Era meglio quando si stava peggio

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ERA MEGLIO QUANDO SI STAVA PEGGIO

Commedia in due atti di: Rocco Chinnici

(La tecnologia è bella sapendola usare con giusti modi e maniere, e cercando di avere sempre come punto di riferimento la famiglia, altrimenti…)

Personaggi

PERSONAGGI                                 INTERPRETI

           

PEPPE                                                           capo famiglia

            VINCENZINA                                 moglie

            IGNAZIO                                         figlio

            LUCIA                                              figlia

            LUCREZIA                                      figlia

            CARMELA                                       madre di Vincenzina

            TECNICO

PRIMO ATTO

(Scena unica: soggiorno composto di semplici cose. Sedute, una col telefonino e l’altra col tablet collegati a internet, Lucia e Lucrezia)

VINCENZINA

(Entra con in mano una pentola e le guarda imbambolata) Ma guarda un po’ che son pronti di prima matina! Scommetto che nemmeno la faccia si sono lavate. (Segnandosi) Nel nome del Padre, del figlio e dello Spirito Santo! (Nessuna delle due risponde, come se la mamma non fosse entrata) E insistono pure! E’ come se continuassi a parlare col muro! Come se non mi sentissero! (Li invita a rispondere) Ehi, con voi parlo, signorine! Che è, non sentite?

LUCIA E LUCREZIA

(La invitano a stare zitta) Ssssssssss!!!!

VINCENZINA

(Guardando in aria la stanza) Non è che siano entrate mosche! E pure la finestra e la porta son chiuse! Da dove saranno entrate! Forse è meglio che vada a guardare… (Si avvia per andare a controllare, ma si ferma insospettita guardando le figlie sempre intente con cellulare e tablet) Ma… non è che questo… ssssss, vorrebbe significare… silenzio invece, e non vogliono nemmeno essere disturbate! Ah, si! Allora proviamo a vedere se sentono così (alza il coperchio della pentola, lo lascia cadere a terra, e quelle rimangono impassibili). No! Non è possibile! Scommetto che nemmeno se le cascassero le bombe in mezzo a i piedi, riuscirebbero a sentire! Tu guarda che sono concentrate! Ma che c’è lo zucchero, dentro quelle stupide scatolette! Restano appiccicate come le mosche sul miele! (Le invita  di nuovo a darle ascolto) Signorine, (in cantilena), signorinelle.

LUCIA

Zitta mamma, non vedi che sto chattando!

VINCENZINA

Chissà cosa abbia voluto dire! (Scambia chattare con fiatare) Fiatando? Fiatare? (Più confusa che persuasa) Che forse abbia voluto dire… respirare, o… soffiare…, ma certo! E’ possibile che abbia voluto dire davvero soffiare, soffiare su quei cosi perché non prendano fuoco per tutto il tempo che stanno accesi! (Visto che la prima è intenta, secondo lei, a soffiare nel tablet, chiama l’altra delle figlie) Lucrezia, Lucrezia, figlia mia, ascolta…

LUCREZIA

Non vedi, mamma, che sonu su whatsApp?

VINCENZINA

(Meravigliata) Ma cosa avrà detto mai quest’altra! Ch’è sulla zappa! (Cerca di vedere la zappa) E dove si trova adesso questa zappa! Ma di che zappa parla, se qui non c’è niente. (Entra Peppe, il marito, vestito con abiti da lavoro di contadino e osserva la scena).

PEPPE

E’ da un po’ di tempo che quando entro in questa casa è come se entrassi in chiesa, che silenzio! Come se tutti stessero recitando il rosario. (Alla moglie  a bassa voce) Ma si puo’ sapere che cosa fanno, messe così?

VINCENZINA

Cosa vuoi che ne sappia io! Prova a chiedere a loro! Lucia dice di soffiare dentro quel coso per paura che possa prendere fuoco…

PEPPE

(Non capisce) Umh!?

VINCENZINA

Quella pigrona di Lucrezia dice di trovarsi sulla zappa… ma di che zappa parla non l’ho ancora capito; credimi, a queste due, è da un po’ di tempo che non riesco più a capirle, nemmeno quello che dicono… diciamo dicono, sono sempre appiccicate a quegli aggeggi come fossero delle calamite! E’ da quando si sono levate dal letto che son messe così! E da poi che hanno in mano queste porcherie, preferiscono persino rimanere tutti i giorni in casa! Capisci?

PEPPE

Beh, che stiano in casa mi sta bene, risparmiamo soldi di parrucchier, trucchi, profumi, vestiti… e serve anche a controllarli… con questi tempi che corrono. Però, il fatto che stiano sempre dentro… come fanno a trovarsi un marito, se non escono nemmeno il naso fuori dalla porta!

VINCENZINA

Tu al marito pensi! Nemmeno dici se rimettono apposto il letto quando si alzano, o se fanno i servizi! Il marito, si! Una parola non riescono più a spiaccicarla! Sembrano… (Si spreme cercando la parola giusta) atomi, si, proprio così, atomi!

PEPPE

(Non capisce) Senti, ma… atomi, non sono quelle cose (fa con indice e pollice segno di piccoli) piccole, piccole che si studiano in fisica?

VINCENZINA

Come si vede che sei che sei un somaro. Gli atomi, sono quelle cose che camminano così (fa dei piccoli passi come i robot), senza nemmeno sapere dove vanno! Hai capito adesso?

PEPPE

A me dici somaro! Grandissima capra ballerina! Quelli che camminano come dici tu, si chiamano automi! Hai capito? A-u-to-mi. Invece di leggere sempre cose di chiesa, prova aleggere un buon libro che ti istruisca un pò… (ironico) atomi.

VINCENZINA

Si puo’ sapere, adesso, cosa c’entra la chiesa in questi discorsi?

PEPPE

Certo che c’entra! E come, pure! Non hai appena finito di dire che loro due (indicando le figlie) non fanno più niente?

VINCENZINA

Si, e allora?

PEPPE

E quindi, se non fanno più niente loro, tu, te ne vai in chiesa tutto il santo giorno, si puo’ sapere chi deve svolgere le faccende di casa e aiutare tua madre che, poverina, va cercando in casa lo spirito di tuo padre ch’è morto da tant’anni?

VINCENZINA

Senti, non ricominciamo ancora col discorso chiesa, perché io, da nostro Signore, andrò sempre, che ti piaccia, o no; perché non cerchi invece d’insegnare ai tuoi figli… anziché fare a me le prediche e le messe cantate, di lasciar stare quelle cose che tengono in mano da mattina a sera, e mi aiutino nelle faccende di casa.

PEPPE

Io, io devo insegnarglielo! No tu, che li hai sempre a fianco!

LUCIA

(Stanca di essere disturbata dai genitori, si alza rimproverandoli) Ma papy! Dico! Non avete un altro posto, dove andare a discutere tutti e due!

PEPPE

(Rimane impietrito e la redarguisce) Senti, signorinella, ma stai parlando con me? Non starai per caso dicendo sul serio?

LUCREZIA

(Anche lei disturbata) E certo che dice sulserio! E’ da quando sei arrivato che tu e mamma rumoreggiate con questi discorsi! Tra l’altro, insensati pure.

PEPPE

(Si stropiccia gli occhi e dandosi dei schiaffetti pensando che fosse un sogno) Ma… sto dormendo, o son desto?

VINCENZINA

Più forte, più forte devi darteli, quanto finisci di svegliarti per davvero e cominci con l’insegnare loro un po’ di rispetto giacchè pure quello gli manca. A breve non saremo più in grado di riprenderli, vedi, vedi come ci trattano pur non facendo mancare loro niente!

PEPPE

(Risata sarcastica) Ah ah ah, Ma guarda chi parla... A me dici che mancano di rispetto? Ma almeno a me danno ascolto quando parlo, mentre a te…

VINCENZINA

(Ironica) A me, a me cosa! Grandissimo broccolone che non sei altro! Ho visto come ti hanno dato ascolto… (risata) ah ah ah! (Seria) Ma stai zitto, che tu proprio non dovresti nemmeno parlare, perché se sono cosi, il merito + senz’altro tuo.

PEPPE

E certo, poteva essere diversamente! Quanto meno spiegami perchè?

VINCENZINA

(Ironica) Voi dunque pure che ti spieghi il perché! (Imitando il marito) Poverini, sti figlioli… glielo compriamo un regalino? (ritornano a parlare normale e un po’ adirata) Mentre noi ci accontentiamo di mangiare pane e cipolla, (di nuovo con la voce del marito). Vincenzina, i ragazzi hanno bisogno di indumenti nuovi… (ritorna a parlare normale), anche se quelli che hanno sono ancora buoni, mentre io, la vesta devo girarla davanti e di dietro per mostrarla diversa, ma  a loro i vestiti nuovi dobbiamo comprarglieli! Se no, i compagni cosa possono pensare. (Ritorna aparlare come il marito, ma lui la interrompe) Sai, Vincenzina…

PEPPE

E basta, basta! Vuoi spiegarmi cosa c’entra adesso questo discorso con i regali? Sono il loro padre e non voglio che manchi loro qualcosa.

VINCENZINA

I nopstri figli, più hanno e più vogliono; vuo capire o no!

LUCIA:

Sentite io mi sono proprio rotta! Vado in camera mia… siete peggio dei bambini!

PEPPE:

Eh no! Tu non vai da nessuna parte! Senti giovane, non cominciamo adesso a pisciare fuori il vaso da notte! Se pensi di esserti rotta, io sono in grado, con un paio di ceffoni, a rimetterti i pezzi tutti apposto! Tu guarda cosa mi tocca pure sentire! Mi sono rotta…. A me!

VINCENZINA

(Alla figlia) E guarda che se non cambi questo tuo modo di fare, anch’io sarei in grado di finire di romperti…

LUCIA.

(Esce dalla stanza annuendo) Ok ok! Ora pure alle mani siamo arrivati!

IGNAZIO

(Entra con in mano un telefonino degli ultimi modelli, di quelli piatti e grandicelli. Un po’ dispiaciuto per la scelta della DSL e quindi per evitare di prendere qualche grosso rimprovero per quella iniziativa che, come spesa, ricadrà sempre nelle tasche dei genitori) Sapete…

PEPPE

Che cosa c’è che ancora non sappiamo? Cos’hai pure tu da dirci?

IGNAZIO

(Imbarazzato) C’è che io…

VINCENZINA

(Preoccupatissima, vedendolo serio) Io, io… cosa? Parla, che t’è successo figlio mio, di tanto grave?

IGNAZIO

Ho preso… ho preso…

PEPPE

Vuoi deciderti, o no, a dire cos’hai preso?

IGNAZIO

(Intristito) Sappiate, prima che ve lo dica, che dovete… però… uscire… un po’ di soldi.

PEPPI

E ti pareva! In questa casa, con te e le tue sorelle, si deve sempre parlare di uscire soldi, soldi e soldi! Ci vorrebbe una macchina stampa soldi, solo per voi tre!

VINCENZINA

(Al marito) Basta adesso, non vedi com’è dispiaciuto, poverino! Non sappiamo nemmeno che ha e di cosa si tratta! (Al figlio, molto preoccupata) Non starlo a sentire tuo padre, parla, che c’è figlio mio, che cosa hai preso? Dillo a mamma tua.

IGNAZIO

Ieri… ho… contratto…

VINCENZINA

(Grida allarmata) Oh, Madonna delle Grazie! Chi ti ha contagiato! Cos’hai preso? Parla.

IGNAZIO

Insomma… ho preso… la DSL, e…

VINCENZINA

(Allarmatissima) Che porcherie! Dove, quando, come, con chi?

PEPPE

(I due genitori non capiscono, si allarmano e li assale la paura del contagio) E chi è stato, dov’è stato, com’è stato, quando è stato?

VINCENZINA

(Preoccupatissima) Oh, Madonna! Figlio mio, e com’è potutuo succedere!

IGNAZIO

(Avvicinandosi a suo padre per spiegargli meglio) Papà, io…

PEPPE

(Ha paura di essere contagiato) Non avvicinarti sai! Non mi toccare! Non voglio che mi contagi.

IGNAZIO

(Cerca di avvicinarsi alla mamma) Mamma…

VINCENZINA

(Scappa a mettersi dall’altro lato del tavolo) Non mi sfiorare, sai! Oh Madonna, l’ADS ha preso! Scappa Peppe, corri a chiamare il dottore! Lesto, che nostro figlio è infetto! (Rivolgendosi al figlio) Con chi, con chi sei stato, figlio sciagurato! (Si tocca dalla parte del cuore) Ahi, ahi! Il cuore, ho dolori al cuore!

PEPPE

(Ignazino s’era riavvicinato a suo padre che si allarma) Non avvicinarti, sai! Io… ti voglio bene assai, però voglio ancora vivere; allontanati da me!

VINCENZINA

(Piange disperata come se il figlio fosse in punta di morte) Lasciatemi, lasciatemi! Sto morendo! Mio figlio ha l’ADS… ahi, che dolore! Sto morendo! Mio figlio ha l’ADS… Ahi, che dolore!  Lasciatemi, lasciatemi!

PEPPE

Vincenzina, guarda che nessuno ti trattiene; siedi invece, e non agitarti più se non vuoi che il cuore ti esca dal petto.

VINCENZINA

(Tornando in se) Presto Peppe, portiamolo in ospedale, su! (Intanto, Peppe, si era munito di alcool e panno per disinfettare tutto ciò che toccherà il figlio). Cosa stai facendo?

PEPPE

Comincio con lo sterilizzare i micobri, per evitare che attacchino (errori voluti).

IGNAZIO

(Alzando la voce) Adesso basta! Ma che cosa avete capito? Io non ho detto aids, ma adsl!

VINCENZINA

Perché gridi? Cosa cambia s’è ADS, o DSL come dici; sempre malattia grave è!

IGNAZIO

Smettila adesso, mamma! La ADSL non è una malattia; è una linea che serve per navigare.

PEPPE

(Non capisce) Allora è segno che… non muori più? (Ignazio fa segno di no) Che possa morire subito! Un colpo mi stavi facendo prendere!

IGNAZIO

Ancora con questo morire! Questo è un mezzo che ti permette di navigare molto velocemente!

PEPPE

Niente meno! Allora non si naviga più con le navi, gli aliscafi, le barche? Ora è con questo mezzo che si naviga? Ma guardo un po’, con queste modernità, quanti mezzi che inventano, non si capisce più niente! Ne soprono una al minuto! Di…, grande è? Quanto una nave di quelle di crociera, dove c’è pure la piscina, il campo di calcio…?

IGNAZIO

(Lo interrompe) …Il manicomio…

VINCENZINA

No! Pure l’ospedale c’è? Ma allora è davvero grande!

IGNAZIO

Ma cosa avete capito! La DSL è una linea che serve a navigare più veloce in internet, no a navigare a mare! Mamma, papà, aggiornatevi!

PEPPE

(Peppe annuisce come se avesse capito) Ah!!! Niente meno!!!

VINCENZINA

(A Peppe, sotto voce) Ma tu sei riuscito a capire qualcosa?

PEPPE

(Peppe non ha capito ed alza le spalle) Veramente… no. Va beh, dopo ne parliamo.

IGNAZIO

Avete capito adesso?

PEPPE E VINCENZINA

Che cosa credevi che ervamo ignoranti. Certo che abbiamo capito!

IGNAZIO

Ok, allora vado in camera mia che ho da fare (esce).

VINCENZINA

Ero convinta che stesse venendomi un infarto! Io ero certa che stesse morendo davvero! E invece… Dai Peppe, ora mi spieghi cos’è la AIDS… o… non hai capito nemmeno tu!

PEPPE

(Impacciato, inizia ad inventare) Io; non ho capito io dici! Oh, sciocca! Senti e ascolta bene. (Cattedratico) Allora, cara moglie... la AIDS è una cosa che… va veloce, per esempio… tu prendi il treno! Ecco, questa è più veloce assai!

VINCENZINA

Bhi! Più veloce del treno di quelli che ci sono in Sicilia, o di quelli rossi che ci sono da Roma in su?

PEPPE

Quale Sicilia e Calabria! Da Roma in su!

VINCENZINA

Ah, si! E… scusa, dove va?

PEPPE

Eh, questa va lontano! Lontano, lontano! Passa dal mare… ma non è una barca! Nemmeno una nave! Insomma, è una cosa che serve per viaggiare. Oh!!! Hai capito adesso?

VINCENZINA

Veramente… no. E’ sono certa che nemmeno tu hai capito quello che hai detto.

PEPPE

Ecco, vedi? Lo dicevo che sei una ignorante patentata; ma è possibile che non capisci niente. Senti che fai, vai in cucina e prepara qualcosa da mettere sotto i denti, perché continuare a parlare di certe cose con te, è solo tempo sprecato. (esce).

VINCENZINA

Non è che cerca di spiegarlo meglio, no! E senti, ma… è una cosa che viaggia a benzina, a gas o a petrolio? (Peppe non risponde) ...Boh! Chi ci capisci è bravo. Forse è meglio che vada in cucina, se no, oggi si rischia di non mangiare.

CARMELA

(Entra la suocera Carmela che già, da qualche tempo, ha cominciato a dare i numeri) Ciao Peppe, dove sei stato? Pensavo che fossi morto… ah ah ha ah (risata a crepapelle).

PEPPE

(Prima si tocca) Tieh! A lei dovrebbero invece irrigidirsi le gambe e seccargli la lingua! Quanto è scherzosa!

CARMELA

Dovè quella rimbambita di mia figlia, se n’è fuggita?

PEPPE

Si, si, se n’è fuggita in cucina, e ha fatto pure bene.

CARMELA

(Premurosa) Che cosa aspetti, chiamala! Su, corri, svelto che ho da dirle una cosa; che stai a guardare come un cretino, vai!

PEPPE

Si calmi, su!!! E’ molto elettrizzata quest’oggi! Vincenzina, Vincenzina! Corri, lesta che ti vuole tua madre!

VINCENZINA

(Entra allarmata) Che c’è? Cos’è successo? Mamma, che cos’hai? Ti sienti male? Chiamo il dottore?

CARMELA

A me sembra che sia tu ad avere bisogno del medico, io sto benissimo! Senti invece cos’ho da dirti, questa notte mi sono svegliata che mi scappava… (indicando il basso ventre) quella cosa li… tu mi capisci; ho provato a farla e mi sono sentita toccare a spalla; dalla paura, subito mi spostai e…, insomma… pisciai fuori del vaso da notte, e ora c’è da pulire, ecco.

PEPPE

(Facendo una brutta smorfia nauseabonda e stringendosi il naso con indice e pollice) Che schifo!

CARMELA

Cos’è, a te mai scappa, pesce stocco che non sei altro?

VINCENZINA

(Alludendo anche al discorso di prima con le sue figlie) Non le dia retta, che a tutti scappa! Mamma (mamma), quante volte ho da dirtelo che devi dormire tranquilla; nessuno c’è che ti tocca, e spriti non ce ne sono! Vuoi capire per una volta è per tutte che gli spiriti non esistono!

CARMELA

(Rimane a fissarla impietrita, poi la rimprovera) Tu guarda questa! Non basta (indicando Peppi) lui, pure tu ora! Gli spiriti esistono! Dammi ascolto, e quewsto che mi tocca, è sicuramente la buonanima di tuo padre, perché da vivo era sempre voglioso di fare… tu mi capisci, e ora da morto, mi cerca ancora.

VINCENZINA

Vedo che sia inutile parlare con te di questo; ti sei interstardita così e non c’è verso a farti cambiare argomento..

PEPPE

(Ironico) Ma poi, dico io, questo mio suocero… (facendosi il segno della croce e guardando in alto) pace a l’anima sua, con quantebelle donne che ci sono li sopra, ancora pensa e gli interessa di venire a bussare alla sua spalla! (Ride) Ah, ah, ah…

CARMELA

Attento a parlare tu, grandissimo caprone, appena mori tu, voglio vedere chi ha da venire a toccarti.

PEPPE

(Alterato e toccandosi ancora) E ancora ci torna con questo augurio di morte! Io, se proprio vuole sapere, non morirò mai, perché sono… immortalato!

VINCENZINA

Senti, immortalato, porta rispetto a mia madre, e abbassa la voce, prima che ti rompa questo bastone  di scopa in testa.

PEPPE

E va bene, va bene! Se le cose stanno così, vuol dire che tolgo il disturbo; arrivederci (esce).

CARMELA

Si può sapere come hai fatto a innamorarti di questo insensato? Sembra un pesce stocco che aspetta di essere bollito.

VINCENZINA

Lascia peredere questi discorsi, e parliamo d’altro; si può sapere perché ti sei fissata con questi discorsi di paranormale? Vuoi capire, o no, che papà non c’è più! Adesso, lui sta riposando… li sopra, e scendere non può più.

CARMELA

E insisti! T’ho detto che tuo padre è ancora qui, ed io lo sento sempre… gli parlo pure, vuoi capirlo, o no! Ma se poco fa ti ho finito di dire che mi toccò la spalla! E… se ci tieni proprio a sapere, io, con lui faccio ancora… quelle (riferendosi a fare l’amore) porcherie; Se non mi volete credere, che colpa ne ho io, che ci posso fare!

VINCENZINA

Ah, però! Gli parli pure e… fai pure, quelle… porcherie! Questa mi mancava, non me l’avevi ancora detto! (Tra se) Apposto siamo, ci mancava solo questa! Ascolta mamma, io adesso non ho più tempo di parlare, ho il sugo sul fuoco e rischia di appigliare, aspetta qui, buona buona e senza combinare guai, che a momenti torno, se no non abbiamo che mangiare.Va bene? (esce).

CARMELA

(Va ad accertarsi dell’uscita di Vincenzina e corre a chiamare, in un posto a soggetto, il suo presunto spirito di Luciano il marito defunto) Luciano, Luciano! Vieni, esci, è andata via ti ho detto! (Come se lo avesse accanto) Vedi, vedi che non vogliono credermi che tu sei qui con me! Pensano che sia pazza e che dia numeri; ti prego, aiutami a fargli capire che sia vero tutto questo, fammi questo favore… (instaura un dialogo col presunto marito come se egli gli rispondesse). Cosa! Non puoi! Perchè? E va bene, va bene, non serve che t’arrabi! Come dici? Se vogliono, ci credono, se no, peggio per loro? Si, è vero, forse hai ragione. Come? Se credo in Dio dici? E certo che credo! Se lo vedo, dici? No, non l’ho mai visto, ma lo stesso continuo a crederci. Ah, mi hai solo voluto fare un esempio! E certo, se uno a fede, crede anche in ciò che non vede. Ora, stammi a sentire, la notte non farmi più questi scherzi di bussare alle mie spalle mentre dormu, potresti anche farmi prendere un colpo, sai! E ora… per favore, aiutami a far capire loro che il paranormale esiste, fa loro un segno quanto capiscano e non credono più che sia diventata davvero pazza! Che dici? Vuoi che lo faccia io! E Come?  Ah, devo attaccare… i fili… sai ch’è una bella idea! Ora ci pensu io. (Fa finta di legare, con un sottilissimo filo di nailon, delle cose che già erano state preparate prima e che manovrerà, da dietro le quinte, chi farà la parte del tecnico che entrerà alla fine per la morale). Credo che così vada bene? Il filo lo metto qua, quanto non dia all’occhio, e quando è ora… (Si sente arrivare qualcuno e si preoccupa rivolgendosi all’invisibile Luciano). Scappa, scappa che son qui! Nasconditi dietro la sedia. Abbassati, abbassati! (Entra Lucia che aveva dimenticato il telefonino sul divano, non lo vedrà perché era sotto il plaid).

LUCIA

Ciao nonna, hai visto il mio iPhone?

CARMELA

E qui vieni, a cercare l’asciugacapelli!

LUCIA

Nonna, parlavo dell’iPhone! (Si avvia a cercare vicino la sedia, dove s’è nascosto il presunto Luciano).

CARMELA

(Preoccupata che potesse vedere il marito) No, no, li no! (Adirata) No ti ho detto!

LUCIA

(Facendo un soprassalto) Nonna, mi hai fatto venire un colpo! Ma cos’hai che gridi così?

CARMELA

Avevo paura che tu vedessi…

LUCIA

(Che non capisce) L’iPhone?

CARMELA

No! Volevo dire... si, si, il fono, si!

LUCIA

In questa casa, stanno diventando tutti matti, nessuno più mi capisce! (Esce borbottando).

CARMELA

(A bassa voce e guardinga) Vieni fuori, sono andati via. Senti che facciamo; nasconditi sotto la mia vestaglia e andiamo nella mia stanza, prima che si accorgono di te. (Si avvia verso la porta tenendosi il vestito e ondeggiando avanti e indietro come se qualcuno le facesse il solletico) Ahahaha! Finiscila di solleticarmi! Ah ah ah! Smettila ti dico! Guarda che ti faccio uscire da li sotto!

IGNAZIO

(Entra e osserva sbalordito la nonna)

Nonna, ma che fai balli?

CARMELA

Si si, ballo; perché guardi con quegli occhi sbarrati? Non hai mai visto ballare una persona?

IGNAZIO

(Imbarazzato) No no, certo che ho visto persone ballare! Ma… nessuna senza musica...

CARMELA

Chi t’ha detto che non ci sia la musica! Io la tengo nel cuore la musica, sai! (Fa avvicinare il nipote al petto) Senti? E poi, quanto che dire per due semplici passi di ballo! Basta, forse è meglio che vada nella mia stanza a ballare (esce a passo di ballo).

IGNAZIO

(La guarda uscire sbalordito) Mah, chi ci capisce e bravo... (squilla il suo cellulare e risponde) Pronto? Eih, ciao... si si... ho gia parlato con i miei, ma certo che ho spiegato tutto! E sono d'accordo. (mentre entrano le sorelle che ascolteranno la conversazione del fratello) Ok ok, allora aspetto che venite ad istallarla; si si, a presto! (Si rivolge alle sorelle) Appena avremo l'adsl potremo navigare con i wifi senza riduzione di velocita', ma sopratutto illimitatamente...

LUCREZIA

(Entusiasta) Fantastico fratellone! Lucia, hai sentito? Ebay, You tube, twitter, ventiquattr’ore su ventiquattr’ore, senza limiti!

LUCIA

(Contenta anche lei) Siiii!!! ogni tanto in questa casa si parla di qualcosa d'interessante! (A lucrezia) Scusa sorellina non e che… potresti prestarmi il tuo tablet un attimo, io ho la connessione lenta...

LUCREZIA

Ok, basta che ti sbrighi, stavo commentando una foto su facebook...

IGNAZIO

Aspettate, facciamoci un selfie e lo pubblichiamo subito!

LUCREZIA E LUCIA

Ok (si mettono in posa e si scatteranno alcune foto...)

PEPPE

(Entrando vede di spalle i suoi figli vicini vicino come se si stessero abbracciando, preso dall'emozione) Che sono bravi questi miei figlioli, e quanto si vogliono bene! Guarda come sono messi. E io che pensavo… (Si accorge ch’è tutta una montatura solo per farsi la foto, poi ognuno tornerà a fare le sue cose per conto proprio... continua deluso) Ah, per questo erano messi così! (Tono normale) Buongiorno figli miei!

LUCREZIA

Buongiorno papy.

LUCIA

Giorno papy.

IGNAZIO

Ciao papa', ascolta, ho appena concluso l'accordo con quelli dell'adsl, a breve verranno a mettere la linea.

PEPPE

(Che ancora non ha capito cosa sia adsl, ma finge di sapere per non farsi scoprire ignorante) Qui, ma come… proprio qui devono metterla? Capisci il traffico che si viene a creare con tutta la gente che entra ed esce! E poi… Pensi che ci entri qui, la DIES… come dici tu? Non credi che sia piccolo questo posto…

IGNAZIO

(Ridendo a crepapaelle) Ah ah ah! Papa', sei sempre scherzoso; tranquillo che ci va in questa casa... tu non pensarci lascia fare a me...

PEPPE

Io e tua madre, sempre a voi dobbiamo lasciar fare, per finire d’arricchire.

LUCREZIA

Grazie papa' per l'ADSL, sei il miglior papa' del mondo... (va ad abbracciare il padre).

LUCIA

Sono felice di avere un papa' come te, grazie... (va ad abbracciare il padre).

PEPPE

(Preso da tutte le smancerie dei figli) Riuscite sempre a farmi fare ciò che volete... e va bene, figli miei, per voi questo ed altro... evviva la adsl, siete contenti? Anzi, visto che siete contenti, vi prometto che appena arriva ssa dsl, pure io farò un bel viaggio!

I FIGLI

(Ridono convinti che il padre stia scherzando con loro) Ah ah ah ah! Ha proprio ragione la mamma, quando dice che sei sempre scherzoso...

PEPPE

A proposito, dov’è vostra madre? (Gridando verso la porta della cucina) Vincenzina, Vincenzina! Oggi non si mangia?

VINCENZINA

(Da fuori) Certo che si mangia! Pero'… Se qualche signorinella cominciasse ad apparecchiare, ci sbrigheremmo prima, ed io sarei più contenta.

PEPPE

Forza Lucia, Lucrezia aiutate la mamma, dovete per forza farvi rimproverare; e apparecchiate, su, su sbrigatevi!

LUCIA

(Che sta giocando con il telefono) Adesso non posso, magari piu tardi, ok?!

PEPPE

Certo, così mangiamo sta notte, o forse… non mangiamo per niente... (A Lucrezia) Corri, vai pure tu!

LUCREZIA

Senti papy, sto chattando con Alex, e non posso lasciarlo cosi…

PEPPE

Va beni, ho capito! (Rivolto hai figli) Santa pigrizia, non l’abbandonare. Ora, come viene vostra madre, sentirete che opera farà!

LUCIA

E tu dille qualcosa in nostro favore...

VINCENZINA

(Entra con in mano la tovaglia posate bicchieri...) Non vi rompete le gambe ad aiutarmi a prendere queste cose che stanno cadendomi dalle mani! Che fortuna ho avuto con voi! Sembro una cameriera e un magiordomo nello stesso tempo, dentro casa mia! (Itre non si scompongono e continuano col celluklare e tablet) Ehi, parlo con voi, signori!

PEPPE

(Per coprire i figli) Ssss! E lasciali stare, non vedi che i ragazzi hanno da fare!

VINCENZINA

(Arrabbiata e scontrosa) Ah, hanno da fare E dimmi, tu che dafare hai?

PEPPE

Io non ho nessun da fare.

VINCENZINA

(Ironica) Ah, si! Allora, poiché non hai nesun da fare, e le… ragazze, vuoi che non si scomodino, alzati il culo dalla sedia e vieni ad aiutarmi, se vuoi ancora che… si mangi.

PEPPE

Wueee! E com’è finita qui! Io sono stanco di stare sempre a zappare la terra tutto il giorno, e tu non puoi....

VINCENZINA

Non posso… cosa? (Decisa) Zitto, sai! E apparecchia! (I tre figli non si scompongono per niente, sono sempre intente col cellulare) Non è con me che devi fare lo scaltro, e smettila, prima che faccio volare piatti e pignate dalla finestra!

PEPPE

(Facendo il segno del soldato) Agli ordini capitano! (Aiuta la moglie ad apparecchiare)

VINCENZINA

Ignazio, va a chiamare la nonna, e dille che è pronto da mangiare.

IGNAZIO

(Quasi seccato di essere stato disturbato) Con quanti ce ne sono, giusto a me hai da comandare! (Peppe mette mano a una sedia come per dargliela in esta) Ok, vado...

PEPPE

Allora servono ancora le buone maniere per ottenere i risultati!

VINCENZINA

(Si avvicina alle figlie) Signorine, scusate, ma… non è che potreste scomodarvi a mangiare?

LUCREZIA E LUCIA

Arriviamo, mamma!

CARMELA

(Entrando con Ignazio) Che odore di cose buone! Ignazio, sempre l’ho detto che le mani di quella sconclusionata di tua madre sono d’oro!

PEPPE

Si, si, oro; magari lo fossero! A quest’ora saremmo ricchi!

CARMELA

Senti, grandissimo cetriolo, sposando mia figlia hai fatto tredici!

PEPPE

(Ironico) E mittendomi in casa anche lei, ho finito di fare quattordici (ride). Ah ah ah ah...

VINCENZINA

Non pensate sia ora di smetterla e di prendere ognuno il suo posto.

LUCREZIA

(Si avvicina a tavola sempre col telefonino in mano acceso e s’accorge che da lei mancano le posate) Scusate… a me mancano le posate, mamma!

LUCIA

Anche a me!

VINCENZINA

(Vincenzina, Peppe e Carmela erano già seduti, e Vicenzina, con estrema ironia, rimprovera il marito invitandolo ad alzarsi per andare a prendere le posate) Ma come, ancora nseduto stai! (Peppe non capisce e guarda sbalordito, mentre lei continua ironica) Non vedi che ai tuoi figli mancano le posate! Alzati e vallii a prendere! (Ancora più ironica, alle loro figlie) Eh, perdonatelo, poverino, certe cose non riesce a capirlei! (Adirata) Io, uno di questi giorni, questi aggeggini che avete sempre nelle mani, li prendo e li metto dentro il secchio pieno d’acqua! Quanto vediamo se può finalmente finire sta storia e capire che qui dentro serve una mano d’aiuto.

PEPPE

(Alla moglie cercando di rabbonirla) E basta Vincenzina, che ora vedrai, come montano questa (errore voluto) sisal…

VINCENZINA

L’enalottu, si!

LUCREZIA

Adsl, adsl, papy!

PEPPE

E si, si, quella li! Vedrai che subito finirà questo continuo stare sempre con quelle cose in mano; vero Lucrezia?

LUCREZIA

Ma… papy!

LUCIA

Allora non l’hai ancora capito cos’è la Adsl, papy!

PEPPE

Certo che l’ho capito, ed è appunto per questo che voglio fare capire a vostra madre che con questa linea che devono montare qui e con questo via vai di gente che ci sarà, voi non avrete più tempo di guardare più quelle cose che vi fanno perdere di apprezzare le cose belle della vita. Sembrate dei…

VINCENZINA

Atomi, si, propriu così, atomi!

PEPPE

Ancora con gli atomi ricominciamo!

VINCENZINA

Ah, già, gli atomi non sono quelli che camminano così (facendo dei piccoli passi come i robot).

PEPPE

Ecco, brava, vedi che cominci a capire! (Alle figlie) Avete capito a cosa mi riferivo? Robot.

CARMELA

E’ possibile che ogni volta che dobbiamo mangiare, ho sempre da sentire comizi e messe cantate!

LUCREZIA

(Leggerà qualcosa sul suo cellulare e inizierà a ridere a crepapelle) ahahahaha!

PEPPE

E beh, io non ci trovo proprio niente da ridere? Tua nonna ha solo detto la verità, quindi…

LUCREZIA

No, no papy, scusami, non rido per la nonna, non sono riuscita a trattenermi per… (continua a pensarci e ride) ahahahah!

PEPPE

E continui pure! Ma… a trattenerti… di cosa? Non è che te la sei fatta addosso… come tua nonna?

CARMELA

Oh, non ricominciamo! Vedi che io non mi sono fatta niente addosso; ho solo sbagliato perché mi sono sentita toccare allle spalle da tuo suocero e…

PEPPE

E già, vero è! Me l’ero scordato, il para… normale (ride).

LUCREZIA

Papà, ma cosa dici! Più cresco, e più mi accorgo che siete proprio strani; il paranormale non esiste! (Carmela va a sedersi vicino il capo dei fili da manovrare che le aveva suggerito di attaccare suo marito defunto e, con la mano, in modo che gli altri non capiscano, si vede, prima, salire e scendere un quadro alla parete e, mentre tutti guardano impietriti, il quadro che saliva e scendeva, si vede volare dal mobile, un vaso con i fiori già legato prima con un sottilissimo filo di nailon. Tutti rimangono scioccati; c’è chi salirà sulla sedia c’è chi si nasconderà dietro di un altro… insomma, allarmismo generale).

CARMELA

(Rimasta impassibile, invita Janu, con la voce come se venisse dell’aldilà a smettere) Basta, basta Luciano, che tutti di sopra si son fatti!

LUCREZIA

(Tutti impauriti) Io… io non ne ho più fame!

LUCIA

Io scappo nella mia stanza!

CARMELA

(Sempre con quella voce come se venisse dell’aldilà) Ti conviene stare qui; li dentro sarai sola.

LUCIA

Smettila nonna, che non è momento questo. (Il quadro riprende a fare sali scende).

VINCENZINA

Corri Lucrezia, vai a fermare quel quadro, prima che si rompa!

LUCREZIA

(Scioccata) Che-che che-che co-cosa?

PEPPE

Vacci tu Ignazio, che sei maschio, e le fai vedere come si fa.

IGNAZIO

Pe-per me, il qua-quadro pu-può fa-fare sa-sali e scende fi-fino a do-domani. (Il quadro si ferma e tutti si guardano smarriti tranne Carmela che, accortasi del loro allarmismo e avendo accanto una pentola, batte il coperchio della pentola sulla pentola stessa facendoli sussultare. Fuggi, fuggi generale, tranne Carmela che ride vedendoli scappare).

CARMELA

(Con voce d’oltretomba) Vinecenzina, Lucrezia, dove andate! (Dalla porta di dove sono usciti, si rivedono comparire le teste di tutti, tranne Ignaziono che è rimasto in bagno, una su l’altra che spiano se tutto fosse finito e, vedendo la nonna che se la spassa ridendo, entrano… sempre guardinghi, a riprendere il loro posto a tavola).

VINCENZINA

(S’accorge che manca Ignazio) E Ignazio dov’è?

PEPPE

Faceva puzza da morire! Sarà sicuramente rimasto in bagno a cambiarsi.

LUCIA

(Cerca il, cellulare) Ma dov’è andato a finire il mio cellulare?

LUCREZIA

(Che cervava anch’essa) Anche il mio non riesco a trovare!

VINCENZINA

Puo’ essere che sia rimasto sotto il cuscino del divano.

LUCIA

(Ha paura ad andare dove c’è il divano) Per me può rimanerci!

PEPPE

Aspettate che vado io. Ma intanto com’è potuto succedere tutto questo? E a voi, dopo quello che è successo, v’interessa cercare i telefonini!

LUCREZIA

Papà, tu e la mamma siete più strani di quanto è accaduto, è possibbile che non riusciate a capire!

PEPPE

Noi siamo strani? E voi giovani, che sembrate delle mummie con quelle cose sempre in mano! Ma prima o poi, saprò io come fare! (Rientra Ignazino che toccandosi il fondo dei pantaloni e odorandosi la mano facendo smorfie.) Senti Ignazino, più tardi, mi vieni a dare una mano a salire del fieno sul fienile per le bestie, che sta per arrivare l’inverno?

IGNAZIO

(Quasi scandalizzato) Che cosa? Dai papà non scherzare! (Portando la mano al petto) Mi vuoi far venire un infarto? Me lo sono scampato proprio adesso! Certo che no! No, no no,  non ci penso proprio!

PEPPE

Ah, per pigliare l’aidies, questo nuovo mezzo di trasportu che è veloce, non ti viene l’infarto? Quando andrai veloce da mancarti l’aria, non venirmi a cercare che non voglio sapere niente! (fa il segno della croce rivolto verso l’alto) Signore, pensaci tu… (Lucia si fa un selfie con il piatto vicino la faccia come se volesse mangiare, e  mandarlo ad un’amica)

VINCENZINA

Lucia, cosa fai col piatto vicino le orecchia? Non è che ti sei messa a giocare pure col mangiare! Oh, Madonna, non ci sto capendo più niente… (si avvicina a Peppe). Peppe, il problema comincia a diventare serio… vuoi fare, o no, sta voce grossa!

PEPPE

(Che non sa fare il duro, ma non può nemmeno tirarsi indietro davanti a sua moglie, si alza e, battendo la mano sul tavolo, come se fosse molto arrabbiato) Adesso basta! Quando si mangia, non voglio più che teniate queste cose in mano, quando siamo seduti a tavola devono scomparire immediatamente! Va bene? Avete capito? Oooooh, e non fatemelo ripetere più  che già sono stanco di ripetere sempre le stesse cose! (A sua moglie a bassa voce) Come ci sono andato? Pensi che si siano mortificati?

VINCENZINA

Chi… loro? Più forte, più forte devi gridare se vuoi che sentano!

PEPPE

(Di nuovo arrabbiato verso i suoi figli) Basta! Non se ne può più! Mi avete pure fatto passare la fame; e adesso me ne vado per non rodermi più il fegato… (fa occhio a Vincenzina ed esce come se fosse soddisfatto del suo fare).

CARMELA

Porco di un demonio infame! Questa volta davvero incazzato m’è sembrato! Vero, Vincè?

VINCENZINA

Eh, avoglia!

CARMELA

Io per oggi la pancia me la sono riempita e posso pure andare a riposare (uscirà soddisfatta).

LUCIA

(Riceve una telefonata) Pronto? Ehi, ciao! Si aspetta un attimo che vado in camera mia, così possiamo parlare con più tranquillità.

VINCENZINA

Lucia, hai finito di mangiare?

LUCIA

Si si mamma, tranquilla, era tutto buonissimo (esce).

LUCREZIA

Ignazio, scusa, potresti aiutarmi a trovare un programma per modificare le foto? Devo fare uno scherzo a una persona.

IGNAZIO

Si con tanto piacere andiamo di là che ci penso io (escono).

VINCENZINA

(Rimane di stucco vedendosi sola a tavola… Appoggia i gomiti sul tavolo come se fosse stanca e pensierosa) Ecco qua, da buona famiglia che eravamo, amorevoli, uniti… adesso, il risultato è questo, che sono anche rimasta sola a tavola. Quanto era bello prima, dopo mangiato si rimaneva tutti uniti a parlare, schiacciare mandorle, noci… a ridere e scherzare raccontando cose  di un tempo… mentre ora, invece, siamo presi da troppe cose che hanno nessun valore, si corre come fossimo dei dannati, chi fugge a destra, chi scappa a sinistra… questa (errori voluti) tecnolologia… come schifo si dice, è rovina famiglie, punto. Lo zucchero è bello sino a quando non rovina le pietanze. (Rimproverando se stessa) E ora, su Vincenzina, che aspetti ad alzarti e a sparecchiare, che dopo hai pure da stirare, lavare, passare lo straccio…  (inizia a sparecchiare). Che gioventù bruciata. Ai miei tempi, prima s’aiutava a fare le faccende di casa e poi ci sedevamo tutti a cucire, chi al telaio, chi a fare sciarpe e maglioni di lana… pure le calze da notte; ricordo tutti attorno al braciere a raccontare di fate, principi, maghi… Bei tempi. I vecchi proverbi non sbagliano mai: “Era meglio quando si stava peggio”.  (Carmela che guardava la scena, tira il filo e fa cadere un altro oggetto dal mobile. Vicenzina scappa tenendo stretta a se la tovaglia da tavola).

FINE PRIMO ATTO

SECONDO ATTO

(Scena come prima)

VINCENZINA

(In scena Vicenzina che stira e Lucia che starà sul divano a chattare. Come se borbottasse) No no! Io no ce la faccio più! Sono stanca, prima o dopo me ne scappo da questa casa che, tra l’altro e pure piena di spiriti, e vi mando a quel paese a tutti e quanti siete! Vergogna! Nessuno, dico nessuno si preoccupa di dire: diamo una mano d’aiuto a quella povera disgraziata… che sarei io, che non si ferma mai un minuto. No, no, no, no no! Un giorno di questi me ne scappo davvero di notte e notte!

LUCIA

(Che ha sentito la mamma parlare in quel modo vuole farla uscire un pò da questa vita e farle conoscere il mondo di internet per potersi passare un pò il tempo) Su, mamma, no dire queste cose! La vita è così bella!

VINCENZINA

E certo! Per voi che non fate niente da mattina a sera è bella… Quel sedere vi sta diventando grande come quello dei camionisti!

LUCIA

(Meravigliata) I camionisti! E tu come fai a sapere queste cose?

VINCENZINA

Come, come faccio! Non vedi che sedere grande che ha il marito di donna Rosalia, quello che fa i viaggi col camion dal sud al continente! Per non parlare del signor Giovanni che l’ha così grande quel culo, che la moglie tiene perfino due sedie legate per farlo sedere!

LUCIA

Su mamma, smettila adesso e dammi ascolto invece; tu conosci la signora Rosaria, la nostra vicina di casa? Si è messa con facebook!

VINCENZINA

(Scandalizzata per non aver capito) Con chi? Che porcherie! Quante cose che si sentono! E chi è questo tizio? Del paese è? Come hai detto che si chiama? Oh, Madonna, che vergogna!

LUCIA

Ma quando mai! Non si è messa con nessuno! E’ su facebook!

  

VINCENZINA

E certo che è sulla bocca! Sulla bocca di tutti, magari! Vergogna, non hanno più che sentire le mie orecchie!

LUCIA

Ma cos’hai capito, mamma! Facebook, non è una bocca, e nemmeno una persona! E’ un posto dove puoi stare insieme a tanti amici…

VINCENZINA

Ma cosa dici! Non riusciamo nemmeno a stare qui fra di noi che ci conosciamo… e anche in famiglia, e vuoi che si possa stare con altri che nemmeno sappiami chi siano! Non vedi che non abbiamo nemmeno il tempo di ingoiare l’ultimo boccone, e subito scappiamo a destra e a manca a prendere i telefonini! Questa è la vera e più pericolosa droga dei tempi moderni! Stiamo diventando tutti schiavi di queste scatolette.

LUCIA

Ma di che schiavi parli. Sai perché tu dici questo? Perché non sai cos’è facebook. E’ meraviglioso! Offre tante opportunità! Oltre a conoscere gente nuova, puoi anche conoscere posti diversi! Pensa, persino il mondo intero!

VINCENZINA

(Che pare cominci a capire, sbalordisce) Come, come! Il mondo intero? Non è possibile… come fai? Ti metti a cavallo su questa scatoletta e ti conduce, dove vuoi? E… scusa, dove ti tieni?

LUCIA

Non proprio così, ma quasi quasi hai azzeccato.

VINCENZINA

Niente meno! Tutto… il mondo, hai detto? E quindi, allora…, questa megera di donna Rosaria è pure li… in quel coso?

LUCIA

Si Mamma, e dovresti vedere i selfie che si fa!

VINCENZINA

Ah, si! Balla pure?

LUCIA

Che centra il ballo adesso!

VINCENZINA

Ma come, Lucia, se hai appena finito di dire che fa il self; non è un ballo come… il twist?

LUCIA

Ma quando mai! Il selfie è… ancora meglio del ballo!

VINCENZINA

(Posa ferro e biancheria e si siede sul divano per sbirciare nei profili delle vicine) Vediamo, fammi vedere questo… freiscos, puo’ succedere che piaccia pure a me!

LUCIA

Facebook mamma, non freiscos!

VINCENZINA

Non fa niente, figlia mia, o freiscos o freisboch, tanto sempre li siamo… Si, avanti, fammi guardare. (Inizia a guardare le foto della vicina, e ad ogni foto cambierà espressione del viso come se imitasse le pose delle foto). (Prima foto) Tu guarda questa! E che posa che assume! Ah, ma questa si crede di essere Naomi di Campobello… E’ davvero convinta! (Noterà che oltre ad esserci le foto della vicina ci saranno anche quelle della casa della vicina e dei vari pranzi) Bih, pure la sua casa ha messo! Aspetta, aspetta… fammi veder che mangia! (Si ferma a pensare, dopo due secondi) Sai che fai, Lucia, fai un serfio pure a me, e lo metti li come ha fatto questa pecora rognosa della signora Rosari; le farò mangiare i gomiti a morsi!

LUCIA

E vai!!! Così si fa, mamma! Dimmi quando, sei pronta?

VINCENZINA

(Urlando) No! Aspetta che ho una faccia da sembrare una morta da cent’anni… (esce da un cassetto un rossetto rosso e fard con un piccolo specchietto) sai che faccio? Mi metto un pò di rossetto… (Dopo averlo messo) Sono pronta. Ti faccio vedere se lei è più bella di me.

LUCIA

Ok mamma! Allora vado?

VINCENZINA

(Urlando) No no, spetta, che ho d’aggiustarmi la veste, che sembro una monaca scalmanata... (Si alza un pò il vestito e si aggiusta anche i capelli).

LUCIA

Ora ci siamo, sei pronta?

VINCENZINA

Si, si, vai! (Inziera a mettersi in tutti modi strani un pò come se volesse copiare la vicina) Così come sembro? E così? E messa in questa posizione, invece?

LUCIA

(Si diverte a vedere assumere a sua madre tutte quelle pose) Bellissima, mamma!

VINCENZINA

Aspetta, fammi vedere nancora la foto di quella li… (dopo averla vista cercherà di imitare la foto) Va bene… Lucia, così bene sono messa?

LUCIA

(Ridendo) Si mamma. (Aiuterà a mettere in posa ma madre) Adesso un altra così! (Dopo un paio di foto Lucia si ricorda di avere un impegno) Mamma scusa, adesso devo scappare.

VINCENZINA

Aspetta! Aspetta! Lasciami almeno quel coso, e spiegami come funziona!

LUCIA

E va bene (Spiegherà in breve come si fanno le foto e come si guarda facebook). Allora, stai attenta… così si fanno le foto, e… così si caricano su facebook, mentre facendo in quest’altro modo si guardano i profili degli altri, ok?

VINCENZINA

(Sbalordita. Non capisce) I figli… degli altri hai detto?

LUCIA

(Un po’ scocciata per tarda ora) No figli! Profili. Che sarebbero i primi piani delle foto degli altri.

VINCENZINA

E bonu, bonu, non ti ‘ncazzari a matri! E chi è! Si ancora no canusciu stu cosa, chi curpa haju! Ti nni po’ ijri tranquilla...

LUCIA

Senti, se dovessi avere problemi, spegni tutto da qui, se no rischi di cancellarmi delle cose importanti, che come torno se ne parla (Lucia esce).

VINCENZINA

(Va ad accertarsi dell’uscita di Lucia. Si metterà a far foto alla casa e mentre si farà i selfie) Dunque, lei mi ha detto che da qui si fa il felfio… che poi, cosa voglia dire non è che me l’abbia spegato!

CARMELA

(Sbalordita, vede sua figlia troppo strana) Vincenzina, che cosa fai truccata e vestita così? Dove devi andare? Non è che… ti sei messa a fare le corna a quel baccalà di tuo marito!

VINCENZINA

Ma quando mai, queste cose! Sto solo facendo... delle foto.

CARMELA

Le foto… dici? E che bisogno hai di agghindarti così, e di mettere il colore alle labbra? Tu, vedi quante novità adesso per far le foto!

VINCENZINA

Aspetta, aspetta mamma (mamma), che ti faccio un selfio, vediamo che ne pensa la signora Rosaria!

CARMELA

Il serfio lo devi appendere sulle tue corna, io non ne ho proprio bisogno! Che cosa pensavi che stessi male? Ma guarda un po’!

VINCENZINA

Mamma, il serfio non è cosa di malattie.

CARMELA

Non è cosa di malttie, ma può farle venire! Ti ho detto che non m’interessa, e non ne faccio!

VINCENZINA

E va bene, non serve che ti scaldi così tanto… nemmeno se t’avessi detto qualche brutta parolaccia…

CARMELA

Oggi sono arrabbiata per i fatti mie.

VINCENZINA

Che cosa l’he capitato? Si sfoghi, parli pure con me.

CARMELA

Con te! E cosa ti racconto a fare se poi non mi credi…

VINCENZINA

Sta volta voglio proprio crederti! Avanti, su, raccontami cosa ti è successo.

CARMELA

E va bene. E’ da due giorni che chiamo tuo padre e non vuole rispondermi, forse è imbronciato con me, ed io sono troppo nervosa.

VINCENZINA

Ho capito… er da un el po’ di tempo che non ti sentivo più parlare di lui… (preoccuapata guarda il quadro) non è che adesso ricomincia a fare sali scende il… quadro? O si vedranno volare vasi dai mobili?!

CARMELA

(Carmela fa segno di no) No…, non credo.

VINCENZINA

Che vuol dire non credo, che potrebbe succedere?

CARMELA

Non so, cosa vuoi che ne sappia io.

VINCENZINA

E allorra mi spiega perché debba averla con lei? Cosa ha fatto di così tanto grave a mio padre per essere imbronciato?

CARMELA

Io niente! E’ stato lui a chiedermi di volere un grosso mazzo di fiori di gladioli. “Di gradiuli!” Gi risposi “Non penserai mica che sia pazza, a portati questi fiori che costano un occhio della testa!” A questo punto non mi rispose, ed io continuai: “Ti porto un mazzo di margherite?” E vidi che non mi rispose più, un silenzio di tomba!

VINCENZINA

E beh, al cimitero…

CARLA

Come faccio a comprargli un mazzo di gradioli con la misera pensione che prendo, figlia mia. Lui non vuol capire, ed io ecco che sono nervosa. Hai capito adesso?

VINCENZINA

(L’asseconda) Solo questo è il motivo? E perché non me l’avrebbe detto! (Prende dei soldi e li porge a sua mamma) Eccoli qua, Te li do io soldi, vai a comprare i fiori a papà, così tornate a fare pace.

CARMELA

Grazie, grazie figlia mia, va do subito. (Prende uno scialle lo mette sulle spalle ed esce. Vincenzina riprenderà da dove aveva lasciato… a rifare i selfie; si metterà un altro pò di rossetto).

PEPPE

(Entrerà tutto stanco e scompigliato, capelli in aria e camicia un pò fuori dai pantaloni, come una persona che ha lavorato tanto; entrando, osserva sbalordito sua moglie che non s’era accorta della sua presenza) Vincenzina ma che fai?

VINCENZINA

(Ha un soprassalto, mentre cerca di ricomporsi) Tu sei, ti vrnga un colpo! Chissà il cuore dove mi sarà andato a finire! In questa casa, è da un po’ di tempo che il cuore mi va a destra e a sinistra.

PEPPE

(Meravigliato) Concettina, cosa fai combinata così? Dove devi andare agghindata e con tutto quel trucco addosso? (Preoccupato) Ma… non è che ci sia… qualche altro di… mezzo?

VINCENZINA

E siete due a dirmelo! Già è difficile a vere a che fare con uno, figuriamoci con due! Senti che fai, vieni qui… aspetta (chiama la figlia che si trovava nell’altra stanza) Lucrezia! Lucrezia, gioia di mamma, corri, vieni.

LUCREZIA

Si mamma, che c’è? Ciao papy.

VINCENZINA

Fammi un favore, un selfio a me e tuo padre.

PEPPE

(Non capisce) Che cosa? Aspetta aspetta, che prima ho da capire di cosa parliamo! Cos’è questo… secchio che tu dici?

VINCENZINA

Tu non hai nenti di che capire, so io e tento basta. (Gli aggiusta la camicia, pantalone… e gli abbasserà i capelli leccandosi la mano e passando gliela in testa; si nota la sporcizia sul viso) Ehi, ma sporco sei! (Gli pulisce il viso) Ecco fatto! Aspetta, lasciati guardare… Fammi il piacere, succhiati un po’ la pancia e stai fermo.

PEPPE

La pancia, ma quale pancia, se non ne ho!

VINCENZINA

Non m’interessa, tu ritiratela lo stesso... anzi, metti i muscoli in evidenza.

PEPPE

(Continua a non capire, guarda la figlia sbalordito e continuerà a fare tutto ciò che dirà sua moglie). Così va bene?

VINCENZINA

Si si benissimo. (Lo abbraccia e si farà scattare la foto) Vai Lucrezia. Fanne, fanne un altra! (Pensa a come mettersi in posa con il marito; prova un pò di pose, ma non gli pacciono. Al marito che continuava a non capire). Sai che facciamo?

PEPPE

Sentiamo, basta che ci sbrighiamo. (Al marito che guardava meravigliato).

VINCENZINA

Prendimi in braccio.

PEPPE

Che cosa? Tu sei pazza! A te manca qualche rotella! Come, arrivo appena da lavoro, stanco morto di zappare, e vuoi che ti prenda in braccio!

VINCENZINA

T’ho detto di prendermi in braccio, se non vuoi che cominci ad urlare e far correre tutto il vicinato.

PEPPE

E va bene, aspetta che ti prendo in braccio, così posso dire che per oggi ho finito una bella giornata; sta sera non avrò nemmeno la forza di mangiare.

VINCENZINA

Eh, quante storie! Zitto, e ridi! Vai Lucrezia

LUCREZIA

Ok mamy…fatto.

VINCENZINA

Grazie figlia mia, per oggi non ti disturbo più. (Riprende a fotografare stanza e cose, e si avvia uscendo per l’altra stanza sempre fotografando, mentre Peppe continua a guardare stupito).

PEPPE

(Tira in disparte Lucrezia) Vieni qui, Lucrezia, vieni da papà, dimmi, non è che mentre io non c’ero, qui sia successo qualcosa? Che so… tua madre è caduta e ha battuto la testa in qualche spigolo? Perché… non sembra… normale, è strana, strana assai! O per caso, tua nonna l’ha fatta prendere di nervi, e adesso è fuori di testa pure lei?

LUCREZIA

Ma quando mai! Papà aggiornati, questa si chiama tecnologia internet, e anche la mamma sta iniziando a conoscere il mondo di Facebook, quale pazza e fuori di testa!

PEPPE

Quindi… vuoi dirmi che anch’io potrei divenatre così, se cominciassi a manovrare questi aggeggini che tenete in mano voi?  No no, grazie! Preferisco rimanere ignorante, ma sano di cervello!

LUCREZIA

Ma che cosa dici papà? Questo non è essere strano! E’ essere normale!

PEPPE

Questo è normale? Scusa, è anche normale pittarsi il muso e agghindarsi per guardare il telefonino? Ho la strana impressione che in questa casa, di normale non ci sia più niente, e manca poco che vengono a sequestrarci i cervelli a tutti! Altro che normale!

VINCENZINA

(Chiama da fuori Lucrezia). Lucrezia! (Entra) Lucrezia, sistema almeno la stanza dove dormi.

LUCREZIA

Si mama, io vado in camera mia, papà scusa ma devo andare ne parliamo un'altra volta (gli da un bacio e se ne va).

PEPPE

(Alla moglie ch’era rientrata priva di gingilli, trucchi e la vesta normale, ironico) Allora tesoro, ti sei andata a mettere la testa sotto l’acqua? Sei ritornata normale, a quel che vedo. Ti posso chiedere quello che si mangia sta sera?

VINCENZINA

(Irritata mentre sj avvia per andare a cucinare) Ma è possibile che non riesca a trovare cinque minuti per le mie faccende? Una volta perché ho da lavare, un'altra volta perché ho da spolverare, un'altra volta ancora perché devo cucinare, stirare, rammendare… basta, non ce la faccio più! (Esce borbottando).

PEPPE

(Sbalordito, la guarda uscire e si da due colpetti in faccia) Ma dico io, puo’ essere che stia dormendo e non capisca bene! Puttana di sua madre quant’è selvatica! (Siede afflitto sul divano) Non capisco quello che stia succedendo in questa casa, è come se gli avessero fatto il malocchio! Nun c’è più serenità, nessuno tiene più cervello in testa… Tutti i giorni lavoro da mattina a sera come un animale a zappare la terra, e poi… appena metto piede dentro, devo anche stare attento se qualcuno possa combinare qualche fesseria! Ora pure mia moglie è andata fuori di testa… (Riflettendo dubbioso) Ho da pensare che mia suocera possa avere ragione quando parla di spiriti e fantasmi, perché questi esserei possono davvero creare scompiglio e nelle case… no, non puo’ essere, cosa vado a pensare, i fantasmi non esistono… anche se quanto successo l’altra volta non è che sia stato tanto normale! Però, intanto, più andiamo avanti, e più brutta va facendosi la situazione. Forse è meglio non pensarci più, adesso mi riposo un po’ che forse è la cosa più giusta da fare. (Ma… non appena chiude gli occhi e s’addormenta, sdraiandosi in malomodo, entra Carmela che lo guarda impaurita).

CARMELA

(Grida come se fosse morte) Peppe, Peppe che fai, sei morto?

PEPPE

(Grande soprassalto. La sgrida in malomodo) Che le venga un colpo! Questi modi sono! Mancava poca e mi faceva morire davvero! Così si fa? Che cos’ha? Perchè grida?

CARMELA

Che so… per come eri messo, sembravi morto, e mi sono spaventata… anzi, avresti di che essere contento che mi sia preoccupata per te.

PEPPE

Ma che preoccupata e preoccupata! Io stavo solo riposando un po’, e lei mi ha fatto saltare in aria!

CARMELA

E va bene, va bene! Ti chiedo scusa; la prossima volta che stai morendo, vuol dire che non ti guarderò nemmeno in faccia, neanche se ti trovi ad avere gli occhi fuori dalle orbite; questo avevo da dirti, e questo ti ho detto! (Esce, mentre Peppe si tocca facendo scongiuri).

PEPPE

Che casa movimentata! Tu guarda quest’altra che modo di gridare a una persona che dorme! Nemmeno riposare posso più in questa casa. E va bene, questa con le altre… (si stava addormentando di nuovo, ma…).

IGNAZIO

Ciao papy…

PEPPE

Ho capito, oggi non è giornata giusta. Ciao Ignazio, ascolta, tu sei l’unico… credo, che ancora sembri avere il cervello apposto; com’è finito con quella linea che dovevano montare? Siccome non vedo ancora nessun movimento…

IGNAZIO

No, ancora no; in questi giorni verranno i tecnici e faranno l’istallazione… avremo sempre wifi liberi!

PEPPE

S’è per questo, io ho già i guaifai miei che girano, perché dentro sta asa non si capisce più niente.

IGNAZIO

Dai papà non fare così, vedrai che tutto si sistemerà.

PEPPE

Che cosa dici figlio mio! Qui si continua ada andare avanti sino a quando la famiglia non finire di perdersi, altro che! E’ la famiglia il dono più prezioso che possa esistere, non dimenticarlo mai Ignazio.

IGNAZIO

Va bene papà, me ne ricorderò sempre.

PEPPE

Bravo figliolo

IGNAZIO

Papà, stasera come mai ancora non si cena?

PEPPE

Perché tua madre, oggi ha sfilato sulla passerella a fare la modella; aspetta che la chiamo e vediamo un po’ se ha già finito di sfilare…Vincenzina, Vincenzina, com’èu finita? Si mangia, o no?

VINCENZINA

(Da fuori) Il tempo me lo devi dare, o pensi che sia superman!

PEPPE

E quest’ultima ci mancherebbe, vederti volare casa casa! (Al figlio) Hai sentito? Fra un po’ si mangia.

IGNAZIO

Ok, allora torno in camera mia, appena è pronto, chiamami.

PEPPE

Va bene, va bene… ah, senti un po’! (Ignazio si gira) Mettiteli i ditali alle dita, se non vuoi che vengano fuori i calli a furia di piggiare i bottoni a quel coso… (Ignaziono esce borbottando) In tutti questi anni da sposato, mai era successo che mia moglie m’avesse fatto mangiare tardi. Mi chiedo, dove sono andate a finire tutte quell dolcezze e attenzioni di prima; quando tornavo dalla campagna, mi facevano trovare il bagno con l’acqua calda pronto, il mangiare ricco di tanti profumi e sapori, il letto caldo caldo… ora, manca poco che mi tocca dormire per terra… mah!

VINCENZINA

(Entra con in mano salumi, formaggi e uova) Stasera si mangia asciutto, perché non ho avuto tempo di preparare altro.

PEPPE

Meglio che niente. Sono finiti i tempi di una volta.

VINCENZINA

Che cosa vorresti dire?

PEPPE

Niente. (Con un filo d’ironia) Io parlo, e io mi capisco. Chiamo gli altri e apparecchiamo.

VINCENZINA

Senti che fai, apparecchia tu che si fa prima; vado io a chiamare i ragazzi (esce).

PEPPE

Ecco qua! Ho la strana impressione che qui dentro si stiano invertendo i ruoli, fortuna che oramai ha poca durata… (osserve le posate si accorge che sua moglie ha preso il servizio d’argento) E… queste posate d’argento? Finalmente ha pensato di dissoterrarle; è la prima volta che mangio con la tavola apparecchiata a festa…  anche se con cibo… asciutto (anche i piatti saranno di un servizio delicatissimo). Pure il servizio dei piatti nuovo!… mah! Chissà cosa le sia passato per la testa a mia moglie… ho impressione che anch’essa stia andando fuori di testa! Fortuna che in casa sto poco, se no, anch’io sarei caduto nella loro trappola. (Entra da fuori, Lucia).

LUCIA

Ciao papy, sai la mamma dov’è? Le ho dato il mio cellulare, chissà cosa avrà combinato (ridendo).

PEPPE

E qui che hai sbagliato figlia mia; perché tua madre, con questo cosa in mano, s’è girata tutta la casa come fosse uscita di sensi.

LUCIA

Dai papà, non dire così!

PEPPE

Ah no! E come dovrei dire? Senti che fai invece, aiutami a finire di apparecchiare la tavola, vai a prendere i bicchieri, i tovaglioli...

LUCIA

Bih, papà, non sono nemmeno entrata, e già mi chiedi di fare qualcosa! (Peppe la guarda adirato) Ok, ok. (Aiuterà il padre, mentre entra Vincenzina che scatterà qualche foto a piatti e posate)

PEPPE

Perché fai le foto a piatti e posate?

LUCREZIA

(Entra con Ignazio) Queste, la mamma le caricherà su facebook!

VINCENZINA

Lucia, sei arrivata? Eh si, queste foto le metterò priprio li, così la signora Rosaria avrà di che leccarsi le unghia!

PEPPE

(Non capisce e chiede a Lucia) Che cos’è questo discorso delle foto?

LUCIA

Adesso, mamma metterà le foto delle posate e del servizio di piatti su facebook, così gli altri le vedono e alla signora Rosaria, che non ha il servizio così bello, la farà crepare d’invidia.

PEPPE

(Dispiaciuto) E io che credevo l’avesse messo per me!

VINCENZINA

Senti Lucia, nun è che per oggi potresti lasciarmi questo… (il telefonino) coso?

LUCIA

Ma… veramente…

VINCENZINA

Su, non mi dire di no, ci rimarrei male!

LUCIA

E va bene, vuol dire che prenderò il tablet.

VINCENZINA

Brava, figlia mia, ora siedii, che a momenti si mangia.

LUCREZIA

Che cosa si mangia di buono stasera?

PEPPE

Asciutto, asciutto si mangia stasera! Perché oggi la mia sposa ha deciso di farmi questo regalo (ironico), è veru, bambolottina mia?

VINCENZINA

Cerca di fare meno il cretino e chiudi quella boccaccia, se vuoi che domani non prepari neanche questo.

PEPPE

Pure! Non si può neanche scherzare in questa casa; chissà dove andremo a finire continuando di questo passo (entra Carmela).

CARMELA

Peppe, stai attento a quando mangi che potresti ingozzarti e morire (ridendo) ahahahahah! (Peppe si tocca).

PEPPE

Dovrebbero venire proprio a lei le tarantole ai piedi! Va beh, lasciamo stare. Senti Ignazio, com’è finita con quel progetto dell’ADIESEL? Uunico orgoglio di questa famigliaghia che pensa di fari una cosa sensata…

IGNAZINO

Papà, non disel! Non è un motore! Domani,  verranno domani a mattere la linea.

LUCIA

Hai capito mamma? Domani, quando ti collegherai con il cellulare, navigherai più veloce con i wifi…

PEPPE

(Sbalordito) Come, come? Ignazio, dimmi, che cosa c’entra il cellulare col nostro discorso del progetto?

IGNAZIO

Come papà, e te lo pure spiegato! Adsl serve per navigare in internet, e in più avremo i wifi, così tutti potremo stare sui nostri cellulari venti quattr’ore su ventiquattr’ore!

PEPPE

(Che finalmemnte comincia a capire, si porta una mano al petto come se si sentisse male e stesse per svenire) Ahi, ahi! Mi sento male…

VINCENZINA

Presto, presto! (Nasce un corri corri insensato che crea più confusione che aiuto) Diamogli un colpo alle spalle e un po’ d’acqua con zucchero… (gli danno l’acqua).

LUCREZIA

Papà come stai? Rispondi!

LUCIA

Papà, papà dai, non fare così.

CARMELA

(Ridendo fa il suono di quando una persona sta per morire, e il gesto con la mano come se gli desse l’assoluzione) ahahahahaha!

VINCENZINA

(Preoccupata) Mamma, ti sembra questo il momento di scherzare? Non vedi ch’egli si sente male davvero!

CARMELA

E allora! Cosa ci posso fare io; prima o dopo deve pur morire… o no?

PEPPE

(Come se volesse piangere) Non è questa la mia famiglia; voglio la mia famiglia! (Urlando come se stesse delirando) Voglio la mia famiglia!

VINCENZINA

Sono qui, sono qui, non ti lascio, no… però riprenditi per favore.

PEPPE

Voglio la famiglia che avevo una volta! Non è più questa la mia famiglia! Dove sono? Dove mi trovo? Riposo, voglio un po’ di riposo! Poratatemi a casa mia! (Ignazio e Lucrezia faranno uscire il padre).

LUCIA

(Preoccupata) Mamma, stavolta papà l’ha presa davvero male!

VINCENZINA

Hai ragione figlia mia; e stavolta la cosa mi preoccupa, speriamo che non sia così grave, se no bisogna correre dal medico.

CARMELA

Credo che voi siate complici di tutto questo. (si alza ed esce). Io mi ritiro nella mia stanza e vado a letto; non voglio essere parte in causa.

VINCENZINA

Lucia aiutami a sparecchiare, tanto per oggi abbiamo finito...

LUCIA

Si, si mamma. Ma cosa ha voluto dire la nonna?

VINCENZINA

Che cosa vuoi che ne sappia io, tu sai… (fa segno di pazzia) com’è la nonna. (Non si trattiene e più forte di lei, prende il telefono) Lucia, aspetta, fammi un serfio mentre tengo le posate in mano, e falle venire bene, che sono posate ottocentesche.

LUCIA

Ok mamma.

VINCENZINA

Ecco, ora mostrale alla signora Rosaria; mettile li in quel coso… dove hai detto che si chiama… Book cukk… non ricordo bene.

LUCIA

Facebook mamma, facebook!

VINCENZINA

Ecco, brava! Mettile lì che domani vedremo. Sai che faccio, tuo padre è meglio non disturbarlo che sta male, vengo a dormire con te, così mi spieghi meglio di questo (sempre errori voluti) Facceboll.

LUCIA

Facebook, mamma! Va bene, si, andiamo. (Dopo aver sparecchiato, si avviano nella stanza).

PEPPE

(Scena oscurata come se fosse notte; entra Peppe guardingo, con pigiama e berretto da notte) Eccomi qua, dovevo pur far finta di sentirmi male, se no… Se non lo faccio adesso, ho paura di perdere l’asino con tutto il carico delle carrube… ora ci penso io. (Entrerà e uscirà dalle camere rubando tutto ciò che sia tecnologico) Questo è il primo; quest’altro il secondo… (metterà tutto in un sacchetto e lo nascondere dove nessuno potrà vederli; nella mischia ruberà anche la coperta elettrica alla suocera perché la vede come qualcosa ti teconoligico) Questa pure, anch’essa troppo tecnologica. (Finito tutto, tornerà a letto soddisfatto) Ora posso tornare a letto, domani vedremo come andrà a finire… (Rivolgendosi in alto) Signore, aiutami tu. (Esce e si riaccendono le luci. Entrerà per prima Vincenzina che va stropicciandosi gli occhi e che cercherà il telefonino).

VINCENZINA

(Va cercando stropicciandosi gli occhi, mezza addormentata) Ma dove l’avrò messo! E pure l’ho posato qui… (Continua a cercare ) Forse è meglio che chieda a Lucia, puo’ essere che sia tornata a prenderlo per paura di lasciarmelo e lo avrà conservato lei! Lucia, Lucia!

LUCIA

(Da fuori) Che cè mamma? Stavo ancora dormendo.

VINCENZINA

Hai preso tu quel coso che fa il (errori voluti) selfio?

LUCIA

(Entra anche lei stiracchiandosi) No mamma, io non ho toccato niente, l’ho lasciato li.

VINCENZINA

E allora come mai non riesco a trovarlo?

LUCIA

Aspetta, prendo il mio tablet e lo faccio squillare.

VINCENZINA

Presto, muoviti… (entra lucia sconvolta).

LUCIA

Mamma, mamma, non trovo più nemmeno il tablet… chi l’avrà mai preso se siamo andati tutti a letto! (Chiama la sorella) Lucrezia, Lucrezia!

LUCREZIA

Che cosa vuoi Lucia?

LUCIA

Hai preso il mio tablet? S’è uno scherzo, sappi che è alquanto sgradevole (irritata).

LUCREZIA

(Entra in pigiama e con i capelli spettinati) Io? Ma sei matta! Io sono andata a letto, e sonnambula non lo sono per niente!

LUCIA

Allora prestami il tuo.

LUCREZIA

Io, ho ancora sonno! Aspetta che vado e lo prendo. (Le altre continuano a cercare. Rientra anche lei nervosa) Neanche il mio riesco a trovare!

VINCENZINA

(Chiamerà Ignazino per verificare se anche lui fosse stato derubato) Ignazio, Ignazio, vieni subito!

IGNAZIO

(Preoccupato, entra stropicciando gli occhi dal sonno) Che cos’è successo, mamy?

VINCENZINA

Dov’è il tuo cellulare?

IGNAZIO

Al solito posto, perché?

VINCENZINA

Sicuro sei? Corri, vai a vedere. (Mentre le tre cercano. Esce e rientra anche lui allibito).

IGNAZINO

Sentite, non è ch’è… tutto uno scherzo? Come mai sono scomparsi tutti? (Entrerà Carmela infreddolita).

CARMELA

Disgraziati fantasmi… che cosa vi ho fatto? (Gridando per casa) Con me l’avete? Fatevi avanti se avete coraggio!

VICINZINA

Mamma, che cosa ti è successo?

CARMELA

La coperta elettrica, mi hanno fregato la coperta elettrica, e sta notte stavo morendo dal freddo! Ma se li prendo son guai! Venite fuori se avete coraggio! (Continua a borbottare girando la casa).

VINCENZINA

Com’è potuto succedere tutto questo? Può essere che sia entrato qualche ladro… (controlla finestre e porta) Le imposte sono chiuse. Non ci sto capendo un bel niente; persino la coperta di vostra nonna!

PEPPE

(Entrerà ben vestito e soddisfatto del suo lavoro; è molto allegro) Buongiorno bella famiglia come va? (Saranno tutti tristi per l’assenza dei loro cellulari) Che facce che avete! Come mai? Pare che sia morto qualcuno! Su, su con la vita!

IGNAZIO

Papà, come stai? Ci hanno derubato!

PEPPE

Davvero? E cosa si son presi, tua… nonna? (Guardando Carmela) Eh, no, lei è qui!

IGNAZIO

Vedo bene che ti sei ripreso! Hanno rubato tutto!  Tutto quello che per noi era importante!

PEPPE

Importante? Importante è una parola “grossa”, figlio mio! Ricorda che importante è la famiglia, i valori…

CARMELA

E pure la mia coperta era importante…

PEPPE

(Ride sotto i baffi) Ah ah ah!

VINCENZINA

(Si accorge che suo marito e troppo tranquillo) Peppe, guardami, non è che… per caso… in tutto questo… tu…?

PEPPE

Ebbene, si, sono stato io! (Tutti resteranno sbalorditi da quello che ha fatto il padre in particolare alla suocera).

PEPPE

(Ridendo) La coperta l’ho fatta sparire perché anch’essa troppo tecnologica, e… magari per farmi quattro risate… (guardando la suocera) non è che può ridere sempre lei! (Continuando a ridere) Oggi, figli miei, passeremo una giornata insieme come una volta; e non voglio vedere facce avvilite! E ridete, su, forza, che anche questo stava cominciandovi a mancare, la risata! (Tutti inizieranno a guardarsi tra loro e, da quel piccolo sorriso del padre, inizieranno a ridere anche loro, mentre Carmela tira l’ultimo filo che farà cadere il quadro e una vaso con i fiori, e tutti ripartono ad entra ed esci della scena, rimarrà solo Carmela, che li inviterà poi a fermarsi).

CARMELA

E basta con questo girare, ancora nun l’avete capito che sono io a combinare questo scherzo! (Tutti guarderanno il quadro e il vaso caduto, poi alla nonna esclamando).

TUTTI

Tu, nonna!!!

CARMELA

Ho voluto distrarvi un po’ da quelle porcherie che tenete sempre in mano... Beh… veramente me lo ha suggerito (guardando verso l’alto) la buonanima di mio marito…

I NIPOTI

Oh, nooooo! Ancora, nonna!

VINCENZINA

(Anche lei ridendo) Si,  però a momenti ci lasciavamo le penne! Anchi tu, Peppe, l’ha fatta grossa! Ahahah! Ma… raccontaci, raccontaci un po’ come ti è venuta in mente questa idea.

CARMELA

(Si avvicina al solito posto per parlare col suo defunto, mentre gli altri la guarderanno stupiti) Luciano, Luliano mio! Te lo dicevo che non mi avrebbero creduto ugualmente (rimarrà li bloccata).

PEPPE

Lasciatela stare vostra nonna, e sedetevi tutti qui, che vi narro per filo e per segno il motivo di questa mia trovata. Mentre dormivo, ho fatto un sogno, e, svigliatomi, ho voluto attuarlo, perché… (Rimarranno tutti bloccati e si abbasseranno un po’ le luci; mentre entrerà il tecnico che doveva montare l’ADSL, e narrerà davanti al proscenio la morale sotto l’occhio di bue).

TECNICO

Quant’erano belli i tempi di una volta,

degni tutti di grande nota.

Quando per strada si giocava felici

con una cordata di veri amici.

Ora che il progresso invaghisce la gente;

quel tutto che abbiamo è solo niente.

Perdiamo gli affetti e finanche gli amori…

della vita perdiamo i suoi lati migliori.

Abbracciare il moderno è forse importante,

ma non serve solo questo per andare avanti;

la grande forza è la famiglia unita

come l’amore che si ha per la vita.

Con gli aggeggi moderni non fate patto

se non volete il cervello piatto.

Tutto si prende con giusta dose,

per mettere amore a tutte le cose.

Non vi mettete specchi negli occhi

come fanno spesso purci e pidocchi.

Solo una vita ci ricordiamo;

abbracciamoci tutti quanti e gridiamo:

“il progresso è una gran meraviglia

ma a capo di tutto ci sta la famiglia”.

     

SIPARIO

                                                                       www.roccochinnici.it

                                                                       Tonnarella, 22/ 01/ 2016