tonto” di Ennio?

GINO             Per portarlo qua, come le ho detto, per dare più prestigio all'albergo.

ENNIO           Ah! E in che modo?

GINO             Abbiamo saputo che Ennio ha avuto un brutto incidente e come risarcimento ha percepito un mucchio di soldi. È diventato un grosso personaggio della finanza, e Oscar, siccome ha sentito dire che doveva venire qua in montagna, vuole che prenda alloggio nel suo albergo, nonostante lo avesse preso spesso in giro al tempo della scuola; ma lui pensa che sia sempre uno stupido e che sorvoli su quegli scherzi.

ENNIO           Chi è sempre uno stupido, Oscar?

GINO              No, non Oscar… pensa un po’ se lui è uno stupido! Ennio, Ennio è uno stupido… Ma ora lei deve andare via altrimenti lui si arrabbia (entra Oscar).

Scena IV

GINO, ENNIO, OSCAR

OSCAR          Si arrabbia? Sono già arrabbiato che metà basterebbe per buttare fuori a pedate questo rompiballe. (a Ennio) Mangi il panino e si faccia tornare la memoria, altrimenti ci penso io!

ENNIO           (indicando il panino) Così piccolo? Non so se mi ritorni tutta la memoria.

OSCAR          Non occorre che le ritorni tutta: basta quel tanto che la faccia andare fuori dalla porta. (Ennio mangia il panino con calma) No, no, si sbrighi, altrimenti qui si finisce alle calende greche.

ENNIO           Guardi che il dottore mi ha detto che per essere completamente rilassato bisogna mangiare lentamente… E il vino?… Si è dimenticato il vino? Se il cibo va giù con più scioltezza, io sarò ancora più rilassato. (sbuffando, Oscar va a prendergli il vino).

Scena V

GINO, ENNIO

ENNIO           (a Gino) Non le sembra giusto?

GINO             Io non so di questi affari di digestione, io so solo che se arriva Gustavo lei deve andare via!

OSCAR          (entrando col vino, a Gino) Meno male che ti sei svegliato anche tu, con questo scemo bisogna fare i duri perché capisca.

ENNIO           Perché tanta fretta?

OSCAR          Mi sembra che voglia proprio fare il furbo lei, non capisce che stiamo perdendo una grossa occasione per colpa sua?

ENNIO           Come mai state perdendo una grossa occasione?

OSCAR          Perché un povero fesso, ancora più fesso di lei, deve venire qua in paese per farci guadagnare un mucchio di soldi, e magari truffagliene un pochi. E adesso sparisca!

ENNIO           Che modi sono questi? Non mi piacete per niente voi due: volete mandare via un ospite, ammalato per giunta, per truffare dei soldi a un'altra persona. Sapete cosa vi dico: che vado via anche senza che mi torni la memoria.

OSCAR          Bravo! Finalmente ha capito cosa conviene fare. Su su che le faccio strada. (Ennio esce dalla parte sbagliata) No, non per di là, questa è la porta giusta. (quando Ennio è già fuori) Mi stia bene e tanti auguri per la sua memoria.

Scena VI

GINO, OSCAR

GINO             Finalmente ce ne siamo liberati!

OSCAR          Decisone ci vuole, decisione! E adesso aspettiamo Gustavo.

GINO             Però, che tipo, mi ricorda qualcuno.

OSCAR          Anche a me ricorda qualcuno. Bah, certo che era strano… Ma perché Gustavo non arriva? Ormai Ennio dovrebbe essere già arrivato in piazza. Vuoi vedere che quello, per dimenticare i suoi problemi si è ubriacato e si è addormentato sopra il tavolo del bar? (telefona).

BARISTA      Pronto!

OSCAR          Sei il barista?

BARISTA      Sì, sono il barista, chi vuoi che risponda al telefono se non io.

OSCAR          Va bene, va bene; sono Oscar, il proprietario del Rosalpina. È ancora là Gustavo?

BARISTA      Gustavo è assente.

OSCAR          Assente?... Dov’è andato?

BARISTA      È andato via di testa.

OSCAR          (a Gino) Ho detto io che era ubriaco. (al barista) Passamelo!

BARISTA      Non posso.

OSCAR          Va a chiamarlo che devo parlargli.

BARISTA      Non è per lui: sono io che non sono capace di stare in piedi.

OSCAR          Cos'hai, male alle gambe?

BARISTA      Fossero solo quelle, ho male dappertutto,non posso andare a chiamarlo: ho due bottiglie…

OSCAR          Mettile sul banco e va a chiamare Gustavo.

BARISTA      Le ho bevute, non sono più capace di muovermi.

OSCAR          Allora chiamalo dal banco, avrai un poco di fiato (si sente chiamare Gustavo debolmente).

GUSTAVO    (al telefono) Chi c'è?

OSCAR          Come chi c'è, sono Oscar, non te l'aveva detto il barista?

GUSTAVO    Il barista è partito…

OSCAR          Anche lui? Se era là un attimo fa?

GUSTAVO    È partito con la testa.

OSCAR          E tu, perché bevi? Non sai che sei stato incaricato di una missione?

GUSTAVO    Io bevo? Guardi che si sbagli.

OSCAR          Il barista mi ha detto così.

GUSTAVO    Dica al barista che pensi ai fiaschi suoi, che io ero assorto nei miei pensieri. Cosa vuole?

OSCAR          Come cosa voglio? Non dovevi venire qui per avvisarmi quando arrivava Ennio?

GUSTAVO    Sì, lo so. Ma Ennio deve ancora arrivare, anzi doveva essere giàarrivato. Ah, ascolti, glielo dico così, tanto perché lo sappia: mi hanno detto che non è più quello di una volta.

OSCAR          Lo credo bene, dopo quello che è diventato.

GUSTAVO    No, no, intendo di faccia: è tanto dimagrito che neanche sua madre lo riconosce più, e poi porta un paio di occhiali con due lenti che sembrano fondi di bottiglia, e ha un macchinone… (Oscar si dispera). Oscar, mi sente? È ancora là? (Oscar mette giù di scatto il telefono e corre fuori a rincorrere Ennio).

Scena VII

GINO

GINO             Oh Dio! Era Ennio! Mamma mia, era proprio lui! Com'è cambiato poverino… Adesso Oscar gli è corso dietro per portarlo nel suo albergo e… Oh mio Dio! Ho raccontato tutta la storia dell'inganno a Ennio, proprio a lui... E Oscar questo non lo sa. Ma, aspetta: lui non si ricordava di nulla, l’ha detto lui stesso. Sì, si è comportato proprio come se non ricordasse… Ma quando mi ha chiesto il nome del paese e dell’albergo?…Allora la memoria gli è venuta in quel momento, e dopo avrebbe sempre finto ascoltando il mio discorso. Oh Dio, forse è proprio così!

(suona il telefono, va a rispondere).

GINO             Pronto?

GUSTAVO    Sono io, Gustavo. Ascolti Oscar…

GINO             No, sono Gino.

GUSTAVO    Ascolta Gino, mi sono dimenticato di dire a Oscar una curiosità: la sorella di Ennio?...

GINO             La grassoccia che era nella nostra stessa scuola?

GUSTAVO    Sì, quella, dicono che non è più grassa, anzi è una donna molto attraente. Era quella che tu e Oscar prendevate sempre in giro.

GINO             Sì, quella, e allora?…

GUSTAVO    Allora è la moglie di Ignazio, il padrone dell'albergo Mirage… (entra Oscar, quasi trascinando Ennio).

Scena VIII

GINO, OSCAR, ENNIO

OSCAR          Ennio, Ennio, lasciati guardare.

ENNIO           (fingendo) Chi sono io?

OSCAR          Ennio, il nostro vecchio compagno di scuola, non ti ricordi?

GINO             (tra sé) Mi sembra davvero smemorato… Ma se facesse finta?

ENNIO           (avvicinandosi con gli occhiali a Oscar) E lei, chi è?

OSCAR          Su, adesso dammi del tu, sono Oscar; e questo è Gino… non ti ricordi neanche di lui?

ENNIO           Adesso… adesso comincio a ricordare. Dovete sapere che dopo l'incidente… Sapete no che ho avuto un incidente?

OSCAR e GINO       Altroché se lo sappiamo!

ENNIO           Ebbene, dopo quell’incidente ogni tanto perdo la memoria, e ho perso quasi tutta la vista… Adesso mi ricordo di voi due: tu Oscar eri quello che mi prendeva sempre in giro.

OSCAR          Diciamo, scherzava…

ENNIO           No, no, mi prendevi proprio in giro e mi mangiavi le merendine.

OSCAR          Suvvia Ennio, altri tempi!

ENNIO           Adesso non mi fai più di questi scherzi, vero?

OSCAR          Ma no, ci mancherebbe!

ENNIO           Ora ricordo tutto: devo andare al Mirage.

OSCAR          Il Mirage? Quell'alberghetto appena aperto? No, no, non se ne parla affatto, tu starai qui da me, nel mio grande albergo, dove si vede il Sassolungo, il Pordoi... Qui c'è il decoro, c'è gente importante tra i clienti con la quale ti troverai a tuo agio, mentre di là sono tutti miserabili.

ENNIO           Ma lì c'è…

OSCAR          Un casino. Il proprietario, un certo Ignazio, che si arraffava a lavorare come cuoco in un altro albergo. Dicono che sua moglie, che nessuno ha mai visto, non dormi più assieme a lui, perché di notte va non si sa dove… Due più due fanno quattro ed ecco che Ignazio ha potuto comprarsi l’albergo.

ENNIO           Cosa fa la moglie?

OSCAR          La prostituta, cosa vuoi che faccia (Gino tenta di zittirlo, ma inutilmente). E lui è il magnaccia della moglie. Niente da meravigliarsi se fra qualche tempo al Mirage metteranno su una scritta: “Albergo a ore”, dove la maitresse sarebbe proprio sua moglie.

GINO             Oscar, può darsi che non sia proprio così.

OSCAR          No, e come dovrebbe essere? Stavamo bene noi albergatori senza che l'altro venisse a rompere i cosiddetti aprendone un altro.

GINO             Oscar!…

OSCAR          Non rompere anche tu, adesso! (a Ennio) Vieni, vieni Ennio di là in ristorante, che ti presento alcuni clienti del tuo rango (escono Oscar ed Ennio).

Scena IX

GINO            

(fuori scena. In sala i clienti non riconoscono Ennio come personaggio perché vestito male e con gli occhiali ridicoli e claudicante, e lui di proposito ne combina di tutti i colori. Si sente un cameriere apostrofarlo in malo modo perché aveva sbagliato porta a bandiera, sbattendogli contro; si sente un vassoio cadere perché Ennio girandosi si era scontrato con un altro cameriere; una signora lamentarsi perché lui vi si era seduto sopra ecc. Poi Oscar e Ennio rientrano in scena.

Scena X

GINO, OSCAR, ENNIO

OSCAR          Non te la prendere Ennio, vedrai che quel cameriere che ti ha offeso non la passerà liscia. Per quanto riguarda la signora, lei non sa che hai avuto l'incidente e che non hai la vista di un tempo… Ti ricordi, no, quando ti chiamavamo occhio di lince?

ENNIO           Il fatto è che appena mi hai portato in sala ho perso ancora la memoria, e quando la perdo, la vista sparisce ancora di più.

OSCAR          Ora, come ti senti? perché dovrebbe arrivare a tavola un pezzo grosso, che tu forse conoscerai.

ENNIO           Adesso penso di stare bene: ricordo tutto.

OSCAR          (sbircia nella sala ristorante) Bene, bene, quello di cui ti parlavo è già arrivato. Su, andiamo (escono Oscar ed Ennio).

Scena XI

GINO

Si sentono ancora bicchieri cadere, qualche imprecazione da parte dei clienti disturbati, e Oscar dire al magnate: “Eccellenza, questi…” quando Ennio gli rovina addosso rovesciandogli il vino che era in tavola. Il magnate impreca, Oscar porta via Ennio prima che causi altri disordini. I clienti non ne possono più.

Entrano ancora in scena Oscar e Ennio. Oscar non si dà per vinto e tranquillizza Ennio.

OSCAR          Ennio, sai come sono i clienti, a volte sono degli zoticoni, e il magnate avrà avuto la luna storta, non è colpa tua di quello che è successo. (comincia a entrare in scena qualche cliente che, arrabbiato, chiede il conto per andare via.Entra anche Gustavo che guarda stupito i clienti partire, e vede Ennio).

Scena XII

GINO, OSCAR, ENNIO, GUSTAVO

GUSTAVO    Ma… lei è… Tu sei Ennio?

ENNIO           Toh, Gustavo! Come mai da queste parti?

GUSTAVO    (mostrando la divisa da facchino) Non vedi la mia divisa?

ENNIO           Non proprio…

GUSTAVO    Ma tu, come mai sei già qua?

ENNIO           Colpa dell'amnesia. Sai, dopo l'incidente… Sai no che ho avuto un incidente?

GUSTAVO    Certo, lo sappiamo tutti, e che poi sei diventato un mago della finanza e un grosso personaggio. Ma lasciati guardare… mi sembri un tantino cambiato dai tempi della scuola: sembravi una palla, mentre ora… ora stai meglio così.

ENNIO           Qualcuno ci giocava con la palla…

OSCAR          Dai, Ennio, te l'ho detto: erano altri tempi; e tu Gustavo, va a vedere se arrivano altri clienti per portare su le loro valigie.

GUSTAVO    Vorrà dire che devo portare giù le valigie: cos'è questa processione di gente che va via?

OSCAR          Qualcuno che se l’è presa perché Ennio è inciampato su di loro.

GUSTAVO    Comunque il mio turno è finito.

OSCAR          Finito un corno! Va a vedere se arriva gente, ti dico! (Gustavo se ne va. A Ennio) Sai, questi facchini si prendono troppa confidenza: anche se eravamo compagni di scuola, il lavoro è lavoro! E poi bisogna tenerlo sempre sotto pressione Gustavo, non vorrei che cambiasse albergo, che andasse magari da quel cornuto di Ignazio (ride. Ginosi dispera. Ennio esce seguendo Gustavo per consolarlo. Entra Rosetta).

Scena XIII

OSCAR, GINO, ROSETTA

ROSETTA     Buongiorno… (riconoscendo Oscar e Gino) Ma… ma tu sei Oscar; e tu sei Gino… Cosa ci fate tutti e due qua?

OSCAR          Tu… tu sei Rosetta, la sorella di Ennio? Io sono il padrone dell'albergo, lui è il portiere.

ROSETTA     Tu, il proprietario del Rosalpina? Pensavo che non fossi riuscito a mettere la testa a posto: ricordi quante ne combinavi a Ennio e anche a me.

OSCAR          Acqua passata.

ROSETTA     Dimmi, dimmi, come ti vanno gli affari qua?

OSCAR          Sono andati bene finora, finché non è arrivato tuo fratello.

GINO              Dimmi Rosetta: Ennio soffre davvero di amnesie?

ROSETTA     Certo, dopo l'incidente… sapete no che ha avuto un incidente?

OSCAR          Certo che lo sappiamo.

ROSETTA     Ebbene, dopo l'incidente, oltre alle amnesie soffre anche di una forte miopia, e di deambulazione quando perde la memoria… Adesso dov'è, che dobbiamo andare al Mirage.

OSCAR          Al Mirage? Ma no, Ennio deve stare qua, è mio ospite. Quando si saprà che ha alloggiato qui, questo albergo si riempirà… Anche se intanto si sta svuotando. Non può andare da quell'Ignazio (Gino si allarma). Sai con che soldi ha comprato l'albergo quel magnaccia? Coi soldi della moglie, che è una vacca di prim'ordine. E tu vuoi andare in quell'albergo? Resta qui anche tu con Ennio, che vi darò le più belle camere che ho.

ROSETTA     Vacca?…

OSCAR          Certo, vacca. Lei passa le notti fuori a fare marchette: mai una volta che dorma col marito. Dicono che eserciti nella città vicina.

ROSETTA     Marchette?

OSCAR          Sì, marchette, insomma fa la prostituta e suo marito ha comprato l'albergo con i soldi del peccato. (entra Ennio).

Scena XIV

OSCAR, GINO, ROSETTA, ENNIO

ROSETTA     Eccoti qua, finalmente!

ENNIO           Come hai fatto a trovarmi?

ROSETTA     Caspita, la tua auto qua davanti non passa inosservata, e io l'ho vista.

ENNIO           Dormirai con me anche stasera? (Gino si allarma).

ROSETTA     Certo, non posso lasciarti solo neanche una notte.

OSCAR          Voi… dormite assieme?

ROSETTA     Ma no, cos’hai capito? Non assieme: nella stessa camera.

ENNIO           (vista la perplessità dei due) Siccome di notte soffro di sonnambulismo, lei mi sorveglia tutte le notti, trascurando il marito.

OSCAR          (non avendo ancora capito) Questo è carino da parte sua… E il marito?

ENNIO           Il marito? L’ho ricompensato dandogli dei soldi… che lui non voleva accettare.

ROSETTA     Ma alla fine Ignazio ha ceduto e ha comprato Il Mirage.

OSCAR          Ignazio, il padrone del Mirage?

ROSETTA     Certo, “il magnaccia”.

OSCAR          E tu… saresti sua moglie?…

ROSETTA     Certo, “la prostituta”. Andiamo Ennio, che là stanno arrivando tanti clienti che non sappiamo più dove metterli; e se farai tardi non troverai neanche tu un posto dove poter dormire, anche se sei il padrone dell'albergo. A proposito, adesso ci vorrebbe un altro facchino (entra Gustavo).

Scena XV

OSCAR, GINO, ROSETTA, ENNIO, GUSTAVO

OSCAR          (perché Ennio non pensasse a Gustavo come facchino del suo albergo) Gustavo, va, va a portare giù le valigie dei clienti.

GUSTAVO    Ma sono troppe, non ce la faccio da solo.

OSCAR          Vai, deficiente! E cerca di sbrigarti!

ENNIO           (a Gustavo) Aspetta, preferisci portare giù le valigie dal Rosalpina o portarle su al Mirage?

GUSTAVO    E me lo domandi, Ennio? Al Mirage, e con vero piacere.

OSCAR          Cosa? Vuoi licenziarti? Guarda che non ti darò un soldo dello stipendio.

ENNIO           Non ti preoccupare Gustavo, sono o non sono un ricco sfondato? Allora seguimi, e mentre siamo in macchina possiamo riandare ai vecchi tempi… basta che non mi succedano ancora di queste amnesie.

GUSTAVO    Allora sarò io a ricordarteli i vecchi tempi.

ENNIO           Bravo, mi ci voleva proprio uno come te. (Ennio e Gustavo escono. Esce anche Rosetta).

Scena XVI

OSCAR, GINO

OSCAR          Quel maledetto di Ennio! (entra un cliente depositando due grosse valigie).

PRIMO CLIENTE                Dov'è il facchino? Si può sapere come mai non risponde alla mia chiamata? Le valigie fino a qua le ho portate giù io, ma ora deve portarmele lui in strada, e caricarle sul taxi... Dov'è questo benedetto facchino? (arriva un altro cliente, e anche lui deposita due valigie).

SECONDO CLIENTE          Dov'è il facchino? Che deve portarmi giù le valigie in strada? C'è anche mio fratello con la sua famiglia che sta partendo… Ma dov'è, dov’è?

OSCAR          Dai Gino, prendi le valigie e portarle giù tu.

GINO             Ma io sono il portiere…

OSCAR          E io sono il padrone.

GINO             Da solo non ce la faccio… Devi darmi una mano anche tu. (Oscar si guarda in giro per paura di essere visto; entrambi prendono le valigie pesantissime e le portano in strada uscendo di scena).