Eternamente giovane

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Eternamente giovane

(Rosalind)

Commedia in un atto

di J.M. Barrie

Traduzione e adattamento di Franco Di Leo

(N. iscrizione SIAE 171497)

Personaggi:

Signora Page

Capitano Fraser

Signora Hastings

Musica di sottofondo che sfuma. Entra la signora Hastings, che si va a sedere mentre parla con una persona che non si vede.

Hastings: Ma certo, il sangue non è acqua. Lo dico sempre, io. E lo diceva anche Richard, il mio povero marito. (pausa) No, non era nobile. Ma era ammirato e rispettato, questo sì. (pausa) Sì purtroppo, nel ‘17, nell’esplosione di Silvertown. (pausa) Due. Diane e Michael. Mi hanno aiutato molto quando sono rimasta sola. (pausa) No, no. Ho parecchio da fare, per fortuna. (pausa) Sì, opere di carità. Trasmettere i valori morali, la dignità … eh, sapesse cosa si vede in giro. Alcol, fornicazione, violenza, incesto … Storie da far rabbrividire, mi creda. (pausa) Sì, ha ragione. Ho ancora tanta energia e voglia di fare. E poi tra poco diventerò nonna, sa? (pausa) Mia figlia, sì. Il primo. Sono così contenta! Mi piace l’idea di essere una nonna giovane! (pausa) Come? (pausa) Beh, quaranta … tre … quattro. Comunque, prima mi stava dicendo che per ritemprarsi le ossa non c’è niente di meglio di un posto come Torquay. Ha proprio ragione. (pausa) Sì, un posto incantevole. Con tanta gente interessante. (pausa) Il capitano Fraser, per esempio. (pausa) Sì, era al tavolo del bridge ieri sera. Ma sa che mi ha raccontato una storia incredibile? (pausa) Certo, una storia d’amore. (pausa) Allora, due giorni fa stavo prendendo il tè con la signora Page, se la ricorda? (pausa) Sì, lei. Eravamo sedute proprio qui e stavamo chiacchierando … (nel frattempo Page è entrata e si è seduta vicino a Hastings; Hastings si gira, finisce di bere il tè e depone la tazza su un tavolino)

Page: Perfetto! Una tazza di tè è proprio quello che ci voleva.

Hastings: La cosa migliore dopo una lunga passeggiata sul lungomare.

Page: Proprio così, signora Hastings! Sono a Torquay solo da una settimana e mi sento già rigenerata.

Hastings: Lei mi piace, signora Page.

Page: Le piaccio? Ah sì? E perché?

Hastings (imbarazzata): Perché? Oh, beh … ecco … non saprei … per esempio, perché mi chiede di prendere il tè insieme a lei, ecco. E poi le piace chiacchierare con me … come … se ci conoscessimo da tanto tempo. Invece …

Page: Invece ci siamo conosciute solo la settimana scorsa.

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Hastings: Già. Sa che la invidio?

Page: Ah sì? Anch’io la invidio.

Hastings: Mi invidia?

Page: Certo.

Hastings (imbarazzata): Beh, non avrei mai immaginato … che … lei, ecco …

Page: Senta, facciamo così: lei mi dice perché invidia me e io le dico perché invidio lei. Che ne pensa?

Hastings: Va bene. Allora … la invidio perché lei … ecco, perché lei non fa niente per mascherare la sua età. Mi perdona la franchezza?

Page (ride): Ma certo! D’altra parte, se non sono più … diciamo così … nel fiore degli anni, perché dovrei prendermela?

Hastings: Senta, le posso chiedere una cosa?

Page: Dica.

Hastings (imbarazzata): Lei … i quarant’anni … voglio dire … li ha già passati, vero?

Page (ride): Certo! E anche qualcuno in più!

Hastings: E lo dice così?

Page (ride): E come dovrei dirlo? Sa invece perché la invidio, signora Hastings?

Hastings: Non saprei …

Page: Perché tra poco lei diventerà nonna.

Hastings (delusa): Ah, se è per questo … non è un gran merito.

Page: Ma sì, invece! Le confesso che mi piacerebbe avere un nipotino da abbracciare, da stringere, da viziare ...

Hastings (la interrompe): Un giorno diventerà nonna anche lei e mi saprà dire. Eh, ma sua figlia non la farà certo diventare nonna presto, immagino. E’ proprio carina, sua figlia! Ho visto le sue foto su un giornale. Quanti anni ha?

Page (ride): Ah, signora Hastings! Io conosco poco il teatro, ma so che non bisogna mai, mai, mai chiedere l’età di un’attrice.

Hastings: Ha ragione! Soprattutto quando si tratta di un’attrice famosa come sua figlia.

Page: Se la cava benino, diciamo. Comunque ha … ventinove anni. (ride) Ma non lo dica in giro, mi raccomando.

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Hastings: No, no, stia tranquilla! Sua figlia non è sposata, vero?

Page: Lei? Figuriamoci. No, no. Adesso è a Montecarlo. A divertirsi. Tanto la stagione teatrale prima di settembre non ricomincia.

Hastings: Certo. Fa bene. Senta, ma non ha pensato di andare a trovarla?

Page: A Montecarlo? Per carità! Sarei un pesce fuori d’acqua. Esattamente come lo sarebbe Julia se venisse a Torquay a trovarmi.

Hastings: Ha ragione. Temo che si annoierebbe in nostra compagnia. Eppure … mi piacerebbe proprio conoscerla! (entra Fraser)

Fraser: Signore … (accenna a un piccolo inchino, come gesto di saluto) … se posso presentarmi …

Hastings (diventa vivace): Ma certo. Prego, si accomodi. E’ arrivato oggi?

Fraser: Con il treno delle 16.15. Permettete? Capitano Fraser. (le due donne accennano a un saluto con la testa; durante le battute seguenti Page lo guarda senza farsi notare)

Hastings: Io sono la signora Hastings e questa è la mia amica, la signora Page. Bene … (un momento di educato silenzio) E si trova bene qui al Woodside Hotel, capitano?

Fraser (ride): Beh, sono appena arrivato. E’ presto per dirlo, non le pare?

Hastings (ride forte): Ha ragione, capitano! Che sciocca che sono!

Fraser. No, no, non dica così. E’ appena arrivata anche lei?

Hastings (ride): No, sono qui da una settimana e mi trovo bene. (lo guarda con aria intrigante) Ora … magari … mi troverò anche meglio.

Fraser (imbarazzato): Ehm … certo … (a Page) E lei, signora?

Page (con aria distaccata, senza guardarlo): E’ un posto incantevole, grazie. (Fraser la osserva incuriosito)

Fraser (incerto): Mi scusi se glielo chiedo, ma … lei assomiglia in maniera sorprendente … a un’attrice che conosco, Julia Page … Non è che per caso …?

Hastings (giuliva): E’ sua mamma!

Fraser: Ma certo! Page, ha detto? Sicuro, avrei dovuto immaginarlo! Io conosco Julia, signora Page.

Page (distaccata, sempre senza guardarlo): Bene.

Hastings: La conosce? L’ha vista a teatro, dunque.

Fraser: No, no. Degli amici la conoscono e me l’hanno presentata.

Hastings (incredula): Incredibile!

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Fraser: Siamo anche usciti a cena diverse volte, lei, i miei amici e io.

Hastings (incredula): La conosce bene, quindi!

Fraser: Sicuro. Adesso è a Montecarlo. Quando è partita, i miei amici e io siamo andati a salutarla alla Victoria Station.

Page (si alza): Se mi volete scusare un istante, devo consegnare delle lettere al portiere, così possono partire prima di sera.

Fraser: Ma certo, signora Page. Prego.

Page: Capitano … Signora Hastings ... (fa un cenno con la testa e si allontana; i due restano a guardarla finché esce, poi vanno a sedersi)

Fraser: Una somiglianza incredibile! Se lei non mi avesse detto che è la madre, avrei pensato che fosse la sorella.

Hastings: E invece è proprio la mamma. E dovrebbe sentire come parla di sua figlia!

Fraser: Ma pensi che Julia non ha mai detto niente a proposito di sua mamma.

Hastings: E invece sua madre non fa che parlare di lei. L’adora, si vede. Le somiglia molto.

Fraser (pensoso): Sì, anche se i capelli non sono così belli. Quelli di Julia sono più luminosi. Mi sembra meno alta di Julia. Insomma, non ha il portamento della figlia, ecco.

Hastings: Beh, tenga presente che ha superato i quarant’anni da un pezzo.

Fraser: Ma è comunque una donna attraente. Si capisce subito che è la madre di Julia. Anzi, direi che … (Fraser si ferma vedendo rientrare Page, che esita vedendo che Fraser è ancora in conversazione con Hastings)

Hastings: Venga, signora Page. Mi è venuto in mente che devo spedire anch’io una lettera. (si allontana; poi si ferma e si rivolge a Fraser ridendo) Vi lascio un momento, ma mi raccomandocapitano, non affatichi troppo la signora Page.

Fraser (si alza, sorride e fa un piccolo inchino verso Hastings): Non dubiti. (si rivolge a Page, invitandola a sedersi) Signora ... (Page si siede seguita da Fraser; segue una pausa di educato silenzio) Lei non sa quanto rispetto io provi per lei.

Page (ride): Rispetto per me?

Fraser: Certo. Anzi, vorrei aggiungere che io la considero la donna più intelligente del mondo.

Page (ride): Ma se non mi conosce nemmeno!

Fraser (confuso): Voglio dire, lei ha avuto l’intelligenza di aver creato … lei …

Page: Lei, chi?

Fraser: Lei, sua figlia.

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Page (ride, avendo finalmente compreso): Ah, lei, Julia!

Fraser: Sì. E credo che Julia sia la donna più bella e più intelligente che io abbia mai conosciuto.

Page (ride): Davvero? Credevo di essere io la donna più intelligente del mondo. Me l’ha appena detto lei.

Fraser (confuso): Sì, certo, ha ragione. Voglio dire, penso che lei sia ancora più intelligente perché lei ha creato lei, cioè Julia.

Page (divertita): Povera me! Sono confusa. Sa cosa le dico?

Fraser: Cosa?

Page (divertita): Lei è così adulatore! È un collega di Julia?

Fraser: No, no, mi creda. Sono solo un capitano di marina e sono anche un grande ammiratore di sua figlia Julia.

Page: Capisco.

Fraser: Porto sempre con me la foto con dedica che mi ha dato una sera: “Al caro David. Baci. Julia Page”.

Page: Che dedica assurda.

Fraser (stupito): Assurda? Perché dice così?

Page: Avrà sciupato tutta la fotografia scrivendo la dedica sull’abito.

Fraser (sollevato): Beh, ma lo fanno tutti. Scrivono anche sui pantaloni. (imbarazzato perché pensa che la frase si possa interpretare in maniera ambigua) Voglio dire, gli attori … sulle loro foto …capisce …?

Page: Ma sa, è un mondo che conosco così poco. Pensi che non ho mai visto recitare Julia.

Fraser: Un gran peccato. Prima di partire per Montecarlo ha terminato le repliche della “Bisbetica

domata”. Era Kate: straordinaria!

Page: Lo posso immaginare, ma non l’ho vista.

Fraser: La foto che mi ha dato è con gli abiti di scena di Kate.

Page: Dovrebbe metterla in cornice sulla sua scrivania, così quando i suoi colleghi verranno a

trovarla potranno leggere la dedica e dire:  “Bravo Fraser, fai conquiste, eh?”.

Fraser: Ma come? Lei pensa che io …

Page (divertita): Oh, figuriamoci! E’ proprio quello che si aspettava Julia quando le ha dato questa foto.

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Fraser (offeso): Lei non sa quello che dice! (imbarazzato) Mi scusi. Avrei dovuto capire. Lei è sua madre.

Page (sorride): Non si preoccupi.

Fraser: Comunque nella foto le somiglia tantissimo.

Page: Avrà un’aria seria, immagino.

Fraser: Anche, ma soprattutto ha un’espressione così ... così spontanea, ecco.

Page (ride): Spontanea? Ah, certo. Sapesse quante volte l’ho vista provare davanti a uno specchio questa espressione spontanea.

Fraser (deluso): No! Non è possibile!

Page (divertita): No? Va bene, diciamo allora che è un’attrice meravigliosa, d’accordo? Però non dimentichi che quello che giustifica i suoi compensi è proprio il fatto di sapere come assumere questa espressione così spontanea.

Fraser: Comunque è un’espressione che farebbe innamorare chiunque.

Page (divertita): Sì? Anche lei?

Fraser (imbarazzato): Beh, sarò sincero con lei, signora Page, sì, sono innamorato di sua figlia.

Page (seria): Senta, capitano Fraser, si diverta pure con Julia, se è questo che vuole, ma non prenda la cosa seriamente. Sono stata chiara? (pausa) Se ora vuole andare a prendere un tè …

Fraser: No, grazie. Voglio parlarle ancora di Julia.

Page: Non glielo permetto.

Frase: Ma ne ho il diritto! Nessuno può impedire a un uomo di dire a una donna che è innamorato di sua figlia!

Page: Ma è lei che non è innamorata.

Fraser: Come fa a saperlo, scusi? Mi appena detto che non ...

Page (sospira): Vorrei proprio che lei non fosse venuto qui!

Fraser: Ma perché è così arrabbiata con me? Io sono proprio innamorato …

Page (sospira): David, smettila di torturarmi!

Fraser (sorpreso): Il mio nome? Come fa a conoscerlo? (sorride felice) Julia le ha parlato di me?

Che cosa le ha detto?

Page (agitata): Ma no, no. Non dire altro. Vai, vai ti prego.

Fraser: Non capisco.

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Page: Non avrei mai immaginato che tu ti saresti innamorato così. Pensavo … che … che fossimo soltanto dei buoni amici.

Fraser (sorpreso): Noi?

Page (insofferente): David, non hai ancora capito?

Fraser (perplesso): Ma cosa?

Page (sospira): E va bene. Senti, mi spiace dover rompere il tuo bel giocattolino, ma visto che non capisci ... (sorride, avvicinandosi a Fraser) Vedi, caro capitano Fraser, Julia non ha più la mamma da molti anni. Capisci adesso?

Fraser: No.

Page (sospira): Va bene. Allora mettiamola così. Capitano Fraser, la informo che Julia ha quarant’anni suonati. Ci siamo adesso?

Fraser (pensa per un po’ e poi finalmente capisce): Ma quindi … No!

Page: Sì, David. Julia sono io.

Fraser: Ma ... la dedica sulla foto?

Page: David! (con ironia) “Al caro David. Baci”. Andiamo! E’ la frase che scrivo su tutte le foto che firmo per i miei ammiratori!

Fraser: Ma … ma … io non ho visto Julia soltanto sulla scena. Ci siamo incontrati anche fuori, a cena.

Page: Sì, qualche volta, insieme ai tuoi amici.

Fraser: Eppure a me sembra impossibile …

Page: Senti, ti ricordi che una sera a cena mi sono ferita al polso con un coltello?

Fraser: Certo che mi ricordo. Sono stato io a fasciare il polso di Julia con un tovagliolo.

Page: E ti ricordi che qualche tempo dopo avevo fatto vedere a te e ai tuoi amici che mi era rimasta la cicatrice?

Fraser (mogio): Sì. Me lo ricordo.

Page (mostra il polso, ma Fraser non guarda): E’ questa? (Fraser annuisce senza guardare) Bene. Sono così tanto diversa da come mi hai conosciuto?

Fraser: No, no. Adesso è chiaro che lei è … voglio dire … che tu sei … Julia.

Page (sorride): Bravo. Solo che oggi dimostro la mia età! (ride) Vedi? Questa è la mia vera identità, ammesso che ne abbia una.

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Fraser: Ti ho persino accompagnata a Victoria Station, quando sei partita per Montecarlo, ti ricordi?

Page (sorride): Hai creduto di avermi vista. Comunque, a Dover, invece di imbarcarmi per la Francia ho preso il treno per Torquay.

Fraser (sospira): Eppure faccio fatica ... Voglio dire, sembravi così giovane e così spensierata.

Page (sorride): Certo, avevo ventinove anni. (Fraser la guarda deluso) No, non rimanerci male David. Non è così solo sulla scena, sai? In platea ci sono tantissime donne di ventinove anni. Ti ricordi che prima di andare a cena restavo a lungo nel mio camerino per prepararmi?

Fraser (mogio): Certo che mi ricordo. Sono passate soltanto poche settimane. Ma anche il tuo modo di vestire era completamente diverso da … da … (indica con la testa verso Page)

Page: Da questo, intendi? (Fraser annuisce) Bene. Parliamo anche di “questo” allora. (sottolinea “questo” e indica il proprio abito) Vedi, dal momento che non ho mai avuto più di ventinove anni,ho cominciato a chiedermi che cosa voglia dire essere una donna, diciamo così, matura. Una curiosità femminile, capisci?

Fraser: Ma perché? Non avresti dovuto …

Page: Non avrei dovuto? Scherzi, David? Ascolta. Due estati fa dovevo andare a Biarritz. Un mese

di vacanza con la certezza di trovare su tutti i settimanali le mie foto: Julia Page mentre sale in macchina, o entra in un ristorante o fa una passeggiata o incontra altre attrici o altri attori. Per carità! Allora mi è venuta un’idea. Ho detto a tutti che sarei andata a Biarritz e invece sono venuta qui, ben determinata a essere, per un mese, una signora matura. Naturalmente ho dovuto comperare degli abiti più sobri, più semplici, adatti per una donna non più giovane. Ecco perché mi sono inventata la mamma.

Fraser: Ma lo stesso non capisco come …

Page: Certo, per un uomo è difficile capire la differenza che può fare un’acconciatura meno elegante o non mettere in risalto gli occhi o abolire tante piccole sciocchezze che poi così piccole non sono. Insomma, se volevo essere una donna matura dentro di me, dovevo esserlo anche esteriormente, capisci? Così, ho cercato un buon albergo a Torquey dove ero sicura che non avrei incontrato nessuno che mi conoscesse, nella speranza di trovare in me la donna che cercavo.

Fraser: E ti ha fatto piacere trovarla?

Page (sorride): Più di quanto tu possa immaginare. E’ simpatica. Intendiamoci, non riuscirei a stare con lei per un anno intero, ma per un mese la trovo sopportabile. Hai presente le mie scarpe con i tacchi alti? (mostra i piedi, con scarpe dal tacco basso e ride) Guarda queste, invece! Quando in albergo organizzano delle serate danzanti, io resto lì tranquillamente a fare tappezzeria. Riesci a immaginarmi seduta senza ballare, senza muovermi, per tutta una serata? Faccio passeggiate sul lungomare, leggo e gioco a bridge la sera con delle signore che si confidano con me, pensando che sia abbastanza vecchia per non insidiare i loro mariti.

Fraser: Tu! Che se volessi …

Page (ride): Appunto. Mi conosci, no?

Fraser: Ti conosco come una donna spensierata, non riesco a immaginarti triste.

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Page: Difatti con te non sono mai stata triste, lo sai David.

Fraser (sarcastico): Con me o con tutti?

Page (ironica): Non con tutti.

Fraser (amaro): Sei brava a evitare di rispondere direttamente.

Page (ride): Chissà, forse adesso sto solo recitando.

Fraser: No, no. Tu sei proprio così.

Page: Sì? Dubito.

Fraser: No, ti conosco troppo bene ormai, perché tu possa nascondermi i tuoi sentimenti.

Page (ride): I sentimenti? Figurati! Io sono sempre pronta a interpretare qualunque sentimento. Ne ho un intero armadio, sai? Non criticarmi. Critica piuttosto il pubblico, che ha fatto di me quella che sono, un’attrice senza emozioni e nient’altro. E quando lo illudo con i sentimenti mi applaude. Avrei potuto essere una buona moglie, forse, ma il pubblico non me l’ha consentito. E quanto ai figli, poi … se fossi rimasta una donna qualunque forse ne avrei avuti, chissà, ma il pubblico non ha voluto. (piange)

Fraser: Signora Page, non faccia così!

Page (ironica): Ah! Sono tornata ed essere la signora Page adesso?

Fraser: Mi sono confuso. L’ho vista … ti ho vista piangere.

Page: Non preoccuparti, David. Ho pianto, è vero, ma mentre piangevo ti guardavo con la coda dell’occhio per vedere se stavo recitando bene.

Fraser (sorpreso): Ma come? Ma allora ... ?

Page (ride): Ti ho detto di stare tranquillo. Finito di piangere è il momento di ridere.

Fraser: Julia, io non ci capisco più niente!

Page: Vediamo allora cosa possiamo fare. Sei sempre innamorato di me, David?

Fraser (speranzoso): Io? Certo Julia! Io … io …

Page (intrigante): Allora sai cosa ti dico? Accetto la tua corte. (si avvicina come se lo volesse baciare; Fraser si avvicina sorridente) Ah, adesso ridi, David? (si allontana improvvisamente, ridendo) Ma come puoi pensare che io ti voglia? (seria) Io non vado bene per quelli come te.

Fraser (disorientato): Ma Julia! Mi fai impazzire così!

Page (intrigante): E se stessi ancora recitando?

Hastings (voce fuori scena): Signora Page! Signora Page! (entra agitata mostrando una busta)

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Page: Che cosa c’è signora Hastings?

Hastings (trafelata): Ero andata a portare la mia lettera al portiere e in quel momento è arrivato un fattorino della posta con un telegramma per lei. Viene da Londra.

Page: Grazie, lo aspettavo.

Hastings (curiosa): Tutto bene? Non sono cattive notizie, spero.

Page: No, no. E’ mia figlia che scrive. (guarda Fraser, che la guarda perplesso)

Hastings (allegra): E’ già tornata a Londra da Montecarlo e la vuole vedere?

Page (sorride): Sì, perché riprendono in anticipo le repliche della “Bisbetica domata”. Devo essere a Londra domani.

Hastings: E quindi deve interrompere la sua vacanza?

Page: Che cosa le devo dire? Il posto di una madre è vicino alla figlia? (lancia un’occhiata di intesa a Fraser, senza farsi notare da Hastings; Fraser la guarda perplesso)

Hastings: Ma certo! La capisco! Ha ragione.

Page (a Hastings e a Fraser): Ora però vi prego di scusarmi. Sarà meglio che vada a prepararmi.

Vorrei prendere il treno delle 19 in modo da non arrivare troppo tardi a Victoria Station.

Hastings: Sicuro. Vada, vada.

Fraser: Se permette, signora, l’accompagnerò volentieri alla stazione.

Page: Lei è molto gentile, capitano. Non vorrei disturbarla.

Fraser (sorride): Nessun disturbo, signora. Sarà un piacere per me.

Page: Beh, allora … grazie. Accetto volentieri. (si allontana poi si ferma) Oh, signora Hastings, mi spiace, ma stasera non potrò esserci per la partita a bridge. Mi vorrà scusare lei con le altre signore?

Hastings: Ma certamente! E poi magari il capitano Fraser potrà prendere il suo posto. Che ne dice, capitano?

Fraser (imbarazzato): Io? Oh … ecco …

Page: Vado. (esce)

Hastings (la osserva uscire): Che peccato che se ne debba andare! Una signora come lei.

Fraser: Già, un vero peccato!

Hastings (in tono di confidenza): E’ difficile immaginare che una signora così seria abbia una figlia che fa l’attrice. Si sa che razza di ambienti frequenta questa gente!

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Fraser: Dice?

Hastings: Scherza? Lei parla sempre della figlia con grande affetto, ma io penso che di lei alla figlia non importi molto.

Fraser: E’ sicura?

Hastings: Sicurissima. Ma non vede? Le manda un telegramma per dirle di correre immediatamente a Londra e lei è costretta a partire subito. Le sembra il modo di fare? Le vorrà anche bene, non dico di no, ma non ha un minimo di riguardo per una donna di una certa età.

Fraser: Beh, non è così … così avanti con gli anni, mi pare.

Hastings (guarda Fraser con aria intrigante): Sicuramente ha più anni di me e comunque ha bisogno di un po’ di tranquillità. Ne ha così poca, mi pare, con una figlia del genere.

Fraser: Sì, lo credo anch’io.

Hastings: Vede? E pensare che voleva starsene qui in pace …

Fraser (come se parlasse tra sé): Se voleva starsene in pace, perché ci rinuncia?

Hastings (perplessa): Alla pace?

Fraser: No, a fare la donna matura.

Hastings: A fare la donna matura? Ma come potrebbe, scusi?

Fraser: Voglio dire … (si ferma) … va bene, non importa.

Hastings: Non la capisco, ma pazienza. Intanto però sarà meglio che vada ad avvisare le nostre amiche che stasera la signora Page non ci sarà. Mi aspetta qui, capitano?

Fraser: Certamente.

Hastings (con aria intrigante): Torno prestissimo.

Fraser: Vada, vada. (Hastings esce; Fraser rimane un istante a pensare, poi si mette a camminare avanti e indietro, come se stesse preparando un discorso, mormorando qualcosa a mezza voce, infine parla in maniera chiara) Julia, devo dirti una cosa. (si ferma; ripensa se l’inizio va bene) Sì,le dirò così: Julia, devo dirti una cosa. (rassicurato, va avanti) Finora non avevo capito chi fossi. La donna di cui mi ero innamorato in realtà non esiste, è Kate, il personaggio di una commedia di Shakespeare. Esiste invece un’altra donna, che ha dentro di sé una magia che ho appena conosciuto e che non posso dimenticare. Ecco, io mi sono innamorato di questa donna e … e … mi vuoi accettare, Julia?

Page (entra completamente cambiata, con un vestito elegante e attraente, una donna del tutto diversa e molto più giovane di quella che era uscita poco prima): Sì.

Fraser (disorientato): Julia! Ma tu … tu hai sentito quello che ho detto?

Page (ride): Sì. Ti ho sentito. Hai fatto una dichiarazione d’amore a mia madre. Bravo!

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Fraser: Ma io …

Page: Allora? Sei sorpreso, David?

Fraser: E me lo chiedi? Vederti così! Ma c’è qualcosa di vero nella vita?

Page: Certo. Io sono vera e anche Kate è vera. E domani tornerò a essere lei sul palcoscenico. E’ tutto vero, David, tutto tranne l’età che ho e quella che sento.

Fraser: Ma non hai detto che ...

Page: Lascia perdere quello che ho detto e abbracciami! (si stringono)

Fraser: Ma dove hai lasciato quella donna che è andata via cinque minuti fa?

Page (ride): L’ho chiusa in un baule in camera mia. E se avessi avuto un marito e dei figli ci avrei messo dentro anche loro. Io devo tornare in teatro. Il mio pubblico mi aspetta.

Fraser: Ma non avevi detto che odi il pubblico?

Page: Io? E’ mia madre che lo odia, non io.

Fraser (ride): Sei impossibile, Julia!

Page (ride): Mi puoi perdonare?

Fraser: Posso fare di più. (pausa) Ascolta Julia, vuoi sposarmi?

Page (ride): Non ci penso nemmeno, ma sono contenta che tu me l’abbia chiesto.

Fraser: Davvero?

Page: Cosa? Davvero non ci penso o davvero sono contenta?

Fraser: Entrambe le cose.

Page: E allora ti dico che davvero non ci penso e davvero sono contenta.

Fraser: Julia, sei proprio impossibile!

Page: Lo so, David. Sono un’attrice, non dimenticarlo.

Fraser (ride): Basta! Ti accetto per quello che sei! Ma adesso andiamo, se non vuoi perdere il treno per Victoria Station.

Page: Andiamo, andiamo! Il teatro mi chiama (si avvia, poi ferma) Aspetta! (si gira) Goodbye mamie! (escono)

FINE

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