Era meglio andare all’inferno

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ERA MEGLIO ANDARE ALL’INFERNO

COMMEDIA SURREALE IN DUE ATTI

Autore

CAMILLO VITTICI

Iscrizione S.I.A.E. N. 118123

PERSONAGGI

Nicola

Marito di Florinda

Florinda

Sua moglie

Benito

Marito di Brigida

Brigida

Sua moglie

Primo Angelo

Secondo Angelo

Prima Santa

Seconda Santa

Arcangelo Michele

(La scena rappresenta un angolo di Paradiso.  Si lascia alla fantasia dello scenografo…)

La storia

Nicola e Benito, due amici ubriaconi, dopo un incidente mentre in bicicletta ritornano dall’osteria, si ritrovano in Paradiso. Saranno presto raggiunti anche dalle rispettive mogli. Il clima di quiete dell’ambiente viene sovvertito dai nuovi arrivati che hanno la pretesa di ristrutturare il Sistema ormai collaudato da secoli. Ma per fortuna si tratta solo di un sogno o, meglio, di un incubo di Nicola. Le mogli reagiranno ben presto alle sue farneticazioni…

PRIMO ATTO

NICOLA: (Entra, alticcio, con un fiasco in mano. E' malconcio) Permesso… Ma non c’è nessuno qui? Permesso… Può darsi che alla mia età non si veda troppo bene, ma ho l’impressione di non averlo mai visto questo posto. Forse una volta… quando sono andato alla fiera del paese e sono entrato in quel posto dove ti si presentano davanti delle brutte figure che hanno la pretesa di spaventarti, ma sono solo di cartone e non facevano neanche paura. E quanto fumo… (Guarda il fiasco) Ascoltami bene tu, se ti credi di mandare in confusione il Nicola ti sbagli di grosso… No, non tu impagliato, ma tu, quel che c’è dentro. Bianco o rosso che tu sia ti avverto che non sei riuscito nemmeno una volta a stordire il cervello di Nicola.  La mia Florinda mi dice sempre che, se bevo, il mio cervello va in acqua. Per me si sbaglia di grosso; ne conta di stronzate lei… Al massimo va in vino, e di quello buono, e mi carica le batterie. Dicono che il vino si può fare anche con l’uva, ma chissà cos’hanno messo qui dentro… Però per me è una santa medicina da prendere prima, durante e dopo i pasti.  O Dio, c’è da dire che la mutua non lo passa… Io pagherei volentieri anche il tick, ma non importa, a me piace e me lo bevo lo stesso. (Beve) Qualcuno, i lampadari della scienza, ha detto che il vino fa bene alle corone, sì, insomma, alle coronariche e io lo prendo tutti i santi giorni come cura. Meglio pervenire che curare! Il dottore mi ha detto di bere l’acqua… per me quel pirlotto lì mi deve aver scambiato per un vaso di fiori… No, il mio cervello è ancora lustro come una carta vetrata. E mi ricordo ancora tutto. Tanto va la gatta al ladro che ci lascia lo zerbino. Meglio un ovulo oggi che un prataiolo domani. Rosso di sera, beltempo si spara. Io però vorrei sapere perché non riesco a  trovare la strada di casa. Allora… Sono uscito dall’osteria con il Benito che c’era la luna, ma qui mi sembra tutto nuvoloso. (Canta) La mia mamma mi diceva, non guardar le donne bionde che son tutte rubicondeeee… Cinque per sei trenta, sei per cinque trentacinque…

BENITO: (Entra malconcio con in mano una bicicletta rotta, magari con un tubolare sulle spalle…Anche lui leggermente sbronzo) Di sicuro devo aver sbagliato strada… Mi scusi lei signore, mi dice da che parte devo andare per andare in via… in via… accidenti non mi ricordo più il nome della via

NICOLA:  Sei diventato scemo Benito? Non vedi che sono il Nicola? Sicuro che non ti sia venuta la scatarratta negli occhi?

BENITO: Ciao Nicola; si può sapere che fai da queste parti senza di me?

NICOLA: Veramente, se devo essere sincero, non lo so nemmeno io. Cinque minuti fa mi portavi sulla canna della tua bicicletta e a desso…

BENITO: E adesso la bicicletta si è rotta, ma per fortuna siamo qui ancora assieme. Me lo vuoi dire o non me lo vuoi dire dove ci troviamo?

NICOLA: Te lo dico io dove ci troviamo; sono sempre stato la tua stella cometa. Ci troviamo… Ci troviamo… Benito, tu non lo crederai, ma proprio non lo so dove ci troviamo. Per me hai sbagliato strada…

BENITO: Chi lascia la strada nuova per quella vecchia…

NICOLA: E’ meglio che si tagli la lingua e anche l’orecchia…

BENITO: Sei sicuro Nicola di star bene?

NICOLA: Sono sano come un pesce… Lo sai Benito qual è il pesce più veloce? Il tonno insuperabile!

BENITO: E allora, tu che sei così intelligente, lo sai perché i pesci hanno le spine? Perché nel mare c’è la corrente!

NICOLA: Pènsa Benito che io non ho mai visto il mare. Mi hanno detto che è pieno fino all’orlo di acqua salata. Ma perché Benito sarà salata l’acqua del mare?

BENITO: Perché… perchè ci sono dentro le sardine Nicola.

NICOLA: Io, per esempio, mangio sempre le sardine perché c’è dentro il fosforo…

BENITO: Per diventare intelligente?

NICOLA: No, perché così mi vedono al buio quando il fanale della bicicletta non funziona

PRIMO ANGELO: (Entra trafelato. Veste celeste e due piccole ali). Cosa fate lì voi due? Mettetevi lì in parte che adesso sono occupato, tanto qui non avete niente da fare e lasciate lavorare che deve lavorare. E state zitti! In quanti siete arrivati? Appena voi due? Va bé, vuol dire che faremo più in fretta a sistemarvi; aspettatemi che arrivo subito. Intanto preparate il passaporto. (Toglie da un chiodo uno dei cerchi -aureole- appesi e se ne va).

NICOLA: (Ripetendo) E state zitti! In quanti siete arrivati? Appena voi due? Ma chi è quel sacramento lì? Chi si crede di essere quello lì? (Si avverte un tuono. Anche le volte successive sarà accompagnato da bagliori di lampi)

BENITO: Nicola, ho paura che venga il temporale…

NICOLA: Madonna mia, siamo qui senza ombrello (Altro tuono)

BENITO: Vorrà dire che ce la prenderemo tutta. Non sarà la prima volta che ce la prendiamo. Dio sa che disgrazia sarà… (Altro tuono)

PRIMO ANGELO: (Si affaccia arrabbiato) La smettete di dire tutte quelle parole? Guardate che se si incazza vi manda un fulmine che vi lascia lì cotti, secchi e arrostiti. Qui ci sono delle regole precise che devono essere rispettate. O voi vi credete più belli degli altri? (Esce)

NICOLA: Ma chi si crede di essere lui invece!? E poi, che parole abbiamo detto?

BENITO: Hai detto… Ma chi è quel sacramento lì? (Tuono) Madonna mia… (Tuono)

NICOLA: Io però continua a non capirci un cavolo…

BENITO: Vuoi sapere la verità Nicola? Veramente… non la so nemmeno io. Però aspetta che provo ancora una volta… Ma chi è quel sacramento lì? (Tuono) Madonna mia… (Tuono) Dio sa che disgrazia sarà… (Altro tuono)

NICOLA: Nicola, forse ci sono arrivato… Tutte le volte che nomini il Signore, la Madonna e tutta quella gente lì tuona di brutto… E sì che, con tutti i bestemmioni che abbiamo tirato giù all’osteria, non è mai successo niente

BENITO: Aspetta che facciamo la prova del nove… Madonna mia… (Tuono) E’ vero Nicola, E’ proprio così. Sta’ attento allora…

NICOLA: Perdio se sto attento (Tuono ancor più forte).

PRIMO ANGELO: (Entra con la Prima Santa) A me piacerebbe sapere chi li ha mandati su questi due… Se dite ancora una parola chiamo il Michele che in un millesimo di secondo vi sbatte al piano di sotto… E quando s’incazza lui bisogna proprio aver paura. Siediti qui. (La Prima Santa si siede e l'Angelo si da da fare a provargli una serie di aureole che toglie dal chiodo) Ma sarà mai possibile che non ci sia un’aureola che va bene per la tua testa? Va bé che è già da qualche mese che non abbiamo tutte le misure… Quel Papa lì, se non la smette di fare tre o quattro Santi per domenica, ci mette in crisi. Ormai abbiamo finito quasi tutta la scorta. Ascoltami, questa è un’aureola extra large, ma ti devi accontentarti. Non è colpa mia se ti hanno appena fatto Santa. O questa o niente. Pensa che a quello che hanno fatto santo prima di te abbiamo dovuto mettere una ruota di bicicletta… (L'aureola gli scivola sulle spalle e la Santa deve tenerla con le mani sopra la testa).

PRIMA SANTA: Ma sei sicuro che a forza di tenerla con le braccia alzate non mi venga un torcicollo o un’artrite della spalla?

PRIMO ANGELO: Se in paradiso non c’è la morte tanto meno ci sono le malattie… Mi sembri una nuova del posto… Ma che santa sei poi? Adesso però andiamo di là che fra poco incomincia la festa di benvenuto. Andiamo… (Escono)

NICOLA: Qui le storie sono due… o ci stiamo sognando o ci hanno portato al manicomio…

BENITO: Al manicomio non credo. Non li hanno chiusi tutti?

NICOLA: Magari questo l’hanno dimenticato… Allora ci stiamo proprio sognando… Vorrà dire Benito, se proprio ci stiamo sognando, aspettiamo di svegliarci

BENITO: Guarda però che io non ho mai dormito per un tempo così lungo perché la mia Brigida russa così forte che ogni notte mi sveglio una ventina di volte

NICOLA: E allora sai cosa facciamo?

BENITO: Cosa facciamo Nicola?

NICOLA: Prendiamo la porta, usciamo piano piano senza farci vedere e chi s'è visto s'è visto. (Fanno per uscire, ma la porta non si apre)

BENITO:Nicola, non si apre; ci deve essere un catenaccio…

NICOLA: Aspetta, guarda che c’è un cartello… (Legge ad alta voce) O PASSEGGER CHE SORTI QUESTA PORTA, NON PUOI USCIR 'CHE LA TUA VITA E' MORTA.

NICOLA: Cosa vuol dire Benito?

PRIMO ANGELO: (Entrando) Vuol dire che non potete andarvene. Ma non siete contenti di stare in paradiso?

NICOLA: In.. in paaa…

BENITO: Paa…

PRIMO ANGELO: Sicuri di aver lavato bene le orecchie prima di andare a sbattere contro il muro del canale? Guardate che nella vita è sempre buona cosa essere capaci di nuotare. Non come voi due disgraziati che siete annegati in quattro dita d’acqua

NICOLA: Mi viene un dubbio Benito… A pensarci bene… Usciamo dall’osteria…

BENITO:Sali sulla canna della mia bicicletta…

NICOLA: Partiamo come due razzi per la discesa davanti alla chiesa…

BENITO: Io non mi ero ricordato di far aggiustare i freni…

NICOLA: Ci siamo messi a correre come una Ferrari…

BENITO: Siamo andati a sbattere contro il muro…

NICOLA: Ci siamo catapultati nel canale…

BENITO: E lì ci siamo fermati…

PRIMO ANGELO: E lì ci siete restati e siete annegati tutti due

NICOLA: Ma dici che… Vuoi vedere che è vero? Allora vuol dire che… Condoglianze Benito…

BENITO: Condoglianze Nicola.

NICOLA: Condoglianze una bella madonna! (Tuono)

PRIMO ANGELO: Ancora con quelle parole! Smettetela blasfemi! Guardate che vi fulmina davvero!

BENITO: Allora vorrebbe dire che…

NICOLA: Allora vorrebbe dire che…

PRIMO ANGELO: Vorrebbe dire che siete morti, se non l’avete ancora capito, e che siete arrivati dritti e veloci come una freccia qui in paradiso. Anzi, già che siete qui, tirate fuori il passaporto

NICOLA: Quale passaporto?

PRIMO ANGELO: Come quale passaporto? Il libretto con su scritto tutto quello che avete fatto nella vita

NICOLA: Io non ho qui niente

BENITO: Nemmeno io

PRIMO ANGELO: Provate a guardare nelle tasche. (I due traggono dalle tasche un quadernetto ciascuno)

NICOLA: Da dove salta fuori questo?

BENITO: Nemmeno io sapevo di averlo… (Li consegnano all'angelo)

PRIMO ANGELO: Allora… Ma… ma veramente qui non c’è scritto niente. C’è solo qualche macchia…

NICOLA: Non sarà stata l’acqua del canale…

BENITO: Che ha cancellato tutto?

PRIMO ANGELO: Ma, sicuramente deve essere andata così. Allora ditemelo voi. Opere buone?

BENITO:Di che opere parla Nicola?

NICOLA:Mah, forse del Frigoletto, della Carmine, della Tranviaria, del Trabucco…

PRIMO ANGELO: Sì, magari dei Ventri Siciliani o delle Cozze di Figaro… Opere buone, quelle che vi hanno permesso di arrivare in paradiso!

BENITO:Io, ad esempio, portavo sempre a casa il Nicola in bicicletta altrimenti lui, da solo, non ci sarebbe riuscito per le gambe che si ritrovava dopo un paio di litri

NICOLA:Però io ti indicavo la strada perché tu, dopo tre litri, chissà dove saresti andato a finire

PRIMO ANGELO: Questo è già qualcosa, ma non basta

NICOLA: Beh, deve sapere che io, quando ero in vita, facevo il sindacalista e organizzavo le lotte politiche contro i padroni. Le faccio sapere che io ho organizzato almeno duecento scioperi. Se vuole lo posso fare anche qua.

PRIMO ANGELO: Contro chi? Contro il capo? Ma siete matti?

NICOLA: Io non lo so chi è il capo qui, ma perdio… (Tuono)

PRIMO ANGELO: No, ho paura che qui il capo non riesci a fregarlo…

NICOLA: Guarda che i capi io li ho messi tutti in croce

PRIMO ANGELO: Questo l’hanno già messo in croce, ma niente da fare; Ha vinto ancora lui. Ad ogni modo ho già capito; a opere buone siamo proprio scarsi. E tu Benito?

BENITO: Lo so di non essere stato un santo, ma ho passato la mia vita a mantenere e allevare la mia famiglia; e le sembra poco?

PRIMO ANGELO: Questo è già qualcosa e più meritorio, però, adesso che siete qui, state qui. Vorrà dire che farò delle ricerche più approfondite sul computer. (Urlando verso l'esterno) Sono arrivati quelli nuovi! (Entrano il Secondo Angelo, la Prima Santa sempre con l'aureola sorretta a mano e la Seconda Santa con veste bianca e aureola regolare. Le aureole sono sorrette da un cerchio da applicare al capo. Musica celestiale di sottofondo). Pronti per la cerimonia di benvenuto.

PRIMA SANTA: (Declamando) In Paradiso te ducant angeli…

NICOLA: Alt un momento! Cosa vuol dire?

BENITO: Che forse ci hanno preso per due duca…

PRIMO ANGELO: Ma non lo conoscete il latino?

NICOLA: No, siamo arrivati alla terza elementare!

PRIMO ANGELO: Allora incominciamo da capo. Traduci…

PRIMA SANTA: In Paradiso vi conducano gli Angeli…

BENITO: Ma non siamo già arrivati in paradiso? Allora tu con quelle due ali di anatra mi hai contato delle balle

PRIMO ANGELO: Volete piantarla o no? Guarda che non abbiamo tempo da perdere da queste parti. Dai, leggi le regole della casa

SECONDA SANTA: (Leggendo da un libro sorretto dal Secondo Angelo) Regole di comportamento per tutti gli ospiti. Primo: Vi saranno consegnate le divise che dovrete indossare in eterno. (Vengono consegnate ad ognuno due vesti grigio-chiaro che indossano goffamente)

BENITO: Sto bene Nicola?

NICOLA: Sei proprio elegante; modello Valentino fumo di Londra. E io?

BENITO: Mi sembri un fantasma che è sceso dal buco del camino

 SECONDA SANTA: E cercate di non sporcarle perché le spese di lavanderia saranno a vostro carico.

NICOLA: Veramente io non ho in tasca neanche un soldo bucato

PRIMA SANTA: In questo caso dovrete lavare piatti e scodelle per 73 anni

SECONDA SANTA: Coltelli, forchette e bicchieri!

BENITO: Beh, non faccio per dire, ma siete rimasti un po’ indietro; sulla terra hanno inventato la lavapiatti…

SECONDO ANGELO: Però non c’è la corrente dove attaccarla

BENITO: Per me Nicola alla lavapiatti dobbiamo metterci su una croce… (Tuono)

PRIMO ANGELO: Qui è rimasto tutto come 2000 anni fa’ quando è arrivato il Capo. E non pronunciate più nemmeno quella parola perché la croce, il Capo, non vuole che la nomini nessuno, Dice che ne ha un brutto ricordo.

SECONDA SANTA: Per me deve essere stato lo shoc…

SECONDO ANGELO: Infatti… Va avanti col secondo

SECONDA SANTA: Secondo: Non si dovranno mai nominare invano il nome degli abitanti, mai nominare la parola croce, getsemani e calvario.

NICOLA: Allora, quando mi verrà la voglia di imprecare, potrò almeno dire Porco Giuda?

PRIMA SANTA: Questo è permesso e raccomandato.

NICOLA:  Certo che qui si parla solo di piatti, di bicchieri e di scodelle, ma di mangiare e bere… mai.

BENITO:  Bravo Nicola. A me piacerebbe sapere cosa si mangia e si beve da queste parti

SECONDO ANGELO: Tira fuori la lista del menù di oggi

SECONDA SANTA: Allora… per oggi… Antipasti con Prosciutto di San Daniele, funghi dei Colli di Sant Eremo, salame di Sant Angelo Lodigiano. Primi: Casoncelli di Santa Brigida, risotto milanese alla Madonnina, spaghetti al pomodoro San Marzano. Secondi: Pesce del golfo di Santa Margherita, ostriche di Santo Domingo, scampi di San Nicola di Bari, carne ai ferri dell'allevamento di San Paolo del Brasile, frutti di mare di San Fruttuoso. Verdura: Patatine San Carlo, pomodori San Marzano. Dolce: Torta Sant Onoré. Acqua, vini e liquori: Acqua di San Pellegrino, Acqua di San Benedetto, San Giovese di Romagna, San Buca Molinari. Caffè: Santa Lavazza vergine.

PRIMA SANTA: Però ieri sera non ho digerito la trippa ed è tutto il giorno che ho un cerchio alla testa. E di sicuro non è l'aureola perché, a dirla tutta, mi è un po’ larga. Pensate che ho dovuto prendere doppia dose di Magnesia San Pellegrino… Dai, va avanti e leggi le tue cose…

SECONDA SANTA: Terzo: In questo luogo è stata adottata la dottrina di Carlo Marx e cioè saremo per sempre tutti uguali.

NICOLA: Alt un momento… Qui però c’è qualcosa che non quadra… Prova a rileggermi l’ultima riga

SECONDA SANTA: E saremo per sempre tutti uguali.

NICOLA: E allora, perché io di uguali qui non ne vedo molti?

BENITO: Hai ragione Nicola. Perché quell’angelo lì che tiene il libro ha le ali più grandi di questo?

NICOLA: E quel cerchio sulla testa c’è qualcuno che l’ha diverso dagli altri?

BENITO: E le nostre camice da notte (Mostra le vesti assegnategli) sono grigie "fumo di stufa" e le vostre più chiare e colorate?

NICOLA: Come vedete di uguaglianza non ce n’è poi tanta… Per me Benito qui c’è qualcuno che vuole fare il furbo o che è raccomandato o che ha pagato. Non avete mai sentito voi parlare di Tangentopoli?

SECONDO ANGELO: Veramente noi giochiamo solo a Monopoli. Delle volte a briscola e alle volte a tombola, ma mai a Tangentopoli… Il bello tuttavia viene al mercoledì e al sabato quando giochiamo al superenalotto, ma qui i numeri da giocare arrivano fino al 999

PRIMO ANGELO: E allora non vincerà mai nessuno

SECONDO ANGELO: Lo sai, il capo ha detto che sarebbe meglio risparmiare. Che figura farebbe se qualcuno qui vincesse dei milioni quando lui è stato pagato solo 33 soldi?

PRIMO ANGELO: A pensarci bene deve essere un po’ avaro. Però è vero, ha ragione il Nicola. Perché tu hai le ali più grandi delle mie?

SECONDO ANGELO: Perché io sono amico del fratello di Sant Volano, il patrono degli aeroporti e è lui che decide come devono essere le ali di ciascuno

PRIMO ANGELO: Allora mi troverò anch’io un protettore, qualcuno al quale farmi raccomandare. Guarda qui, sembrano due ali della mutua, magari di seconda mano…

PRIMA SANTA: E io cosa dovrei dire? Guarda che aureola mi hanno assegnato. Pesa come il piombo, è extra larga e, a forza di tenerla, mi son venute le formiche alle braccia

SECONDA SANTA: La mia invece è più leggera; è fatta di titanio, come le biciclette da corsa

PRIMA SANTA: E chi te l’ha data?

SECONDA SANTA: La Madonna del Ghisallo, la patrona dei corridori, il giorno che mi hanno fatto Santa in Piazza San Pietro. Un giorno mi son data da fare per farle cacciare quel serpente che ha sempre tra i piedi e me l’ha consegnata proprio lei in persona

PRIMA SANTA:  A me però tocca di tenermela con le mani. M’è venuta una cervicale che ho già prenotato un ciclo di fanghi

SECONDA SANTA: E ti dirò anche che qui c’è un’altra cosa che non quadra… Dove le mettiamo le quote rosa? Non avete notato che qui in paradiso c’è solo il 30 per cento di donne?

SECONDO ANGELO: Per forza, altrimenti diventerebbe un Inferno!

PRIMO ANGELO: Hanno ragione Nicola e Benito. In quanto a democrazia qui non ce n’è nemmeno un po’

 NICOLA: Date retta a me; allora, se se siete tutti d’accordo, sarà meglio organizzare uno sciopero generale.

SECONDA SANTA: Senza i sindacati?

PRIMO ANGELO: Qui c'è solo il SIP.

BENITO: Quello dei telefoni?

PRIMO ANGELO:  No, Sindacato Interno Paradiso, ma che funziona solo per delle cazzate

NICOLA: E allora lo facciamo noi. Sono o non sono un sindacalista? Scrivi subito sul libro tu. (Il secondo Angelo prende nota) Primo: Da ora in avanti le tuniche dei santi, beati, serafini, rubini e rubinetti saranno tutte dello stesso colore.

TUTTI: Bene! Bravo! Bis!

NICOLA: (Rivolgendosi alla Prima Santa) Tu va di là a preparare i cartelli

PRIMA SANTA: Obbedisco! (Esce)

NICOLA: Secondo: In cucina saranno poste le lavapiatti e se non ci sarà la corrente elettrica si userà la corrente d'aria che qui non manca mica.

TUTTI: Bene! Bravo! Bis!

PRIMO ANGELO: Divieto per tutti di avere le ali perché, quando ci crescono, fanno come i denti… fanno un male boia. Pensate che a qualcuno, per montarle, fanno un buco nella schiena col Blak & Daker

TUTTI: Bene! Bravo! Bis!

NICOLA: Si dovranno tenere accesi i caloriferi anche di notte perchè qui fa sempre un freddo della madonna (Tuono), perdon, freddo boia.

TUTTI: Bene! Bravo! Bis!

NICOLA: Certo che in quanto a freddo qui non si scherza; mi vengono i brividi e queste vesti sono troppo leggere. Vuoi che ti dica una cosa in confidenza Benito?

BENITO: Dillo al tua amico Nicola…

NICOLA: Forse era meglio andare all’inferno

BENITO: Perché?

NICOLA: Almeno lì avremmo avuto più caldo

SECONDO ANGELO: Ecco, lo statuto di fondazione del nuovo sindacato è pronto

TUTTI: (Cantando col pugno chiuso alzato)

Avanti o popolo - alla riscossa - questa sommossa - noi or si fa

Questa sommossa noi la si farà- e il grande Capo ci dovrà ascoltà

Avanti o popolo - alla riscossa - questa sommossa - noi or si fa.

(La Prima Santa entra con i cartelli che distribuisce. Le scritte: “DEMOCRAzIA!”. “IL POPPOLO HA SEMPRE RAGIONE!”. “UGUAGLIANzA X TUTTI!” o altri a soggetto)

Avanti o popolo - alla riscossa - ci diam la mossa - per scioperà

Ci diam la mossa per la libertà- fra tutti i Santi noi vogliam parità

Avanti o popolo - alla riscossa - ci diam la mossa - per scioperà.

NICOLA: (Declamando) Poppolo lavoratore…

PRIMO ANGELO: Beh, proprio lavoratore,,, lasciamo perdere…

NICOLA: Poppolo nullafacente! La nostra ora è suonata…

BENITO: Perché, che ora è Nicola?

NICOLA: Non lo so, non ce l’ho l’orologio, però nei discorsi importanti si dice così Dove sono rimasto? Ah, la nostra ora è suonata e il poppolo del paradiso, compresi santi, beati, rubini e serafini…

SECONDO ANGELO: E gli angeli semplici, insomma quelli senza gradi?

NICOLA: Allora, il poppolo del paradiso, compresi santi, beati, angeli semplici senza le ali, va bene così?, rubini, serafini e i nuovi arrivati come il Nicola e il Benito hanno deciso di scendere… o salire? no, scendere in sciopero per una nuova democrazia, uguaglianza e libertà.

TUTTI: Bene - bravo - bis!

NICOLA: Proprio per questo tutti si toglieranno le loro vesti e le getteranno in pattumiera! Tièh!

(Tutti, a turno, si levano le tuniche e le gettano in un angolo)

NICOLA: Udite udite e stappatevi le orecchie. Primo: Da oggi faremo lo sciopero della fame, insomma, tutti quelli che lavorano in cucina non faranno più da mangiare e metteremo tutto il paradiso a pane e acqua.

PRIMO ANGELO: Guarda Nicola che al Capo non gliene frega proprio niente; a lui basta una benedizione e l'acqua diventa Chianti e Barbera Non sarebbe poi la prima volta…

BENITO: Però intanto lavora lui al posto degli altri!

NICOLA: Secondo… (Tuono e fascio di luce dall'esterno che precede l'entrata di Michele) Cosa sta succedendo?

SECONDA SANTA: (Guarda all'esterno) Madonna mia siamo fritti. Arriva lui in persona, il Michele! (Tutti si ritirano spaventati ai lati del palcoscenico).

ARC.MICHELE: (Veste bianca, ali grandi, spada, avvolto da faro di luce) Cosa sarebbe questa storia? Mi hanno riferito che qui c’è qualcuno che ha messo in piedi una bella cagnara. Fatemi un po’ leggere cosa c’è scritto su questi cartelli… (Ripete ad alta voce le scritte) Bravi, bravi, bravi. (Si rivolge al Primo Angelo) Vieni qua tu un momento… Tu lo sai bene cos’è successo tanti secoli fa’. Dimmi un po’… Cos’è successo tanti secoli fa’? (Ironico) Dillo un po’ all’Arcangelo Michele…

PRIMO ANGELO: Insomma, hai sguainato la spada e tutti gli angeli ribelli li hai ravanati giù all’inferno

ARC.MICHELE: Bravo. (Si rivolge al Secondo Angelo)E adesso vieni un po’ qua tu. E adesso dillo a quei quattro pirlotti lì. Cosa ha fatto l’Arcangelo Michele?

SECONDO ANGELO: Il signor Arcangelo Michele ha mandato all’inferno gli angeli ribelli

ARC.MICHELE: E, guarda caso, mi sembra che in questo momento anche voi siete angeli un po' ribelli…

SECONDO ANGELO: Veramente noi stavamo …giocando

ARC.MICHELE: Ah sì? (Si rivolge al Primo Angelo) E giocavate a che cosa?

PRIMO ANGELO: Giocavamo a fare lo sciopero come i sindacati della terra, la CGL, la CISL e la UIL. Lo sa come fanno laggiù, quando non sanno cosa fare e vogliono fare casino organizzano uno sciopero…

ARC.MICHELE: : (Si rivolge al Secondo Angelo) E dimmi ancora tu… E lo sciopero lo fareste contro chi? La FIAT? Il Governo? La Confindustria?

SECONDO ANGELO: A dire il vero… Insomma… contro i sarti

ARC.MICHELE: Quali sarti? Versace? Valentino? Dolce e Gabbana?

SECONDO ANGELO: No, signor Arcangelo Michele, contro i nostri, insomma, contro i sarti del paradiso

ARC.MICHELE: E cosa avrebbero fatto i sarti del paradiso?

SECONDO ANGELO: Magari sarà stato per il fatto che non avevano le tele tutte uguali, ma fanno i vestiti uno diverso dall’altro

ARC.MICHELE: Perché, tu magari avresti voluto averlo d’oro?

SECONDO ANGELO: No, quello no, quello d’oro lo indossa solo il Capo. Quello le assicuro che non ci è mai passato per la mente

ARC.MICHELE: E farete bene a non pensarci perché ce ne sono già stati due che volevano essere come Lui e, dopo aver mangiato una mela, lo sapete bene che fine hanno fatto

PRIMA SANTA: Però loro avevano i vestiti uguali

SECONDA SANTA: Dai, non contare delle stronzate, dopo tutto era solo una foglia di fico…

ARC.MICHELE: Sempre meglio una foglia di fico che ne nascondeva le vergogne che in mutande come voi. E…  potrei sapere che vi ha messo in testa queste idee?

TUTTI:  Il Nicola!

ARC.MICHELE: Fatelo un po’ venire qua davanti a me quel Nicola lì. Ah, saresti tu. Bravo, bravo, bravo. Ascolta mio piccolo e insignificante ometto; ti faccio sapere che qui tutto è andato sempre bene fino ad oggi; nessuno ha mai detto nulla, nessuno ha mai protestato. Arriva su lui, quello squinternato qui, e poi…

NICOLA: Veramente è arrivato su anche il mio amico Benito…

ARC.MICHELE: : Vieni un po’ qua anche tu Benito. Questo nome però mi ricorda qualcuno… Ah sì, una sessantina di anni fa’…

BENITO: Io però sono Benito appena di nome; quel tale che dice lei, signor Angelo…

ARC.MICHELE: : Arcangelo! Guarda che i gradi sono gradi!

BENITO: Mi perdoni, signor Arcangelo Michele, ma quel Benito lì era un altro…

ARC.MICHELE: : Non importa! Anche quello ha combinato un mare di casini. Fra lui e un certo Adolfo hanno mandato su tanta di quella gente che hanno ingolfato gli uffici, stressato gli impiegati e non sapevamo più dove metterli. Allora, vogliamo sistemarla questa faccenda con le buone o no? Se sguaino la mia spada non so dopo come va a finire. Allora come la mettiamo?

NICOLA: La mettiamo che noi vogliamo essere tutti uguali. Insomma, le vesti e i cerchi sulla testa devono essere uguali per tutti

ARC.MICHELE: : Tu, chiudi subito quella boccaccia! Ad ogni modo io non posso decidere

SECONDA SANTA: E provare magari a chiederlo direttamente al Capo?

ARC.MICHELE: Allora proviamo a chiederlo direttamente al Capo. (Prende il cellulare e compone il numero) Pronto, sono Michele, passami il Capo. Come è occupato?. Cosa sta facendo? Il tiro al piattello? Con chi? Con gli Angeli? Ma guarda tu che idea… Come? Questa è bella… Gli hanno fregato le cartucce? Hanno trovato chi è stato? Ah, ancora lui, il buon ladrone. Colpa sua, poteva fare a meno di portarselo subito in paradiso. Quello perde il pelo, ma non il vizio; ladrone era e ladrone è rimasto. Forse era ancora meglio Barabba.  Insomma, c’è qualcuno lì in parte? Chi? Il Pilato? No, quello non passarmelo; quando c’è un problema, si lava sempre le mani. Dai, passami il Capo in persona. Io, quando al telefono mi fanno attendere con la musichetta, mi viene una rabbia… E adesso cosa c’è? Peggio della Telecom. Per l’ufficio centrale premere uno… Per l’appartamento privato premere due… Per la sala del trono premere tre… E’ questo. Tre allora… Pronto, signor Capo, ci sarebbe qui una squadra di balordi che… Come, ah, conosce già il problema? Mi scusi tanto, mi dimenticavo che lei sa sempre tutto… Come? Ci pensa lei? Va bene allora. Grazie e mi scusi del disturbo. Prego? Che l'ho disturbato mentre era a cena? E cosa mangia di buono? Pane e vino? Bravo, pane e vino fa bel bambino (Tuono) Mi scusi Capo, non la volevo offendere, ma pensavo che il pane e il vino lo prendesse solo all’ultima cena… Beh, ha ragione. Anche quella di oggi è l’ultima cena della giornata. Va bé, riverisco nèh… (Spegne il cellulare) Adesso state calmi e non combinate più niente che il Capo mi ha detto che ci pensa lui. Io vado, ma non fate altri casini se no vi sbatto all’inferno in cinque e tre otto. Ah, adesso che mi ricordo, mi ha raccomandato di dirvi di indossare le vostre vesti perché qui non vuole vedere nessuno senza divisa. Dopo tutto all’Iper hanno la propria divisa, al Castorama hanno la propria divisa e voi dove credete di essere, a casa vostra? E non fatemi più tornare! Ultimo avvertimento! Vi saluto, ma vi tengo d’occhio! (Esce)

(Tutti raccolgono e indossano le tuniche che sono tutte bianche; ovviamente sono state precedentemente  nascoste)

NICOLA: Guarda guarda guarda… Vuoi vedere che le nostre proteste hanno già ottenuto qualcosa? Guardate qua, tutte le vesti uguali per tutti

PRIMA SANTA. Hai visto? Ha fatto il miracolo!

SECONDA SANTA: Bella forza; più che un miracolo è un miracolino… Confronto a quelli che faceva quando era giovane…

BENITO: Liberté, fraternité, ugualité!

TUTTI: (Cantando e uscendo)

Avanti o poppolo – è tutto fatto – il grande Capo – ci ha ascoltato!

la nostra veste – bianca e pulita – il grande Capo – ce l’ha fornita…

(Rimangono  soli i due)

NICOLA: Certo che a me piacerebbe incontrare il Capo in persona, a quattr’occhi insomma

BENITO: Perché Nicola?

NICOLA: Perchè ci sarebbero ancora tante cosa da mettere in chiaro… Anzi; non so se l’hai notato qui basta alzare un po’ la voce che il Capo cala subito le braghe (Tuono) Insomma, volevo dire che non parlavo proprio di braghe, perchè io, almeno sui quadri, l’ho sempre visto con la veste bianca e con i riccioloni biondi e lungi che gli cadevano sulle spalle, ma ho visto che è bastato urlare un po’ che il capo ascolta subito i sindacati.

BENITO: Dopo tutto non era lui che diceva "Chiedete e vi sarà dato"?

NICOLA: Bravo Benito! E allora… chiediamo!

BENITO: Che cosa dici? Facciamo ancora qualche cartello e andiamo in giro?

NICOLA: No, perché saremmo solo in due. Lo senti dopo il Michele… (Tuono) L'arcangelo Michele; va bene così? Quello lì incomincia a stufare. Direi piuttosto di prendere un foglio, scriverci le nostre richieste e fargliele leggere

BENITO: E come facciamo a consegnargliele?

NICOLA: Il sistema lo troveremo. Mica siamo scemi e la sbronza ci sta passando. Allora, diamoci da fare. Tira fuori un foglio e una penna

BENITO: E dove vado a trovarlo un foglio e una penna?

NICOLA: Guarda in tasca, no!

BENITO: Io guardo… Ma nelle tasche non c’è un tubo…

NICOLA: Allora strappa uno scampolo dalle vesti che sono avanzate e come penna usa una delle piume delle ali; ce ne sono sempre qui attorno; gli angeli ne perdono sempre tante…

BENITO: (Esegue) Pronti, fatto!

NICOLA: Guarda qua. Mi ero dimenticato che in tasca ho sempre la mia matita da falegname. Anzi, gli piacerà ancora di più perché gli ricorderà Giuseppe

BENITO: Quale Giuseppe?

NICOLA: Suo padre, no? Non faceva il falegname? Porta qui un tavolino. Allora… Aspetta che mi concentro… Primo!

BENITO: Primo!

NICOLA: Quello l’ho già detto io; non mettermi in confusione; guarda che è una cosa seria

BENITO: (Scrivendo) …E’ una cosa seria

NICOLA: Ma cosa scrivi? Dobbiamo scrivere solo le nostre richieste per la gente che è sulla terra

BENITO: Come i sindacati?

NICOLA: Bravo, come i sindacati. Meglio ancora; come un partito. Saremo i primi a fondare un partito in paradiso

BENITO: E come si chiamerebbe il nostro partito?

NICOLA: Lo chiamiamo… Lo chiamiamo… P.P.P.P.

BENITO: P.P…

NICOLA: Sì, P.P.P.P.

BENITO: E cosa vuol dire P.P.P.P.

NICOLA: Partito Protestante… (Tuono. Guarda in alto) Non protestante nel senso della religione, ma perché vogliamo fare delle proteste… Non è per caso che dietro la porta ci sia qualcuno che faccia la spia e che riferisca tutto quello che diciamo? Allora… Partito Protestante Preservativo (Tuono) Ancora! Guardate cari i miei ascoltoni che noi vogliamo preservare tutto il genere umano… Non il preservativo che pensate voi, maligni! Allora, incominciamo da capo… Partito Protestante Preservativo Paradiso. Ti piace Benito?

BENITO: A me piace, anche se non ci capisco un cavolo

NICOLA: Dai, diamoci da fare. Tu scrivi che io penso e ti detto. Sei pronto? Primo… Da ora in avanti i denti di caffè…

BENITO: Ho mai sentito che ci fossero i denti di caffè…

NICOLA: Come si chiamano i denti dei bambini?

BENITO: Denti di latte

NICOLA: E allora quelli dei grandi saranno i denti di caffè. Riprendiamo… Da ora in avanti i denti di caffè, invece di crescere a sette anni, dovranno spuntare dopo i quarant'anni così i dentisti la prendono in quel posto.

BENITO: Quale posto Nicola?

NICOLA: Nel… (Tuono). Secondo… E’ ora di finirla di far nascere il petrolio solo dalle parti degli arabi che non sono nemmeno cattolici e apostolici, ma anche negli orti delle case così tutti potranno riempire il serbatoio dei motorini a gratis. (Benito, scrivendo, ripete sempre le ultime parole). Terzo… Siccome c’è tanta gente, specie gli anziani, che hanno i balordoni nella testa sarebbe ora che la terra si fermi e la smetta di girare e che stia ferma, anzi, che si fermi di colpo. Quarto… Quando la mamma fa un bambino è meglio farlo nascere che vada già a scuola così risparmieranno i Lines, le tutine, le bavaglie, il latte in scatola e i ciccioni

BENITO: Cosa sono i ciccioni Nicola?

NICOLA: I ciccioni! I succhiotti; quelli dei bambini! Certo che l’intelligenza tu la devi avere sempre in riserva. Quinto…

BENITO: Nicola, mi fa male la mano; mi sono venuti i granchi. Non mai scritto una lettera così lunga in tutta la mia vita

NICOLA: Vuol dire che per ora basta così. Piega tutto che poi lo consegneremo a qualcuno. Per il P.P.P.P.!

ENTRAMBI: Hurrà!

(Sipario)

SECONDO ATTO

BRIGIDA: (Entrando con Florinda. Florinda ha un foulard che le incornicia la faccia) Mamma mia che male… Non ho mai sofferto così tanto nemmeno quando mi hanno fatto il taglio diocesano per far nascere la mia Beppina e mi hanno tagliato il cordone tropicale. Allora però puzzavo tutta di alcol snaturato, ma adesso… annusa Florinda… Sto puzzando come una fogna

FLORINDA: E io no? Ho la testa che mi scoppia. Mi sembra di avere al posto della testa una zucca con dentro i vermi che vanno a passeggio. In quanto a puzza… annusa Brigida. Mi sembra di essere una pompa di benzina.

BRIGIDA: Per me mi deve essere passato sopra un treno

FLORINDA: No, Brigida, il treno no; è stato un camion, un TIR.

BRIGIDA: Un TIR? Quale TIR?

FLORINDA: Non hai sentito il clacson quando ci è arrivato di dietro?

BRIGIDA: Di dietro? Io non mi ricordo niente…

FLORINDA: Non dirmi che stai prendendo l'alsamèr Brigida. Siamo arrivati in parte al canale a vedere cos’era capitato ai nostri uomini, forse al TIR devono essersi rotti i freni; fatto sta che ci ha tirato sotto tutte e due come due lepri in mezzo alla strada

BRIGIDA: Adesso capisco perché li chiamano TIR…

FLORINDA: Perché Brigida?

BRIGIDA: TIR… Tirale sotto quelle due lì! Ma io non ho ancora capito dove ci troviamo ora

FLORINDA: Di sicuro all’ospedale

BRIGIDA: Sei sicura Florinda che, con la puzza che abbiamo addosso, non ci abbiano portato alla discarica comunale?

FLORINDA: Nella discarica io avrei buttato il Nicola e il Benito, quei due ubriaconi. Per andare a finire nel canale come minimo devono aver tracannato almeno un fiasco ciascuno

BRIGIDA: Mangia pane a tradimento! Tutta la pensione se la sputtanano all’osteria. Certo che ce l’hanno combinata grossa quei due. Almeno fossero finiti loro sotto il TIR, così avremmo potuto prenderci una buona assicurazione e avremmo potuto fare le vedove allegre. Magari con una pelliccetta, le vacanze alle Ascèlle…

FLORINDA: Alle Maldivie…

BRIGIDA: Alle Avaie…

FLORINDA: Magari alle Maurizzio e per di più con un sacco di palanche in tasca

FLORINDA: Vorrà dire che ci consoleremo con quello che prenderemo per il nostro incidente

PRIMA SANTA: (Entrando) Oh, guarda che ne è arrivato ancora un paio. Sedetevi lì che arrivo subito. Intanto preparate i libretti delle buone azioni. Vado un attimo di là a vedere dove vi posso sistemare. Pronto, qui ci sono le vostre vesti. Mettetevele subito. (Esce. Le donne le indossano titubanti. Sono candide)

BRIGIDA: Certo che sono proprio belle queste vestaglie da camera

FLORINDA: E’ seta di prima qualità; guarda come sono eleganti. E poi parlano di malasanità…

BRIGIDA: Florinda… Non ho mai visto delle infermiere vestite a quel modo e con un cerchio sulla testa…

FLORINDA: Sarà la riforma che sta facendo il Governo…

BRIGIDA: Io però non ho capito cos’è quel libretto che dovremmo preparare…

FLORINDA: Di sicuro sarà il libretto della mutua

BRIGIDA: Ma, io non l’ho portato…

FLORINDA: Nemmeno io. Sta attenta adesso che uno, quando va a vedere un incidente, deve mettersi in tasca il libretto della mutua…

BRIGIDA: E pensare che io ho anche il foglio per non pagare il tìc. (Entrano Nicola e Benito con le solite vesti. Non vedono le donne, mentre le donne, da dietro, li guardano con grande meraviglia).

BENITO: Nicola…

NICOLA: Che c’è Benito?

BENITO: Mi fa male la spalla sinistra

NICOLA: Impossibile

BENITO: Perchè impossibile?

NICOLA: Perché in paradiso i dolori non si sentono

BENITO: E invece io ti dico che mi fa male la spalla sinistra. Ada che io, quando sono morto, prima di picchiare la testa ho battuto la spalla su un sasso. Dici che da queste parti facciano le applicazioni? Non so… I raggi ultraviolenti… Gli ultrarossi…

NICOLA: Magari gli ultrasogni…

BENITO: O la magnesioterapia…

NICOLA: Certo che la cura migliore sarebbero i massaggi…

BENITO: Quando mi faceva i massaggi la mia Brigida mi sembrava che al posto delle mani avesse un badile. Quando poi me le metteva sulla testa, invece di farmi bene, mi faceva venire la cervicale dappertutto

NICOLA: Guarda che da queste parti non puoi raccontare balle Benito.

BENITO: No, Nicola, non sono balle; è la santa verità.

NICOLA: Tutte balle invece; aveva le mani così delicate che sembrava la carezza delle piume degli angeli…

BENITO: E tu come fai a saperlo?

NICOLA: Lo so… lo so…

BENITO: Mi fai venire un dubbio Nicola…

NICOLA: Un dubbio? Cerca di concentrarti e torna indietro di un paio di mesi…

BENITO: Magari; sarei ancora alla mia casa…

NICOLA: Ti ricordi quella sera che sei arrivato in ritardo all’osteria? E dove sei stato? Dimmelo dove sei stato

BENITO: Insomma, te l’avevo detto. Ero stato in casa della Maria Troiona e mi sono divertito per un paio d’ore. (Le donne danno segni di impazienza con gesti ad hoc e occhiatacce).

NICOLA: E cosa mi hai detto quando sei arrivato?

BENITO: Che era veramente brava a fare il suo mestiere. Però la mia Brigida era tutta un’altra cosa!

NICOLA: E io che ti ho risposto? Che non ci credevo. E tu che mi hai risposto?

BENITO: Di provare anche tu. Ma tu non volevi perché non avevi i soldi per andare a trovare la Maria Troiona

NICOLA: E tu me li hai prestati. Ricordi?

BENITO: Tutto vero! E, la sera dopo, anche tu sei andato a trovare la Maria Troiona. Quando poi sei tornato all’osteria ti ho chiesto com’era andata

NICOLA: Certo; e io, con tutta sincerità, ti ho risposto. E ti ho dato ragione; infatti la Brigida è tutta un’altra cosa!

BENITO: Allora vuol dire che…

BRIGIDA: Vuol dire che a voi due io spacco la testa come un’anguria!

FLORINDA: Vuol dire che io ve la taglio e ve la metto in mano da guardare!

BRIGIDA: Fosse per me taglierei un’altra cosa, non la testa

BENITO: Ma…ma…ma…

NICOLA: Cos’è 'sta storia?

BRIGIDA: Ve la facciamo vedere noi la storia! Fortunati che siamo già all’ospedale, se no vi faremmo arrivare qua senza ambulanza e a pedate nel di dietro, sporcaccioni e disgraziati!

FLORINDA: Cos’è, cos’è questa faccenda della Maria Troiona? E tu, Brigida, sei sicura di non avere proprio niente da raccontare alla tua amica Florinda?

BRIGIDA: Certo che noi non potremmo farlo quel mestiere. Quella è piena zeppa di vestiti lussuriosi e di pellicce. Ha certe mini…

BENITO: Guarda che le ha guadagnate col sudore della fronte…

BRIGIDA: Non lo sapevo che avesse la fronte così bassa, insomma, appena sopra le cosce…

BENITO: Certo che tu, Brigida, non mi hai mai fatto quello che mi faceva la Maria Troiona…

BRIGIDA: E cosa ti faceva di speciale la Maria?

BENITO: Cosa mi faceva? Mi faceva credito! Tu, invece, i soldi della pensione li vuoi sempre tutti

NICOLA: La Maria era come una pianta dai frutti più dolci…

FLORINDA: Sì, l'albero delle zoccole! Ma ascolta un po’ me Brigida; guarda che con te devo chiarire una cosa. Come sarebbe a dire che il mio Nicola dice che sei meglio tu della Maria Troiona?

BRIGIDA: Ha parlato la Maria Goretti. Guarda che la Filippa, la perpetua del prevosto, mi ha detto che tu molte volte hai offerto il caffè al mio Benito.

FLORINDA: Perché? E’ vietato offrire il caffè ad un amico?

BRIGIDA: Offrire il caffè no, ma non a casa tua alle undici di sera, mentre il tuo Nicola andava al sindacato o a giocare alle bocce

NICOLA: Cos’è questa storia Benito?

BENITO: Quale storia?

NICOLA: Guarda che qui non parliamo della storia sacra, né di quella degli antichi romani, ma di un'altra… Quella dei caffè alle undici di sera

BENITO: Non è vero un bel niente! Non erano sempre le undici, ma alle volte erano le undici e mezzo e alle volte mezzanotte

NICOLA: Disgraziato! Traditore! Puttano!

ARC.MICHELE: (Entrando) Cos'è questo cicaleccio? La volete piantare di far casino? Ancora una parola e vi sbatto fuori!

BRIGIDA: Chi è questo qua? Un corvo?

FLORINDA: Guarda Brigida che i corvi sino neri. Per me deve essere il primario…

ARC.MICHELE: : Un colpo di spada e siete fregati!

BRIGIDA: Di spada?

FLORINDA: Avrà voluto dire di… siringa

BRIGIDA: O magari… di clistere…

ARC.MICHELE: : Ancora una parola e le porte dell'inferno si spalancheranno per voi!

BENITO: Ci scusi tanto…

ARC.MICHELE: : Ci scusi tanto una bella madonna. (Tuono). Perdonami se mi sono lasciato andare… Mi scusi un bel niente! (Alza la spada) Fuori di qua; e veloci, prima che qualcuno vi tiri due fulmini che vi lascino tramortiti! Ho già infilato un sacco di angeli all’inferno e se me girano i… e se mi gira sbatto giù anche voi quattro. Basta casini, se no…

NICOLA: Scusi Michele…

ARC.MICHELE: : Arcangelo Michele!

NICOLA: Le assicuro signor Arcangelo Michele che non abbiamo fatto niente di male. Era solo il Benito che si lamentava della spalla sinistra

ARC.MICHELE: : Qui i dolori non si sentono; bugiardi! (Esce)

BRIGIDA: Ma… ma cos'è questa storia?

FLORINDA: Misteri…

NICOLA: Sì, sì, misteri, questo è proprio il posto dei misteri, misteri della trinità, misteri di fede, misteri gaudiosi, misteri dolorosi…

BENITO: Misteri di corna…

NICOLA: Misteri dì… puzza. Sentite che puzza di petrolio che hanno queste due… A proposito, come avete fatto a trovarci?

FLORINDA: Abbiamo seguito la puzza del vostro fiato che sa sempre di vino

BENITO: Ma qui non c’è puzza di vino, ma di benzina. Si può sapere cos’avete combinato?

BRIGIDA: Cosa abbiamo combinato? Ma non lo sapete cos’è successo?

NICOLA: No, da queste parti non ci sono né giornali né televisione. Sono arretrati…

BENITO: Cos’è successo?

FLORINDA: Un patatrac!

BRIGIDA: Quasi la fine del mondo!

FLORINDA: Infatti, il mondo ha smesso di girare e si è fermato di colpo. Hai presente quando l’autista inchioda la corriera?

BRIGIDA: E’ uguale! Anzi peggio! Tutti a roteare per l’aria e tutti a sbattere contro le pareti delle case. Proprio come dice la Florinda; il mondo ha cessato di colpo di girare

FLORINDA: Gli ospedali pieni di feriti. Gambe, braccia e zucche rotte…

BRIGIDA: Macchie di sangue dappertutto, ossa che volavano nell’aria…

FLORINDA: Un macello; peggio di un macello, una marmellata di carne e di ossa…

BRIGIDA: A me piacerebbe sapere cos’è venuto in mente al Padreterno di fare una stronzata del genere… (Tuono) Te l’avevo detto Florinda di prendere l’ombrello. Sta arrivando un temporale…

BENITO: Vuoi vedere Nicola che la nostra lettera è davvero arrivata su al capo?

FLORINDA: Di che lettera parli? E chi sarebbe quel capo lì?

NICOLA: Non dare retta al Benito, Florinda. E’ ancora l’effetto del vino… Ma tu, Florinda, perché tieni un foulard attorno alla testa? Mi sembri un uovo di pasqua…

FLORINDA: Non parlare Nicola. Non mi stanno crescendo i denti? Che male… Che dolori! Anche il dentista mi ha detto che non riesce a capire quello che sta succedendo. Mi ha detto che ha tutti i suoi clienti che gli stanno riportando la dentiera e vogliono indietro i loro soldi. Tra l'altro i denti nuovi stanno crescendo in parte a quelli che ci sono già in bocca. Pensa che la Nina delle Pancette si è trovata con 84 denti. Sembra un rastrello!

BENITO: La lettera Nicola, la lettera… Porco Giuda che casino abbiamo combinato… E sentila la Brigida come puzza di benzina…

FLORINDA: Perché? Io per caso sento di Pino Silvestre…

BRIGIDA: Sono lì che distendo i panni appena lavati sul filo ad asciugare di ferro; metto giù la cesta e, di colpo, non salta per aria? E’ venuta su una fontana di acqua nera come la patina delle scarpe che puzzava di petrolio. Io sono diventata nera come uno della Costa d’Avorio e i panni sporchi più di prima. Senza poi parlare del petrolio che ha invaso le strade. Tutti a cadere dalle biciclette, le auto scivolavano e andavano fuori strada, i muri delle case sono diventati tutti neri… Che casino, che casino…

FLORINDA: Insomma è successo proprio di tutto. Mi piacerebbe sapere perché succede tutto questo…

PRIMA SANTA: (Entrando) Allora; sono venuta apposta fin qua per farvi sapere che il Capo ha accettato tutte le vostre proposte perché lui è democratico

FLORINDA: E potremmo anche noi sapere quali sono state le proposte che avete fatto al primario?

PRIMA SANTA: Di che primario parlate? Qui non c’è nessun primario. Qui si è tutti uguali. Basta vedere le vesti… tutte uguali!

BRIGIDA: Ma che ospedale è questo allora?

PRIMA SANTA: Ospedale? Ma dove credete di essere voi due? Gina, vieni qua un attimo. (Entra la Seconda Santa)

SECONDA SANTA: Che c’è? Mai un minuto di riposo neh…

PRIMA SANTA: Leggi il regolamento a queste due

SECONDA SANTA: O PASSEGGER CHE SORTI QUESTA PORTA, NON PUOI USCIR 'CHE LA TUA VITA E' MORTA. ORA FAI ATUTTI UN BEL SORRISO, CHE SEI GIUNTA FINALMENTE IN PARADISO. RINGRAZIA LUI CHE PER SUA CARITA', RIMARRAI CON NOI PER TUTTA L'ETERNITA'.

BRIGIDA: E… cosa vorrebbe dire?

NICOLA: Che siamo tutti morti e siamo giunti in paradiso. Uniti nella vita…

BENITO: E insieme per l'eternità. Contenta Brigida?

BRIGIDA: Contenta una bella madonna! (Tuono) Proprio adesso che potevo fare la vedova felice e tranquilla con i soldi dell’assicurazione!

FLORINDA: Quindi, Brigida, vuol dire che… siamo morte! Ma non solo ferite, col mal di denti e con la puzza di benzina addosso, ma defunte, stinche e cadaveriche.

BRIGIDA: Non ci credo, non ci credo neanche a morire!

PRIMA SANTA: Ora ci crederai. Tu, lì fuori! Vieni un po’ qua!(Entra il Primo Angelo).

PRIMO ANGELO: Pronte per l'interrogatorio?

FLORINDA: Mica saremo alla polizia, alla caserma dei carabinieri…

PRIMO ANGELO: Qui si vuole sapere se nella vita avete fatto i buoni

BRIGIDA: Io sì, io sì; ho fatto i buoni del tesoro in banca!

PRIMO ANGELO: Non parlavo con te, ma con la Florinda. Florinda Belvedere, raccontami un po’ le buone azioni che hai fatto in vita. (Su un libretto, via via che la donna parla, prende appunti).

FLORINDA: Buone azioni? Avevo messo via quattro soldi che fregavo al Nicola quando tornava a casa ubriaco e non le ho messe nelle azioni dell'ENEL? Altro che buone azioni… in sei mesi sono rimasta in mutande

PRIMO ANGELO: Buone azioni; i vostre! Non quelle dell’ENEL…. Che hai fatto di buono nella vita?

FLORINDA: La torta di fragole mi veniva proprio buona e al mio Nicola piaceva tanto. E’ vero Nicola?

NICOLA: Testimonio, testimonio io. Però a volte era un po’ bruciata e quindi direi che, invece de stare qui, dovresti mandarla al purgatorio due o tremila anni così me la tolgo di torno per un po’

PRIMA SANTA: Piano, piano Nicola. Guarda che non sei tu che decisi queste cose. E poi?

FLORINDA: Poi… Ogni tre mesi andavo a trovare al ricovero mia suocera. E’’ vero Nicola?

NICOLA: Testimonio, testimonio io; però non dici che andavi a trovarla per sapere dove aveva nascosto i libretti al portatore e dove metteva i soldi della pensione. Per cui gli anni di purgatorio…

SECONDA SANTA: A quello penseremo noi! Non sono affari tuoi!

PRIMO ANGELO: Vi faccio notare che questo è un interrogatorio serio. Anzi, io mi rifiuto di continuare.  Vi lascio al mio collega che è più pratico di me in queste faccende e ha più pazienza di me. (Entra il secondo Angelo)

SECONDO ANGELO: (Dà un'occhiata al libretto) Certo Florinda che non so come tu abbia fatto a volare direttamente in paradiso, a trascendere le nubi, a solcare l’universo, a mutare il fisico in metafisico…

NICOLA: Tu Nicola; hai sentito che parole difficili?

BENITO: Questo deve essere istruito; magari ha fatto le medie… (Si sente un rumore di fondo di un potente motore)

NICOLA: Occhio ragazzi; mi sa che quello ci tira sotto

BENITO: Non avrei mai pensato che da queste parti si potesse girare in macchina

SECONDO ANGELO: Non fateci caso: è il figlio del capo che ha la passione per le fuoriserie

NICOLA: E perché è targata NA? Napoli?

SECONDO ANGELO: Come si vede che siete ignoranti! Ché Napoli?! Nazzaret!

NICOLA: Però; gira con la Ferrari…

PRIMO ANGELO: Infatti; va da Dio

BENITO: E usare invece una 500 che fa meno rumore e costerebbe di meno?

PRIMO ANGELO: Che volete… E’ l’unico che da queste parti ha le mani bucate

SECONDO ANGELO: Florinda, ti ripeto, posso sapere come hai fatto a volare direttamente in paradiso?

FLORINDA: Deve essere stato il TIR che mi è arrivato nel di dietro. E’ stata una botta così forte, ma così forte che mi ha fatto volare fin qua. Devo avere ancora le chiappe tutte nere. Guardi pure se non ci crede…

SECONDO ANGELO: Lasciamo perdere e non facciamo scandali almeno qui. Passiamo alla Brigida. Azioni meritorie?

BRIGIDA: Una volta alla settimana andavo a confessarmi dal don Zaccaria per cui la mia anima è sempre stata pura e candida come la neve a ferragosto.

BENITO: Certo che, se andavi a confessarti tutte le settimane, vuol dire che di peccati ne facevi veramente tanti. Dì invece che andavi a confessarti dal don Zaccaria perché aveva novant’anni ed era sordo come una talpa

BRIGIDA: Certo che un po’ mi vergognavo…

SECONDO ANGELO: Dei tuoi peccati?

BRIGIDA: No, per il fatto che, siccome era sordo come una talpa, mi faceva dire tutto ad alta voce e lì fuori c’erano le comari del paese che ascoltavano tutto. Il guaio più grosso era quando mi diceva, sempre a voce alta; "Quante volte l’hai fatto?". "Dove ti ha toccato?". "Perchè cedi sempre subito alle tentazioni della carne?".

BENITO: Non tremila; diecimila anni di purgatorio! Bernarda, assassina, peccatrice, cornifera!

NICOLA: Cosa centra la cornifera?

BENITO: Perché? Quando una ti mette le corna come la chiami? Fronte immacolata?

BRIGIDA: E poi… La prego di scrivere tutto sul suo libro, ho consolato per un mese intero la moglie del Giovanni Sfigato. Lo chiamano così perché nella sua vita non gliene è mai andata bene una. Pensi che, quando hanno scoperto che aveva un cancro all'anno…

PRIMO ANGELO: Un cancro all'anno? Quanti cancri ha avuto?

BRIGIDA: No, non all’anno, ma all'anno! Insomma, per dirla chiara…. Nel di dietro! Allora, quando hanno scoperto che aveva un cancro all'anno gli è venuto l’infarto. E’ morto in un incidente stradale quando lo stavano portando all’ospedale con la croce rossa. Comunque, colmo dei colmi, quel giorno i dottori erano in sciopero! Più sfigato di lui…

FLORINDA: Ma finiamola con questi interrogatori di terzo grado! E la privaci? Dove la mettiamo la privaci? E ormai assegniamoci; lì c’è scritto che da qui non si può tornare indietro. Se siete qui voi vorrà dire che resterò anch’io!

PRIMO ANGELO: Lasciamoli soli ordunque a meditar i lor peccati. Usciamo fratello (Escono i due Angeli)

FLORINDA: Io, comunque, continua a chiedermi perché il mondo in poche ore è tutto cambiato…

BRIGIDA: La terra che si inchioda, il petrolio che salta fuori dappertutto, i denti che crescono alla mia età…

FLORINDA: Ma non è finita… Alla Teresa Sardella non è nato un figlio di 45 chili già con la barba e i baffi?

SECONDA SANTA: E’ stata sicuramente la misericordia del Capo. Ha firmato le proposte di questi due…

BRIGIDA: Benito, non vorrai dirmi che tu…

BENITO: Io? Guarda che io non centro. E’ stato il Nicola che ha fondato il P.P.P.P.

BRIGIDA: Il…  P.P.P.P.?

NICOLA: Sì, il P.P.P.P.! …Preghiere Per Persone Povere. Insomma, per dare la benzina gratis per il motorino, per risparmiare sui pannolini, per guarire dalle vertigini…

FLORINDA: Nicola, disgraziato! Non dirmi che… (S toglie con rabbia il foulard e si rivolge alla Seconda Santa) Ascolti bene lei signora… Non è che ci siano delle osterie anche da queste parti?

SECONDA SANTA: Osterie no, non ce n’è bisogno, ma, basta portare qualche damigiana di acqua al Capo che, prima le benedice, e poi c’è Barbera per tutti, a volontà!

FLORINDA: E mi sa che come al solito questi due hanno già fatto il pieno! Ma guarda tu se dovevano inventare queste storie. E che fantasia! I mondo che si ferma, il petrolio che spunta dappertutto… Quella, poi, dei denti è la più grossa! E i bambini che nascono già pronti ad andare a morose… Io mi chiedo come ha fatto il padrone di questo posto a dar retta a questi due… Per me, come minimo, non deve avere la testa tutta apposto. Se è quello che penso io si vede che una spina della corona che gli hanno messo in testa gli è arrivata dritta nel cervello (Tuono). Tuona pure, ma ormai nessuno mi vieta di dire quel che voglio!

PRIMA SANTA: Calma signori; un tale bordello non si è mai sentito da queste parti

BRIGIDA: Brava Florinda! Hai ragione! Anche noi faremo il P.P.P.P.

BENITO: Il nostro P.P.P.P.?

FLORINDA: Non il vostro, il nostro P.P.P.P.!

NICOLA: E cosa sarebbe il vostro P.P.P.P.?

BRIGIDA: Partito Per Protestare Padreterno! (Tuono molto più intenso). Brontola pure, ma noi andiamo ugualmente avanti dritte per la nostra strada!

VOCE DA FUORI: Adesso basta! E basta sia! A nessuno è permesso sconvolgere il Sistema ormai collaudato nei secoli dei secoli! E’ ora di finirla! Augh, ho detto!

PRIMA SANTA: Mamma mia che paura! E’ lui, è lui in persona!

SECONDA SANTA: Ed è incazzato nero! Scappa! Scappa! (Escono)

FLORINDA: Chi è questo qui? Chi è che si permette di alzare la voce?

BRIGIDA: Qui c’è qualcuno che si è messo in testa di rompere le balle!

BENITO: Chi si crede di essere questo qui? Non si crederà di essere al mercato per caso!

NICOLA: Segna Benito; un'altra regola del Sindacato… Vietato disturbare la quiete pubblica da mezzanotte alle 24 del giorno dopo

VOCE DA FUORI: E fate in modo che spariscano subito! Michele! Michele; datti da fare!

ARC.MICHELE: (Entra trafelato) Visto? Va l’avevo detto! Mille volte vi avevo avvisato. Se quello s’incazza sono dolori per tutti! (Verso l’esterno) Mi dica onnipotenza; che devo fare di questi quattro? Li sbatto all’inferno? Basta una sua parola che…

VOCE DA FUORI: No, purtroppo il percorso inverso non è consentito

NICOLA: Quale percorso?

ARC.MICHELE: Dal paradiso all’inferno scemo! Non è mai successo… (Verso l’esterno) E allora che ne faccio? Li metto a pulire i cessi? Li fulmino?

VOCE DA FUORI: Rimandali da dove sono venuti!

ARC.MICHELE: Ma non è mai stato fatto…

VOCE DA FUORI: Chi comanda qui?

ARC.MICHELE: Voi Altezza Suprema, Onnipotenza infinita

VOCE DA FUORI: Quindi ripeto… Rimandateli da dove sono venuti e lasciateli marcire sulla terra almeno per cent’anni; poi provvederemo. Passo e chiudo!

ARC.MICHELE: Avete sentito voi quattro? Fuori dalle palle da qui e tornatevene da dove siete venuti

BENITO: Ma… come facciamo a ritornare se ho la bicicletta tutta rotta?

ARC.MICHELE: Nessun problema; qui si può far tutto e il contrario di tutto

PRIMO ANGELO: (Entra con due biciclette) Pronti; prendi. Due biciclette nuove e fuori dalle palle!

NICOLA: Dici Benito che ce ne possiamo andare davvero?

BENITO: Intanto non stiamo a pensarci sopra più di tanto; è meglio approfittare prima che cambi idea. (Spogliano le tuniche e le lasciano a terra. Si sistemano sulle biciclette e si avviano sul proscenio mentre si chiude il sipario dietro di loro)

BRIGIDA: Via ,di corsa! Dai Florinda; salta su con me che il Nicola, come al solito, va sulla canna del Benito. Attaccatevi forte e cercate di non cadere. E’ tutto discesaaaaa (Le due biciclette ora sono ai lati del proscenio)

BRIGIDA: Florinda, guardali dove sono quei due imbranati. Si può sapere se non è ora che torniate a casa; stronzi e tiratardi?

FLORINDA: Ne abbiamo piene le scatole di uscire tutte le sere a cercarvi

BENITO: Ci siamo giusto fermati un attimo a vedere un incidente; due imbranati sono andati a sbattere contro il muro di un canale

NICOLA: Pensate che sono annegati tutti due

FLORINDA: Veramente è successo almeno tre ore fa’…

BENITO: Lo so, ma il Nicola si è addormentato sotto una pianta di platino. Te lo dico sempre Nicola di alzare meno il gomito

NICOLA: Ma… Sei sicuro Benito che mi sono addormentato? Ma… sei proprio sicuro?

BENITO: Che hai dormito? Ostrega ! Russavi più tu che il motore del camion dei pompieri

NICOLA: Ma allora… Aspettate; fatemi capire… Florinda, Brigida, siete sicure di non essere uscite da casa con la camicia da notte, lunga, tutta bianca?

BRIGIDA: Sei diventato scemo Nicola? O il vino ti ha consumato quei due grammi di cervello che ti erano rimasti sino ad oggi?

NICOLA: Benito, abbassa la testa?

BENITO: Perché Nicola; devo farti l’inchino?

NICOLA: No; voglio vedere se hai un cerchio in testa

BENITO: Veramente, dopo una bevuta come quella di questa sera, un po’ di cerchio alla testa ce l’ho sempre…

NICOLA: C’è qualcosa che non capisco…

FLORINDA: Veramente tu Nicola non hai mai capito tanto…

NICOLA: Vieni qua un momento Brigida…

BRIGIDA: Cosa vuoi?

NICOLA: Voglio annusarti

BRIGIDA: Annusare chi? Me? Cosa credi; che prima di uscire con la bicicletta mi faccia la doccia e mi metta il profumo francese? Ma sei matto?

NICOLA: Voglio sapere se puzzi di petrolio

BRIGIDA : Ma mi hai preso per una pompa di benzina?

FLORINDA: Signore, guarda giù e mettigli una mano sulla testa

NICOLA: Zitta! Non nominare quel nome invano se no le senti che tuonate!

FLORINDA: E’ suonato poveretto, è suonato! Povero il mio Nicola; l’ho perso…

NICOLA: E a te Florinda è passato il mal di denti?

FLORINDA: Ma se ho la dentiera! Matto! Matto; è diventato matto!

BENITO: Ma no Florinda; è solo ubriaco…

NICOLA: Allora… Allora può darsi che mi sia sognato… Che abbia davvero sognato tutto? Gli angeli, i santi, la Ferrari targata Nazzarèt, i cerchioni sulla testa, il P.P.P.P.!

BENITO: Cos’é Nicola il P.P.P.P.?

NICOLA:  Partito Protestante Preservativo Paradiso

FLORINDA: No, te lo diciamo noi cos’è il P.P.P.P.!

NICOLA:  Preghiere Per Persone Povere?

BRIGIDA: No, Partito Pelandroni, Puttani e Porci! (Le mogli prendono per l’orecchio i rispettivi mariti e, trascinandoli fuori dal proscenio…)

FLORINDA: Via a casa, che pensiamo noi a farvi passare la ciucca

BRIGIDA: Via a casa, che pensiamo noi a portarvi sulla retta via

FLORINDA: Ubriacone!

BRIGIDA: Testa di rapa!

FLORINDA: Imbranato!

BRIGIDA: Disgraziato!

(Sipario)